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UNIVERSITÀ OGGI.it Rimini 15 e 16 settembre 2016 Carissimi Colleghi, grazie per la stima che avete avuto nei miei confronti, sono consapevole che l'impegno da presidente nazionale sarà veramente gravoso, ma che sarà supportato in maniera importante dal contributo di tutti quanti voi e in particolar modo dal “database”, che è Paolo Manzini, e da Alberto Incoronato che continuerà la sua attività di supporto, senza la quale sicuramente non riuscirei a fare quello che mi sono proposta di fare. Una cosa importante è rivitalizzare il CIPUR anche sensibilizzando le sedi, per questo vorrei, insieme al professore Incoronato e al professore Manzini fare un tour nelle sedi. In questo momento in cui è caldo l'argomento sulla nuova abilitazione scientifica nazionale vorrei organizzare una tavola rotonda per discutere e approfondire con parlamentari e colleghi l’importante tema. Per quanto riguarda la Medicina concordo con l’idea che gli venga data particolare attenzione, tenuto conto degli innumerevoli problemi che quotidianamente emergono sia nei rapporti con l’Università che con il Servizio Sanitario Nazionale, al fine di salvaguardare i diritti, anche econo- mici, dei colleghi iscritti. Capite bene quanto sia impor- tante restare uniti e sensibilizzare i colle- ghi sulle problematiche che affliggono l’Università perché molti continuano ancora a ritenere difendibile solo il proprio orticello disinteressandosi della comunità generale. Mi auguro di riuscire insieme a voi a dare nuova vita al CIPUR e passo a relazionarvi sull’operato de mio preceden- te incarico. Nell’ultimo anno come delegato nazionale per i rapporti con il Parlamento e le Forze politiche l’attività è stata molto intensa. In collaborazione con il Presidente Nazionale ed il Vice Presidente Vicario, numerosi sono stati gli incontri con Onorevoli e Senatori. Da segnalare la partecipazione del CIPUR all’iniziativa proposta dal Parti- to Democratico dal titolo “Più valore al capitale Umano – Università, ricerca e alta formazione, motori di sviluppo” tenutasi ad Udine nei giorni 23 e 24 ottobre 2015. Erano presenti, oltre agli organizzatori del convegno, in primis la senatrice Francesca Puglisi - Responsabile Scuola, Università e Ricerca Scientifica e membro della Segrete- ria Nazionale PD, l’onorevole Manuela Ghizzoni, membro della Segreteria Nazio- nale PD vicepresidente VII Commissione, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sen. Prof.ssa Stefania Gianni- ni, la vice presidente nazionale del PD, on. Debora Serracchiani. La sen. Francesca Puglisi ha dato inizio ai lavori comunicando che in Parlamento esiste già un accordo tra le forze di governo e quelle di opposizione sulle tematiche inerenti l'università e la ricerca – sic - e che obiettivo del PD è di aumentare il numero dei laureati, avvicinando soprattutto quelli che “non pensano di entrare”, favorendo le informazioni sulle agevolazioni previste dal diritto allo studio. Su questo punto vorrei condividere con voi le mie personali riserve. Sembra che il governo voglia puntare al numero piuttosto che alla qualità della formazione. Aumentare il numero dei laureati italiani, con l’obiettivo di raggiun- gere il numero dei laureati degli altri Paesi europei, ha ragione di esistere solo se si investono somme considerevoli sull’univer- sità e sulla ricerca. Invece, quotidianamente assistiamo ad un depauperamento delle risorse economiche destinate alla formazio- ne universitaria ed alla ricerca scientifica. Inoltre, il sistema di valutazione degli atenei sta creando disparità Nord-Sud (vedi conve- gno organizzato a Napoli) tali da veder molte sedi sparire o essere trasformate negli anni a venire. In tal senso, sono state le dichiarazioni di Manfredi Presidente della CRUI e di Lenzi, Presidente del CUN. Il primo, si è detto contrario alla trasforma- zione delle università in fondazioni a capita- le misto pubblico/privato. Mentre, Lenzi, ha insistito sulla necessità di una mission per ciascuna università: “ci deve essere una differenziazione dei vari atenei, in quanto ognuno di essi deve stabi- lire un rapporto privilegiato (anche e soprattutto in termini di ricerca) col territo- rio di afferenza”. L’affermazione di Lenzi ha un certo che di sinistro. Cosa significa rapporto privilegiato con il territorio di afferenza? Noi prepariamo persone che si formano su un sistema di conoscenze globali. I nostri giovani, sempre più frequentemente si spostano da un paese all’altro. L’attuale livello di preparazione scolastica permette loro di potersi adeguatamente confrontare e, spesso, privilegiare, rispetto ai laureati esteri. Quale sarà il recondito obiettivo di questa trasformazione? Fantoni, pres. dell'AN- VUR, raccomanda - in termini piuttosto generici - di dare più valore al dottorato. Prima di dare la parola alla Ministra, orgogliosamente, la senatrice Puglisi ha ribadito che serve un segnale positivo da dare all'opinione pubblica, per sottolineare l'importanza del settore ricerca e fare in modo che i cittadini rivalutino tale settore. Secondo lei, l'opinione pubblica tiene in largo discredito o è indifferente verso il mondo universitario, anche a causa di messaggi sbagliati inviati da precedenti governi e che l’assunzione immediata di 500 super professori serve proprio a que- sto. La Ministra Giannini, ha iniziato il suo intervento con un richiamo ai successi della “buona scuola” ed un preoccupante “ora tocca all’università”, indicando come prioritaria la necessità di seguire il “modello Harvard” per tutti gli atenei italiani, inten- dendo con questa espressione il persegui- mento dell'eccellenza nella didattica e nella ricerca per tutti gli atenei. Tuttavia, La ministra fa finta di non sapere che il modello Harvard, è capace di essere tale perché moltissimi sono gli investimenti economici provenienti da varie fonti avendo potuto spendere nel 2015 $4,463 bilioni di dollari esattamente il 44% del budget di tutte le università italiane. Il sistema universitario italiano non potrà mai diventarlo se l’opera del governo è quella attuale, avendo investito nella sola ricerca scientifica meno dell’ap- pannaggio annuo che la Juventus ha conces- so al calciatore Higuain. Il ministro ha sostenuto la necessità di nuove assunzioni, facendo proprio il provvedimento “una tantum” come appunto quello dei 500 professori. Intende, inoltre: