RESOCONTO INTEGRALE della seduta consiliare DI VENERDI' 22 ... · SEDUTA N. 50 DEL 22 MARZO 2013...

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Comune di Urbino Atti consiliari — 1 — SEDUTA N. 50 DEL 22 MARZO 2013 PRESIEDE IL PRESIDENTE LINO MECHELLI RESOCONTO INTEGRALE della seduta consiliare DI VENERDI' 22 MARZO 2013 50. INDICE Comunicazioni del Presidente ........... p. 3 Commento sulla elezione del nuovo Pontefice .............................................. p. 3 Commemorazione ............................... p. 4 Interrogazioni ed interpellanze ......... p. 4 Audizione rappresentanza studen- ti Università degli studi di Urbino “Carlo Bo” ........................................... p. 18 Approvazione verbali seduta pre- cedente ................................................. p. 36 Permuta relitti stradali Comunale di “Ca’ Bornello” ................................ p. 36 Permuta relitti stradali Comunale di “Ca’ Scascellato” ............................ p. 38 Permuta appezzamento di terreno .... p. 38 Approvazione del piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes) ................. p. 38 Modifica al regolamento comunale per l’occupazione spazi ed aree pub- bliche per l’applicazione della rela- tiva tassa .............................................. p. 43 Comunicazioni, mozioni e ordini del giorno ................................................... p. 68

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Comune di Urbino Atti consiliari— 1 —

SEDUTA N. 50 DEL 22 MARZO 2013

PRESIEDE IL PRESIDENTE

LINO MECHELLI

RESOCONTO INTEGRALEdella seduta consiliare

DI VENERDI' 22 MARZO 201350.

INDICE

Comunicazioni del Presidente ........... p. 3

Commento sulla elezione del nuovoPontefice .............................................. p. 3

Commemorazione ............................... p. 4

Interrogazioni ed interpellanze ......... p. 4

Audizione rappresentanza studen-ti Università degli studi di Urbino“Carlo Bo” ........................................... p. 18

Approvazione verbali seduta pre-cedente ................................................. p. 36

Permuta relitti stradali Comunale

di “Ca’ Bornello” ................................ p. 36

Permuta relitti stradali Comunaledi “Ca’ Scascellato” ............................ p. 38

Permuta appezzamento di terreno .... p. 38

Approvazione del piano d’azione perl’energia sostenibile (Paes) ................. p. 38

Modifica al regolamento comunaleper l’occupazione spazi ed aree pub-bliche per l’applicazione della rela-tiva tassa .............................................. p. 43

Comunicazioni, mozioni e ordini delgiorno ................................................... p. 68

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SEDUTA PRECEDENTE: N. 49 — MERCOLEDI3 13 FEBBRAIO 2013

La seduta inizia alle 15,15

Il Presidente Lino Mechelli, con l'assistenza del Segretario Generale, dott. MicheleCancellieri, procede alla verifica del numero dei consiglieri intervenuti, e l'appellonominale dà il seguente risultato:

CORBUCCI Franco — Sindaco presenteMECHELLI Lino — Presidente presenteFEDRIGUCCI Gian Franco presenteRUGGERI Alberto presenteSERAFINI Alceo presenteSCARAMUCCI Federico assente g.DE ANGELI Emanuele assente g.FELICI Enzo presenteSESTILI Piero presenteANDREANI Francesco presenteSALVETTI Susanna presenteANNIBALI Marco assente (entra durante la seduta)PAGNONI Giovanni presenteBARTOLUCCI Raniero presenteGAMBINI Maurizio presentePAGANELLI Sandro presenteGUIDI Massimo assente (entra durante la seduta)BONELLI Alfredo presenteFOSCHI Elisabetta assente (entra durante la seduta)CIAMPI Lucia presenteSILVESTRINI Luca presente

Accertato che sono presenti n. 16 consiglieri e che risulta pertanto assicurato ilnumero legale, il Presidente dichiara aperta la seduta e nomina scrutatori i consiglieriBartolucci, Bonelli e Salvetti.

Hanno altresì preso parte alla seduta gli assessori Tempesta Lorenzo, CrespiniMaria Francesca, Marcucci Gian Luca, Muci Maria Clara.

Hanno giustificato la loro assenza ngli assessori Pretelli e Spalacci.

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Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Mi hanno comunicatol’impossibilità ad essere presenti a questa sedu-ta del Consiglio comunale l’assessore Pretelli el’assessore Spalacci, che mi ha autorizzato an-che di dire che l’assenza è dovuta a motivi disalute. Gli facciamo i migliori auguri di prontaguarigione.

Mi hanno comunicato altresì l’impossi-bilità ad essere presenti a questa seduta i consi-glieri De Angeli e Scaramucci, che mi haesternato il suo dispiacere a non essere presen-te, in quanto si era adoperato per organizzare laseduta con la presenza dei rappresentanti deglistudenti dell’Università di Urbino.

Quella odierna è una seduta particolare acui sono invitati in audizione, quindi daranno illoro contributo ai lavori del Consiglio comuna-le i rappresentanti degli studenti dell’Universi-tà degli studi di Urbino Carlo Bo e gli studentiAntonio Astolfi e Mariano Marano. Li invito aprendere posto alla destra del Sindaco, neltavolo della Giunta.

Comunico altresì la presentazione di dueordini del giorno da parte del capogruppo Libe-ri per Cambiare Maurizio Gambini, che sono invia di distribuzione.

Commento sulla elezione del nuovo Pontefice.

PRESIDENTE. Nei giorni scorsi è statoeletto il nuovo Pontefice. Ha veramente colpitoe stupito lo stile di Papa Bergoglio. Non solo hacolpito l’elezione, per la prima volta, di ungesuita, addirittura un americano, ma il suorelazionarsi da vescovo di Roma quasi da parro-co, e particolarmente significativo il nome scel-to, Francesco. La dice lunga nel voler proseguireun percorso di Chiesa povera e guardando aipoveri. Speriamo che quel suo appello a unaChiesa povera e per i poveri, che già esiste intanta parte del mondo, si realizzi nei sacri palaz-zi, con meno politica e finanza, più fede e piùcarità. Le parole pronunciate in occasione dellasua intronizzazione ci portano ad ulteriore rifles-sione e segno di speranza. Infatti ha detto “Nondobbiamo avere paura della bontà e della tene-rezza”. E ancora: “Il vero potere è il servizio.Bisogna custodire la gente, avere cura dei bam-bini e dei vecchi, di coloro che sono più fragili eche spesso sono nella periferia del nostro cuore.

Significativo l’appello rivolto ai respon-sabili delle nazioni perché siano “custodi dellaCreazione e dell’ambiente”.

Certo di interpretare i sentimenti fondantidella nostra comunità, chiedo a tutti i presenti, in

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piena libertà, di esprimere fraterni auguri al nuovoPontefice con un applauso.

(Applausi)

Commemorazione

PRESIDENTE. Approfitto di questa pri-ma seduta del Consiglio comunale dopo un eventodi lutto, per procedere alla commemorazione diDino Tiberi, scomparso il 7 marzo. Spiegherò chiera Dino Tiberi, come prima cosa è stato per piùvolte componente del Consiglio comunale diUrbino.

Proprio questo pomeriggio si tiene la primaseduta del Consiglio comunale dopo la scomparsadi Dino Tiberi. Certo di interpretare i sentimenti deicolleghi e di tutti i presenti, propongo un momentodi riflessione per ricordarlo.

Dino Tiberi, già presidente della Giuntaregionale delle Marche, più volte componente delConsiglio comunale della nostra città, politico eamministratore dalle grandi doti umane, rigoremorale e competenza. Dino Tiberi, usando le paro-le del Sindaco Franco Corbucci, è stato uno degliuomini che hanno caratterizzato la vita politicadella nostra città e del territorio nel dopoguerra.Faceva parte di una generazione che aveva speri-mentato direttamente quanto fosse dura la vita nellenostre campagne. Con Dino Tiberi scompare unpersonaggio mite e operoso. Impegnato nella De-mocrazia Cristiana, ha preso parte alla dialetticapolitica escludendo ogni settarismo, sempre ope-rando con spirito positivo e finalizzato all’armonia.Nei vari momenti è stato uomo del dialogo. Presi-dente della società sportiva, attivo e partecipe ditante associazioni cittadine, sempre impegnato eattento alle vicende di Urbino e del territorio.

Per questo rinnoviamo ai familiari senti-menti di vivo cordoglio e sincera vicinanza.

Invito tutti i presenti in sala ad alzarsi per unmomento di silenzio e riflessione.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)

Interrogazioni ed interpellanze

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 1: Interrogazioni ed interpellanze. La

prima interrogazione è presentata dal consi-gliere Bonelli, che ha la parola per illustrarla.

ALFREDO BONELLI. Saluto il Sindaco, ilPresidente, la Giunta, i colleghi consiglieri.

Questa interrogazione deriva da una ri-chiesta dei cittadini per quanto riguarda lepanchine presenti al terminal bus, che sonopresenti ma non sono presenti, perché ce n’èuna sola.

Leggo, perché se c’è la ripresa televisiva,non mette in evidenza il contenuto dell’interro-gazione.

“Premesso che:· Sono pervenute lamentele di alcuni cit-

tadini che hanno fatto notare come allafermata Bus di Borgo Mercatale di fat-to non vi sono panchine (una sola nel-l’aiuola davanti);

· Nella stessa lamentela è stato fatto pre-sente che invece nell’ex campo bocceve ne sono sei in pratica inutilizzate;

· Da un sopralluogo effettuato è statoappurato dal sottoscritto che effettiva-mente esiste solo una panchina di fron-te alla pensilina del Terminal.

Considerato che:· E’ indecoroso vedere per il succitato

motivo che chi aspetta i mezzi pubblicinon avendo dove sedersi debba andaresui gradini della scalinata che scendeal parcheggio interrato, neanche moltodecente.

· La gestione dell’area del parcheggio èdemandata a Urbino Servizi, che i tra-sporti sono stati assegnati ad AMI SpAe il decoro della città spetta all’Ammi-nistrazione.

· Spesso è insufficiente la pulizia sotto lapensilina, che avrebbe bisogno di mag-gior attenzione.

· L’esistenza di sette panchine sullostradello pedonale, recentemente rea-lizzato, è eccessiva visto che non sonoutilizzate e che ne potrebbero esserespostate almeno quattro nell’area del-la pensilina, due all’interno della stes-sa e due tra i due pilastri sotto la coper-tura.

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· Questa è una precisa mancanza di at-tenzione a questi aspetti minori ma si-gnificativi della città.

Tutto ciò premesso e considerato, SI CHIEDEche siano forniti i seguenti chiarimenti.

1. Per quale motivazione non è stato pen-sato prima di effettuare questi lavori inpratica a costo zero con il personale delComune, che dovrebbe essere impiega-to in queste attività?

2. Chi controlla queste situazioni di disa-gio presenti nel nostro territorio benvisibili?

3. Il Laboratorio di progettazione Comu-nale non potrebbe occuparsi di questepiccole cose, sempre a costo zero?

4. Quanto tempo ora occorrerà per attua-re questa inezia di lavoro?”

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindacoper la risposta.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Il proble-ma è che non ci si ricorda mai come erano primale robe nel mondo. Ricordo gli articoli suldegrado, i campetti che c’erano là nel giocodelle bocce, tutto il resto, un luogo per quantoarrivavano le gite, per trovare un posto dovemettere anche i ragazzi che arrivavano. Il pre-ma è da comprendersi. Immaginate che quelloè il luogo più interessante, di fronte alla facciatapiù bella del Rinascimento italiano, che è lafacciata delle Vigne, che parte dal basso finoall’alto. Tra l’altro, se leggete un bel vino diVolponi, lo descrive proprio come un luogo cheriflette l’idea rinascimentale. Quindi penso chese lì abbiamo fatto un lavoro di ripulitura eposto anche delle panchine che possono e deb-bono dare anche, nei mesi di aprile e di maggio,d’estate, ricovero anche ai ragazzi che vengo-no, che si fermano le gite e quant’altro, pensoche sia stato fatto un buon lavoro. Invece è darilevare che forse, nella piazzetta dove salgonoi pullman, dove la gente prende le corriere,trovare il modo di mettere qualche altra panchi-na può essere giusto. Dalle informazioni che hoio, a breve la stessa Ami Trasporti provvederàa mettere delle panchine ulteriori, proprio perfacilitare la sosta delle persone che attendono ibus. Chi controlla, chi guarda? Noi abbiamo un

Corpo di vigili urbani che dovrebbero essere iprimi ad avvisare tutti i giorni rispetto allequestioni di arredo e di decoro della città, peròricordate com’era Borgo Mercatale prima, quan-do c’erano le pompe della benzina, quandoabbiamo fatto anche questi lavori di ridisegnarei marciapiedi, i bagni? Ricordate com’erano ibagni? Erano qualcosa di incredibile. Secondome, oggi quel luogo è stato in qualche modomigliorato, e di molto, rispetto al passato. Poi,se lei vuol dire anche qualcosa in più, dalmomento che ha visto queste cose, però dicoche questa è la storia. Per quanto riguarda ilposizionamento di altre panchine, a breve cisarà.

PRESIDENTE. Ha la parola, per unaprecisazione, l’assessore Crespini.

MARIA FRANCESCA CRESPINI. Ringrazioil consigliere per avermi dato l’opportunità didire che quello è un luogo sensibile che saràanche segnalato con la segnaletica turistica enon è ancora terminato il lavoro, perché quelloè il primo stralcio famoso del lavoro delleVigne, per cui quella verrà segnalata come areadi sosta, con un itinerario che continua finoall’aula didattica “Bella Gerit”, per cui già dellescuole si sono prenotate, faremo dei laboratorie quello sarà un punto alternativo al CollegioRaffaello, con i saloni della Società del Soldocon cui abbiamo fatto un accordo per ospitare legite in caso di pioggia. Sarà un’alternativa. Nona caso le panchine che sono state messe sonoproprio senza schienale perché servono anchecome tavolo, quindi è proprio una zona di sostae ristoro e lì non è ancora terminato, perché ineffetti c’è ancora confusione, ci saranno delleringhiere, delle illuminazioni, come da proget-to approvato dalla soprintendenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli per dichiararsi soddisfatto o meno.

ALFREDO BONELLI. La soddisfazione èparziale, nel senso che non si può dire quelloche è stato fatto, perché quello che è stato fattoè un obbligo. Quello che bisogna vedere èun’altra cosa, cioè un’amministrazione è obbli-gata a fare le cose, non è che se fa qualcosa ha

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fatto qualcosa di eccezionale. No, è un obbligoistituzionale, lo deve fare. Le cose sono cam-biate. Lo dice anche mio figlio: “Tu sei vec-chio”. Oggi bisogna pensare ai tempi di oggi.Oggi la situazione è quella. Probabilmente lesei panchine che sono lì non saranno sufficientiper le gite e comunque la parte relativa allapensilina non è dotata dei sedili, quindi lagente, anche anziana, è costretta a stare in piedi.Mi fa piacere che ci mettiate le mani, però nonpuò essere una scusa il fatto che avete fatto altrecose, non è accettabile. Visto che si è parlato deibagni pubblici, ripeto e dico per l’ennesimavolta che la situazione dei bagni pubblici è unadelle più vergognose che esista in Italia. Nonc’è pulizia. Andateci negli orari di punta: io hogirato, credetemi non li ho mai visti così, nean-che a Napoli al tempo dell’immondizia.

PRESIDENTE. Interrogazione sempredel consigliere Bonelli sul piano trasporti eparcheggi per Urbino capitale culturale. Ha laparola il consigliere Bonelli per illustrarla.

(Si riporta il testo integrale dell’interrogazio-ne presentata dal consigliere Bonelli):

“Premesso che:· Giorni or sono apparsi vari articoli sui

media inerenti la candidatura di Urbinoquale Capitale della cultura e sull’ar-gomento sono intervenuti vari soggettipolitici e non per sostenere questa gran-de opportunità che ci farà ulteriormen-te conoscere nel Mondo e che condivi-do pienamente, però per la nostra cittànon sarà solo un fatto culturale, madiverrà anche logistico.

· Negli articoli sono stati citati atti oscelte che vari Enti e/o Istituzioni pro-pongono e dicono per risolvere alcuniproblemi della città in vista della can-didatura.

· Tra questi problemi è apparso ovvia-mente anche quello del collegamentodella città con il resto del Mondo, che èbasilare affinché Urbino sia raggiun-gibile.

Considerato che:· E’ molto importante la candidatura di

Urbino, ma mi preoccupa perché sem-bra che il problema logistico sia soloquello dei collegamenti e da quantoletto sembrerebbe che solo qualchecorsa in più avrebbe risolto il problemadei collegamenti con Urbino.

· Esperti di mostre hanno precisato cheper Urbino un grosso problema è lamancanza della ferrovia, di cui biso-gna chiedere all’ex Sindaco Londeiperché allora non si oppose con ladovuta energia, come invece fecero glialtri sindaci marchigiani. E poi la man-canza di un’adeguata area di sostacamper, che da tempo hanno tutte lecittà culturali, anche le più piccole?

· Le affermazioni, come quella sopra,per chi ha una visione del turismo di-versa di quella della attuale Giunta,forse per esperienza anche più ampia,preoccupano molto essendo un segnaleche non hanno ben presente cosa signi-fichi all’atto pratico una città Capitaledella Cultura, che ovviamente porterànella città uomini di cultura, turisti ecuriosi. Sembrerebbe invece più chealtro propaganda.

· A mio parere, Urbino non è ancora ingrado di accogliere nel suo comune piùdi un certo numero di persone, forse perprecedenti scelte che vietarono la rea-lizzazione di strutture turistiche ade-guate e non permisero condizioni chefavorissero la permanenza dei turisti incittà.

· Non sono a conoscenza di piani o pro-getti che vadano a valutare ed a pro-porre che tipo di afflussi turistici sonoprevisti o possano svilupparsi per unacittà Capitale della Cultura. Però, se-condo il piano strategico non si vuoleturismo di massa, allora cosa voglio-no?

Tutto ciò premesso e considerato, SI CHIEDEche siano forniti i seguenti chiarimenti.

5. Come sta procedendo l’iter per la scel-ta della Capitale Culturale per Urbino?

6. Nell’opportunità che Urbino divengaCapitale Culturale si è iniziato a valu-tare cosa comporterà il tutto per lacittà?

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Ci si rende conto che il 2019 non è poi cosìlontano e che bisogna già programmare cosanecessiterebbe e quali investimenti attuare stan-te la situazione di crisi economica in atto?”

ALFREDO BONELLI. Questa interroga-zione è nata da due articoli che sono apparsi suigiornali. Non vorrei che “Urbino capitale” fos-se usato solo a scopi propagandistici e non reali.Il piano trasporti sappiamo che è diverso daquello che è stato scritto negli articoli. Che unalinea Urbino-Reggio Calabria risolva il proble-ma e che porti 16 persone, quindi sopporti lespese, non sono del tutto d’accordo, tant’è chechiederò il piano economico di quella linea,perché sono convinto che, come quella di Roma,probabilmente è deficitaria. Se poi non ha icontributi nazionali, ancora peggio, come usci-to in un altro articolo successivo.

Ho anche la preoccupazione che quandoci sarà “Urbino capitale”, se riusciremo adottenere questo titolo — speriamo, ma la situa-zione è abbastanza difficile, perché di Urbinocapitale dovrebbero far parte altre cose che aUrbino non ci sono — ho anche timore che unaserie di strutture non siano presenti e che quindiUrbino non sia pronta, oltre al concetto dellacultura in sé e per sé, che comunque Urbinodetiene grazie al Duca Federico, quindi già daallora, perché non abbiamo strutture di alcungenere in grado di recepire — o per lo meno nonsono sufficienti — eventuali situazioni turisti-che che dovessero raggiungere la città. Bastipensare che io spesso organizzo raduni perandare a vistare mostre in giro per l’Italia e unasoprintendente mi disse “Urinino ha un piccolohandicap: non ci arriva la ferrovia”. Sappiamobenissimo che la ferrovia fu tolta dall’alloraSindaco che ora è presidente dell’Ami. Perquale motivo non voglio indagare, comunquefu lui che non si oppose.

Tutto ciò premesso e considerato si chie-de che si forniscano i seguenti chiarimenti:come sta procedendo l’iter per la scelta dellacapitale culturale? Dobbiamo essere informati,visto che tra l’altro non ci dite niente. Poi:nell’opportunità che Urbino divenga capitaleculturale, si è iniziato a valutare cosa compor-terà il tutto per la città? Ci si rende conto che il2019 non è poi così lontano e che bisogna

programmare cosa necessiterebbe, quindi in-vestimenti da attuare, stante la situazione dellacrisi in atto?

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindacoper la risposta.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Come sa,consigliere Bonelli, questo grande onore dipartecipare a questo bando di “Capitale euro-pea della cultura 2019”, ci è venuto dalla Re-gione Marche. Come tutte le Regioni, hannotitolo per chiedere che un territorio, una cittàpossano aspirare a questo ruolo. E’ chiaro chequesto comporta — e ringrazio ancora il presi-dente Spacca e la Regione Marche tutta —oneri e onori, più oneri che onori, forse, però èchiaro che per una città, pur di rilievo enormecome quella di Urbino, sul piano culturale e perle risorse e la qualità del territorio, c’è unproblema anche di risorse territoriali. Io dissi:si sono poste questo problema Ravenna, Ferrara,Venezia di avere dietro la Regione e i territori,quindi immaginate. E’ chiaro allora che il di-scorso che ci è stato fatto dalla Regione è stato“Ci faremo carico noi di produrre elaborati”,perché non è soltanto un fatto di costruirequalcosa ma di produrre anche idee, una pro-grammazione. Ci hanno detto “Cosa avete voidi importante?”. Noi abbiamo due carte grosse:il piano di gestione del sito Unesco che è unobbligo e con gli stessi soldi, più o meno,abbiamo elaborato un qualcosa di analogo cheè il piano strategico. Sono due elementi che cipotrebbero dare qualche idea e qualche propo-sta progettuale per dire che città siamo e dovevogliamo andare.

Insieme a questo noi abbiamo anche con-cepito in questi anni, un’idea di infrastrutture,perché la città deve avere infrastrutture. Eccocos’è Santa Lucia, ecco cos’è la mobilità. Nonè soltanto se arrivi o meno la ferrovia, perchéche la ferrovia non arrivi a Urbino, oggi è undato di fatto. E’ chiaro che nella progettualità eanche in quello che è stato il lavoro espressodalla cittadinanza, dal basso, nel piano di ge-stione, c’è anche questo: la possibilità di creareun percorso, un’alternativa alla viabilità anchesu ferrovia. C’è anche l’idea di immaginare uncollegamento che possa andare da qualche par-

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te, che possa riunirsi nella strada per Roma.Però è chiaro che lì potremo ragionare più suuna progettualità che su un dato di fatto. Pensoche un ruolo importante ed una progettazioneavanzata sarà la Fano-Grosseto. Per quella c’èuna progettazione e da quello che so io, oggi c’èanche la possibilità, attraverso un procedimen-to particolare, di arrivare a una futura realizza-zione, ma è chiaro che siamo nell’ambito dellaprogettualità. Mentre per quanto riguarda lacittà, le strutture e le infrastrutture che stiamocostruendo diventano delle basi fondamentaliinsieme a un bel progetto che finalmente vedoanche in un ordine del giorno che ancora non holetto bene, ma mi si dice che il Mercatalepotrebbe essere un luogo dove fare eventi, esono d’accordo. Tanto è vero che la scelta diSanta Lucia fu questa: spostare quella massa diauto, ma soprattutto di corriere, in un altroluogo per ritornare a definire meglio, con unprogetto ed un bando anche progettuale, dove sipossano invitare tutti i più grandi architetti aprogettare, a dare un’idea forte rispetto all’uti-lizzo futuro, nel momento in cui ci sarà lapossibilità, di Borgo Mercatale. Detto questo viposso anche dire che il comitato promotore chela Regione Marche ha individuato è guidato daJacques Lang. Sapete tutti che Jacques Lang èstato ministro della cultura francese, è un per-sonaggio, soprattutto un uomo che è dentro laCommissione europea, quindi è chiaro che que-sto percorso del 2019, al di là dei risultati, è giàper noi, da oggi, un qualcosa da poter spendere.Jacques Lang e i suoi collaboratori, con i sup-porti della Regione Marche, del Comune diUrbino, dell’Università degli studi, sta lavo-rando per creare anche una rete di personaggiche ci possono dare una mano a livello italiano,perché se tu metti insieme anche una serie disponsor, di risorse umane, anche questo è unfatto di grande importanza. Una città che si vuolproporre candidata per il 2019, deve ancheavere dei legami, dei supporti con le altre realtàeuropee. Qui è molto interessante quello che fala Regione, che seta individuando dei poli re-gionali che possano caratterizzare significati-vamente la candidatura di Urbino e le Marche.Quindi stiamo ragionando anche dellacostituenda macroregione Adriatico Ionica, chesapete è un qualcosa che sta portando avanti la

Regione Marche. A breve Jacques Lang ritor-nerà ad Urbino per prendere in mano alcuni diquesti argomenti, alcuni di questi elaborati perfarne un elemento importante per rispondere albando.

Noi stiamo creando un gruppo di lavorodove la Commissione cultura e turismo, nellapersona anche del presidente sta seguendo que-sti contatti con la Regione Marche che ha già ungruppo di lavoro di persone che stanno lavoran-do attorno a questa iniziativa e soprattutto laRegione Marche ha già affidato a un’aziendaspecializzata la realizzazione del logo e del sitodedicato a Urbino 2019. In tempi brevissimi ilsito sarà on-line. Poi metterà a disposizione ungruppo che si occuperà di curare continuamen-te la comunicazione e il rapporto con i giornalie tutti i media.

Questo è quello che stiamo facendo edovviamente siamo a stretto contatto, per quelloche dicevo prima, con la Regione Marche,proprio perché portare avanti un disegno cosìgrande per un luogo sicuramente magnifico ebello come Urbino, necessita di muovere ancheforze e risorse regionali. Così come, peraltro,stanno facendo molte altre realtà anche piùgrandi di noi.

Questo è, alla data di oggi, tutto ciò chesta muovendo e quello che stiamo facendo. LaFano-Grosseto, il nodo di scambio di SantaLucia, la valorizzazione progettuale di BorgoMercatale e i collegamenti di pullman chediceva lei prima, non so economicamente comesia messa la cosa, però certamente il problemadei collegamenti e della viabilità è uno deglielementi che, come diceva lei, è importante,quindi è bene comunque progettarli e poterlirealizzare.

Vorrei soltanto dire che secondo me laferrovia l’ha chiusa un ministro che quellavolta tagliò due pezzi in tutta Italia e uno fuUrbino. E’ chiaro che fu un grande errore,anche se la verità, purtroppo, è che la ferroviaPesaro-Urbino non poteva compiere il percor-so in un’ora e oltre, forse doveva andare ancheda qualche altra parte, forse quella volta biso-gnava riuscire a dire Pesaro-Urbino e forse daqualche altra parte, continuare, perché altri-menti un ramo così... Quindi, Bonelli, chiari escuri questa è la situazione.

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(Entra il consigliere Guidi:presenti n. 17)

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli per dichiararsi soddisfatto o meno.

ALFREDO BONELLI. Prendo atto di quel-lo che ha detto il Sindaco. Ho l’impressione chesiano ancora parole. Il piano per l’Unesco pen-so che sia finito ma non ne ho notizia. Del pianostrategico neanche se ne parla e doveva esserefinito l’anno scorso. Però dissento su alcunecose. Una è Santa Lucia. Santa Lucia per questafinalità non ha nessun valore. L’ho detto tantevolte: se andiamo a fare il conto dei posti che cisono, ne avremo guadagnati 50, 100. Se vuolele faccio il conto ma non è questo il momento,glielo farò un’altra volta. Santa Lucia è stato ilpiù grosso errore dell’Amministrazione. (In-terruzione). Tutti chi? Io non c’ero. E in cam-pagna elettorale l’ho detto: evitate questi di-scorsi, quelli sono soldi buttati.

Sul discorso della ferrovia, è vero che ildecreto l’ha fatto il ministro, ma la differenza èche in molte altre parti — questo lo so concertezza, perché parlando con i funzionari dellapolizia mi hanno anche preso in giro, e mi hadato fastidio — i politici protestano. Mi hannodetto “Com’è che i politici di Urbino non pro-testano? Protestano tutti”. Andiamo a vederepoi l’assegnazione delle linee su gomma.

La situazione di Urbino per i collega-menti è disastrata, quindi non c’è più tempo,non ci sono i soldi. Se non c’è il project financingper la Fano-Grosseto, se troviamo qualche cri-stiano, come quella società svizzera che laporterà avanti, forse riusciamo a fare qualcosa,ma non arriveremo per il 2019. Quindi, sostan-zialmente, siamo un’altra volta impreparati alla“Città della cultura”. Poi dobbiamo combatterecontro Ravenna, contro Venezia, per cui non soneanche se andrà in porto. Comunque mi fapiacere che mi ha informato di tutto e potevainformarci anche diversamente, senza bisognoche facessi l’interrogazione, però le dico cheancora, per me, non ci sono le idee chiare.

PRESIDENTE. Interrogazione n. 3 delconsigliere Bonelli sull’andamento dell’ospe-dale di Urbino e chiarimenti sui disservizi.

Ha la parola, per illustrarla, il consigliereBonelli.

(Si riporta il testo integrale dell’interrogazio-ne presentata dal consigliere Bonelli):

“Premesso che:· Sono pervenute lamentele di alcuni cit-

tadini che hanno fatto notare che leprenotazioni per prestazioniospedaliere risultano molto lunghe neltempo.

· Alcuni cittadini che hanno diritto al-l’esenzione dal ticket si vedono fissareappuntamenti protratti oltre ogni limi-te e talora vengono invitati a pagare ilticket per ridurre i tempi di attesa, sen-za tralasciare che le prestazioni a pa-gamento hanno tempi di pochissimigiorni.

· Sui media sono apparse segnalazionidei sindacati che evidenziano in alcuneunità operative un superlavoro dei sa-nitari con turni massacranti che arri-vano fino a 48 ore, ciò che oltre adessere illegale , è anche lesivo dellasalute dei cittadini , data l’inevitabileripercussione sulla qualità del servizio.

· La situazione all’interno dell’ospedaleè critica, specie in alcuni reparti , per lapresenza di contrasti tra gli operatoried il management dell’Ospedale e dellaSanità Regionale.

Considerato che:· Lei Sindaco recentemente è stato nomi-

nato Presidente della Conferenza deiSindaci dell’Area Vasta 1, per cui do-vrebbe tutelare gli interessi dei cittadi-ni di tutta la provincia come dispostonell’art. 6 della LR n° 28/6/94 n. 22, cherecita

Conferenza dei sindaci1. Al fine di corrispondere alle esigenzesanitarie della popolazione, in ogni USLviene costituita la conferenza dei sin-daci dei comuni compresi all’internodella USL la quale provvede alla defi-nizione, nell’ambito della programma-zione regionale, delle linee di indirizzo

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per l’impostazione programmatica del-l’attività, esamina il bilancio di previ-sione e il conto consuntivo e rimettealla Regione le relative osservazioni,verifica l’andamento generale dell’at-tività e contribuisce alla definizione deipiani programmatici trasmettendo leproprie valutazioni e proposte al legalerappresentante della USL ed alla Re-gione.

· Per i fatti citati in premessa, appare chequesta garanzia non sia attuata.

Tutto ciò premesso e considerato, SI CHIEDEche siano forniti i seguenti chiarimenti.

1.Lei è a conoscenza di quanto lamentatodai cittadini?2.Quali provvedimenti e indicazioni ha for-nito alla Direzione dell’Area Vasta?3.Ritiene che questa situazione possa esse-re risolta nell’interesse dei cittadini?4.Come pensa di intervenire per far cessa-re le discriminazioni già citate sui tempi diattesa ed evitare un progressivo e pericolo-so scadimento dell’ offerta sanitaria?”

ALFREDO BONELLI. Ne do lettura, per-ché è importante.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la ri-sposta, il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Caro con-sigliere Bonelli, se io potessi rispondere a comeeliminare le liste d’attesa in Italia e nel mondosarei Premio Nobel della medicina, ma non cipenso più a questo, ho mire più basse nella miavita, mi accontenterei di ritornare, quando saràora, a fare il farmacista. (Interruzione). No, no,sono un uomo modernissimo, perché i grillinipongono, come questione, massimo dieci anni,e hanno ragione, spirito di servizio come dicevaPapa Francesco, servizio e non mestiere. Sonomodernissimo. Anzi, ho detto due nomi, chebasta e avanza, però le debbo dire una cosa,consigliere Bonelli. Lei ha ragione quando ponele preoccupazioni per la sanità urbinate, ma lalegge cui fa riferimento lei, la 22 del 1994, nonc’è più purtroppo, perché è stata superata dalleleggi 13 e 17, 2003 e 2011. (interruzione). No,dopo leggo e le do la legge. Stia a sentire.

Nella legge che cita lei, noi approvavamoe davamo il parere sui bilanci, addirittura suiprevisionali e consuntivi. Questo ormai nonesiste più da 8-10 anni. La stessa Usl che nonesiste più, ma c’erano le zone, non aveva piùpotestà giuridica, per cui i bilanci oggi sonodell’Asur regionale, vanno solo a chiedere ibudget. Le volevo dire che i compiti dell’aravasta sono questi. Però noi dei compiti li abbia-mo. Sono: “Presso ciascuna area vasta è istitu-ita la Conferenza di area vasta. E’ costituita daisindaci o dagli assessori delegati dai sindaci. LaConferenza esercita funzioni propositive econsultive relative al livello di area vasta” e inparticolare deve esprimere un parere, obbliga-torio ma non vincolante, sui piani di area vasta.Questo è il compito. Mentre prima, quandoc’erano le Usl, in effetti si entrava nel meritodella gestione, perché andando a dare un pareresui previsionali e sui consuntivi, è chiaro cheentravi. Però per un sindaco di una città, al di làdell’area vasta o meno, conoscere e sapere se cisono problematiche, quindi rapportarsi con ladirigenza è un fatto importante e dovuto. Que-sto aspetto implicava anche una responsabilitàdiversa nei confronti del Consiglio comunale,se andavo a mettere mano ai bilanci. Questonon è più e no esiste. Nella regione Marche ilbilancio è regionale. Però, detto questo, misono informato su quello che ha detto lei. Ilproblema delle liste di attesa, che sono lunghee dipendono dalle varie specialità, esiste. Misono fatto dare per esempio, all’ospedale diUrbino lo spazio per una Tac, per un Rmn, unecoaddome, una visita cardiologia, viaggianosui 3-4 mesi, dipende dalla tipologia. Il proble-ma è diverso se si prende in considerazione unavisita chirurgica, che già mi danno alla fine delmese. La verità però è che tutti gli ammalationcologici, quelli gravi, hanno dei pass prefe-renziali, inoltre tutto ciò che avviene in urgenza— il medico, attraverso i pronto intervento omeno segnala l’urgenza — ha ovviamente unaltro iter. Anch’io sono di quelli che da certipunti di vista sono convinto che i medici, facen-do cento le azioni che fanno in regime didipendente ospedaliero, oppure in extra moenia,se è 100 la prestazione che devono fare dentro,non ne possono fare più di 100 fuori. Quindiquesto equilibrio c’è. Perché molti dicono “Den-

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tro è difficile, fuori no”. Comunque, la percen-tuale di attività deve essere analoga.

Dopo c’era tutto il problema dei ticket equi mi sono fatto dare alcuni elementi anche daldirettore sanitario, il quale mi diceva che l’es-sere o non essere esentati dalla contribuzionedella spesa è una caratteristica che la leggeprevede in base a reddito, età, patologia e chenulla ha in merito all’essere assoggettati a unalista d’attesa, quella è una cosa che non c’entracon la lista di attesa. Se ci si riferisce alleprestazioni in regime di libera professioneintramuraria, queste sono ammesse e discipli-nate dalla normativa. Bisogna porre però atten-zione al fatto che sono comunque erogate se-condo principi di equivalenza, cioè ne possonofare tot all’interno e non più di tot all’esterno.

Turni massacranti: mi si dice che non cisono turni come sono stati evidenziati da que-sto unto di vista, e anche io non ero a conoscen-za di questo rilievo. Che ci siano dei turnipesanti sì. Le attuali dotazioni organiche assi-curano una turnazione coerente con le normedel settore inerenti la sanità, sia per il personalemedico che non medico. Sono sempre assicura-ti i riposi dopo la guardia o il turno notturno,così come le ferie. Anche se in casi sporadici, sipossono verificare in qualche settore alcuniorari aggiuntivi, anche dovuti a malattie impre-viste, improvvise, per dare delle sostituzioniimmediate. L’aumento della dotazione organi-ca in alcuni settori, come quello dell’emergen-za, ha addirittura consentito, nel 2013, l’attiva-zione della doppia guardia dei medici anestesi-sti, per esempi la guardia medica pediatricanelle 24 ore. I contrasti interni: se non ci sonorilievi concreti, non è neanche facile capire finoa che punto le segnalazioni possono essereattendibili, comunque, come in tutti i sistemicomplessi c’è qualche possibilità di un climache non sia idilliaco, però mi si dice anche cheè tutta una questione abbastanza sotto controlloe non ci sono problemi particolari. Questo,ovviamente, tenendo conto che questa è lagestione di un ospedale, una struttura oggetti-vamente complessa, dove anche questioni pos-sono essere particolari.

Avete letto ultimamente che l’ospedaledi Urbino alla data di oggi potrebbe avereaddirittura più di 40 posti letto in più rispetto

alla riorganizzazione territoriale. (Interruzio-ne). Non so cosa dirle: c’era scritto anche suigiornali. E’ di tutta evidenza che se si tolgonoposti negli ospedali di polo non sono contento,però è chiaro che alla fine chi diventerà riferi-mento per l’acuto nel nostro territorio, chi sarà,secondo voi, dato che alle spalle di Urbino cisono 35-40 chilometri? E tu sai che per avereuna prestazione da acuto deve avere 20 minutiper arrivare. E’ chiaro che il ruolo di Urbinosull’acuto, sull’ospedale di riferimento è og-gettivo, è nei fatti. Dopo, gli ospedali e tutto ilmondo li fanno anche gli uomini e quindi èchiaro che in tutti i luoghi ci sono criticità, inalcuni meno, in altri più. Però, stando a quelleche a tutt’oggi sono le mie informazioni, nonc’è una situazione idilliaca, però non c’è nem-meno una situazione di grossa preoccupazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli per dichiararsi soddisfatto o meno.

