ILVENTO DEL BRENTA 11-2006

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TRIMESTRALE DELLA PRO LOCO DI CAMPOLONGO SUL BRENTA anno XXIV - N° 2 NOVEMBRE 2006 Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) - C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale Taxe percue - Tassa riscossa - Ufficio Postale - PT VICENZA- PAR AVION - ART. 2 COMMA20/C L. 662/96

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TRIMESTRALE DELLA PRO LOCO DI CAMPOLONGO SUL BRENTA Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) - C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale Taxe percue - Tassa riscossa - Ufficio Postale - PTVICENZA- PAR AVION - ART. 2 COMMA20/C L. 662/96

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T R I M E S T R A L EDELLA PRO LOCODI CAMPOLONGOS U L B R E N T A

anno XXIV - N° 2 NOVEMBRE 2006Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) - C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale

Taxe percue - Tassa riscossa - Ufficio Postale - PT VICENZA - PAR AVION - ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96

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In questo periodo estivo parecchie persone, giunte a Campolongo per leferie estive, ci hanno fatto presente che, da qualche tempo, non ricevonopiù il “Vento del Brenta”. Abbiamo controllato gli indirizzi e constatato che i giornali erano stati regolarmente spediti. Ci siamo informati presso le Poste per sapere dacosa possa dipendere questo disguido. Ci è stato risposto che se l’indiriz-zo o il numero civico non sono esatti il postino non consegna il giornale e,dopo un po’, questi vanno inviati al macero senza rispedirli al mittente. Anche alcuni residenti in paese lamentano il mancato recapito del “Vento”: ciò ci fa pensare che qualche numero viene perso strada facendo (il giornaleviene spedito a Vicenza, viene smistato a Padova e poi viene distribuito!)Purtroppo, così, viene vanificato il nostro impegno e, per cause indipendentidalla nostra volontà, la rivista non giunge alla giusta destinazione. Per ovviare a questo inconveniente chiediamo la Vostra preziosa collaborazione:se non ricevete da tempo il Giornale, se cambiate indirizzo, città, regione, via od anche il numero civico comunicatelo alla redazione o fatelo sapere a qualcuno dei collaboratori della Pro Loco. Vi ringraziamo in anticipo, porgendo a tutti un saluto cordiale.

Ormai è una notizia che non fa più neanche notizia, ma che fino all’ultimo avremmovoluto proprio non riportare nelle pagine del giornale. Dopo l’ennesimo tentativo (il primo risale a quattro anni fa) di portare a Campolongoil primo biennio delle classi che ora gravitano tutte nella scuola elementare diValstagna, i giochi si possono dire chiusi tanto che l’edificio scolastico è definiti-vamente destinato a diventare un Centro di Educazione ambientale gestito da unprivato. Chi ha voluto seguire inprima persona il succedersie le tappe di questo percor-so sa quali sono state le dif-ficoltà, le proposte, le esita-zioni, le decisioni.Ormai fanno parte di un per-corso che non ha più nullada dire: rimane il rammaricodi aver perso una importan-te struttura educativa a ser-vizio del paese.Quest’anno i piccoli remiginihanno iniziato a frequentarela scuola elementare diCampese; ci rimane ancorala Scuola Materna…. spe-riamo di riuscire a tenercelastretta e cara ancora pertanto tempo!

Il Vento del Brenta - Novembre 2006

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Scuola elementare. Si chiude.

IL VENTO DEL BRENTAanno XXIV - n° 2 Novembre 2006

Periodico di informazione e di cultura edito dalla ProLoco di Campolongo sul Brenta

Presidente della Pro Loco:Ruggero Rossi

Direttore responsabile:Giandomenico Cortese

Comitato di redazione:Ruggero Rossi, Fiorenzo Vialetto, Natalino Ziliotto

Redazione:Casella Postale n°1 - Campolongo sul Brenta

Autorizzazione:Tribunale di Bassano del Grappa n°1/83

Impaginazione e Stampa:Grafica EFFE2 - Romano d’Ezzelino (VI)

Hanno collaborato: Onorio Sbrissa, Giovanni Lovato, Cristina Marini, Giuseppe Cian Seren, Domenico Tolio.

Questo numero è stato inviato a 1.028famiglie, delle quali 310 residenti aCampolongo, 643 nel resto d’Italia,

75 all’estero.

abbiamo bisogno della vostra collaborazione.Occhio all’indirizzo:

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Ricorre quest’anno il 25° anniversario della costituzione della Pro Loco di Campolongo. L’anno prossimo raggiunge un quarto di secolo anche il giornale “Il Vento del Brenta”. Doppio motivo per festeggiare … e per riflettere.Riflettere sul ruolo della Pro Loco, sulle sue potenzialità, sui suoi difetti.Intanto diamo un’occhiata alle immagini delle attività che ci hanno visto impegnati nel corso dell’estate... con la nuova “divisa”.

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Pro Loco Il Vento del Brenta - Novembre 2006

1981-2006, i primi 25 anni della Pro Loco

La redazione del “Vento del Brenta“

augura a tutti i lettori un felice Natale e un

sereno Anno nuovo.

Il primo documento

che testimonia la nascita

della Pro Loco di

Campolongo sul Brenta

Ricordiamo ai gentili lettori che “Il Vento del Brenta” vive grazie al contributo

dei lettori (per questo alleghiamo il bollettino

di C.C.P.), ma anche grazie all’apporto in idee, riflessioni, articoli,

foto da parte di tutti.Rinnoviamo quindi

l’invito alla collaborazione e ringraziamo nuovamente

quanti hanno finora partecipato alla realizzazione

di questo giornale.

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l’impressione dellabontà e dellapazienza. In prati-ca quell’asiloinfantile era unasala buia senzaarredi.

La modestiadei locali dellascuola elementaree la povertà diquell’asilo infantileerano un dato difatto che, date lecondizioni econo-miche di allora, inostri genitori nonpotevano accetta-re così com’era.Per loro la cosaimportante era ilfatto che la scuolaaveva un corpoinsegnante diprima qualità: einfatti tutti, genitorie scolari, avevano,nei confronti dei

maestri, un rispetto assoluto, untimore reverenziale.

Gli insegnati godevano allora diuna grande reputazione, di quellareputazione godeva anche “a UsciaSara”, la maestra dell’asilo infantileche credo non avesse fatto piùdella terza elementare (dato che aisuoi tempi in paese non c’eranoancora la quarta e la quinta) mache aveva avuto l’idea e l’iniziativadi “metter su” un asilo nel qualeriuniva e intratteneva una ventina diragazzini. Lei non aveva quindialcuna cultura ma, usando il buonsenso, ci insegnava tante cose; cifaceva imparare a memoria la dot-trina cristiana, varie poesie e tantecanzoncine, come “giro giro tondo”che immagazzinavamo facilmentee che cantavamo girando, dandoci

Ricordi del paese: l’educazione

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la mano, e saltellando. Me ne ricor-do ancora una il cui testo diceva:

L’orologio della mattinadice ai bimbi “fate presto, indossate la vestina,che le nove sono già qui,trin trin trin, trin, trin trin trin”,una canzone, questa, che poi lenostre madri ci cantavano la matti-na per svegliarci con qualcosa checonoscevamo, con qualcosa checi faceva venire in mente l’asilo e cifaceva venire la voglia di alzarci e diandare a incontrare i nostri compa-gni e a rivedere il “musso”.

Quell’asilo infantile era un siloterra terra ma era un luogo dove inostri genitori potevano lasciare iloro figli con fiducia, era un logo nelquale “a Uscia Sara” con la dottrinacristiana, con le poesie r con lecanzoncine ci faceva esercitare lamemoria nell’età che, secondo irisultati di recenti ricerche, è la piùricettiva agli insegnamenti e agli sti-moli esterni.

Il passaggio alle elementari loricordo come un avvenimento par-ticolare: la partenza da casa con laprima cartella, in cartone plastifica-to, dentro la quale c’erano un qua-derno a quadretti e un astuccio dilegno che al suo interno aveva degliscompartimenti per la penna, per lamatita, per i pennini e per lagomma; ne sento ancora la forma,ne sento ancora l’odore.

