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Atti consiliari Consiglio Regionale Marche VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 95 DEL 24 GENNAIO 2008 1 RESOCONTO INTEGRALE Seduta n. 95 Giovedì 24 gennaio 2008 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DAVID FAVIA INDICE Comunicazioni del Presidente ............ p. 3 Approvazione processo verbale Proposte di legge (annuncio) Mozioni (annuncio) Congedi (annuncio) Interrogazione n. 819 del Consigliere Comi “Tagli ai corsi scolastici per adulti e delle ore di sostegno per studenti di- versamente abili” (Ritiro) ...................................................... p. 4 Interrogazione n. 904 del Consigliere Castelli “Riduzione delle ore di sostegno agli alunni disabili che frequentano le strutture scolastiche marchigiane” (Svolgimento) ........................................... p. 4 Sull'ordine del giorno ......................... p. 6 Interrogazione n. 715 del Consigliere Viventi “Situazione impianto di fertirrigazio- ne in comune di Senigallia” (Svolgimento) ........................................... p. 7 Interrogazione n. 838 del Consigliere Castelli “Divieto all’esercizio della caccia nel- le aree interessate da incendi boschi- vi” (Svolgimento) ........................................... p. 8 Interrogazione n. 633 del Consigliere Giannotti “Prospettive personale dell’Ersu”

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VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 95 DEL 24 GENNAIO 2008

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RESOCONTO INTEGRALE

Seduta n. 95Giovedì 24 gennaio 2008

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DAVID FAVIA

INDICE

Comunicazioni del Presidente ............ p. 3Approvazione processo verbaleProposte di legge(annuncio)Mozioni(annuncio)Congedi(annuncio)

Interrogazione n. 819del Consigliere Comi“Tagli ai corsi scolastici per adulti edelle ore di sostegno per studenti di-versamente abili”(Ritiro) ...................................................... p. 4

Interrogazione n. 904del Consigliere Castelli“Riduzione delle ore di sostegno aglialunni disabili che frequentano lestrutture scolastiche marchigiane”(Svolgimento) ........................................... p. 4

Sull'ordine del giorno ......................... p. 6

Interrogazione n. 715del Consigliere Viventi“Situazione impianto di fertirrigazio-ne in comune di Senigallia”(Svolgimento) ........................................... p. 7

Interrogazione n. 838del Consigliere Castelli“Divieto all’esercizio della caccia nel-le aree interessate da incendi boschi-vi”(Svolgimento) ........................................... p. 8

Interrogazione n. 633del Consigliere Giannotti“Prospettive personale dell’Ersu”

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Interrogazione n. 785dei Consiglieri Giannotti, Santori, Bugaro,Capponi, Ciriaci, Brini, Tiberi, Cesaroni“Dichiarazioni Ersu”

Interrogazione n. 931del Consigliere Giannotti“Prospettive Ersu”

(abbinate)(Svolgimento) ........................................... p. 11

Interrogazione n. 821del Consigliere Brandoni“Stato di attuazione del Piano provin-ciale dei rifiuti della Provincia di An-cona”(Svolgimento) ........................................... p. 14

Interrogazione n. 881della Consigliera Benatti“Istallazione del radar meteorologi-co”

Interrogazione n. 924del Consigliere Massi“Radar meteorologico Porta delRagnolo-Sarnano”

Interrogazione n. 926del Consigliere Comi“Radar meteorologico Comune diSarnano località Porta del Ragnolo”

(abbinate)(Svolgimento) ........................................... p. 17

Sull’ordine dei lavori .......................... p. 23

Mozione n. 241dei Consiglieri Brandoni, Procaccini, Binci“Situazione dello zuccherificio diJesi”

Mozione n. 240dei Consiglieri Mammoli, Badiali, Benatti“Situazione azienda di Jesi”

Mozione n. 71del Consigliere Lippi“Crisi industriale conseguente la con-trazione della superficie coltivata abarbabietola”

Mozione n. 22del Consigliere Viventi“Crisi del settore bieticolo-saccarifero”

(abbinate)(Discussione e votazione risoluzione) ...... p. 23

Proposta di legge n. 202della Giunta regionale“Modifiche alla legge regionale 16 di-cembre 2005, n. 36 ‘Riordino del siste-ma regionale delle politiche abitati-ve’, alla legge regionale 27 dicembre2006, n. 22 concernente modificazionied integrazioni alla l.r. 36/2005 e allalegge regionale 17 maggio 1999, n. 10‘Riordino delle funzioni amministrati-ve della Regione e degli enti locali neisettori dello sviluppo economico edattività produttive, del territorio, am-biente e infrastrutture, dei servizi allapersona e alla comunità, nonché del-l’ordinamento ed organizzazione am-ministrativa”.(Discussione e votazione) ........................ p. 42

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La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del VicepresidenteDavid Favia

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processoverbale della seduta n. 94 del 15 gennaio2008, il quale, ove non vi siano obiezioni, siintende approvato ai sensi dell’articolo 29del Regolamento interno.

Sono state presentate le seguenti propo-ste di legge:- n. 213, in data 14 gennaio 2008, ad inizia-

tiva del Consigliere Bugaro, concernente:“Modifiche alla legge regionale 23 ottobre2007 n. 14”, assegnata alla II Commissio-ne in sede referente;

- n. 214, in data 10 gennaio 2008, ad inizia-tiva dei Consiglieri Bugaro, Capponi, Brini,Giannotti, Castelli, Massi, Pistarelli, D’An-na, Lippi, concernente: “Iniziative a favoredelle donne lavoratrici, per la promozionedelle pari opportunità e per la tutela dellamaternità. Istituzione del fondo regionaleper la maternità”, assegnata alla III Com-missione in sede referente ed alla II Com-missione per il parere obbligatorio;

- n. 215, in data 24 dicembre 2007, ad ini-

ziativa del Consigliere regionale Comi:“Norme per la sicurezza nella pratica de-gli sport invernali – “Modificazioni ed inte-grazioni della legge regionale 22 ottobre2001, n. 22 (Disciplina degli impianti ditrasporto a fune in servizio pubblico, dellepiste da sci e dei sistemi di innevamentoprogrammato)”, assegnata alla IV Com-missione in sede referente e alla II Com-missione per il parere obbligatorio;Sono state presentate le seguenti mozio-

ni:- n. 244, ad iniziativa dei Consiglieri Molla-

roli, Giannini, Benatti, Mammoli, Ortenzi:“In difesa della legge 194/1978”;

- n. 245, ad iniziativa dei Consiglieri Roma-gnoli, Pistarelli, Castelli, D'Anna, Silvetti:“Solidarietà al Santo Padre Benedetto XVIper i fatti accaduti presso l'Università “LaSapienza” di Roma.;

- n. 246, ad iniziativa dei Consiglieri Buga-ro, Capponi, Cesaroni: “Iniziative volte allarealizzazione di impianti di termovaloriz-zazione per lo smaltimento dei rifiuti”;

- n. 247, ad iniziativa dei Consiglieri Massi,Altomeni, Viventi, Lippi: “Area Porto di Pe-saro: verifica epidemiologica”;

- n. 248, ad iniziativa dei Consiglieri D’Annae Silvetti: “Disciplina vigilanza privata”Hanno chiesto congedo i Consiglieri Alto-

meni, Rocchi, Tiberi, Procaccini, il Presi-dente Bucciarelli e gli Assessori Mezzolani eGiaccaglia.

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Interrogazione n. 819del Consigliere Comi“Tagli ai corsi scolastici per adulti e del-le ore di sostegno per studenti diversa-mente abili”(Ritiro)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 819del Consigliere Comi è stata ritirata con let-tera in data odierna.

Interrogazione n. 904del Consigliere Castelli“Riduzione delle ore di sostegno aglialunni disabili che frequentano le strut-ture scolastiche marchigiane” (Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 904 del Consigliere Ca-stelli. Per la Giunta risponde l’AssessoreAscoli.

Ugo ASCOLI. In merito all’interrogazionedel Consigliere Castelli si fa presente chel'organico da assegnare a ciascuna istitu-zione scolastica, definito sulla base deglialunni iscritti in ciascun anno scolastico, almomento non è competenza della Regione.La Corte Costituzionale con sentenza n. 13del 13 gennaio 2004 ha stabilito che: "L'art.22, comma 3, della legge n. 448 del 2001deve pertanto continuare ad operare fino aquando le singole Regioni si saranno dotatedi una disciplina e di un apparato istituziona-le idoneo a svolgere la funzione di distribuiregli insegnanti tra le istituzioni scolastiche nelproprio ambito territoriale secondo i tempi e imodi necessari ad evitare soluzioni di conti-nuità del servizio, disagi agli alunni e al per-sonale e carenze nel funzionamento delleistituzioni scolastiche".

Con Circolare ministeriale del 12 giugno2007, n. 51, inviata ai direttori generali degliuffici scolastici regionali, il Ministro dellapubblica istruzione invita “Al fine di assume-re, in materia di adeguamento degli organici

alle effettive esigenze della scuola, opportu-ne scelte il più possibile condivise, le SS.LL.vorranno attivare i necessari incontri con gliAssessori regionali per acquisirne gli orien-tamenti, in vista di una programmazione in-tegrata dell'offerta formativa".

Il sottoscritto ha regolarmente partecipa-to agli incontri presso l'Ufficio scolastico re-gionale in materia di organici, facendo pre-sente le necessità del territorio.

Per quanto riguarda l'organico di soste-gno abbiamo nella nostra regione questasituazione: nell’anno scolastico 2006/2007c’erano 4.245 allievi con disabilità degna diun sostegno scolastico e i posti assegnaticomplessivamente sono stati 2.175, di cui802 dati in deroga personalmente dall’ufficioscolastico regionale.

Nel 2007/2008, cioè l’anno in corso, c’èstato un aumento rilevante degli alunni condisabilità, sono passati a 4.544, i posti com-plessivamente a sostengo sono aumentatidi 100, sono 2.275, di cui 861 dati in derogadall’ufficio scolastico regionale, ovvero, cir-ca 60 in più rispetto all’anno scolastico pas-sato.

Che cosa è accaduto da un anno scola-stico all’altro? E’ accaduto che nella Finan-ziaria il Ministero della pubblica istruzione hafissato il rapporto di 1 a 2 da tenersi nelleprime classi, ovvero ogni due ragazzini condisabilità un insegnante di sostegno, e halasciato le Regioni libere di regolare il rap-porto, pur dovendo andare vicino all’1 a 2,nelle classi successive.

Il tentativo che si è fatto nella nostra re-gione è quello di mantenersi il più possibilesotto la media dell’1 a 2, e ci siamo riusciti.

Quindi la regione Marche si caratterizzaper un numero di posti di sostegno dati as-solutamente più alto di quello che sarebbestato se avessimo dovuto tenere conto diquesto rapporto secco 1 a 2. Infatti registria-mo con una certa soddisfazione che si sonorealizzati fino ad ora un centinaio di posti inpiù, dico fino ad ora perché la situazione èancora aperta, in corso d’anno ci potrannoessere ulteriori assegnazioni.

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Certamente l’aumento del numero di in-segnanti a sostegno non è uguale all’au-mento del numero degli allievi con disabilità,ma credo che si sia fatto il massimo possi-bile per quanto riguarda i vincoli che la Fi-nanziaria ci ha dato.

L’elemento che mi conforta è che nonabbiamo avuto nessun ricorso e nessunaprotesta scritta o formale da parte dei geni-tori, il che significa che siamo riusciti, o èriuscito l’Ufficio scolastico regionale con ilnostro conforto, a distribuire queste ore disostegno in modo da poter far fronte almenoalle esigenze più gravi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il Consigliere Ca-stelli.

Guido CASTELLI. Ringrazio l’AssessoreAscoli della riposta. Avevo parlato con luianche nel periodo immediatamente succes-sivo all’apertura dell’anno scolastico perchéa me, come peraltro a tanti altri Consiglieriregionali e non solo, era stato proposto que-sto problema come di un impatto piuttostograve.

Tutto nasce da una Finanziaria che haoperato nel senso prima descritto. Del restoanche il collega Comi aveva presentatoun’interrogazione che traeva spunto dallamedesima problematica.

Il problema è che il fatto dell’aumentoimportante e significativo degli alunni disabiliinevitabilmente dovrebbe essere considera-to come un fatto positivo. E’ positivo in quan-to la consapevolezza di socializzare anchepercorsi formativi comporta una sempremaggiore coscienza anche delle famigliedel disabile rispetto all’esigenza di appren-dere attraverso l’utilizzo dei canali formativimessi a disposizione anche per chi disabilenon è.

Questa è una cosa molto importante, è ilfrutto di una rinnovata attenzione nei con-fronti della disabilità, ma che comporta deilimiti e dei vincoli che la Finanziaria non èstata in grado di soddisfare nel modo miglio-re.

Tra l’altro anche la Finanziaria per il 2008interviene ulteriormente sul problema degliinsegnanti di sostegno e mi sembra cheanche dalle nuove previsioni dei commi 413e 414 della Finanziaria, si debba paventareche anche per il prossimo anno scolasticola Regione dovrà metterci del suo.

Riconosco all’Assessore Ascoli un parti-colare impegno da questo punto di vista, maabbiamo un problema che deve necessaria-mente, anche da parte della Regione, com-portare un intervento se possibile ancora piùmassiccio.

Questo perché è evidente che il sosten-go alla disabilità è un sostegno che perquanto riguarda l’orario scolastico deve es-sere considerato prioritario. Il disabile vive esocializza massimamente all’interno dellescuole, quindi l’intervento a favore del so-stengo è l’intervento a favore della disabilitatout-court.

So bene che anche nel fondo sociale diquesta Finanziaria non ci sono segnali diincoraggiamento particolare, so bene che laproblematica del welfare regionale è uno deimotivi di maggiore critica, che dai sindacatie dalle associazioni sale nei confronti dellaRegione, ma proprio per questo credo sianecessario un impegno diverso e maggiore.

Sappiamo bene che, ad esempio, sullaproblematica della non autosufficienza esi-stono delle prese di posizione molto impor-tanti e significative da parte dei sindacati eda parte delle associazioni di riferimento,vediamo ora che dal territorio salgono delleprecise valutazioni relativamente al soste-gno ai disabili, insomma, la questionewelfare – strano a dirsi – è una di quelle sullequali è richiesto un intervento e un impegnomaggiore da parte del territorio regionale.

È una questione che attiene non solo allaciviltà dei comportamenti, ma attiene anchealla coerenza che questo Governo regionaledeve mostrare nei confronti di quel program-ma che ha consentito a Gian Mario Spaccadi essere rieletto, sulla base di un impegnodi questa maggioranza diretto e finalizzatoad una maggiore garanzia e sostenibilità an-che dal punto di vista sociale.

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Invece, curioso e paradigmatico al tempostesso, questa maggioranza mostra la cor-da proprio lì dove un’amministrazione di sini-stra doveva essere più efficace ed operati-va, cioè sulla questione sociale che è apertanel territorio marchigiano e che traversa tut-te le categorie delle fragilità sociali e colletti-ve.

Credo che, al di là delle agenzie per glianziani che pure mirabilmente sembraprendano la strada delle Marche, è richiestoa questo Governo e a questo Consiglio unimpegno nuovo e maggiore che renda coe-rente questa maggioranza con gli impegniche le hanno fruttato la riconferma del 2005.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBrini.

Ottavio BRINI. Vorrei chiedere all’Aula, vi-sta l’importanza e l’urgenza delle problema-tiche che riguardano i temi della sicurezza evisto che quasi tutti i gruppi consiliari hannopresentato delle mozioni di cui al punto 7)dell’ordine del giorno, riguardo alla chiusuradei distaccamenti di Polizia stradale di Fanoe Civitanova, di anticiparne la discussionedopo il punto della Sadam.

Questo problema è stato rinviato ormaida diverso tempo e il piano Amato è in di-scussione, pertanto chiedo che il Consiglioregionale si esprima nella giornata di oggi suquesta mia richiesta.

PRESIDENTE. Il Consigliere Brini hachiesto di mettere in votazione l’anticipazio-ne delle mozioni di cui al punto 7) all’ordinedel giorno sulla chiusura del distaccamentodi polizia stradale di Fano, dopo la Sadam equalora rimanga tempo rispetto alle ore13,30. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La questione, Presi-dente, riguarda non solo Fano, ma anche

Civitanova, e come ha detto il collega Brini,ci sono mozioni, che in effetti sono statepresentate da tutti i gruppi ed in particolaredal nostro, che riguardano i due, argomentoche è attualmente in discussione in questesettimane quindi è urgente.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereRicci.

Mirco RICCI. Anche nella riunione dei Ca-pigruppo noi abbiamo chiesto l’iscrizioned’urgenza della proposta di legge sugli Erap,e su questo si era d’accordo. Si era anchedetto di discutere la mozione sul Papa alprossimo Consiglio regionale – anch’essaurgente –. Quindi nulla osta da parte mia aquesta anticipazione, ma oltre ad aver defi-nito l’orario di chiusura del Consiglio intornoalle 13,30, la Conferenza dei Capigruppoaveva già stabilito i termini delle nuove iscri-zioni di questa mattina.

PRESIDENTE. Quindi devo ritenere chelei ha chiesto anche l’iscrizione d’urgenzadella proposta di legge sugli Erap.

Mirco RICCI. Io l’ho solo anticipato per-ché lo chiederà la Presidente della Commis-sione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consiglie-ra Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Chiedo di iscrivere laproposta di legge n. 202, modifica della leg-ge n. 36 sul riordino del sistema regionaledelle politiche abitative.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la ri-chiesta del Consigliere Brini di anticipazionedelle mozioni sulla chiusura dei distacca-menti della polizia stradale di Fano eCivitanova.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la richiesta della Pre-

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sidente Ortenzi di iscrizione urgente dellaproposta di legge n. 202.

(Il Consiglio approva)

Quindi, anche in base alla decisione pre-sa nella Conferenza dei Presidenti dei grup-pi, verrà discussa la proposta di legge n. 202prima della Sadam, e subito dopo le mozionidi cui Brini ha chiesto l’anticipazione; tuttoquesto comunque anche in rispetto alla de-cisione di chiudere intorno alle ore 13,30.

Interrogazione n. 715del Consigliere Viventi“Situazione impianto di fertirrigazionein comune di Senigallia”(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 715 del Consigliere Viven-ti. Per la Giunta risponde l’AssessoreCarrabs.

Gianluca CARRABS. Per quanto riguar-da l’interrogazione n. 715 del ConsigliereViventi si relazione quanto segue.

Con delibera di Giunta regionale n. 5210del 2 luglio 1990 era stato approvato il pro-getto esecutivo relativo al potenziamento deldepuratore ed alla realizzazione dell'impian-to di fertirrigazione nel Comune di Senigallia,per un importo complessivo di lire18.356.780.000 (finanziato con deliberaCipe/89).

I relativi lavori sono stati affidati alla So-cietà Snam Progetti con contratto 19 set-tembre 1990 rep. n. 34129.

L'ultimazione dei lavori è stata accertatadalla direzione lavori in data 22 giugno 1996.

La ditta appaltatrice, come previsto dalc.s.a., ha effettuato dal 23 giugno 1996 al 30marzo 1998 la gestione di alcune sezionidell'impianto.

Con verbale in data 30 marzo 1998 leopere realizzate sono state consegnate al

Comune di Senigallia per la gestione degliimpianti stessi.

Il certificato di collaudo dei lavori è statoemesso in data 29 marzo 2001 ed è statoapprovato con decreto dal Dirigente del ser-vizio lavori pubblici n. 1124 del 13 settembre2001.

Con legge regionale n. 18/1998, in attua-zione della legge n. 36/2994, la gestione delservizio idrico integrato è stato affidato alleAto che svolgono le funzioni di programma-zione e controllo delle attività e degli inter-venti.

Attualmente la Società Multiservizi di-chiara che l'impianto svolge i suoi compiti didepurazione, mentre la parte relativa alla"fertirrigazione" non può essere attivata inquanto le caratteristiche dell'acqua da utiliz-zare non risponde ai parametri fissati dallanormativa entrata in vigore dopo la realizza-zione dell'opera.

