RESOCONTO INTEGRALE SEDUTA DI MARTEDI' 10 OTTOBRE 2006 · atti consiliari consiglio regionale...

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Atti consiliari Consiglio Regionale Marche VIII LEGISLATURA SEDUTA N. 42 DEL 10 OTTOBRE 2006 — 1 — RESOCONTO INTEGRALE 42. SEDUTA DI MARTEDI' 10 OTTOBRE 2006 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLI INDI DEL VICEPRESIDENTE DAVID FAVIA INDI DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIANNOTTI INDICE Approvazione verbale ...................................... p. 3 Proposta di legge (Annuncio e assegnazione) ................................. p. 3 Mozioni (Annuncio di presentazione) ............................... p. 3 Nomina ............................................................... p. 4 Legge regionale promulgata dal Presidente della Giunta .............................. p. 4 Deliberazioni trasmesse dalla Giunta re- gionale ................................................................ p. 4 Congedo ............................................................. p. 5 Commemorazione ............................................. p. 5 Ordine dei lavori ............................................... p. 5 Interrogazione (Svolgimento): «Situazione ospedale di Recanati», Pistarelli (487) ............ p. 5 Interrogazione (Svolgimento: «Chiusura parziale o totale dell’ufficio postale di Albacina» Favia (471) ....................................... p. 6 Interrogazione (Svolgimento): «Realizzazione nuova questura di Pesaro, Giannotti (90) ...... p. 7 Interrogazione (Svolgimento): «Portale inter- net del turismo regionale denominato “Istrice”» Castelli (467) .................................... p. 8 Interrogazione (Svolgimento): «Trasporto merci su rotaia» Altomeni (236) ....................... p. 9 Interrogazioni (Svolgimento): «Società di Castelraimondo – perché sono arenati anche i contratti di solidarietà di- fensivi in favore dei dipendenti» Massi (131) «Fallimento di una società di Fabriano: quale futuro per i 44 dipendenti?» Massi (480) ....... p. 10 Interrogazione (Svolgimento): «Applicazione normativa regionale sulla pianificazione del- le aree soggette a rischio di incidente rilevan- te: applicazione legge Severo 2 sul Prg del Comune di Falconara Marittima» Binci (339) .... p. 12 Interrogazione (Svolgimento): «Trasferimen- to fondi di investimento relativi alla viabilità ex Anas – anno 2004» Comi e Giannini (369) .... p. 13 Interpellanza (Svolgimento): «Fondi ex statali strade – d.lgs 112/98» Lippi (26) ...................... p. 14

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Atti consiliari Consiglio Regionale Marche

VIII LEGISLATURA – SEDUTA N. 42 DEL 10 OTTOBRE 2006

— 1 —

RESOCONTO INTEGRALE

42.

SEDUTA DI MARTEDI' 10 OTTOBRE 2006

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLIINDI DEL VICEPRESIDENTE DAVID FAVIA

INDI DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIANNOTTI

INDICE

Approvazione verbale ...................................... p. 3

Proposta di legge(Annuncio e assegnazione) ................................. p. 3

Mozioni(Annuncio di presentazione) ............................... p. 3

Nomina............................................................... p. 4

Legge regionale promulgatadal Presidente della Giunta .............................. p. 4

Deliberazioni trasmesse dalla Giunta re-gionale ................................................................ p. 4

Congedo ............................................................. p. 5

Commemorazione ............................................. p. 5

Ordine dei lavori ............................................... p. 5

Interrogazione (Svolgimento): «Situazioneospedale di Recanati», Pistarelli (487) ............ p. 5

Interrogazione (Svolgimento: «Chiusuraparziale o totale dell’ufficio postale diAlbacina» Favia (471) ....................................... p. 6

Interrogazione (Svolgimento): «Realizzazionenuova questura di Pesaro”, Giannotti (90) ...... p. 7

Interrogazione (Svolgimento): «Portale inter-net del turismo regionale denominato“Istrice”» Castelli (467) .................................... p. 8

Interrogazione (Svolgimento): «Trasportomerci su rotaia» Altomeni (236) ....................... p. 9

Interrogazioni (Svolgimento):«Società di Castelraimondo – perché sono arenati anche i contratti di solidarietà di-fensivi in favore dei dipendenti» Massi (131)«Fallimento di una società di Fabriano: quale futuro per i 44 dipendenti?» Massi (480) ....... p. 10

Interrogazione (Svolgimento): «Applicazionenormativa regionale sulla pianificazione del-le aree soggette a rischio di incidente rilevan-te: applicazione legge Severo 2 sul Prg delComune di Falconara Marittima» Binci (339) .... p. 12

Interrogazione (Svolgimento): «Trasferimen-to fondi di investimento relativi alla viabilitàex Anas – anno 2004» Comi e Giannini (369) .... p. 13

Interpellanza (Svolgimento): «Fondi ex statalistrade – d.lgs 112/98» Lippi (26) ...................... p. 14

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VIII LEGISLATURA – SEDUTA N. 42 DEL 10 OTTOBRE 2006

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SEDUTA PRECEDENTE: N. 41 — DI MARTEDI' 26 SETTEMBRE 2006

Mozione (Discussione e votazione): «Dissesto idrogeologico» Procaccini e Bucciarelli (77) .. p. 15

Proposta di atto amministrativo (Discussionee votazione): «Definizione dei criteri e dellemodalità di attuazione degli interventi pergli anni 2006 e 2007 ai sensi dell’articolo 26della l.r. 4 giugno 1996, n. 18 e successivemodificazioni ed integrazioni» Giunta (18) ..... p. 27

Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Linee guida per la program-

mazione della rete scolastica del sistemascolastico marchigiano per l’anno scola-stico 2007/2008. Articolo 138 del decretolegislativo 31 marzo 1998, n. 112»Giunta (34) ......................................................... p. 32

Proposta di regolamento (Discussione e vo-tazione): «Modifiche al regolamento regio-nale n. 1/2004 in materia di autorizzazio-ne delle strutture e dei servizi sociali a cicloresidenziale e semiresidenziale»Giunta (3) ........................................................... p. 35

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VIII LEGISLATURA – SEDUTA N. 42 DEL 10 OTTOBRE 2006

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La seduta inizia alle 10,10

Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obie-zioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art.29 del regolamento interno, il processo verbaledella seduta n. 41 del 26 settembre 2006.

Proposta di legge(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata, indata 5 ottobre 2006, ad iniziativa della Giunta,la proposta di legge n. 123: «Disposizioni inmateria di riordino della disciplina dell’Istitutonazionale riposo e cura per anziani (INRCA)»,assegnata alla V Commissione.

Mozioni(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate leseguenti mozioni:

— n. 106 dei consiglieri Bugaro, Benatti,Favia, Cesaroni, Silvetti, Badiali e Rocchi:«Caselli di Ancona nord/sud – AutostradaA/14»

— n. 107 del consigliere Favia: “Disservizidella compagnia Alitalia nei voli da e perAncona»;

— n. 108 dei consiglieri Castelli, Pistarelli,D’Anna, Romagnoli e Silvetti: «Finanzia-ria 2007 - Cancellazione della facoltà delcontribuente di devolvere il 5 per mille infavore di associazioni di volontariato, noprofit e del terzo settore»;

— n. 109 del consigliere Favia: «Trasferi-mento Sert — Ancona»;

— n. 110 del consigliere Viventi: «Tagli aglienti locali previsti dalla legge finanziarianazionale»;

— n. 111 dei consiglieri Ricci, Solazzi,Brandoni, Pistarelli, Rocchi, Favia, Massi,Viventi, Procaccini e Binci: “Sostegno aigiornalisti italiani nella vertenza per ilrinnovo del contratto di lavoro»;

— n. 112 del consigliere Capponi: “Sostegnoai giornalisti italiani nella vertenza per ilrinnovo del contratto»;

— n. 113 dei consiglieri Massi, Lippi e Vi-venti: «Ripristino del cinque per mille».

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VIII LEGISLATURA – SEDUTA N. 42 DEL 10 OTTOBRE 2006

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Nomina

PRESIDENTE. Ho provveduto, in data29 settembre, con decreto n. 77, alla nomina delrevisore unico dell’I.R.Ma Immobiliare Regio-ne Marche s.r.l.

Legge regionale promulgatadal Presidente della Giunta

PRESIDENTE. Il Presidente della Giun-ta ha promulgato, in data 2 ottobre 2006, lalegge regionale n. 14: «Disposizioni sulla par-tecipazione della Regione Marche al processonormativo comunitario e sulle procedure rela-tive all’attuazione delle politiche comunita-rie».

Deliberazioni trasmesse dalla Giuntaregionale

PRESIDENTE. La Giunta ha trasmessole seguenti deliberazioni:in data 18 settembre 2006:— n. 1014 «Art. 25, comma 1 della l.r. 10

febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilanciodi previsione per l’anno 2006 di entratederivanti da assegnazione di fondi da partedello Stato vincolati a scopi specifici edelle relative spese. euro 26.166.128,36»;

— n. 1022 «Attuazione della l.r. 11 luglio2006, n. 8 concernente: ‘Finanziamenti allaSocietà Aerdorica per la gestione dell’ae-roporto di Falconara’»;

— n. 1023 «Art. 29, comma 2, della l.r. 11dicembre 2001, n. 31 – Variazionecompensativa al Programma OperativoAnnuale per l’anno 2006»;

— n. 1024 «Art. 29, comma 2 della l.r. 11dicembre 2001, n. 31 – Variazionecompensativa al Programma OperativoAnnuale 2006, approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministerodell’Economia e delle Finanze n. 11743 del18/2/2005 (codici Siope) – Modifiche tec-niche al Programma Operativo Annuale2006 (POA)»;

— n. 1025 «Art. 26, comma 1, della l.r. 10febbraio 2006, n. 3 e art. 16, comma 1, dellal.r. 2 agosto 2006, n. 13 – Variazionicompensative al Programma OperativoAnnuale (POA) 2006 approvato con DGRn. 154 del 20 febbraio 2006 e sue successi-ve modificazioni ed integrazioni»;

— n. 1026 «Art. 25 della l.r. 10 febbraio 2006,n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsioneper l’anno 2006 di stanziamenti di entratederivanti da assegnazioni di fondi da INAIL– Direzione Regionale per le Marche perrealizzazione progetti nel campo della pre-venzione. euro 250.000,00»;

— n. 1027 «Art. 25 della l.r. 10 febbraio 2006,n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsioneper l’anno 2006 di stanziamenti di entratederivanti da assegnazioni di fondi da partedel Ministero della Salute per il finanzia-mento di progetti di ricerca finalizzata pre-sentati dalla Regione Marche. euro415.000,00»;

— n. 1028 «Art. 16, comma 1, della l.r. 2agosto 2006, n. 13 – Variazionecompensativa al Programma OperativoAnnuale 2006. Importo di euro 51.999,14»;

— n. 1029 «Art. 29, comma 2, della l.r. 11dicembre 2001, n. 31 – Variazionecompensativa al Programma OperativoAnnuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministerodell’Economia e delle Finanze n. 11743 del18/02/2005 (codici Siope)»;

— n. 1030 «Art. 25, comma 1, della l.r. 10febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilanciodi previsione per l’anno 2006 di entratederivanti da assegnazioni statali e relativealla ripartizione tra le Regioni del FondoNazionale per la Montagna – Anno 2004 (_1.368.427,19)»;

— n. 1045 «Art. 29, comma 2, della l.r. 11dicembre 2001, n. 31 – Variazionecompensativa al Programma OperativoAnnuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 -euro 500.000,00».

In data 25 settembre 2006:— n. 1054 «Art. 29 della l.r. 11 dicembre

2001, n. 31 e art. 26 della l.r. 10 febbraio2006, n. 3 – Variazione compensativa. euro1.291.695,00».

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VIII LEGISLATURA – SEDUTA N. 42 DEL 10 OTTOBRE 2006

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Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo ilPresidente Spacca.

Commemorazione

PRESIDENTE. Chiedo al Consiglio diosservare un minuto di silenzio in memoriadell’alpino Cardella morto a seguito dell’atten-tato a Kabul.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. L’assessore Ascoli chedovrà rispondere a due interrogazioni, alle 11,30dovrà assentarsi, quindi, eventualmente, anti-ciperemo la trattazione delle interrogazioni disua competenza.

Interrogazione (Svolgimento): «Situazioneospedale di Recanati», Pistarelli (487)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 487 del consigliere Pistarelli.

Per la Giunta risponde l’assessoreMezzolani.

ALMERINO MEZZOLANI. Con nota prot.n. 204690 del 7/09/06 sono stati richiesti aldirettore dell’Asur e della Zona territoriale n. 8di Civitanova elementi istruttori in merito aquanto rappresentato dal consigliere.

Il direttore della Zona con nota prot. n.33529 del 21/09/06 e in merito ai punti conte-stati ha precisato che, come chiaramente risultadal protocollo d’intesa con le organizzazionisindacali, la stessa non era impegnata ad assu-mere dirigenti di struttura complessa di medici-na e chirurgia, bensì a garantire l’immediatoavvio delle procedure necessarie alla copertura

dei due posti vacanti, impegno regolarmenteassolto poi ostacolato dalle nuove disposizionidella finanziaria dello Stato, che ha previstorestrizioni delle assunzioni per tatti gli entipubblici.

Il provvedimento assunto dalla Zona ter-ritoriale nel periodo estivo di accorpamento deireparti di ostetricia e pediatria è stato indottodalla carenza di medici pediatri aggravata daldover garantire le ferie estive al personale inservizio.

Ad oggi la Zona territoriale ha in corso leoperazioni per il ripristino dell’attività di Oste-tricia e pediatria presso l’ospedale di Recanati.

Considerato quanto sopra è necessarioaggiungere, a proposito dei punti sollevati dal-l’interrogazione, quanto segue:1. l’avvio delle procedure per la selezione deiDirigenti di Struttura complessa della Zonaterritoriale n. 8 di Civitanova Marche seguirà lemodalità indicate nelle recenti deliberazionidella Giunta regionale n. 774/06 e n. 942/06,applicative dei contenuti della legge finanzia-ria n. 266/05 e riguardanti misure dicontenimento della spesa relativa al personaledelle aziende ed enti del SSR. Tutte le propostepresentate dalle aziende/zone territoriali ver-ranno infatti valutate secondo le suddette di-sposizioni ed in coerenza con la programma-zione sanitaria attuale e futura;2. sussistono problemi a livello regionale per ilreclutamento di alcune professionalità comequelle pediatriche ed anestesiologiche, in quantovi è un’oggettiva scarsa disponibilità sul mer-cato delle figure stesse, per sopperire alle esi-genze di servizio e garantire i diritti contrattualidei dipendenti in termini di orario di lavoro,ferie estive, turni di pronta disponibilità, laZona territoriale ha adottato tutte le possibiliprocedure ordinarie ( es. turnazione ferie, avviodelle procedure per la copertura dei posti..) estraordinarie; 4. le prospettive future della strut-tura ospedaliera di Recanati verranno valutatenell’ambito del prossimo piano regionale per lasalute che svilupperà quella direttrice dirazionalizzazione dell’offerta ospedaliera giàprevista nei precedenti piani.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il consigliere Pistarelli.

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VIII LEGISLATURA – SEDUTA N. 42 DEL 10 OTTOBRE 2006

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FABIO PISTARELLI. Caro assessore, nonhai rassicurato i recanatesi e nemmeno i cittadi-ni residenti nella ex zona 8, oggi zona territoria-le, perché l’ultima risposta al quesito che ioponevo, cioè “c’è una volontà di chiusura delnosocomio?”, è abbastanza emblematica: “sivaluterà la razionalizzazione delle strutture nelnuovo piano sanitario”. Non è un no, pertanto,alla mia domanda. Io aspettavo un no secco,cioè “assolutamente no, poi tutto il resto saràvalutato”. Tutto il resto significa il funziona-mento della struttura nel suo complesso e il suolivello di integrazione con le altre strutturedella zona? Questo ci preoccupa, perché è chia-ro che ne parleremo nel nuovo piano sanitario,ma è altresì chiaro che non può essere discussoun livello minimo, essenziale di assistenza,tanto per riprendere un termine normativo, chea Recanati significa la presenza del nosocomio,la presenza con quel tipo di specialità e didivisioni, dipartimenti, reparti. Una presenzache, clamorosamente, questa estate è venuta amancare per motivi di ferie. E’ come se un’azien-da importante di un settore qualsiasi della vitaeconomica e produttiva, si fermasse, non perpropria volontà ma perché sono andati in feriedue capi reparto. E’ possibile una cosa delgenere? Io penso che non sia possibile, non sianemmeno immaginabile una cosa del genereper un’azienda qualsiasi. A maggior ragioneun’azienda sanitaria che non ha prodotti com-merciali che troviamo al supermercato, anchese oggi, con il cosiddetto “decreto Bersani”,qualche cosa di sanitario troviamo. E’ un’azien-da molto particolare, a tutela della salute delcittadino. Non è un’azienda commerciale qual-siasi. Si può fermare un intero dipartimento,perché il piano sanitario attualmente vigenteprevede essere presente a Recanati il diparti-mento materno-infantile come sede principalee poi, come sede integrata, a Civitanova. Si èfermata la sede principale per motivi di ferie.Questo non è possibile, non è tollerabile.

Si dice che si è ripristinata la situazione:meno male! Forse anche per le nostre prese diposizione, di fine luglio-primi di agosto. Si diceanche che si faranno ulteriori passi per le pro-cedure relative alla nomina dei primari di me-dicina e chirurgia, procedure avviate e poibloccate per i motivi di limite venuti dalle

normative nazionali per quanto riguarda leassunzioni. Però anche qui ci sono state deroghenel territorio marchigiano, al blocco delleassunzioni. Perché non è stato applicato lostesso criterio di deroga anche a Recanati, chesta attendendo da molto tempo e che ha sotto-scritto assieme a tutti i livelli del governo dellasanità nel nostro territorio un protocollo d’inte-sa l’anno scorso, specificamente redatto e pen-sato?

Anche qui la risposta dell’assessore èinsoddisfacente. Noi vogliamo che si proceda aquello che era stato l’impegno assunto da tutti,che non accadano più le questioni che sonoaccadute questa estate con il dipartimento ma-terno-infantile, che si discuta di tutto (dei livellidi integrazione con le altre strutture della zona),ma che non si discuta della presenza delnosocomio a Recanati e non si discuta la pre-senza a livello attuale. Non si chiede altro, sichiede di mantenere i livelli attuali di assisten-za. Questo anche a difesa di Civitanova Mar-che, dell’intera zona territoriale, perché quan-do si difende il nosocomio di Recanati si difen-de l’intera zona, compresa Civitanova Marche,che andrebbe a perdere, se Recanati avesse unaprospettiva di chiusura o ridimensionamento,una grossa parte di strutture sanitarie che cisono nel territorio e che sono la conquista diquesti anni, fatta di qualità, di numeri, di impe-gno di tutti gli operatori della sanità.

Quindi noi continueremo a vigilare suquesta questione, ritenendoci, per il momento,soddisfatti solo del fatto che il dipartimento hariaperto le sue funzioni, ma il resto dovrà esserecomunque nell’agenda dell’assessorato e diquesto Consiglio.

Interrogazione (Svolgimento: «Chiusura par-ziale o totale dell’ufficio postale diAlbacina» Favia (471)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 471 del consigliere Favia.

Per la Giunta risponde l’assessoreCarrabs.

GIANLUCA CARRABS. In relazione alle

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problematiche del funzionamento degli ufficipostali nelle aree dell’entroterra, soprattuttomontane, segnalate nel periodo estivo con par-ticolare riferimento al comune di Albacina,informo che da parte del responsabile territo-riale per le Marche di Poste Italiane s.p.a. è statadata assicurazione, con nota prot. n. 224284 del02/10/2006, che nella fattispecie non sono statioperati né tagli né razionalizzazioni all’internodel piano di riorganizzazione previsto per gliuffici marginali.

Sono state fornite inoltre spiegazioni suimotivi della diversa articolazione introdottanegli orari di servizio a partire dal 12 giugno,facendo riferimento alla intenzione di agevola-re la clientela nell’accesso a qualsiasi operazio-ne di sportello ed evidenziando la finalità dimantenere inalterata una presenza capillare sulterritorio.

Va detto, più in generale, che nel corsodell’anno è stato avviata una ripresa del rappor-to di collaborazione con Poste Italiane spa,facendo seguito ad un incontro del Presidentedella Giunta con il country manager dell’areacentro-nord, Gino Frastalli, in cui è stato chie-sto all’azienda il fattivo impegno al manteni-mento dei servizi essenziali nelle aree interne edisagiate del territorio regionale.

