Responsabilità degli Anziani nella realizzazione degli scopi per la chiesa

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Responsabilità degli Anziani nella realizzazione degli scopi per la chiesa Pasquale Di Nunzio Trezzano Rosa, 29 Aprile 2012

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Trezzano Rosa, 29 Aprile 2012. Responsabilità degli Anziani nella realizzazione degli scopi per la chiesa. Pasquale Di Nunzio. Responsabilità degli Anziani nella realizzazione degli scopi divini per la chiesa. L’IMPORTANZA DELLA CHIESA LOCALE La chiesa ha grande valore agli occhi di DIO. - PowerPoint PPT Presentation

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Responsabilità degli Anziani nella realizzazione degli scopi per la chiesa

Pasquale Di Nunzio

Trezzano Rosa, 29 Aprile 2012

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Responsabilità degli Anziani nella realizzazione degli scopi divini per la chiesa

L’IMPORTANZA DELLA CHIESA LOCALELa chiesa ha grande valore agli occhi di DIO.

L’individualismo e l’isolamento spirituale sono pericolosi e contrari alI’insegnamento biblico.

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MODELLO DELLA CHIESA NEOTESTAMENTARIA

Le nostre assemblee devono rispecchiare il modello della chiesa neotestamentaria. La chiesa primitiva visse in un clima di risveglio, che portò nel giro di circa 30 anni all’evangelizzazione di tutto il mondo conosciuto di allora.

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Alcuni interrogativiCome vivono le nostre assemblee?

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Tre cicli o fasi

All’inizio c’è una prima fase di grande crescita, di entusiasmo, di forte comunione fraterna.

I membri della chiesa in questa fase sono impegnati a lottare e sacrificarsi per il progresso del vangelo.

La seconda fase vede i credenti combattere per mantenere la verità che hanno trovato e per proclamarla.

È il periodo dello sviluppo. Il Signore opera, la chiesa cresce e si sviluppa.

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Il terzo ciclo vede, invece, molti credenti meno interessati a raggiungere i traguardi di sviluppo e di crescita. E’ una fase di declino, di crisi. Fondare e edificare una chiesa è impegnativo; ma è molto più difficile operare quando la chiesa è cresciuta.

Per uscire da questa situazione di declino spirituale e passare alla fase di crescita e di entusiasmo, un’assemblea deve umiliarsi davanti al Signore, confessare il proprio peccato, abbandonarlo e realizzare le caratteristiche di un corpo che Dio vuole

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ALCUNI PRINCIPI BIBLICI CHE CARATTERIZZANO LE ASSEMBBLE. CARATTERISTICHE DELLA CHIESA DEL NUOVO TESTAMENTO. Gli anziani hanno la responsabilità di sorvegliare e di vigilare, perchè le assemblee rispecchino il modello della chiesa neotestamentaria e realizzino principi divini.

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1. LA DIVINA E TOTALE ISPIRAZIONE DI TUTTA LA SCRITTURA E LA SUA SUPREMA AUTORITA’ IN MATERIA DI FEDE E DI CONDOTTA (2 Ti 3:15-16)

Dio vuole una chiesa che predica e insegna la parola con fedeltà e

sistematicità, una chiesa che obbedisce al Signore e alla Sua Parola (1 Ti 4:13-16; 2 Ti 4:2).

L’ispirazione è l’influenza esercitata dallo Spirito Santo sugli autori sacri del Vecchio e del Nuovo Testamento, perché essi annunziassero e scrivessero in una maniera esatta il messaggio ricevuto da Dio. Questa influenza li ha guidati anche nell’impiego delle parole, per guardarli da ogni errore e omissione. Si tratta di un’ispirazione plenaria e verbale, ossia estesa a tutta la Scrittura e anche alle parole usate dagli scrittori sacri.

