Ricomincia il bombardamento tra Brenta e Piave Le condizioni di … · Ricomincia il bombardamento...

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Ricomincia il bombardamento tra Brenta e Piave Due corazzate silurate nel golfo di Trieste: la ''Wien" affondata Il comunicato di Diaz il Dicembre - Lungo tutta la fronte azioni di artiglieria con intensi duelli di fuoco tra Brenta e Piave e notevole attività delle batterie avversarie, controbattute dalle nostre, nella zona litoranea. Nelle prime ore del pomeriggio, in regione Capo Sile, un forte tentativo nemi- co di riprenderci le posizioni di Agenzia .Zuliani, largamente preparato dall'arti- glieria, venne sanguinosamente e netta- mente respinto. Il nemico dovette ritirar, si,lasciando moltee perdite sul terreno e qualche decina di prigionieri nelle no- stre mani. Due velivoli nemici, colpiti in combat- timento aereo, sono precipitati l'uno a Noventa di Piave e l'altro, per opera di [aviatori alleati, presso il ponte di Priula. Firmato: DIAZ. \ A proposito del tentativo nemico nellareligionee del basso Piave, una nota dell'Agenzia ■iStefani dice: jr II nemico annette grande importanzaallee trincee di Agenzia Zuliani, a est di Spapo Sile. Nei suoi bollettini l'effimera Occupazione riuscitagli col noto attacco amasse compiuto all'alba del 9, era narrata Icome l'espugnazione della testa di ponte di Bressanin, e se ne attribuiva l'onore al 132° reggimento degli honved ungheresi. ; Quando l'annuncio austriaco si pubbli- leava, la modestissima posizione, per laQuale il nome di testa di ponte appare forse eccessivo, era già tornata nV nostro possesso, grazie alla piccola, ma brillante Azione notturna di cui parlava il bollet- tino di ieri. Verso il mezzogiorno di ieri il nemico tentava di riconquistare la posizione. Due battaglioni, avvicinatisi dopo intensa pre- parazione di artiglieria alla nostra linea, lanciavano innanzi una prima ondata di assalto che giungeva fin presso i reticolati, hia che ivi veniva annientata dal nostro fuoco di mitragliatrici e di fucileria. I po- chi superstiti si lasciavano catturare, i rin- calzi rinunziavario all'impresa e ripiegava- no in fretta. i Si è saputo dai prigionieri che l'assalto fcra stato tentato da due battaglioni di Quello stesso 32° reggimento honwed che il [bollettino-austriaco aveva elogiato per l'a- zione del giorno 9. (Stefani). Il nemico sposta numerose forze sugli Altipiani e sul Grappa Zona di guerra, il dicembre. L'attività del nemico riprende e possia- mo prevedere nuove azioni di fanteria delle Quali i bombardamenti di cui parla il bol- lettino sembrano il preannunzio. Gli au- stro-tedeschi continuano sistematicamente fa loro pressione sulla fronte montuosa, ri- tenuta più adatta alla ricerca del successo strategico. Fedeli al programma tante volte annunziato sui loro giornali, essi tendono a quello sfondamento dal nord che dovreb- be, secondo i loro intendimenti, portare ad Una irruzione nella pianura alle spalle del- lo schieramento nostro sul Piave. I piccoli attacchi e contrattacchi operati avantieri e ieri sul Vecchio Piave, alla te- sta di ponte di Capo Sile, in una regione difficilmente sfruttabile per vaste opera- zioni, tutta inondata, tagliata da canali, coperta di stagni, sono probabilmente azio- ni dimostrative, oppure hanno lo scopo di Mantenere la combattività nelle truppe da tempo inoperose. In realtà la linea del Pia- ve appare divenuta quasi secondaria rispetto alla linea dei monti, quando si con- sidera la nuova dislocazione delle forze ne- olitiche come essa appare dai contatti lungola fronte. Tutto induce a ritenere che le 'forze nemiche sul Piave siano sensibilmen- te assottigliate per nutrire di maggiori masse le operazioni sulle zone montuose fra Piave e Brenta e, più ancora, fra Bren- ta ed Àstico. Le divisioni tedesche che ope- ravano fra Vidor e Monte Pallone sarebbe- ro passate più ad occidente, forse anche per usufruire della ferrovia della Valsu- gàna che, per Trento, si trova in diretta connessione colle comunicazioni dplla Ba- viera meridionale. Insomma, se le impres- sioni che si hanno non fallano, le masse ^nemiche si sarebbero rinserrate sulla loro 'destra per portare il massimo del loro peso Isugli altipiani e sul Grappa. L'attività delle artiglierie avversarie dai Vrimi giorni di dicembre e stata notevole anche sulla zona occidentale degli altipia- ni, dal Cengio al Kaberlaba, lasciando supporre un probabile allargamento della lotta sulla nostra sinistra fino all'Astico. Dopo l'ultima battaglia questa preparazio- ne di artiglierie è divenuta ad intervalli Più intensa, foriera forse di attacchi che tentino di continuare verso occidente la 'manovra di scalzamento cominciata sulle Uelette. L In questi ultimi giorni di sosta, il nemico 'ha effettuato movimenti e lavori fra Asiago e la Val Brenta, ed è questa'alacrità che , le nostre squadre aeree sono andate a bat- tere bombardando e mitragliando. Per na- scondersi, gli austriaci hanno eretto di not- tetempo . numerose frascature, maschera- dienti di strade dietro i quali hanno ese- guito spostamenti di artiglierie e di depo- siti. I La quiete era soltanto apparente. Ieri i Cannoni, ravvicinati, hanno ricominciato i tiri. Durante i combattimenti che hanno condotto al nostro arretramento dal sa- liente Sisemol-Badenecche, le artiglierie italiane, postate al di della Val Brenta sulle pendici occidentali del Grappa, han- no attivamente concorso con un fuoco flan- cheggiante attraverso la , vallata. Ora le batterie austriache, portate avanti sul ter- reno sgombrato da noi dopo le ultime azio- ni, hanno ripreso in senso inverso quella cooperazione iniziando il fuoco non contro le nostre posizioni di fronte a loro, ma con- tro quelle sulle balze del Grappa battendo, cioè, di infilata Col Caprile, Col della Be- retta fin verso i costoni del Prassolan. Per riprendere l'azione gli austro-tedeschi non aspettavano che questa sistemazione di ar- tiglierie la quale permette una concentra- zione di fuoco la cui efficacia noi stessi provammo quando, per respingere gli as- salti della divisione « Edelweiss » contro il Col della Beretta, i nostri cannoni di oltre Brenta falciavano le schiere degli assali- tori. I bombardamenti dei quali parla il bol- lettino odierno, pure estendendosi fra Pia- ve e Brenta sopra tutto il nodo montuoso, hanno maggiore intensità verso il Brenta dove una ripresa in forze degli attacchi contro il Col della Beretta e Col Moschin, rimasti più scoperti, sembra ritenersi pro- babile. Stamani, verso le ore 3, il Col della Beretta era battuto da un fuoco tambureg- giante con una grande percentuale di gra- nate a gas; i tiri di demolizione, fatti con .ogni calibro, hanno più tardi cominciato a variare di ritmo con soste improvvise e riprese infernali. II tempo è cambiato; piove sulla pianura e una neve sottile cade sulle vette; ma non sembra ancora vicina una grande nevi- cata di quelle che fermano le battaglie en.tre molli spessori gelali e che impongono la tregua bianca della montagna. Questo ne- j vischio non fa che tenebrare. Luigi Bar-ini Il trasporto dei franco-inglesi in Italia Le difficolta dell' impresa Londra, il dicembre, ore 10.30 (G . E.) L'annunzio che le forze inglesi e francesi hanno preso il loro posto sulla linea italiana ha prodotto viva soddisfazione in questo pubblico. I critici militari esaminano la vasta operazione costituita dal trasporto di larghe forze da un teatro di guerra all'al- tro. Essa ha occupato circa cinque settimane e il critico militare della Morning Post nota che se questo può sembrare un lungo periodo, bisogna tener conto della potenzialità delle ferrovie. Questa potenzialità dipende non sol- tanto dal numero delle linee, ma anche dal numero delle piattaforme disponibili per il carico e lo scarico delle truppe e dei materiali- come dalla quantità del materiale ro- tabile e dalla circostanza se le ferrovie sono a doppio binario o semplice. La velocità, me- dia dei treni militari varia dai 30 ai 37 chi- lometri all'ora e, secondo calcoli tedeschi, quaranta treni per giorno possono percorrere una linea a doppio binario e venti una linea a binario unico. Per il lavoro continuo, le macchine non possono essere impiegate a percorrere più di 90 chilometri al giorno sen- za soffrire. Il tempo impiegato a cambiare le macchine e gli altri ritardi normali sono cal- colati in questa velocità media. Una forza di 10.000 uomini con la dotazione normale di. ar- tiglieria e i servizi non combattenti richiede, per il suo trasporto, 60 treni comprendenti oltre 1700 vagoni. Da ciò risulta come il trasporto di vaste forze rappresenti una difficile impresa per un paese che debba provvedere simultanea- mente ai rifornimenti di vasti eserciti sulla propria front". Siccome soltanto due linee ferroviarie erano disponibili, fu necessario ricorrere anche a marce sulle strade, e una forza di 10.000 uomini, coi suoi materiali, spiegata su una strada, ne occuperebbe la lunghezza di circa 12 chilometri. Secondo te- legrammi dei corrispondenti inglesi, le trup- pe alleate avrebbero marciato, con una media di 22 chilometri*al giorno, ciò che può cion- siderersi una buona velocità, poiché la fatica della marcia aumenta con la lunghezza della colonna, e ciò che costituirebbe una facile marcia per un battaglione, costituisce una marcia forzata per una divisione che si muo- va su un'unica strada. I disertori possono consegnarsi fino al 29 dicembre Soma, 11 dicembre, notte. La Gazzetta Ufficiale pubblica il seguente decreto: Art. 1. I militari di terra e di mare col- pevoli di diserzione che alla data del presente decreto siano tuttora latitanti in Italia o nelle colonie italiane, andranno esenti dall'arresto, dalla detenzione preventiva e dalia pena comminata per il reato di diserzione se si presenteranno entro il 29 dicembre 1917 ad una autorità militare qualunque, salvo che si tratti; 1) di militari disertori di un riparto di prima linea, in presenza del nemico ; 2) di militari disertori per la terza volta, nono- stante l'ammonimento. Le stesse disposizioni si applicano ai disertori che si siano già spontaneamente presentati anteriormente o in seguitoci bandi 2 e 14 novembre del Comando Supremo del R . Esercito. Art. 2. Coloro che non si presenteranno, entro il termine