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PIANO DI EMERGENZA PER GLI ABITATI
A RISCHIO IDROGEOLOGICO DI CAPRIGLIO E PIANESTO LLA
(COMUNE DI TIZZANO VAL PARMA) Piano dei primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza delle eccezionali avversità
atmosferiche verificatesi nei mesi di marzo e aprile 2013 e il giorno 3 maggio 2013 nei comuni del territorio della Regione Emilia-Romagna – Deliberazione del Consiglio dei Ministri 9.5.2013 di
dichiarazione dello Stato di emergenza – Ordinanza Capo Dipartimento Protezione Civile n. 83/2013)
il Sindaco Amilcare Bodria
Edizione: 1.0 – Febbraio 2014
Redazione Piano:
dott. geol. Stefano Castagnetti
HANNO COLLABORATO:
� Supporto tecnico scientifico
Regione Emilia-Romagna - Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Fiume Po
Provincia di Parma – Servizio Programmazione e Pianificazione Territoriale
Provincia di Parma – Servizio Protezione Civile
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia – Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche
� Fornitura dati
COMUNE DI TIZZANO VAL PARMA
UNIONE MONTANA APPENNINO PARMA EST
PROVINCIA DI PARMA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA – SERVIZIO TECNICO DI BACINO AFFLUENTI PO
CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE
CONSORZIO DELLA BONIFICA PARMENSE
IREN SPA
AZIENDA UNITÀ SANITARIA LOCALE DI PARMA – Distretto Sud-Est
CROCE ROSSA ITALIANA – Comitato Locale di Tizzano Val Parma
INDICE
1. PREMESSE .................................................................................................................. 1
2. INQUADRAMENTO DELL’AREA .................................................................................. 2
3. CARATTERISTICHE DEL DISSESTO, INTERVENTI DI SISTEMAZIONE E SISTEMA DI MONITORAGGIO .................................................................................... 3
4. SCENARIO DI EVENTO ............................................................................................... 7
5. ELEMENTI ESPOSTI A RISCHIO ................................................................................. 9
6. AREE DI ATTESA E STRUTTURE D’ACCOGLIENZA ............................................... 12
7. VIABILITÀ E CANCELLI STRADALI ........................................................................... 14
8. MODELLO DI INTERVENTO ...................................................................................... 16
............................................................................................... 18 FASE DI ATTENZIONE
............................................................................................. 22 FASE DI PREALLARME
....................................................................... 28 FASE DI ALLARME – EVACUAZIONE
9. MODALITÀ DI AGGIORNAMENTO ............................................................................ 35
10. INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE ..................................................................... 36
11. GLOSSARIO ............................................................................................................... 37
ALLEGATI
Tav. 1 – Carta del modello di intervento
Allegato 1 – Elenco destinatari allerta
Allegato 2 – Schede edifici
Allegato 3 – Schede nuclei familiari
Allegato 4 – Schede attività produttive
Unione Montana Appenino Parma Est Piano di emergenza per gli abitati a rischio idrogeologico Provincia di Parma di Pianestolla e Capriglio (Comune di Tizzano Val Parma)
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Edizione 1.0 – febbraio 2014 pag. 1 di 40
1. PREMESSE
Il presente piano di emergenza relativo agli abitati di Capriglio e Pianestolla in Comune di Tizzano
Val Parma (Provincia di Parma), contiene le procedure necessarie per effettuare una rapida ed
ordinata evacuazione e/o l’assistenza dei cittadini e dei loro beni, presenti in un’area a rischio a
seguito di una segnalazione di pericolo incombente o di un’emergenza in atto.
I centri abitati in questione sono interessati da un imponente movimento franoso, che si è attivato
nell’aprile 2013 e che presenta due zone di coronamento rispettivamente alla periferia meridionale
dell’abitato di Capriglio e in località Caneto Bocchi, per poi svilupparsi lungo la vallata del T.
Bardea ed arrestarsi poco a monte del Ponte di Antria (Fig. 1 – Tav. 1).
Il presente piano di emergenza è stato redatto in ottemperanza a quanto previsto dal capitolo 12 –
punto 8.1 del Piano dei primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza delle eccezionali
avversità atmosferiche verificatesi nei mesi di marzo e aprile 20913 e il giorno 3 maggio 2013 nei
Comuni del territorio della Regione Emilia-Romagna – Deliberazione del Consiglio dei Ministri 9
maggio 2013 di dichiarazione dello stato di emergenza – Ordinanza del Capo Dipartimento della
Protezione Civile n. 83 del 27 maggio 2013.
Per la stesura del documento si è fatto riferimento alle Linee Guida emanate dall’Agenzia
Regionale di Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna e dal Commissario Delegato.
Il presente Piano, redatto in forma speditiva sulla base delle informazioni tecnico-scientifiche al
momento disponibili, costituisce parte integrante della Pianificazione comunale e intercomunale di
emergenza, a cui si rimanda per l’approfondimento degli elementi di carattere generale. Il Piano
sarà integrato ed aggiornato sulla base delle informazioni che saranno acquisite in futuro.
L’area interessata dal fenomeno gravitativo è controllata da un complesso sistema di monitoraggio
tuttora in corso di taratura e implementazione e quindi deve essere sottoposta ad un’attenta
valutazione da parte dei tecnici preposti, in particolare a seguito di situazioni meteorologiche
avverse e/o di segnalazioni di privati.
Indipendentemente dai dati acquisiti dal monitoraggio strumentale, è fondamentale che i cittadini
residenti segnalino tempestivamente al Comune di Tizzano Val Parma eventuali manifestazioni di
movimento su edifici, infrastrutture o sul terreno, quali lesioni, fessurazioni, modifiche morfologiche
(rigonfiamenti, avvallamenti), ecc..
Gli Enti coinvolti provvederanno direttamente alla formazione ed al costante aggiornamento del
proprio personale destinato a concorrere ai protocolli operativi del presente Piano. A tal proposito
dovranno essere progettate ed eseguite esercitazioni applicative per posti comando (“in bianco”)
e/o operative sul campo.
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2. INQUADRAMENTO DELL’AREA
Il vasto movimento franoso che ha reso necessaria la stesura del presente Piano si sviluppa lungo
la vallata del T. Bardea (Fig. 1) in Comune di Tizzano Val Parma (PR).
Fig. 1 – Inquadramento territoriale della frana di Capriglio – Caneto Bocchi.
I centri abitati di Capriglio e di Pianestolla ed il ponte stradale lungo la SP 665R “Massese” in
località Antria minacciati dalla frana presentano le seguenti coordinate (Tab. 1):
Sistema di riferimento UTM32* ED50 WGS84
località long lat long lat long lat
Capriglio 595884 925893 10,20567° 44,47915° 10,20465° 44,47820
Pianestolla 596940 926327 10,21904° 44,48295° 10,21802° 44,48200°
Ponte di Antria 599013 926575 10,24521° 44,48482° 10,24419° 44,48387°
Tab. 1 – Coordinate piane (UTM32*) e geografiche (ED50 e WGS84) degli abitati di Capriglio e del ponte stradale in località Antria.
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3. CARATTERISTICHE DEL DISSESTO, INTERVENTI DI SISTEMAZIONE E SISTEMA DI MONITORAGGIO
3.1 Caratteristiche del dissesto
La grande frana di Capriglio – Caneto Bocchi è caratterizzata dalla riattivazione e unione di due
frane preesistenti, con significativo ampliamento, avvenute con alcuni giorni di distanza l’una
dall’altra nell’aprile 2013, interessando un territorio caratterizzato dall’affioramento di sequenze
torbiditiche del Flysch di M. Caio.
La frana di Capriglio è costituita dalla riattivazione parossistica di una frana già esistente di
tipologia prevalentemente ascrivibile a colata di fango e detrito, ma con a monte una componente
di scorrimento. Lo sviluppo di questo dissesto è di circa 1 km, con coinvolgimento ed occlusione
dell’alveo del T. Bardea.
La frana di Caneto Bocchi è costituita dalla parziale riattivazione di frane preesistenti, ma con una
importante componente di neoformazione, che ha coinvolto un’area su cui sorgevano due
abitazioni ed un capannone produttivo, che sono stati distrutti dal movimento. Oltre agli edifici citati
è stata coinvolta la strada comunale Lagrimone - Capriglio, che è andata completamente distrutta
per una tratta di circa 200 metri.
La lunghezza di questo secondo dissesto è di oltre 700 metri, con una larghezza media di circa
300 metri. Il movimento si è poi trasferito a valle con una componente di colamento e si e unito alla
frana di Capriglio.
I due corpi di frana, una volta uniti in corrispondenza dell’abitato di Pianestolla, hanno proseguito
verso valle nell’alveo del T. Bardea con meccanismo prevalente di colamento, per una lunghezza
di circa 2 km e con una larghezza media di circa 200 metri.
Attualmente il piede della frana si colloca poche di decine di metri a monte del ponte sulla SP
665R “Massese” in località Antria.
I movimenti franosi hanno coinvolto e distrutto tratti delle reti elettriche a media e bassa tensione e
l’acquedotto di Lagrimone.
Le cause dei dissesti vanno ricercate nell’effetto combinato di fattori geologici, morfologici e
pluviometrici particolarmente sfavorevoli, che hanno determinato il cedimento simultaneo di diversi
versanti nel bacino del T. Bardea, sotto forma di grandi dissesti gravitativi di tipo complesso,
prevalentemente di tipo scivolamento rotazionale, con piani di scorrimento multipli e talora
sovrapposti e successiva evoluzione in colata.
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3.2 Interventi di sistemazione
Gli interventi sin qui eseguiti, diretti dal Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po della Regione
Emilia-Romagna, sono consistiti essenzialmente nella ricostruzione dell’alveo del T. Bardea, che
era stato completamente occluso dalla frana e nella realizzazione di un reticolo scolante all’interno
del corpo di frana.
Inoltre si è intervenuti nello svuotamento degli invasi che si erano formati in alcune
contropendenze e nella regimazione delle acque superficiali al contorno della frana.
Sulla base delle risultanze della campagna di indagini geognostiche e geofisiche e dei dati forniti
dagli strumenti di monitoraggio, verranno progettati interventi di consolidamento degli abitati.
Per quanto riguarda la viabilità è stata realizzata una pista di emergenza al fine di ripristinare il
collegamento lungo la Val Bardea e garantire una nuova direttrice di accesso agli abitati di Schia,
Groppizioso e Casagalvana, in quanto la SP 65 è tuttora interrotta a monte di Musiara Inferiore e la
strada comunale “Belvedere Emilia” è messa a rischio dalla presenza di importanti movimenti
franosi.
La pista di emergenza, recentemente asfaltata e dotata di protezioni stradali, si sviluppa dal campo
sportivo di Pratolungo sino al cimitero di Capriglio.
