RESOCONTO INTEGRALE Seduta n. 124 Martedì 9 dicembre 2008 · PRESIDENTE. Do per letto il processo...

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Atti consiliari Assemblea legislativa VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 124 DEL 9 DICEMBRE 2008 1 RESOCONTO INTEGRALE Seduta n. 124 Martedì 9 dicembre 2008 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLI INDI DELLA VICEPRESIDENTE STEFANIA BENATTI INDICE Comunicazioni del Presidente ............ ......... 3 Approvazione processo verbale Proposta di legge (annuncio) Mozione (annuncio) Mozione n. 309 del Consigliere Procaccini “Situazione Eridania – SADAM” (Discussione e votazione) Presidente .................................................. 3 Cesare Procaccini (PdC) ........................... 3, 27 Katia Mammoli (Misto) ............................... 4 Giuliano Brandoni (RC-SE) ........................ 6, 25 Luigi Viventi (UDC) ..................................... 8 Fabio Badiali (DS-U) .................................. 8, 23 Giancarlo D'Anna (AN) ............................... 10 Rosalba Ortenzi (DL Margh.-U) ................. 11, 26 Franca Romagnoli (AN) ............................. 12 Mirco Ricci (DS-U) ...................................... 14 Leonardo Lippi (UDC) ................................ 15 Enrico Cesaroni (FI-PPE) ........................... 16 Antonio D'Isidoro (Misto) ............................ 18 Graziella Ciriaci (FI-PPE) ............................ 18 Paolo Petrini (Assessore) .......................... 19, 23 Daniele Silvetti (AN) .................................... 22 Franco Capponi (FI-PPE) ........................... 23 Massimo Binci (SD) ................................... 28 Rapporto sullo stato di attuazione delle po- litiche comunitarie – anno 2007 Proposta di legge n. 279 della Giunta regionale “Legge comunitaria regionale 2008” (Discussione congiunta) Presidente ........................................ 29, 31, 39 Massimo Binci (SD) ................................... 29, 31 Franco Capponi (FI-PPE) ................. 31, 36, 39 Ottavio Brini (FI-PPE) .................................. 33

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RESOCONTO INTEGRALE

Seduta n. 124Martedì 9 dicembre 2008

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLIINDI

DELLA VICEPRESIDENTE STEFANIA BENATTI

INDICE

Comunicazioni del Presidente ............ ......... 3Approvazione processo verbaleProposta di legge(annuncio)Mozione(annuncio)

Mozione n. 309del Consigliere Procaccini“Situazione Eridania – SADAM”(Discussione e votazione)

Presidente .................................................. 3Cesare Procaccini (PdC) ........................... 3, 27Katia Mammoli (Misto) ............................... 4Giuliano Brandoni (RC-SE) ........................ 6, 25Luigi Viventi (UDC) ..................................... 8Fabio Badiali (DS-U) .................................. 8, 23Giancarlo D'Anna (AN) ............................... 10Rosalba Ortenzi (DL Margh.-U) ................. 11, 26Franca Romagnoli (AN) ............................. 12Mirco Ricci (DS-U) ...................................... 14Leonardo Lippi (UDC) ................................ 15Enrico Cesaroni (FI-PPE) ........................... 16

Antonio D'Isidoro (Misto) ............................ 18Graziella Ciriaci (FI-PPE) ............................ 18Paolo Petrini (Assessore) .......................... 19, 23Daniele Silvetti (AN) .................................... 22Franco Capponi (FI-PPE) ........................... 23Massimo Binci (SD) ................................... 28

Rapporto sullo stato di attuazione delle po-litiche comunitarie – anno 2007

Proposta di legge n. 279della Giunta regionale“Legge comunitaria regionale 2008”

(Discussione congiunta)

Presidente ........................................ 29, 31, 39Massimo Binci (SD) ................................... 29, 31Franco Capponi (FI-PPE) ................. 31, 36, 39Ottavio Brini (FI-PPE) .................................. 33

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Fabio Badiali (DS-U) .................................. 34Francesco Comi (DS-U) .................. 35, 39, 40Sara Giannini (DS-U) ................................. 39Paolo Petrini (Assessore) .......................... 40

Votazione pdl n. 279 .................................. 44

Sigle dei gruppi assembleari: Democratici di Sinistra-L’Ulivo (DS-U); Forza Italia-PPE (FI-PPE); DL Margherita-L’Ulivo (DL Margh.-U); Alleanza Nazionale (AN); Rifondazione Comunista-Sinistra Europea (RC-SE); Unionedei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (UDC); Comunisti Italiani (PdC); Misto (Misto); SinistraDemocratica (SD); Italia dei Valori (IdV); L’Unione per le Marche-Spacca Presidente (L’Unione plMarche-Spac-ca Pres.); Per le Marche (plMarche).

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La seduta inizia alle ore 10,15

Presidenza del PresidenteRaffaele Bucciarelli

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processoverbale della seduta n. 123 del 2 dicem-bre 2008 il quale, ove non vi siano obiezio-ni, si intende approvato ai sensi dell’artico-lo 29 del Regolamento Interno.

E’ stata presentata la seguente propo-sta di legge:- n. 280, ad iniziativa della Giunta regiona-

le, concernente: “Modifiche alle leggi re-gionali n. 36/2005 e n. 1/2008 in materiadi riordino del sistema regionale dellepolitiche abitative”, assegnata alla IVCommissione in sede referente.E stata presentata la seguente mozio-

ne:- n. 311, dei Consiglieri Capponi, Bugaro,

Giannotti, Brini, Massi, Tiberi, Santori:“Reg. CE 1698/2005 - D.A. n. 85/2008PSR Marche 2007-2013 Misura 121“Ammodernamento aziende agricole”.Reg. CE 320/2006 - D.A. 101/2008d.g.r. 1042/2008 - Piano di azioneBieticolo saccarifero (PABS) Misura121 “Ammodernamento aziende agrico-le”. Definizione di risparmio delle risorseidriche.

Mozione n. 309del Consigliere Procaccini“Situazione Eridania – SADAM”(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lamozione n. 309 del Consigliere Procacciniche ha la parola per illustrarla.

Cesare PROCACCINI. Farò un’illustra-zione breve perché il tema della riconversio-ne degli ex zuccherifici Sadam di Jesi e diFermo è da diverso tempo che ha assuntoun dibattito pubblico.

Lo scopo della mozione è quello di dare,se possibile, degli indirizzi, ovvero di soste-nere gli enti locali, in particolare i comuniinteressati, a ricercare una soluzione equaper quanto riguarda le autorizzazioni delleeventuali riconversioni.

Secondo l’analisi dei Comunisti Italiani, enon solo in quanto è un dibattito ormai diffu-so, allo stato attuale non esistono le condi-zioni per dare delle autorizzazioni senza col-po ferire.

Pertanto la mozione proposta serve a so-stenere un impegno, una vertenza nei terri-tori, affinché ci sia la possibilità di autorizza-zioni serie. Innanzitutto per quanto riguarda ilmantenimento dei livelli occupazionali; la ri-conversione deve avere questo profilo. E ildibatto odierno che faremo sulla sessionecomunitaria non è estraneo a questo proble-ma, infatti la proprietà ha avuto dei contributi

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pubblici regionali, nazionali ed europei pro-prio in virtù delle leggi comunitarie.

Quindi l’indirizzo della Regione Marcherispetto al mantenimento dei livelli occupa-zionali deve essere concreto, deve essere ilprimo punto su cui incentrare l’attenzione epoi eventualmente dare le autorizzazioni.

In secondo luogo c’è tutta una discussio-ne aperta sul piano energetico. Secondoquanto previsto dalla proprietà la potenzaproposta della centrale è eccessiva (18megawatt) rispetto alla possibilità di disloca-re la realizzazione del piano energetico sututto il territorio regionale.

In terzo luogo occorre salvaguardare dueaspetti. Il primo riguarda la sicurezza delterritorio, intesa come sicurezza nei luoghidi lavoro, come salute per i cittadini, il se-condo riguarda l’equilibrio sulla riconversio-ne per la produzione agricola. Una produzio-ne che non deve essere piegata alla neces-sità esclusiva della produzione di energiaelettrica e di energia in generale, perché sepassasse un concetto di riconversione sen-za equilibri poi le produzioni di qualità maanche di quantità di quel territorio e di tutte leMarche sarebbero compromesse ad unaproduzione finalizzata alla produzione dienergia.

In quarto luogo, visto che siamo in unacondizione dove l’emergenza agisce rispet-to alla normalità, occorre che i comuni inte-ressati abbiano dei significativi ed equi in-dennizzi in modo che le risorse possanoessere riconvertite sulle questioni sociali, in-tese come servizi, come trasporti, comepossibilità e necessità di riduzione delle ta-riffe energetiche.

In questo quadro crediamo che la Regio-ne Marche debba agire d’intesa con il siste-ma degli enti locali, cioè con i due Comuniinteressati e le Province interessate, ma an-che con quei comitati sorti su tali problema-tiche. Comitati che, a differenza di altre real-tà o simili ad altre realtà, hanno una valenzascientifica, hanno approfondito, per certiversi si mettono anche a disposizione delsistema autorizzatorio degli enti locali pro-

prio per verificare se esistono le condizioni ele necessità.

Tanto più per il fatto che siamo dentro auna previsione generale di tutti i paesi delmondo dove vi è sia la necessità di contribu-ire con equilibrio alle minori emissioni rispet-to ai protocolli internazionali, sia la necessitàdella produzione di energia rinnovabile.

Dunque pensiamo che in questo quadrola Giunta regionale possa farsi promotrice,in virtù delle sue prerogative attraverso ilsistema degli enti locali, di iniziative urgentiper una seria e condivisa riconversione, chenon sia solo finalizzata al profitto dell’impre-sa ma che guardi, soprattutto in una situa-zione di crisi e di deindustrializzazione piùgeneralizzata, all’occupazione e al sistemache vi sta attorno.

In questo quadro crediamo che la Regio-ne Marche non si debba sostituire ai Comunie alle Province ma insieme possa costituireuna sponda positiva affinché ci sianoriconversioni serie, molto serie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consiglie-ra Mammoli.

Katia MAMMOLI. Aderisco completamen-te alla mozione presentata dal ConsigliereProcaccini, quindi la voterò, ma credo sipotrebbe aggiungere nell’ultimo comma,dopo le parole “impegna la Giunta regionalea farsi promotrice con il sistema degli Entilocali di iniziative urgenti per una seria econdivisa riconversione” le parole “primadella firma della convenzione”. Perché il ri-schio potrebbe essere quello che si fannoincontri dopo che la convenzione sarà firma-ta.

Qualche mese fa in questa Assemblealegislativa parlammo a lungo delle proble-matiche della Sadam e della ventilata – or-mai effettuata – chiusura dello zuccherificio.L’Assemblea legislativa delle Marche attra-verso mozioni, interrogazioni, ordini del gior-no, così come la Giunta, in primis l’Assesso-re Petrini e il Presidente della Giunta regio-nale, si mossero anche a livello nazionale –

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ricordo che a quell’incontro partecipammoin molti – affinché non si effettuasse la chiu-sura dello stabilimento Sadam di Jesi.

Però nonostante gli sforzi della politica,degli enti pubblici, dei sindacati, lo zuccheri-ficio ha chiuso in quanto vi erano motivi og-gettivi (leggi europee, finanziamenti per ladismissione degli zuccherifici e per la colti-vazione delle barbabietole) che hanno porta-to a tale situazione. Secondo me c’era an-che una certa volontà da parte dell’azienda anon percorrere più di tanto altre soluzioniche si sarebbero potute creare.

Dicevo, quindi, che quando tutti quanti cisiamo accorti che non c’era più possibilità divita per lo zuccherificio abbiamo chiesto lariconversione e che venisse mantenuto al-meno il livello occupazionale.

Naturalmente non possiamo dimenticar-ci di quello che abbiamo detto qualche mesefa, quindi oggi, avendo chiesto la riconver-sione, è di questo che parliamo. Certo, nonsarà lo stesso livello occupazionale in quan-to tutto l’indotto legato al settore dello zuc-cherificio con questo nuovo progetto indu-striale non sarà riconfermato, non sarà talee quale, ma quanto meno, attraverso la ri-conversione, sarà possibile riconfermare al-meno le maestranze a tempo indetermina-to. Si parla di 145 maestranze che per oravedrebbero confermata la cassa integrazio-ne poi, avvenuta la riconversione, vedrebbe-ro riconfermato il posto di lavoro.

Pertanto oggi da parte mia non intendosmentire ciò che ho detto qualche mese fa,né pensare che la riconversione non ci deb-ba essere, ma ritengo anche che non debbaavvenire per forza, in qualunque modo o aqualunque costo, contro tutti e contro tutto,senza controllo e senza che da parte dellastessa azienda non ci sia nei confronti dellacittà e nei confronti delle Istituzioni una ga-ranzia o anche un passaggio di notizie unpo’ più chiare, più serie e più definite rispettoa quello che viene detto o che viene annun-ciato come promessa. Quindi che ci sianodegli atti che concretamente facciano vede-re come tale riconversione deve avvenire eche cosa garantisce.

Non so se a Fermo sia successa la stes-sa cosa, ma a Jesi a me è sembrato dirivivere ciò che è accaduto dieci-dodici annifa sempre con la Sadam Allora se non fossestato concesso di costruire la centraleturbogas a Jesi non si sarebbe mantenuto lozuccherificio, avrebbero perso il posto di la-voro le maestranze e tutto l’indotto di cuiparlavo prima, quindi per forza si dovevaconcedere di far costruire la centraleturbogas.

Ricordo le spaccature e anche l’uscitadalla maggioranza di quei partiti politici cheerano assolutamente contrari. Ricordo iconsigli comunali pieni degli operai dellaSadam che chiedevano l’assicurazione delloro posto di lavoro e che pensavano chesarebbe stato garantito se avessimo fattocostruire la centrale turbogas.

Bene, la centrale è stata costruita peral-tro con una convenzione che come prezzogarantiva, al di là dei contributi per il controlloambientale e territoriale, la permanenza nel-la zona di Jesi dello zuccherificio, dunque lapermanenza di tutti gli operai che lavorava-no in quel settore.

Ora però dopo dieci-dodici anni vediamodi nuovo le stesse cose, ci ritroviamo dinuovo con la stessa preoccupazione daparte dei lavoratori. Ancora una volta questavicenda viene vissuta come una forma diricatto occupazionale – non possiamo fare ameno di leggerla in questo modo –, in quan-to si parla della perdita di 145 posti di lavoro,infatti sappiamo che per questa centrale dibiomasse ne verranno utilizzati al massimosoltanto 20 o 30. Quindi se si dice che qua-lora non si facesse costruire questa centra-le ci sarà una perdita di 145 posti di lavoro, viè di nuovo un ricatto nei confronti del territo-rio.

Quella volta trovammo una soluzione –quella che chiedo oggi -, anzi, la trovò ilSindaco di Jesi che pretese un progetto, adetta anche della Sadam, assolutamente al-l’avanguardia. Ma debbo dire che si trovòanche in grande solitudine, infatti oltre aifavorevoli c’era anche chi era assolutamen-

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te contrario, tant’è che il primo progetto ven-ne superato da un secondo ed anche da unterzo, che sicuramente costava molto di piùma che poteva garantire un numero moltopiù basso di emissioni e con una tranquillitàmolto maggiore rispetto all’ambiente.

Quindi contrattando con la Sadam si riu-scì ad ottenere il massimo che si potevaottenere, salvaguardando in quella fase – almomento attuale la situazione è diversa – leopportunità lavorative delle maestranze.

Oggi, in una situazione grave come quel-la che sta attraversando il nostro Paese, laRegione e gli enti locali non possono pensa-re che altri lavoratori perdano il loro posto dilavoro. Non devono alzare le mani in segnodi resa assoluta, devono invece pretendereche sia presentato un piano industriale, de-vono pretendere di conoscere quale sia laquantità di oli combustibili che viene presadall’estero e da dove, devono sapere checosa significa, inoltre quale sia la quantitàpresa dal nostro territorio e se la nuovastruttura tecnologica sia all’avanguardia omeno.

Quindi la ditta, nonostante il rispetto cheha avuto molto a lungo su quel territorio,nonostante le venga riconosciuto che dà la-voro ad una certa quantità di persone, nonpuò pretendere un assenso assoluto, ovve-ro al di fuori di ogni forma di controllo, aquello che propongono.

Le chiacchiere non bastano più, quattroschede presentate non bastano più, quindicon questa mozione credo che la Regionesi faccia carico insieme con gli enti locali dichiedere un piano industriale serio, con dati,con risposte rispetto alla tecnologia che vie-ne utilizzata, in maniera tale che la riconver-sione non venga lasciata soltanto alla sceltadi un singolo soggetto ma che sia rispettosadel territorio su cui andrà a ricollocarsi.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBrandoni.

Giuliano BRANDONI. Grazie al gruppodei Comunisti Italiani che hanno presentato

questa mozione, che sarà opportuna e tem-pestiva se saremo capaci di adeguarla allenovità in atto su questa vicenda.

Ora è assolutamente necessario fare unpo’ di storia sulla vicenda della riconversioneSadam, una storia che riguarda questioniinternazionali, ovvero la fine del sistemabieticolo nazionale.

La vicenda della Sadam di Jesi, come lacancellazione della produzione saccariferanel territorio nazionale, ha radici lontanissi-me, riguarda la redistribuzione del sistemaagricolo europeo. Pertanto quando affrontia-mo le riconversioni tale vicenda bisognereb-be sempre tenerla presente, perché nonparliamo solo di quella di Jesi ma anche dialtre, che tra l’altro riguardano pure la nostraregione (vedi la vicenda di Fermo).

E’ altrettanto utile ricordare che la propo-sta di riconversione fatta a Roma al Ministe-ro non aveva le indicazioni tecniche organiz-zative che poi si sono trovate davanti i citta-dini e gli amministratori di Jesi, ma riguarda-va in particolare solo la raffineria delbiodiesel, non prevedeva l’ulteriore centralea biomasse lì proposta e conteneva unobiettivo prioritario, quello del mantenimentodella difesa occupazionale.

I cittadini di Jesi e l’Amministrazione co-munale di Jesi, invece, si sono trovati difronte ad un’ipotesi di proposta. Infatti quelloche fino a questo punto è veramente stranoè che le società nelle quali si è scorporataquesta proposta hanno avanzato in via ge-nerale esclusivamente un’indicazione del-l’ipotesi di riconversione. In essa non c’è unpiano industriale, ci sono solo indicazionidelle attività produttive che andrebbero rea-lizzate, quindi l’impianto di raffinazione delbiodiesel, la nuova centrale a biomasse,un’attività collegata alla commercializzazio-ne dello zucchero – tra l’altro la più significa-tiva dal punto di vista occupazionale, 60 oc-cupati su 143 previsti dall’intero piano di ri-conversione, sono circa il 40% – e infinel’ipotesi di una organizzazione strutturatasulla vicenda dell’informatica.

Quindi due attività poco collegate alla ri-

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chiesta di impianti particolarmente gravosidal punto di vista ambientale ma più ricchedi contenuto occupazionale.

E’ del tutto evidente che l’Azienda Sadamha vichianamente colto il fatto che anchecerte avversità possono diventare opportu-nità, e l’opportunità più generale di questaproposta allo stato attuale sembra più chealtro un’opportunità di valorizzazione finan-ziaria di una vicenda di riconversione, tant’èche ad oggi – ed è gravissimo – tutti gli attoridestinati alla decisione sono privi delle infor-mazioni necessarie all’uopo.

Infatti il Comune di Jesi, dopo una serie diconfronti pubblici e di consigli comunaliaperti, aveva predisposto una risoluzione in-dividuando nella necessità di una strutturatecnica la valutazione del progetto. La rela-zione della commissione tecnica è, ovvia-mente, priva di contenuti certi, perché,come hanno affermato i tecnici incaricati, larelazione per gran parte si basava sulle indi-cazioni e sulle proposte della centraleSadam. Ad esempio in quella relazione cisono affermazioni – ne cito una che mi vienea memoria – che riguarda l’impianto di raffi-nazione del biodisel e dice che sarà uno deipiù importanti d’Italia. Però questo dimensio-namento non può essere valutato senza unpiano industriale e senza ulteriori indicazionitecniche rispetto a problemi di notevole na-tura che propongono impianti di questo tipo,tanto che gli impianti di raffinazione abiodiesel sono inseriti nelle direttive Seveso.