Il Presidente della Giunta regionale haincaricato il sottoscritto a seguire con attenzio-ne queste problematiche ed a verificare lo statodi attuazione – e le eventuali esigenze di ag-giornamento o implementazione – del proto-collo di collaborazione appositamente sotto-scritto nel novembre 2003 tra Regione Marche,ANCI-UPI-UNCEM, Lega Autonomie e PosteItaliane s.p.a.

Sono stati realizzati incontri di gruppi dilavoro tecnici per effettuare una ricognizionedei contratti e delle attività progettuali già in-trapresi all’interno della Giunta regionale e perverificare gli ambiti di possibili nuove collabo-razioni.

Nei contatti avuti con i rappresentantidell’azienda è emersa la percezione dell’im-portanza della presenza capillare sul territoriodegli uffici postali ed anche la dichiarazione diuna disponibilità a ricercare le possibilità dimantenimento dell’attuale livello dei servizi,ma anche, contestualmente, la richiesta di in-

crementare gli ambiti di collaborazione in ter-mini di acquisto di nuovi prodotti.

Da parte regionale si è fatto chiaramentepresente che in molti settori non può esserepraticato un affidamento diretto di servizi aPoste Italiane, ma vanno svolte procedure dievidenza pubblica. Un terreno di possibile col-laborazione è stato indicato nella individuazionedi progetti di carattere fortemente innovativoed in grado di coinvolgere anche altri soggettidel sistema pubblico locale. Alcuni di questiconfronti sono già avvenuti nei tavoli tecnici.E’ necessario ora riportare la trattazione a livel-lo istituzionale con le rappresentanze di ANCI-UPI-UNCEM e Lega Autonomie, firmatariedel protocollo d’intesa siglato nel 2003. Laquestione ha già formato oggetto di inserimen-to all’ordine del giorno del comitato d’intesaRegione-Anci-Upi–Uncem, ma non è stata an-cora trattata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Favia, per dichiararsi soddisfatto o meno.

DAVID FAVIA. Sono soddisfatto.

Interrogazione (Svolgimento): «Realizzazio-ne nuova questura di Pesaro”, Giannotti(90)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 90 del consigliere Giannotti.

Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.

UGO ASCOLI. Rispondo a nome del Pre-sidente Spacca che per motivi d’ufficio non è inAncona.

In relazione a quanto segnalato dal consi-gliere Roberto Giannotti nella interrogazionepresentata il 25 luglio scorso, n. 90, circa l’ac-quisto da parte del Comune di Pesaro dell’areadell’ex deposito militare per la realizzazionedella nuova sede per la questura, abbiamo as-sunto ulteriori informazioni presso il sindacodello stesso Comune.

Il sindaco Luca Ceriscioli ci ha comuni-cato, in data 5 ottobre, di “avere molto a cuore”

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la realizzazione del progetto, con l’obiettivo dicostruire “una struttura più moderna e di libera-re una delicata area centrale” della città, e diavere il consenso della Questura stessa.

Non potendo impegnare proprie risorse,il Comune intende esperire un “projectfinancing” la cui fattibilità é legata anche alladisponibilità del Ministero degli interni ad as-sumere a proprio carico il pagamento di unaffitto. Su tale questione il sindaco ha ottenutola disponibilità del capo della polizia di Stato adun incontro da fissare entro breve tempo.

L’amministrazione regionale seguirà coninteresse gli sviluppi dell’iniziativa, offrendoogni utile supporto per agevolare il dialogo conil Ministero competente. Un’occasione in que-sto senso può essere offerta dal rinnovo delprotocollo d’intesa in materia di sicurezza loca-le e di politiche integrate per la sicurezza,attualmente in corso di definizione, nell’ambi-to del quale è prevista un’attenzione particolareper i presidi di sicurezza sul territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Giannotti, per dichiararsi soddisfatto o meno.

ROBERTO GIANNOTTI. Questa questio-ne è al centro dell’attenzione dell’opinionepubblica della provincia di Pesaro da tantissi-mo tempo, che ha registrato delle pause nega-tive rispetto a scelte sbagliate che a mio pareresono state compiute dall’Amministrazione pro-vinciale e dalla Regione rispetto all’utilizza-zione dell’area. La collocazione più adeguatadella nuova questura poteva essere tale se sifosse deciso di utilizzare l’area dell’ex carceregiovanile. La Provincia di Pesaro ha fatto unascelta diversa, cioè di utilizzare quell’area peraltre cose, comunque ha portato fuori dalla cittàun presidio importante che invece nella cittàpoteva meglio interagire rispetto alla esigenzadi confliggere con i fenomeni di criminalità. E’stata fatta quella scelta sbagliata a suo tempo,me ne dolgo, secondo me ha fatto male laRegione quella volta a partecipare all’opera-zione di acquisto dell’area da parte del Ministe-ro, salvo poi ritrattare la propria adesione nellaparte terminale? Probabilmente è stata una fin-zione che non è certamente addebitabile allaGiunta di questa legislatura, ma alla Giunta del

passato, all’assessore che nel passato ha spon-sorizzato questa iniziativa. Le cose oggi sonomesse molto diversamente. Ricordo solo chepurtroppo, per colpa della burocrazia ammini-strativa sono stati dispersi i 4 milioni di euroallocati presso il servizio regionale delle operepubbliche, che rappresentava un avanzo di unfinanziamento statale utilizzato per la costru-zione della sede della guardia di finanza chepoteva essere utilizzato se non ci fosse statoquesto intoppo burocratico. Nel momento incui il Comune ha acquisito l’area, se si fossepartiti immediatamente con un’ipotesiprogettuale, quei soldi sarebbero stati decisiviper la realizzazione della questura. Così non èstato, abbiamo perso quella disponibilità, oggidobbiamo ripartire da capo, con un dato difatto: che il Comune possiede l’area e questo èfondamentale. Sono due le strade: o quella cheha indicato il sindaco, di cui prendo atto conpiacere (così come lui, anch’io ho parlato con ilcapo della polizia la settimana scorsa, in occa-sione della visita, ricavandone un’impressionepositiva, nel senso che anche a me il capo dellapolizia ha manifestato la sua disponibilità adintervenire per farci uscire da questa situazioneindecorosa. Non so se conoscente la sede dellaquestura di Pesaro ma è assolutamenteindecorosa); oppure una donazione da parte delComune al Ministero degli interni dell’area,che metterebbe in moto un meccanismo virtuo-so, per cui il Ministero si sentirebbe abilitato aintervenire e a costruire direttamente. La cosaimportante, comunque, è che si vada nelladirezione di offrire alla comunità pesarese unsupporto logistico per le forze dell’ordine, piùadeguato di quello di oggi.

Interrogazione (Svolgimento): «Portaleinternet del turismo regionale denomi-nato “Istrice”» Castelli (467)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 467 del consigliere Castelli.Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.

UGO ASCOLI. Il servizio promozione,internazionalizzazione, turismo e commerciodella Regione Marche, nella home page del sito

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www.turismo.marche.it, cliccando su ProgettoIstrice (Informazioni Strutture Ricettive), per-mette all’utente di verificare le strutture ricettivepresenti nel territorio regionale suddivise percategorie (affittacamere, agricampeggi,agriturismi, alberghi, bed & breakfast, cam-peggi, case e appartamenti per vacanze, countryhouse, ostelli-case per ferie, plein air, residenzeturistico-alberghiere, rifugi, stabilimenti bal-neari, villaggi), per comune e provincia.

Una volta che si è visualizzato il tipo distruttura e/o la località che interessa, l’utenteoltre i recapiti (indirizzo, n. telefonico, fax, e-mail, sito, ...) ha la possibilità di vedere l’elencodei servizi che tale struttura offre (es. offertespeciali, parco, cassaforte, aria condizionata,ascensore, accettazione gruppi, accettazioneanimali domestici, spiaggia riservata,...).

Un particolare rilievo è stato dato allecategorie svantaggiate attraverso la specificavisualizzazione che permette di verificare se lastruttura possiede anche “servizi per categoriedisagiate”, sulla base delle dichiarazioni che igestori fanno annualmente nelle comunicazio-ni dei prezzi.

Da quest’anno è stato apportato un mi-glioramento al programma in oggetto che per-mette una ricerca mirata sulle strutture ricettiveche offrono servizi per i disabili. Entrando nellahome page di Istrice, compare un simbolo e ladicitura “strutture per disabili” che permette diselezionare e visualizzare tutte le strutturericettive che hanno dichiarato di possedere taliservizi.

Dopo aver scelto il tipo di struttura e ilcomune di interesse, cliccando sul suddettosimbolo, in tempo reale, vengono visualizzatele strutture che offrono tali specifici servizi.

Come Regione Marche pertanto siamogià in fase di attuazione dei requisiti previstidalla legge nazionale del settore specifico.

Si precisa inoltre che è in previsionel’adeguamento di tutte le informazioni ed iservizi che sono nel sito del turismo ai requisitidi accessibilità ed usabilità previsti dalla nor-mativa nazionale (L. n. 4 del 9 gennaio 2004) esuccessive modifiche ed integrazioni, e daldecreto ministeriale dell’8 luglio 2005.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Mi ritengo soddisfat-to non tanto della risposta quanto della miainterrogazione, perché in realtà, a seguito del-l’interrogazione devo rilevare come si è pro-dotta conoscenza utile a far sì che si colmassequesta lacuna che obiettivamente mi era statasegnalata da alcuni soggetti portatori di handi-cap in riferimento a questo sito. Ora effettiva-mente compare, nel link del portale Istrice,l’esplicito riferimento alla carrozzina,identificativa della possibilità di analizzare lapresenza nel nostro territorio di queste struttu-re. E’ bene anche che il servizio provveda poi agarantire l’accessibilità del sito. Come noto cisono anche dei finanziamenti che mi pare abbiaattivato pro-quota anche la Regione Marcheper questo genere di aspetto e di problematica,che oltre ad esprimere una sicura efficaciaproprio dal punto di vista della redditività turi-stica, è un fatto elementare, su cui non spendoparole, di cultura, di sensibilità che tutti noidobbiamo rispettare.

Preso atto di questa cosa mi ritengo sod-disfatto dell’esito che ha avuto la vicenda, nonsenza ricordare come nei testi redatti dal servi-zio si alludeva esplicitamente proprio a questoaspetto dell’accessibilità come valore forte efondante dell’offerta turistica marchigiana, e senon vado errato lo stesso allestimento del linkIstrice era stato reso possibile anchedall’attingimento di fondi dedicati proprio aquesto genere di problematiche. Quindi il fattoche si sia superata questa incongruenza nonpuò che rendere soddisfatto me, ma penso tuttoil Consiglio regionale.

Interrogazione (Svolgimento): «Trasportomerci su rotaia» Altomeni (236)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 236 del consigliere Altomeni.

Per la Giunta risponde l’assessoreMarcolini.

PIETRO MARCOLINI. Premesso che di-versamente dal trasporto passeggeri, il Tra-sporto merci non è regolato da contratto di

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servizio con le Regioni e che, pertanto, nonesiste titolo giuridico da parte della Regioneper richiedere l’effettuazione di un minimo diservizi merci da e per le Marche. Preso atto chela chiusura di alcune stazioni merci, quali alcu-ne di quelle citate può essere funzionale allariorganizzazione del trasporto merci che saràattuata a partire dall’apertura, nel corso del2007, dell’Interporto delle Marche, a Jesi.

Considerato peraltro che la Regione hadestinato parte dei propri investimentiinfrastrutturali per gli allacci ferroviari siadell’Interporto di Jesi, sia dell’autoporto diAscoli Piceno, sia del porto di Ancona e cheintende ulteriormente proporre, nell’ambito delprossimo piano delle merci, interventi relativiagli allacci delle piattaforme logistichedistrettuali.

Si ritiene tuttavia indispensabile che leFS continuino a svolgere un ruolo primario neltrasporto ferroviario delle merci e pertanto siaattuato un significativo rilancio della divisioneex Cargo e delle strutture dedicate da parte diRFI.

A tale scopo verranno programmati ap-positi incontri con tali strutture delle ferrovieallo scopo di comprendere le lineeprogrammatiche assunte di recente e le even-tuali proposte di modifiche. Comunque è statorichiesto a Trenitalia S.p.A., divisione generaleoperativa logistica (ex Cargo), una appositapresa di posizione in merito alla interrogazionepresentata dal consigliere.

Condivido quindi lo spirito sotteso al-l’interrogazione, abbiamo meno poteri contrat-tuali, ancor meno condizionanti per le mercirispetto ai passeggeri, ma nel confronto genera-le, sia con Trenitalia che con Rfi, con Ferservizioe con Realstate, teniamo in considerazione que-sto rilancio strategico, che invece di esseresposato da Rfi, vede le Marche soccombenti,cioè una linea di progressivo svuotamento deltrasporto merci su ferro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il consigliere Altomeni.

MICHELE ALTOMENI. Ringrazio per larisposta e mi ritengo soddisfatto. L’auspicio èche questo settore trovi, anche con il nuovo

Governo, sempre maggiore attenzione visto leiniziative che lo stesso Governo sta prendendo,anche perché ) chiaro che è su questo versanteche dovrebbero trovare risposta tutta una seriedi problemi di altro tipo che invece in questianni hanno magari cercato risposta nelle grandiopere o in altro tipo di infrastrutture, mentre,cercando di puntare su questo versante, forse èpossibile liberare sia risorse che materialmentele strade da tutta una serie di utilizzi che vannoconsiderati impropri. Tanto più in questa regio-ne dove si è fatta anche la scelta di realizzare uninterporto, quindi andrebbe sfruttato anche inquesto senso.

Ringrazio quindi l’assessore per la rispo-sta, mi ritengo soddisfatto, con l’auspicio chesu questo versante si riesca a ottenere realmentequalche risultato positivo.

Interrogazioni (Svolgimento):«Società di Castelraimondo – perché sono

arenati anche i contratti di solidarietàdifensivi in favore dei dipendenti»Massi (131)

«Fallimento di una società di Fabriano: qua-le futuro per i 44 dipendenti?» Massi(480)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recale interrogazioni n. 131 e 480 del consigliereMassi.

Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.

UGO ASCOLI. Il consigliere Massi hapresentato due interrogazioni che hanno a chefare con le sorti della Fabercarta diCastelraimondo.

In merito all’interrogazione n. 131 larisposta è a seguente.

Con decreto n. 6551FPR del 21/10/2004è stato emanato il bando per la concessione dicontributi finanziari rivolti al sostegno dei con-tratti di solidarietà difensivi.

Il bando è stato emanato in attuazione delpiano delle politiche attive del lavoro 2004utilizzando fondi FSE Asse D Misura Dl per unimporto di euro 840.000,00.

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Con Decreto n 790 del 7/12/2004 è stataapprovata la graduatoria, impegnati i fondi edisposta la liquidazione. La Fabercarta diFabriano Spa si è collocata al secondo posto, edè stata ammessa a contributo regionale per unimporto complessivo di euro 202.928,29 com-prensiva dei costi per la fideiussione.

Secondo quanto previsto dal bando l’im-porto di euro 202.928,29 è stato suddivisocome segue: 100.000,00 rappresenta il contri-buto massimo concedibile all’azienda (regolade minimis), 102.690,79 è la somma destinataall’integrazione salariale dei lavoratori, n237,50è la spesa sostenuta per la fideiussione.

Con nota del 21 aprile 2004 l’ammini-stratore delegato della Fabercarta di FabrianoSpa ha effettuato la comunicazione ai sensidell’art. 76 DPR 445/2000 relativamente al-l’utilizzo dei fondi regionali concessi doveviene dichiarato di aver trasferito ai lavoratoriper integrazione salariale la somma di euro102.499,39.

La differenza tra quanto concesso e quel-lo liquidato ammonta a euro 191,40 ed dovutaalle economie derivanti dalle dimissioni volon-tarie di un dipendente.

La somma non utilizzata è stata restituitaalla Regione Marche comprensiva degli inte-ressi legali in data 31/5/2005. Successivamentesi è proceduto allo svincolo della fideiussione asuo tempo presentata.

Una parte del contributo è stato accanto-nato nel T.F.R a favore dei dipendenti, e verràcorrisposto ai dipendenti al momento dellacessazione del rapporto di lavoro, pertanto allostato il contributo regionale liquidato è statointegralmente trasferito ai lavoratori. I creditivantati dai lavoratori e relativi alle mensilità digennaio 2005 e metà febbraio 2005 sono atti-nenti a quote stipendiali derivanti esclusiva-mente da Fabercarta.

In merito all’interrogazione n. 480, larisposta è la seguente.

In data 26 luglio 2006 con decreto n.38957 il Ministero del lavoro e della previden-za sociale ha concesso il trattamento di CIGSalla società Fabercarta di Fabriano fallita perdodici mesi.

Il trattamento di CIGS copre il periodo13.7.05-12.07.06 e riguarda tutti i lavoratori

che risultavano in forza alla data di ammissionea concordato preventivo (18.7.2005).

Successivamente, in data 17 luglio 2006,tra le 00.SS. il curatore fallimentare, le RSUalla presenza della Regione Marche e del sinda-co del Comune di Castelraimondo, è stato sot-toscritto un accordo per la richiesta di prorogadi CIGS per 6 mesi a zero ore per n. 44 lavora-tori, ritenendo sussistenti le condizioni previstedal comma 2 dell’art. 3 della legge 223/91.

Va segnalato che l’Amministrazione co-munale di Casteiraimondo ha rappresentato lavolontà di procedere all’acquisizione del com-plesso immobiliare della Fabercarta - con mo-dalità e nei termini che verranno richiesti allacuratela fallimentare - allo scopo di affittarlo aduna azienda del nord Italia dello stesso comparto,la quale sarebbe disposta ad iniziare un’attivitànello stabilimento e al riassorbimento di alme-no il 50% delle maestranze sospese in CIGS.

L’iniziativa industriale potrebbeconcretizzarsi nell’arco della durata di prorogadella CIGS e consentirebbe la rioccupazione dicirca 20-22 unità lavorative.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONISILVERI. Ringrazio l’assessore per lo scrupo-lo e il dettaglio della risposta. Non avevo dubbi,perché devo dare atto che l’assessore Ascoli èstato sempre presente nella questione diCastelraimondo e questo è stato riconosciutoda tutti.

Cosa abbiamo da lamentare, facendomodestamente il portavoce della grande preoc-cupazione che c’è tra i lavoratori? Che siamo difronte a una dirigenza aziendale che non sem-pre è disponibile nei confronti delle istituzioni,quindi so quanto anche la Regione abbia dovu-to ripetere diversi appelli di concertazione.

Chiedo che ci sia una vigilanza, unmonitoraggio totale e ogni volta che ritardanoi pagamenti ci sono preoccupazioni delle fami-glie.

L’altra cosa di cui mi devono lamentare,su cui non c’entra la Regione, è che nellepolitiche di riassorbimento del personale daparte dei centri per l’impiego della Provincia di

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Macerata mi pare che non si sia mosso nulla,però questa è una cosa che ci diciamo noi e cheesula dalla competenza della Regione.

Io sono soddisfatto di questa risposta echiedo che la Regione faccia un controllo fortee un monitoraggio continuo.

Interrogazione (Svolgimento): «Applicazionenormativa regionale sulla pianificazio-ne delle aree soggette a rischio di inci-dente rilevante: applicazione legge Se-vero 2 sul Prg del Comune di FalconaraMarittima» Binci (339)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 339 del consigliere Binci.Per la Giunta risponde l’assessore Carrabs.

GIANLUCA CARRABS. In relazione al-l’interrogazione citata in oggetto, si fornisconodi seguito elementi.

L’Art. 17, comma 1, della L.R. n.18/2004 cita testualmente:“1. Le disposizioni della presente legge hannoefficacia a decorrere dalla stipulazione dell’ac-cordo di programma tra Stato e Regione di cuiall’articolo 72, comma 3, del d.lgs. 112/1998,fermo restando quanto disposto dal suo articolo7".

Ad oggi la stipula dell’accordo di pro-gramma di cui sopra non è ancora avvenuta, percui la legge regionale non è ancora efficace.

Per quanto detto continua a valere quantodisposto dal D.Lgs 334/99.

Il D.M. 9 maggio 2001 prevede che glistrumenti urbanistici, nei casi previsti dal de-creto stesso, individuino e disciplinino le areeda sottoporre a specifica regolamentazione,tenuto conto anche di tutte le problematicheterritoriali e infrastrutturali relative all’areavasta.

A tal fine, gli strumenti urbanistici devo-no comprendere un Elaborato Tecnico denomi-nato “Rischio di incidenti rilevanti (RIR)”,relativo al controllo dell’urbanizzazione.