Per quanto riguarda le infrastrutture a rete, IREN Emilia, gestore del servizio acquedottistico, ha
realizzato un bypass esterno per ripristinare il collegamento tra i serbatoi di alimentazione
dell’acquedotto di Lagrimone, mentre ENEL Distribuzione e Telecom Italia hanno realizzato nuovi
collegamenti esterni alla frana nelle reti di rispettiva competenza.
3.3 Sistema di monitoraggio
Il dissesto in questione è monitorato da un articolato sistema di monitoraggio, attualmente
costituito da:
- un interferometro radar posizionato in località Lagrimone;
- una stazione totale robotizzata posizionata in località Le Piane e da una rete di prismi di
controllo topografico;
- n° 5 inclinometri (n° 2 a Capriglio, n° 1 a Caneto Pellegri e n° 2 a Pianestolla);
- n° 2 piezometri (n° 1 a Capriglio e n° 1 a Pianestolla).
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L’interferometro è stato collocato, su richiesta dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, dal
Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze (responsabile: prof. Nicola Casagli),
che è Centro di Competenza per il rischio idrogeologico del Dipartimento Nazionale della
Protezione Civile. Lo strumento mediante una SIM card trasmette i dati acquisiti alla sede di
Firenze, dove vengono elaborati ed inseriti in un rapporto periodicamente trasmesso all’Agenzia
Prociv Emilia-Romagna e al Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po.
La stazione totale robotizzata è stata installata dal Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po in
collaborazione con l’Università di Modena – Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche;
tramite una SIM card trasmette i dati acquisiti all’Università di Modena, che a sua volta li elabora e
informa il STB delle risultanze delle misure.
I dati inclinometrici e piezometrici sono acquisiti manualmente sul campo da professionisti
incaricati dal STB, con periodicità variabile in funzione dell’andamento pluviometrico e del livello di
allerta.
In considerazione del recente allestimento del sistema di monitoraggio, si sta completando il
processo di taratura, che prevede la verifica delle misure, la risoluzione dei problemi di
acquisizione durante le fasi di condizione meteo avverse, l’eliminazione di falsi allarmi, ecc..
Una volta completato questo processo, sarà possibile definire soglie numeriche affidabili connesse
alla velocità degli spostamenti in superficie (monitoraggio topografico) e nel sottosuolo
(monitoraggio inclinometrico), che saranno correlate alle varie fasi di allertamento e finalizzate alla
eventuale evacuazione delle aree a rischio.
Le soglie relative al monitoraggio topografico di superficie sono distinte in funzione degli
spostamenti rilevati sul terreno e sui fabbricati (cfr. Tab. 2). Relativamente agli spostamenti sul
terreno, va sottolineato che lo spostamento di un singolo prisma può non risultare significativo, in
quanto dovuto a condizioni locali o disturbi occasionali e di conseguenza i movimenti del terreno
dovranno essere valutati nell’insieme.
In via speditiva sono stati fissati i valori di incremento riportati in Tab. 2 e Tab. 3.
SOGLIE MONITORAGGIO TOPOGRAFICO
Livello allertamento valori soglia
terreno edifici
ATTENZIONE 1 cm/giorno 0.5 mm/giorno
PREALLARME 5 cm/giorno 1 mm/giorno
ALLARME 10 cm/giorno 2 mm/giorno
Tab. 2 – soglie di monitoraggio topografico o superficiale
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SOGLIE MONITORAGGIO INCLINOMETRICO
Livello allertamento valori soglia (mm/mese)
ATTENZIONE 1
PREALLARME 3
ALLARME 5
Tab. 3 – soglie di monitoraggio inclinometrico o profondo
I soggetti preposti al monitoraggio di concerto con il Servizio Tecnico di Bacino dovranno valutare
se il superamento delle varie soglie è significativo della riattivazione del movimento franoso e quali
possono essere gli effetti attesi sul territorio.
Qualora il superamento sia significativo, daranno tempestiva comunicazione al Sindaco per
l’attivazione delle relative fasi di allerta.
Sulla base di quanto accaduto nel corso della primavera 2013, un ulteriore elemento di valutazione
è rappresentato dall’intensità e persistenza delle precipitazioni meteoriche. Vista la complessità
della frana non è ad oggi possibile individuare una soglia di innesco pluviometrico, tuttavia in caso
di avviso di condizioni meteo avverse e di precipitazioni particolarmente intense dovranno essere
rafforzate le attività di vigilanza sul campo e infittite le misurazioni sugli strumenti a lettura
manuale.
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4. SCENARIO DI EVENTO
Lo scenario di evento considerato dal presente Piano è quello di una RIATTIVAZIONE
PARZIALE O TOTALE DEL MOVIMENTO FRANOSO, CON COINVOLGIMENTO DIRETTO
DEGLI ABITATI DI CAPRIGLIO E/O PIANESTOLLA E/O DEL PONTE SULLA SP 665R IN
LOCALITÀ ANTRIA.
Sula scorta di quanto accaduto nell’aprile 2013, le tempistiche attese presentano un’elevata
variabilità, con fenomeni che potrebbero avvenire in tempi brevi (poche ore), sino a fenomeni con
tempi dell’ordine di giorni e settimane.
La zonizzazione riportata in Tav. 1 è stata effettuata individuando zone che presentano
diverso livello di esposizione, partendo dalla Zona 4 (basso) sino alla Zona 1 (molto elevato). Nelle
perimetrazioni si è tenuto conto della vicinanza al limite attuale della frana, delle caratteristiche
geologiche e morfologiche del territorio, delle indagini eseguite e delle modalità di possibile
riattivazione, ampliamento e progressione del movimento gravitativo.
La ZONA 1 riguarda esclusivamente una piccola porzione di territorio in località Caneto
Pellegri, dove sorgono due fabbricati rurali già oggetto di ordinanza di evacuazione emessa
nell’aprile 2013.
La ZONA 2 coinvolge porzioni di territorio prossime al corpo di frana e interessate dalla
presenza di edifici e infrastrutture viarie.
Nella ZONA 3 ricadono porzioni di territorio anch’esse interessate dalla presenza di edifici e
infrastrutture viarie, ma poste un posizione più defilata rispetto alla direzione di probabile
propagazione del movimento franoso.
Infine la ZONA 4 individua porzioni di territorio che, per distanza dalla frana e caratteristiche
geologiche e morfologiche, presentano una modesta probabilità di essere coinvolte dal movimento
franoso, ma non possono essere considerate in completa sicurezza.
Qualora gli effetti sulla superficie topografica, sull’edificato e sulle infrastrutture siano tali da
mettere a rischio la pubblica incolumità, saranno disposti provvedimenti specifici, tra cui
l’attivazione del Centro Operativo Comunale (COC) e l’emissione dell’Ordinanza Sindacale di
evacuazione immediata delle aree a rischio perimetrate in Zona 2, con eventuale estensione a
settori della Zona 3 e, qualora necessario e/o opportuno, a settori della Zona 4.
L’ampiezza dell’area da evacuare sarà decisa da una Commissione Tecnica composta da
rappresentanti del Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po, del Comune di Tizzano Val Parma,
dell’Unione Montana Appenino Parma Est e della Provincia di Parma.
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Qualora l’evento si manifesti senza preannuncio e con dinamica estremamente rapida, la
decisione potrà essere assunta direttamente dai Vigili del Fuoco di concerto con il Sindaco di
Tizzano Val Parma e le Forze di Polizia eventualmente presenti.
Contestualmente i gestori dei servizi essenziali (gas, elettricità, acqua) dovranno mettere in
sicurezza gli impianti di propria competenza, al fine di evitare rischi per i residenti e i soccorritori e
di non aggravare ulteriormente lo scenario di evento.
Per le problematiche di sicurezza relative al ponte stradale sulla SP 665R, le decisioni
saranno assunte dalla Provincia di Parma, in qualità di Ente competente sull’asse viario.
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5. ELEMENTI ESPOSTI A RISCHIO
All’interno dell’areale oggetto della perimetrazione delle Zone 1, 2, 3 e 4 sono stati individuati gli
elementi esposti al rischio di danneggiamento in termini di edificato, viabilità e infrastrutture a rete.
Di seguito vengono illustrati gli elementi più significativi suddivisi per i due centri abitati a rischio di
Capriglio e Pianestolla.
5.1 Capriglio
Il quadro degli edifici ricadenti nelle perimetrazioni dell’area a rischio sono sintetizzati in Tab. 4:
ZONA N° edifici Residenti descrizione
1 2 3 abitazione + edificio agricolo già evacuati
2 15 32 n° 13 edifici residenziali e n° 1 capannone artigianale e n° 1 fienile (Caneto Pellegri)
3 19 35 n° 18 edifici residenziali + n° 1 stalla
4 n° 24 edifici residenziali + chiesa e canonica (Provvidenza) + n° 1 edificio produttivo dismesso (ex caseificio)
Tab. 4 – Edifici e residenti all’interno delle zone perimetrate in località Capriglio
All’interno della Zona 1 sono stati censiti n° 1 nucleo familiare, per un totale di 3 persone, di cui 2
di età superiore ai 70 anni.
All’interno della Zona 2 sono stati censiti n° 15 nuclei familiari, per un totale di 32 persone, di cui 9
di età superiore ai 70 anni e 1 bambino di anni 8.
All’interno della Zona 3 sono stati censiti n° 16 nuclei familiari, per un totale di 35 persone, di cui 9
di età superiore ai 70 anni.
5.2 Pianestolla
Il quadro degli edifici ricadenti nelle perimetrazioni dell’area a rischio sono sintetizzati in Tab. 5:
Zona N° edifici Residenti descrizione
2 9 27 N° 8 edifici residenziali + n° 1 edificio agricolo
3 12 9 N° 10 edifici residenziali + n° 1 stalla + n° 1 capannone artigianale
Tab. 5 – Edifici e residenti all’interno delle zone perimetrate in località Pianestolla
All’interno della Zona 2 sono stati censiti n° 8 nuclei familiari, per un totale di 27 persone, di cui 4di
età superiore ai 70 anni e 4 bambini di età inferiore a 10 anni.
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All’interno della Zona 3 sono stati censiti n° 5 nuclei familiari, per un totale di 9 persone, di cui 2di
età superiore ai 70 anni e 1 bambino di età inferiore a 10 anni.
Un ulteriore edificio perimetrato in Zona 4 è costituito dal Salumificio Rosati in località Antria,
qualora l’ostruzione del T. Bardea possa instabilizzare il versante sinistro a monte del ponte.
Circa i dati puntuali si rimanda agli Allegati n° 2 (schede edifici), n° 3 (schede nuclei familiari) e 4
(schede attività produttive), predisposti dagli Uffici comunali e periodicamente aggiornati.