aumentare il numero dei laureati italia- ni; aumentare gli investimenti per la ricer- ca; togliere alle regioni la competenza per l'assegnazione delle borse di studio per assegnarla ai singoli atenei; incremento ulteriore della premialità, metodo che va applicato non solo ai fondi degli atenei ma anche ai singoli docenti; sblocco da gennaio degli scatti per i professori (ma senza nessun recupero del pregresso e solo perché la norma che li bloccava scade al 31 dicembre di quest’anno). Rispetto ai contenuti, il primo dato generale che abbiamo rileva- to è stato una significativa confusione determinata da elementi di contradditto- rietà e a tratti di contrapposizione tra il Ministro e il partito democratico e poi di medesima contraddittorietà e contrappo- sizione anche tra le priorità programma- tiche emerse nel dibattito e i contenuti sui medesimi argomenti della legge di stabili- tà 2016 per come oggi è conosciuta. Riguardo al numero chiuso, quando ha annunciato che cambierà le regole per l’ammissione a medicina, eliminando i quiz d’ingresso, specifican- do che si andrà ad un sistema dove tutti possano accedere al primo anno, con una selezione in itinere che rappresenti uno sbarramento per chi non fa esami, il Ministro ci è sembrata sola. E poi, utilizzo della delega della Ministra Madia per lo scorporo della Ricerca dalla Pubblica Amministra- zione, 1000 posti da ricercatore universi- tario a tempo determinato di tipo b (RUTDb), che sono per la Giannini me- glio di niente, e 1 miliardo di euro pari a 4.000 posti per gli Enti di Ricerca. Anche su questo punto, imbarazzante, per la Ministra, la smentita da parte degli esponenti del suo stesso partito che dico- no di non avere notizia di questo piano. Al termine dell’intervento della Ministra, i gruppi di lavoro si sono riuniti e le conclusioni, presentate in plenaria dai relatori dei gruppi, non è scontato che diventino effettivamente la linea del partito di maggioranza e poi del Governo. Innanzitutto, unanime è stata la richiesta di mantenere le università all’interno del sistema pubblico con un rifiuto netto della trasformazione in Fondazioni. Una premessa: nessuno dei relatori presenti al tavolo ha parlato della riforma del docente unico, sottintenden- do anzi che la stragrande maggioranza degli strutturati vuole mantenere le attuali figure di professore associato e ordinario. Al contrario del precedente convegno, nel quale era possibile interve- nire con comunicazioni preordinate, in questo secondo appuntamento, i relatori sono stati scelti dal PD ed i partecipanti hanno solo avuto la possibilità di aderire ad uno dei sei gruppi di lavoro proposti nei quali esprimere il proprio pensiero. Dai gruppi di lavoro una richiesta di interventi straordinari in tema di assunzioni con particolare ri- guardo al settore della ricerca completa- mente trascurato dalla prossima Legge di Stabilità. È stato ipotizzato un sistema che a regime preveda dopo la laurea e il dottorato (obbligatorio) un post doc di 3 anni, con tutele di lavoro subordinato, non necessariamente propedeutico a un percorso successivo e poi una figura di assistant professor di durata massima di 5 anni da cui si accede alla docenza universitaria, ma previa valutazione. Appaiono punti critici e ambigui la tipo- logia contrattuale della figura post-doc, i vincoli connessi alla sua attivazione, la natura della tenure prevista per gli assi- stant professor. Nella discussione è emersa con forza l'esigenza di costruire una coerenza tra sistema degli enti e sistema universitario che consenta scambi e mobilità. Tutti i presenti al tavolo hanno riconosciuto le necessità di creare una figura unica nel pre-ruolo e di un aumento degli investimenti nella ricerca. In particolare, per quanto riguarda il percorso accademico la relati- va strutturazione dovrebbe essere la seguente: Laurea; Dottorato; Ricercatore a tempo determinato (RUTD); Assistant professor Prof. Associato; Prof. Ordinario. Inoltre va precisato che: Gli assegni di ricerca sarebbero eliminati, sostituiti dall'unica figura pre-ruolo RUTD, che tuttavia non rappresenta un gradino obbligatorio nel cursus accade- mico (a differenza del dottorato, ricono- sciuto come obbligatorio per tutti gli step successivi: così, in teoria, dopo il dottora- to si potrebbe concorrere immediatamen- te per una posizione da assistant). L’RUTD deve durare al massimo 3 anni e avere più tutele dell'assegno di ricerca. L’RTD è iterabile all'infinito a patto che alla scadenza dei 3 anni si passi (ogni volta) in un ateneo diverso. L'assistant dovrebbe durare al massimo 5 anni (non rinnovabili). Sulla figura di assistant c'è disaccordo fra i relatori: da una parte il CUN (Lenzi, Rossi) e altri (Ferroni), hanno chiesto che chi vince tale posizione diventi poi (automaticamente) professore associato. Altri, hanno chiesto che il passaggio da assistant ad associato non sia obbligatorio, ma sottoposto a ulteriori valutazioni. Il CUN chiede che per evitare di ripetere l'odierna situazione RUTDa e RUTDb, la riforma stabilisca chiaramente un rapporto numerico tra posizioni bandite di RTD e di assistant, in modo tale che solo un limitato numero di ricercatori non trovi impiego nel sistema accademico e possa essere riassor- bito dal mondo del lavoro. In sala viene fatto notare come tale passag- gio vada attentamente seguito in Parlamen- to, in quanto un intervento che non indicas- se un rapporto numerico RTD/assistant nella legge spalancherebbe le porte a un precariato non diverso da quello odierno. Il CUN ha inoltre richiesto che il sistema di reclutamento sia governato dal centro e che le risorse per realizzarlo non si basino esclusivamente sul FFO. Tutti sono d'accordo: nell'eliminare i punti organico; nel rendere il sistema italiano della ricerca più attrattivo e più dinamico; nel dedicare maggiore attenzione al perso- nale tecnico-amministrativo (che deve essere maggiormente formato e di alta professionalità); nello stabilire un preciso calendario annuale per l'uscita dei bandi per il reclutamento e per i finanziamenti; nel diffondere la mobilità del pre-ruolo: la posizione di RUTD andrà ricoperta in un ateneo (o in un ente di ricerca) diverso da quello dove si è conseguito il dottorato. Consiglio Centrale CIPUR : si rinnova il direttivo Relazione del Presidente Nazionale Relazione del Presidente Nazionale Rosa Daniela Grembiale Rosa Daniela Grembiale