Il Comune di Falconara ha redatto taleelaborato tecnico tenendo conto delle prescri-zioni e valutazioni contenute nel Verbale della

seduta del comitato tecnico regionale di pre-venzione incendi (CTR) del 10/12/2002, relati-va alla approvazione del rapporto di sicurezzadella raffineria Api di Falconara M.ma, alloscopo di valutare l’eventuale necessità di ap-portare modifiche al vigente strumento urbani-stico in modo da rendere compatibile lo stessoalle condizioni di rischio determinate dallapresenza di uno stabilimento a rischio di inci-dente rilevante (Api Raffineria di Ancona).

Con delibera di Consiglio comunale n.119 del 28/11/2005, il Consiglio comunale diFalconara M.ma ha approvato il R.I.R. redattoed ha preso atto della compatibilità del vigenteP.R.G. al decreto ministeriale 09/05/2001,non ritenendo necessario apportare varianti alvigente strumento urbanistico.

In considerazione che, ai sensi del comma3 dell’art. 26 della L.r.34/92, spetta alla Pro-vincia esprimere un parere sulla conformità delPrg con la normativa vigente e con le previsionidei piani territoriali dei programmi di caratteresovracomunale, il servizio provvederà a richie-dere alla Provincia chiarimenti specifici inmerito.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il consigliere Binci.

MASSIMO BINCI. Anche dalla rispostadell’assessore Carrabs, che ringrazio, si evinceche il Rir, questo strumento urbanistico previ-sto dalla “legge Seveso”, che deve individuaretutti gli interventi e le edificazioni possibilinelle aree adiacenti, in questo caso, un’indu-stria a rischio di incidenti rilevanti come l’Api,contiene all’interno uno stratagemma. Cioè,siccome la Giunta non ha previsto variazioniurbanistiche legate all’applicazione della “leg-ge Seveso”, cioè alla messa in sicurezza, questoatto non viene considerato un atto urbanistico,quindi non viene sottoposto alla possibilità dipresentare osservazioni da parte dei cittadini equesto è gravissimo, perché la stessa “leggeSeveso” è stata fatta per assicurare la partecipa-zione dei cittadini ai processi urbanistici nellesituazioni di rischio di incidente rilevanti. Quindiil Comune legittimamente può dire, all’internodel Rir, in base alla zonizzazione dei rischi, cheal di fuori del confine della raffineria Api non

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ci sono rischi per l’abitato, però ugualmente icittadini devono avere la possibilità di fareeventuali osservazioni a questa che è unastrumentazione urbanistica. E’ questo il moti-vo per cui riteniamo che quello strumento, inquanto strumento urbanistico, doveva esserepubblicato e sottoposto alla possibilità, da partedei cittadini, di fare osservazioni come un qual-siasi piano regolatore, perché anche la destina-zione di un filtro vegetazionale al di fuori delconfine della raffineria è una destinazione ur-banistica di mitigazione dei rischi che i cittadi-ni potevano avere il diritto di mettere comedestinazione urbanistica di quelle aree, in se-guito a questo procedimento della “Sevesobis”. Quindi quello che è stato contestato e a cuinon si risponde è questo: un atto fondamentaleda un punto di vista urbanistico, comel’adeguamento alla “Seveso bis” è stato emana-to senza la possibilità di accesso ai cittadini perfare osservazioni urbanistiche.

Secondo noi è un percorso che dovrebberipartire e permettere la possibilità di fare os-servazioni da parte dei cittadini.

Interrogazione (Svolgimento): «Trasferimen-to fondi di investimento relativi allaviabilità ex Anas – anno 2004» Comi eGiannini (369)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 369 dei consiglieri Comi eGiannini.

Per la Giunta risponde l’assessore Pistelli.

LOREDANA PISTELLI. La Provincia diMacerata, a seguito della DGR n. 241/2005 chedefiniva i criteri per l’assegnazione delle risor-se in oggetto, ricorse al TAR ottenendo l’annul-lamento della citata delibera per incompetenzadella Giunta su atti di programmazione. Conse-guentemente il Consiglio regionale, organocompetente per tali atti, ha approvato la delibe-razione amministrativa n. 19/2006 con la qualesono stati rivisti i criteri proposti dalla Giunta.

Il criterio principale è sempre basato sul-la divisione dei fondi in due quote; una cosid-detta di “riparto” basata su percentuali e quindi

fissa (Ancona 17,47%, Ascoli Piceno 20,09%,Macerata 36,94%, Pesaro e Urbino 25,50%).Sulla base di questo tipo di ripartizione laRegione ha sviluppato anche un interventorelativo alla ripartizione dei fondi Anas per il50% e per il successivo 50% la ripartizione èstata fatta non in base a questi criteri ma in basealla programmazione dei progetti esistenti pre-sentati dalle stesse Province, cercando di dareuna continuità anche ai progetti presentati pre-cedentemente.

Dalle modifiche che sono state portate, inbase alla ripartizione fissata dal Consiglio re-gionale, il tutto è avvenuto sulla base di quantostabilito, quindi ogni Provincia ha avuto quantoha stabilito il Consiglio regionale, per il 50%.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il consigliere Comi.

FRANCESCO COMI. Quello che l’interro-gazione tendeva a discutere, non era semplice-mente il quadro delle risorse disponibili el’allocazione puntuale delle risorse disponibilitra le Province; quello che noi sottolineavamo,era la vanificazione di un principio-cardine,che è quello del decentramento amministrati-vo, attraverso il quale, una volta trasferite alleProvince, agli enti, alle Regioni competenze,quindi responsabilità, vanno garantite,contestualmente, anche le risorse umane, fi-nanziarie, organizzative, strumentali congrue agarantire l’effettivo svolgimento delle funzionialle quali uno è delegato. Questo era un princi-pio generale, un principio che parte da unavalutazione: dal fatto che la Regione Marchericeve anche risorse in base al chilometraggio edal fatto che nella provincia di Macerata insisteil maggior numero di chilometri di viabilità.

Fatta questa considerazione, noi abbia-mo contestato il criterio generale utilizzatodalla Giunta regionale per l’allocazione dellerisorse. Non l’abbiamo fatto in modo campani-listico e isolato, perché l’ha fatto l’Upi attraver-so un atto condiviso dalle varie Province, attra-verso una proposta che aveva formulato e cheaveva fatto in base anche ad un’intesa e a unprecedente accordo siglato con l’assessore re-gionale ai trasporti.

L’obiettivo, quindi, era quello di garanti-

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re le risorse a fronte delle responsabilità giàassegnate al territorio. Abbiamo contestato quelcriterio, abbiamo fatto un nuovo atto ammini-strativo che ha recuperato il disvalore nelladistribuzione delle risorse tra le province, man-tenendo alla Giunta regionale la sua quota diresponsabilità nella allocazione degli investi-menti. Abbiamo la netta sensazione che laGiunta regionale, preso atto con rammaricodella diversa allocazione di risorse proposta dalConsiglio e dall’Upi, abbia poi, nella sede delladistribuzione degli investimenti, riequilibratole risorse che inizialmente aveva pianificato.

Tutto ciò ci sembra tenere poco contonon solo di un livello istituzionale delle compe-tenze, ma anche e soprattutto della funzione delConsiglio regionale, che è una funzione diprogrammazione e di indirizzo, alla quale laGiunta dovrebbe seriamente far riferimento,non solo ritualmente ma anche sostanzialmen-te.

Interpellanza (Svolgimento): «Fondi ex stata-li strade – d.lgs 112/98» Lippi (26)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interpellanza n. 26 del consigliere Lippi, cheha la parola per illustrarla.

LEONARDO LIPPI. La precedente interro-gazione riguardava i fondi fino al 2005, questainterpellanza invece è mirata a conoscere comemai la Giunta regionale non ha iscritto nelproprio bilancio i fondi per il 2006 e seguenti,vista poi la situazione precaria di manutenzionedelle strade trasferite dall’ex Anas alle Provin-ce e l’impossibilità di reperire queste risorse daparte degli enti Provincia per garantire la sicu-rezza ai cittadini che percorrono queste stradeche ormai sono in uno stato di notevole degradoe, come amministratori di questa regione, sia-mo attenti a che queste risorse vengano iscritteal più presto e destinate poi alle Province comela legge nazionale 112/98 e il decreto legislati-vo recitano.

L’interpellanza è per conoscere i motiviper i quali non è stata iscritta questa fonte

proveniente dallo Stato, che è solo una transi-zione dalla Regione alle Province che sonostate delegate e quali sono le azioni che intendeintraprendere la Regione, non con i fondi delloStato ma con i fondi propri, per garantire unaeffettiva sicurezza e soprattutto uno sviluppo diquelle aree più depresse e disagiate, in cui icittadini non hanno risposte concrete dagli entilocali di appartenenza. Ecco il motivo dell’in-terpellanza.

PRESIDENTE. Per la Giunta rispondel’assessore Pistelli.

LOREDANA PISTELLI. Quello sollevatodal consigliere Lippi è un problema serio, inquanto la manutenzione è importante e com-porta un notevole intervento finanziario. Natu-ralmente, se non c’è più trasferimento dalloStato, c’è la necessità di prevedere anche all’in-terno del bilancio regionale dei fondi, con tuttele difficoltà che questo comporta.

Quello che voglio invece dire rispettoalla situazione attuale, è che il trasferimentodelle risorse destinate agli investimenti sullestrade trasferite alle Province in attuazione delD.Lgs. 12/98, dovevano cessare già dal 2004.Tuttavia poiché il meccanismo compensativoaffidato alla fiscalità non è ancora stato attivatodal Governo, tali fondi hanno continuato adaffluire nel bilancio regionale fino al 2005.Anche per il 2006 il meccanismo sulla fiscalitànon è stato attivato, mentre ci era stata datagaranzia da parte del Ministero che questi fondici sarebbero stati. Quindi noi siamo in attesadelle comunicazioni degli atti formali del Mini-stero a conferma di quanto è stato detto, inmodo da poter attuare tutte le delibere necessa-rie per i trasferimenti alle Province. Comunquecredo che questo è un problema che noi dovre-mo affrontare anche nei futuri bilanci, rispettoalla situazione generale e rispetto alle manuten-zioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il consigliere Lippi.

LEONARDO LIPPI. Propongo a quest’aulauna mozione unanime nei confronti del Gover-no, per richiedere queste risorse. Quindi, se lei

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assessore se ne farà carico, noi la sottoscrivere-mo unanimemente, perché è indispensabile,per la nostra regione, tenere un livello di manu-tenzione accettabile di queste strade e nonpossiamo sottacere che le risorse destinate aquesto non vengano dall’istituzione centrale. Amaggior ragione quest’aula deve quindi impe-gnarsi a sottoscrivere una mozione unanimeper richiedere queste risorse.

Mozione (Discussione e votazione): «Dissestoidrogeologico» Procaccini e Bucciarelli(77)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala mozione n. 77 dei consiglieri Procaccini eBucciarelli.

Ha la parola, per illustrare la mozionestessa, il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Farò una breveillustrazione di questa mozione, perché a parti-re dall’alluvione del 16 scorso, il Consiglioregionale ha in modo marginale discusso del-l’assetto del territorio e della prevenzione deifenomeni tipo alluvioni, smottamenti, franeecc. Inoltre la situazione si è aggravata conl’ulteriore alluvione del 26 scorso, nella zona diChiaravalle e in altre località a nord di Ancona.Si è discusso in modo solo marginale, perché,ovviamente, la discussione si è incentrata sul-l’emergenza e sugli aiuti da portare alle popola-zioni colpite, alle attività produttive e commer-ciali compromesse. Ragioniamo, appunto, del-l’emergenza e parlato di emergenza talvolta siperde di vista la prospettiva, perché molto spes-so manca la cultura della prevenzione e dellatenuta, il più possibile armonica, di tutto ilterritorio regionale e nazionale.

Certo il clima, che si va via via modifi-cando, crea fenomeni prima imprevisti o quasi,ma in realtà in condizioni normali, sei ore dipioggia, seppure intensa, non dovrebbero cau-sare i danni che sono stati causati.

Prima dell’ultimo evento ci sono statediverse calamità: l’esondazione del fiumeTronto, poi, a seguire, i danni, sempre causati

dalla pioggia, nella provincia di Pesaro e Urbinoe nelle altre province marchigiane. Ormai chie-dere lo stato di calamità naturale è diventato unfatto normale per tutte le Regioni, quando, inmolti casi, si dovrebbe parlare non di calamitànaturale ma di calamità causata dall’uomo.

L’emergenza relativa all’erosione dellacosta ci fa perdere di vista tutto il resto. Voglia-mo quindi, colleghi consiglieri, attraverso que-sta mozione che il nostro gruppo ha presentatoin tempi non sospetti, cercare di dare il nostrocontributo per tentare di aggredire le cause cheportano alle calamità. Occorre partire, secondonoi, da un metodo di tipo nuovo, che veda, oltreagli enti locali, anche il resto del sistema (agri-coltori, industriali, artigiani, commercianti,operatori turistici), coinvolto nel governo delterritorio.

In trent’anni la presenza diffusa in agri-coltura è scomparsa, non c’è più a livello diconduzione del fondo e, quando va bene, èrimasta la semplice e saltuaria residenza. L’agri-coltura intensiva, in larga parte svolta da terzisti,ha modificato, ad esempio, gli scoli naturali deiterreni o ha abbattuto piante, frutteti, filari perpoter lavorare con le grandi macchine.

Conosco bene questa realtà perché pro-vengo da una famiglia contadina e ricordo, adesempio, che dopo l’aratura si faceva una primae grossolana regimentazione delle acque. Dopola semina, convogliare le acque di scolo era unavera e propria opera di ingegneria naturalistica.Operare nel drenaggio dopo questi eventi, di-ventava una vera e propria opera d’arte.

Non si può, è ovvio, tornare indietro, maoccorre stabilire un patto, un nuovo patto con inuovi agricoltori: predisporre cioè un codice.La criminalizzazione, le sanzioni risolvono pocoo niente, anche perché i controlli, che vannosempre fatti, sono difficili. Così come vannorispettate le leggi, quelle recenti e quelle piùlontane che esistono, a partire dal Ppar.

Non voglio farla lunga, ma un’altra dellecause dei dissesti è costituita dalla inesistentemanutenzione dei corsi d’acqua primari e se-condari, come i fiumi che, tranne per casifortuiti ed eccezionali, come la costruzione dinuovi centri commerciali, sono lasciati a sestessi o, peggio, ancora utilizzati come cave.

Occorre avviare, ad esempio, la parte del

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piano energetico ambientale regionale che ri-guarda il settore idroelettrico e, anziché pensa-re a mega centrali, si farebbe in questo modouna cosa utile e doppia. Per non parlare dellaforse principale causa dei danni, cioè il cattivogoverno urbanistico del territorio, finalizzatoalle cementificazioni senza criterio. Molto spes-so si è costruito e si costruisce molto al di sottodi quello che la natura consente. Si costruisce aldi sotto dei livelli dei fiumi, dei torrenti e deicorsi d’acqua. In questo occorre una nuova epiù rigorosa legge urbanistica regionale chedetti le linee guida di una più corretta pianifica-zione in materia urbanistica. Ciò metterebbepiù in sintonia tutti i soggetti pubblici e privati.Il profitto a tutti i costi, il lucrare al limite dellalegalità in termini di localizzazioni, di dimen-sioni e di volumetrie dei diversi manufatti, alungo andare ha portato e porta a questi danni.Anche qui occorre invertire i valori: prima lageneralità, poi il particolare. Infatti è un proble-ma generale, ma anche delle Marche. Sonoancora in corso le stime dei danni delle duealluvioni, ma sappiamo, ad esempio, che nelprimo quadrimestre del 2005, da gennaio adaprile sono stati stimati danni per oltre 600milioni di euro per i soli interventi di sommaurgenza, di estrema emergenza.

Secondo noi la manutenzione del territo-rio è la principale tra le opere pubbliche ed è perquesto che, oltre all’attuazione e al rispettodella legislazione, occorre imprimere un nuovoimpulso all’organizzazione per declinare me-glio una nuova politica del territorio.

I Comunisti italiani, attraverso questamozione chiedono alla Regione Marche l’isti-tuzione, con atto formale della Giunta regiona-le, di un gruppo tecnico di lavoro, composto daesperti e funzionari dell’assessorato alla tutelae risanamento ambientale, ai territori montani,all’agricoltura, al governo del territorio, con ilcompito di programmare e di monitorare gliinterventi su scala regionale, con una visione diinterdipendenza tra le diverse politiche (agri-cola, artigianale, industriale, urbanistica), perimprimere maggiore forza all’azione di pre-venzione: quello che si deve fare subito, adesempio, è completare la legge 13 del 1999 che,oltre all’istituzione dell’autorità di bacino ge-nerale regionale, deve elaborare il piano dei

bacini di rilievo regionale nelle diverse provin-ce. Questo è un atto urgentissimo.

E’ per questo che l’impostazione di que-sta mozione deve trovare una concreta realizza-zione. Questo atto, se possibile, colleghi consi-glieri, non deve cadere nel vuoto e non develasciare il tempo che trova.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’as-sessore Carrabs. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CARRABS. Il quadro del ter-ritorio descritto dai consiglieri Procaccini eBucciarelli richiama - pur con qualche inesat-tezza di dati (ad esempio la stima dei danni damaltempo del 2005 andrebbe più correttamentelimitata a un po’ più di 100 milioni di euro) - leprevisioni e le valutazioni contenute nei pianidi assetto idrogeologico - i PAI - ormai tuttiapprovati ad eccezione del PAI del Tronto,ormai in dirittura di arrivo.

In questa consapevolezza la Giunta re-gionale si sta muovendo su più filoni di attivitàche potremo distinguere come segue.

Azione di tipo finanziario. Preso atto,come giustamente ricordato nella mozione, chedal 2001 lo Stato non ha più assegnato risorsealle autorità di bacino (e quindi al sistemaistituzionale locale) — anche se vediamo chenella finanziaria attuale, se dovesse confermarele previsioni del ministro per l’ambiente e latutela del territorio, dovrebbero essere confer-mati 200 milioni di euro per la difesa del suolo— l’Esecutivo ha disposto l’allocazione di fondiCIPE - per un totale di circa 17 milioni di euronelle ultime due annualità - per interventi didifesa del suolo. Vediamo quindi che c’è unatendenza generale del governo regionale a con-siderare la difesa del suolo un’infrastruttura.Sono pertanto d’accordo con il consigliereProcaccini quando dice che la più grande operapubblica delle Marche deve essere la manuten-zione del territorio.

Di conseguenza vediamo che l’atteggia-mento culturale di questi ultimi anni, con l’in-sediamento del governo regionale, quindi dellaGiunta Spacca, ha preso in considerazione pro-prio questo principio. Pertanto i fondi Cipedestinati alle infrastrutture, anche nell’ultimadelibera di due settimane fa della Giunta regio-

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nale ammontano a 2 milioni di euro per quantoriguarda la difesa del suolo.

Con ciò si è effettivamente inteso darealla difesa del suolo un riconoscimento impor-tante di opere pubblica, pur nei limiti dell’uti-lizzo dei fondi CIPE che, come noto, sonodestinati alle sole aree Obiettivo 2, e quindi,sostanzialmente, alla parte più interna dellaregione, con progetti di tipo strategico.

Secondo la ripartizione di funzioni e com-petenze stabilita con il decentramento attuatonel 2002, i programmi di intervento CIPE sonostati definiti con le Province, e questo introduceil secondo filone di attività, quello della colla-borazione tra soggetti.

Il coinvolgimento dei soggetti pubblici ègià in atto sia perchéprevisto dall’ordinamento vigente, sia perché,a livello tecnico, gli uffici stanno trovandoforme di collaborazione sempre più efficaci purnella diversità di compiti (si pensi alle criticitàindotte dalle previsioni edificatorie, di cui sonomotore i Comuni, su un territorio così fragile esoggetto a più livelli di competenza ammini-strativa in fase di pianificazione e controllo).

Tuttavia è evidente che l’esiguità di mar-gini di investimento per la prevenzione (da cuiderivano effetti non trascurabilinell’individuazione di priorità in questo territo-rio difficile) porta ad agire per via amministra-tiva e normativa più che per azioni dirette disostegno almeno per il settore della difesa delsuolo.

Ciononostante, nell’ambito di alcune pro-cedure interne ai PAI le autorità di bacino, incui sono rappresentate anche le Province, han-no comunque individuato percorsi di tipo am-ministrativo che hanno talvolta consentito dicoinvolgere in solido anche soggetti privati,chiamati a partecipare direttamente a soluzioniintegrate mediante le quali si è inteso renderecompatibili le iniziative edilizio-urbanistichecon le criticità del territorio, migliorandone lasicurezza complessiva. Abbiamo avuto una ri-sposta anche con le ultime piogge, quelle cuifaceva riferimento il consigliere Procaccini, diOsimo. Abbiamo visto che l’Ikea ha dato unforte contributo nella manutenzione dei fiumi.Quindi intervento privato. Quest’ultima oppor-tunità è stata per altro resa possibile dalla dispo-

nibilità di rilievi topografici delle aste fluvialiprincipali, che comunque potranno essere com-pletati e aggiornati solo con specifiche risorseda individuare.

