!REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale...

65

Transcript of !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale...

Page 1: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,
Page 2: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Direzione centrale risorse agricole,

naturali, forestali e montagna

Aree naturali protette nelFriuli Venezia Giulia

Page 3: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagnaServizio tutela ambienti naturali, fauna e Corpo forestale regionaleAree naturali protette nel Friuli Venezia Giulia.1a edizione: 1999.1a ristampa: 2001.2a ristampa: 2005, edizione aggiornata.

Coordinamento e testi: Franco Musi

Collaborazioni: Valerio Bernardis, Andrea Cadamuro, Graziano Danelin, Dario Di Gallo,Daniele De Luca, Fabrizio Florit, Kajetan Kravos, Damijana Ota, Michela Prevarin, StefanoSanti, Glauco Vicario.

Cartine: Elena Missio

Foto: Archivio Parco Dolomiti Friulane: 58 in alto a dx.Archivio Parco Prealpi Giulie: 80 in altoValerio Bernardis: 77 in basso a dx.Mauro Bertossi - LIPU: 109, 110 in alto, 111, 112, 113 in basso, 121, 125 tutte, 126 in alto,128 in alto, 132 in basso, 133, 134 in alto, 135 a sin, 136.Carlo Blason: 132 in alto.Gianfranco Canderan: 30, 51 in basso, 78 in alto, 98 in basso, 100 in basso, 101 tutte, 158in basso, 166 in alto.Massimo Cargnel, per concessione S.M.A. n.1604 del 9.11.1991: 105, 115, 129.Andrea dall’Asta: 77 in alto, 152 in alto, 235.Daniele De Luca: 48 in basso.Alessandro Di Daniel: 28, 53, 56 tutte, 60, 85, 87 tutte, 88, 89 tutte.Dario Di Gallo: 10, 15, 22, 23, 27 le due in alto, 33, 36, 37, 38, 39 tutte, 41 in alto, 42, 43tutte, 44, 45 tutte, 46 tutte, 48 in alto e al centro, 54 in alto, 58 in basso, 59, 61, 64 tutte, 65tutte, 66 in alto a dx e in basso, 67, 69 tutte, 70 in alto e in basso a sin, 71 tutte, 72 tutte, 73in alto a sin, 80 in basso, 81 tutte, 82 in basso, 93 tutte, 94 in basso, 145, 146, 147, 155 inalto, 160 in alto, 161, 174 in alto a dx e in basso, 189, 191, 193, 195, 198, 200 a dx, 226, 231,232.Mario Di Gallo: 14, 25, 27 in basso, 47 in alto, 51 in alto, 52 in alto 75, 76 in alto e al cen-tro, 77 in basso a sin, 229.Luigino Felcher - LIPU: 113 in alto, 134 in basso, 135 a dx.Karlo Ferletic: 143.Lorenzo Fogale: 18, 122 in basso, 148 in alto, 149, 207, 215, 218, 222, 223, 224, 228.Fulvio Genero: 91, 98 in alto, 99, 100 in alto.Kajetan Kravos: 78 in basso a dx, 96, 120 in basso, 122 in alto, 123, 124 tutte, 127, 142, 181,182 tutte.Luca Lapini: 233.Paolo Lenardon: 52 in basso, 119, 148 in basso, 154 tutte, 155 in basso, 156, 157 in basso,158 in alto, 159, 178 in alto, 179.Giuliano Mainardis: 29, 73 in alto a dx e in basso a sin, 74 in alto, 79 tutte, 95 tutte, 200 a sin.Roberto Michielis: 58 in alto a sin.Franco Musi: 17, 40, 41 in basso, 66 in alto a sin, 70 in basso a dx, 73 in basso a dx, 76 inbasso, 78 in basso a sin, 90 in basso, 97, 103, 108, 118, 120 in alto, 126 in basso, 131, 150a sin, 176 a sin, 187, 210. Damijana Ota: 16, 94 in alto, 102, 127, 128 in basso, 150 a dx, 151, 152 in basso, 160 inbasso, 163, 164 in basso a dx e a sin, 166 in basso, 168, 169 tutte, 170 tutte, 173 in basso,174 in alto a sin, 175, 177, 180, 181, 204, 205, 211 tutte, 212, 217, 227, 233 in alto.Roberto Parodi: 234.Fabio Perco: 110 in basso, 173 in alto.Marco Pradella: 47 in basso, 54 in basso, 55, 57, 90 in alto a sin.Roberto Valenti: 19, 26, 49 tutte, 50 tutte, 74 in basso, 139, 140, 157 in alto, 164 in alto,165 tutte, 167, 176 a dx, 178 in basso.Glauco Vicario: 106, 107, 114.Gianni Viel: 82 in alto.Stefano Zanini: 90 in alto a dx.

Progetto grafico copertina: Direzione della Comunicazione Regione FVGImpaginazione e stampa: Arti Grafiche Friulane S.p.A. - Udine

Page 4: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

INDICE

Presentazione

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7

I parchi naturali regionaliParco naturale delle Dolomiti Friulane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 33Parco naturale delle Prealpi Giulie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 61

Le riserve naturali regionaliRiserva naturale Forra del Torrente Cellina . . . . . . . . . . . . . . . . » 85Riserva naturale del Lago di Cornino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 91Riserve naturali Foci dello Stella e Valle Canal Novo. . . . . . . » 103Riserva naturale della Foce dell’Isonzo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 115Riserva naturale della Valle Cavanata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 129Le riserve naturali del Carso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 137Riserva naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa. . . . . . . . » 143Riserva naturale delle Falesie di Duino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 153Riserva naturale del Monte Lanaro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 161Riserva naturale del Monte Orsario. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167Riserva naturale della Val Rosandra. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 171

Le aree di reperimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183

I biotopi naturali regionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 213

Fonti legislativeLegge 6 dicembre 1991, n.394 (estratto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . »239Legge regionale 30 settembre 1996, n.42 (estratto) . . . . . . . . » 244

Page 5: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

PRESENTAZIONE

Verso la fine degli anni ’70 ha visto la luce, in Friuli Venezia Giulia,il Piano Urbanistico Regionale quale strumento di indirizzo e dicoordinamento delle politiche territoriali. È il primo esempio inItalia di pianificazione generale (in scala regionale), che riunisce ecoordina in un unico, ordinato e coerente disegno lo sviluppo deicaratteri paesistici locali e la valorizzazione delle risorse territoriali,ambientali, sociali ed economiche. Con l’approvazione del Piano siinaugura, dunque, una convergenza importante sul binomio conser-vazione e sviluppo, legando la pianificazione ordinaria al riconosci-mento istituzionale della componente ambientale e naturalistica delterritorio. È così che il Friuli Venezia Giulia, pur rappresentando unterritorio fortemente antropizzato, si qualifica anche per il suo eleva-to valore naturalistico, dato dalla varietà degli ambienti e della suaposizione biogegrafica. Nonostante siano trascoarsi 30 anni e sia cre-sciuta a livello europeo, nazionale e regionale l’attenzione nei con-fronti delle tematiche ambientali, l’intuizione del PURG di promuo-vere un rapporto corretto fra istituzioni e governo del territorio restaquanto mai attuale, così come attuale resta la individuazione dei luo-ghi da sottoporre a particolare tutela, prevedendo il diretto coinvolgi-mento delle Am ministrazioni locali nell’attuazione dei conseguenti especifici interventi.Una previsione, questa, dal non trascurabile valore aggiunto, che haconsentito alle stesse Comunità locali di diventare protagoniste atti-ve delle scelte, anziché accettarle. L’attualità di questa impostazione,volano per nuove sinergie fra realtà sociali e naturali, ha indottol’Amministrazione regionale alla ristampa del volume Aree naturaliprotette: parchi, riserve e biotopi del Friuli Venezia Giulia, auspican-do che le conoscenze e le informazioni in esso raccolte possano favo-rire il perseguimento di uno sviluppo che, pur rispondendo allenecessità del presente, non comprometta la capacità delle generazio-ni future di soddisfare le proprie.

Enzo MarsilioAssessore regionale alle risorse agricole,

naturali, forestali e montagna

4

Page 6: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Grande è il senso di responsabilità in chi, quotidianamente, deve gesti-re un patrimonio naturalistico così particolare e ricco di valori di asso-luta eccellenza come quello del nostro territorio regionale. A tutti ilivelli, le donne e gli uomini impegnati nella Direzione centrale risor-se agricole, naturali, forestali e montagna avvertono questo particolareincarico che deriva loro da una competenza d’ufficio, che è anche pas-sione personale, impegno etico. Poiché il nodo essenziale che tuttisiamo chiamati ogni giorno a risolvere è quello determinante dello svi-luppo sostenibile, dell’intreccio necessario tra le ragioni dell’economia,le ragioni della società e quelle dell’”habitat” naturale, dove però è daqueste ultime che ricaviamo l’aria da respirare, il cibo da mangiare, icolori, i profumi e i sapori che allietano la nostra vita. Si rendeva quin-di necessario ed utile ristampare questo prezioso vademecum, edito nel1999 e ristampato nel 2001, rapidamente esaurito e da molti più volteancora richiesto poiché, vorremmo dire, indispensabile a riassumerecon rara incisività e chiarezza, grazie ai testi di Franco Musi ed al lavo-ro coordinato di molte persone appassionate ed esperte che qui tutteringraziamo, le grandi qualità di un ambiente naturale davvero unico.Unico per il suo porsi come crocevia naturale all’intersecarsi delle tregrandi aree socio-geografiche del continente europeo: l’area illirico-bal-canica, che ancora si legge nelle steppe della landa carsica, l’area medi-terranea, che ammanta con i lecci le scogliere calcaree, ed infine l’areacentro-europea, affidata alle robuste querce dalle grandi ombre. Unicoper la sua capacità di compensare, in poche decine di chilometri, pae-saggi e panorami così diversi e così significativi, ricchi di una biodiver-sità singolare e che molti ci invidiano, ma tale da impegnare chi ha ilcompito della conservazione della natura e del necessario progresso del-l’uomo in un duro ed incessante lavoro di sintesi e di proposta che quiviene riassunto ed esemplificato fino a giungere all’attuale sistema diparchi, riserve e biotopi, sistema perfettibile sicuramente, ma comun-que testimone di un impegno incessante e di un’attenzione estrema alleragioni del bene di tutti, uomini e no.