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Dobbiamo avere il timore del Signore Dobbiamo prendere Dio sul serio e camminare nelle sue leggi. Oggi molti non tremano più di fronte alla Parola e alla santità di Dio. L’ubbidienza è l’atteggiamento più importante che dobbiamo avere verso la Parola.. Quando Dio parla, dobbiamo ubbidire. 2.LA CENTRALITA’ DI CRISTO E DELLA SUA TAVOLA, ALLA QUALE SONO ACCOLTI TUTTI I CREDENTI (Mt 18:20; At 2:42-47) Dio vuole una chiesa che prega, loda e adora il suo Signore(Gv 4:23-24; 1 P 2:1-5, Eb 13:15; Gm 5:16, 1 Te 5:17-18).

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La preghiera ha avuto un posto di primaria importanza nella vita terrestre di Gesù (Lu 6:12; 22: 32 e 42; 23: 34; Mr 1: 35) ed è la parte più importante del ministero attuale del Signore glorificato (Eb 7:25; Ro 8:34). Gli apostoli consideravano la preghiera la cosa più importante della loro vita. La preghiera è la più grande risorsa della chiesa. Con la preghiera possiamo spostare le montagne, ossia possiamo superare difficoltà, problemi e ostacoli (Is 40:3-5; Za 4:6-7; Mt 17:20).

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Pregare significa vivere sempre nella presenza di Dio.

Dobbiamo pregare con perseveranza e digiunare, se vogliamo vedere un risveglio nelle nostre vite e nella nostra assemblea.

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3. LA SIGNORIA DI CRISTO ( Ef 1:22) Egli è il Capo Supremo della chiesa (Ef 1:22).

Cristo è in mezzo ai credenti, come Colui che ha l’autorità suprema. La chiesa dipende solo dal Capo Celeste, Cristo il Signore.

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4. IL SACERDOZIO UNIVERSALE DI TUTTI I CREDENTI E LA GUIDA E LA LIBERTÀ’ DELLO SPIRITO SANTO NEI RADUNAMENTI (1 P 2:5-9; Gv 16:13-14; 14:25-26; 15:26).

Dio vuole una chiesa che riconosca il sacerdozio di tutti i credenti e la

libertà dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo è la guida infallibile della chiesa. Dobbiamo sottolineare il valore del radunamento . La presenza reale

del Signore dovrebbe riempirci di riverenza, di timore e di gioia traboccante.

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5. LA PLURALITA’ DEI DONI SPIRITUALI E IL LORO ESERCIZIO NELLA CHIESA LOCALE (1 Co 12; Ro 12:4-8; Ef 4: 7-16).

Dio vuole una chiesa impegnata in cui tutti i membri servono con gioia

e sottomissione, a seconda dei doni ricevuti dal Signore. Dio non vuole che siamo solo spettatori, tutti dobbiamo essere

servitori. Dovremmo essere infaticabili, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore (1 Co 15:58)

Gli anziani hanno la responsabilità di incoraggiare ogni membro a

riconoscere il proprio dono e ad esercitarlo nella chiesa.

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6. LA VISIONE MISSIONARIA E L’IMPEGNO EVANGELISTICO ( Mr 16:15; Mt 28:18-20).

Dio vuole una chiesa che evangelizza e ha una visione missionaria; una

chiesa che fa discepoli e cresce nella qualità e nella quantità (At 1:8; Ef 4:11-16; At 2:41, 47; 4:4; 5:14; 9:31)

Ogni assemblea è chiamata a evangelizzare. Abbiamo nel Nuovo

Testamento il quadro di una chiesa in movimento, in missione che va incontro alla gente che perisce.

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Il grande mandato affidato alla chiesa è di evangelizzare. Non tutti hanno i doni per la predicazione, ma tutti possono e devono testimoniare della propria fede e conquistare anime per Cristo. La testimonianza personale di ogni credente, sia verbale che con la vita, è il metodo più efficace per raggiungere il mondo col vangelo (At 1:8; Mt 5:13-16). Una chiesa che non evangelizza e che non ha una visione missionaria è destinata a morire.

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7. IL GOVERNO DELLA CHIESA LOCALE DA PARTE DEL COLLEGIO DEGLI ANZIANI (At 14:23).