Rientra in questa filosofia integrata ilcoordinamento avviato da qualche tempo tra ilservizio agricoltura e il servizio ambiente edifesa del suolo. Lo scopo del gruppo di lavoroè di definire, nell’ambito del piano di svilupporurale, le misure di presidio territoriale da atti-vare nell’uso agricolo dei suoli con azioni diprevenzione, anche quelle minute - ma non perquesto meno fondamentali - richiamate nellamozione.

A queste indicazioni andranno poi af-fiancate, tra le diverse misure contenute nellostrumento regionale di pianificazione delle areerurali, quelle opportunità di sostegno finanzia-rio senza le quali gli operatori del settore -peraltro costantemente coinvolti dall’assesso-rato all’agricoltura - potrebbero solo con grandidifficoltà partecipare ad un moderno processodi valorizzazione, miglioramento e manteni-mento del territorio e del paesaggio anche inchiave di sicurezza e tutela.

La mozione ovviamente stimola la Giun-ta a procedere sulla strada intrapresa e a ricer-care il superamento delle criticità strutturali —che pure ci sono sia a livello di ordinamento(con una pluralità di ruoli e responsabilità) siaa livello tecnico-amministrativo (con gli ufficicontinuamente impegnati a cercare soluzioniurgenti per problemi localizzati) - anche me-diante macro-azioni organiche che si stannodefinendo in queste settimane e che sarannopresentate al Consiglio per l’avvio di un dibat-tito su tutta la materia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. A me dispiaceche una questione come questa, che riguardauna delle emergenze principali della nostraregione, debba essere richiamata all’attenzionedel Consiglio regionale da parte dell’iniziativadi un gruppo politico, direi da parte dell’inizia-tiva di diversi gruppi politici, perché rivendicosu questa materia una interrogazione scritta,firmata da tutti gli otto consiglieri di Forza

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Italia, che pone il problema della situazione didissesto, anche in relazione alla situazione del-le aste fluviali marchigiane.

La questione che è stata richiamata que-sta mattina da Procaccini, va in qualche modoposta nell’agenda dei lavori del Consiglio re-gionale, sulla base di una proposta concretadell’Esecutivo, che non può giocare di rimessa.Se serviva una ulteriore dimostrazione dellainsufficienza, della inadeguatezza delle politi-che della Giunta regionale, questa è la dimo-strazione più evidente. Non c’è un’azionepropositiva, non c’è una proposta, non c’è unalettura critica, c’è l’azione singola, oggi delconsigliere Procaccini, ieri del consigliere Brini,del consigliere Capponi e così via. C’è unasollecitazione che viene, peraltro, non solodall’opposizione ma anche dalla maggioranza,che scoperchia la pentola e pone questioni difondo, perché questa è una delle questioni difondo, rispetto alle quali noi oggi prendiamoatto che non c’è stata e non c’è una strategia diaggressione da parte della Giunta regionale?Aggressione nel senso di cercare di alleviare idisagi, i problemi che poi questa situazionepone alla comunità marchigiana. Io partirei daquesto dato per giudicare la situazione.

Il secondo elemento, è che non è possibi-le, di fronte a questa deficienza di proposta,cantare la solita litania, cioè “mancano i soldidello Stato, non ci sono i soldi del Governo,quindi noi siamo nell’impossibilità di fare qual-siasi cosa”. Fra l’altro, questa è un’abitudineche non va più di moda, perché con chi ve laprendete? Berlusconi non c’è più...

MARCO LUCHETTI. Come non c’è più?

ROBERTO GIANNOTTI. Non c’è più allaguida del paese, anche se in maniera immerita-ta. C’è e si farà sentire, caro Luchetti.

Quindi oggi siete costretti a fare i conticon una serie di cose, vedi la finanziaria. E’stata approvata la peggiore finanziaria fattanegli ultimi trent’anni, che tassa di tutto, daibolli alle sigarette alle auto, che introduce itickets. Una finanziaria classista, imposta allaMargherita e all’area moderata dei Ds dallecomponenti dell’ultrasinistra del Governo, chetaglia agli enti locali, che taglia, anche giusta-

mente, alcune spese esagerate della politica, enon avete il coraggio di dire niente rispetto aquesto provvedimento. Lo diranno i cittadini,perché se non avete nemmeno la percezione deldisagio dell’opinione pubblica, degli impren-ditori, traditi, forse anche da scelte avventatefatte dal gruppo dirigente che vi ha appoggiatocon troppa leggerezza, con chi ve la voleteprendere?

Ma soprattutto, non è questo il modogiusto di porre le questioni. Se il problema deldissesto idrogeologico della regione è una que-stione di fondo, deve rientrare fra le prioritàdella Giunta regionale. Bisogna che comincia-mo a spendere qualcosa di nostro, che investia-mo qualcosa di nostro, se il territorio è unarisorsa da difendere. Non è più concepibile lalamentazione o il ribadire questa richiesta dielemosina allo Stato. Siamo o non siamo unorganismo che rivendica competenze, che ri-vendica poteri, che addirittura questa mattina,per bocca dell’assessore minaccia nuove tasseai marchigiani? Avete letto i giornali questamattina? L’assessore Marcolini ha già dettoche se rimarrà questa finanziaria, aumenteran-no il bollo per le quote di competenza regionalee il metano per le quote di competenza regiona-le, associandosi a Prodi in quest’opera di“derubamento” dei contribuenti marchigiani.

Ci vuole un progetto organico della Giuntaregionale su questa materia, che indichi quanterisorse sono necessarie per aggredire le criticità,le emergenze e che ci metta di suo. Prima dichiedere l’intervento degli altri mettiamoci delnostro, noi che siamo abilitati a chiedere qua-lunque cosa.

Inoltre, quando realizziamo il riordinodei bacini? Non è concepibile continuare adandare avanti con due pezzi di questa regione— perché mi sembra che anche il Tronto, oltrealla Valmarecchia, sia veicolato fuori — chenon vogliono più starci, non è possibile conti-nuare ad avere due bacini interrregionali checontinuano ad esercitare una responsabilità,che penalizzano. Dopodiché, Carrabs, lei puòanche fare le “pagliacciate” dell’altro giorno,me lo consenta in via amichevole. Pagliacciateperché c’è un territorio che il 15 dicembrevoterà per un referendum per andare o menonell’Emilia Romagna — lei sa che come Forza

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Italia devono essere i cittadini dellaValmarecchia ad autodeterminarsi — e lei nonpuò andare, a un mese dal referendum, a fare unincontro con i sindaci con le tasche piene disoldi, dicendo “Ecco 3 milioni di euro destinatialla Valmarecchia”. Adesso? A un mese dalreferendum? Ma quanto ha aspettato per farequeste cose?

In questo senso ho detto “pagliacciatapolitica”, senza offendere nessuno. Questo nonè programmazione, questo rientra nella strate-gia di aggressione di quella vallata, ordita daivertici comunali, provinciali dei Ds, che hannomandato ieri, che mandano oggi l’assessoreLucarini a parlare dell’offerta scolastica, anchequi, guarda caso, quindici giorni prima delreferendum. O come Spacca che accusa ditradimento quei cittadini, quando tutti sannoche il tradimento l’ha compiuto la Giunta re-gionale con trent’anni di disattenzione nei con-fronti dei problemi di quella vallata.

C’è quindi il problema di una strategiache consenta di recuperare la responsabilitàregionale su tutto il territorio. Noi siamo delparere di chiudere l’esperienza del bacinointerregionale del Conca e del Marecchia, comecredo i miei amici di Ascoli chiedano di rivede-re e di ricondurre ad un unico comitato dibacino regionale la responsabilità degli inter-venti sul territorio, su tutte le Marche. Non cipossono essere interventi a due marce di velo-cità, così come avviene oggi.

Solamente sul piano dei vincoli, noi ab-biamo avuto un anno e mezzo fa un piano dibacino, quello delle Marche, che fissava deiparametri sul piano vincolistico e abbiamo avu-to 8 commi della vallata del Montefeltro assog-gettati al bacino del Conca e del Marecchia chehanno avuto dei vincoli peggiorativi rispetto aquelli degli altri cittadini delle Marche, realiz-zando una condizione di disparità. Quindi que-sto riequilibrio dei bacini è la terza questione.Su questo si dispieghi un’azione concreta re-gionale, che ci metta in condizioni di recupera-re il tantissimo tempo perduto fino ad oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ricci.

MIRCO RICCI. La mozione presentata da

Procaccini e Bucciarelli, oltre che ricca di con-tenuti e di spunti, è anche importante perchéintroduce elementi di novità per la gestione e laconservazione del territorio di questa regione.

C’è un problema e lo dico anche al con-sigliere Giannotti, che sembra abbia individua-to il problema del dissesto idrogeologico nelleMarche. Purtroppo tutto il paese ha questi pro-blemi. Basti ricordare che l’Italia è circondatada 8.000 chilometri di scogliere a protezionedella costa, quindi quello del dissesto è unproblema generale che investe l’intero paeseche è stato definito, in alcune realtà, non nelleMarche, “il paese delle frane” che si sonoaccentuate in questi anni, purtroppo.

Devo dire che nelle Marche gli strumentidi programmazione ci sono, forse sono anchetroppi, nel senso che il rischio è che qualchevolta gli strumenti a disposizione sisovrappongano fra quelli predisposti dai Co-muni, quelli predisposti dalle Province, quellipredisposti dalle Regioni, il Pai, il Ppar e cosìvia.

Questo è un problema che metterei insecondo piano. La stessa cosa riguarda la pro-grammazione. Anche qui io credo che dal pun-to di vista della disponibilità degli strumenti, ipiani che prevedono interventi di prevenzionedei dissesti, sono tutti strumenti che noi abbia-mo a disposizione. C’è il problema delle risor-se, questo sì. Devo dare atto alla Giunta regio-nale che rispetto ai problemi dell’erosione dellacosta, ha fatto interventi, programmazioni, hamesso risorse a disposizione per i prossimianni, dando invece il segno di un interventomolto preciso e specifico su quel tema.

Sull’altra cosa che riguarda più in gene-rale il problema della gestione e conservazionedel territorio, credo che qualche risorsa in piùsarebbe necessaria. Per completare gli inter-venti del Pai, se non ricordo male, sarebberonecessarie svariate decine di milioni di euro intutta la regione. Come esiste il problema chericordava anche chi mi ha preceduto, rispettoalla manutenzione idraulica dei fiumi, alla pu-lizia. Anche qui, sulle aste fluviali esistonoprogetti, addirittura. Ricordo quelli rispetto allaprovincia di Pesaro e Urbino che conosco me-glio, ma sul fiume Foglia, sul Marecchia e forsemeno sul Cesano, ci sono già progetti di inter-

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vento che riguardano l’intera asta. Il problema,ovviamente, è quello di procedere per stralcifunzionali, perché le risorse sono quelle chetutti sappiamo.

La mozione di Procaccini introduce unelemento diverso: chiede di costituire un grup-po intersettoriale che coinvolga anche gli ope-ratori dell’agricoltura. Non è secondario, anzicredo che nel mondo degli agricoltori — si èfatto anche in passato — sia necessario trovareinterlocutori fondamentali per gestire e conser-vare il territorio. E’ uno degli elementi di fondola gestione dei terreni agricoli, in relazione adalcuni problemi di carattere anche fisico cheriguardano le frane, gli smottamenti e così via.

Credo che la mozione, da questo punto divista, vada sostenuta così com’è. Certo è chec’è un punto di debolezza: che in qualche modole autorità di bacino hanno dato risposte margi-nali, parziali, in modo particolare quelle dicarattere interregionale, però mi pare di ricor-dare che è giacente in Senato una proposta direvisione addirittura delle stesse autorità dibacino, che potrebbe anche essere ripresa daquesto Governo.

Certo è che i problemi legati allaValmarecchia non sono soltanto quelli relativialla gestione delle aste fluviali e della difesaidrogeologica, sono altri ma credo che in questafase si potrebbe addirittura evitare di fare de-magogia e propaganda rispetto all’atteggia-mento della Regione e della Provincia di Pesaroche invece hanno avuto il coraggio, piuttostoche lasciare gli elettori della Valmarecchialiberi di votare come ovviamente vogliono, diproporre una indicazione, perché mi pare che inuna iniziativa alla quale ha partecipato recente-mente Sant’Agata Feltria, sia il presidente Spac-ca che il presidente della Provincia di Pesaro eUrbino Ucchielli, hanno dato indicazione divotare per il no al referendum. Quindi qualchevolta credo che sia opportuno esprimersi rispet-to a una dimensione regionale storica. Quindi,più che lasciare libertà di coscienza, credo chesia stato opportuno dare una indicazione divoto, come è stato fatto proprio l’altro giorno aSant’Agata Feltria. Poi ognuno sceglie, in libe-ra coscienza, quello che intende fare. La sceltadi alcuni partiti è di dire “libertà di coscienza”,la scelta di altri è di invitare a rimanere nelle

Marche per tantissime ragioni. In Valmarecchia,pur condividendo l’impostazione secondo laquale quell’autorità di bacino non dà risposteadeguate, si potrebbe fare l’elenco. Non si trattasoltanto di avere in qualche modo individuatorisorse oggi per quella realtà territoriale ma sipotrebbe fare l’elenco degli interventi realizza-ti in questi anni proprio in Valmarecchia.

Quindi credo che noi abbiamo fatto benea ricordare nel Consiglio scorso, anche rispettoall’alluvione di Ancona, i meriti di questa Re-gione rispetto al tema del dissesto idrogeologico,nel senso che questa Regione ha mezzi, uomini,competenze, strumenti. Certo che su questotema più in generale, per poter intervenire sulterritorio occorrono risorse ingenti, che condifficoltà riusciamo a individuare. Bisogna fareuno sforzo in più e bisogna anche trovare leforme, così come indicato anche nella mozionedi Procaccini, per sostenere una strategia che laGiunta può in qualche modo mettere in campo,utilizzando anche un gruppo di lavoro di carat-tere intersettoriale, che può dare in questa dire-zione un contributo fondamentale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

DAVID FAVIA

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Caro collegaGiannotti, non è neppure necessario andare avedere i disastri che hanno fatto in finanziariaora quelli del centro-sinistra. Basta vedere inquesti anni la produzione normativa immane,infinita per quanto riguarda la tutela del territo-rio e le ricadute concrete che ci sono state.

Io, da poco consigliere regionale, nel1995, ricordo che ancora era apertissima ladiscussione sul Ppar che era stato annunciatocome una grande svolta sotto il profilo delgoverno del territorio, una cosa rivoluzionaria,voluta fortemente dalla componente di sinistradell’allora governo e poi rilanciata fortementedai governi di sinistra che si sono succeduti dal1995 ad oggi. Poi possiamo ricordare il Pit, ilPtrap, il Pai: quanti altri piani ci sono stati?Quanti altri interventi, si diceva tutti ispiratidalla filosofia di tutelare fortemente il territo-

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rio, di dire basta agli scempi del passato, allecose accadute che erano addirittura state forieredi tutti i disastri avvenuti nel territoriomarchigiano? Quello del Tronto è stato il piùevidente, il più clamoroso, in quegli anni.

Basta vedere questo per dire che questepolitiche hanno assolutamente fallito, se ungruppo consiliare della maggioranza, non diora, ma della maggioranza dal 1995 ad oggi, sipresenta in Consiglio regionale e ci chiede ilvoto per dire che dobbiamo “monitorare, pro-grammare gli interventi sul territorio con unavisione logica e intersettoriale”. Caro collegaProcaccini, è il fallimento della vostra politica.Undici anni e non siete riusciti nemmeno aintegrare, programmare gli interventi sul terri-torio con una logica d’insieme. Prendeteneatto, cambiamo almeno le normative, comeabbiamo più volte chiesto noi, perché sononormative solo verso un senso unico, quello delvincolo che non serve a nulla, perché dall’altraparte i veri problemi, i veri bubboni sono pro-prio questi: risorse destinate ad interventi chenon servono a nulla, risorse ingenti e interventiche servono e che invece non sono mai compiu-ti.

Questa è la verità, dobbiamo dircele que-ste verità. Allora voteremo ancora una voltaimpegni ad integrare, ma qui bisogna veramen-te fare punto e a capo, dire che certe politichehanno fallito, certe finte tutela non hanno tute-lato nulla, dire che Osimo Stazione, Recanati,tutte le zone più colpite dall’ultima alluvionesono, purtroppo, derivate da questo tipo dierrori o di manchevolezze, o di omissioni. Mai reti si compiono anche per omissione.

Diciamo questo e diciamo anche che lerisorse, oggi non ci sono neppure per pagarecoloro che hanno avuto dei danni enormi adOsimo Stazione o nella zona recanatese, colpi-te fortemente dal disastro di settembre. Non cisono neppure i soldi per riparare le macchine efar ripartire le industrie. Di cosa stiamo a parla-re?

C’è una approvazione da parte del Go-verno nazionale dello stato di calamità natura-le, ma i soldi sono assolutamente insufficienti.Lo hanno detto ieri le categorie produttive, lohanno detto ieri l’altro gli abitanti. Almeno siintervenga sull’emergenza, almeno si faccia il

punto sulla manchevolezza delle politiche diquesti anni, almeno si faccia seriamente unaprogrammazione dopo un confronto sulle coseveramente da fare e allora siamo disposti adiscutere e a votare mille di questi appelli, caroProcaccini, però un punto e a capo deve esserefatto e non vado oltre perché sono stato esaustivonell’indicare quelli che sono stati, in questidieci-undici anni, tanti appelli che non hannoportato a nulla, tanti atti, regolamenti, discipli-ne, normative che non hanno portato a nulla alivello di difesa del territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Binci.

MASSIMO BINCI. Le piogge di questigiorni hanno ancora una volta evidenziato lafragilità del territorio regionale e più in genera-le del nostro paese e pongono la necessità di unaserie riflessione sulle cause per individuarecorrettamente i possibili rimedi.

Le esondazioni, le alluvioni, gli allaga-menti sono eventi naturali da sempre associatialla piovosità. Il problema è che tali fenomenisono sempre più frequenti in quanto le signifi-cative trasformazioni del territorio da partedell’uomo concorrono ad amplificare gli effettidelle caratteristiche di queste alluvioni.

E’ necessario premettere che la piovositàmedia annuale non è diversa da quella delpassato, mentre le caratteristiche sono diverse,perché questa piovosità si manifesta con unafrequenza minore ma con una intensità mag-giore. Tali modificazioni sono la conseguenzaanche del cambiamento climatico dovuto al-l’effetto serra. Nel caso della regione Marchegli effetti del clima sono sicuramente amplifi-cati da una serie di modificazioni che hannosubito i territori, sia urbani che agricoli. Nellearee urbanizzate si è aumentata la superficieimpermeabilizzata, è scomparso il reticoloidrografico superficiale, i fossi sono statiinterrati con la conseguenza che nel tempol’accumulo di sedimenti e l’assenza di puliziadelle fognature può provocare la diminuzionedella sezione di deflusso e quindi la fuoriuscitaviolenta dell’acqua.

Nelle aree agricole non urbanizzate si èindiscriminatamente abbattuto o ridotto la co-

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pertura vegetazionale per favorire lameccanizzazione agricola che ha sostituito lapresenza dell’uomo, che rappresentava il prin-cipale soggetto che garantiva il presidio e lamanutenzione del territorio, e l’introduzione dinuove pratiche agricole basate sullo sfrutta-mento intensivo dei suoli.

Queste modalità di gestione della risorsaterritorio hanno provocato, ad esempio, la per-dita di fertilità a causa della diminuzione disostanze organiche, che tra l’altro favoriscenelle zone di versante l’erosione superficialedei suoli e la propensione al dissesto (franosità).Inoltre la diminuzione del tempo di corrivazione,cioè il tempo che la goccia d’acqua caduta dalcielo impiega per raggiungere il corso d’acquaprincipale, in ultima istanza il tempo necessa-rio per la formazione dell’onda di piena. Iltempo di corrivazione dipende dalla capacità diassorbimento dei suoli, tanto più alto quanto iterreni sono ricchi di humus, e dalla presenzadella copertura vegetazionale (assorbimentodelle radici ed evapotraspirazione). Lo svilup-po insediativo nei bacini idrografici ha portatoad una maggiore impermeabilizzazione, mino-re infiltrazione nel sottosuolo, di conseguenzalo smaltimento delle acque meteoriche è piùrapido.