Quindi è ovvio che una preoccupazionedoveva essere citata, un’analisi ulteriore do-veva essere richiesta, però né la preoccu-pazione né l’analisi erano possibili di frontealle documentazioni dell’azienda, e così via,perché una relazione tecnica avrebbe ne-cessitato, credo, una valutazione e una pro-posta di ulteriori e possibili alternative.

In campo in questa realtà è chiaro che c’èl’azienda Sadam ma c’è anche la città diJesi, i lavoratori, lo sviluppo produttivo occu-pazionale peraltro non solo del territoriojesino. Dico non solo del territorio jesino per-ché, come ricordato anche nella relazione,

l’insediamento è dentro la famosa areaAerca (area ad elevato rischio ambientale).

Quindi la misura dell’intervento non pote-va che essere messa a confronto insiemead una valutazione di tutto il resto, cioè diquegli impianti che in quell’area insistono epotrebbero insistere. Insistono e potrebberoinsistere perché nel frattempo la vicenda Apidi Falconara non è chiusa oppure perchéalcune proposte rispetto alle iniziative del-l’Api non sono terminate.

Siamo di fronte, quindi, ad una riflessioneche richiederebbe il massimo della pruden-za e, aggiungo, richiederebbe una decisioneche non coinvolga soltanto il consiglio co-munale di Jesi in quanto è una responsabili-tà che da solo non può prendere. Proprio inquesti giorni – come avrete letto – comunicome quello di Monsano, di Rosora, di Mon-te San Vito e forse altri – dico altri perché inaltri comuni è all’ordine del giorno questadiscussione – hanno espresso un’opinionecontraria a “questa” riconversione e non“alla” riconversione.

E’ chiaro quindi che Provincia e Regionedebbono, come la mozione del ConsigliereProcaccini raccomanda, diventare imme-diatamente un soggetto attivo di questa vi-cenda.

Credo sarebbe del tutto prudente da par-te dell’Amministrazione comunale di Jesichiedere un tempo ulteriore per un’adeguatastrumentazione e documentazione. E inquesto senso viene una riflessine anche unpo’ amara nei confronti dell’apparato tecnicoche ha valutato. Cioè, l’indicazione che daval’Amministrazione comunale era un po’ piùampia e più articolata nella delibera e nellarisoluzione d’indirizzo e chi svolge attivitàtecnica dovrebbe essere sì adeguatamenteattento alle esigenze collettive ma maiinstrumentum regni, perché se la tecnicadiventa instrumentum regni c’è un problemadi qualità della democrazia.

Ovviamente non consiglio letture a nes-suno e men che meno ai componenti dellacommissione tecnica, ma in questi giorni èuscito uno straordinario libro Zygmunt

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Bauman sugli intellettuali e sulla trasforma-zione degli intellettuali inchierici che forsemeriterebbe essere letto da chi molte volteviene chiamato dalle pubbliche amministra-zioni a svolgere dei ruoli, aiuterebbe a svol-gerli con qualità e coscienza, certo, comesempre, ma in questo caso con ulterioreprudenza. Ricordo che in questa vicendal’elemento in campo non era solo l’aziendaSadam ma la città di Jesi e un intero territo-rio.

Quindi la mozione del Consigliere Pro-caccini oltre che essere opportuna credodebba essere integrata dando mandato allaGiunta regionale e successivamente all’As-semblea legislativa di poter esprimere inquesto percorso non solo un’opinione maun’azione attiva ben prima che questa con-venzione venga firmata, anche se i tempi,come qualcuno ha ricordato, non sono anostro favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereViventi.

Luigi VIVENTI. Ho seguito questa vicendasulla stampa, come credo tutti i colleghi,quindi in maniera indiretta non avendo maipartecipato a riunioni specifiche sull’argo-mento.

Credo che ormai si vada verso una ricon-versione già decisa come direzione, mal’unica cosa che non sono riuscito a com-prendere, e che pertanto rimango in attesadi capirla meglio, è sul fatto che un ok si dàsulla base di un progetto industriale dove sideve dire che lo zuccherificio chiude, non cisono più possibilità dal punto di vista com-merciale, della economicità, della gestione,pertanto si modifica la mission di questaazienda e si fa una produzione lavorandosulle biomasse, ecc.. Quindi un accordo ouna convenzione precisa si deve fare sullabase di un progetto preciso e articolato dovesi dice “questo vogliamo farlo, questa è lapotenza, i megawatt, l’occupazione, ecc.”.Ma a me sembra di aver capito che questoprogetto industriale oggi non c’è, quindi ov-

viamente per la parte politica e la parte pub-blica diventa difficile poter dare un giudizio,un parere, un assenso o un dissenso rispet-to a una cosa che non è articolata. Ripeto, ionon ho ma visto un progetto articolato epreciso, come invece dovrebbe essere unprogetto industriale.

Se c’è, bene, allora un ragionamento vafatto, il non conoscerlo potrebbe essere unamia carenza, ma allo stato dei fatti non cre-do ci sia un progetto preciso.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBadiali.

Fabio BADIALI. Oggi questa mozionepenso sia un’opportunità in quanto ci fa di-scutere di un problema serio e di una vicen-da complessa, appunto quella della ricon-versione della Sadam di Jesi e di Fermo.

Conosciamo benissimo la storia di questidue poli industriali, per i quali siamo arrivati,non per responsabilità delle aziende ma perresponsabilità di una politica europea e glo-bale che ha attuato un drastico ridimensio-namento in tale materia, alla chiusura deglizuccherifici in quanto, appunto, non posso-no più essere produttori di zucchero in Italia.

Tutto ciò ci ha portato a discutere dellaSadam di Jesi, una discussione che ci por-tiamo avanti dal mese di gennaio ma su cuiancora non si riesce ad arrivare ad una con-clusione.

A difesa dello zuccherificio di Jesi vi èstata una grande manifestazione di tutte leassociazioni perché si pensava potesse an-cora reggere, si pensava fosse competitivoin quanto aveva le quantità necessarie dibietole per continuare la produzione, mapurtroppo così non è stato. Infatti nel corsodelle settimane la Comunità europea ha in-centivato la dismissione, una dismissioneche poi ha portato gli operatori agricoli a nonprodurre più bietole e alla Sadam a chiedererisorse per la riconversione. Una riconver-sione che non è soltanto una semplice ri-conversione ma anche un risanamento am-bientale, una bonifica del suolo, del

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sottosuolo e delle strutture edili, quindi unaparte delle risorse dovrà essere spesa peruna riconversione seria ed appropriata.

Lo Stato italiano, inoltre, ha messo in attoanche un altro vincolo, ovvero la riconversio-ne, che in altri Paesi europei non c’è. Pensoche sia meritevole il fatto che un Governonazionale abbia detto: “Lo zuccherificio sichiude però diamo le risorse sia per il risa-namento ambientale che per la riconversio-ne e la piena occupazione del personaleimpegnato nella struttura”.

Ora la Sadam ha presentato un progetto,ma forse è difficile chiamarlo progetto, èun’idea, è una proposta, è un qualcosa cheviene enunciato a grandi linee. Quindi certa-mente non è un progetto industriale serio ecompleto, è una proposta, ma ragioniamose può essere fattibile oppure se può essereaggiustata successivamente.

L’accordo che oggi si può firmare, e chechiedo che venga firmato dal Comune diJesi con il supporto della Provincia e dellaRegione, è un programma nel quale si do-vrebbe dire che in questo percorso ci dob-biamo mettere a tavolino, lo finalizziamo, loconcretizziamo, lo rendiamo compatibilecon il territorio, con l’occupazione, con lasalute e con lo sviluppo.

Il Comune di Jesi ha fatto delle cose im-portanti, ha messo in piedi due commissioni(una politica d una tecnica) che hanno fatto– da quello che ho letto – un buon lavoro, daidati che avevano a disposizione sono riusci-te a risalire a qualcosa di più concreto perfarci capire meglio come si potrà evolvere lasituazione. Peraltro penso che la politicatroppo spesso prende spazio alla tecnica,quando invece la politica dovrebbe essere sìquella parte essenziale della vita nazionalema anche lasciare spazio ai tecnici. Dunquei tecnici all’interno di questa commissionehanno detto che questo impianto può esse-re compatibile con quello che c’era prima acondizione che ci sia un ridimensionamentodella centrale a oli vegetali.

E’ su questo che si deve ragionare, lodeve fare la Sadam, il Comune di Jesi come

pure gli enti locali. Perché se 18 megawattsono considerati un livello alto bisogna ra-gionare in diminuzione, bisogna partire dallivello che occorre per la gestione dell’im-pianto a biodiesel, poi da questo, che sono4-5 megawatt, si può ragionare e si puòdiscutere.

Da questa discussione dovremmo usci-re nel miglior modo possibile e dunque cer-cando di garantire tutta l’occupazione. Oggisappiamo che il problema dell’occupazioneè drammatico per tutti e quindi anche per lanostra regione, non passa giorno che i citta-dini ci vengono a chiedere di poter lavorare.

Pertanto se ci sono 150 posti di lavoro dasalvaguardare dobbiamo fare di tutto per tu-telarli, certo non a discapito della salute, unaquestione che va chiarita e messa in atto.

Siccome ci sono impianti e tecnologieche possono dare il massimo e una mag-gior sicurezza, nel tavolo di una vera trattati-va dobbiamo cercare di mettere a disposi-zione tutte le nostre energie, competenze eprofessionalità tecnico-politiche affinché cisia un impianto all’avanguardia e che possaanche garantire la salute dei cittadini.

Inoltre dobbiamo chiedere anche qualchecosa di più. Per esempio in questo territorio,che sappiamo che è ad elevato di rischioambientale, non viene fatto uno studioepidemiologico sulla salute dei cittadini, nonc’è una ricaduta di quello che succede.Quindi per capire quali potranno essere irisvolti sulla salute delle persone dobbiamopensare di mettere in piedi uno studioepidemiologico per poi poter discutere traqualche anno sulle loro condizioni e chesviluppo ha avuto.

Spero che tale studio si riesca a metterein piedi come spero non ci siano risvolti perla salute – e su questo ne sono quasi con-vinto, anche se non sono un tecnico –, peròdobbiamo mettere in atto anche tutti queglistrumenti che possano tranquillizzare la po-polazione. Non dobbiamo fare il “ministrodella paura” come quello della domenicasera a “Che tempo che fa”, non dobbiamocreare tensioni e paure ai cittadini; è sempli-

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ce dire che tutto fa male e allora si dismette!Per fortuna ci sono poche persone che ra-gionano in questo modo, ci sono invecemolte persone che vogliono confrontarsi,essere rassicurate, che vogliono essere sìguidate ma da persone competenti e serie.

Quindi che per il futuro questi impiantipossano essere tenuti sotto controllo, peròla mia paura è anche quella che se le tecno-logie ci sono poi è più difficoltoso farle fun-zionare. Dovremmo invece essere in gradodi far funzionare i tantissimi strumenti di rilie-vo e le tantissime tecnologie che ci sonoche impediscono le possibilità di inquina-mento oppure le limitano in modo che sianocompatibili con il territorio.

Un’altra questione da valutare è la ricadu-ta sul territorio. Lì come struttura ci sonoinvestimenti per 100 milioni di euro (200 mi-liardi di vecchie lire) e l’occupazione è di 150persone, ma negli anni ci dovrà essere unaricaduta successiva, perché se si produce ese si lavora una parte della ricaduta dellacentrale a olio vegetale, che serve per farfunzionare la centrale biodiesel, dovrà rica-dere sul tessuto imprenditoriale cittadino edelle istituzioni a livello locale.

Un’altra questione è la cogenerazione. Cisarà un impianto di cogenerazione che ver-rà messo in rete con l’altro impianto abiodiesel e la centrale a olio generale. Deveessere un unico corpo messo in un’unicaconvenzione, che però potrà funzionaresolo se funzionerà l’occupazione.

Quindi dobbiamo trovare lo strumentoper garantire alle 150 persone un’occupa-zione non a uno-due-tre anni ma a lungotermine. Un’occupazione vincolata alla fun-zionalità della centrale a cogenerazione ealla centrale a olio vegetale. Se riusciremo alegare queste cose con la serietà della fun-zionalità, con le tecniche più avanzate, sen-za nessun risvolto negativo per la salute econ un risvolto positivo per l’occupazione,penso che avremmo raggiunto il massimo.

E questo la politica lo deve fare quindi daquesta Assemblea legislativa deve partireun indirizzo e un input per quelle ammini-

strazioni locali, che a volte sul territorio sitrovano troppo sole, per poter partire quindicon un protocollo d’intesa, magari da affina-re nel tempo, che permetta l’occupazione, lasalvaguardia dell’ambiente e tutto ciò che viè attorno alla questione della Sadam.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereD’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Vorrei innanzituttosottolineare che non c’è da perdere tempoperché la situazione economica è quellache è, e la situazione venutasi a creare an-che a Jesi non ha fatto altro che mettereinsieme diverse drammatiche realtà. Vorreiricordare che nell’ex zuccherificio di Jesi visono andati a lavorare diversi lavoratori dialtri zuccherifici, come quello di Fano, percui le maestranze per i disagi nello spostarsisul territorio hanno fatto grossi sacrifici.

Oggi la questione che si ripropone èdrammatica, ecco perché non bisogna as-solutamente perdere tempo ed ecco perchéapprezzo particolarmente anche questamozione, infatti credo sia opportuno chiarirealcuni aspetti e soprattutto sollecitare chi didovere ad intervenire in modo serio.

Dobbiamo fare in modo che non si ripetaciò che è accaduto in passato, cioè oggispetta anche alle imprese – con quelli chesono stati non solo gli investimenti dei privatima anche per i contributi pubblici che perdiversi anni hanno consentito loro di vivereagiatamente sul nostro territorio – dare unsegnale forte di attaccamento al territorioche, ripeto, ha consentito per numerosi anniad alcuni imprenditori di vivere e lavorare.

In questa situazione di difficoltà chiedia-mo uno sforzo maggiore, ovvero che questomomento di difficoltà possa diventare, inve-ce, un momento di opportunità.

E’ chiaro che quando si parla di riconver-sione e di piano industriale bisogna focaliz-zare l’attenzione su quello che potrà essereil modo migliore per poi passare, appunto,ad una riconversione ispirata anche ad unaforte tutela dell’ambiente.

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Ho apprezzato l’intervento del Consiglie-re Badiali proprio quando ha detto che oc-corre fare una verifica di ciò che è accadutosul territorio, questo infatti è un argomentoche tocca tutti da vicino. Il problema dellasalute e dell’inquinamento non ha frontiere,quindi innanzitutto deve essere verificato seci sono dei problemi, inoltre la bonifica deisiti deve essere fatta nel modo più corretto,con la maggiore attenzione e con il maggiorcontrollo possibile.

Allo stesso tempo, per quanto riguarda lariconversione, vanno valutate sia tutte le si-tuazioni favorevoli come pure i problemi chepotrebbero verificarsi per la comunità, e nonsolo dei lavoratori ma anche di tutti coloroche vivono nelle zone limitrofe.

Quindi necessariamente, prendendospunto da questa mozione, dobbiamo dareun input per accelerare un processo di rin-novamento che garantisca in futuro l’occu-pazione non solo per coloro che vivono inquel territorio ma anche per quelli, comeconseguenza della chiusura di altri impiantinella nostra regione, che sono stati costrettiad andare a lavorare a Jesi.

Ringrazio ancora una volta il ConsigliereProcaccini per questa opportunità che ci hapermesso di focalizzare un po’ meglio l’at-tenzione su tale problematica.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consiglie-ra Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Ringrazio particolar-mente il collega Procaccini che ci ha con-sentito di aprire un dibattito di cui personal-mente sentivo l’esigenza. Penso che la suamozione riguardi non solo lo stabilimento diJesi ma, come ha indicato nelle sue parole,anche quello di Fermo, che sono due situa-zioni collimanti.

Per quanto riguarda le questioni dellericonversioni industriali e dei piani industriali,che concretamente sono situazioni che ri-guardano anche l’ambiente, ritengo che laRegione debba avere una sola voce, non sipuò fare un discorso a Jesi ed un altro a

Fermo o per altre situazioni simili che pos-sono esserci nel nostro territorio regionale.

Credo che al tema della sostenibilità am-bientale, cioè tutto quello che si va a crearenell’ambiente, non dobbiamo dare solo unvago significato alle parole ma dare sostan-za e concretezza.

Dobbiamo sollecitare alla ex Sadam –quindi ringrazio di nuovo il Consigliere Pro-caccini che ci ha dà l’opportunità di parlarne– un piano industriale certo e condiviso.

Mi sembra che i cittadini dei due territori,Jesino e fermano, abbiano molte preoccu-pazioni, è per questo che ritengo che l’As-semblea legislativa e la Giunta debbanodare ai cittadini quella certezza e quella si-curezza che purtroppo non hanno; questomagari anche perché probabilmente hannoconoscenze e cognizioni di una materia cheè difficile da districare, dove ci sono tanteparole dette vagamente e dove c’è chi vispecula. Ed è per questo che da parte dellaRegione occorre un linguaggio certo e chia-ro.

Certamente la politica europea hasfavorito nettamente le produzioni di zuc-chero che nella nostra zona davano un lavo-ro molto consistente anche a tutto l’indotto.Parlo dei 120-130 operai della Sadam – ov-viamente ho meno cognizione della zona diJesi ma mi pronuncio con sicurezza suquella di Fermo – ma se consideriamo siagli stagionali che tutto l’indotto nell’agricoltu-ra e nei trasporti vediamo che il danno allavoro è stato elevatissimo.

Non possiamo neppure dire che sia statoun fulmine a ciel sereno, perché gli operaidei due stabilimenti Sadam l’hanno sì sapu-to in tempi molto brevi ma l’intenzione c’eragià da tempo. E questo mi è sembrato unimbroglio bello e buono da parte della pro-prietà.

Voglio ribadire che all’inizio il piano indu-striale – parlo per Fermo ma credo di poterlodire anche per Jesi – sembrava prevedereun incentivo per la ripresa di una filiera chepotesse ridare ossigeno all’agricoltura, al-l’indotto, insomma direi a tutti i territori, ma

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questo non è stato. Infatti mi sembra di avercapito che addirittura dovremmo importareprodotti dall’India o dall’Africa, vedi ad esem-pio l’olio di palma; peraltro, lo dico per inciso,dovremmo importare da Paesi che, invece,per le loro sofferenze e disagi dovremmoessere noi a sostenere, ma questo è unaltro discorso nel quale potremo addentrarciin altri momenti e per altri situazioni.

Pertanto per tutti questi motivi ci dovràessere al più presto un piano industrialedove si dovranno analizzare le situazioni etrovare poi le soluzioni migliori.

Altro problema sono le due nuovi centraliche dovrebbero sorgere, una a Jesi di 18megawatt e l’altra a Fermo di 24 megawatt.

Per quanto riguarda il territorio di Fermo –parlo di Fermo perché, ripeto, sono due si-tuazioni simili – voglio segnalare la grande egrave preoccupazione che c’è in questo ter-ritorio. Ne riparleremo? Non lo so! Comun-que occorrerà che la Regione, tutti noi, qualirappresentati popolari, ci facciamo carico ditali preoccupazioni. Che non sono solo quel-le lanciate da qualche personaggio, che ma-gari per farsi pubblicità va nei luoghi perincontrare i cittadini – voglio qui ricordareche abbiamo vissuto la vicenda di Schieppedi Orciano, quindi spero non ci si debbaritrovare in situazioni simili anche per questidue nuovi impianti – ma quelle di cittadiniche hanno paura di qualcosa che è già ac-caduto e che potrebbe accadere di nuovo,infatti sappiamo benissimo che la lavorazio-ne ad alta gradazione di impianti di questogenere può essere nociva.

Qui voglio soltanto segnalare, senzamettere altra carne nel fuoco, che forse aFermo verrà fatto anche un impianto per lalavorazione del silicio. Quindi anche su que-sto che venga data una parola certa, lo chie-do al Presidente e alle strutture della Regio-ne preposte a questo lavoro.

Pertanto, ribadisco, dobbiamo dare ai cit-tadini una rassicurazione forte. Quando par-liamo di questi impianti, di queste soluzionidobbiamo dire che non sono nocive e chenon hanno un impatto sulla salute, altrimenti

non saremmo onesti e si darebbe soltantoragione a coloro che con un ragionamentodisfattista dicono che tutto fa male e chenulla si può fare.