Augusto ViolaDirettore centrale

5

Page 7: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Informazioni:

Regione Autonoma Friuli Venezia GiuliaServizio tutela ambienti naturali, fauna e Corpo forestale regionaleUffici di via di Toppo 40 - 33100 Udinetel. 0432 555290 - fax 0432 507751 - e-mail: [email protected]

Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane eRiserva naturale regionale della Forra del CellinaEnte Parco naturale delle Dolomiti friulaneVia Vittorio Emanuele, 27, 33080 Cimolais (PN)tel. 0427 87333 - fax 0427 877900 - e-mail: info@parcodolomitifriulane.itwww.parcodolomitifriulane.itwww.parks.it/parco.dolomiti.friulane/index.html www.parks.it/riserva.forra.cellina/index.html

Parco naturale regionale delle Prealpi GiulieEnte Parco naturale delle Prealpi Giulie, Piazza Tiglio, 3, 33010 Resia (UD)tel. 0433 53483/53534 - fax 0433 53129 - e-mail: [email protected];www.parks.it/parco.prealpi.giulie/index.html

Riserva naturale regionale del Lago di CorninoComune referente: Forgaria nel Friuli, Piazza Tre Martiri, 4, 33030 Forgaria nel Friuli (UD) tel. 0427 808042Centro visite tel./fax 0427 808526www.parks.it/riserva.lago.cornino/index.html

Riserve naturali regionali della Valle Canal Novo e delle Foci dello StellaComune referente: Marano Lagunare tel. 0431 67049Centro visite: Via delle Valli, 2 - 33050 Marano Lagunare (UD)tel. 0431 67551 - fax 0431 67930 www.riservenaturali.maranolagunare.comwww.parks.it/riserva.valle.canal.novo/index.htmlwww.parks.it/riserva.foci.stella/index.html

Riserva naturale regionale della Foce dell’IsonzoComune referente: Staranzano, Piazza D. Alighieri, 2634079 Staranzano (GO) tel. 0481 716917www.parks.it/riserva.foce.isonzo/index.html; www.isoladellacona.it

Riserve naturali regionali della Valle Cavanata,dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa, delle Falesie di Duino, del Monte Lanaro,del Monte Orsario e della Val RosandraOrgano gestore: Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna - Servizio tutela ambienti naturali, fauna e Corpo forestale regionaleUffici di via di Toppo, 40, 33100 UDINE tel. 0432 555290 - fax 0432 507751 - e-mail: [email protected]/riserva.valle.cavanata/index.html www.parks.it/riserva.laghi.doberdò/index.htmlwww.parks.it/riserva.falesie.duino/index.htmlwww.parks.it/riserva.monte.lanaro/index.htmlwww.parks.it/riserva.monte.orsario/index.htmlwww.parks.it/riserva.val.rosandra/index.html

6

Page 8: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Introduzione

Page 9: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,
Page 10: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

LA CONSERVAZIONE DELLA NATURAE LO SVILUPPO SOSTENIBILE

L’uomo e la natura: un rapporto ancora irrisolto con la continuaillusione del primo di esercitare una posizione di dominio e con-trollo sulla seconda attraverso lo sviluppo delle tecnologie e dellaconoscenza dei meccanismi che regolano la vita sulla terra. In findei conti, millenni di esperienza dimostrano continuamente chela soluzione di un problema ne propone immediatamente moltialtri fino ad allora sconosciuti. La natura, il mondo in cui vivia-mo è ben lontano dall’essere compreso e meno ancora domina-to. È per questo che il comportamento dell’uomo moderno do -vrebbe essere improntato ad un grande rispetto e umiltà ed iltema della conoscenza e della cultura naturalistica dovrebberoavere un ruolo primario nei singoli e nelle società. Gli ultimi decenni del secolo scorso hanno visto nascere, cresce-re e diventare centrale il tema dell’ambiente nelle politiche deglistati riguardanti l’uso delle risorse naturali e territoriali. I princi-pi sanciti dalla comunità internazionale sulla limitatezza dellerisorse, la protezione e conservazione della diversità biologica,l’integrazione degli aspetti economici e ambientali secondomodelli di sviluppo sostenibile per l’ambiente hanno come fineultimo quello di assicurare la più alta qualità di vita non solo allepopolazioni umane presenti ma anche alle future generazioni.Questi concetti sostengono anche gli atti formalmente sotto-scritti da moltissimi governi nazionali, quali la Conferenza di Riode Janeiro del 1992 su “Ambiente e sviluppo” o il trattato

9

Page 11: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

dell’Unione Europea di Maastricht che, all’art. 2, pone qualeobiettivo dell’Unione stessa “una crescita sostenibile, non infla-zionistica e che rispetti l’ambiente”. Eppure la politica economi-ca prevalente è ancora dominata da principi diversi, che perse-guono la standardizzazione dei beni prodotti e dunque non riten-gono la varietà e la diversità un valore positivo: la standardizza-zione rappresenta l’esatta antitesi dei processi evolutivi biologiciche, in tempi lunghissimi e come conseguenza di eventi casuali,hanno dato luogo a quella enorme quantità di variabili vegetalied animali che oggi vengono sinteticamente definiti come biodi-versità. È soprattutto in rapporto quindi ai modelli di sviluppo

dominanti che si deve inten-dere lo sforzo culturale e sci -entifico che la politica di li vel-lo locale, nazionale e planeta-rio deve svolgere e dovrà raf-forzare per raggiungere unsoddisfacente equilibrio fraeconomia ed ecologia.La conservazione della naturaintesa co me difesa ecologicadell’ambiente assume alloraaltrettanta importanza rispet-to all’altro grande filone ope-

rativo di tutela delle risorse, rappresentato dalle norme, abbon-dantissime e dagli interventi, sofisticatissimi, messi in atto per ladifesa tecnologica dell’ambiente stesso. Le linee strategiche perla conservazione della natura sono tracciate nell’Unione Europeadalla Direttiva Habitat n. 43 del 1992 relativa appunto alla con-servazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvati-ca. Con questa Direttiva l’Unione si propone di realizzare unaRete Ecologica Europea (EECONET) secondo un progettodenominato Natura 2000 che individua e tutela in forme diver-se a secondo della loro importanza, aree, siti e zone di grandevalenza naturalistica. In Italia dunque, come negli altri Statimembri dell’Unione, si dovrà costituire una rete ecologica nazio-nale che risulterà dalla sommatoria delle azioni concretamente

i n t r o d u z i o n e10

Prato fioritodi Lavinal dell’Orso.

Page 12: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l ’ e v o l u z i o n e n o r m a t i v a n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

svolte sia a livello statale che regionale. Per la formazione dellarete ecologica nazionale i parchi e le riserve assumono il ruolo dinodi interconnessi tra di loro e con altre aree di rilevante interes-se naturalistico e da corridoi ecologici a cui si frappongono zonecuscinetto o di transizione in modo tale da costruire una vera epropria “infrastruttura ambientale” estesa all’intero territorio. Larete ecologica nel rapporto uomo territorio può rappresentare,attraverso il contenimento della riduzione degli habitat e l’indivi-duazione delle capacità di carico compatibili con le caratteristi-che dell’ambiente circostante, un valido strumento per contra-stare l’erosione genetica e la semplificazione biologica, puntandoinvece a conciliare i bisogni umani con il più alto contenuto dibiodiversità dell’ambiente.Secondo le finalità caldeggiate dal trattato dell’Unione Europea,“perseguire il concetto di sostenibilità implica la ricerca di lineedi sviluppo economico che rispettino l’ambiente e operino per unassetto territoriale equilibrato, in modo tale che, nel percorrereil cammino della globalizzazione, si ricerchi il rispetto delle iden-tità locali, in tutti i loro valori, naturali ed antropizzati”.