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UNIVERSITÀ OGGI.it

Rimini 15 e 16 settembre 2016

Carissimi Colleghi, grazie per la stima che avete avuto nei miei confronti, sono consapevole che l'impegno da presidente nazionale sarà veramente gravoso, ma che sarà supportato in maniera importante dal contributo di tutti quanti voi e in particolar modo dal “database”, che è Paolo Manzini, e da Alberto Incoronato che continuerà la sua attività di supporto, senza la quale sicuramente non riuscirei a fare quello che mi sono proposta di fare. Una cosa importante è rivitalizzare il CIPUR anche sensibilizzando le sedi, per questo vorrei, insieme al professore Incoronato e al professore Manzini fare un tour nelle sedi. In questo momento in cui è caldo l'argomento sulla nuova abilitazione scientifica nazionale vorrei organizzare una tavola rotonda per discutere e approfondire con parlamentari e colleghi l’importante tema. Per quanto riguarda la Medicina concordo con l’idea che gli venga data particolare attenzione, tenuto conto degli innumerevoli problemi che quotidianamente emergono sia nei rapporti con l’Università che con il Servizio Sanitario Nazionale, al fine di salvaguardare i diritti, anche econo-mici, dei colleghi iscritti. Capite bene quanto sia impor-tante restare uniti e sensibilizzare i colle-ghi sulle problematiche che affliggono l’Università perché molti continuano ancora a ritenere difendibile solo il proprio orticello disinteressandosi della comunità generale. Mi auguro di riuscire insieme a voi a dare nuova vita al CIPUR e passo a relazionarvi sull’operato de mio preceden-te incarico. Nell’ultimo anno come delegato nazionale per i rapporti con il Parlamento e le Forze politiche l’attività è stata molto intensa. In collaborazione con il Presidente Nazionale ed il Vice Presidente Vicario, numerosi sono stati gli incontri con Onorevoli e Senatori.

Da segnalare la partecipazione del CIPUR all’iniziativa proposta dal Parti-to Democratico dal titolo “Più valore al capitale Umano – Università, ricerca e alta formazione, motori di sviluppo” tenutasi ad Udine nei giorni 23 e 24 ottobre

2015. Erano presenti, oltre agli organizzatori del convegno, in primis la senatrice Francesca Puglisi - Responsabile Scuola, Università e Ricerca Scientifica e membro della Segrete-ria Nazionale PD, l’onorevole Manuela Ghizzoni, membro della Segreteria Nazio-nale PD vicepresidente VII Commissione, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sen. Prof.ssa Stefania Gianni-ni, la vice presidente nazionale del PD, on.

Debora Serracchiani. La sen. Francesca Puglisi ha dato inizio ai lavori comunicando che in Parlamento esiste già un accordo tra le forze di governo e quelle di opposizione sulle tematiche inerenti l'università e la ricerca – sic - e che obiettivo del PD è di aumentare il numero

dei laureati, avvicinando soprattutto quelli che “non pensano di entrare”, favorendo le informazioni sulle agevolazioni previste dal diritto allo studio. Su questo punto vorrei condividere con voi le mie personali riserve. Sembra che il governo voglia puntare al numero piuttosto che alla qualità della formazione. Aumentare il numero dei laureati italiani, con l’obiettivo di raggiun-gere il numero dei laureati degli altri Paesi

europei, ha ragione di esistere solo se si investono somme considerevoli sull’univer-sità e sulla ricerca. Invece, quotidianamente assistiamo ad un depauperamento delle risorse economiche destinate alla formazio-ne universitaria ed alla ricerca scientifica.