Dobbiamo quindi essere sereni ma coe-renti e coesi nell’usare la stessa voce siaper Jesi che per Fermo, i cittadini aspettanoquesto. Anche perché i due nuovi impianti abiomasse che dovrebbero sorgere per laproduzione di energia mi sembra dovrannoessere della stessa grandezza.

Nessuno di noi si farà paladino di coloroche dissentono o di coloro che vogliono al-zare la polvere, vorremo invece – almenoquesto sarà il mio comportamento, e nonper acquisire i consensi dei cittadini, noncredo che serva a nessuno – salvaguardarel’ambiente e la salute, che credo siano gliobiettivi primari di ciascuno di noi.

Peraltro è vero che si sono persi moltiposti di lavoro ma è anche vero che moltialtri posti di lavoro si stanno perdendo adesempio nel nostro quadrilatero del calzatu-riero, e comunque ogni giorno registriamo lachiusura di tante piccole e medie impreseanche di genere diverso.

Quindi prima di tutto occorre salvaguar-dare la salute, quindi se sappiamo che nonfa male – uso termini semplici per una mi-gliore comprensione – dobbiamo fare unacomunicazione giusta. Questo perché oggi,e mi dispiace doverlo ancora segnalare, talecomunicazione non c’è stata, non ne abbia-mo mai parlato, però i cittadini di Fermo e diJesi aspettano risposte, aspettano una giu-sta parola da poter poi saper interpretare ecapire.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consiglie-ra Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Anch’io ringrazio ilConsigliere Procaccini per l’opportunità checi dà di trattare tale argomento in questafase, di cui ne abbiamo parlato all’inizio maora siamo in grado anche di fare un consun-tivo e di tirare le somme sia di quello che si èfatto che di quello che fino ad ora non si è

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fatto. Come pure concordo con buona partedegli interventi e da ultimo quello della Con-sigliera Ortenzi.

Il fatto di concordare non mi preoccupa –di solito siamo diffidenti anche quando citroviamo d’accordo –, anzi, mi conforta pro-prio perché su temi prioritari di questo tipo,ovvero come quello dell’occupazione e dellasalute dei cittadini, dobbiamo mostrare sen-so di responsabilità. E soprattutto mi confor-ta il fatto che tutti ci stiamo, spero, facendocarico di una situazione che vede, ripeto,una assunzione di responsabilità senzaspeculazioni, senza strumentalizzazioni,senza cavalcare ciò che sta avvenendo suiterritori dove, anche giustamente, stannoproliferando dei comitati. Dico giustamenteperché i comitati sono frutto proprio delladisinformazione, quindi il compito della poli-tica è fare correttamente il proprio dovere,senza sminuire o affrontare in maniera ap-prossimativa i problemi, ma facendo unagiusta informazione anche scientifica sul-l’argomento.

Probabilmente tali preoccupazioni sonoanche condivise, siamo infatti a circa unanno e mezzo dalla chiusura di Fermo epoco è stato fatto e ciò che è stato firmatonon è stato ancora avviato. Firmarono il Go-verno, la Regione, i Sindaci per adesione eper prendersi il carico di responsabilità mala situazione è rimasta ferma.

La questione di Jesi arrivò successiva-mente, ma nel caso di Fermo purtroppo sia-mo partiti già con la chiusura ed ora ci trovia-mo ancora al punto di partenza.

Di sicuro c’è stata una normativa euro-pea che ha “favorito” coloro che chiudevanoin toto anziché coloro che riconvertivano –questo era il principale paradosso della si-tuazione – e che continua a favorire coloro(parlo della proprietà) che potrebbero “simu-lare” false partenze. Infatti è sulle partenzeche verranno corrisposti ulteriori contributipiù che – come giustamente si fa carico didire il collega Procaccini – sulladurevolezza, serietà e stabilità di un pianoindustriale; l’Unione europea valuta se si

parte e poi non si preoccupa magari se sichiude tra un anno o due anni.

Come ha detto la collega Ortenzi, lebiomasse verranno dall’Indonesia o da altriPaesi e ciò creerà una serie tale di costi e dinon convenienze economiche che dubitoche quello che parte oggi potrà durare neglianni e quindi dare una seria risposta all’oc-cupazione.

In presenza di una normativa europea diquesto tipo – di cui abbiamo detto fin dall’ini-zio che viene premiato chi non riconverte echi chiude completamente – sicuramente lapolitica, la Regione e le singole amministra-zioni avranno un bel da fare per assumersile loro responsabilità e per essere serie.Perché la proprietà può avere tutt’altro inte-resse nel fare il suo gioco, che è un gioco diconvenienza e di profitto che potrebbe nonessere un gioco serio e soprattutto duraturoe che quindi possa garantire l’occupazionenegli anni, di cui tutti, invece, ce ne dovrem-mo far carico.

Ecco allora che la richiesta di un pianoaziendale serio è doverosa. Però questonon sta avvenendo a Jesi, come di sicuronon è avvenuto a Fermo dove si è detto ditutto e di più e dove giornalmente si cambiaprogetto.

Ciò ha determinato preoccupazione edincertezza, inoltre ha determinato il prolife-rare dei comitati, quindi la politica dovrà farela sintesi.

Quindi su tale questione c’è la piena di-sponibilità anche delle forze di opposizione– che, peraltro, è un’opposizione in que-st’Aula ma non nell’Amministrazione di Fer-mo – perché siamo tutti nello stessocalderone. Tutti dobbiamo assumerci conserietà la responsabilità di dipanare questamatassa e di mettere – ecco il punto diquesta mozione, che voterò, su cui mag-giormente concordo – la proprietà di frontealle proprie responsabilità. Inoltre di vigilare ilpiù possibile che siano promesse serie edurature e che non rispondano solo al desi-derio di introitare delle provvigioni nell’imme-diato per poi non avere in futuro obblighi di

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mantenimento dell’occupazione di questecentrali.

Pertanto che si parta con il piede giusto.Sulle centrali – ne parlai anche con il

Capogruppo Ricci – ci sarà una revisionedel piano energetico in maniera restrittivasia sulla qualità delle biomasse che sullapotenza? Perché la nostra centrale è gran-de, è di 24 megawatt, quindi se deve esserciche si faccia prima, che si dia una paroladefinitiva ora in maniera che poi i pianiaziendali – non voglio dare foglie di fico al-l’azienda che potrebbe dire anche questo –e soprattutto le scelte delle province e delleamministrazioni locali siano chiare e conse-guenti. E anche su questo una presa di posi-zione della politica industriale energetica re-gionale potrebbe sicuramente concorrere afar chiarezza.

La mozione è solo un punto di partenza inquanto riteniamo che ci sia ancora molto dafare. Riteniamo soprattutto che la proprietàdebba dire la sua, che la politica regionale –e non credo che nessuno si sottragga aquesto compito – faccia definitivamentechiarezza su queste centrali. In modo taleche non si governi solo il contingente, l’im-mediato, e soprattutto che non ci sia allarmecon Schieppe per poi lasciare Fermo con ilcerino in mano. Voglio dire cioè che i cittadi-ni sono tutti uguali indipendentemente dalcolore delle amministrazioni.

Quindi credo che se tutti ragionassimo inquesti termini potremmo davvero risolvere ilproblema, diversamente sarebbe più diffici-le. Peraltro non nascondiamo il fatto che perquanto ci siano rassicurazioni, una centralecosì grande potrebbe rischiare di bruciaretutto. Quindi quale controllo – certo, io nonsono un tecnico, peraltro è da poco che mioccupo di questa questione che riguarda lamia zona – sarà effettuato sulla tipologia diqueste masse vegetali, che peraltro sonomasse che provengono da molto, molto lon-tano? Saranno solo vegetali?

Occorre pertanto una parola definitivaper far sì che non siano i territori a dover dasoli risolvere il problema. Il piano energetico,

l’emendamento, la correzione di cui lessisull’Ansa l’annuncio del Consigliere Ricci eche poi mi confermò, che dice che non ri-guardava questo, ma può riguardare tutto,allora caso mai facciamo questi passi preli-minari in maniera che si possa partire defini-tivamente con il piede giusto.

Dunque la mozione è a mio avvisovotabile in quanto costituisce un proficuopasso iniziale.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereRicci.

Mirco RICCI. Raccolgo da questo dibatti-to un dato molto positivo – e magari fossestato così anche per altre questioni, adesempio come per l’impianto di Schieppe -,nel senso che sul un tema che troviamoall’interno della mozione è emersa davverola ragionevolezza nel considerare gli im-pianti a biomasse nel solco dell’energiarinnovabile dove, purtroppo, vi è stata scar-sità di comunicazione, che è un’altra dellegrandi questioni che riguardano tutti i temiche hanno a che fare con l’ambiente.

Ci vogliono percorsi nuovi, percorsi diver-si, un impianto a biomasse è un impianto dienergia rinnovabile che se fatto con tecnolo-gie avanzate non è nocivo per la salute enon è inquinante per l’ambiente.

Purtroppo molte volte hanno ilsopravvento iniziative che pur essendo lo-devoli e legittime, vedi quelle dei comitatiche impediscono di costruire un rapportogiusto con i cittadini, mettono in difficoltà lapolitica. Dunque se alla gente non diamo laconoscenza e la chiarezza dei progetti enon poniamo neanche un’alternativa, ri-schieremo di trovarci sempre in queste si-tuazioni.

Questa mozione contiene una doppiavalenza, una riguarda il problema della crisioccupazionale, l’altra è sul tema della ricon-versione, cioè di collocare questo impiantonell’attuazione del nostro piano energeticoregionale.

La crisi dello zuccheriero è nota, è giusto

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che un’azienda tenti non solo di sopravvive-re ma di garantire l’occupazione e il lavoro,però ovviamente c’è anche un altro elemen-to – citato sia dal Consigliere Badiali che daaltri -, ovvero che ci aspettiamo un pianoindustriale che non riguardi un progetto exnovo ma che riguardi la riconversione di unastruttura. E’ un elemento emergenziale, par-ticolare, che ha a che fare con quel sito.Inoltre, se possibile, bisogna prendersi an-che ventiquattro ore di tempo in più per veri-ficare con attenzione e puntualità tale pianoindustriale. E se un imprenditore individuaun sito, presenta un progetto che compie unpercorso e poi viene condiviso, tutto questoè un’altra cosa, è una riconversione di unastruttura in essere, per cui un’attenzioneparticolare penso debba essere data, ancheperché qui si parla non solo di bruciare olivegetali, ma anche di biodiesel, quindi ditutte cose abbastanza particolari.

Credo che con la proposta di modifica alpiano energetico, come ha detto anche laConsigliera Romagnoli, le Marche devonoriprendere un dibattito così come è capitatoaltrove in Italia. Cioè che sugli impianti abiomassa, proprio perché sono stati vissutimale, comunicati male e dove l’informazio-ne è stata scarsa, ormai si deve ripartire dalbasso. Così hanno fatto la Toscana, l’EmiliaRomagna, la Puglia, la Lombardia, ilTrentino. Quindi, a meno che siano centralilocalizzate, utili solo per la struttura, cioèautosufficienti per le varie strutture, che siriparta da potenze minime, da 1, 2, 3megawatt, che poi si potranno anche farsalire se ci si renderà conto che la strutturaproduce energia rinnovabile e che quindinon nuoce alla salute, che è sicura e chesarà gestita attraverso le grandi tecnologieinnovative.

Dunque occorre suggerire – ma credoche il piano industriale della Sadam di Jesigià lo preveda – un impianto più piccolo,meno potente, con meno megawatt di quelliindicati in partenza.

Pertanto, ripeto, dobbiamo attuare il pia-no energetico, lo dobbiamo fare attraverso

tutte le forme possibili alternative comel’eolico, il fotovoltaico, la biomassa, lacogenerazione.

Alcuni Paesi del nord Europa hanno ilnucleare, è giusto che se lo tengano e che lomigliorino, noi invece non lo abbiamo e nondobbiamo istituirlo, però dobbiamo fare inmodo che la parte di carenza energeticadebba essere risolta attraverso le fonti rin-novabili. Questo è il paese del sole, del ven-to, dobbiamo investire su questo.

Tutte le possibilità che permettano diavere sul territorio impianti di combustione abiomassa devono essere valutate positiva-mente. Anche nei casi di una riconversioneè bene avere un occhio particolare di atten-zione in quanto si tratta di un sito già esi-stente, di un ornato che magari ha già qual-che problema – che io conosco meno per-ché non sono di quella realtà, vivo altreesperienze -.

Dunque tale mozione è certamente im-portante perché pone l’accento su una dop-pia valenza, quella dell’occupazione e quelladi sottolineare ancora la necessità di dareattuazione al nostro piano energetico.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereLippi.

Leonardo LIPPI. Colgo l’occasione perringraziare il Consigliere Procaccini per averposto questo problema all’Assemblea, peròvoglio anche sottolineare un aspetto fonda-mentale, cioè il fallimento della politica pro-grammatoria a tutti i livelli, in quanto questiproblemi dovrebbero essere risolti in antici-po e quindi non correre sempre dietro alleemergenze. E questa è la drammaticità cheosserviamo in quest’Aula nelle discussioniche facciamo sulle varie mozioni, ordini delgiorno, ecc..

E’ ora che assumiamo una linea ben pre-cisa di risposta ai nostri cittadini, occorronosoluzioni serie per una programmazione alungo termine per non incorrere solo in si-tuazioni spot dove si devono risolvere i pro-blemi creati e che si sapevano in anticipo.

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Infatti che il settore saccarifero sarebbeandato verso questa direzione lo si sapevafin dal 1995, purtroppo però la politica non hafatto altro che aspettare il cadavere di que-sto settore e poi correre dietro all’emergen-za.

Un cadavere l’abbiamo comunque già la-sciato, è l’azienda che costruiva macchine,che è rimasta isolata, non è potuta neppurerientrare nei programmi di tutela e di ricon-versione. E’ stata abbandonata a se stessa,ormai sulle ceneri la fenice ha ricostruito altritre settori, ma con la buona volontà dei citta-dini che con sacrificio hanno saputo venirfuori dai loro problemi si è arrivati alla solu-zione in altre direzioni.

Il problema fondamentale fu quello chenei nostri territori tale produzione era moltospinta, inquinando con i nitrati ha causatodanni alle falde acquifere, quando invecel’Europa ci aveva dato le risorse disponibiliper abbattere, appunto, i nitrati. Solo sei co-muni nelle Marche hanno utilizzato i fondi, glialtri hanno dovuto restituirli all’Europa. Giàdal 1995 in poi ciò serviva per ridurre laproduzione di bietola in modo indotto e nondiretto come è stato fatto oggi.

Pertanto tali strumenti si sarebbero dovu-ti attivare in precedenza, infatti oggi siamocostretti a correre dietro all’emergenza. Ab-biamo bisogno di energia allora cerchiamodi camuffare tale bisogno energetico in varieforme, ma la realtà è che non c’è una politicaseria di quello che vogliamo fare in termini diproduzione di energia.

Ripeto, queste azioni devono essere fat-te tempestivamente e in modo anticipato,dunque non correndo sempre dietro al-l’emergenza.

La riconversione è un atto dovuto ma gliimprenditori (cioè la proprietà) devono con-tribuire per dare una risposta agli operai, aicittadini, persone che hanno dato sempresenza chiedere mai però oggi si trovano indifficoltà.

Quindi tutti quanti insieme da questaemergenza dobbiamo iniziare a costruire unpercorso futuro con una programmazione

seria su tutti i settori, dando risposte concre-te sia al settore della metalmeccanica indifficoltà (che è un settore che deve esserericonvertito) che agli altri settori qui citati sucui non voglio ripetermi.

Unitariamente, dunque, cominciamo a ri-solvere i problemi non rincorrendoli ma anti-cipandoli con una programmazione seria.Va fatta qualsiasi iniziativa ma con l’autore-volezza di una politica che anticipi i tempi eche non vada dietro all’emergenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCesaroni.

Enrico CESARONI. Vorrei ringraziare in-nanzitutto il Consigliere Procaccini per que-sta mozione che è importantissima proprioperché serve un indirizzo da parte RegioneMarche.

Le tante promesse fatte sul territorio siadalla Sadam che dalla Regione sull’occupa-zione o, ad esempio sulla cassa integrazio-ne per quei lavoratori che non hanno potutolavorare durante la stagione, non sono statemantenute, non si è dato niente. In un territo-rio come quello di Jesi ci vuole poco a farecerti discorsi, però non si possono fare pro-messe che poi non vengono rispettate.

A Jesi Forza Italia si è espressa e inquest’Aula siamo della stessa opinione, percui siamo d’accordo per una riconversione,però se interessa il territorio e l’economia diJesi e della Vallesina saremo i primi a soste-nerla, altrimenti non saremo affatto d’accor-do.

Noi non possiamo accettare una centraleper la trasformazione di oli. Perché? Adesempio, ora si è partiti dalla trasformazionedel girasole, ma questo significa, visto che ilmercato e gli agricoltori non producono gira-sole perché non è conveniente, autorizzarepoi una centrale che trasforma olio di palma.Su questa linea non ci stiamo! Si pensa dirisolvere il problema con due tubi, uno diingresso e uno d’uscita, che vanno dall’Apialla Sadam, ma questo non può essere undiscorso valido per la Vallesina.

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In questo territorio abbiamo già diversecentrali, probabilmente ne verranno autoriz-zate altre, quindi se questa operazione nonporterà reddito non potremo essere d’accor-do.

Quindi chiediamo una centrale legger-mente più piccola dei 24 megawatt richiesti(siamo d’accordo per 15-16 megawatt),però con l’utilizzo delle biomasse. Questoperché innanzitutto si trasformano prodottilocali all’interno di un raggio di 40 chilometri,inoltre si dà una produzione alternativa al-l’agricoltura e si distribuisce reddito sul terri-torio. Con il girasole, invece, faremo fintaancora una volta di fare una cosa valida peril territorio ma che poi non serve affatto inquanto non porta nessuna ricchezza.

Oltretutto non porta neppure occupazio-ne. Infatti se si trasforma girasole non cisarà occupazione mentre se si faràbiomassa sì, questo perché per la mole dilavoro anche tutto l’indotto (ad esempio itrasporti) potrà funzionare proprio perchéservirà a portare le biomasse alla Sadam.

Pertanto chiedo che l’Assemblea legisla-tiva regionale si esprima una volta per tutte,ovvero che abbia il coraggio di dare un indi-rizzo.

Qui tutti ne parlano e intanto la Sadam fai progetti, però io non ho mai visto progettisulle biomasse, ma soltanto quelli che par-lano della trasformazione del girasole, cosache, ripeto, non c’è come produzione, oltreche non essere redditizia per l’azienda agri-cola. Pertanto questo significa autorizzareuna cosa che non abbiamo.

Ritengo, dunque, che dobbiamo fare unariconversione a vantaggio delle aziendeagricole di questo territorio, è giusto che siacosì proprio perché abbiamo portato via red-dito agli agricoltori e quindi dobbiamo ridar-glielo.

Pertanto chiedo ancora una volta a que-sta Assemblea legislativa di decidere sullanostra proposta, che penso possa essere ditutti, di fare una centrale a biomasse chepossa creare reddito al territorio e agli agri-coltori. Questa è linea su cui Forza Italia èd’accordo.

Ai 400 dipendenti di Jesi sei mesi fa erastato promesso che chi non faceva la cam-pagna bieticola poi sarebbe stato pagato,però non è stato dato niente. L’aspettativadei cittadini di Jesi, quindi, se non lavorava-no per un anno era di prendere l’80% dellostipendio, peraltro come fanno tutte le azien-de, invece, ripeto, qui non è successo.

Pertanto questa è un’altra ingiustizia sucui l’Assemblea legislativa credo si debbaesprimere, perché in qualsiasi azienda dovec’è la mobilità e la cassa integrazione vi èpoi l’80% di reddito. Infatti l’accordo era cheavere l’80% dell’importo del reddito percepi-to con la campagna precedente, ma non èstato fatto.

Io ho poca fiducia delle promesse fatte inquesta realtà, peraltro fatte anche dalla Re-gione, infatti l’assessorato alla formazione elavoro aveva garantito che i lavoratori avreb-bero dovuto prendere l‘80%.

Mi rivolgo allora all’Assessore alla forma-zione dicendogli che non bisogna promette-re cose che poi non si rispettano. Sei mesifa in qualsiasi assemblea avevamo promes-so che si dava la mobilità o la cassa integra-zione all’80% a quei lavoratori della Sadamche avevano fatto la campagna precedente,ma poi è stato dato soltanto il 15%, che sonocirca 500 euro. Consigliere Badiali, questolo so perché stanno arrivando proprio inquesti giorni. E’ un regalo di Natale! Tutti siaspettavano di prendere 4.000 euro e, inve-ce, prendono solo 500 euro.