La stanza della mia prima classeelementare era, in confronto diquella dell’asilo infantile, grande epiena di luce, aveva tanti banchi edue posti, sopra i quali c’era, inca-strato, un calamaio con l’inchiostronero. In questa stanza c’eranoaddirittura anche una cattedra perl’insegnante, un lavagna (che,

La seconda fonte di insegnamentoera la scuola. Allora in paese c’eraun edificio scolastico vecchiottoche, in confronto delle esigenze,delle norme e degli standard dioggigiorno, aveva molte manche-volezze non solo nella muratura enei pavimenti ma anche nel sistemadi riscaldamento e nei locali periservizi igienici così come nelleattrezzature.

Ma, oltre alle scuole elementari,in paese c’era anche un silo infanti-le, un asilo infantile per modo di direperché come edificio era un localeal pianterreno della casa in viaConti, attualmente al numero civico31, un locale che era una stanza infondo alla quale c’era una mangia-toia e un “musso” (un asino) chenon disturbava affatto e che dava

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come ho capito dopo, serviva nonsoltanto per scriverci sopra maanche come paravento dietro alquale venivano messi in “castigo”quelli che si comportavano male) eun pallottoliere grande con tante filedi palline dai colori diversi, che ser-viva per insegnare il conteggio; e suuna parete c’era anche una grandecarta geografica, su tela incerata, econ sopra la figura dell’Italia, divisaper regioni e province, con i suoifiumi. Insomma, passando dall’asi-lo, che in pratica era una stalla, aquella stanza al piano terra nel vec-chio edificio della scuola elementa-re in contrada Bonatoni, ho avutouna bellissima impressione dellascuola elementare, e mi sono sen-tito orgoglioso. Alle elementari,nella prima classe ho avuto comeinsegnate la maestra GemmaGravina, una signora piccolina cheveniva da Solagna la quale per tre,quattro mesi non ha fatto altro cheinsegnarci a tener in mano dappri-ma la matita, e poi la penna, e afare le aste, aste in tutte le salse,verticali, orizzontali e oblique. Allorac’era un’altra concezione pedago-gica per quanto riguarda l’approc-cio della scrittura, c’era una grandeconsiderazione per la bella scritturae forse si pensava che il fare tanteaste fosse un esercizio propedeuti-co alla bella scrittura delle singolelettere dell’alfabeto. Quel modo diinsegnare a scrivere non era néun’invenzione né una mania dellamaestra Gravina, la quale non face-va altro che seguire i dettami dellapedagogia di quei tempi.Pensando a ritroso, io sento com-prensione per quella maestra, perquel suo modo di insegnare esento anche gratitudine per lapazienza che lei ha avuto con noi,per le nostre mani imbrattate e perle macchie d’inchiostro che faceva-

mo non solo neiquaderni maanche nei banchi.

Poi, dalla se-conda alla quintacompresa, hoavuto come inse-gnante “il maestroVaentin” (ValentinoBonato). Di quelleclassi, tutte moltorumorose, mi ricor-do solo qualcheviso e qualchefatto; ma mi ricor-do molto benequella della quintaelementare per-ché, istituita pro-prio quell’anno, èstata frequentatada tanti ragazzi eragazze di 12, 13 e14 anni (che neglianni precedentinon avevano farela quinta, perchéappunto non c’era,e che sono rientrati a scuola percompletare il ciclo delle elementari).Eravamo in tanti ed eravamo vivacima “il maestro Vaentin” ci insegna-va le varie materie con competenzae con passione, ci destava interes-se cosicché stavamo attenti ecalmi; lui, “il maestro Vaentin”, erabuono, era comprensivo ma sape-va anche riprendere quelli cheaccennavano a disturbare (e i nostrigenitori non si lagnavano con imaestri per quelle loro osservazio-ni, anzi, erano loro grati perchépensavano che quei richiami fosse-ro utili per la nostra formazione).

Come per la famiglia così ancheper la scuola dovevamo esserepuntuali; e in classe dovevamoessere disciplinati, vestiti in manieradecente e puliti; e, infatti, nelle

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Momenti di vita Il Vento del Brenta - Novembre 2006

pagelle di fine trimestre e in quelladi fine anno c’erano un voto anchesulla “buona condotta e anche unvoto su “igiene e cura della perso-na”.

Ai nostri tempi una volta all’annoc’era la gita scolastica che non eraun viaggio lungo e dispendioso, erauna camminata in montagna, olungo il Brenta, durante la quale ilmaestro ci spiegava l’importanzadegli alberi per l’economia delpaese, l’importanza delle loro foglieper l’ossigenazione dell’aria e l’im-portanza delle loro radici per la sta-bilità del suolo, per la prevenzionedelle piene, e quindi, implicitamen-te, il maestro ci insegnava il rispet-to e l’amore per la natura.La terza fonte di istruzione era lachiesa, intesa come comunità di

continua pag. seguente

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fedeli che come luogo di culto reli-gioso. Allora noi ragazzi dovevamoandare in chiesa perché – secondoi nostri genitori – così si era semprefatto e così facevano tutti; in parti-colare in preparazione della primacomunione e della cresima doveva-mo andare al catechismo e il parro-co ci faceva imparare a memoriatutto (precetti, comandamenti,opere di misericordia corporali,eccetera) e poi “la domenica e lealtre feste comandate” dovevamoandare a messa; e là, in chiesa, dalcatechismo e dalle parabole delvangelo abbiamo imparato delleregole di condotta che aiutano nonsolo per una vita cristiana maanche per una vita civile; abbiamoimparato a “rispettare la casa deglialtri”, a far silenzio, e a colloquiarenon solo col Padre eterno, con laMadonna e con i Santi ma anchecon noi stessi.

In chiesa eravamo affascinatidalle forme liturgiche. Invero, daragazzino non capivo il significato divarie cerimonie religiose, ancheperché allora la messa e molte altrefunzioni venivano celebrate in lati-no; ma mi ricordo che quando perla prima volta ho capito il significatodella frase, scritta sul catafalco,sotto alla figura di uno scheletrocon la falce, “ Hodie mihi, eras tibi”(oggi a me, domani a te), cosìcome quando nel giorno delleceneri ho capito che cosa significa“pulvis es et in pulvere reverteris”(sei polvere e nella polvere tornerai)ho sentito un brivido, un forte tur-bamento; ho cercato di scacciarela paura della morte pensando cheio ero giovane ma subito mi è venu-to in mente che allora nel cimiteroc’erano delle file intere di tombecon delle bandierine bianche cheindicavano la sepoltura dei bambi-

ni, ho pensato quindi che c’eranoanche tanti bambini che morivanoe ho capito che la morte non hapietà per nessuno che ognimomento è buono, che bisognaessere sempre preparati.

In chiesa, però, abbiamo impa-rato anche qualcosa di profanoperché in quel luogo sacro c’eranocolonne, capitelli, archi, affreschi,quadri e statue che ci hanno datol’opportunità di vedere e di inco-minciare ad apprezzare il mondodell’architettura e delle arti figurati-ve; così come con i canti dei fedelie soprattutto con la partecipazionedel coro per i canti, con l’accompa-gnamento dell’organo, delle“messe grandi” abbiamo avutol’occasione di apprendere le nozio-ni elementari della musica. Insostanza il chiesa, oltre ad averavuto l’iniziazione nei misteri dellafede e nell’esercizio della vita comemembri della comunità, abbiamoincominciato a vedere e a sentireanche l’arte, il bello.

In conclusione, allora noi ragaz-zini, avevamo ben poco in terminidi beni materiali ma avevamo unavera famiglia, avevamo dei genitoriche ci seguivano, che ci davanouna certa autonomia ma anche laresponsabilità relativa e che cihanno trasmesso, soprattutto conl’esempio, il senso del dovere e lospirito di sacrificio. Allora avevamodagli insegnanti che, oltre a darcidelle nozioni delle varie materie distudio, ci parlavano anche dellanecessità e dei vantaggi di una cul-tura di base solida, ci spiegavanoche “non si studia per la scuola maper la vita”, e che si davano da fareper in fonderci anche il senso deldovere civico. Allora avevamo nellachiesa un’istituzione che ci ha fattoriflettere sul senso della vita eanche sull’inevitabilità e sul sensodella morte.

Allora famiglia, scuola e chiesaci parlavano all’unisono di valorimorali e civili, ci hanno dato punti diriferimento che aiutano ad orientar-si e a saper convivere con gli altri.