Non vi sono programmi per adeguarel'impianto in quanto allo stato attuale nonrisultano richieste di utilizzo dell'acqua trat-tata da parte di utenti agricoli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il Consigliere Vi-venti.

Luigi VIVENTI. Ringrazio l’Assessore perla risposta data a questa interrogazione.Purtroppo qui emerge un fatto chiaro, cioè dicome vengono spesi i soldi in Italia, nellaRegione, nei Comuni, ecc.. Perché e’ statorealizzato un impianto per il quale sono statispesi globalmente circa 18 miliardi dellevecchie lire – quindi non stiamo parlando diniente – e per l’impianto in specie di fertirri-gazione sono stati spesi circa 10 miliardi –se le cifre a mia disposizione sono esatte -.

Ora viene detto che questo impianto difertirrigazione non è utile per gli scopi per iquali è stato costruito, perché la Multiservizidice che non fornisce un’acqua idonea perirrigare gli orti, i campi, ecc.. Allora perchéquesti soldi sono stati spesi? Ce lo dovrem-mo chiedere tutti, anche lei Assessore che

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personalmente non c’entra nulla in questedecisioni e con quanto accaduto in passato.

Tra l’altro, se ho ben capito dalla suarisposta, la Multiservizi fa anche un ragiona-mento di natura gestionale economica, diceche oggi per rendere funzionale questo im-pianto bisognerebbe spendere per ipotesialtri 2 miliardi di vecchie lire, poi questo beneprodotto lo si dovrebbe vendere agli agricol-tori che ne fanno richiesta. Giusto! E sequesti non ne fanno richiesta perché magaricosta troppo è evidente che andremmo afare un investimento inutile perché non verràmai ammortizzato.

Quindi a maggior ragione risulta l’inutilitàdi quest’opera e i denari che in questo modosono stati mal spesi dalle Amministrazioniche l’hanno autorizzata.

Questi ragionamenti non vengono fattiperché ci sono i fondi della Comunità euro-pea, li abbiamo e allora li spendiamo, quindisarebbe meglio dire che non è compatibile eche non è possibile, così risparmieremo.Così, invece, sono proprio soldi buttati via, equesto è un modello di mala amministrazio-ne.

Interrogazione n. 838del Consigliere Castelli“Divieto all’esercizio della caccia nellearee interessate da incendi boschivi”(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 838 del Consigliere Ca-stelli. Per la Giunta risponde l’AssessorePetrini.

Paolo PETRINI. In relazione a questoproblema in premessa evidenzio quello cheera accaduto a livello centrale della Presi-denza del Consiglio dei Ministri e del Ministe-ro ambiente.

A seguito di una riunione a livello intermi-nisteriale del 4 settembre 2007 era statainviata da parte della Presidenza del Consi-glio dei Ministri una bozza di ordinanza volta

a regolamentare l'attività venatoria nei terri-tori percorsi dal fuoco. Sulla stessa ordinan-za era richiesta l'intesa delle Regioni.

Con la suddetta bozza si stabiliva che iSindaci dei Comuni i cui territori sono statipercorsi dal fuoco, adottano ordinanze sin-dacali per rendere immediatamente operati-vo il divieto di caccia sui soprassuoli dellezone boscate percorse dal fuoco di cuiall'art. 10 della legge n. 353/2000.

I Presidenti delle Regioni si sostituisco-no, richiamando il decreto del Presidente delConsiglio Ministri del 27 luglio 2007 (dichia-razione stato emergenza dal 24 giugno efino al 31 ottobre 2007 nei territori delle re-gioni interessate dagli incendi boschivi), aiSindaci inadempienti in caso di mancata at-tuazione delle disposizioni indicate. Le Re-gioni definiscono modalità con cui vietare olimitare l'attività venatoria nelle aree limitrofea quelle incendiate.

Una precedente nota della Direzione perla protezione della natura del Ministero del-l'ambiente, indirizzata agli Assessorati al-l'ambiente delle Regioni in data 9 agosto2007, richiamava la normativa sull'applica-zione del divieto di caccia nelle aree percor-se dal fuoco e invitava le Amministrazioniregionali ad emanare provvedimenti anchenelle aree contigue e circostanti a quellecolpite.

Che cosa è avvenuto successivamentea questo? La bozza di ordinanza non haavuto seguito poiché la Regione Marche,sentite le altre Regioni – in particolare leconfinanti con le quali esistono protocollid'intesa per la predisposizione di calendarivenatori omogenei e per l'interscambio dicacciatori – non ha inteso esprimere il pro-prio assenso. Identica posizione risulta poiessere stata assunta da tutte le Regioni.

La non adesione alle indicazioni governa-tive, senza con questo voler sminuire o limi-tare la gravità degli eventi dell'estate scorsa,verificatisi anche nella Regione Marche, puòessere motivata al fatto che è già in vigore lalegge n. 353/2000 che all’art. 10 è estrema-mente precisa e limitativa, oltre che per altri

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settori, anche per l'attività venatoria neisoprassuoli interessati dagli incendi. Alriguardo lo stesso calendario venatorio2007/2008 riporta la normativa in vigore,anche per informare costantemente eadeguatamente i cacciatori.

Eccessiva è sembrata anche l'indica-zione di estendere il suddetto divieto allearee contigue e circostanti.

Ad ogni buon conto, su mia iniziativa,veniva convocata in data 10 settembre2007 una riunione con i Presidenti degliAmbiti territoriali di Caccia della regioneMarche per discutere collegialmente leeventuali l imitazioni all 'eserciziovenatorio.

La riunione, alla quale hanno parteci-pato tutti i responsabili degli Ambiti e unrappresentante della protezione Civileregionale, evidenziava la gravità del feno-meno interessante diversi territori conparticolare estensione nella province diAscoli Piceno, Pesaro e Urbino e Mace-rata.

L'ufficio regionale della protezione ci-vile forniva al riguardo un elenco aggior-nato dei Comuni interessati e il numerodegli incendi sviluppatisi in ognuno diquesti. I dati forniti facevano riferimentoad episodi interessanti superfici superioriad un ettaro.

Lo stesso elenco, aggiornato al 31agosto 2007, veniva poi ufficialmente in-viato dalla scrivente struttura agli Ambititerritoriali di caccia con l'invito aformalizzare ufficialmente le rispettiveposizioni dopo i necessari approfondi-menti con gli organismi dirigenti deglistessi.

Con successive note, gli Ambiti espri-mevano unanimemente parere sfavore-vole alla limitazione della caccia nellearee contigue e circostanti, ravvisandoinutile, anche da un punto vistafaunistico, qualsiasi fascia di rispetto aldi là dei divieti già espressamente previ-sti.

Pertanto si ribadisce:

1) che l’Assessorato all'agricoltura ha segui-to con attenzione e tempestività l'interaproblematica degli incendi boschivi, conriferimento anche agli aspetti legati all'im-minente inizio dell'attività venatoria;

2) che non si è inteso aderire alle iniziativesopracitate perché ritenute immotivate etecnicamente non rispondenti alle neces-sità rappresentate, in presenza infatti diuna normativa puntuale e ineludibile;

3) che però appare altrettanto immotivata larichiesta di una deroga alla legge n. 353/2000 tale da consentire la caccia attual-mente interdetta nei soprassuoli dellezone boscate percorsi dal fuoco (art. 10,comma 1), della quale si dubita anche dalpunto di vista dell'ammissibilità giuridica;

4) che la richiamata espansione numerica eterritoriale del cinghiale, con i conseguentidanni alle produzioni agricole e alla sicu-rezza degli automobilisti stante l'esponen-ziale aumento di entrambe le situazioni, èben conosciuta e attentamente seguitadall'Assessorato; a riprova di ciò l'apertu-ra della caccia al cinghiale è stata antici-pata per la prima volta al 14 ottobre 2007secondo quanto stabilito dal calendariovenatorio in vigore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il Consigliere Ca-stelli.

Guido CASTELLI. Assessore Petrini, ini-zierò dalla fine. Non più tardi dell’altro ieri leassociazioni agricole hanno ulteriormentemanifestato il proprio disappunto per il trendpreoccupante che sta assumendo tutta laproblematica dei danni che vengono provo-cati, alle colture e agli automobilisti, quindi aicittadini, proprio dalla proliferazioneincontrollata dei selvatici che sono in unamisura talmente importante e significativada determinare obblighi risarcitori che sfio-rano i 3 milioni di euro. Somme che sonoobiettivamente insostenibili per un bilancio diuna Regione già in difficoltà e che peraltroassorbono la maggior parte dei proventi che

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dovrebbero essere gestiti dagli stessi Atcgrazie alle tasse di concessione pagati daitanti vituperati cacciatori che, paradossal-mente, vanno e rifluire in un circuito cheprovoca obblighi risarcitori da rendere vanealtre iniziative per le quali, invece, gli Atcsono stati concepiti. Ormai gli Atc sono entisoggetti pagatori di danni provocati da cin-ghiali, dagli istrici e da ungulati vari chesolcano le nostre bellissime falde sub-ap-penniniche.

Confermato come il problema assumaun significato tanto noto, ma non sufficiente-mente noto da imporre alla Regione uncambio di rotta da questo punto di vista,ricordo che la richiesta di deroga che fuavanzata non solo dal Comune diRoccafluvione, ma anche da altri Comunicontermini, traeva spunto proprio dal fattoche la legge 353/2000, prevedendo l’inibizio-ne decennale all’esercizio non solo dellacaccia, ma anche della pastorizia e dell’atti-vità edilizia nelle superfici interessate da in-cendi, è una legge che applicata tout-courtnei territori della parte sub-appenninica dellaprovincia di Ascoli Piceno – ma ritengo cheper il pesarese fosse la stessa cosa – ri-schiava automaticamente di far aumentarequei problemi di sovraffollamento della po-polazione degli ungulati che già conoscia-mo.

Da lì Comuni di tutti i colori, più varieassociazioni venatorie e associazioni agri-cole avevano chiesto alla Regione di farsiparte dirigente affinché quella deroga, checome tutte le deroghe è fatto straordinario,fatto soprattutto per conseguire il quale ènecessario uno sforzo supplementare e unatteggiamento non burocratico verso questoobiettivo, era diretta proprio a far sì che ilproblema del sovraffollamento, in particola-re dei cinghiali ma anche di altri animali sel-vatici, potesse essere per lo meno non as-secondato da un’applicazione automaticadel disposto dell’articolo 10 della legge 353/2000.

Addirittura, come ci riferisce l’AssessorePetrini, il Governo, immagino sotto la spinta

del noto Ministro dell’ambiente PecoraroScanio – mi perdoni l’Assessore Carrabs –prevedeva un’applicazione più estesa. Beneha fatto la Regione a non aderire a questoinvito forzoso che applicato al territorio mar-chigiano sarebbe stata una follia.

Capisco che nelle Marche ci sia la possi-bilità di un’applicazione automatica, deter-ministica della inibizione a costruire, a pro-muovere attività edilizie, ma – viva Dio – ildivieto dell’esercizio della caccia nei luoghiinteressati dagli incendi – conosco meglio lasituazione che si è verificata vicino ad AscoliPiceno – nella misura peraltro prevista dallalegge n. 353 del 2000, è davvero un’assurdi-tà.

Quindi, da un lato posso essere soddi-sfatto della resistenza passiva che l’Asses-sore Petrini ha fatto rispetto ai dictact diPeroraro Scanio, ma mi sarei anche aspet-tata una maggiore attenzione rispetto ad unproblema che non è solo di Roccafluvione,che non è solo dei Comuni interessati dagliincendi boschivi di quest’anno, ma è un pro-blema più generale, cioè quello di come arri-vare ad una gestione equilibrata dei selvaticiche provocano danni alle colture e ai cittadi-ni.

È un problema serissimo, costosissimo,che investe direttamente la Regione che èchiamata a liquidare una parte di questi dan-ni, è un problema che va a menomare lepossibilità di gestione equilibrata dell’attivitàvenatoria da parte degli Atc ed è un proble-ma, non ultimo, che provoca un decadimen-to progressivo anche delle possibilità dei no-stri imprenditori agricoli di far fronte a questasituazione.

Ringraziando per la parte che ha vistol’Assessore Petrini, ripeto, resistente passi-vo dei dictact di Pecoraro Scanio, lo invitoanche a riprendere in mano la problematicadella gestione del sovraffollamento dei sel-vatici che proprio in questi giorni è tornatoprepotentemente alla ribalta e che continuaa pregiudicare la possibilità di un buon eser-cizio agricolo, come peraltro denotano lesempre maggiori lagnanze, legittime oltre

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che maggiori, che provengono dal mondoagricolo.

Interrogazione n. 633del Consigliere Giannotti“Prospettive personale dell’Ersu”

Interrogazione n. 785dei Consiglieri Giannotti, Santori, Bugaro,Capponi, Ciriaci, Brini, Tiberi, Cesaroni“Dichiarazioni Ersu”

Interrogazione n. 931del Consigliere Giannotti“Prospettive Ersu”

(abbinate)(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 633 del Consigliere Gian-notti, l’interrogazione n. 785 dei ConsiglieriGiannotti, Santori, Bugaro, Capponi, Ciriaci,Brini, Tiberi, Cesaroni, l’interrogazione n.931 del Consigliere Giannotti, abbinate. Perla Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Le interrogazioni sono tre,quindi il discorso è complessivo, proverò arispondere separatamente e poi farò unasintesi.

Per quanto riguarda l’interrogazione n.633, quella relativa alle prospettive del per-sonale dell'Ersu di Urbino, si fa presenteche, acquisite le informazioni presso lostesso Ersu di Urbino, le problematiche sol-levate non sono mai state oggetto di deliberada parte del Consiglio di amministrazionedell'ente, né sono state mai sottoposte alsuo esame come punto all'ordine del giornodi una seduta consiliare. Da parte della pre-sidenza dell'Ersu si conferma che non c'ènessun tipo di orientamento o volontà di mu-tamento dell'attuale stato giuridico del per-sonale dell'ente.

Ciò premesso, si precisa, inoltre che: ildocumento a cui si fa riferimento, a firma dei

presidenti Ersu degli inizi del mese di di-cembre 2006, conteneva alcune osserva-zioni sui rapporti Regione/Ersu, di carattereinterno, in qualità di scaletta per un incontroeffettuato con il sottoscritto; la Giunta regio-nale non ha mai manifestato la volontà dimodificare l'attuale stato giuridico del perso-nale del ruolo degli Ersu, anzi, con un comu-nicato apparso sulla stampa locale del 13febbraio 2007 ha fugato qualsiasi preoccu-pazione basata su voci allarmistiche del tut-to infondate; sulla questione sono state in-contrate anche le organizzazioni sindacali dicategoria alle quali sono state fornite ampierassicurazioni in proposito.

La posizione della Regione Marche èquindi chiara; i temi fondamentali dei serviziuniversitari, del diritto allo studio e al lavororestano prioritari e potranno sempre essereoggetto di un confronto approfondito.

In merito all’interrogazione n. 785 si fapresente quanto segue.

Il Consiglio di amministrazione dell'Ersudi Ancona, con proprio atto n. 6 in dato 5aprile 2007, ha dato mandato all'assembleadei soci, secondo i poteri a lei riconosciutidallo statuto della Società E.C. servizi Srl, diprocedere a quanto previsto dall'articolo 23dello statuto stesso.

In data 21 agosto 2007 l'assemblea deisoci ha deliberato di sciogliere con effettoimmediato la Società E.C. servizi Srl e dimetterla in liquidazione, con contestuale no-mina del liquidatore.

In data 29 agosto 2007 sono stati deposi-tati presso la Camera di commercio diAncona gli atti relativi allo scioglimento dellaSocietà, cessazione amministratori e nomi-na liquidatore.

Alla data attuale il liquidatore sta acqui-sendo la documentazione contabile dellaSocietà e si presume che entro il mese dimarzo 2008 procederà a quanto demandatodall'assemblea dei soci.

Quindi alla luce di quanto sopra espostosi è proceduto nel rispetto degli impegni as-sunti.

In merito alla interrogazione n. 931 si pre-cisa quanto segue.

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Nell'ambito del raggiungimento dell'obiet-tivo di pervenire ad una semplificazione am-ministrativa e di ridurre i costi sugli enti di-pendenti una ipotesi di lavoro, a cui si daràcorso nel 2008, è quella di predisporre unaproposta di legge regionale per realizzare ununico soggetto gestore dei servizi per il dirit-to allo studio universitario nella regione Mar-che.

Tale ipotesi, che verrà valutata nella suaportata, ha l'obiettivo oltre che di ridurre icosti di andare ad una riforma basata sumeno burocrazia e più servizi agli studenti.

L'accorpamento dei quattro Ersu e l’isti-tuzione di un unico soggetto permetterà unrecupero di risorse, ma soprattutto di realiz-zare economie di scala a tutto vantaggio dimigliori e più uniformi servizi agli studentiuniversitari.

Naturalmente i servizi continueranno adessere erogati nelle diverse sedi universita-rie, come attualmente; per il personale nullacambia in quanto esiste già un ruolo unicoregionale del personale degli Ersu.

Questa ipotesi fornirebbe inoltre una ri-sposta ai bilanci degli Ersu che mostranosegni di sofferenza.

La finalità è quella di razionalizzare il si-stema, coniugando l'ottimizzazione dei ser-vizi con l'obiettivo di un loro potenziamento,fino ad allargare sia la fascia degli studentiche utilizzeranno i servizi sia la qualità e laquantità dei servizi stessi. Gli effetti sarannoda subito evidenti, un organismo unico anzi-ché quattro, un unico organo di revisioneanziché quattro.

Sull'operazione verranno effettuate con-sultazioni con i rappresentanti degli studenti,con gli enti locali, con i sindacati e con leforze sociali interessate.

In questa direzione si sono già mossealtre Regioni, come il Lazio, l'EmiliaRomagna ed altre, altre Regioni come laToscana si stanno muovendo.

Anche a livello nazionale si sta discuten-do una proposta di legge che supera la leg-ge quadro 390 del 1991 ormai ampiamentesuperata, nella direzione dei livelli essenziali

delle prestazioni sul diritto allo studio univer-sitario.

Il 2008 sarà un anno che modificherà loscenario complessivo nel settore del dirittoallo studio universitario e la Regione Marchevuole essere protagonista in questa direzio-ne.

Da ultimissimo posso dire che le orga-nizzazioni sindacali si sono riunite con leRsu dei quattro Ersu esattamente due giornifa ad Ancona presso la sala della Regione, ehanno chiesto di nuovo un incontro al Presi-dente della Giunta e al sottoscritto – incontroche verrà organizzato nel più breve tempopossibile – per poter affrontare questi argo-menti e chiarire tutte le questioni che sono inpregiudicato di essere messe in novità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il Consigliere Gian-notti.

Roberto GIANNOTTI. Do atto all’Asses-sore Ascoli di avere ufficialmente detto chela Giunta regionale si appresta a smantella-re quei pochi strumenti di democrazia parte-cipata, cioè chiudere gli enti per il diritto allostudio di Camerino, Urbino, i Ancona e Ma-cerata, dando vita ad un organismo regiona-le. Sostanzialmente l’annuncio è stato que-sto.

Non so se questa sia una decisione dellamaggioranza, mi auguro di no, però rimaneil fatto che quanto meno si è svelato l’ingan-no.

Per tantissimo tempo è stato detto aglioperatori locali, agli studenti, ai lavoratori,che questo non sarebbe avvenuto, oggi in-vece in maniera molto candida e chiara l’As-sessore ha detto che si è iniziato un percor-so per la centralizzazione a livello regionaledegli Ersu.

E’ una scelta che ritengo sbagliata, unascelta improponibile e inadeguata che vacontro lo spirito della legge.