Inoltre, il sistema di valutazione degli atenei sta creando disparità Nord-Sud (vedi conve-gno organizzato a Napoli) tali da veder molte sedi sparire o essere trasformate negli anni a venire. In tal senso, sono state le dichiarazioni di Manfredi Presidente della CRUI e di Lenzi,

Presidente del CUN. Il primo, si è detto contrario alla trasforma-zione delle università in fondazioni a capita-

le misto pubblico/privato. Mentre, Lenzi, ha insistito sulla necessità di una mission per ciascuna università: “ci deve essere una differenziazione dei vari atenei, in quanto ognuno di essi deve stabi-lire un rapporto privilegiato (anche e soprattutto in termini di ricerca) col territo-rio di afferenza”.

L’affermazione di Lenzi ha un certo che di sinistro. Cosa significa rapporto privilegiato con il territorio di afferenza? Noi prepariamo persone che si formano su un sistema di conoscenze globali. I nostri giovani, sempre più frequentemente si spostano da un paese all’altro. L’attuale livello di preparazione scolastica permette loro di potersi adeguatamente confrontare e, spesso, privilegiare, rispetto ai laureati esteri. Quale sarà il recondito obiettivo di questa trasformazione? Fantoni, pres. dell'AN-VUR, raccomanda - in termini piuttosto generici - di dare più valore al dottorato. Prima di dare la parola alla Ministra, orgogliosamente, la senatrice Puglisi ha ribadito che serve un segnale positivo da dare all'opinione pubblica, per sottolineare l'importanza del settore ricerca e fare in modo che i cittadini rivalutino tale settore. Secondo lei, l'opinione pubblica tiene in largo discredito o è indifferente verso il mondo universitario, anche a causa di messaggi sbagliati inviati da precedenti governi e che l’assunzione immediata di 500 super professori serve proprio a que-sto. La Ministra Giannini, ha iniziato il suo intervento con un richiamo ai successi della “buona scuola” ed un preoccupante “ora tocca all’università”, indicando come prioritaria la necessità di seguire il “modello Harvard” per tutti gli atenei italiani, inten-dendo con questa espressione il persegui-mento dell'eccellenza nella didattica e nella ricerca per tutti gli atenei.

Tuttavia, La ministra fa finta di non sapere che il modello Harvard, è capace di essere tale perché moltissimi sono gli investimenti economici provenienti da varie fonti avendo potuto spendere nel 2015 $4,463 bilioni di dollari esattamente il 44% del budget di tutte le università italiane.

Il sistema universitario italiano non potrà mai diventarlo se l’opera del governo è quella attuale, avendo investito nella sola ricerca scientifica meno dell’ap-pannaggio annuo che la Juventus ha conces-

so al calciatore Higuain. Il ministro ha sostenuto la

necessità di nuove assunzioni, facendo proprio il provvedimento “una tantum” come appunto quello dei 500 professori.

Intende, inoltre: aumentare il numero dei laureati italia-

ni; aumentare gli investimenti per la ricer-

ca; togliere alle regioni la competenza per

l'assegnazione delle borse di studio per assegnarla ai singoli atenei;

incremento ulteriore della premialità, metodo che va applicato non solo ai fondi degli atenei ma anche ai singoli docenti;

sblocco da gennaio degli scatti per i professori (ma senza nessun recupero del pregresso e solo perché la norma che li bloccava scade al 31 dicembre di quest’anno).

Rispetto ai contenuti, il

primo dato generale che abbiamo rileva-to è stato una significativa confusione determinata da elementi di contradditto-rietà e a tratti di contrapposizione tra il Ministro e il partito democratico e poi di medesima contraddittorietà e contrappo-sizione anche tra le priorità programma-tiche emerse nel dibattito e i contenuti sui medesimi argomenti della legge di stabili-tà 2016 per come oggi è conosciuta. Riguardo al numero chiuso, quando ha annunciato che cambierà le regole per l’ammissione a medicina, eliminando i quiz d’ingresso, specifican-do che si andrà ad un sistema dove tutti possano accedere al primo anno, con una selezione in itinere che rappresenti uno sbarramento per chi non fa esami, il Ministro ci è sembrata sola. E poi, utilizzo della delega della Ministra Madia per lo scorporo della Ricerca dalla Pubblica Amministra-zione, 1000 posti da ricercatore universi-tario a tempo determinato di tipo b (RUTDb), che sono per la Giannini me-glio di niente, e 1 miliardo di euro pari a 4.000 posti per gli Enti di Ricerca. Anche su questo punto, imbarazzante, per la Ministra, la smentita da parte degli esponenti del suo stesso partito che dico-no di non avere notizia di questo piano. Al termine dell’intervento della Ministra, i gruppi di lavoro si sono

riuniti e le conclusioni, presentate in plenaria dai relatori dei gruppi, non è scontato che diventino effettivamente la linea del partito di maggioranza e poi del Governo.

Innanzitutto, unanime è stata la richiesta di mantenere le università all’interno del sistema pubblico con un rifiuto netto

della trasformazione in Fondazioni. Una premessa: nessuno dei relatori presenti al tavolo ha parlato della riforma del docente unico, sottintenden-do anzi che la stragrande maggioranza degli strutturati vuole mantenere le attuali figure di professore associato e ordinario. Al contrario del precedente convegno, nel quale era possibile interve-nire con comunicazioni preordinate, in questo secondo appuntamento, i relatori sono stati scelti dal PD ed i partecipanti hanno solo avuto la possibilità di aderire ad uno dei sei gruppi di lavoro proposti nei quali esprimere il proprio pensiero. Dai gruppi di lavoro una richiesta di interventi straordinari in tema di assunzioni con particolare ri-guardo al settore della ricerca completa-mente trascurato dalla prossima Legge di Stabilità.