Giudicati con i criteri della peda-gogia moderna, i sistemi di educa-zione seguiti dai nostri precettorierano certamente troppo severi;ma nel contesto storico, economi-co e sociale di allora erano ampia-mente accettati anche perché allo-ra, in quell’ambiente, erano consi-derati i migliori; erano il frutto dellamentalità del momento storico ecomunque venivano applicati conbuoni propositi.Quel mondo di allora non c’è più, èscomparso; ma io lo ricordo anco-ra molto bene. A volte con i ricordidi quand’ero ragazzo, nell’età delleelementari, ci gioco e mi sento dinuovo molto giovane; a volte, inve-ce, qui ricordi li vedo come un rifu-gio nel quale difendermi da com-portamenti che ho difficoltà a capi-re; qualche volta, ma raramente, micapita di parlarne con un compa-gno di scuola e allora insieme ricor-diamo questa o quella scenettache abbiamo vissuto in classeoppure qui compagni che, purtrop-po, se ne sono già andati; oppurericordiamo i nostri maestri e in par-ticolare “el maestro Vaentin”. Stavolta, con questo breve excur-sus, ho voluto raggruppare e met-tere per iscritto i ricordi di quell’etàperché mi sono accorto che lamemoria va affievolendosi e quindiho pensato che sarebbe bene sal-vare, per quanto possibile, i ricordiche sono parte della mia vita; l’hofatto anche per avere degli elemen-ti, dei punti di riferimento, con i qualiguardare al presente, e l’ho fattosoprattutto per ricordare e ringra-ziare indirettamente tutti coloro chehanno contribuito alla nostra for-mazione.

Ricordi del paese: l’educazione

Momenti di vita

segue da pag. 5

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Cose di casa nostra Il Vento del Brenta - Novembre 2006

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Catechesi: impegno di tutta la comunità cristiana

Due occasioni gioiose occorse nelloscorso mese di ottobre, mi hanno indot-to a desiderare di scrivere queste righe,perché fanno riflettere sul fatto che laCatechesi non è patrimonio di chi laamministra e di chi la frequenta, ma è unvalore prezioso per tutta la parrocchia.Domenica 8 ottobre è stata cele-brata la Messa di PrimaComunione per i bambini delleclassi IV e V elementare.E’ stata una grande festa che ha coinvol-to tutta la comunità e che è riuscita moltobene, sia sul piano meditativo e spiritua-le, sia per l’animazione liturgica. La parte-cipazione è stata calorosissima e uno

degli aspetti che più anno colpito i pre-senti è stato sicuramente il vedere comechi ha pensato la cerimonia si riuscito acoinvolgere attivamente tutti i comuni-candi e i loro genitori.La solennità della festa non è stata solo“di facciata”, ma lo “specchio” di un frut-tuoso cammino di catechesi, curato dalparroco e dalle maestre, che ha visto pro-tagonisti non solo i ragazzi, ma anche igenitori.Il secondo evento non è cosìimportante, ma va menzionatoperché nasce dall’entusiasmo deibambini che vi hanno partecipato,i quali hanno desiderato che

venisse pubblicata la loro foto inquesta rivista, per dire: “ci siamoanche noi! … in questo paese, inquesta comunità cristiana…”Il primo giorno di catechismo alcune clas-si sono salite a piedi nella montagnasopra Campolongo, per ripartire con ilnuovo anno catechistico nello stessoluogo dove la fede aveva portato i lorononni a costruire, nel mezzo del bosco,un capitello.La catechesi è una delle sfide che inter-pellano la nostra comunità cristiana oggi;ecco perché, parlarne sul Vento delBrenta: perché non è una sfida che pos-sano vincere il Parroco e i catechisti da

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soli, ma perché anche le famiglie e chi ne ha la possibilità dia una mano.La posta in gioco è tramandare la nostra fede, oppure lasciare chevenga dimenticata, perché più nessuno la pratica.I bambini sono sempre meno, sempre più impegnati, sempre menoresponsabili e ancor meno responsabilizzati.Le famiglie sono spesso in difficoltà: si lavora quasi sempre in due, iltempo è sempre troppo poco: quando c’è è sempre meno “tempoper gustare” e sempre più “tempo di cose da fare”. Molte volte si“tira avanti” senza che ci sia un progetto ( per l’educazione dei figli,per la scelta dei valori, per le priorità…), e così tutto, compresa l’e-ducazione cristiana, è lasciato al caso o all’urgenza del momento. In questo modo i figli crescono distratti e senza valori, ma atten-zione, non per un difetto loro, ma perchè la famiglia e la comunitàin cui vivono non danno loro né dei riferimenti precisi né una testi-monianza credibile.Per questo motivo, negli ultimi tempi chi fa la catechesi insistecon le famiglie: bisogna che i genitori riscoprano le radici e i moti-vi per cui intendono mandare i propri figli al catechismo, non pos-sono mandarli “perché bisogna” o per ricevere i Sacramenti, per-ché i figli verranno al catechismo sicuramente con i pregiudiziimparati a casa.Bisogna inoltre che i genitori trovino il tempo di testimoniare lapropria fede partecipando alla Santa Messa domenicale; solo inquesto modo anche i figli sentiranno il desiderio di parteciparvi.La comunità deve aiutare le famiglie con la testimonianza e conl’impegno concreto: laddove i genitori non hanno il tempo o lapossibilità di accompagnare i figli alla Messa, al Rosario, alla ViaCrucis… siano i nonni o i vicini di casa a farlo, … perché laGrazia del Signore delle volte arriva per vie traverse, ma arriva!

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Elenco dei nominativi di coloro che con il loro indispensabile aiuto economico concorrono, concretamente, alle spese di stampa e spedizione del giornale. Versamenti pervenuti a tutto il 30/11/2006

175) Maria Flavia Zannini – Cerro Maggiore (MI)176) Caterina Vialetto in Borioli – Lugano (Svizzera)177) Elio Zannoni – Torino178) Paolina Zannoni – Bassano d. G. (VI)179) Rose Marie Franco – Campolongo s. B. 180) Domenico Zannoni – Pove del Grappa (VI)181) Clara Zannini – Mestre (VE)182) Luigi Bonato – Campolongo s. B.183) Anna Gabrielli – Pero (MI)184) Giovanna Bonato - Campolongo s. B.185) Antonio Vialetto – Lainate (MI)186) Roberto Giusto - Campolongo s. B.187) Dolfina Costa - Campolongo s. B.188) Ennia Colpo – Castelfranco Veneto (TV)189) Libera Stevanin – Castelfranco Veneto (TV)190) Italo Vialetto - Campolongo s. B.191) Romano Vialetto - Campolongo s. B.192) Pierangelo Bonato – Mestre (VE)193) Dario Bonato – Mestre (VE)194) Giovanni Secco – Alicante (Spagna)195) Artemio Secco - Campolongo s. B.196) Venezia Tartaglia – Loranzè (TO)197) Antonio Pizzato - Campolongo s. B.198) Italia Orlando – Ginevra (Svizzera)199) Rina Orlando – Saint Nicolas (Belgio)200) Gina Secco – Bassano d. G. (VI)201) Flavia Ferrazzi – Bassano d. G. (VI)202) Domenica Volpe – Padova203) Nicolò Giusto – Bassano d. G. (VI)204) Gasparina Vialetto – Thiene (VI)205) Clelia Celi - Campolongo s. B.206) Germana Cavallin – Tezze sul Brenta (VI)207) Romildo Orlando – Cassola (VI)208) Luigi Bonato – Roma209) Giuseppe Bonato - Padova 210) Ottavio Illesi - Campolongo s. B.211) Irene Vialetto - Campolongo s. B.212) Tiziano Orlando - Campolongo s. B.213) Rino Zortea – Cassola (VI)214) Milena Vialetto – Melbourne (Australia)215) Michel Brouard – Mantes La Jolie (Francia)216) Giorgio Secco – Oney (Svizzera)217) Roberto Pagnoni e Caterina Bonato – Bernareggio (MI)218) Diana Lazzarotto – Losanna (Svizzera)219) Giovanna Vialetto ved. Orlando - Campolongo s. B.220) Francesco Lazzarotto - Campolongo s. B.221) Jean Roland Costa – Pringy (Francia)222) Primo Costa - Campolongo s. B.223) Danilo Bontorin – Romano d’Ezzelino (VI)224) Guerrino e Miriam Vialetto - Campolongo s. B.225) Giannino Vialetto - Campolongo s. B.226) Candido Gianesin – Campese di Bassano d.G. (VI)227) Maria Agnese Zannini – Perrignier (Francia)228) Louise Shuh – Colmar (Francia)229) Coscritti della classe 1955 - Campolongo s. B.230) Severino Vialetto - Campolongo s. B.231) Sandra Conte – Vimercate (MI)232) Carmela Zannoni - Campolongo s. B.233) Ruggero Zannoni - Campolongo s. B.234) Giovanna Donazzan - Campolongo s. B.235) Bernardino, Mario e Remigio Bonato - Torino236) Angela Lazzarotto - Milano237) Rina Bonato – Valrovina di Bassano d. G. (VI)238) Giuseppe Vendrasco – Campolongo s. B.239) Cecilia Bonato – Campolongo s. B.240) Emanuela Bonato – Marostica