ALFREDO BONELLI. Prendo atto di quel-lo che lei mi ha detto, però di fatto purtroppo iproblemi rimangono e anche se questo è unvecchio articolo, la sostanza è che credo cheun’amministrazione o comunque un ente che faparte di una certa struttura, possa influire inmodo considerevole, perché d’altra parte i diri-genti vengono nominati dalla parte politica.(Interruzione). Lasciamo perdere... I posti as-segnati ai primari di Urbino io li ho saputi tremesi prima di assegnarli. Siccome avevano giàscelto prima, tra le domande pervenute... La-sciamo perdere, perché questa è una questioneche spero finisca.

Non sono soddisfatto della situazioneattuale. Che il Sindaco mi abbia spiegato sonopienamente d’accordo. Sono più che convintoche una forza che con determinazione vada adinsistere sull’Asur, ottiene qualche risultato. Senon si va con determinazione, non si ottiene.Circa i posti che ci sono stati assegnati, se unova a esaminare il piano di area vasta fattodall’Asur, si rende immediatamente conto cheUrbino era già carente di posti, perché avevauna percentuale di assegnazione di gran lungainferiore a quella che Monti aveva cambiatol’anno scorso. Le posso portare le tabelle. Quin-di, nell’ambito di Urbino non è che... A Urbino

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ne hanno dati così, ma li hanno tolti dagli altriospedali, non hanno fatto aggiunta di altri posti.Se andiamo a vedere i risultati, vedremo chenon è cambiato molto. Quindi chiedo che que-sta situazione venga messa sotto stretta osser-vazione dell’Amministrazione, perché lo statevedendo sui giornali e il discorso delle 48 ore èproprio della situazione dell’emergenza: sonoloro usciti per primi con un articolo. Quindi lasituazione è seria, Sindaco. Sarà seria anche alivello nazionale, nessuno lo mette in dubbio,però la situazione è seria. Bisogna che l’areavasta si metta in testa di fare le cose che devonoessere fatte. Gliel’hanno detto tutti, ormai, aMezzolani, quindi non so cos’altro dobbiamodire.

PRESIDENTE. Interrogazione n. 4. Hala parola, per illustrala, il consigliere Ciampi.

(Si riporta il testo integrale dell’interrogazio-ne presentata dai consiglieri Ciampi e Bonelli):

“PUNTO 1Considerato che— presso il Cimitero Monumentale di S.

Bernardino — 1° lotto del Mausoleo cen-trale sono state segnalate situazioni didegrado e pericolo con caduta di lapidi eparametri murari da un blocco di loculi (n.256 di posti in cinque file) in pessimecondizioni, sia statiche che igienico-sani-tarie”;

— il verbale redatto dal personale di AsurMarche Area Vasta 1 a seguito disopralluogo testualmente recita “...la mag-gior parte dei loculi del lotto si presenta inprecarie condizioni di manutenzione e inalcuni di essi si sono evidenziate crepe chedeterminano infiltrazioni di acqua conconseguente perdita di impermeabilità ailiquidi e ai gas degli stessi, risulta inoltrecompromesso e per quanto visivamenteaccettabile la staticità di gran parte dellotto...”

— in seguito ad ulteriore sopralluogo delpersonale dell’ufficio ,tecnico si è riscon-trato un notevole aggravamento della si-tuazione che ha indotto l’Amministrazionead emettere l’ordinanza sindacale n. 5 del

14.2.2012 di transennare lo spazio anti-stante il primo lotto del Mausoleo Centra-le e con conseguente divieto di accesso achiunque nell’area potenzialmente a ri-schio, e con l’ordine al responsabile deiservizi cimiteriali della ditta ItalcappaCooperativa sociale a non effettuare ope-razioni di tumulazione in tale blocco diloculi;

— già con determinazione n. 19 del12.10.2012 Settore lavori pubblici fu datoincarico esterno per l’individuazione esattadegli assegnatari e/o possessori (familiarie/o eredi al fine di adottare opportuniprovvedimenti (ingenti lavori di straordi-naria manutenzione e/o demolizione e ri-costruzione);

PUNTO 2la situazione di precarietà generale del cimite-ro a causa della mancata manutenzione straor-dinaria e ordinaria è sottolineata da molticittadini: l’insieme delle piante, anche a causadella nevicata del febbraio 2012, necessita diinterventi urgenti, molti chiedono l’abbatti-mento di alberi adiacenti alle cappelle, ramicaduti e foglie ostruiscono l’accesso alle tom-be; le stradine sono malmesse e pericolose; sisostiene che anche la pulizia sia scarsa.SI CHIEDE DI CONOSCERE:— i risultati della convenzione per

l’individuazione dei possessori e/o fami-liari dei loculi;

— come l’Amministrazione intende risolverela situazione di eccessiva precarietà. Sievidenzia che oltre all’incolumità dei cit-tadini ci sono gravi aspetti igienico-sani-tari (cattivi odori, gas ecc.) che si manife-steranno in maniera accentuata con l’ar-rivo di stagioni calde;

— se ritiene di ricostruire il blocco perico-lante oppure visto il progetto di costruzio-ne di nuovi blocchi a Monte non ritieneopportuno di procedere alla demolizione ecostruzione di nuove cappelle formulandoun piano cimiteriale per l’interariqualificazione che comprenda tutti gliaspetti elencati;

— se viene fatta costantemente verifica dellaconvenzione con la cooperativa conmonitoraggio della situazione e comuni-

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cazione dei risultati al Consiglio comuna-le”.

LUCIA CIAMPI. Lei Sindaco, dice “Quantisostenitori a posteriori hanno i grillini”. I grillinihanno ragione. Lei dice “Non temo, perchétanto ritorno al mio lavoro”, perché è giusto cheognuno torni al proprio lavoro, e lei ce l’ha. Cel’avevo anch’io, ma molti del suo partito...

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Problemiloro.

LUCIA CIAMPI. Saranno di sicuro pro-blemi vostri, perché un’affermazione come lasua, “Io torno a fare il farmacista”... Ma tutti glialtri, a cominciare da onorevoli nonriconfermati?

Il cimitero. Lo stato del cimitero è noto atutti. E’ in una situazione che dico di verodegrado. Cominciamo dalla manutenzione or-dinaria, che forse è la più semplice: andare in ungiorno qualsiasi di pioggia e trovare le tombeallagate, piene di melma, è uno spettacolo sin-ceramente indecente per una città che si dichia-ra “Città dell’Unesco”. Trovare poi le stradineostruite da rami, foglie, acque non regimentate,penso che ci dovrebbe far vergognare tuttiquanti, anche perché, per una manutenzioneordinaria non credo che occorrano neanchetanti finanziamenti. Questi sono alcuni puntiche sollevo nella mia interrogazione. Quindi,se fate dei monitoraggi per quanto riguardal’attività della cooperativa e spero che ci diatei risultati, comunque credo che bisogna ancheavviare un’opera di manutenzione straordina-ria per quanto riguarda questi aspetti, a comin-ciare dalla regimentazione delle acque cheallagano tutto, che provocano nelle strade disotto smottamenti e frane, e lei come me sa chenei giorni scorsi c’è stato un grave incidenteche si è risolto per fortuna senza conseguenzegravissime, nella strada allagata che sta propriosotto il cimitero. Se ci chiederanno i danni nonso chi li pagherà. Certamente io non li vogliopagare, né come consigliere né come cittadino.Quindi, andiamo a vedere se questo stato eranoto e di chi è la responsabilità, perché è ora difinirla che sia sempre Pantalone a pagare.

Invece, per quanto riguarda l’altro aspet-

to di cui ho qui la piantina, cioè lo stato delmausoleo centrale, primo lotto, è una situazio-ne meno facile da risolvere, anche se, anche quic’è responsabilità diretta dell’Amministrazio-ne. Io non sono riuscita a trovare — eppureconservo tutto — segnalazioni di infiltrazionedi acqua già dieci anni fa, ma si è sempre fattofinta che non c’erano e non si è intervenuti,adesso basta vedere in che stato sono le tombe.

Non so quale soluzione troverete, di sicu-ro una soluzione bisogna trovarla, perché adaspetti di natura di sicurezza si sommano quellisanitari, perché con la nuova stagione i cattiviodori e i liquidi che fuoriescono... Lo dice unverbale dell’area vasta, dove si dice espressa-mente che fuoriescono liquidi, cattivi odori,oltre alla precarietà statica della situazione.Però c’è una situazione etica molto più impor-tante. Vedere quelle tombe in procinto di cade-re per terra, sinceramente è una cosa che mor-tifica tutti quanti. Immagino qual è l’atteggia-mento dei parenti. Non so che intenzioni avete.Vi chiedo se pensate di spostarle quando co-struirete i nuovi lotti. Naturalmente, tra pubbli-co e privato ognuno paga la sua parte. Oppurese pensate, invece, di spostarle tutte e fare inquella zona delle cappelle che secondo mequalificherebbero l’ospedale. La richiesta c’è esarebbe anche un’entrata economica. Se voideciderete di fare in quella zona le cappelle, cisaranno entrate necessarie per la riqualificazionedi tutto il cimitero. E’ chiaro che devono essereinterventi rapidi, veloci, non possiamo aspetta-re ulteriormente e bisogna, ripeto, intervenireperché — non voglio fare la moralista, lungi dame — quelli sono luoghi dove veramente lapietà viene prima di tutto. Tutto è importante,ma oserei mettere il cimitero prima dell’ospe-dale, per assurdo, perché sono due luoghi cheveramente hanno bisogno di noi. Tutto puòaspettare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindacoper la risposta.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Le parlaun uomo che ha un rapporto particolare con lafede, per cui anch’io credo che sia un luogo...Anche se penso che quando squilleranno letrombe dell’Apocalisse, speriamo tutti di risor-

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gere dai sepolcri. Però così è. Quindi immaginise sono convinto di questo.

Però il nostro cimitero è molto bello,perché è su una collina, ha dei bellissimi vialettiche conducono alle varie tombe, ci sono anchetombe di valore, anche le piante, gli alberi, è unluogo particolare, però è chiaro che quandopiove forte, in un luogo come quello non èfacile che le caditoie riescano a prendere tutto,quindi ha più rischi di un altro cimitero, speciedopo queste grandi acque di questi giorni, bastaandare in giro per vedere le frane. Mi diceval’assessore Crespini che è dovuta andare alVerano a Roma, perché si era allagato tutto conle piogge di questi giorni: loro hanno le tombedi famiglia là, i genitori del marito, ed era unasituazione allucinante, hanno tirato fuori lecasse da sotto e tutto il resto. Per dire che searriva un’acqua fuori del normale e si intoppanole fogne, succede l’iradiddio. Tenete presenteche manutenere una struttura con quei declivi,è comunque complicato.

E’ giusto che noi verifichiamo e che sidebba fare il possibile. Riguardo al discorsoche faceva, mi dicono gli uffici che relativa-mente alla convenzione stipulata con determi-nazione del dirigente, la 190 dell’ottobre 2012,avente per oggetto “Progetto di individuazionedegli assegnatari del blocco di loculi del primolotto mausoleo centrale”, è in fase di ultimazionel’individuazione, proprio perché lì c’è anche,comunque, un problema legato alle proprietà.Però, oltre a questa analisi, quello che vorreidire è che ciò che ha detto lei è quello cheabbiamo pensato anche noi. Noi già abbiamofatto il bando, stanno arrivando le adesioni perchi vuole delle tombe nella parte nuova in alto.Mentre per l’edilizia ci sono più problemi, perquesta roba la domanda è alta, quindi nondiventa nemmeno difficile rispondere a certeesigenze e forse l’idea di trasporre o di verifica-re la possibilità di fare loculi per arrivare ad unaeventuale demolizione e riportare in quel luogoun sistema di costruzione diverso dai loculi,quindi cappelle, ovviamente con una tipologiadi cappelle anche di qualità, stante anche larilevanza del luogo, penso che potrebbe essereuna risposta vera, anche perché, a questo punto,per noi anche la terra, i metri quadri che servonoper una cappella danno un introito che potrebbe

aiutarci anche a rispondere e a eliminare questolotto che è veramente in degrado e nessuno puòdire che non è vero, tanto è vero che se andatelà è transennato, ci sono rischi e quant’altro.Poi, se viene fatta costantemente la verificadella convenzione con la cooperativa e ilmonitoraggio, mi si ripete che periodicamentevanno effettuate delle verifiche da parte delpersonale dell’ufficio tecnico, relative alla ge-stione delle per azioni cimiteriali nell’interoterritorio del comune, incluso quindi il cimiteromonumentale di San Bernardino, per il qualealla cooperativa è stata affidata l’esecuzionedelle suddette operazioni nonché la custodia,sorveglianza e pulizia del cimitero, manuten-zione e cura del verde, raccolta e conferimentorifiuti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi per dichiararsi soddisfatta o meno.

LUCIA CIAMPI. Non posso essere soddi-sfatta, perché il Sindaco ha manifestato buoneintenzioni ma poche azioni, cioè di concretonon ha detto niente. Invece qui abbiamo biso-gno di concretezza e di tempi brevi. Ogni voltache evidenziamo un problema, dirci che altroveavviene di peggio, intanto è una vostra abitudi-ne ma non ci soddisfa, perché noi siamo consi-glieri comunali di questa città, esponiamo iproblemi di questa città, se abitassi a Firenze, aRoma, Canicattì o in Papuasia, esporrei i pro-blemi che ha la Papuasia. Quindi mi pare un po’strano dire sempre “l’ospedale lì...”, “le stradelì...”. Insomma...

Per quanto riguarda la manutenzione or-dinaria, se non è stato fatto adesso vorrei che mifosse indicato chiaramente il monitoraggio diquello che la cooperati a fa e di quello che lacooperativa eventualmente non fa, per potervedere se quello che si vede personalmente equello che riferiscono i cittadini è vero o non èvero. Perché quando vedo che tutte le fogneostruiscono anche la regimentazione delle ac-que, spetta alla cooperativa o spetta all’Ammi-nistrazione? Perché anche questa è una ragionedell’allagamento. Caso mai verrò in Ammini-strazione a prendere la convenzione. Vorrei larelazione per vedere se tutto corrisponde, que-sto è il primo punto. Oltre ad una organizzazio-

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ne delle piante: quello lo può fare subito ilComune. Le piante attaccate alle cappelle ca-dono, i cittadini dicono “Questa pianta rischiadi cadere sulla mia cappella”. Io non penso chel’Amministrazione abbia bisogno di tanto tem-po per preparare un progetto sulla manutenzio-ne, su quello che si può fare subito per quantoriguarda il complesso arboreo. Bastano un paiodi giorni di sopralluogo per poterlo fare. Quelladelle cappelle lei dice che è una buona indica-zione, però mi dovrebbe dire “Attiveremo gliuffici, le darò dei tempi, un cronoprogramma”.Non dico fra dieci giorni, però uncronoprogramma, altrimenti rimaniamo ad unainterrogazione e ad una risposta, io ho fatto ilmio dovere di cittadino, lei ha fatto il suodovere di Sindaco e chi s’è visto s’è visto.

PRESIDENTE. Consideriamo così con-cluso il ciclo delle interrogazioni. (Interruzio-ne). Io sono il garante. Ho parlato prima di unapersona che rappresenta qualcosa e poi “chi èsenza peccato scagli la prima pietra”. Qualcunoha delle esigenze di ritardare o meno. Io ho datoesecuzione, come le altre volte, con una certasollecitudine e ho accolto il suo invito: alle14,50 io ero qui. Comunque accolgo la richie-sta del consigliere Bonelli, perché è previstodal regolamento: è stabilito che si fa un’ora diinterrogazioni e poi si riprendono queste allafine. Il consigliere Bonelli chiede di discutereanche l’interrogazione n. 5: si tratterebbe in-vertire un punto all’ordine del giorno. Non loposso accettare se non con il voto del Consigliocomunale, quindi sottopongo in votazione laproposta di anticipare la discussione dell’ulti-ma interrogazione, anziché mandarla in coda.

Ha la parola il consigliere Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Va bene, così eva-diamo tutta la pratica delle interrogazioni. L’uni-co nostro problema è che abbiamo degli ospiti,quindi volevamo non protrarre più del dovutola loro attesa. Quindi va benissimo chiudere lapratica, però sia una cosa abbastanza contenu-ta, proprio perché abbiamo degli ospiti chesono qui da più di un’ora. Mi sembra che sia unasoluzione salomonica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Noi chiediamo,come gruppo, di discutere questa interrogazio-ne che è già stata rinviata dalla seduta prece-dente. Quindi chiediamo una deroga per discu-tere anche questo punto. D’altronde sarannodieci minuti. Fra l’altro doveva essere messaper prima in discussione, a mio avviso, dato cheè un rinvio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione laproposta di anticipazione della discussione del-l’ultima interrogazione.

Il Consiglio approva all’unanimità

Ha la parola il consigliere Bonelli perillustrare l’interrogazione n. 5.

ALFREDO BONELLI. Vorrei fare una pic-cola introduzione a questa interrogazione. Voisapete che la situazione della discarica è moltodelicata. I cittadini sono stati spesso non infor-mati, o per lo meno non c’era l’abitudine. Nel2011 è stato approvato — proposto nel 2010 —questo ampliamento che da 180.000 portava a350.000 e già la cosa preoccupava un tantino.Adesso c’è questo progetto che non si sa se èstato approvato, se non è stato approvato, se haavuto il parere AIA, se non l’ha avuto. Comun-que andiamo a valutare l’autorizzazione cheera stata rilasciata.

Premesso che già la situazione preceden-te era critica e difficile, e lo sapevamo bene,perché l’ex direttore di discarica fu condannatoa otto anni, proprio per una serie di problemi dicarattere ambientale, doveva essere valutatacon più calma la questione.

Leggo l’interrogazione: “Premesso che:

· Con decreto Dirigente Funzione Valu-tazioni ed autorizzazioni Ambientali n°26/VAA del 03/03/2011 era stata rila-sciata la citata Autorizzazione Integra-ta Ambientale provvisoria, trasmessaanche al Comune di Urbino con validi-tà di due anni.

· Nel punto 9 lettera c) controlli emonitoraggi 2° comma è previsto cheentro il 30 maggio di ogni anno “ilgestore è tenuto ad inviare le comuni-

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cazioni relative ai monitoraggi all’Au-torità Competente, al Comune di Urbinoe all’ARPAM con frequenza annualeallegando i relativi certificati …..”.

· Nell’Allegato B alla pag. 57 del predet-to decreto al paragrafo “Gestione ecomunicazioni dei risultati delmonitoraggio al punto (b).1 è citato“Entro il 31 dicembre di ogni anno, ilgestore dell’impianto invia all’Autori-tà competente, al Comune di Urbino edall’ARPAM, un calendario dei control-li programmati all’impianto relativa-mente all’anno solare successivo. …”.

Considerato che:· Per quanto su citato non sono mai state

comunicate informazioni ai cittadini,né tantomeno ai consiglieri di mino-ranza, considerato che quest’atto sa-rebbe un doveroso segno di trasparen-za.

· Fino ad oggi non è mai stata comunica-zione di alcun genere sull’andamentodella discarica e sui risultati deimonitoraggi eseguiti, tra l’altro indi-cati nell’introduzione dell’Allegato Briportato alla pag. 56 del predetto de-creto.

· La predetta A.I.A. provvisoria con vali-dità di due anni datata 3/3/2011 dovevascadere il 2/3/2013.

Tutto ciò premesso e considerato, SI CHIEDEche vengano forniti i seguenti chiarimenti siaverbali che scritti, corredati dai documenti:

1. Se la predetta A.I.A. provvisoria avevascadenza due anni dal 3/3/2011, sareb-be scaduta per cui non essendo stataancora definita la nuova A.I.A. perchéla discarica è in attività?

2. I programmi di monitoraggio del ge-store ricevuti dal Comune entro il 31dicembre di ogni anno.

3. I risultati e i certificati di analisi deimonitoraggi eseguiti dal gestore e tra-smessi al Comune entro il 30 maggio diogni anno.

4. Se il Responsabile e/o l’ufficio prepo-sto al controllo di questi documentihanno prodotto documentazione di va-

lutazione o commento ai risultati perconoscerne il loro contenuto.

5. Quale parere è stato emesso dal Comu-ne al tempo dell’istruttoria dell’Auto-rizzazione provvisoria di cui in premes-sa”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Tivirolirisponde: “In riferimento all’interrogazione inoggetto, con la presente siamo a fornire leinformazioni richieste.

Relativamente alla scadenza dell’Aia sifa presente che l’art. 29 del D.Lgs. 152/2006,“Rinnovo e riesame Aia”; prevede che l’auto-rità competente si esprima nei successivi 150giorni con la procedura prevista dall’art. 29quater, commi da 5 a 9, fino alla pronunciadell’autorità competente. Il gestore continual’attività sulla base della precedente autorizza-zione. Nella fattispecie, per l’impianto di Ca’Lucio è pendente una richiesta Aia-Via e per-tanto si applica la citata norma fino alla pronun-cia definitiva dell’autorità competente, cioè ilgestore prosegue l’attività sulla base dell’auto-rizzazione precedente.

Il programma di monitoraggio è statoinviato al Comune di Urbino e agli altri enticompetenti, sia per l’anno 2012 sia per l’anno2013.

Per quanto riguarda il rapporto annualesull’attività di sorveglianza e controllo, è statoinviato al Comune di Urbino e agli altri enticompetenti, a fine maggio 2012, quello relativoal 2011. Quello relativo al 2012 arriverà entromaggio”

Per quanto riguarda il discorso se il re-sponsabile o l’ufficio preposto al controllo diquesti documenti hanno prodotto documenta-zione di valutazione o commento ai risultati perconoscerne il contenuto, le vorrei dare unaspiegazione. L’Aia del 2011 riassume una seriedi autorizzazioni date dalla Regione. Da quelmomento in poi sono scattati questi meccani-smi di controllo. Prima non c’erano. Noi dicia-mo allora che dal 2012 il Comune di Urbino silimita a ricevere, per conoscenza, i risultati e icertificati di analisi dei monitoraggi, tenendoliagli atti per eventuali consultazioni e prese

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visioni. Peraltro erano tutte situazioni senzaalcun problema particolare.

Quale parere è stato emesso dal Comuneal tempo dell’istruttoria invece dell’Aia marzo2011? Proprio per quello che ho detto prima,essendo l’Aia del 2011 una procedura di sem-plificazione delle precedenti autorizzazioniesistenti ed essendo stata data dalla RegioneMarche, il Comune di Urbino non ha dovutoesprimere sotto nessuna forma, alcun tipo diparere.

Le fornisco, consigliere Bonelli, tutta ladocumentazione firmata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini, per dichiararsi soddisfatto o meno.

MAURIZIO GAMBINI. L’interrogazione èstata presentata dai tre gruppi consiliari di mi-noranza e come gruppi ci riteniamo soddisfattiper la documentazione prodotta ma insoddi-sfatti per i risultati. Al di là delle norme, delleregole, delle autorizzazioni, come tutti quantinoi abbiamo rilevato ci sono state delleproblematiche che non siamo stati in grado,come Amministrazione, di controllare, perchéal di là di aspettare che qualche ente ci mandiper conoscenza il risultato, ci sarebbe dovutaessere stata, volontariamente, l’Amministra-zione comunale, attraverso i suoi funzionariche in qualche modo si fosse relazionata con itecnici. Siccome al discarica insiste sul territoricomunale di Urbino, ritengo che sia doverosoper l’Amministrazione, e fra l’altro, da quandoal discarica è stata trasferita a questo nuovogestore, c’è un consistente equo indennizzo checi avrebbe permesso comunque di invertirequalcosa in questa direzione, cosa che però nonè stata fatta. Quindi, al di là della soddisfazionesulla risposta, che ci riserviamo di verificare,perché la documentazione prodotta mi sembracorposa e quindi andremo a valutare i docu-menti, qui evidentemente c’è stata una negli-genza da parte dell’Amministrazione nel con-trollo, perché al di là della documentazione ocomunque delle autorizzazioni, c’è la buonapratica, in ogni cosa che l’Amministrazione fa,di gestire al meglio e di controllare che in unagestione così sensibile di un sito di smaltimentova fatta. E’ chiaro che non possiamo tornare

indietro e l’errore, come noi sempre abbiamorilevato da quando si è deciso di passare ladiscarica dalla gestione diretta della Comunitàmontana per i nostri 9 Comuni, a MarcheMultiservizi, e sapevamo o sapevate già chesarebbe andata in questo modo, cioè che sisarebbe concentrato il prodotto, il rifiuto — iolo chiamo “prodotto”, perché secondo me ilrifiuto ha un valore enorme, è sbagliato chia-marlo rifiuto — e quindi c’è stato un errore discelta. Qualcuno ha detto che l’abbiamo dovutasubire, ma al di là delle norme bisogna gestireal meglio. Il percolato va quindi gestito almeglio perché la discarica deve essere copertae se il gestore non lo fa dobbiamo essere noi acontrollare che venga fatto. Il depuratore devefunzionare e non possiamo asportare dieci ca-mion al giorno di percolato, che alla fine èacqua mista a percolato. I sacchetti non posso-no andare in giro e i rifiuti giornalmente devonoessere coperti, anche se sappiamo bene checonviene non coprirli perché costa meno gesti-re e perché lo spessore della terra, che dovrebbeavvenire con una corretta coltivazione delladiscarica, porta via spazio, cubatura e quindiper questo viene fatto meno perché si è volutoportare più prodotto di quello che la nostradiscarica può sopportare. Infatti rispetto a quel-la previsione che andava a scadere fra quindicianni, nel giro di due-tre anni MarcheMultiservizi ha chiuso il quantitativo, che inve-ce doveva essere chiuso in 15-20 anni, senzaconsiderare la raccolta differenziata che dove-va essere potenziata.

Quindi è stato fatto un errore, di sceltaprima, di controllo dopo e la nostra sollecita-zione, visto che questi errori sono stati fatti, èche si ponga rimedio. La nostra interrogazioneera volta solo a questo. Anche se vanno benequei documenti, a noi non interessa: ci sonostati degli sversamenti, c’è stata una cattivagestione, è stato rilevato da tutti noi, quindi nonparlo di me personalmente ma dei cittadini.Quindi dobbiamo assolutamente scongiurareche accada ancora quello che è accaduto, al dilà della giustezza della documentazione che ame interessa meno. Interessa dal punto di vistaformale, ma di fatto non ci devono essereproblematiche all’ambiente, al territorio, ai cit-tadini. Ci sono comunque, ma devono esserci

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meno possibile. Quindi noi chiediamo all’Am-ministrazione che faccia un controllo diretto.E’ stato detto che è stato deciso, nelle riunioniche sono state fatte, di assoldare dei tecnici perfare questo controllo. Probabilmente dovevaessere fatto prima, spontaneamente e non aspet-tare che qualcuno protesti perché questo vengafatto. Quindi c’è stata una presa di coscienzache questo controllo non veniva esercitato eadesso si corre ai ripari. Debbo rilevare chequesto, purtroppo, è il modus operandi di tuttal’Amministrazione in genere, su tutti gli argo-menti.

Per questo motivo non ci possiamo rite-nere soddisfatti, perché le cose che dovevanoessere fatte volontariamente vengono fatteforzosamente e questa non è una gestione fattadal buon padre di famiglia, come si usa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindaco,per una precisazione.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. “...spettail compito di...”, e lo stanno facendo.

Audizione rappresentanza studenti Univer-sità degli studi di Urbino “Carlo Bo”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 2: Audizione rappresentanza studentiUniversità degli studi di Urbino “Carlo Bo”.

Sono presenti i signori studenti Marano eAstolfi. Li saluto e do loro il benvenuto. I lavorisi svolgeranno in questo modo: adesso un brevesaluto da parte mia, perché avrò modo di incon-trali e confrontarci in altre circostanze. Dopo larelazione dei rappresentanti degli studenti siaprirà il dibattito consueto, concluderà il Sin-daco e alla fine una breve replica dei capigruppoe degli studenti, per ovvie ragioni di precisazio-ne.

Il mio è un intervento di circostanza,saluto gli studenti qui presenti e, con essi, tuttigli studenti dell’Università di Urbino. Non vo-glio assolutamente usare parole altisonanti, af-fermando che è la prima volta nella storia che alConsiglio comunale sono presenti gli studenti,

però ritengo che sia una circostanza importan-te che può essere un confronto virtuoso neltempo tra la città di Urbino e gli studenti,perché Università e città a mio avviso sono untutt’uno.

Approfitto anche per esprimere il com-piacimento alla rappresentanza degli studenti,non per formalità ma per sostanza, perché hoavuto occasione di stare, insieme al Sindaco ead altri rappresentanti nel tavolo diconcertazione e c’è stato sempre un atteggia-mento costruttivo. Astolfi è di Ancona, po-trebbe concorrere a fare il sindaco, perché haquella caratura di ascolto senza perdere lestaffe. Per questo, questa sera, anche qui inConsiglio comunale sarà gradevole ascoltare,noi dobbiamo ascoltare.

Le istituzioni, Comuni, Università edErsu devono certamente interessarsi alla vitadell’università e degli studenti e questo nonpuò avvenire senza il coinvolgimento pienodella componente degli studenti.

Per varie circostanze ho avuto nel tempola possibilità di confrontarmi con tanti studen-ti e ho avuto sempre grande soddisfazione,perché se mettiamo sullo stesso piano il rispet-to reciproco e i diritti e i doveri di ciascuno, sitrova sempre il punto di convergenza.

Non aggiungo altro, se non dire che ogginon deve essere una circostanza occasionaleper incontrare la componente degli studenti,poi ci rivedremo chissà quando. Questo con-fronto, così profondamente rispettoso e demo-cratico, possa continuare. Per la mia esperien-za di conduzione del Consiglio comunale sot-tolineo e l’ho scritto anche da qualche partepubblicamente che il Consiglio comunale, èluogo e culla della democrazia, dove si con-frontano le idee, i programmi, i progetti, lediversità e le diversità sono una ricchezza,perché ci si aiuta a comprendere. Se fossimotutti uguali e tutti d’accordo sarebbe una cosastatica. Non ho mai avuto timore di un Consi-glio comunale vivace ma ho tenuto sempre asottolineare che non deve mai venire meno ilrispetto delle persone.

Rinnovo gli auguri a tutta la componen-te degli studenti e alle loro famiglie per averescelto Urbino come luogo di formazione eanche come amministratori dobbiamo essere

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impegnati e garanti degli studenti e delleloro famiglie che ce li hanno affidati.

Quindi nel proseguire passo la parola allostudente Marano.

MARIANO MARANO, Rappresentantestudenti Università di Urbino. Innanzitutto rin-grazio, a nome del Consiglio degli studenti, ilPresidente del Consiglio comunale, il Sindacoe tutti i consiglieri che ci hanno permesso diessere qui. Io sono anche membro del consigliodi amministrazione dell’Ersu di Urbino, quindioltre a conoscere bene alcune problematicheche riguardano l’università, conosco anchequelle del diritto allo studio, in particolar mododegli alloggi universitari, anche perché io vivoai Collegi.

Innanzitutto teniamo a dire che stiamovedendo un forte impegno da parte dell’Ammi-nistrazione comunale, soprattutto perché da 3-4 anni sono stati diversi i lavori per cercarel’integrazione fra studenti, Amministrazione ecittà ma sono falliti tutti i tavoli, però da qual-che mese a questa parte, in particolar modo dafebbraio quando c’è stato il primo tavolo diconfronto tra studenti, Ersu e Università, abbia-mo visto la volontà dell’Amministrazione, delpresidente della Commissione cultura, del Sin-daco stesso, del Presidente del Consiglio co-munale di ascoltarci. Questa è una cosa impor-tante, perché quello che è mancato negli ultimianni ad Urbino è stata la volontà di confrontarsicon noi studenti, studenti che non possono farealtro che migliorare e far crescere questa città.A noi dispiace leggere, a volte, alcuni titoli digiornale oppure alcuni commenti su Facebookche fanno una sorta di demonizzazione deglistudenti. Noi non vogliamo essere considerati iragazzi che sono qui solamente per fare tardi ilgiovedì sera, per fare i danni, noi vogliamoessere considerati cittadini prima che studenti,soprattutto perché Urbino è una realtà partico-lare rispetto alle altre città universitarie d’Ita-lia, cioè è l’unica città dove il numero di abitan-ti e il numero di studenti combaciano, forsenegli anni passati gli studenti erano anche innumero maggiore rispetto ai cittadini. Quindi,punto centrale secondo me deve essere quellodi considerare gli studenti cittadini, anche sen-

za diritto al voto, come gli altri della città diUrbino.

Andando sui contenuti, negli ultimi tem-pi la discussione è andata soprattutto sul pro-blema degli spazi. Questo ha riguardato tutt’etre gli enti istituzionali con cui abbiamo avutoil confronto. Quello che ha potuto dare di menoè stata l’Università, perché ha meno strutture,oltre alla didattica che ci può donare. Però puòdare un contributo anche economico ai nostriprogetti. Abbiamo visto che anche da parte delrettore c’è stata la volontà di confrontarsi conl’Amministrazione comunale, perché quelloche è mancato, oltre al rapporto con noi cittadi-ni, è stata la capacità di far sedere attorno a untavolo e far discutere rettore, presidentedell’Ersu e Sindaco. In una città come Urbinoavere tre istituzioni così, che raramente si in-contrano e discutono delle problematiche dellacittà è una cosa assurda. Noi troviamo difficol-tà, a volte, anche a far discutere il presidentedell’Ersu e il rettore, oppure il direttore dell’Ersue il direttore dell’università, cose assurde, men-tre invece dovrebbe essere una pratica giorna-liera, perché i problemi di un ente o dell’altrosono legati, come i problemi della città sonoconnessi a quelli del diritto allo studio e a quellidell’università.

Una cosa che vogliamo sottolineare è chenon siamo qui solamente per chiedere, perchéio ho letto anche qualche cosa su Facebook,qualche lamentela, rispetto al fatto che gli stu-denti si lamentano soltanto perché voglionouno spazio per fare le feste. Assolutamente nonè così. A molti di noi è dispiaciuto leggere chei ragazzi si lamentano perché non hanno i postiper fare le feste. Assolutamente no. Noi cilamentiamo, ora forse un po’ di meno, perchénon c’è stato un dialogo costruttivo. Sicura-mente si può fare meglio, si possono trovaredegli spazi, ci si può aiutare, soprattutto attra-verso una semplificazione della burocrazia perorganizzare un evento, oppure aiutarci econo-micamente. Per esempio, per organizzare unpiccolo concertino in piazza, è difficile per noitrovare un palco, un mixer. Anche questi picco-li gesti possono contribuire a migliorare il rap-porto fra noi e la città, anche se, faccio unesempio, ieri sera sono stato in piazza fino alle16,30 e rispetto a due mesi fa quando i sevizi

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igienici erano chiusi, sono due settimane che iservizi igienici sono aperti senza nessun pro-blema. Invece per tre anni si sono tenuti chiusi,la gente si lamentava che i ragazzi andavano afare i bisogni sotto le abitazioni, invece così ilproblema sembra risolto. Lo stesso il rapportocon le forze dell’ordine, perché c’è stata pureuna discussione forte sulla militarizzazione dellacittà. In certi casi, forse, è stata eccessiva, peròfacendo sempre un esempio su ieri sera, ho giàvisto un piccolo cambiamento, perché i con-trolli per lo più erano all’ingresso della città enon stretti dentro le mura. Pure leggendo qual-che articolo di giornale di lamentele di attivitàcommerciali che sottolineavano come la pre-senza forzata di forze dell’ordine facesse allon-tanare gli studenti dai bar o dalle altre attivitàcommerciali.

Inoltre vorrei ricordare che noi siamo iprimi a voler rispettare le regole, soprattutto icittadini di questa città, perché riteniamo chesia fondamentale rendere Urbino ancora pivivibile. Io vengo da Avellino, 650 chilometridi distanza, sono cinque anni che vivo qui eormai considero questa città come il mio paese,torno a casa solamente per Natale e Pasqua,quindi vivo questa città tutti i giorni. Con ilnostro contributo, con il contributo di tutti, nonpossiamo fare altro che rendere ancora piùvivibile questa città, che io considero una dellepiù belle e pi vivibili d’Italia, perché rispetto aPerugia, Bologna ecc. questa è un’isola felice.Quindi considerare un problema gli studentiperché un giovedì ogni tanto un locale fa lamusica più alta mi sembra proprio esagerato.

Per concludere questo imo breve inter-vento, spero che questa non sia una goccianell’oceano. Noi chiederemo, per il futuro, diinserire il consigliere comunale aggiunto deglistudenti, una cosa che da circa i ragazzi hannochiesto, ma noi riteniamo che sia arrivato ilmomento di inserire il consigliere comunaleaggiunto, perché il confronto fra Comune estudenti deve essere continuo e non bisognafermarsi ad oggi. Speriamo poi che possanocontinuare anche i lavori della Commissionecongiunta con Ersu e Università e la Commis-sione cultura. Spero che in un altro Consigliocomunale potranno essere presenti anche ilrettore e il direttore dell’Ersu per illustrare

anche lo stato delle cose dell’università, perchéla cosa che un po’ dispiace è che parliamo dipiccole cose ma bisogna anche parlare delladiminuzione del numero di iscritti che colpiscel’Università di Urbino ma tutte le universitàd’Italia. Pensiamo a Urbino dieci anni fa epensiamo a Urbino oggi: almeno 10.000 stu-denti in meno, ci saranno dei perché. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola lo studenteAstolfi.

ANTONIO ASTOLFI, Rappresentante stu-denti Università di Urbino. Anch’io rivolgo imiei più cordiali saluti a tutte le consigliere e atutti i consiglieri, ai membri della Giunta, alPresidente, al Sindaco.

Da dove partire? Innanzitutto credo chenon ci possiamo esimere dal considerare ilmomento storico che il nostro paese vive, che lanostra regione vive, come l’università. Io saròmolto franco, il Presidente probabilmente miha fatto una presentazione che non merito, peròcredo sia importante capire il contesto dellanostra città. Come diceva giustamente Mariano,i numeri delle iscrizioni sono in calo da anni, ipendolari sono sempre di più a discapito deiresidenti, il diritto allo studio cala, le tasseuniversitarie aumentano, il ceto medio è incrisi, quindi le famiglie fanno sempre più diffi-coltà a mandare i figli all’università, soprattut-to fuori da casa. Credo che non possiamo pre-scindere da questo contesto.

Come ha fatto Mariano, ringrazio an-ch’io l’Amministrazione comunale per l’occa-sione. Fa piacere, perché la passione per lapolitica che abbiamo credo che la stiamo dimo-strando giorno per giorno, quotidianamente,con l’impegno costante, quindi non può che farpiacere essere qui a parlare con l’organo fonda-mentale del potere legislativo della città.

Sento anche di dover ringraziare tuttiquegli studenti che prima di noi, da anni, hannoportato all’attenzione della città la questionedella cittadinanza studentesca, che in una cittàcome la nostra rappresenta, a mio avviso, ilcuore di tutta la convivenza civile e democrati-ca della città. Allo stesso tempo, con un po’ diamarezza rivolgo un pensiero anche a tuttiquegli studenti che se ne sono dovuti andare,

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perché qui in Italia, qui ad Urbino non vedonoprospettive per il loro futuro perché non sisentono valorizzati, quindi essendo in un vico-lo cieco vedono soltanto la partenza verso l’este-ro come soluzione dei loro problemi. Questovale anche per me e credo che valga per molti.Dobbiamo tener conto anche di questo. La fugadei cervelli, come spesso viene titolato suigiornali, è molto più grave, perché non è solofuga di cervelli ma fuga di cuori, in quantorischiamo di non tenere più a questo paese equesto è un sentimento comune.