È stato ipotizzato un sistema che a regime preveda dopo la laurea e il dottorato (obbligatorio) un post doc di 3 anni, con tutele di lavoro subordinato, non necessariamente propedeutico a un percorso successivo e poi una figura di assistant professor di durata massima di 5 anni da cui si accede alla docenza universitaria, ma previa valutazione. Appaiono punti critici e ambigui la tipo-logia contrattuale della figura post-doc, i vincoli connessi alla sua attivazione, la natura della tenure prevista per gli assi-stant professor.

Nella discussione è emersa con forza l'esigenza di costruire una coerenza tra sistema degli enti e sistema universitario che consenta scambi e

mobilità. Tutti i presenti al tavolo hanno riconosciuto le necessità di creare una figura unica nel pre-ruolo e di un

aumento degli investimenti nella ricerca. In particolare, per quanto riguarda il percorso accademico la relati-va strutturazione dovrebbe essere la seguente: Laurea;

Dottorato;

Ricercatore a tempo determinato (RUTD);

Assistant professor

Prof. Associato;

Prof. Ordinario. Inoltre va precisato che:

Gli assegni di ricerca sarebbero eliminati, sostituiti dall'unica figura pre-ruolo RUTD, che tuttavia non rappresenta un gradino obbligatorio nel cursus accade-mico (a differenza del dottorato, ricono-sciuto come obbligatorio per tutti gli step successivi: così, in teoria, dopo il dottora-to si potrebbe concorrere immediatamen-te per una posizione da assistant).

L’RUTD deve durare al massimo 3 anni e avere più tutele dell'assegno di ricerca.

L’RTD è iterabile all'infinito a patto che alla scadenza dei 3 anni si passi (ogni volta) in un ateneo diverso.

L'assistant dovrebbe durare al massimo 5 anni (non rinnovabili).

Sulla figura di assistant c'è disaccordo fra i relatori: da una parte il CUN (Lenzi, Rossi) e altri (Ferroni), hanno chiesto che chi vince tale posizione diventi poi (automaticamente) professore associato. Altri, hanno chiesto che il passaggio da assistant ad associato non sia obbligatorio, ma sottoposto a ulteriori valutazioni. Il CUN chiede che per evitare di ripetere

l'odierna situazione RUTDa e RUTDb, la riforma stabilisca chiaramente un rapporto numerico tra posizioni bandite di RTD e di assistant, in modo tale che solo un limitato numero di ricercatori non trovi impiego nel sistema accademico e possa essere riassor-bito dal mondo del lavoro. In sala viene fatto notare come tale passag-gio vada attentamente seguito in Parlamen-to, in quanto un intervento che non indicas-se un rapporto numerico RTD/assistant nella legge spalancherebbe le porte a un precariato non diverso da quello odierno. Il CUN ha inoltre richiesto che il sistema di reclutamento sia governato dal centro e che le risorse per realizzarlo non si basino esclusivamente sul FFO. Tutti sono d'accordo: nell'eliminare i punti organico;

nel rendere il sistema italiano della ricerca più attrattivo e più dinamico;

nel dedicare maggiore attenzione al perso-nale tecnico-amministrativo (che deve essere maggiormente formato e di alta professionalità);

nello stabilire un preciso calendario annuale per l'uscita dei bandi per il reclutamento e per i finanziamenti;

nel diffondere la mobilità del pre-ruolo: la posizione di RUTD andrà ricoperta in un ateneo (o in un ente di ricerca) diverso da quello dove si è conseguito il dottorato.

Consiglio Centrale CIPUR : si rinnova il direttivo Relazione del Presidente Nazionale Relazione del Presidente Nazionale