Debbo ricordare ai colleghi Consiglieriche tutte le ipotesi di dar vita a forme dicentralismo regionale nelle Marche sono fal-

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lite. E’ fallita l’ipotesi di costituire un’aziendaunica regionale per la gestione del settoreturistico, è fallita la scelta di gestire a livellocentralizzato la sanità. Quindi credo che sipreannunci il terzo fallimento di questa Giun-ta regionale, cioè la possibilità di buttare almacero anni di esperienza sul piano dellagestione dei servizi agli studenti.

Ho difficoltà a seguire questo discorsoperché comunque sarebbe un provvedi-mento lesivo di quanto previsto dalla legge.La legge istitutiva degli Ersu fa richiamospecifico alla valorizzazione e alla rappre-sentazione puntuale delle esigenze locali,quindi una scelta di questo genere va controgli interessi che la legge stessa voleva legit-timare.

Non voglio andare oltre perché avremo iltempo di discutere sui richiami fatti dall’As-sessore, sulla riduzione dei costi, sulla mi-nor burocrazia, sui migliori servizi, però hol’impressione che la scelta non sia in positi-vo, che sia una scelta di tenere sotto con-trollo uno strumento importantissimo, unostrumento di pressione politica, uno stru-mento clientelare, rimettendo alla discrezio-nalità e al controllo diretto della Giunta regio-nale questo tipo di servizio.

Non credo che ci saranno vantaggi con-creti per gli studenti, quindi sarà una batta-glia dura che faremo in Consiglio regionale ecertamente anche sul territorio.

Non me ne voglia il mio amico Sindaco diUrbino che si è lasciato andare l’altro giornoa qualche concessione verbale, ma noncredo che nei disegni della Giunta regionaleci sia quello di fare l’Ersu unico regionaleassegnando ad Urbino la sede regionale.

C’è una polemica questa mattina suigiornali del Presidente della terza Commis-sione rispetto all’ente unico fieristico, noncredo che sia una prospettiva, è una pro-spettiva nefasta rispetto alla quale faremouna grande battaglia politica.

Io sono contro l’Ersu regionale, sonocontro lo scioglimento degli Ersu. L’Asses-sore non ha detto che la sede dell’Ersu uni-co, qualora si faccia, sarà ad Urbino, dubito

molto che possa e che voglia fare questotipo di scelta. Se si hanno le garanzie che sidicano così almeno abbiamo un altro puntodi riferimento.

Noi siamo contro la centralizzazione, sia-mo contro lo scioglimento degli Ersu locali.

L’Assessore è stato più chiaro rispetto alproblema della privatizzazione dei servizi,ha pure banalizzato sul documento dei Pre-sidenti degli Ersu. E’ chiaro che nella sceltadella riduzione operativa anche il peso diquesto pronunciamento acquista un’altravalenza, ma c’è comunque il discorso datenere in considerazione del ruolo del puntodi vista dei Rettori.

Credo che anche questo sia un problemache deve essere monitorato, deve esseretenuto sotto controllo, non credo che siastato saggio attivare la discussione sul pia-no della possibile esternalizzazione. Oggic’è stato detto che non c’è questo intendi-mento, io mi auguro che non sia così.

Mi permetto di sollevare qualche rilievorispetto ai tempi di chiusura di questa espe-rienza anconetana. Assessore, lei ha rispo-sto a una mia interrogazione nel giugno delloscorso anno dando per fatta una cosa chenon è stata fatta.

PRESIDENTE. Consigliere, per cortesia,concluda, sono già trascorsi dieci minutiquindi il doppio del tempo.

Roberto GIANNOTTI. Le interrogazionisono tre quindi tre volte il tempo.

Oggi ci viene detto che E.C. Servizi srl diAncona non è chiusa, si chiuderà a marzo.Spero che sia così.

C’è il problema del personale per il qualec’è una vertenza in atto, c’è una discussioneaperta che coinvolge le organizzazioni sin-dacali, c’è una questione relativa anche aiprecari di questo settore che le è stata po-sta, quindi mi sembra che ci vogliaqualcosina di più di una rassicurazione for-male.

Mi dichiaro insoddisfatto e ribadisco cheForza Italia è contraria alla centralizzazione

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di questo strumento e si batterà in tutte lesedi affinché venga salvaguardata l’autono-mia degli Ersu locali, quindi la qualità deiservizi sul territorio agli studenti.

Interrogazione n. 821del Consigliere Brandoni“Stato di attuazione del Piano provincia-le dei rifiuti della Provincia di Ancona”(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 821 del ConsigliereBrandoni. Per la Giunta risponde l’Assesso-re Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In riferimento alla in-terrogazione di cui all'oggetto, nella quale sirappresenta un possibile quadro di criticitàlegato al rischio di una emergenza rifiuti nel-la provincia di Ancona in dipendenza dellachiusura di alcuni impianti di smaltimentofinale e della non ancora avvenuta realizza-zione di un nuovo impianto, si forniscono perla risposta i seguenti elementi.

Il sistema regionale di gestione dei rifiuti,definito dal Piano regionale attualmente invigore, individua il territorio della provincia diAncona come Ato (Ambito territorialeottimale) n. 2.

Lo stesso Ato n. 2 è suddiviso in duebacini definiti Bacino n. 1 gestito dal Consor-zio Conero ambiente e dal Bacino n. 2 gesti-to dal Consorzio Cir 33.

Nel Bacino n. 1 al momento non sonooperativi impianti di smaltimento, né per iltrattamento dei rifiuti. Si registra una situa-zione di stallo circa la realizzazione di unnuovo impianto di discarica a servizio delbacino. Non abbiamo per questo territorionotizie di esperienze significative di raccoltadifferenziata.

Nel Bacino n. 2 al momento sono operati-vi gli impianti di smaltimento (discariche) diCorinaldo, Maiolati Spontini eCastelcolonna.

Per quanto concerne l'impiantistica ditrattamento è in corso di realizzazione l'im-

pianto di compostaggio di qualità diCorinaldo, cofinanziato da fondi Cipe, fondiregionali e in parte del Consorzio Cir 33. E'inoltre presente un piccolo impianto per laproduzione di compost di qualità, che esclu-de la matrice organica del rifiuto urbano,presso l'impianto di Maiolati Spontini e nellostesso sito è prevista la realizzazione del-l'impianto dedicato al trattamento del rifiuto"secco" dei bacino. Per la realizzazione ditale impianto, nonostante lo stesso sia inclu-so in uno specifico Accordo di programmacon i Ministeri competenti, manca una partedei fondi che avrebbero dovuto essere mes-si a disposizione da parte della Cassa depo-siti e prestiti.

II Consorzio Cir 33 ha avviato, tra aprile egiugno 2007, un nuovo servizio di raccoltaspinta dei rifiuti in 13 Comuni e a novembreaderiranno al progetto altri 4 Comuni. L'inte-ro territorio del bacino sarà completamentecoperto nel 2008. Il nuovo sistema ha previ-sto il ritiro domiciliare dei rifiuti e una diffe-renziazione spinta dei rifiuti stessi.

I risultati ad oggi sono assolutamenteconfortanti con una percentuale media diraccolta differenziata pari a circa il 53% (inalcuni casi si arriva al 70%).

Il buon esito della raccolta differenziatanel Bacino 2 e le prospettive di incrementodella stessa fanno prevedere un sempre mi-nor ricorso allo smaltimento in discarica.

Quindi se da una parte la situazione delBacino 1, in base alle nostre conoscenze, èin una fase di stallo, per il Bacino 2 si do-vrebbe prospettare un minimo fabbisogno dismaltimento e conseguentemente un au-mento del periodo di vita delle discaricheesistenti.

Comunque, tenuto conto delle specifichecompetenze della Provincia in materia diorganizzazione del sistema di gestione deirifiuti e delle informazioni parziali di cui di-sponiamo si è provveduto a richiedere allastessa Provincia, tramite la nota prot. n.185346 del 20 settembre 2007 informazionicirca le capacità residue degli impianti dismaltimento operativi nella provincia diAncona, le previsioni di utilizzo nei prossimi

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anni, lo stato delle procedure per l'individua-zione di un nuovo sito da adibire a discaricaa servizio del Bacino n. 1, della localizzazio-ne e realizzazione degli impianti di tratta-mento, nonché delle altre informazioni utili acompletare la presente risposta.

La Provincia di Ancona con nota ns. prot.n. 205873 del 16 ottobre 2007 ha provvedutoa comunicare le capacità residue degli im-pianti di discarica operativi sul proprio terri-torio alla data del 30 giugno 2007: CastelColonna - 86.000 mc., Chiaravalle - 65.000mc., Corinaldo - 385.000 mc., MaiolatiSpontini - 859.901 mc., che però ad oggi sisono ulteriormente ridotti: Castel Colonna50 mila, Chiaravalle 30 mila, Corinaldo 350mila, Maiolati Spontini autorizzati 230 mila euna proposta di autorizzazione per arrivarea 850 mila.

Considerato un consumo medio annuo divolumetria pari a circa 250.000 mc, comeriferito dalla Provincia, sul totale dellevolumetrie a livello provinciale, si avrebbeuna autonomia superiore a 5 anni.

Quanto sopra, unitamente ai successidella raccolta differenziata, non lascia pre-vedere al momento, uno scenario di emer-genza.

Successivamente, sempre la Provinciadi Ancona, ha provveduto con nota a tra-smettere idonea informativa relativa allo sta-to delle procedure inerenti l'individuazionedel nuovo sito di discarica per il Bacino n. 1.

Dalla nota provinciale si prende atto che:la Provincia di Ancona, con delibera di Giun-ta provinciale n. 659 del 5 dicembre 2006 haconcluso il procedimento di localizzazioneottimale degli impianti di selezione e delladiscarica, approvando i risultati dello studioredatto dall'Università Politecnica delle Mar-che; nel gennaio 2007 lo studio è stato tra-smesso al Consorzio Conero ambiente pergli adempimenti di competenza di cui al Pia-no provinciale di gestione dei rifiuti; nessuncomune ha dato la propria disponibilità allalocalizzazione della discarica sul proprioterritorio. Aspetto comunicato dal consorzioConero ambiente alla Provincia; nel mese dimarzo sono pervenuti alla Provincia 5 ricorsi

ai Tar avversi allo studio per i quali la Provin-cia stessa si è costituita in giudizio.

Pertanto da questo quadro sommaria-mente delineato si deduce una significativadiversità tra le situazioni dei due bacini dellaProvincia di Ancona. I risultati conseguiti nelBacino 2 confermano l'auspicio, più volteespresso dalla Regione, che anche nelleMarche e in condizioni dimensionali (territo-riali e di popolazione) "medie", si possono,tramite adeguate politiche consortili e inter-venti adeguati, raggiungere traguardi di rac-colta differenziata molto al di sopra degliobiettivi minimi fissati a livello nazionale.Questa circostanza, oltre all'indubbio van-taggio del recupero di materia, consente diridurre notevolmente i quantitativi di rifiuti de-stinati alle discariche e conseguentementedi allungare la vita delle stesse. Sotto questoprofilo, quindi, dovrebbe allontanarsi anche ilrischio dì emergenze discariche nel breveperiodo. Certamente occorre che nel Baci-no 1 vengano adottati provvedimenti tesi afar allineare i risultati della raccolta differen-ziata a quelli nazionali aggiornati (superioriai livelli fissati dal Piano provinciale) o meglioa quelli del Bacino 2 anche tramite forme dicollaborazione tra detti territori.

Per quanto riguarda le azioni intrapreseda parte della Regione si deve innanzituttoprecisare che ciascun Ente a fronte delledisposizioni vigenti ha compiti diversificati.Infatti alla Regione sono affidati compiti dipianificazione, di programmazione e di so-stegno anche finanziario ai soggetti attuatoridelle politiche sul territorio, quindi non puòesercitare azioni coercitive nei confronti del-le Amministrazioni provinciali. In tal sensosegnaliamo che dopo la definizione del Pia-no, la Regione ha costantemente sostenuto,con le diverse risorse economiche disponi-bili, azioni finalizzate alle realizzazione degliimpianti e allo sviluppo della raccolta diffe-renziata laddove la stessa trovasse siaattuatori convinti che impianti adeguati per ilrecupero come di seguito elencato:

Ato 2 riferito alla Provincia di Ancona -Bacino 1 (Consorzio Conero ambiente),questo bacino non è a tutt'oggi operativo.

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I finanziamenti di cui risultava beneficiarioil Consorzio Conero Ambiente sono relativial Ptta (Piano triennale per la Tutela ambien-tale) di cui alla legge n. 441/1987. Le risorsein questione ammontavano a lire4.890.000.000 per l'impianto di trattamentorifiuti e lire 3.000.000.000 per la discarica. Acausa dell'inerzia da parte dei beneficiariche non hanno utilizzato tempestivamentele risorse di cui la legge del 1987, non sonopiù disponili per l'accensione dei mutui daparte del Consorzio del Bacino 1 per la pre-vista realizzazione sia dell'impianto che del-la discarica.

Bacino 2 (Consorzio Cif 33): per quantoriguarda i finanziamenti concessi al Consor-zio Vallesina-Misa per l'attuazione delleazioni previste dal relativo Piano industrialein coerenza con il Piano provinciale dei Ri-fiuti nel Bacino 2 dell’Ato 2 (Provincia diAncona) le linee di intervento hanno riguar-dato da un lato il contributo alla realizzazio-ne e/o adeguamento dell'impiantistica ditrattamento, dall'altro il sostegno alle attivitàgestionali di raccolta dei rifiuti solidi urbaniper frazioni merceologiche differenziate,con particolare riferimento alla frazione or-ganica da avviare a recupero nell'impian-tistica dedicata.

Per l'impiantistica sono state attivate ri-sorse finanziarie a favore di interventi inseritinegli Accordi di programma quadro in mate-ria di gestione dei rifiuti stipulati nell'ambitodell'intesa istituzionale di programma tra ilGoverno della Repubblica Italiana e la Re-gione Marche.

Gli interventi sono: la realizzazione del-l'impianto di compostaggio di qualità per iltrattamento delle matrici organiche selezio-nale presso la discarica di Corinaldo (inseri-to nell'Apq 1° Integrativo, stipulato il 30 di-cembre 2004); la realizzazione di opere diadeguamento dello stesso impianto (inseri-to nella sezione programmatica dell'Apq 2°Integrativo, stipulato il 14 novembre 2006,poi trasferito nella sezione attuativa con unProtocollo di riprogrammazione firmato indata 31 ottobre 2007).

Il costo totale dell'impianto di compostag-gio di qualità di Corinaldo, al netto delle eco-nomie finora registrate, è di euro6.569.530,09, la cui copertura finanziaria èripartita fra diverse fonti come di seguitoelencato:

Realizzazione impianto di trattamento/recupero di Corinaldo:- costo complessivo: euro 6.569.530,09 la

cui copertura è garantita da:- fondi statali di cui alla delibera Cipe 17/03 :

euro 4.978.180,09- fondi regionali di cui alla d.g.r. 2389/99:

euro 413.165,52- fondi regionali attivati ai sensi del decreto

dirigenziale n. 74 del 2 maggio 2006: euro258.228,45

- fondi regionali già assegnati alla Provinciadi Ancona: euro 168.365,00

- fondi dello stesso Consorzio Vallesina-Misa: euro 751.611,03Intervento di adeguamento dell'impianto

di compostaggio di qualità di Corinaldo:- costo totale euro 1.960.000,00 la cui co-

pertura è garantita da:- fondi statali di cui alla delibera Cipe 20/

2004 euro 1.701.702,30- fondi regionali euro 258.297,70

Raccolta differenziata "di prossimità eporta a porta"

Per quanto riguarda la raccolta differen-ziata sono state assegnate risorse a favoredel progetto proposto dal Cir33, finalizzatoalla riorganizzazione delle modalità di ge-stione dei rifiuti Rsua (rifiuti solidi urbani edassimilati). Il progetto si pone come finalitàquella di assicurare il raggiungimento degliobiettivi di raccolta differenziata fissati primadal d.lgs. n. 22/97 (decreto Ronchi) e ribaditioggi dal d.lgs. n. 152/2006 (Codice ambien-tale).

Nello specifico il progetto ha lo scopo diottimizzare il sistema di raccolta differenzia-ta di tipo "convenzionale" già avviato sul ter-ritorio attraverso l'eliminazione delle campa-ne stradali con progressiva domiciliarizza-zione della raccolta delle principali frazionimerceologiche recuperabili (carta, vetro,plastica) e l'introduzione del sistema di rac-

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colta delle frazioni organiche comportabili(c.d. rifiuti urbani biodegradabili - Rub) daavviare all'impianto di compostaggio diCorinaldo in corso di realizzazione. Taleriorganizzazione consente di ottenere unamaggiore responsabilizzazione delle utenzee favorire il raggiungimento di elevate per-centuali di raccolta differenziata, nonché l'in-tercettazione di materiali recuperabili di mi-gliore qualità. La scelta della metodologia diraccolta domiciliare consente, altresì di re-sponsabilizzare i cittadini anche in riferi-mento all'esigenza di riduzione della produ-zione dei rifiuti attraverso l'integrazione conil sistema tariffario, passando dalla tassasulle superfici alla tariffazione puntuale delservizio.

Le risorse fino ad oggi assegnate a talefine ammontano: euro 549.859,79 attraver-so assegnazione diretta per l'attivazione delprogetto di riorganizzazione delle modalitàdi gestione dei rifiuti Rsua (Rifiuti solidi urba-ni ed assimilati); euro 50.000,00 assegnatiattraverso la partecipazione a bando pubbli-co per l'incentivazione dei servizi di raccoltadomiciliare per i Rsua collegati all'applica-zione della tariffa puntuale; euro 180.000,00assegnati attraverso la partecipazione abando per l'incentivazione dei servizi dì rac-colta domiciliare per Rsua.

Questo tipo di raccolta è in corso di attua-zione e per quanto riguarda il "porta a porla"tredici Comuni su trentatre hanno attivatoquesta modalità di raccolta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il ConsigliereBrandoni.

Giuliano BRANDONI. Non possono nonringraziare l’Assessore per una rispostacosì puntuale e un’informazione così com-pleta. Credo che dovrebbe ringraziarmi an-che lui per avergli dato l’opportunità di dareun’informazione sul problema dei rifiuti, ingenerale, e della situazione della provincia diAncona, in particolare, che proprio in questigiorni rischia di creare un eccessivo allarmee un’eccessiva preoccupazione.

Nella risposta, ovviamente, sono indicati ipunti di forza, le cose realizzate, le difficoltàche ci troviamo di fronte e, come ha ricorda-to l’Assessore, il compito della Regione cheè quello della programmazione e non unruolo coercitivo nei confronti delle attivitàdelle Province.

In questo caso una risposta come questaè un momento di convincimento, di confortoe di esortazione all’agire che può determina-re la risoluzione di quelle difficoltà e in alcunicasi di quei ritardi, come la risposta ha indi-cato, che danno della raccolta dei rifiuti dellaprovincia di Ancona un quadro in chiaro-scuro dove si sono realizzati punti di effi-cienza, efficacia e addirittura di eccellenza,e situazioni di ritardo.

In questo contesto mi auguro che prossi-mamente l’iniziativa dell’Assessorato e dellaGiunta regionale e anche, sulla base di que-ste esortazioni, della Provincia di Ancona,possa mettere rapidamente ad azione quel-le prospettive che sono state indicate anchein questa risposta, che eviteranno nei pros-simi mesi e anni delle preoccupazioni, anzi,potranno permettere di costruire su questosettore quei percorsi di avanguardia che de-termineranno risultati importanti.

Interrogazione n. 881della Consigliera Benatti“Istallazione del radar meteorologico”

Interrogazione n. 924del Consigliere Massi“Radar meteorologico Porta delRagnolo-Sarnano”

Interrogazione n. 926del Consigliere Comi“Radar meteorologico Comune diSarnano località Porta del Ragnolo”

(abbinate)(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 881 della Consigliera Be-

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natti, l’interrogazione n. 924 del ConsigliereMassi, l’interrogazione n. 926 del Consiglie-re Comi, abbinate. Per la Giunta rispondel’Assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. Per quanto riguar-da le suddette interrogazioni sull’installazio-ne del radar meteorologico si relazionaquanto segue.