L’evoluzione normativa nel Friuli Venezia Giulia

La tutela della natura nella Regione Autonoma Friuli VeneziaGiulia presenta dal punto di vista storico molte analogie rispettoalle altre regioni italiane ed europee, con evidenti particolaritàlegate alla grande complessità territoriale in un’area piuttostolimitata, densa di contenuti ambientali ma anche profondamen-te segnata da processi storico-sociali che hanno reso estrema-mente dinamico il rapporto tra la popolazione umana e l’ambien-te naturale. Anche in questa Regione la politica del territorio haaffrontato il tema della tutela ambientale come conseguenza diun certo modello di sviluppo del secondo dopoguerra che, sep-pure in modo certamente minore rispetto ai grandi poli indu-striali italiani, aveva evidenziato l’esistenza di inevitabili conflittifra i beni naturali e il loro uso a scopo economico. In questosenso sono significativi i problemi emersi negli anni dopo il 1960

11

Page 13: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

a proposito delle trasformazioni fondiarie fortemente incidentisull’ambiente e tutte tese a favorire un’agricoltura intensiva nel-l’alta pianura dei magredi e nell’intera fascia delle risorgive. Tuttala fascia costiera ha subito notevoli pressioni per gli insediamen-ti sia residenziali sia soprattutto turistici, mentre l’intera Regioneha visto la propria rete infrastrutturale radicalmente trasformatacon la conseguenza di una suddivisione del territorio in settoriche sono ormai sempre più difficilmente comunicanti fra loro insenso biologico. A partire dal 1970 l’intera Regione venne sotto-posta ad un’accurata analisi del proprio territorio al fine di pro-durre il Piano urbanistico regionale generale (PURG) che dove-va divenire il punto di riferimento per la pianificazione di livellosubordinato e cioè principalmente quella dei piani regolatoricomunali.Una parte determinante degli studi relativi al PURG venne riser-vata alla componente ambientale e naturalistica del territorioregionale nel quale si riconobbe la presenza di una serie di gran-di habitat fortemente caratterizzati ma anche strettamente con-nessi e interdipendenti, in modo tale da potersi configurarecome un vero e proprio sistema meritevole di essere consideratodeterminante per un equilibrato rapporto fra uomo e natura, fraconservazione e sviluppo. Il PURG vide la luce nel 1976 ma laconcomitanza con la tragedia del terremoto e la conseguenteemergenza che necessitava d’interventi straordinari ne ritardòl’approvazione fino al 1978; esso fu comunque il primo esempioin Italia di pianificazione di scala vasta regionale, di valenzagenerale e non settoriale.La protezione della natura nel PURG si esplicitava attraversol’individuazione di una serie di territori da sottoporre a particola-re tutela attraverso piani specifici che dovevano essere adottatituttavia dalle singole amministrazioni comunali interessate esuccessivamente approvati dalla Regione. Le aree individuatecostituivano un vero e proprio sistema in quanto gravitavano sututti i principali ambienti naturali regionali e cioè quello dei rilie-vi alpini e prealpini, della pianura e dell’arco costiero, dell’alto-piano carsico e infine di tutti i fiumi significativi che assumeva-no il ruolo di connettivo delle aree precedentemente citate.

i n t r o d u z i o n e12

Page 14: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l ’ e v o l u z i o n e n o r m a t i v a n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

In questo modo il territorio soggetto a particolare tutela raggiun-geva oltre il 30% della superficie regionale con ben 14 parchinaturali individuati e quasi i due terzi dei 219 Comuni dellaRegione coinvolti nella complessa operazione di pianificazione esuccessiva gestione. Proprio la gran complessità e delicatezza deimeccanismi prefigurati dal PURG fu determinante per lo slitta-mento di cinque anni del concreto avvio della sua attuazioneattraverso l’emanazione di un’apposita legge regionale, la n. 11del 1983 per l’appunto, che nel quadro della più generale legis-

13

I parchi e gli ambitidi tutela ambientaleprevisti dal PianoUrbanistico RegionaleGenerale del 1978interessavano oltreil 30% del territorioregionale.

Page 15: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

i n t r o d u z i o n e14

Page 16: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l ’ e v o l u z i o n e n o r m a t i v a n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

lazione urbanistica regionale, dettava le norme particolari perperseguire la politica prevista dalla pianificazione regionale inmateria di tutela della natura e di sviluppo compatibile con leesigenze di tutela stessa. Una interessante osservazione che gliesperti del settore fecero all’epoca dell’emanazione della leggeregionale n. 11/83 fu che con tale legge la Regione Friuli VeneziaGiulia si distingueva nettamente da tutte le altre Regioni italia-ne e anche dagli altri modelli europei in tema di aree naturaliprotette, poiché anteponeva la fase di pianificazione a quella diistituzione dei parchi e delle riserve riservando anzi proprio all’at-to di formale adozione del Piano il momento istitutivo dell’areaprotetta.Se da un lato questo modo procedurale proponeva senza indugii problemi di strutturazione e gestione del patrimonio naturale eantropico facendo emergere immediatamente tutti i conflitti frale varie componenti e soggetti coinvolti, da un altro lato ha gene-rato una evidente posizione di soggetto debole per le aree protet-te previste dal PURG, di soggetti cioè provvisori, non definiti sulpiano istituzionale e dunque non provvisti di propria autonomacapacità decisionale e soprattutto impossibilitati ad esprimereattraverso la concreta gestione del territorio, la validità del pro-prio modello di governo territoriale.

15

NELLA PAGINA A FIANCO:

Nel medio e bassocorso i fiumi friulanisono caratterizzatida vasti alvei ghiaiosi.Il Tagliamento fraBordano e Ragogna.

Il Friuli Venezia Giuliaè una Regionecon il 43%del territoriomontano:nell’immagineil gruppodel Jôf Fuartnelle Alpi Giulie.

Page 17: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Di fronte a tale situazione la volontà e la convinzione dei singoliComuni è stata determinante nel definire i limiti di pratica appli-cazione della legge regionale n. 11/83 con il risultato sostanzialedi una totale frammentazione del disegno prefigurato dal pianogenerale regionale, realizzato solo in qualche luogo per partisignificative (Prealpi Carniche, p.e.) ma, pur dopo diversi anni,con il sostanziale abbandono del primigenio e illuminato disegnodi “sistema regionale delle aree naturali protette” immaginato eindicato dal PURG del 1978. Di fatto, ancora all’inizio degli anni’90 erano lontani dalla istituzione i parchi della Carnia centrale,di oltre metà delle Alpi Giulie, di buona parte delle PrealpiGiulie e Carniche, di più della metà dei sette parchi fluviali, del-l’intero parco della Laguna e di quello del Carso.Ma, pur se con tutti i limiti e i condizionamenti posti dal diffici-le percorso immaginato dalla singolarità della legge regionale,diverse iniziative avevano preso avvio con indubbio successo einteressantissimi risultati; i problemi maggiori dovevano rivelarsiproprio sul terreno applicativo della pratica gestione. La leggeregionale n. 11/83 infatti si rivelò uno strumento piuttosto insuf-ficiente a dare indirizzi e stabilità istituzionale alle aree protettecomunque avviate. In realtà infatti la legge denunciava carenze

i n t r o d u z i o n e16

Il Carso attualmenteconosce

una progressivae veloce

rioccupazionedelle specie forestali:

la landa carsicaè in forte riduzione.

Page 18: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l ’ e v o l u z i o n e n o r m a t i v a n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

che erano la conseguenza di aver posto il problema della pianifi-cazione piuttosto che quello dell’istituzione e gestione cometema e preoccupazione centrale del legislatore, come risultatoevidente della derivazione urbanistica della disciplina. L’ur ba-nistica si rivelò ben presto anche insufficiente ad affrontare temie problemi di gestione del territorio extraurbano che sono appun-to molto lontani dai modelli urbanistici conosciuti e già normati:si pensi ad esempio a temi come l’agricoltura o la selvicoltura,l’allevamento, la caccia, la tutela della flora e della fauna, l’usodel tempo libero, la ricerca scientifica e la didattica naturalisti-ca. In altre parole la quasi totalità delle attività di normale gestio-ne nell’ambito di un’area naturale protetta e che sono i suoi prin-cipali scopi istitutivi sfuggono o sono estranei alla disciplinaurbanistica. Tale convincimento è diventato evidente come con-seguenza dell’esperienza anche in campo nazionale tant’è che lalegge quadro statale n. 394 del 1991 è improntata sul principiodi autonoma disciplina della materia naturalistica anche dopoimportanti decisioni della Corte costituzionale che sancivano ladiversità sostanziale dei principi della tutela della natura. chenon potevano essere riassunti e contenuti completamente daglistrumenti urbanistici.

17

La fascia costiera,accanto ai grandiinsediamenti per ilturismo balnearee dei poli industriali,presenta ancoranotevoli estensioninaturali. Nella fotola foce del fiumeStella allo sbocconella Lagunadi Marano.