Dio vuole una chiesa ordinata secondo la Parola, guidata dagli anziani, ai quali tutti membri sono sottomessi con lealtà e stima.

Ogni chiesa locale deve avere una chiara e fedele conduzione; deve

riconoscere i suoi anziani (At 14:23).

Dio condanna l’individualismo e l’anarchia; Egli vuole l’ordine e la sottomissione. Rifiutare l’autorità spirituale degli

anziani significa rifiutare l’Autorità stessa di Cristo delegata loro e opporsi alla Sua Parola (Ro 13:1-2).

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Gli anziani sono i pastori del gregge, chiamati a pascerlo e a nutrirlo (1 Pi 5:1-3; At 20:28).

Sono i conduttori che vegliano sulla vita dei credenti e indirizzano e guidano la chiesa (Eb 13:7, 17, 24).

Sono i pastori- dottori che insegnano la sana dottrina ed esercitano il ministero dell’insegnamento (Ef.4:11; Tt 2:7; Ro 12:7).

Sono i preposti, che presiedono e governano e hanno una funzione di autorità (1 Te 5:12-13; 1 Ti 5:17; Romani 12:8).

Sono gli esempi del gregge (1 Pi 5:1-3). Sono i vescovi, ossia i sorveglianti, i sovrintendenti che vegliano sui credenti (1 P 5:1-3; 1 Ti 3:1-2).

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• Gli anziani devono guidare il gregge per la realizzazione degli scopi divini per la chiesa.

• Gli anziani devono pascere e nutrire il gregge.

• Gli anziani devono curare il gregge.

• Gli anziani devono sorvegliare il gregge e proteggerlo dai pericoli.

I grandi sono quelli che servono. Autorità implica servizio e responsabilità.

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I capi di questo mondo dominano e si fanno servire.

Il vero pastore del gregge lo si riconosce, invece, dal fatto che serve la chiesa ed è coinvolto nella vita delle pecore che il Signore gli ha affidato.

È pronto a dare la sua vita per le pecore come il Signore Gesù, che non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita.

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L’opera degli anziani

Gli anziani devono vigilare costantemente sui disordini, sulle maldicenze e sulle cadute dei credenti.

Devono sorvegliare su tutto l’andamento dell’assemblea, sul suo progresso e sviluppo.

Devono insegnare, pascere, esortare, stimolare, organizzare, disciplinare, occuparsi dei nuovi convertiti e dei deboli nella fede, consolare, discepolare, consigliare.

Devono aiutare i credenti a scoprire i loro doni, a svilupparli ed esercitarli.

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Il discepolato Gli anziani hanno il compito di discepolare (Mt. 28: 18-20; Ef. 4: 11).

Essi hanno il compito di istruire, di insegnare, in modo che ogni credente riconosca la Signoria di Cristo. Pascere il gregge implica il ministero dell’insegnamento.

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8. LA COMUNIONE FRATERNA (At 2:42-47) Dio vuole una chiesa che persevera nella comunione fraterna, in cui

tutti i membri si amano, sono gentili, frequentano assiduamente gli incontri stabiliti e partecipano alle varie attività della vita comunitaria (Eb 10:24-25)

La comunione è indispensabile. Comunione significa vivere insieme (At 2:42-46), stare insieme e amarsi l’un l’altro, condividere gioie e dolori. Una chiesa dinamica dovrebbe interessarsi della vita dei suoi membri.

Gli anziani devono vegliare e adoperarsi perché tutti i credenti vivano una intensa vita comunitaria.

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9. L’ESERCIZIO DELLA DISCIPLINA (Mt 18:17; 1 CO 5:11-13) Dio vuole una chiesa che esercita la disciplina verso coloro che

camminano disordinatamente e nella ribellione, fomentano dissensi e divisioni, praticano l’immoralità e hanno la falsa dottrina.

Dio vuole la nostra santità personale (1 P 1:15-16) Il peccato è un impedimento al risveglio della chiesa. Una chiesa

risvegliata è una chiesa santa.