I nostri preziosi sost

enitori:

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possibilità di unire l’utile al dilettevole…Anche se il nostro parroco Don Paolo avevaprenotato una settimana di sole e di caldo, iltempo non ci ha permesso di tornare a casaabbronzati come volevamo. Il clima non è statomolto caldo ma all’interno del gruppo lo eraeccome. La giornata aveva inizio con una lungamattinata in spiaggia fra bagni, partite a palla-volo, penichelle suglisdrai e piacevoli avvista-menti.Dopo il pranzo e un ripo-sino iniziavano le attività.In una di queste abbiamorealizzato una maschera digesso che rappresentavaciò che indossiamo ognivolta che non siamo noistessi e ci nascondiamo inqualcosa che non siamorealmente. Un altro gior-no, dopo un semplicegioco, ci siamo “sporcati”il viso l’un l’altro concolori a tempera per capi-re che ogni incontro dellavita porta un cambiamen-to in noi e nella personache incontriamo. Al tra-montar del sole aveva ini-zio la vita notturna: a pic-coli gruppi si partiva peruna passeggiata sul lungomare gustando un gelatoo la locale piadina ma afine serata l’appuntamen-to per tutti era al localepiù “in” di Torre Pedrera,il mitico “Mirage” dove cisi divertiva con balli digruppo e interessanticonoscenze. Un momento molto par-ticolare è stata la notte diSan Lorenzo, conclusa atarda ora con una vegliaalle stelle sugli sdrai inriva al mare, un seratafredda ma molto intensa esignificativa. Concludendo e traendospunto da uno spezzonedel film: “Quando vediqualcosa del genere ècome se Dio ti guardassefisso solo per un secondoe se stai attento puoiricambiare lo sguardo. E che cosa vedi?Bellezza!”

Anche quest’anno l’estate dei nostri ragazzi è stataricca di iniziative organizzate dalla parrocchia edal gruppo animatori. Le più significative sonostate il Grest e i campiscuola.

Come da tradizione per i ragazzi delleelementari il camposcuola si è svoltoa Rubbio in località villaggio Tabor assiemeai bambini e agli animatori della parrocchia diSolagna dal 24 al 29 luglio. Accompagnati dal tema “Carte in campo” ipartecipanti si sono cimentati come veri atleti,in prove e attività per arrivare preparati allaprova finale dell’ultimo giorno.Terminata la settimana i ragazzi si sono accortiche non dovevano prepararsi per nessun giocoma il gioco lo avevano vissuto tutta la settima-na. Uno dei giorni più divertenti è stato il mar-tedì in cui durante il pomeriggio si sono svoltii giochi d’acqua. I ragazzi si sono cimentati neltiro alla fune su telo saponato, nel tiro deigavettoni a squadre per terminare poi con unaguerra d’acqua tutti contro tutti.La passeggiata svoltasi mercoledì si è dimostra-ta difficile e faticosa soprattutto per i più pic-coli ma questo ha aiutato tutti a capire l’im-portanza di aiutarsi l’uno con l’altro. Questoinfatti era il tema e l’obiettivo della giornata. Come ormai da tradizione del campo i piùtemerari hanno fatto tutto il tragitto daRubbio al Villaggio Tabor a piedi scalzi, procu-randosi qualche vescica ma ricompensati poi alritorno mangiando le “pettole”, specialità culi-naria dei cuochi.Cogliamo l’occasione per ringraziare i supercuochi Giovanni, Angelina e Secondina che cihanno sfamato durante tutta la settimana consucculenti pranzetti.Al termine di questa settimana i ragazzi sonotornati a casa stanchi e assonnati ma felici diaver vissuto insieme questa esperienza e già conla voglia di ripeterla l’anno prossimo.

L’esperienza del campo giovanissimivicariale, anche quest’anno è ben riuscita,grazie alla collaborazione tra parrocchie. Circa60 ragazzi, con età compresa fra i 15 e i 18anni, hanno aderito a questa bella iniziativa.“Bella” è proprio la parola giusta poichè il temadel campo è stato la bellezza.Il Film “American Beauty” ha fatto da filo con-duttore nelle giornate di campo e durante leattività. I ragazzi sono stati aiutati da DonFabio e dagli Animatori a scoprire la vera bel-lezza interiore di se stessi e degli altri, a capirequali sono i modi “giusti” di vedere e porsi aglialtri. Per tutti noi questa è stata la prima espe-rienza di camposcuola al mare (Torre Pedreranei pressi di Rimini), già all’arrivo si sentivaun’aria diversa e subito si è capito che c’era la

Campiscuola 2006 Il Vento del Brenta - Novembre 2006

Grest e campiscuola

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Un ritrovo in festa dei ragazzi del vicariato. Cogliamo l’occasione per ringraziare l’Amministrazione Comunale e la Pro Locoche sostengono e favoriscono queste iniziative.

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Il Vento del Brenta - Novembre 2006

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Un raid traValbrenta e Massicciodel Grappa

Sabato 24 e domenica 25 giugno si è svolta sul Massicciodel Grappa e lungo la Valbrenta la prima edizione di RaidCampoQuattro, spettacolare manifestazione sportiva cheha visto impegnate otto squadre (ciascuna composta dadue atleti e da un assistente) in tre faticose prove conse-cutive.Obiettivo dichiarato, date le notevoli difficoltà, è statosoprattutto quello di misurarsi con sé stessi ancor primache con gli avversari.Gli amanti delle gare multidisciplina all’aria aperta conoscono altri importanti appunta-menti, quali il Raid di Corsica e quello dell’isola d’Elba.Da quest’anno, proprio nei nostri luoghi, si è aperta una nuova possibilità: si tratta di unainiziativa che promette notorietà fra gli addetti ai lavori, tanto per le sue incredibili carat-teristiche tecniche quanto per la stupenda cornice paesaggistica in cui si svolge.

Le squadre si sono radunate nel pomeriggio di sabato 24 giugno sulle rive del Brenta aCampolongo, dove si svolto il briefing che ha illustrato il percorso e le regole.Il mattino successivo, a Cismon del Grappa, è stata data la partenza della gara vera e pro-pria. Subito dopo ha preso il via la salita a piedi al Col di Buratto, divenuta molto insi-diosa a causa del fondo bagnato della mulattiera. Raggiunta la cima, dove terminava laprima frazione e si svolgeva il cambio, senzaone del tempo i concorrenti hanno indossa-to l’attrezzatura ciclistica e si sono lanciati con le mountain bikes nella discesa. Il gruppoha affrontato strade forestali e tratti asfaltati in una prova divertente e articolata,nello sce-nario incantato della Valbrenta e del lago del Corlo.Durante entrambe le prove le squadre hanno superato manches di orienteering con laricerca delle tipiche “lanterne” (rettangoli di stoffa biancorossi che segnalano il puntolatrovare), senza le quali le penalizzazioni avrebbero potuto essere determinanti.Nel primo tratto, tra il Col di Buratto e la località Casoni Pramozet, la strada era parti-colarmente sporca, con fango a volontà e numerose pozzanghere che ingrombavano ilpercorso,assieme ad un letto di foglie umide sopra il pietrisco del fondo. Al calare dellaquota, inoltre, aumentava la temperatura e si faceva sentire il caldo. Alla fine della disce-sa su sterrato le squadre hanno attraversato il ponte sul lago del Corlo, con il passaggioall’asfalto e la successiva salita ad Incino.il gruppo ha poi affrontato la veloce discesa versoCismon per giungere infine a Valstagna.All’arrivo della seconda prova i leggeri distacchi (pochi minuti!) delle prime quattro squa-dre non erano ancora sufficienti per stilare una classifica definitiva. Il tutto veniva quin-di giocato nella terza frazione, quella nel Brenta. Dopo una pausa, con sospensione deltempo di gara per indossare l’equipaggiamento adatto, ha preso avvio l’ultima prova.I concorrenti, con le gambe molto provate, si sono lanciati con l’hydrospeed nelle rapidedel fiume senza risparmiarsi e pinneggiando ininterrottamente. Dopo quasi un’ora hannopotuto tagliare lo striscione del traguardo: sulla spiaggetta di Campolongo sono stati subi-to attorniati da una folla di bagnanti e appassionati.in chiusura, dopo un necessario pasta-party (a ristoro di tanta fatica) si sono svolte le premiazioni.Il bilancio della manifestazione si è rivelato davvero positivo, frutto di un grande lavorodi equipe: una logistica che ha mobilitato uomini e mezzi, con la collaborazione fattivadei Comuni di Arsié, Campolongo, Cismon e Valstagna, nonché di quella di numeroseAssociazioni della Vallata (fra cui anche la Pro Loco di Campolongo,che ha preparato il risto-ro per circa ottanta persone a conclusione della gara n.d.r.)