Page 19: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

In ambito regionale questi ragionamenti erano già ben presentied era ormai maturata la convinzione di un sostanziale aggiorna-mento della legge regionale n. 11/83 per risolvere i problemiormai evidenti legati agli assetti istituzionali e gestionali dellearee protette. Già nel novembre 1991 con la legge regionale n.53 venne stabilita una nuova e interessante normativa nei riguar-di di uno dei settori più controversi e conflittuali: quello dellagestione faunistica e della caccia nelle aree protette. Questa fu laprima ma anche ultima integrazione della legge n.11 del 1983 poi-ché pochi giorni dopo lo Stato emanò la legge quadro in materia di

aree naturali protette e preci-samente la legge 6 di cem-bre 1991, n. 394. Con que stoprovvedimento lo Sta to italia-no metteva fine ad un dibatti-to che durava da almeno tren-t’anni e disponeva una strate-gia per la creazione di areeprotette non solo di ca ratterenazionalema anche di livello regionaledettando alcune norme cheassumevano rango di riforma

economico sociale e pertanto non derogabili nelle singole leggiregionali di recepimento. L’obbligo di adeguamento per le Re -gioni venne prontamente rispettato dalla sola Regione Pie monteche aveva peraltro già una propria legislazione per i suoi parchi eriserve naturali aderente alla nuova disciplina statale. Tutte lealtre Regioni che nei decenni precedenti avevano, come il FriuliVenezia Giulia, sperimentato autonome e talvolta originali solu-zioni legislative al problema della tutela ecologica dell’ambientesi trovarono in oggettive difficoltà tant’è che ancora al 1998 solo13 Regioni avevano prodotto nuove leggi considerate adeguatealla norma quadro statale.Per quanto riguarda l’esperienza regionale del Friuli VeneziaGiulia va ancora sottolineato il fatto che la legge statale è inter-venuta nel momento in cui si stava concretizzando il massimo

i n t r o d u z i o n e18

Il Lago di Doberdòè uno dei pochiesempi di acque

superficialinel territorio

carsico italiano.

Page 20: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l ’ e v o l u z i o n e n o r m a t i v a n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

sforzo e i maggiori risultatiper realizzare compiutamen-te il disegno indicato dalPURG del 1978.I maggiori nodi conflittualierano ormai emersi e la quasitotalità dei Comuni eranostati coinvolti in un dibattitopositivo sulla necessità e op -portunità di una tutela attivadelle proprie risorse naturalied ambientali. Tutta la di -scussione era caratterizzatada una dialettica aperta e so -prattutto contraddistinta dal -la capacità di adeguamentoalle singole situazioni locali. IComuni stes si poi erano dive-nuti protagonisti decisivi nonsolo della fase pianificatoriama anche della seppur limita-ta esperienza gestionale, so -prattutto nella forma della as -sociazione di Comuni per-messa dalla nuova legge statale n. 142/90 in materia di autonomielocali.Fra i punti inderogabili posti dalla legge n. 394/91 si ricordanocome particolarmente importanti l’obbligo di istituzione dellesingole aree protette con specifica legge, la partecipazione degliEnti locali alla formazione e gestione dei parchi e delle riserve,la predisposizione di specifici bilanci annuali di gestione, l’ado-zione di misure di salvaguardia e di alcuni divieti per certe atti-vità fra le quali la caccia. Il divieto di caccia quale presuppostopreliminare all’istituzione di qualsiasi area naturale protetta aisensi della nuova legge quadro è stato senza dubbio il motivo dimassima conflittualità fra le associazioni venatorie interessate eil legislatore regionale determinando in modo sostanziale i limiti

19

La costa altadell’Alto Adriatico:le più rappresentativefalesiesono tutelateoggi da una riservanaturale.

Page 21: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

AREE PROTETTE:

PARCHI NATURALI REGIONALI:

1. DOLOMITI FRIULANE ha 36.950

2. PREALPI GIULIE ha 9.402

RISERVE NATURALI REGIONALI:

3. FORRA DEL TORRENTE CELLINA ha 304

4. LAGO DI CORNINO ha 510

5. VALLE CANAL NOVO ha 124

6. FOCI DELLO STELLA ha 1.357

7. VALLE CAVANATA ha 341

8. FOCE DELL’ISONZO ha 2.338

9. LAGHI DI DOBERDÒ

E DI PIETRAROSSA ha 726

10. FALESIE DI DUINO ha 107

11. MONTE LANARO ha 285

12. MONTE ORSARIO ha 156

13. VAL ROSANDRA ha 746

TOTALE ha 53.446

AREE DI REPERIMENTO

a) Monte Auernig ha 536

b) Alpi Carniche ha 13.705

c) Jof di Montasio e Jof Fuart ha 5.251

d) Laghi di Fusine ha 1.590

e) Monte Mia ha 1.065

f) Monte Matajur ha 574

h) Foresta del Cansiglio ha 2.695

i) Sorgive di Bars ha 1.042

j) Fiume Livenza ha 1.139

k) Magredi del Cellina ha 757

l) Risorgive del Vinchiaruzzo ha 239

m) Palude Moretto ha 113

n) Risorgive dello Stella ha 2.021

o) Palude Selvote ha 58

p) Bosco Baredi ha 167

q) Bosco Coda di Manin ha 173

r) Valle Pantani ha 114

s) Isola di S. Andrea ha 852

t) Banco d’Orio ha 720

u) Landa Carsica ha 2.297

TOTALE ha 35.108

i n t r o d u z i o n e20

Page 22: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l ’ e v o l u z i o n e n o r m a t i v a n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a 21

BIOTOPI

1. Magredi di S. Quirino ha 20

2. Palude Cima Corso ha 7,5

3. Palude del Fiume Cavana ha 40

4. Palude Fontana Abisso ha 9,7

5. Palude Fraghis ha 22,7

6. Paludi del Corno ha 50,8

7. Prati di Col San Floreano ha 35

8. Risorgive di Flambro ha 71

9. Risorgive di Virco ha 80

10. Risorgive Zarnicco ha 47

11. Torbiera Curiedi ha 13

12. Torbiera di Casasola ha 42

13. Torbiera di Lazzacco ha 15,8

14. Torbiera di Promollo ha 4,4

15. Torbiera di Sequals ha 9,6

16. Torbiera Schichizza ha 9,9

17. Prati umidi dei Quadris ha 21,5

18. Torbiera Groi ha 10,4

19. Torbiera di Borgo Pegoraro ha 28,4

20. Prati della Piana di Bertrando ha 57

21. Laghetti delle Noghere ha 12,5

22. Risorgive di Schiavetti ha 63,9

23. Torbiera Selvote ha 59,8

24. Torbiera Cichinot ha 12,5

25. Prati del Lavia ha 56,4

26. Acqua caduta ha 15,8

27. Selvuccis e Prat dal Top ha 91,7

TOTALE ha 908,3

Carta delle areenaturali protette nelFriuli Venezia Giulia.In verde i parchie le riserve naturaliregionali, in aranciole aree di reperimentoe in rosso i biotopinaturali regionali.

PARCHI E RISERVE

AREE DI REPERIMENTO

BIOTOPI

LEGENDA

Page 23: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

numerici e di superficie delnuovo assetto dei parchi edelle riserve naturali nellaRegione Friuli Venezia Giu -lia. Per la cronaca, il medesi-mo problema si è posto pertutte le altre Regioni italianee per molte di esse non è sta -to ancora risolto. Dopo quasicinque anni di non facile di -battito ha comunque visto laluce la nuova legge regionaledel 30 settembre 1996, n. 42che ridisegna il sistema dellearee naturali protette regiona-li confermando solo in partela previsione del PURG del1978, riducendo in particola-re dal 31% al 6.6% il territorioregionale tutelato in questomodo.

Si tratta evidentemente di una perdita molto consistente in ter-mini quantitativi poiché corrisponde a una diminuzione da243.000 ettari a 53.000 e quindi ben 190.000 ettari in meno, masoprattutto viene negato al PURG quel progetto di “sistema” checostituiva il suo carattere metodologicamente e culturalmentepiù qualificante. Poiché peraltro il PURG stesso è stato comples-sivamente messo in discussione ai fini di una sua revisione qualeconseguenza della nuova legislazione regionale urbanistica (lalegge regionale n. 52/91) che dovrà portare al nuovo Piano terri-toriale regionale generale (PTRG), si decise che con la leggeregionale n. 42 del 1996 si era prodotto già anche ai fini dellapianificazione territoriale generale il processo di aggiornamento.In estrema sintesi i contenuti della legge regionale n. 42 del1996 possono essere così riassunti:1) La tutela della natura si persegue attraverso diverse forme di

tutela del territorio che possono essere in particolare:

i n t r o d u z i o n e22

L’alta pianurafriulana ghiaiosa

e arida presentavaun tempo vastepraterie magre

di cui rimangonopochi lembi

come questonei pressi

di San Quirino.

Page 24: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l ’ e v o l u z i o n e n o r m a t i v a n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

a. Parchi e riserve naturali regionali, istituiti con legge;b. Biotopi naturali, istituiti con atto amministrativo;c. Parchi comunali e intercomunali, istituiti con atto ammini-

strativo;d. Aree di rilevante interesse ambientale definite dagli stru-

menti urbanistici. In questa sede ci occuperemo solamente dei parchi e delle riser-ve naturali con qualche breve cenno ai biotopi istituiti e quindidi quegli ambiti in cui trovano applicazione le norme fondamen-tali della legge quadro statale oltre che, ovviamente, di quellaregionale.Va comunque sottolineato lo sforzo compiuto in sede legislativafinalizzato a trovare una serie di possibili e diversificate soluzio-ni al problema della tutela territoriale di quel 24% della superfi-cie regionale che per effetto del nuovo assetto deciso per i par-chi e le riserve naturali sarebbe rimasto privo della salvaguardiaprevista dal PURG e dai piani ad esso subordinati. 2) I parchi e le riserve che vengono istituiti con legge sono suc-

cessivamente dotati di un Piano di conservazione e sviluppo edi piani e programmi di gestione redatti sulla base di appositiaccordi di programma stipulati fra la Regione e i Comuni.