stabilito saranno condannati, anche in contumacia, all'ergastolo e la .sen- tenza di condanna, anche se pronunziata in contumacia, produrrà immediatamente a ca- rico del condannato l'interdizione legale, l'in- terdizione perpetua dai pubblici uffici, la pri- vazione della patria potestà, la privazione del- l'autorità maritale, la privazione della facoltà di testare e la nullità dei testamenti già fatti. La sentenza potrà inoltre ordinare la confisca parziale o totale dei beni del condannato, che verrà immediatamente eseguita anche se la sentenza sia stata pronunziata in contuma- cia. La sentenza di condanna sarà affissa alla porta di casa dell'ultima abitazione del condannato. Art. 3. La cognizionè del reato di cui al- l'articolo precedente apparterrà al Tribunale militare nella cui giurisdizione venga ese- guito l'arresto e se debbasi procedere in con- tumacia, al Tribunale militare nella cui giu- risdizione ha sede il distretto militare di le- va dell'imputato. Art. 4. - il disertore armato oaccompagnato daa una o più persone armate che si rifiuti di obbedire alla prima intimazione di arrendersi, ovvero faccia uso delle armi, è punito di morte. Alla stessa pena soggiaciono le persone armate che 'accompagnano il di- sertore. Il giudizio sarà in ogni caso di com- petenza, dei Tribunali militari. Art. 5. Chiunque, anche se prossimo con- giunto, dopo il 29 dicembre 1917 concorrerà a sottrarre alle ricerche dell'autorità-.il mili- tare colpevole di diserzione, o gli sòmmini- streTà vitto o alloggio, o con qualunque altro mezzo favorirà la diserzione e il prolungarsi della medesima, è punito con la reclusione da 3 a 15 anni se trattasi di disertore armato e con la reclusione da 1 a 5 anni se trattasi di disertore non armato. Il giudizio sarà di competenza dei Tribunali militari. Un successivo art. 6 stabilisce l'estensione di disposizioni relative alla forza pubblica nell'applicazione del decreto e determina che funzionari, agenti e militari incaricati di que- sta non potranno essere sottoposti a procedi- mento penale per avere fatto uso delle armi in servizio, se non in seguito ad autorizza- zione a procedere concessa da upa Commis- sione speciale all|uopo costituita presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Il decreto entra in vigore da domani. i La sorpresa nel golfo di Trieste ROMA, il dicembre, notte. Il Capo di Stato Maggiore della Mari- na comunica: Nella notte dal 9 al 10 il nostro navi- glio sottile, aprendosi il varco attraverso varie ostruzioni sopracquee e subacquee, entrava nel porto di Trieste e lanciava contro due navi, tipo « Monarch », quat- tro siluri, i quali esplosero tutti. Una delle navi, Ja « Wien» , è colata a picco. Quantunque fatte segno a lancio di si- luri ed intenso fuoco del nemico le no- stre unità sono rientrate incolumi nelle loro basi. Firmato: THAON DI REVEL. Le formidabili difese superate Roma, Il dicembre, notte. Non è la prima volta che nostre siluranti sorprendono la vigilanza del nemico nei suoi porti muniti, penetrando a Trieste e persino a Pola, La perizia e l'ardimento necessari a tali imprese scaturiscono da una nozione, anche elementare, del modo come oggi giorno sono difesi i porti nei quali stazionano navi da guerra. Accen- niamo brevemente a tali difese. Bene' al di fuori delle bocche di accesso sono disposti bandai di torpedini mine subacque , cioè esplodenti all'urto -; più in dentro, in prossimità delle bocche, mine, molto .più grandi girinot i più profon- damente affondate, che possono esplodere elettricamente quando vigili osservatori da terra, coll'aiuto di strumenti appositi, giu- dicano che la nave nemica sia entrata nel raggio di azione del ginnoto, vale a dire sia giunta ad una tale distanza da uno di essi che, facendolo brillare, la nave affon- di, o per lo meno, sia gravemente offesa. Potenti riflettori elettrici, incrocianti i lo- ro fasci, illuminano gli specchi di acqua lontani e prossimi dove queste mine giac- ciono. Navi-pattuglie perlustrano, E oltre a tutto ciò, grossi cavi di acciaio sono di- stesi in vari ordini per ostruire le bocche, e profonde reti di acciaio, anche esse di- sposte in vari ordini, impediscono il passo ai sommergibili. Batterie di cannoni pro- teggono gli approcci Vedette in punti op- portuni ed elevati vigilano continuamente. Nell'interno del porto,. navi leggere sono pronte ad accorrere ove è sospettata, la presenza del nemico. E a Trieste anche una batteria di lancio di siluri si aggiunge alle altre difese. - Tutte queste serie di ostacoli devono es- sere superate; tanta vigilanza deve essere sorpresa per penetrare in un porto munito. Occorrono quindi una grande perizia ed un ardimento pari «jd essa in chi tenta ardua impresa, e sapienza nei dirigenti che l'affrontano, affinchè le -cose siano predi- sposte, così da dare man forte agli audaci, se il loro tentativo 'fallisce o se iTnèniico insegue. Il pubblico suoi© giudicare le azioni sol- tanto in base ai risultati conseguiti, in base cioè alla fortuna che sortono.; ma quale at- testazione delle gagliarde virtù militari della nostra marina, è invece indifferente se i siluri lanciati dalle siluranti che han- no vinto gli ostacoli poderosi, che hanno sorpresa la vigile sorveglianza, colpiscono un piroscafo, o urrà vecchia corazzata o una dreadnought. Nelle tenebre fitte, o fra gli accecanti bagliori dei fasci luminosi dei riflettori elettrici che in ansiosi e di- sordinati movimenti ricercano gli assalito- ri, il siluro . è'lanciato contro la massa oscura trovantesi a portata dell'arma e che l'occhio esperto percepisce essere un basti- mento. Questa volta però la tenacia in superbi ardimenti dei comandanti degli equipaggi del nostro naviglio sottile sortì fortuna, e almeno una corazzata, sorgente all'ancora nelle sicure acque di un porto protetto,vè stata distrutta. Era la Wien, gemella alla Budapest e alla Monarch. era stata varata nel 1895; aveva un dislocamento di 5fi00 tonnellate; era armata con quattro canno- ni Krupp di 240 millimetri, sei cannoni del- la fabbrica Skoda di 152 millimetri, 12 can- noni di 47 millimetri e portava un equi- paggio di 441 persone. Questo è ciò che fa la nostra Marina: poiché le navi nemiche non tentano il ma- re, le va a scovare nei porti muniti. Una spesa di tre miliardi per l'assicurazione sulla vita dei combattenti Roma, il <jicembre, notte. A quanto afferma il Giornale d'Italia, il Go- verno sta già lavorando attivamente perché la provvidenza dell'assicurazione gratuita a favore dei combattenti si realizzi nel minor tempo possibile. Si assicura, anzi, essere in- tendimento dell'Istituto Nazionale delle Assi- curazioni di far pervenire ai riparti mobilitati in zona di guerra la polizza di assicurazione prima' della fine dell'anno, affinchè i soldati possano mandare la cedola speciale alle loro famiglie vo a coloro cui intendono lasciare il premio di assicurazione in caso di morte. L'Idea Nazionale specifica che l'assicurazio- ne gratuita elargita dalla nazione ai militari che si trovano alla fronte importa allo Stato una spesa di tre miliardi ed esorta a spiegare ai militari stessi l'alto significato morale di questo dono. Sulle varie fronti Fronte anglo-francese. Nella giornata del 10 secondo 1 comunicati insrlesl a sud e sud-est di Cambra! l'artiglieria tedesca è stata nuovamente attiva, ed ha pure avuto una recrudescenza a est ed a nord-est di Ypres. specie. In vicinanza del bosco del Poliscono e di Passchendaele. A sud della Scarpe e a nord della Lys pure attivissima azione delle due artiglierie e delle squadriglie aeree. Gli inglesi hanno eseguito un efficace colpo di mano a est di Boursies (Cambra!) ; un tentativo nemico a est di Epehy, seguito a violento bombardamento, è stato respinto. Grande attività delle opposte artiglierie è segna- lata dai francesi tra l'Aisne e l'Oise, nella Cham- pagne, nella regione di Main de Masslges, sulla riva destra della Mosa e in alta Alsazia nella gior- nata del 10. Al bosco di La Chaume e verso la trincea di Calonne due colpi di mano tedeschi non sono riusciti. I tedeschi dicono che nel pomeriggio dell'11 si ebbero nelle Fiandre e dallo Scarpe alla Somme numerosi violenti duelli di artiglieria. L'attività di fuoco fu viva anche su tutta la fronte più a sud. A nord-est» di Craonne riuscito azioni di sorpresa di distaccamenti d'assalto tedeschi. Le squadriglie aeree furono attivissime, specialmente sulla fronte francese, ove avvenne un violento duello aereo. In Macedonia. '"— Le azioni di artiglieria hanno ripreso con una certa intensità secondo un co- municato francese —da una parte e dall'altra del Vardar e nella regione dei laghi. Sullo Stroma scontri di pattuglie. Due forti pattuglie nemiche sono state respinte dai serbi nella regione del fiume Bistiitza. •.'