Rosa Daniela Grembiale Rosa Daniela Grembiale

UNIVERSITÀ OGGI.it

Rimini 15 e 16 settembre 2016

Cari colleghi, questa relazione viene presentata alla fine del triennio presidenziale e, di conseguenza, non può non avere un prevalente carattere di consuntivo di mandato piuttosto che solo annuale. Il CIPUR denunciò per tempo il carattere discriminatorio, in termini di progres-sione di carriera, nei confronti dei Ricercatori Universitari a Tempo Indeterminato (RUTI) e dei Professori Associati (PA) rispetto ai Ricerca-tori Universitari a Tempo Determinato cosiddetti di tipo b (RUTDb) previsti nel DdL alla base della legge 240/2010. Il reitero di tale denuncia da parte del CIPUR a qualche settimana della conclusione dell’iter parlamentare del DdL fu determinante - come è stato documentato più volte - nell’indurre l'esecutivo ad affrontare la questione. Purtroppo la soluzione escogitata (cfr.: comma 6 articolo 24 legge 240/2010) ha solo mitigato blandamente la discriminazione predetta, e solo per qualche anno poiché con il “(…) 31 dicembre del sesto anno successivo (…)” all’entrata in vigore della legge 240/2010 il relativo comma 6 dell’articolo 24 perde efficacia. Su questo aspetto abbiamo ribadito in tutte le occasioni di incontri sia politici e sia sindacali la necessità di abolire al più presto una simile, intollerabile ed incostitu-zionale discriminazione. Pertanto, se da un lato registriamo con soddisfazione che moltissimi docenti univer-sitari (RUTI e PA) in possesso dell’Abilitazione Scientifica Nazionale hanno potuto usufruire della progressione di carriera grazie al citato comma 6, dobbiamo altresì registrare che si sta avvicinando il termine di validità del comma citato con il conseguente ripristino di una piena discriminazione. Il CIPUR continuerà a battersi per una completa cancellazione di detta discrimi-nazione. Auspichiamo di vedere anche altri organismi ed organizzazioni universitarie impegnarsi sia nel denunciare con inequivocabile chiarezza la natura discriminante della norma e sia nel richiederne prioritariamente la cancellazione. Per quanto riguarda un'altra novità della legge 240/2010, l’ASN, il CIPUR vi ha dedicato un convegno nazionale "Abilitazione Scientifica Nazionale: analisi della procedura, dei risultati e delle criticità" svoltosi a Roma il 28 maggio 2014. Era sembrato doveroso farlo per ragionare sui risultati della prima sessione di ASN i quali avevano suscitato molti commenti e aspre critiche, anche da parte della Ministra Giannini. In particolare la Ministra Giannini aveva dichiarato che intendeva cambiare il sistema delle abilitazioni e che intendeva ispirar-si, in generale, al modello spagnolo, aggiungen-do, in una successiva occasione, di avere anche l'intenzione di procedere ad un non più rinviabile intervento legislativo su specifici aspetti del sistema universitario. Nel corso del convegno, il primo – e unico – sull’argomento, furono presentati i risultati complessivi della prima sessione dell’ASN evidenziandone varie criticità, ma, viste le dichiarazioni della Ministra circa il modello – spagnolo - a cui intendeva ispirarsi per proporre modifiche legislative, furono illustrate anche importanti caratteristiche del sistema in vigore in Catalogna (con particolare riguardo alla struttura della docenza, reclutamento, progressio-ne di carriera, certificazione, meccanismo retributivo, agenzia nazionale universitaria) e si dimostrò anche che il sistema universitario italiano può sopportare senza alcun problema il modello retributivo in uso nelle università catalane caratterizzato da retribuzione soggetta a scatti triennali per tutti, più eventuali aumenti consolidati per meriti didattici, scientifici e gestionali certificati. L’invito fatto alla Ministra di partecipare al convegno non fu accettato. Gli atti del convegno "Abilitazione Scientifica Nazionale: analisi della procedura, dei risultati e delle criticità", a cura di A. Incoronato e P. Manzini, Edizioni Libreria Progetto Padova, ISBN9788896477748, in versione bilingue - italiano e inglese - sono scaricabili al link http://www.cipur.it/Varie/ QUADERNO%204%20CIPUR.pdf. Le procedure dell'ASN sono state oggetto di interventi legislativi. In particolare, la presenza di uno straniero nella commissione non è più necessaria, evitando così situazioni para-dossali evidenziate da più parti, ed è stato cancellato l’obbligo di redigere giudizi sulla base di valutazioni analitiche che, se elimina i motivi di numerosi ricorsi, migliorando di conseguenza il funzionamento della giustizia amministrativa in Italia, è difficile credere che possa anche migliorare la qualità delle procedure ASN. I nuovi decreti con i criteri di valutazione dei candidati hanno avuto un iter travagliato; nel corso dei lavori di questo appuntamento settem-brino ne verranno illustrati caratteristiche e criticità.Altro aspetto della legge 240/2010, estremamente importante e sul quale c’è la nostra costante attenzione è quello della valuta-