Come è stato detto sia dal Presidente cheda Mariano, non può e non deve rimanere ungesto e un evento simbolico il nostro, per quan-to i simboli in politica contino molto, ma pernoi questo è un inizio, non è un obiettivoraggiunto.

Perché siamo qui? Siamo qui per farepolitica, semplicemente questo, né più né meno,fare politica in un modo diverso rispetto aquello che è successo negli ultimi anni, perchéfino ad oggi il rapporto tra residenti, studenti eAmministrazione è sempre rimasto fuori dallemura del Consiglio comunale e per le strade.Credo che questo non sia più possibile, la storianon ha un corso ineluttabile, quindi noi siamoqui per cambiare la storia. Lo riteniamo oppor-tuno, perché spesso sulla questione della citta-dinanza studentesca, a mio avviso, sia le parti ingioco, quindi la politica, sia l’opinione pubbli-ca e la stampa, si incartano in un circolo viziosoche a mio avviso serve forse a tutti o forse anessuno. Veramente, con il massimo rispettoper tutti: basta con questa storia del conflittostudenti-residenti, perché qui ci perdono tutti.Se la politica diventa esclusivamente lo stru-mento per la conquista del consenso sulla ren-dita, la politica muore. La politica deve farsicarico del cambiamento, interpretarlo e saperascoltare. E’ per questo che non è più possibilenon ragionare sul concetto di democrazia rap-presentativa e sugli strumenti che deve esserein grado di mettere in campo per risolvere iproblemi. E’ per questo che, come ha accennatoMariano in precedenza, la questione dello stra-niero aggiunto non credo sia più rinviabile. Datanto tempo se ne parla, studenti che non sonopiù qua, nostri amici che già se ne sono andati,già avevano tentato di percorrere questa strada,

probabilmente i tempi non erano maturi. Credoche dopo le ultime elezioni nazionali e conl’aria che tira, a mio avviso questa questionenon è più rimandabile, perché se il cambiamen-to, se il confronto, se la dialettica non vengonointegrati nelle istituzioni, poi se uno bussa allaporta e la porta non si apre, si entra dalla finestrae se non si risolvono i problemi con il dibattito,la parola, gli strumenti diventano la violenza,non necessariamente fisica sia chiaro, ma an-che morale. E di questo, francamente, nonabbiamo bisogno.

A mio avviso questo Consiglio, che sap-piamo essere a scadenza di mandato da qui a unanno, deve prendere in mano la situazione,dimostrare che la politica è anche sinonimo dicoraggio, cambiamento, sfida. Noi da febbraioci siamo messi a disposizione per confrontarciquotidianamente su tutti i problemi, essendoconsapevoli di tutte le difficoltà in campo,perché mi sembra che non abbiamo mai riget-tato con sdegno le critiche o le lamentele deiresidenti. Probabilmente io ho più amici tra iresidenti che tra gli studenti, quindi non èquesta la questione. Bisogna arrivare a un ac-cordo condiviso e qui veramente faccio unappello trasversale a maggioranza e opposizio-ne, perché si arrivi entro la fine del mandato allamodifica dello statuto comunale e all’inseri-mento ope legis della figura del consigliereaggiunto. Dovremo discutere a lungo su qualeforma scegliere: potere di voto, mero potere diaudizione, possiamo discuterne a lungo, l’im-portante è che alle nostre richieste, alle nostreesigenze non si opponga la forza della legge,perché la legge è fatta da un campo che è quellodella violenza e riprendendo le parole liete checi ha accordato il Presidente, abbiamo sempredimostrato, da febbraio a questa parte, di esserepersone ragionevoli, responsabili, di non chie-dere la luna e di non chiedere l’impossibile madi voler fare politica perché siamo stati elettiper questo, questo è il nostro ruolo e vorremmocontinuare su questo percorso. Credo chel’ascolto sia l’arma che dovete mettere in cam-po, perché se non ascoltate i giovani, se nonascoltate le nostre rivendicazioni, a mio avvisoanche a livello locale, territoriale potrebberoesserci grosse sorprese a livello politico. Quin-di, a buon intenditor poche parole: lancio un

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appello a tutti, alla politica di oggi, perché ilnuovo, purtroppo, viene sempre considerato, diquesti tempi, migliore del vecchio. Io, franca-mente, non ne sono così sicuro, non sono cosìsicuro che per forza di cose il nuovo sia megliodel vecchio, non è vero. Ieri scrivevamo unpezzo per il nostro blog e facevamo un’analisimolto semplice sull’arma del fucile: il fucilerispetto all’arco è sicuramente più innovativo,eticamente ha provocato disastri a livello uma-no, quindi il nuovo non sempre è migliore. E’un avviso ad ascoltarci, a non rappresentarciper quello che non siamo. Noi non siamo quiper chiedere esclusivamente spazi per le feste,non è questo il problema, è evidente, perchébasta uscire da qui e chiedere a qualsiasi stu-dente quali sono i problemi di questa città. Nonsono solo le feste ma anche le tasse, i servizi, lavivibilità, i trasporti e quant’altro.

Faccio veramente un appello a tutti efaccio, una domanda alla quale vorrei poi, nelladiscussione, avere risposta: sentite le vostrecoscienze in grado di fare e di compiere questosforzo o no? Pensate che sia ancora una voltademandabile questa cosa, rinviabile? Credoche Mariano su questo sia perfettamente d’ac-cordo con me: c’è poco tempo, però questa cosava fatta. Va fatta per questioni anchedemografiche, nel senso che, come ricordavagiustamente Mariano, la popolazione della cit-tà di Urbino è fatta in parità tra studenti eresidenti e vendo studiato anche un po’ difilosofia politica, se il conflitto — in termini didialettica — viene lasciato fuori dalle istituzio-ni, i problemi non si risolveranno mai. Quindiribadiamo ancora una volta la necessità di isti-tuire questa figura e vi invito a non spaventarvinell’accogliere il nuovo, a non spaventarvi nel-l’avere coraggio, a non spaventarvi a rischiare,anche sulla vostra pelle, sul vostro consenso,perché, ripeto, il consenso non può essere merarappresentazione della rendita e a mio avviso,per quello che so, per quello che ho visto, perquello che ho vissuto in questa città cinqueanni, vorrei che per maturità i membri dell’op-posizione non prendessero le mie parole stru-mentalmente. Faccio un appello veramente tra-sversale. Bisogna assumere il coraggio di cam-biare le cose, di mettere da parte le fazioni — èun appello fatto anche dal Presidente della

Repubblica per l’attuale fase politica — e met-tersi tutti in gioco, uno per uno, ogni consiglieredi questo Consiglio comunale. Credo che lodovete a voi stessi innanzitutto, al ruolo cherappresentate, lo dovete a noi studenti, a chipaga le tasse degli studenti, quindi ai genitori,e alla città. Veramente cerchiamo insieme dispostare l’orizzonte delle cose, di non guardar-ci sempre e continuamente la punta dei piedi.Abbiamo assistito poco fa alle interrogazioni estudiando scienze politiche so benissimo che ilavori consiliari sono fatti anche di interroga-zioni su questioni molto pratiche, quindi nonvoglio assolutamente mancare di rispetto anessuno, però vorrei che anche nell’opinionepubblica, anche gli interventi che si fanno tra-mite i giornali ecc., alzassero un po’ l’orizzon-te, guardassero Urbino da qui a dieci anni, nona domani, da qui a dieci anni che cosa puòrappresentare Urbino per la regione, che cosapuò rappresentare Urbino per l’Italia. Urbino, amio avviso — e, come diceva Mariani, ci sonoaltre realtà studentesche in tutta Italia — po-trebbe essere la perla d’Italia per lo studio,perché è una città che ti permette di avere tuttoa portata di mano, di avere rapporti umanifranchi e stretti con i residenti, con persone piùgrandi, di vivere molte esperienze, il panoramaassociativo (siamo una regione che è piena diassociazioni e questo ci fa onore), quindi credoche il substrato, l’humus ci sia già e sia abba-stanza fertile, almeno da parte nostra.

Credo che la responsabilità, a questo pun-to, stia tutta a voi, alle vostre coscienze, a quelloche rappresentate quando sedete qua, non quan-do siete fuori, e a quello che avete in mente perquesta città. Grazie a tutti.

(Entrano i consiglieri Foschi e Annibali:presenti n. 19)

PRESIDENTE. Grazie, Astolfi. Ha laparola il consigliere Sestili.

PIERO SESTILI. Ringrazio i sigg. Astolfie Marano, che vorrei chiamare quasibaccalaureati, visto che stanno completando iloro studi, per il loro intervento che condivido più che in pieno. Voglio anche cogliere l’occasio-ne per portare i saluti del consigliere Scaramuc-

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ci che insieme a me ha presentato quella mozio-ne in cui si chiedeva questa audizione. Scara - mucci è fuori, quindi i saluti li estendo io.

Personalmente mi trovo veramente mol-to d’accordo con gli inviti che gli studenti cihanno sottoposto, le raccomandazioni. Ritengoche la questione dei rapporti tra gli studenti e lacittà non possa più essere differita nel tempo.Ritengo che questa è un’occasione significati-va per dare inizio a un corso diverso nei rapportitra la componente studentesca, i cittadini e lesue istituzioni. Significativa e mi auguro ancheferiva. Sono d’accordo con il fatto che questaAmministrazione, questo Consiglio, proprioperché è quello che forse per una serie dicongiunture è riuscito a intessere questi rappor-ti e a imprimere loro quella marcia in più chefino adesso non c’era stata, prima di terminareil mandato risolva questa opportunità del con-sigliere aggiunto. Istituzionalizzare e rendereagevoli per il futuro i rapporti con una compo-nente che per la città è fondamentale. Noi losappiamo da urbinati, lo sappiamo anche per-ché molti di noi hanno studiato in questa città,molti ci lavorano, ci insegnano e sappiamobenissimo che questa città ha dato ma molto haavuto dagli studenti. Non è solo un aspettomateriale della questione, cioè abbiamo affitta-to i nostri appartamenti, abbiamo sfruttatoun’economia, che purtroppo si è trasformata inun’economia di sostentamento e non di produ-zione, però un’economia c’è stata, la città diUrbino si è arricchita grazie alle dinamicheuniversitarie. Ma al di là degli aspetti materialidella questione, è un bene immateriale enormeche noi abbiamo per le mani, perché è la cultu-ra, è la ventata di freschezza, sono le idee checircolano a Urbino e che non posso che passareattraverso un soggetto che anagraficamente èavvantaggiato, cioè gli studenti. Se facciamoun paragone tra la città di Urbino e quelle dianaloga dimensione ma di diversi destini econnotazioni, ci accorgiamo subito come incerti periodi dell’anno Urbino sia completa-mente diversa. Il fatto stesso che ci siano cosìtanti giovani la caratterizza veramente comeuna piccola capitale europea, perché chi vienequi ha l’idea di essere a Friburgo, oppure inaltre realtà europee dove piccole città diventa-no dei centri di formazione eccellenti, impor-

tanti e popolati da tanti giovani. Succede chepoi le idee vengono canalizzate, queste risorsevengono adeguatamente sfruttate e coltivate,cosa che da noi non è mai accaduta, perché al dilà di tutto noi non abbiamo mai avuto questaidea di campus. Forse siamo stati noi a traghet-tare questa idea nei tempi moderni, con il nostroRinascimento, ma poi, purtroppo, l’abbiamoanche persa. Nonostante ciò Urbino ha mante-nuto questa configurazione, pertanto ritengoche i rapporti tra la città e gli studenti nonpossano che andare nella direzione diun’intensificazione degli scambi, delle idee,delle proposte, delle progettualità, soprattutto.Se è vero che la necessità affina la virtù, questoè il momento giusto per farlo, perché le difficol-tà che come paese stiamo attraversando e attra-verseremo sono enormi e noi non abbiamo lamassa critica, come città, per opporci a deicambiamenti che le epoche ci impongono e cicostringono a fare ma potremmo avere, invece,l’opportunità di questo bene immateriale dasfruttare che non possiamo più differire neltempo.

Ritengo che questa Amministrazioneabbia dato luogo e abbia manifestato la suasensibilità a queste problematiche, anche per-ché è l’Amministrazione che ha dato una con-sulenza specifica al prof. Paolo Ceccarelli perelaborare il famoso piano strategico che staeffettivamente prendendo corpo, cioè un po’alla volta stanno venendo fuori degli aspetti cheCeccarelli ha messo in luce, dopo una lungaserie di consultazioni con dei tavoli specificidedicati a temi molto peculiari della città diUrbino, tra cui quello della formazione. Inquesti tavoli e dalla sintesi del prof. Ceccarelliemerge in tutta la sua forza e intensità l’oppor-tunità che Urbino può ricevere dalla presenzacosì costante e numerosa di giovani studenti.

Vi leggo un passo, molto rapidamente,proprio di questo piano strategico, che recita, aun certo punto: “Si fa continuo riferimento aiproblemi e alle necessità dei giovani — la stam-pa, le contumelie, le ragazzate notturne e viadiscorrendo — ma in realtà, al di là di sporadi-co iniziative cosa si fa o si pensa di fare permodificare questa situazione? La preoccupa-zione fondamentale sembra essere quella diproteggere il decoro e la sicurezza del centro

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storico e non di creare occasioni che consenta-no ai giovani di costruire un’intelligenza collet-tiva, di sperimentare durante la loro presenzaad Urbino nuove forme di lavoro, di collabora-re tra loro per produrre iniziative culturali edeconomiche ed esplorare la possibilità di met-tere radici a Urbino. Se si pensa alle possibilitàaperte dalle open innovation o alle occasione dilavoro come il crowdsourcing che nasconograzie alla rete e alle svariate comunità apertenei settori operativi del design e della comuni-cazione, si capisce quanto miope sia un atteg-giamento del genere”.

Queste sono le parole che un urbanistacon una matrice anche molto sociologica, haelaborato per sintetizzare poche idee riguardo aquesto problema. E qual è la metodologia per inqualche maniera fertilizzare questo humus cheabbiamo e che non abbiamo ancora mai sfrutta-to? Quella dell’apertura, perché per esperienzapersonale so che i giovani hanno tante idee etutti noi da giovani abbiamo avuto tante idee eloro sono in grado di esprimerle, a patto che visia una condizione irrinnunciabile: quella dellalibertà di far sgorgare queste idee, non costrin-gerli dentro dei limiti ben precisi. Mi riferiscoalla richiesta che i giovani studenti e i lororappresentanti più volte hanno fatto: quelladegli spazi, che non sono degli spazi per faredelle feste, divertirsi, beccarsi e via discorren-do, perché chi vuol fare quello non ha bisognodi chiedere gli spazi, perché va nei vicoli, vadove non viene visto lo fa comunque. Quandosi chiede di vivere la città e si chiede alleistituzioni di far qualcosa, è sì fare delle feste,perché i giovani, come anche noi, primaria-mente hanno voglia di divertirsi e stare bene,ma quando lo fanno vuol dire che hanno delleidee e quello diventa un momento importanteper dare una fisionomia specifica alla loropresenza ad Urbino, al loro modo di socializzaree diventano i primi strumenti perché si riesca acostruire un laboratorio. E’ l’occasione irrinun-ciabile per cui questi studenti non tornino acasa, magari anche facendo i sacrifici, ma sequi le opportunità che intravedono sono delleopportunità veramente aperte, noi cogliamoun’occasione importante e, senza stare lì nean-che a pensarci troppo, perché poi lo farannoloro — un progetto lo elaboreranno loro se noi

riusciremo ad assecondarli — contemporanea-mente facciamo una politica che ha un respiroche si spinge ben oltre il 2029.

Quindi ritengo che su questa questione,anche perché emergerà dall’elaborato dell’arch.Ceccarelli, noi dobbiamo fare una riflessioneche veda tutti insieme uniti, maggioranza eopposizione, ognuno con le sue diversesfaccettature, perché è giusto che ognuno abbiadelle opinioni diverse, ma auspico che primadella fine di questa legislatura questi rapportidiventino ancora più solidi, istituzionali, e crei-no i presupposti per una progettualità che noiabbiamo il dovere di mettere in campo, ancheperché Urbino non sta più producendo unaforza giovane, perché i nostri giovani non stan-no ad Urbino, non stanno puntando su questacittà e devo dire che sono loro ad amarla di più,piuttosto che i giovani urbinati veri e propri.Visto che loro si tributano questo affetto, noidobbiamo assolutamente ricambiarlo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Prendo atto dellerichieste degli studenti e sotto l’aspetto princi-pale ritengo che un’apertura a questi cittadiniaggiunti — li vorrei chiamare così — sia anchedoverosa, quindi da studiare, da vedere. Visono però delle precisazioni da fare.Innanzitutto, sulla questione della politica, lorohanno una politica, noi ne abbiamo un’altra,perché la parola stessa “politica” significa ge-stione della cosa pubblica nell’interesse di tutti.Loro gestiscono la loro politica nell’interessedegli studenti. Quindi non è vero che le duepolitiche sono assieme. Però non è detto che onpossano camminare affiancate. Bisogna capireesattamente cosa si vuol fare, perché parlarecosì è abbastanza generico: che loro apparten-gano alla città, che ormai sono dentro la città,che vivano, che hanno certi diritti ecc., hannoanche certi doveri, perché i regolamenti vannorispettati, come li rispettano i cittadini bisognache li rispettino anche loro. Quindi c’è da capirebene, alla fine di tutto, esattamente cosa voglio-no, perché questi sono concetti generici. Vo-gliamo capire, in pratica, cosa volete. Io sonopiù pratico.

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Ammesso che vogliamo collaborare ecamminare vicini, cosa chiedete al Consiglio?Il consigliere aggiunto potrebbe essere unapossibilità, come potrebbero esserlo anche del-le riunioni con i capigruppo che prendono attodelle richieste che fate voi, però dobbiamocapire esattamente cosa volete. Quindi, sostan-zialmente è questo che in qualche modo dob-biamo capire.

Io non ho mai avuto timore di nulla,credetelo. Non ho timore neanche di discuterecon voi quello che c’è, fermo restando che cisono dei principi che comunque vanno rispetta-ti: il rispetto degli altri, il rispetto di se stessi,una serie di questioni. Quindi se la discussioneviene fatta tenendo presente queste situazioni,credo che la questione si possa decidere.

Il Comune non so cosa possa fare, più chealtro starvi a sentire, vedere quali sono le vostreesigenze. Dobbiamo capire se potete darci undocumento, un qualche cosa che ci faccia difatto comprendere che cosa volete. Noi possia-mo esaminarlo, possiamo discuterlo e non èdetto che non si possa arrivare, se non al consi-gliere aggiunto, che bisogna vedere se è previ-sto dalle normative, comunque a qualche formadi ascolto che dobbiamo fare, perché anche noidobbiamo poi dare questi documenti in mano aicittadini, sentire il loro parere, perché noi sia-mo rappresentanti ma dobbiamo anche sentiregli altri cosa pensano.

Il discorso dell’ordine pubblico è unacosa che si è resa necessaria. Mi dispiace chenon lo facciano al centro storico.

Vedete, la questione dell’ordine pubbli-co e della presenza degli organi di polizia, peruno che non ha timore non sono un problema,perché uno che si comporta bene, che problemaha? Nessuno. Però nello stesso tempo la loropresenza evita che gente squilibrata o che ecce-de in certe situazioni, dia la colpa a tutti e diafastidio a quelli che vogliono semplicementedivertirsi nel rispetto dei regolamenti.

Quindi non va vista come un’oppressio-ne ma come una tutela del diritto di tutti.

Voi dite la perla dell’università. Urbinopoteva essere da parecchio la perla dell’univer-sità, però si è persa in molte vie e in molti vicoliper una serie di situazioni che hanno portatoalla gestione dell’università. L’Università di

Urbino è un’università sostanzialmente picco-la. Che sia un’università di eccellenza lo vorreianch’io, però purtroppo bisogna cambiare mol-te cose che non abbiamo noi la facoltà dicambiare, per cui ben venga la possibilità didiscutere con voi nel limite, nel rispetto diquelle che sono le regole, i principi di buonaconvivenza e vediamo assieme cosa si può fare.Tutto lì.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Innanzitutto vorreisalutare i rappresentanti degli studenti che giàho avuto la fortuna di conoscere al tavolocongiunto, e anche gli studenti che sono pre-senti in aula. Solo due-tre concetti veloci, an-che per non appesantire il dibattito. Parto dallospunto che mi ha dato il collega Bonelli, chechiede agli studenti che cosa vogliono. Credodi avere capito che quello che loro vogliono èessere ascoltati e partecipare. Al di là del temaspecifico su quello e quell’altro, però credo cheil punto sia questo, essere ascoltati e partecipa-re.

Vado subito a dire che, avendo avutol’opportunità di partecipare a questo tavolocongiunto, credo che questo sia stato un primopasso importantissimo, perché ci permette didialogare in modo diverso. Fino ad oggi avve-niva un dialogo tra la città e gli studenti dalontano, con parti lontane, mentre invece intor-no a quel tavolo ho visto che c’è stata sicura-mente una notevole disponibilità da parte deglistudenti e lo voglio dire senza enfasi e senzanessun altro significato recondito, però credoche in quel tavolo noi ci stiamo arricchendotutti quanti, perché in quelle tre-quattro sedute— spero che ce ne siano tante altre — abbiamoavuto modo di arricchirci e nello stesso tempodi affrontare i problemi anche sotto un’otticadifferente, perché credo che al di là degli stu-denti che sono una risorsa — non sto qui a farei soliti discorsi che abbiamo già sentito tantevolte — spesso vediamo, da questa parte, iproblemi anche sotto un’ottica differente. L’ar-ricchimento sta proprio in questo: intorno aquel tavolo a volte siamo riusciti anche adanalizzare, ad affrontare dei problemi anche

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sotto ottiche differenti. Credo che questo siamolto importante.

E’ chiaro che il problema non è soloquello degli spazi. Noi abbiamo iniziato questinostri incontri affrontando il problema deglispazi perché ci siamo dati una scaletta, noncertamente perché si parla solo di quello e ildiscorso si esaurisce lì, questo credo sialapalissiano. Vorrei ricordare a chi è stato piùdisattento in questo periodo, che ad esempionei giorni scorsi, quando ci sono stati quei 10-11 giorni di “Irlanda in festa”, una serata gestitadagli studenti mi risulta abbia avuto un grandis-simo successo e sia stata gestita molto bene.Dopo di me gli interventi che ci saranno mirimprovereranno per questa eccessiva“piacioneria”, che non lo è però, perché io l’hogià detto in altre occasioni anche a quel tavolo.Noi con gli studenti dobbiamo iniziare un dia-logo che sia chiaro. Mi fa piacere che siainiziato in questa legislatura e di essere inquesta legislatura. Mi fa piacere perché è unacosa di cui da diverso tempo si parla, e poi nonsi è mai riusciti a concretizzarla in manieraevidente.

Si è parlato di consigliere aggiunto. Nonvoglio certamente sottrarmi a questa cosa. Ilcollega Sestili ha già spiegato molto bene qualè il suo punto di vista, io vorrei andare oltre. MIrendo conto che del consigliere aggiunto se neparla da un po’, mi sembra che fosse anche nelnostro programma, quindi non è che non fossenei nostri pensieri e nella nostra testa. Mi rendodisponibile anche a fare un qualcosa di piùimmediato riguardo al consigliere aggiunto.Molto realisticamente so anche che siamo allafine della legislatura, quindi ecco il mio rilancio:oltre alla disponibilità ad affrontare seriamentee anche in tempi brevi il discorso di consigliereaggiunto, vorrei anche proporre che quandoquesto Consiglio comunale affronta problemiimportanti, particolarmente pregnanti per lavita della città e per la convivenza tra città estudenti, prima si diceva che non dovesse esse-re soltanto un’occasionalità questo incontro; iodirei di continuare ad invitare le componentistudentesche quando andiamo ad affrontare deiproblemi relativi alla città e soprattutto deiproblemi che trattano in maniera concreta laconvivenza e anche l’ordine pubblico, i con-

tratti. Voi ne avete dette parecchie, non è chenon avete detto cosa volete, avete parlato deicontratti, dei servizi, di sport, di strutture, nonè solo circoscritto alla festa. Anche quando noiparleremo di servizi per questa città o dei pro-blemi che abbiamo per l’erogazione dei servizi,siccome una parte di questi servizi riguardaanche una popolazione studentesca, che è parise non superiore a quella cittadina, credo siagiusto continuare questi confronti. Peraltro èstata definita un’audizione, come si vede c’è unconfronto, c’è un dibattito, ci saranno dellerepliche.

Credo che oltre al consigliere aggiunto,noi potremmo dare da subito dei segnali, ancheconcreti, in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicesin-daco Tempesta.

LORENZO TEMPESTA. Ringrazio Maria-no e Antonio della presenza per relazionare,comunque per portare le istanze degli studentio comunque, in quanto loro rappresentanti,perché un dibattito appare sempre doveroso edutile perché poi, dal confronto nascono sempreopportunità ed anche, a volte, svolte importan-ti.

Vorrei soltanto fare un appunto collegan-domi al discorso fatto dal consigliere Sestili inmerito al tavolo. Il consigliere Sestili, comepresidente della Commissione politiche giova-nili, fa riferimento all’assessorato che io rap-presento. Noi da tempo abbiamo affrontatoquesto problema e siamo andati anche in unadirezione: abbiamo tracciato una linea ben de-finita anche di opportunità da parte degli stu-denti, dei giovani ad Urbino, per avere ancheun’alternativa ai soliti sfoghi che tutta la gente,poi, su cui la gente è abituata a inveire e abbia-mo fatto un percorso particolare, perché abbia-mo portato all’approvazione, qualche mese fa,il regolamento sulla consulta giovanile.

Ripeto, credo molto in queste cose, avolte altri possono vederle come cose un po’superficiali, invece io credo molto in questopassaggio e lo ricordavo anche ieri alla riunio-ne che abbiamo avuto con le associazioni alGolem, che è di prossima apertura, perché siparla sempre di cittadinanza attiva dei giovani,

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degli studenti ad Urbino, però se l’Amministra-zione non dà un’opportunità, anche con unospazio fisico, che non è lo spazio di un tempo,di potersi esprimere, di potersi dare degli obiet-tivi e delle idee, tutto ciò che è stato fattosarebbe stato vano.

Quindi la Consulta è uno strumento im-portante — lo hanno visto le associazioni chene fanno parte, una decina già presenti, e hoinvitato anche Mariano e Antonio a focalizzaresu questo discorso pure nei prossimi giorni —un modo per le associazioni giovanili e studen-tesche, di potersi confrontare, di potersi incon-trare, ma diversamente da prima il Golem saràuno spazio, un centro aggregativi culturale, nonuno spazio fisico dove ci si ritrovava senzaidee, sarà il posto dove queste idee verrannorealizzate. Quindi, in quel contenitore verrannofatte le attività che sono ideate e programmatea monte.

Cogliete anche voi, Mariano e Antonio,questa opportunità, perché è un’occasione im-portante, un’occasione su cui credo tanto e adoggi abbiamo gli strumenti normativi, a pre-scindere dalla parentesi sul consigliere aggiun-to, che è giusta come osservazione ma bisogne-rà vedere nel fine pratico come poter attuarequesta cosa. Quindi invito tutte le associazioniche già hanno aderito a questa cosa, a fare ilproselitismo buono, perché già ho visto diverseidee importanti e in quel luogo si potrà dareesecuzione e sfogo, nel termine buono, alletante idee che questi ragazzi in fondo hanno,che necessitano solo, effettivamente, di averegli strumenti necessari per potersi esprimere inquesto senso.

Vorrei ricordare anche che l’Ammini-strazione è andata vanti già da qualche annocon il progetto “Kit Urbino”, un progetto che èstato rivolto in particolare alla popolazionestudentesca e c’è anche il progetto europeo IpaAdriatico Adrianet, che è anche un modo ulte-riore per scambiarsi, anche in rete e non, levarie esperienze in quella che sarà una delleregioni più importanti, la regione adriatica, deipaesi di qua e di là della sponda dell’Adriatico.

Vi ringrazio di essere qui presenti, vole-vo portarvi questa informazione, ma sicura-mente l’avevate: il 10 aprile riapriremo il Golem,sono molto contento di questo. Nasce sotto una

veste nuova e vedo che ci sono la volontà el’impegno di tutti quelli che erano presenti ieri,ma spero che siano tanti altri, in futuro, di volerdare una linea diversa anche all’espressionegiovanile presente in questa città.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. E’ la prima voltache in questo Consiglio comunale, almeno daquando siedo in questi banchi, che si fa un’au-dizione. Vorrei rilevare, al di là dell’opportuni-tà di averlo fatto, che è stata negata — questo lovoglio dire — alle associazioni, alle rappresen-tanze dei cittadini. Questo è un rilievo che sentodi fare alla maggioranza.

Ovviamente il tema degli studenti adUrbino non può essere inascoltato, come fral’altro è stato fatto per molto tempo, comehanno rilevato i due rappresentanti degli stu-denti che hanno detto che non è stato fatto.Vorrei spiegare anche ai rappresentanti deglistudenti, che siccome si è parlato di politica, lapolitica che è stata portata avanti da questaAmministrazione fino adesso — adesso c’èquesta apertura, ma probabilmente è sintomo dipaura —... Io sono della stessa parte politica,nel senso che io sono all’opposizione, noi sia-mo all’opposizione, ma ideologicamente sareidall’altra parte, perché a livello nazionale ab-biamo votato dalla stessa parte. E non sono quaperché ho cambiato idee politiche, sono quaperché questa città è stata gestita in questomodo negli ultimi decenni: il calo delle iscri-zioni, siamo arrivati alla statizzazione dell’uni-versità, che può essere positiva o negativa aseconda dei pareri. Io ritengo che sia stato unrisultato negativo ed è un percorso che è statoraggiunto per la negligenza anche dell’Ammi-nistrazione che non è intervenuta al momentogiusto. Poi Corbucci dice “Abbiamo fatto unacosa bellissima, abbiamo salvato l’Universi-tà”. Sì, è vero, però si era portata a quellecondizioni. Essendo molto contento di avereascoltato oggi in Consiglio i vostri rappresen-tanti, di avere la presenza degli studenti qui,sono anche favorevole, non vedo preclusioni afar entrare, il consigliere aggiunto, con le mo-difiche allo statuto, anche se in questa Ammi-

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nistrazione il non rispetto dello statuto è usuale.Non c’è problema di statuto, è una questione divolontà. Questi sono i motivi per cui mi trovoda questa parte e non da quella parte, o citroviamo da questa parte, perché parlo per mema posso parlare anche per tutto il nostro grup-po.

Lo studente Mariano ha detto “Sono nelConsiglio dell’Ersu, come rappresentante deglistudenti”, ma noi come gruppi consiliarinell’Ersu non ci siamo. Il 18% dei cittadini chehanno dato il voto a noi non sono rappresentatiall’interno di questo ente. Anche questa è unacosa che ritengo abbastanza grave. Non siamopresenti all’interno dell’università, anche se cisono rappresentanti di altre forze politiche diopposizione, per carità. E’ la realtà, non c’èalcun problema. Questo è per presentare comesi sta muovendo, dal mio punto di vista — masono cose verificabili — l’Amministrazione.Noi non abbiamo una rappresentanza, comegruppo consiliare, in nessun ente, associazio-ne, da nessuna parte.

Questo per dire che sono sicuramentecontento che si cominci a dialogare. Comeavete rilevato voi stessi, si comincia a ragionarenella direzione giusta. Questo vuol dire chequella paura che dicevo prima, probabilmentefa cominciare a ragionare in un certo modoinvece che in un altro. Però il fatto di essereconsigliere aggiunto o membro di una Com-missione, non è che da solo fa risolvereproblematiche, perché vi potrei contestare chel’Ersu in questa città ha fatto un disastro, perchéabbiamo i Collegi che sono un disastro, abbia-mo fatto investimenti per fare i collegi aCavallino, speso milioni di euro, lasciati così.Vi faccio questi esempi per farvi capire comeviene gestita questa città e siccome mi ritengoorfano politico perché non è che essendo di unaappartenenza politica, se uccidiamo i bambinirimango di quell’idea, complice di determinatescelte, chiaramente non è facile per uno che fapolitica come me non per professione ma sonoun imprenditore al quale non va bene comesono amministrate le cose, lasciare campo libe-ro a chi ha voluto portare questo paese —Urbino non differisce dalla situazione genera-le del paese — a questo punto.

Ci sono tanti altri strumenti, facciamo

pure il passaggio sul consigliere aggiunto, mapossiamo anche avere altri strumenti per dialo-gare con i cittadini e, ripeto, spesso in questoConsiglio è stato negato. Per dire che la paritàper tutti, la pari dignità — studenti, giovanidella città, associazioni di categoria e quant’al-tro — è indispensabile. Spero che questo sia unsegnale per ascoltare tutti.

Quindi sono sicuramente favorevole. E’chiaro che il primo segnale — gli studenti nonsono mai stati disegnati da me e non avete maivisto un articolo contro gli studenti o sentitoqualche intervento contro gli studenti, anzi ioritengo che gli studenti per noi sono una risorsainsostituibile — va dato perché, ripeto, gli stu-denti sono una risorsa insostituibile, però devo-no dialogare con i giovani locali, devono stareattenti che determinate cose non accadano.Siccome chi amministra non ha la capacità difarlo, dovete sicuramente contribuire voi.

Avete dei pareri contrastanti con questaAmministrazione, perché il Sindaco spesso dice“Noi siamo un’isola felice rispetto a questacrisi economica e strutturale” e io per certi versiconcordo, ma ci dimentichiamo di dire che èun’isola felice perché tutti quanti hanno unostipendio dagli enti pubblici ma non c’è un sologiovane che trova lavoro, quindi è un’isolafelice che possiamo chiamare un ricovero peranziani. Quindi io non sono felice per niente,qui posti di lavoro non si creano, le impreserimangono ai margini, il mondo del lavororimane ai margini, chi può creare lavoro e puòcreare qualcosa viene sempre emarginato, per-ché questa è la città di chi ha un posto fisso. Equesto ha determinato la morte di questa città.Io, come molti si sono accorti, non ho cambiatole mie idee politiche per questo motivo, maperché se uno proviene da una parte politica, fafatica a cambiare per convenienza personale.C’è chi lo fa purtroppo, in questo paese, non èstato il caso nostro, però sicuramente questasera sono contento, perché spero che la vostraaudizione sia il segnale che qualcuno ha comin-ciato a capire che non si può imporre ma biso-gna dialogare. Ma questo è un primo segnale,perché il dibattito degli ultimi giorni su temispecifici non si è ascoltato e si va avanti imper-territi e anche se il 99% dei cittadini sonocontrari a una scelta si va avanti. Ci sono

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sempre secondi fini. Io non sono in grado diindividuare qual è il secondo fine che si è messoin campo: spero che questa volta non sia, peròfinora io ho avuto questa sensazione e, ripeto,sono qui all’opposizione solo per questo, pernessun altro motivo. Mi è stato offerto di fare ilconsigliere provinciale, regionale, di fare qual-siasi cosa e ho detto “No, questo modo digovernare a me non piace”. Prima il Sindaco hacitati i grillini. Gli argomenti che noi diciamo liabbiamo detti 4-5 anni fa e sono gli stessi chestanno dicendo non una parte politica ma unmovimento di cittadini comuni, che hanno ca-pito che non si può andare avanti così. L’unicadifferenza tra noi e i grillini è che noi siamo perfare, dalle dichiarazioni fatte quelli di Grillosembra che non vogliano fare nulla, bisognafermarsi e non andare avanti sulle innovazioni,sul fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Serafini.

ALCEO SERAFINI. Soltanto per integra-re alcune idee e per ribadire alcuni concettisecondo me molto pregnanti e molto diretti neiconfronti della popolazione studentesca. Rin-grazio gli studenti per avere richiesto anchequesta audizione e l’Amministrazione perché èriuscita a coniugare questo tipo di intervento.

Parto da un concetto: è chiaro che ilnostro desiderio è quello di creare un’integra-zione fattiva fra la città e la popolazione studen-tesca, partendo già da un assunto: che la popo-lazione studentesca è quasi uguale alla popola-zione urbinate in termini numerici. E’ una real-tà che non può essere disconosciuta ma vaaffrontata. Dopodiché l’integrazione deve es-sere una cosa naturale. Il processo però noncomincia questa sera, perché è già cominciatoda tempo. Anche se nei fatti o comunque negliatti si ravvisano posizioni di organizzazione fragli enti per poter dare una risoluzione alleproblematiche studentesche, finalmente ho vi-sto che qualche cosa si sta coagulando, perchégli incontri si sono fatti sempre più numerosi,perché le analisi relative al corpo studentesco inseno alla città da parte dell’Ersu, del Comune edell’università cercano comunque di riuscire atrovare una collocazione ottimale, quindi si va

avanti sotto questo punto di vista, ma non è daoggi, altri studenti prima di voi avevano inizia-to la loro battaglia. Riesco a capire che inquesto momento ci sia anche una richiesta diconcretizzazione. Quindi, in riferimento ancheall’azione politica dell’Amministrazione co-munale, in particolare anche del mio gruppopolitico, vi posso dire che l’impegno profuso aifini della statalizzazione della nostra universi-tà, onde salvarla da quello che era un baratrototale, è stato presente, è stato un impegno serioa tutti i livelli, dal comunale al provinciale, alnazionale. Questo tipo di intervento e questasinergia che si è creata sono riusciti a tirare insalvo questa università che, guardate bene, erain crisi non perché avesse una carenza struttu-rale o insegnanti o sulla popolazione studente-sca o sui contenuti, era solo una questionefinanziaria perché era legata al finanziamentostabilito da una vecchia legge, che non era piùsufficiente ed era neanche la metà di quelli cheerano i finanziamenti di pari università come lanostra. Siamo riusciti in questo sistema. L’uni-versità si sta riprendendo in maniera egregia. E’vero che c’è una carenza, però tra le percentualidi iscritti siamo anche quelli che hanno tenutopiù di tutti. C’è stato un tentativo anche diriaprire, quindi di rinnovare l’Università sottoalcuni punti di vista, perché la legge glieloimponeva, però anche come Amministrazionecomunale gli spazi concessi e la possibilità diintervenire con un dialogo sono evidenti. E’chiaro anche che gestendo una città nella suaintegrità, c’è anche qualcuno che ci scrive suigiornali, raccoglie le firme ecc., perché pur-troppo c’è anche la degenerazione. Ieri midiceva un mio collega che è stata divelta addi-rittura una chiavica nel centro storico, in piaz-za, quindi qualche cosa delle volte può accade-re, ma l’integrazione che noi crediamo di potersviluppare, deve portare a unacorresponsabilizzazione anche da parte vostra.