Le verifiche effettuate mediante i Servizi Sociali hanno escluso la presenza all’interno delle aree
perimetrate di persone diversamente abili seguite dai Servizi stessi.
Mediante apposito censimento presso i nuclei familiari residenti dovranno essere acquisite ulteriori
informazioni circa persone assenti e/o altre persone temporaneamente residenti (amici, parenti,
colf, ecc.), animali domestici ed eventuali esigenze personali di carattere sanitario e/o alimentare,
al fine di garantire adeguata assistenza qualora si dovesse rendere necessaria l’evacuazione dei
fabbricati.
5.3 Viabilità
Le strade a rischio di coinvolgimento ed interruzione in caso di riattivazione del movimento franoso
sono:
� a Capriglio il tratto iniziale della strada di bonifica (Consorzio di Bonifica dell’Emilia
Centrale) per Lalatta, la strada comunale della Val Bardea nell’attraversamento del centro
abitato e strada S. Michele;
� l’intera viabilità urbana di Pianestolla;
� due brevi tratti della pista di emergenza “Val Bardea”;
� il ponte sulla S.P. 665R “Massese” in località Antria.
Va evidenziato che il coinvolgimento di uno o più tratti stradali dipende dalle modalità di
riattivazione del movimento franoso (parziale o totale) e dei settori di territorio interessati.
Per quanto riguarda la viabilità alternativa, l’evacuazione dei centri abitati è comunque garantita,
mentre la criticità più significativa è rappresentata dall’eventualità di una contestuale interruzione
della Strada Massese in località Ponte di Antria e della Strada di bonifica per Lalatta.
Ciò comporterebbe la disponibilità di due sole direttrici di collegamento esterno per il territorio dei
Comuni di Monchio delle Corti e Palanzano, costituite dalla S.P. del Parco dei 100 Laghi attraverso
il Passo del Ticchiano (percorso altimetricamente rilevato e non adatto a mezzi pesanti) e alla
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strada comunale del Mulino della Bardea, per poi collegarsi alla S.P. di Scurano (strada stretta e
adatta a soli mezzi leggeri). Quale ultima alternativa residuerebbe la Strada Massese ed il Passo
del Lagastrello verso la Toscana.
5.4 Infrastrutture a rete
Acquedotto
Gli abitati di Capriglio e Pianestolla sono serviti da una rete acquedottistica che viene
alimentata da alcune sorgenti poste sul M. Caio. La zona in frana è stata bypassata con una nuova
conduttura interrata.
Con IREN Acqua Gas (attivabile tramite il numero verde 800.343434) andrà definita una
procedura di allertamento, al fine di garantire un intervento immediato in caso di emergenza, con
eventuale sezionamento e interruzione dell’erogazione idrica nell’area a rischio.
Elettricità
Gli abitati di Capriglio e Pianestolla sono raggiunti da linee elettriche a media tensione (15
kV) e dai trasformatori su palo si dipartono le linee a bassa tensione (380 v) a servizio delle utenze
civili e produttive. Il servizio elettrico è curato da ENEL Distribuzione , con cui andrà definita una
procedura di allertamento, al fine di garantire un intervento immediato in caso di emergenza, con
eventuale sezionamento e disalimentazione delle linee nell’area a rischio.
Gli abitati di Capriglio e Pianestolla sono dotati di illuminazione stradale la cui gestione è
curata direttamente dal Comune di Tizzano val Parma, con incarico ad un manutentore.
Fognature
Gli abitati di Capriglio e Pianestolla sono dotati di reti fognarie che recapitano le acque reflue
agli impianti di trattamento.
Con il gestore del servizio idrico integrato IREN Ambiente (attivabile tramite il numero verde
800.212607) andrà definita una procedura di allertamento, al fine di garantire un intervento
immediato in caso di emergenza, per garantire la funzionalità del servizio di raccolta delle acque
reflue nell’area a rischio.
Telefonia
L’area oggetto di perimetrazione è servita da una rete di telefonia fissa con linee aeree.
Con il gestore della rete (Telecom Italia ) andrà verificata la presenza di eventuali
infrastrutture che necessitano di provvedimenti specifici e dovrà essere definita una procedura di
allertamento, al fine di garantire un intervento immediato in caso di emergenza.
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6. AREE DI ATTESA E STRUTTURE D’ACCOGLIENZA
Qualora si rendesse necessaria l’evacuazione, a seguito dell’Ordinanza Sindacale di sgombero, la
popolazione, una volta informata del provvedimento, dovrà recarsi senza indugio presso le aree di
attesa, dove le verrà fornita una prima assistenza ed informazione, per poi essere trasferita presso
le strutture di accoglienza individuate sul territorio comunale o in comuni limitrofi.
Le aree di attesa individuate sono le seguenti (Tab. 6):
n° Indirizzo e descrizione Località Cod. piano comunale
protezione civile
1 Campo sportivo Capriglio TvP6
2 Incrocio via Pianestolla con S.C. Val Bardea Pianestolla TvP7
Tab. 6 - Aree di attesa per la popolazione
Le persone impossibilitate a raggiungere le aree di attesa con propri mezzi, causa età, disabilità o
malattia, saranno prelevate a domicilio mediante autoambulanze o veicoli attrezzati per il trasporto
di disabili. A tal proposito i Servizi Sociali dovranno predisporre un elenco di persone bisognose di
questo servizio, avendo cura di aggiornarlo nel tempo.
Tutti coloro che risulteranno in grado di spostarsi co propri mezzi potranno recarsi direttamente al
Centro di Prima Accoglienza allestito presso il Centro Civico di Lagrimone, dove sarà loro fornita
una prima assistenza. In caso di necessità il Sindaco potrà disporre l’apertura straordinaria del
vicino plesso scolastico per un’accoglienza temporanea.
Tutte le operazioni di cui sopra saranno assistite da personale del Sistema locale di Protezione
Civile, con il supporto delle Organizzazioni del Volontariato.
Coloro che vorranno allontanarsi autonomamente dall’area evacuata senza avvalersi dei servizi di
assistenza forniti dal Comune, dovranno darne tempestiva notizia ai responsabili dell’operazione di
evacuazione in loco o al Comune di Tizzano Val Parma.
I cittadini evacuati potranno essere temporaneamente ospitati presso strutture di accoglienza
provvisorie, ma qualora persista l’impossibilità di rientrare nelle proprie abitazioni, dovranno essere
valutate sistemazioni alternative, privilegiando l’impiego delle strutture alberghiere presenti sul
territorio comunale o nelle immediate vicinanze, valutando nella scelta la composizione dei vari
nuclei famigliari, le possibilità di spostamento autonomo e la vicinanza ai rispettivi posti di lavoro.
Coloro che dispongono di una sistemazione alternativa autonoma (seconda casa, accoglienza
presso amici o parenti, ecc.), dovranno essere incentivati ad avvalersene, dando comunicazione al
COC del trasferimento in atto o già avvenuto.
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Le strutture ricettive presenti sul territorio comunale sono le seguenti (Tab 7):
Strutture ricettive
denominazione indirizzo telefono camere / letti bagni ristorante
MIRAMONTI Via Schia 0521.867201 12/25 12 SI
LOCANDA DELLA PIEVE Via Bocconi 50 - Moragnano 0521.361013 5/13 5 SI
Residence NORMENA Località Schia 0521.860006 348.2446531 10/19 10 NO
CASA NUOVA Località Casanuova 1, Casola 0521.868278 5/18 SI
MONTE FUSO Località Rusino 0521.866900 2/4 2 SI
Campeggio SCHIA1 Località Schia 0521.868311
347.0493017 9 piazzole
26 camper SI
Tab. 7 - strutture ricettive operanti sul territorio comunale
Sul territorio comunale esistono ulteriori strutture di proprietà ecclesiastica in grado di ospitare
temporaneamente persone evacuate (Tab. 8):
denominazione indirizzo telefono camere/letti proprietà
Casa di preghiera “Casa del Padre” Lagrimone 0521.866978
334.6868666 20 camere
40 posti Istituto Diocesano
Casa soggiorno2 Località Pieve 0521.867203 8 camere 21 posti
Parrocchia S. Leonardo (PR) 0521.781618
Tab. 8 - strutture ricettive di proprietà ecclesiastica sul territorio comunale
Il mobilio, le suppellettili e tutti i beni in genere delle persone evacuate che fosse possibile
prelevare dai fabbricati in condizioni di sicurezza e per i quali i proprietari non siano in grado di
provvedere autonomamente, dovranno poter essere collocati temporaneamente presso idonee
strutture (ex. capannoni produttivi vuoti o sottoutilizzati), che ne possano garantire la custodia e
l’accessibilità. La ricerca e l’individuazione delle strutture sarà a carico del Comune di Tizzano Val
Parma, in collaborazione con l’Unione Montana Appennino Parma Est.
Il conferimento del mobilio dovrà essere corredato da un inventario controfirmato dai proprietari e
da chi prende in custodia i beni.
Per quanto riguarda il ricovero di eventuali animali da reddito e da compagnia da evacuare, con il
coordinamento del Servizio Veterinario dell’Azienda U.S.L. – Distretto Sud-Est, dovranno essere
definite apposite procedure per il trasporto e il ricovero presso idonee strutture.
1 Tale sistemazione ha scarse probabilità di essere attivata, causa l’altitudine e la rigidità del clima invernale, ed attualmente la struttura è priva di gestore. 2 Questa struttura presenta numerose barriere architettoniche e non è adatta per ospitare persone anziane
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7. VIABILITÀ E CANCELLI STRADALI
La direttrice stradale principale per i centri abitati di Capriglio e Pianestolla è rappresentata dalla
Strada comunale della Val Bardea e dalla nuova pista di emergenza che consente, mediante il
raccordo con la S.P. 665R “Massese” in località Lagrimone, il collegamento con Tizzano, con la
Val Parma e con la Val d’Enza.
Il centro abitato di Capriglio è altresì raggiungibile da Tizzano attraverso un percorso
altimetricamente rilevato, che passa dalla stazione sciistica di Schia mediante la strada comunale
di Casagalvana o la strada comunale Belvedere Emilia. Quest’ultima è messa a rischio da un
movimento franoso.
Capriglio è infine collegato alla SP 665R Massese mediante la strada di bonifica per la località
Lalatta (Comune di Palanzano). Anche questa viabilità è condizionata dalla presenza di un
movimento franoso a monte dell’abitato di Lalatta.
Durante situazioni di emergenza o qualora debba essere ordinata l’evacuazione dell’area a rischio,
potrà rendersi necessaria l’istituzione di uno o più cancelli stradali (posti di blocco), al fine di
regolamentare l’accesso all’area operativa.
L’ubicazione dei cancelli, riportati in Tab. 9, è evidenziata graficamente in Tav. 1.