E’ evidente che invertire tale tendenzanon è semplice né tanto meno di rapida soluzio-ne, pertanto è necessario ,nere conto di taliaspetti evolutivi per cercare di mitigare glieffetti sul territorio di questi fenomeni.

In questo senso è indispensabile attivarepolitiche e programmi di sviluppo insediativo eproduttivi che tengano conto dei delicati equi-libri naturali che sottendono al “sistema territo-rio” e, in territori geologicamente fragili comela nostra regione, interventi di manutenzionedel sistema naturale e delle opere antropiche.

Inoltre, poiché l’interazione sistema am-biente e interventi antropici rende ancor piùcomplessa l’individuazione dei pesi relativi inrelazione alle cause, è indispensabile adottareun approccio basato sulla conoscenza detta-gliata dei caratteri fisico-naturali e quindi svi-luppare al massimo l’analisi interdisciplinaredei fenomeni.

Soprattutto l’abbiamo visto nell’ultimomese, perché sia per la situazione di alluvione

dell’Aspio che di Falconara, non c’è stataun’esondazione dei fiumi e dei fossi e perevitare il ripetersi di queste cose ci vuole unaconoscenza dettagliata e puntuale del territorio.

Se questa è l strada necessaria, bisognaintrodurre elementi qualitativi negli strumentidi pianificazione delle attività dell’uomo chestanno alla base dei processi di trasformazionedel territorio. In questa ottica risulta importantericonoscere le vocazioni del territorio per evi-tare, ad esempio, di urbanizzare aree limitrofeagli alvei di pertinenza dei corsi d’acqua odaree topograficamente più basse dell’alveo equindi facilmente allagabili, oppure bisognaevitare di seppellire il reticolo idrografico su-perficiale. Nello stesso tempo bisogna evitare,come spesso è accaduto, che areetopograficamente basse vengano artificiosa-mente sopraelevate, rialzate con riporti di terrae quindi rese edificabili.

I fenomeni di instabilità che interessanoi territori extraurbani e i versanti sono senz’altrocollegati alla natura prevalentemente argillosadei terreni presenti nell’area collinare epedemontana dove, negli ultimi 40 anni, l’agri-coltura ha subito una profonda trasformazione,soprattutto con l’introduzione di colture inten-sive che hanno ridotto la copertura vegetazionalee arborea: sono scomparsi i filari, le siepi e glialberi e, di conseguenza, sono aumentati i feno-meni di erosione superficiale dei suoli.

Quest’ultimo fenomeno, tra l’altro, pro-voca l’asportazione di sostanza organica dimi-nuendo quindi la fertilità dei suoli.

Quello che ho detto è un esempio dellereazioni a catena che si possono innescare nelmomento in cui si modificano gli equilibrinaturali. Questo non vuol dire che non si può farnulla, ma semplicemente che vanno conosciutii fenomeni e gli impatti per poter prenderedecisioni consapevoli.

Nel nostro paese esiste un riferimentolegislativo importante, rappresentato dalla leg-ge 183 del 1989, “Norme per il risassettoorganizzativo e funzionale della difesa del suo-lo”, che ha individuato, prendendo come mo-dello di riferimento il sistema di gestione deibacini idrografici europei, un percorsoprogrammatorio e tecnico che, se attuato, po-trebbe garantire un equilibrato sviluppo tra le

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esigenze di tutela e quelle di trasformazionesocio-economica. Purtroppo la normativa è sta-ta ampiamente disattesa per molti anni, soprat-tutto per quanto riguarda gli aspetti della cono-scenza e della programmazione.

Per questo dopo anni di mancataoperatività e incisività nella pianificazione daparte delle autorità bacino e a seguito dell’en-nesima calamità naturale (la frana di Sarno cheha provocato più di 100 morti), è stato approva-to un decreto legge che ha obbligato le autoritàdi bacino e le regioni ad elaborare piani stralcioidrogeologici, i famosi Pai, che rappresentanouna scorciatoia. infatti questi piani sono statielaborati solo per il rischio provocato dallefrane e dalle esondazioni, come se tali fenome-ni siano indipendenti dall’attività antropica chesi esplica in un bacino idrografico. In altreparole non sono stati considerati altri elementi(cave, discariche, strumenti urbanistici, attivitàeconomiche ecc.) che hanno concorso all’inne-sco dei fenomeni di dissesto idrogeologico che,al contrario, nella legge 183 del 1989 sonoampiamente sottolineati.

Inoltre la metodologia utilizzata per laredazione del Pai ha il grosso limite di avereindividuato, perimetrato e normato le trasfor-mazioni di eventi, esondazioni e frane, già noti.Per il Pai Marche in particolare, non è statofatto alcuno sforzo per tentare di individuare lepossibili/probabili aree a rischio idrogeologicoe non a caso emergono situazioni nuove comel’area a sud di Ancona, dove l’allagamentodegli insediamenti residenziali e delle attivitàproduttive non è stato provocatodall’esondazione del fiume Aspio ma dalleacque, miste a fango, provenienti dal versantecollinare che hanno incontrato ostacoli, rappre-sentati da una serie ravvicinata di infrastruttureviarie (ferrovia, statale Adriatica) produttive ecommerciali (capannoni e relativi piazzali) eposte perpendicolari al del flusso naturale delleacque, che hanno ridotto la capacità dismaltimento (per riduzione della velocità odella sezione di deflusso).

L’infrastrutturazione dell’area è infattiavvenuta senza tener conto delle caratteristichetopografiche e morfologiche, dal momento chei fossi naturali sono stati tombati e le superficisono state impermeabilizzate, nello stesso tem-

po le aree collinari alle spalle dell’Aspio sonostate denudate ed eliminati i fossi, di conse-guenza in occasione di piogge intense nellearee a valle si riversa una valanga d’acqua efango che travolge tutto ciò che incontra lungoil percorso.

Questo ragionamento non significa im-mobilizzare il territorio ma semplicemente chele trasformazioni vanno governate e soprattuttoè indispensabile che sia eseguita periodica-mente la manutenzione delle opere antropiche(pulizia dei fossi e dei fiumi, drenaggio dellearee in frana ecc.) che si rendono necessarie.

Allora credo che una delle priorità diquesto paese e quindi di questa regione, nelsettore territoriale e ambientale, sia dare attua-zione alla legge 183 del 1989, per passare dauna logica di emergenza a quella della preven-zione.

Noi Verdi pensiamo che bisogna investi-re in questa direzione e riportare in primo pianoi collegamenti e il rapporto tra ambiente edeconomia e ambiente e occupazione, perchéuna manutenzione corretta del nostro territoriopuò essere una fonte grossissima di occupazio-ne.

In questa direzione è possibile intercetta-re fondi del prossimo periodo di programma-zione comunitaria e queste comunità debbonoessere colte e rappresentate all’interno del pros-simo Psr. Quindi è importante che siano ancheinvestite risorse per la programmazione e lagestione del nostro territorio.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

ROBERTO GIANNOTTI

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Capponi.

FRANCO CAPPONI. Debbo ringraziare ilconsigliere Procaccini in primis, perché hamesso sul tavolo una delle discussioni più inte-ressanti che quest’aula potesse affrontare. Cer-tamente non c’è stato tempo di approfondire,quindi l’intervento che farò sarà solo di naturagenerale. Devo ringraziarlo perché anche noi,da questi banchi di opposizione abbiamo piùvolte sollecitato la Giunta a prendere delledecisioni importanti e strategiche per la difesa

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del suolo. Purtroppo non siamo stai quasi maipresi in considerazione e le riposte sono semprestate evasive e si è sempre detto che la Giuntaaveva sotto controllo tutti i fenomeni che avve-nivano in questa regione.

Debbo dire che questa Regione invece,ha fatto fino ad oggi solo una serie interminabilidi atti di vincolo, a volte dei vincoli che vengo-no sovrapposti gli uni agli altri, vincoli passivi,che non producono alcun miglioramento allecondizioni attuali dei fenomeni che si stannoevolvendo, tra l’altro, perché c’è anche unaevoluzione del clima.

Questa Regione, invece di mettere risor-se per la difesa del suolo le ha tagliate, ne hatagliate una enormità, in parte non individuan-do più programmi strategici propri per la difesadel suolo, per la difesa idrogeologica e quan-t’altro, ma in parte anche disattivando queipresidi che il territorio nel tempo, negli ani,nella storia si era dato, come ad esempio iconsorzi di bonifica che avevano anche un altroruolo, oltre quello di difendere il territorio,avevano un ruolo di sensibilità, perché i soci —agricoltori, coltivatori diretti e tutti i possesso-ri di terreni — sostanzialmente sapevano chequella tassa non era tanto nell’importo chedoveva essere pagata ed era un fastidio, ma eraanche un atto di assunzione di responsabilitàpersonale e di quelle aziende verso la difesa delsuolo, quindi una difesa attiva che il territorio siera dato nel tempo, coinvolgendo le organizza-zioni di categoria, coinvolgendo gli agricoltori,coinvolgendo poi gli enti pubblici che doveva-no fare la programmazione e il finanziamentodegli interventi.

Abbiamo soppresso e commissariato tut-ti i consorzi di bonifica, ci era stato detto chequesti commissariamenti erano solo tempora-nei, per sei mesi, siamo arrivati a un anno daicommissariamenti e ancora i commissari stan-no al loro posto, non c’è alcuna programmazio-ne né alcun programma per i bacini.

Sono anche d’accordo su quanto ha espo-sto Giannotti circa la necessità di realizzare unvero coordinamento in un contenitore unico ditutte le strategie che si devono fare per la difesadel territorio. Ci sono state delle opportunità,quelle della gestione del Psr, della gestionedella Pac, della gestione dei finanziamenti speci-

fici per il settore agricolo ma anche per gli entipubblici, per effettuare difesa del suolo, inter-venti nel settore idrogeologico, ma obiettiva-mente in questa regione essi non hanno svoltoun’azione strategica, perché sono marginali,sono generici e soprattutto non hanno incisominimamente nel cambiamento dei comporta-menti dei settori interessati. Quindi bisognatendere, ora che siamo in una nuova fase diprogrammazione del Psr, ad avere un impattomaggiore, un po’ come descrive ancheProcaccini, ma secondo me una buona azione,quella della prevenzione, va fatta anche met-tendo a disposizione le risorse necessarie, per-ché altrimenti corriamo sempre dietro le emer-genze.

Io reputo un obiettivo strategico del nuo-vo Psr la riattivazione del settore agricolo, cheè stato sostanzialmente disattivato in questaregione, perché non c’è stata attenzione a queisettori che potevano tentare di mantenere unacopertura vegetale dei suoli, per esempio lazootecnica. Ci siamo inventati delle misure persostenere il settore zootecnico, dove sono statecoinvolte 400 aziende che hanno fatto doman-da per fare investimenti e la Regione Marche hamesso a disposizione risorse che ne hannofinanziate solamente 27. Quando i numeri sonodi questa portata, voi capite che l’incidenzadelle azioni che vengono messe in campo dallaGiunta regionale è assolutamente insufficientee ininfluente.

Io ritengo, consigliere Procaccini, che suquesto argomento noi dovremmo tornare, per-ché la mozione è sì importante, però di mozioniin questo Consiglio ne abbiamo approvate tantee sono rimaste tutte lettera morta, sostanzial-mente. Si potrebbe organizzare una sessionespeciale del Consiglio regionale, come abbia-mo chiesto per altre situazioni, in cui affrontaretutti i problemi e in cui venga messa in campola vera strategia e la politica che questa Regioneintende darsi, questa maggioranza intende dar-si, per la difesa del territorio. Non bastano leparole di buon senso che magari il PresidenteSpacca ha espresso al momento dell’insedia-mento, perché da allora sono passati circa 18mesi e di tute quelle parole non resta nulla,perché in atti concreti questa regione non ha

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visto succedere praticamente nulla, special-mente in questo settore.

Debbo dire che noi abbiamo presentatoanche una mozione che chiederemo venga messaall’ordine del giorno del prossimo Consiglioregionale, per far sì che sulla finanziaria non visiano solamente quelle misere risorse, quellestanziate per i comuni colpiti da quest’ultimaemergenza, ma chiediamo che sia fatta unaricognizione attenta e precisa e che i fondi sianomessi a disposizione per coprire l’intero dannosubito dagli operatori che non avevano, tral’altro, alcuna colpa in tal senso.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

RAFFAELE BUCCIARELLI

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Lippi.

LEONARDO LIPPI. Gli interventi che mihanno preceduto hanno affrontato temi impor-tanti e ringrazio chi ha presentato la mozione,perché è solo l’inizio di un ampio dibattito peraffrontare la nuova filosofia di vivere, l’am-biente con la nuova modalità di affrontare an-che le esigenze delle attività che l’uomo stessosvolge. Come fino a ieri l’uomo era rispettosodell’ambiente, perché era impotente, oggi in-vece si sente un Dio nei confronti dell’ambien-te stesso.

Gli agricoltori e chi viveva quell’am-biente fino a 30-40 anni fa avevano rispettoanche delle leggi della natura, oggi abbiamoapprofittato, con una industrializzazione sel-vaggia, in modo improprio dell’ambiente, sen-za sapere che poi le condizioni si possonoripetere anche in termini temporali molto lun-ghi. Con il terremoto abbiamo convissuto negliultimi trent’anni già 3-4 volte solo nella nostraregione, al di là degli eventi che si sono verifi-cati in Italia e nel mondo e abbiamo cominciatoa rispettare questo evento calamitoso. Non ab-biamo ancora imparato a rispettare, invece, glieventi meteorologici e questo è un problemache va affrontato con una nuova filosofia: rive-dere il contesto di vita nelle attività produttiveche svolge l’uomo, avendo sempre attenzioneagli eventi atmosferici che sono mutabili edeccezionali. Anche la piccola pioggia o il sin-

golo evento, oggi diventano un grosso proble-ma, perché nella nostra programmazione urba-nistica, legislativa abbiamo perso la paura neiconfronti di questi eventi, quindi bisogna pen-sare che la natura ha un determinato percorso,l’uomo deve quindi rispettarla e allo stessotempo deve saper far crescere e sviluppareanche le nuove generazioni in sicurezza edevitare questi problemi. Purtroppo siamo abi-tuati a toccare con mano la casistica deglieventi, la prevenzione non si misura perché nonavviene più niente, ma quando uno fa unacorretta prevenzione, non succedono questieventi. Dobbiamo allora saper valorizzare dipiù la prevenzione, perché sicuramente lasce-remo, così, un percorso filosofico di vita allenuove generazioni e daremo un’impronta fon-damentale per evitare che quegli eventi si ripe-tano.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Brandoni.

GIULIANO BRANDONI. La mozione pre-sentata dal gruppo dei Comunisti italiani a miogiudizio è lodevole, condivisibile e stimolante.Il dibattito a cui partecipo, in qualche modo miha dato una sensazione: c’è una forma dianacronismo in questo dibattito, nel senso chepoteva svolgersi in questa guisa e con questitoni un anno fa, due anni fa, cinque anni fa edè questa una riflessione che noi dovremmo inqualche modo assumere. Le contingenze, inquesto caso la contingenza di un evento clima-tico clamoroso dal punto di vista quantitativo eda molti altri punti di vista prevedibile, haimplementato questa discussione. Credo chedovremmo rimanere al tema. In questa mozio-ne c’è una proposta che va accolta in manieraconvinta, perché la costruzione di uno strumen-to di coordinamento che intervenga sulle que-stioni e apra una idea di prevenzione fatta di atticoncreti e di misure concrete, anche se minute,è la costruzione di un rapporto con il territorioanche più vicino alla prossimità.

Mi viene da riflettere che, per esempio, lavicenda del Pai è stata emblematica. Non hofatto una statistica ma ho una considerazione difatto da poter portare qui. Al Pai sono state fattecentinaia e centinaia di osservazioni

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amministrativamente previste. Tutte quelle os-servazioni avevano un unico comun denomina-tore: quello di chiedere e di ridurre leperimetrazioni di salvaguardia. Cosa denotaquesto atteggiamento? Questo atteggiamentodenota che abbiamo sul versante culturale unaschizofrenia grandissima: da una parte l’ideache poi bisogna intervenire, e ho trovato accen-ti nell’intervento del consigliere Pistarelli, chemi fanno anche piacere: questo recupero delruolo, della funzione dell’intervento pubblico,quando poi, per anni, le ubriacatura neoliberistedavano al laisser faire in qualsiasi campo, com-preso quello della tutela territoriale, un elemen-to di maggiore equilibrio e sviluppo. Se questeriflessioni non sono contingenti e demagogi-che, aiutano il dibattito.

Tornando alla questione, credo che noidovremmo assumere da una parte questa mo-zione e riflettere sulla legge 13 del 1999, suglielementi culturali che ne hanno frenato la pos-sibilità di esprimersi, sul dibattito troppo sot-terraneo che oggi c’è sulla sua revisione eanche qui stiamo ai fatti: il dibattito che c’èsulla sua revisione non guarda alla salvaguar-dia, alla tutela, alla programmazione, il dibatti-to che c’è guarda a tutt’altro, ha un’idea delterritorio come occasione dello sviluppo eun’idea dello sviluppo come elemento misura-to sulla profittevolezza che in qualche mododovrebbe indurre questo Consiglio, questamaggioranza a una minuta visitazione erivisitazione delle condizioni culturali che oggici sono rispetto alle questioni che riguardano lavicenda del territorio. Io penso che il territoriooggi è assunto nella parte alta della riflessionesociale e politica come un bene comune e intesocome bene comune va tutelato, salvaguardato,in qualche modo controllato e vissuto. Tutto ilresto lo lascio alla demagogia.

Con questa riflessione il gruppo diRifondazione comunista voterà questa mozio-ne.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la repli-ca, il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Una brevissimareplica, perché è consentita dal regolamento e

anche per ringraziare il Consiglio del dibattito,seppure con accenti diversi.

Noi non siamo gelosi di una eventualeprimogenitura sul problema. In effetti prendoatto che ci sono state diverse interrogazioni einterpellanze nel corso degli anni, sul problemadell’emergenza legata alle alluvioni, alle franee così via. Questa vuol essere — da questopunto di vista il Consiglio regionale potrebbecompiere un atto in questo senso — una inver-sione di tendenza: guardare in prospettiva allaprevenzione del danno. In primo luogo è unproblema di risorse, ma è anche un problemaorganizzativo che si può in qualche modo rive-dere attraverso la cosa che la mozione chiede,cioè un gruppo di valore tecnico che valorizzi lecompetenze e metta in rete le diverse professio-nalità che esistono nei diversi servizi ed asses-sorati.

E’ una cosa semplice, quindi bisognafarla e noi verificheremo affinché venga fatta.Ma è anche un atto che tende a guardare a unaprospettiva unitaria sul territorio, tra i diversisoggetti, tra le diverse categorie e attori oggettodella necessità di prevenzione. In primo luogol’agricoltura, ma non solo. Diceva il consiglie-re Capponi — e condivido, su questo punto —dell’occasione del piano di sviluppo rurale chedovrebbe, da questo punto di vista, guardarecon maggiore incisività alla necessità dellaprevenzione. Esistono vincoli, in alcuni casi darivedere, ma in altri sono vincoli da attuare,perché sono attivi, come quelli previsti dalPpar, che entra nel merito anche su come sidovrebbe fare il drenaggio delle acque in agri-coltura, la loro regimentazione e addirittura lacostruzione delle siepi e degli argini, in largaparte disattesi, proprio perché non esiste unacultura del governo del territorio.

Poi, c’è una questione che attiene alicompletamento della legge 13 del 1999. L’as-sessore Carrabs che ringrazio, diceva che il Paiin larga parte è attuato, ma in verità in una partesignificativa della regione Marche questo fattonon è concretizzato, non è realizzato. Parliamodel Pai del Tronto, perché esso è decisivo. Adesempio, in quel fiume, oltre ai manufatti pri-vati, in larga parte opifici, costruiti in manieraimpropria a ridosso del fiume, esiste addiritturauna discarica oggetto di una denuncia, addirit-

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tura, alla Corte europea, che vuol essere o inparte è rinchiusa in un sarcofago di cementoarmato dentro il fiume.

Quindi la nostra posizione non vuol esse-re quella di un appello retorico, che guardi aduna critica generalizzata a chi non ha dato lerisorse. Se possibile, dobbiamo guardare avantied oggi il Consiglio regionale, pur nella suadiversità e articolazione, potrebbe imprimere,da questo punto di vista, un’azione più incisivaper il futuro ed indicare anche alla Giuntaregionale, che ha operato bene nella fase del-l’emergenza, di guardare alla prospettiva dellaprevenzione con maggiore incisività.