-... Le condizioni di vita e di animo in Austria secondo un informatore svizzero Parigi, il dicembre, ore 9.30 Ecco quali sarebbero, secondo un informa- tore svizzero del Matin. le condizioni interne dell'Austria, dove egli ha risieduto durante questi ultimi due anni. Mai paese più dell'Austria è stato sulla so- glia della rovina. La cosa sulla quale bisogna concentrare l'attenzione è l'odio inestinguibile fra austriaci ed ungheresi da una parte e tede- schi ed ungheresi dall'altra. In Austria regna la più terribile miseria ed in tutte le classi si teme per la ventura primavera una carestia spaventosa di cui si attribuisce già la colpa agli ungheresi e ai tedeschi. Questi si inten- dono perfettamente nello spogliare l'Austria la quale, temendo peggiori rappresaglie, non osa sollevare la minima protesta ufficiale. Co- nella questione della ripartizione del grano romeno, i tedeschi si fecero la parte del leone, gli ungheresi ebbero pure una buona parte e il resto rimase ai bulgari e ai turchi, mentre- nulla hanno avuto gli austriaci. Questi non osano accusare i tedeschi, e dicono che i col- pevoli sono gli ungheresi i quali non hanno rispettato la convenzione secondo la quale l'Austria doveva avere non solo una parte del grano romeno, ma anche una parte di quello ungherese. « In seguito a questo stato di cose con- tinua l'informatore in Austria le sommosse succedono alle sommosse, le scene di saccheg^ gio alle scene di saccheggio, le manifestazioni alle manifestazioni. Spesso questi disordini sono repressi nel sangue come è avvenuto a Pilsen quando gli operai, delle officine « Sko- da » abbandonarono il lavoro per fare dimo- strazioni sulla piazza. Già prima, per mani- festare il loro malcontento, avevano fatto sai-, tare due laboratorii ed un deposito di polveri. I danni furono considerevoli. Per ristabilire l'ordine il Governo mandò sul posto distac- camenti di fanteria e di cavalleria ungheresi che furono implacabili nella repressione. Nel cortile delle officine era stato stabilito un, vero campo trincerato irto di baionette e di mitra- gliatrici; vi furono oltre 200 morti e feriti. Nel contempo abbandonavano il lavoro anche. i metallurgici di Praga e il loro esempio era seguito dai- tramvieri e, durante otto giorni, anche dai ferrovieri. Questi ultimi cessarono di lavorare in segno di protesta contro l'invio di viveri dalla Boemia in Germania. « Quello che maggiormente colpisce è la mancanza di uomini. Tutti infatti, eccettuati gli operai indispensabili alle officine, sono sotto le armi. Tutti gli uomini dai 18 ai 50 anni sono alla fronte e quelli dai 50 ai 54 assi- curano l'approvvigionamento e i servizi di tappa. Infine è già stato affisso l'ordine di arruolamento per il gennaio prossimo dei nati nel 1901. Al momento del passaggio dei rinforzi tedeschi per la fronte italiana, i sol- dati di Guglielmo si lagnavano che la loro razione di pane fosse stata ridotta due volte nelle ultime due settimane e dicevano che, se il fatto si fosse ripetuto, le ribellioni locali già verificatesi, si sarebbero estese. « Gli austriaci di ogni classe dicono che la pace deve avere luogo al più tardi per la prossima primavera, perché i\ popolo non potrebbe sopportare più a lungo quello che ha sofferto in questi ultimi due mesi. Ora si parla dappertutto della coopera- zione austriaca nelle operazioni di gran lena che i tedeschi preparerebbero contro la Fràn- cia, per ottenere un risultato definitivo, pri- ma che l'esercito americano renda impossi- ! bile l'attuajione di simile progetto. Io stesso, in un albergo di Praga, ho incontrato sot- tufficiali austriaci che dichiaravano di re- carsi alla fronte francese ed assicuravano che i loro superiori avevano prevenuti che sarebbero stati inviati in Francia per ricam- biare ai tedeschi l'aiuto, da questi dato contro gli italiani » Alla Camera ungherese il ministro della di- fesa nazionale ha dichiarato che il 44.50 per cento della popolazione maschile fra i 18 ed i i 50 anni si trova sul teatro della guerra. Il contingente austriaoo è di 1.67 per cento mi- nore; ma l'equilibrio sarà ristabilito. IN RUSSIA L'unione di tutti i cosacchi Londra, il dicembre, ore 1 (G . C.) Il corrispondente del Daily Tele- graph mette in rilievo come i nbmi dei capi cosacchi proscritti nell'isterico proclama del Governo di' Lenin bastino a lasciar compren- dere l'importanza che la riscossa cosacca po- trà assumere quanto prima. Il generale Ka- ledin, capo dei cosacchi del Don, è ben noto; ma i suoi compagni messi al bando dai i bolscevici » non sono meno degni del- la notorietà da lui goduta, specialmente Du- toff, il quale alla testa dei cosacchi dell'Oren- burg minaccia le comunicazioni ferroviarie fra la Russia e la Siberia a Sceliabinsk. Du- toff è presidente della grande Unione panco- sacca, che comprende tutti i cosacchi della Russia europea e della Siberia e che dirige la condotta politica dell'intera comunità. Dutoff, è, quindi, in questo momento l'uo- mo più autorevole nel mondo cosacco. Ka- ranloff, che ha sfidato nel Caucaso l'autorità dei « bolsceviki » è uno dei membri più in- fluenti del Comitato esecutivo dell'Unione ed è "anche capo di uno dei distretti cosacchi del Caucaso. Dutoff, Karanloff hanno fatto parte della deputazione che fu mandata dall'Unione pan- cosacca ad offrire la mediazione tra Kerenski ed il generale Korniloff, dopo lo sfortunato tentativo di quest'ultimo. L'offerta fu accet- tata; ma l'appello al popolo lanciato da Kor- niloff subito dopo indusse Kerenski a tron- care le trattative. Il fatto che Korniloff, Ka- ledin, Karanloff operano insième, significa che tutti i cosacchi seguono finalmente una linea di condotta comune. Delusione per le pretese tedesche Paritci, il dicembre, ore 16. L'Agenzia Radio riceve da Pietrogràdo: 'E chiaro che il Governo massimalista non dimostra più la precedente attività/ ed è in piena crisi interna. Lenin cerca di girare le difficoltà, lasciando la responsabilità delle trattative di pace alla decisione della Costi- tuente. Il Governo sembra riconoscere che è impossibile regolare la questione della pace senza l'appoggio degli Alleati, ma le condi- zioni tedesche ' equivarrebbero ad una vera catastrofe militare per la Russia. Testimoni oculari giunti da Pietrogràdo af- fermano che un serio scontro.è awevnuto a Mohilev, ex-sede del Quartiere Generale fra i marinai e la Guardia rossa del Governo e un battaglione, di attacco. Questi trasse i mari- nai e la Guardia rossa in un'imboscata, sotto il fuoco delle mitragliatrici, infliggendo loro una sanguinosa disfatta. Le truppe del Gover- no, dopo questo loro insuccesso, hanno rinun- ciato all'inseguimento di Korniloff. 1 prestiti russi all'estero Parigi, il dicembre, matt. E' stato pubblicato che i commissari del popolo a Pietrogràdo avrebbero in animo di ripudiare i prestiti che la Russia ha contrat- to all'estero. Il Governo francese considera che gli impegni finanziari presi anterior- mente a nome della Russia siano indipen- denti dai mutamenti di regime che sono so- pravvenuti e che possano .sopravvenire in quel paese e che in conseguenza tali impe- gni si impongono e si imporrebbero a tutti quelli che rappresenteranno la Rbssia. S'in- forma, intanto, che le cedole russe con sca- denza nel gennaio 1918 saranno pagate come precedentemente. {Stefani). L'impiego dei cittadini alleati in Inghilterra Iiondra, Il dicembre, matt. Il Times è informato che'il Governo conta di prendere misure per adoperare in modo più efficace i servizi dei sudditi delle nazioni amiche domiciliati in Inghilterra, i quali a- scendono a più di 100.000 nel Regno Unito ed a 40.000 a Londra. Avendo soltanto 4000 di loro risposto all'appello del Governo quando esso chiese dei volontari per i lavori di inte- resse nazionale, nuove misure si impongono. Si ha ragione di credere che, in base al nuovo decreto, tutti i sudditi delle nazioni amiche dovranno ottenere l'antorizzazazione dal Governo britannico a continuare nelle loro presenti occupazioni, altrimenti dovranno de- dicarsi ad un lavoro qualsiasi di interesse nazionale. Dopo la capitolazione il Gerusalemme Come cadde la città Londra, il dicembre, matt. Sulla capitolazione di Gerusalemme, Bo- nar Law ha dato ieri alla Camera dei Co- muni i seguenti particolari i idi generale Allenby ci informa che at- taccò le posizioni nemiche a sud e ad ovest di Gerusalemme l'8 dicembre. Le truppe avanzando sulla direzione di Betlemme, re- spinsero il nemico, e, oltrepassando Geru- salemme, si stabilirono sulla strada da Ge- rusalemme a Gerico. In pari tempo altre truppe attaccavano le forti posizioni nemi- che ad ovest e a nord-ovest di Gerico, sta- bilendosi a cavaliere della strada Gerusa- lemme-Chechem. La Città Santa, trovandosi così isolata> capitolò alle truppe del gene- rale Allenby. (Vivi applausi). « Agenti diplomatici inglesi ed il gover- natore inglese, accompagnati da rappre- sentanti italiani, francesi e maomettani, sono giunti per garantire la sicurezza del- la città e dei Luoghi Santi. « Il generale Allenby si propone di en- trare ufficialmente a Gerusalemme il gior- no il, accompagnato dai comandanti dei contingenti italiano e francese. La presa di Gerusalemme è stata alquanto ritarda- ta a causa delle grandi cure prese per evi- tare di danneggiare i luoghi santi. »- Il fiero colpo al prestigio turco Londra, il dicembre, ore 11.30. (G . E.) L'importanza militare della conqui- sta di Gerusalemme apparirà anche più gran- de quando potremo scorgere più chiaramente la vitale relazione strategica fra la Palestina e la Mesopotamia. Ma nel caso della conqui- sta della più famosa città santa del mondo, il valore militare dell'evento è inseparabile da quello politico. Come osserva il Manche- ster Guardian era il possesso della Mecca, di Medina, di Bagdad, di Gerusalemme che fa- ceva della Turchia una Potenza mondiale. Man mapo che la sua forza militare diminui- va, la Turchia tendeva sempre più ad ap- poggiare il proprio prestigio sul possesso di queste quattro città che costituivano, per così dire, le fondamenta morali della sua dignità. La Mecca fu perduta quando il Re dell'Hegia z scosse il giogo turco; Medina, se non è già perduta, lo sarà presto; Bagdad fu conqui- stata lo scorso anno dagli inglesi che ora han- no preso Gerusalemme. Così spogliato l'Im- pero ottomano non è Più che una tirannia turca puntellata dallo sforzo tedesco. In tutto l'Oriente, dovlaa' semplice forza bruta non accompagnata da una sanzione morale è un fondamento insufficiente di sicura sovranità, gli effetti di questi eventi storici si diffonde- ranno con fulminea rapidità. Ogni gloria è perduta e il turco è abbastanza orientale per leggere il proprio fato. Qualunque sia il concetto che spinse Enver Pascià e i suoi éomplici a questa disperata avventura di guerra, è certo che non è que- sta serie di disastri che si ripromettevano. Sarà difficile per essi subirli, come sarà dif- ficile per la Germania ripararti. Non soltanto l'alleanza tedesca è direttamente responsabile dei disastri turchi, ma. è sotto la direzione di uno dei migliori generali prussiani che la Turchia ha subito questo ultimo colpo. Il Daily Chronicle, che definisce la conqui- sta di Gerusalemme un avvenimento mondia- le.perchè la città è santa tanfo per i cristiani come per gli ebrei e i maomettani, esprime la convinzione che la liberazione di essa dal giogo turco produrrà una profonda impres- sione in tutta la Russia, dove abitano nume- rosissimi ebrei, e fra i devoti contadini or- todossi che, per secoli, hanno inviato il più vasto numero di pellegrini alla culla del cri- stianesimo. Il Governo inglese stabilirà in Palestina uno stato ebreo e ciò non significherà affatto la persecuzione dei maomettani o dei cristiani : d'ora innanzi, in Palestina, si svolgerà la li- bera