Come già evidenziato nelle premessedell'interrogazione della Consigliera Benatti,il progetto di copertura del territorio naziona-le con una rete di radar meteorologici è infase di realizzazione da parte del Diparti-mento nazionale della protezione civile dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri, in at-tuazione delle disposizioni della Legge 365/2000 e delle successive ordinanze attuativeemanate dalla Presidenza dei Consigli deiMinistri, con le quali è stata definita l'impre-scindibile urgenza di dotare anche l'Italia, alpari degli altri paesi europei, di essenzialistrumenti di previsione volti a garantire unsistema di preallarme e di allarme per fron-teggiare il rischio idrogeologico in termini difrane e alluvioni.

Negli ultimi anni, infatti, anche in conse-guenza degli ormai "famosi" cambiamenticlimatici, si sta assistendo ad un progressi-vo incremento di eventi meteorologici estre-mi, non ultimi i recenti eventi che hannocolpito !a regione Marche, come l'ultima al-luvione di Osimo, con gravi ripercussioni edanni sul tessuto sociale ed economico delPaese, per il quale il rischio idrogeologico e ildissesto del territorio rappresenta uno deifattori più rilevanti.

II programma, pertanto, è attuato e finan-ziato a totale carico dello Stato, mentre laRegione ha svolto funzioni di supporto tecni-co e di collaborazione al Dipartimento nazio-nale della protezione civile, al fine di indivi-duare i siti potenzialmente idonei all'installa-zione dell'impianto previsto nelle Marche edestinato a monitorare tutta la porzione cen-tro adriatica della penisola.

Quindi non è un progetto della RegioneMarche, ma un progetto del Dipartimentonazionale della Protezione civile.

In particolare, l'assetto orografico e lapresenza degli Appennini, condiziona inmodo determinante la collocazione del ra-dar che deve necessariamente essere po-sto a quote elevate per poter garantire lamassima visibilità sul territorio, senza di-menticare che la localizzazione dell'impian-to deve tener conto della posizione dei radardelle regioni confinanti, in quanto le immagi-ni di ogni radar devono essere integrate conquelle di almeno altri due, al fine di garantirela ridondanza e la tridimensionalità delle im-magini.

I siti adatti ad ospitare un radar della retenazionale devono rispondere ad altri requisi-ti essenziali, quali: l'assenza di ostacoli nelleimmediate vicinanze, come ad esempio tra-licci e di altre fonti di emissioni elettroma-gnetiche, quali ripetitori radio televisivi e ditelefonia mobile; l'accessibilità al sito tale dagarantire, anche in condizioni meterologicheavverse, rapidi interventi di assistenza emanutenzione degli impianti, i quali devonoessere mantenuti costantemente in pienaefficienza.

Per la localizzazione del radar meteoro-logico, previsto nella regione Marche, allaluce dei requisiti tecnici appena indicati,sono stati presi in esame complessivamen-te 13 siti:

Monte Acuto, Monte D'Aria, Monte Fiegni,Monte Letegge, Monte Murano, Monte Nero-ne, Monte Paganuccio, Monte Pennino,Monte Pian de Conti, Porta del Ragnolo,Monte Primo, Monte San Vicino, MonteVermenone.

Su tutti i siti è stata effettuata un’attentaanalisi, che ha portato ad individuare comepunti idonei all'installazione i siti di MontePaganuccio (comune di Fossombrone) equello di Porta del Ragnolo (comune diSarnano).

Il sito di Monte Paganuccio è stato ogget-to di una prima Conferenza di servizi, sem-pre indetta dalla Presidenza del Consigliodei Ministri, ma essendo collocato all'internodella Riserva naturale statale del Furlo, l'En-te provinciale, gestore della riserva, haespresso il proprio parere negativo.

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Vale la pena ricordare che tutti i siti presiin esame ricadono in aree vincolate sotto ilprofilo faunistico e paesaggistico e che moltidi essi sono già interessati da installazioni,quali tralicci ed antenne, che escludono lapossibilità di installare il radar meteorologi-co. Molti altri siti risultano, invece, essereprivi di viabilità che quindi dovrebbe essererealizzata con notevole impatto ambientale,mentre altri ancora non presentano l'essen-ziale requisito della visibilità.

Pertanto queste considerazioni tecnichehanno portato a prendere in esame il sito diPorta del Ragnolo che garantisce una buo-na visibilità, si integra bene con gli altri radardella rete nazionale, garantendo lamosaicatura, è dotato di viabilità e delle altreinfrastrutture necessarie al funzionamentodell'impianto ed è posto al di fuori dei confinidel Parco nazionale dei Monti Sibillini.

Dal punto di vista strutturale l'impiantoradar, così come evidenziato anche nellarelazione e nel parere positivo espresso dalServizio ambiente della Regione Marchi insede di Conferenza di servizi, occupaesclusivamente una superficie di circa 400metri quadrati di cui gran parte risultanointerrati, mentre l'unico elemento strutturaleevidente è rappresentato da una torrecilindrica alta complessivamente 12 metridel diametro di 4,6 metri. Data la distanzadell'impianto dal Comune di Sarnano, l'im-patto visivo risulta pertanto trascurabile.

I radar meteorologici, oltre ad esserestrumenti essenziali per tutta .a catena pre-visionale della protezione civile, possono ri-sultare di grande aiuto nel monitoraggio enella sorveglianza di quei fenomeni che con-tribuiscono all'inquinamento atmosferico,nello studio delle dinamiche che possonocontribuire ai comprendere i cambiamenticlimatici e nella previsione di particolari fe-nomeni atmosferici quali neve e grandine,quest'ultima utile anche al settore agricolo.

Il Comune di Sarnano, tenuto conto dellarilevanza del progetto e delle possibilità of-ferte dal posizionamento del radar sul pro-prio territorio, ha ritenuto essenziale poter

acquisire al proprio patrimonio un'area piùvasta (circa 100 ettari) di quella strettamen-te necessaria all'installazione del radar, ovepoter svolgere attività di ricerca nel campoclimatologico ed ambientale e da mettere adisposizione della comunità scientifica edelle attività di formazione della Protezionecivile.

In relazione alle perplessità emerse nel-l'interrogazione del Consigliere Massi ri-guardanti gli effetti sulla popolazione causatidall'emissione di onde elettromagnetiche ela compatibilità dell'impianto nella promozio-ne e nello sviluppo del turismo di Sarnano enei paesi limitrofi, è possibile affermare che:in data 12 novembre 2007 l'Agenzia regiona-le per la protezione ambientale delle Marche(Arpam) - Servizio radiazioni e rumore prot.n. 0045652/13/11/2007 ha valutato gli aspet-ti relativi ai campi elettromagnetici ed al ru-more prodotto dall'installazione di un radarmedio in località Porta del Ragno!o, espri-mendo parere favorevole alla realizzazionedell'impianto in esame.

Questo documento è stato consegnatodall'Arpam in Conferenza di servizi tenutasia Roma in data 15 novembre 2007 presso ilDipartimento della Protezione civile nazio-nale.

In relazione alle problematiche sollevatedal Parco dei Sibillini, dalle comunità locali,dalle associazioni ambientaliste e daglistessi interroganti, riguardo la localizzazio-ne dal radar, sono stati effettuati diversi in-contri sia con il Parco nazionale dei MontiSibill ini che con le associazioniambientaliste, al termine dei quali la Regio-ne ha deciso di proporre al Dipartimentodella Protezione civile nazionale che la scel-ta del sito ove ubicare l'impianto sia effettua-ta anche attraverso una valutazione più ap-profondita degli aspetti di natura ambientale,quindi non solo tecnici, non escludendo l'in-cidenza sulla vocazione turistica e produtti-va dei luoghi per i quali sia già stata definital’idoneità tecnica.

Tale valutazione sarà sottoposta allaconcertazione con gli enti territoriali e con le

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associazioni ambientaliste, tenendo contoche l'impianto radar rappresenta uno stru-mento essenziale per migliorare le capacitàdi risposta del sistema di allenamento e perla previsione del rischio idrogeologico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, la Consigliera Be-natti.

Stefania BENATTI. Ringrazio l’Assesso-re per l’approfondimento che ha fatto allenostre interrogazioni su questo argomento.

Voglio fare tre considerazioni, la prima dicarattere istituzionale, la seconda di caratte-re politico e la terza generica.

Quella di carattere istituzionale è che lamotivazione per cui ho fatto questa interro-gazione è assolutamente nel merito dellalocalizzazione e non nel merito della sceltache le Marche debbano avere un radar diquesto tipo, perché credo che nessuno al-l’interno della Regione Marche metta in di-scussione la validità dell’impianto e l’utilitàper la nostra regione che da questo punto divista – per usare un’espressione di gergocomune – ha già dato in termini di alluvioni,frane e altro. Quindi è evidente che la nostraregione ha assoluto bisogno di un impiantodi questo tipo sia per monitorare il proprioterritorio, ma anche per svolgere un’azionedi controllo e di previsione per un territoriopiù ampio.

Quindi nulla quaestio sulla possibilità daparte della Regione Marche, utilizzando an-che finanziamenti statali, di avere un impian-to di questo genere.

La considerazione politica, Assessore,penso che la capisca molto bene. Lei hadetto che Porta del Ragnolo è stata sceltaperché è un sito di facile accessibilità, dovec’è assenza di ostacoli e c’è una buonavisibilità. Quindi questo sito è stato sceltoperché è uno dei più belli delle Marche.

La valutazione politica che voglio fare atutto il Consiglio regionale è che noi dobbia-mo cominciare a ragionare sul fatto che leMarche in questo senso è ancora, rispetto

ad altre regioni d’Italia, una regione “messabene”, però ci troviamo a localizzare impian-ti di questo genere nei pochi siti che siamoriusciti a preservare. Abbiamo una parte delterritorio cementificato, un’altra parte dovesono stati fatti interventi di altro tipo, comeantenne o tralicci , e nei territori più belli aquesto punto andremo a mettere le tecnolo-gie più avanzate perché sono quelli dove c’èspazio.

Quindi la considerazione è abbastanzaamara e paradossale, cioè che per mettereuno strumento che serve per tutelare il terri-torio abbiamo la necessità, visto che ci sia-mo consumati il resto del territorio della re-gione, di toccare quelli migliori. In questosenso c’è una guerra non tra poveri, ma tra ipiù belli.

E’ vero che questo impianto, vedendoanche i progetti, di per sé non ha un impattoambientale stratosferico, perché probabil-mente ce l’ha al pari di un traliccio di un’an-tenna radiotelevisiva, anzi, forse anchemeno, è vero che ci sono tutta una serie digaranzie, però il problema politico – non sia-mo tecnici quindi non siamo deputati a direse un sito è meglio di un altro dal punto divista della conformità e dei parametri richie-sti –, se non ci mettiamo mano e non creia-mo una riflessione sulla materia urbanisticae ambientale, è che rischiamo nel periodoche ci attende, per ragioni di stato o perpubblica utilità, di andare a colpire i territorimigliori.

La mia interrogazione era nata da unanon corretta impostazione, a mio giudizio,da parte del Comune.

Da questo punto di vista non sono com-pletamente soddisfatta perché, Assessore,lei ha detto che il Comune ha acquisito 100ettari anche se il progetto prevede un ingom-bro di 400 metri quadrati. Ho svolto questainterrogazione perché alcuni Consiglieri diminoranza di quel Comune mi hanno chie-sto di portare ad evidenza regionale questacosa, perché un Comune che a novembre2006 acquista 100 ettari senza produrre unprogetto, né una richiesta formale per quel-

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l’ingombro da parte della Protezione civile, èquanto meno discutibile.

Qualcuno dice che questo servirà permettere in sicurezza tutto il terreno e perevitare speculazioni di ogni genere, in primoluogo edilizie, quindi la risposta francamentenon mi ha tranquillizzata perché lei, Asses-sore, ha riferito – correttamente dal suo pun-to di vista perché se la Regione non haprogetti è evidente che non li riporta – che ilComune intende destinare quel terreno adattività collaterali a quelle del radar, come laricerca climatologia e la formazione. In mez-zo a un campo non so che tipo di formazio-ne si possa fare, quindi se poi il Comune lì civuole costruire qualcosa credo che non siaassolutamente da permettere.

Vedremo lo sviluppo, vedremo come unamaggiore concertazione con il territorio po-trà forse aiutare. Le assicuro, essendo statacon il collega Comi ad un’assemblea aSarnano, che la popolazione è molto preoc-cupata e anche molto agitata – per usare uneufemismo -.

Credo che il ruolo che dobbiamo conti-nuare a svolgere in questi giorni sia quello diesercitare le funzioni della Regione, cioè ga-rantire soprattutto la massima trasparenzasull’operazione. Se questa è una cosa dipubblica utilità che avrà un ingombro il mino-re possibile, valutiamo se quella di Porta delRagnolo è l’unica soluzione fra le tante belleche esistono nel nostro territorio.

Quindi ciò che possiamo fare è continua-re quello che è già stato fatto, e per questoringrazio l’Assessore, e vigilare, dando so-prattutto la sicurezza ai cittadini che nullaverrà fatto in maniera non equa e senzaesplorare tutte le possibili soluzioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereMassi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI.Anch’io ringrazio l’Assessore per l’utile epuntuale ricognizione. Aggiungo poco aquello che ha detto la collega Benatti, per-ché anche non sentendoci tra colleghi di

diversi orientamenti ci siamo accorti di aversollevato le stesse perplessità.

E’ veramente una lotta tra i luoghi più bellidelle Marche, e aggiungo, tra i luoghi piùcapaci di attrarre investimenti e movimentoturistico.

Accolgo positivamente i risultati di tutti irilievi fatti per quanto riguarda le emissionielettromagnetiche, a quanto pare non c’è unproblema di nocività per la salute – non sonoun tecnico, ma mi pare che sia di una fre-quenza bassa –, però è forte l’altra preoccu-pazione, cioè che è una struttura che co-munque va a colpire un luogo particolar-mente significativo del nostro ambiente –nella comunità di Sarnano, per l’appunto unodi questi luoghi, la preoccupazione è proprioquesta – dove per la sua bellezza ogni anno,sia nella stagione invernale che in quellaestiva, vanno migliaia di turisti.

C’è stato un parere, Assessore, favore-vole e tecnicamente completo della Provin-cia, poi Assessori provinciali sguinzagliatiad arte – non mi prendete per uno che vuolefare polemica spiccia – hanno detto di no,che forse si erano sbagliati, allora sono tor-nati indietro.

Se è vero che questo intervento vienearchiviato ne sono ben lieto, ma ritengo cheil Comune sia stato coinvolto con una gran-de ingenuità. E’ chiaro che oggi di fronte aqueste cose si dice al Sindaco “avrai grossivantaggi da questo” e molti Sindaci con l’ac-qua alla gola, che noi conosciamo, tantevolte accettano questa posizione.

Mi auguro che a Sarnano questo inter-vento non si faccia, anche se mi rendo con-to che tecnicamente e scientificamentequesta è una struttura che serve. Quindi siriveda tutta la situazione e si scelga il luogo;certo so che occorre in montagna e chedeve avere una posizione particolare, macerchiamo di non colpire l’economia locale,perché soprattutto – lo diciamo spesso an-che qui – questo nell’entroterra ci interessa.

L’entroterra vive di flusso turistico tuttol’anno quindi bisogna assolutamente soste-nere queste comunità.

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PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereComi.

Francesco COMI. Vorrei aggiungere solopoche cose alle considerazioni fatte.

Innanzitutto credo che il compito su cuidovremmo essere impegnati tutti ogniqualvolta si cerca di realizzare un impiantoche ha un valore strategico e scientifico ri-conosciuto, sia quello di esercitare la nostrafunzione politica e istituzionale non per crea-re allarmismi, ma per fare un’adeguata infor-mazione.

Tutti conveniamo sul fatto che siaun’opera di valore strategico e scientifico, dicui c’è un’imprescindibile urgenza che ser-virà a fronteggiare il prossimo futuro e ascongiurare i rischi di frane, alluvioni, amonitorare il territorio, le piogge, la neve, lepolveri sottili, a svolgere funzioni di anemo-metro.

Tutti siamo concordi su questo, ci tengoa ribadirlo, perché non dobbiamo dire unragionevole no, utilizzando un qualsiasi ar-gomento, ad un’opera strategica sul territo-rio. Sono stati utilizzati argomenti pericolosi,ad esempio, che questa sia un’opera dan-nosa per la salute. Chi politicamente haavallato questo tipo di iniziativa, che sia dicentro-destra o di centro-sinistra, ha sba-gliato e noi dobbiamo avere il coraggio didirlo.

Nel merito della scelta è ragionevole lacontestazione, alla quale anch’io mi sonoassociato subito, di scegliere un luogo diver-so, ma non perché quella sia semplicemen-te un’area di valore paesaggistico e ambien-tale strategico in quanto riconosciuto dachissà chi. La Regione Marche, per esem-pio, nello strumento di programmazione re-gionale (Ppar), ha riconosciuto che quella èun’area di eccezionale valore e pregio pae-saggistico, contestualmente ha investito al-cuni anni fa proprie risorse per riqualificarein quell’area l’unico impianto nel centro Italia,che è il più qualificato e importante per lo scida fondo.

Quindi la Regione Marche ha investito in

quella direzione e oggi individuare lì un’operache non è dannosa per la salute, ma checompromette quel giudizio di valore e quellavocazione turistica, sarebbe un errore.

Al tempo stesso credo che occorra an-che distinguere i ruoli e le responsabilità. LaGiunta regionale non ha lavorato contro ilterritorio; ho sentito imputare all’AssessoreCarrabs o al Presidente Spacca chissàquali responsabilità.

Ha fatto bene l’Assessore Carrabs achiarire che la Regione Marche ha svoltouna funzione di supporto tecnico rispetto aduna competenza che era della Presidenzadel Consiglio.

Bisogna riconoscere all’AssessoreCarrabs e al Presidente Spacca il merito diaver ricevuto la rassicurazione del diparti-mento della Protezione civile sul fatto chemai, sia pure non ne siamo competenti,sarà realizzata un’opera contro il volere delterritorio.

Quindi se questa iniziativa fosse andataavanti non sarebbe stato per iniziativa dellaRegione, ma perché il Comune e la partetecnica della Provincia nella Conferenza deiservizi davano parere favorevole. Laddovenel pesarese avevano dato parere negativola Regione Marche non aveva avuto nessundubbio nel superare la scelta.

Oggi, ricevuto il parere contrario dellaProvincia, dell’Ente parco, dei Comuni vicini,dove lo stesso Comune di Sarnano si èdiviso ricevendo su quella proposta 8 voti afavore e 8 voti contro, non resta che indivi-duare un’altra sede. Su questo però, dandoper scontato che sia un passaggio oramaisuperato, serve la collaborazione istituzio-nale di tutti i soggetti affinché si individui illuogo adatto per un’opera strategica escientifica per il territorio, un’opera che ser-virà a congiurare rischi come quello che c’èstato ad Osimo o l’emergenza dichiarata adAscoli.

Quindi tutti dovremmo fare la nostra par-te soprattutto in collaborazione e non in con-trasto con il territorio, così come era acca-duto per la scarsa lungimiranza di un’ammi-

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nistrazione comunale che aveva badatosolo a rivendicare maggiori risorse a dispet-to di un consenso che non aveva.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. A questo punto, essendoormai mezzogiorno, riterrei di rinviare le no-mine, perché diventa urgente discutere dellaSadam, posponendo la legge sulle politicheabitative per la quale dobbiamo tecnicamen-te dare tempo almeno fino alle ore 13,00 pereventuali emendamenti.