PRESIDENTE. Esaurita la discussione econsiderato che non vi sono interventi per di-chiarazione di voto, pongo in votazione lamozione.

Il Consiglio approva

Proposta di atto amministrativo (Discussione evotazione): «Definizione dei criteri edelle modalità di attuazione degli in-terventi per gli anni 2006 e 2007 aisensi dell’articolo 26 della l.r. 4 giugno1996, n. 18 e successive modificazionied integrazioni» Giunta (18)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala proposta di atto amministrativo n. 18 adiniziativa della Giunta. Ha la parola il relatoredi maggioranza, consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Con questo attodefiniamo i criteri di finanziamento e le moda-lità di accesso ai contributi regionali in attua-zione della legge regionale 18, una legge asostegno dei servizi dei diversamente abili.

Ricordo che la nostra è stata una tra leprime Regioni d’Italia a dotarsi di un testoorganico che prevede misure ed interventi asostegno della disabilità. Questo per riaffermarela sensibilità culturale e la centralità politicadata in questa regione al welfare locale rispettoal sostegno delle diversità.

Quali interventi sosteniamo con questo

atto? L’assistenza domiciliare domestica ededucativa, progetti di integrazione esocializzazione, trasporto, centri socio-educa-tivi diurni, integrazione scolastica, integrazio-ne lavorativa, tirocini, borsa-lavoro, elimina-zione delle barriere della comunicazione, ac-quisto ed installazione di automatismi di guidaall’auto di proprietà. Sono esclusi da questoatto — ma ovviamente non sono esclusi dallepolitiche della Regione, gli interventi per idisabili gravi, per i quali esistono una specificadelibera ed un finanziamento al quale noiattingiamo dal fondo sanitario nella quota cheriguarda l’integrazione socio-sanitaria per laquale la nostra Regione investe 6.900.000 euro.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

ROBERTO GIANNOTTI

Abbiamo, nel bilancio ordinario,10.570.000 euro, nell’assestamento abbiamoaggiunto oltre tre milioni di euro, che però sonoconfluiti nell’intesa per lo sviluppo, quindi anostro parere non sono liquidabili finché l’inte-sa non viene approvata.

Per ogni intervento che ho citato è fissatala percentuale di contributi e ovviamente gliinterventi debbono essere previsti nei piani dizona degli ambiti territoriali.

Ritengo che noi possiamo essere sostan-zialmente soddisfatti per come la nostra Regio-ne sostiene nel territorio le politiche e i servizilegati alla disabilità. Le risorse, ovviamente,non sono assolutamente sufficienti, i bisognirestano, non siamo di fronte ad una diminuzio-ne del fenomeno, anzi i bambini con disabilitàinseriti nelle scuole sono in aumento, così comeun’altra fragilità completamente scoperta, del-la quale non si fa carico questo atto ma rispettoalla quale occorre riprendere un’azione politicaincisiva, è quella sull’inserimento lavorativodelle persone disabili. In questi anni sono statifatti sforzi notevoli da parte del pubblico e noi,anche con questo atto teniamo tirocini e borselavoro ma manca un intervento più deciso daparte del settore privato. Questo lo ricordo inogni occasione, ma serve una forte politicadell’assessorato alle politiche sociali per rimet-tere intorno a un tavolo anche le associazionidegli imprenditori della nostra regione perché

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si faccia uno sforzo maggiore su questo fronte.Sono escluse da questo atto le persone

che superano i 65 anni, perché così come altreRegioni noi riteniamo che oltre quell’età sonoi servizi agli anziani che debbono farsi carico diquesti temi.

L’atto indica i termini entro i quali laRegione si impegna a liquidare le risorse. Insintonia anche con quanto previsto nella leggedi assestamento, abbiamo introdotto una uovamodalità, quella che noi dovremmo, entro il 15ottobre di quest’anno liquidare ai Comuni il30% della spesa sostenuta nel 2006 e liquidareinvece il totale della spesa a saldo, dopo che iComuni hanno presentato, entro il 28 febbraio,il rendiconto complessivo delle spese, sia perquanto riguarda le risorse e gli interventi pro-pri, sia per i contributi che noi diamo diretta-mente alle famiglie.

Quindi mi pare un atto importante, i cri-teri vengono fissati sia per il 2006 che per il2007, visto i tempi un po’ tardivi con i qualiapproviamo questo atto che mi auguro vengaapprovato questa mattina, perché c’è moltaattesa, in Commissione l’abbiamo elaborato inmaniera unitaria, correggendo anche alcunequestioni, quindi mi pare che il Consiglio puòagevolmente approvarlo, perché affronta unadelle questioni più delicate ed importanti delnostro welfare locale, riferito alle persone condisabilità.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

RAFFAELE BUCCIARELLI

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore diminoranza, consigliere Tiberi.

ORIANO TIBERI. In Commissione abbia-mo lavorato capillarmente, abbiamo analizzatotutti gli articoli e ci siamo trovati, in moltissimesituazioni, d’accordo. Però voglio qui rilevaredue aspetti.

Il primo è che si tratta di un provvedimen-to parzialmente tardivo, perché siamo ad ap-provare ad ottobre 2006 i criteri e le modalitàper l’anno 2006 medesimo.

L’altra osservazione è che le risorse sonoveramente insufficienti. Sostanzialmente ab-biamo avuto una soddisfazione nell’approvare

questa proposta, però a livello di aula mi rimet-to alle decisioni del capogruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Castelli.

GUIDO CASTELLI. Aveva accennato pre-liminarmente il relatore di maggioranzaMollaroli, che questo atto cerca di rimettereordine all’obiettiva confusione che si generòsul finire del 2005, nel momento in cui, in sededi assestamento, la Giunta regionale propose, eil Consiglio approvò, di modificare i meccani-smi di erogazione dei contributi ai Comuni;determinando un grosso momento di sconcer-to, una grossa difficoltà e importanti proteste daparte dei Comuni che confidavano di potersivedere assegnare le risorse secondo il meccani-smo di preventivo, per poi registrare inveceun’inversione di rotta inopinata, probabilmen-te dovuta a esigenze di cassa propri per poterquadrare i conti altrimenti in dissesto di questaRegione, per la parte relativa proprio al finan-ziamento della legge 18. L’unico meccanismopossibile che è stato attivato, in parte ripristinala possibilità dei Comuni di confidare, secondoanche la possibilità di progettare in manieraprospettica, l’intervento a favore della disabilità.Registro con soddisfazione, sostanzialmente,un passo indietro. Nelle audizioni anche l’as-sessore Marcolini aveva spiegato le motivazio-ni che erano state poste a presidio di quelladecisione, che obiettivamente però, oggi pos-siamo ritenere assolutamente sbagliata e che inparte si corregge attraverso un meccanismo cheanche da questo punto di vista è un po’farraginoso, non è quanto di più agevole pos-siamo proporre ai Comuni, perché è un mecca-nismo che prevede una scansione fra acconti esaldi, che si sviluppa tra l’autunno dell’anno incorso e il primo semestre dell’anno successivo.

Credo che sarebbe comunque auspicabileun pieno ripristino della vecchia modalità, nonsenza apportare qualche correttivo. Temo in-fatti che proprio in termini di programmazionei Comuni possano avere qualche difficoltà,vista la congerie di norme e di fonti finanziarieche in qualche modo sono finalizzate al soste-gno della disabilità e, più in generale, allaprotezione sociale. Una programmazione as-

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solutamente necessaria da parte dei Comuni, iquali devono sentirsi responsabilizzati ancheper quanto riguarda l’implementazione di mec-canismi che in qualche modo migliorino ancheil servizio a favore dei disabili. Io sottolineoquella che può sembrare un’ovvietà, ma che amio modo di vedere è invece una giusta solle-citazione proprio in termini culturali, volta asottolineare ed evidenziare la centralità deldisabile nelle politiche di sostegno alla disabilità.Può sembrare, ma non lo è, una tautologia: miriferisco al fatto che, rispetto ad alcunediseconomie gestionali, che pure si evidenzianoin materia di organizzazione di servizi ai disabili,siamo oggi a sottolineare alcune apparentiincongruenze, che pure, anche in riferimentoalla legge 18 si sono presentate. Mi riferisco peresempio al fatto che per alcuni di questi servizisi nota un decremento, fortunatamente, degliutenti destinatari dei servizi e invece un leggeroaumento dei costi di gestione. C’è qualcosa chenon funziona quando, a fronte di una riduzionedei fruitori dell’intervento sociale, addiritturasi denota un aumento, non esagerato, dei costidi gestione. Questo è un problema serio che amio modo di vedere deve dominare l’interven-to della Regione a sostegno della disabilità e deisoggetti svantaggiati, cioè dare il ruolo di pro-tagonisti, evidenziare l’attenzione rispetto alsoggetto destinatario dell’intervento, primaancora che al soggetto organizzatore dell’inter-vento. Questa è una sollecitazione che formulo,proprio perché la carenza e la riduzione dellerisorse, la loro difficoltà ci impegnano necessa-riamente a visualizzare come vero e propriodestinatario del nostro ausilio il disabile e nonl’assistente del disabile cui chiaramente vatutto il nostro plauso per l’opera svolta, maritengo che in tempi di ristrettezze finanziariequesto atteggiamento culturale debba essereassolutamente prioritario. Lo diceva anche ilcollega Tiberi, questa proposta probabilmentepresenta la sua carenza maggiore proprio nellatardività con cui ci apprestiamo ad approvarla,visto che siamo ormai a ottobre del 2006. Esi-stono delle restrizioni, che noi indichiamo comeaspetti negativi di questo intervento regionale,e mi riferisco in particolare alla riduzione delmonte ore relativo al massimo convenzionabileassegnabile per ciascun soggetto, per quantoriguarda l’assistenza educativa. Infatti, per i

soggetti da zero anni fino al compimento delpercorso di istruzione e formazione, esclusi glistudi universitari arriviamo a 400 ore annue,quando in precedenza il monte ore era di 500ore. Quindi una restrizione importante, signifi-cativa, che vale la pena di evidenziare, proprioperché di fronte alle tante difficoltà, alle tanteristrettezze, dobbiamo avere anche contezza diciò che stiamo creando, anche delle conseguen-ze che stiamo determinando sotto il piano del-l’assistenza diretta.

Stesso discorso per quanto riguarda lalettera b), sempre in materia di assistenzaeducativa, dove rileviamo, a fronte di un prece-dente tetto che era pari a 800 euro annui, per isoggetti che hanno determinato il percorso diistruzione e formazione per i quali non siapossibile l’inserimento nei Csr, 600 ore annue.Quindi tagli ce ne sono, riduzioni esistono el’auspicio è che questo genere di limitazioni edi riduzioni non possa andare a eccessivo detri-mento del mondo della disabilità che oggi comeoggi rappresenta — questo è quanto la Regioneha sempre evidenziato nei propri documentiprogrammatici — un punto strategico nellaproposta di questa maggioranza, ma è indubbioche in riferimento anche a questo aspetto esi-stono delle lacune, esistono delle riduzioni,esistono dei tagli che bisogna chiamare con illoro nome, perché non è solo un problema ditardività dell’atto, c’è anche un problema dicontrazione delle risorse.

L’ultima considerazione la faccio in rife-rimento alla tecnica che anche per quanto ri-guarda la legge 18 è stata utilizzata dall’asses-sore al bilancio in occasionedell’impinguamento dei capitoli di riferimentoeffettuato nel corso dell’assestamento. Anchein questo caso quei flussi sono stati inseritiall’interno dell’intesa per lo sviluppo. Siamo difronte a un caso tipico che documenta l’erroneitàdi questa imputazione di bilancio, perché afronte della possibilità di indirizzare diretta-mente, ove la prenotazione delle risorse fossestata quella ordinaria, al disastro queste risorseche in sede di assestamento sono state aumen-tate, si è preferito alimentare questo contenito-re, questa scatola dell’intesa per lo sviluppo,costringendo quindi gli operatori dei servizi adover attendere questa continua concertazionein materia d’intesa per lo sviluppo, tanto che

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quelle risorse oggi non sono concretamenteutilizzabili perché è necessario aspettare il va-glio previsto dalla procedura che ci siamo datiin occasione dell’ultima finanziaria per l’ap-provazione dell’intesa.

Questo è un caso tipico di demagogia,perché si è voluto dare la sensazione o lacertezza che l’intesa per lo sviluppo fosse qual-cosa di serio, e sono stati fatti rifluire, all’inter-no di quel contenitore, interventi di ogni gene-re, anche interventi ordinari quale quello della18, poi ci troviamo che concretamente nonpossiamo attingere a quel capitolo già da subitoper il semplice motivo che dobbiamo onoraretutta questa commedia dell’intesa per lo svilup-po, che è addirittura un fattore impeditivo al-l’utilizzo di queste risorse, che sono state mo-mentaneamente accantonate all’interno dell’in-tesa e non sono concretamente fruibili per isoggetti svantaggiati. Ripeto, caso tipico dicome l’architettura virtuale che spesso e volen-tieri l’assessore Marcolini, il Presidente Spaccacostruiscono per dare, in termini di comunica-zione, la sensazione che questa sia una Regioneche fa chissà che cosa, poi, materialmente,questi denari vengono sottratti ad un’immedia-ta disponibilità per i Comuni e per i disabili.Penso che un caso più eclatante non si potessetrovare e l’invito che rivolgo a quest’aula, an-che quando, presumibilmente, nei prossimi annidovremo assistere a nuove edizioni di questetrovate, di questi marchingegni, è di stare moltoattenti, perché i meccanismi di delega che ven-gono fatti in favore della Giunta rischiano ditradursi in un clamoroso boomerang, anche adiscapito di chi — il disabile — è per eccellen-za da considerare il soggetto debole e direttointerlocutore di tutto ciò che è intervento inmateria sociale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Lippi.

LEONARDO LIPPI. Questa legge è moltoimportante per quanto riguarda la distribuzionee la definizione delle principali linee guidasull’articolo della legge 18.

Va osservato un aspetto fondamentale.Noi facciamo parte di una istituzione importan-te, il Consiglio regionale che poi decide, legifera e distribuisce risorse

agli altri enti locali che sono i referenti perquanto riguarda l’attuazione dei programmiche le leggi stesse demandano per le variecompetenze.

Qui si sta però vivendo un momento incui si vuol sottrarre ai cittadini il controllosociale. Ci sono spinte forti per far nascere,sorgere, organizzazioni, organismi di varia na-tura — e tutti ci riempiamo la bocca con l’au-mento dei costi della politica — per gestirequeste attività. E allora, o crediamo negli entilocali che sono istituzionalmente riconosciuti,oppure non ci crediamo. Noi dobbiamo prende-re una posizione netta. Non è possibile chedietro ogni attività che il Consiglio program-ma, poi sorgano parallelamente istituti, altreorganizzazioni che vanno a sottrarre le compe-tenze ai Comuni, alle Province e quant’altro.Mi riferisco alle società o ad altri organismi chesi propongono a garantire e gestire questi servi-zi. Oggi noi abbiamo un assetto istituzionale, lodobbiamo rispettare, quindi massima attenzio-ne a questo consesso, per non perdere poi noistessi il ruolo di garanti dei cittadini che cihanno dato questo incarico di governare, siamaggioranza che opposizione, questi processi,perché quando si innescano dei meccanismiche sfuggono al controllo sociale, si perdeanche il contatto direttore i disabili sono unelemento fondamentale della nostra società,che ci rimettono costantemente con i piedi perterra quando ce li troviamo davanti e ci fannocapire che l’uomo è un essere debole, indifesoe quindi deve essere, quando in queste situazio-ni, socialmente accudito e la sussidiarietà che sisvolge con le risorse che la politica destina,deve essere reale e non deve poi servire adorganizzare nuovi centri per il potere dell’uo-mo stesso. Quindi massima attenzione a que-sto, perché le risorse che noi diamo agli entilocali sono ridicole rispetto al fabbisogno realee quindi non possiamo neanche permetterci illusso di fare grossi proseliti nei confronto.

Quindi massima attenzione a tutti questiorganismi paralleli alle istituzioni che nascono,perché il disabile deve essere al primo postocon le risorse che noi andiamo a destinare.

Quindi preannuncio l’astensione per que-sto atto, perché deve essere maggiormenteapprofondito. Invece noto un dibattito dallabase — dai sindaci, dagli enti locali — che

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deve essere ascoltato, quindi bisogna riaprireun tavolo di concertazione forte dalla base percostruire un percorso, su queste politiche, piùcondiviso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Capponi.

FRANCO CAPPONI. Questo atto sostan-zialmente ripercorre l’organizzazione dei ser-vizi socio-assistenziale precedentemente attuatada questa Regione ai sensi della legge 18/96.Riteniamo che si siano persi degli anni, soprat-tutto questi ultimi, per rivedere, sostanzialmen-te, e potenziare i servizi che si manifestanosempre più numericamente e anche pertipologia, presenti sul nostro territorio regiona-le: invecchiamento della popolazione,persistenza di situazioni di handicap, nuoveemarginazioni ed emergenze.

Ritengo quindi che oggi ci sia bisogno diuna rivisitazione sostanziale dell’impalcatonormativo su cui poggiamo questo atto, perchéin pratica ci sono questi nuovi bisogni e secon-do me occorre rivedere sostanzialmente dueaspetti fondamentali.

Primo, questa Regione bisogna che defi-nisca quali sono i rapporti e qual è la definizio-ne del rapporto dell’integrazione socio-sanita-ria. Qui abbiamo mistificato per anni le sommedestinate alla sanità e al sociale, le abbiamomescolate perché ci faceva comodo utilizzaresolamente per il settore sanitario che avevadelle grandi difficoltà, quindi, siccome nel so-ciale c’erano i Comuni che comunque doveva-no affrontare l’emergenza, noi abbiamo appro-fittato di questa situazione togliendo semprerisorse sociali o non mettendole più rispetto aibisogni e poi i servizi sono stati lasciati, sostan-zialmente, in carico ai bilanci dei nostri Comu-ni.

MARCO LUCHETTI. No, no...

FRANCO CAPPONI. Consigliere Luchetti,oggi il grado di copertura dei fondi regionalirispetto ai servizi è di appena il 18%. Su tutti iservizi del sociale, assessore, la vostra quotacopre il 18%.

Noi non abbiamo neanche approfittato di

un vento che sta venendo fuori in Italia, dove sicerca sempre più di responsabilizzare a livellodi sussidiarietà orizzontale, le famiglie, e ab-biamo cercato di implementare un sistema digestione pubblica dei servizi, senza coinvolge-re le famiglie. Quindi siamo andati avanti suquesto binario del welfare state, cioè del welfareche deve fare solamente lo Stato e non abbiamoinvece cercato l’integrazione con il nuovowelfare che molte Regioni stanno mettendo incampo, che è quello che invece si crea e siorganizza nella società di oggi.

Quindi è indispensabile una rivisitazionein questo senso, come è indispensabile il fattoche nella gestione di questi servizi ci sia unamaggiore trasparenza negli affidamenti deglistessi e ci sia una possibilità, per nuove organiz-zazioni, di entrare in questo mercato, perché inquesta Regione, con gli indirizzi che ci siamodati, in pratica il mercato è predeterminato esono in pochi e sempre gli stessi che possonogestire i servizi sociali e devo dire che moltevolte sono associazioni e organizzazioni affinialla maggioranza che governa questa Regione.

Ritengo che questo atto abbia in sé lanegatività del tran-tran, cioè del non inventarenulla di nuovo e di non affrontare leproblematiche che emergono oggi a livellosociale. Devo anche dire che moralmente misento responsabile nel dire che comunque qual-cosa è, però è qualcosa ma non quello che serveal settore dei servizi sociali e ai bisogni dellefamiglie di questa regione.

Se vogliamo affrontare questo problemainsieme, perché di sensibilità ne abbiamo an-che noi, e molta, ritengo che una rivisitazione,con una collaborazione più ampia, innovando erispettando anche le tradizioni delle famiglie diquesta regione, possa contribuire a migliorarequesto atto.

Il nostro voto di astensione è assoluta-mente benevolo, perché l’atteggiamento di fon-do dovrebbe essere quello di negatività, ancorapiù negatività perché questo atto non si riferi-sce solo al 2006 ma si protrae anche per il 2007.Penso che questo lasso di tempo possa servire,senza pressione, anche a rivedere organica-mente tutto il sistema di questi servizi che sonooggi ancora insufficienti e che coinvolgonoimpropriamente i bilanci dei Comuni che ver-sano nelle condizioni che tutti noi sappiamo.

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PRESIDENTE. Ha la parola l’assessoreAmagliani.