3) Per ogni parco e riserva viene predisposto un apposito Re go-

23

Le zone umided’acqua dolcesono gli habitata maggior rischiodi scomparsadella Regione:una olla nei pressidi Flambro.

Page 25: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

lamento che detta la disciplina di quelle attività consentiteche hanno natura non urbanistico-edilizia, come ad esempiol’agricoltura, la selvicoltura, la pastorizia, la gestione floro-fau-nistica, l’escursionismo e la circolazione con motoveicoli, laricerca scientifica, la didattica e l’educazione ambientale.

4) I parchi naturali sono gestiti da appositi Enti regionali autono-mi guidati da un Presidente e da un Consiglio direttivo chepredispongono il bilancio, i piani e programmi, stabilisconol’organizzazione degli uffici e attivano la Consulta del Parcoquale organismo di rappresentanza delle associazioni e catego-rie economiche locali.

5) Le aree naturali protette del Friuli Venezia Giulia beneficianodi risorse finanziarie direttamente dalla legge regionale n. 42del 1996 ma possono attingere anche ai fondi previsti dalloStato e, cosa ancora più importante, si inseriscono nei pro-grammi della rete ecologica dell’Unione Europea con propriespecifiche misure.

6) I territori coinvolti da parchi e riserve naturali vengono favori-ti nella concessione di finanziamenti statali, regionali e comu-nitari attribuendo ai Comuni e ai privati la priorità rispetto asoggetti di altre zone quando si decidono le ripartizioni difondi per opere pubbliche, recupero di nuclei abitati rurali,agriturismo, attività artigianali tradizionali e simili.

I parchi e le riserve naturali anche nella Regione Friuli VeneziaGiulia si sono quindi venuti caratterizzando come strutture com-plesse, di avvio piuttosto lento perché compenetrate nelle giàpreesistenti realtà istituzionali e sociali, necessitanti di un certotempo per agire in modo convincente ed efficace, dal momentoche essi sono un modello di gestione territoriale di tipo certa-mente straordinario, non tradizionale.

i n t r o d u z i o n e24

Page 26: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l e b a s i s c i e n t i f i c h e d e l l e a r e e p r o t e t t e n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

Le basi scientifichedelle aree protette nel Friuli Venezia Giulia

Nonostante la grande riduzione di superficie territoriale rispettoal disegno previsto dal Piano urbanistico regionale generale(PURG) del 1978 e di cui si è già accennato in precedenza, nonsi è voluto rinunciare ad alcuni presupposti di carattere oggetti-vo nel pur drastico ridimensionamento delle aree protette scatu-rito dalla legge regionale n. 42/96. A tal fine si è fatto riferimentonon solo al documento delPURG stesso e ai numerosi con -tributi di conoscenza del ter ri-torio regionale successivi adesso, ma anche ad una recenteindagine che con fortunata coin-cidenza temporale è stata con-dotta ai fini dell’applicazione intutta l’Unione Eu ropea e quindianche in questa Re gione, dellaDirettiva 92/43/CEE più notacome Direttiva Habitat. In base a tale Direttiva l’Unio -ne Europea intende ottenereun vero e proprio censimentodegli ambienti naturali piùsignificativi per contenuti diflora, vegetazione, fauna e dunque meritevoli di politiche territo-riali di conservazione. Il ruolo scientifico delle aree naturali pro-tette si esplica poi con grande evidenza dopo la loro istituzionerestituendo un servizio incomparabile sul piano dello studio,monitoraggio e sperimentazione di metodi ed indagini relativealla conscenza dei fenomeni naturalistici e in particolare sullostato di consistenza e sui dinamismi che interessano la flora e lafauna. Particolarmente significativi a questo proposito sono irisultati, nel campo della fauna selvatica, che la ricerca scientifi-ca universalmente riconosce in quanto sono perseguibili sola-

25

Alyssum ovirenseè una specie endemicalegata ai rilievimontuosi calcareidelle Alpi Orientali.

Page 27: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

mente in condizioni di scarso o meglio nullo disturbo da partedell’uomo e in tal senso trovano logico sostegno le norme chedispongono il divieto di attività venatoria all’interno delle areenaturali protette Lo Stato italiano in collaborazione con le Regioni ha promossocosì il Progetto Bioitaly consegnando all’Unione Europea il risul-tato della propria indagine che, per quanto riguarda il FriuliVenezia Giulia, propone 61 siti di interesse comunitario e circa80 di interesse nazionale.

La Regione si conferma cosìuna delle più straordinarie perricchezza e diversità biologicaanche in rapporto alla sua limi-tata estensione superficiale.Solo per fare un efficace esem-pio comparativo si pensi chementre il Friuli Venezia Giuliaconta circa 2780 entità floristi-che nei suoi 780.000 ettari diterritorio, l’intera Germania nonsupera le 2000 specie, palesan-do al confronto una maggioremonotonia ambientale. L’inda -gine condotta per il ProgettoBioitaly, essendo la più aggior-nata possibile nel campo natu-ralistico è stata presa come basedi discussione per l’individua-

zione delle aree sensibili da proporre per il nuovo assetto dei par-chi e delle riserve naturali regionali. La rete di aree considerate diimportanza europea o nazionale si è rivelata notevolissima per ilFriuli Venezia Giulia che è una regione ricca in biodiversità e dun-que il problema delle aree potenzialmente meritevoli di tutela nonsi è certo proposto come una carenza né qualitativa né quantitati-va ma si è piuttosto spostato sul tavolo delle scelte di politica ter-ritoriale delle varie aree regionali. Alla fine di un confronto chespesso è stato anche uno scontro, il risultato sancito dalla legge

i n t r o d u z i o n e26

Iris cengialtissp. illyrica.

Page 28: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l e b a s i s c i e n t i f i c h e d e l l e a r e e p r o t e t t e n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a 27

SOPRA:

Arenaria huteri è una specie endemica esclusivadelle Prealpi Carniche.

A DESTRA:

Erucastrum palustre è una specie endemica esclusiva dellezone delle risorgive friulane

a particolare ed imminente pericolo di estinzione. SOTTO:

In Friuli Venezia Giulia lo stambecco è una specie reintrodotta.

Page 29: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

i n t r o d u z i o n e28

regionale n. 42/96 è stato diprocedere in due fasi successi-ve che prevedessero una primaistituzione immediata per dueparchi e dieci riserve e poi consuccessive leggi la creazione diulteriori ventuno aree protetteda individuare in un elenco giàben identificato anche comeperimetro territoriale e

sottoposte ad uno speciale regime di salvaguardia.

Le aree protette istituite con la legge regionale n. 42/96 sono leseguenti:

Parchi Naturali Dolomiti Friulane ha 36.950Regionali Prealpi Giulie ha 9.402

Riserve Naturali Lago di Cornino ha 510Regionali Valle Canal Novo ha 124

Foci dello Stella ha 1.357Valle Cavanata ha 341Foce dell’Isonzo ha 2.338Laghi di Doberdòe di Pietrarossa ha 726Falesie di Duino ha 107Monte Lanaro ha 285Monte Orsario ha 156Val Rosandra ha 746Forra del Torrente Cellina* ha 304

Superficie totale ha 53.346

All’internodelle aree protette

si sono verificatinotevoli aumenti

numerici del camoscio.

*Con la leggeregionalen. 13/98 è stataistituita laRiserva naturaledella Forradel Cellina,che pertantonon fa più partedelle areedi reperimentoprevistedalla leggeregionale n. 42/96,ed è stataaffidataalla gestionedell’Ente parcodelle DolomitiFriulane.

Page 30: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

l e b a s i s c i e n t i f i c h e d e l l e a r e e p r o t e t t e n e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a

Le aree di reperimento da istituire con leggi regionali successivesono:

Monte Auernig ha 536Alpi Carniche ha 13.705Jof di Montasio e Jof Fuart ha 5.251Laghi di Fusine ha 1.590Monte Mia ha 1.065Monte Matajur ha 574Foresta del Cansiglio ha 2.695Sorgive di Bars ha 1.042Fiume Livenza ha 1.139Magredi del Cellina ha 757Risorgive del Vinchiaruzzo ha 239Palude Moretto ha 113Risorgive dello Stella ha 2.021Palude Selvote ha 58Bosco Baredi ha 167Bosco Coda di Manin ha 173Valle Pantani ha 114Isola di S. Andrea ha 852Banco d’Orio ha 720Landa Carsica ha 2.297

Totale aree reperimento ha 35.108

29

Procerus gigas,un raro coleotterodelle zone montanefriulane.

Page 31: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

i n t r o d u z i o n e30

Parnassius apollo,una rara farfalla

che frequentale praterie aride.