Quindi chiedo il perché di tali situazioni dicui i cittadini si stanno lamentando. Asses-sore, l’impegno era diverso. (…) No, non c’èun ritardo, non c’è proprio l’erogazione. Ri-peto, era stato garantito l’80% a chi nonfaceva più la campagna bieticola, invece èstato dato soltanto il 15%, quindi rispetto ai5.000 euro che prendevano durante la cam-pagna hanno preso solo 500 euro. Questa lachiamate serietà!

I cittadini ci stanno attaccando in tutti imodi proprio perché la promessa oltre chela Sadam l’ha fatta anche la Regione Mar-che (…) Sì, parlo degli stagionali perché gli

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altri sono pagati..(…) Assessore, oggi pos-siamo dire quello che vogliamo, che c’è unalegge o altro, ma comunque le promesseche sono state fatte in tutte le assembleeper calmare i lavoratori non sono state man-tenute.

Dunque la stessa cosa voglio che nonsucceda con la centrale, perché o si fa unacentrale che serve allo sviluppo socio-eco-nomico del territorio oppure, al di là di quelloche portano avanti altre forze politiche, lacentrale non si fa! Pertanto o ci sarà unaccordo unanime di questa Assemblea legi-slativa su una linea che potrà portare di ric-chezza nella Vallesina, soprattutto in questomomento, oppure saremo contrari alla cen-trale.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereD’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Sarò stringatissimoanche per evitare tautologie. Ho letto coninteresse la mozione del Consigliere Pro-caccini e istintivamente – un po’ come i canidi Pavlov – ho pensato alla riconversione nelmio territorio della Carbon che ha una suaspecificità. Quindi è un discorso che ap-prezzo moltissimo.

E’ necessaria una riflessione su una ri-conversione seria per l’effetto a cascata chepuò avere sul territorio sul piano dell’occu-pazione e sugli investimenti ambientali edenergetici, come giustamente ha sottolinea-to il Consigliere Ricci. Ma è anche necessa-ria una riflessione sulla necessità di un agirecoordinato e la necessità di interrogarci sulmodello di sviluppo attraverso, come ha det-to il Consigliere Viventi, la ridefinizione dipiani e di strategie industriali.

Inoltre una riflessione seria ci consente,come ha detto il Consigliere Badiali in unpassaggio che ho apprezzato moltissimo, digestire finalmente, in un momento di gravecrisi, di incertezza e di insicurezza, la psico-logia di massa anche con dosi di misuratafiducia.

Ritengo altresì necessario ed opportuno

l’emendamento della Consigliera Mammolipresentato su questa mozione che introdu-ce le parole “prima della firma della conven-zione”. E’ un modo per fare chiarezza, peraccelerare i tempi, per richiamare ciascunoalle proprie responsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consiglie-ra Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Anch’io sarò moltoconcisa, anche perché condivido in buonaparte gli interventi che mi hanno preceduto.Inoltre ringrazio il Consigliere Procaccini peraver presentato questa mozione che è tal-mente articolata e profonda che non si puòche condividere.

Vorrei solo soffermarmi sul discorso deicomitati. Ci rivolgiamo a questi comitaticome se fossero sul posto veramente deidisturbatori. Invece io ritengo che il comitatosi forma dal cittadino, ovvero da quel conta-dino che fino a ieri ha portato il suo prodottoalla Sadam sia di Jesi che di Fermo. Quindinon possiamo non osservarlo, non possia-mo non ascoltarlo.

Qui mi voglio rivolgere all’AssessorePetrini che magari ha dovuto confrontarsicon questi comitati anche in momenti distur-bativi, però sono comunque dei comitati,Assessore, composti da persone disperateche si sentono abbandonate dalla politica.Anche la popolazione si sente abbandonataa se stessa, ognuno propone un progetto,ognuno propone un qualcosa che poi non sisa se sia vero o meno, qualcuno vuole lariconversione con biomasse, qualcun altrocon gli oli, addirittura c’è il girasole che arrivada paesi extracomunitari.

Quindi vorrei chiedere all’Assessore al-l’agricoltura – con tutta il rispetto della serie-tà con cui svolge il suo lavoro – una cosa anome di tutti i comitati. Assessore, faccia inmodo che chiunque sia interessato (coltiva-tore, lavoratore, cittadinanza) abbia delle in-formazioni certe, informazioni che seppurpossano risultare dure abbiano dietro unprogetto sia politico che economico sullariconversione.

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Esprimo il voto favorevole a questa mo-zione. Voglio ringraziare ancora il Consiglie-re Procaccini che da questo punto di vista èsempre molto attento, quindi a volte ne con-dividiamo la volontà di sollevare alcune pro-blemi che altrimenti non verrebbero presi inconsiderazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’AssessorePetrini per l’ultimo intervento.

Paolo PETRINI. Non ripercorro ovvia-mente l’intera vicenda perché sarebbe trop-po lungo, però il punto di partenza in relazio-ne a quella che è stata la riforma dell’orga-nizzazione del comune mercato dello zuc-chero va un po’ rifissato.

Il punto di partenza, dopo che si sonochiarite le conseguenze dell’OCM e dove inprima battuta si sono verificate le possibilitàdi riconversione nei siti da dismettere, è sta-ta la legge n. 81 dello Stato che ha fissatonell’orientamento di trasformazione in polienergetici gli ex zuccherifici.

Un altro punto di chiarezza è che lericonversioni sono riconversioni industrialiquindi non sono agricole. Per la riconversio-ne agricola la Comunità europea ha previstoaltri strumenti – che tra l’altro questa Regio-ne ha già messo in campo -, ovvero il pianoper la riconversione bieticola che per questaregione assomma a circa 22 milioni di euro.

La riconversione di queste aziende, ripe-to, è prettamente industriale ma dove si èvoluto comunque mantenere un parziale an-coraggio al settore agricolo. Dico parzialeperché tale parzialità rappresentava una ne-cessità in rapporto anche alle dimensioninecessarie da dare a tali riconversioni indu-striali.

Non esiste né in Italia né in nessun altraparte d’Europa la possibilità di dar seguito aqueste forme di energie alternative attraver-so un completo approvvigionamento sul ter-ritorio locale, che nel tema della riconversio-ne industriale a fini energetici a livello nazio-nale ed europeo si è aperto all’importazionedella materia prima da bruciare. Ed in que-

sto caso sono solo gli oli vegetali e nonbiomasse generiche che possono essere dicolza, di palma, così come di girasole.

Per poter coinvolgere, seppur parzial-mente, il territorio, cioè creare una filieraagricola, si è agito attraverso due strumenti.Uno è quello degli accordi di programmache si firmano in Regione, dove si è indicatoun prezzo maggiore che la Sadam dovevapagare per il girasole prodotto localmenterispetto al prezzo di mercato, l’altro è quellodei contributi dello Stato. Qui rammento cheesistono dei contributi per la formazione del-le filiere locali, contributi che in questo mo-mento il Governo non ha confermato nellapropria Finanziaria, così come non ha con-fermato parecchi contributi destinati all’agri-coltura.

Quindi è una riconversione industriale alpari delle altre riconversioni industriali.

Valutazioni attinenti a “noi importiamogran parte della materia prima e sul territorione prendiamo solo una parte” non sonocongrue a questo tema. Perché è ovvio chenon potremmo fare questo tipo diriconversioni se ci proponessimo di prende-re tutta la materia prima sul territorio; cosache peraltro non vorremmo assolutamentein quanto snatureremmo la missione princi-pale dell’agricoltura marchigiana, ovveroquella di produrre alimenti e non energia.Infatti quello dell’energia è un tema connes-so che bisogna offrire solo come opportuni-tà alternativa al mondo agricolo.

Non credo, quindi, che sia opportunoattardarsi su valutazioni di questo tipo. Cer-to, esse possono comunque essere fatte,perché non si può non valutare il tema suche cosa importiamo, cioè su che cosacomporta a livello anche globale importarematerie prime di questo tipo. Ovvero secomporta deforestazione oppure sfrutta-mento di manodopera, cosa che abbiamocercato di risolvere attraverso l’indicazionedi materia prima certificata che non conte-nesse questo tipo di questioni, cioè che nonprovenisse da territori deforestati o da terri-tori dove si sfrutta la manodopera.

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Credo che la questione principale non sianeppure quella della convenienza dell’indu-stria nel fare questo tipo di riconversione.Convenienza che qualcuno ha messo indubbio o convenienza che qualcuno ha as-segnato solo all’aspetto legato ai certificativerdi. E certamente è così, infatti se non cifossero i certificati verdi questo tipo di ricon-versione non si potrebbe effettuare perchénon ce ne sarebbe convenienza. Ma quellodei certificati verdi è uno strumento non soloitaliano, infatti è stato percorso ben prima daaltri, in particolare la Germania, è uno stru-mento che è servito proprio a far decollarel’industria dell’energia alternativa che altri-menti non sarebbe mai decollata ne maipotrebbe decollare.

Invece il tema centrale, lo sappiamo mol-to bene, è quello dell’impatto ambientale oper lo meno dell’accettabilità sociale di taleimpatto da parte delle popolazioni interessa-te.

Come ci siamo mossi su questo? Ci sia-mo mossi all’interno di orientamenti chesono internazionali (protocollo di Kyoto), eu-ropei (vi ricordo la norma del 20-20-20, cosìcome quello dell’addizionamento dei carbu-ranti attraverso bio-combustibili per il 5,75%entro il 2010) e non ultimo, come era assolu-tamente ovvio, attraverso le norme che cisiamo dati, cioè il Pear.

Dunque questa impostazione di riconver-sione è del tutto coerente in relazione a tuttele norme che rappresentano l’ordinamentoal quale dobbiamo fare riferimento. Noi sia-mo stati sempre disponibili, sia come Re-gione come pure altri enti, Comuni e Provin-ce oltre ai sindacati e in prima battuta leassociazioni agricole, a questo tipo di ricon-versione.

Però la questione l’abbiamo affrontataanche con una modalità diversa, cioè non cisiamo limitati a dire che siccome la legge lopermette quali sono i problemi e probleminon ce ne sono. E’ ovvio che se avessimoproposto la riconversione di una produzionenon in quello stesso sito ma in un sito doveprima non c’era alcuna produzione di ener-

gia né alcuna produzione industriale, avrem-mo creato un problema. Perché a quellapopolazione non si può dire questa combu-stione comunque ha emissioni inferiori aquelle degli idrocarburi, né si può dire che ècombustione che ha emissioni inferiori aquelle della precedente produzione di zuc-chero. Cosa che invece avviene a Jesi doveil piano presentato – sfido chiunque a verifi-carlo – ha emissioni di gran lunga inferiori aquelle precedenti.

E se così non fosse non solo andrebbefavorita una riduzione della potenza per ren-dere genericamente più accettabile questaproposta, ma andrebbe addirittura obbligata.Perché nell’ambito dell’accettabilità socialedi queste riconversioni non si può, facendosimagari scudo anche dei lavoratori, procura-re maggior disagio alla popolazione, ma ci siorienta verso un disagio minore. Questo èun orientamento che non solo è presente,ripeto, nella proposta Sadam di Jesi, ma chepuò essere ancor più raggiunto, se occorre,attraverso un’ulteriore riduzione di questapotenza.

Per Fermo la situazione è diversa perchéper motivi del tutto estranei a questa vicendal’Amministrazione comunale, che pure ave-va firmato l’accordo di programma, ha inte-so proporre la riconversione in territori doveprecedentemente non solo non c’erano im-patti ambientali ma non c’erano neancheattività industriali, quindi in territori dove lasorpresa della popolazione ha generatoun’avversità assolutamente estesa.

Quindi credo che tali possibilità di ricon-versione abbiano una eventualità sololaddove quell’attività della Sadam si svolge-va già.

Queste riconversioni devono essere fattein maniera tale che l’impatto ambientale siaminore rispetto a quello che si producevaprecedentemente e se possibile decisa-mente minore. Pertanto per renderlo minoresi può – ed io condivido questo – chiederealla Sadam di fare proposte di potenze an-che inferiori di quelle che ha fatto sino adoggi.

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Così come con la Sadam si deve, oltreche si può, ragionare in termini dicompensazioni – che siano energetiche afavore della comunità o che siano di altranatura e comunque sempre a favore dell’in-teresse pubblico – che devono vedere inprima battuta protagonisti i comuni e comesupporto le altre Istituzioni, quindi anche laRegione Marche.

Però, comunque, che cosa è successo?Certo, forse ci sono state carenze di comu-nicazioni da parte delle Istituzioni e dellastessa Sadam, ci sono stati, dal mio puntodi vista, errori anche da parte, in particolare,dell’Amministrazione di Fermo quando pre-cedentemente si sono individuati luoghi deltutto estranei a questo tipo di attività, ma c’èstata anche un tipo di partecipazione su cuiva fatta un’attenta riflessione. Infatti nonsempre la partecipazione deve essere po-sta su un piedistallo di completa rispettabili-tà, per cui chi agita le folle, chi intimorisce lapopolazione, ad esempio affermando che lacombustione di oli vegetai produce diossinae fa riferimento a Seveso, è un agitatore difolle e come tale va trattato. Questo perchéla combustione di oli vegetali non producediossina, infatti per produrre diossina c’è bi-sogno di cloro. Così pure va trattato comeagitatore chi per assonanza afferma che ilsilicio produce silicosi, quando invece lasilicosi è prodotta soltanto dall’amianto.

E’ chiaro che poi la popolazione si intimo-risce ed è chiaro che la popolazione rispon-da “Ma, Assessore, nell’incertezza, fatela daun’altra parte!”.

E’ anche chiaro che la popolazione inquesto non ha nessuna colpa, quindi il dove-re delle Istituzioni è quello di invertire la rap-presentazione che se ne è fatta attraversoinformazioni, appunto, che a volte sono stru-mentalizzate in maniera assolutamente bu-giarda da alcune parti politiche, a volte an-che da alcuni settori industriali, a volte dacomitati che si vogliono rendere protagonistia prescindere da tutto. Io dico che a volte lapartecipazione genera mostri! E di questobisogna rendersene conto! Infatti la parteci-pazione non è sempre positiva.

Pertanto ogni volta deve essere fattaun’attenta ed accurata valutazione sullecose di cui parliamo. E se parliamo di que-stioni che possono avere un impatto mag-giore a quello che c’era precedentemente,ad esempio per Jesi, poi questo impatto lopuò valutare soltanto un attento esame di unprogetto esecutivo all’interno delle procedu-re autorizzatorie che la legge prevede, chenon è semplicemente la VIA ma addiritturaanche l’AIA.

Su questo vorrei fare una parentesi. Iocome Regione avevo offerto di pagare alcomitato di Fermo degli esperti che loro po-tevano scegliersi liberamente, ci potevanodire “l’esperto è ciccio pasticcio, costa 50mila euro, Regione pagacelo”, in manieratale da avere un’interfaccia competente al-l’interno della procedura di VIA. Però hannofatto finta di nulla perché tutto questo noninteressa, l’unico interesse è mantenereuna posizione che a questo punto – e sonobuono – la chiamo ideologica, che permettedi mantenere solo una posizione.

Quindi credo che la Regione Marchedebba ridare fiducia alle Istituzioni, ridandocosì fiducia all’ordinamento a cui facciamoriferimento. Ordinamento che se a volte po-trebbe anche essere sbagliato, cioè seKyoto per l’affrancamento dagli idrocarburidice certe cose, se la Commissione euro-pea dice 20-20-20, se il Pear della RegioneMarche dice certe cose, e poi ci si accorgeche queste cose sono sbagliate, vi invito aproporre cambiamenti della legge a cui fac-ciamo riferimento, altrimenti – come del re-sto mi sembra faccia la mozione del Consi-gliere Procaccini – dobbiamo semplicemen-te, con molta serietà ma anche con moltaappropriatezza, rassicurare le popolazionidicendo loro la verità. Una verità che a volteriusciamo a rappresentare solo quando vie-ne sviscerata attraverso gli strumenti realiche abbiamo a disposizione.

Dunque vi invito a votare questa mozionecon lo spirito di aprire anche a Jesi – anzi, aJesi spero in maniera più adeguata – quelprocesso che possa permetterci di valutare

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la sostenibilità ambientale, sociale ed eco-nomica di questo progetto, in modo tale chequando tale processo autorizzatorio sia ma-turato e concluso il Comune di Jesi possafare davvero una convenzione con laSadam per stabilire non solo il livello di po-tenza ma anche quali saranno le eventualicompensazioni di cui può avere diritto il terri-torio.

PRESIDENTE. La discussione è chiusa.Passiamo alla votazione. Sono stati presen-tati tre emendamenti.

Emendamento n. 1 del Consigliere Ba-diali:

Dopo il quarto capoverso aggiungere ilseguente: “Invita altresì la Regione a farsiparte attiva con il Governo affinché quest’ul-timo confermi i contributi destinati agli ac-cordi di filiera locale così da avere un coin-volgimento e un interesse di tutto il mondoagricolo.”.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 della ConsiglieraMammoli:

Nella parte dispositiva, dopo la parola “ri-conversione” aggiungere le seguenti parole:“prima della firma della convenzione”.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 dei Consiglieri Cesa-roni, Capponi:

Aggiungere dopo l’ultimo capoverso: “Im-pegna altresì la Giunta regionale a predi-sporre un progetto di filiera locale che attra-verso uno specifico accordo di programmatra società, organizzazioni sindacali, orga-nizzazioni agricole, promuova l’uso dibiomasse di produzione locale”.

Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Creare una filiera localealmeno parzialmente, e per parzialmente in-

tendo dire fino alla dimensione che vuole.Cioè se in teoria la filiera locale fosse dispo-nibile ad offrire tutta la materia prima neces-saria questa possibilità gli va data, e comun-que gli va data finché ci riesce. E su questonoi siamo assolutamente concordi, tant’èche nell’ultima riunione fatta al Ministero ab-biamo chiesto allo stesso Ministro di farsiportavoce all’interno del Governo per far sìche vengano ripristinati i fondi per favorirequesti accordi di filiera.

Pertanto in questi termini siamo assolu-tamente concordi, coscienti che questi ac-cordi di programma non possono saturare ilfabbisogno complessivo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3. Lopongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Vorrei formalizzare lanostra volontà di votare a favore di questamozione anche alla luce delle necessarieconsiderazioni fatte in Aula e per sgombera-re una volta di più il campo da qualsiasiideologia, non c’è alcun preconcetto ideolo-gico.

Sono d’accordo con l’Assessore sul fattoche sarebbe opportuno fare chiarezza suisingoli ruoli e sulle singole competenze piut-tosto che salire sulle barricate magari perqualche consenso in più.

Però questa mozione oltre a far chiarez-za deve porre anche i paletti necessari inquanto solleva non una ma diverse questio-ni.

La crisi del tessuto produttivo marchigia-no è una crisi sicuramente di congiunturainternazionale ma che comunque vede leproprie propaggini anche a livello locale. Cisono responsabilità, atteggiamenti o sceltepolitiche complici di questa situazione.

Vi è una responsabilità della RegioneMarche che ha una competenza di controllo

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sul territorio anche a questo riguardo. E’ perquesto chiedo che tale mozione debba vin-colare o debba significare una presa di posi-zione certa da parte dell’ente.

Ovviamente non ultimo vi è l’interesse deilavoratori fortemente messo in crisi e in di-scussione da un atteggiamento ambiguo daparte della proprietà. Perché se da una parteil capitale deve fare profitto dall’altra non puòpregiudicare – questo non lo insegno io, cimancherebbe – l’interesse dei lavoratori inmodo clamoroso così come fatto anche inquesta vicenda.

Ritengo che da parte nostra non ci sianessun tipo di preoccupazione o di paura suquel processo riformatore che deve interes-sare questa regione per quanto riguarda ilprocesso energetico. Sappiamo tutti infattiche la produzione energetica è assoluta-mente insufficiente e inadeguata. Cosìcome penso, mi permetto di dire, che siainadeguato e inaccettabile l’atteggiamentodella Regione Marche in merito al pianoenergetico. Che è un piano che va attuato dicui noi addirittura ne chiediamo la modifica,ma questo è un discorso vecchio per il qualeci batteremo sempre, però che per almenovenga attuato.