MARCO AMAGLIANI. Non avevo inten-zione di replicare. Prendo atto di questa “asten-sione benevola” annunciata da parte del consi-gliere Capponi, però credo che pochi altri attiche vengono in questo Consiglio siano concer-tati così lungamente come quelli che vengonodal settore dei servizi sociali e questo è uno diquelli, nel senso che questo atto è stato concer-tato con gli ambiti, con i loro presidenti, con iloro coordinatori, ha cercato di tenere contodelle difficoltà registrate nel percorso che cisepara dal precedente provvedimento e attra-verso questo confronto, questo incontro si ècercato di affinare la normativa in modo tale davenire incontro alle esigenze da parte degli entilocali. Tra l’altro questa è una norma attraversola quale noi destiniamo anche quel 30% dirisorse che anticipiamo. Voi ricorderete come,attraverso una indicazione precisa alla Cortedei conti, non potessimo più anticipare le risor-se tout-court e poi fare un’analisi, a fine eserci-zio finanziario, per capire come le stesse veni-vano utilizzate. A volte abbiamo visto come cifosse, in questo modo, un uso improprio diqueste risorse.

L’unica cosa, fra quelle sentite, sulla qualeconcordo pienamente è che non riusciamo asoddisfare tutti i bisogni che vengono dallacomunità marchigiana, ma credo che non ciriusciremo mai, nel senso che o destiniamo latotalità del bilancio regionale a soddisfare que-sti bisogni, altrimenti saremo comunque unpasso indietro rispetto a ciò che serve.

La cosa che però non risponde a realtà, èche noi destiniamo il 18% delle risorse rispettoalle necessità. Non è così, nel senso che c’èun’indagine nazionale che ci vede al terzoposto tra le Regioni italiane, per risorse finan-ziarie che destiniamo ai servizi sociali. Non dola responsabilità ai Comuni, perché mi rendoconto delle loro difficoltà finanziarie, ma pur-troppo, quando questa partita si giocadefinitivamente e mette insieme le risorse re-gionali e quelle che vengono dagli enti locali,noi siamo sotto la metà. Purtroppo la situazioneche oggi abbiamo è questa. Posso anche con-cordare sul fatto che questa finanziaria qualcheproblemino l’avrà, tant’è che gli stessi Comuni

italiani si rivolgono al presidente del ConsiglioProdi per rivedere alcune delle partite dellastessa, proprio perché le risorse che mette incampo non sono sufficienti e io non ho difficol-tà a riconoscere questa questione. Mi auguroche questa questione venga compresa da partedel Governo, da parte del Parlamento italiano ein qualche modo tenga conto delle risorse ne-cessarie ai Comuni per gestire la propria attivi-tà, però così stanno le cose, quindi mi parevaopportuno che questa cosa in quest’aula venis-se detta, ma vi assicuro che non c’è atto cosìfortemente concertato come quelli che vengo-no dai servizi sociali, perché credo che sial’unica possibilità per destinare correttamentele risorse: ascoltare quali sono i bisogni e stan-ziare le risorse a inizio anno. Voi sapete benis-simo che la Regione Marche non ha tolto unalira rispetto al finanziamento regionale dell’an-no precedente. Abbiamo ricevuto la promessadi ulteriori 300 milioni di euro da parte delGoverno centrale, ho letto che per il 2007 cisaranno 250 milioni di euro, quindi 50 milioniin meno rispetto a quelli del 2006, quindi siamoquasi alla stessa cifra, per cui questo è quelloche abbiamo, questo è quello che destineremo.Non destineremo nulla senza avere concertatotutto, in modo particolare con i 24 ambiti socia-li. Questa è la partita che noi stiamo giocando emi pareva opportuno ricordarlo in quest’aula.

PRESIDENTE. Se non vi sono dichiara-zioni di voto, pongo in votazione la proposta diatto amministrativo.

Il Consiglio approva

Proposta di atto amministrativo (Discussione evotazione): «Linee guida per la pro-grammazione della rete scolastica delsistema scolastico marchigiano perl’anno scolastico 2007/2008. Articolo138 del decreto legislativo 31 marzo1998, n. 112» Giunta (34)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala proposta di atto amministrativo n. 34 adiniziativa della Giunta.

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Ha la parola il relatore di maggioranza,consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. E’ un atto ritua-le ma che quest’anno riveste una novità sullaquale è bene che il Consiglio sia informato.

Con questo atto le Regioni determinanola programmazione della rete scolastica, quindile modalità con le quali le scuole del nostroterritorio sono organizzate, come sono orga-nizzati gli istituti comprensivi, quante e qualiscuole esistono sul territorio, intendendo perscuole sia le direzioni che i plessi veri e propri.

Questo anno l’atto riveste una novità,perché dopo 4-5 anni circa la Giunta regionale,quindi noi Consiglio, prevediamo la possibilitàche nel nostro territorio regionale possano es-sere attivati nuovi indirizzi di studio. Quindi, inparticolare le istituzioni scolastiche superiori lacui competenza è in mano alla Provincia, pos-sono attivare nuovi indirizzi di studio: possonoessere aperti nuovi corsi, nuove tipologie diistituti secondari per arricchire l’offertaformativa sul territorio, per consentire di averepiù aggiornati indirizzi di studio per quantoriguarda la nostra popolazione scolastica, stret-tamente legato anche alle esigenze del mondoproduttivo.

E’ quindi un atto di particolare rilevanza.Oggi è possibile, da parte delle Province e deiComuni attivare questo percorso. Ovviamenteoggi noi diamo degli indirizzi, poi entro il 30novembre le Province dovranno presentare,con un percorso concertato qui indicato, allaRegione il piano vero e proprio e l’atto torneràin Consiglio per l’approvazione. Quindi oggidiamo gli indirizzi, ma entro dicembre dovre-mo approvare il vero e proprio piano dellaprogrammazione scolastica.

La Giunta ha prodotto questo atto ascol-tando anche le Amministrazioni provinciali,gli assessori provinciali. In Commissione ab-biamo perfezionato alcuni aspetti di questo attoe ne abbiamo precisato alcuni percorsi. In par-ticolare abbiamo detto che Province e Comunidovranno concertare l’apertura di nuovi indi-rizzi, una riorganizzazione della rete scolasticacon le istituzioni scolastiche stesse, con le orga-nizzazioni imprenditoriali e sindacali e questaconcertazione dovrà essere documentata, nonpuò essere lasciata nella genericità. Così per

quanto riguarda l’istituzione di nuovi indirizzidi studio nel settore dell’istruzione secondariasuperiore, è bene che i piani provinciali, an-ch’essi concertati con il sistema territorialedelle istituzioni scolastiche e del mondo im-prenditoriale e sindacale, siano arricchiti anchedel parere della conferenza delle autonomielocali, in maniera tale che l’assemblea dei sin-daci della provincia esprimano un parere affin-ché ci sia questo vincolo di concertazione fortetra le Province e le istituzioni locali.

Queste sono le modifiche che in Com-missione abbiamo introdotto e che oggi arriva-no in Consiglio, sulle quali abbiamo lavorato.L’atto è stato approvato all’unanimità in Com-missione, quindi mi auguro che anche in questasede si ripeta questo voto favorevole, perché èinteresse di tutti noi, della collettivitàmarchigiana e in particolare dei nostri giovani,dei nostri studenti, arricchire un’offerta di stu-dio che dia più opportunità ma che riduca anchealcuni problemi: corsi di studio più vicini alluogo in cui si abita, con un percorso che vanella direzione di arricchire l’offerta formativae di offrire più servizi ai giovani del nostroterritorio.

Approviamo questo atto in un momentoin cui c’è anche una dinamicità nazionale che lafinanziaria prevede e sulla quale dovremo tor-nare con più precisione, perché come sapetenella nuova legge finanziaria si è introdotto —ma il meccanismo dovrà essere precisato —l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni,che per tutti noi è una novità di cui ritengodovranno tenere conto anche le Amministra-zioni provinciali quando ci produrranno l’attoche tornerà in Consiglio. E’ una novità straor-dinaria, una battaglia storica che il centro-sinistra ha fatto e che finalmente soddisfa unbisogno di formazione che tra l’altro ci rendepiù omogenei anche con i nostri partner euro-pei. Questo mi sembra un bel punto di arrivo,che comunque non è indifferente rispetto anchea questo piano di programmazione.

Avremo occasione di sviluppare una di-scussione più di dettaglio e anche decisioniconseguenti quando arriverà in Consiglio ilpiano vero e proprio. Noi abbiamo soltantocercato di dire “sì, apriamo a nuovi indirizzi distudio, ma facciamolo in maniera concertatacon il territorio, con le istituzioni locali, con le

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istituzioni scolastiche, con il mondo imprendi-toriale e sindacale perché riteniamo che questasia la strada migliore per aggiornare la nostraofferta scolastica per i giovani e le giovani dellanostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore diminoranza, consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONISILVERI. Confermo che in Commissione ab-biamo condiviso l’iter di questo atto senzadissensi di alcun tipo, però vorrei precisare, purcondividendo quanto detto dalla relatrice dimaggioranza, quella che sarebbe dovuta esserela filosofia della Regione su questo atto.

Questo atto va bene perché dà un metodoalla Provincia, alla consultazione che deve farecon la conferenza delle autonomie, con i sinda-ci, con gli istituti, con i sindacati, con gli im-prenditori, quindi abbiamo dato metodi, tempie abbiamo anche chiesto la consultazione ob-bligatoria della conferenza delle autonomie. Suquesto siamo tutti d’accordo. Dobbiamo peròrenderci conto che praticamente noi deleghia-mo alle Province questo tipo di studio e diconsultazione sul territorio, cosa che va bene,non esclude altre procedure.

In Commissione ho fatto notare un’altracosa: che questo dovrebbe essere l’atto con ilquale la Regione, guardando da un punto diosservazione regionale il proprio territorio,potrebbe già dare degli indirizzi diretti.

Quando incontriamo le categorie, i sin-dacati ecc., ci dicono “serve un certo tipo dilavoratore, di ricercatore, know-how di altolivello”. Noi con questo atto non lo facciamo, lorimandiamo alle Province ed è utile, perchéparte dal basso, dico solo che almeno già dalprossimo anno dovremmo dare dei suggeri-menti più stringenti, perché credo che la Regio-ne ha i mezzi per avere un osservatorio com-plessivo. E’ chiaro che a dicembre verremo quiad esaminare le proposte arrivate dalle Provin-ce, proposte più parcellizzate, nel senso dinord-sud, entroterra-costa, con l’ottica delleProvince. Se avessimo una programmazionepiù regionale dall’inizio, non dopo il suggeri-mento delle Province, sarebbe meglio. E’ soloquesta l’osservazione.

Ecco perché su questo atto noi siamosicuramente d’accordo, però invito fin dal gen-naio 2007 a darci un modo diverso di procede-re.

La collega Mollaroli si è avventurata suun giudizio dei primi passi del Governo sulla“riforma Moratti”, l’ha vista in un’ottica otti-mistica ed è quello che anch’io auspico, nell’in-teresse del paese: temo però che sulla finanzia-ria vi siano primi, terribili tagli alla scuola.Spero che alla fine non sia così.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Questo atto èpassato all’unanimità, quindi concordo conquanto detto dai relatori. Auspico anch’io che,magari in seguito, si provveda in maniera più“dirigista” a dare dei criteri che possano indi-rizzare in base ai bisogni le richieste dellescuole, delle sperimentazioni, dei corsi e quindisi crei una rete scolastica che risponda alleesigenze del territorio, ma anche a unamappatura che a monte la Regione ha svolto,una sorta di ricognizione che individui, even-tualmente, le carenze o anche gli esuberi, se cene fossero, in maniera che la rete possa esserecostruita con una equità territoriale.

Questo non è avvenuto, ci rimettiamoalle richieste del territorio. So già che ci atten-derà parecchio lavoro, perché noi veniamo an-che da una chiusura che questa Regione, comemolte altre, hanno attuato nei confronti, peresempio, delle sperimentazioni che la “leggeMoratti” ancora in vigore prevedeva, molteRegioni hanno adottato questa misura, per al-cuni ostruzionistica, per altri cautelativa, e nonabbiamo aperto a queste sperimentazioni chemolti, però, attendevano. Credo, almeno daquanto mi risulta nella mia zona, che tantesaranno le richieste che proverranno dalle Pro-vince, quindi anche dalle scuole.

Vista la linea che abbiamo scelto, dovre-mo essere molto attenti ed anche molto aperti aqueste richieste nel comporre poi un piano,quindi una rete scolastica dalle maglie allarga-te, perché le Province mostreranno molte esi-genze.

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Sottolineo la deroga che da sempre ripe-tiamo e che abbiamo incluso anche in questelinee guida in favore delle Comunità montane,dei territori più svantaggiati, per i quali esisto-no deroghe rispetto ai numeri e ai bacini deglistudenti, per consentire, anche lì, la copertura.Quindi una visione territoriale molto ampia,che riteniamo possa consentire ai piccoli egrandi territori, di accedere in base alle lororichieste senza preclusioni e di dare comunqueuna mappatura che rispecchi il più possibiletutte le zone di questa nostra regione.

Rimandiamo, quindi, ad un esame serioche, come sempre, questa Commissione inmaniera collaborativo vorrà fare, delle richie-ste che le Province entro il 30 novembre cifaranno pervenire.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Mollaroli, per illustrare l’emendamento cheha presentato.

ADRIANA MOLLAROLI. Ho presentatoun emendamento semplice, nel senso che ag-giorniamo l’elenco delle istituzioni scolasti-che, che nel primo atto pervenuto era relativoagli anni 2004-2005, quindi forniamo un elen-co più aggiornato.

Debbo anche giustificare l’assenza del-l’assessore Ascoli che mi ha pregato di farlo neiconfronti del Consiglio, perché ha una riunionemolto importante all’università di Urbino sullapartita della statalizzazione, quindi non potevaessere presente in aula.

PRESIDENTE. Pongo in votazionel’emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tec-nico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di attoamministrativo come emendato.

Il Consiglio approva

Proposta di regolamento (Discussione e vota-zione): «Modifiche al regolamento re-gionale n. 1/2004 in materia di autoriz-zazione delle strutture e dei servizisociali a ciclo residenziale esemiresidenziale» Giunta (3)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala proposta di regolamento n. 3 ad iniziativadella Giunta.

Ha la parola il relatore di maggioranza,consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Con questo atto sirimette mano ad un regolamento approvato dalConsiglio nel 2004, che disciplina i criteri diautorizzazione di tutte le strutture socio-assi-stenziali, di carattere residenziale esemiresidenziale presenti nella nostra regione.Questo regolamento fa sì che i Comuni possanoo meno autorizzare le strutture che posseggonoo meno i requisiti previsti nel regolamentostesso.

Così come dicevamo all’epoca dell’ap-provazione del regolamento n. 1 del 2004, siaprì con quella votazione una esperienzainnovativa per quanto riguarda la nostra regio-ne, di eccezionale importanza. Sotto questoaspetto potremmo soffermarci sull’importanzadi questa regolamentazione che toglie spazio aquelle avventure che qua e là per il paese sivengono a conoscere allorché si sia in presenzadi speculazioni di vario genere sulla pelle deglianziani o dei disabili.

La nostra regione ha una lunga tradizionedi accoglienza dei soggetti più deboli e daquesto punto di vista questo regolamento ne ètestimonianza, ma allora iniziò una esperienzamolto delicata, perché nella nostra regione ilvariegato panorama delle strutture di acco-glienza, che fino a quel momento aveva con-trassegnato uno sforzo da parte dei Comuni edegli enti locali per venire incontro alle esigen-ze dei più deboli, si trova ora di fronte a unanovità: quella di arrivare tutti a degli standarddi requisiti. Allora ci si trovava di fronte unaregolamentazione che rischiava di mettere fuo-ri gioco molte strutture che fino ad allora ope-ravano, pertanto questo sforzo, suffragato an-che dall’assistenza della Regione, che ha forni-

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to cospicue risorse per poter consentire a questienti di mettersi in regola — Comuni e Ipab —ha cominciato un percorso molto importanteche però si è trovato di fronte degli ostacolipiuttosto pesanti. Ecco perché già nel 2004 siparlava di una possibile revisione sulla basedella esperienza che si stava iniziando a quel-l’epoca.

Oggi siamo in condizioni di avere rileva-to gli ostacoli che oggettivamente sonoinsormontabili rispetto ad una ristrutturazionepiuttosto precisa che, se va incontro ad unostandard di accettabilità dal punto di vista dellaciviltà dell’accoglienza, d’altra parte non mettemolti enti in condizioni di poter essere in grado,attraverso le risorse date, di adeguare tutti glistandard previsti dal regolamento.

Ecco perché sulla base dell’esperienza esenza abbassare i livelli qualitativi che il rego-lamento del 2004 aveva previsto, portiamo deiritocchi a questo regolamento che, tutto som-mato, rende più possibile un adeguamento piùveloce, non abbassando il livello di qualità maaggiustando alcune questioni che nella espe-rienza hanno trovato o la insormontabilità inalcuni casi, o addirittura l’impossibilità di pro-cedere sulla base di situazioni date.

Abbiamo tra l’altro anche operatomodificazioni sulla partita dei requisiti orga-nizzativi inerenti sia alcuni standard, che ave-vamo in qualche modo previsto eccessivamen-te onerosi, sia alcuni requisiti professionalidegli operatori che indubbiamente si sono tro-vati rispetto a questa nuova normativa, un po’in difficoltà rispetto all’adeguamento che tuttosommato era previsto con un determinato tem-po di adeguamento, così come per i requisitistrutturali.

E’ venuto fuori un approfondimentomolto importante, abbiamo sentito tutti i sog-getti gestori di queste strutture, gli enti locali inprimis, poi tutte le organizzazioni sia divolontariato che sindacali, che sono intervenu-te soprattutto per quello che riguardal’adeguamento professionale, ed è scaturito untesto che rende più adeguato il regolamentostesso.

Tra l’altro per gli approfondimenti cheabbiamo potuto fare, abbiamo preso anche trop-po tempo rispetto anche a delle scadenze a cui

dovevamo ottemperare, visto e considerato chemolti enti avevano già proposto domanda diautorizzazione ai Comuni i quali non erano ingrado di accogliere queste domande di autoriz-zazione per una questione o per l’altra, per cuiabbiamo impiegato tempo, ma ci è servito permettere a punto tutto il nuovo ordinamento.

Vi riassumerò molto succintamente ildocumento, perché credo che tutte le forzepresenti in Consiglio abbiano potuto valutare lemodifiche che si sono fatte.

All’art. 1 c’è una estensione delle super-fici dei locali. All’articolo 2 abbiamo statuitoun nucleo di valutazione più adeguato chedovrebbe dare un parere sulle autorizzazioni.All’articolo 5 abbiamo inserito tutta una seriedi deroghe che in qualche modo vengono sì avenire incontro ai requisiti professionali di chigià lavora. Da questo punto di vista c’è statauna polemica con il sindacato, che ha ritardatoun po’ l’atto, perché in sede di audizione ilsindacato aveva posto alla Commissione unostop perché si doveva procedere ad una tratta-tiva con la Giunta, cosa che non era stata fattain precedenza. Questa trattativa ha poi portatoad un accordo che fa arrivare a cinque annil’adeguamento per quanto riguarda tutti glioperatori che non hanno la qualifica di Os, maquesto significa un impegno non indifferente equi bisogna che l’assessore faccia bene i contiper quanto riguarda le risorse da destinare,anche se ci viene incontro il Fse, però dobbia-mo subito mettere in piedi questi corsi peradeguare la qualifica professionale degli Os.Bisogna anche tenere conto che per tutti coloroche avevano già acquisito una precedente qua-lifica — gli Ota, gli Adest, gli Osa ecc. —siccome il regolamento prevede il rinvio allaGiunta per un ulteriore atto per prevedere icrediti formativi, ci si spenda del tutto per farein modo che il credito formativo sia cospicuo,altrimenti la gente che lavora dovrebbe fare deicorsi di adeguamento che sono necessari, per-ché alcuni che si sono professionalizzati attra-verso queste qualifiche hanno già fatto un corsorilevante e possono avere bisogno di poche ore,altri non l’hanno fatto e non hanno neanche laqualifica professionale. Io dico che unarivisitazione professionale fa bene a tutti, so-prattutto in questi ambiti, però è chiaro che chi

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ha già fatto 700 ore di corso dovrebbe potergestire i crediti in termini di poche ore. Allorasaremmo in grado, anche in cinque anni, di darela possibilità a chi già lavora, di trovare soluzio-ne con l’adeguamento professionale.

Ci sono altri punti inseriti all’articolo 5,come il fatto che diamo possibilità a chi ha giàfatto domanda di autorizzazione, di completarel’iter autorizzativo, cercando di adeguare l’iterdi autorizzazione anche con i requisiti che sonostati modificati in questo regolamento.