N° cancello ubicazione
1 lungo la strada comunale di Pianestolla in corrispondenza dell’incrocio con la strada comunale della Val Bardea (pista emergenza)
2 incrocio tra strada comunale della Val Bardea e strada comunale di Casagalvana
3 lungo la strada di bonifica per Lalatta sul confine comunale
Tab. 9 - Cancelli stradali
Ai cancelli, la cui istituzione andrà fatta a ragion veduta, per il disagio che essi comportano, viene
affidato il compito di interdire il transito ai mezzi non autorizzati o comunque di regolamentare il
traffico veicolare, in modo da non intralciare i mezzi di soccorso e i veicoli impiegati per le
operazioni di sgombero ed evitare situazioni di pericolo per il personale operante e i cittadini.
Tutte le interruzioni dovranno essere rese facilmente individuabili e rese adeguatamente visibili
mediante apposita segnaletica (eventuale impiego di transenne) ed essere presidiate da personale
in divisa.
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Al fine di consentire adeguata informazione e la valutazione di percorsi alternativi ai conducenti di
veicoli, potrà essere allestito un ulteriore punto di filtro del traffico veicolare con segnaletica di
preavviso in località Lagrimone, all’incrocio tra la strada comunale della Val Bardea e la SP 665R
Massese.
È opportuno precisare che non dovranno necessariamente essere attivati tutti i posti di blocco di
cui sopra, ma l’istituzione di uno o più di loro, sarà direttamente collegata allo scenario di evento in
atto.
Nelle strade interessate dall’istituzione dei cancelli, salvo diversa disposizione impartita dal
personale di vigilanza in loco, è comunque sempre consentita la percorribilità veicolare e
ciclopedonale esclusivamente nella direttrice di uscita dall’area a rischio.
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8. MODELLO DI INTERVENTO
Il modello di intervento consiste nell’assegnazione delle responsabilità e dei compiti di
comando e controllo per la gestione delle emergenze.
Secondo questo modello vengono stabilite le procedure per la realizzazione del continuo
scambio di informazioni tra il sistema centrale e periferico di protezione civile, per permettere
l’utilizzazione ottimale delle risorse, il coordinamento dei centri operativi dislocati su tutto il territorio
indipendentemente dal tipo di evento.
Tali centri, in riferimento alle normative vigenti ed al “Metodo Augustus", sono i seguenti:
• livello nazionale: DI.COMA.C. (Direzione Comando e Controllo) e Centro Situazioni
Unificato “Sala Situazioni Italia” presso il Dipartimento Nazionale di Protezione
Civile;
• livello regionale: C.O.R. (Centro Operativo Regionale);
• livello provinciale: C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) e S.O.P. (Sala Operativa di
Prefettura) presso l’Ufficio Territoriale di Governo – Prefettura;
• livello intercomunale: C.O.M. (Centro Operativo Misto), individuato dalla pianificazione
di emergenza provinciale ed istituito – se opportuno e/o necessario – dal Prefetto;
• livello comunale: C.O.C. (Centro Operativo Comunale).
In base alla pianificazione intercomunale, in caso di emergenza il Comune di Tizzano Val
Parma si raccorda prioritariamente con il Servizio Protezione Civile dell’Unione Montana Appenino
Parma Est e con il C.C.S.
8.1 SISTEMA DI COMANDO E CONTROLLO
Il Sindaco è AUTORITÀ LOCALE DI PROTEZIONE CIVILE , e in quanto tale provvede agli
interventi necessari ad assicurare la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di
assistenza alle popolazioni interessate dalla situazione di emergenza.
A tale scopo il Sindaco si avvale del C.O.C. ubicato nel Municipio di Tizzano Val Parma, in
Piazza Roma, 1 (Tel. 0521.868936 – Fax 0521.898937) .
Qualora per qualsiasi motivo la sede prescelta per il COC non dovesse risultare impiegabile (ad
esempio le strade di accesso non fossero percorribili), il COC sarà trasferito nella sede alternativa
individuata, sempre nel Capoluogo, presso il complesso edilizio di via Aldo Moro 12 , in cui hanno
sede il Comitato Locale della Croce Rossa Italiana, la biblioteca comunale, la scuola materna, la
scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado.
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Il C.O.C. è costituito da un’area strategica e da una sala operativa.
La prima è preposta a prendere decisioni ed è composta, oltre che dal Sindaco e da amministratori
comunali, dai rappresentanti delle altre Istituzioni e delle Strutture Operative locali.
La seconda cura i collegamenti e attua le decisioni assunte dall’area strategica ed è composta dai
funzionari comunali e/o da altri referenti locali preposti alla raccolta dati, alla predisposizione ed
all'attuazione delle procedure previste nelle funzioni stesse.
La sala operativa è strutturata secondo le seguenti 9 funzioni di supporto:
1. Tecnica e di Pianificazione
2. Sanità, assistenza sociale e veterinaria
3. Volontariato
4. Materiali e mezzi
5. Servizi essenziali – Telecomunicazioni
6. Censimento danni a persone e cose
7. Strutture operative locali – Viabilità
8. Segreteria – Comunicazioni – Informazioni
9. Assistenza alla popolazione e attività scolastica
L’attivazione del C.O.C. viene disposta con provvedimento formale da parte del Sindaco.
8.2 ATTIVAZIONI IN EMERGENZA
In caso di pericolo incombente o di emergenza, il Sindaco:
� assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del
comune, nonché il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla
popolazione colpita e provvede agli interventi necessari dandone immediata
comunicazione al prefetto e al presidente della giunta regionale.
� attiva il C.O.C., convocandone l’area strategica e i referenti della sala
operativa, secondo criteri di gradualità, in relazione ai diversi livelli (fasi) di
allertamento: ATTENZIONE, PREALLARME , . ALLARME – EMERGENZA
Di seguito vengono illustrati, distinti nelle varie fasi, i compiti e le azioni del Sindaco, dei
componenti il C.O.C., dei componenti il Sistema di Protezione Civile e della Popolazione.
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FASE DI ATTENZIONE
Elementi di valutazione
Sul territorio vengono riscontrate evidenze di una possibile attivazione del movimento
franoso. Tali evidenze possono consistere in:
- alterazioni negli elementi lineari del paesaggio;
- lesione negli asfalti e nei campi;
- manifestazioni di venute d’acqua;
- rumori dal sottosuolo;
- ecc.
Il sistema di monitoraggio restituisce misure con spostamenti significativi
A seguito di segnalazioni di tal genere, che possono essere effettuate da chiunque, devono essere immediatamente avvertiti il Sindaco (o suo delegato) ed il referente alla funzione 1 (tecnica e di pianificazione).
Attivazioni
il Sindaco:
- attiva il referente della funzione Tecnica e di Pianificazione, al fine di predisporre sopralluogo per verificare la veridicità delle segnalazioni e lo stato di fatto del fenomeno
- informa, sulla base delle risultanze delle verifiche effettuate dall’Ufficio Tecnico Comunale, il Servizio Tecnico Bacino Affluenti Po, la Provincia di Parma e l’Unione Montana Appennino Parma Est
- Richiede, se lo ritiene necessario, un sopralluogo tecnico ai Servizi tecnici regionali per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno nei casi di attivazione stato di attenzione per superamento di soglia
- Valuta insieme ai soggetti preposti al monitoraggio o alle strutture tecniche la necessità di incrementare il monitoraggio strumentale o le modalità idonee di controllo del fenomeno franoso
- Attiva la fase di ATTENZIONE sulla base del superamento della soglia di attenzione comunicata dalle strutture tecniche preposte al monitoraggio o a seguito di emanazione di allerta di protezione civile o sulla base delle comunicazioni di eventuali segnali di danno su edifici o su terreno da parte dei cittadini, degli Enti e strutture preposte al controllo dandone comunicazione ai soggetti di cui all’All.1
- Informa, qualora necessario, la popolazione interessata dell’attivazione della fase di attenzione e delle attività intraprese volte alla salvaguardia delle persone e dei beni
- Valuta con i responsabili della viabilità gli eventuali tratti stradali interferenti con l’area delimitata
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- Mantiene aggiornati i soggetti di cui all’All. 1 in merito allo stato evolutivo del dissesto e alle attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- Dispone la cessazione della fase di attenzione sulla base di comunicazioni dei soggetti preposti al monitoraggio in relazione al rientro dei valori di monitoraggio al di sotto della soglia di attenzione e/o sulla base di comunicazioni della struttura tecnica comunale in relazione all’assenza di indizi di movimento dandone comunicazione ai soggetti indicati nell’allegato 1 e informandone la popolazione qualora interessata
Il referente della Funzione Tecnica e di Pianificazione (F1):
- predispone un sopralluogo al fine di verificare le segnalazioni
- informa il Sindaco dell’esito del sopralluogo
- nel caso in cui il sopralluogo abbia confermato la riattivazione del movimento franoso oppure sussistano dubbi circa la situazione in atto, concorda l’esecuzione di sopralluoghi da parte del STB-RER
Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE
- valuta il superamento della soglia di preallarme e, a ragion veduta, propone al Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- se ritenuto necessario o su richiesta del Sindaco, effettua un sopralluogo tecnico, in raccordo con le strutture tecniche comunali, per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno
- qualora richiesto, effettua la delimitazione dell’area interessata dai movimenti, una valutazione complessiva dello stato del versante e dei possibili scenari evolutivi, dandone comunicazione al Sindaco
- valuta insieme alle strutture tecniche comunali e/o ai soggetti preposti al monitoraggio la necessità di incrementare il monitoraggio strumentale o comunque le modalità idonee di controllo del fenomeno franoso
- propone al Sindaco la cessazione della fase di ATTENZIONE e ne riceve l’adozione
Unione Montana Appennino Parma Est:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE
- se richiesto, fornisce al Sindaco supporto tecnico per le problematiche in materia di difesa del suolo e protezione civile
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Provincia di Parma:
- riceve dal Sindaco comunicazione dell’attivazione della fase di ATTENZIONE
- valuta le possibili interazioni tra il dissesto e i tratti potenzialmente critici della viabilità
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- riceve dal Sindaco le risultanze delle verifiche effettuate nonché eventuali attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Parma:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE
- riceve le comunicazioni dal Sindaco circa le valutazioni tecniche e le attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità;
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Agenzia Regionale di Protezione Civile:
- riceve dal Sindaco comunicazione dell’attivazione della fase di ATTENZIONE
- riceve dal Sindaco le risultanze delle verifiche effettuate nonché eventuali attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità;
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Consorzi dell’Emilia Centrale e della Bonifica Parmense:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE
- se ritenuto necessario o su richiesta del Sindaco, effettuano un sopralluogo tecnico sulle opere di propria competenza, in raccordo con le strutture tecniche comunali, per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Vigili del Fuoco:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE
- se richiesto, forniscono supporto al Sindaco nell’individuazione delle misure più opportune da intraprendere per la pubblica incolumità
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Forze di Polizia:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE - se richiesto, forniscono supporto al Sindaco nell’individuazione delle misure più
opportune da intraprendere per la pubblica incolumità - Ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di
ATTENZIONE
Croce Rossa Italiana – Comitato locale di Tizzano:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE - verifica la propria organizzazione interna
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- informa il Comitato Provinciale CRI e la C.O. 118 - riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Volontariato di Protezione Civile:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE
- verifica la propria organizzazione interna - se richiesto, collabora nel monitoraggio e presidio delle aree a rischio - riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Gestori dei Servizi Essenziali:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ATTENZIONE
- effettuano sopralluoghi per la verifica dei tratti potenzialmente critici delle infrastrutture a rete
- valutano e predispongono relativi interventi di somma urgenza
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ATTENZIONE
Fig. 2 – schema logico evolutivo in fase di Attenzione
MONITORAGGIO
Ritorno alla fase di
Mantenimento della fase di
Passaggio alla Fase di
La situazione si mantiene stazionaria, senza fornire nuovi elementi positivi o negativi
Vengono raggiunte e superate le soglie prestabilite di preallarme oppure vengono individuate situazioni di possibile evoluzione negativa
il monitoraggio evidenzia l’arresto del movimento franoso o la cessazione della sua pericolosità
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FASE DI PREALLARME
Elementi di valutazione
I sopralluoghi effettuati dal Servizio Tecnico Bacini Affluenti Po evidenziano la riattivazione
del movimento franoso.