Mozione n. 241dei Consiglieri Brandoni, Procaccini, Binci“Situazione dello zuccherificio di Jesi”

Mozione n. 240dei Consiglieri Mammoli, Badiali, Benatti“Situazione azienda di Jesi”

Mozione n. 71del Consigliere Lippi“Crisi industriale conseguente la con-trazione della superficie coltivata a bar-babietola”

Mozione n. 22del Consigliere Viventi“Crisi del settore bieticolo-saccarifero”

(abbinate)(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recale mozioni n. 241 dei Consiglieri Brandoni,Procaccini, Binci, n. 240 dei ConsiglieriMammoli, Badiali, Benatti, n. 71 del Consi-gliere Lippi, n. 22 del Consigliere Viventi,abbinate.

La discussione è aperta. Ha la parola laConsigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. La risoluzione che oggiabbiamo presentato, che raccoglie le firme

di tutto il Consiglio regionale, per i noti avve-nimenti che sono accaduti in questi giorni, èdiversa da quella che avevamo presentatoqualche giorno fa.

Martedì scorso l’Assessore e alcuni Con-siglieri sono andati a Roma per un incontrocon il Ministero che doveva essere risolutivoe chiarificatore di una situazione che negliultimi giorni era diventata estremamenteconflittuale e drammatica. In questo incontroè emersa una scelta che nei confronti delterritorio, nei confronti dei lavoratori del-l’azienda e del settore economico dellostesso territorio, rappresenta una fortissimadrammaticità.

Probabilmente chi non vive quel territorioe non conosce la storia di questa azienda, diquello che ha rappresentato nella realtà ter-ritoriale, forse potrebbe pensare che i termi-ni che sto usando siano un po’ eccessivirispetto a ciò che è accaduto, ma in realtàquesto è.

E’ un’azienda che da circa 70 anni è pre-sente nel territorio di Jesi e della Vallesina,un’azienda che si è spostata determinandoanche una scelta e una riqualificazione ur-banistica forte all’interno della città. Infatti dalprimo nucleo originario di dove era collocataquesta azienda si è spostata in un’altra areaagricola più confacente per il suo sviluppo. Ilfatto che si siano succedute varie genera-zioni – perché nell’arco di 70 anni sono statisempre padri e figli che hanno lavorato all’in-terno di questa azienda – testimonia quantola sua chiusura sia una ferita aperta all’inter-no del territorio.

Da quanto mi hanno detto le stesse as-sociazioni agricole e da quanto ci è datovedere, la stessa caratterizzazione del terri-torio agricolo subirà delle modifiche.

Nessuno rimane ancorato al passato, aquello che vedevamo in termini retorici o diaffetto, si deve guardare al futuro perchéquesto deve essere, questo è il compitodella politica, però non possiamo non tenerconto di quanto rappresenti la chiusura que-sta azienda dal punto di vista del paesaggioagricolo e delle colture agricole.

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Gli imprenditori agricoli dicono, vista lasoluzione finale in quanto la parte economi-ca interessa di più di quella relativa al futuroo al mantenimento di un paesaggio agricolo,che questa coltivazione rende i terreni moltopiù fertili per altri tipi di coltivazioni.

Al di là di tutto questo e di quanto siaimportante questa azienda all’interno del ter-ritorio per i motivi che ho illustrato, quelloche oggi è estremamente grave, visto quan-to è successo a Roma, è il fatto che unagrande mole di lavoratori, sia nel settoreimpiegatizio, sia nel settore lavorativo vero eproprio, sia nel settore del trasporto, sia la-voratori a tempo determinato o avventizi,quindi un numero enormemente forte di la-voratori, rischiano non solo di vedere estre-mamente incerto il loro futuro, ma una partedi questi rischia di vederlo nero. Perché oltreai lavoratori a tempo indeterminato c’è tuttoun indotto estremamente forte; si è parlatodi 5 mila famiglie, ma forse sono anchetroppe perché in questi giorni i numeri giranoun po’ in tutte le maniere, ma sicuramenteuna parte estremamente importante di fami-glie della comunità della Vallesina ruota in-torno a questo.

Così come il trasporto, così, ripeto, comel’indotto in quanto tale, quindi non soltantochi andava ad aiutare il lavoro agricolo o chifaceva la campagna dello zuccherificio. An-che su questo la storia ci dice tante cose, adesempio tanti studenti universitari facevanola campagna dello zuccherificio perché conquei due o tre mesi d’estate si pagavano glistudi per tutto l’anno.

Questo è quello che rappresenta tale re-altà nel nostro territorio, al di là del ricordo edell’affetto che ognuno di noi può avere.

Quello che è successo in questa vicendadi altrettanto grave, oltre al discorso di carat-tere economico, storico o ambientale, è cheper la prima volta nel territorio della nostrarealtà è avvenuto uno strappo sociale chenon ha visto situazioni uguali in altri momen-ti, anche se non è la prima volta che ci sonocrisi aziendali – anche se qui non c’è unacrisi aziendale –, non è la prima volta, pur-

troppo, che certe industrie hanno dovutochiudere. Ricordo la storia della Sima, an-che quella era un’industria storica iesina cheaveva tantissimi lavoratori, ma ricordo an-che per quanto tempo le forze politiche,l’amministrazione comunale, l’impresa si si-ano confrontati perché si potesse trovaresoluzioni di carattere diverso.

Qui è avvenuta, invece, una cosa assolu-tamente diversa, cioè l’azienda venti giorniprima comunica, prima alle forze politiche –almeno a quelle che non lo sapevano -, poialle Istituzioni e soprattutto ai lavoratori, lachiusura e che non c’erano possibilità alter-native, dopo che per quattro mesi da partedei sindacati interni era stato richiesto unconfronto con l’azienda stessa per verificarela possibilità di ulteriori assunzioni.

E’ avvenuto uno strappo sociale non sol-tanto tra le Istituzioni, il territorio e l’azienda,ma anche tra le associazioni agricole che sisono accusate l’una con l’altra di aver per-messo che l’azienda venisse chiusa.

E’ avvenuto uno strappo sociale anchetra gli agricoltori e gli operai, in quanto que-st’ultimi accusano gli agricoltori del territoriodi far trovare i lavoratori senza lavoro.

C’è un altro strappo sociale tra gli stessioperai, tra quelli che lavoravano nello zuc-cherificio e quelli che lavorano nellaTurbogas. Perché ciò che è stato propostodal Sindaco di Jesi – forse l’unica arma diricatto (termine brutto, ma questo è) cheancora rimane in mano – significa che altri20 operai rischiano di perdere il posto dilavoro. Quindi c’è un contrasto anche all’in-terno degli stessi lavoratori.

C’è anche un contrasto tra le Istituzionidello stesso colore politico. L’abbiamo lettosui giornali, non è un segreto, c’è uno scari-ca barile, un accusarsi l’uno contro l’altroperi non aver fatto ciò che era possibile fare.

Purtroppo c’è stato anche, e questo èmolto grave, un contrasto tra la cittadinanzae la politica, per il fatto che soprattutto ilavoratori speravano che la politica potessefare di più.

C’è un concetto di politica disarmata, di

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una politica che di fronte a leggi e proposteche arrivano da altri settori non ha la possibi-lità di intervenire, o peggio, di una politicache nel momento in cui accetta – parlo dellivello nazionale – certe decisioni ha unavisione tipicamente settoriale, vede il van-taggio della specifica situazione e non vedelo svantaggio di una situazione che è moltopiù generale.

C’è anche un’altra situazione, cioè che ilavoratori hanno trovato umiliante il fatto chealcuni soggetti se ne sono andati portando acasa qualche cosa – io direi, portando acasa molto – ed altri stanno lì che ancoranon hanno portato a casa niente e non si sase neanche se porteranno a casa la conti-nuità del posto di lavoro. Questa è la cosapiù grave di tutti.

C’è ora una domanda che ci facciamo.Dopo la dismissione di alcuni zuccherifici –questo anche il Sottosegretario lo ha dettodavanti a tutti – sono avvenute delle situazio-ni tali per cui si decide che lo zuccherificio diJesi si deve dismettere. Però la Sadam diJesi a detta di tutti – l’Assessore Petrini erapresente insieme a me e agli altri colleghi –è uno dei zuccherifici all’avanguardia nel ter-ritorio nazionale, sia per gli investimenti fatti,sia perché attorno ci sono anche altre situa-zioni industriali o energetiche, tipo laTurbogas o l’impianto di cromatografia cheè stato fatto poco tempo fa ed è costato 25milioni di euro. Questo, appunto, perché do-veva diventare un comparto industriale rela-tivo alla lavorazione della barbabietola dazucchero e altri prodotti, che consentisseuno sviluppo addirittura rispetto a questo.

Bene, allora la domanda possiamo an-che immaginarcela, in quanto ci si chiede,perché rimane quello di Termoli, anche se èvero che è garantito con finanziamenti adhoc – su questo forse una valutazione biso-gnerà farla, non possiamo dare finanzia-menti che l’Europa li dà in un senso e noi lidiamo nel senso contrario –, o viene mante-nuto, almeno per ora, lo stabilimento di SanQuirico?

Le possibilità finanziarie delle leggi euro-

pee, che si garantiscono agli agricoltori perla dismissione del comparto agricolo, un fi-nanziamento maggiore di quanto potrebbe-ro avere se continuassero a coltivare quelcomparto, sono uguali per tutti, non sonoper le Marche sì e per il Veneto o l’Abruzzono.

Quindi qui qualche cosa che non funzio-na, c’è qualche cosa che ci fa temere cheancora una volta si sia giocato nei confrontidi questa regione o, se vogliamo essereancora più ingenui, del centro Italia; allorapensiamo che il nord è protetto perché ènord, il sud è protetto perché è sud e forse ilcentro Italia, se le motivazioni sono queste,è quello che alla fine ci rimette. Con questodiscorso non vorrei che alla fine ci rimettes-se la regione Marche, perché era l’unicozuccherificio per il quale era stato garantitoche doveva rimanere non soltanto all’internodella regione Marche, ma all’interno del cen-tro Italia. Quindi qualche cosa è successo esarebbe bene capire che cosa.

Al di là del dolore che ognuno di noi provaanche rispetto ad una sconfitta, perché taleè stata, l’impegno principale è verso chi inquesto momento è senza lavoro.

L’impegno che si chiede alla Regionecon questa risoluzione è che veramente cisia la riconversione, che per ora è solo unabozza generica che poco più di aria frittanon sa, perché credo sia la bozza che sipresenta in tutti gli zuccherifici che vengonodimessi.

So che ci sarà un incontro il 30 a cuil’Assessore Petrini sarà presente, quindi ènecessario che in questo incontro e in quellisuccessivi che abbiamo chiesto che avven-gano a livello territoriale perché il problemavero è qui, ci sia un forte impegno da partedella Regione. Un impegno non soltanto –anche se sappiamo che l’Assessore Petriniha fatto quello che ha potuto, ma sappiamoanche che gli agricoltori erano garantiti, nonci prendiamo in giro – nel settore agricolo,perché qui c’è anche il discorso del lavoro,c’è il discorso dell’industria.

Quindi serve un impegno forte di tutta la

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Giunta regionale e del Presidente affinchéquesta riconversione sia una riconversione,affinché non si mettano quelle quattro cifremesse in croce – perché nella bozza nonc’è niente di più – in modo da poter dire checomunque qualche cosa ci sarà.

Per questa situazione assolutamente ne-gativa forse ci sono due posizioni che cipossono aiutare, una è che non ci sarannole difficoltà che ci sono state a Fermo pertrovare il sito per la riconversione, perchél’area è quella e lì si può fare, l’altra è che ildiscorso della Turbogas sia legato ad unmantenimento di attività lavorative, altrimentinon ha giustificazione, e soprattutto che perla Turbogas ci sia una nuova convenzione enaturalmente i controlli, e la fideiussione chevolevano mettere sugli agricoltori la si mettasull’industria per il mantenimento della stes-sa.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereLippi.

Leonardo LIPPI. Nel 2006 ho presentatouna mozione sulla presenza nel compartobieticolo-saccarifero di un’azienda che èstata la prima a subire le forti riduzioni diquesto comparto. Mi riferisco all’aziendaBarigelli e Ciccarelli di costruzione macchi-ne per la raccolta di bietole. Questa aziendaoggi vive un forte e serio momento di crisi,perché 80 dipendenti sono in cassa integra-zione e il 17 febbraio scadranno i termini delprimo anno e addirittura non c’è un’ipotesi,perché il concordato preventivo si chiuderàa marzo sul tavolo del giudice, quindi questilavoratori verranno proprio abbandonati a sestessi. Il tavolo regionale sta lavorando pergarantire questo gap, cioè il poter assimilarequesto tipo di cassa integrazione a casi ec-cezionali, come è già stato fatto per ilcomparto calzaturiero.

Chiedo con forza a questo Consiglio latutela di questi dipendenti perché è un pro-blema serio, e soprattutto perché vengadata l’opportunità a quelli che rimangono,che costruiscono un progetto per il futuro, di

riconvertire questa azienda in azioni alterna-tive.

Ci sono stati già contatti con il dirigenteCosta e con l’Assessorato che hanno pro-getti innovativi per dare opportunità di lavoroa questi dipendenti, che sono altamentequalificati in quanto metalmeccanici conun’alta specializzazione. Sarebbe un pec-cato perdere nel settore questo patrimonio.

L’altro aspetto è che l’Europa, di tutte leprevisioni per l’azzeramento di produzionesul nostro territorio nel 2010, ha dato soste-gno a tutte le iniziative tranne ai costruttori dimacchine, e questo è assurdo. L’Assessorene è a conoscenza e purtroppo noi siamoinermi.

Di fronte a questo il Ministero dell’agricol-tura ha tentato di portare il problema anche alivello europeo, però a tutt’oggi l’unica azien-da produttrice, che era tra le tre aziendeleader mondiali – una è in Germania e l’altranegli Stati Uniti – è rimasta sola e senzaalcun contributo nella riduzione delle quotedi zucchero a livello europeo.

Mentre la Germania ha dato sostegno aipropri produttori di macchine per farli pene-trare sui mercati esteri (ucraini, russi o del-l’est europeo) e li ha affiancati con iniziativedi garanzia, la nostra politica non ha fattoaltrettanto con un’azienda nazionale alta-mente qualificata che competeva sui mer-cati internazionali contro i colossi tedeschi estatunitensi. I produttori statunitensi aveva-no dalla loro parte il dollaro che li favoriva perla penetrazione dei mercati, perché con undollaro che è molto più basso rispettoall’euro è facile fare operazioni di marketing,quando il 25-30% in meno dei costi neces-sari o dei prezzi di vendita sul mercato inter-nazionale è favorito automaticamente sen-za bisogno di ulteriori garanzie.

Questo settore, quindi, ha fatto la primavittima, adesso susseguono, insieme aglizuccherifici, altre vittime del lavoro di tutti icomparti, perché parliamo di operai e di fa-miglie che vivono con un reddito legato, ap-punto, a tale comparto.

È necessario che come politica, in forma

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unitaria e coesa, diamo una forte risposta ditutela alle classi operaie che necessitano diammortizzatori sociali, ma anche di tutelaagli imprenditori che devono riconvertire egarantire un processo per continuare a dareopportunità di lavoro.

La scelta di non essere autosufficientisullo zucchero è una scelta che l’Italia hafatto, contrariamente alle altre nazioni euro-pee, però se l’economia non risponde a cer-te logiche, riteniamo che la qualità del pro-dotto e la garanzia che arrivi nelle nostretavole, da domani sarà tutto completamenteestero e proveniente da altre fonti.

La non autosufficienza della nostra na-zione nei settori energetici, alimentari e altri,ci porterà domani ad essere veramente adisposizione di tutti i mercati mondiali e nonavremo più nessun potere di garantire l’au-tosufficienza per i nostri cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBadiali.

Fabio BADIALI. Non voglio fare lacronistoria dell’importanza che rivestiva lozuccherificio Sadam di Jesi sul territorio del-la Vallesina e su tutto il territorio provinciale eregionale – l’ha fatto già bene la ConsiglieraMammoli che mi ha preceduto – così comeerano importanti anche gli zuccherifici chec’erano sia nella città di Fermo che nellacittà di Fano.

Pensavamo che lo zuccherificio di Jesi,l’unico rimasto in piedi nell’Italia centrale, po-tesse avere una vita più lunga e questo pur-troppo non è avvenuto. Nell’incontro di mar-tedì scorso a Roma, a cui ho partecipatocon la delegazione del Consiglio regionaleinsieme con l’Assessore Petrini, la situazio-ne è degenerata e non ci sono più le condi-zioni affinché lo zuccherificio possa rimane-re.

Avevamo presentato una mozione cheabbiamo anche corretto nella riunione deiCapigruppo per adeguarla all’incontro dimartedì, ed oggi presentiamo una risoluzio-ne, ma con obiettivi diversi, che non sono

più quelli della salvaguardia dello zuccherifi-cio – ormai abbiamo perso una battaglia – ,ma quelli della riconversione.

Abbiamo perso una battaglia sicuramen-te impari, perché quando la Comunità euro-pea decide, anche con l’accordo ab tortocollo del Governo nazionale, di finanziare ledismissioni di un prodotto come quello dellabarbabietola, nessuno può raggirare il risul-tato perché la parte economica è più forte diqualsiasi altra questione. Sicuramente dob-biamo essere attenti all’economia, ma dob-biamo stare anche attenti e solerti alle sceltepolitiche.

Quindi anche la politica in questa situa-zione doveva fare meglio la sua parte, eparlo di tutti perché questo è un problemagenerale che va dalla destra alla sinistra, dalGoverno nazionale alla Comunità europea.

Per fortuna su questo problema non c’èstata nessuna divisione politica in quantotutte le forze politiche istituzionali (locali,provinciali, regionali) hanno concordato ditenere la stessa linea e la stessa difesadello zuccherificio.

Non ci siamo riusciti, come dicevo, quindiora dobbiamo girare pagina e parlare di ri-conversione con le risorse messe a disposi-zione dalla Comunità europea.

Nella nostra regione arriveranno oltre 100milioni di euro, che per una buonissima par-te saranno per l’industria Sadam, 65-70 mi-lioni, 30 milioni circa per gli agricoltori, piùaltre risorse che ora non ricordo per checosa. Di queste risorse dobbiamo esseregaranti affinché vengano spalmate sul terri-torio e per tutte le parti sociali interessate,innanzitutto per i dipendenti dello zuccherifi-cio. Questi dipendenti erano circa 200 traquelli fissi e quelli che lavoravano per diecimesi – che possiamo considerare fissi per-ché sono 35 persone –, inoltre c’erano 250stagionali, che possono sembrare una cosairrisoria, ma che per il territorio erano unaricchezza, perché soprattutto per ragazzistudenti poter lavorare quattro mesi l’annoera sicuramente un sostegno per le fami-glie.

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Inoltre dobbiamo salvaguardare anche gliartigiani che lavoravano per il compartosaccarifero, quelli che producono o aggiu-stano le macchine o altro.

Poi ci sono anche i trasportatori delleaziende che lavoravano per 3-4 mesi per iltrasporto delle barbabietole.

Questa risorsa che la Comunità europeaha messo a disposizione nel togliere un set-tore importante come quello della barbabie-tola nella nostra regione, deve essere vistasì come una risorsa, ma che dobbiamo riu-scire a spalmare in maniera giusta ed equasulle figure di cui ho parlato poc’anzi.

Sicuramente per questa trasformazionene rimette anche l’immagine dell’agricolturadelle nostre colline, perché non ci sarannopiù i campi di bietole, ma altre colture. E’vero che la trasformazione è necessaria eche deve andare avanti, ma che ci sia ancheil giusto equilibrio.

Chiedo che la Giunta si faccia carico diquesta riconversione in maniera seria, met-tendo in piedi tavoli a livello regionale. Quellodel 30 gennaio a Roma va bene come par-tenza, ma poi che ci siano i tavoli a livelloregionale in cui la Regione dovrà essere laparte attiva di tutta questa riconversione.

La riconversione potrebbe essere fattasia per quanto riguarda l’agro-alimentare,sia per il biodiesel – non so quale sia l’idea –, ma potrebbe essere anche per industrie dialtro genere.