Quindi non abbiamo assolutamente pau-ra che questo venga fatto, anzi, lo sollecitia-mo e lo sottolineiamo, e mi ha fatto partico-larmente piacere l’intervento del collega Ric-ci, però non può essere neanche un para-vento.

Quindi questa è una mozione che mette ipaletti, che fa chiarezza una volta per tutte, eche quindi votiamo in modo convinto, spe-rando che la Regione si assuma le proprieresponsabilità e che altrettanto facciano leproprietà (il capitale) che una volta tanto po-trebbero dare un segnale positivo al territo-rio.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola ilConsigliere Badiali. Prego, Consigliere.

Fabio BADIALI. Intervengo anche a nomedei Consiglieri Cesaroni e Mammoli. Visto

che non è più possibile presentare emenda-menti alla mozione, chiedo se è possibilepresentarne uno nella prossima seduta perdire che la Sadam, così come aveva detto,si faccia carico – e se questo è vero pregogli Assessori Ascoli e Petrini di verificarlo –delle problematiche legate ai finanziamentiper le persone che non sono a tempo deter-minato. Su questo c’erano delle risorse adisposizione, quindi se è vero vi prego diverificarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’AssessorePetrini.

Paolo PETRINI. Su questo sono stati for-malizzati specifici accordi sindacali. Se voiconoscete proteste del sindacato a questoproposito o se sapete che la Sadam non haassolto ai propri obblighi certamente lo fare-mo fare, ma quello che dice il ConsigliereCesaroni non è, proprio perché le cose nonstanno così.

Fabio BADIALI. Allora prima lo verifichia-mo, poi se non sarà vero lo lasceremo ca-dere, se invece fosse vero ne parleremo allaprossima seduta assembleare.

PRESIDENTE. Scusate Consiglieri, scu-si Assessore, ma ora siamo in fase di vota-zione di una mozione emendata, quindi se iConsiglieri vorranno tornare sul tema po-tranno eventualmente presentare, la sceltaè libera, un’altra mozione o un ordine delgiorno.

Proseguiamo con le dichiarazioni di voto.Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Vorrei fare un ragiona-mento leggermente più ampio della specifi-ca mozione e ripercorrendo un po’ anche ildiscorso che ha fatto l’Assessore Petrini.

In questa regione stiamo vivendo una cri-si del settore agricolo, che affronteremo an-che con il prossimo punto all’ordine del gior-no, che risulta estremamente pericolosa so-prattutto perché siamo in un momento dicrisi generale.

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Vorrei qui esternare un disagio che sen-tiamo almeno noi dell’opposizione, cioè chein questa Regione ormai nella maggioranzao comunque in chi guida l’Amministrazioneregionale non c’è chiarezza e non c’è piùuna linea di indirizzo.

Stiamo assistendo a prese di posizioni adiverso livello in contrasto l’una con l’altra.La sua maggioranza, Assessore, e quindi ipartiti che l’appoggiano si comportano o dauna parte o da un’altra in un determinatomodo; per Schieppe alcuni appoggiano al-cuni sono contro, su Fermo addirittura unprete, che è il vostro punto di riferimento,l’ideologo della politica del PD, è quello cheha costituito i primi comitati, poi gli è andatodietro il PD che ha costituito i suoi, poi voipromuovete altre cose.

Quindi innanzitutto dovreste fare chiarez-za al vostro interno in quanto state dando deimessaggi alla comunità marchigiana chesono estremamente pericolosi. Fate mag-gioranza e opposizione a voi stessi. E’ que-sto uno dei problemi principali a cui stiamoassistendo, peraltro anche impotenti, As-sessore, perché non c’è il confronto, non cisi mette mai attorno ad un tavolo per condi-videre le cose.

Noi abbiamo portato avanti un’idea che èespressa anche all’interno del PSR, infattiriteniamo che un po’ bisogna anche far riferi-mento ai nostri strumenti di programmazio-ne.

Cioè quando si toglie alla filiera lungaqualsiasi potere e sostegno di esistere,quando dagli accordi di filiera si tolgono lequantità e i prezzi di riferimento, significache non sarà possibile realizzare nessunprogetto di filiera, perché non c’è un impe-gno specifico, Assessore, neanche di tipovolontario. E lei sa bene che noi volevamofare riferimento a prezzi e quantità ma laGiunta lo ha tolto dal Piano di sviluppo ruraleed è stato anche accettato dal comitato disorveglianza.

Noi idealmente pensiamo che debba es-sere fatto un accordo di filiera locale persostenere un’impiantistica che utilizzi uno

specifico olio prodotto nelle Marche, in quan-to riteniamo che in un mercato globale deiprodotti agricoli il prodotto locale sia più van-taggioso rispetto a quello che viene dall’im-portazione che, invece, deve scontare unprezzo di trasporto delle accise che sicura-mente gli Stati contemplano nei loro ordina-menti.

E’ dunque questo un po’ il problema, ecertamente voteremo questa mozione,Consigliere Procaccini, ma non ci prendia-mo di nuovo in giro, lei ci deve dire se vuolel’impianto a biomasse oppure no, se la suamaggioranza lo vuole oppure no.

E’ questa la chiarezza che deve essercirispetto ai bisogni di questa regione. La gen-te vuole chiarezza soprattutto ora che citroviamo in un momento di grande difficoltà,in un momento di grande problema occupa-zionale, in un momento di riduzione del vola-no economico a cui l’agricoltura dava co-munque un suo contributo. Oggi siamoimpantanati su tutto, ma non siamo noi chegoverniamo questa Regione! E’ inutile, As-sessore, riferirsi al fatto che non vengonofinanziati o non ci siano riferimenti sullefiliere locali del Governo nazionale. Ma qualefiliera se poi blocchiamo tutto e non realiz-ziamo nulla! Che cosa andiamo cercando!Non si possono scaricare sugli altri gli adde-biti che devono essere fatti a noi stessi!

Pertanto come maggioranza dovrestefare una riflessione e dire “vogliamo le cen-trali a biomasse, quindi votatele che le fare-mo”. Non potete costituire comitati localicontro gli stessi organi del vostro partito,dovete sciogliere questo nodo altrimenti ciincartiamo tutti, altrimenti a questa regionesi fanno solo danni.

Quindi su questo, secondo me, oltre lamozione, che poi lascia il tempo che trova,dovremmo riflettere tutti quanti insieme. Mo-difichiamo il Piano energetico regionale, di-ciamo quali impianti accettiamo, qual è illivello massimo di potenza che si può instal-lare in questa regione, ovvero diamo deipunti di riferimento compatibili con la pro-grammazione e soprattutto con quella che

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deve fare l’imprenditore privato, è questo ilproblema.

Inoltre dovremmo sciogliere anche un al-tro nodo, un’altra contraddizione, cioè, ter-movalorizzazione di biomasse sì, termova-lorizzazione di rifiuti no, e se sì come deveessere fatta e quali sono i livelli di controlloda porre in esser per garantire la salubritàdei nostri cittadini.

Dunque l’enorme difficoltà che avete è diavere nella vostra maggioranza chi dice unacosa e chi ne dice un’altra e che non fa nullache sia coerente con il momento di difficoltà.

Consigliere Ricci, noi siamo l’opposizio-ne e abbiamo una linea di tendenza cheabbiamo sviluppato molto bene anche nellanostra posizione sul Piano di sviluppo rura-le, ed avrei voluto vedere cosa sarebbe suc-cesso se fosse passato il vostro principio,cioè che tutti i finanziamenti sarebbero do-vuti andare alle filiere, quando poi in questaregione non siete stati in grado di realizzar-ne una. Quindi addirittura avremmo persotutti i fondi comunitari proprio perché nonavremmo avuto il coraggio di fare le filiere.

Stiamo dicendo, Consigliere Ricci, che laresponsabilità in modo particolare competealla maggioranza, ovvero quella che gover-na, che decide, che fa i programmi e li ap-prova. E su questo abbiamo dato sempre ungrande contributo, peraltro da questa partecon una posizione unitaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBrandoni.

Giuliano BRANDONI. Sarebbe stimolan-te la riflessione che ci ha posto il ConsigliereCapponi, ma la faremo in altre occasioni.Sarebbe stimolante perché offre l’opportuni-tà di discutere sul molteplice e in particolaresu come oggi la politica ha bisogno comel’aria e il pane di confrontarsi con tutti gliantagonismi che la società propone. Dicotutti, fossero comitati, fossero associazioni,fossero gruppi, in quanto ognuno è sì porta-tore di problemi ma aggiunge anche un ele-mento di dialettica ed offre alla politica l’op-

portunità di una risposta e di capire il livello diproblematicità che molte volte in quest’Aulanon siamo capaci di affrontare.

Il problema, Consigliere Capponi, sta lì,dunque non nella incoerenza ma nella coe-renza e nella capacità di ascoltare.

Voglio però ritornare alla questione su cuioggi lavoriamo.

Ha molta ragione il Consigliere Badialiquando dice che dobbiamo preoccuparsimoltissimo dell’occupazione.

Credo che oggi abbiamo fatto un atto disaggezza, perché il progetto che fino adoggi è stato presentato, Assessore Petrini –che non è un piano, non ha una struttura,non ha corpo, ma è un’idea, e su un’idea èpossibile lavorare ma non costruire in quan-to non è solida – ha per molta parte, propriosul versante occupazionale, punti di deficit edi debolezza.

Nel mio intervento di apertura ho ricorda-to, ma lo ripeto, che 95 posti su 108 sonolontani dall’attività di riconversione. L’attivitàdi riconversione prevede la raffinazione delbiodiesel e la nuova centralina, mentre l’atti-vità occupazionale è finalizzata in un impac-chettamento di zucchero, che tra l’altro cre-do provenga addirittura dall’Inghilterra, quin-di volatile anche dal punto di vista della logi-stica dei mercati.

Allora una mozione come questa ci puòaiutare solo se diventa un fatto concreto ecogente e se l’Amministrazione comunale diJesi coglie dentro questa mozione il signifi-cato più complessivo della vicenda. Infatti lariconversione della Sadam di Jesi non ri-guarda solo questa città, in quanto sta den-tro le ipotesi progettuali, anche industriali,che governa questa Regione, sta dentro unterritorio più largo, preoccupa le popolazioniche vanno al di là della cinta di quel comune,preoccupa la necessità di una cogenza oc-cupazionale vera e non fittizia, perché l’uni-ca cogenza è l’interesse della Sadam e nonmi pare sia il punto essenziale.

Allora tutto questo dice che domani, anzi,stasera l’Amministrazione comunale di Jesie, per quello che ci riguarda, la Giunta re-

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gionale devono aprire un tavolo più articola-to, più minuto, più preciso, che non solopossa ottenere quello che l’Amministrazio-ne di Jesi non ha ancora ottenuto, cioè ilPiano industriale, ma che definisca un per-corso che penso sia una garanzia straordi-naria, un’opportunità vera anche per i lavora-tori e per il sindacato.

Dunque il significato politico di questamozione è questo, non vorrei si facesse unesercizio solo di pura retorica, anche per-ché in quest’Aula la nostra retorica è l’unicoelemento deficitario e molte volte mostrato.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consiglie-ra Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Mi è sembrato al-quanto fuori luogo l’intervento del collegaCapponi. Credevo infatti che per rielaborarequesta situazione ci eravamo messi su unpiano di serenità proprio per riprendere inmano una questione che riguarda cittadiniche protestano. E che se lo fanno avrannocertamente delle ragioni, che probabilmentepossono anche essere ragioni indotte malema che comunque bisogna registrare, riva-lutare e, se possibile, anche confortare.

Ho apprezzato che la collega Romagnoliabbia sottolineato la nostra unione di pensie-ro, e questo anche a ricordare – forse ilConsigliere Capponi non lo sa – che nessu-na forza politica all’inizio ha animato le folle;anzi, debbo dire che qualche consigliere dimaggioranza di Fermo non legato a ForzaItalia ma ad Alleanza Nazionale sta dentro icomitati.

Il Partito democratico, come pure alcuneassociazioni ambientaliste (ricordo, peresempio, Legambiente) all’inizio hanno fir-mato una sorta di intesa, di condivisione dimassima di questo processo. Poi, certo,alcuni soggetti istituzionali, consiglieri, per-sonaggi del centro-sinistra, e non solo delPD, hanno iniziato a pensare che forse vierano da rivedere alcuni situazioni e da ri-chiedere chiarimenti rispetto al piano indu-striale, che è una sorta di incognita che nes-suno riesce a capire.

Quindi credo, Presidente – anche se nonho presentato un emendamento ma pensoche tutti quanti sentiamo questa esigenza –che dovremmo compiere, oltre che con lesollecitazioni che si sono evidenziate con gliemendamenti, con chiarezza e coerenzauna comunicazione certa.

Non credo che qui nessuno abbia vogliadi fare delle fughe in avanti, voglio dire chenessuno manda in galera una persona sec’è un minimo di sospetto o una minimaincognita sulla sua colpevolezza. Se ci fos-se qualcosa, anche con solo un minimodubbio che possa far male alla salute deicittadini, tutti noi ce ne dovremmo far carico.

Voglio fare un esempio personale e mene scuso. Abito nella seconda collina di Fer-mo, di fronte al colle Sabulo, a 300 metri sullivello del mare. Sopra la mia casa ci sono leantenne-ripetitori e alla mia vicina senza chenessuno ne abbia l’intenzione si accendonoi computer che ha in casa. Pertanto noiattribuiamo questo fenomeno al fatto che cisono le antenne, però ce ne vogliono mette-re altre ancora (una è della Vodafone e poinon so cos’altro). Allora io ho detto che mimetterò lunga sulla strada e non farò passa-re nessuno, ma tutti continuano a dirmi,come pure l’Arpam, che queste antenne nonfanno male, comunque io sulla strada mi cimetterò lo stesso.

Scusatemi per questo mio esempio ma èperché voglio dire che se anche ci fosse unminimo dubbio ognuno di noi vuole la certez-za, quindi credo che sia tempo di darla. Adesempio sappiamo che anche i cellulari pro-babilmente fanno male, certo, non ne abbia-mo la certezza ma magari uscirà fuori solofra cinque anni.

Pertanto ringrazio l’Assessore Petrini perla sua chiarezza e coerenza, perché giusta-mente si deve dare certezza solo su quelloche di certo abbiamo, invece di quello che dicerto non abbiamo, ripeto, ce ne dobbiamofar carico tutti.

Quindi, Consigliere Capponi, non dicia-mo “ci sono forze politiche che…”. E sicura-mente non sono quelle del centro-sinistra,

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ma se anche dall’altra parte – e lo dico conmolta serenità e credo anche saggezza – cifossero (ci sono state, ci sono e ci saranno)persone, consiglieri, soggetti istituzionali –mi riferisco a Fermo ma suppongo sia cosìanche per Jesi – io sarò d’accordo con lorose avranno ragione. Non è che velo il fattoche un consigliere comunale di Fermo diAlleanza Nazionale si sia fatto il portaban-diera, lo fa perché probabilmente…(…) Cer-to, tutti, anche noi del Partito Democratico diFermo abbiamo avanzato delle perplessità,Consigliere Capponi, però mi dispiace chelei ne faccia una questione di partiti chevogliono cavalcare il dissenso.

Voglio dire anche un’altra cosa, e di que-sto mi dispiace, cioè che la responsabilità(come qualcuno per la ex Sadam ha fattoper la Regione e per le Province) è anche deicomuni e in questo caso del Comune diFermo.

Ad esempio per diversi mesi l’Ammini-strazione di Fermo ha portato a passeggiola possibilità di collocare un impianto abiomasse in due o tre luoghi diversi, perprimo si è pensato di impiantarlo in una pia-na a San Marco dove contemporaneamenteci si dovrebbe mettere un depuratore chemanca. Poi si è pensato ad un motodromoche andrebbe a deturpare una bellissimavalle dove contemporaneamente ci si volevamettere anche l’impianto a biomasse. In-somma con una fantasia più grossa delmondo, proprio perché si pensava di deva-stare un sito bellissimo, una valle circondatada colline e percorsa da un fiume. Per fortu-na non è andato a buon fine perché DonVinicio Albanesi della comunità diCapodarco insieme al popolo di quella valla-ta ha detto di no. Allora di nuovo è stataportata a spasso l’idea di farlo dentro l’exSadam, però ora non si può più perché lì civa lo stabilimento NED, quindi si è pensatodi portarlo nell’altra vallata del Tenna. Insom-ma sono stati fatti passeggi che forse eranecessario non fare.

Pertanto chiedo, Presidente, visto chenon è stato presentato alcun emendamento,

che come Regione, se ancora non siamo inritardo, ci facciamo carico – non so conquali metodiche, con quali strumenti, conquali possibilità – di comunicare tranquillità,serenità e certezze sul fatto che questo im-pianto, laddove venisse fatto, non sia nocivoper la salute.

Questo credo sia una necessità ed un’ur-genza che dobbiamo a quei cittadini chepossono sentirsi anche angosciati, che ioposso anche capirli ma forse non hannoragione, però se non hanno ragione dobbia-mo spiegare loro il perché e tranquillizzarli.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereProcaccini.

Cesare PROCACCINI. Pochissime con-siderazioni perché secondo me il dibattito eanche le modifiche apportate migliorano lamozione.

Questa deliberazione, a mio avviso, co-stituisce un sostegno alle Amministrazionicomunali che dovranno decidere. E tale de-cisione dovrà essere ponderata anche conqualche giorno in più, perché in primo luogouna valutazione di un Piano industriale, chemanca, è essenziale per dare autorizzazio-ni più ponderate.

I casi di Fermo e di Jesi sono diversi siaper quantità che per ubicazione e prospetti-ve, tuttavia il sostegno che deve dare l’As-semblea legislativa regionale è quello di ap-poggiare il sistema degli enti locali affinchéinnanzitutto venga mantenuta l’occupazionee la tutela del lavoro e della salute.

E’ in questo contesto che dobbiamo agi-re. La politica non può diventare tecnica,perché sarà poi la declinazione tecnica chevaluterà se dentro i criteri del Piano energeti-co e le linee guida che oggi dà l’Assemblealegislativa si potrà realizzare questa indica-zione.

In questo c’è anche un dato culturale – edho apprezzato gli spunti che questa mattinasono venuti anche dall’opposizione cheseppure con sfumature diverse ha dato uncontributo di critica costruttiva – nel senso

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che siamo in una fase dove le riconversionihanno significato minore occupazione.

Credo che oltre alle regole – e l’Assem-blea legislativa oggi dice questo – quegliindustriali che hanno preso milioni di lire equindi migliaia di euro debbano avere ancheun gesto di responsabilità e di generositàverso il territorio. Perché è vero che il territo-rio ha ricevuto da queste industrie ma èanche vero il contrario, ovvero che questeindustrie hanno avuto molto dal territoriostesso. Peraltro gran parte della grande in-dustria, al di là delle leggi e delle direttiveeuropee sullo zucchero, è passata da pro-duttrice di beni e di consumi a società dicapitali e a banche.

Quindi se vogliamo prospettare la possi-bilità di una modificazione, e non dico diun’alternativa di un modello di sviluppo maalmeno di una diversificazione, dobbiamoinvertire questo meccanismo.

E’ con questo spirito che la mozione nonsolo non si sostituisce ai comuni e alle pro-vince ma dà loro un aiuto proprio perché lirafforza. Arrendersi prima di combattere si-gnifica perdere! Quindi occorre avere qual-che strumento in più per chiedere sia a Jesiche a Fermo una riconversione con modali-tà diverse, più serie, una riconversione cheguardi all’occupazione, che guardi all’ener-gia rinnovabile.

Oggi ho apprezzato che il Capogruppodel Partito Democratico abbia detto che lebiomasse vanno nel solco dell’energiarinnovabile, perché attua il piano energetico,e così non fu quando si pensava di fare unalegge – che per fortuna venne bocciata an-che grazie a noi – per bloccare la riconver-sione di una impresa che nel quadro delpiano energetico migliorava la situazione. E’questo lo spirito che ci deve animare.

La politica deve governare e programma-re su area vasta, deve pianificare lo sviluppoe non sostituirsi alla tecnica. E in questosenso credo che oggi l’Assemblea legislati-va delle Marche compia a larga maggioran-za, e meglio ancora se sarà all’unanimità,un ruolo, seppur diverso dalla Giunta regio-nale, di indirizzo e di direzione collegiale con

il sistema degli enti locali per uno svilupponuovo che guardi ad una possibilità di ripre-sa su tutto il territorio delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBinci.