Ogni assemblea esercita la disciplina nel proprio seno (Mt 18:17; 1 Co 5 :11-13; 2 Gv 9-10; 2 Te 3:6,14; 1 Te 5.14; Ro 16:17).

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10.L’attesa viva del ritorno Signore per rapire la chiesa ( 1 Te 4: 13-18).

Dio vuole una chiesa che vive nell’attesa del suo Signore.

La dottrina del ritorno di Cristo occupa un posto di rilievo nelle Scritture.

Cristo verrà per rapire la chiesa e portarla nella gloria e successivamente per stabilire il Suo regno di giustizia e di pace per mille anni sulla terra e poi per l’eternità nei nuovi cieli e nella nuova terra (Apocalisse 20, 21 e 22).

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GLORIFICARE E ADORARE DIO Gli anziani hanno la responsabilità di guidare il gregge per la realizzazione degli scopi divini per la chiesa

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CINQUE SCOPI DI DIO PER LA CHIESA 1. LA GLORIA, L’ADORAZIONE E LA CELEBRAZIONE DI DIO “ Erano perseveranti nel rompere il pane e nelle preghiere … lodando Dio e vendo il favore di tutto il popolo”( At 2: 42, 47) Nell’adorazione esprimiamo a Dio il nostro amore e la nostra consacrazione e lo lodiamo per quello che Egli è e fa per noi. Una manifestazione forte dell’adorazione è la celebrazione della Cena del Signore.Dobbiamo adorare Dio in spirito e verità, con la mente e col cuore, con le emozioni e con l’intelletto. Questa è la vera adorazione (Gv. 4:24).

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2. COMUNIONE FRATERNA “Erano perseveranti nella comunione fraterna …tutti quelli che

credevano erano insieme e avevano ogni cosa in comune. ..ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore” (At 2: 42, 44, 46).

Dio vuole la comunione fraterna e l’unità, desidera belle relazioni interpersonali nella chiesa.

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3. INSEGNAMENTO E DISCEPOLATO

“ Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli” (At 2: 42)

“ Insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Mt 28:20).

I nuovi credenti erano discepolati mediante l’insegnamento della

Parola, edificati e condotti alla maturità spirituale.

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4. SERVIZIO

“Vi siete convertiti dagl’idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero” (1 Te 1:9). Tutti servivano a seconda dei doni ricevuti dal Signore ed erano

impegnati e equipaggiati per il ministero.

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5. EVANGELIZZAZIONE E MISSIONE “Andate e fate miei discepoli tutti i popoli” (Mt 28:19). Dobbiamo avere una buona testimonianza nella società, essere luce e

sale per influenzare positivamente le persone e avere il coraggio di essere diversi nello stile di vita. ( Mt 5:13-16)

Dobbiamo, inoltre, proclamare il vangelo (Mt 28:18-20, Mr 16:15-16)

e usare tutti i mezzi e metodi disponibili sotto la guida dello Spirito Santo.

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• La chiesa esiste per glorificare e adorare Dio, per insegnare e discepolare, per avere comunione insieme, per servire e per evangelizzare.

Gli anziani devono aiutare le persone a sviluppare uno stile di vita basato sull’evangelizzazione, sull’adorazione, sulla comunione fraterna, sul discepolato e sul servizio.

Una chiesa sana è una comunità che loda e adora il Suo Signore, che ha

comunione fra i suoi membri, che fa discepolato, che serve gli altri e evangelizza i perduti.

Gli anziani devono sorvegliare e adoperarsi affinché tutte le attività e

gli incontri siano indirizzati a realizzare i cinque scopi prefissi da Dio per la chiesa.

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Glorificare e adorare Dio Lo scopo finale verso il quale tende tutto il creato è la glorificazione di Dio.

Il Salmista afferma: “Date al Signore la gloria dovuta al Suo Nome, raccontate la Sua gloria tra le nazioni” (Sai 96: 3, 8). Lo scopo più alto della chiesa è quello di glorificare Dio Padre e il Suo Figliuolo Gesù Cristo.