Quindi occorre garantire da una parte lacontinuità con il mondo agricolo di questagrande impresa e dall’altra, se l’occupazio-ne non è sufficiente a garantire questo, tro-vare una forma di investimento industriale.

L’impresa Maccaferri, una potente azien-da nazionale che ha avuto nel tempo la lun-gimiranza di riconvertire, di cambiare, modi-ficare, diversificare la sua produzione, deveessere messa nelle condizioni di stare at-tenta anche a livello regionale e in questaazienda che è a Jesi. Perché Jesi ha datomolto all’industria della produzione di zuc-chero, e soprattutto anche alla Turbogas,questione che ha lacerato per diverso tem-

po il territorio e l’istituzione jesina, sulla qua-le si è arrivati ad un compromesso equo egiusto in quanto la Turbogas è in funzione.Comunque che questa venga agganciata,come dettava l’articolo 19 della convenzio-ne, alla procedura successiva che laSadam dovrà presentare, che noi come Isti-tuzione, insieme al Comune, alla Provincia ealle forze sociali, dobbiamo cercare di ga-rantire in quel territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il presidenteSpacca.

Gian Mario SPACCA. Intervengo a que-sto punto della discussione per informarel’Assemblea delle molteplici iniziative che laGiunta regionale ha intrapreso ed anche perorientare il dibattito in proposito. Condividen-do comunque tutte le riflessioni e le argo-mentazioni che sono state fin qui prodotte elo spirito della risoluzione che il Consiglioregionale si appresta ad approvare. Un attoche impegna seriamente la Giunta regionalea trovare delle soluzioni orientate alla salva-guardia dei 170 posti di lavoro a tempo inde-terminato e dell’indotto, così come è emersonegli ultimi interventi.

Su questo ci siamo mossi da subito –questo anche in contrasto con alcune infor-mazioni che sono circolate soprattutto sulterritorio – e da parte del Presidente delGruppo Eridania c’è stata anche una forma-le risposta ad una lettera che era stata sotto-posta alla sua attenzione da parte mia.

Vorrei dare lettura di tale lettera perché inqualche modo risponde ad alcune delle pre-occupazioni che qui sono emerse e che cidà anche il sentiero da percorrere in questorapporto tra la proprietà e l’Istituzione regio-nale finalizzato alla risoluzione del problemapiù importante, quello della salvaguardia del-l’occupazione e dei posti di lavoro.

“Egregio Presidente, in riscontro la Sualettera pervenutami, relativa alla situazionedello zuccherificio di Jesi, tengo innanzituttoa precisarle che la decisione di chiuderel’attività saccarifera presso tale impianto –

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decisione particolarmente grave e sofferta,ma purtroppo irreversibile – trova la princi-pale motivazione nell’insostenibilità econo-mica, destinata ad accentuarsi sempre dipiù nei mesi e nei prossimi anni, derivantedalla impossibilità di garantire una adeguatadisponibilità di materia prima.

Nell’ultimo periodo le conseguenze dellariforma comunitaria del settore saccarifero,unitamente alla previsione di specifici e rile-vanti incentivi economici per i bieticoltori chedismettono l’attività, hanno comportato unaprogressiva riduzione della superficie dellaregione coltivata a bietole.

Le stesse organizzazioni agricole, al di làdelle manifestazioni esteriori, non sono ingrado di sottoscrivere impegni attendibili peril rilancio della filiera in un’ottica di medio elungo termine, in quanto anch’esse consa-pevoli che, tenuto conto delle rese produttivedelle Marche e del venire meno degli aiutiaccoppiati, la bietola è destinata ad esseresempre meno remunerativa, sia in assoluto,sia in comparazione con le colture concor-renti”.

Fin qui ci sono quegli elementi emersianche nel dibattito.

“La cessazione dell’attività saccariferanon significa, tuttavia, il venire meno degliimpegni del Gruppo Maccaferri – e mio per-sonale – per quanto concerne la nostra pre-senza industriale nella regione Marche e legaranzie che siamo pronti ad offrire perquanto attiene i livelli occupazionali.

Di ciò ritengo che abbiamo data testimo-nianza con l’accordo di riconversione dellozuccherificio di Fermo, e anche per Jesiintendiamo percorrere il medesimo iter insede istituzionale e sindacale, ferma restan-do la permanenza sul sito industriale delleattività di confezionamento e commercializ-zazione di zucchero, nonché di importantiservizi di sede svolti per tutto il Gruppo.

In questa prospettiva ritengo che la pre-senza della centrale di cogenerazione costi-tuisca il presupposto fondamentale su cuiincardinare la riconversione industriale del-l’area, riconversione sulla quale il nostro

Gruppo è pronto a reinvestire proprie risorsefinanziarie ed a prevedere nuove opportunitàper gli agricoltori marchigiani nell’ambito del-lo sviluppo delle filiere no-food.

Di tutto ciò avrò piacere di relazionarlepersonalmente, pertanto accolgo la Sua ri-chiesta di incontro per la quale mi rendodisponibile con l’urgenza da lei richiestami”.

In proposito è stato previsto l’incontro conil Presidente Maccaferri nella giornata di lu-nedì prossimo.

Quindi ci avviamo a cercare delle solu-zioni che siano compatibili su una logicaconcreta che abbia a riferimento un pianoindustriale del Gruppo e che corrisponda alprincipale problema che abbiamo e chedobbiamo risolvere, cioè quello di garantirel’occupazione dei 170 lavoratori dellaSadam Gruppo Eridania di Jesi e la salva-guardia dell’indotto che aveva come riferi-mento lo Zuccherificio di Jesi.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCapponi.

Franco CAPPONI. Intervengo su questaquestione con un rammarico, cioè che tuttaquesta operazione sia arrivata nei tavoli delConsiglio regionale in modo improvviso edimprevisto.

Ritengo che su questo ci sia una respon-sabilità da parte del Ministero, soprattutto delMinistro De Castro, per non aver previsto leripercussioni, a seguito delle trattative deltavolo europeo della riforma degli Ocm tracui quella dello zucchero, che si sarebberodeterminate nel territorio di questa regioneche aveva già dato con la soluzione, o la nonsoluzione ancora avvenuta, a Fermo.

Dalle valutazioni che abbiamo fatto dicia-mo che siamo del tutto impossibilitati a dareun sostegno e una soluzione alla crisi per-ché è una cosa che deriva da scelte comu-nitarie, però quello che dobbiamo fare deveessere fatto in modo puntuale, preciso e nonlasciato al caso.

Questa lettera di Maccaferri, Presidente,non risolve quasi nulla della problematica

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che si è generata nella situazione che abbia-mo oggi.

Certamente la bietola potrebbe esserenel tempo non più remunerativa per gli agri-coltori, ma bisogna guardare ai problemi le-gati alla riconversione produttiva di quelleaziende che hanno investito moltissimo perdedicarsi ad una coltura specializzata comequella della bietola.

C’è il discorso di tutti i settori collegati –che altri colleghi hanno esaminato – che nonvengono toccati dalla riconversioneaziendale della Sadam. Ci sono tutti gli arti-giani, i trasportatori, quindi in sostanza c’èun impoverimento in questa regione dellapresenza industriale o dell’agro-industria,che è una cosa che non dobbiamo sottova-lutare.

Chiudendo pian piano tutte le industrie ditrasformazione, con la crisi del settoredell’ortofrutta del sud delle Marche o con lacrisi bieticolo-saccarifero, stiamo impove-rendo enormemente questa regione. Tral’altro stiamo determinando una specie didesertificazione con una riduzione dellapossibilità che il mondo agricolo possa es-sere ancora un settore primario e trainantenon solo per se stesso ma anche per l’eco-nomia indotta.

Quindi ritengo che la soluzione non deb-ba essere solo quella di guardare al proble-ma Jesi, che sicuramente è primario perchéci sono 170 lavoratori, gli stagionali e altro,ma non è sufficiente.

Penso che l’intervento della Giunta non sidebba limitare soltanto a questa attenzioneverso il Gruppo Maccaferri che, tra l’altro, haanche altri interessi nelle Marche che proba-bilmente sono sostenuti da questa maggio-ranza – è così che a noi risulta –.

Noi gradiremmo che queste cose sianomolto più evidenti e che non siano criptiche,che non siano accordi fatti ad personam.Vorremmo che questa crisi venga mostratain pubblico, che le soluzione vengano resetrasparenti, perché non vogliamo agevolarenessuno e soprattutto vogliamo stare attentiai settori più deboli che vengono fortemente

penalizzati. Non è certamente l’industriasaccarifera che si trova tra i perdenti in que-sta rivoluzione che è stata prodotta dallariforma dell’Ocm zucchero.

Cosa sottende l’intervento del gruppo diForza Italia, ma penso anche di tutto il Con-siglio regionale? Che la Giunta operi ad unvero e proprio piano straordinario che tocchitutti i settori, come abbiamo fatto per altriche sono andati in crisi; parliamo del settoretessile, abbigliamento e calzatura dove ab-biamo fatto dei progetti straordinari per inter-venire, dove c’è stata anche una risposta,seppur non esaustiva ed ancora non suffi-ciente. Quindi diciamo che dobbiamo inter-venire con un programma che vada versotutti i settori.

Abbiamo strumenti come il Por, il Psr, ilPap, ecc., che non contengono un esamedella situazione di questa crisi e che, invece,in una loro riformulazione, in una loro varia-zione e soprattutto nella emanazione deibandi, devono tenere conto di questa situa-zione che va assolutamente affrontata.

Quindi la nostra proposta alla Giunta, cheha gli strumenti e le professionalità, è quelladi proporre un piano di soccorso e di primointervento su tutti i settori collegati. In primisper i lavoratori, che però hanno degli istitutiche garantiscono per un minimo di tempo, epoi anche per gli altri settori per i quali non ègarantito nessun intervento in modo struttu-rale, ad esempio il mondo dell’artigianato e ilmondo agricolo.

Riteniamo che il tutto non dovrà esaurirsiin questa risoluzione che oggi più o menotutti condividiamo, ma si debba concretizza-re in un piano straordinario che deve formu-lare la Regione Marche. Questo è quello chechiediamo ufficialmente alla Giunta di que-sta Regione. Alla composizione di tale pianostraordinario vogliamo partecipare comeopposizione nelle sedi competenti e delega-te, che sono le Commissioni e il Consiglioregionale.

Questo ve lo chiediamo con forza, altri-menti la responsabilità ricadrebbe tutto sulvostro operato e certamente verrebbe meno

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questa disponibilità a collaborare e a dareindicazioni.

Per esempio per Fermo la soluzione nonè arrivata nei tempi previsti e prevediamoche anche per Jesi la soluzione non sia cosìsemplice data la complessità del compartoresiduale che era stato indirizzato, appunto,su Jesi. La crisi di Fermo aveva toccatomeno il settore dell’agricoltura, delle mac-chine agricole, dell’artigianato, ecc., perchéavevamo dirottato tutta la produzione suJesi, ora venendo meno Jesi significa che lacrisi che si apre è di una portata estrema-mente più grave di quella che prevedevamonell’anno precedente.

Pertanto chiediamo un impegno formaleall’Assessore all’agricoltura, abbiamo pre-sentato una risoluzione che secondo noitocca un po’ tutti questi aspetti, ma soprat-tutto chiediamo il coinvolgimento di tutte leforze politiche, sindacali, del mondo delleattività produttive e anche di tutti gli organi-smi che prevedono la partecipazione di tuttele forze politiche alla soluzione di questoproblema.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBrandoni.

Giuliano BRANDONI. Penso che da unavicenda drammatica come questa bisognasempre trarre, oltre che le necessarie capa-cità di soluzione, anche le lezioni che nevengono.

Intanto ce n’è una così macroscopica ecosì evidente che non dobbiamo dimentica-re. Ho ascoltato il Presidente Spacca ricor-dare che lunedì incontrerà i rappresentantidel Gruppo Maccaferri, credo che dovrem-mo aver imparato che questi incontri sonoutili, importanti, necessari, ma che dovrem-mo affrontarli sapendo che si è interrotto unrapporto fiduciario con questa azienda inquesto territorio.

Ho qui la delibera con la quale la Giuntaregionale e il gruppo Maccaferri determina-rono la soluzione della vicenda di Fermo edove ci sono le indicazioni e gli impegni che

oggi vediamo largamente disattesi e permolti aspetti giustificati e addossati a sog-getti altri. E’ vero che per tante questioniportano responsabilità, ma che non diminui-scono la responsabilità di scelte aziendaliche se giustificate dal punto di vista dell’ele-mento della singola azienda non ne valoriz-zano il senso e la responsabilità sociale cheoggi un’impresa moderna e di quelle dimen-sioni dovrebbe avere.

Quindi la prima questione riguarda il rap-porto con cui affronteremo questo confron-to, perché è chiaro che il “vedremo” e il“faremo”, cioè gli impegni che saranno sot-toscritti debbono essere largamente condi-zionati in questa trattativa dagli argomenti edalle capacità che la pubblica amministra-zione ha nel governare il territorio.

Il Sindaco di Jesi in tutta questa trattativaha fatto una scelta e ce l’ha indicata. Il colle-gamento con l’impianto di produzione ener-getica che si chiama Turbogas era in formaconsostanziale con tutta l'attività produttivadella Sadam in quel territorio. Oggi è unargomento notevole per affrontare quel con-fronto, bisogna che ritorniamo ai rapporti diforza.

Per alcuni aspetti credo che non siamostati capaci di esercitare in questo versanteuna adeguata risolutezza, credo che pote-vano esserci strumenti e argomenti per rap-portarsi con le rappresentanze del mondoagricolo per chiedere un impegno produttivoche pur anche dal punto di vista finanziarionon sia particolarmente redditizio, stavadentro un contesto di politica agraria regio-nale che avrebbe potuto indurre, attraversoun percorso di riflessione e di compensazio-ni, a scelte meno drastiche di quelle chehanno portato alla chiusura sic et simpliciternella giornata di martedì dell'impianto di pro-duzione saccarifera.

Potevamo trovare gli strumenti perchéalmeno quell'anno di tempo, cioè la stagione2008, consentisse un percorso, una rifles-sione, una individuazione di strumenti cheoggi, invece, stanno nel luogo dell'emergen-za e rischiano di demotivare anche chi in

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questa vicenda ha speso tanto impegno,tanta passione. Penso in primo luogo a queilavoratori dello zuccherificio che ci hannochiesto in tutti i modi di risolvere questasituazione garantendo la dignità del lavoroche sta prima di qualsiasi ammortizzatoresociale che sta prima di qualsiasi pacco disoldi che comunque soddisfa tutti. C'è unacomunità, c'è un territorio, c'è una riflessio-ne che in qualche modo fa premio alla fred-dezza delle cifre economiche.

In questo caso c’erano anche le scelte diun modello produttivo regionale che ci pote-va consentire una riflessione diversa con unanno di tempo.

La terza questione magari è più grande,ma comunque non dovremmo mai dimenti-carla, è quella che viene chiamata in questosettore Ocm, ma che in realtà sono gli ac-cordi delle organizzazioni internazionali chedecidono sulla vita e sulle scelte senzameccanismi democratici, senza meccani-smi di confronto, senza riflessioni su queiterritori.

Oggi anche da questo punto di vista vafatta un’ulteriore riflessione su quali azionipolitiche devono essere messe in campoper l'oggi e per il domani, perché rischierem-mo di trovarci in vari settori e in varie vicendesempre ad affrontare l'emergenza e in ogniemergenza le scelte dell'economia mange-ranno gli uomini, come diceva nella sua uto-pia un noto filosofo inglese diventato poisanto, Thomas Moore. Lui diceva che lepecore mangiano gli uomini, in questo casole produzioni cerealicole mangiano le barba-bietole, le barbabietole mangiano gli uomini,noi non abbiamo adeguatamente riflettutosu questo. Forse è il caso che da questavicenda traiamo anche questa riflessionequando andiamo a realizzare strumenticome il Psr, come i piani di produzione agri-cola nel nostro territorio e quando andiamo avotare i piani delle attività produttive comeabbiamo fatto poche settimane fa.

C’è una riflessione diversa che richiamail Consiglio e tutti noi a un impegno più atten-to e ad una iniziativa più adeguata.

Ritornando al merito che è altrettanto im-portante, credo che questo confronto con lasocietà, che la Regione ha fatto bene a chie-dere, debba essere fatto dicendo le cose inmaniera limpida. Ricordando a questa im-presa, che in questo territorio c’è e chiede dirimanerci, che le azioni che ha prodotto ne-gli ultimi tempi e le modalità con cui le haprodotte, che non sono assolutamente indif-ferenti se è vero come è vero che avevasottoscritto qualche settimana prima un ac-cordo con i bieticoltori e le organizzazionisindacali, siano un po’ diverse.

Un’impresa porta lavoro, ma i lavoratoriportano la dignità e rispetto a questo biso-gna avere la stessa assoluta attenzione.Quel rapporto fiduciario si è interrotto, cisono altre motivazioni perché quel confrontocontinui, ma sapendo che noi dobbiamochiaramente stare da una parte perché inuna fase come questa bisogna scegliere.Pertanto stare dalla parte del lavoro e dallaparte dei territori è un dovere di questo Con-siglio e forse un impegno per questa mag-gioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola l’AssessoreAscoli che ha chiesto di intervenire anticipa-tamente per impegni istituzionali.

Ugo ASCOLI. Credo che giunti a questopunto ci sia da pensare in modo moltopragmatico e molto operativo sul da farsi. E’chiaro che lo zuccherificio chiuderà ed èchiaro altresì che ci sono degli impegni chedobbiamo concretizzare su questo territo-rio. Del resto le parole che ho ascoltato deltitolare del Gruppo Maccaferri parlavano diriconversione, di reinvestimento e di mante-nimento delle opportunità e dei livelli occu-pazionali. Quindi credo che sia da qui do-vremmo ripartire.

Però per poter concretizzare questiobiettivi occorre individuare sin da subito unpercorso molto chiaro, che deve passareprima di tutto per la tutela del reddito di tutticoloro che vengono danneggiati dalla chiu-sura dello zuccherificio.

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E’ stato già detto, non mi ripeto, ma do-vremo prendere in considerazione una tute-la basata sugli ammortizzatori sociali perchi ne ha diritto con integrazioni salariali,con ammortizzatori sociali in deroga per chiinvece non ne avrebbe diritto. Comunquesappiamo che possiamo contare sugli am-mortizzatori sociali in deroga per le aziendeartigiane, le piccolissime aziende, lo abbia-mo fatto già in passato per altri settori dellanostra regione.

La Finanziaria 2008 rifinanzia gli ammor-tizzatori sociali in deroga, quindi rientreran-no anche questi nella possibilità nostra ditutelare i redditi di chi è colpito da questavicenda.

Inoltre dovremmo mettere in campo an-che altri strumenti di carattere fiscale, dicarattere creditizio, per poter venire incontroai danneggiamenti subiti da piccole aziende,da piccole imprese e dagli autotrasportatori.

Quindi quello che dobbiamo fare è innan-zitutto una ricognizione che sarà il primocompito dei tavoli che metteremo in campotra Regione, Provincia e Comuni dellaVallesina. Una ricognizione su tutti i “danni”che il territorio e la comunità patisce a causadella chiusura dello zuccherificio, quindi in-dividuare per ognuno di questi problemi lestrumentazioni necessarie che ci sono eche dovremo attivare in parte con risorsenazionali e laddove ciò non fosse possibilecon risorse comunitarie e alla fine anchecon risorse regionali.

Le risorse ci sono, la volontà non manca,quello che conta allora è fare questo primoatto, una ricognizione nei tavoli, un percorsodi tutela e contemporaneamente un percor-so di reinvestimento. Dovremo aprire e chiu-dere una vertenza con l'azienda, come intutti i casi in cui aziende chiudono i battenti emettono in mobilità o in cassa integrazionepersone. Dovremo stringere – mi pare chel'aria che emerge dall'impegno del GruppoMaccaferri ci possa anche portare senzatroppe difficoltà a trovare un accordo – unimpegno con il Gruppo Maccaferri affinchési concretizzino investimenti e occupazione

in tempo utile, in modo tale che non passi unaltro periodo tra la tutela del reddito e il lavo-ro. Cioè dobbiamo traghettare le persone daun lavoro ad un altro, dobbiamo far diventarequesta crisi un volano di ripresa e di sviluppoper l'economia della Vallesina.