Page 32: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

I parchi naturaliregionali

Page 33: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,
Page 34: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

PARCO NATURALE DELLE DOLOMITI FRIULANE

Si tratta del Parco naturale più grande della Regione poiché siestende per quasi 37.000 ettari nell’area delle Prealpi Carniche einteressa tre vallate principali: le alte valli del fiume Tagliamentoe dei torrenti Cellina e Meduna. Il territorio è interamente mon-tuoso e spesso di difficile percorribilità tanto che non vi sono stra-de che attraversano completamente il Parco ma solo alcune vie dipenetrazione che permettonodi raggiungere le testate dialcune valli interne di notevo-le interesse come la Val Ci mo-liana e la Val Set timana. So nootto i Co muni interessati inmaggiore o minor misura dalPar co e precisamente An dreis,Cimolais, Claut, Er to e Casso,Frisanco, Forni di So pra, Fornidi Sotto, Tra monti di Sopra. Illimite occidentale del Parco coincide con il confine regionale fraVeneto e Friuli Venezia Giulia, a nord scorre lungo l’alto corso delfiume Tagliamento, a est con il solco creato dal torrente Medunamentre il limite meridionale segue un percorso che sfiora gli abita-ti di Erto, Cimolais, Claut, Andreis e Frisanco.Questo Parco sostituisce, anche nella nuova denominazione, il pre-cedente Parco delle Prealpi Carniche, già istituito nel 1989,aumentando peraltro in modo consistente la propria superficie

33

La Valle Monfalcondi Forni con i vastidetriti di falda.

Page 35: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Pa r t e d e s c r i t t i v a : i p a r c h i n a t u r a l i r e g i o n a l i34

Page 36: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

specie nell’area tramontina.Simbolo del Parco è l’aquila re -ale, che è qui presente con unapopolazione ben strutturata evitale, che nidificazioni presen-ti in ogni vallata del Parco.

Ambiente fisico

Il Parco delle Dolomiti Friu la-ne rappresenta al suo internola parte più significativa del-l’intero arco prealpino orienta-le, le cui caratteristiche posso-no es sere riassunte in sintesicon un’orografia molto giovanegeologicamente e dunque as -sai tor mentata e ac cidentata,con valli interne strette, forte-mente incise, per corse da tor-renti a gran de capacità erosi-va. La net ta prevalenza dellerocce sedimentarie carbonati-che (calcari e dolomie) che sifratturano per linee verticaliconferisce al paesaggio il tipi-co aspetto delle montagne do -lomitiche con forme torreg-gianti e grandi depositi ghiaio-si e ciottolosi al piede dellepareti. L’esempio più noto ditorre dolomitica è il celebreCampanile di Val Montanaia,in destra orografica della ValCimoliana che assurge a rangodi simbolo stesso dei caratterigeomorfologici del Parco. Ma

35

Page 37: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a36

Page 38: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

tutta l’orografia è degna di nota: nonostante l’appartenenza allaregione prealpina in questa zona ricadono diversi gruppi montuosiche permettono di annoverare nel Parco quattro vette di primagrandezza dell’intero territorio regionale. Infatti la Cima dei Preti(2703 m), il Duranno (2665 m), il Pramaggiore (2479 m), ilCridola (2580 m) sono di quota più elevata di molte delle piùfamose cime delle stesse Alpi Carniche o Giulie. La scarsa cono-scenza di questi rilievi è senz’altro conseguente al loro isolamentogeografico, alle difficoltà di esplorazione e di escursionismo cheperò, oggigiorno, ribaltando i valori preesistenti nel passato, si sonorivelati la vera ricchezza di questo territorio. Poche aree dell’interoarco alpino possono vantare un grado di naturalità, che con termi-ne inglese molto efficacemente si sintetizza in wilderness, quale l’a-rea del Parco delle Dolomiti Friulane. La parte centrale del Parco appartiene geologicamente alle roccecalcareo- dolomitiche del Mesozoico (circa da 200 a 60 milioni dianni fa), in particolare il margine meridionale e occidentale(Andreis, Erto e Casso) sono tormentati da faglie, pieghe e frattu-re che fanno emergere strati rocciosi più erodibili, instabili e checostituiscono straordinari esempi di movimenti tettonici della cro-sta terrestre, molto interessanti anche sotto il profilo didattico.

37

Lo sbocco della ValInferno che scendesul versante ovestdel montePramaggiore.

NELLA PAGINA A FIANCO:

Monfalcondi Montanaia dallaForcella del Leone.

Page 39: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Un caso purtroppo tristemente noto per la tragedia che colpì nel1963 l’alta Valcellina è quello della grande frana del Monte Toc nellago del Vajont, innescata da un uso sconsiderato del territorio agrave rischio idrogeologico che evidentemente non era in grado ditollerare un bacino idroelettrico di simili dimensioni. Oggi la franadel Vajont è meta di visita e di studio proprio perché è divenutaesemplare monito a non usare le risorse naturali in modo scorret-to, con conseguenze estremamente gravi non solo per l’ambientema anche per la vita stessa degli abitanti.Per accennare brevemente agli aspetti paesaggistici determinati in

modo evidentissimo dall’oro-grafia sono particolarmentedegne di nota tutte le giogaieche dal gruppo del Cridolascendono verso sud agli Spaltidi Toro e poi alla Cima Laste,alla Cima dei Preti, al Du ran-no e infine chiudono il limitedel Parco con la Regione Ve -neto in corrispondenza dell’a-bitato di Casso. La Val Cimoliana penetra pro-fondamente da sud verso norde incide quasi completamenteil territorio del parco rivelandola sua più antica origine glacia-le nella forma leggermentearrotondata della sezione che èpoi stata fortemente incisadall’azione dei torrenti. La ValCimoliana trova una naturaleprosecuzione verso nord nella

Val Meluzzo al cui sbocco si trovano enormi depositi alluvionali emorenici nei quali sporadicamente in caso di forti piogge si formauno stagno temporaneo, il laghetto di Meluzzo appunto. Separatadalla aspra catena dolomitica del Va calizza, Turlon e Pra maggiore,quasi parallela alla Ci moliana, corre a est la Val Set timana che si

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a38

Il Monte Durannoinnevato.

Page 40: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

origina dal mas siccio del Monte Chia rescons (2168 m). Essa pre-senta un’incisione più stretta rispetto a quella della Ci moliana edunque rivela totalmente un’erosione torrentizia, de nunciataanche dagli enormi detriti difalda. Il settore orientale delparco, nei comuni di Frisancoe Tramonti di Sopra, è solcatoinvece da valli che lo penetra-no in senso est-ovest: le più ri -marchevoli sono l’alta Val Me -duna e la Val Silisia. Si trattadi un settore montuoso vera-mente isolato, privo di vie dicomunicazione stradali e dun-que percorribile solo a piedi sperimentando il più profondo signifi-cato della wilderness. Fenomeni geomorfologici di particolareintensità e bellezza sono rinvenibili in Comune di Andreis dovetutta la potenza dei movimenti tettonici legati alla grande fagliaperiadriatica si esprimono con esemplare evidenza.

39

Torrioni dolomiticinell’alta ValCimoliana,Gruppo Monfalcondi Montanaia.

La Val di Suolapenetra nel Parcoda Forni di Sopra.

Page 41: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a40

Page 42: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

Infine, in territorio di Claut, in zo na Casera Casavento sono statetrovate recentemente delle impronte di dinosauro, il che ha contri-buito all’aumento della curiosità e dell’interesse per il Parco.

Vegetazione e flora

Le valli, molto strette, non per-mettono una libera circolazionedell’atmosfera provocando il ri -stagno di aria fredda nei fondi-valle mentre l’aria più calda per-mane a quote più elevate: a cau -sa di questo rovesciamento cli-matico si presentano spesso deifenomeni di stratificazione in -versa della vegetazione. Vastesuperfici sono occupate da bo -schi di faggio, che si presentanocon la serie completa di associa-zioni zonali: faggete submontane

41

Forni di Sopra.La Casera Truoidai Sclops è statarecentementeristrutturata.

NELLA PAGINA A FIANCO:

Il medio corso deltorrente Cimolianaquando scorre inuna profonda forra.

Una tipica faggetapura su matricecalcarea.

Page 43: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a42

Page 44: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

(Ostryo-Fagetum, Hacquetioepipactido-Fagetum (= Caricialbae-Fagetum s.l.), altimonta-ne (Dentario pentaphylli-Fa -getum) e subalpine (Polysticholonchitis-Fagetum). Nella por-zione più esterna del Parco,questi boschi costituiscono lavegetazione forestale termina-le, mentre in quella internavengono sostituiti da peccetesubalpine (Adenostylo glabrae-Piceetum). Nelle aree più ac -clivi dei rilievi esterni il faggioviene sostituito dal pino ne ro,specie pioniera su suoli calca-rei primitivi. Vi sono an chenotevoli esempi di pinete apino silvestre (Pinus sylvestris).Un interessante fenomenovegetazionale è rappresentatodall’occupazione da parte del -le boscaglie a pino mugo siadi territori di fondovalle chedelle fasce altitudinali piùelevate, dimostrando così la prevalenza del fattore “suolo” su tuttigli altri. Al di sopra del limite del bosco si estendono praterie, in parte untempo pascolate, la cui specie indicatrice costante è la graminaceaSesleria caerulea ssp. calcaria (sono i cosiddetti seslerieti a ranun-colo ibrido, Ranunculo hybridi-Caricetum sempervirentis), moltoricche di endemismi; ampie superfici sono occupate anche dallepraterie a Carex firma e Gentiana terglouensis. Da ricordare la pre-senza di seslerieti bassi a Bupleurum ranunculoides (Bupleuro-Brometum condensati). A causa della topografia molto accidentatadi questi rilievi, vaste superfici sono occupate da habitat rocciosi eglareicoli (detriti di falda e greti torrentizi). Risultano infatti essere

43

SOPRA:

Fioriture a CaseraCamporosso.