Quindi la rappresentanza va data, co-munque, dappertutto. Siccome sono anche fun-zionario dell’Ersu e presidente della Comunitàmontana, vi volevo ricordare che sapete benis-simo come a livello di Ersu c’è stato un tenta-tivo di integrazione maggiore, perché sta par-tendo anche un nuovo programma per poterdare la possibilità a molti degli studenti che

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sono all’interno dei collegi o usufruiscono del-le mense, di poter partecipare alla vita attivadella nostra Amministrazione attraverso un in-carico che integra le 150 ore già previste al-l’Università. Questo, secondo me, il frutto an-che di questo tipo di concertazione, di questaazione che prende in visione questa possibilitàdi integrare. Oltre a questo, il dibattito suglispazi: da noi è stato affrontato in manieraabbastanza seria, sono stati individuati, c’èstata una Commissione che prevedeva anchel’Università e qualche cosa sta venendo fuori,quindi non si parte dall’anno zero. Giustamenteha dettoli rappresentante dell’università che glistudenti vogliono fare politica, perché sonosoggetti attivi, perché sono soggetti che vivonoquesta crisi in prima persona, perché c’è un38% di disoccupazione giovanile nel paese. Danoi forse è più contenuta la cosa. Non è facile,quindi, trovare occupazione, sbocco ecc., perònoi qualche cosa per migliorare ancora il tessu-to economico di questa città lo potremmo fare.Io per esempio sono un assertore che questacittà debba anche trovare una formaorganizzativa differente, per differenziarsi dal-le altre. Ancona è diventata UniversitàPolitecnica delle Marche, noi potremmo diven-tare benissimo un polo dell’arte a livello nazio-nale, perché abbiamo tutta una serie di situazio-ni che ci possono porre in quella condizionedall’Università all’Accademia, all’Isia, allaScuola del libro, a tutte le altre scuole che noiabbiamo. E’ un centro culturale di rilievo, que-sta è la verità. Oltre a questo altri spazi possonoessere integrati. Ad esempio, c’è un sistemabibliotecario in rete che si sviluppa nell’ambitodel territorio, che può essere benissimo apertoanche alle azioni studentesche attraverso duespazi: uno è questo qua dietro ed è una piccolacosa, però c’è anche la biblioteca dell’Ersu cheè funzionante, che potrebbe mettersi in contattocon questo sistema, offrendo un elemento inpiù per questa situazione.

Volevo soltanto dire che occorre avererispetto reciproco e questo lo si chiede, peròalcune volte l’Amministrazione si trova in dif-ficoltà per dare risposte ai cittadini. Secondome l’integrazione va fatta se c’è la possibilitànon solo di dare rappresentanza in qualsiasisede ma addirittura anche attraverso una forma

di compartecipazione più attiva. Quindi, se-condo me bene avete fatto a richiedere questospazio e a richiedere da parte dei consiglieri unimpegno personale su queste cose. Questo èquello che noi vi abbiamo dato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi.

LUCIA CIAMPI. Sarò breve, perché fa-cendo parte del tavolo di consultazione ho altrepossibilità di intervento.

Gli studenti chiedono la partecipazioneal Consiglio comunale, ma qui abbiamo dimen-ticato tutti una cosa: che il tavolo di consulta-zione è nato perché da questi banchi — non è lostesso banco suo, perché io sono di qua, dall’al-tra par te anche per ragioni politiche, ideali —... (Interruzione). Cosa c’entra? Io vedo neglialtri avversari, non nemici, quindi non c’è pro-blema, però tengo a chiarire che la posizione daquest’altra parte è anche di natura politica.Dicevo che qui abbiamo dimenticato una cosa:che il tavolo di consultazione è nato perché daquesta parte qui abbiamo chiesto a gran voceche ci fosse un incontro tra l’Università e l’Am-ministrazione, perché non c’era. L’Universitàera chiusa nel suo splendido isolamento. Chifaceva parte di tutti gli enti dell’università era ilpresidente della Regione di quella parte, ilPresidente del Consiglio di quella parte, il Sin-daco di quella parte, di questa parte non c’eranessuno, quindi abbiamo chiesto almeno un’oc-casione dove potesse esserci il confronto. Que-sto per rispondere a voi sul termine politico.Quindi, immaginate quanto noi possiamo esse-re contrari alla vostra presenza se abbiamodovuto chiedere fortemente la nostra presenza.Questo deve essere chiaro, perché adesso sonotutti buoni, ma per anni ci hanno negato qualsi-asi colloquio e questo deve essere chiaro. Ripe-to, il tavolo di consultazione è l’unico dove noipossiamo esprimere il nostro parere. Poi è chia-ro, le tematiche emerse sono state altre, settarie,limitate, tutto è avvenuto su quel campo lì, peròquesto deve essere chiaro. Anzi, io direi aglistudenti di venire sempre ai Consigli comunalie di non limitarsi soltanto quando ci sono argo-menti che li riguardano. Volete essere cittadi-ni? Dovete essere cittadini sempre. Venite ai

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Consigli comunali. Anzi, vi dico che se prende-ste il posto di alcuni di loro, la prima a esseresoddisfatta sarei proprio io.

Guardi quanti assessori sono rimasti du-rante la discussione. Dovrebbero essere sei,quanti ne sono rimasti? Due. (Interruzione).Ma sono sempre malati? Questo non lo so.(Interruzione). Sindaco, lei è sempre presente,quindi a lei non devo fare nessun rilievo, manon si può dire altrettanto degli assessori, iquali arrivano soltanto se c’è un argomento cheli riguarda: leggono l’intervento che hannopreparato i dirigenti e se ne vanno. Basta legge-re le presenze. Quindi, torniamo in argomento.

Cari studenti, io sono la prima a sostenereche la vostra presenza è bene accetta ed èassurdo anche dire “bene accetta”. Anzi, daquando è stata eliminata la leva obbligatoria, nemetterei un’altra: che tutti i ragazzi dovrebberoessere obbligati ad essere presenti ai Consiglicomunali delle loro città, in modo che sarebbeanche una forma di conoscenza vera dei proble-mi della città e non dei sentito dire. Ripeto, ionon ho nessun problema: aggiunto, faccia partecompletamente, con diritto di voto, per me nonc’è nessun problema. Poi certo, se noi abbiamoaffrontato l’argomento della sicurezza è perchéi cittadini ci hanno evidenziato che il problemac’è ed è meglio se voi siete presenti, così virendete conto quali sono le richieste, le posizio-ni dei cittadini. Qui nessuno dice che è stata lasingola parte ma nessuno si può escludere. Io vel’ho già detto al tavolo di consultazione: voinon potete tirarvi fuori dal giovedì sera, nonpossono tirarsi fuori i ragazzi degli altri paesi enon possono tirarsi fuori i nostri figli, perché inostri figli frequentano la stessa piazza. Chi cidice che mio figlio sia migliore di qualsiasialtro? Il problema c’è, voi non dovete sentirviminacciati. Ci sono delle regole, lo ha dettoanche il consigliere Bonelli. C’è un regolamen-to. Noi non chiediamo leggi nuove, noi chiedia-mo l’applicazione di quelle regolari, da parte ditutti, a cominciare dagli esercenti. E’ insoppor-tabile che usciamo di qui all’una di notte di unConsiglio e c’è chi tiene la musica a valoridecibel che si sentivano fino al Monte ed è lostesso che poi vuole imporre ad altri le leggi.Cominci a rispettarle, e se non le rispetta — quimi rivolgo al Sindaco — dovrebbe chiamare lui

i vigili e vedere che le regole siano osservate.Le regole le dobbiamo osservare tutti. Quindinon riesco a capire dov’è il problema.

Io non ho nessun problema, per me giàdal prossimo Consiglio darei loro, se possibile,anche il diritto di voto. Anche perché i problemidella città che sembrano piccoli, non sono pic-coli, perché è chiaro che se guardiamo per terravediamo solo la buca, ma se guardiamo in altovediamo solo il cielo. C’è anche uno sguardomedio che vede tutto. Quindi noi non possiamovedere solo le buche ma non possiamo neanchevedere soltanto i vostri problemi, se sono trop-po in alto, dobbiamo anche volare a un’altezzadove vi sono problemi di tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindacoper le conclusioni, poi possono avere la parolaper cinque minuti i capigruppo e gli studenti.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Ha dettobene il Presidente del Consiglio: è storico ilfatto che ci siano qui degli studenti. Se questastoria coincide con una legislatura nella qualevoi siete qui e io sono il Sindaco, già questobasta a dire che qualcosa è avvenuto. Ma c’èun’altra cosa storica, caro Gambini, e ne dovre-sti essere orgoglioso, perché faceva parte dellaformazione di questa Commissione Ersu-Uni-versità-studenti-Comune, che nasce proprio dalprogramma, quando c’eri anche tu, perché seistato dieci anni con noi, non sei stato poco.Quindi qualcosa di buon, come hai detto, l’ab-biamo fatto. Quando parliamo però degli statu-ti, si sappia che gli statuti non vanno sopra leleggi, per cui all’Università non possiamo an-darci più nessuno, nemmeno io, ci hanno man-dato via a ottobre, perché una legge dello Statodice che gli amministratori, nella fattispecieComuni, Province e Regioni, non debbonostarci più. All’Ersu, l’unica nomina che è rima-sta degli enti locali è una, a metà fra Provinciae Comune di Urbino. Il resto lo fa la Regione.Poi c’è un altro problema. Per la 267/2000 noinon possiamo avere un consigliere in più. Semai potete essere un consigliere aggiunto, pur-troppo senza diritto di voto, di niente, di ascol-to. Questo è un limite. A me va benissimo, peròsi sappia che non c’è statuto da modificare senon per dire “Noi siamo 16”, perché la prossi-

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ma volta saremo neanche più 20 consiglieri ma16 consiglieri, perché 4 ne ha tolti una leggedello Stato. “Voi potete essere il diciassettesi-mo, ma venite qui, ascoltate, non parlate, ameno che, come oggi, creiamo una condizioneper...”. Quindi, purtroppo è un limite. Eccoperché io sono convinto che questa Commis-sione sia il vero tavolo dove si può parlare, sipuò decidere, si può coordinare. Poi vorreiosservare che quando si parla della città c’è unaproblematica che fa riferimento al Comune, maquando si parla di università c’è l’Universitàche ha un consiglio di amministrazione autono-mo, insieme all’Ersu che è autonomo dal Co-mune. Se si vuole analizzare la situazione delperché ci sono meno studenti, basta citare duecose: primo, la proliferazione, negli ultimi de-cenni, di tante nuove università. Le hanno fatteanche a Rimini. Siccome facciamo anche menofigli, era normale che negli atenei ci sarebberostati meno ragazzi. Un’altra parola che nessunoha usato: la semestralità. Sapete cosa vuol dire?Che aumenta la mobilità. Se la gente non risie-de più, fa avanti e indietro perché si dura seimesi invece di un anno. Questo ha modificatotutto. Se si parla di queste cose io ci sto a fareun’analisi seria della situazione, ma se non siparla di queste cose, si sappia che parliamo delniente.

Poi c’è un altro problemino: a chi compe-te ragionare anche in termini di sviluppo, diprogrammi e quant’altro rispetto ad un progettouniversitario? Forse qui nessuno si è messosulla testa che sarà bene anche puntare più sualcune cose che su altre, è cambiato il mondo,ci sono delle concorrenze vicine. Forse bisognaavere anche un’idea di come sviluppare di piùcerte progettualità, certe promozioni culturaliall’interno dell’università. Questo è un dibatti-to non da poco. Il secondo è il diritto allo studio,la difficoltà nel dare sempre meno borse distudio, la crisi del ceto medio, del paese. Lagente ha difficoltà a far studiare i figli, questo èil problema. Io ho un figlio che studia al Poli-tecnico di Milano. Sapete quanto paga di tasserispetto a voi? Tre volte di più. Sapete quantopaga in una camera doppia? 480 euro, in due960. Questi ce la fanno fin quando, bene o male,hanno una famiglia dietro, ma già se uno come

me ne avesse due da mantenere al Politecnico,diventerebbe un problema.

Se vogliamo parlare in modo serio deiragazzi, dei problemi dell’università, questisono i temi, poi ce ne sono tanti altri. Però questisono i temi: chi è bravo a scuola, o c’è lafamiglia o c’è lo Stato che deve garantire.Questa è la questione delle questioni. Il nostrotavolo, più che altro è nato per ragionare insie-me in un luogo piccolo come Urbino, dove èovvio che i problemi si scontano in modo anchepiù amplificato, perché comunque l’ambito èristretto, ma il calo degli studenti è quello cheho detto prima, il nuovo rapporto con l’Univer-sità è la semestralità. Questi sono i problemiveri. Però ancora in questa città cos’è che citrovate di grande? Che il rapporto con gli inse-gnanti è ancora un rapporto vero, perché liincontrate, li vedete. Perché ancora questo è unambiente a misura d’uomo. La verità è che lagrande città spersonifica i rapporti, ci sonodifficoltà comunque, e questo è un valore.Questo è il valore grande della città. E nonparliamo di servizi, perché pur nei limiti, im-maginate, noi manteniamo un servizio di tra-sporti, e infatti ogni venti minuti, da ogni puntodella città parte un autobus, proprio in virtù delfatto che esiste una presenza studentesca alta,altrimenti una città di neanche 10.000 abitantipotrebbe avere in Italia, in Europa e al mondo,un autobus ogni venti minuti? Con gli abbona-menti e tutto il resto. Dei college da 1.500 posti,più la Casa dello studente e della studentessa: inpercentuale Urbino ha il livello pi alto di propo-sta di posto pubblico che esista. Io ne conoscopoche di queste realtà. Poi i problemi ci sonosempre, ci mancherebbe, però pensiamo ancheche nel momento in cui ci siamo incontrati cisiamo detti tutto quello che non andava: ilproblema degli spazi ecc., ci siamo detti comevivere le serate in una città, ce lo siamo detti,però un po’ concordo anche con la signoraCiampi, quando dice “Lo so che siete ragazziche la mattina studiano” ecc., ma c’è una per-centuale inevitabile, in ogni luogo, di giovani,di adulti che comunque concepisce il diverti-mento e il vivere in un’altra maniera. C’è, maperché è così, c’è nella famiglia. C’è gente checoncepisce la piazza, la birra, la bottiglia. Midica un giorno, una personalità religiosa del

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nostro territorio: “Noi una sera a San Domenicoavevamo dato lo spazio libero per entrare, era-no tutti dentro a El Piquero e lì dentro pocagente andava”. La verità è anche questa, cioè laproposta culturale ha difficoltà a marciare. Peròè anche vero che noi dobbiamo fare di tutto permodificare questa situazione e i collegi, cheerano stati concepiti da De Carlo non comedormitori ma anche come luoghi dove vivereuna vita associata, possano ritornare a svolgerequella funzione, perché quello sicuramente giàrappresenterebbe un primo passo. Così comeavere delle attività culturali. Però sappiate cherispetto al problema che esiste dappertutto —Basta andare in via Zamboni a Bologna a vede-re cosa succede la sera: quando studiavo io aBologna potevi andare via di notte senza pro-blemi, oggi in via Zamboni non ci passi se nonhai come minimo, vicino a te, due carabinieri— è chiaro che a noi comporta sempre diragionare per poter in qualche modo andare adare delle risposte. Quel tavolo credo che siauna delle situazioni migliori disponibili al con-sigliere aggiunto, sapendo che si parla di quelloche dicevo prima, perché non c’è statuto chetiene. Poi c’è anche il problema della rappre-sentanza, chi decide chi. Saranno gli organismivostri, toccherà decidere anche quello per capi-re chi va, perché altrimenti lo studente c’è già,volendo: si chiama Annibali, però lui è statoeletto. Grazie, comunque, per il dibattito.

PRESIDENTE. Ha la parola AntonioAstolfi.

ANTONIO ASTOLFI, Rappresentante stu-denti Università di Urbino. Giusto per rispon-dere alle questioni che sono state tirate in ballo.Noi siamo venuti qui per farci ascoltare maanche per ascoltare, quindi è giusto ribattere aciò che è emerso. Innanzitutto il nostro ruolo:ho l’impressione che siamo stati identificati unpo’ come i “riposa in pace” della situazione,nel senso che c’è una sorta di discolpamentocontinuo, quando non abbiamo chiesto questoe ringrazio il consigliere Gambini per tuttol’excursus che ha fatto, perché è importantefare anche cenni storici. Chiedo al consigliereBonelli di avere più rispetto di noi, perchécredo che noi, in questi tre tavoli siamo stati più

che chiari, abbiamo chiesto censimenti,snellimento del regolamento e della burocraziaper fare eventi, oggi chiediamo il consigliereaggiunto e non credo che ci sia niente piùchiaro, o viceversa di interrogarsi sulla propriafunzione. Il rappresentante non è un portavoce:se lei fosse un portavoce io le scriverei quelloche voglio e glielo consegnerei. Lei rappresen-ta e nella rappresentazione c’è anche l’ascoltoe la raccolta delle istanze. (Interruzione). Nonl’ho interrotta, mi lasci parlare. Siamo statimolto chiari nel corso degli ultimi tempi, ma,come diceva giustamente prima anche il consi-gliere Serafini, da più di qualche anno le discus-sioni sulla cittadinanza sono ben lunghe, quindiinvito soltanto a una riflessione: da quando si èstabilito che le questioni si decidono con lapolitica, con il dibattito e ci si conta e ognunoconta uno, penso che su una questione come lamodifica dello statuto ci sia poco da interpreta-re, ma anche il veltroniano non ci piace, nelsenso che se la modifica è a due terzi, a maggio-ranza qualificata, da quello che ho notato credoche ci sia un certo accordo nel raccogliere lanostra proposta. Ovviamente in questo la rin-grazio per averci detto che da qui in avanti sietedisponibili a trovare le soluzioni, e lo faremo.

Consigliere Ciampi, noi non difendiamonessuno. Noi siamo qui, rappresentiamo glistudenti e questo è il nostro ruolo. Penso che,come me, Mariano abbia le sue opinioni politi-che, questo non è il luogo per prendere le difesedi nessuno, quando le cose vanno male ci sonoresponsabilità sfumate, chi ne ha di più, chi neha meno, ma il gioco del bianco e nero inpolitica è troppo semplice perché noi ci ca-schiamo, la conosciamo troppo bene questaquestione, però non sono temi piccoli, abbiamocitato la democrazia rappresentativa, le prati-che democratiche. Credo che temi più ampi diquesto, francamente facciamo anche difficoltàa trovarli. L’importante — questa è una cosache veramente posso affermare con tutta onestà— è che ho talmente tanto rispetto per i luoghidella politica, che ho il dovere e l’onestà intel-lettuale per dire esattamente quello che penso epenso anche di poter interpretare quello chediceva prima Mariano. Non accettiamo unacosa: che questa questione della cittadinanzastudentesca, dello straniero, aggiunto, degli

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spazi, della vivibilità, del futuro di Urbino siincarti nella diatriba maggioranza-opposizio-ne. Per favore teneteci fuori da uno spettacoloindegno, perché qui stiamo parlando di coseben più importante del vostro — e parlo di tutti— tornaconto elettorale, perché la politica, sepensa soltanto al consenso, è demagogia, poi-ché la demagogia si produce subito, prende ilconsenso, poi il consenso cade e la politicamuore. Quindi non sto chiedendo di discolparsied è evidente che la situazione non è buona e lacolpa, ovviamente, non è esclusivamente diquesto Consiglio comunale. Il Sindaco ha cita-to vari passaggi, vari livelli. La situazione ècomplessa per tutti e nessuno da parte nostra hamai cercato capri espiatori, non ha mai chiestola testa di nessuno. Noi portiamo idee, passio-ne, impegno partecipazione e istanze, quindisiamo fiduciosi che si risponda con la politica,che non vuol dire riprendere quello che scrivoio, significa saper ascoltare e interpretare ilcambiamento prima che questo entri e arrivisotto altre forme.

PRESIDENTE. Ha la parola MarianoMarano.

MARIANO MARANO, Rappresentantestudenti Università di Urbino. Condivido pie-namente quello che ha detto Antonio. Una cosache chiediamo a tutti è di non essere strumen-talizzati, perché a volte le diatribe maggioran-za-opposizione, anche il coinvolgimento deglistudenti all’interno di queste discussioni cisembra del tutto errato. L’impegno che possia-mo prendere, come rappresentanti degli stu-denti è coinvolgere anche le alte istituzione,perché secondo noi è ingiusto che il Comunenon abbia una rappresentanza, sia all’internodel consiglio di amministrazione dell’universi-tà, sia all’interno del consiglio di amministra-zione dell’Ersu. E’ scandaloso che una città cheha al suo interno due enti così importanti nonabbia nessun impatto, però noi come studenti,secondo me possiamo impegnarci affinché pos-sa nascere un nuovo tavolo dove coinvolgere,in una discussione più ampia, sia il rettore sia ildirettore generale dell’Ersu, perché vogliamobene all’Università e vogliamo bene a questacittà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ciampi.

LUCIA CIAMPI. Cari studenti, voi daltavolo di consultazione avete chiesto di farparte del Consiglio comunale. Questo è unConsiglio comunale dove la politica si confron-ta, e dovevate saperlo. Mi meraviglio: cosapensavate, di venire in una chiesa? E’ chiaroche qui ci sono incontri politici, loro hannogiustamente i loro, noi abbiamo i nostri, lui hai suoi ed è chiaro, nessuno qui vuol fare proseliti,ci mancherebbe altro. Qui nessuno vuole asso-lutamente condizionare nessuno, qui nessunovuole convincere nessuno, questo è un Consi-glio comunale dove le posizioni politiche sonochiare, definite e vanno chiarite continuamen-te. No qui, quali consiglieri comunali, io chefaccio parte del tavolo di consultazione mi pareche non ho mai fatto discorsi simili a quello diquesta sera. Qui sono consigliere comunale edesprimo le idee politiche come, dove e quandomi pare, purché nel rispetto di tutti e in modocivile. Voi le lezioncine, qui, non ce le venite afare, qui nessuno fa lezione. Qui siamo tuttipronti ad ascoltare, ognuno ha le sue richiesteche potranno più o meno essere accolte, ma nonvenite qui con quell’aria da professorini. Que-sto è un Consiglio comunale e noi diremoquello che vogliamo, sempre, ripeto, nel rispet-to di tutti. Questo è un consesso politico e sevenite è bene che lo sappiate prima: a nessunosi deve evitare di esprimere le proprie ideepolitiche. Noi ci scontriamo pure ma poi èfinita. Io non è che posso disprezzare le idee,come loro non disprezzano le mie e di qualchealtro, e le vogliamo esprimere. E allora venitequi a farci la lezioncina? Ma chi vi vuolecondizionare? Chi ha chiesto di cambiare idea?Avete chiesto di essere presenti, avete parlato enoi... (Interruzione). No, adesso basta, la regoladice che non c’è risposta, perché uno devepensare prima di parlare. Quindi, noi qui espri-miamo le nostre idee politiche e se pensate cheaddirittura potreste essere convinti da noi, allo-ra è bene che non veniate, perché a questo puntopensate che vi condizioniamo? Che uno di noivi condizioni? (Interruzione). No, lei l’altravolta mi ha detto che non la dovevo interrom-pere: non mi interrompa lei, adesso. Io non l’ho

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interrotta, perché lei è quello che ha l’aria daprofessorino, veramente, ed è ora di finirla.

PRESIDENTE. Ho detto dall’inizio: è laculla della democrazia...

LUCIA CIAMPI. Presidente, io occupo ilmio tempo.

PRESIDENTE. Prego, prego...

LUCIA CIAMPI. Quindi, ripeto, questo èun Consiglio comunale dove ci sono 6-7 forzepolitiche, una diversa dall’altra e ognuno diràquello che pensa politicamente. Nessuno dinoi, da Gambini ad altri, si è riferito alle vostreidee politiche, ci siamo riferiti agli amministra-tori, al Sindaco, alla maggioranza. Non abbia-mo detto che voi la pensate come noi o la dovetepensare come noi.

PRESIDENTE. Grazie, capogruppo. Nonvolevo interromperla, dicevo che ci sono, giu-stamente, le diversità, le idee, non il contrastotra persone.

Ha la parola il consigliere Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Vorrei sgombrareil campo da qualche equivoco che forse si ècreato. Nessuno qui ha cercato di strumentaliz-zare nessuno, si è svolto, come fino ad oggi siè sempre svolto, da inizio legislatura, un dibat-tito, un confronto con idee a volte simili e avolte differenti, ma lungi, per lo meno da partemia e penso di tutti, la volontà di strumentaliz-zare qualcuno e tanto meno, per quanto miriguarda, uno parla ed interviene per qualchefine elettorale. Qui non c’è nessun fine eletto-rale, nessuno parla per guadagnare dei votiperché oggi ci siamo e domani forse non cisaremo neanche. Quindi vorrei sgombrare ilcampo da questo. Avrei potuto dire prima allacollega Ciampi che la rivendicazione della pa-ternità del tavolo di consultazione, secondo meè una cosa sterile, noi ce l’avevamo nel pro-gramma elettorale. Secondo me importante nonè rivendicare la paternità di quel tavolo ma nonfarlo abortire. Questa è la cosa importante, perla quale tutti quanti ci dobbiamo impegnare.Vorrei dire soltanto, non con polemica, che c’è

un dibattito che si sviluppa nei Consigli comu-nali. Non dovete pensare che qualcuno vogliastrumentalizzare. Voi ponete i vostri problemi,noi stiamo cercando di capire, perché è unacosa nuova anche per noi, perché un confrontocon la realtà studentesca, al di là di quello cheavviene nel tavolo, in piazza o sporadicamentenegli angoli della città, è comunque una cosanuova alla quale noi ci approcciamo con imetodi, con i modi sempre garbati, comunquequelli politici, come credo sia giusto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Ovviamente, comediceva Lucia, noi siamo ad ascoltare e non ciponiamo al giudizio che ogni cittadino, quindiin questo caso anche gli studenti, dà di ognunodi noi, non ci vogliamo sottrarre. Sicuramenteabbiamo le nostre posizioni. Io ho sottolineatole motivazioni. E’ la prima volta che io vedo irappresentanti degli studenti, ma per i motiviche ho appena detto, perché purtroppo la con-siderazione della nostra lista, da pare dellamaggioranza è stata quella che è stata. Però lacolpa è anche la nostra, perché lo dicevo l’altrogiorno con il Sindaco: potevamo chiedere conpiù forza di essere presenti nel Consigliodell’Ersu, perché è un ente per noi importante.Prima diceva il consigliere Serafini che il Poli-tecnico delle Marche va in certe direzioni, mami viene in mente questa cosa a propositodell’università, per far capire anche cosa stasuccedendo, perché il rettore dell’Università diUrbino non l’ha nominato Pio, l’ha nominatouna forza politica. Non facciamo demagogia,come qualcuno di voi ha detto. Quindi è di unacerta parte politica. Proprio in riferimento aquesto — e rispondo di quello che dico, non hopaura di parlare di fronte a nessuno — vi voglioraccontare questa cosa: la nostra università, pernon aprire una partita Iva perde delle possibilitàimportanti. Vi faccio questo esempio: noi ab-biamo aderito a un progetto regionale di pro-mozione, consistente, c’è stata la divisione fratutt’e tre le Università — Ancona, Macerata eUrbino — era un progetto di ricerca di 300.000euro, una cosa piccola, c’era la necessità di fareun’Ati tra questi enti, Urbino non ha potuto

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aderire perché non aveva aperto la partita Iva.Questo è un esempio. Da parte della Regionec’è stato un finanziamento per 90 dottorati diricerca, la nostra Università ne ha presi 2,l’Università di Ancona 40, quella di Macerataaltri 40, tutti quelli a cui era possibile accedere.Questo vuol dire non dare la possibilità aigiovani che sono nella nostra università, diaccedere. Io sono uno di quelli che ha aderitocon un finanziamento con una delle nostresocietà, per il triennio che prevedeva 17.000euro all’anno di spesa, per cui un terzo dovevaessere dell’università, un terzo della Regione,un terzo dell’azienda e la nostra università neha fatti due, uno il prof. Renzulli. Questi dueesempi che vi ho fatto fanno capire come èmessa la nostra università. Non è che la gestio-ne dell’università è caduta dal cielo, è governa-ta da una certa parte politica, e mi fermo qui.

Questo per dire che non è che noi siamofuori dal mondo, conosciamo bene le dinami-che e il fatto che l’Università di Urbino ha persola possibilità di avere 30 progetti finanziati e neha fatti due, è una cosa gravissima. Queste sonole cose consistenti. Al di là della presentazioneche ho voluto fare del nostro gruppo consiliare...Non abbiamo una motivazione politica diver-sa. Lei ha parlato di politica e questo ha susci-tato anche risentimento in qualcuno di noi,perché se parliamo di politica, questa è la poli-tica. L’Università di Urbino ha fatto un bando,ha dato 130.000 euro per creare una società. Lesocietà si creano in cinque minuti: a mezzo-giorno abbiamo creato una società depositataalla Camera di Commercio, all’ufficio Iva.L’Università di Urbino ha speso 130.000 europer dare in assegnazione a una società chedoveva fare una valorizzazione dei capitalidelle aziende agricole, con le case e tutto quan-to, sono tre anni, ancor anno ha fatto nulla. Cioèha fatto un bando: qualcuno ha vinto e non èstato fatto nulla, i beni sono lì non gestiti.Questo è il modo come si governa. Vi faccioquesti esempi del modo come si sta governandoed è il motivo per cui l’Università di Urbino aun certo punto, una università con 500 anni distoria, è arrivata al collasso e ha dovuto esserestatalizzata. Non nascondiamoci dietro un dito,questa è la storia.

La mia presentazione non era per fare

politica, lungi da me, non mi interessa la poli-tica in questa sede istituzionale, ma per farcapire da che parte stiamo e chi siamo. Sonofortemente favorevole al dialogo tra gli studen-ti e la vostra posizione, anche in Consigliocomunale, come avete chiesto, ma sicuramen-te, come qualcuno ha detto, in quest’aula potetevenire, ascoltare quello che dice Gambini, quelloche dice il Sindaco, quello che dice Serafini equello che dice ognuno di noi, poi tirare levostre conclusioni. Questo non è precluso anessuno dei cittadini, anche se purtroppo spes-so i cittadini non ci sono, e se il paese va inquesto modo, probabilmente è anche perchéqui non ci sono i cittadini, non ci sono glistudenti e la politica ha gestito come ha gestito.

PRESIDENTE. Si conclude questo pun-to all’ordine del giorno in Consiglio comunale.Vi ringraziamo per la vostra partecipazione e,come ho detto all’inizio, questo è il luogo dellediversità delle idee, quello che è importante è ilcivile confronto. Se i nostri ospiti voglionorestare ne siamo lieti, altrimenti li liberiamodall’impegno e auguriamo comunque a loro ealle loro famiglie, buona Pasqua. Noi conti-nuiamo con l’ordine del giorno.

Approvazione verbali seduta precedente

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 3: Approvazione verbali seduta prece-dente.

Se non vi sono interventi, li pongo invotazione.

Il Consiglio approva all’unanimità

Permuta relitti stradali Comunale di “Ca’Bornello”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 4: Permuta relitti stradali Comunale di“Ca’ Bornello”.

Ha la parola il Sindaco.

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(Escono i consiglieri Paganelli, Serafini,Ruggeri e Andreani:

presenti n. 15)

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Lapermuta è con Lorenzoni Filippo in qualità diproprietario dell’appezzamento di terreno fa-cente parte della Comunale Ca’ Bornello, doveè stata deviata la strada, distinto a catasto, peruna superficie di 473. Equipariamo con una da518 senza oneri. La permuta avviene a corpo ealla pari, senza che nessuno debba pagare con-guagli alla parte avversa; di stabilire che ai finifiscali il valore è di 400 euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Non sono contrario,questo è ovvio, perché è un aggiustamentocome tutti gli altri. Vorrei ribadire il concettoche queste cose vengono sempre portate avantidopo che è stato fatto tutto. Lo spostamento diquesta strada è una cosa recente, quindi laprocedura era che il progetto venisse primaapprovato in Consiglio con lo scambio delrelitto e poi si autorizzavano i lavori. Invece,come al solito, ognuno fa, le leggi non vengonorispettate e finisce così.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Effettivamente,come dice il capogruppo Bonelli, questa non èuna situazione di molti anni fa, è una modificadi percorso avvenuta pochi anni fa. Mi piace-rebbe chiedere all’assessore di riferimento, chein questo caso è il Sindaco, chi ha sostenuto icosti, perché qui è stato fatto un disegno dellamodifica della strada, poiché è evidente che...(interruzione). Lo spero, non ho dubbi che siacosì, è solo una domanda. Questa particella, lan. 886 non è colorata di rosso. E’ già di proprie-tà comunale? So che i terreni sono stati ceduti,quindi vuol dire che anche la 886 è di proprietàdi un altro e siccome, come si evince chiara-mente dalla mappa è sede stradale e non era l’exsede stradale, potremmo fare un errore e credosia opportuno trasferire anche la 886. Se non ho

letto male la delibera, non c’è quella particella.C’è? Non l’ho notato. Dalla colorazione non sievince. Comunque, spero che questo sia. Erasolo una puntualizzazione. Comunque non sifaccia l’errore di dover andare a fare un’ulterio-re delibera. E’ stata una modifica che ha creatonon solo dei costi che sicuramente saranno statisostenuti, come dice il Sindaco, anche dal pri-vato, ma in quel punto c’è un dissesto ormaiannoso, ci sono stati dei problemi di rapporticon i confinanti, ci sono stati problemi grossiche hanno comportato anche delle cause, c’èmotivo di discussioni importanti. Anche per lanostra Amministrazione questo ha comportatodei costi. Questi contenziosi sarebbe bene evi-tarli. La strada oggi, nonostante gli interventi ei costi, si trova in una situazione impraticabile,perché evidentemente i lavori sono stati fatti inmodo abbastanza superficiale. Quindi è unasituazione che ci crea e ci creerà dei problemianche in futuro, una situazione abbastanza brut-ta. Rispetto alla situazione precedente, la modi-fica di questa strada potrebbe anche avere com-portato dei dissesti ulteriori, perché il fatto diessere intervenuti sicuramente non ha miglio-rato la situazione, l’ha peggiorata. Di questecose bisogna che gli uffici tengano conto.

PRESIDENTE. Per dare serenità di voto,ho chiesto al tecnico che ha curato la pratica, ilquale mi dice che quel triangolo di collegamen-to è già di proprietà comunale, quindi questo cidarebbe la serenità necessaria.

Pongo in votazione il punto 4 dell’ordinedel giorno.

Il Consiglio approva con 9 voti favorevolie 6 astenuti (Gambini, Guidi, Silvestrini,

Bonelli, Ciampi e Foschi)

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Segue la votazione, con il seguente risultato:Il Consiglio approva con 9 voti favorevolie 6 astenuti (Gambini, Guidi, Silvestrini,

Bonelli, Ciampi e Foschi)

Visto il risultato della votazione, non puòessere conferita alla pratica l’immediataeseguibilità.

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Permuta relitti stradali Comunale di “Ca’Scascellato”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 5: Permuta relitti stradali Comunale di“Ca’ Scascellato”.

Ha la parola il Sindaco.

(Entrano i consiglieri Serafini e Ruggeri:presenti n. 17)

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. E’ unapermuta, ci sono il mappale, ci sono i metri quadri.La permuta avviene a corpo e alla pari, senza chenessuno debba pagare conguagli. Il valore ai finifiscali è di 300 euro. Sono sempre situazioni chevanno a sistemare dei percorsi diversi.

PRESIDENTE. Se non vi sono interventi,pongo in votazione il punto 5 dell’ordine delgiorno.

Il Consiglio approva all’unanimità)

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva all’unanimità

Permuta appezzamento di terreno

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 6: Permuta appezzamento di terreno.

Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Si deliberadi acquisire in permuta dal sig. Branchesi David,il nostro tenente colonnello e da De Angeli, credosia la moglie e di cedere in permuta ai signoriBranchesi... ecc. Poi: precisare che la permutaavviene a corpo, alla pari. Stessa storia ai finifiscali, euro 300.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il pun-to 6 dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva con 13 voti favorevolie 4 astenuti (Bonelli, Foschi, Ciampi

e Silvestrini)

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva con 13 voti favorevolie 4 astenuti (Bonelli, Foschi, Ciampi

e Silvestrini)

Approvazione del piano d’azione per l’ener-gia sostenibile (Paes)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 7: Approvazione del piano d’azioneper l’energia sostenibile (Paes).

Ha la parola il Vicesindaco Tempesta.

LORENZO TEMPESTA. Il Comune diUrbino nel novembre 2010 ha aderito al pattodei sindaci, alla Covenant of Mayors, con cui siprendevano degli impegni affinché si redigesseun piano di azione sull’energia sostenibile perraggiungere determinati obiettivi, in particola-re l’obiettivo della riduzione delle emissioni diCO2, entro il 2020, del 20%. Io sono moltocontento di questo lavoro, perché ci sono volutipiù di due anni per stilare questo documento. Inprimis c’è stato l’ausilio da parte della Svim,che tramite il progetto europeo City Sec haaffiancato le amministrazioni nel redigere que-sto piano di azione e nello stesso tempo anchela Politecnica delle Marche ha messo a disposi-zione del materiale umano, quindi delle forzeumane, anche laureandi, ai fini di predisporre leschede tecniche in base alle azioni che il Comu-ne aveva e ha intenzione di predisporre, proprioper raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati.Sono stati individuati dei settori di riferimentocon un referente affinché recepisse e prendessetutte le informazioni necessarie, per poi tra-smetterle alla Svim e alla Politecnica delleMarche affinché questi dati potessero diventa-re delle vere e proprie schede di azione. Perfarlo breve, si è preso come anno base il 2005come anno in cui inventariare le emissionipresenti nel comprensorio comunale e sullabase di quella stima si è capito che dal 2005 al2020 occorreva abbassare la produzione diCO2 del 20%, quanto meno. Siccome bisogna-va partire da un anno di riferimento — molti

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altri Comuni sono partiti da più indietro nell’ar-co temporale — già ci si è accorti che nell’arcodal 2005 al 2010 il comprensorio comunale havisto una riduzione della produzione di CO2 dicirca il 7%, quindi l’impegno che l’Ammini-strazione avrebbe dovuto intraprendere e giàaveva intrapreso, vista questa sensibile ridu-zione, per ottenere l’obiettivo, è un ulteriore13% nel decennio 2010-2020. Predisposte tuttele azioni ci si è accorti dalla proiezione, dallastima, che questo abbattimento di CO2 potràessere ben oltre il 20% e arrivare fino al 23%.Considerate che sono stati esaminati tutti isettori (agricoltura, industria, terziario, resi-denziale, trasporto e anche la pubblica ammini-strazione), si sono coinvolti quelli che vengonodefiniti gli stakeholders, cioè anche tutti gliattori che sono anche privati, che possono dareun contributo o informazioni necessarie ai finidi questo inventario di emissioni ed anchecome azioni in proiezione futura e dunque sonostate predisposte queste 41 azioni calcolate intermini tecnici sulla base di tutti i dati assuntitramite un software certificato dalla Comunitàeuropea, che ha permesso, per certe azioni, dicalcolare la riduzione di CO2. Altre azioni, inrealtà non possono essere quantificabili, o quan-to meno non quantificabili al momento masono di indirizzo verso atteggiamenti di ridu-zione di CO2, di sostenibilità ecc.