Questa non deve diventare un'occasionedi crisi sociale, tale sarebbe se registrassi-mo passivamente la perdita di posti di lavo-ro, di occupazione e di reddito per moltepersone, perché questo avrebbe un effetto aricaduta su tutta l'altra parte dell'economiaregionale in quanto meno redditi significanomeno capacità di spesa e meno capacità dispesa significa meno consumo, meno con-sumo si riflette in meno domanda e menodomanda si riflette poi in crisi delle aziendedella Valle e della zona.

Questo non deve accadere per cui dob-biamo traghettare, ripeto, dal lavoro al lavorole persone, dall'azienda all'azienda le azien-de.

Dobbiamo cogliere l'occasione, sia conl'agricoltura che con l'industria, per far di-ventare questa occasione un rilancio strate-gico dell'area verso investimenti che abbia-no una validità tecnologica elevata, chespingano verso la produzione di energia,che mettano in moto circuiti virtuosi con leaziende agricole e che consentano a questedi non perdere colpi e alla nostra economiadella Vallesina di non subire arretramenti.

Quindi ci sono motivi per poter pensarefin d’adesso a dei tavoli appositi che la Giun-ta organizzerà, che avranno a che fare con idiversi settori colpiti e che avranno a chefare anche con gli impegni sottoscritti dal-l’impresa e con le risorse comunitarie e sta-tali che la Regione potrà attivare.

PRESIDENTE. Comunico che è statadepositata una risoluzione a firma dei Con-siglieri Mammoli, Badiali, Bugaro, Lippi,Binci, Cesaroni, Santori, Viventi, Massi,Favia, Capponi, D’Anna, Romagnoli, Ciriaci,Giannini, Mollaroli, Ricci, Benatti e Ortenzi.

Ha la parola il Consigliere Cesaroni.

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Enrico CESARONI. Ho ascoltato con at-tenzione sia l’intervento del PresidenteSpacca che ha letto la lettera del titolare delGruppo Maccaferri, sia l’intervento dell’As-sessore Ascoli che ho apprezzato moltissi-mo per la buona volontà di mettere in campotutti gli ammortizzatori sociali che servonoper risolvere la grave crisi che ha causato lachiusura della Sadam.

Rispondendo al collega Badiali, dico chela prima sconfitta è della Vallesina che haperso molto a livello economico e sociale,perché la Sadam era veramente un volanoche portava ricchezza a Jesi e a tutta laVallesina.

Questa risoluzione che voteremo ogginon risolverà tutti i problemi perché è solo unimpegno di volontà.

Ora vorrei fare punto per punto su comepoter risolvere i problemi. Noi qui dobbiamodifendere 170 posti di lavoro a tempo deter-minato, ma non possiamo difendere 170 po-sti con la cassa integrazione, facendo per-dere reddito a questi lavoratori. Bisognereb-be risolvere il problema con un sistema diammortizzatori sociali in modo che i lavora-tori non debbano perdere parte dello stipen-dio, perché già hanno perso la sicurezza ela tranquillità!

Poi abbiamo un problema più grave, cheè quello dei 250-300 lavoratori stagionali,che avevano un reddito aggiuntivo con ilquale ci facevano conto molte famiglie.Questo è un problema molto più serio per-ché queste persone non hanno nessun dirit-to, ma purtroppo si ritrovano senza lavoro.Allora gli ammortizzatori sociali vanno rivoltisoprattutto a queste persone che hanno la-vorato all’interno della struttura per decennifacendo lavori stagionali. E’ un personaleche ha lavorato dieci mesi l’anno senza unposto sicuro, certo e garantito, che oggiperò bisogna tutelare.

Inoltre ci sono nella Vallesina tantissimiartigiani che lavoravano per la manutenzio-ne ordinaria e straordinaria dello stabilimen-to Sadam.

Abbiamo poi anche i trasportatori che

hanno sì un incentivo, però hanno investitoin macchinari adatti solo per il trasporto deibieticoli.

C’è poi il settore di chi lavorava nell’agri-coltura come conto terzisti per piantare eraccogliere le bietole. Anche questi hannoacquistato macchinari costosissimi e cheora si ritrovano senza lavoro con in più mac-chinari che non hanno più nessun valorecommerciale sul territorio. Questa è unacosa grave che è importante tutelare.

Nella realtà marchigiana abbiamo ungrande produttore di macchine agricole alivello europeo – lo ha detto prima il Consi-gliere Lippi – che da qualche anno ha grandidifficoltà, cioè da quando a seguito di accor-di europei c’è stata in Italia la riduzione dellaproduzione di bietola. Quindi noi abbiamo ilcompito di tutelare i lavoratori di questaazienda e dobbiamo fare in modo che lastessa possa essere riconvertita come fa-remo per la struttura Sadam. L’AssessoreAscoli parlava degli ammortizzatori sociali,noi chiediamo che per questa azienda sipossa continuare con la cassa integrazionein scadenza a marzo 2008 e si cerchi ditrasformarla in altro indirizzo produttivo.

Per quanto riguarda gli agricoltori, è veroche oggi il mercato della bietola non è piùremunerativo, ma qui abbiamo agricoltoriche lavoravano con i conto terzisti e chepiantavano bietole, e questo fa un contoeconomico, poi abbiamo agricoltori che sierano organizzati all’interno dell’aziendaagricola con mezzi propri, e questi hannouna perdita, perché per fare bietola nonc’era solo un produttore, ma una organizza-zione aziendale. Quindi dobbiamo interveni-re per queste aziende che si erano organiz-zate per fare tutti i lavori sulla bieticoltura,aziende che hanno comprato macchinariche oggi non servono più o che hanno persovalore.

Pertanto se vogliamo intervenire e tocca-re tutti i settori questi sono quelli più impor-tanti che vanno tutelati, perché noi non pos-siamo tutelare solo l’Eridania che dallaVallesina e da Jesi ha già preso moltissimo.

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Noi gli abbiamo concesso la centraleTurbogas che ogni hanno porta ricchezza aquell’azienda, e questa è una centrale chedoveva essere a sostegno di quello stabili-mento per sempre, e anche se ora sonovenute a mancare le bietole e verràriconvertito, rimarrà sempre a sostegno del-lo stabilimento.

Il Gruppo Maccaferri non può venire qui edire "facciamo la riconversione". Perché in-nanzitutto i 70 milioni di euro che prende perla dismissione della produzione di zuccheroli dovrebbe reinvestire, oppure per questiinvestimenti si aspettano altri finanziamentipubblici?! Così è facile, perché intanto siprendono 70 milioni di euro e poi si chiedonofinanziamenti per fare la riconversione dellostabilimento; alla fine pagano sempre i citta-dini!

E' questo quello che ha chiesto il gruppoEridania, lunedì prossimo avrà un incontrocon il Presidente, è disponibile a fare la ri-conversione, è disponibile a mantenere l'oc-cupazione, ma con un progetto che presen-teranno loro alla Regione Marche che li do-vrà sostenere con altri finanziamenti pubbli-ci. E' quello che è successo a Fermo dove itempi dovevano essere molto limitati, inveceancora non si sa neanche quando partirà, iliquidatori stanno facendo ora i contratti disemina.

La mia preoccupazione è che il gruppoEridania prende 70 milioni di euro e poi saràlo stato sociale che dovrà pagare tutti! E’questo quello che dobbiamo evitare, perchél’azienda viene qui, fa l’accordo, paga sem-pre il pubblico e poi loro scappano non solocon i 70 milioni di euro, ma anche con laTurbogas.

Chiedo che il Presidente Spacca e laGiunta regionale seguano queste vicende eche pretendano che il gruppo Eridania fac-cia investimenti propri, che si faccia unariconversione che sia soprattutto produttivaper il territorio. Questo perché non possia-mo pensare che si fa una riconversione del-lo stabilimento basata sulla produzione diolio da girasole che è una produzione non

competitiva, perché questo significa che igirasoli arriveranno all’interno della Sadamdai paesi dell’est, poi noi daremo i finanzia-menti alla Sadam per fare questo, ma laproduzione pervenuta, appunto, dai paesidell’est poi si rivende all’Api. Allora, i beneficiper la Vallesina quali sono? Nessuno! Anzi,ci sarà anche qualche altra perdita perchéforse creeremo dell’altro inquinamento.

Quindi vorrei una riconversione chiara,che venga fatta per la produzione agricolasoprattutto del territorio marchigiano ed in-centivandola in qualche modo.

Questo è il problema forte, altrimenti tuttivengono in questo territorio a prendere sen-za portare niente, e la Vallesina è stanca diquesta situazione. Quindi noi dobbiamobloccare tutte quelle iniziative che non porta-no ricchezza al territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereViventi.

Luigi VIVENTI. Vorrei sottolineare che c'èstata una certa disattenzione nei confrontidella mozione n. 22 che presentai nel lonta-no 15 luglio 2005 ed oggi siamo a fine gen-naio 2008. Io non ho nulla a che fare con imaghi e le veggenti, ma pur non avendoqueste frequentazioni – perdonatemi la bat-tuta su un argomento di così grande serietà–, nel luglio 2005, appunto, presentai unamozione sulla crisi del settore bieticolo-saccarifero, lo feci all'indomani della deci-sione della Commissione europea, citatanei vari interventi, che aveva comportatol'eliminazione nel nostro Paese, e quindi an-che nella nostra regione, della bieticoltura edelle attività legate ad essa, come il traspor-to, la trasformazione, ecc..

Non dico che se avessimo preso in con-siderazione questa mia mozione avremmorisolto il problema – ormai mi conoscete tuttiquindi sapete che non sono capace di faresparate pubblicitarie e non lo farò mai – peròè vero che questo argomento era chiaro atutti noi, e ancora di più a voi che fate gliamministratori, sin d’allora.

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Sicuramente avete lavorato per trovaredelle soluzioni che poi non sono state trova-te. Qui si parla in fondo di decisioni di livellosuperiore che hanno delle ricadute di carat-tere economico che prescindono dagli inte-ressi localistici o anche da quello che lapolitica può in qualche misura rappresenta-re.

Certo è, come diceva l’Assessore Ascoli,che oggi non possiamo parlare della chiusu-ra dello Zuccherificio perché ormai è unacosa fatta, quindi il problema è di come tute-lare gli interessi economici della zona dellaVallesina e soprattutto dei lavoratori diretti eindiretti di questa azienda.

Il Consigliere Cesaroni ha detto che nonè sufficiente la cassa integrazione guada-gni, ma solo nel frattempo visto che si parladi riconversione – mi pare che l’azienda inquesta direzione abbia dato la sua disponibi-lità – , quindi dal punto di vista tecnico non cisono altre strade possibili, perché l’unicomodo per salvaguardare l’intervento pubbli-co è quello della cassa integrazione guada-gni perché la Regione non ha la possibilità dimettere in piedi altri strumenti.

Ma il problema si porrà per quei lavoratoriche non hanno la possibilità di avere talicoperture dal punto di vista previdenziale;questo è un problema serio perché si parlaalmeno di 250 persone per le quali bisognatrovare il modo di dare una risposta.

Così come si porrà il problema per tuttol’indotto. E bisogna essere anche onesti al-trimenti prendiamo solo in giro la gente, per-ché noi come Regione e come Governoregionale non siamo in grado di dare rispo-ste esaustive a problemi come questi. E’chiaro che l’indotto di fronte ad una situazio-ne di trasformazione e di ristrutturazioneaziendale un impatto negativo, quanto menonell’immediato, ce l’ha, perché magari sicreerà un tipo di indotto nuovo in quantopotrebbe finirne uno e iniziarne un altro.Però oggi nella fase in cui questo processosi mette in moto è inevitabile che ci sianonella zona dei sacrifici da affrontare.

Quindi quando ci sono problemi come

questi credo che una soluzione esaustivaper tutto non ce l’ha nessuno, ma se i pro-blemi vengono presi per tempo poi si posso-no affrontare meglio, e non so se su questoargomento ci si è dormito un po’! Oggi peròc’è la piena disponibilità da parte di tutti a farsì che qualcosa di decente possa esseremesso in piedi, soprattutto nei confronti dichi rischia di perdere il lavoro.

Due considerazioni finali e concludo.Questa vicenda ci deve mettere in guardiadai rischi che corre l’intero settore dell’agri-coltura in Italia e purtroppo c’è anche l’altrorischio parallelo, cioè quello che ci muovia-mo in un settore dove di fatto abbiamo elimi-nato la libera concorrenza perché siamo inun mercato assistito. Sappiamo benissimotutti che se non ci fosse assistenza europeamolti prodotti agricoli italiani non avrebberoalcuna possibilità di competere sui mercatiinternazionali.

Quindi anche su questo – lo dicevo an-che anni fa quando ero Vicepresidente dellaterza Commissione agricoltura – bisognacominciare a pensarci bene, perché da quial 2011-2012 sembra un periodo lungo, macosì non è, e probabilmente potrebbero an-che arrivare – mi auguro di no – anche altrenotizie negative da Bruxelles.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereD’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Credo che la grandesconfitta in tutta questa situazione sia l’agri-coltura, che continuamente viene a trovarsiin questa sorta di trita che non guarda infaccia a nessuno e che crea delle situazionicome quelle che si sono verificate nella re-gione Marche, dove quello che stiamo viven-do in questi giorni è un déjà vu, un qualcosache è già accaduto in altre realtà, e che hamesso in serie difficoltà non solo coloro cheoperano direttamente nello Zuccherificio,ma anche tutte quelle imprese che inevita-bilmente ruotano intorno ad esso.

Su Jesi e sulle altre realtà si erano con-centrate molte aziende di tutte le province di

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questa regione. Quindi esce sconfitta la re-gione nel suo complesso che troppo spessosubisce degli umori, delle imposizioni e deigrossi interessi che vengono fuori nellamaggior parte dei casi da Bruxelles, dall’Eu-ropa, che senza verificare quello che succe-de sul territorio prende delle decisioni chefrancamente sono sconcertanti.

E’ chiaro che a questo punto forse sareb-be più facile trovare la soluzione per coloroche lavoravano direttamente nello Zuccheri-ficio piuttosto che per l’agricoltura nel suocomplesso.

Credo che dovremmo affrontare il discor-so in modo completamente diverso, nelsenso che non possiamo subire in continua-zione delle decisioni che non tengono asso-lutamente conto sia delle esigenze del terri-torio che della logica.

La stessa cosa sta avvenendo anche nelcomparto della pesca, perché sembra checi sia la volontà di chiudere quei capitoli cheriguardano alcune attività che sono tradizio-nalmente legate al territorio e alla sua stes-sa cultura.

Tornando al discorso dell’agricoltura, ac-cade che quando c’è l’impegno, la volontà,la fatica nel far passare un messaggio dellaqualità e della tracciabilità del prodotto, delprodotto collegato alla tradizione, chi ha im-postato professionalmente la propria vitaalla produzione di determinati prodotti agri-coli poi si trova all’improvviso in mezzo aduna strada. Una strada nella quale non saben decidere cosa fare o se lo fa deve ne-cessariamente aspettare che la burocraziadi Bruxelles, magari insieme a quella nazio-nale, decida cosa dovrà andare a fare l’agri-coltore.

Pertanto credo che sia principalmenteuna sconfitta dell’agricoltura, di coloro che inagricoltura lavorano e che nel corso deglianni si sono creati una professionalità, per-ché non si può decidere all’improvviso chedal prossimo anno tutti coloro che nelle loroaziende si sono adoperati, hanno investito,hanno creduto su un determinato tipo di pro-dotto, oggi non lo possono fare più.

Che ne facciamo della professionalità?Che ne facciamo delle attrezzature? Che nefacciamo delle aziende? Che ne facciamodei lavoratori? Lavoratori che sono anchepreoccupati di una situazione di chiara diffi-coltà nella quale si trova l’Italia in questi ulti-mi anni dal punto di vista economico edoccupazionale.

Credo che quando si prendono decisionicome questa prima vanno affrontati i proble-mi che prima o poi sorgeranno; ora parliamodi riconversione, ma non sarebbe stato op-portuno iniziare a parlare e soprattutto a in-vestire sulla riconversione? Visto e conside-rato che questo è l’ultimo zuccherificio chesi trova in questa situazione.

Questo è un processo che è iniziato di-versi anni fa, quindi credo che ci sia stato iltempo per prevedere quali soluzioni adotta-re per non far trovare in difficoltà non soloquelli che operano direttamente nello zuc-cherificio.

Sicuramente la risoluzione che voteremosarà un segnale, ma penso che sia insuffi-ciente perché problemi come questi si risol-vono con la programmazione, con una visio-ne futura di quella che è e dovrebbe esserel'agricoltura in generale, ma anche il restodelle attività economiche con tutte le preoc-cupazioni che oggi si trova ad affrontare chilavora.

E' un momento molto difficile quindi vadato un segnale forte di cambiamento dirotta e di attenzione maggiore alle proble-matiche, questo per non trovarsi all'ultimomomento ad affrontare delle soluzioni tam-pone che non risolvono nessun problema inquanto il giorno dopo sicuramente verrannofuori altre situazioni simili.

Credo che lo stimolo dovrebbe esserequello di fare molta più pressione anche suirappresentanti italiani al Parlamento euro-peo per fare in modo che le decisioni cheriguardano il nostro territorio non venganoprese o comunque vengano comunicate neitempi dovuti per attrezzarsi a trovare le solu-zioni del dopo.

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PRESIDENTE. Pongo in votazione laprosecuzione della seduta dopo le ore13,30.

(Il Consiglio approva)

Prego, inoltre, tutti i Consiglieri – io perso-nalmente rinuncio, come pure il ConsigliereRicci – di fare interventi brevi. Ha la parola ilConsigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Sarò veramente breveper non prolungare questo piangersi addos-so perché, seppur condivisibili alcune rifles-sioni dei colleghi, è chiaro che sinteticheconsiderazioni devono essere fatte.

Prendo per buoni gli intendimenti e i ri-chiami al pragmatismo dell'AssessoreAscoli, seppur oggi vengono evidenziaticome la prosecuzione di un piano “b” o di unpiano di riserva, la ruota di scorta.

E' evidente che la Regione non può starecon le mani in mano di fronte alla figuracciapolitica che non solo la Regione ha fatto inquesto frangente. Credo che la tutta classepolitica abbia fatto una pessima figura e nonabbia fatto un servizio ai cittadini, a comin-ciare da quella che si trova sui banchi delParlamento europeo. Ecco perché mi mera-viglia e da un lato mi fa un po’ anche sorride-re l'atteggiamento della On. Sbarbati cheoggi si affretta nel dire che sono stati violati iregolamenti, che bisogna vederci chiaro,ma intanto l'azienda ha già chiuso! E’ inutilevederci chiaro, doveva farlo a suo tempoassieme ai suoi colleghi, anche di centro-destra, quando venivano approvati dei prov-vedimenti o comunque venivano date delledirettive stringenti. Era là che doveva farpesare il proprio ruolo politico, era là che sidoveva far pesare il ruolo politico dell’Italia,un Paese che vedeva fortemente ridimen-sionate le proprie possibilità e potenzialitàdel suo territorio. Quindi è inutile che adessoci nascondiamo dietro un dito.

Ecco perché fa un po’ sorridere questoatteggiamento da passionaria degli ultimiminuti quando ormai il gregge è uscito dalrecinto.

Così come è altrettanto ironico – potreb-be essere un commento – questo corri corridella classe dirigente locale, me compreso,nel momento in cui le scelte erano già stateprese e i patti erano stati già violati. Ed èstata una cosa gravissima che la politicanon abbia saputo correggere questa viola-zione, non abbia saputo sanzionarla, conte-nerla e condizionarla. Questo è ancora unavolta il segno che la politica lascia il passo aquei segmenti dell’economia che non voglio-no rispettare le regole.