Articolo tratto da “Lo sport nel bassanese” (Ed. Artistica Bassano) a cura di G. Balliana e M. Piacentini

Avvenimenti

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Il Vento del Brenta - Novembre 2006Cose di casa nostra

Mi sento in dovere di ringraziarvi per la festa che mi avete orga-nizzato, come gruppo Alpini, il 25 marzo scorso. Dopo quasi sette anni di naia, da un fronte all’altro, al miorientro mi sono iscritto all’A.N.A. e questa è stata la miaprima tessera. Quando Bruno Zannini, dopo che Ivo Illesi siera dimesso da capogruppo, ha ricoperto la sua carica, io, per20 anni, sono stato il suo vice. Nell’anno 1975 anche Bruno siè ritirato e gli sono subentrato. Bruno Zannini ha fondato ilgruppo Donatori di sangue, con l’aiuto di Germano Vialetto;ha anche portato a compimento l’esecuzione del cippo, inonore degli alpini, collocato a fianco del monumento ai cadu-ti. Dopo questi lavori il fondo cassa del gruppo si era esaurito.Io allora ho pensato a come si poteva integrarla. Mi sono rivol-to ai miei collaboratori e siccome in quegli anni erano in vogale marce non competitive, abbiamo pensato di organizzarneuna anche a Campolongo: l’abbiamo chiamata “Marcia delcontrabbandiere”. Nell’organizzazione ho trovato un forteaiuto da parte di tutti, e di ciòdevo dire grazie, perché la mar-cia fu un pieno successo.Sempre con il vostro sostegnoabbiamo restaurato il capitel-lo di Gualiva; ci siamogemellati con il gruppoParella di Torino e conquello dei marinai delnostro paese, ...Grazie per quella seratache non dimenticheròmai.

Emilio Vialetto

Grazie di cuore!!!

Ant

onio

Laz

zaro

ttoSeconda edizione della Festa di Via Bonatoni “Centro stori-co”, svoltasi il 29 luglio scorso con grande partecipazione ecollaborazione dei residenti. Un ringraziamento a tutti i par-tecipanti e un arrivederci al 2007.

Signore Gesù,crediamo che sei

vivo e risorto, crediamo che sei presente realmente

nel Santissimo Sacramento dell’altare e in ciascuno di noi.

Ti lodiamo e ti adoriamo,ti rendiamo grazie, Signore,

per essere in mezzo a noi comepane vivo disceso dal cielo.

Tu sei la pienezza della vita, Tu sei la risurrezione e la vita,

Tu, Signore, sei la salute dei malati.Oggi ti vogliamo presentare a tutti i malati

e non malati, devoti di S. Rocco,perché tu abbia compassione di tutti noi.

Signore Gesù, abbi compassione di coloro che soffrono nel corpo,

di quelli che soffrono nel cuore e di quelli che soffrono nell’anima.

Te lo chiediamo per intercessione di S. Rocco.Benedici tutti e fa che

molti riacquistino la salute,che cresca la loro fede e che si aprano al servizio degli altri,

perché anch’essi siano testimonidella Tua potenza e della Tua compassione.

Te lo domandiamo, Gesù,per il potere delle Tue sante piaghe,

per la Tua santa croce e per il Tuo preziosisssimo sangue.

Guarisci Signore!Guarisci nel corpo,

guarisci nel cuore, guarisci nell’anima!

Dona a tutti noi la vita in abbondanza.

Te lo chiediamo per l’intercessione di

S. Rocco. AMEN

Preghiera al Signore e a S. Rocco

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Cose di casa nostraIl Vento del Brenta - Novembre 2006

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L’acqua in piazza a Campolongo e la rete acquedottistica attuale

Per “l’acqua in piazza” giova premet-tere che la necessità di avere l’acquapotabile in luoghi accessibili anche contempo inclemente era così condivisache alcuni residenti “già nel 1937” siriunirono e decisero di provvedere inproprio ad installare un sistema dipompaggio dalla falda in adiacenzaalla Piazza. Il Comitato dei cittadinichiese al Comune un contributo di100 Lire, non essendo in grado direperire in proprio tutta la sommanecessaria, perchè era anche un pro-blema di decoro e di prestigio e nonpoteva gravare solo sul Comitato deipochi cittadini promotori.Negli anni successivi, 1938-39,si rea-

lizzarono altri duesistemi di pompag-gio (pompe a mano)nelle contradeOrlandi e Vialetti. Inbuona sostanza poila gestione delle trepompe si rivelòcostosa e divenneun onere tale che sipropose al Comunela donazione dei treimpianti. Il Comuneaccettò la donazionedelle tre pompe all’i-nizio del ’40 accol-landosi l’onere eco-nomico della manu-tenzione.Il 18aprile 1946 ilConsiglio Comunaledecise di cedere allapopolazione delle trecitate contrade lerispettive fontaneperchè troppo one-rose per le casse delComune e per lecontinue e sentiteproteste degli abitan-ti che non usufruiva-

no di tale beneficio. E… si trivellò un pozzo fino a raggiun-gere la falda freatica che alimenta ilBrenta, si costruì una piazzola di circa10 mq, in cemento armato, sorrettoda due pilastri sul lato a valle e anco-rato al terrapieno della piazza sul lato amonte. Essa è sita pressochè in pro-spetto alla chiesa.Si installò una pompa aspirante amano che consentiva il sollevamentodell’acqua di falda, stante il dislivello dicirca 14 metri tra la quota della piazza(142 m s.l.m.) e del fiume (128 ms.l.m.).Un caratteristico traliccio di ferrososteneva la pompa: il tubo di addu-

zione ricurvo era dotato di un gancioper il sostegno del secchio. L’acquache si spandeva, tramite una griglia siscaricava nel campo sottostante.L’emungimento dell’acqua era fatico-so ma in concreto i Campolonghesipotevano attingere l’acqua potabileandando in piazza. La lontana sorgente del Borin divenne,via via, un ricordo. Rimaneva ancora il gravoso onere deltrasporto alle abitazioni e si subivaanche l’inclemenza del tempo.Tralasciando altri commenti spontanei,“guidati e pilotati” dal partito unico deltempo, ricordiamo le parentesi convi-viali e rosee degli incontri che avveni-vano presso la “pompa” e che si sus-seguirono per oltre tre lustri. Quellapompa consentiva fugaci incontri sen-timentali, sia pure ben contenuti, aquei tempi, e limitati a furtivi sguardie/o allo scambio di precise cortesie,per non tralasciare … le novità, le mali-gnità, le chiacchiere,…Era un posto di socializzazione, inbuona sostanza.Nel 1956 anche il nostro paese inau-gurò l’acquedotto comunale, com-prendente il pozzo, l’impianto di solle-vamento dell’acqua fino al serbatoio dicarico, il collettore di derivazione e larete di distribuzione atta a raggiungeretutte le abitazioni. In breve, dopo taledata, anche i Campolonghesi allaccia-rono cucine, lavanderie e bagni e inmolte case si ricavò una presa esternaper il giardino, l’orto, per la macchi-na… si potè finalmente godere l’intimaseduta sul trono, che si risciacquavapremendo un pulsante, dopo l’evento,in barba all’inclemenza del tempo.Giova ancora ricordare che le nostresorgenti sono alimentate per drenag-gio dalle piogge che cadono sull’alto-piano: quando sono consistenti l’in-cremento della portata si evidenziadopo 6-12 ore.