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LA CHIESA PUÒ’ GLORIFICARE E ADORARE DIO IN VARI MODI. Possiamo esprimere la nostra adorazione con il canto. LA MUSICA E IL CANTO NELL’ANTICO TESTAMENTO

Cantare, salmeggiare, celebrare e lodare il Signore è un imperativo di Dio!

Circa cinquanta volte troviamo nella Bibbia il verbo “cantare”, trenta volte “celebrare” e trenta “salmeggiare”.

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IL CANTO E LA MUSICA NEI PERIODI DI RISVEGLIO In un risveglio c’è molto spazio per la supplicazione, la lode e l’adorazione. Una chiesa risvegliata è una chiesa che loda, che canta e adora il suo Signore. La lode e il canto hanno un posto di rilievo in mezzo a un popolo risvegliato.

1.Il risveglio al tempo di Giosafat

2.I risvegli ai tempi di Ezechia, Giosia, Esdra e Neemia

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LA MUSICA E IL CANTO NEL NUOVO TESTAMENTO Abbiamo nei Vangeli i cantici della natività.

L’apostolo Paolo ci esorta a cantare di cuore a Dio sotto l’impulso della grazia: “Siate ripieni di Spirito Santo, parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore” (Ef 5:18-19). Paolo scrive ancora: “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, istruitevi ed esortatevi gli tini gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, con salmi, inni e cantici spirituali” (Cl 3:16).

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Nel cielo l’occupazione principale dei credenti sarà la lode e l’adorazione.

Nel cielo non solo loderemo e adoreremo, ma anche canteremo al Signore.

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IL CANTO NELLA CHIESA PRIMITIVA La chiesa primitiva usava il canto.

In Atti 2:46-47 leggiamo: “Ogni giorno rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e avendo il favore di tutto il popolo”. Giacomo scrive: “C’è tra di voi qualcuno che soffre? Preghi. C’è qualcuno d‘animo lieto? Canti degli inni” (Gm. 5: 13).

IL CANTO DEGLI SPECIALISTIIL CANTO GREGORIANOIL CANTO CRISTIANO ALL’EPOCA DELLA RIFORMA

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Il contributo di Lutero allo sviluppo della musica cristiana.Con l’istituzione del canto collettivo nel culto, la Riforma realizzò il principio di tenere vive tutte le forze spirituali della comunità.

Il contributo di Calvino allo sviluppo della musica cristianaAnche Calvino considerava il canto comunitario importante; nel canto dei Salmi dell’Antico Testamento egli trovò la possibilità di partecipazione attiva della comunità al culto.

Il canto comunitario all’epoca della RiformaLutero e Calvino erano d’accordo nel considerare il canto come la forma data alla comunità per la preghiera, la lode e l’adorazione in comune; entrambi erano concordi nel considerare importante la partecipazione attiva al culto di tutta la comunità.

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OBIETTIVI E SCOPI DELLA MUSICA E DEL CANTO Obbedire a un ordine del Signore Esprimere a Dio la lode, l’adorazione e tutto cìò che sentiamo.

L’adorazione in Spirito e veritàDobbiamo adorare il Signore in modo conforme alla Sua natura. Gesù ha detto alla Samaritana: “Dio è Spirito; e quelli che lo adorano, bisogna che l‘adorino in spirito e verità” (Gv 4:24).

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Realizzare la gioia del Signore Dio vuole la nostra gioia.“Servite l’Eterno con gioia” (SI 100:2). “La gioia dell’Eterno è la vostra forza” (Ne 8:10). Gesù desidera la nostra gioia: “lo vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa “ (Gv 1 5:1 1). Insegnare con il canto le verità della Scrittura La musica e il canto possono essere usati nell’evangelizzazione per raggiungere i perduti e portarli a Cristo

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L’importanza e il valore del radunamento La libertà dello Spirito Santo non deve rimanere solo una dottrina, ma deve essere realizzata praticamente. La presenza del Signore deve riempirci di riverenza, di timore, di gioia traboccante. Caratteristiche dei radunamenti della chiesa primitiva erano la spontaneità, la partecipazione attiva, la vivacità, la libertà dello Spirito Santo.