C’è un’impresa che esce di scena da unterritorio col massimo profitto senza alcuntipo di ritorsione, senza alcun tipo di conse-guenza significativa che possa per lo menocontenere questo che è un vero e proprioscempio perpetrato nei confronti di un terri-torio e dell’occupazione.

Condivido quello che alcuni colleghi han-no detto, cioè che qui c'è qualcosa da cam-biare. E' un precedente grave, è un prece-dente che non può passare in sordina e chedeve, anzi, insegnare a noi tutti che le coseè vero che devono essere prese per tempo,ma dobbiamo forse essere anche un po' piùcoraggiosi e più efficaci. Altrimenti la politicasi misura in quest'Aula quando è troppo tardie quando ci troviamo di fronte ad una letteri-na, che giustamente ci è stata letta dal Pre-sidente della Giunta, che sembra più chealtro una presa in giro. E' un intendimentoche non può bastare a questo Consiglio re-gionale, perché non sono bastati i patti chesono stati regolarmente violati. Allora, comeci può tranquillizzare una lettera di buoniintendimenti, assolutamente astratta, gene-rale, che non ha alcuna valenza e non dànessun tipo di garanzia a questo Consiglioregionale e soprattutto ai lavoratori?!

C’è un mondo in cui chi lascia il territorioe chiude viene premiato; nel momento in cuile scelte vengono imposte dall’alto e il terri-torio è assolutamente succube e subordina-to, quindi le riceve e non può che subirle,abbiamo purtroppo registrato un’assenzatotale da parte del Ministro, non solo non si ècalato sul territorio perché non è venuto, ma

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in realtà non c’era nemmeno a Roma, quindiè inutile che ci prendiamo in giro, ma forseaveva qualche motivo per non esserci – nonvado oltre –.

Credo che gli intendimenti dell’Assesso-re debbano essere perseguiti con un certotipo di concretezza. La Regione ha fra i pro-pri compiti quello del controllo del territorio.Quindi un controllo doveroso che ogni Con-sigliere deve assumere e lo deve fare nonsolo votando questa risoluzione, ma anchequotidianamente di fronte a quelli che sono igravissimi moniti che arrivano da Ascoli.

Il problema dell’occupazione comincia adessere una piaga per questa regione, quan-do una volta l’occupazione era un vanto.

C’è un mondo imprenditoriale che moltoprobabilmente ha capito che il profitto co-mincia a ridursi notevolmente, che non cisono più le condizioni per investire, quindi laRegione si troverà sempre di più di fronte asituazioni come questa.

Ecco perché dico che la letterina di buoniintenti non ci può bastare e che sicuramentesarà valutato in futuro l’atteggiamento diquesta impresa, ma soprattutto di altre chepurtroppo hanno già detto che sono in pro-cinto di, perché ovviamente la Comunità eu-ropea lo consente e perché forse la nostraclasse dirigente le asseconda.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBinci.

Massimo BINCI. Cogliendo l’invito allabrevità per permettere la votazione, vorreirimarcare due aspetti, uno è quello dellasconfitta del ruolo della politica. Una politicache dovrebbe prevedere quello che è giàprevedibile, quindi il ruolo di programmazio-ne, e sia il Ministero che tutti gli attori, anchequelli economici, sin dal 1996 conoscevanola situazione del reparto bieticolo-saccarifero.

Era prevista per l’Italia una riduzione dellequote, si era arrivati a un piano che prevede-va l’eliminazione dei due stabilimenti di Fanoe Fermo e la permanenza dello stabilimentodi Jesi perché tecnologicamente adeguato.

Come già detto da tanti, proprio in questavisione di riconversione e di prolungamentodell’attività e di compensazione del fatto chein prospettiva la bietola sarebbe stata sem-pre meno remunerativa e sarebbero calatigli aiuti, è stata permessa l’evoluzione dellaSadam di Jesi anche come polo energeticocon la centrale.

Quindi Jesi doveva rimanere, era nellepromesse dell'azienda, era nelle previsioni.Nell'incontro al Ministero, dove siamo andaticome Consiglieri per dare la nostra solida-rietà e per presentare la richiesta di mante-nere per alcuni anni la produzione, per per-mettere una riconversione anche dei lavora-tori e definire il percorso di riconversionedell'impresa, è emerso che il rischio è quelloche la produzione bieticola-saccarifera e lequote italiane andranno a scomparire.

Quindi indipendentemente dalle quotepreviste che debbono rimanere, purtroppo inquesto caso gli aiuti comunitari non hannoprevisto alcuni aspetti, almeno nelletempistiche, per la ricollocazione di tutto l'in-dotto e di tutta l'occupazione a tempo inde-terminato. Tutto quello che va oltre l'occupa-zione a tempo indeterminato e all’indottonon viene in alcun modo tutelato se non laparte che riguarda le macchine agricole.

Condivido le preoccupazioni anche sul-l’aspetto della riconversione e sul rapportoche deve essere tenuto con l’azienda. Biso-gnerebbe fare attenzione che le risorse delPsr, che non sono così significative, venga-no, senza un progetto condiviso, indirizzatesu richieste di riconversione dell’azienda,perché quella che ci viene proposta dal-l’azienda è una riconversione ad alta intensi-tà di capitale e a bassa intensità di occupa-zione.

Invito l’Assessore Petrini affinché, nellafase di confronto con l’azienda sulla ricon-versione, venga fatta una valutazione anchedell’occupazione e non un approccio indu-striale da parte della Regione Marche. Non èperché viene prevista la produzione dibiodiesel all’interno del Psr e all’interno delPear poi noi dobbiamo andare a svolgere

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una funzione imprenditoriale e finanziare ul-teriormente con quote nostre questa even-tuale riconversione, in quanto deve esserefatta una valutazione tra i capitali che verran-no eventualmente investiti e il ritorno occu-pazionale.

A Fermo c’è un’ipotesi di riconversione,ma non c’è ancora una valutazione deglieffetti occupazionali e soprattutto non c’è lasicurezza di una integrazione con ilcomparto agricolo della regione Marche.Sembra che la maggior parte – e qui, comeha detto anche il Consigliere Cesaroni, po-trebbe presentarsi la stessa ipotesi – dellamateria prima che arriverà dai paesi del ter-zo mondo, andando ad alimentare una cate-na perversa di disboscamento delle foresteprimarie che è già stata portata avanti conpiantagioni intensive, tipo caffè, cacao o ba-nane, che qui si allargherebbe all’olio di pal-ma e in qualche altra parte del mondo ma-gari anche ai girasoli.

Concludo dicendo che la riconversione ela produzione dei biodiesel è una preoccu-pazione molto grande, quindi sono situazio-ni che dovremo seguire.

PRESIDENTE. Ha la parola l’AssessorePetrini.

Paolo PETRINI. La questione è moltocomplessa, ma cercherò comunque di es-sere breve.

La Sadam ha comunicato solo il 7 genna-io scorso l’intenzione di dismettere la pro-pria quota di produzione dello zucchero, loha fatto a seguito dell’evidenza con la qualeha rilevato la scarsità dell’offerta di bietoleche era rappresentata dai pre-contratti degliagricoltori.

Ricordo a tutti che già nel 2005 c’erastata una riforma dello zucchero, cioè delsettore più sovvenzionato d’Europa, e a se-guito di questa riforma tredici zuccherificichiusero e ne rimasero sei. L’anno scorsone chiuse anche un altro in EmiliaRomagna, quindi ne sono rimasti cinque.

Ma nell’ottobre scorso c’è stata la riforma

della riforma, cioè l'Europa per intercettareun preciso orientamento preso in sede diorganizzazione mondiale del commercio, incui lo zuccherò è agli apici di quell'accordoper il quale presto avremo in Europa unaproduzione di zucchero che corrisponderàal 20-30% circa di quella che avevamo tre oquattro anni fa, ha deciso di invogliare ancordi più gli agricoltori a dismettere la produzio-ne di bietole, lo ha fatto offrendo un premiomolto intrigante.

Questo premio non sarebbe bastato perdismettere la produzione di bietole, per lomeno in questa regione dove comunque laresa produttiva di saccarosio è largamenteinferiore a quella dell'Emilia Romagna e delVeneto, perché comunque fino al 2011 l'Eu-ropa ci aveva accordato un regime transito-rio attraverso il quale potevamo dare un pre-mio accoppiato alla produzione di bietolaattraverso un preciso impegno che, tra l'al-tro, si era preso il Governo con i 65 milioniche ogni anno metteva in bilancio.

Quello che ha cambiato repentinamentele carte in tavola, al di là di qualche previsio-ne che già ad ottobre-novembre si era fattama solo in termini di mera previsione, èstata un’impennata del prezzo del granoduro che davvero nessuno aveva previsto inquei termini. Il grano duro è arrivato da 180euro a tonnellata a 480 euro a tonnellata,con una resa per ettaro che è largamentesuperiore a quella della bietola. E questa èuna regione specializzata nel grano duro,non è una regione qualsiasi con un impattouguale alle altre, qui, per fortuna, il prezzodel grano duro ha un impatto notevolissimo.

Questo è stato l’evento che ha fatto pen-dere la bilancia nella decisione dell’agricolto-re di fare pre-contratti in maniera scarsa epoi, vista l’opportunità che aveva di frontecon la richiesta della Sadam di dismettere laquota, di prendere il premio di quasi 2 milaeuro ad ettaro, cioè quattro annate di guada-gno per le bieticole, in un colpo solo, avendoappunto l’alternativa del grano duro. E mipermetto di dire anche del girasole che sta a40 euro a quintale, cioè il doppio di quando

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facemmo l’accordo con Fermo, accordoche comunque gli agricoltori avevano sotto-scritto con un plus di prezzo del 15%.

Quindi ci sono questioni che non attengo-no alla strategia europea, che tra l’altro se-gue la riforma della Pac che stiamo attuan-do in pieno con la sparizione delle quote, deisussidi, di qualsiasi forma di non mercato.Ma il mercato, in relazione al fatto che icinesi mangiano, gli indiani mangiano, simangia più carne, si fa biocarburante, haprodotto anche questi altri effetti.

Quindi scaricare le colpe sulla Sadam oanche sugli agricoltori lo trovo improprio.Anche se la Sadam, devo dire, ha agito inmaniera cinicamente lucida e determinata inquesta situazione, non dandoci il tempo nonsolo di riflettere, ma neanche di guardarciper poter discutere su quali potessero esse-re le migliori forme per uscire da questacrisi.

Capisco lo strappo sociale a cui si riferivala Consigliera Mammoli, però lo trovo impro-prio, anzi, ho rimproverato le associazioniad aver giocato a rimpiattino come se lacolpa alla fine dovesse essere scaricata aqualcuno in particolare. Io non do colpe aqueste associazioni bieticole perché i loroagricoltori, che tra l’altro come base sonostati sentiti durante queste settimane, hannoquasi tutti manifestato l’intento di dismetterela bietola per fare grano duro e intascare ilpremio.

Questa questione ci deve far rifletterecertamente su una situazione per la qualeanche nell'agricoltura le regole di mercatocontano come negli altri settori E nell'agri-coltura, così come in tutti gli altri settori, gliStati nazionali – non le Regioni, le Provincee i Comuni – contano sempre meno. Si vadal Sindaco per dire sono rimasto disoccu-pato, ma chi ha procurato la sparizione diquel posto di lavoro può darsi che in quelmomento stava a Cancun, a Hong Kong, aDoa, neanche Bruxelles ma più lontano an-cora.

Credo che queste siano regole che tral'altro anche gli Stati occidentali hanno con-

diviso e che noi non dobbiamo semplice-mente criticare, ma dovremmo cercare dicreare altri strumenti per rispondere a unanuova situazione.

E’ una situazione a cui dobbiamo rispon-dere anche per Jesi. Ho già detto anche inaltre riunioni più riservate che la RegioneMarche si è resa purtroppo immediatamen-te conto della situazione in relazione allescelte che avrebbero fatto legittimamente gliagricoltori, quindi abbiamo lavorato unica-mente per far sì che quello che è stato unpremio per gli agricoltori provenienti dallaComunità europea, di circa 27 milioni, sipotesse avere, seppure in misura diversa,anche per il mondo del lavoro e per il territo-rio.

La scelta politica che abbiamo fatto con ilMinistro a Roma è stata quella di valutarel’alternativa di fare o non fare la campagnabieticola 2008, che comunque le associa-zioni, non perdendo nulla, volevano fare. Ab-biamo scelto di non farla, concordementesia all’azienda che ai sindacati dei lavoratori,proprio per avere maggiori risorse da scari-care sul territorio per alleviare la situazioneche si è creata nel mondo del lavoro, masoprattutto per cercare di creare possibilitàdi sviluppo che andassero anche oltre, intermini di occupazione stabile, rispetto ainumeri attuali di 170.

Che cosa significa andare oltre? Signifi-ca fare biodiesel? In parte probabilmente sìe con questo dobbiamo comunque confron-tarci; la Comunità europea sui carburanti ciha messo un obbligo del 5,75% di addizio-namento a cui anche come Italia dobbiamorispondere con gli strumenti che abbiamo adisposizione, cioè se l'olio di girasole non celo daranno gli agricoltori se non lo dovesseroritenere conveniente, in qualche posto, fin-ché la regola rimarrà questa, lo dovremmopur trovare. Certo però il biodiesel non puòbastare per il territorio che tra l'altro è abassa intensità di lavoro, noi vogliamo anda-re oltre.

Vi ricordo che a Fermo, benché all’inizioavessimo in concreto, al di là del manteni-

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mento di alcune attività – così come avverràin misura ancor più massiccia a Jesi – solola centrale per la produzione di energia elet-trica attraverso la combustione di olio di gi-rasole, oggi, sempre attraverso il GruppoMaccaferri, abbiamo anche la possibilità diavere un’azienda che produrrà componentidi base in silicio per i pannelli fotovoltaici diultima generazione con una occupazionelarga e qualificata.

Perché lì ancora non è partito? Perché itimori in relazione alle nuove forme di ener-gia li conosciamo tutti quanti e anche se quiè assolutamente semplice, sotto il profilotecnico, rappresentare la non pericolosità eil fastidio di una centrale come quella a oliodi girasole, la situazione va gestita. Ma inquel territorio il Sindaco ha deciso di portarein processione questa centrale, come fosseuna Madonna, in tutti i quartieri, sperandoche qualcuno avesse detto "sì, la voglio io".Questo ovviamente non è avvenuto e finchéquell'amministrazione non si prenderà la re-sponsabilità di dire “facciamola qui”, questariconversione non partirà e se non partiràquest'anno gli operai perderanno anche l’ul-timo anno di cassa integrazione a disposi-zione.

Dico questo perché le possibilità ci sono,ci sono state per Fermo e ci saranno inmisura ancor maggiore per Jesi, visto cheha una situazione, la Turbogas, e una loca-lizzazione che certamente già depone a suofavore.

Mercoledì prossimo a Roma ci saranno idue tavoli già aperti, uno è per ristorare gliagricoltori dei costi già sostenuti, per fare adesempio un’aratura più profonda che serveper le bietole, ecc., l’altro invece si occuperànon di come riconvertire la Sadam sempli-cemente, perché questo è già negli impegnidell’azienda che si è già, appunto, impegna-ta a riassorbire tutti i 170 dipendenti che vilavorano, ma di come utilizzare anche unplus di risorse che l’azienda ha potuto avereproprio per l’immediata chiusura che avver-rà nel 2008. Altrimenti si poteva fare anche

nel 2008, l’azienda avrebbe preso meno sol-di e anche gli agricoltori, invece così prendepiù soldi, ma questi devono andare a favoredel mondo del lavoro e del territorio.

Quindi siamo impegnati lunedì conMaccaferri, ma soprattutto mercoledì ai ta-voli nazionali, per poter produrre un risultatoche sia anche migliore in termini di ricchez-za di quello che abbiamo avuto sino ad oggi.

Poi c’è una questione su cui non mi in-trattengo, che riguarda un’evoluzione benpiù forte dell’agricoltura, quindi delle politicheagricole, su cui bisognerà avere più tempo epiù concentrazione da parte di tutti noi.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereD’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Volevo far notare alPresidente che questa mattina abbiamo di-scusso di un argomento molto importantedel quale abbiamo trovato anche la sintesi,però vorrei che si prendesse atto della man-canza di sensibilità dei Consiglieri e degliAssessori di maggioranza che se la sonosquagliata proprio quando è il momento divotare. Quindi sarà solo grazie al senso diresponsabilità dell’opposizione, che in que-sto caso è anche numericamente superioreai Consiglieri di maggioranza, che verrà vo-tata la risoluzione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la ri-soluzione avente ad oggetto: “Crisisaccarifera. Impegno da parte della Giuntadi concerto con il Governo, per scongiurarela chiusura dello zuccherificio Sadam diJesi”.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge n. 202della Giunta regionale“Modifiche alla legge regionale 16 di-cembre 2005, n. 36 ‘Riordino del sistemaregionale delle politiche abitative’, allalegge regionale 27 dicembre 2006, n. 22

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concernente modificazioni ed integra-zioni alla l.r. 36/2005 e alla legge regiona-le 17 maggio 1999, n. 10 ‘Riordino dellefunzioni amministrative della Regione edegli enti locali nei settori dello sviluppoeconomico ed attività produttive, delterritorio, ambiente e infrastrutture, deiservizi alla persona e alla comunità, non-ché dell’ordinamento ed organizzazioneamministrativa”. (Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala proposta di legge n. 202 ad iniziativa dellaGiunta regionale. Ha la parola il relatore diminoranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questa è una propo-sta di legge molto semplice che consenteuna proroga all’Erap per continuare con legraduatorie che già sono compilate e chesono scadute. Quindi è solo una modifica.

Pertanto se i colleghi apprezzano il fattoche non ci sia una relazione, potrei evitare difarla, considerato anche che in Commissio-ne l’abbiamo ben chiarita ed è una questionesulla quale tutti sono stati d’accordo.

PRESIDENTE. Consigliera Ortenzi, laringrazio, anche a nome dell’Aula, di questasua disponibilità. Ha la parola il relatore diminoranza Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. La Commissione non èsovrana, sovrano è il Consiglio regionale,quindi se in Commissione siete stati tuttid’accordo non significa che noi dobbiamoesserlo. Questo vale sia per oggi che per ilfuturo.

Noi rimaniamo in Aula per senso di re-sponsabilità istituzionale, ma che non acca-da più una cosa del genere! Cioè che non sidica più che siamo tutti d’accordo, perchésiete d’accordo voi che state in Commissio-ne, anche se non so come avete raggiuntoquesto accordo e di che tipo era.

Pertanto, visto che è un problema serio e

delicato penso che se si fosse rinviato di tregiorni non sarebbe stato un grande proble-ma. Comunque, visto che c’è questa urgen-za, per senso istituzionale rimaniamo.

Come ha detto anche il collega D’Anna,anche prima abbiamo permesso di votare larisoluzione, è rimasta soltanto la mozioneriguardante il distaccamento della poliziastradale che mi auguro venga inserita –come da accordo – al primo punto dell’ordi-ne del giorno del prossimo Consiglio regio-nale, e che non avvenga, come sempresuccede, che poi si ricopia lo stesso ordinedel giorno e questi argomenti rimangonosempre indietro.

PRESIDENTE. Per una brevissima repli-ca ha chiesto la parola la Consigliera Orten-zi.

Rosalba ORTENZI. Vorrei soltanto rin-graziare il Consigliere Brini per la sua dispo-nibilità.

PRESIDENTE. La discussione generaleè chiusa, passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4 (Dichiarazione d’urgenza). Lopongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in vo-tazione.

(Il Consiglio approva)

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Proposta di legge n. 202. La pongo invotazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,10

IL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO(Dott.ssa Paola Santoncini)

ESTENSORI DEL RESOCONTO(Fiorella Pietroni - Caroline Moresi )