Fatta questa relazione, per i tempi anchedella Svim, noi portiamo oggi all’approvazio-ne questo piano che verrà monitorato ogni dueanni. E’ un’occasione che fa sì che il Comunedi Urbino resti all’interno del patto dei sindacianche con tutte le opportunità di finanziamentianche per ciò che riguarda la sostenibilità inquesto senso. Sono tante azioni, già in piedi ealtre da mettere in piedi. E’ chiaro che unmonitoraggio è necessario, lo richiede la Co-munità europea e quindi valuterà ogni due annil’operato. Qualora l’operato non dovesse esse-re così come prospettato, ci sarebbe l’esclusio-ne, ma io mi auguro che queste azioni poste inessere diano questo risultato che, ripeto, è risul-tato di un lavoro corposo, che ha impegnatoanche gli uffici dell’Amministrazione, di cuisono contento anche per la qualità e per latipologia di tutte le azioni messe in campo.

(Entra il consigliere Andreani:presenti n. 18

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Prima cosa che devodire è che per un piano di 127 pagine non sonosufficienti cinque giorni. Comunque mi avetefatto lavorare abbastanza e vi rispondo.

Leggo, altrimenti mi scordo le cose perstrada:

Predisporre un piano d’azione perun’energia sostenibile è sempre un fatto più chepositivo per la tutela dell’ambiente, per cui vapromosso e sostenuto, come finora abbiamoportato avanti.

Premesso che con le delibere citate neldocumento e fino ad oggi approvate, vedi Con-siglio comunale n. 103 del 30.11.2010, non siera entrati nel merito dell’operatività e deicontenuti del patto. Solo ora, con la consegnadel piano, possiamo prendere coscienza di cosacomporta questo impegno e dei valori in gioco.

Per prima cosa devo far presente che nonè possibile che questo atto non comporti spese.

La squadra di otto dipendenti chiamati algruppo di lavoro non può non costare, bastipensare anche ad un’ora di straordinario, e giàabbiamo costi. Il concetto di costo in questoComune è stato sempre improprio. Ovviamen-te, ma come al solito, a Urbino arriviamo sem-pre tardi. Difatti l’approvazione di questo pia-no doveva avvenire entro un anno dall’adesio-ne formale del patto, avvenuta tramite appositadelibera del Consiglio comunale, la n. 103 del30.11.2010 per il raggiungimento degli obietti-vi di patto stesso, cioè entro il 20.11.2011 einvece sono passati tutto il 2011, tutto il 2012 etre mesi del 2013. Poi si manda in pasto allaminoranza, perché in cinque giorni lo studi perapprovarlo, e non credo che quelli della mag-gioranza abbiano avuto più tempo e sia statofacile entrare veramente nelle logiche del pia-no, vi sono dati tecnici troppo precisi e partico-lari.

Il piano sembra sia stato assemblato dal-l’Università Politecnica delle Marche, chiama-ta dalla Regione. L’assemblaggio è ottimo maè carente di molti dati che non le sono stati

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forniti, per cui il documento è parziale. Il pro-blema, come per ogni altra cosa, è che essendoil Comune in ritardo, il piano d’azione, ripeto,non è completo, su molti punti non ha fornitodati, neanche presunti, quindi le valutazionisono del tutto parziali e imprecise, come i dati.Solo per far apparire una diminuzione delleemissioni del 23%. Si dice anche che il Comuneda solo potrebbe raggiungere il 90% di rispar-mio di CO2. In pratica si ha l’impressione chesono stati indicati risultati che già da ora, si sa,non potranno essere totalmente raggiunti, siadal pubblico sia dai privati, per ovvi motivi diindisponibilità economica dell’Amministrazio-ne per la totalità delle proposte e dei privati,stante la crisi.

Da pag. 28 sono indicate per soggetto lepreviste riduzioni di emissioni. Si legge dallapag. 28 alla 30 le riduzioni che si prevedono findal 2011. Già la lettura di questi dati, di cui a unbuon numero manca la valutazione, fa notareche siamo in ritardo sugli interventi, perchéalcuni non sono iniziati nelle date indicate equindi i dati non sono precisi.

Poi si descrive una serie di interventi traamministrazione, trasporti, pianificazione ter-ritoriale, appalti pubblici e comunicazione, sen-za fornire valutazioni, definendoli addiritturanon quantificabili. Che razza di piano è?

Nelle pagine successive sono riportati idati per il quinquennio 2005-2010, con indica-zione dei risultati ottenuti divisi per tipologia diintervento esaminato. Sono dati che abbiamosubito e certamente non derivano da campagneo promozioni messe in atto. Abbiamo preso nel2011 i dati del 2010, non è stata fatta campagna.Molto controverso è poi il punto 3.4, “Produ-zione di energia elettrica”. Come è scritto, ilComune è fortemente impegnato nella promo-zione di forme di produzione alternative dienergia elettrica, sia intervenendo direttamentenegli edifici di sua proprietà, sia sensibilizzandoe supportando le imprese e la cittadinanza nellarealizzazione di impianti a fonte rinnovabile.Nulla di più falso, anzi vi è anche da precisareche la stessa Amministrazione ha prodotto li-nee guida e respinto richieste legittime perl’installazione di impianti simili, che sono an-dati a limitare fortemente le realizzazioni diimpianti, ottenendo di fatto una consistente

mancata riduzione delle emissioni. In praticapredica bene e razzola male. Bisogna che seria-mente e con coscienza decida che strategiavuole attuare, altrimenti quanto programmatonon sarà raggiungibile.

Secondo quando indicato le riduzionidelle emissioni dovrebbero superare il traguar-do del 20% e secondo il piano arrivare fino al25. Ma siamo certi che si sia in grado di adope-rarsi per fare in modo che ciò avvenga? Io hoforti dubbi che sia così semplice l’applicazio-ne.

Come al solito, si parla molto e si conclu-de poco. Non siamo più propensi a berci tuttoquello che vogliono farci credere, vedi pianostrategico, distretto culturale evoluto ecc., chevanno avanti da anni senza conclusione. Vo-gliamo fatti e programmi veri che possanorealizzarsi in tempi reali e stando con i piedi perterra.

Questo piano non è credibile, sia sul-l’aspetto descrittivo sia su quello tecnico e nonpuò avere il mio consenso. E’ molto approssi-mato, come spesso accade per molti documentidi questa Amministrazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Dopo quanto è ac-caduto in questa città, non intervenire su unpunto come questo mi sembra difficile. Comeper certi versi ha già esposto Bonelli, ovvia-mente a questo intervento bisognerebbe sicura-mente essere favorevoli. Il problema è cherimane paradossale pensare che oggi noi ciprendiamo degli impegni che non siamo e nonsaremo in grado di mantenere. Questa è la cosache mi preoccupa di più.

Io ho letto poche righe o pochi pezzi diquesta proposta di delibera, per il tempo esiguoche avevamo a disposizione e perché giusta-mente uno come me che ha frequentato lescuole serali, fa fatica a leggere in modo veloce,però devo dire che questo documento è unimpegno vero che l’Amministrazione comuna-le si prende e tutte le azioni che dovrebbe fareper raggiungere quegli obiettivi che ci ponia-mo, perché poi gli obiettivi bisogna raggiun-gerli e noi oggi, a questo punto, sicuramente

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non siamo in grado di raggiungere gli obiettivi,perché abbiamo perso 4-5 anni di interventi. Sepensiamo che il Governo centrale aveva dettoalle amministrazioni locali “Ci sono soldi”, manon soldi così, soldi grossi per andare nelladirezione del risparmio energetico, della pro-duzione di energia, oggi ci troviamo a firmaredelle convenzioni. Da quando abbiamo firmatoil Patto dei sindaci, cosa è stato fatto? investi-menti diretti non siamo in grado di farli, icittadini non sono più in grado di fare perché gliincentivi ormai sono calati enormemente. Qual-cuno in questa città ma anche in altri luoghi,parla ancora di cose che sono già passate, parladi treni che non prenderemo più, di opportunitàper raggiungere gli obiettivi che oggi andiamoa sottoscrivere, ma per portare ricchezza neiterritori questo non è stato fatto, purtroppo.Quindi firmare ed approvare questa deliberacredo che sia demenziale.

Noi abbiamo vissuto in questi giorni del-le vicende anche tristi della Regione Marche.Guarda caso, si ripete questo fenomeno: fino aun certo punto non si sono accorti che bisogna-va andare in una certa direzione, avevano l’im-pegno di raggiungere determinati obiettivi enon l’hanno fatto, a un certo punto hanno apertole porte, le finestre e anche il tetto e sonoincappati in situazioni poco piacevoli. Questosuccede quando non si sa o non si vuole capiredove le direttive europee, mondiali, nazionalidicevano di andare. Diceva bene il consiglierePaganelli, che adesso è dovuto uscire: abbiamopresentato dei progetti per gli impianti dovedoveva passare la Fano-Grosseto. Mi sembrache questo dica tutto. C’è un tecnico del Comu-ne di Urbino che presenta un progetto dove c’èil percorso della strada Fano-Grosseto aCanavaccio... (Interruzione). Dopo è subentra-ta la legge regionale, ma possiamo andare ariprenderlo. Quindi oggi approviamo cosa?Approviamo di andare dove? Per mettere anorma gli edifici non abbiamo più le risorse.Avete delle risorse da spendere? I cittadinipossono spendere qualcosa? Spero, ma è diffi-cile. Voi dite che fate il risparmio energetico,anche lì c’era la possibilità di fare convenzionicon aziende private che gratuitamente vi avreb-bero fatto gli interventi, a oggi non mi risultache siano stati fatti. L’unico intervento che

l’assessore Crespini.. Sì, Sindaco, “lascialodi’...” è la realtà. L’unica cosa che ha fattol’assessore Crespini è stato un intervento con lacollaborazione dei cittadini per andare in unacerta direzione, ma guarda caso le avete taglia-to la delega. Ma vergogniamoci, su... L’unicointervento che aveva fatto buono l’assessoreCrespini. Questo lo dico per esasperare i con-cetti, però la verità si dice scherzando e qui larealtà è che non si ha il coraggio di fare le cose,perché noi abbiamo deliberato un debito fuoribilancio di 100.000 euro, forse vi siete dimen-ticati: il 31 dicembre, d’urgenza, 100.000 europer il consumo energetico.

Dico solo che non serve sottoscrivere iprotocolli, fare i proclami, ci sono dellenormative ben precise che abbiamo votato tuttii paesi. Il Protocollo di Kyoto ripreso dallaComunità europea, ripreso dagli enti nazionali,e rifacciamo le delibere per far vedere chesiamo virtuosi. Questo è impegnativo da comel’ho visto io, entro il 2020 bisogna raggiungerequesti obiettivi, siete sicuri di essere in grado diraggiungerli? Voi dite “Quest’altro anno noinon ci siamo”, il Sindaco dice “Io vado a fare ilfarmacista”, ma poi bisogna rispettarli queiprotocolli.

Sì, facciamo, possiamo approvare, pos-siamo astenerci ma non serve fare la carta. E’ lostesso discorso di prima, della discarica: sì, leautorizzazioni, la Via ecc., però bisogna andaresul pezzo e fare le cose, come aveva fattoqualcuno prima di questa Amministrazione.Sulla produzione non avete fatto niente e inquesta città non abbiamo la cultura di fare, quipensiamo che deve cascare tutto dal cielo. Hovisto in questa sala dire: Urbino ha fatto gliscempi, perché ha fatto gli impianti a biogas eha presentato Cortona come virtuosa. Guardacaso, io ho fatto un impianto sotto il muro diCortona... (Interruzione). Qualcuno che vuolecandidarsi in questa città, non voi. Questo perdire qual è la cultura. Cortona è stato presentatocome un luogo virtuoso che non aveva fattoscempi: sotto il muro di Cortona noi abbiamoun impianto a biogas e davanti al nostro im-pianto a biogas c’è l’impianto fotovoltaico da11 megawatt. Qui tutti parliamo, senza sapereneanche di cosa parliamo, e non mi riferisco avoi. Questo per dire quanta poca coscienza c’è

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delle cose. Approviamo pure questa delibera, cidovete convincere un po’ meglio, magari se inter-viene anche il Sindaco a convincerci a votarla.Però ricordatevi che vi impegnate per voi e perquelli che vengono dopo di voi e dopo di noi adover fare determinate cose, e i soldi adesso nonci sono più. Voi chiudete sempre la stalla quandoi buoi sono scappati.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interven-ti, quindi ha la parola, per la replica, il Vicesindaco.

LORENZO TEMPESTA. Vorrei dire a Bonelliche non si parlava di straordinari, era nell’orarionormale di lavoro ma è stato diluito in due anni. Ilfatto dell’approvazione che si è prorogata al pri-mo aprile dipende dalla Svim che ha chiesto laproroga, non noi. L’ha chiesta la Svim checoadiuvava i Comuni nella redazione di questoprogramma.

Maurizio, sinceramente so che sei colorito,però “demenziale” lo lascio a te come termine perdefinire questo piano. Hai usato questi termini. Iodico che è un impegno che vuole tirare una lineadi orientamento con azioni in piedi, quelle che sipossono fare. Se non va in porto dopo due anninon succede niente, non viene la Comunità euro-pea a spararti. Non tagliano le risorse. Al momen-to questo piano non ha costo. Adesso stiamochiudendo sul discorso del fotovoltaico, che an-cora si alimenta, senza considerare il discorso delconto energia, perché non sappiamo mai comevanno a finire quelle cose. Poi tu mi insegniperché sei un esperto. Quindi è un impegno serio,quanto meno io ci credo. Se tra due anni almonitoraggio diranno che non siamo stati bravi, cidepenneranno dal Patto dei Sindaci, tutto qui, nonmuore nessuno.

(Esce il consigliere Foschi:presenti n. 17)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiara-zione di voto, il consigliere Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Per quanto riguarda ilnostro voto, non voto contro perché l’idea del-l’energia sostenibile è un’idea che ritengo ancoravalida. L’unica cosa è che purtroppo il pianopresentato non mi sembra che sia così puntuale e

mi pare che abbai parecchi lati oscuri. Quindi noici asterremo. Non è vero che non costa niente,perché alla Comunità costa, non a Urbino, allaComunità. Voi dimenticate quello che è Urbino equello che è la Comunità. I soldi che mette laComunità europea sono comunque i nostri, quin-di se la Comunità europea ha previsto una spesa di1.200.000 euro per questo progetto, non è veroche non ci costa niente, ci costa 1.200.O000 euro,assieme agli altri paesi. Quindi non dite che hacosto zero.

Poi vorrei vedere se il sig. Fraternale, che hauna serie di impegni, riesce a fare anche questo,senza fare straordinario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliereGambini.

MAURIZIO GAMBINI. Ho sbagliato termi-nologia, assessore, volevo dire “paradossale”. Hoammesso la mia ignoranza, purtroppo io non sonolaureato in nessuna materia, tanto meno in lingue.

Noi ci asteniamo dalla votazione di questadelibera, perché pensiamo che non risolva nessunproblema. Noi non vogliamo fare questi proclamie basta, questo è il punto. Dire “approviamoquesta delibera senza alcun impegno di spesa”non so come raggiungeremo gli obiettivi che sipongono, perché il 20% di risparmio, il 20% diproduzione, il 20% di gas serra in meno... Vorreisolo dire una cosa: bisogna avere il coraggio didire ai cittadini quello che bisogna fare. Bisognaavere il coraggio di dirglielo e non perché uncittadino dice “io sono contrario”, allora gli si vadietro come è successo in questo territorio pochimesi fa, perché conviene politicamente, allora searriva un cittadino o due... Mi riferisco al fatto chebisogna avere il coraggio di fare le cose, perchéprobabilmente coraggio di farlo non c’è. Quandoparliamo di energia, risparmio energetico o pro-duzione energetica, possiamo parlare tranquilla-mente anche di rifiuti, è la stessa cosa. Bisognaavere il coraggio di dire ai cittadini, come ho dettoio a Montesoffio, che bisogna fare l’impianto abiogas per la frazione umida della raccolta diffe-renziata, bisogna riciclare la plastica e la frazionedei rifiuti va nel termovalorizzatore. E’ unastrada obbligatoria, che non inquina, che mi-gliora l’ambiente, che ha tutte le virtù del mon-do. E’ inutile che continuiamo a fare una politi-

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ca di nascosto, sapendo che quella è la stradadove bisogna andare. Ieri sera ne parlavamonella riunione del nostro gruppo: se vogliamoverificare se i termovalorizzatori inquinano,andiamo a Riccione, andiamo a prelevare uncampione di erba, vediamo se c’è l’inquina-mento, perché se ci sono i metalli pesanti, ladiossina, ricadono subito intorno all’inceneri-tore. La demagogia, i discorsi sono inutili, civuole un attimo per capire cosa inquina e cosanon inquina. Sulla discarica di Ca’ Lucio cheemette diossina in continuazione in atmosfera,nessuno dice nulla. Allora bisogna avere ilcoraggio di dire ai cittadini “queste sono lescelte che bisogna fare”, perché fare la raccoltadifferenziata e poi buttare la frazione umidadentro la discarica è una vergogna per un paesecivile e questo è quello che accade, purtroppo.Quando io ho fatto le affermazioni che ho fattoadesso in quest’aula, nessun cittadino, nessunodelle associazioni ha avuto una parola da dire,perché bisogna cominciare ad educare la gentesul fatto che ci sono delle cose virtuose e invecedi produrre energia per raggiungere quegli obiet-tivi che volete fissare in questo protocollo, ipaesi più evoluti di noi del nord Europa, pren-dono l’immondizia da noi, la portano da loro epoi ci rivendono l’energia che fa chiudere lenostre aziende, perché noi invece di pagarla 4centesimi come i francesi, la paghiamo 12centesimi e le aziende chiudono una dopo l’al-tra. Qui ci vuole il coraggio di dire quello chebisogna fare, non c’è da fare le delibere con 200pagine.

PRESIDENTE. Non ci sono altri inter-venti, quindi pongo in votazione il punto 7dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva con 12 voti favorevolie 5 astenuti (Silvestrini, Guidi, Ciampi,

Bonelli e Gambini)

Pongo in votazione l’immediataeseguibilità.

Il Consiglio approva con 12 voti favorevolie 5 astenuti (Silvestrini, Guidi, Ciampi,

Bonelli e Gambini)

Modifica al regolamento comunale per l’oc-cupazione spazi ed aree pubbliche perl’applicazione della relativa tassa

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 8: Modifica al regolamento comunaleper l’occupazione spazi ed aree pubbliche perl’applicazione della relativa tassa.

Ha la parola l’assessore Muci.

(Entra il consigliere Foschied esce il consigliere Annibali:

presenti n. 17)

MARIA CLARA MUCI. Questa sera portia-mo in Consiglio comunale questo regolamen-to. E’ stato discusso in Commissione, ha avutoun iter burocratico anche lungo e tormentato.Perché lo portiamo questa sera? Dopo mesi checi si lavora, a una settimana dall’apertura, conl’avvento della Pasqua in questa città, è giustoche gli esercizi possano avere il diritto di faredomande, di mettere fuori le loro strutture perpoter lavorare, anche perché è un periodo in cuiarrivano un po’ di turisti, quindi portare ancheun po’ di economia. C’è stata l’esigenza dirivedere un regolamento che era già vecchio diqualche anno ed è anche stato arricchito, so-prattutto da parte dell’ufficio urbanistica, ditutto quello che riguarda soprattutto il tipo diarredo e voglio ringraziare gli uffici che cihanno lavorato, perché in passato ci si erasempre lamentati della mancanza di uniformitàdegli arredi. Dopo è chiaro che gli arredi, cometutte le cose estetiche, possono piacere o nonpiacere, questo lo mettiamo nel conto, peròdare un minimo di uniformità, eliminare alcunimateriali come la plastica, che non sono consonialla bellezza di questa città, era indispensabile.Si è lavorato dal punto di vista dell’arredo, inaccordo anche con la soprintendenza e conl’arch. De Martinis. Ci hanno lavorato degliarchitetti, non semplicemente io che porto qui,questa sera, questa delibera, ma ci ha lavoratoqualcuno e si è cercato di dare uniformità. Doposi è cercato anche di lavorare sulla flessibilità,tenendo conto delle difficoltà che hanno gliimprenditori, gli artigiani, delle difficoltà cheha l’economia. Si è cercato di dare delle normedi rigore ma non delle prescrizioni strette in

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modo che da domani gli operatori debbanosubito adeguarsi a queste prescrizioni. Già inCommissione era stato accolto l’invito di allun-gare i tempi di attuazione, però parlando dopoavere accolto alcuni dei suggerimenti che veni-vano dall’opposizione, si era anche cercato diessere più flessibili, quindi di allungare ancoraquesti tempi, di rendere ancora maggiore que-sta flessibilità. Però credo che sia opportunodare delle regole. Soprattutto a chi, nel centrostorico, mette degli arredi nelle nostre bellepiazze, nella nostra bella città, credo sia oppor-tuno dare delle indicazioni. Poi, come tutte lecose è ovvio che la bellezza è più o menosoggettiva: a me può piacere un uomo biondo,con gli occhi azzurri, a qualcun altro invece no.Per dire che l’indicazione di bellezza è un po’soggettiva. Però in questo regolamento sonostate seguite delle indicazioni, soprattuttodall’arch. Biagio De Martinis.

C’è poi un altro argomento che qui voglioportare per avvalorare la nostra idea di necessi-tà di approvare questo regolamento. C’è questadelibera della Giunta regionale delle Marche,che mette a disposizione delle somme — e sarànostra premura diffondere questi documenti —previo bando, a fondo perduto. A pag. 8 diquesta delibera, per dei progetti integrati terri-toriali di eccellenza mette a disposizione159.500 euro. Non c’è scritto, ovviamente, chesaranno dati a chi e come, però siccome cisaranno dei criteri che saranno stabiliti dallaGiunta, noi supponiamo che tra questi criteri,se c’è un regolamento di qualificazione degliarredi urbani, possa essere un elemento in piùper raggiungere quel grado di eccellenza peravere un punteggio maggiore per poter accede-re a dei finanziamenti. Crediamo che sia un’op-portunità per i nostri operatori del settore, quin-di è chiaro che certezza non c’è ma noi credia-mo, leggendo questa delibera, che sia un’op-portunità in più che dobbiamo dare ai nostrioperatori, perché quando uscirà il bando e sa-ranno stabiliti i criteri, probabilmente alla città,a quel centro storico che si sarà dotato di alcuneregole in merito, può darsi che vengano dati,anzi noi pensiamo che sarà sicuramente così,punteggi maggiori, per cui scusatemi se è pocoma un operatore riuscirà ad avere deifinanziamenti a fondo perduto per i propri

arredi, sia interni che esterni. Credo che siaun’opportunità che noi non dobbiamo perdere.

Questo sulla parte dell’arredo.Dopodiché, sulla base della delibera che è stataconsegnata, siccome abbiamo fatto anche degliincontri di maggioranza, sono arrivati ancheuna serie di suggerimenti, di emendamenti daparte del capogruppo Bonelli, che così comesono non si possono accettare. Io li ho guardaticon attenzione e alcuni suggerimenti sono statipresi e sono io a proporre degli emendamentirispetto al testo concordato. Ne propongo quat-tro, soprattutto quello che riguarda l’art. 3 bis.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda gliemendamenti, uno, articolato, presentato dalcapogruppo Bonelli e quattro presentati dal-l’assessore Muci, invito l’assessore a illustrar-li, così il dibattito si apre con la conoscenzaanche degli emendamenti che si votano dopo ladiscussione.

Presentatrice dei quattro emendamenti èl’assessore Muci e li può illustrare lei. Invece ilconsigliere Bonelli illustrerà il proprio.

MARIA CLARA MUCI. Per quel che riguar-da gli emendamenti che ho proposto, che eranostati anche suggeriti all’interno della riunionedi maggioranza fatta, questi emendamenti noili avevamo in mano anche durante la riunionedi maggioranza e io li ho raccolti come segue.

(Si riporta il testo degli emendamenti presenta-ti dall’assessore Muci):

“Emendamento n.1 all’art. 3 bissostituire il comma 9 come segue:Qualora per la concessione della stessa areasiano state presentate più domande per l’occu-pazione di suolo con dehors costituiscono tito-lo di preferenza i seguenti requisiti:la titolarità di assegnazioni all’occupazione disuolo pubblico per l’area oggetto di richiestain anni precedenti a quello di presentazionedella domanda;l’ubicazione (via, strada, piazza etc.) dellasede del pubblico esercizio che deve coinciderecon quella dell’area di cui si chiede l’occupa-zione;la distanza dell’area che si chiede di occupare

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dalla sede dell’attività che ne faccia richie-sta.”

“Emendamento n. 2all’art. 32 comma 2 aggiungere alla voce dellaTabella “Delimitazione perimetrali o angolaridegli spazi esterni”, terza colonna, dopo leparole:Per le sole installazioni che siano già in posses-so di autorizzazione paesaggistica in corso divalidità e che non modifichinoplanimetricamente o altimetricamente le occu-pazioni di suolo pubblico già autorizzate èammesso l’utilizzo di delimitazioni perimetralidiverse dalla croce di S. Andrea e già autoriz-zate, fino alla data di validità dell’Autorizza-zione rilasciata. Possono essere concesse ulte-riori deroghe motivate (fatti salvi gliadeguamenti di sicurezza”.

“Emendamento n. 3all’art. 32 comma 2 aggiungere alla voce dellaTabella “Realizzazione delle pedane”, secon-da colonna, dopo le parole “3 anni” le seguen-ti parole: “Salvo proroga per causa di forzamaggiore (fatti salvi gli adeguamenti di sicu-rezza)”.

“Emendamento n.4all’art. 32 comma 2 alla voce della Tabella“Dotazione dell’accesso gratuito ad internetcon modalità wireless” sostituire nella secon-da colonna le parole “necessario per il rilasciodell’autorizzazione” con la parola “consiglia-to” ed eliminare tutto quanto riportato nellaterza colonna alla medesima voce, sopprimen-do nel contempo la lettera K dell’art. 3-ter.”

MARIA CLARA MUCI. Riguardo all’emen-damento n. 3, noi abbiamo inteso le proroghe inquesto senso: se uno lo scorso anno ha rifatto gliarredi, ha avuto tutti i permessi possibili eimmaginabili, paesaggistici ecc., può darsi cheun anno è piovuto, ancora sono in buone condi-zioni, magari uno motiverà che, essendo nuo-vi... (Interruzione). Infatti è questo.

Riguardo all’emendamento n. 4, ove siparla di wireless, invece che essere prescrittiviper dare la concessione, mettiamo “consiglia-to”. Ovviamente viene tolta tutta la parte ove si

dice che è subordinato alla concessione del-l’autorizzazione. Quindi il wireless è consi-gliato ma non pregiudica l’autorizzazione allaconcessione dello spazio pubblico.

Comunque gli emendamenti verrannoconsegnati a tutti.

Con questi quattro emendamenti credo diavere accolto le istanze. Voglio specificare cheoltre alle istanze e agli emendamenti pervenutidal consigliere Bonelli, sono giunte anche dueproposte diametralmente opposte, da parte diConfesercenti e Confcommercio su alcune cose.Uno diceva di lasciare il vecchio regolamento,uno invece era d’accordo per approvare il testoche è stato consegnato nella delibera. Fruttodella mediazione, secondo la mia proposta, è difare questo emendamento che ho proposto que-sta sera e che adesso vi viene consegnato.

Gli esercenti saranno informati, ancheattraverso le loro associazioni di categoria,della possibilità di accedere a contributi, quan-do questo avverrà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Crespini.

MARIA FRANCESCA CRESPINI. Volevosoltanto aggiungere qualche cosa sui dehors esull’arredo urbano.

Praticamente le soluzioni che abbiamoproposto, con pedana angolare o ringhiera,sono già state concordate dall’anno scorso conla soprintendenza nella Commissione paesisticainsieme all’arch. De Martinis, per giunta con-cordate con le associazioni di categoria. Questasera c’è Egidio Cecchini che sa bene tutta lamediazione che abbiamo fatto, ed è stata lasoluzione che ci è sembrata la più opportuna, inquanto piaceva anche a noi mettere delle fiorieredi coccio, però i commercianti hanno detto “Cele spaccano, fanno i danni”, per cui propriol’arch. De Martinins ha detto “Abbiamo questeringhiere di San Francesco, di San Domenico,ripetiamo questo motivo elegante, proprio del-la nostra storia, quindi facciamo degli angolari,così non si spaccano”. Ogni esercente ci puòmettere dei fiori appesi, quindi fare comunqueun arredo bello, uniforme, un tentativo da partedell’assessorato all’arredo urbano di cui ho ladelega, di fare un riordino di togliere i vasi di

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vetroresina, finti, finto coccio da tutte le parti,le piante di melanzane e di zucchine in piazzaDuca Federico, sedie di vimini buttate in mezzoalla strada. Per cui chiediamo proprio il mini-mo. Tutti quelli che hanno chiesto l’occupazio-ne, già hanno fatto quell’arredo. Per avereun’idea dell’arredo che proponiamo, è quellodel Ragno d’Oro, ci sono già 5-6 esercizi che cel’hanno, Lavagine, il Bar 400 con la pedana ascalini che adesso noi proponiamo. Quindi giàci sono situazioni consolidate, apprezzate datutti e condivise con i commercianti. Quindichiedo veramente di votare questo regolamen-to, anche in virtù non solo di questa delibera.Noi sappiamo che uscirà prestissimo il bandodei centri commerciali naturali, potremo attin-gere nuove risorse e così dare un contributo inquesto momento di difficoltà. E’ un modo an-che per dare una possibilità di lavorare meglioa tutti gli esercizi pubblici che in questo mo-mento si trovano in grave crisi per la situazionedi crisi mondiale.

PRESIDENTE. Invito gli scrutatori aseguire la seduta con attenzione, perché nonvogliamo avere problemi per la redazione delverbale di questo atto, poiché ci sono quattroemendamenti, più uno articolato, quindi invitogli scrutatori ad aiutarmi.

Ha la parola il consigliere Bonelli perl’illustrazione del proprio emendamento.

(Si riporta il testo dell’emendamento presenta-to dal consigliere Bonelli):

“Visto che:la proposta di deliberazione è pervenuta dalSettore/servizio Politiche Sociali, Personale,Bilancio e Partecipazione con la quale si chie-de l’approvazione del regolamento di cui so-pra;il contenuto del predetto regolamento è statooggetto di forte discussione in seno alle com-missioni riunite: Commissione Cultura, Turi-smo e Attività produttive e Commissione LL.PP.-Urbanistica e Ambiente sia del 13 febbraio sianei primi di marzo con le Associazioni di Cate-goria e Comitati, nelle quali la minoranzaaveva chiesto di apportare alcune modifiche

sia sull’iter procedurale che sui contenuti checontrastano col concetto di abbattimento dellaburocrazia e sull’aspetto democratico e impar-ziale degli articoli stessi;Preso atto cheil contenuto del regolamento è rimasto invaria-to rispetto alla prima bozza contestata e sullaquale erano state avanzate proposte di modifi-ca dalla minoranza, dimostrando che, oltrealla solita superficialità nel redigere questiatti, peggiorata dall’indifferenza con cui que-st’Amministrazione valuta le proposte se purlegittime e coerenti che giungono dell’altraparte dei cittadini, con quale prepotenza ègovernata la città.

SI È COSTRETTI A PROPORRE IL SE-GUENTE EMENDAMENTO

per modificare la proposta del predetto regola-mento sulla base delle indicazioni fornite insede di commissione negli articoli sotto de-scritti e come segue.CAPO ICONCESSIONI PER L’OCCUPAZIONE DI

SPAZI ED AREE PUBBLICHEART. 1

(DISPOSIZIONI GENERALI)Il presente regolamento disciplina le oc-

cupazioni di qualsiasi natura del suolo, delsoprassuolo, del sottosuolo, del sottosuolo pub-blico e l’applicazione della relativa tassa, sem-pre nel rispetto del riconoscimento della cittàdi Urbino, quale Città Patrimonio dell’UNE-SCO, ove questo sia vigente.

Con le espressioni “suolo pubblico” e“spazio pubblico” s’intendono gli spazi e learee di uso pubblico appartenenti al demanio oal patrimonio indisponibile del Comune, non-ché quelli di proprietà privata soggetti a servi-tù di pubblico passaggio costituita nei modi enei termini di legge.

ART. 2(OCCUPAZIONI PERMANENTI E TEMPORANEE)

Le occupazioni di spazi ed aree pubbliche sonopermanenti e temporanee.Sono permanenti le occupazioni di caratterestabile, effettuate a seguito del rilascio di unatto di concessione, aventi comunque duratanon inferiore all’anno, comportino o menol’esistenza di manufatti o impianti.

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Sono temporanee le occupazioni di durata in-feriore all’anno.L’Amministrazione ha predisposto un pianodelle aree da rendere disponibili all’occupa-zione, tenendo presente quelle già assegnate,la circolazione dei mezzi di emergenza, allasicurezza stradale e a quanto altro necessarioalla funzionalità del piano stesso. Il piano èstato riportato anche su planimetrie che neevidenziano la localizzazione.

ART. 3(RICHIESTA DI OCCUPAZIONE DI SPAZI ED AREE

PUBBLICHE)Chiunque intenda, in qualunque modo e perqualsiasi scopo e durata, occupare gli spazi ele aree di cui all’art. 1 deve farne richiesta incarta legale all’Amministrazione comunale.La domanda deve contenere;le generalità, il domicilio e il codice fiscale delrichiedente;il motivo e l’oggetto dell’occupazione;la durata dell’occupazione, la sua dimensionee l’ubicazione esatta;la descrizione dell’opera che si intende even-tualmente realizzare, con i relativi elaboratitecnici.la richiesta di autorizzazione paesaggistica dicui all’art. 146 del D.Lgs 42/04 con i relativiallegati progettuali, per istallazioni di duratasuperiore a 120 giorni ricadenti in ambito divincolo paesaggistico di cui agli artt. 136 e 142del D.Lgs 42/04;la richiesta di parere preventivo alla compe-tente Soprintendenza, con i relativi allegatiprogettuali, finalizzata ad acquisire il parerestabilito dal provvedimento di tutela indirettadi cui al decreto emanato dalla SoprintendenzaRegionale per i Beni e le Attività Culturali delleMarche in data 13/01/2004 prot. 91/IV2.1, peristallazioni di durata inferiore a 120 giorniricadenti nel centro storico;Il Comune al momento del primo contatto daràimmediatamente informazione se alla doman-da dovrà essere allegato il disegno ed even-tualmente la fotografia dell’oggetto con il qua-le si intende occupare lo spazio e l’area richie-sta.

L’ufficio competente provvede entro 3giorni a trasmettere la domanda ad una com-

missione composta da tre membri: un delegatodell’Ufficio Tecnico, un delegato del ServizioUrbanistica, un delegato del Comando di Poli-zia Municipale. La commissione è incaricata divagliare la domanda e di provvedere ad acqui-sire i pareri e le eventuali autorizzazioni neces-sarie di cui alle lettere e), f) e, qualora richie-sti, i pareri del competente settore Tecnico e diPolizia Municipale. L’obbligo della richiesta ricorre anche nelcaso in cui l’occupazione sia esente da tassa.

Qualora per la concessione della stessaarea siano state presentate più domande lapriorità nella presentazione costituisce titolodi preferenza, nel caso che l’area in questionesia oggetto di nuova disponibilità. Nel caso particolare dell’occupazionerichiesta da pubblici esercizi la priorità sullastessa area spetta, invece, a coloro che hannoottenuto la concessione gli anni precedenti.L’Ufficio preposto all’esame della pratica edall’emissione del parere, entro 15 giorni dalladata di consegna, esamina la pratica ne formu-la il parere e nei successivi 7 giorni l’Ammini-strazione emette l’autorizzazione.Sarà cura dell’Amministrazione Comunaleacquisire una tantum le prescrizioni e/o leautorizzazioni paesaggistica provinciale ed ilparere preventivo della Soprintendenza per ilrilascio diretto delle autorizzazioni.

ART. 3-BIS

( OCCUPAZIONI CON DÉHORS)Ai fini e per gli effetti del presente Regolamen-to, per “dehors” si intende l’insieme degli ele-menti (mobili o smontabili o facilmenterimovibili) posti temporaneamente in modofunzionale ed armonico sullo spazio pubblicoche costituiscono, delimitano ed arredano, lospazio per il ristoro all’aperto, annesso ad unlocale di pubblico esercizio per lasomministrazione di alimenti e bevande o per ilcommercio alimentare.

Gli elementi dei dehors sono classificaticome di seguito indicati:a.) tavoli, sedie, poltroncine e sgabelli;b.) fioriere ed elementi di delimitazione;c.) pedane;d.) stufe ad irraggiamento;e.) impianto d’illuminazione e lampade;

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f.) cestini per la raccolta differenziata dei rifiu-ti;g.) ombrelloni;h.) tende e coperture di varie tipologie;i.) menù e leggii.

L’elencazione degli elementi di arredo edelle strutture di dehors di cui sopra deveintendersi a scopo esemplificativo e quindi nonesaustivo delle tipologie di arredo ammissibili.

La richiesta di autorizzazione alla rea-lizzazione dei dehors dovrà contenere il pro-getto dettagliato dell’opera che si intende rea-lizzare con i relativi elaborati tecnici (stato difatto e stato di progetto), relazioni tecnicheillustrative, immagini fotografiche e quantoaltro necessario per conseguire le appositeautorizzazioni.

Chiunque intenda occupare gli spazi ele aree di cui al presente articolo deve farnerichiesta in carta legale alla Amministrazionecomunale entro il 15 gennaio di ogni anno.Tale termine non si applica ai pubblici eserciziche, per motivazioni connesse alla nuova aper-tura del locale o ad una nuova gestione, cherichiedano l’occupazione di spazi ed aree dicui al presente articolo con dehor oltre il termi-ne del 15 gennaio.