cooperazione di tutti i credi, di tutte le razze che i turchi opprimevano. La presenza dei comandanti dei contingenti francese e italiano accanto al generale Al- lenby simboleggia per il Times l'unità degli Alleati e il carattere nobilissimo della Joro crociata per la libertà umana. Il Times dice che la bandiera britannica sventolerà sulla'città e le bandiere italiane e francese sulle scuole, sui conventi e sulle prò-, prietà nazionali. Si proclamerà la legge mar- ziale.' Vi è motivo di credere che non sarà fatto alcun tentativo per definire la situazione futura di Gerusalemme prima della Confe- renza della nace. Intanto Gerusalemme sarà trattata come città militarmente occupata. Il Daily Graphic scrive: « Il generale Allenby si è assicurato in Pa- lestina saldi vantaggi militari con un metodo brillantemente ideato e il cui coronamento la caduta di Gerusalemme è il più duro colpo portato alla autorità morale dell'impe- ro ottomano. Certo la perdita di Bagdad com- promise gravemente il prestigio turco. Quan- tunque Bagdad fosse la città dei califfi, essa non era una città santa al. tempo stesso per i musulmani, per i cristiani e per gli ebrei. » I cattolici di Londra sono stati i primi a celebrare la presa di Gerusalemme con un solenne Te Deum nella cattedrale di West- minster. Appena giunta la notizia, la gigan- tesca campana della cattedrale, che dal prin- cipio della guerra era rimasta silenziosa, suo-" à festa. Al Te Deum, cantato dal cardinale Bourne, seguì il canto dell'inno col quale gli antichi cristiani festeggiarono la liberazione dal dominio pagano. L'imponente funzione terminò col canto dell'inno nazionale inglese, che di rado si ode nelle chiese cattoliche. Do- mani sarà celebrato un Te Deum per la presa di Gerusalemme anche nella chiesa anglicana di San Paolo. La numerosa e prospera colonia israelita di Londra ha accolto con gioia la notizia del- la liberazione della Città Santa dal giogio tur- co, ed il capo rabbino, Hertz, ha ordinato speciali celebrazioni per l'avvenimento nelle sinagoghe inglesi. In un comunicato ai gior- nali, il primo rabbino dichiara che la vitto- ria del generale Allenby segnerà, forse, nella storia dell'umanità una data non meno glo- riosa di quella della presa del tempio da par- te di Giuda Maccabeo, della quale; per una curiosa coincidenza, gli israeliti di tutto il mondo commemorano l'anniversario. Re Giorgio ha telegrafato al generale Al- lenby, elogiandolo per la vittoria. Parigi, il dicembre, notte. I giornali dicono che la presa di Gerusa- lemme avrà nel mondo intero un'eco immen- sa. Essa concerne, insieme con le diverse chiese cristiane, tutte le nazioni: interessa il sionismo e porta un colpo fatale alla do- minazione turca. Dal punto di vista strategico la presa di Gerusalemme non avrà conse- guenze minori che dal punto di vista morale, poiché essa permette al corpo di spedizione di minacciare la ferrovia da Damasco a Me- dina. Assistiamo così al crollo della domina- zione turca. I giornali parigini vedono neO'.a presa, di Gerusalemme il prodromo di una prossima liberazione della Siria. {Stefani). La grande impressione in Vaticano Le reliquie del Sepolcro asportate? Soma, il dicembre, notte. (C .) Come è facile immaginare, la caduta di Gerusalemme ha prodotto in Vaticano una grandissima impressione. Dal punto di vista religioso questo è certamente l'av- venimento più importante della guerra mondiale. Per la prima volta, dall'epoca delle Crociate, la Città Santa è sottratta al dominio turco, e questa volta, speria- mo, definitivamente. Sotto tutti i riguardi la Santa Sede non può che compiacersi del- avvenimento che, restituendo al mondo cristiano il posses- so della Città Santa e del Santo Sepolcro, realizza gli obiettivi secolari del Pontifi- cato romano. La rapidità con la quale si sono com- •piute le operazioni militari e la necessità in cui si sono trovati i turchi di •capitolare prontamente, ci danno quasi la certezza che gli edifici religiosi della Città Santa, siano stati rispettati e che i turchi non ab- biano avuto il tempo di compiere rappre- saglie. Vi è però un punto nero. Infatti, da Parigi annunciano che i turchi, con l'aiuto dei tedeschi, avrebbero asportato da Ge- rusalemme e trasportato a Damasco tutti i tesori dei conventi, nonché gli oggetti sacri e le reliquie del Santo Sepolcro. Tale notizia ha prodotto negli ambienti di Pro- paganda Fide dolorosissima impressione. Ma, naturalmente, è necessario aspettare ancora informazioni particolareggiate in proposito. Se veramente i tedeschi, con la complicità dei turchi, hanno compiuto la sacrilega manomissione alla tomba di Cri- sto, avrebbero completato l'opera della EuL tur! E comunque è già un fatto notevole che nella lotta contro gli Alleati e la ci- viltà cristiana, i turchi possano. vantarsi dell'alleanza con l'Austria e la Germania. Guglielmo il luterano e Carlo il cattolicis- simo si sono trovati d'accordo noli'aiutare l'islamismo. Nella sistemazione generale che seguirà alla guerra, le grandi Potenze occidentali decideranno della sorte della Città Santa, la quale, secondo ogni probabilità, sarà posta, insieme alla Palestina, sotto il pro- tettorato. dell'Europa cristiana. Certo, la Santa Sede non potrà che mostrarsi favo- revole a tale sistemazione.. Una sola cosa forse preme al Vaticano, ed è che sia scar- tata la soluzione sionista e che, invece ,di diventare una colonia israelitica, Gerusa- lemme conservi il suo carattere attuale e resti il possesso comune di tutto il mondo cristiano.- Note e interviste romane Stoma, il dicembre, notte. Tutti i giornali questa sera dedicano com- menti e articoli illustrativi alla- liberazione dei Luoghi Santi. L'Osservatore Romano, ih una nota di re- dazione, dice : « L'entrata in Gerusalemme delle truppe inglesi è stata accolta con" com- piacenza da tutti, e specialmente dai catto- lici, i quali non possono non essere lieti che la Città Santa sia-in mano di una Potenza cristiana piuttosto che di una Potenza non cristiana. Tale sentimento di compiacenza è tanto più grande c ragionevole se si Densi ai concetti di liberta-e di equanimità che ispi- rano gli atti degli inglesi, giacché essi fanno bene sperare che siano riconosciuti e rispet- tali nella terra che fu culla della religione cristiana i diritti e gli interessi della causa cattolica. Di questo avvenimento occorre rin- graziare in particolar modo la Provvidenza, la quale non ha permesso che Gerusalemme cadesse in mano dell'ex-Impero dello Zar, giacche l'inteniperanza religiosa e l'avversità tradizionale dell'ortodossia contro la Chiesa cattolica avrebbe soppiantato e conculcato nella Città Santa i diritti di questa. » Il Giornale d'Italia rileva che la parteci- pazione di rappresentanti italiani e francesi nella grande impresa liberatrice, all'avve- nimento un carattere interalleato, che men- tre deve essere causa di legittima soddisfa- zione all'opinione pubblica dei due Paesi, anche affidamento che tutte le questioni in- ternazionali che si riallacciano ai Luoghi Santi saranno regolate di buon accordo fra l'Inghilterra, la Francia e l'Italia. La Tribuna, ricordato che fu nel convegno di San Giovanni di Moriana che venne deci- sa l'internazionalità di questa spedizione in Palestina, rileva che tale, carattere è già la. prova della internazionalità dell'assetto che sarà dato a quei luoghi, dove tanti interessi e morali e materiali di tutte le Nazioni con- vengono. L'Idea Nazionale dice essere esecrabile che due nazioni europee, una delle quali è pure cristiana, la Germania, ed una delle quali è pure cattolica, l'Austria-Ungheria, non solo siano fuori dell'avvenimento grandioso e sa- cro di questi giorni, ma contro. . Il Corriere d'Italia deplora che non si ri- peta oggi quello che per secoli si è tentato tante volte di condurre a termine, che cioè tutto il mondo cristiano, in'un cuore solo ed in un solo impulso, si sia trovato associato nella lotta contro i musulmani. Parecchie interviste pubblica questa sera' l'« Agenzia Volta ». Mons. Duchesne che è, cbme noto, uno degli immortali dell'Accade- mia di Francia, ha detto: « Io credo che la vittoria degli Alleati sul mondo turco possa giovare moltissimo agli interessi della pace europea. E' Un'altra fronte quella d'Oriente, dove importa vincere. Quanto al possesso dei Luoghi Santi, la risoluzione della cosa non si vede molto semplice, perché non si deve di- menticare che se Gerusalemme è sacra per i cristiani, lo è pure per i musulmani e che gli ebrei rivendicano insistentemente il do- minio di quel paese. Le cose certo si acco- moderanno nella Conferenza per la pace, ma non senza qualche difficoltà tanti sono gli ele- menti che entrano nella soluzione del proble- ma. La Potenza più adatta a primeggiare in Palestina sarebbe, a mio avviso, l'Italia, la, quale già da tempo ha saputo risolvere una questione difficilissima: la convivenza del Papa e del Governo italiano in Roma. L'Italia potrà anche essere la più abile a governare quel mondo così intricato e complesso. » Ferdinando Martini ha detto: «Tutto ciò che si strappa alla Turchia è un acquisto per la civiltà. » L'on. Don Leone Caetahi, notissimo orienta- lista, ha dichiaralo che la presa di Gerusa- lemme avrà una ripercussione morale pro- fonda nel mondo islamitico..« Il trionfo degli inglesi soggiunto nella conquista del- la Siria significherà la liberazione di tutti gli arabi dalla servitù turca. Dei tre maggiori centri morali e politici del mondo arabo mu- sulmano, il Cairo, Bagdad e Damasco, i due primi sono già in potere dell'l*ghiilterra e se gli inglesi e i francesi potranno conquistare e tenere anche Damasco, l'effetto morale sul mondo musulmano, specialmente in Arabia, sarà immenso. Porremo allora annunziare la fine definitiva dell'usurpazione ottomana del Califfato e il crollo della Turchia come» po- tenza rappresentatrice dell'Islam. » Numerosi ostaggi ebrei presi dai turchi Parigi, il dicembre, notte. Il Temps ha da Alessandria : « Secondo no- tizia da Giaffa, i turchi portarono, seco, nel ritirarsi dinanzi alle forze britanniche, t nu- merosissimi ostaggi presi tra i notabili ebrei di Gerusalemme e nella città Vicine. Ostaggi furono presi anche in tutta la Siria, ciò che provoca rivolte popolari, specialmente a Da- masco. » (Stefani).