SOTTO:

Lo sbocco della ValCimoliana.Sono evidentile vaste estensionidi pino mugo siain fondovalleche in quota.

NELLA PAGINA A FIANCO:

L’aspro paesaggiodal sentieroper Cadindella Mescola.

Page 45: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a44

Page 46: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

molto sviluppate sui conoidi le associazioni pioniere glareicole qualiPapaveretum rhaetici, Moehringio-Gymnocarpietum robertiani,Festucetum laxae, e Athamanto cretensis-Trisetetum argentei. Nel leforre sono presenti seslerieti extrazonali a Carex brachystachys eostrieti di forra (Hemerocallido lilioasphodelo-Ostryetum). Da ricor-dare inoltre le vallette nivali a Salix reticulata e Salix retusa(Salicetum retuso-reticulatae),il Salicetum waldsteinianae deiversanti innevati e le formazio-ni ad ontano verde (Alnetumviridis).La particolare posizione di rifu-gio svolta da diversi massiccirocciosi durante le glaciazioni,ha fatto sì che vi siano concen-trati numerosi endemismi especie rare fra i quali: Cytisusemeriflorus, Cerastium alpinum,Androsace hausmannii, A. helve-tica, Draba hoppeana, Ranuncu-lus ve netus, Gentiana favratii,Gentiana lutea ssp. symphyan-

45

Una delle preziositàbotaniche del Parcoè l’endemicaArenaria huteriscoperta nel 1872in Val Meluzzo dalfarmacista di Lozzo,Sebastiano Venzo edal parroco di Ried,Rupert Huter.

Il raponzolodi roccia(Physoplexiscomosa) è una bellacampanulacea chevive nelle fessuredelle rocce calcareee dolomitiche.

NELLA PAGINA A FIANCO

Primula wulfeniananella valleMonfalcondi Cimoliana.

Page 47: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

dra, Gentiana bavarica, Asplenium seelosii, Silene veselskyi, Galiummargaritaceum, Primula wulfeniana, Primula tyrolensis, Carex au -stroalpina, Thlaspi minimum, Festuca laxa, Festuca spectabilis e F.alpestris; delle ultime due troviamo qui le stazioni più orientali.Da ricordare inoltre Cypripedium calceolus, Leontopodium alpi-

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a46

Primula wulfenianacresce sulle prateriesubalpine del Parco.

A FIANCO

Hedysarumhedysaroides

è presente con duesottospecie delle quali

la exaltatumsembra essere legata

alle parti rupestrie più meridionali

del Parco.

I ghiaionie i macereti calcarei

sono ravvivatidalle vistose

fioriture gialledell’Alyssum

ovirense,più diffuso a estsulle Alpi Giulie

e che invecenelle Dolomitifriulane contapoche località.

Page 48: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

num, Lilium carniolicum, Malaxis monophyllos e Physoplexis como-sa, tutte specie della Lista rossa delle specie minacciate di scom-parsa in Italia. Sulle pendici occidentali del Monte Buscada è stataritrovata Minuartia graminifolia. L’areale di alcune specie endemi-che e rare è massimamente concentrato nel Parco: tra esseGentiana froelichii ssp. zenariaee Arenaria huteri. Vi sono inclu-se inoltre le uniche stazioni ita-liane dell’endemismo balcanicoDaphne blagayana e una dellepoche stazioni regionali diHymenolobus pauciflorus, spe-cie insubrica estre mamenterara nel Friuli Venezia Giulia.Tra le particolarità floristiche daricordare per il massiccio delMonte Raut la pre senza di Eri-trichium nanum, nonché il locusclassicus di Hedysarum hedysaroi-des ssp. exaltatum recentementericonfermato e alcune stazioni di

47

Una pianta cheforma cuscinettisulle rocce a quotesuperiori ai 2000metri è il raroEritrichium nanum.

Daphne blagayanaè estremamenterara e localizzatain poche stazionidel settore orientaledel Parco.

Page 49: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Cytisus emeriflorus, specieinsubrica (fascia prealpina deilaghi lombardi), che presentaun’areale disgiunto in Re gio-ne lungo le pendici orientalidel gruppo del Monte Raut(oltre che nell’alta Val Cel linae lungo il corso superiore deltorrente Meduna) e Campa-nula morettiana, che nel grup-po Caserine-Cornaget trova ilpunto più orientale del suoareale.Importanti inoltre Saxifragamutata, all’estremità orientaledel Monte Raut e Alyssumovirense, specie illirica, di cuisul Monte Pramaggiore sitrova una delle poche stazioniregionali.

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a48

Un’altra specie tipicamentecasmofita, che vive cioènelle fessure delle rocce

calcareo-dolomiticheformando cuscinetti

è la primulaceaAndrosace hausmanni.

SOTTO:

Primula tyrolensis vivenelle fessure delle rocce

calcareo dolomiticheed è endemica

delle Prealpi venetee friulane dove fiorisce

precocementefra maggio e giugno.

Una delle più spettacolaripiante che ornano le pareti

strapiombanti dolomitiche èCampanula morettiana.

Molto rara nel Parco delleDolomiti friulane.

Page 50: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

Fauna

Dal punto di vista faunistico, la vastità dell’area interessata e laridotta antropizzazione che caratterizzano il Parco garantiscono lasopravvivenza di popolazioni discretamente numerose di specieavifaunistiche interessanti. Sono comunque presenti tutti i

tetraonidi presenti sull’arco alpino: gallo cedrone, forcello, franco-lino di monte, pernice bianca; in particolare nelle zone più meri-dionali del parco sono ben rappresentati diversi importanti rapaci,tanto diurni quanto notturni, quali il gufo reale, il biancone, il

49

Nido di aquila reale:sequenza sullosviluppodi un pullo.

Page 51: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

falco pellegrino e il nibbio bruno. Particolarmente notevole è lapopolazione di aquila reale stimabile in 8-9 coppie nidificantiall’interno del Parco o ai suoi margini.Trattandosi di un super-predatore piuttosto eclettico nella dieta ali-mentare, tale presenza testimonia una buona complessità della cate-na trofica comprensiva di mammiferi ungulati, roditori, e specie diuccelli.Non mancano osservazioni di grifone, mentre va sottolineata la

buona rappresentanza di spe-cie legate ad habitat forestalinon troppo disturbati, come ilfalco pecchiaiolo, il picchionero, la civetta capogrosso e lacivetta nana.Sono anche presenti, seppurein misura ridotta rispetto all’a-rea orientale della Regione,anche specie di grandissimaimportanza quali il re di qua-glie e la coturnice.La presenza del gatto selvaticoè stata recentemente riconfer-mata.Le montagne di questa zonasono abitate da consistentipopolazioni di camoscio. Sonostati reintrodotti la marmotta elo stambecco, che in alcunelocalità sono ormai numerica-mente ben rappresentate. Lapresenza di lepre alpina è

abbastanza generalizzata sui massicci montuosi.Uno dei compiti istituzionali del Parco nel campo della conserva-zione della natura e del miglioramento della biodiversità riguardala gestione del proprio patrimonio faunistico.A tale scopo lo strumento di riferimento è un apposito piano digestione di durata triennale che, partendo da un’analisi della

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a50

Aquila realegiovane

al primo volo.

SOTTO:

Aquila reale adulta.

Page 52: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

situazione faunistica in tutto ilterritorio, individua le azioni diconservazione attiva o passivada attuare. La principale azio nedi conservazione passiva è ildivieto assoluto di caccia, delresto previsto tassativamentedalla stessa legge quadro stata-le n. 394 del 1991.Fra le azioni di conservazioneattiva, oltre ovviamente alla ri -cerca e al monitoraggio perma-nente ed accurato per le speciefondamentali, si tratta di opera-re nel settore del miglioramen-to e della diversificazione am -bientale (per esempio contra-stando la scomparsa dei prati difondovalle o delle praterie e dei pa scoli montani e subalpini),mantenendo certi biotopi o elementi importanti per la riproduzio-ne e la nidificazione (per esempio conservando i vecchi grandialberi utilizzati come nidi oposatoi dai rapaci), o ancoratutelando le arene di cantodei te traonidi tenendovi suffi-cientemente lontane le infra-strutture (strade e sentieri). I primi effetti della gestionedel Parco, nonostante il breveperiodo di attività si possonogià constatare: la presenza delcamoscio è salita infatti dacirca 600 ad almeno 3000individui; lo stambecco, rein-trodotto a più riprese, oggiconta circa 200 individui;anche la marmotta è stata

51

Lo stambecco,reintrodotto nelParco, si èperfettamenteadattatoall’ambiente.

Falco pecchiaioloimmaturo.