Vengono segnalate nuove lesioni od aggravamento di lesioni preesistenti in fabbricati;
Si verificano rotture di condutture e tubazioni interrate
Il sistema di monitoraggio restituisce misure con superamento del livello di soglia
Attivazioni
il Sindaco:
- attiva la fase di PREALLARME sulla base del superamento della soglia di preallarme comunicata dalle strutture tecniche preposte al monitoraggio o sulla base di aggravamenti di segnali su edifici o su terreno comunicati dai cittadini, degli Enti e strutture preposte al controllo dandone comunicazione ai soggetti di cui all’All. 1
- richiede un sopralluogo tecnico al Servizio Tecnico di Bacino e ai soggetti preposti al monitoraggio per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno
- valuta la possibile attivazione del Centro Operativo Comunale a supporto delle attività di coordinamento degli interventi di salvaguardia
- mantiene aggiornati i referenti delle funzioni di supporto previste nel C.O.C. circa l’evoluzione dei fenomeni e si assicura che predispongano le azioni di competenza in conformità al piano ed in relazione allo scenario atteso
- mantiene i contatti e si coordina con il Prefetto, la Provincia, l’Unione Montana e il COR (Centro Operativo Regionale)
- informa tutte le strutture operative locali (Stazione Carabinieri, Stazione CFS, VV.F., Croce Rossa Italiana, Distretto AUSL, Volontariato) presenti sul territorio
- informa la popolazione residente ed i titolari di attività economiche interessate dal movimento franoso dell’attivazione della fase di preallarme, le attività intraprese volte alla salvaguardia delle persone e dei beni e la possibile evoluzione e le modalità secondo cui sarà comunicato l’eventuale ordine di evacuazione (porta a porta, megafoni, telefonicamente, ecc.)
- Verifica e aggiorna le procedure per le modalità di sgombero degli edifici interessati dal monitoraggio e la disponibilità delle destinazioni precedentemente individuate sulla base alle caratteristiche dei nuclei familiari e delle eventuali richieste pervenute da parte dei nuclei stessi
- mantiene aggiornati i soggetti di cui all’All. 1 in merito allo stato evolutivo del dissesto alle attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- dispone la cessazione della fase di preallarme sulla base di comunicazioni dei soggetti preposti al monitoraggio in relazione al rientro dei valori di monitoraggio al
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di sotto della soglia di preallarme e/o sulla base di comunicazioni della struttura tecnica comunale in relazione all’assenza di indizi di movimento dandone comunicazione ai soggetti indicati nell’All. 1 e informandone la popolazione qualora interessata
Il referente della Funzione Tecnica e di Pianificazione (F1):
- si mantiene in costante contatto con i tecnici del STB e collabora con loro onde organizzare un servizio continuo di monitoraggio e verificare i dati provenienti dagli strumenti eventualmente installati
- effettua tramite propri tecnici le verifiche sugli edifici, la delimitazione dell’area interessata e dispone le azioni a salvaguardia della pubblica incolumità
- recepisce dalle strutture tecniche preposte i valori di soglia, in base ai quali procedere all’evacuazione dell’area e ne informa il Sindaco
- verifica con gli Enti gestori della viabilità lo stato di eventuali tratti stradali interferenti con l’area delimitata e valuta percorsi alternativi
- informa costantemente il Sindaco circa l’evoluzione dei fenomeni e le iniziative intraprese
Il referente della Funzione Sanità, assistenza sociale e veterinaria (F2):
- su richiesta del Sindaco, concorda con le famiglie delle persone non autosufficienti e degli assistiti dai Servizi, le modalità da seguire per l’eventuale evacuazione
- verifica l’eventuale esigenza di mezzi/attrezzature particolari per il trasporto delle persone non autosufficienti e ne accerta la disponibilità presso le strutture competenti (AUSL, CRI, ecc.)
- verifica l’idoneità delle strutture di accoglienza individuate a ricevere le persone non autosufficienti, occupandosi in caso contrario di individuare sistemazioni alternative coordinandosi con le famiglie e con l’AUSL
- contatta le Organizzazioni sanitarie (C.O. 118 – C.R.I. – A.P. Langhirano) per coordinare gli interventi eventualmente necessari nel caso venga decisa l’evacuazione (es. presidio medico avanzato)
- contatta i proprietari degli allevamenti zootecnici presenti nella zona, per verificarne le esigenze in caso di evacuazione, circa mezzi di trasporto bestiame e strutture di ricovero
Il referente della Funzione Materiali e Mezzi (F4):
- verifica la disponibilità dei mezzi e dei materiali presumibilmente necessari per gestire l’ eventuale evacuazione di emergenza, in particolare di pulmini per il trasporto persone, valutando la necessità di ricorrere a ditte esterne
- se richiesto da F1, attiva gli operai reperibili e preallerta le Ditte di fiducia per gli eventuali interventi urgenti che si rendessero necessari
- se richiesto da F2, si attiva per reperire i mezzi idonei per l’eventuale evacuazione del bestiame
- contatta l’Unione Montana, la Provincia ed il COR per inoltrare eventuali richieste di mezzi e materiali che non possono essere reperiti in loco
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Il referente della Funzione Servizi essenziali (F5):
- avvisa e mantiene aggiornati dell’attivazione della fase di preallarme i Gestori dei Servizi essenziali, verificandone l’operatività nel caso si evidenzi la necessità di sgombero degli edifici e di messa in sicurezza delle aree a rischio
Il referente della Funzione Strutture Operative locali – Viabilità (F7):
- di concerto con F1, verifica la percorribilità della rete stradale
- individua percorsi alternativi nel caso alcune strade non risultino percorribili
Il referente della Funzione Segreteria, comunicazioni ed informazioni (F8):
- cura la redazione delle comunicazioni formali e dei comunicati stampa, richiedendo le informazioni necessarie ad F1 e li sottopone al parere del Sindaco
- collabora con il Sindaco e con i referenti delle varie funzioni per gli aspetti amministrativi e gestionali del COC
Il referente della Funzione Assistenza alla popolazione ed attività scolastica (F9):
- verifica la funzionalità e la disponibilità delle strutture di accoglienza individuate
- sulla base dello scenario d’evento predisposto dalle strutture tecniche, aggiorna il censimento della popolazione da evacuare
- predispone un registro degli eventuali spostamenti dei nuclei familiari
- concorda con i residenti nel territorio interessato le modalità da seguire per l’eventuale evacuazione e verifica quanti di essi abbiano la possibilità di reperire autonomamente una sistemazione alternativa
- verifica la disponibilità di magazzini e locali adatti al ricovero dei beni delle persone da evacuare
Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- valuta il superamento della soglia di preallarme e, a ragion veduta, propone al Sindaco la attivazione della fase di PREALLARME
- effettua un sopralluogo tecnico, in raccordo con le strutture tecniche comunali, per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno
- effettua su richiesta del sindaco sopralluoghi per la verifica dello stato degli edifici
- effettua la delimitazione dell’area interessata dai movimenti, una valutazione complessiva dello stato dei versanti e dei possibili scenari evolutivi, dandone comunicazione al Sindaco
- propone al Sindaco la cessazione della fase di PREALLARME e ne riceve l’adozione
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Unione Montana Appennino Parma Est:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- fornisce al Sindaco supporto tecnico per le problematiche in materia di difesa del suolo, protezione civile e servizi sociali
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Provincia di Parma:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- monitora lo stato delle strade di competenza ed effettua sopralluoghi per la verifica dei tratti potenzialmente critici
- effettua i necessari interventi di somma urgenza
- riceve dal Sindaco le risultanze delle verifiche effettuate, nonché eventuali attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- valuta con il Sindaco la possibilità di alternative presenti e ne verifica lo stato di percorribilità
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Parma:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- riceve le comunicazioni dal Sindaco circa le valutazioni tecniche e le attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Agenzia Regionale di Protezione Civile:
- riceve dal Sindaco comunicazione dell’attivazione della fase di PREALLARME
- riceve dal Sindaco le risultanze delle verifiche effettuate, nonché informazioni sulle attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- dispone l’attivazione del Volontariato e mette a disposizione attrezzature
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Consorzi dell’Emilia Centrale e della Bonifica Parmense:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- se ritenuto necessario o su richiesta del Sindaco, effettuano un sopralluogo tecnico sulle opere di propria competenza, in raccordo con le strutture tecniche comunali, per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
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Edizione 1.0 – febbraio 2014 pag. 26 di 40
Vigili del Fuoco:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- svolgono le attività di soccorso tecnico urgente anche sulla base delle richieste di intervento segnalate dal Sindaco e nell’individuazione delle misure più opportune da intraprendere per la pubblica incolumità
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Forze di Polizia:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARM E
- forniscono supporto al Sindaco nell’individuazione delle misure più opportune da intraprendere per la pubblica incolumità
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Croce Rossa Italiana – Comitato locale di Tizzano:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARM E
- informa il Comitato Provinciale CRI e la C.O. 118
- attiva le procedure interne per far fronte all’eventuale evacuazione
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Volontariato di Protezione Civile:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- verifica la disponibilità di uomini e mezzi per l’assistenza alla popolazione
- qualora richieste, predispone l’invio di squadre a supporto delle strutture preposte per il presidio territoriale e la vigilanza
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
Gestori dei Servizi Essenziali:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di PREALLARME
- effettuano sopralluoghi per la verifica dei tratti a rischio delle infrastrutture a rete
- effettuano i necessari interventi di pronto intervento
- si raccordano mediante le proprie strutture tecniche territoriali con il Comune (F5) per fornire tempestive informazioni e segnalare specifiche esigenze operative
- garantiscono le informazioni agli Enti locali ed ai cittadini mediante i numeri di segnalazioni guasti
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della possibile evacuazione degli edifici e predispongono le azioni per l’eventuale sospensione del servizio
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Edizione 1.0 – febbraio 2014 pag. 27 di 40
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di PREALLARME
La POPOLAZIONE
- è tenuta a prestare attenzione agli avvisi emanati dal Comune, eseguendo le indicazioni, rispettando le Ordinanze e preparandosi all’eventualità dell’evacuazione
- esegue tutte le istruzioni provenienti dalle strutture operative di Protezione Civile
Fig. 3 – schema logico evolutivo in fase di Preallarme
MONITORAGGIO
Ritorno alla fase di
Mantenimento della fase di
Passaggio alla Fase di
Viene registrato un movimento lento e costante del fenomeno franoso, senza che vi siano ulteriori motivi di preoccupazione
Vengono raggiunte e superate le soglie prestabilite di allarme oppure vengono individuate situazioni di pericolo imminente
il monitoraggio evidenzia l’arresto del movimento franoso o la cessazione della sua pericolosità
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FASE DI ALLARME – EVACUAZIONE
Elementi di valutazione
Sono superate le condizioni di soglia di allarme individuate dagli strumenti di monitoraggio.