La domanda deve contenere;a) le generalità, il domicilio e il codice fiscaledel richiedente;b) il motivo e l’oggetto dell’occupazionec) la durata dell’occupazione, la sua dimensio-ne e l’ubicazione esatta;a)la descrizione dell’opera che si intende even-

tualmente realizzare, con i relativi elaboratitecnici.

b)Per installazioni di durata superiore a 120giorni da effettuarsi in aree ricadenti inambito di vincolo paesaggistico ai sensi de-gli artt. 136 e 142 del D.Lgs 42/04, documen-tazione tecnica firmata digitalmente (rela-zioni, progetti, e apposita modulisticaidoneamente compilata) necessaria perl’acquisizione di apposita autorizzazionepaesaggistica di cui all’art. 146 del D.Lgs42/04;

c)Per installazioni di durata inferiore a 120giorni da effettuarsi all’interno del centrostorico documentazione tecnica firmatadigitalmente (relazioni, progetti, e apposita

modulistica idoneamente compilata) neces-saria per l’acquisizione del parere preventi-vo della competente Soprintendenza in meri-to alla tutela indiretta di cui al decreto ema-nato dalla Soprintendenza Regionale per iBeni e le Attività Culturali delle Marche indata 13/01/2004 prot. 91/IV2.1.

L’obbligo della richiesta ricorre anchenel caso in cui l’occupazione sia esente datassa.

L’ufficio competente provvede a trasmet-tere la domanda ad una commissione compostada tre membri: un delegato dell’Ufficio Tecni-co, un delegato del Servizio Urbanistica, undelegato del Comando di Polizia Municipale.La commissione è incaricata di vagliare ladomanda di provvedere ad acquisire i pareri ele eventuali autorizzazioni necessarie di cuialle lettere e), f) e, qualora richiesti, i pareridel competente settore Tecnico e di PoliziaMunicipale.

Nel caso in cui la documentazione pre-sentata risulti incompleta o vi siano modifichepuntuali da apportare ai progetti redatti, l’uf-ficio provvede a richiederle al soggetto interes-sato entro il termine di 30 giorni dal ricevimen-to.

Il rilascio dell’autorizzazione all’oc-cupazione del suolo mediante dehors è effet-tuato dal soggetto competente entro il terminedel 15 marzo di ogni anno.

L’occupazione di suolo pubblico deverealizzarsi nello spazio antistante l’eserciziodel concessionario o, in casi particolari ovequesto non sia possibile per motivi di sicurezza,ordine pubblico, viabilità o altri similari, neglispazi adiacenti la propria attività.

Qualora per la concessione della stessaarea siano state presentate più domande perl’occupazione di suolo con dehors costituisco-no titolo di preferenza, nell’ordine indicato:

1. la titolarità di assegnazioni all’occu-pazione di suolo pubblico per l’areaoggetto di richiesta in anni preceden-ti a quello di presentazione della do-manda.

2. l’ubicazione (via, strada, piazza etc.)della sede del pubblico esercizio chedeve coincidere con quella dell’areadi cui si chiede l’occupazione;

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3. la distanza dell’area che si chiede dioccupare dalla sede dell’attività chene faccia richiesta;

Nel caso in cui l’area adiacente all’atti-vità facente richiesta non sia concedibile permotivi di sicurezza, ordine pubblico, viabilità oaltri similari, l’Ente, esaminato il piano dellearee messe in disponibilità, concede l’areadisponibile all’occupazione di suolo pubblicopiù vicina alla sede dell’esercizio.Al fine di garantire soluzioni unitarie, nel ri-spetto di quanto indicato all’articolo 3 ter., lascelta della tipologia dei materiali e dei coloridei déhors dovrà essere effettuata ispirandosi acriteri armonici rispetto a quelli utilizzati nellastessa piazza o nella stessa strada, adeguando-si all’impianto urbanistico circostante per quan-to attiene alle caratteristiche morfotipologichee architettoniche prevalenti nel contesto.

ART. 4(PROCEDIMENTO PER IL RILASCIO DELLE CONCES-

SIONI)Le domande sono assegnate al soggetto

competente che provvede, all’atto della pre-sentazione o successivamente mediante comu-nicazione ai soggetti indicati dall’art. 7 dellalegge n. 241/90, a rendere noto l’avvio delprocedimento.

Sulla domanda si provvede nei terministabiliti dal presente regolamento ed in caso didifficoltà oggettive comunque entro i terminimassimi del regolamento comunale sul proce-dimento amministrativo. In caso di mancataprevisione regolamentare il termine per la de-cisione è quello stabilito dalla legge n. 241/90.

In caso di diniego questo viene comuni-cato al richiedente nei termini previsti dalprocedimento.

ART. 24(MISURAZIONE DELL’AREA OCCUPATA-CRITERI)

La misurazione dell’area occupata vie-ne eseguita dagli addetti incaricati dall’Ammi-nistrazione comunale o dal concessionario delservizio di accertamento e riscossione dellatassa alla presenza del titolare dell’autorizza-zione.

Ove tende o simili siano poste a coper-tura di banchi di vendita nei mercati o, comun-

que, di aree pubbliche già occupate, la tassaper l’occupazione soprastante il suolo va de-terminata con riferimento alla sola parte diesse eventualmente sporgente dai banchi odalle aree medesime.

I vasi delle piante, le balaustre o ognialtro elemento delimitante l’area occupata sicomputano ai fini della tassazione.

Le occupazioni effettuate in angolo frastrade di categoria diversa sono tassate con latariffa della categoria superiore.

ART. 32(NORME TRANSITORIE E FINALI)

In sede di prima applicazione, solamenteper l’anno 2013,il termine del 15 febbraioprevisto dall’art. 3-bis è prorogato fino allaredazione e approvazione del piano delle areedisponibili per tali autorizzazioni del CentroStorico e di luoghi a forte densità.

In virtù delle modifiche introdotteal presente regolamento con l’aggiornamentoeffettuato nel corrente anno 2013, l’occupazio-ne di spazi pubblici con dehors potrà essererealizzata nel rispetto delle norme introdotte,con la seguente tempistica:

ELEMENTO O CARATTERISTICA VINCO-LANTE PER I DEHORS: DELIMITAZIONI PERIME-TRALI O ANGOLARI DEGLI SPAZI ESTERNI

TEMPO MASSIMO PER LA REALIZZAZIO-NE Dalla data di approvazione del presenteregolamento: 3 anniPRESCRIZIONI PARTICOLARI: Nel periodotransitorio di 3 anni concesso per la realizza-zione delle delimitazioni perimetrali, all’inter-no del Centro Storico e nelle aree a ridossodelle mura, è comunque vietato l’utilizzo dielementi di delimitazione quali vasi, fioriere osimilari.Tale tempo massimo transitorio non si applicaalle nuove richieste di occupazione, né allerichieste che prevedono modificheplanimetriche o altimetriche alle aree prece-dentemente occupate.Per le sole installazioni che siano già in posses-so di autorizzazione paesaggistica in corso divalidità e che non modifichinoplanimetricamente o altimetricamente le occu-pazioni di suolo pubblico già autorizzate è

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ammesso l’utilizzo di delimitazioni perimetralidiverse dalla croce di S. Andrea e già autoriz-zate, fino alla data di validità dell’Autorizza-zione rilasciata, fatti salvi gli adeguamenti disicurezza.

ELEMENTO O CARATTERISTICA VINCO-LANTE PER I DEHORS: ADEGUAMENTO DELLE

PEDANE ESISTENTI.TEMPO MASSIMO PER LA REALIZZAZIO-NE Dalla data di approvazione del presenteregolamento: 3 anniPRESCRIZIONI PARTICOLARI: Tale tempomassimo transitorio non si applica alle nuoverichieste di occupazione, né alle richieste cheprevedono modifiche planimetriche oaltimetriche alle aree precedentemente occu-pate, fatti salvi gli adeguamenti di sicurezza.

ELEMENTO O CARATTERISTICA VINCO-LANTE PER I DEHORS: REALIZZAZIONE DELLE

PEDANE

TEMPO MASSIMO PER LA REALIZZAZIO-NE Dalla data di approvazione del presenteregolamento: Necessario per il rilascio del-l’autorizzazione.PRESCRIZIONI PARTICOLARI: L’autorizza-zione all’occupazione di suolo pubblico è dasubito subordinata al rispetto delle prescrizio-ni contenute nel presente regolamento.

ELEMENTO O CARATTERISTICA VINCO-LANTE PER I DEHORS: DOTAZIONE DELL’AC-CESSO GRATUITO A INTERNET CON MODALITÀ WIRELESS

TEMPO MASSIMO PER LA REALIZZAZIO-NE Dalla data di approvazione del presenteregolamento: ConsigliataPRESCRIZIONI PARTICOLARI: Nell’autoriz-zazione all’occupazione di suolo pubblico saràsuggerito di dotare l’esercizio della connessio-ne a internet quale aspetto migliorativo dell’at-tività.

ELEMENTO O CARATTERISTICA VINCO-LANTE PER I DEHORS: MENÙ E LEGGII

TEMPO MASSIMO PER LA REALIZZAZIO-NE Dalla data di approvazione del presenteregolamento: Realizzabili solamente se il dehorrispetta tutte le prescrizioni contenute nel pre-sente regolamento.

PRESCRIZIONI PARTICOLARI: La realizza-zione di menù e leggii integrati alle strutturedei dehors è subordinata al rispetto di tutte leprescrizioni di cui al presente regolamento.

Per tutto quanto non espressamente pre-visto nel presente regolamento si fa riferimentoalle norme del D. Lgs. n. 507/93 e successivemodificazioni.

Viene abrogato il “Regolamento per l’ap-plicazione della tassa occupazione spazi edaree pubbliche” approvato con deliberazioneconsiliare n. 309 del 21.12.1987 e successivemodificazioni nonché tutte le altre disposizioniincompatibili con le presenti norme.”

ALFREDO BONELLI. Innanzitutto mi sonotate consegnate questa sera le annotazioni delresponsabile del servizio per quanto riguarda lemie osservazioni. Ammesso che due delle os-servazioni sono state proposte anche dalla si-gnora Muci e su quelle mi trovo d’accordo,vorrei precisare alcune cose.

Ho notato, sul parere del responsabile,che ci sono alcuni aspetti negativi. Proprio perquesto volevo far presente che, almeno il con-tenuto del mio emendamento, può essere varia-to in modo da adeguarlo al parere del responsa-bile Brincivalli... Posso parlare?

PRESIDENTE. Sì. E’ una procedura chesi sta complicando. Io chiedo di fare silenzio eascoltare, perché abbiamo il dovere di ascolta-re.

ALFREDO BONELLI. Presidente, le dicocon molta franchezza: per me questo regola-mento dovrebbe essere rinviato, perché è ca-rente e non è completo.

PRESIDENTE. Però lei deve illustraregli emendamenti, adesso. Dopo apriamo ladiscussione.

ALFREDO BONELLI. Se viene rinviatonon ho bisogno di illustrare l’emendamento, loritiro.

PRESIDENTE. Consigliere Bonelli, inquesto momento stiamo seguendo le procedu-

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re. Nessuno ha chiesto il rinvio. Lei deve corte-semente illustrare l’emendamento.

ALFREDO BONELLI. Io chiedo il rinvio,prima di discutere sull’emendamento, perchése viene accettato il rinvio, questo emendamen-to io lo ritiro perché non ha più senso di esistere.

PRESIDENTE. Intende quindiformalizzare la proposta di rinvio?

ALFREDO BONELLI. Ripeto, il mio in-tendimento è quello del rinvio della pratica, perdarci la possibilità di esaminarla meglio, per-ché questo documento ha un’infinità di puntinon precisi. e dà discrezionalità alle interpreta-zioni.

PRESIDENTE. La richiesta di rinvio èpregiudiziale al proseguimento dei lavori. E’previsto un intervento per gruppo, per massimotre minuti.

Ha la parola il consigliere Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Mi associo allarichiesta di rinvio, perché l’elaborazione degliemendamenti già modifica sostanzialmente tuttala delibera, anche perché non viene definitobene qual è la deroga, di quanto può essere ecc.Potremmo andare avanti all’infinito. Quindi miassocio anch’io alla richiesta di rinvio per valu-tare meglio il tutto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Riguardo alle dueposizioni che sono venute fuori, questo regola-mento non è stato partorito in una settimana maha seguito tutti i vari passaggi. Addirittura inquesti ultimi due giorni si è lavorato alacre-mente per cercare di renderlo compatibile congli emendamenti pervenuti dalla minoranza. Seogni volta che ci sono due emendamenti in unConsiglio comunale si deve rinviare quellapratica, credo che rinvieremo puntualmentetutti i Consigli comunali. Penso allora che do-vremmo lavorare per discutere ed eventual-mente migliorare anche gli emendamenti cheabbiamo, perché possiamo discutere anche di

quello ma discutiamone, altrimenti, quandofiniremo? Ci sono quattro pagine e mezza delcollega Bonelli che sono state recepite in parte,ci sono quattro emendamenti dell’assessore.Discutiamone, miglioriamo il testo, però cer-chiamo di fare questa cosa, altrimenti rinviamosempre.

PRESIDENTE. Pongo in votazione larichiesta di rinvio presentata dal consigliereBonelli.

Il Consiglio non approva con 7 voti favorevolie 10 contrari (Corbucci, Fedrigucci, Ruggeri,

Serafini, Felici, Sestili, Andreani, Salvetti,Pagnoni e Bartolucci)

ALFREDO BONELLI. Per fortuna alle pros-sime elezioni non mi presenterò, ma mi sareidivertito. Andiamo avanti.

Per quanto riguarda le osservazioni fatteda Brincivalli, cominciamo con l’art. 2. Avevoscritto “L’Amministrazione ha predisposto unpiano delle aree...” ecc. Lui ha scritto “Negati-vo, in quanto non si può parlare di piano perchéil piano non esiste. Vorrei allora variare “hapredisposto”, con “predisporrà entro tre mesidalla data di approvazione un piano delle aree...”ecc.

PRESIDENTE. Consigliere Bonelli, leiha presentato e depositato un emendamentoarticolato. Correttamente io ho presentato quel-l’emendamento articolato alla valutazione peril parere. Mi è stato fornito un parere su queldocumento. In questo momento, in assenza deldirigente in sala, lei non mi può fare ulterioriemendamenti, in modo particolare se sono so-stanziali.

ALFREDO BONELLI. Non c’è problema,la responsabilità sarà vostra. L’art. 2 lo soppri-miamo, cioè non faccio alcuna variazione.

PRESIDENTE. Lei lo deve spiegare comel’ha presentato.

ALFREDO BONELLI. La parte sotto non laconsidero più, l’art. 2 rimane così com’è. Ritiroquesto pezzo dell’emendamento. Voglio por-

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tarvi ad arrivare alla conclusione per capirecosa volete fare.

Art. 3. C’è scritto “Favorevole con riser-va”. La riserva forse parla di questa parte sottoe la parte relativa a “L’ufficio competente prov-vede a trasmettere” la posso annullare. Non c’èproblema.

PRESIDENTE. Consigliere Bonelli, iovorrei...

ALFREDO BONELLI. Sentite, io possoessere d’accordo con voi in tutti i modi possibilie immaginabili, mi faccia parlare però, perchéqui bisogna fare una premessa. Noi dobbiamocapire che cosa vogliamo fare, se vogliamo farele cose serie oppure vogliamo fare barzellette.Se vogliamo fare le barzellette, ci mettiamo afare le barzellette, le so raccontare anch’io...Abbiate pazienza: mi fate delle osservazioni sucose che hanno un senso relativo.

PRESIDENTE. Con la mia pazienzafrancescana — mi ascolti — l’ho invitata cor-tesemente, per spirito di servizio, a illustrare —chi meglio di lei che l’ha scritto e presentato, eio l’ho onorata di fare tutta la procedura? — aicolleghi consiglieri comunali i contenuti di unemendamento articolato che in questo momen-to lei non può modificare. Poi aggiungo: nonpuò estrapolare un pezzo sì, un pezzo no.

ALFREDO BONELLI. Va bene, va bene...La praticità non è di questa Amministrazione.

PRESIDENTE. Quello, o passa tutto onon passa nulla.

ALFREDO BONELLI. Quindi è così?

PRESIDENTE. E’ così per norma.

ALFREDO BONELLI. Quindi voi non pas-sate niente di questo, perché ci sono i parerinegativi.

PRESIDENTE. Il Consiglio è sovrano.

ALFREDO BONELLI. Se si ha il buon

senso si usa sempre, non esistono altre condi-zioni. Il buon senso è l’unica cosa che...

PRESIDENTE. Ascolti una cosa.L’emendamento è articolato ma è unico: opassa tutto o non passa niente.

ALFREDO BONELLI. Non posso fare del-le variazioni all’interno?

PRESIDENTE. No, perché non c’è ilparere.

ALFREDO BONELLI. E allora che stiamoa parlare a fare?

PRESIDENTE. Di fronte al parere con-trario del dirigente il Consiglio comunale, so-vrano, lo può approvare ugualmente.

ALFREDO BONELLI. Ma io tolgo gli aspet-ti dell’emendamento che sono negativi. Li tol-go. Cosa vuol dire? E’ il Consiglio che è sovra-no. Tra l’altro i pareri negativi me li avetepresentati alle 15, quindi non ho avuto tempo divalutare questo e io il testo ve l’ho dato prima.Cosa vuol dire? Io dico che questo emenda-mento ha dei punti negativi, quei punti negativili tolgo e quindi l’emendamento torna validoper quelle parti che non sono state rese negati-ve. Perché dobbiamo bocciarlo?

PRESIDENTE. E’ un tutt’uno.

ALFREDO BONELLI. Cerchiamo di ca-pirci. Io ho presentato un emendamento che haavuto un parere. Il parere è stato dato e vi sonoalcuni punti che “lui” considera negativi, perme non lo sono, perché sono sue interpretazio-ni. Non è vero che sia proprio tutto negativo,non è così. E’ inutile che io parli. Se questo nonlo approvate e non accettate le modifiche, nonsto a parlare, non ve lo presento neanche, abbia-te pazienza. Qui stiamo perdendo tempo. Ma ilbuon senso ce l’avete o no? Vi dovete rendereconto che questo regolamento non può passare,non è corretto ed è carente di una serie di atti, diprocedure, di esami. L’hanno fatto gli architet-ti...

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PRESIDENTE. Sospendo il Consigliocomunale e invito i capigruppo nella sala ac-canto, così non diamo nemmeno spettacolo diquello di cui stiamo parlando e chiariamo comeprocedere.

La seduta, sospesa alle 20,05,riprende alle 20,10

PRESIDENTE. Procedo all’appello:CORBUCCI Franco — Sindaco presenteMECHELLI Lino — Presidente presenteFEDRIGUCCI Gian Franco presenteRUGGERI Alberto presenteSERAFINI Alceo presenteSCARAMUCCI Federico assente g.DE ANGELI Emanuele assente g.FELICI Enzo presenteSESTILI Piero presenteANDREANI Francesco presenteSALVETTI Susanna presenteANNIBALI Marco assentePAGNONI Giovanni presenteBARTOLUCCI Raniero presenteGAMBINI Maurizio presentePAGANELLI Sandro assenteGUIDI Massimo presenteBONELLI Alfredo presenteFOSCHI Elisabetta presenteCIAMPI Lucia presenteSILVESTRINI Luca presente

Do di nuovo la parola al consigliereBonelli, dopo avere chiarito la situazione ami-chevolmente fra tutti, per illustrare il suo emen-damento.

ALFREDO BONELLI. Facciamo quest’al-tro sacrificio, sperando che la giustizia vadaavanti.

All’art. 1, l’emendamento da me propo-sto prevede di aggiungere dopo la parola“Unesco”, “ove questo sia vigente”, perché nontutto il territorio comunale è soggetto al vincolodell’Unesco.

All’art. 2, quarto capoverso, suggeriscodi aggiungere: “L’amministrazione ha propo-sto un piano delle aree da rendere disponibileall’occupazione, tenendo presente quelle giàassegnate, la circolazione dei mezzi di emer-genza, alla sicurezza stradale e a quanto altro

necessario alla funzionalità del piano stesso. Ilpiano è stato riportato anche sulle planimetrie,che ne evidenziano il localizzante”. La motiva-zione di questa aggiunta è perché nel regola-mento attuale, quello proposto, è il richiedenteche si deve preoccupare. E’ sbagliato, perché ilrichiedente deve avere qualcosa su cui riferirsie quindi avere la possibilità che il Comune gliabbia già indicato quali sono le condizioniperché l’area sia fruibile.

All’art. 3 aggiungere a “soggetto compe-tente”, “l’Amministrazione comunale”, perchécon le parole “soggetto competente” non ècompreso bene chi deve eseguirlo, se il Suap, laProvincia, la soprintendenza, il Comune. Non èchiaro, quindi ho aggiunto “Amministrazionecomunale” perché farebbe da referente.

Dopo la parte relativa all’elencazione diquali sono le documentazioni, sostituisco leparole “quando occorra e quando ne sia fattarichiesta dal Comune” con “Il Comune al mo-mento del primo contatto darà immediata infor-mazione se alla domanda...” ecc. In sostanza,non aspettiamo che questo guarda la pratica,poi ti riscrive, poi ti ritorna indietro. E’ il sensodell’accelerazione delle pratiche.

Prima dell’obbligo, avevo inserito unaprocedura, da modificare, che rendesse piùsnelle le richieste e l’approvazione di questo.Difatti aggiungo, sotto “richiesta”, le parole“L’ufficio competente provvede entro tre gior-ni a trasmettere la domanda a una Commissio-ne composta da tre membri (un delegato del-l’ufficio, tecnico, un delegato del servizio urba-nistica, un delegato del comando di poliziamunicipale). La Commissione è incaricata divagliare le domande e di provvedere ad acqui-sire i pareri e le eventuali autorizzazioni neces-sarie di cui ai punti e) ed f) e, qualora richiesti,i pareri del competente settore tecnico e dipolizia municipale”. Evitiamo che sia il cittadi-no a dover andare in giro per tutta la provinciaa presentare documenti che alla fine fanno soloperdere tempo, snelliamo questa benedettaAmministrazione.

L’ultimo capoverso del vecchio testo lomodifico, dicendo: “Qualora per la concessio-ne della stessa area siano state presentate piùdomande, la priorità nella presentazione costi-tuisce titolo di preferenza”. Poi tolgo tutto

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quello che è scritto qui e aggiungo: “Nel casoche l’area in questione sia oggetto di nuovadisponibilità...”. Questo vale solo quando vie-ne richiesta un’ulteriore area che non era giàprevista in precedenza. Aggiungo: “Nel casoparticolare dell’occupazione richiesta da pub-blici esercizi, la priorità della stessa area spettainvece a coloro che hanno ottenuto la conces-sione negli anni precedenti”. Era nel vecchioregolamento ed è sparita in questo.

Continuo: “L’ufficio preposto all’esamedella pratica ed all’emissione del parere entro15 giorni dalla data di consegna, esamina lapratica, ne formula il parere e nei successivisette giorni l’Amministrazione emette l’auto-rizzazione”. Ridurre tutto a 22 giorni, altrimen-ti passano mesi. “Sarà cura dell’Amministra-zione comunale acquisire, una tantum, le pre-scrizioni e le autorizzazioni paesaggistiche pro-vinciali ed il parere preventivo della soprinten-denza per il rilascio diretto delle autorizzazio-ni”. Come se questi enti dessero un’autorizza-zione una tantum con delle prescrizioni sucome deve essere attuato. Questo è possibile,specialmente se siamo in situazioni che si ripe-tono o sono similari.

Passiamo allo stesso punto dell’assesso-re Muci, relativamente al discorso della con-cessione della stessa area. “Qualora per la con-cessione della stessa area siano state presentatepiù domande per l’occupazione di suolo condehors costituiscono titolo di preferenza nel-l’ordine indicato: la titolarità di assegnazioniall’occupazione di suolo pubblico per l’areaoggetto di richiesta in anni precedenti a quellodi presentazione della domanda; l’ubicazione(via, strada, piazza etc.) della sede del pubblicoesercizio che deve coincidere con quella del-l’area di cui si chiede l’occupazione; la distanzadell’area che si chiede di occupare dalla sededell’attività che ne faccia richiesta.” Mentrecon la proposta di emendamento della signoraMuci è previsto che ci siano i tre punti, io ne dola priorità, che mi sembra più corretto.

Altra situazione sempre sotto questo pun-to: “Nel caso in cui l’area adiacente all’attivitàfacente richiesta non sia concedibile per motividi sicurezza, ordine pubblico, viabilità o altrisimilari, l’Ente, esaminato il piano delle areemesse in disponibilità, concede l’area dispo-

nibile all’occupazione di suolo pubblico piùvicina alla sede dell’esercizio”. Altrimenti met-tiamo in moto una discrezionalità che non è diun regolamento pubblico.

Art. 4. In sostanza, al secondo capoversoaggiungo: “Sulla domanda si provvede nei ter-mini stabiliti dal presente regolamento ed incaso di difficoltà motivata comunque entro iltermine massimo del regolamento comuna-le...”. Qui ho semplicemente modificato il rife-rimento per le procedure.

Art. 24. Quando finisce con “tassa”, poi-ché si tratta di misurare le aree ed è quindi unaquestione giuridica, non è che lo dico io, che lamisurazione deve avvenire alla presenza deltitolare dell’autorizzazione. Qui non è scritto.E’ quindi una precisazione di correttezza, per-ché si fa in tutti gli atti che interessano misura-zioni: deve essere presente la parte interessata,non si può andare lì, prendere le misure e dire“questo misura così”.

Art. 32. Ho aggiunto, in pratica, che eraprevisto per il 2013 “il termine del 15 febbraio,previsto dall’art. 3 bis e prorogato...” e qui ioaggiungo: “fino alla redazione e approvazionedel piano delle aree disponibili per tali autoriz-zazioni del centro storico e dei luoghi a fortedensità”, quei punti per i quali possono essercipiù richieste, che hanno urgenza di fare presto.

Poi andiamo sotto il deliberato. Nel pri-mo punto, “Delimitazioni perimetrali angolaridegli spazi esterni” ho aggiunto “tre anni”,perché avevamo detto in Commissione, e sem-brava che fosse passato, che anche le recinzionie le delimitazioni perimetrali avevano tre annie non un anno. Aggiungo sempre, alla fine,“fatti salvi gli adeguamenti di sicurezza”, per-ché anche le ringhiere devono rispondere aprecise norme di sicurezza. E la Croce di San-t’Andrea sembra che non ricada nei terminidella sicurezza, quindi dovrebbe essere ade-guata. Per l’adeguamento delle pedane esisten-ti c’è “tre anni”, io aggiungo sempre “fatti salvigli adeguamenti di sicurezza”, perché dipendedall’altezza delle pedane e ci sono precise di-sposizioni sulle altezze.

Sulla realizzazione delle pedane è neces-sario il rilascio dell’autorizzazione. “L’auto-rizzazione per l’occupazione suolo pubblico è

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da subito subordinata al rispetto delle disposi-zioni contenute nel presente regolamento”.

Dotazione dell’accesso gratuito a Internetcon modalità wireless. Io aggiungo “consiglia-to” e nella parte delle prescrizioni particolaridico: “Nell’autorizzazione all’occupazione disuolo pubblico sarà suggerito di dotare l’eser-cizio della connessione a internet quale aspettomigliorativo dell’attività”. Quello che c’eraprima era soggetto a denuncia, perché non sipuò imporre una cosa che non è prevista obbli-gatoriamente dalla legge.

Art. 33. Qui si dice “E’ in vigoredall’1.1.2013” e io sostengo che qualsiasi rego-lamento debba andare in vigore 15 giorni dopola pubblicazione all’albo pretorio, e questo hofatto come proposta. Adesso, a voi.

PRESIDENTE. I consiglieri sono in con-dizioni di affrontare il dibattito, avendo la pro-posta e la conoscenza degli emendamenti pro-posti dal consigliere Bonelli e dall’assessoreMuci. E’ aperta la discussione. Nei dieci minutidovrete discutere della proposta e degli emen-damenti dell’assessore e del consigliere Bonelli.Ha la parola il consigliere Ciampi.

LUCIA CIAMPI. Prima mi esprimo velo-cemente sugli emendamenti, sia di Bonelli chedell’assessore, poi farò il mio intervento sututto.

Sono d’accordo con gli emendamenti delconsigliere Bonelli. Vanno bene perché nonvedo differenze, anzi mi sembrano simili ancheagli emendamenti 2, 3 e 4 dell’assessore. Inve-ce, assessore, è il primo emendamento chevoglio sperare che sia stato soltanto non so chetermine usare, “una dimenticanza”. Quando leimodifica l’ordine dei tre punti, ai quali hobattuto le mani perché non avevo ancora vistoche lei elimina “nell’ordine indicato”. Se toglie“nell’ordine indicato”, significa che i tre puntisono equivalenti e due superano uno, per cui chiha il primo requisito, quello che poi chiedevaanche Bonelli... Per favore, vorrei che fossechiara questa cosa, cioè il punto più controver-so, uno dei punti pi controversi è l’art. 3 laddovesi dice “Qualora per la concessione della stessaarea siano state presentate più domande perl’occupazione del suolo con dehors, costitui-

scono titoli di preferenza...”. Prima c’era “nel-l’ordine indicato” e l’ordine indicato prevede-va al primo punto l’ubicazione, la distanza einfine la titolarità di assegnazione in anni pre-cedenti. Adesso è stato portato il n. 3 al primopunto, ma se si toglie l’espressione “nell’ordi-ne indicato” significa che i tre punti sono equi-valenti e chi ne ha due prevale su chi ha uno.Quindi le chiedo, per avere l’approvazione, diripristinare, come era già nel regolamento ini-ziale, “nell’ordine indicato”. Là dove si dice “iseguenti requisiti”, aggiungere, com’era giàprima, “nell’ordine indicato”.

Poi andiamo all’intervento generale. Diquello che è stato scritto questa mattina suquell’intervento, rivendichiamo completamenteil contenuto. Non siamo tornati indietro suquello che è stato scritto, troppo comodo, peròvorrei dire che in questi giorni abbiamo sentitouna frase, che tutti abbiamo fatto propria, delPapa, il quale dice “Il vero potere è il servizio”.Veramente tutti quanti, dal presidente di uncondominio al presidente di una multinaziona-le, ci siamo detti che il vero potere è il servizio.Io non ho problemi a dire, invece, che questa èuna prova che il vero potere è “a servizio adpersonam”. Lo spiego. Ad esempio “adpersonam” di qualche assessore il quale pensache presentando un regolamento e facendoloapprovare, spiega i cinque anni di mandato. Adpersonam di qualche consigliere il quale sicomporta già da Sindaco, prima ancora di averel’investitura popolare. Ad esempio, viene inuna Commissione indicando l’orologio, ci diceche sono le 17,15 e alle 19 deve essere tuttofinito e occupa metà del tempo. (Interruzione).Però era la prima volta che ne parlavamo.Stiamo vedendo adesso cosa significa. Era laprima volta: non può venire con l’orologio alle17,15 dicendo che alle 19 deve essere tuttofinito, con tono autoritario e occupa i tre quartidel tempo con i suoi interventi. Non può fareriunioni — ecco cosa intendo ad personam —con tre persone, cercare di convincerle a met-tersi d’accordo, stendere relazioni verbali, emet-tere giudizi legali, morali, estetici e quant’altro.Ditemi se non è ad personam. Un regolamentoè di ordine generale, riguarda il bene comune.Quando faccio un regolamento, mi ritrovo contutte le firme degli interessati e manca solo

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qualcuno interessato: ditemi se questa modifi-ca non è ad personam. Questo è il significato.

E’ chiaro che non è tutto il regolamentoche noi bocciamo. Certamente abbiamo visto lemodifiche “ordinare un wireless”. Oppure dire“Ma un wireless costa 19 euro, te lo pago io”. E’sprezzante. O no? Dire a un esercente: “Se nonlo metti, 19 euro, te lo pago io”. Ma come sipermette? (Interruzione). Qualcuno l’ha detto.Eravamo 20 persone, non c’ero solo io. Questointendo io ad personam, non so se riesco aspiegarlo.

Dico anche un’altra cosa. Posso capireche si discuta ovunque di mettere i dehors, manoi dobbiamo tener presente anche la particola-rità di Urbino, perché tutti quelli che hannoviaggiato, se vedono i dehors in Francia su queimarciapiedi immensi, fissi, non devono scor-darsi che noi qui li dobbiamo montare e smon-tare, quindi dobbiamo stare anche un pochinoattenti.

Un altro aspetto che avevamo fatto rile-vare è che manca un piano generale. Bisogne-rebbe fare un piano generale della città, dicen-do “chi vuole aprire un locale, lì può mettere itavolini”, in modo che quando uno apre unlocale, sa già se là può mettere i tavolini o nonli può mettere. Invece si è proceduto con unavelocità impossibile.

Se io voglio, come città dell’Unesco,qualificare la città con i dehors, devo cominciareio Amministrazione. E’ un anno che un pilotinodi Piazza delle Erbe è rotto, ci sono le transennee non si provvede. E’ un anno. Quindi, un’am-ministrazione intanto fa quello che le spetta.Questo era il concetto dell’intervento.

Quando si è preso quell’esercizio, che eraun negozio di abbigliamento, c’era già un rego-lamento e chi lo apriva doveva sapere dovepoteva mettere i tavolini e non sperare di potercambiare il regolamento. C’era un regolamentoche diceva “Se tu vuoi mettere i tavolini, questesono le regole” e quel locale ha aperto. Comemai adesso viene a proporre il cambio di rego-lamento? Io credo che a tutti debba essere datala possibilità di mettere tavolini, sedie, i famosidehors, però non è che prima li metti, poi vienia casa mia, poi diventi tu il padrone di casa miaperché qualcuno mi cambia il regolamento.Questo è quello che voglio dire. Ci sono delle

regole. In quanti posti d’Italia il regolamentoprevede che c’è il diritto di precedenza? Direche si vuole cambiare perché il mio esercizio èin piazza, voglio ricordare che i tre esercizihanno tutti e ter l’entrata, sia in piazza dellaRepubblica che al Corso, uno solo ce l’ha soloal Corso, gli altri due ce l’hanno sia in piazzadella Repubblica che al Corso. perché valgonotutt’e due? Allora gliela chiudiamo un’entrata.

Queste sono le ragioni di quell’interven-to di questa mattina e spero di essermi spiegata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Cerco di spiegaremeglio quello che volevo cercare di ottenere.Per quanto riguarda gli emendamenti propostidall’assessore Muci, il 2, il 3 e il 4 sostanzial-mente vanno anche verso quello che ho propo-sto io. La sostanza ce la troviamo nel punto incui l’emendamento dell’art. 3 bis sostituisce ilcomma 9 “come segue” e mancano le parole“nell’ordine seguente”. E’ stata cambiata laposizione, non è stato dato il numero, non èstato scritto “nell’ordine seguente”, quindi sipresuppone che chi va a esaminare, vada aesaminare non solo un punto ma più di un puntoe poi assegni in funzione di questo. E’ unsistema per deviare il regolamento. Per quantoriguarda la mia proposta ci credo e di conse-guenza l’emendamento n. 1 non posso accettar-lo.

Adesso andiamo al contenuto. Premessoche era ora che si mettesse mano al regolamen-to per riordinare l’aspetto della città, che avevoproposto nel 1983 come responsabile del servi-zio giardini all’allora assessore Baiardi, propo-sta che non fu neanche presa in considerazione,come al solito... (Interruzione). Era assessore,quindi l’Amministrazione non capiva. La mo-difica del regolamento, come detto, già datempo doveva essere un atto doveroso di questaAmministrazione ma non piace quando la mo-difica sottende altri desiderata e quando si portafretta per approvarlo, senza inserire le variazio-ni sostanziali proposte in Commissione.

La proposta presentata dall’Amministra-zione è una proposta generica e prevede soloalcuni aspetti del problema, tra cui la tipologia

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delle strutture che si intende far realizzare,l’ubicazione e le modalità esecutive, tra l’altroneanche complete. Non è previsto uno studio amonte delle aree da utilizzare, evitando in se-guito discrezionalità nella loro assegnazione— significa che se c’è un piano c’èdiscrezionalità, e questo non va bene, l’ho dettoanche prima — e che tenga presente anche iproblemi sulla circolazione, che non sono com-pito del richiedente, mentre nel regolamento èdemandato al richiedente. Il richiedente si devepreoccupare della circolazione stradale? Così èscritto.

Prevede inoltre un appesantimento del-l’iter burocratico che richiede delle richieste diautorizzazione, dimostrando ancora una voltache a codesta Amministrazione non è chiaro ilconcetto di snellimento delle procedure e didiminuzione dei tempi di rilascio autorizzazio-ni dovute al cittadino.

Il fatto che Urbino sia sito Unesco èsenz’altro una condizione di privilegio dellacittà, ma attenzione, diventa meno accettabileda parte dei cittadini e delle attività quandocomporta appesantimenti della libertà di opera-re e complicazioni considerevoli sullo svolgi-mento delle attività e degli iter amministrativi,che poi, alla fine, non hanno motivazioni.Un’amministrazione che rispetti e che intendaessere a servizio dei cittadini, che è la suafunzione, provvede motu proprio a snelliretutte le procedure. D’altra parte è inutile esserebelli e storici se poi tutto è impedito o vienerealizzato per impedire.

Valutiamo il regolamento. E’ bene preci-sare, prima cosa, che le tariffe non sono stateaumentate, non per volontà dell’Amministra-zione ma perché non è stata predisposta ladelibera di variazione entro il mese di ottobredell’anno scorso. Vedremo se per il 2014 varie-ranno. C’è da precisare una cosa: anche semettete un’esenzione all’interno del regola-mento, è una modifica della tariffa. Ecco per-ché c’è un altro problema giuridico all’internodella delibera, e vedremo. Manca come attofondamentale di programmazionel’individuazione delle aree che potrebbero es-sere date in occupazione. Lo studio preventivodi un tale piano, almeno per centro storico eimmediata periferia, lo ripeto, da riportare in

apposite planimetrie, faciliterebbe l’indicazio-ne dei richiedenti di cosa è disponibile neipressi del loro locale ed eviterebbe ladiscrezionalità.

Tra articolo 3 e art. 3 bis dove sonoindicate le procedure e i documenti c’è unaincongruenza. Sembrerebbe che per l’art. 3,“Strutture e occupazioni semplici”, bisognapreparare la documentazione da inviare agliorgani competenti (Comune, Provincia, auto-rizzazione paesaggistica, soprintendenza per ilparere preventivo, Suap), mentre all’art. 3 per idehors, che sono strutture più complesse, sa-rebbe sufficiente la presentazione della docu-mentazione all’Amministrazione comunale. Chivogliamo favorire? Perché queste incongruenzenon sono anche loro soggette ai pareri dellasoprintendenza e delle autorizzazionipaesaggistiche della Provincia? E le praticheper queste ultime, a chi le devono presentare?Solo al Comune? Non sembra una proceduradiscriminatoria? Oltre al fatto che la burocraziadi Urbino, come al solito, risulta molto pesantee fa allungare i tempi delle istruttorie di qualsi-asi genere ed appare come un modo per liberar-si della responsabilità politica e tecnica degliatti stessi, non è certo questo il modo di gestirela cosa pubblica. I cittadini hanno bisogno ditempi brevi e risposte certe, concrete, durevolie imparziali. Di fatti si propose, in Commissio-ne, di indicare tempi più stretti di quelli riportatinella bozza, ovviamente non corretti nella pro-posta.