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Ricomincia il bombardamento tra Brenta e Piave Due corazzate silurate nel golfo di Trieste: la ''Wien" affondata

Il comunicato di Diaz il Dicembre

- Lungo tutta la fronte azioni di artiglieria con intensi duelli di fuoco tra Brenta

e Piave e notevole attività delle batterie avversarie, controbattute dalle nostre, nella zona litoranea.

Nelle prime ore del pomeriggio, in regione Capo Sile, un forte tentativo nemi-

co di riprenderci le posizioni di Agenzia .Zuliani, largamente preparato dall'arti-glieria, venne sanguinosamente e netta-mente respinto. Il nemico dovette ritirar, si,lasciando moltee perdite sul terreno e qualche decina di prigionieri nelle no-stre mani.

Due velivoli nemici, colpiti in combat-timento aereo, sono precipitati l'uno a Noventa di Piave e l'altro, per opera di [aviatori alleati, presso il ponte di Priula.

Firmato: DIAZ.

\ A proposito del tentativo nemico nellareligionee del basso Piave, una nota dell'Agenzia

■iStefani dice: jr II nemico annette grande importanzaallee

trincee di Agenzia Zuliani, a est di Spapo Sile. Nei suoi bollettini l'effimera Occupazione riuscitagli col noto attacco amasse

compiuto all'alba del 9, era narrata Icome l'espugnazione della testa di ponte di Bressanin, e se ne attribuiva l'onore al 132° reggimento degli honved ungheresi. ; Quando l'annuncio austriaco si pubbli-leava, la modestissima posizione, per laQuale il nome di testa di ponte appare

forse eccessivo, era già tornata nV nostro possesso, grazie alla piccola, ma brillante Azione notturna di cui parlava il bollet-tino di ieri.

Verso il mezzogiorno di ieri il nemico tentava di riconquistare la posizione. Due battaglioni, avvicinatisi dopo intensa pre-parazione di artiglieria alla nostra linea, lanciavano innanzi una prima ondata di assalto che giungeva fin presso i reticolati, hia che ivi veniva annientata dal nostro fuoco di mitragliatrici e di fucileria. I po-chi superstiti si lasciavano catturare, i rin-calzi rinunziavario all'impresa e ripiegava-no in fretta.

i Si è saputo dai prigionieri che l'assalto fcra stato tentato da due battaglioni di Quello stesso 32° reggimento honwed che il [bollettino-austriaco aveva elogiato per l'a-zione del giorno 9. (Stefani).

Il nemico sposta numerose forze sugli Altipiani e sul Grappa

Zona di guerra, il dicembre. L'attività del nemico riprende e possia-

mo prevedere nuove azioni di fanteria delle Quali i bombardamenti di cui parla il bol-lettino sembrano il preannunzio. Gli au-stro-tedeschi continuano sistematicamente fa loro pressione sulla fronte montuosa, ri-tenuta più adatta alla ricerca del successo strategico. Fedeli al programma tante volte annunziato sui loro giornali, essi tendono a quello sfondamento dal nord che dovreb-be, secondo i loro intendimenti, portare ad Una irruzione nella pianura alle spalle del-lo schieramento nostro sul Piave. • I piccoli attacchi e contrattacchi operati avantieri e ieri sul Vecchio Piave, alla te-sta di ponte di Capo Sile, in una regione difficilmente sfruttabile per vaste opera-zioni, tutta inondata, tagliata da canali, coperta di stagni, sono probabilmente azio-ni dimostrative, oppure hanno lo scopo di Mantenere la combattività nelle truppe da tempo inoperose. In realtà la linea del Pia-ve appare divenuta quasi secondaria rispetto alla linea dei monti, quando si con-

sidera la nuova dislocazione delle forze ne-olitiche come essa appare dai contatti lungola fronte. Tutto induce a ritenere che le

'forze nemiche sul Piave siano sensibilmen-te assottigliate per nutrire di maggiori masse le operazioni sulle zone montuose fra Piave e Brenta e, più ancora, fra Bren-ta ed Àstico. Le divisioni tedesche che ope-ravano fra Vidor e Monte Pallone sarebbe-ro passate più ad occidente, forse anche per usufruire della ferrovia della Valsu-gàna che, per Trento, si trova in diretta connessione colle comunicazioni dplla Ba-viera meridionale. Insomma, se le impres-sioni che si hanno non fallano, le masse ^nemiche si sarebbero rinserrate sulla loro 'destra per portare il massimo del loro peso Isugli altipiani e sul Grappa.

L'attività delle artiglierie avversarie dai Vrimi giorni di dicembre e stata notevole anche sulla zona occidentale degli altipia-ni, dal Cengio al Kaberlaba, lasciando supporre un probabile allargamento della lotta sulla nostra sinistra fino all'Astico. Dopo l'ultima battaglia questa preparazio-ne di artiglierie è divenuta ad intervalli Più intensa, foriera forse di attacchi che tentino di continuare verso occidente la

'manovra di scalzamento cominciata sulle Uelette. L In questi ultimi giorni di sosta, il nemico

'ha effettuato movimenti e lavori fra Asiago e la Val Brenta, ed è questa'alacrità che

, le nostre squadre aeree sono andate a bat-tere bombardando e mitragliando. Per na-scondersi, gli austriaci hanno eretto di not-tetempo . numerose frascature, maschera-dienti di strade dietro i quali hanno ese-guito spostamenti di artiglierie e di depo-siti. I La quiete era soltanto apparente. Ieri i Cannoni, ravvicinati, hanno ricominciato i tiri. Durante i combattimenti che hanno condotto al nostro arretramento dal sa-liente Sisemol-Badenecche, le artiglierie italiane, postate al di là della Val Brenta

sulle pendici occidentali del Grappa, han-no attivamente concorso con un fuoco flan-cheggiante attraverso la , vallata. Ora le batterie austriache, portate avanti sul ter-reno sgombrato da noi dopo le ultime azio-ni, hanno ripreso in senso inverso quella cooperazione iniziando il fuoco non contro le nostre posizioni di fronte a loro, ma con-tro quelle sulle balze del Grappa battendo, cioè, di infilata Col Caprile, Col della Be-retta fin verso i costoni del Prassolan. Per riprendere l'azione gli austro-tedeschi non aspettavano che questa sistemazione di ar-tiglierie la quale permette una concentra-zione di fuoco la cui efficacia noi stessi provammo quando, per respingere gli as-salti della divisione « Edelweiss » contro il Col della Beretta, i nostri cannoni di oltre Brenta falciavano le schiere degli assali-tori. ■

I bombardamenti dei quali parla il bol-lettino odierno, pure estendendosi fra Pia-ve e Brenta sopra tutto il nodo montuoso, hanno maggiore intensità verso il Brenta dove una ripresa in forze degli attacchi contro il Col della Beretta e Col Moschin, rimasti più scoperti, sembra ritenersi pro-babile. Stamani, verso le ore 3, il Col della Beretta era battuto da un fuoco tambureg-giante con una grande percentuale di gra-nate a gas; i tiri di demolizione, fatti con

.ogni calibro, hanno più tardi cominciato a variare di ritmo con soste improvvise e riprese infernali.

II tempo è cambiato; piove sulla pianura e una neve sottile cade sulle vette; ma non sembra ancora vicina una grande nevi-cata di quelle che fermano le battaglie en.tre

molli spessori gelali e che impongono la tregua bianca della montagna. Questo ne- j vischio non fa che tenebrare.

Luigi Bar-ini

Il trasporto dei franco-inglesi in Italia Le difficolta dell' impresa

Londra, il dicembre, ore 10.30 (G . E.) L'annunzio che le forze inglesi e

francesi hanno preso il loro posto sulla linea italiana ha prodotto viva soddisfazione in questo pubblico. I critici militari esaminano la vasta operazione costituita dal trasporto di larghe forze da un teatro di guerra all'al-tro. Essa ha occupato circa cinque settimane e il critico militare della Morning Post nota che se questo può sembrare un lungo periodo, bisogna tener conto della potenzialità delle ferrovie. Questa potenzialità dipende non sol-tanto dal numero delle linee, ma anche dal numero delle piattaforme disponibili per il carico e lo scarico delle truppe e dei materiali-

come dalla quantità del materiale ro-tabile e dalla circostanza se le ferrovie sono a doppio binario o semplice. La velocità, me-dia dei treni militari varia dai 30 ai 37 chi-lometri all'ora e, secondo calcoli tedeschi, quaranta treni per giorno possono percorrere una linea a doppio binario e venti una linea a binario unico. Per il lavoro continuo, le macchine non possono essere impiegate a percorrere più di 90 chilometri al giorno sen-za soffrire. Il tempo impiegato a cambiare le macchine e gli altri ritardi normali sono cal-colati in questa velocità media. Una forza di 10.000 uomini con la dotazione normale di. ar-tiglieria e i servizi non combattenti richiede, per il suo trasporto, 60 treni comprendenti oltre 1700 vagoni.

Da ciò risulta come il trasporto di vaste forze rappresenti una difficile impresa per un paese che debba provvedere simultanea-mente ai rifornimenti di vasti eserciti sulla propria front". Siccome soltanto due linee ferroviarie erano disponibili, fu necessario ricorrere anche a marce sulle strade, e una forza di 10.000 uomini, coi suoi materiali, spiegata su una strada, ne occuperebbe la lunghezza di circa 12 chilometri. Secondo te-legrammi dei corrispondenti inglesi, le trup-pe alleate avrebbero marciato, con una media di 22 chilometri*al giorno, ciò che può cion-siderersi una buona velocità, poiché la fatica della marcia aumenta con la lunghezza della colonna, e ciò che costituirebbe una facile marcia per un battaglione, costituisce una marcia forzata per una divisione che si muo-va su un'unica strada.

I disertori possono consegnarsi fino al 29 dicembre

Soma, 11 dicembre, notte. La Gazzetta Ufficiale pubblica il seguente

decreto: Art. 1. — I militari di terra e di mare col-

pevoli di diserzione che alla data del presente decreto siano tuttora latitanti in Italia o nelle colonie italiane, andranno esenti dall'arresto, dalla detenzione preventiva e dalia pena comminata per il reato di diserzione se si presenteranno entro il 29 dicembre 1917 ad una autorità militare qualunque, salvo che si tratti; 1) di militari disertori di un riparto di prima linea, in presenza del nemico ; 2) di militari disertori per la terza volta, nono-stante l'ammonimento. Le stesse disposizioni si applicano ai disertori che si siano già spontaneamente presentati anteriormente o in seguitoci bandi 2 e 14 novembre del Comando Supremo del R . Esercito.