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Riunioni di preghiera

Le riunioni di preghiera sono di primaria importanza, perché la preghiera comunitaria mantiene unita la chiesa e assicura la benedizione di Dio. Culto di lode e adorazione Nelle nostre assemblee diamo grande importanza al culto, dove ci ricordiamo dell’Opera che Cristo ha compiuto per noi sulla croce del Calvario. Dovremmo adorare il Signore con gioia e riconoscenza.Gli anziani devono vegliare affinchè durante gli incontri vi sia una partecipazione gioiosa di tutti i credenti

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L’importanza della Parola Vista l’importanza della Parola, dobbiamo dare a essa, nella nostra vita personale, familiare e nella chiesa, un posto di preminenza. Una chiesa in buona salute è una comunità che ha al centro il Signore e la Sua Parola. Bisogna organizzare gli incontri in modo da avere tempo sia per il canto che per la Parola.

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L’importanza di offrire al Signore la nostra vita intera. Dobbiamo offrire al Signore, non solo il canto, ma la nostra vita. L’apostolo Paolo afferma: “Vi esorto, dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale” Ro 12:1).

L’amore per Dio è la molla che ci spinge a consacrarci a Lui e a servirlo. Dobbiamo consacrare a Dio la nostra vita intera.

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L’importanza del donare al Signore Anche il donare al Signore è una manifestazione dell’adorazione a Dio:

“Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete, perché è di tali sacrifici che Dio si compiace” (Eb 13:16).

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Quanto dobbiamo dare Dobbiamo dare quello che ci costa veramente.

Il popolo d’Israele dava la decima di ogni cosa (Le 27: 30-32);

doveva dare la primizia dei frutti della terra (Es 23: 19); doveva offrire i vari sacrifici e oblazioni (Le. 1 a 7);

erano chiamati ad essere sensibili ai bisogni dei poveri, dello straniero, degli orfani e delle vedove (De 15: 11; 16: 10-17).

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Le decime e le offerte volontarie, che il Signore riceveva spontaneamente dai patriarchi e che impose per legge al popolo di Israele, le aspetta oggi spontaneamente e volontariamente dai credenti (2 Co 9: 6-1 1). Dobbiamo dare, a partire dalla decima, secondo la prosperità concessaci (1 Co 16:2).

La decima deve essere un punto di partenza e un riferimento valido. Da questa base di partenza dobbiamo dare in proporzione ai beni che il Signore ci dà.

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ALCUNE RIFLESSIONI CONCLUSIVE Dobbiamo realizzare il valore dei radunamenti. Gli anziani devono sorvegliare affinché tutto sia fatto con ordine e con gioia. I non credenti devono percepire tangibile e potente la presenza di Dio nel radunamento e devono essere indotti a prostrarsi con la faccia a terra e a proclamare che Dio è veramente presente nell’assemblea (1 Co 14:24-25). Dobbiamo organizzare incontri gioiosi, adatti alle persone nuove che ci visitano, realizzare un’atmosfera cordiale, accogliente, amorevole e gioiosa, avere musica e canzoni adatte per ogni circostanza, partecipare attivamente, pregando e cantando con fervore e gioia.

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Dobbiamo dare messaggi efficaci e pratici, che si possono applicare alla vita, avere preghiere brevi, mostrare calore e interesse verso le persone, salutandole con cordialità, mostrare amore gli uni per gli altri e realizzare timore, ordine, vivacità, gioia e guida dello Spirito Santo. Gli incontri non devono sembrare funerali, ma una festa, perché abbiamo la presenza di Dio in mezzo a noi. La chiesa deve essere come un’oasi nel deserto, che offre alle persone assetate l’acqua rinfrescante della gioia e della vita. Dobbiamo realizzare il sacerdozio di tutti i credenti e la libertà dello Spirito Santo (1 P 2: 5-9; Gv 16: 13-14) Dobbiamo partecipare con gioia e riverenza alla tavola del Signore. Nessun intervento deve rovinare l’atmosfera solenne dell’adorazione. Pasquale Di Nunzio50

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