Assessore, quello che sto dicendo è mol-to grave e se fossi in voi ci penserei bene.(Interruzione). Lo leggete? Non ha importan-za, vi do la copia, se volete. Non è adesso checonta. Anche se l’atto verrà approvato, è quelloche succederà dopo che vi interesserà.

Nella modalità di assegnazione degli spazicon il vecchio regolamento ed anche all’usoormai corrente da anni, l’assegnazione avveni-va rispettando criteri di precedenza dei posti giàassegnati. Nell’art. 3 bis troviamo questo con-cetto ribaltato e si dà precedenza alla posizionedi fronte al locale, che in linea di massima ègeneralmente valida. Ma di situazioni di questogenere ne abbiamo solo una in città ed è quellache riguarda la piazza, e con l’arrivo dell’ulti-mo locale si vuole sconvolgere la procedura per

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assegnare i migliori spazi a danno degli altriche li occupavano. C’è solo quel posto. Situa-zione confermata da incontri promossi da con-siglieri e assessori comunali, che avendo timo-re di non ottenere questa variazione, hannoprovato ad imporre la scelta di sconvolgerel’assegnazione ai tre assegnatari degli spazi inpiazza, fatto di una gravità tale che imporrebbeagli amministratori e consiglieri che hannoproposto e tenuto l’incontro, di dimettersi, per-ché non è possibile che abbiano portato avantiun tale atto in democratico e di inaudita prepo-tenza, quando ancora il regolamento dovevaessere approvato. Non so se poi ricorre unaperseguibilità penale. Forse sì.

Nella riunione delle Commissioni aperteal comitato del centro storico ed alle associa-zioni di categoria avevo suggerito che in attesadell’approvazione del nuovo regolamento, an-cora incompleto e che aveva necessità di esseremeglio studiato, fossero date autorizzazionisulla base del vecchio: non avrebbe cambiatonulla anche ai fini del finanziamento. Questarichiesta non è stata rispettata ed è stato inviatoin Consiglio il regolamento incompleto e senzavariazioni. Probabilmente il motivo era quellodi far approvare subito queste nuove condizionisulle assegnazioni dei posti per motivi incom-prensibili ufficialmente. Situazione che, piùche vergognosa e che conferma regolamentiprepotenti ed imposizioni che non possonoessere tollerate.

Ovviamente mancano all’interno del re-golamento le indicazioni al rispetto delle nor-me di sicurezza che vigono per strutture diquesto tipo e che vanno rispettate, sia per ledecisioni e sia per le pedane, alla situazione noncondivisibile indicata nel nuovo regolamento eall’imposizione dell’accesso gratuito adInternet, che abbiamo modificato. Altra condi-zione inaccettabile è la decorrenza del nuovoregolamento. Il buon senso in un’amministra-zione democratica e protratta verso il cittadino,prescrive che gli atti entrino in vigore dopo cheè stato svolto l’iter dello stesso e non in modoretroattivo, specie se in esso sono contenuteindicazioni che hanno precise scadenze. In pra-tica il regolamento Tosap, che prevede anche letariffe, per entrare in vigore dall’1 gennaio diun anno, dovevano essere approvate in Consi-

glio entro il mese di ottobre dell’anno prece-dente. Da ciò è ovvio che questo è un nuovoregolamento che prevede variazioni anche sul-l’applicazione della tariffa, vedi art. 27, “Esen-zioni”, punto e), non può decorrere dal primogennaio, anche se gli importi unitari non sonovariati. Sulle norme transitorie e finali si èprovato, rispetto alla prima bozza, ad imporretempi più ristretti, che ancora rimangono sulprimo punto, per alcuni adeguamenti alla nor-ma, aspetto che mette in evidenza che gli ammi-nistratori non hanno la percezione della situa-zione economica del paese e continuano a im-porre, obbligando gli esercenti, a sostenerespese che potrebbero essere fatte in più tempoe secondo le loro disponibilità.

PRESIDENTE. Grazie, consigliereBonelli. Do il mio contributo a questa propostanella mia funzione di consigliere comunale.

Sono contrarissimo a questa proposta,voterò una serie di no, agli emendamenti e allaproposta e dico anche in modo rigoroso ilperché.

La prima cosa è un pensiero e un ringra-ziamento ai dipendenti comunali che sono statichiamati a lavorare per una proposta di deliberaoggi all’esame del Consiglio comunale, unadelibera guastata dalla politica. La proposta diregolamento oggi all’esame del Consiglio co-munale a mio avviso è il più colossale pasticciodi proposta che io abbia conosciuto nella storiadi amministratore. Non è una proposta di rego-lamento per la gestione scrupolosa degli spazipiù sensibili, che influiscono notevolmente nellavita dei cittadini, e potrei testimoniare chequesta mattina una persona mi si è “brancolata”al collo dicendomi cosa le è successo questanotte. Dicevo, gestione scrupolosa degli spazipiù sensibili che influiscono notevolmente nel-la vita dei cittadini e delle imprese. E’ la peg-giore copia di un libro dei desideri. Quando simette mano alla revisione di un regolamento, sidà incarico agli uffici di predisporre una bozzaprevia verifica della corrispondenza alle normein essere, unitamente a una buona dose di buonsenso.

Per la bozza opportuno che se la prenda incarico il Sindaco o l’assessore di riferimento,per poi passarla alla valutazione serena della

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Commissione competente. In questo caso si èseguita un’altra strada, quella della confusionepolitica. Mi compiaccio con il presidente dellaCommissione lavori pubblici e urbanistica peravere portato alla conoscenza pubblica deglioperatori interessati un’assemblea libera e de-mocratica e che si è conclusa con l’invito a noncreare difficoltà alle imprese, in concomitanzaall’inizio delle attività e in particolar modo anon modificare l’art. 1 e non prevedere obbli-ghi non compatibili con l’attuale situazioneeconomico-sociale della città.

Chiedo al presidente Fedrigucci, in quan-to il presidente Scaramucci è assente giustifica-to, per quale ragione le Commissioni non sonotornate a riunirsi per dibattere quelle indicazio-ni. Sono alla ricerca dei motivi di tantodecisionismo assunto dall’assessore Muci. Lasua esperienza di lungo corso non le ha mini-mamente suggerito di usare — perché l’hosollecitato — equilibrio, approfondimento, ri-flessione, condivisione. Il tutto è la riprovadella mia giusta decisione di lasciare la politicadopo due legislature e mezza, tre fra un po’,perché altrimenti c’è il rischio che le istituzionidiano il vizio, sempre, dell’autosufficienza,invece che della condivisione. Poi non entro nelmerito del pasticcio, in quanto condividereisolamente la proposta del rinvio, per il buonsenso. Ecco perché ho votato la proposta pre-sentata dal capogruppo Bonelli.

Faccio solo un cenno all’Unesco e allaCroce di Sant’Andrea. E’ un uso improprio.Veramente qui rimango un pochino a disagioperché non so se Ciampi ha copiato me o io hocopiato Ciampi, perché vorrei dire che l’Unesconon si fa solo con questi riferimenti improprima con l’impegno di tutti i giorni a mantenerequello che hanno fatto di grande valore gli altri,nel passato, per cui dicevo che era ora di met-tere i pilotini a piazza San Francesco. E allora,in tante circostanze il Sindaco è stato chiamatoin causa, invitandolo ad attivare la sua buonadose di saggezza, che gli riconosco pienamen-te... Non c’è in questo momento il Sindaco?Glielo riferirò quando tornerà, comunque glidico: Sindaco, non indugi, approfondisca i suoievidenti dubbi, si liberi dalle catene deldecisionismo e prenda il comando della barca,altrimenti va alla deriva.

In conclusione, non riesco a capire comenon si possono avere dubbi quando un’associa-zione come la Confesercenti solleva obiezioni,come non si tenga conto della stragrande mag-gioranza degli operatori del centro storico, chehanno sollevato obiezioni sostanziali, al 90%hanno mandato una petizione con tanto di tim-bro per non confondere che siano finte firme.Un’opinione pubblica avvelenata da questi in-tendimenti. Questo è quello che respiro in piaz-za.

Condivido per larga parte anche la rico-struzione fatta oggi dalla pubblica informazio-ne che, badate, lascia i suoi segni tra i cittadini,quindi, ribadisco, non voterò a favore né degliemendamenti né del provvedimento nel suoinsieme, perché sono profondamente umiliatodal non avere ascoltato i suggerimenti, non averpreteso di fare quello che intendevo io: di averpreso il tempo necessario.

Capogruppo Gambini, mi risparmi dichiedermi da che parte sto. Io sto dalla partedella maggioranza quando la maggioranza fa lescelte coerenti. Questa è la mia libertà. Sonodispiaciuto, e invito i colleghi consiglieri delgruppo del Pd a ragionare su questa pratica.Grazie per l’ascolto e la pazienza.

Ha la parola il consigliere Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Grazie Presidente,anche se dopo le sue parole non è facile interve-nire. Vorrei cominciare il mio intervento perribadire quanto questo documento è complica-to, complesso e, lo dico ai consiglieri dellamaggioranza, come ha già detto il PresidenteMechelli, vi metterà in difficoltà. Leggevo unacuriosità che mi ha fatto rilevare la collegaFoschi. Leggo le testuali parole dell’art. 3, apag. 33: “La realizzazione di tali elementi èvincolata all’obbligo di presentare le liste deiprodotti e dei menù in almeno due lingue,italiano e inglese e all’evidenziazione dei pro-dotti tipici biologici e provenienti da ditte,cooperative o aziende agricole locali”, e finiscoqui. Ho pensato “Questo l’avranno fatto perme”, allora solo per questo motivo mi sonosubito dissociato e non posso che votare contro.Sorrido, perché questo evidenzia le contraddi-zioni che sono riportate dentro questa propostadi regolamento.

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Invito i consiglieri di maggioranza a nonapprovare questa delibera, perché come ha rile-vato il Presidente ma come si evidenzia in tuttii punti, l’esigenza di emendamenti, anche dellostesso proponente, conferma ancora questa tesiche è assolutamente confusionaria, come ver-rebbe fuori un regolamento. Quindi mi associoal pensiero del Presidente, anche se qualchevolta sono stato critico nei suoi confronti per leparole che ha pronunciato prima. Nella fogadegli interventi, spesso si può andare fuori dallerighe.

E’ chiaro che in questo momento da unlato si vogliono imporre determinati arredi,dall’altro si denota un lassismo, perché si dero-ga senza limiti, perché non c’è un limite tempo-rale, si dice “tre anni”, con una deroga, quindiè evidente che chi dovrà decidere avrà ladiscrezionalità di dare le deroghe, non si capi-sce bene come. Non vado oltre, perché quelloche è stato detto mi pare sufficiente per capireche sarebbe demenziale deliberare su questaproposta.

La raccolta di firme, al di là del fatto cherappresenta solo una parte dei commercianti,evidenzia come il problema di modificare quelregolamento pone dei dubbi forti non a chi èinteressato all’argomento ma anche a chi non èinteressato all’argomento, mi pare di aver capi-to.

Quindi annuncio il nostro voto contrarioalla proposta.

PRESIDENTE. C’è la necessità di so-spendere il Consiglio comunale. Chiedo la com-prensione e sospendo il Consiglio comunaleper un chiarimento.

La seduta, sospesa alle 21,00,riprende alle 21,20

PRESIDENTE. Procedo all’appello:CORBUCCI Franco — Sindaco presenteMECHELLI Lino — Presidente presenteFEDRIGUCCI Gian Franco presenteRUGGERI Alberto presenteSERAFINI Alceo presenteSCARAMUCCI Federico assente g.DE ANGELI Emanuele assente g.

FELICI Enzo presenteSESTILI Piero presenteANDREANI Francesco presenteSALVETTI Susanna presenteANNIBALI Marco assentePAGNONI Giovanni presenteBARTOLUCCI Raniero presenteGAMBINI Maurizio presentePAGANELLI Sandro presenteGUIDI Massimo presenteBONELLI Alfredo presenteFOSCHI Elisabetta presenteCIAMPI Lucia presenteSILVESTRINI Luca presente

Ha chiesto di parlare il consigliere Fo-schi. Ne ha facoltà.

ELISABETTA FOSCHI. Inizio con il fare icomplimenti all’Amministrazione per la tem-pestività con cui viene ad ideare alcune cose,quale questo regolamento, perché ci sono statianni in cui le cose andavano bene per tutti,andavano bene per i commercianti, anni in cuila crisi mordeva di meno, in cui nel centro diUrbino molte cose stonavano, ivi comprese,ricordo, le seggiole di plastica sporche, malmesse, e non si è fatto nulla. Adesso si intervie-ne con una rigidità per cui bisognerebbe chie-dersi l’applicazione di una cosa così rigida cosacomporta e se si è nella condizione di applicarlao di farla applicare una normativa così rigida,perché vediamo anche che laddove c’è unaburocrazia così ferrata, ci sono attività chechiudono, non ci sono attività che migliorano,quindi io ho un po’ di preoccupazione a valuta-re un regolamento di questo tipo che certo, nelmondo ideale direi “Che bello avere tutto inlinea, tutto uguale, tutto conforme, tutto con imateriali migliori, tutto realizzato con un ordi-ne e una regolarità che sarebbe bello avere”,forse in taluni casi troppo costruito e artefatto,però sarebbe bello. Adesso comincio un po’ apreoccuparmi, perché adesso se c’è un’attivitàche riesce a mettere i tavoli fuori con decoro —perché ultimamente le cose sono un po’ miglio-rate — sono contenta ma non vorrei che poi cifosse un’attività che poi dice “Io non metto piùi tavoli, non faccio più niente, preferisco andareda un’altra parte”. Stiamo attenti con le esage-razioni, perché in alcune parti di questo regola-

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mento ci sono degli eccessi di obblighi richiestiai privati, secondo me, quando poi, da parte diun pubblico vediamo che tutto questo ordine,tutta questa pulizia, tutta questaregolamentazione nel proprio arredo urbanonon c’è, mi si dice spesso perché c’è il patto distabilità che ci impone di non poter intervenire.Anche il privato può avere una condizione, inquesto frangente, di patto di stabilità internoche comporta una fatica a fare investimenti.Stona molto immaginare la piazza con tutte lesedie, gli ombrelloni o gli elementi calore tutticoordinati e la piazza sporca, le bottiglie fuori.Vorrei vedere lo stesso ordine, la stessa puliziaanche nell’arredo urbano, nelle panchine, chenon siano di plastica ma siano sistemate conmateriali consoni che si richiedono ai privati,nel decoro di alcuni punti essenziali della città,che siano il Belvedere interno vicino all’extribunale o che siano in cima al monte. Nonsono passata ultimamente, non so se quel para-petto attorno al monumento a Raffaello è com-pletamente recuperato oppure no, perché noistiamo a chiedere al privato la perfezione, poinelle nostre cose la perfezione non l’abbiamo.Mi piacerebbe che fosse prima il pubblico adare l’esempio e poi a richiedere al privato lostesso rigore e la stessa precisione. Stona, poi,vedere i gazebo montati al Mercatale per laFesta Irlandese, con una rigidità e un rigore chevengono chiesti a un privato per una qualsiasiesposizione all’esterno. Stona vedere sotto iTorricini un allestimento di quel genere, stonae molto, e stona vedere la contraddizione trafare una cosa e imporne un’altra ad un privato.Credo che se il privato ha l’interesse a renderebello l’ambiente, accattivante per un turista, uncittadino qualsiasi, accattivante il suo allesti-mento esterno, lo stresso pensiero dovrebbeaverlo l’Amministrazione, rendere l’ambientebello, attraente e accattivante. Questo invecenon accade.

Quindi facciamo attenzione. Io sonomolto preoccupata, anche di fronte alla raccoltadi firme, della quasi totalità degli esercenti chehanno un interesse ad avere i dehors. Qui nonsono tutti commercianti ma sono la stragrandemaggioranza di quelli che hanno interesse achiedere un allestimento esterno, perché imma-gino che non è uno che vende le scarpe piuttosto

che uno che vende vestiti che chiede la piazzolaesterna ma sono gli esercenti e i bar, e sonoquasi tutti. (Interruzione). Ma esprimono unacontrarietà forte alle novità introdotte. Noi vi-viamo qui, cerchiamo non di imporre una cosache non riceve l’approvazione ma di concordarele misure possibili, perché non mi pare sia dibuon auspicio iniziare con un parere del genere.Di tutti gli esercenti e i bar, solo due di quelliche conosco io, non hanno firmato questa cosa:o hanno interesse, quei due, a che si approvi unregolamento e allora mi chiedo “Facciamo unregolamento perché va bene a due e non va benea tutti gli altri?”. Mi viene da chiederlo questo,di fronte a questo foglio, perché la prima do-manda che mi faccio è “Come mai questi, sonocontrari?”. Poi mi chiedo “Come mai quelli chenon hanno firmato sono favorevoli?”. Se fosse-ro stati metà e metà avrei potuto capire, ma quic’è una differenza forte tra chi avalla e approvacon favore alcune misure di questo regolamen-to e chi no.

Poi mi chiedo un’altra cosa: Urbino capi-tale dell’Unesco vuol dire anche Urbino acces-sibile ai disabili. Io qui vedo imposizioni diogni tipo, anche al dettaglio più piccolo, nonvedo nessuna prescrizione sull’accessibilità daparte dei disabili. Addirittura mi si dice che lepedane devono avere i gradini, i gradoni di 20-30 centimetri. E’ regolamentare una cosa delgenere? Non c’è un minimo passaggio sull’ac-cessibilità. Urbino città Unesco: veniteci sesiete sani. E’ grave. (Interruzione). Ma cosac’entra “C’è l’ascensore”, Sindaco? Abbia pa-zienza... (Interruzione). Io parlo degli spaziesterni. Non c’è un articolo dove si dica “Deveessere comunque garantita l’accessibilità”, nonc’è. Oltre a non prevedere la possibilità diaccesso agli esercenti nei negozi normali, quinon c’è proprio, come invito. Secondo medovrebbe essere non dico una prescrizione manel momento in cui vai a fare una cosa nuova,un’attenzione ci deve essere, altrimenti è inuti-le che facciamo Urbino capitale di che? Del-l’inciviltà, più che della cultura. Poi, sulla que-stione di Urbino capitale, cominciamo a parlar-ne. (Interruzione). Lei ha spiegato prima ma iomi sono fatta riferire, non si preoccupi. A mepare che sia ormai solo uno slogan, quello diUrbino capitale. Doveva venire Jacques Lang

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entro la fine di febbraio in base alla deliberaregionale... Sì, sì, arriva adesso: siamo al 21marzo, tra tre giorni arriva Jacques Lang: lesolite cose fatte all’urbinate, magari detto quat-tro giorni prima dell’evento, l’evento è fine a sestesso, noi abbiamo le altre città candidate adiventare capitale europea della cultura che simuovono da mesi in una forma secondo me piùadeguata. Voi avrete le vostre strategie nasco-ste, come dite vi muovete sotto traccia, ma mipare che siete talmente sotto traccia che non losa nessuno che Urbino concorre a questo titolo.Mi pare che si stia perdendo un’occasione.Parlavo con l’assessore Crespini prima di farel’intervento. Urbino città importante, turistica-mente perla per questa regione, la Regionericonosce tre manifestazioni nel suo territorio,di rilevanza turistica: il Carnevale di Fano, laQuintana di Ascoli e il Palio di San Giovanni diFabriano. Valete meno della manifestazione,che non conosce nessuno, della città di Spacca.Questo siete stati capaci di ottenere: meno delPalio di San Giovanni di Fabriano. (Interruzio-ne). Sì, lei campi della candidatura 2019: ifinanziamenti lasciateli a Fabriano e acconten-tatevi delle candidature, voi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Fedrigucci.

GIAN FRANCO FEDRIGUCCI. Come di-cevo prima, vi ho ascoltato e adesso vorreirifare il percorso di questo regolamento, chenon parte da così tanto poco tempo, parte addi-rittura dall’anno scorso quando in effetti si eragià partiti per quanto riguardava un problemalegato ad una particolarità. Le Commissioni sisono riunite un paio di volte, alle Commissionisono invitati tutti. Io ascolto chi comunque nonviene nelle Commissioni a fare delle proposte,come per ultimo la collega Foschi, e le fa inConsiglio comunale: credo che se alcuni aspettida lei portati, anche in maniera efficiente, fos-sero stati portati in Commissione, forse, maga-ri, si poteva anche sviluppare un dibattito. Que-sto per distinguere chi comunque partecipa alleCommissioni e chi non partecipa, perché allafine diventa anche difficile, in Consiglio comu-nale, apportare delle modifiche. Capisco le suedifficoltà, ha tutti questi mandati per cui non

può partecipare, però devo anche dare meritosia a Bonelli che a Ciampi, che hanno parteci-pato, hanno fatto un’iniziativa pubblica. Al-l’iniziativa pubblica loro c’erano, gli altri nonc’erano. Va fatta anche una distinzione di me-rito su queste cose, perché poi io mi prendo lemie responsabilità, perché le responsabilità sele prende chi fa, chi non fa non se le prende mai.Questo è un percorso che è partito, siamo arri-vati, oggi, anche con grandissima difficoltà e sicerca di ragionare sul pezzo. Oltretutto abbia-mo fatto dei ragionamenti. Però la sostanza èche comunque si vuol dare, attraverso un se-gnale, armonizzazione di quello che è l’aspettoe il decoro, attraverso queste cose. Sostanzial-mente è quello. Poi è ovvio che una decisione sideve prendere e una votazione va fatta. Gliemendamenti da parte dell’assessore, in parteaccolgono chi ha partecipato alle Commissioni, chi ha partecipato all’assemblea pubblica coni commercianti... (Interruzione). Bonelli, unaparola è poca e due sono troppe, a volte, con lei.(Interruzione). Ho capito, però prima lei hafatto il suo intervento dicendo “Mi avete fattolavorare”. Non possiamo pensare che si possa-no accogliere tutte. Dall’altra parte qualcheattenzione lei l’ha data e noi l’abbiamo recepi-ta, attraverso gli emendamenti. Ci siamo riunitianche adesso, adesso faremo le nostre propostee poi andremo al voto. Voglio sostanzialmenterivendicare questo, poi potete dire tutto, percarità, però volevo rimarcare che comunque achi partecipa alle Commissioni va dato atto,questo volevo dire. Non si viene in Consigliocomunale a leggere e a dire “Si modifica que-sto, si modifica quell’altro”. Ognuno ha le sueresponsabilità... (Interruzione). Sì ho capito,d’accordo, ma lei è venuto, le ha dette, poimagari le respingiamo le sue; qualcuna l’abbia-mo accolta. Poi, le “stupidaggini” le lascio aqualcun altro, Bonelli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Cercherò di esseremolto sintetico, perché ci siamo già protrattiparecchio. Sembra che qui ci sia stata una frettanel fare il regolamento, nel farlo approvare. E’un regolamento che ha seguito tutti i passaggi

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canonici e ne ha fatti anche più di tanti. A mioavviso, qui si è un po’ incancrenita tutta la cosasu posizioni che sinceramente non condivido enelle quali non voglio minimamente entrare.Ho capito benissimo le spiegazioni della colle-ga Ciampi, anche se mi è sembrato che quandosi parla a persona, se la giornalista ha riportatobene, qui c’è tutto un altro significato. Lei,secondo il mio modestissimo parere, ha cercatodi annacquare il tutto mettendo tanti “adpersonam”. Comunque qui è un’altra cosa. Aparte questo, anche in questo articolo vienericonosciuto, come viene riconosciuto nel-l’emendamento del capogruppo Bonelli, chesono più di 60 anni che noi andiamo avanti conun regolamento, quindi fare un regolamento,apportargli delle modifiche adeguarlo alle si-tuazioni attuali e possa fungere da regolamentoal quale attingere anche per il futuro credo chenon sia una cosa strana. Io credo che ci sia daparte di qualcuno la volontà di non farlo unregolamento. Personalmente credo che dopo60 anni, forse un regolamento necessita. Sesiamo d’accordo — tante volte dite che siamodei conservatori — che dopo 60 anni serve unregolamento nuovo, passiamo al secondo step:come farlo, come condividerlo. Questo regola-mento ha seguito una condivisione abbastanzagenerale: sono state fatte le Commissioni , sonostate ascoltate le associazioni di categoria, èstato fatto di tutto. Quindi non è stata fatta unacosa di fretta, come non c’è nessuna fretta nelvolerlo approvare. Mi dispiace che venganoscritte queste cose, non c’è nessuna fretta. Dicosoltanto: se tra una settimana debbono uscire itavolini nella piazza e qualcuno ha parlato dirinvio, come li facciamo uscire? Con il vecchioregolamento. Lei prima, Bonelli, ha detto “Ioho capito dove volete arrivare voi”. Anch’io hocapito dove vuole arrivare lei. Il discorso è unaltro. Questo è un regolamento. Ripeto, nonvoglio entrare in tutto il discorso di prima, però,ripeto, noi abbiamo fatto una proposta di rego-lamento, un regolamento che è stato condiviso,oggi siamo chiamati a votarlo, io credo che sidebba votare. Sono stati presentati degli emen-damenti, primo fra tutti un emendamento diquattro pagine e mezzo del capogruppo Bonelli.Proprio alla luce di quell’emendamento che noiabbiamo chiesto ci venisse dato subito e il

capogruppo Bonelli correttamente ha detto disì, in questi ultimi due giorni si è lavoratoalacremente per cercare di recepire quello chesecondo noi — opinabile, ovviamente — sipoteva recepire di quell’emendamento e ogginei quattro emendamenti che ha presentatol’assessore Muci sono state recepite alcuneparti di quell’emendamento, come il wireless.Però purtroppo, il regolamento ci dice chel’emendamento o lo approvi o voti contro,quindi non possiamo estrapolare delle parti,questo è il limite. Invece, sugli emendamentidell’assessore Muci — mi sembrava, anchedall’intervento della collega Ciampi, che ave-ste riconosciuto che sono tre emendamenti chehanno recepito quelle che sono state le indica-zioni della minoranza — il problema è sorto suln. 1, su queste famose parole “nell’ordine indi-cato”. Vorrei chiedere all’assessore, visto chesono state tolte quelle parole, cosa si intende inquesto emendamento. Quando si dice “Costitu-iscono titolo di preferenza i seguenti requisiti”,in maniera generica, la minoranza dice che nonsi capisce bene, qualche dubbio noi l’abbiamo,vorremmo quindi capire: cosa si intende, chechi ha uno o più di questi requisiti prevale sualtri? Come si va a giudicare nel momento incui si deve decidere se io o il capogruppoBonelli dobbiamo mettere i nostri tavolini inuna posizione o nell’altra? Vogliamo solo chia-rire questo, un chiarimento verbale da parte suaper farci capire cosa si intende. Lo chiedoall’assessore per capire. Si decide a sorteggio,nella maniera più vaga possibile, ed è sbagliatosecondo me, oppure c’è un criterio in quello chesi è scritto? Noi lo chiediamo perché vogliamosapere qual è la ratio di questo emendamento.

PRESIDENTE. Non ci sono altri inter-venti. Prima delle dichiarazioni di voto deicapigruppo, ha la parola l’assessore Muci pereventuali chiarimenti, in particolare quello sol-lecitato dal consigliere Ruggeri e da chi èintervenuto in precedenza.

MARIA CLARA MUCI. Dico brevementesolo alcune cose. Secondo me abbiamo carica-to questa cosa di un significato che probabil-mente non ha. Riprendo quello che aveva dettoil consigliere Foschi e anche il consigliere

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Bonelli, sul fatto che noi complicheremmoalcune cose. Faccio un passo indietro, sul me-todo di come siamo arrivati a questa cosa. Gliuffici hanno predisposto una bozza, dopodichéabbiamo dato incarico a due presidenti di Com-missione di approfondire la materia, sono statifatti una serie di incontri, una serie di valutazio-ni, compreso il fatto di incontrare gli esercentie le associazioni di categoria. Molte cose sonostate fatte proprie. Faccio un esempio: proprioquello di dire che le domande — è a pag. 28 —arrivano tutte all’Amministrazione comunale epraticamente l’Amministrazione comunale ac-quisisce tutti i pareri entro un certo termine,proprio per fare in modo di snellire le procedureda parte dell’esercente. Vi invito quindi a leg-gere a pag. 28 la prima parte dove c’è scrittocome funziona la commissione di tre elementiche valuta le domande e acquisisce pareri,proprio per snellire. Questo articolo credo chesia stata una delle cose acquisite dopo la riunio-ne della Commissione, che prima non c’era. E’vero che qui c’è un po’ di tecnica e un po’ dipolitica, perché sono stati acquisiti dei suggeri-menti che sono arrivati da tutti coloro che lidavano. Quindi l’esercente non fa altro che farela domanda, gli viene suggerito se mancano deipezzi, dopodiché vengono acquisiti ed entro uncerto termine viene data l’approvazione. Quin-di le procedure sono state snellite. Sull’handi-cap, noi avevamo valutato di mettere, dove cisono le pedane, anche l’accessibilità: se noiobblighiamo nel nostro centro storico, che èbellissimo ma fatto in un determinato modo,tutti gli esercenti all’accessibilità alle carrozzi-ne, ai disabili, li escludiamo, non so in chepercentuale, se del 40, 50 o 60%, perché unoche ha votato in via Sant’Andrea non potrà maifare una pedana accessibile alla carrozzina. Lepedane non sono obbligatorie dappertutto: chiha la carrozzina cederà laddove possibile. Lepedane devono essere di una certa larghezza ei nostri vicoli non sono accessibili. (Interruzio-ne). Perché non è possibile? La pedana è previ-sta solo dove c’è il dislivello, altrimenti non èobbligatoria. In piazza le carrozzine possonoandare dappertutto. Comunque, io ho detto lamia. Mi sono confrontata con l’arch. LuanaAlessandrini e lei ha detto che se noi mettiamoanche l’accessibilità alle pedane, sappiamo di

escludere la gran parte degli esercenti a poterutilizzare i dehors. Questo lo dobbiamo sapere,dopo facciamo le scelte. Diciamo che è unmomento di crisi, lo dobbiamo sapere. Quindiovviamente, dove non ci sono le pedane l’ac-cessibilità è prevista, dove le pedane hanno unsolo gradino metteranno lo scivolo, è previstofino a un piano. Magari in piazza Rinascimen-to, dove è prevista la pedana di più gradini,oppure dove è troppo piccola, purtroppo lacarrozzina lì non ci può andare e sceglierannodi andare dove è possibile l’accesso. Questo velo dico anche dal punto di vista tecnico, doponoi possiamo scegliere questo, sappiamo che selo mettiamo come requisito i tecnici non po-tranno dare a tutti l’autorizzazione. Poi, noi nonimponiamo, in questo periodo, di andare acambiare tutti i dehors come sono adesso. Moltil’hanno già fatto. Noi diciamo che chi oggi fa ladomanda per mettere fuori il tavolino e le sedie,li deve mettere con determinati requisiti. Perchi ha già i permessi, chi ha fatto il lavoro dapoco, chi ha tutto nuovo, vale fino alla scadenzadella concessione, gli diamo tre anni di prorogae oltretutto gli diciamo che se chiede una dero-ga e la motiva, può avere addirittura una proro-ga di quella deroga, quindi non stiamo obbli-gando nessuno a fare delle spese esose ma seoggi uno vuole aprire un esercizio — speriamoche lo facciano — e chiede di mettere fuori itavolini, minimamente si deve adeguare perdare uniformità. Chi è in piano non è obbligatoa mettere la pedana.

Sul metodo, io sono stata anche ingenua,quello che volete, ma una volta impostata laprima parte è stato dato mandato, proprio per-ché si dice che ai consiglieri e a questo Consi-glio si dà poco valore. Io ho fatto la sintesi ditutto quello che è stato ascoltato. Dopodiché,sul fatto delle firme, oggi ha chiamato anche laCna, non ha scritto ma ha chiesto di dare corsoa questo tipo di regolamento e laConfcommercio qui presente ha invitato ancheessa a fare... Io oggi ho tentato di mettere aposto le anime. Avrò sbagliato, avrò fatto bene?Non lo so. Ho cercato di accogliere in parte laderoga da dare agli esercenti, ho cercato di diredi adeguare alla wireless ma non è obbligatorio.Sul famigerato articolo 3 bis, tengo a specifica-re che questo è un regolamento generale, che

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non parla solo di piazza della Repubblica, do-mani può succedere anche in via Raffaello,invia Veneto, in via Sant’Andrea, può succede-re in altre vie, può succedere in zona Monte,può succedere dappertutto. Noi prendiamo trerequisiti invece di uno solo, che sono: latitolarità, l’ubicazione e la distanza.

Prendiamo via Raffaello, per non pren-dere la famigerata piazza. In via Raffaello o difronte alla Piazza delle Erbe, se ce n’è uno cheda tanto tempo ha l’esercizio ma gli apre uno difronte, si prenderanno in esame questi tre para-metri invece che uno solo. Sono dispari, nonsono pari. La distanza si misura, è un metodooggettivabile, non è a discrezione, si può misu-rare. La titolarità riguarda gli anni, poi c’èl’ubicazione. Sono tre parametri. Se uno ne hauno, due o tre, la Commissione che valuta faràla differenza. (Interruzione). Facendo questoemendamento, togliendo la numerazione, chia-risco che io lo intendo in questo modo. (Inter-ruzione).

PRESIDENTE. Invito però l’assessore arispondere alle sollecitazioni, ai chiarimentichiesti dall’opposizione e dalla maggioranza,altrimenti è un’altra relazione. Poi ci sono ledichiarazioni di voto.

MARIA CLARA MUCI. Io intendo che que-sti tre si prendono nel complesso e vengonovalutati a seconda se uno ne rispetta uno, due otre. Ribadisco che questo è un regolamentogenerale fatto per la città di Urbino. Ovviamen-te le difficoltà saranno più nel centro storicoche in periferia, ma potrebbe succedere anchenella zona ospedale, ci sono anche lì degliesercizi. (Interruzione). Due possono prevale-re su tre. (Interruzione). Penso di avere chiari-to. Io intendevo così. Quindi, se sono tre, due ouno, ovviamente ha la sua differenza. Sul me-todo ho risposto come ho cercato di comportar-mi, sul merito penso di avere detto: questo è unregolamento che mette le regole ma non mettei vincoli, nel senso che uno non è obbligato dadomani mattina ad adeguarsi dal punto di vistadei dehors, perché viene dilazionato nel tempo,tre anni con proroga. Sull’handicap ho risposto.Dal punto di vista tecnico si sappia che noipossiamo mettere l’accessibilità ma escludia-

mo la maggior parte degli esercizi. Sulle firmeraccolte, ci sono anche altre associazioni dicategoria che hanno comunque scritto a tutti iconsiglieri, altrimenti invito ad inviare le osser-vazioni che sono state fatte. Le associazioni dicategoria sono due mondi diversi: ognuno avràragionato nel proprio modo. Noi abbiamo fattonostre alcune considerazioni e ho cercato dimediare le varie posizioni.

PRESIDENTE. Passiamo ora alla vota-zione degli emendamenti.

Pongo in votazione l’emendamento pre-sentato dal consigliere Bonelli.

Il Consiglio non approva con 7 voti favorevolie 11 contrari (Corbucci, Mechelli, Ruggeri,

Fedrigucci, Serafini, Felici, Sestili, Andreani,Salvetti, Pagnoni e Bartolucci)

Pongo in votazione l’emendamento n. 1presentato dall’assessore Muci.

Il Consiglio approva con 10 voti favorevolie 8 contrari (Micheli, Ciampi, Foschi, Bonelli,

Silvestrini, Paganelli, Guidi e Gambini)

Pongo in votazione l’emendamento n. 2presentato dall’assessore Muci.

Il Consiglio approva con 10 voti favorevolie 8 contrari (Micheli, Ciampi, Foschi, Bonelli,

Silvestrini, Paganelli, Guidi e Gambini)

Pongo in votazione l’emendamento n. 3presentato dall’assessore Muci.

Il Consiglio approva con 10 voti favorevolie 8 contrari (Micheli, Ciampi, Foschi, Bonelli,

Silvestrini, Paganelli, Guidi e Gambini)

Pongo in votazione l’emendamento n. 4presentato dall’assessore Muci.

Il Consiglio approva con 10 voti favorevoli,7 contrari (Micheli, Ciampi, Foschi, Bonelli,

Paganelli, Guidi e Gambinie 1 astenuto (Silvestrini)

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.Ha la parola il consigliere Ciampi.

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LUCIA CIAMPI. Caro assessore Muci,avere cambiato l’ordine di quel famoso articolo3 bis, traendomi in inganno, non è stata unabella azione, perché io le ho battuto le manipensando che fosse nell’ordine, ma poi lei haspiegato che due condizioni prevalgono su unasola, quindi a questo punto è anche una presa ingiro. Lei poteva benissimo lasciare lo stessoordine. Proprio perché nel caso particolare “adpersonam” ha due caratteristiche, rimango an-cora più convinta di quello che ho detto. Se eraper il bene di tutti si lasciava quell’articolo 3così com’era, invece si è voluto posticiparel’ordine facendo credere quello che non è. Se iln. 3 lo porto al n. 1 vuol dire che cambio quelloche ho già stabilito, ma se faccio il gioco delletre carte, le mischio e la sostanza è la stessa, èuna presa in giro. Se mi si presentano deinumeri dove si dice “nell’ordine indicato”,nell’ordine indicato prevale il n. 1, prevale il n.2, prevale il n. 3. Se si toglie l’ordine indicato,si mischiano i tre numeri ma la sostanza di cuidiscutiamo è la stessa... Non mi venite a direche può servire per qualsiasi altra piazza: qui èin discussione una sola piazza e vorrei ricordareche la distanza questione di centimetri, perchése misuriamo un locale dall’altro, dove si met-tono i tavolini, è questione di centimetri, ladistanza non raggiunge un metro. E’ per trarrein inganno le persone, vi dico di sì. Mi dispiacedi non avere preso le distanze ma nel prossimoConsiglio le porterò. E’ questione di centime-tri. Chi ha due caratteristiche su tre? Cosa mivenite a parlare di piazza Raffaello o qualsiasialtra piazza? Ma dove?

Ripeto, non discuto che non bisognassefare un nuovo regolamento, che non bisognasserinnovarlo, si poteva fare in tanti modi, sipoteva fare meglio, ma ci sono punti di questoregolamento che mortificano il Consiglio esottolineo e ripeto quello che ho già detto.Quindi il mio voto non può che essere contrarioe voi vi assumete la responsabilità delle vostredecisioni.

PRESIDENTE. Circa l’emendamento n.1, consigliere Ciampi, l’assessore ha spiegatol’interpretazione, però l’emendamento non èsostituito, non è modificato, resta quello che èstato votato.