Massimo BINCI. Penso sia necessarioun preciso Piano industriale proprio perchénel progetto di massima della Sadam si par-la di riconversione del polo energetico. Quin-di vorrei puntualizzare che considerato chequell’area si trova dentro l’Aerca, ovvero nel-l’area ad elevato rischio ambientale dellabassa Vallesina, e visto che si parla di poloenergetico, su cui c’è un atto programmato-rio della Regione Marche relativo, appunto,alla produzione energetica, credo sia ne-cessario che la Regione Marche intervengacon il Piano industriale.

La Regione Marche, innanzitutto, deveintrodurre un piano di risanamento dell’areaad elevato rischio ambientale al cui internodeve essere inquadrata, se va a produzionienergetiche, anche la riconversione dellaSadam di Jesi.

Inoltre è necessario che all’interno delpiano di riconversione dell’Aerca la Regionecoinvolga anche tutti i comuni di quel territo-rio, questo perché in tale piano – e secondome è un suo limite – sono rimasti fuori icomuni limitrofi.

Per un progetto reale di riconversione ditutta l’Aerca, invece, sarebbe necessario uncoordinamento degli enti locali che insistonosu quell’area. E’ inoltre necessario un coor-dinamento di tutte quelle iniziative che vannoa modificare la qualità ambientale e produtti-va di quel territorio. Un territorio che deveprendere con decisione una direzione dicompatibilità ambientale e di energie rinno-vabili, peraltro con un investimento anche daparte dell’ente Regione.

E da parte della Regione oltre al coinvol-gimento della provincia e dei comuni è ne-cessario anche il coinvolgimento dei cittadi-ni

Altra riflessione che vorrei fare è su quel-lo che considero un punto critico rispetto alle

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indicazioni dell’Onu e della stessa Comunitàeuropea, cioè la produzione di biodiesel edell’uso degli oli all’interno degli impianti abiomasse con coltivazioni dedicate. E que-sto è legato anche alle problematiche chesu scala mondiale si possono creare sul-l’andamento dei prezzi delle materie prime.Quindi l’effetto che si può avere sia rispettoalla alimentazione dei popoli più poveri, siaal fatto che le coltivazioni dedicate, speciequelle di olio di palma, contribuiscono alladeforestazione. Infatti come per il caffè e peril cacao le nuove produzioni agro-energeti-che su scala mondiale si inseriscono conforti campagne di acquisto da parte dellemultinazionali che vanno a comperare neiterritori delle parti più povere del mondo,contribuendo così alla deforestazione oltreal fatto che sottraggono territori perl’autoconsumo delle popolazioni residenti.

Un’altra questione che vorrei sottolineareriguarda il dimensionamento delle centrali aoli vegetali previste sia per Fermo che perJesi. Quindi un dimensionamento più picco-lo ma con una produzione di energia chedeve essere integralmente a cogenerazioneaffinché venga utilizzata tutta la parte di pro-duzione di energia termica.

Quindi anche su questo la funzione im-portante della Regione e dei comuni è nellacoprogettazione del territorio per fare inmodo che le zone industriali e le nuove zoneabitative possano utilizzare l’energia termi-ca prodotta da questa centrale.

L’ultima questione riguarda la progetta-zione alternativa rispetto al Piano industria-le. Si potrebbero infatti individuare altri indi-rizzi, come ad esempio le produzioni indu-striali di Mater-Bi, cioè di plastiche vegetali,che andrebbero ugualmente nella direzionedi utilizzare gli scarti di produzioni agricolema con un settore produttivo molto innovati-vo.

PRESIDENTE. Mozione n. 309, cosìcome emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Rapporto sullo stato di attuazione dellepolitiche comunitarie – anno 2007

Proposta di legge n. 279della Giunta regionale“Legge comunitaria regionale 2008”(Discussione congiunta)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca ilrapporto sullo stato di attuazione delle politi-che comunitarie per l’anno 2007. Ha la paro-la il relatore di maggioranza Consigliere Bin-ci.

Massimo BINCI. Siamo alla secondaSessione comunitaria dell’Assemblea legi-slativa regionale. Il dibattito assembleareche si è sviluppato in occasione della primaSessione comunitaria dell’Assemblea legi-slativa ha messo in luce l’opportunità rap-presentata da questo importante momentoistituzionale durante il quale l’Assembleasvolge le proprie prerogative di indirizzo e dicontrollo nei confronti dell’attuazione dellepolitiche comunitarie. Cioè vi è una riflessio-ne sull’utilizzo dei fondi comunitari e sullerelative politiche della programmazione re-gionale.

La Sessione comunitaria 2007 è statacaratterizzata anche dall’auspicio, condivi-so dalla Giunta regionale, che il 2008 fossel’anno della prima legge comunitaria dellaregione Marche e della compiuta applicazio-ne di quanto è contenuto nella legge regio-nale n. 14 del 2006. Infatti in questa Sessio-ne comunitaria, insieme all’analisi dell’utiliz-zo dei fondi comunitari, viene anche presen-tata, appunto, la prima legge comunitariadella Regione Marche. Seconda Regione astatuto ordinario a dotarsi di una legge co-munitaria in quanto proprio ieri la RegioneCampania ha approvato la propria legge.

Quindi quell’auspicio diviene oggi una re-altà dal momento che in questa sessionecomunitaria sarà esaminata la prima leggecomunitaria regionale della Regione Mar-che. Tale adempimento attua nell’ordina-mento regionale i principi contenuti nell’art.

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117 della Costituzione e nelle disposizioni diprocedura della legge n. 11 del 2005 e costi-tuisce un legame tangibile con l’ordinamen-to comunitario.

Non si tratta di un adempimentomeramente formale ma è l’espressione del-la volontà istituzionale e quindi anche politi-ca di inserire l’ordinamento regionale in unpiù ampio contesto giuridico fatto di disposi-zioni, a volte non semplici da interpretare,dalle quali non si può ormai più prescindere.

La relazione dello scorso anno poneval’accento sulla opportunità di affinare ilmodus operandi dell’Assemblea legislativae delle sue Commissioni, in modo tale daaffrontare le ulteriori responsabilità che deri-vano dal fatto di essere legislatori in un con-testo istituzionale caratterizzato da più ordi-namenti giuridici, dando in tal modo una ri-sposta al principio del c.d. costituzionalismomultilivello richiamato troppo spesso nellesole sedi accademiche.

Rinviando l’approfondimento del conte-nuto della proposta di legge comunitaria re-gionale alle successive relazioni di maggio-ranza e di minoranza, va qui sottolineato losforzo prodotto congiuntamente dalle strut-ture tecniche di Giunta ed Assemblea legi-slativa, che ha consentito alle Marche di es-sere la prima regione a Statuto ordinario acogliere l’opportunità di avere la propria leg-ge comunitaria regionale e di collocare lapropria esperienza accanto a quelle“pionieristiche” della Valle d’Aosta e del FriuliVenezia Giulia e della Campania.

Pertanto la Sessione comunitaria del2008 esce dalla fase di prima sperimenta-zione per acquisire i tratti della piena consa-pevolezza istituzionale, che dovranno esse-re maggiormente definiti dal punto di vistaistituzionale e procedurale con l’approvazio-ne del nuovo regolamento interno dell’As-semblea legislativa.

Il rapporto sullo stato di attuazione dellepolitiche comunitarie, elaborato dalla Giuntaregionale ai sensi dell’articolo 8 della l.r. 14del 2006 e presentato alla fine di luglio di

quest’anno, contiene lo stato di avanzamen-to al 31 dicembre 2007.

Per questi motivi, e lasciando poi un piùampio spazio sul punto alle relazioni dellaGiunta regionale, è apparso opportuno ripor-tare alcuni dati di avanzamento a fine otto-bre 2008 dei programmi comunitari PORFESR competitività e occupazione, PORFSE e Piano di sviluppo rurale relativi allaprogrammazione 2007-2013.

I dati di seguito riportati sono stati fornitidalle strutture della Giunta regionale respon-sabili dell’attuazione dei singoli programmi.

Gli interventi di attuazione del Fondo so-ciale europeo (FSE) del periodo di program-mazione 2000-2006 sono in fase di conclu-sione. Come tutti i fondi sia il FSE che ilFERS sono in fase di conclusione e hannodato quasi un pieno utilizzo degli impegni.

Per il FSE rispetto alle previsioni gli impe-gni al 30 settembre 2008 sono stati del98,38% e i pagamenti hanno già raggiunto il90,06%.

Per quanto riguarda la programmazionecomunitaria relativa al periodo 2007-2013, il2008 è stato interessato dalla definizione deiprogrammi annuali di intervento, sia a livelloregionale che a quello provinciale e questoha determinato un livello di attuazione finan-ziaria ancora piuttosto modesto, anche secon il primo Programma annuale regionalerelativo alle annualità 2007-2008 si prevedel’impiego di circa 50 milioni di euro per quan-to riguarda il FSE.

Per quanto riguarda il FERS i pagamentihanno raggiunto circa l’89% del costo totaleprevisto mentre gli impegni sono del 93%.Anche qui rimane una parte di chiusura delperiodo di programmazione 2000-2006.

In vista della chiusura del DOCUP la Po-sizione di Funzione “Attuazione delle politi-che comunitarie” della Giunta regionale hapredisposto una serie di misure di carattereprocedurale e amministrativo per consentirel’impiego di tutti i fondi.

Il POR FESR Competitività regionale eoccupazione 2007-2013 è partito in manierapiù consistente rispetto al FSE e sono stati

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pubblicati i bandi sulla maggior parte degliinterventi, con particolare riguardo agli inter-venti a sostegno del sistema delle impresericonducibili all’Asse 1 (Innovazione ed eco-nomia della conoscenza).

Sono stati pubblicati i bandi per l’Asse 1per 34 milioni di euro, c’è stata una buonapartecipazione, e questo è molto positivo inquanto significa che le imprese, pur in unasituazione di crisi, vogliono investire nellanostra regione sull’innovazione e sull’econo-mia della conoscenza.

Sull’Asse 2 sono stati fatti bandi per 0,8milioni di euro sulla Società dell’informazio-ne, quindi sull’Asse che prevede l’informa-tizzazione e la creazione di una rete ADSLsu tutto il territorio, 11,9 milioni di euro perinterventi dell’Asse 3 Efficienza energetica epromozione delle energie rinnovabili, 5 milio-ni di euro per interventi dell’Asse 4 Accessi-bilità ai servizi di trasporto, e 2,6 milioni dieuro per gli interventi dell’Asse 6 Azioni diassistenza tecnica.

Per quanto riguarda il FEARS, ovvero ifondi comunitari per l’agricoltura che fannoriferimento al PSR, a differenza degli altrifondi il vecchio periodo di programmazioneè chiuso, nel 2007-2008 si stanno pagando itrascinamenti del passato periodo di pro-grammazione e soni partiti i bandi anche peril nuovo periodo di programmazione.

AGEA alla data del 15 ottobre 2008 hapagato già 79 milioni di euro su 459 milioni dieuro delle risorse pubbliche totali previsteper il nuovo periodo di programmazione. Perla maggior parte, ripeto, sono fondi di tra-scinamento del vecchio periodo di program-mazione ma comunque il nuovo periodo diprogrammazione in tutti i settori è partito inmaniera importante e decisa, se vogliamoanche meglio di molte altre regioni italiane.

Presidente, questa è la relazione riguar-do la Sessione comunitaria, mentre la rela-zione sulla proposta di legge n. 279 “Leggecomunitaria regionale 2008” la farei esauritoquesto punto perché, secondo me, una di-scussione congiunta potrebbe creare con-fusione.

Presidenza della VicepresidenteStefania Benatti

PRESIDENTE. Consiglieri, mi risulta chealla Conferenza dei Presidenti dei gruppi èstato deciso di abbinare i due punti, quindi aquesto punto mi rimetto all’Assemblea.

Franco CAPPONI. Noi non abbiamo vo-tato a favore rispetto a questa proposta.

PRESIDENTE. Quindi ritenete che siaopportuno dividerli?

Franco CAPPONI. Noi vogliamo parlaresu tutto.

PRESIDENTE. Il problema non è se siparla su tutto o non si parla su tutto, nessu-no vuole togliere la parola, ma è sapere se èpiù organico fare un ragionamento congiun-to oppure no.

Franco CAPPONI. Noi abbiamo chiestodi fare un dibattito disgiunto in quanto lalegge e il rapporto non possono avere unaeguale valutazione.

PRESIDENTE. Consiglieri, ora sono leore 12,49 e non so, ripeto, quanto l’Assem-blea legislativa intende andare avanti, allorasecondo me si potrebbero abbinare i duepunti, stante poi la votazione separata cheprevede anche le dichiarazioni di voto sepa-rate.

Pertanto si potrebbe fare una discussio-ne complessiva articolando poi in sede divotazione.

Massimo BINCI. La Sessione comunita-ria è relativa alla valutazione e all’andamentodei fondi comunitari in cui c’è una valutazio-ne del passato periodo di programmazionee dell’inizio del nuovo periodo di program-mazione sui tre fondi comunitari. Dopodichépotremo iniziare la votazione della legge co-munitaria dove all’interno di ogni articolo po-tranno esserci le espressioni...

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PRESIDENTE. E’ esattamente quelloche ho detto, Consigliere Binci, cioè unadiscussione generale non preclude chequando ci sarà la votazione, sia in sede diarticolo che in sede di dichiarazione di votofinale, uno possa esplicitare meglio.

Però mi richiamo ai due relatori, non vo-glio bloccare niente, dico solo che mancanodieci minuti alle ore 13,00 e non so quantol’Assemblea legislativa voglia ancora andareavanti e quanto i Consiglieri vogliano artico-lare i loro interventi.

Comunque se ci sarà necessità di discu-tere staremo qui sino a concludere. Quindiora mi rimetto ai due relatori, non credo siaoggetto da porre alla votazione dell’Assem-blea. Lei, Consigliere Brini, relatore di mino-ranza, che cosa ne pensa?

(confronto in Aula)

Massimo BINCI. Bene, allora proseguocon la relazione sulla legge comunitaria.

PRESIDENTE. Consigliere Capponi, vabene? (…) Ora non credo si debba fare unadiscussione sulle modalità, vediamo comerimane più comodo a tutti.

(segue confronto in Aula)

Massimo BINCI. Il primo intervento po-trebbe essere fatto sui fondi mentre quellosulla legge comunitaria può essere fatto nel-la discussione...(…) Io, Consigliere Cappo-ni, lo voglio decidere insieme a lei, non lofaccio per me …(...) Va bene, allora conti-nuo la mia relazione presentando anche laproposta di legge n. 279.

La proposta di legge di cui discutiamooggi è, come ho detto prima, la seconda inItalia – la Regione Campania l’ha approvataieri o l’altro ieri – e la cui attuazione è previ-sta dalla nostra legge regionale n. 14 del2006 che riserva il compito, appunto, di dareattuazione a livello regionale a principi con-tenuti in atti di diritto comunitario.

Sotto tale aspetto, questa proposta di

legge costituisce l’elemento di unione, an-che formale, tra il nostro ordinamento equello della Comunità europea, con cui ciconfrontiamo giornalmente riguardo all’ap-plicazione e alla gestione dei fondi europei.

Avere la legge comunitaria regionale è,innanzitutto, una occasione di conoscenzae di partecipazione.

Quando due anni fa abbiamo condivisoall’unanimità la scelta di dotarci di una leggedi procedura, lo abbiamo fatto, in particolare,per consentire il massimo coinvolgimentopossibile dell’Assemblea in tutto ciò che ri-guarda i rapporti tra la Regione e l’Unioneeuropea, nel rispetto delle prerogative che loStatuto riserva all’Assemblea stessa e allaGiunta regionale.

La legge comunitaria regionale, al pari diquella nazionale che da quasi venti anni èapprovata dal Parlamento, è uno strumentoche risponde all’esigenza di far entrare nel-l’ordinamento della Regione le disposizioniadottate dalla Comunità europea nelle mate-rie di competenza regionale attraverso unsolo atto normativo adottato con periodicitàannuale, consentendo in tal modo una pro-grammazione dei lavori scandita non piùdall’emergenza legata alla imminente sca-denza dei termini di recepimento nel casodelle direttive o, fatto ancora più rilevante,dalla necessità di porre rimedio ad una pro-cedura di infrazione.

Le modalità con le quali siamo arrivati allapredisposizione del testo della proposta,che è di iniziativa della Giunta regionale,sono il risultato di un positivo lavoro disinergia e di collaborazione tra le strutturetecniche della Giunta e dell’Assemblea legi-slativa, da una parte, e tra la VI Commissio-ne assembleare e gli Assessori competentie il Presidente Spacca dall’altra.

Queste modalità hanno permesso di farcrescere la consapevolezza istituzionale in-torno temi e questioni che data la loro com-plessità rischiavano di non avere la giustaattenzione da parte dell’Assemblea.

Avere la legge comunitaria ed approvarlanel corso di una Sessione assembleare in-

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teramente dedicata alle politiche comunita-rie significa consentire a noi tutti di aumenta-re la nostra dimestichezza con le tematicheeuropee, magari anche entrando nel meritodi questioni che potrebbero sembrare di ri-dotto impatto politico.

In realtà è proprio in momenti storicicome quello che stiamo vivendo, in cui an-che l’economia della nostra regione risentepesantemente di una crisi economica mon-diale che ha avuto pochi precedenti nellastoria, che appare utile e doverososoffermarci su come e quanto i fondi comu-nitari possono contribuire ad alleviare, alme-no in parte, gli effetti di questa crisi. E sucome, ad esempio, dare attuazione a princi-pi contenuti in una direttiva comunitaria tantodibattuta quanto poco conosciuta, possacostituire un piccolo passo nella direzionedella semplificazione amministrativa,auspicata ormai da troppo tempo dal siste-ma produttivo e ancora oggi troppo lontanadall’essere realizzata.

Mi riferisco alla direttiva 123/2006, cono-sciuta come “direttiva servizi”, che contienel’obbligo degli Stati membri di dare attuazio-ne ai principi di semplificazione e trasparen-za delle procedure per l’accesso ad unaattività di servizio e per la fruizione dellastessa da parte dei cittadini; si tratta diadempimenti che costituiscono una que-stione non più rinviabile per diminuire, inconcreto, le distanze con la Pubblica ammi-nistrazione.

E’ significativo, quindi, che l’art. 6 dellaproposta di legge comunitaria di cui stiamodiscutendo preveda l’attuazione di tali princi-pi nell’ordinamento regionale. Cosa questache potrà produrre anche una semplificazio-ne e un riordino della normativa in materia diautorizzazioni richieste per l’esercizio di unaattività economica, a seguito del censimen-to che la Giunta avvierà entro tre mesi dal-l’entrata in vigore della legge.

Sul punto, inoltre, ritengo positive le con-siderazioni espresse dal Consiglio delle au-tonomie locali (CAL) circa il coinvolgimentodegli enti locali in questa operazione di cen-

simento delle procedure, anche al fine dipervenire ad una armonizzazione, almenodi principio, delle loro quotidiane modalità dilavoro.

Un’altra breve considerazione riguardal’attuazione dei principi contenuti nella diret-tiva sull’informazione ambientale. Si tratta diuna modifica ad una normativa regionale giàesistente, attraverso la quale affermiamooggi in modo esplicito il diritto di qualsiasicittadino di essere informato dello stato del-l’ambiente della sua regione e delle conse-guenze che questo determina sulla salute diciascuno di noi. Seguendo così il principiocontenuto nella direttiva in base al quale latutela della salute e quella dell’ambientesono questioni ormai non più separabili.

Concludo richiamando i principi della di-rettiva n. 54 del 2006 in materia di parità trale donne e gli uomini sul luogo di lavoro.Principi importanti, troppo spesso citati eancora troppo poco spesso applicati, deiquali ci impegniamo al rispetto, attraversointerventi concreti, nell’ambito delle politicheregionale di settore.

Presidenza del PresidenteRaffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore diminoranza Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. La proposta di legge di cuidiscutiamo questa mattina costituisce unimportante adempimento in quanto consen-te l’inserimento nell’ordinamento regionaledi alcune direttive comunitarie di particolarerilievo.

Dobbiamo inoltre sottolineare che si trat-ta della prima legge comunitaria regionaledella Regione Marche e, come ha già ricor-dato il Consigliere Binci, la seconda leggecomunitaria di una Regione a Statuto ordi-nario.