Osservazioni dirette sul territorio evidenziano situazioni di pericolo imminente.
Attivazioni
il Sindaco:
- attiva la fase di ALLARME sulla base del superamento della soglia di allarme comunicata dalle strutture tecniche preposte al monitoraggio o sulla base di aggravamenti di segnali su edifici o su terreno comunicati dai cittadini, degli Enti e strutture preposte al controllo dandone comunicazione ai soggetti di cui all’All. 1
- dispone l’attivazione del COC al completo e la convocazione del personale necessario per la gestione H24 della sala operativa
- si mantiene in costante contatto con il Prefetto, la Provincia, l’Unione Montana ed il COR per aggiornarli circa l’evoluzione del fenomeno, chiedendo eventualmente il concorso di personale, mezzi e materiali
- sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche emana i provvedimenti atti a garantire l’incolumità della popolazione e la salvaguardia dei loro beni, (ordinanze d’evacuazione, sgombero di edifici a rischio, chiusura delle strade d’accesso all’area perimetrata, ecc.)
- attiva il Volontariato di protezione civile locale a supporto delle azioni pianificate per l’evacuazione
- dispone l’impiego delle strutture di accoglienza per la sistemazione delle persone evacuate e verifica l’immediata fruibilità delle destinazioni individuate per la delocalizzazione della popolazione
- dispone le verifica edificio per edificio dell’avvenuta evacuazione
- informa la popolazione interessata delle attività intraprese volte alla salvaguardia delle persone e all’integrità dei beni e fornisce indicazioni riguardanti le modalità di comportamento da adottare durante le attività di sgombero e le tempistiche entro quali dette azioni devono essere effettuate
- assume il coordinamento di tutti gli interventi necessari con il supporto di ogni Ente o struttura operante sul territorio e attiva l’assistenza socio/sanitaria (servizi alla persona del Comune, azienda sanitaria locale) in funzione della composizione dei nuclei familiari da sgomberare (anziani, minori, diversamente abili, ecc…) e delle necessità di questi
- richiede il supporto degli Enti tecnici regionali per il controllo del versante e per la delimitazione dell’area interessata
- richiede il supporto della AGENZIA di Protezione Civile (COR) e della Prefettura-UTG per le azioni di rapida comunicazione ai soggetti interessati e per eventuali attività specialistiche di prima assistenza e supporto alla popolazione
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- mantiene aggiornati i soggetti di cui all’All. 1 in merito allo stato evolutivo del dissesto alle attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- dispone la cessazione della fase di allarme sulla base di comunicazioni dei soggetti preposti al monitoraggio in relazione al rientro dei valori di monitoraggio al di sotto della soglia di allarme e/o sulla base di comunicazioni della struttura tecnica comunale in relazione alle azioni intraprese a salvaguardia della popolazione dandone comunicazione ai soggetti indicati nell’All. 1 e informandone la popolazione qualora interessata
Il referente della Funzione Tecnica e di Pianificazione (F1):
- prosegue nella collaborazione con i tecnici del STB per il monitoraggio del movimento franoso e l’aggiornamento dello scenario d’evento
- coordina le proprie azioni con le attività di soccorso tecnico urgente, effettuate dai Vigili del Fuoco e da altre strutture operative, in particolare nello svuotamento dei bomboloni di gas ad uso domestico
- rafforza la sorveglianza e l'informazione al pubblico ai fini della tutela della pubblica incolumità nell’ambito della percorrenza dei tratti stradali a rischio
- verifica attraverso i responsabili della viabilità lo stato di eventuali tratti stradali interferenti con l’area delimitata e la percorribilità della viabilità alternativa e provvede all’esecuzione di eventuali interventi di limitazione/interdizione al transito e pronti interventi di ripristino della viabilità
- informa costantemente il Sindaco circa l’evoluzione dei fenomeni e le iniziative intraprese
Il referente della funzione Sanità, Assistenza sociale e Veterinaria (F2):
- avvisa le famiglie delle persone non autosufficienti e di coloro che sono assistiti dai Servizi sociali che risiedono nelle aree da evacuare, mettendo loro a disposizione Personale e mezzi per le operazioni di sgombero
- contatta le Organizzazioni sanitarie per coordinare gli interventi eventualmente necessari e per comunicare eventuali esigenze sanitarie presso le strutture di accoglienza
Il referente della Funzione Volontariato (F3):
- coordina i referenti delle Organizzazioni di Volontariato locali e provenienti dall’esterno, organizza il loro intervento in base alle esigenze
- cura la registrazione dei nominativi dei volontari appartenenti alle diverse Organizzazioni che operano sul territorio
Il referente della Funzione Materiali e Mezzi (F4):
- assolve alle richieste, nell’ambito del COC, per soddisfare le eventuali richieste inerenti a materiali, mezzi, attrezzature speciali, mantenendo costantemente aggiornata la situazione dei mezzi impiegati
- inoltra a Unione, Provincia e COR le richieste di mezzi, materiali e attrezzature che non è in grado di soddisfare autonomamente
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Il referente della Funzione Servizi Essenziali – Telecomunicazioni (F5):
- prosegue nell’informazione agli Enti gestori dei servizi, circa gli eventi in atto sul territorio, richiedendo gli interventi necessari al ripristino ed al mantenimento dei servizi stessi
- in caso in cui la copertura della rete di telefonia sul territorio interessato dall’emergenza non sia ottimale o disponibile, richiede un ripetitore mobile oppure valuta la possibilità allestire con il concorso di Radioamatori un sistema di comunicazioni radio alternativo
- può richiedere l’utilizzo di ponti radio
Il referente della Funzione censimento Danni (F6):
- acquisisce qualsiasi informazioni su danni a persone, cose e territorio, proveniente da Organismi Istituzionali o dai referenti di altre funzioni
- in stretto raccordo con il referente della F1, predispone sopralluoghi per verificare i danni verificatesi nell’area interessata
Il referente della Funzione Strutture Operative locali - viabilità (F7):
- si coordina con la Stazione Carabinieri e con le altre Forze di Polizia per coadiuvare le operazioni di evacuazione e predisporre l’attivazione dei cancelli stradali, vigilando sul rispetto delle ordinanze di limitazione del traffico emesse dal Sindaco
- mantiene il monitoraggio sullo stato delle strade ed individua eventuali percorsi alternativi nel caso alcune non risultino percorribili
- collabora con il referente della F9 per avvisare le persone da evacuare che non siano raggiungibili telefonicamente
- di concerto con il Sindaco e con il referente di F1 predispone un servizio di vigilanza antisciacallaggio su tutta l‘area evacuata e nell’immediato intorno
Il referente della Funzione Segreteria, Comunicazione e Informazioni (F8):
- si mantiene in stretto contatto operativo con i referenti di F1 ed F6, al fine di predisporre comunicazioni formali e comunicati stampa, da sottoporre preventivamente al Sindaco
- collabora con il Sindaco e con i referenti delle funzioni di supporto per gli aspetti amministrativi della gestione del COC
Il referente della Funzione Assistenza alla Popolazione ed Attività Scolastica (F9):
- avvisa le persone da evacuare per via telefonica o mediante mezzi alternativi con supporto di F7, mettendo loro a disposizione Personale anche appartenente alle Organizzazioni di Volontariato (coordinamento con referente F3) per le operazioni di sgombero
- attiva l’assistenza alla popolazione presso le aree di raccolta e le strutture accoglienza, inviando personale del Comune o Volontario per accogliere ed assistere la popolazione evacuata
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- si coordina con il referente della F2 per verificare e soddisfare le necessità e le esigenze delle persone non autosufficienti o sottoposte a particolari terapie
- prevede il trasporto all’Ospedale per le persone con necessità di cure
- mantiene aggiornato un registro degli spostamenti dei nuclei familiari e delle attività produttive
- organizza la fornitura e distribuzione dei pasti, sia a coloro che sono ospitati presso le strutture di accoglienza, sia per il Personale impegnato nelle operazioni di monitoraggio, evacuazione e gestione dell’emergenza
Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- valuta il superamento della soglia di allarme e, a ragion veduta, propone al Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- effettua un sopralluogo tecnico, in raccordo con le strutture tecniche comunali, per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno e forniscono una valutazione complessiva dello stato del versante e dei possibili scenari evolutivi
- valuta insieme alle strutture tecniche comunali e/o ai soggetti preposti al monitoraggio la necessità di incrementare il monitoraggio strumentale o, qualora sprovvisti di strumentazione, le modalità idonee di controllo del fenomeno franoso
- propone al Sindaco la cessazione della fase di ALLARME e ne riceve l’adozione
Unione Montana Appennino Parma Est:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- fornisce al Sindaco supporto tecnico sulle problematiche in materia di difesa del suolo
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
Provincia di Parma:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- effettua sopralluoghi per la verifica dei tratti potenzialmente critici delle infrastrutture
- effettua i necessari interventi di somma urgenza
- riceve dal Sindaco le risultanze delle verifiche effettuate nonché eventuali attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- attiva il volontariato di protezione civile, dandone comunicazione immediata all’Agenzia Regionale di Protezione Civile
- se necessario, provvede alla chiusura della viabilità di competenza e a verificare in accordo con il Sindaco lo stato delle strade alternative
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
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Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Parma:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- riceve le comunicazioni dal Sindaco circa le valutazioni tecniche e le attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- qualora richiesto, supporta il Sindaco nelle attività di trasferimento dei nuclei familiari e nelle azioni a salvaguardia della pubblica incolumità intraprese
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
Agenzia Regionale di Protezione Civile:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- riceve dal Sindaco le risultanze delle verifiche effettuate nonché informazioni sulle attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- riceve da parte del Sindaco, in ragione della severità dello scenario, la richiesta di supporto per le azioni di rapida comunicazione ai soggetti interessati e per attività di prima assistenza alla popolazione, anche attraverso l’impiego di risorse non disponibili nell’ambito comunale
- a seguito della richiesta dal Sindaco, dispone l’invio delle risorse necessarie a supporto delle attività intraprese per la salvaguardia della pubblica incolumità