Page 53: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

reintrodotta più volte e il suo numero è in continuo au mento.Frequenti sono le segnalazioni di specie di grande interesse anchea livello europeo come l’orso, che proviene dalla parte orientaledella Regione.

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a52

Il camoscioè l’ungulato che,

grazie allaprotezione

conseguenteall’istituzione

del Parcoha dimostrato

un notevoleaumento

di popolazionee di distribuzione

territoriale.

La marmotta staespandendo il suo

areale nel Parcodopo esservi stata

reintrodotta.

Page 54: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

Aspetti antropici

La prima cosa da dire a proposito del rapporto fra uomo e Parcoè che all’interno del perimetro del Parco stesso non ricade alcunnucleo abitato in modo permanente durante tutto l’anno ma soloqualche edificio rurale usato durante l’estate.Inoltre gli stessi rifugi alpini per l’escursionismo sono piuttostorari.Questo a ulteriore conferma del grado di isolamento dell’interazona Parco. Per concorrere ad una corretta fruibilità del Parco è stata avviatauna serie programmata di recuperi ad uso bivacco-rifugio e sor-veglianza di diverse casere e alpeggi da tempo abbandonati e tal-volta ridotti in stato ruderale.A tal proposito si possono ricordare le ricostruzioni delle casereBedin, Postegae, Bregolina.L’unica attività economica interna al Parco che possiede un certorilievo è oggi quella legata alla risorsa forestale; praticamentescomparsa è l’attività di pascolo sia in fondovalle che in quotacon la conseguenza diretta che il bosco tende a rioccupare i pratiabbandonati.

53

Capriolo.

Page 55: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a54

Il Centro recuperorapaci -

area avifaunisticadi Andreis.

SOTTO:

Alta Val Cimoliana:si apprezzano i vasti

conoidi detriticitipici dei rilievi

dolomitici.

Page 56: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

L’agricoltura del resto non ha mai avuto un ruolo significativonell’area del Parco e oggi è praticamente nulla. L’economia mon-tana che si reggeva su un fragile equilibrio interno ha subìto negliultimi decenni un tracollo determinato dal conflitto con la piùredditizia pianura e dunque anche gli abitanti di queste vallatehanno dovuto omologarsi ai nuovi modelli sociali ed economici,cioè emigrare, ovvero adattarsi al pendolarismo. Tutta l’area dei Comuni interessati dal Parco ha subìto un pesan-tissimo decremento demografico più accentuato nelle valli Cel -lina e Tramontina rispetto alla zona fornese.

55

L’abitato di Clautè il centro oggi piùpopolato fra quellidell’alta Val Cellinama ha perso quasimetà della suapopolazione frail 1951 e il 1991.

Page 57: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a56

SOPRA: Val Settimana innevata; malga Settefontane.A FIANCO: Gruppo Caserine Cornaget E SOTTO: Conoide Vencuzzi

in Val Settimana.IN BASSO A SX.: Fioritura primaverile.

A FIANCO: Hieracium villosum.

Page 58: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

Comune Anno 1951 Anno 1991 Differenza %

Forni di Sopra 2070 1211 -41,50Forni di Sotto 1598 761 -52,38Andreis 1125 393 -65,07Cimolais 1092 486 -55,49Claut 2408 1327 -44,89Erto Casso 967 405 -58,12Tramonti di Sopra 1614 550 -65,92Frisanco 1568 621 -60,39

Popolazione totale 12442 5754 -61,79

Se Forni di Sopra rappresenta oggi l’unico centro con un discre-to sviluppo legato ad un tradizionale turismo sia estivo che inver-nale, tutti i rimanenti Co -muni del Parco soffrono unagrave situazione economica esociale, solo leggermente al -leviata da rare iniziative im -prenditoriali (occhialerie aFor ni di Sotto, artigianatovario a Pinedo-Claut). Il Par -co può dunque esercitareanche una funzione di attra-zione di tipo turistico per rivi-talizzare, facendole conosce-re ad un vasto pubblico, levallate che lo circondano e ipaesi che lo popolano. Giànei primi anni di vita del Par -co si è potuto percepire deisegnali di un cresciuto inte-resse turistico: grazie anche

57

Una casera alle faldedel Monte Raut.

Page 59: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a58

SOPRA A SX.:

I Centro visite aFrisanco - Poffabro.

SOPRA A DX.:

Il Centro visite diForni di Sopra.

SOTTO:

Una delle casererecuperate

e ricostruite a curadel Parco oggi

destinateall’escursionismo

naturalistico.

Page 60: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

ad un ricco programma di visite ed escursioni guidate le presen-ze in alcuni centri come Cimolais e Claut sono più aumentatenotevolmente rispetto al passato. Con il turismo potrannoriprendere vita altre attività indotte come il piccolo artigianatoper cui un tempo la Valcellina era molto nota, oltre naturalmen-te alle attività direttamente connesse alla cura e manutenzionedell’ambiente e del territorio.

59

Segnaleticaescursionisticanel Parco.

Page 61: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a60

Page 62: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

PARCO NATURALE DELLE PREALPI GIULIE

È il secondo Parco naturale istituito dalla legge regionale n. 42 del1996, con una superficie complessiva di circa 9.400 ettari e dun-que parecchio inferiore a quella del Parco delle DolomitiFriulane. È collocato però, come quest’ultimo, nell’area prealpi-na, testimoniando come ancora una volta la politica delle areeprotette nel Friuli Venezia Giulia, così come in Italia in generale,connetta strettamente l’azione di conservazione della natura allepotenzialità di sviluppo sociale ed economico di aree marginali edeboli. Il territorio interessato dal Parco è costituito da una gio-gaia montuosa che dal massiccio del Monte Canin (2571 m) anord-est prosegue verso occidente attraverso i contrafforti deiMonti Musi (1815 m), del Lavara (1906 m) e del Plauris (1958m) che infine precipita nella valle del medio Tagliamento. Le cime di questi monti raggiungono quote relativamente modeste;

61

Panoramasulla catena MonteLavara - Monte Musi.

NELLA PAGINA A FIANCO:

Stella alpina.

Page 63: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

bisogna tuttavia considerare che i fondivalle scendono molto inbasso, fra i 250 e i 600 metri sul mare, per cui i dislivelli diventa-no notevoli e del tutto paragonabili a quelli del settore alpino cen-tro-occidentale.La disposizione in senso est-ovest della catena montuosa principa-le fa sì che i versanti siano esposti l’uno a sud e l’altro a nord, conconseguenze prima sul clima e poi sulla vegetazione veramentedeterminanti. Si deve infine considerare che questa catena mon-tuosa si eleva come un baluardo trasversale rispetto ai venti caldoumidi di scirocco provenienti dal mare Adriatico che dista appena70 chilometri in linea d’aria.Ciò rende la zona molto piovosa, anzi la più piovosa d’Italia e fra lepiù piovose d’Europa con oltre 3000 mm di acqua caduta media-

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a62

Page 64: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

p a r c o n a t u r a l e r e g i o n a l e d e l l e d o l o m i t i f r i u l a n e

mente nel corso dell’anno. I Comuni interessati all’area del Parcosono sei e precisamente Chiusaforte, Lusevera, Moggio Udinese,Resia, Resiutta e Venzone. Anche in questo Parco, come in quellodelle Dolomiti Friulane, all’interno del perimetro non esistonoinsediamenti umani permanenti ma solo rare strutture utilizzatedurante l’estate. Esso è attraversato da un’unica strada nel settoreorientale che collega la Val Resia con la frazione di Uccea, un pic-colo centro a ridosso del confine italo-sloveno.Il Parco delle Prealpi Giulie, benché istituito con atto legislativonel 1996, esisteva già con il medesimo nome in forza della prece-dente e oggi abrogata legge regionale n. 11 del 1983, sebbene conun diverso e più vasto perimetro comprendente anche territoriricadenti nei Comuni di Gemona, Montenars e Taipana.

63

Page 65: !REEªNATURALIªPROTETTEªNEL ª &RIULIª6ENEZIAª'IULIA Naturali_parteI.pdf · Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna Servizio tutela ambienti naturali,

Simbolo del Parco è la coturnice, una specie ancora ben diffusa eche frequenta le estese praterie dei versanti meridionali del Parco.

Ambiente fisico

La morfologia generale del Parco appartiene al modello che carat-terizza tutta la regione prealpina orientale e dunque dominato daforme molto aspre, incisioni vallive dovute essenzialmente all’ero-sione torrentizia e perciò a sezione strettamente a V.Il massiccio del Monte Canin che rappresenta l’elemento dicarattere alpino nel Parco è il luogo in cui si estendono invece le

grandi stratificazioni calcaree esi elevano imponenti paretisubverticali emergendo da alto-piani modellati anticamentedalla forza dei ghiacciai. La na -tura calcarea di tutto il gruppomontuoso, che appartiene geo-logicamente al periodo Trias -sico (Retico e Norico), ma congrandissima evidenza nel mas-siccio del Canin, fa sì che sianodiffusissimi i fenomeni carsici

p a r c h i n a t u r a l i d e l f r i u l i v e n e z i a g i u l i a64

La catena del MonteCanin vista dagli

altopiani di MalgaMontasio.

Sotto: L’altopianocarsico del Foran delMuss nel gruppo del

Monte Canin.