zione. Il CIPUR, congiuntamente alla GILDA INSEGNANTI (con la quale il CIPUR ha stipulato un accordo), vi ha dedicato un conve-gno nazionale "Scuola e università: come valutare i docenti?" svoltosi l’11 aprile 2015 a Roma (cfr.: http://www.cipur.it/Varie/Convegno% 20CIPUR%20GILDA%20Manifesto.pdf). Per quanto concerne l’univer-sità, nel corso del convegno veniva richiamata da parte del CIPUR l’attenzione sulle peculiari caratteristiche della ricerca scientifica e sui problemi connessi alla sua valutazione. Particolare enfasi veniva posta su: la necessità di garantire la libertà di ricerca (in assenza della quale si premia il conformismo scientifico ostacolando quindi il progresso delle conoscenze); l’impossibilità di prevedere tutti gli impatti del progresso delle conoscenze scientifi-che (fornendo a tale riguardo numerosi e clamo-rosi esempi); l’inadeguatezza e fallacità degli indicatori bibliometrici ai fini della valutazione comparativa; la conseguente necessità che eventuali premialità retributive siano marginali ed aggiuntive rispetto alla restante parte della retribuzione che, viste le peculiari caratteristiche dell’attività di ricerca, deve essere sottratta ad una qualsiasi anche mascherata dialettica retribu-tiva negoziale mediante il ripristino degli scatti automatici. Va sottolineato che le procedure di valutazione comparativa, benchmarching, non hanno nulla di oggettivo e gli obiettivi da raggiungere non possono essere stabiliti in funzione di esigenze oggettive ma solo in concorrenza con chi ha ottenuto un “migliore” risultato. Non si può escludere che un tale approccio possa avere pesanti controindicazioni sulla salute dei soggetti valutati. Questo rischio è stato giudiziariamente accertato il 4 settembre 2012 dall’Alta corte di giustizia di Lione quando ha affermato che la concorrenza tra salariati, di un istituto bancario, ha provocato loro uno stress permanente con gravi ripercussioni sulla loro salute. L’istituto bancario è stato obbligato a bandire il benchmarching dalla propria organizzazione. Questo tipo di valutazione sta avendo effetti sistemici molto gravi come, ad esempio, hanno sottolineato in differenti occasio-ni Giannola, Puija e Viesti. In particolare Adria-no Giannola, presidente dello SVIMEZ, aveva affermato che "Se si leggono i dati è evidente come sia stato portato avanti negli ultimi nove anni, dalla Gelmini in poi, un sistema in cui vengono tagliati i fondi per la ricerca, e di come il peggioramento si concentri al Sud. C'è una politica che sotto le vesti dl una meritocrazia inesistente nasconde la volontà di un ridimensio-namento degli Atenei nelle regioni del Sud Italia". Pertanto si è ritenuto necessario di organizzare il convegno nazionale "Questione universitaria e questione meridionale", svoltosi il 16 giugno scorso presso l’Università di Napoli Parthenope, con interventi dei Proff.: Maurizio Migliaccio, Università di Napoli Parthenope, “Introduzione”; Gianfranco Viesti, Università di Bari, “Università in declino: i risultati della ricerca della Fondazione Res”; Adriano Gianno-la, Presidente SVIMEZ, “Finanziamento pubbli-co dell'Università e riforme a costo zero: l'impat-to economico e sociale di un’inerzia programma-ta”; Arturo Pujia, Università di Catanzaro, Presidente Fondazione Università Magna Grecia; “Il divario nord-sud nel diritto allo studio”; Alberto Incoronato, Università di Napoli Federi-co II, Presidente CIPUR, “Verso un manifesto di Ventotene per l’Università europea” (i resoconti degli interventi predetti sono scaricabili dal sito http://www.cipur.it/Convegno%20Napoli16Giu16/Convegno%20Napoli%2016giu16.html). Questo convegno, che non è stato il primo sui risultati dei lavori di Giannola, Viesti e Pujia, si è differenziato dai precedenti per la consapevolezza che a partire dagli ultimi anni del secolo corso gli interventi sull'università italiana sono stati il risultato di politiche non solo nazionali. Si pensi, ad esempio, al “Processo di Bologna”, che si è andato svolgendo in vari momenti di estrapolazione successivi e che ha comportato per l'Italia una completa revisione della didattica universitaria attraverso il DM 509/99, ed i relativi DM sulle Classi. È chiaro che la partita si gioca sia in ambito nazionale e sia in quello internazionale — europeo —e, pertanto, ci si deve attrezzare per entrambi. Da qui la necessità di rilanciare la proposta di un “Manifesto di Ventotene per l’Università Europea”, che il CIPUR aveva già avanzata nel dicembre 2009, per affrontare,

come argomentato nel corso del convegno, questioni quali: Didattica e ricerca; Libertà di parola; Libertà di didattica e di ricerca; Ruolo insostituibile della ricerca di base; Funzione insostituibile dello Sato per finanziare la ricerca di base; Valutazione della ricerca. In tutto quanto precede la questione che emerge in maniera prepotente e determinante è sempre la valutazione, in particolare della ricerca scientifi-ca. Su questo argomento continuiamo ad espri-mere chiaramente le nostre posizioni critiche come emerge anche dall’ultimo documento "Per la riforma dell’Università" reperibile al seguente link http://www.cipur.it/documenti/Riforma%20dell'Universita’%20mar17.pdf). All'estero c'è una critica diffusa nei confronti delle correnti pratiche di valutazione della ricerca scientifica portata avanti anche da premi Nobel. Dal nostro documento "Per la riforma dell’Università" riprendiamo quanto apparso su Nature photonics del 2015 che illustra molto efficacemente la questione facendo riferimento alla Fisica Teorica ma le considerazioni sono generalizzabili. Si inizia ponendosi qualche domanda quale "I veri teorici sono una razza in via d’estinzione? Necessita fare di più per sostenere e incoraggiare i giovani scienziati a dedicarsi a inventare nuovi concetti e modelli teorici?", e si evidenzia che "Il sistema di merito all'interno del mondo accade-mico non sempre aiuta. Ci vuole molto tempo e grande sforzo per sviluppare una nuova teo-ria.Tuttavia, per ottenere finanziamenti, o per ottenere la tenure, vi è una forte pressione sugli scienziati a pubblicare una quantità crescente di lavori e dimostrare le applicazioni a breve termine dei loro lavori. A tal fine, alcuni teorici tendono a pubblicare lavori che riguardano simulazioni numeriche basate su modelli ben noti e che utilizzano software matematico commerciale, anche se tali lavori hanno poco o nessun valore concet-tuale". In Italia il CIPUR non è più solo nell'espri-mere le proprie critiche al sistema di valutazione. Altre voci critiche cominciano a farsi sentire. Renzo Rosso, Docente di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia a Milano, che in chiusura del proprio intervento sul Fatto Quotidiano ha scritto: "Se assecondare i gusti intellettuali e le preferenze dei redattori delle maggiori riviste può essere il mezzo più efficace per fare carriera, sul rovescio della medaglia ci sono la perdita di intelligenza intuitiva e il crollo di ogni slancio innovativo, poiché si finisce per premiare il conformismo anziché l’originalità. E il sistema favorisce così l’alluvione di lavori scientifici ripetitivi ma redatti con un buona dose di astuzia, capace di non farli apparire tali. La seconda questione riguarda la crescente ossessione per l’immagine a scapito della sostanza, prodotta dalla smodata attenzione alle classifiche fondate sulla reputazione. Un aspetto da approfondire con attenzione." (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/17/universita-gioie-poche-e-dolori-molti-della-carriera-accademica-fondata-sulla-bibliometria/2977165/). Non può esserci dubbio che a noi docenti universitari compete l'onere e la respon-sabilità di dire dei “no” quando è indispensabile farlo. E non è vero che con i “no” non si va da nessuna parte. Lo storia dell’umanità è costellata di sviluppi positivi a seguito di “no” che da iniziali opinioni di minoranza sono poi diventati valori condivisi: no alla schiavitù; no all’apar-theid; no allo sfruttamento; no al lavoro minori-le; no alla esclusione dal voto delle donne; ecc. Insomma, citando Don Lorenzo Milani, “(…) l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni. Il CIPUR è, invece, ancora l'unica organizzazione a chiedere una riforma radicale del meccanismo di accesso al dottorato di ricerca che si configuracome passaggio obbligato nel percorso verso la docenza universitaria. Nel nostro paese, a normativa vigente, la transizione dallo status di studente a quello di Professore Associato può anche avvenire a seguito di procedure su base locale. Infatti: i) la laurea (triennale e magistrale) viene conseguita con esame di una commissione locale; ii) l’ammis-sione ad un ciclo di dottorato avviene sulla base di un concorso locale; iii) il conferimento di un contratto di RUTDb avviene sulla base di un concorso locale; iv) la valutazione riservata ad personam delle attività di un RUTDb alla fine del triennio del contratto avviene a livello locale; v) un RUTDb in possesso di ASN, a seguito di esito positivo della valutazione di cui al punto iv)