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
Consorzi dell’Emilia Centrale e della Bonifica Parmense:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- effettuano sopralluoghi tecnici sulle opere di propria competenza, in raccordo con le strutture tecniche comunali, per la verifica dello stato evolutivo del fenomeno
- se richiesto dal Sindaco, concordano con lo stesso l’eventuale fornitura, in base alle proprie immediate disponibilità, di personale e mezzi per fronteggiare l’emergenza
- ricevono dal Sindaco la cessazione della cessazione della fase di ALLARME
Vigili del Fuoco:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME - svolgono le attività di soccorso tecnico urgente anche sulla base delle richieste di
intervento segnalate dal Comune e pervenute dai Cittadini
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
Forze di Polizia:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- svolgono le attività di soccorso anche sulla base delle richieste di intervento segnalate dal Comune e pervenute dai Cittadini
- forniscono supporto al Sindaco nell’individuazione delle misure più opportune da intraprendere per la pubblica incolumità
- qualora istituiti, presidiano i cancelli
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- effettuano la vigilanza sulla rete viaria e svolgono servizio antisciacallaggio sugli edifici evacuati
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
Corpo Forestale dello Stato:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- fornisce supporto al Sindaco nell’individuazione delle misure più opportune da intraprendere per la pubblica incolumità
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
Volontariato di Protezione Civile:
- riceve dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- garantisce il supporto al Sindaco per le azioni pianificate per lo sgombero
- garantisce il supporto alle strutture preposte per il presidio territoriale e la vigilanza
- riceve dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
Gestori dei Servizi Essenziali:
- ricevono dal Sindaco l’attivazione della fase di ALLARME
- effettuano sopralluoghi per la verifica dei tratti potenzialmente critici delle infrastrutture a rete
- effettuano i necessari interventi di somma urgenza
- concordano con il Sindaco le modalità amministrative della eventuale sospensione della singola unità abitativa sgomberata
- provvedono se necessario alla sospensione del servizio, comunicandolo al Sindaco e a fornire l’erogazione dei servizi con altri mezzi
- garantiscono le informazioni agli enti locali ed ai cittadini mediante i numeri di reperibilità
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della evacuazione degli edifici e provvedono alla sospensione del servizio
- ricevono dal Sindaco la comunicazione della cessazione della fase di ALLARME
La POPOLAZIONE
- è tenuta a prestare attenzione agli avvisi trasmessi dal Comune e dalle Strutture Operative, eseguendo le prescrizioni e preparandosi all’evacuazione in buon ordine e senza causare ulteriori problemi
- esegue tutte le istruzioni provenienti dalla struttura di Protezione Civile
- (in tempo di pace) si prepara all’evacuazione, attuando tutti i comportamenti previsti dalla pianificazione e dall’addestramento
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Durante e al termine delle operazioni di evacuazione prosegue un’attenta verifica dei dati
ottenuti con il monitoraggio e dell’efficacia di eventuali interventi di stabilizzazione e/o contrasto
della frana.
Fig. 4 – schema logico evolutivo in fase di Allarme
NOTA: il bacino idrografico della Val Bardea ricade nel territorio di competenza del
Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. I riferimenti al Consorzio della Bonifica Parmense riguardano eventuali interventi su opere di sua competenza ricadenti nel bacino idrografico della Val Parmossa.
MONITORAGGIO
Le misure del sistema di monitoraggio e i
sopralluoghi indicano che la frana è in fase di
arresto o che non costituisce più un motivo di pericolo.
Il movimento franoso prosegue nella sua evoluzione. Si registrano danni a infrastrutture o significative modifiche al territorio.
verifica dei danni riportati dagli edifici coinvolti e stima dell’agibilità
Ritorno alla fase di –
(a seconda delle condizioni locali e meteoclimatiche)
Passaggio alla Fase di
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9. MODALITÀ DI AGGIORNAMENTO
Il Piano dovrà essere aggiornato con cadenza annuale relativamente alle schede di
censimento della popolazione e immediatamente, ogni qualvolta intervengano fatti, che modificano
sostanzialmente i contenuti del Piano (variazione sede COC, cambio di destinazione d’uso di
fabbricati, ecc.).
Qualora venga variata la perimetrazione, a seguito di interventi di consolidamento e/o
sistemazione idrogeologica oppure per evoluzione naturale del movimento franoso, dovrà essere
valutata la revisione completa del Piano.
Copia del Piano aggiornato dovrà essere tempestivamente trasmesso a tutti gli Enti e Soggetti
interessati.
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10. INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
La popolazione residente nell’area a rischio dovrà essere informata dal Sindaco del Comune
di Tizzano Val Parma, mediante la convocazione e lo svolgimento di assemblee pubbliche e
comunicazioni scritte, notificate a ciascun nucleo familiare.
L’informazione dovrà descrivere la situazione in atto, gli scenari di evento attesi, le azioni
poste in essere per contrastare il fenomeno di dissesto, i contenuti del Piano di emergenza, con
particolare attenzione alle procedure di allertamento, le modalità con cui verranno fornite le
comunicazioni e i corretti comportamenti da seguire nell’eventualità che venga attivata la fase di
emergenza. Il linguaggio dovrà essere semplice e diretto, evitando quanto possibile il linguaggio
tecnico di difficile comprensione.
L’informazione dovrà essere adeguatamente e tempestivamente aggiornata ogni qualvolta si
renderanno disponibili nuove informazioni derivanti dagli studi e dalle indagini in corso e, una volta
attivato, dal sistema di monitoraggio.
Ai Cittadini dovranno essere forniti recapiti telefonici e mail dei competenti Servizi Comunali,
al fine di poter richiedere e fornire informazioni utili per la gestione della fase di emergenza.
Il Piano viene presentato ai Cittadini dal Sindaco con il supporto dei tecnici, al fine di:
a) rendere esplicite le modalità di controllo e di supporto da parte delle Autorità
di protezione civile ai fini della tutela della pubblica incolumità
b) comunicare le azioni che devono essere effettuate individualmente nell’ipotesi
di un’evoluzione del fenomeno che renda necessaria un’eventuale
evacuazione.
È altresì prevista una comunicazione diretta alla popolazione (avvisi con altoparlante,
cartelli informativi, e-mail, messaggistica telefonica, ecc.) dell’allerta a partire dalla fase di
preallarme.
Il Piano è consultabile sul sito istituzionale del Comune all’indirizzo:
www.comune.tizzanovalparma.pr.it
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11. GLOSSARIO Allarme: si intende una situazione o un evento atteso avente caratteristiche tali da far temere ragionevolmente gravi danni alla popolazione e/o al territorio e/o al patrimonio pubblico o privato. In termini probabilistici il livello di allarme è associato ad un evento molto probabile. Gli indici di riferimento sono essenzialmente di tipo quantitativo e sono dedotti dall’esperienza storica ovvero da apposita direttiva nazionale o regionale
Allerta di Protezione Civile : messaggio che un pericolo produrrà uno specifico rischio, trasmesso alle autorità di protezione civile e, quando necessario, ai cittadini interessati. È articolato nelle fasi di attenzione , preallarme ed allarme . Di norma la fase di attenzione viene attivata sulla base di valutazioni previsionali ed è finalizzata alla preparazione del sistema di protezione civile; le fasi di preallarme e di allarme vengono attivate nella imminenza o in corso di evento quando, con gradualità crescente, deve essere informata e messa in sicurezza la popolazione in ambiti territoriali definiti.
Aree di emergenza: Aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. Esse devono essere preventivamente individuate nella pianificazione di emergenza e possono essere di tre tipi:
- Aree di ammassamento soccorritori e risorse - Aree di attesa della popolazione - Aree di accoglienza o di ricovero della popolazione
Aree di accoglienza o ricovero per la popolazione: Sono luoghi, individuati in aree sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio e poste nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e fognarie, in cui vengono installati i primi insediamenti abitativi per alloggiare la popolazione colpita. Dovranno essere facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni per consentirne l’allestimento e la gestione. Rientrano nella definizione di aree di accoglienza o di ricovero anche le strutture ricettive (hotel, residence, camping, ecc.).
Aree di ammassamento soccorritori e risorse : Luoghi, in zone sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio, dove dovranno trovare sistemazione idonea i soccorritori e le risorse necessarie a garantire un razionale intervento nelle zone di emergenza. Tali aree dovranno essere facilmente raggiungibili attraverso percorsi sicuri, anche con mezzi di grandi dimensioni, e ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche ed con possibilità di smaltimento delle acque reflue. Il periodo di permanenza in emergenza di tali aree è compreso tra poche settimane e qualche mese.
Aree di attesa : Sono i luoghi di prima accoglienza per la popolazione; possono essere utilizzate piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati non soggetti a rischio (frane, alluvioni, crollo di strutture attigue, etc.), raggiungibili attraverso un percorso sicuro. Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti. In tali aree la popolazione riceve le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto. Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno.
Attivazioni in emergenza: rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri operativi.
Attività addestrativa: la formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed esercitazioni.
Avviso: Documento emesso, se del caso, dal DPC o dalle Regioni per richiamare ulteriore e specifica attenzione su possibili eventi comunque segnalati nei Bollettini di vigilanza meteo e/o di criticità. Può riguardare eventi già previsti come particolarmente anomali o critici, o eventi che in modo non atteso, ma con tempi compatibili con le possibilità e l’efficacia delle attività di monitoraggio strumentale e di verifica degli effetti sul territorio, evolvono verso livelli di criticità superiore.
Il documento è reso disponibile al Servizio Nazionale della Protezione civile, affinché, sulla base di procedure univocamente e autonomamente stabilite e adottate dalle Regioni, siano attivati i diversi livelli di allerta a cui corrispondono idonee misure di prevenzione e di gestione dell’emergenza.
Avviso nazionale di avverse condizioni meteorologic he (Avviso meteo nazionale): Documento emesso dal Dipartimento della protezione civile nel caso di più Avvisi meteo regionali e/o di eventi meteorologici stimati di riconosciuta rilevanza a scala sovraregionale.