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preleva l’acqua dalla sorgente delCovol dei Siori di Oliero e la rimanda,con la stazione di pompaggio sita asud di Oliero di sopra, al serbatoio dicarico realizzato sul Col d’Astiago. Ildislivello tra i due punti è di circa 1100metri e non ci sono stazioni di pom-paggio intermedie. Dal serbatoio sitoa quota 1250 m s.l.m. circa, l’acquadi Oliero viene distribuita alle varieutenze degli otto comuni dell’alto-piano per caduta a gravità.

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Cose di casa nostra Il Vento del Brenta - Novembre 2006

Il 10 luglio 1955 si costituirono inConsorzio i comuni di Cismon,Valstagna, S. Nazario, Campolongo,Solagna, Pove, Rosà, Cassola,Cartigliano, Rossano, Tezze s.B. eBassano, per la derivazione dell’acquadalle sorgenti dei Fontanazzi diCismon, che erano già in proprietà delComune di Bassano. Il Consorzio,denominato “Acquedotto del Grappa”realizzò le opere e gli allacciamenti allereti comunali preesistenti e le comple-tò alla fine degli anni ’60.In pratica dagli anni ’70 utilizziamo tuttil’acqua potabile dei Fontanazzi diCismon.

In merito agli utilizzi delle “tante acque”cui si è finora accennato (Brenta, pozzie cisterne,sorgenti, grondaie…) ladomanda è: le acque usate nei secolipassati quanto erano potabili? Quantinostri predecessori sono morti ohanno mal vissuto per la scarsa pota-bilità di quelle acque?Oggi la potabilità è corretta e control-lata, dal Consorzio e dalle A.S.L.,…fatti salvi incidenti e vetustà di alcunitratti di rete.Ovviamente, la certezza totale sullapotabilità dell’acqua ricordiamoci cheè e rimarrà sempre un mito.I trattamenti ed i controlli che vengonofatti per garantire la potabilità dell’ac-qua sono un po’ complessi e forsetroppo specialistici in termini fisici-chi-mici-batteriologici, e così ce li rispar-miamo.Dal punto di vista tecnologico, ricor-dando la derivazione regolata dai duefori tarati, fatti a Campese daiBenedettini nel 1124-1130, quella del-l’acquedotto del Tovo di Valstagna del1912 e la pompa a mano diCampolongo del 1939, si evidenzianole caratteristiche dell’acquedotto con-sortile dei Sette Comuni. Detto Consorzio, a partire dal 1970,

Natale 2006Natale 2006

Per le strade, tra la gente,si discute seriamente

sui decreti che al momentosta trattando il Parlamento.E non se ne può più ormai

di sentire alla TVche il bilancio programmato

giornalmente viene cambiato.Primi ad esser preoccupati

son gli anziani e i pensionatile cui rendite assegnate

più non vedono aggiornate.Quindi oggetto d’improperi

sono i costi ospedalieripronti ad esser caricati sulle spalle dei malati.

Ed inquieta sempre piùoggi appar la gioventù

dal futuro confinato nell’eterno precariato.

Mentre in piazza i cittadinicon cartelli e volantiniai ministri fan notare

che c’è il fisco da cambiare.Ma volgendo un pensierino

al Natale ormai vicinoricordiamo che il Signore

dona all’uomo mente e cuore.Ed allora tutti insieme

facciam ciò che si convieneaffinché sia sollevato

dal dolor ogni ammalato e si possa rieducare

chi sta in carcere a pagare.Cresca inoltre l’attenzione per chi cerca occupazione

e chi ha voglia di imparare abbia i mezzi per studiare.Poi chi ha fame sia nutrito

e l’ignudo rivestito nel contesto solidale

del convivere sociale.Sol così Gesù Bambino

oggi ancora avrem vicino per guidare col Suo Amore

il cammino d’ogni cuore.Domenico Tolio

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TradizioniIl Vento del Brenta - Novembre 2006

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Proverbi e modi di dire in dialettoI xe innamorai come do coeombi che tuba

A pianta se indrissa finchè a xe ancora picoea

El pan el se guadagna col sudor dea fronte

Quando se ga i denti non se ga el pan, e quando se ga elpan non se ga i denti

El mal no varda in facia a nessun

Chi che sta con a man sporta fa a boca storta

Fra sentai e butai mai un ora de pace

No go mai poesto sarar ocio

Vin bianco, vin nero: portame casa

Da un imbriago vien fora a verità

Esser pieni come na spugna

Far un buso nell'acqua

Gheto vosuo a bicicleta, e desso pedaea

Tarda nova bona nova

Chi maltrata e bestie, maltrata anca i cristiani

Xe veci chi more

Un cò ghe semo e doman no se sà

Te si doppio come e segoe

Ogni giorno che passa, un giorno in manco ca te resta

I brodi longhi non xe mai boni

Cambia i sonadori ma a musica xe sempre quea

Andar d'accordo come el can e el gato

Chi serve el Comun non serve nessun

Parlar ben e rassoear mae

I schei xe rotondi parchè i ga da girar

Ognuno ga devosion del so santo

Te si intrigà come i pulsini nea stoppa

Esser come usei suea frasca

Marieta xonta che xe qua i iodoi

Gnente xe bon par mal de oci

Te si un peocio refato

E buanse (geloni) e guarise con i fiori de saresara (ormail'inverno è finito)

Andar d'accordo come tre rode in un caro

Xe mejo fruar e scarpe che i nissoi

Chi lavora magna

Esser bianchi come na spiera

E guere porta morte e carestie

Mai spuar in alto

Roba trovà a xe mesa robà

Magnar puenta e ongia

El consumo fa el guadagno

L'useo sarà in gabia: o che el canta de noia o che el canta de rabia

Ogni bel fior deventa fen

A lengua a taia come na forbese

Esser busiari come na epigrafe

Esser deicati come e tete dea regina

I strosini sta ben picai e i avari sta ben negai

Xe peso el tacon del sbrego

El tempo le stato da sposar, par far quel che el vol

Chi more el mondo assa e chi resta se a spassa

Quando el Grapa ga el capeo o che fa bruto o che fa beo

Par gnente l’orbo no canta

Chi vive cantando, more sperando

Piove sempre sul bagnà

Sa pì un musso casa sua che un professor casa de altri

No cambiar e carte in toea

A pignata vardà non a boie mai, e co te te volti a va par soraStropa busoTeo digo ciaro e tondoTe cambi pì de idea che de camisaIstà de merda, pien de erbaCo piove nell’assensa, par quaranta dì non semo sensa

Se no piove aea Candeora de l’inverno semo fora, ma sepiove e tira vento de l’inverno semo dentro

Da Nadal el soe crese de na peca de gal

Par Sant’Agnese el fredo va pa e siése

Tromba de cueo sanità de corpo, iutame

cueo se no son morto

El tempo, el cueo e i siori fa queo che voe lori

I oci i va gratà coi gombi (cioè mai)

Finestra verta fa saiute

Chi fa ben a un vilan el se spùa in man

Mae de pee, saeute de buee

E nuvoe alte non fa piova

El soe basa i bei e seca e merde

El costa un ocio dea testa

I dotori i impara sui maeai

Tutti i mesi xe fa a luna e tutti i dì te ghin senti una

Bei in fassa bruti in piassa

Co se sara na porta se verze un porton

Chi ga bei, moier e casteo de frontiera, no ga mai pace inlettieraCanta che a te passa

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Tradizioni Il Vento del Brenta - Novembre 2006