viene immesso direttamente nella seconda fascia del ruolo dei Professori universitari. Una tale procedura favorisce i Caligola di turno a nominare senatori i propri Incitatus. Per quanto riguarda i contatti con le forze politiche cito la partecipazione a incontri con la Dott.ssa Spicola, con il Sottosegretario Faraone e ai due incontri propagandistici del PD, (Roma e a Udine) sull'università. Il bilancio è deludente, anche se nel corso della discussione di uno dei tavoli di lavoro nell'incontro di Udine il CIPUR è riuscito a far emergere - inequivocabilmente - che il PD ha un proprio disegno dell'università, forse deducibile per via indiretta dal proprio operato in ambito sia legislativo e sia esecutivo, ma che finora non è stato reso pubblico. La vicenda della protesta contro il blocco degli scatti, portata avanti dal collega Ferraro di Torino, ha visto nel Movimento 5 Stelle un interlocutore aperto al confronto il quale il 16 marzo ha organizzato uno specifico incontro presso la sala Tatarella della Camera dei Deputati. C'è un impegno informale a rivederci nel mese prossimo. Abbiamo siglato due accordi: uno con GILDA INSEGNANTI e l'altro con il CNRU. L'accordo con la GILDA INSEGNANTI è stato siglato poiché conviti che al di la delle specificità operative cha caratterizzano in maniera diversa la docenza universitaria rispetto a quella pre-universitaria ci sia comunque un interesse comune su temi quali quelli della formazione e della valutazione ( si veda il citato convegno nazionale congiunto sulla valutazio-ne). Con il CNRU c'è un'ottima intesa testimoniata dalla firma congiunti di vari documenti. È auspicabile che entrambe queste esperienze siano rafforzate. Per quanto riguarda l'Intersinda-cale, sotto il cui ombrello ricadano, come ricordato in altre occasioni, una ventina di sigle che a vario tritolo rappresentano i vari attori del sistema universitario, allo stato appare opportuno continuare ad esserne parte. per evitare prese di posizioni ambigue o suicide. Ad esempio non è mancata riunione (per la verità non ci si riunisce da diversi mesi) nella quale non si sia dovuto mettere l'accento sulla differenza tra docente unico e ruolo unico, oppure sulla necessità di eliminare prioritariamente l'apartheid citato in apertura di questa relazione. Per quanto riguarda il CIPUR, segnalo che la Sezione Nazionale Contenzioso è stata pienamente ristabilita, grazie al Vice Presidente Nazionale Vicario che ha dato la propria disponibilità ad assumersene tempora-neamente la responsabilità. È stata avviata un’azione legale nei confronti de “La Sapienza Università di Roma” i cui dettagli verranno dati in sede di relazione dei delegati. L'indubbia capacità sia di studio e analisi dei problemi universitari - non ristretta al solo ambito nazionale - e sia di elaborazione di documenti e proposte di interventi legislativi è testimoniata dal lavoro che è stato fatto nel corso degli anni. Dobbiamo ancora migliorare l'effica-cia e la pervasività con la quale raggiungere i nostri colleghi (iscritti e non), i decision maker, gli opinion maker. Al riguardo chiarisco che non ritengo si tratti di scegliere se usare i nostri tradizionali strumenti cartacei (giornale e qua-derni) oppure quelli informatici. Ritengo entram-bi estremamente utili che svolgono entrambi un'azione efficace ma con caratteristiche e modalità differenti. Si tratta quindi di farne un uso sinergico compatibile con le nostre risorse umane e materiali per poter incidere in maniera consapevole ed efficace sui processi di trasfor-mazione che stanno interessando l’istituzione universitaria.

Consiglio Centrale CIPUR : si rinnova il direttivo Relazione del Presidente uscente Relazione del Presidente uscente

Alberto Incoronato Alberto Incoronato