Art. 2. — Coloro che non si presenteranno, entro il termine stabilito saranno condannati, anche in contumacia, all'ergastolo e la .sen-tenza di condanna, anche se pronunziata in contumacia, produrrà immediatamente a ca-rico del condannato l'interdizione legale, l'in-terdizione perpetua dai pubblici uffici, la pri-vazione della patria potestà, la privazione del-l'autorità maritale, la privazione della facoltà di testare e la nullità dei testamenti già fatti. La sentenza potrà inoltre ordinare la confisca parziale o totale dei beni del condannato, che verrà immediatamente eseguita anche se la sentenza sia stata pronunziata in contuma-cia. La sentenza di condanna sarà affissa alla porta di casa dell'ultima abitazione del condannato.

Art. 3. — La cognizionè del reato di cui al-l'articolo precedente apparterrà al Tribunale militare nella cui giurisdizione venga ese-guito l'arresto e se debbasi procedere in con-tumacia, al Tribunale militare nella cui giu-risdizione ha sede il distretto militare di le-va dell'imputato.

Art. 4. - il disertore armato oaccompagnato daa una o più persone armate che si

rifiuti di obbedire alla prima intimazione di arrendersi, ovvero faccia uso delle armi, è punito di morte. Alla stessa pena soggiaciono le persone armate che 'accompagnano il di-sertore. Il giudizio sarà in ogni caso di com-petenza, dei Tribunali militari.

Art. 5. — Chiunque, anche se prossimo con-giunto, dopo il 29 dicembre 1917 concorrerà a sottrarre alle ricerche dell'autorità-.il mili-tare colpevole di diserzione, o gli sòmmini-streTà vitto o alloggio, o con qualunque altro mezzo favorirà la diserzione e il prolungarsi della medesima, è punito con la reclusione da 3 a 15 anni se trattasi di disertore armato e con la reclusione da 1 a 5 anni se trattasi di disertore non armato. Il giudizio sarà di competenza dei Tribunali militari.

Un successivo art. 6 stabilisce l'estensione di disposizioni relative alla forza pubblica nell'applicazione del decreto e determina che funzionari, agenti e militari incaricati di que-sta non potranno essere sottoposti a procedi-mento penale per avere fatto uso delle armi in servizio, se non in seguito ad autorizza-zione a procedere concessa da upa Commis-sione speciale all|uopo costituita presso il Ministero di Grazia e Giustizia.

Il decreto entra in vigore da domani. i

La sorpresa nel golfo di Trieste ROMA, il dicembre, notte.

Il Capo di Stato Maggiore della Mari-na comunica:

Nella notte dal 9 al 10 il nostro navi-glio sottile, aprendosi il varco attraverso varie ostruzioni sopracquee e subacquee, entrava nel porto di Trieste e lanciava contro due navi, tipo « Monarch », quat-tro siluri, i quali esplosero tutti. Una delle navi, Ja « Wien» , è colata a picco.

Quantunque fatte segno a lancio di si-luri ed intenso fuoco del nemico le no-stre unità sono rientrate incolumi nelle loro basi.

Firmato: THAON DI REVEL.

Le formidabili difese superate Roma, Il dicembre, notte.

Non è la prima volta che nostre siluranti sorprendono la vigilanza del nemico nei suoi porti muniti, penetrando a Trieste e persino a Pola, La perizia e l'ardimento necessari a tali imprese scaturiscono da una nozione, anche elementare, del modo come

oggi giorno sono difesi i porti nei quali stazionano navi da guerra. Accen-niamo brevemente a tali difese.

Bene' al di fuori delle bocche di accesso sono disposti bandai di torpedini — mine subacque , cioè esplodenti all'urto -; più in dentro, in prossimità delle bocche, mine, molto .più grandi girinot i più profon-damente affondate, che possono esplodere elettricamente quando vigili osservatori da terra, coll'aiuto di strumenti appositi, giu-dicano che la nave nemica sia entrata nel raggio di azione del ginnoto, vale a dire sia giunta ad una tale distanza da uno di essi che, facendolo brillare, la nave affon-di, o per lo meno, sia gravemente offesa. Potenti riflettori elettrici, incrocianti i lo-ro fasci, illuminano gli specchi di acqua lontani e prossimi dove queste mine giac-ciono. Navi-pattuglie perlustrano, E oltre a tutto ciò, grossi cavi di acciaio sono di-stesi in vari ordini per ostruire le bocche, e profonde reti di acciaio, anche esse di-sposte in vari ordini, impediscono il passo ai sommergibili. Batterie di cannoni pro-teggono gli approcci Vedette in punti op-portuni ed elevati vigilano continuamente. Nell'interno del porto,. navi leggere sono pronte ad accorrere là ove è sospettata, la presenza del nemico. E a Trieste anche una batteria di lancio di siluri si aggiunge alle altre difese. -

Tutte queste serie di ostacoli devono es-sere superate; tanta vigilanza deve essere sorpresa per penetrare in un porto munito. Occorrono quindi una grande perizia ed un ardimento pari «jd essa in chi tenta sì ardua impresa, e sapienza nei dirigenti che l'affrontano, affinchè le -cose siano predi-sposte, così da dare man forte agli audaci, se il loro tentativo 'fallisce o se iTnèniico insegue.

Il pubblico suoi© giudicare le azioni sol-tanto in base ai risultati conseguiti, in base cioè alla fortuna che sortono.; ma quale at-testazione delle gagliarde virtù militari della nostra marina, è invece indifferente se i siluri lanciati dalle siluranti che han-no vinto gli ostacoli poderosi, che hanno sorpresa la vigile sorveglianza, colpiscono un piroscafo, o urrà vecchia corazzata o una dreadnought. Nelle tenebre fitte, o fra gli accecanti bagliori dei fasci luminosi dei riflettori elettrici che in ansiosi e di-sordinati movimenti ricercano gli assalito-ri, il siluro . è'lanciato contro la massa oscura trovantesi a portata dell'arma e che l'occhio esperto percepisce essere un basti-mento.

Questa volta però la tenacia in superbi ardimenti dei comandanti degli equipaggi del nostro naviglio sottile sortì fortuna, e almeno una corazzata, sorgente all'ancora nelle sicure acque di un porto protetto,vè stata distrutta. Era la Wien, gemella alla Budapest e alla Monarch. era stata varata nel 1895; aveva un dislocamento di 5fi00 tonnellate; era armata con quattro canno-ni Krupp di 240 millimetri, sei cannoni del-la fabbrica Skoda di 152 millimetri, 12 can-noni di 47 millimetri e portava un equi-paggio di 441 persone.

Questo è ciò che fa la nostra Marina: poiché le navi nemiche non tentano il ma-re, le va a scovare nei porti muniti.

Una spesa di tre miliardi per l'assicurazione sulla vita dei combattenti

Roma, il <jicembre, notte. A quanto afferma il Giornale d'Italia, il Go-

verno sta già lavorando attivamente perché la provvidenza dell'assicurazione gratuita a favore dei combattenti si realizzi nel minor tempo possibile. Si assicura, anzi, essere in-tendimento dell'Istituto Nazionale delle Assi-curazioni di far pervenire ai riparti mobilitati in zona di guerra la polizza di assicurazione prima' della fine dell'anno, affinchè i soldati possano mandare la cedola speciale alle loro famiglie vo a coloro cui intendono lasciare il premio di assicurazione in caso di morte.

L'Idea Nazionale specifica che l'assicurazio-ne gratuita elargita dalla nazione ai militari che si trovano alla fronte importa allo Stato una spesa di tre miliardi ed esorta a spiegare ai militari stessi l'alto significato morale di questo dono.

Sulle varie fronti Fronte anglo-francese. — Nella giornata del 10

— secondo 1 comunicati insrlesl — a sud e sud-est di Cambra! l'artiglieria tedesca è stata nuovamente attiva, ed ha pure avuto una recrudescenza a est ed a nord-est di Ypres. specie. In vicinanza del bosco del Poliscono e di Passchendaele. A sud della Scarpe e a nord della Lys pure attivissima azione delle due artiglierie e delle squadriglie aeree. Gli inglesi hanno eseguito un efficace colpo di mano a est di Boursies (Cambra!) ; un tentativo nemico a est di Epehy, seguito a violento bombardamento, è stato respinto.

Grande attività delle opposte artiglierie è segna-lata dai francesi tra l'Aisne e l'Oise, nella Cham-pagne, nella regione di Main de Masslges, sulla riva destra della Mosa e in alta Alsazia nella gior-nata del 10. Al bosco di La Chaume e verso la trincea di Calonne due colpi di mano tedeschi non sono riusciti.

I tedeschi dicono che nel pomeriggio dell'11 si ebbero nelle Fiandre e dallo Scarpe alla Somme numerosi violenti duelli di artiglieria. L'attività di fuoco fu viva anche su tutta la fronte più a sud. A nord-est» di Craonne riuscito azioni di sorpresa di distaccamenti d'assalto tedeschi. Le squadriglie aeree furono attivissime, specialmente sulla fronte francese, ove avvenne un violento duello aereo.

In Macedonia. '"— Le azioni di artiglieria hanno ripreso con una certa intensità — secondo un co-municato francese —da una parte e dall'altra del Vardar e nella regione dei laghi. Sullo Stroma scontri di pattuglie. Due forti pattuglie nemiche sono state respinte dai serbi nella regione del fiume Bistiitza. •.'-...

Le condizioni di vita e di animo in Austria secondo un informatore svizzero

Parigi, il dicembre, ore 9.30 Ecco quali sarebbero, secondo un informa-

tore svizzero del Matin. le condizioni interne dell'Austria, dove egli ha risieduto durante questi ultimi due anni.

Mai paese più dell'Austria è stato sulla so-glia della rovina. La cosa sulla quale bisogna concentrare l'attenzione è l'odio inestinguibile fra austriaci ed ungheresi da una parte e tede-schi ed ungheresi dall'altra. In Austria regna la più terribile miseria ed in tutte le classi si teme per la ventura primavera una carestia spaventosa di cui si attribuisce già la colpa agli ungheresi e ai tedeschi. Questi si inten-dono perfettamente nello spogliare l'Austria la quale, temendo peggiori rappresaglie, non osa sollevare la minima protesta ufficiale. Co-sì nella questione della ripartizione del grano romeno, i tedeschi si fecero la parte del leone, gli ungheresi ebbero pure una buona parte e il resto rimase ai bulgari e ai turchi, mentre-nulla hanno avuto gli austriaci. Questi non osano accusare i tedeschi, e dicono che i col-pevoli sono gli ungheresi i quali non hanno rispettato la convenzione secondo la quale l'Austria doveva avere non solo una parte del grano romeno, ma anche una parte di quello ungherese.