Con questo atto segniamo un’importantetappa nel processo di maggior coinvolgi-mento della nostra Assemblea legislativanell’ambito dell’attuazione delle politiche co-

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munitarie, processo iniziato con l’approva-zione della legge regionale n. 14 del 2006.

A mio avviso questo risultato è stato pos-sibile anche grazie al lavoro della VI Com-missione che nel tempo ha svolto una fun-zione di stimolo nei confronti della Giuntaregionale.

Ricordo che lo scorso anno la Sessionecomunitaria si è svolta senza la legge co-munitaria regionale e di questo sia la mag-gioranza che l’opposizione e soprattuttocome VI commissione si sono lamentatichiedendo alla Giunta l’impegno che la ses-sione comunitaria regionale del 2008 fosseanche un’occasione per discutere la primalegge comunitaria regionale. E così è statoquindi ne diamo atto alla Giunta.

Questo momento istituzionale permettea noi tutti di conoscere un po’ di più i risultatiche la Giunta regionale consegue in tema diattuazione degli interventi confinanziati conrisorse comunitarie e di comprendere qualinormative comunitarie possano produrre ef-fetti nei confronti dell’ordinamento della no-stra regione.

Premesso che il Presidente del miogruppo entrerà nel merito della legge, perso-nalmente manifesto con convinzione il miovoto favorevole a questa legge, perché èuna cosa che abbiamo voluto. Auspico chequesta occasione sia solo la prima di unaserie di appuntamenti che si ripeterannoogni anno, invitando la Giunta a tenere laCommissione e l’Assemblea nel suo com-plesso sempre costantemente informata ditutto ciò che riguarda sia lo stato di attuazio-ne delle politiche comunitarie che, più in ge-nerale, le opportunità che derivano dall’Eu-ropa.

Come gruppo auspicavamo che venisseinserita qualche cosa in più, ma visto che èstato fatto già un primo passo il mio votopersonale, ripeto, sarà favorevole.

PRESIDENTE. La discussione è aperta.Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Anche se la discussione

è unica oggi stiamo affrontiamo due punti,comunque mi sembra opportuno sia cosìperché questa è una Sessione dell’Assem-blea legislativa regionale in cui parliamo del-le politiche comunitarie.

Per quanto riguarda il rapporto sullo statodi attuazione delle politiche comunitarie hagià relazionato a sufficienza il Presidentedella VI Commissione, Consigliere Binci.

Si sta chiudendo il sessennio precedente2000-2006 e si sta aprendo il nuovo periodo2007-2013, molti bandi sono usciti e ci sonorichieste per tale periodo.

Dunque siamo sulla strada giusta, speroche la Giunta e l’Assessorato tengano sottocostante monitoraggio le richieste per ade-guare poi i bandi alle esigenze dei cittadini.

Ritengo, altresì, un’iniziativa molto impor-tante la proposta di legge regionale comuni-taria 2008.

La sessione comunitaria di quest’annonon è solo il momento per fare il punto sullostato di attuazione degli interventi regionaliattuati con il cofinanziamento dell’Unioneeuropea ma anche quello per discutere di unatto normativo nuovo, ovvero la legge comu-nitaria regionale.

Fino ad oggi l’attuazione della normativacomunitaria ed in particolare delle direttivedella Comunità europea è avvenuta con attinormativi e con delibere di Giunta adottatenelle singole materie, come nel caso delladisciplina sulla Valutazione di impatto am-bientale (VIA) e quella sulla caccia in derogache abbiamo approvato la scorso anno.

L’avere un unico testo normativo che rac-colga la normativa comunitaria, che anchela nostra Regione è tenuta ad osservare,costituisce l’occasione per semplificare ilquadro normativo e consente a noi Consi-glieri di conoscere in un’unica occasionetutto un insieme di norme che vanno adincidere su più aspetti e tematiche di com-petenza regionale.

Può sembrare un’operazione difficile main realtà va vista come una scelta di traspa-renza che ci permette di sapere quali sono iprincipi di diritto comunitario che incidono

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sui cittadini, sulla pubblica amministrazionee sulle imprese marchigiane.

Anch’io voglio sottolineare che in questosforzo siamo state una delle prime Regionia livello nazionale, quindi mi sento di ringra-ziare sia la Giunta regionale che il Presiden-te della VI Commissione assembleare, Con-sigliere Brini, che ha sempre creduto nellabontà delle funzioni svolte dalla Commissio-ne in termini di maggiore coinvolgimentodell’Assemblea tutta nelle fasi di program-mazione e di attuazione delle politiche co-munitarie e, più in generale, per quanto ri-guarda i rapporti tra l’ordinamento regionalee quello comunitario.

Entrando molto brevemente nel meritodella proposta di legge che stiamo discuten-do, mi soffermo in particolare sulla disciplinarelativa alla direttiva servizi, la numero 123del 2006, che costituisce l’occasione persemplificare e velocizzare tutte le procedurenecessarie per iniziare una nuova attivitàeconomica.

Auspico che quanto abbiamo scritto perl’attuazione dei principi della direttiva servizipossa essere esteso a tutti i settori e a tutti iprocedimenti amministrativi che le ammini-strazioni pubbliche svolgono nei confrontidelle imprese, in modo da poter ridurre itempi dei procedimenti e far passare l’ideache le istituzioni pubbliche sono al fianco delsistema produttivo e non un peso per lostesso.

Per questi motivi esprimo a nome delPartito Democratico un voto positivo sullaproposta di legge di iniziativa della Giuntaregionale concernente “Legge comunitariaregionale 2008”.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCapponi.

Franco CAPPONI. Presidente, mi ade-guo all’impostazione che abbiamo dato alladiscussione sulla legge e sul rapporto pre-sentato dalla Giunta sull’attuazione delle po-litiche comunitarie, però avrei preferito unadiscussione separata perché sono due ar-

gomenti che non vanno di pari passo e chenon possono avere la stessa valutazione daparte dell’opposizione.

Siamo parzialmente soddisfatti della leg-ge regionale che recepisce le direttive e iregolamenti comunitari – sono almeno seigli interventi di modifica che interessano ilnostro sistema legislativo regionale – inquanto sono state recepite le cose più sem-plici da recepire a livello comunitario, cioèquelle direttive che qualora in contrasto conla nostra legislazione darebbero anche origi-ne a procedure di infrazione, quindi su que-sto è giusto un adeguamento.

Riteniamo che la Comunità europea ab-bia dato indicazioni anche più integraliste,cioè senza una specifica normativa, peròabbia anche dato un’indicazione agli Statimembri e soprattutto alle Regioni di orienta-re la propria produzione legislativa a dei prin-cipi a cui, appunto, tutte le Regioni d’Europadevono far riferimento.

Mi riferisco in modo particolare alla sem-plificazione, cioè l’Europa ci sta dicendo chedobbiamo iniziare a semplificare il nostroimpalcato normativo, perché non è piùgestibile, non è più comprensibile per il citta-dino. Quindi su questo bisognava fare unosforzo importante.

La nostra legge, seppur risponde a delleprecise indicazioni in alcune materie, non vain questa direzione e non va nell’ottica dellasemplificazione del funzionamento dellapubblica amministrazione.

Ritengo che l’Europa oggi stia dando del-le grandi indicazioni agli Stati membri e alleRegioni che hanno la delega in materia diformazione professionale affinché essa di-venti più efficace e più efficiente. Ma in que-sta nostra legge non c’è una risposta in taledirezione.

Ci sono molte altre indicazioni che dàl’Europa attraverso le proprie direttive intema di gestione degli appalti, di regola-mentazione della comunicazione istituzio-nale politica, che in questa Regione è vera-mente al far west. Ad esempio pochi giornifa sono andato al cinema e nel mezzo mi

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sono visto uno spot surreale con soggettoprotagonista il Presidente della Giunta regio-nale che dice personalmente di aver fattodelle grandi cose per questa regione, a parti-re dall’ampliamento della terza corsia del-l’autostrada sino alla Quadrilatero, e sottoquesto spot c’è il marchietto della UE. Orafarò un’interrogazione alla Commissioneeuropea per chiedere se questa è pubblicitàistituzionale che serve per promuovere iprogrammi comunitari oppure se è una pub-blicità di tipo elettoralistico che distorce l’usodei fondi comunitari per altre motivazioni.L’interrogazione ce l’ho già pronta, ho chie-sto gli atti alla Giunta perché voglio rivedermicon calma questo video senza essere parti-colarmente colpito dallo stupore. Inoltre soche questo video è andato in onda su tutte lesale cinematografiche di questa regione.Quindi è una cosa scandalosa, credo chenon ci sia più quella deontologia del farepolitica che rispetta anche la verità dei fatti,ed essere sempre in sintonia con la realtàdei fatti per chi governa ritengo debba esse-re importante.

Però questo nella nostra Regione nonavviene più, pertanto ci muoveremo per ca-pire, e vorremmo, Presidente, Assessore,Capogruppo del PD, il maggiore partito cherappresenta questa maggioranza, se que-sta è la vostra strategia di trasparenza, diutilizzazione corretta dei fondi comunitari odi quant’altro.

Oltretutto quello che è avvenuto sui gior-nali e sui mass media, che voi avete contri-buito a finanziare, è una cattiva prassi. Cer-to, non dico che la mia parte politica siaesente da critiche, ma è sicuramente, ripe-to, una cattiva prassi, Assessore, quella diutilizzare il finanziamento pubblico di variprogrammi e progetti per fare forme di pub-blicità politica mascherata.

Quindi ritengo che questa sia una cosada regolamentare, è l’Europa che ci invita afarlo, quando invece in questa Regione sia-mo al far west, pertanto vedremo se ci sonoprecise responsabilità.

Molti criticano la Magistratura, io oggi in-

vece non la critico più perché vedo che co-mincia ad indagare su tutti i versanti dunqueanche su quello della sinistra. Quindi sonocontentissimo che indaghi e verifichi se c’èuna correttezza applicativa in questo setto-re. E spero che arrivi anche nelle Marche,perché su questo verso siamo ancora moltoindietro, non è ancora arrivato un processodi chiarificazione. Ma questa onda lunga ar-riverà presto anche nelle Marche. Consiglie-re Comi, glielo garantisco! (…) Sì, arriveràpresto anche nelle Marche, spero, mi augu-ro, ci sono delle cose …(…) Beh, ad esem-pio vorremmo chiarire perché Menichetti èstato rinviato a giudizio o perché è sottoinchiesta il Sindaco di Ancona. Quindi chiari-remo questi aspetti. (…) Penso sia di domi-nio pubblico, Consigliere Comi, se va a leg-gere sta su tutta la stampa regionale. (…)Posso continuare?

PRESIDENTE. Per cortesia, facciamoterminare il Consigliere Capponi.Dopodiché, Consigliere Comi, se vuole par-lare chiederà la parola. Prego ConsigliereCapponi.

Franco CAPPONI. Questa legge in prati-ca scalda l’acqua calda ma non abbiamonulla in contrario sul fatto che recepisce gliadeguamenti che l’Europa ci impone. Peròsicuramente non andiamo nella chiarifica-zione sia di quello che auspicavamo che dialtri aspetti su cui alla Giunta non facevapiacere intervenire.

Questo è il nostro parere sulla legge, nonci crea nessun problema esprimere un votopositivo ma con le riserve che abbiamo det-to. E’ comunque un passo avanti, noi aveva-mo chiesto con forza che ci fosse una leggeregionale, l’avevamo già anticipato nella leg-ge n. 14 relativa alla programmazione co-munitaria, era prevista questa sessione,quindi è stato adempiuto a quanto era statodetto.

Riguardo, invece, al rapporto sullo statodi attuazione delle politiche comunitarieavrei preferito – e non per una considerazio-

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ne riduttiva nei confronti del Consigliere Bin-ci – che l’avesse fatto la Giunta. Certamenteun rapporto è stato presentato ma è tropposemplice, è un rapporto che non dice nulla,non va a fondo sulle reali problematicità ecriticità nell’utilizzo dei fondi della Comunitàeuropea.

Non avremmo neanche voglia di diremolto su questo, facendo perdere tempo aiConsiglieri regionali, perché già ci siamoespressi molto chiaramente con tantissimeinterrogazioni e mozioni, quindi è moltochiara la nostra posizione, abbiamo ancheindividuato dei punti di criticità non indifferen-ti.

Prima di tutto c’è un gravissimo ritardonella programmazione delle nuove misurerelative al periodo 2007-2013.

In pratica la relazione omette di eviden-ziare le principali criticità che abbiamo. Con-sigliere Binci, con un rispetto istituzionaleconsidero la sua valutazione positiva, macredo che neanche lei creda che tutto vadabene. Quindi non è possibile interpretare inquesto modo i dati che abbiamo anche noi adisposizione (...) Esatto, ma è proprio suquello che non c’è in questa Regione unalinearità e una risposta immediata come ri-chiederebbe, invece, l’utilizzo dei fondi delPiano di sviluppo rurale.

Sappiamo che il ritardo lo portiamo sututte le Misure, per esempio il POR lo abbia-mo approvato in tutta fretta in periodi inim-maginabili poi per emanare il bando abbia-mo impiegato un anno, quando invece cre-devo che una volta approvata la struttura diprogrammazione i bandi dovevano essereuna cosa quasi consequenziale e immedia-ta.

Ritengo, inoltre, che su alcune Misuretipo quelle di intervento territoriale – non hoqui i riferimenti – ci sia stata una concerta-zione che si è protratta troppo a lungo, chetra l’altro, come è avvenuto per i FAS, hagenerato solamente appetiti di tipo particola-re. Nel senso che si è andati a prepararebandi con interventi a pioggia, risolvendo deiproblemi più che altro legati alle criticità lo-

cali, quindi al fatto che ci sia stata una parti-colare problematicità di un territorio, magarigovernato dal centro-sinistra, e poi si è an-dati a risolvere quel problema. Sul FAS que-sto è evidentissimo, sul POR dobbiamo an-cora verificare cosa accadrà perché i bandisono usciti da pochissimi giorni.

Per quanto riguarda il PSR il nostro giudi-zio è nettamente negativo per diversi motivi.

Il primo è il ritardo nelle liquidazioni. Adoggi i pagamenti del 2007 di questa Regione– altre Regioni stanno pagando il 2008 –sono arrivati a poco più del 20%, non è veroil dato che ha dato il Consigliere Binci del40%, perché questa è l’ipotesi che probabil-mente verrà raggiunta se in questi tre-quat-tro giorni che sono rimasti per chiudere lerendicontazioni, i nostri funzionari farannodei miracoli. Però probabilmente non sonostati messi nelle condizioni di farlo, quindi leliquidazioni saranno molto limitate. Pertantoquesto sta generando anche una disaffezio-ne dalla ricerca di comportamenti virtuosi daparte di quegli agricoltori che si impegnanonel biologico, nell’agriturismo o in altri settoriproduttivi.

Oggi stiamo vedendo, e la cosa appariràmolto più evidente all’inizio dell’anno nuovo,una fuga dal biologico. Il fatto cioè che inquesta Regione i contributi non siano certi earrivano con enormi ritardi sta generandouna fuga da parte degli agricoltori dal biologi-co. E su questo vi daremo a breve i dati.

Comunque, grazie al nostro contributo,Assessore Petrini, probabilmente il PSRqualche risultato lo otterrà. Perché se noiavessimo sposato la sua tesi o quello delServizio, cioè quella che i benefici andavanosoltanto alle filiere lunghe, come era appun-to il progetto iniziale, ad oggi non avremmovisto domanda avanzata da parte di nessu-no, perché le filiere in questa regione sonosaltate, non esistono, nessuno le crea, nes-suno promuove il sistema delle filiere.

Inoltre avevamo proposto, Assessore,che per esempio sul tema del PABS (Pianobieticolo saccarifero) di utilizzo di fondi spe-ciali destinati al settore agricolo e non a

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quello industriale, ci poteva essere unaosmosi tra il produttore di bietole e il conte-sto locale, cioè una specie di cessione didiritto agli altri agricoltori in modo da far ri-manere i fondi in quei bacini. Questo è statorespinto e oggi lei è stato costretto a proro-gare tutti i bandi (121, PABS, agriturismo,ecc.) per carenze di domande, cioè non cisono domande che assorbono i fondi messia disposizione. Questo è la prima volta chesuccede, normalmente avevamo lunghissi-me graduatorie e pochi fondi a disposizione,oggi sta succedendo il contrario.

Pensavo, Assessore, che questo avreb-be dovuto far riflettere con una valutazioneanche in questa relazione sulla posizionedella Giunta, pensavo fosse il minimo indi-spensabile. In questo momento il Consiglie-re Binci non c’è ma avrei voluto dirlo anche alui ciò che sta avvenendo.

Assessore, noi aspettavamo anche unacosa che lei ci aveva promesso, cioè che inquesta Sessione sulle politiche comunitarieci avrebbe comunicato in che modo vuoleutilizzare, ad esempio, le altissime sommepreviste per l’assistenza tecnica. Abbiamomesso in tutti i programmi (POR, FSE,PSR) il massimo di quello che era possibilea livello comunitario per l’assistenza tecni-ca. Tutte le altre Regioni non hanno fattoquesta scelta, magari hanno lasciato piùfondi per le destinazioni relative agli investi-menti delle aziende, misure speciali, ecc..

Noi abbiamo accolto anche questa vo-stra strategia che avrebbe dovuto produrreuna efficientazione della macchina in modoeccezionale, cioè avremmo dovuto avere lamacchina più funzionale al mondo proprioperché spendiamo più soldi al mondo. Inve-ce non è così, la macchina non funziona manoi spendiamo ugualmente più soldi al mon-do.

Quindi, Assessore, bisogna che lei cispieghi perché ciò accade in questa Regio-ne e che doveva essere scritto nella relazio-ne, ce lo aveva promesso un anno e mezzofa.

Inoltre c’è anche un fatto più che altro

politico-istituzionale. La legge n. 14 dice chetutte le modificazioni che facciamo ai pro-grammi che abbiamo presentato a Bruxel-les poi nella loro attuazione debbono averel’avallo dell’Assemblea legislativa qualoraessi siano di notevole impatto sugli effettidella programmazione. Ma questo rispettodella legge, Assessore, finora nei tre pro-grammi che abbiamo fatto non c’è stato,perché alcune modificazioni che sono stateapportate, di notevole e rilevante importanzaai fini della programmazione, non sono stateavallate dall’Assemblea legislativa.

Su questo penso debba esserci un recu-pero di trasparenza. Anche perché, Asses-sore, dall’opposizione lei non ha avuto unastroncatura sui programmi, non ha avutouna non collaborazione o un attacco frontalesu tutto quello che faceva, infatti noi abbia-mo migliorato notevolmente tutte le Misureche lei ha proposto. Quindi se di quei pianioggi qualcosa funziona è perché sono stateaccolti da quest’Aula moltissimi emenda-menti che abbiamo presentato per far fun-zionare meglio la situazione.

Quindi dovrebbe esserci quel rispetto do-vuto a chi collabora, a chi cerca di realizzarequalcosa che sia più efficace e più efficientee più di immediata consumazione delle ri-sorse sul territorio. Se lei guarda le ultimedirettive anticrisi uno dei principali obiettivi èla velocità di spesa. Oggi l’Europa pensasolo a questo, non pensa più neanche aquanti soldi mettere a disposizione, peròl’unico problema è che voi li utilizzate lenta-mente, quindi poi non hanno effetto sull’eco-nomia.

Pertanto chiediamo un’accelerazione,perché in un momento di difficoltà il settoreprimario genera comunque un’economia in-dotta di notevole interesse e di notevole im-patto sul territorio.

Come sempre siamo moderati ma certa-mente la valutazione dovrebbe esseretranciante, nel senso che qui non va benenulla e quindi dovremmo scendere in piazzae fare manifestazioni contro la Giunta regio-nale, invece chiediamo un recupero imme-

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diato della vostra efficienza e della vostrafunzionalità.

Ecco perché il parere sul rapporto che ciavete presentato, che giudichiamo larga-mente incompleto, largamente insufficiente,largamente non dotato dei dati che doveva-no essere messi a disposizione, è netta-mente negativo.

Sulla legge, invece, diamo una valutazio-ne positiva però con beneficio di inventario,ritenendola troppo morbida e troppo leggerarispetto ad alcuni impegni che altre Regioni,e speriamo anche la nostra, devono assu-mere.

Certamente il mio intervento, per una ca-renza di tempi, non è stato così completocome avrei voluto, perché gli argomenti dicui discutiamo sono di grande importanza,di grande rilevanza ma anche di grande di-mensione complessiva che un intervento didieci minuti non può certamente approfondi-re.