LUCIA CIAMPI. No, sostituito l’origina-le.

PRESIDENTE. Ah, certo.

LUCIA CIAMPI. L’emendamento ha mi-schiato le tre carte.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Dopo questa lungadiscussione su questo documento, che ritengomolto grave, faccio notare che innanzitutto è undocumento che ha molte carenze: si preoccupadell’aspetto esteriore delle cose, si vede che èstato studiato da architetti, però non entra nellasostanza, non è un documento che ritengo deb-ba emettere un’amministrazione, per cui di persé voterò contro. Ma quello che mi dispiacemolto — di regolamenti ne ho scritti tanti, icontenuti dei regolamenti so come vanno fatti,come vanno scritti, come devono essere predi-sposti, che cosa si vuole ottenere — è chepurtroppo è un atto ad personam ed è una cosagrave. Ma ancora di più mi preoccupa, speciedopo le ultime elezioni che ci sono state, cheancora ad Urbino si continui ad usare la prepo-tenza: non c’è la discussione, non c’è l’aspettodemocratico... (Interruzione). Sei ore, ma diceun vecchio proverbio: “Non c’è peggior sordodi chi non vuol sentire”. Vi posso assicurare checirca le proposte sull’emendamento che hofatto io, la maggior parte, salvo salvaguardarele situazioni esistenti, che mi sembra corretto edemocratico, non può arrivarne uno nuovo esolo perché tu cambi due parole nel regolamen-to o togli due parole, prendi il posto che vuoi.Non si fa così. I regolamenti si fanno conserietà. Non avete un piano di aree occupate.Uno che viene dopo, dove va a finire? Glielodite voi, se lo sceglie lui, la sicurezza la deveguardare lui, la guardate voi? Ma siamo un’am-ministrazione, siamo gente seria, dovete voipredisporre i piani, non farli scegliere agli altrie questo documento è mancante di una serie diatti, di una serie di parti, è leggero, è solotendente a due cose: a cercare di abbellire, e finqui sono d’accordo, tanto è vero che sul conte-nuto di queste cose non ho messo mano, perché

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sono d’accordissimo, ma non sono d’accordoquando il documento va a interferire con gliinteressi e con la situazione preesistente, perdanneggiare qualcuno. Non sono d’accordo ela situazione che vi ho descritto è solo in piazza,non ci sono altre condizioni simili, almeno peradesso, perché quelle nuove sono regolamentatediversamente.

Di fronte a questa questione — vedo chele ultime elezioni non ve l’hanno insegnato —dovete finirvela di agire con prepotenza, dove-te ascoltare tutti, mettersi attorno a un tavolo,discutere seriamente, non fare come fate voi,che ci potate il documento già predisposto, lodobbiamo approvare e se facciamo la discus-sione non ci state neanche a sentire, perché cosìè successo anche qui. Sapete cosa avete cam-biato? Avete cambiato le cose che hanno paratoa voi, non dico cosa, perché altrimenti lì pren-devate veramente una denuncia, perché certeimposizioni non si possono fare e certe prescri-zioni di sicurezza o sulla questione dell’handi-cap, vanno rispettate, che vi piaccia o no. Ilregolamento questo non lo prevede. E’ buono ilregolamento, per voi? No, è carente dall’inizio,sbagliato dall’inizio, quindi a questo puntosignifica che avete tutt’altri interessi ed è orache la smettiate.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Innanzitutto vogliopremettere una cosa che mi preme molto. Cre-do sia sbagliato da parte di tutti, andare aidentificare le posizioni sull’una o l’altra perso-na, e spiego anche perché. Sia io che la collegaCiampi, e forse tutti, siamo d’accordo che ser-viva un regolamento, e su questo ci siamo. Nelmomento in cui si fa un regolamento, si stabi-liscono anche delle regole e non è che la mag-gioranza o l’Amministrazione ha preso soltan-to le parti che le facevano comodo del regola-mento del capogruppo Bonelli, perché se lei fatre pagine e mezza e uno le deve prendere tutte,altrimenti non è democratico, io mi pongoveramente dei problemi di democrazia. ,E’chiaro, ci può essere una parte, la metà, trequarti o quello che è, che uno recepisce o no.

Quindi se questo non è democratico, cerchiamodi capirci che cosa intendiamo per democrazia.

Sui tre punti. E’ chiaro che nel momentoin cui si vanno a mettere dei punti... Se rimane-va tutto come prima poteva agevolare una per-sona, se si lasciavano quelle parole. Se si tolgo-no quelle parole può agevolare un’altra perso-na. Lei diceva che la distanza è questione didieci centimetri: perché non l’avete detto? Sonosbagliati quei tre punti. Noi qui stiamo dicendo:ci sono tre punti, se uno li mette in ordineprioritario com’erano adesso, si agevola unapersona, se uno non li mette in ordine priorita-rio, se ne agevola un’altra. Siccome io nonvoglio agevolare nessuno, perché non mi inte-ressa agevolare alcuno, la soluzione piùsalomonica qual era? Erano stati individuati trepunti e voi avete detto che andavano bene,nessuno ha detto “No, non va bene la distanza”,di questi tre punti è giusto dire che chi ne ha treprevale su chi ne ha due e chi ne ha due prevalesu chi ne ha uno. Questa è democrazia. E’chiaro che poi, in questo modo, si va comunquead agevolare una persona ma era inevitabile. E’chiaro che, comunque tu la giri questa cosa,agevoli uno invece di un altro, però non mi sivenga a dire “Per la distanza ci sono diecicentimetri”. Ma cosa vuol dire? Dei paletti lidevi mettere. Avrei voluto sentirmi dire daibanchi della minoranza “Il criterio della distan-za è sbagliato”, allora avrei potuto vedere altrecose, ma nessuno ha detto questo. Se abbiamocondiviso che quelli erano tre punti importanti,tutti e tre alla pari, è democratico — e questa èdemocrazia — dire che chi ne ha tre prevale suchi ne ha due e chi ne ha due prevale su chi neha uno. Se non è democrazia questa, spiegatemivoi che concetto avete della democrazia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Sono un po’ scon-volto, perché un accanimento della maggioran-za per far approvare un regolamento che hatutte le evidenze di contraddizioni interne, nonlo capisco. C’è stata una richiesta di rinvio, chenon è stata concessa. Tutto questo percorso, lademocrazia che dice Fedrigucci è una cosa chenon esiste, non ci nascondiamo dietro un dito.

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Questo percorso è partito perché qualcuno havoluto che partisse perché c’erano delle esigen-ze. E allora mi viene da sorridere, perché io chefaccio l’imprenditore vengo sempre tacciato diavere degli interessi da difendere. Non da voi,da chiunque. Invece mi ritrovo che qualcunaltro ha gli interessi da difendere. Per fortuna ionon ho né ristoranti, né bar. Fortunatamente hoattività che non interferiscono con l’Ammini-strazione comunale. Capisco che ci possanoessere degli interessi, però credo che anche chili ha bisogna che capisca che non si può forzarela mano in questo modo.

E’ così, è inutile che ci nascondiamodietro un dito. Abbiamo una serie di esercentiche dicono che è una cosa da non fare. Per glialtri che dicono che è da fare non ho lo stessoelenco, quindi non sono in grado di valutare,probabilmente sarà più grosso, però questa seranoi abbiamo questo elenco, quindi sarebbe sta-to opportuno non approvare o non approvarema rinviare. Non volete neanche fare questo:quasi come, se questa delibera non venisseapprovata questa sera, succedesse qualcosa,non so cosa. Evidentemente qualcosa succede,perché vi siete ritirati per deliberare. Se fossestata così lineare, la discussione avreste potutofarla tranquillamente in una riunione vostra.Evidentemente c’è la necessità di forzare lamano, altrimenti non avreste fatto tutto questopercorso, questa diatriba che avete fatto questasera. E’ evidente, è inutile negarlo, altrimentiavreste detto “Ritiriamo per migliorare il rego-lamento”. Mi sembra il minimo che un gruppocome il vostro debba fare. Con il Presidente delConsiglio che è uno del Pd, non è qualcun altro,in una situazione politica dove il segretario delPd spara contro il Sindaco e la Giunta in manie-ra diretta, senza mezzi termini. Succede unacosa come quella che sta succedendo e il Presi-dente del Consiglio, che è il nostro Presidente...(Interruzione). Non so se il concetto è sbaglia-to, Sindaco, comunque il fatto che ci si accani-sca, nonostante l’intervento del Presidente delConsiglio, che comunque ha fatto un interventodi cui sono contento, perché a volte mi vengonodubbi e mi dico “Sarò stato un matto a farequello che ho fatto, a dissociarmi perché vedocose che non vanno”, per fortuna qualcun altrole vede come le vedo io, quindi sono un po’ più

tranquillo con me stesso. Vuol dire che non eroproprio fuori dal mondo. State facendo unadiscussione, un accanimento del capogruppoper cercare quasi di convincere noi. Non doveteconvincere noi, dovete convincere voi stessi,probabilmente.

Ritengo che state facendo un autogolgrossissimo, perché la piazza, le persone, gliesercenti vi dicono che non è così, che vi statesbagliando e lo fate ugualmente. Credo chebisogna essere masochisti per fare una cosa diquesto genere. Per questo sono sorpreso daquesto atteggiamento.

Poi, per alcuni interventi c’è tempo treanni, con addirittura deroghe all’infinito. Chequesta sera dobbiamo approvarlo perché se loapproviamo fra dieci giorni è un problema, misembra che ci sarà un motivo. Questo è ildubbio che mi viene. Comunque annuncio ilnostro voto contrario. (Interruzione). Non melo devi spiegare Ruggeri, tutta la vicenda sispiega da sola, non c’è bisogno di spiegazioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione ilpunto 8 dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva con 10 voti favorevolie 8 contrari (Mechelli, Bonelli, Foschi,

Guidi,Ciampi, Silvestrini, Gambini, Paganelli)

Comunicazioni, mozioni e ordini del giorno

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,al punto 9: Comunicazioni, mozioni e ordinidel giorno.

Non ho comunicazioni da fare, quindipassiamo alla discussione dell’ordine del gior-no presentato dal consigliere Andreani, al qua-le do la parola.

(Si riporta il testo integrale dell’ordine delgiorno presentato dal consigliere Andreani):

“Il Consiglio Comunale di UrbinoVista l’ordinanza sindacale n. 6 del 05.03.2013in materia di circolazione stradale nella zona atraffico limitato;

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In considerazione dei gravissimi disagi creati acittadini e operatori economici del centro sto-rico a causa della realizzazione di una ZTLcontrollata con varchi elettronici per 24 su 24;In considerazione del fatto che la città murariaè abitata prevalentemente da anziani che han-no la necessità di farsi accompagnare dai figlio parenti prossimi per le necessità quotidianee che i luoghi di culto religioso sono prevalen-temente ubicati nel centro storico;In considerazione che tale ordinanza assoluta-mente restrittiva si inserisce in un quadro eco-nomico già altamente compromesso dalla crisipiù profonda dal dopoguerra ad oggi e che sivuole favorire lo sviluppo del Centro Commer-ciale Naturale

IL CONSIGLIO COMUNALEIMPEGNA IL SINDACO ad esaminare tutte lesollecitazioni e le proposte provenienti daAssociazioni e cittadini valutando eventualimodifiche migliorative e semplificative allesuddette norme;IMPEGNA altresì il Sindaco a riferire nelprimo consiglio utile”.

FRANCESCO ANDREANI. Premesso chesono favorevole alla ZTL nella città di Urbino,ho fatto questa interrogazione perché vorreisegnalare alcune anomalie troppo grandi. E’forse l’unica città d’Europa che ha una ZTL di24 ore su 24, 365 giorni all’anno. E’ vero chenon abbiamo più il traffico selvaggio senzaregole, però è anche vero che non possiamoblindare questa città per mille motivi: perchél’80% degli uffici sono all’interno della città,l’Università, il Comune, le attività commercia-li che ancora esistono dentro la città di Urbino,quindi invito il Sindaco in qualità anche diassessore, a considerare, per esempio, che tuttii maggiori ristoranti sono dentro le mura diUrbino, per cui si potrebbe anche prevedere unaccesso dalle 20 a mezzanotte, perché non èvero che lasciare la macchina al Mercatale,venire su in centro, andare giù da Amati è cosìsemplice. Teniamo presente che è vero che adogni azione corrisponde una reazione: non an-diamo su reazioni spropositate ma cerchiamodi capire veramente le esigenze anche del com-mercio locale, le esigenze dei luoghi di culto,

senza riportare la città a quel traffico selvaggioche c’era fino a poche settimane fa.

Mi fermo qui, ho utilizzato due minutima l’ora è tarda, credo che abbiamo tutti vogliadi andare a casa alla svelta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Intanto viavviso: io non ho modificato la ZTL: era così eho messo a controllare qualcuno che evidente-mente è più efficiente di quelli che c’eranoprima. Abbiamo ampliato di molto, abbiamoragionato: motorini, spazi per entrare, moltecose. Comunque, siccome non sono una perso-na che sta qui e chiude gli occhi e le orecchie,dico che nel momento in cui stiamo andandoavanti, abbiamo affrontato anche situazioninuove, abbiamo dato soluzioni nuove a tuttiquelli che ci lavorano dentro, migliorando an-che le fasce orarie di molto, stiamo anchevalutando che ci sono delle persone che risie-dendo nella ZTL dentro il centro storico, po-trebbero avere anche due porte invece di unasola, perché qualcuno ci può arrivare anchedall’altra. Stiamo valutando molte questioni.Quindi, questo ordine del giorno lo accetto ben,volentieri, nel senso di accorgerti anche megliodi quelli che sono i problemi, sapendo che pergli eventi pasquali, per esempio, legati anchealle funzioni religiose di Pasqua, alle varieiniziative che potremmo avere durante l’anno,sicuramente delle deroghe e delle aperture deivarchi già sono previste e le faremo. Per il resto,sono in ascolto per sentire i problemi che cisono. Quindi accolgo questo ordine del giorno.

(Escono i consiglieri Ciampi, Silvestrinie Foschi:

presenti n. 15)

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Avevo preparatoun ordine del giorno per andare proprio sullospecifico di modificare l’attuale chiusura tota-le, anche se questa chiusura non è una cosanuova ma una cosa che avevamo da sempre,però è evidente a tutti che c’era un’indicazione,

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perché non possiamo accusare qualcuno di nonavere fatto il suo lavoro, poiché, se fosse così,sarebbe ancora più grave. Se i vigili avesserofatto autonomamente quello che hanno fatto,cioè non controllare chi entrava nella città,sarebbe ancora più grave per chi amministra lacittà. Quindi devo necessariamente pensare chequesto atteggiamento era un atteggiamento in-dicato. (Interruzione). Allora vuol dire chesiete negligenti nel controllare che i vostridipendenti facciano il loro dovere. Delle duel’una. (Interruzione). Non sono di questo pare-re gli esercenti.

Sono state fatte diverse riunioni nellacittà, se ne è parlato in Commissione, sono dueanni che si va avanti e indietro con questetelecamere, che poi hanno tutti i difetti del caso,perché comunque ci sono delle anomalie nelcontrollo, perché c’è il controllo in entrata,qualcuno in quest’aula mi ha detto che era statomodificato e c’era il controllo anche all’uscita.Così non è. Necessariamente, se entro da unaparte posso uscire da tre parti, cosa che nelpermesso non è scritta. Quindi c’è un’anoma-lia.

Ho portato ben due volte all’ordine delgiorno il ritorno alla tariffa più bassa per entrarenella città ed entrambe le volte non avete mini-mamente valutato la possibilità non di ritornarealla tariffa vecchia ma almeno di diminuirla diqualcosa, quando avevate sollecitazioni da tut-te le parti: singoli, associazioni di categoria,tutti quanti che vi dicevano che non era unacosa sostenibile. Parcheggi il cui abbonamentoè aumentato del 30%, non sostenibile in questomomento di crisi profonda, soprattutto per gliesercenti.

Ma è possibile che non si capisca che cisono delle fasce orarie in cui l’accesso deveessere permesso nella città? L’introduzionedelle telecamere, farla 24 ore al giorno: eraprevedibile che si dovevano fare delle proveper vedere la reazione delle persone, la reazio-ne della città a questo nuovo sistema di control-lo. Qui torniamo alla stessa discussione di pri-ma sulla delibera precedente degli spazi pub-blici. Io torno a non capire come fate. Anche alvostro interno su questo tema vengono fuoridissensi forti da parte del segretario del Pd.Come è possibile che vi accada una cosa del

genere? Chi oggi dissente, cosa vi diceva quan-do facevate le riunioni? Adesso tutti scrivonosul giornale, io sono dovuto intervenire perchéle persone dicono “Voi della minoranza nondite niente? Questi fanno uno scempi comequesto e voi non parlate?”. Qualcosa abbiamodovuto dire, anche se non mi piace intervenirepiù di tanto su questioni rispetto alle quali hodichiarato che io sono uno di quelli che havotato e sono convinto che comunque il con-trollo vada fatto, non adesso, andava fatto an-che prima per capire chi doveva entrare, chi nondoveva entrare e quando doveva entrare, per-ché non è che non abbiamo personale sufficien-te per fare questo controllo, il personale suffi-ciente l’abbiamo alla grande, perché in piazzai vigili ci sono sempre, quindi vedono chi entrae chi esce, pertanto le telecamere sono unulteriore strumento ma non era così necessario.E’ chiaro che le telecamere sono uno strumentoche serve anche per il controllo, quindi sonostato favorevole, visto che fra l’altro è statopresentato come un progetto finanziato dallaRegione, pertanto ho ritenuto opportuno votarea favore allora. Ma voglio capire se adesso,almeno, vi siete resi conto.

Finisco dicendo che volevo presentareun ordine del giorno, l’ha presentato il consi-gliere Andreani che è della maggioranza. Que-sto ordine del giorno non dice molto, anzi nondice niente, quindi lascia l’arbitrio a voi un’al-tra volta e io spero che facciate bene.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Mi sembra sensatol’ordine del giorno del consigliere Andreani.Ritengo che comunque vada valutato di più emeglio quello che è stato fatto, anche perchémancano una serie di situazioni che vadano avalutare quello che succede. Questo, purtrop-po, è il vizio che ha il Comune di Urbino: nonvaluta quello che succede. Bisogna valutareche cosa succede all’interno della città, se èpossibile derogare da certe disposizioni e quin-di, pur rimanendo la ZTL in orari che possonoessere accettabili, consentire il transito in certeore specifiche per agevolare le attività, quindi iservizi ai cittadini.

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Comune di Urbino Atti consiliari

SEDUTA N. 50 DEL 22 MARZO 2013

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PRESIDENTE. Pongo in votazione l’or-dine del giorno.

Il Consiglio approva all’unanimità

Ordine del giorno del consigliere Gambinisulla riapertura degli uffici urbanistici al pub-blico.

Ha la parola il consigliere Gambini.

(Si riporta il testo integrale dell’ordine delgiorno presentato dal consigliere Gambini):

“Considerato che molti cittadini e professioni-sti ci hanno rivelato il notevole disagio e ledifficoltà di rapportarsi con il nostro ufficiourbanistica per l’esigua fascia di apertura de-gli stessi al pubblico, aggravata dalla contem-poranea mancata risposta telefonica del per-sonale dell’ufficio stesso;Tenuto conto che questo servizio è di primarianecessità per qualsiasi tipologia di praticariguardante le famiglie, le attività produttive ecommerciali ed i servizi in genere, specialmen-te in questo momento di difficoltà economica esociale in cui si deve necessariamente tenderea velocizzare la burocrazia che per sua naturatende a rallentare qualsiasi iniziativa che ilcittadino ha necessità di intraprendere;Valutato che gli unici interventi da parte del-l’Amministrazione per aiutare i cittadini e leimprese a sviluppare velocemente le proprieidee progettuali sono quelle di rispondere pron-tamente, tenendo agevole il dialogo con i nostrifunzionati;

Tutto ciò premessoIl Consiglio comunale impegna il Sindaco e laGiunta a modificare gli orari di apertura alpubblico degli uffici del settore urbanistica e dipredisporre la risposta telefonica in tutto l’ora-rio di copertura dell’ufficio”.

MAURIZIO GAMBINI. Questo ordine delgiorno l’ho riproposto, perché voglio richiama-re l’attenzione dei consiglieri per capire anchele considerazioni che fanno rispetto a questotema e se ritengono ancora opportuno, sia iconsiglieri che la Giunta, che gli uffici dell’ur-banistica debbano essere chiusi al pubbliconella maggior parte del tempo. In passato, quan-

do i piani regolatori e lo sviluppo della cittàerano ben più ampi, c’erano molte più praticheda espletare, invece sono ormai diversi anni cheil lavoro che devono portare avanti è sicura-mente molto inferiore e gli uffici, comunque,rimangono chiusi al pubblico, mentre i cittadinispesso e volentieri vanno negli uffici per avereun semplice documento, per un incontro o perle loro pratiche e trovano l’ufficio chiuso. Ioritengo che questa sia una cosa inammissibile,specialmente in questo momento in cui c’èbisogno di stare vicino ai cittadini. Prima ilconsigliere Paganelli mi diceva che... (Interru-zione). Fuori dalle mura di Urbino c’è la guerra.Qui, come dice il Sindaco è un’isola felice, peròfuori dalle pura c’è la guerra. (Interruzione). E’vero, siamo un’isola felice per chi ha il lavoro,ma quelli che non ce l’hanno non lo trovano. Unpaese con il 40% dei giovani che non lavorano,non può andare da nessuna parte.

Io ritengo che gli uffici, i dipendenti e idirigenti al telefono debbano rispondere, per-ché non esiste che un cittadino chiami l’ufficiourbanistica e nessuno gli risponde. Per mequesta è una cosa inammissibile. Per questomotivo ho riproposto questo ordine del giornoche avevo presentato due anni fa, si è votatocontro e oggi ve lo ripropongo perché voglio lariconferma che ritenete opportuno tenere chiu-si gli uffici.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Bonelli.

ALFREDO BONELLI. Condivido piena-mente quello che ha scritto Gambini, ancheperché l’ho provato pure io. Vi sembri ovviooppure no, il problema è solo vostro: se voi nonfate funzionare gli uffici, è chiaro che arrivanole proteste. (Interruzione). Sindaco, no funzio-na. E’ inutile che lei parli, non funziona? (Inter-ruzione). Prima, forse, funzionava di più, ades-so non funziona. Chiami, non ti rispondono.Sindaco mi creda, è così. (Interruzione). No, dame non funzionava tutto non funzionava nien-te, tanto è vero che ho litigato con Felici, ciscrivevamo con raccomandata con ricevuta diritorno e io stavo a due stanze da lui. Nonfunzionava neanche allora.

Sarebbe opportuno che questo ordine del

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giorno voi lo approvaste, per cercare di venireincontro a queste questioni. (Interruzione).Bene, mi basta questo, la sostanza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Sul merito di que-sta cosa anche noi siamo favorevoli. Volevamomodificare una parte. Ci è stato detto da partedell’assessore, che si sta già discutendo permigliorare questo tipo di servizio ai cittadini.La modifica che noi chiedevamo di apporre, èquesta: “Tutto ciò premesso... Il Consiglio co-munale impegna...” ecc., poi per non entrarenel discorso specifico degli orari, della segrete-ria o altri accorgimenti: “a garantire una mag-giore fruibilità dei cittadini ai servizi erogati daparte degli uffici urbanistici”, in modo che sipossano individuare non solo due modi maanche altri, ai quali mi è stato confermatostanno già lavorando, proprio nell’ottica chetutti condividiamo di migliorare veramente ilservizio e snellire i tempi. Proponiamo questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Noi stia-mo vicini ai cittadini. Lasciamo perdere tuttaquesta prosopopea. C’è un paese che è in unacrisi profonda: sembra che i problemi sianotutti a Urbino. Mi sono preso la briga di andarea telefonare a tutti i Comuni della provincia:alla data di oggi tutti lavorano di meno con lepratiche, ebbene il più veloce è Urbino, neitempi. Qui passa l’idea che è il contrario. Que-sto non riesco a capire. Vuol dire che c’èqualcuno che racconta storie che forse non sonosempre vere. Il problema della chiusura del-l’ufficio in certi giorni dipendeva proprio dalfatto di lasciarli più liberi a lavorare sulle pra-tiche, inoltre il personale cala, perché non c’èpiù Giovannini, l’altra sta male, non è che noilavoriamo con la gente chissà quanto. Sonoconvinto di venire incontro, si sta ragionando aportare l’apertura a tre giorni, quindi anche ilproblema del telefono lo stiamo affrontando,però mi raccomando, si sappia che il problemavero delle aziende sono anche i ritardi delleamministrazioni, ma io devo insegnare a voi

quali sono i problemi? Il problema è il credito,sono le banche, prima di tutto il mondo intero,il problema è la domanda che non c’è. Se nonarriva un Governo, di chicchessia, che rilanciquesta roba, è inutile che stiamo qui a fare idiscorsi importanti, la questione è altra, pur-troppo, in questo paese. Mi piacerebbe che avolte si cominciasse, dicendo “Pur tra le diffi-coltà grosse che ci sono, che dipendono daquesto e quello, vedete di poter dare una manoanche a questi elementi”. A questi elementi cistiamo pensando e vogliamo arrivare a tre gior-ni di ricevimento. Eravamo partiti con uno, poidue, adesso siamo a tre e io penso che tre giorni,con altri tre, dove quelli che ci sono fanno lepratiche può darsi che alla fine il risultato siaanche migliore, perché se la gente va su tutte leore, tutti i momenti è chiaro che diventa diffici-le. Inoltre, ad Urbino, poche cose che si fannoaltrove, a Pesaro no: quando vai a presentareuna pratica, un’occhiata alla situazione pervedere se hai i documenti e se hai portato tutto,siamo gli unici a farlo. Tutti gli altri la buttanolì e furbescamente, dopo un mese o due arrivala letterina che informa che manca una stupi-daggine, e ripartono i mesi. Lo fanno sistema-ticamente; Ad Urbino c’è il pre-controllo, al-meno, di queste cose.

Bonelli, quando c’eri tu non so se eratutto a posto o meno. Io non c’ero, ero un po’più giovane di te, cosa ti devo dire? Hai lavora-to anche al Megas: andava tutto bene anche lì?Penso di no, leggermente, e lì un po’ me neintendo.

PRESIDENTE. Il consigliere Ruggeri hafatto una proposta che il Sindaco ha fatto pro-pria, però la titolarità di cambiare, accettare omeno è del proponente, che ha la parola.

MAURIZIO GAMBINI. Non mi interessa,Sindaco, se negli altri Comuni fanno peggio,fanno meglio. Io faccio solo un esempio: se houn’azienda in cui vengono i clienti, vengono ititolari... Perché qui non stiamo parlando deiclienti, stiamo parlando dei titolari dell’Ammi-nistrazione comunale. Il cittadino, quando vie-ne in Comune è il titolare dell’azienda e trovarela porta chiusa è una cosa che non esiste almondo. Noi, quando arriva un cittadino davanti

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al Duomo che vuole andare in Comune, biso-gna che corriamo fuori dalla pota e lo andiamoa prendere per mano. Dico questa cosametaforicamente. Vi siete resi conto che lepersone sono disorientate, che non sanno piùcosa fare? Quando le persone vanno in confu-sione, vi rendete conto che non c’è più uno checrea un posto di lavoro? Qui vengono personea chiedere e trovano la porta chiusa. Ma cosadevono fare dentro gli uffici, parlare se ieri seraè successo qualcosa o meno alla televisione?Cosa devono fare dentro l’ufficio, visto che nonc’è più uno che presenta una pratica? Di cosastate parlando? Qui bisogna aprire al pubblicosempre, non tre giorni la settimana, due giornila settimana. La gente deve rispondere, noidobbiamo garantire la risposta ai cittadini, sem-pre, in qualsiasi momento, dovremmo rispon-dere di giorno e di notte, non solo durante gliorari d’ufficio, perché qui è un dramma, l’avetecapito o no? (Interruzione). Se non ci sono lepratiche, cosa fanno i funzionari? Delle perso-ne di agenzie immobiliari di Urbino, per avereun documento — e mi hanno detto anche diproblematiche importanti che non sto a discu-tere questa sera — vanno lì, c’è il funzionario lì,devono prendere un documento e rispondo “E’chiuso, ripassi dopodomani”. Per prendere undocumento che era pronto. (Interruzione). No,questo è successo e posso portare anche i testi-moni. Siccome succede questo, e ho la sicurez-za che questo accade, gli uffici rimanganoaperti al pubblico, per me. Quindi propongoquesto ordine del giorno. Votate pure contro. Ionon ho detto altro che si deve rispondere altelefono e si deve aprire la porta quando arrivaun cittadino, perché i cittadini fra un po’ non cisaranno più, andranno in Turchia a lavorare, equando non avremo più i cittadini, cosa stare-mo a fare qui? Smettiamola; Apriamo gli uffici.E la gente va accompagnata. Qui bisogna co-minciare a prendere il piccolo negoziante permano chiedendogli “Che problemi hai? Comesei messo? Chiudi o stai aperto?”. Poi nell’altramano prendiamo la banca e diciamo “Se nondai i soldi a questo imprenditore che è serio,quello manda a casa gli operai, non ti paga piùla rata del mutuo e tu banca chiudi insieme alui”. Qui non si tratta più del Governo naziona-le, non state facendo il Governo con il Pdl ed è

una vergogna: era l’unico momento in cui sidoveva fare il Governo bilaterale, se vogliamoparlare di politica nazionale. E’ una vergogna.Per fortuna sparirà Grillo, sparirà il Pd, perchése l’intelligenza è questa, in un momento poli-tico in cui c’è uno spaccato preciso dove ilcentro-sinistra ha preso il 30%? il centro-destraha preso il 30% e i singoli cittadini che hannovotato per Grillo vogliono controllare che iresponsabili che hanno portato il paese a questadistruzione riprendano in mano e facciano ve-ramente le cose, se non succede questo è finitaper tutti, perché con il Governo come volte fare,come state proponendo, non si va da nessunaparte.

Propongo questo ordine del giorno cosìcom’è, perché non ha niente di trascendentale.Non ho capito neanche bene qual è la proposta,ma bisogna che gli uffici stiano aperti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’or-dine del giorno come presentato dal consigliereGambini.

Il Consiglio approva all’unanimità

Siamo all’ordine del giorno, presentatosempre dal consigliere Gambini, sulla messa adisposizione degli spazi di Borgo Mercataleper mercati dedicati ad eventi fieristici. Ha laparola il consigliere Gambini.

(Si riporta il testo integrale dell’ordine delgiorno presentato dal consigliere Gambini):

“Considerato che la città di Urbino oltre cheattrarre turisti per la storica e monumentalebellezza da tutto il mondo ha la necessità anostro avviso di riappropriarsi del ruolo dipolo commerciale per tutto il territorio delnostro entroterra che ha perso clamorosamen-te nell’ultimo lustro;Tenuto conto che ancora oggi maggior partedel nostro territorio è formato da una popola-zione fortemente legata alla ruralità che ci hasempre distinto e che oggi con l’entrata in crisidel settore industriale si accentua ancor di piùin questa direzione; vi è quindi a nostro avvisola necessità di mettere a disposizione deglispazi naturalmente e storicamente vocati ad

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ospitare fiere e mercati dedicati al commerciodei prodotti del territorio e dei servizi ad essidedicati.

Tutto ciò premesso:il Consiglio comunale impegna il Sindaco e laGiunta nella messa a disposizione degli spazidi Borgo Mercatale e nella programmazione eorganizzazione degli eventi stessi, attraversol’individuazione di soggetti idonei allo scopo”.

MAURIZIO GAMBINI. Questo ordine delgiorno vuol dire che dobbiamo ricreare nellanostra città la centralità che ha avuto questacittà stessa prima della guerra. So che questoera nelle vostre intenzioni, qualcuno mi hadetto che era l’idea anche vostra. L’altra sera inquesta città c’è stata una riunione dellaConfesercenti. Parliamo sempre della nostracultura, della nostra arte che è una cosa sicura-mente da sopraelevare o comunque da sostene-re, ma noi dobbiamo tornare a richiamare lepersone dal territorio, dobbiamo dialogare conquelli di Urbania, con quelli di Casinina, conquelli di Montecchio, con quelli di Borgo Pace,di Cagli e di Carpegna. Cosa c’entra, mi direte,questo ragionamento con l’ordine del giorno?C’entra perché è stato fatto un accordo tra iComuni del Montefeltro, quelli che sono andatiin Romagna e quelli che sono rimasti nelleMarche, compreso San Marino, per fare laCompagnia del Montefeltro, per fare delle atti-vità. Ci hanno chiamato come interlocutoriprivati e siccome le nostre aziende di Schietisono di qua del fiume, non vogliono venire diqual del fiume e dicono “Vi facciamo un’isolaperché siete lì”, non ma non voglio vederequelli di Urbino. Bisognerà capire perché suc-cede questo. Il Montefeltro era anche nostroterritorio. Insieme a San Marino, ai paesi chesono andati in Romagna e ai paesi che ancorasono nelle Marche, fanno un soggetto per pro-muovere questo territorio, basta che non ci siaUrbino. Dovremmo chiederci perché questagente fa questo. E’ colpa loro o è colpa nostra?Vado a Cagli e quelli di Urbino non li vuolvedere nessuno, perché a Urbino volano alto,noi voliamo alto, non ci vede nessuno, proba-bilmente sopra la testa delle persone. AlMercatale abbiamo uno strumento per ricomin-ciare a far venire le persone. Questo è un

territorio rurale. A Fermignano il sindaco avetevisto cosa scrive sui giornali: un dramma, leimprese chiudono. Qui dobbiamo ricominciareda capo, dobbiamo cancellare quello che ave-vamo nella testa fino a tre anni fa e cominciarea ragionare con una testa nuova. Probabilmentedobbiamo riprendere quella centralità, e secon-do me riproporre una fiera settimanale o men-sile a Borgo Mercatale, dicendo agli operatoridel settore che fanno servizio alle aziende, peresempio nel settore primario e nel settoreenergetico, un luogo dove noi dobbiamo pro-porre qualcosa, perché addirittura io ho pensatoche il mercato del Monte non si deve fare più alMonte, perché le persone che vanno al Monte,al centro storico non ci vengono, cioè su 100persone, una viene al centro storico, le altre sifermano al Monte a fare la spesa il sabato, poivanno via di là. Se questo spazio del Monte loportassimo al Mercatale con le bancarelle finoin piazza per Valbona — non so se è possibile,sto ragionando — questa cosa riporterebbe lepersone al centro, almeno una volta alla setti-mana. Se abbiamo degli operatori del settoreprimario o le aziende che fanno servizio alsettore primario... A Urbania quando fannocerte fiere è pieno di gente, gente del territorio,non di Urbania, perché vengono da Urbino,vengono da Fossombrone, da Canavaccio, daCagli. La proposta che faccio io è di ridarequello spazio una volta alla settimana per orga-nizzare l’evento. Quindi dico: cerchiamo dilavorarci. Sono molto d’accordo a lavorare sulturismo, sulla cultura. Una persona di Urbino,a quella riunione ha detto “Non facciamo lafesta della porchetta, perché sporca”. Questoabbiamo nella testa noi a Urbino, non il Sinda-co, i consiglieri o gli assessori. Ci sono moltepersone che pensano che a fare delle cose dibasso profilo ci si sporca le mani o i piedi.Cominciamo a cancellare dalla testa questo.

Quindi chiedo che per lo meno la metà diquesto spazio sia dato il sabato per questomercato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Sindaco.

FRANCO CORBUCCI, Sindaco. Finalmen-te non ti devi appropriare di questa idea, perchéquesta è del programma di quando c’eri tu e del

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programma ultimo, e sai anche perché. Nelmomento in cui abbiamo scelto Santa Lucia perportare via tutte le corriere, era proprio perliberare quella piazza e per darle, più o meno, ilvalore di quello che dici, ma non te ne deviappropriare, perché questa è l’idea di fondo delprogramma del nostro governo dal 2009. Sic-come Santa Lucia l’hai votato, posso dire cheevidentemente ci hai creduto.

Detto questo, è fin troppo chiaro chequello è un luogo che deve diventare questo, mafin quando ci sono le corriere e tutto il resto, nonè semplice, perché quello, purtroppo, è il luogodelle corriere. Speriamo che a fine anno loportiamo da un’altra parte e quindi questa sto-ria è chiaro che è la storia su cui dobbiamolavorare. Quindi, molto d’accordo, ma il segre-to è Santa Lucia.

Parliamo del commercio, sig. Gambini.Prima che arrivassimo io e lei, mi diceva “Co-mandate, vai avanti, bravo, quello sarà il mani-festo dei prossimi anni”. E allora il comandanteè andato avanti e ha fatto quello che dice oggi:centro commerciale perché deve diventare unpunto di riferimento della Valle del Foglia e delMetauro, perché la gente deve venire a Urbino,come ha detto questa sera, ed è registrato,perché non si vive solo di certa roba ma bisognaessere un punto di riferimento anche nelle atti-vità commerciali e artigianali. E’ quello cheabbiamo fatto insieme, perché mi diceva “Vaiavanti”, e io sono andato. La differenza fra mee altri è che io sono andato avanti, tu invece haitirato indietro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Ruggeri.

ALBERTO RUGGERI. Il Sindaco ha giàchiarito. Noi siamo d’accordo per l’utilizzo diquell’area, l’abbiamo detto, ridetto e scritto

tante volte. Subordiniamo il nostro voto favo-revole al fatto di aggiungere che il tutto si possarealizzare dopo che saranno terminati i lavori diSanta Lucia, altrimenti diventerebbe una cosaingestibile. Altrimenti, sull’idea di Gambini,sull’utilizzo di quell’area e sulle finalità diutilizzo di quell’area noi siamo assolutamented’accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consiglie-re Gambini.

MAURIZIO GAMBINI. Rispetto a quelloche dice il consigliere Ruggeri, non so quandofinirà Santa Lucia, ma noi non possiamo piùaspettare, quindi ritengo che almeno per unaporzione del Mercatale bisogna lavorare dasubito, al di là delle appartenenze politiche odelle posizioni. Quindi ritengo che bisogna dasubito cominciare a lavorarci, perché SantaLucia finirà a ottobre, novembre. Chiedo quin-di che ci si lavori da subito, perché non servetogliere le corriere, basta dare almeno una partedi spazio.

PRESIDENTE. Il consigliere Gambininon accoglie la modifica proposta dal consi-gliere Ruggeri, quindi pongo in votazione iltesto dell’ordine del giorno come presentato.

Il Consiglio non approva con 7 voti favorevolie 8 contrari (Mechelli, Corbucci, Bartolucci,Felici, Sestili, Salvetti, Ruggeri, Fedrigucci

Grazie a tutti e auguri di buona Pasqua.La seduta è tolta.

La seduta termina elle 23,05