« In seguito a questo stato di cose — con-tinua l'informatore — in Austria le sommosse succedono alle sommosse, le scene di saccheg^ gio alle scene di saccheggio, le manifestazioni alle manifestazioni. Spesso questi disordini sono repressi nel sangue come è avvenuto a Pilsen quando gli operai, delle officine « Sko-da » abbandonarono il lavoro per fare dimo-strazioni sulla piazza. Già prima, per mani-festare il loro malcontento, avevano fatto sai-, tare due laboratorii ed un deposito di polveri. I danni furono considerevoli. Per ristabilire l'ordine il Governo mandò sul posto distac-camenti di fanteria e di cavalleria ungheresi che furono implacabili nella repressione. Nel cortile delle officine era stato stabilito un, vero campo trincerato irto di baionette e di mitra-gliatrici; vi furono oltre 200 morti e feriti. Nel contempo abbandonavano il lavoro anche. i metallurgici di Praga e il loro esempio era seguito dai- tramvieri e, durante otto giorni, anche dai ferrovieri. Questi ultimi cessarono di lavorare in segno di protesta contro l'invio di viveri dalla Boemia in Germania.

« Quello che maggiormente colpisce è la mancanza di uomini. Tutti infatti, eccettuati gli operai indispensabili alle officine, sono sotto le armi. Tutti gli uomini dai 18 ai 50 anni sono alla fronte e quelli dai 50 ai 54 assi-curano l'approvvigionamento e i servizi di tappa. Infine è già stato affisso l'ordine di arruolamento per il gennaio prossimo dei nati nel 1901. Al momento del passaggio dei rinforzi tedeschi per la fronte italiana, i sol-dati di Guglielmo si lagnavano che la loro razione di pane fosse stata ridotta due volte nelle ultime due settimane e dicevano che, se il fatto si fosse ripetuto, le ribellioni locali già verificatesi, si sarebbero estese.

« Gli austriaci di ogni classe dicono che la pace deve avere luogo al più tardi per la prossima primavera, perché i\ popolo non potrebbe sopportare più a lungo quello che ha sofferto in questi ultimi due mesi.

• Ora si parla dappertutto della coopera-zione austriaca nelle operazioni di gran lena che i tedeschi preparerebbero contro la Fràn-cia, per ottenere un risultato definitivo, pri-ma che l'esercito americano renda impossi- ! bile l'attuajione di simile progetto. Io stesso, in un albergo di Praga, ho incontrato sot-tufficiali austriaci che dichiaravano di re-carsi alla fronte francese ed assicuravano che i loro superiori lì avevano prevenuti che sarebbero stati inviati in Francia per ricam-biare ai tedeschi l'aiuto, da questi dato contro gli italiani »

Alla Camera ungherese il ministro della di-fesa nazionale ha dichiarato che il 44.50 per cento della popolazione maschile fra i 18 ed i i 50 anni si trova sul teatro della guerra. Il contingente austriaoo è di 1.67 per cento mi-nore; ma l'equilibrio sarà ristabilito.

IN RUSSIA

L'unione di tutti i cosacchi Londra, il dicembre, ore 1

(G . C.) Il corrispondente del Daily Tele-graph mette in rilievo come i nbmi dei capi cosacchi proscritti nell'isterico proclama del Governo di' Lenin bastino a lasciar compren-dere l'importanza che la riscossa cosacca po-trà assumere quanto prima. Il generale Ka-ledin, capo dei cosacchi del Don, è ben noto; ma i suoi compagni messi al bando dai i bolscevici » non sono meno degni del-la notorietà da lui goduta, specialmente Du-toff, il quale alla testa dei cosacchi dell'Oren-burg minaccia le comunicazioni ferroviarie fra la Russia e la Siberia a Sceliabinsk. Du-toff è presidente della grande Unione panco-sacca, che comprende tutti i cosacchi della Russia europea e della Siberia e che dirige la condotta politica dell'intera comunità.

Dutoff, è, quindi, in questo momento l'uo-mo più autorevole nel mondo cosacco. Ka-ranloff, che ha sfidato nel Caucaso l'autorità dei « bolsceviki » è uno dei membri più in-fluenti del Comitato esecutivo dell'Unione ed è "anche capo di uno dei distretti cosacchi del Caucaso.

Dutoff, Karanloff hanno fatto parte della deputazione che fu mandata dall'Unione pan-cosacca ad offrire la mediazione tra Kerenski ed il generale Korniloff, dopo lo sfortunato tentativo di quest'ultimo. L'offerta fu accet-tata; ma l'appello al popolo lanciato da Kor-niloff subito dopo indusse Kerenski a tron-care le trattative. Il fatto che Korniloff, Ka-ledin, Karanloff operano insième, significa che tutti i cosacchi seguono finalmente una linea di condotta comune.

Delusione per le pretese tedesche Paritci, il dicembre, ore 16.

L'Agenzia Radio riceve da Pietrogràdo: 'E chiaro che il Governo massimalista non

dimostra più la precedente attività/ ed è in piena crisi interna. Lenin cerca di girare le difficoltà, lasciando la responsabilità delle trattative di pace alla decisione della Costi-tuente. Il Governo sembra riconoscere che è impossibile regolare la questione della pace senza l'appoggio degli Alleati, ma le condi-zioni tedesche ' equivarrebbero ad una vera catastrofe militare per la Russia.

Testimoni oculari giunti da Pietrogràdo af-fermano che un serio scontro.è awevnuto a Mohilev, ex-sede del Quartiere Generale fra i marinai e la Guardia rossa del Governo e un battaglione, di attacco. Questi trasse i mari-nai e la Guardia rossa in un'imboscata, sotto il fuoco delle mitragliatrici, infliggendo loro una sanguinosa disfatta. Le truppe del Gover-no, dopo questo loro insuccesso, hanno rinun-ciato all'inseguimento di Korniloff.

1 prestiti russi all'estero Parigi, il dicembre, matt.

E' stato pubblicato che i commissari del popolo a Pietrogràdo avrebbero in animo di ripudiare i prestiti che la Russia ha contrat-to all'estero. Il Governo francese considera che gli impegni finanziari presi anterior-mente a nome della Russia siano indipen-denti dai mutamenti di regime che sono so-pravvenuti e che possano .sopravvenire in quel paese e che in conseguenza tali impe-gni si impongono e si imporrebbero a tutti quelli che rappresenteranno la Rbssia. S'in-forma, intanto, che le cedole russe con sca-denza nel gennaio 1918 saranno pagate come precedentemente. {Stefani).

L'impiego dei cittadini alleati in Inghilterra Iiondra, Il dicembre, matt.

Il Times è informato che'il Governo conta di prendere misure per adoperare in modo più efficace i servizi dei sudditi delle nazioni amiche domiciliati in Inghilterra, i quali a-scendono a più di 100.000 nel Regno Unito ed a 40.000 a Londra. Avendo soltanto 4000 di loro risposto all'appello del Governo quando esso chiese dei volontari per i lavori di inte-resse nazionale, nuove misure si impongono. Si ha ragione di credere che, in base al nuovo decreto, tutti i sudditi delle nazioni amiche dovranno ottenere l'antorizzazazione dal Governo britannico a continuare nelle loro presenti occupazioni, altrimenti dovranno de-dicarsi ad un lavoro qualsiasi di interesse nazionale.

Dopo la capitolazione il Gerusalemme Come cadde la città

Londra, il dicembre, matt. Sulla capitolazione di Gerusalemme, Bo-

nar Law ha dato ieri alla Camera dei Co-muni i seguenti particolari i

idi generale Allenby ci informa che at-taccò le posizioni nemiche a sud e ad ovest di Gerusalemme l'8 dicembre. Le truppe avanzando sulla direzione di Betlemme, re-spinsero il nemico, e, oltrepassando Geru-salemme, si stabilirono sulla strada da Ge-rusalemme a Gerico. In pari tempo altre truppe attaccavano le forti posizioni nemi-che ad ovest e a nord-ovest di Gerico, sta-bilendosi a cavaliere della strada Gerusa-lemme-Chechem. La Città Santa, trovandosi così isolata> capitolò alle truppe del gene-rale Allenby. (Vivi applausi).

« Agenti diplomatici inglesi ed il gover-natore inglese, accompagnati da rappre-sentanti italiani, francesi e maomettani, sono giunti per garantire la sicurezza del-la città e dei Luoghi Santi.

« Il generale Allenby si propone di en-trare ufficialmente a Gerusalemme il gior-no il, accompagnato dai comandanti dei contingenti italiano e francese. La presa di Gerusalemme è stata alquanto ritarda-ta a causa delle grandi cure prese per evi-tare di danneggiare i luoghi santi. »-

Il fiero colpo al prestigio turco Londra, il dicembre, ore 11.30.

(G . E.) L'importanza militare della conqui-sta di Gerusalemme apparirà anche più gran-de quando potremo scorgere più chiaramente la vitale relazione strategica fra la Palestina e la Mesopotamia. Ma nel caso della conqui-sta della più famosa città santa del mondo, il valore militare dell'evento è inseparabile da quello politico. Come osserva il Manche-ster Guardian era il possesso della Mecca, di Medina, di Bagdad, di Gerusalemme che fa-ceva della Turchia una Potenza mondiale. Man mapo che la sua forza militare diminui-va, la Turchia tendeva sempre più ad ap-poggiare il proprio prestigio sul possesso di queste quattro città che costituivano, per così dire, le fondamenta morali della sua dignità. La Mecca fu perduta quando il Re dell'Hegia z scosse il giogo turco; Medina, se non è già perduta, lo sarà presto; Bagdad fu conqui-stata lo scorso anno dagli inglesi che ora han-no preso Gerusalemme. Così spogliato l'Im-pero ottomano non è Più che una tirannia turca puntellata dallo sforzo tedesco. In tutto l'Oriente, dovlaa' semplice forza bruta non accompagnata da una sanzione morale è un fondamento insufficiente di sicura sovranità, gli effetti di questi eventi storici si diffonde-ranno con fulminea rapidità. Ogni gloria è perduta e il turco è abbastanza orientale per leggere il proprio fato.

Qualunque sia il concetto che spinse Enver Pascià e i suoi éomplici a questa disperata avventura di guerra, è certo che non è que-sta serie di disastri che si ripromettevano. Sarà difficile per essi subirli, come sarà dif-ficile per la Germania ripararti. Non soltanto l'alleanza tedesca è direttamente responsabile dei disastri turchi, ma. è sotto la direzione di uno dei migliori generali prussiani che la Turchia ha subito questo ultimo colpo.

Il Daily Chronicle, che definisce la conqui-sta di Gerusalemme un avvenimento mondia-le.perchè la città è santa tanfo per i cristiani come per gli ebrei e i maomettani, esprime la convinzione che la liberazione di essa dal giogo turco produrrà una profonda impres-sione in tutta la Russia, dove abitano nume-rosissimi ebrei, e fra i devoti contadini or-todossi che, per secoli, hanno inviato il più vasto numero di pellegrini alla culla del cri-stianesimo.

Il Governo inglese stabilirà in Palestina uno stato ebreo e ciò non significherà affatto la persecuzione dei maomettani o dei cristiani : d'ora innanzi, in Palestina, si svolgerà la li-bera cooperazione di tutti i credi, di tutte le razze che i turchi opprimevano.