Col mae bisogna imparar a convivereA Pove se non venta pioveSoeagna: tera bona e xente cagnaNeve su a foia, inverno che fa voiaDa San Mattio ogni frutto xe compioChi se regola da zovane, more vecioTe si indrio come a coa del mas-cioChi sente, sente de suoSe a merda vaesse schei, i poareti nassaria senza cueoE bulgare non e fa lateMetter el caro davanti i boiVendere el sol par comprar el lumeSarar a staea co i boi xe scampaiTira e tasiDove che ghe xe pace, ghe xe DioA lengua bate dove el dente dolChi non me vol, no me meritaI brodi longhi no xe mai boniVin vecio e dona zovaneChi dise dona, dise danoL’amor non ciapa ruzeneI fioi vien dal cor, el marìo da la portaEl bon e el cativo ghe xe dapartutoNo desmisiar e mosche che dormeI veri amissi xe come e mosche biancheMeio un vero amico che sento parentiA torghene e non metarghene, ogni bel mucio caeaA morte non ga lunarioA morte, uno a volta, ne scoa via tutiCueo che caga non ghe xe oro che lo pagaA boca e el cueo xe fradeiCo se sta ben non se xe mai veciAmigo de tuti, amigo de nessunEl riso nase nell’acqua e el ga da morir nel vinPar star ben, bisogna levarse daea toea co a fameA toea no se vien mai veciNé dona, né tela a ciaro de candeaI putei matriza, e putee patrizaTuti gode e veder el mato in piassa, ma che no el sia deaso rassaTanto magna sinque che sieTanto el ciapa, tanto el magnaPoco xe meio de gnenteA fortuna xe na roda che giraCo a fortuna ghe vol coraioChi nasse sfortunai, ghe piove sul cueo anca co i xe sentaiIn casa dei galantomeni: prima e done e dopo i omeniEl pèso non xe mai mortoSensa le spie non se ciapa i ladriSaeudar xe creansa, risponder xe obbligo

A pigrizia va tanto pian, che la miseria la ciapaCo i gà voltà el messal, a messa pì no ea valEl primo fiol nasse quando che el volCo a torta xe spartia, in un lampo a xe finiaL’ultimo goto xe queo che imbriagaTardi in pescaria e bonora in becariaA pianta che ga massa fruti, no li maura tutiCani rabiosi no fa s-ciapoChi tropo se inchina, mostra el cueoEl fruto no casca lontan dall’alberoDa san Bendetto ghe xe a rondine sotto el tetoA pisar contro vento se se bagna e bragheChi serve Dio, ga bon paronL’ombra del campanie ingrassaPecà confessà, mèso perdonàVenesiani, gran signori; Padovani, gran dotori; Vicentinimagna gati; Veronesi tuti mati; Trevisani, pan e trippe;Rovigoti, baco e pipeMesi crui e mesi cotiMetter a man nel fogoChi ga fato el mal, fassa anca a penitensaChi non ghe xe, alse a manDe quel che ghe xe, non manca gnenteBail cata sapa

A San Vaentin el tabaro sul spin

A sant’Aldina se cava a pomeina

San Bastian co a vioea in man

A Santa Lussìa el fredo crussia

No sta spuar nel piatto che te magni

No te cavi un ragno dal buso

Sbaglia anca el prete sull’altar

Prima de voltar a pagina, bisogna averla letta

Muso duro e bareta fracà

Te si nato co a camisa

Volta a manda che el tempo tambara

L’ultimo pomo scoraia el musso

No suffiar su e bronse

Essere cueo e braga

Pèso che andar de notte

A baea, no xe colpa del vin, ma de chi lo beve

Roba da cioi

Star sue spine

Toccar fero

Go tante done come un branco de sardee

Ogni lavada a xe na fruada

El ghe cavaria a pee anca a un peocio

Te si longo come l’anno de a fame

El xe el lavoro del vecio e dea vecia

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Notizie FlashIl Vento del Brenta - Novembre 2006

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Ci scusiamo per il ritardo nel consegnarvi la foto ma,per un piccolo disguido, al nostro appuntamento mancava qualche coscritto. La sorte, purtroppo, ha giàcominciato a privarci di qualcuno, quindi abbiamo pensato di ritrovarci un po’ più spesso (visto che abbiamo impiegato trent’anni per riuscire ad organizzarela prima cena della classe ’55), per rifarci del tempoperso…. Il nostro piccolo gruppetto (sei persone) dal primo incontro si è così affiatato che nel giro diqualche anno abbiamo già rifesteggiato “la classe” per ben quattro volte. Vi salutiamo con un vecchio dettoche in questo caso calza a pennello: “pochi ma boni!!”.La classe 1955

CondoglianzeIl 27 maggio scorso, improvvisamente,è venuto meno Enzo Orlando di anni51. Alla moglie ed alle figlie, ai parentitutti, vadano le nostre più vive condo-glianze.

Il 13 giugno scorso è mancato all’affet-to dei suoi cari Virginio Vialetto, dei“Becari”, di anni 82. Già maresciallodella Guardia di Finanza, da molti annirisiedeva a Roma. Ai figli giungano isensi del nostro cordoglio.

Paola Colpo in Vialetto, mamma delnostro redattore Fiorenzo, di anni 81, èvenuta meno il 21 giugno scorso. Almarito ed ai figli pervengano i le nostresincere condoglianze.

E’ mancato all’età di 51 anni FiorenzoZannini che risiedeva a Solagna. Allamoglie, ai figli, alla mamma ed ai paren-ti giunga la testimonianza del nostrocordoglio.

Il 25 luglio scorso è deceduta a Mestre,dove risiedeva da parecchi anni,Giovanna Vialetto “Ciori” di anni 84.Ai famigliari giungano le nostre più sen-tite condoglianze.

Maria Vialetto vedova Bonato (“ToniCandoea”) è improvvisamente mancata il14 agosto scorso. Aveva 82 anni e da qual-che tempo era ospite della casa di riposo diValstagna. Alle figlie ed ai parenti vadano isensi del nostro cordoglio.

Il 5 ottobre scorso è mancata Giusep-pina Illesi ved. Vialetto, di 83 anni. Ai

famigliari giungano le nostre più sentitecondoglianze.

Fiocchi azzurri e rosaIl 23 maggio scorso è nato TommasoZannini, figlio di Dario e Tiziana Benini.Al neonato ed ai suoi genitori giunganole nostre più vive congratulazioni.

E’ nato Nicola Fiorese figlio diMassimo e Daniela Negrello, il 9 ago-sto. Congratulazioni e auguri per unfuturo felice.

Il 23 agosto scorso è nato CesareBonato figlio di Stefano e Sabrina.Auguri per un futuro sereno e felice.

Fiori d’arancioIl 27 maggio scorso SebastianoTemperato (figlio di Salvatore e Cristina)e Silva Peruzzo hanno coronato il lorosogno d’amore. Alla coppia, che si è sta-bilita in paese, auguriamo un futurodenso di felicità.

David Vialetto (figlio di Tiziano ePatrizia) e Morena Tosello si sono unitiin matrimonio il 6 maggio scorso a Saladi Istrana (TV). I due sposi andranno arisiedere fuori paese. Auguri e felicitazio-ni vivissime.

Marco Vialetto (figlio di Fiorenzo eAnnarita) e Mariacristina Merlo hannoconvolato a giuste nozze il 21 giugnoscorso. Ai neosposi, che hanno fissato laloro residenza in quel di Romanod’Ezzelino, giunga l’augurio di un futurosereno e felice.

Confetti rossiIl 26 gennaio scorso Chiara Bordignon,figlia di Claudio e Antonella Travan , haconseguito la laurea in disegno indu-striale presso lo IUAV di Venezia.Congratulazioni vivissime ai genitori edalla neo laureata.

Il 3 marzo scorso, discutendo una tesisui diritti dell’infanzia, la figlia GiorgiaOrlando si è laureata in scienze giuridi-che presso la Terza Università di Roma,con il punteggio di 101/110. Giorgia siè già messa al lavoro per conseguire lalaurea in giurisprudenza.

Il 5 maggio scorso è stata la volta delfiglio Cristiano Orlando il quale, pressol’Università “La Sapienza” di Roma, cat-tedra di sociologia delle relazioni inter-nazionali, ha conseguito la laurea inScienza della comunicazione, con ilpunteggio di 105/110.Cristiano, che ha presentato una tesisull’Albania alle prese con le correntitransnazionali, è da anni impegnato nelvolontariato con la comunità“Sant’Egidio” di Roma, che assiste e dàconforto alle persone che vivono in stra-da. Attualmente segue anche un proget-to di assistenza per i bambini albanesi inAlbania, paese dove, tra l’altro, ha par-tecipato come ufficiale dell’Aeronauticamilitare alla missione Albit tra ottobre edicembre 2002.Ai due fratelli neo laureati e a chi è statoloro vicino inviamo le più calorose con-gratulazioni assieme ad un augurio perun futuro pieno di soddisfazioni.

Festa della classe 1955

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Notizie Flash Il Vento del Brenta - Novembre 2006

Valentina Chemin, figlio di Germano eIvana, ha conseguito la laurea triennale,presso l’Università degli studi di Trento,il 24 maggio scorso, in “Mediazione lin-guistica per l’impresa e il turismo”. Allaneo dottoressa ad ai suoi genitori vada-no i più vivi complimenti.