Noi però, Assessore, lo faremo chieden-dole conto sistematicamente di quello chesta avvenendo e dei motivi per cui ci sonoritardi e défaillance nella gestione di questerisorse.

PRESIDENTE. Non avendo più iscritti aparlare, passiamo alla votazione degli arti-coli di legge. (…) Consigliere Comi, magariparlerà in sede di votazione (…) Bene, pre-go Consigliere Comi.

Francesco COMI. Mi scusi, Presidente,ma prima c’è stata un’affermazione delConsigliere Capponi che credo – non me nevoglia il Capogruppo di Forza Italia – abbiamesso in imbarazzo quest’Aula. Da partenostra c’è stata una mal celata sensazionedi imbarazzo e di indignazione dietro un’af-fermazione, cioè quando ha detto “io so cheanche qui nelle Marche tra poco arriverà laMagistratura”. Questa affermazione a mesembra molto grave.

La visione e la concezione che noi abbia-mo della Magistratura è di un potere delloStato autonomo che insieme al potere legi-

slativo esercita una funzione che ha una suadignità e una sua autonomia, invece consi-derarla uno strumento a servizio di qualcunoe di una parte politica a me sembra moltograve. Infatti dall’affermazione fatta dal Con-sigliere Capponi sembra che la Magistratu-ra, su ordine di scuderia o rivelando solo aqualcuno le sue azioni, si sta per attivare.

Forse c’è stato un errore da parte delCapogruppo Capponi, comunque ritengo laquestione molto grave, quindi credo debbaritirare quanto ha detto oppure, viceversa, cidettagli meglio che cosa significa e qualisono le fonti che gli consigliano quanto non èdato sapere a un potere autonomo comequello legislativo.

Quindi come membro di un’Assemblealegislativa che rivendica la funzione istituzio-nale, il rispetto e l’autonomia dei poteri, dicoche si deve rispettare la Magistratura e so-prattutto non usarla e non strumentalizzarlanel modo bieco in cui è stato fatto.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola laConsigliera Giannini. (…) Consigliere Cap-poni, per fatto personale può intervenire allafine della discussione.

Sara GIANNINI. Io sono d’accordo con ilConsigliere Comi. Il Consigliere Capponi hachiesto di intervenire per fatto personale, mavisto che qualcuno di noi è informato deimovimenti della Magistratura, prima ancoradel resto del mondo, magari ne parliamocosì ci informate tutti!

PRESIDENTE. In base al Regolamento ilConsigliere ha la possibilità di esporre in checonsiste il fatto personale, dopodiché, sesussiste, il Presidente può farne oggetto didiscussione alla fine della seduta. Prego,Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Io ho detto che eraauspicabile, dati i fatti che stanno avvenen-do anche in questa regione, che la Magistra-tura andasse più a fondo anche su altri temi.

Consigliere Comi, le ho illustrato nelle

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premesse della discussione alcuni atti cheriteniamo non perfettamente consoni allacorretta gestione della cosa pubblica.

Il mio riferimento – chiarendo ancora dipiù il fatto – è che non riteniamo che l’opera-to censurato dalla Magistratura dell’allora Di-rettore generale dell’Azienda ospedaliera diTorrette sia un fatto isolato, cioè che siastato un fatto realizzato direttamente e sen-za nessun’altra finalità.

Su questo deve essere fatta chiarezza,quindi ancora con più forza chiederemo allaMagistratura che avvenga un’indagine chesia estesa a tutti i fenomeni che sono simili aquesto o legati a questo.

Inoltre chiederemo come cittadini italiani,Consigliere Comi – perché ci sentiamo deicittadini – di avere ulteriore chiarezza e ap-profondimenti sul tema del rapporto tra poli-tica e gestione della cosa pubblica.

Ripeto, lo chiederemo con più forza e selo chiederete anche voi mi farà estrema-mente piacere, perché in due anni, Consi-gliere Comi, di questa cosa non avete piùparlato, quello che è successo è stato tuttoammantato come se non fosse accadutonulla. Noi avevamo chiesto una commissio-ne speciale che però non ci è stata dataperché c’è il ricorso, insomma ci sono statetante cose che non hanno agevolato la tra-sparenza della questione.

Quindi vi diciamo che speriamo che an-che nelle Marche si faccia luce su alcuni fattiche riteniamo pochissimo trasparenti, peral-tro visto che sono stati censurati dalla Magi-stratura con il rinvio a giudizio ritengo sianorilevanti anche ai fini politici.

Inoltre è una cosa eclatante, ripeto, il fattoche non ne avete parlato, che non avetemesso in atto nessuna iniziativa che possalimitare che questo fenomeno si rinnovi e siripeta. E questo sì è grave, ConsigliereComi, per cui ve ne dovete scusare nei con-fronti di quest’Aula e dei marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereComi.

Francesco COMI. Ritengo che le giustifi-cazioni del Consigliere Capponi abbiano ag-gravato la sua dichiarazione iniziale. Nellasua replica ha fatto intendere che la Magi-stratura fino ad oggi non ha lavorato bene,per chissà quale ragione politica, e che inve-ce da oggi lavorerà bene.

Quindi ritenendo queste frasi molto gravichiedo di poter accedere agli atti riservando-ci poi un chiarimento preciso.

PRESIDENTE. Gli atti sono pubblici etutti i Consiglieri vi possono accedere.

Ora, prima di dare la parola all’AssessorePetrini dobbiamo votare la prosecuzionedella seduta oltre le ore 13,30.

(L’Assemblea legislativa approva)

Prego, Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Poche parole sulla leggeregionale. Mi sembra sia stato un buon lavo-ro, un lavoro condiviso dalle strutture del-l’Assemblea legislativa e della Giunta, unbuon lavoro che verte sulle questioni toccateanche in questo dibattito. Alcune di questesono cruciali, come la semplificazione am-ministrativa ed altre su cui c’era comunque ilbisogno di un adeguamento alle norme co-munitarie.

Credo che l’approvazione della legge co-munitaria, così come chiesto dal CAL, cioffre la possibilità di rappresentare di nuovocome funzionano alcune cose, non ultimo ilsupporto della SVIM presso la sede d Bru-xelles. Come sapete la SVIM agisce a Bru-xelles per dare manforte alla Regione relati-vamente alla grande esigenza che esiste diapprontare progetti appropriati ad attrarrefondi per lo sviluppo di questa regione. Equesto viene fatto attraverso una rete di rela-zioni che va certamente rafforzata con leistituzioni e gli organismi presenti a Bruxel-les e con uno sviluppo di tutte le azioni che laRegione indica nei suoi atti di programma-zione, inoltre con la ricerca specifica deifondi, delle informazioni e di tutto ciò che

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occorre per operare al meglio cogliendo almassimo le opportunità che ci offre Bruxel-les.

Su questo siamo da tempo aperti ad ognitipo di riflessione che possa farci anche cor-reggere la strada intrapresa. Queste, infatti,sono attività molto preziose che ogni annovalutiamo se è bene delegare ad un organi-smo come la SVIM, sebbene braccio opera-tivo della Giunta regionale, oppure mantene-re all’interno del nostro stesso Servizio.

Dico questo per far capire che anchesotto il profilo organizzativo si è in una di-mensione di cambiamento o comunque diriflessione che serve a far funzionare megliole cose, che tra l’altro mi sembra sia l’ogget-to principale della valutazione in questa Ses-sione al di là dell’approvazione della leggecomunitaria.

Infatti oggi non siamo certamente qui pervalutare la bontà della programmazione inquanto la facciamo con altri strumenti. Ognifondo ha una sua valutazione ex post chedeve essere fatta per legge e che ogni voltaci offre una rappresentazione “scientifica”dell’efficacia della programmazione chemettiamo in atto, poi quella rappresentazio-ne ogni volta ci deve essere utile a valutareciò che programmiamo e ciò che stiamofacendo.

Più di tutte vanno valutate – e mi sembrache anche il Consigliere Capponi abbia im-postato il suo intervento sotto questo profilo– le modalità organizzative, gli strumenti chemettiamo in atto per far sì che la velocità e ladimensione della spesa corrispondano allenecessità del nostro territorio.

Su questo, peraltro, è intervenuta di re-cente anche la Commissione europea che,come sapete, proprio per far sì che venganospesi tutti i soldi ha ulteriormente prorogatoal 30 giugno la rendicontazione delle spesedei fondi del FERS, così come ha indicatotutta un’altra serie di provvedimenti finalizza-ti proprio a rendere più veloce, oltre che piùefficace, questa spesa.

Sono emendamenti finalizzati a facilitarein generale l’utilizzo degli strumenti di inge-

gneria finanziaria e la cooperazione con laBEI e con il FEI, a semplificare l’eleggibilitàdella spesa, ad accelerare i pagamenti inter-medi per i grandi progetti, a facilitare il sup-porto alle piccole e medie imprese all’internodegli aiuti di Stato, così come mobilitare ri-sorse finanziarie aumentando le anticipazio-ni. Inoltre, in particolare, l’indicazione di altrespese da rappresentare come maggior-mente significative, penso ai progetti per l’ef-ficienza energetica nel settore dell’ediliziaabitativa.

Si tratta, come dicevo, di misure atte asemplificare alcune procedure di attuazionee di dare all’autorità di gestione dei pianioperativi maggiore disponibilità finanziaria.Questo proprio per intercettare le esigenzeche a volte rappresentiamo ma che confi-niamo, sbagliando, a quelle che sono le atti-vità precipue delle strutture della Giunta cheindichiamo come particolarmente farra-ginose o eccessivamente burocratizzate,mentre molto spesso non sono altro chel’emanazione della fonte comunitaria.

Su queste cose tornerò velocemente maora mi preme ribadire il buonissimo anda-mento della spesa di tutti questi fondi, siaper quanto riguarda il periodo appena tra-scorso sia per il periodo che abbiamo intra-preso da poco.

Per il FERS, che adesso abbiamo la pos-sibilità di portarlo al 30 giugno, abbiamo giàda metà ottobre gli impegni giuridicamenterilevanti assunti dai beneficiari finali degli in-terventi finanziari pari a 354 milioni di euro,cioè al 102% delle risorse previste nelDOCUP. Ma abbiamo comunque delle spe-se certificate per l’89%, pari a 309 milioni dieuro, e una spesa effettivamente sostenuta,ancorché non completamente certificata,per il 93,5% della previsione dell’interobudget.

Anche per il POR 2007-2013 abbiamouna delle migliori performance nazionali so-prattutto per quanto riguarda i fondi dell’Asse1. Fondi, vi ricordo, che in sede di program-mazione sin troppo spesso abbiamo detto

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quanto fosse complicato farli assorbire daun tessuto economico come quello marchi-giano, che non solo è formato da micro epiccole imprese, ma è anche moltofocalizzato su settori scarsamente tecnolo-gici, cioè i settori cosiddetti maturi.

Non solo, invece, siamo riusciti a fareparecchi bandi ma la risposta che abbiamoavuto è stata di gran lunga maggiore anchealle più rosee previsioni che noi stessi pote-vamo fare.

Buone performance ci sono state ancheper il FSE relativamente al periodo appenatrascorso. Mentre per la programmazioneche ci si è data anche a livello nazionale difatto i bandi sono appena partiti e le spese lepotremmo rappresentare soltanto quandoquesti bandi saranno conclusi. Bandi checomunque, come sapete, per questa moda-lità hanno già avuto un’uscita per il progettoMore english for you, per i voucher, per icorsi i Fts e per l’attivazione di borse lavoro.Bandi che molto spesso vedono protagoni-ste le Province e che mi sembra comunqueabbiano già un clamoroso successo.

Quasi dispiace doversi esprimere in que-sti termini, perché il successo è anche rela-tivo alla situazione di fatto nella quale si trovala nostra economia, che aspetta come deltutto necessari e ineludibili soprattutto deter-minati interventi del FSE.

Per quanto riguarda il Programma di svi-luppo rurale anche qui ci sono dei dati cheparlano chiaro. Abbiamo una spesa che perl’anno 2007 ha la migliore performance inItalia. Per il 2008 ha una performance infe-riore solo a Trento e Bolzano. E non abbia-mo potuto pagare le indennità compensativeper l’approntamento del sistema integrato digestione e controllo dell’Agea che ha vistoun ritardo affatto dovuto alle nostre attività, ein questo caso vuol dire non del tutto ma perniente dovuto alle nostre attività.

Agea anche in questa Regione è chiama-ta direttamente a rispondere, si era impe-gnata ad approntare il sistema per poter farele istruttorie entro il 15 novembre, lo ha fattoparzialmente, e il 14 novembre, cioè il giorno

prima di quanto non si fosse impegnata,siamo già riusciti, per quanto riguarda leindennità compensative, ad inviare ad Ageaattraverso un decreto 5 milioni e 700 milaeuro dei 7 milioni e mezzo previsti dell’in-dennità compensative. Quindi 7 milioni emezzo previsti, poi si sono aggiunti ulteriori2 milioni e 900 mila euro alla spesa inizial-mente prevista per non fare graduatorie epagare tutti gli aventi diritto delle indennitàcompensative. Pertanto attraverso una mo-dalità che accelererà la spesa in manierafulminante perché non facciamo graduatoriee tutti verranno soddisfatti, a parte ovvia-mente l’averne diritto.

Per quanto riguarda il biologico ricordo atutti che Agea ha già pagato il 75% e lo hapagato proprio perché era profondamente incolpa per quello che stava accadendo. Que-sti agricoltori non hanno avuto i soldi per lostesso motivo che stava appena rappresen-tando, cioè perché non è stato possibile nécorreggere in termini significativamente ve-loci i fogli aziendali da parte dei CAA a que-sto preposti, né tantomeno a noi entro quelledate poter fare un’istruttoria o addirittura pre-cedentemente una correzione di questi fogliaziendali.

Devo riconoscere che i problemi di que-st’anno, se assorbiti in termini sostenibili,porteranno il prossimo anno ad avere zeroproblemi. Cioè Agea sta approntando un si-stema che per quanti problemi ci sta procu-rando quest’anno siamo ragionevolmentecerti, una volta corretti tutti i fogli aziendali,che non ce ne procurerà neanche uno ilprossimo anno.

Ma la Regione non c’entra niente, se laRegione fosse stata messa in condizioni disvolgere il proprio lavoro non avremmo avu-to quelle percentuali, che pure sono tra lemigliori in Italia, ma avremmo avuto percen-tuali che di fatto potevano coprire tutta laprevisione che abbiamo fatto.

Del resto questi rilievi – che, per carità,vanno fatti – è bene farli non in termini asso-luti per quelli che sono i nostri desiderata,ma in termini comparativi con le altre Regio-

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ni. Che sono Regioni a volte ben più organiz-zate di noi, Regioni che pur non dedicando il4% dell’assistenza tecnica all’organizzazio-ne poi in termini di bilancio dedicano risorseben maggiori a quelle che dedichiamo noiall’organizzazione. Quindi se noi non lo fac-ciamo con il bilancio per forza di cose dob-biamo farlo con l’assistenza tecnica. Cisono Regioni – non voglio neanche fareesempi – che solo per la redazione del PSRhanno 15 persone – parlo del PSR che è lostrumento che conosco meglio –, da noi perla redazione di tutta la programmazione ab-biamo una persona che tra l’altro si occupaanche di una SDA.

Poi ci si può anche rimproverare per ilfatto di non aver adeguatamente rafforzatole nostre strutture, però visto che le nostrestrutture stanno così, per via della stratifica-zione delle nostre possibilità di bilancio, oltreche dei vincoli generali che determinanocerti assestamenti o meno, dobbiamo utiliz-zare l’assistenza tecnica in termini significa-tivi. Poi se questa assistenza tecnica, adesempio per quanto riguarda il PSR, nondovesse più prevedere la realizzazione del-l’organismo pagatore, perché il sistemaAgea funziona, perché la nostra SIAR è di-ventata una best practice (ulteriore annota-zione), può darsi che ravviseremo l’opportu-nità di non fare più l’OPR e quindi destinareuna parte delle risorse dell’assistenza tecni-ca alle misure già previste dalla program-mazione. Ma di questo ovviamente vi infor-meremo in termini assolutamente immedia-ti.

Per quanto riguarda gli altri fondi non cre-do debba dilungarmi molto.

Anche nel FEP rappresentiamo una posi-zione significativamente alta nel panoramaitaliano delle Regioni del Centro-Nord. Tral’altro avevamo uno dei fondi più ricchi, an-che qui siamo stata la Regione con la mi-gliore performance. Anzi, le nostre perfor-mance ci hanno permesso il mantenimentodi quei fondi che altrimenti, attraverso lespese delle Regioni del Sud e del Ministero,avremmo sicuramente perso.

Sull’Obiettivo 3 ricordate tutti quali sonostate le performance passate – pensoall’Interreg –, e non da meno sembra asse-starsi l’attività di questo periodo dove, in re-lazione agli inviti presentati nei vari program-mi per le proposte, i progetti delle Marchesono stati non solo numerosi ma hanno giàsignificativamente passato il primo step eora stanno alla valutazione del secondo peril finanziamento definitivo.

Credo che queste ottime performance intermini di dimensione della spesa e negliultimi due anni anche di velocità della spesa,non debbano sicuramente farci solo sorride-re. Problemi di organizzazione, di migliora-mento, di maggior adeguatezza ed appro-priatezza anche dell’organizzazione eviden-temente ce li abbiamo, così come, in rela-zione alle esigenze degli orientamenti co-munitari, dobbiamo ulteriormente semplifi-care le nostre procedure. Cosa che stiamofacendo anche attraverso manuali che sia-no sempre rispondenti a questa esigenza.Tra poco uscirà, per il PSR, anche l’ultimaversione di questo manuale.

Inoltre non dobbiamo sparare semprecontro le regole, perché sotto il nome diburocrazia non ci vanno semplicemente lemodalità attraverso le quali richiediamo chevenga fatta una rendicontazione, che puòessere anche più di quello che ci chiedeBruxelles, come è già successo in passato.Facciamo l’esempio della condizionalità,che qui conosciamo, il Consigliere Capponiin particolare, che certamente è ritenuta op-pressiva per molti nostri agricoltori ma cherappresenta una di quelle questioni signifi-cativamente strategiche non solo per man-tenere i finanziamenti comunitari ma ancheper mantenere la nostra diversità nel pano-rama mondiale in rapporto, in questo caso,al supporto dell’agricoltura, alla qualità delsuolo, dell’ambiente, delle acque, del pae-saggio e di tutte le questioni che conoscia-mo molto bene.

Se sulla trasparenza della comunicazio-ne il Consigliere Capponi farà un’interroga-zione gli risponderemo in quella sede spero

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in maniera adeguata. Non credo comunqueche ci siano stati svarioni così evidenti, an-che se con la comunicazione bisogna sem-pre avere un approccio molto delicato e ognivolta certamente da registrare.

Credo di non dover aggiungere altro senon qualche precisazione, vista che è statachiesta, sui rinvii dei termini dei bandi delpiano bieticolo saccarifero e del PSR.

Non è che mancano domande perchéabbiamo chiesto eccessivi vincoli, perchése così fosse avremmo avuto unaddensamento di domande sulla misura in-vestimenti del Piano bieticolo saccariferodove questi vincoli di fatto non ci sono. Quel-lo è un bando quasi fotocopia di quelli pas-sati, non si chiedono gli stessi elementi chesi chiedono ad esempio con la misura inve-stimento del PSR, eppure in quel caso nonabbiamo le domande che legittimamente cisaremmo attesi.

Certamente esiste una situazione di as-soluta crisi del settore agricoltura, dove mol-ti hanno fatto due conti e, visti i prezzi deicereali, non hanno neanche seminato, maquesta purtroppo non è una situazione solodella regione Marche. Quindi su questa si-tuazione credo che all’interno della crisi ge-nerale bisognerà aprire, come stiamo fa-cendo in questo momento con le associa-zioni, un focus particolare.

Proposta di legge n. 279della Giunta regionale“Legge comunitaria regionale 2008”(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedella proposta di legge regionale n. 279.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.Emendamento n. 1 della Consigliera Mol-

laroli:Alla lettera a) del comma 1 aggiungere in

fine le seguenti parole: “e favorendone lagestione associata da parte dei Comuni.”.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6, così come emendato. Lo pon-go in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in vo-tazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 279, così comeemendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

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PRESIDENTE. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,00

IL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO

(Dott.ssa Paola Santoncini)

ESTENSORI DEL RESOCONTO

(Fiorella Pietroni - Caroline Moresi )