La presenza dei comandanti dei contingenti francese e italiano accanto al generale Al-lenby simboleggia per il Times l'unità degli Alleati e il carattere nobilissimo della Joro crociata per la libertà umana.

Il Times dice che la bandiera britannica sventolerà sulla'città e le bandiere italiane e francese sulle scuole, sui conventi e sulle prò-, prietà nazionali. Si proclamerà la legge mar-ziale.' Vi è motivo di credere che non sarà fatto alcun tentativo per definire la situazione futura di Gerusalemme prima della Confe-renza della nace. Intanto Gerusalemme sarà trattata come città militarmente occupata.

Il Daily Graphic scrive: « Il generale Allenby si è assicurato in Pa-

lestina saldi vantaggi militari con un metodo brillantemente ideato e il cui coronamento — la caduta di Gerusalemme — è il più duro colpo portato alla autorità morale dell'impe-ro ottomano. Certo la perdita di Bagdad com-promise gravemente il prestigio turco. Quan-tunque Bagdad fosse la città dei califfi, essa non era una città santa al. tempo stesso per i musulmani, per i cristiani e per gli ebrei. »

I cattolici di Londra sono stati i primi a celebrare la presa di Gerusalemme con un solenne Te Deum nella cattedrale di West-minster. Appena giunta la notizia, la gigan-tesca campana della cattedrale, che dal prin-cipio della guerra era rimasta silenziosa, suo-" né à festa. Al Te Deum, cantato dal cardinale Bourne, seguì il canto dell'inno col quale gli antichi cristiani festeggiarono la liberazione dal dominio pagano. L'imponente funzione terminò col canto dell'inno nazionale inglese, che di rado si ode nelle chiese cattoliche. Do-mani sarà celebrato un Te Deum per la presa di Gerusalemme anche nella chiesa anglicana di San Paolo.

La numerosa e prospera colonia israelita di Londra ha accolto con gioia la notizia del-la liberazione della Città Santa dal giogio tur-co, ed il capo rabbino, Hertz, ha ordinato speciali celebrazioni per l'avvenimento nelle sinagoghe inglesi. In un comunicato ai gior-nali, il primo rabbino dichiara che la vitto-ria del generale Allenby segnerà, forse, nella storia dell'umanità una data non meno glo-riosa di quella della presa del tempio da par-te di Giuda Maccabeo, della quale; per una curiosa coincidenza, gli israeliti di tutto il mondo commemorano l'anniversario.

Re Giorgio ha telegrafato al generale Al-lenby, elogiandolo per la vittoria.

Parigi, il dicembre, notte. I giornali dicono che la presa di Gerusa-

lemme avrà nel mondo intero un'eco immen-sa. Essa concerne, insieme con le diverse chiese cristiane, tutte le nazioni: interessa il sionismo e porta un colpo fatale alla do-minazione turca. Dal punto di vista strategico la presa di Gerusalemme non avrà conse-guenze minori che dal punto di vista morale, poiché essa permette al corpo di spedizione di minacciare la ferrovia da Damasco a Me-dina. Assistiamo così al crollo della domina-zione turca. I giornali parigini vedono neO'.a presa, di Gerusalemme il prodromo di una prossima liberazione della Siria. {Stefani).

La grande impressione in Vaticano Le reliquie del Sepolcro asportate?

Soma, il dicembre, notte. (C .) Come è facile immaginare, la caduta

di Gerusalemme ha prodotto in Vaticano una grandissima impressione. Dal punto di vista religioso questo è certamente l'av-venimento più importante della guerra mondiale. Per la prima volta, dall'epoca delle Crociate, la Città Santa è sottratta al dominio turco, e questa volta, speria-mo, definitivamente.

Sotto tutti i riguardi la Santa Sede non può che compiacersi del- avvenimento che, restituendo al mondo cristiano il posses-so della Città Santa e del Santo Sepolcro, realizza gli obiettivi secolari del Pontifi-cato romano.

La rapidità con la quale si sono com-•piute le operazioni militari e la necessità in cui si sono trovati i turchi di •capitolare prontamente, ci danno quasi la certezza che gli edifici religiosi della Città Santa, siano stati rispettati e che i turchi non ab-biano avuto il tempo di compiere rappre-saglie. Vi è però un punto nero. Infatti, da Parigi annunciano che i turchi, con l'aiuto dei tedeschi, avrebbero asportato da Ge-rusalemme e trasportato a Damasco tutti i tesori dei conventi, nonché gli oggetti sacri e le reliquie del Santo Sepolcro. Tale notizia ha prodotto negli ambienti di Pro-paganda Fide dolorosissima impressione. Ma, naturalmente, è necessario aspettare ancora informazioni particolareggiate in proposito. Se veramente i tedeschi, con la complicità dei turchi, hanno compiuto la sacrilega manomissione alla tomba di Cri-sto, avrebbero completato l'opera della EuL tur! E comunque è già un fatto notevole che nella lotta contro gli Alleati e la ci-viltà cristiana, i turchi possano. vantarsi dell'alleanza con l'Austria e la Germania. Guglielmo il luterano e Carlo il cattolicis-simo si sono trovati d'accordo noli'aiutare l'islamismo.

Nella sistemazione generale che seguirà alla guerra, le grandi Potenze occidentali decideranno della sorte della Città Santa, la quale, secondo ogni probabilità, sarà posta, insieme alla Palestina, sotto il pro-tettorato. dell'Europa cristiana. Certo, la Santa Sede non potrà che mostrarsi favo-revole a tale sistemazione.. Una sola cosa forse preme al Vaticano, ed è che sia scar-tata la soluzione sionista e che, invece ,di diventare una colonia israelitica, Gerusa-lemme conservi il suo carattere attuale e resti il possesso comune di tutto il mondo cristiano.-

Note e interviste romane Stoma, il dicembre, notte.

Tutti i giornali questa sera dedicano com-menti e articoli illustrativi alla- liberazione dei Luoghi Santi.

L'Osservatore Romano, ih una nota di re-dazione, dice : « L'entrata in Gerusalemme delle truppe inglesi è stata accolta con" com-piacenza da tutti, e specialmente dai catto-lici, i quali non possono non essere lieti che la Città Santa sia-in mano di una Potenza cristiana piuttosto che di una Potenza non cristiana. Tale sentimento di compiacenza è tanto più grande c ragionevole se si Densi ai concetti di liberta-e di equanimità che ispi-rano gli atti degli inglesi, giacché essi fanno bene sperare che siano riconosciuti e rispet-tali nella terra che fu culla della religione cristiana i diritti e gli interessi della causa cattolica. Di questo avvenimento occorre rin-graziare in particolar modo la Provvidenza, la quale non ha permesso che Gerusalemme cadesse in mano dell'ex-Impero dello Zar, giacche l'inteniperanza religiosa e l'avversità tradizionale dell'ortodossia contro la Chiesa cattolica avrebbe soppiantato e conculcato nella Città Santa i diritti di questa. »

Il Giornale d'Italia rileva che la parteci-pazione di rappresentanti italiani e francesi nella grande impresa liberatrice, dà all'avve-nimento un carattere interalleato, che men-tre deve essere causa di legittima soddisfa-zione all'opinione pubblica dei due Paesi, dà anche affidamento che tutte le questioni in-ternazionali che si riallacciano ai Luoghi Santi saranno regolate di buon accordo fra l'Inghilterra, la Francia e l'Italia.

La Tribuna, ricordato che fu nel convegno di San Giovanni di Moriana che venne deci-sa l'internazionalità di questa spedizione in Palestina, rileva che tale, carattere è già la. prova della internazionalità dell'assetto che sarà dato a quei luoghi, dove tanti interessi e morali e materiali di tutte le Nazioni con-vengono. L'Idea Nazionale dice essere esecrabile che

due nazioni europee, una delle quali è pure cristiana, la Germania, ed una delle quali è pure cattolica, l'Austria-Ungheria, non solo siano fuori dell'avvenimento grandioso e sa-cro di questi giorni, ma contro. .

Il Corriere d'Italia deplora che non si ri-peta oggi quello che per secoli si è tentato tante volte di condurre a termine, che cioè tutto il mondo cristiano, in'un cuore solo ed in un solo impulso, si sia trovato associato nella lotta contro i musulmani.

Parecchie interviste pubblica questa sera' l'« Agenzia Volta ». Mons. Duchesne che è, cbme noto, uno degli immortali dell'Accade-mia di Francia, ha detto: « Io credo che la vittoria degli Alleati sul mondo turco possa giovare moltissimo agli interessi della pace europea. E' Un'altra fronte quella d'Oriente, dove importa vincere. Quanto al possesso dei Luoghi Santi, la risoluzione della cosa non si vede molto semplice, perché non si deve di-menticare che se Gerusalemme è sacra per i cristiani, lo è pure per i musulmani e che gli ebrei rivendicano insistentemente il do-minio di quel paese. Le cose certo si acco-moderanno nella Conferenza per la pace, ma non senza qualche difficoltà tanti sono gli ele-menti che entrano nella soluzione del proble-ma. La Potenza più adatta a primeggiare in Palestina sarebbe, a mio avviso, l'Italia, la, quale già da tempo ha saputo risolvere una questione difficilissima: la convivenza del Papa e del Governo italiano in Roma. L'Italia potrà anche essere la più abile a governare quel mondo così intricato e complesso. »

Ferdinando Martini ha detto: «Tutto ciò che si strappa alla Turchia è un acquisto per la civiltà. »

L'on. Don Leone Caetahi, notissimo orienta-lista, ha dichiaralo che la presa di Gerusa-lemme avrà una ripercussione morale pro-fonda nel mondo islamitico..« Il trionfo degli inglesi — hà soggiunto — nella conquista del-la Siria significherà la liberazione di tutti gli arabi dalla servitù turca. Dei tre maggiori centri morali e politici del mondo arabo mu-sulmano, il Cairo, Bagdad e Damasco, i due primi sono già in potere dell'l*ghiilterra e se gli inglesi e i francesi potranno conquistare e tenere anche Damasco, l'effetto morale sul mondo musulmano, specialmente in Arabia, sarà immenso. Porremo allora annunziare la fine definitiva dell'usurpazione ottomana del Califfato e il crollo della Turchia come» po-tenza rappresentatrice dell'Islam. »

Numerosi ostaggi ebrei presi dai turchi Parigi, il dicembre, notte.

Il Temps ha da Alessandria : « Secondo no-tizia da Giaffa, i turchi portarono, seco, nel ritirarsi dinanzi alle forze britanniche, t nu-merosissimi ostaggi presi tra i notabili ebrei di Gerusalemme e nella città Vicine. Ostaggi furono presi anche in tutta la Siria, ciò che provoca rivolte popolari, specialmente a Da-masco. » (Stefani).