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L’Avviso meteo nazionale è costituito quindi dall'integrazione degli Avvisi meteo regionali e dalle valutazioni effettuate dal Dipartimento stesso relativamente alle Regioni presso le quali il Centro Funzionale Decentrato non sia ancora stato attivato o non sia autonomo nei riguardi delle previsioni meteorologiche.
Avviso regionale di avverse condizioni meteorologic he (Avviso meteo regionale): Documento emesso dal Centro Funzionale della Regione Emilia-Romagna ed autonomo nei riguardi delle previsioni meteorologiche, in caso di previsione di eventi avversi di riconosciuta rilevanza a scala regionale.
Avviso di criticità : documento che, sulla base delle previsioni meteorologiche e di soglie di pericolo preindividuate, fornisce valutazioni sugli scenari di evento conseguenti. In funzione della severità dell’evento previsto può indicare criticità ordinaria, moderata o elevata .
Bollettino di vigilanza meteorologica nazionale: Bollettino emesso dal Centro Funzionale Centrale per segnalare i fenomeni meteorologici significativi previsti per le 36 ore successive dal momento dell’emissione, oltre la tendenza attesa per il giorno successivo su ogni zona di vigilanza meteorologica in cui è suddiviso il territorio italiano. Il documento rappresenta i fenomeni meteorologici rilevanti ai fini di Protezione Civile, di possibile impatto sul territorio per il rischio idrogeologico o idraulico, o per situazioni riguardanti il traffico viario e marittimo, o sulla popolazione in tutti gli aspetti che possono essere negativamente influenzati dai parametri meteorologici.
Centro Operativo : Centro di protezione civile attivato sul territorio colpito dall’emergenza per garantire la gestione coordinata degli interventi. Il centro deve essere collocato in area sicura rispetto alle diverse tipologie di rischio, in una struttura idonea dal punto di vista strutturale, funzionale e logistico. È strutturato in funzioni di supporto, secondo il Metodo Augustus, dove sono rappresentate tutte le amministrazioni, gli enti e i soggetti che concorrono alla gestione dell’emergenza. La catena classica di coordinamento, in un modello puramente teorico, prevede, dal livello locale a quello nazionale l’attivazione dei seguenti Centri gerarchicamente sovraordinati: COC - Centro operativo comunale, COM - Centro operativo misto, CCs, - Centro coordinamento soccorsi, Dicomac - Direzione comando e controllo.
C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi): Massimo organo di coordinamento delle attività di protezione civile in emergenza a livello provinciale, composto dai responsabili di tutte le strutture operative che operano sul territorio. I Ccs individuano le strategie e gli interventi per superare l'emergenza anche attraverso il coordinamento dei Com - Centri operativi misti. Sono organizzati in funzioni di supporto.
C.O.M. (Centro Operativo Misto): Struttura operativa che coordina i servizi di emergenza a livello provinciale. Il Com deve essere collocato in strutture antisismiche realizzate secondo le normative vigenti, non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio. Le strutture adibite a sede COm devono avere una superficie complessiva minima di 500 mq con una suddivisione interna che preveda almeno: una sala per le riunioni, una sala per le funzioni di supporto, una sala per il volontariato, una sala per le telecomunicazioni.
C.O.C. (Centro Operativo Comunale): Centro operativo attivato dal Sindaco per la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione.
DI.COMA.C: Centro di coordinamento nazionale delle Componenti e Strutture Operative di protezione civile attivato sul territorio interessato dall’evento, se ritenuto necessario, dal Dipartimento della Protezione Civile in caso di emergenza nazionale.
Emergenza: si intende quella fase in cui gli eventi calamitosi, attesi o non, producono danni significativi all’uomo e/o alle infrastrutture e/o all’ambiente e comunque tali da rendere necessaria l’adozione di misure adeguate, per prevenirne altri ovvero a contenerne gli effetti.
Esercitazione di protezione civile: Attività addestrativa delle Componenti e Strutture Operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, che, dato uno scenario simulato, verificano le proprie procedure di allertamento, di attivazione e di intervento nell’ambito del sistema di coordinamento e gestione dell’emergenza. Le esercitazioni possono essere di livello internazionale, nazionale, regionale o locali e possono prevedere il coinvolgimento attivo della popolazione.
Evento atteso: rappresenta l’evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.), che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di tempo.
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Evento calamitoso: fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell’attività di protezione civile, si distinguono in:
a) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria;
b) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria;
c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art. 2, L.225/92).
Fasi operative: è l’insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da intraprendere prima, durante e dopo l’evento; le attivazioni delle fasi precedenti all’evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme).
Funzioni di supporto: Costituiscono la struttura organizzativa di base dei centri operativi e rappresentano i diversi settori di attività della gestione dell’emergenza. Ciascuna Funzione è costituita da rappresentanti delle strutture che concorrono, con professionalità e risorse, per lo specifico settore ed è affidata al coordinamento di un responsabile. Le funzioni di supporto vengono attivate, negli eventi emergenziali, in maniera flessibile, in relazione alle esigenze contingenti e in base alla pianificazione di emergenza
Indicatore di evento: è l’insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento o la sua evoluzione.
Livelli di allerta: Scala di allertamento del servizio nazionale della protezione civile in caso di evento atteso o in corso, che dispone l’attivazione della fase di prevenzione del rischio, e/o delle diverse fasi della gestione dell’emergenza. La relazione tra i livelli di criticità valutati dal Centro Funzionale e i diversi livelli di allerta è stabilita, univocamente ed autonomamente, dalle Regioni, ed è adottata in apposite procedure. La dichiarazione e l’adozione dei livelli di allertamento del sistema di protezione civile sono sempre e comunque nella responsabilità delle strutture locali competenti (comune, provincia e regione) come definite dall’art. 108 del D.lgs.112/98.
Livelli di criticità : la combinazione della intensità degli eventi previsti, degli effetti sugli elementi (persone, beni e infrastrutture e ambiente) esposti agli eventi stessi con la loro estensione sul territorio in oggetto determina i livelli di Criticità. In riferimento alla Direttiva (D.P.C.M 27 febbraio 2004), per il rischio idrogeologico e idraulico sono definiti tre livelli di criticità: criticità elevata, criticità moderata e criticità ordinaria o livello base di situazione ordinaria in cui le criticità possibili sono ritenute comunemente ed usualmente accettabili dalle popolazioni. La valutazione dei livelli di criticità è di competenza del Centro Funzionale Decentrato, se attivato, o del Centro Funzionale Centrale, in base al principio di sussidiarietà.
Modello di intervento (secondo il Metodo Augustus): consiste nell’assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione civile, nell’utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio.
Pianificazione d’emergenza: elaborazione coordinata delle procedure operative d’intervento da attuarsi nel caso si verifichi l’evento atteso contemplato in un apposito scenario di riferimento. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione.
Preallarme: situazione prodromica rispetto a prevedibili situazioni di allarme/emergenza. Ad esempio, in caso di eventi idrogeologici: - il livello delle precipitazioni attese supera una soglia prestabilita - il livello degli idrometri è prossimo al superamento del segnale di guardia
Precursori: Grandezze e relativi valori indicatori del probabile manifestarsi di prefigurati scenari d'evento, nonché dei conseguenti effetti sull'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente, qualora non intervenga nessuna azione di contrasto e contenimento, ancorché temporanea e provvisoria, dell'evento stesso.
Prevenzione : Attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti ad un evento calamitoso e comprendono gli interventi strutturali e non strutturali quali la pianificazione di emergenza, le esercitazioni di protezione civile, la formazione e l’informazione alla popolazione.
Unione Montana Appenino Parma Est Piano di emergenza per gli abitati a rischio idrogeologico Provincia di Parma di Pianestolla e Capriglio (Comune di Tizzano Val Parma)
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Edizione 1.0 – febbraio 2014 pag. 40 di 40
Previsione: Attività diretta a determinare le cause dei fenomeni calamitosi, a individuare i rischi e a delimitare il territorio interessato dal rischio.
Procedure operative: è l’insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e temporale, che si effettuano nella gestione di un’emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e in genere sono distinte per tipologia di rischio.
Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di data intensità. Il rischio totale è il prodotto della pericolosità per la vulnerabilità x il valore esposto: R = H x V x W .
Sala Operativa: è l’area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall’evento secondo quanto deciso nell’Area Strategica.
Scenario dell’evento: evoluzione nello spazio e nel tempo del solo evento prefigurato, atteso e/o in atto, pur nella sua completezza e complessità; è la valutazione preventiva di quanto potrebbe accadere, con particolare riferimento al danno a persone, cose e territorio
Scenario di rischio: evoluzione nello spazio e nel tempo dell’evento e dei suoi effetti, cioè della distribuzione degli effetti sugli elementi esposti al pericolo generati dall’evento.
Sistema di comando e controllo: è il sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza ai vari livelli (nazionale, regionale, provinciale, comunale).
Soglia: è il valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta.
Stato di calamità: Situazione che segue eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale, che provochano ingenti danni alle attività produttive dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura. Non è di particolare gravità da richiedere la dichiarazione dello stato di emergenza ed è disciplinato da una normativa ordinaria che regola l’intervento finanziario a ristoro parziale del danno.
Stato di emergenza: Al verificarsi di eventi di tipo “c” (art. 2, L.225/92), eventi cioè che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale.
Strutture operative nazionali: L’art. 11 della legge 225/92 individua come strutture operative del Servizio nazionale: il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale componente fondamentale della Protezione civile, le Forze Armate, le Forze di Polizia, il Corpo Forestale dello Stato, la comunità scientifica, la Croce Rossa Italiana, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le Organizzazioni di volontariato, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico.
Tempo di ritorno: Frequenza nel tempo dell’evento di protezione civile. Tempo medio che intercorre tra due occorrenze successive di un evento di un certo tipo e di una data intensità.
Vulnerabilità (V): Attitudine di una determinata componente ambientale – popolazione umana, edifici, servizi, infrastrutture, ecc. – a sopportare gli effetti di un evento, in funzione dell’intensità dello stesso. è il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. È espressa in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia di elemento a rischio: V = V (I; E).
Zone di Allerta : Ambiti territoriali in cui sono suddivisi i bacini idrografici caratterizzati da risposta meteorologica, idrologica e nivologica omogenea in occasione dell'insorgenza del rischio. Sul territorio nazionale, sono identificate 133 zone di allerta, delimitate tenendo in considerazione le possibili tipologie di rischio presenti e l’evolversi nello spazio e nel tempo degli eventi e dei relativi effetti. Per la Regione Emilia-Romagna le zone di allertamento sono visualizzabili all’indirizzo: http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it/allerte-regionali/zone-di-allertamento