Inoltre abbiamo modificato sia i requisitistrutturali che organizzativi e pertanto abbiamotentato in alcune strutture di aumentare glistandard di accoglienza, da altre parti di toglie-re, per quanto riguarda alcune strutture, alcunivincoli che ci sembravano eccessivamente rigi-di. Parlo per esempio di alloggi sociali per gliadulti in difficoltà, perché queste strutture ve-nivano addirittura previste con i requisiti dellacivile abitazione. Voi capite che se avessimodovuto dare a una struttura di accoglienza,anche temporanea, i requisiti di un’abitazionecivile, si potevano ospitare molto meno perso-ne di quante sarà invece possibile ospitare nontenendo conto di questi requisiti, che on signi-fica trasgredire un requisito di accoglienza mache significa, invece, mettere in condizioni chiaiuta la gente, di potervi far fronte in termini piùoperativi e più adeguati. Tanto per capirci, seuna notte si dorme in quattro persone in unacamera di 20 mq. invece che in tre, credo chenon ci sia nulla di male e sia un requisitoaccettabile.

Per quanto riguarda tutta la questionedell’allegato B che qui modifichiamo, dobbia-mo dire che facciamo delle modifiche appor-tando degli allargamenti di questi criteri, per-ché ci siamo accorti che molto personale già inservizio, per questioni di poco conto veniva adessere tagliato fuori dai requisiti previsti dalregolamento approvato nel 2004 e pertantoabbiamo già fatto tutta una serie di modificazioniche tendono a questo.

Sembrerebbe una cosa fuori dal comune,ma il centro di accoglienza per ex detenuti, loabbiamo portato a dieci anni di esperienza perchi già ce l’ha, in modo tale che non si tengaconto, data l’esperienza specifica e peculiare,del titolo di studio annesso.

Colgo l’occasione per dire che sono statipresentati due emendamenti al testo. Un emen-damento è presentato da me a nome della Com-missione, ma dovremmo fare un adeguamentoperché i tecnici si sono accorti di avere dimen-ticato delle parole che non hanno più significa-to nel contesto di quello che l’allegato B signi-ficava per la trasformazione, pertanto all’alle-gato B si tolgono le parole “da almeno rispetti-vamente tre e due anni di esperienza specificanel settore”.

Poi c’è un altro emendamento presentatodalla collega Mollaroli, però la Commissioneritiene di non poterlo accogliere, dando attodella sensibilità della collega. Non sapendo iltribunale dove inserire i bambini al di sotto deitre ani, dà alle comunità alloggio, a volte, lapossibilità di intervenire per accoglierli. AdrianaMollaroli dice “non è giusto che i bambini sottoi tre anni vadano in quelle strutture”. In casid’urgenza, trattandosi di ordinanza del tribuna-le per i minorenni, noi diciamo che si può fareuna deroga. Molte volte queste cose devonoessere assunte rispetto anche alle esigenze datee all’offerta sociale che può esserci in determi-nati territori.

Detto questo mi pare di avere sintetizzatolargamente il significato di questo atto che èimportante. La comunità marchigiana lo atten-de — Comuni e Ipab — in quanto si può proce-dere, dopo questa approvazione, all’iter di au-torizzazione nei Comuni, in modo tale da porrea norma tutte le strutture che abbiamo contem-plato in questo disciplinare, che sicuramente èun atto di coraggio da parte della Regione edegli enti locali, ma soprattutto è un atto diciviltà.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore diminoranza, consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Il presidente Luchettiha ricordato la lunga attesa che ha accompagna-to questo atto, che è giusto definire importantee delicato allo stesso momento, visto che, attra-verso questo regolamento, che ha una partecorposamente dedicata ai requisiti tecnico-or-ganizzativi delle strutture destinatarie, presen-ta quel tipico carattere amministrativo che èriannesso alla competenza del Consiglio regio-

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nale ma che inevitabilmente risente della ne-cessità di una competenze tecnica che comun-que è stata assicurata dai funzionari del servi-zio.

La filosofia fondamentale di questa mo-difica è quella di cercare in qualche modo direndere più duttile l’impatto del regolamentoiniziale. Ci si è mossi su questa falsariga pren-dendo atto del fatto che il regolamento 1/2004,per certi versi presentava una rigidità che avevacreato delle difficoltà alle strutture. Questa è laragione fondamentale dell’atto, ed è evidenteche, essendo quella la ragione fondamentale, cisi è sempre mossi sul filo di due esigenze dacontemperare: la prima quella di favorire lestrutture serie, credibili, ma che necessitavanodi tempi e di elementi normativi tali da consen-tire l’adeguamento; la seconda quella di nonaprire indiscriminatamente ad una“deregulation” che potesse andare a detrimentodel fruitore della struttura stessa.

Ci si è mossi sulla base di queste dueesigenze e si è arrivati ad un onorevole compro-messo, non senza ricorrere anche, vista la ma-teria, ad un richiamo forte, importante, ad unaresponsabilizzazione forte degli organismi diGiunta. Mi riferisco in particolare alla decisio-ne, in parte sofferta, di devolvere alla Giunta lacompetenza ad emanare indirizzi applicativiche devono rimanere indirizzi applicativi. Que-sta è una esortazione che spero anche la mag-gioranza, in particolare il relatore di maggio-ranza possano fare propria, perché l’indirizzoapplicativo è una risorsa, ma bisogna — inquesto senso è stato inserito anche l’obbligo delprevio concerto della Commissione più che delconcerto dell’ascolto della Commissione —curare la coerenza di questa competenza cheabbiamo voluto assegnare alla Giunta, conl’obiettivo da un lato di non stravolgere ilregolamento stesso, dall’altro di venire incon-tro alle esigenze delle strutture, senza peròmenomare il primario diritto dell’ospite di ve-dersi comunque garantito da un insieme diregole finalizzate soprattutto alla sua salva-guardia.

Per quanto riguarda il complesso dell’at-to esprimo qualche tiepido dubbio per quantoriguarda in particolare l’allegato B, che si rife-risce al personale. Abbiamo discusso della cosa

in Commissione, negli ultimi tempi siamo statianche costretti a velocizzare i lavori per potercorrispondere alle attese, importanti, che sierano cumulate, stratificate attorno a questoatto, ma è indubbio che l’allegato B, in partico-lare per quanto riguarda l’indicazione delleprofessionalità e anche l’indicazione degli ele-menti professionali nel periodo transitorio, sipotrebbe prestare a qualche censura per quantoriguarda proprio la competenza regionale aintervenire e a disciplinare la materia.

Alla fine credo che il rischio sia stato, neilimiti possibili, ridotto, ma forse rimane questoaspetto come zona grigia che dovremo poiverificare e testare.

Due cose sono importanti. La prima èappunto il costante monitoraggio per quantoriguarda la fase transitoria e di adeguamento.L’esigenza di adeguamento e quindi di conces-sione di un periodo significativo, congruo perfar sì che le strutture possano presentarsi altermine di questo percorso di adeguamento nelmodo migliore era una cosa giusta. E’ evidenteche dovremo essere estremamente attenti nelverificare che non si aprano poi maglie chepotrebbero determinare una eterogenesi delleragioni per le quali abbiamo attentamente, ac-curatamente lavorato, proprio sui tempi diadeguamento. Un occhio particolare deve esse-re riservato anche ai concreti meccanismi difunzionamento dei soggetti gestori di questestrutture, perché non di rado all’interno dellecooperative, purtroppo, si annidano fenomeniche non sono perfettamente in linea con i dirittie le garanzie dei lavoratori, e su questo io misono anche addentrato in un paio di circostanzecon altrettante interrogazioni che cercavano diattirare l’attenzione su alcuni fenomeni chemeritano una particolare sensibilità, ovverocome viene gestito il rapporto con il personaleall’interno delle strutture.

In conclusione, la vera questione politicache solo indirettamente riguarda questo regola-mento, è un’altra. Mi dispiace che non ci sial’assessore Mezzolani, ma nel momento in cuiquesto Consiglio sta lavorando sui requisiti, èbene che la Giunta acceleri, affretti e ottimizzitutto quello che invece è il lavoro per arrivare aun convenzionamento equo delle strutture, inparticolare delle case di riposo, perché questo è

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un aspetto molto delicato, siamo in grave ritar-do per quanto riguarda l’attivazione dei mecca-nismi che erano stati oggetto di unaconcertazione fra Giunta regionale e sindacatigià nel 2004. Nel 2004 la Giunta regionale,sulla non autosufficienza ha siglato un accordocon le parti sociali, che nel marzo 2005 è statooggetto di una asseverazione in sede di Giunta.Ne è derivata una ulteriore delibera di Giuntadel giugno di questo anno in cui si approvavanogli schemi di convenzione. Ebbene questo la-voro, a quasi due anni di distanza, non si èancora completato. Quando si parla di nonautosufficienza si parla di un argomento estre-mamente delicato. Noi abbiamo svolto il lavo-ro che competeva al Consiglio, ora è necessarioche la Giunta determini e completi in manieraultimativa il lavoro per quanto riguarda ilconvenzionamento. Non tutte le zone territo-riali hanno siglato le convenzioni, no semprenell’ambito del territorio regionale esiste unaomogeneità tariffaria e questa credo che non siauna cosa di cui vantarsi nella regione Marche,perché non è possibile che ci siano zone delterritorio regionale che pagano tariffe per quan-to riguarda le case di riposo, e altre zone che nepagano altre. Questa è una diseguaglianza difatto indotta anche dalla tardività con cui laGiunta ha provveduto a dare attuazione a unaccordo che era stato giustamente salutato comefatto positivo e significativo dall’insieme dicoloro che si occupano di welfare ma facciovoti affinché i rappresentanti della Giunta pre-senti in aula lo riferiscano all’assessoreMezzolani la necessità di completare questopercorso che rischia di produrre antinomie,diseconomie e soprattutto ingiustizie sociali dicui sicuramente nella nostra regione non abbia-mo bisogno.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione.Se nessuno chiede la parola, il consigliereMollaroli può illustrare il suo emendamento.

ADRIANA MOLLAROLI. Questo emen-damento ha un valore politico-culturale rispet-to al quale non mi sento di non responsabilizza-re l’aula. Si dice che i bambini compresi nellafascia zero-tre anni non debbono essere inseritiin una comunità ma debbono essere affidati dal

tribunale alle famiglie adottive. Io ritengo chec’è una delicatezza di questa fascia di età chenon mi consente di approvare la modifica che alregolamento è stata introdotta. Per i bambini dazero a tre anni c’è una marea di famiglie gene-rose, affidatarie nella nostra regione, ritengoche quello debba essere il riferimento per ibambini che per situazioni di particolare disa-gio il tribunale allontana dalle famiglie. Miauguro che sempre meno il tribunale delleMarche, che è uno tra quelli, in Italia, che piùattua questi procedimenti, operi in questo sen-so. Sono stata protagonista anche di una vicen-da legata alla mia città di recente, e non propriocon grande accuratezza, quindi ritengo di doversottoporre al Consiglio questo problema affin-ché ne sia informato e si esprima. Siamo unaregione così sensibile ed attenta, siamo tra ipochi ad avere il garante dell’infanzia in Italia,quindi ritengo che i bambini della fascia da zeroa tre anni debbano stare in comunità. Io misento di ripresentare in aula questo emenda-mento. Il Consiglio è sovrano, voti, ma ritengoche questo ha un forte valore politico-culturale,rispetto al quale mi auguro che la sensibilità ditanti venga espressa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Non intervengosull’atto, perché il relatore Luchetti ha espressoin maniera chiara anche nel merito, le finalitàdell’atto medesimo. Le questioni che ha postoadesso il consigliere Mollaroli non sonoperegrine e a mio modo di vedere hanno unrovescio della medaglia, perché il rischio èanche quello di lasciare una parte consistentedel disagio dell’infanzia in una sorta di limbo eda questo punto di vista, sentire anche il pareredella Giunta regionale, degli assessori compe-tenti non sarebbe cosa disdicevole, perché suuna discussione di questo tipo il governo regio-nale dovrebbe dare un proprio input.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Luchetti.

MARCO LUCHETTI. La dizione riporta-ta, è per i casi d’emergenza, per il semplice

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motivo che questo tipo di residenza, che esclu-derebbe l’accoglienza di questo tipo d’infan-zia, ha la possibilità di accogliere i minori,perché in molte occasioni il tribunale affida lacustodia dei bambini a queste comunità perchénon ce ne sono altre. E’ chiaro che poi scatta ilmeccanismo dell’adozione e dell’affido. Il pro-blema è di deresponsabilizzare coloro che lavo-rano lì per dire “siete autorizzati, da questopunto di vista, solo se c’è la disposizione deltribunale per i minorenni”. Non è un’acco-glienza a regime per i bambini sotto i tre annima solo quando il tribunale lo impone, perchése lo impone automaticamente te lo tieni,dopodiché succede quello che succede, ma nonè una norma a regime. Non significa che aregime queste strutture accolgono i bambini aldi sotto dei tre anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Binci.

MASSIMO BINCI. Pur capendo lo spiritodi chi ha proposto questa modifica del regola-mento, mi rendo conto che innanzitutto le di-sposizioni del tribunale per i minorenni ci sonoper tutti e non solo per il caso dell’età inferiorea tre anni e comunque non c’è unadiversificazione, nelle case che ospitano mino-ri, rispetto all’età, quindi questi bambini an-drebbero a convivere anche con ragazzi di 13-14 anni. Secondo me è una sensibilità cheandrebbe colta proprio perché fino a tre anni c’èbisogno di un riferimento genitoriale. Quellodei tre anni è un limite fisiologico, naturale chesarebbe bene non intaccare, altrimenti errori inquesto settore creano problematiche psicologi-che molto forti, anche perché se inseriamoquesto è difficile che non diventa la primasoluzione applicabile dal tribunale dei mino-renni, che non va a fare quella serie di verifiche.Quindi rischierebbe di diventare una legisla-zione definitiva. Il tribunale dei minorenni puòfare ricorso a un affidamento anche a strutturepure per minori, senza che lo citiamo. Infatti laprocedura emergenziale prevede che il tribuna-le è obbligato a trovare delle soluzioni, magaripagare un educatore o affidarlo a comunità, madietro provvedimento emergenziale. Qui nean-che si nomina l’emergenza, si parla della pos-sibilità di accoglienza esclusivamente su di-

sposizione del tribunale dei minori, che è laprassi normale con la quale i minori di qualsiasietà vengono affidati alle comunità. Quindi nontoglierlo vuol dire accettare come norma lapossibilità dell’affido dei minori di tre anni.Noi la rendiamo norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Benatti.

STEFANIA BENATTI. Credo che i minorida zero a tre anni siano portatori di esigenzediverse e credo anche che la preparazione delpersonale sia diversa. Se vogliamo prevedereuna situazione di emergenza, è valido quelloche ha detto adesso il collega Binci, lo puòdisporre il tribunale dei minori, ma se vogliamoscriverlo per dare anche una indicazione, credoche dobbiamo abituarci a scrivere quello chevogliamo dire. Se volevamo dire che questa èun situazione d’emergenza basta scriverlo.

Penso allora che si possa fare unsubemendamento che dica “possono essereaccolti, per particolari situazioni di emergenza,minori di età inferiore ai tre anni, esclusiva-mente su disposizione del tribunale dei minorie per non più di dieci giorni”. Se servono diecigiorni per non mettere un bambino di due anniin mezzo a una strada, sta lì dentro, però l’affi-damento, che è un atto importante, non preve-diamolo per una struttura diversa dalla fami-glia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Santori.

VITTORIO SANTORI. Sono stato prece-duto dalla collega Benatti, all’intervento dellaquale mi rimetto integralmente. Effettivamenteera un problema di chiarezza, perché comestruttura a disposizione siamo tutti d’accordo,però non possiamo certamente intervenire suuna normativa che sfugge alla nostra compe-tenza. Mi rimetto a quello che ha appena dichia-rato la collega Benatti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedegli articoli del regolamento.

Art. 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

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Art. 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 4. C’è un emendamento al quale èstato presentato un subemendamento sostituti-vo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 4 comeemendato.

Il Consiglio approva

Articolo 4 bis. Emendamento della Com-missione. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 4 bis comeemendato.

Il Consiglio approva

Art. 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tec-nico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di regola-mento. Ha la parola, per dichiarazione di voto,il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Il collega Luchettiricorderà quanto, nella scorsa legislatura, laCommissione lavorò su questi atti relativi allaregolamentazione di strutture socio-sanitarie.Ricorderà anche l’appello che facemmo in aulaaffinché si fosse discussa la situazione esisten-te, ad oggi, di tutte le strutture sociali, socio-assistenziali, socio-sanitarie. Questa discussionenon c’è stata ad oggi ed è un rammarico cheabbiamo, perché ormai sono trascorsi non solomesi ma anche anni e la fotografia dell’esisten-te, la prima applicazione di questi standard che

in tanti casi fecero preoccupare tanti operatori,non solo privati ma pubblici. Sappiamo qual èil peso sopra le spalle degli enti locali, di questestrutture, che poi attraverso convenzioni sonoriuscite a superare il gap relativo anche alladifficoltà a reperire non solo risorse ma anchepersonale qualificato, in grado di specializzarsisu interventi che sono delicatissimi nella mag-gior parte dei casi.

Ecco la nostra astensione: la preoccupa-zione per il fatto che il quadro d’insieme ancoranon è del tutto chiaro e monitorato, la preoccu-pazione per il fatto che non sappiamo se questistrumenti sono stati efficaci a rendere glistandard qualitativi un po’ più elevati, la preoc-cupazione per il fatto che i nostri strumenti, inostri interventi non devono essere solo legatialla ricerca di determinati standard qualitativima anche al sostegno dello sforzo degli entilocali ma anche di tanti che attraverso le con-venzioni operano, affinché questi standard sia-no elevati, cioè sostegno economico-finanzia-rio.

Se vogliamo fare di talune discussioni unmomento anche importante e interessante, tut-to questo deve essere tenuto in considerazionein questo passaggio, che è costretto da determi-nate emergenze segnalate. Ma quante altre sonoancora aperte. Sono infinite, dice Luchetti, maio non sono così fatalista: la Regione ha lapossibilità di fare il quadro della situazione,delle emergenze soprattutto, degli strumentiche hanno funzionato, di quelli che devonoessere corretti, ma anche sotto il profilo delsostegno. Sappiamo benissimo che la disabilità,la non autosufficienza passano attraverso que-ste strutture, quando invece dovrebbe esseremateria piena della programmazione sanitaria,che poi è socio-sanitaria, per certi aspetti, anziper tanti aspetti. Facciamo quindi questa rifles-sione, affinché questi momenti siano positivi,non una stanca procedura burocratico-normati-va, per cui eliminiamo qualcosa, aumentiamoqualcos’altro e andiamo avanti. Facciamo inmodo che quando si programma lo si facciafino in fondo.

Ecco la preoccupazione che ci ha portatoad astenerci rispetto a questo atto, preoccupa-zione dovuta al fatto che certe sensibilità, anzitante sensibilità, vere sensibilità appartengono

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a tutti i gruppi, anzi le sensibilità più forti letroviamo proprio in settori che voi avete ritenu-to strumentalmente e propagandisticamenteavversari o comunque ostili. Assolutamenteno, e lo stiamo vedendo nei provvedimenti ditrasferimento di risorse, che discuteremo inquest’aula: vedremo se nel sociale la “macelle-ria” è stata quella degli anni passati o quella chepurtroppo si sta intravedendo fortemente perquesto e gli anni a venire dai Governi chedovevano invece fare diversamente, che aveva-no detto di portare le chiavi alle prefettureperché si faceva chissà cosa. Vi ricordo ancheun manifesto con una carrozzina che aveva unmattone al posto della ruota, perché la ruotadoveva essere stata tolta da chissà quale “Go-verno Attila” degli anni precedenti. Vorrò ve-dere quest’anno le stesse manifestazioni. Sia-mo pronti a farle assieme. Il taglio dei trasferi-menti è doppio rispetto all’anno scorso. Vedre-mo se abbiamo tanti sindaci pronti ad andareinsieme a noi in prefettura.

PRESIDENTE. Pongo in votazione laproposta di regolamento.

Il Consiglio approva

Mi giungono richieste di sospenderedefinitivamente il Consiglio in quanto nel po-meriggio ci sono dei gruppi impegnati perriunioni proprie ed altre in Commissioni, di-chiaro tolta la seduta.

La seduta termina alle 14,10

IL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO(DOTT.SSA PAOLA SANTONCINI)

L'ESTENSORE DEL RESOCONTO(RENATO BONETTI)