Anna Spatorisano di Elide Bonato(figlia di Dino e Paolina), ha conseguitolo scorso ottobre la laurea in architettu-ra. Alla neo dottoressa giungano lenostre congratulazioni.

“William Gheno, figlio di G. Pietro edi Santina Bonato, si è laureato lo scor-

so luglio in Scienze Forestali edAmbientali presso l’Università degliStudi di Padova con la tesi “La dinami-ca della CO2 a scala aziendale: risultatidell’applicazione del software fullcamad alcuni casi di studio.” Nella sua tesi ha preso in considerazio-ne come con l’avvento dell’era indu-striale la CO2 (anidride carbonica)atmosferica ha subito un’impennataconsiderevole portando alcuni Paesi, ifirmatari del protocollo di Kyoto, adimpegnarsi a ridurre le emissioni e con-temporaneamente ad aumentare i ser-batoi naturali di carbonio. L’interesse del neo dottore per la naturaè stato sempre presente nella sua vita: lo

sport, o meglio la canoa, che lo ha vistoprotagonista anche in ambito interna-zionale, lo ha sempre tenuto a contattocon il suo amato fiume Brenta; gli sva-riati tirocini, aggiornamenti, corsi, pres-so il Servizio Forestale Regionale diVicenza, lo hanno visto interessarsi delbosco; infine il lavoro, che dal marzo2005 lo impegna come dipendente etecnico ispettore presso la Bios, un orga-nismo di controllo delle produzioni bio-logiche, lo porta a interessarsi di queiprodotti biologici che ogni giorno arri-vano nelle nostre tavole.” Da parte nostra a tutti le migliori con-gratulazioni e l’augurio di una carrieraricca di soddisfazioni.Ringraziamo inoltre coloro che, oltre aricordarci l’evento, hanno anche fattopervenire l’articolo con la foto o alcuneinformazioni sul neo laureato: anchequesto è un modo semplice ma concretodi collaborare all’arricchimento delnostro giornale!

Il nostro paese alla ribalta della cronacaDurante il mese di agosto il nostropaese è salito, per ben due volte, allaribalta della cronaca. Due persone, non da Campolongo,sono decedute nel centro del paese,nella strettoia vicino alla canonica. Arrivando in macchina a tutta velocità idue componenti, un uomo ed unadonna, si sono sfracellati sbattendo con-tro gli scalini e dopo una carambolahanno terminato tragicamente la lorocorsa. Dopo qualche giorno lungo lerive del Brenta, in località Fontanazzi diSolagna, il corpo di un pensionato èstato ritrovato sul greto del fiume. Eraospite della casa di riposo di Valstagna.

Riapre la farmaciaDopo più di un anno di chiusura loscorso agosto è stata riaperta la farmaciadi Campolongo. Al banco, dopo iconiugi Ingala, troviamo ora la Dr.ssaMirca Zago, di Bassano.

L’orario di apertura è il seguente: 8.45-12.30; 15.45-19.15; il sabato pomerig-gio è chiusa. Tel. 0424 558204Alla Dr.ssa Mirca Zago auguriamobuon lavoro.

Corsa campestreSi è svolta lungo le sponde del Brenta aCampolongo la fase d’Istituto dellaCorsa campestre che ha visto impegnatigli alunni delle classi IV e V delleElementari e delle tre classi delle Mediedell’Ist. Comprensivo di Valstagna. In una giornata limpida i giovani atletihanno dato del loro meglio per raggin-gere la qualificazione che consentiràloro di accedere alle successive fasi dovesi confronteranno con gli atleti di altriIstituti. Se giungere tra i primi è stato un sicuromotivo di soddisfazione, non di menolo stare assieme con i propri amici fuoridalle aule scolastiche è stato un motivodi sicuro divertimento.

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Dopo il successo della cena che la scorsa primavera avevariunito parecchie persone per festeggiare l’alpino EmilioVialetto, la locale sezione degli Alpini ha organizzato unaserata di convivialità in concomitanza con la ricorrenza delIV Novembre. Più di un centinaio di persone, accolte dallenote del locale Complesso Bandistico, hanno trascorsouna piacevole serata fra amici degustando anche qual-che piatto tipico, quale il gulasch…. Dandosi appunta-mento alla prossima volta!

di E

mili

o V

iale

ttoVita delle AssociazioniIl Vento del Brenta - Novembre 2006

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Gli alpini festeggianoRovistando nei cassettiAnche in canonica c’è qualche cassetto che nasconde ancora piccoli tesori… di memorie e di storia vissuta. Ringraziamo don Paolo che ci ha onorati dell’anteprima di queste belle e significative foto: è l’otto settembre 1964,terzo centenario della Parrocchia.Allora era parroco don Eugenio Toldo ed il vescovoGirolamo Bortignon si trovava a Campolongo inoccasione della Cresima. Pubblichiamo intantoalcune di queste foto.Ai nostri lettori meno giovani il gusto e il compitodi riconoscere, ricordare, ripensare…

4 novembre 2006

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Cose di casa nostra Il Vento del Brenta - Novembre 2006

Cinque generazioni

Classe ‘46

Rimpatriata dei “Pauli”Il 12 novembre, presso un locale di Bassano, si sonoritrovati i discendenti di Paolo Bonato “massaporchi”.Erano presenti tutti i figli e i nipoti di Francesco, Orsolina, Margherita, Caterina, Cecilia e Maria (figli, questi, di Paolo Bonato) con le loro famiglie: in tutti circa ottanta persone.Particolarmente festeggiata è stata la cara Cecilia, sempre arzilla e felice di essere al centro dell’attenzione. Rinnoviamo anche da queste pagine un sincero ringraziamento a coloro che hanno reso possibile questo significativo incontro.

Con l’arrivo di Manuel, nato il 14 maggio2006, la signora Delfina Costa, nata il 30 set-tembre 1913, è diventata trisavola, tra la gioiadel figlio Bortolo Bonato (Scandea), del nipo-te Pierluigi, del pronipote Marco e del picco-lo Manuel. Tanti auguri dai figli e dai nipoti!

Lo scorso 16 settembre la classe ‘46 ha festeggiato organizzando una gita a Parma. Dopo una visita al teatro Farnese,alla Cattedrale ed al Castello di Fontanellato, hanno assaporato in compagnia le specialità locali. Gli organizzatori ringraziano tutti gli amici che hanno aderito all’iniziativa consentendo così di poter organizzare una gita partecipata e ben riuscita.

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Solitaria e bronzea t’innalzi,Signora qui dei prati e dei silenzi.

Ritta nel tuo manto arabescato,poggi su marmo e zoccoli di pietraquasi a sfidare flagelli di uragani

e frequenti scrosci d’acque.

Ma, sotto il manto della Vergine Madre,un pregnante mazzo di fiori

sopra un lucente scrigno, ad accoglierei più svariati messaggi di tanti cartigli:

per grazie ricevute o per smarrite implorazioni,od accorate suppliche o di ansiose speranze.

Nel retro del basamento spicca il fitto elenco dei Comuni

del comprensorio Bassanese.

Più giù, solo un tintinnio rompe il silenzio,è il filo metallico che il vento sbatte

sul pennone dell’alzabandieraposto a fianco di un altare marmoreo

con un raccolto cappello d’alpino,a rammentare, pensosi e grati,

quei Caduti della I° Guerra Mondiale;lo conferma l’iscrizione sacra,

su di un piccolo Vangelo,d’ispirazione Giovannea.

Concisa lì, ma chiara l’allusionead ogni sacrificio,

trasferito in una luce immortale.

Vers’oriente, sul ciglio del monte,quasi a perpendicolo sull’ultima

Val di Brenta, ecco l’arioso spaziaresulla piana Bassanese-Vicentina,

sulla Marca Trevigiana,e quando il cielo è terso

fino a Venezia e la sua laguna.

Di fronte, appena oltrebrenta, il risalir d’altri monti: le ultime propaggini

del massiccio del Grappa.

Oh Madonna di Monte Cainache da lassù tutto vedi e domini,

proteggi ed eleva i tuoi devoti visitatorialle più nobili altezze umane o divine.

Onorio Sbrissa

Il Vento del Brenta - Novembre 2006

Alla Madonna di Monte Caina