Resistenza n. 4 anno 2011

24
Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno IX - Numero 4 - Settembre 2011 > segue a pag. 2 > segue a pag. 10 > segue a pag.3 POSTE ITALIANE Spa - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 comma 2 aut. N. 080016 del 10/03/2008 - DCB - BO Editoriale L’attacco è ravvicinato tutti uniti per sconfiggerlo William Michelini Lo ripetiamo nuovamente con mag- gior vigore: è necessario che la coscienza democratica del Paese, in ogni sua componente, utilizzi tutte le sue forze per mantenere integre le conquiste che innervano la Repubblica e la Costituzione frutto – e non semplice modo di dire – della Lotta di Liberazione. Con maggior vigore perché dai preceden- ti tentativi subdoli si va manifestan- do una ormai evidente azione di sgretolamento della impalcatura che sostanzia il vivere civile in Italia. In N on vi è luogo della nostra provincia - città, paesi, fra- zioni, borgate – che non sia segnato da un episodio di Lotta di Liberazione. Cippi ai lati delle strade, lapidi murate a pareti di edifici, ci tramandano da generazione in gene- razione il sacrificio della Resistenza e dei Gruppi di combattimento delle Forze Armate per sconfiggere la barba- rie nazifascista ed aprire così il varco alla democrazia. Vi è però necessità che tali testimo- nianze siano preservate, dall’incuria, dal tempo e dalla difficoltà delle isti- tuzioni pubbliche ad assolvere a que- sto doveroso compito. Il tema è stato oggetto di una idea sollevata durante la riunione primaverile del Comitato direttivo dell’ANPI provinciale di Bologna: quella di proporre alle scuole la assunzione della tutela di alcuni cippi e lapidi esistenti nei pressi delle rispettive sedi e che dovrebbero essere oggetto di una specifica lezione teori- co - pratica: sia per il fatto storico che rappresentano, sia per la manutenzio- ne-restauro vera e propria di cui abbi- sognano. Questo consentirebbe di rin- frescare e rendere leggibili le epigrafi ed i manufatti ove sia necessario. È nostra convinzione che tutto ciò possa contribuire all’arricchimento dello studio e della conoscenza di pagine fondamentali della storia del nostro Paese. “Il partigiano ci ha raccontato” Valerio Frabetti della sezione ANPI “F. Magnani” (primo sullo sfondo a sinistra) e Giorgio Righi ex partigiano della 7ª GAP assieme agli alunni della quinta classe elementare della scuola “Armandi- Avogli” Proposta alle scuole: adottate la cura di cippi e lapidi della Lotta di Liberazione Festa de l’Unità Mostra su Bologna Città dei Due Risorgimenti al Parco Nord Paola Furlan pag. 5 Raccolto l’appello dell’ANPI: NO alla legge di parificazione partigiani e repubblichini

description

la rivista dell'ANPI provinciale di Bologna

Transcript of Resistenza n. 4 anno 2011

Page 1: Resistenza n. 4 anno 2011

Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno IX - Numero 4 - Settembre 2011

> segue a pag. 2

> segue a pag. 10

> segue a pag.3

POST

E IT

ALI

AN

E Sp

a -

SPED

IZIO

NE

IN A

BB

ON

AM

ENT

O P

OST

ALE

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46)

AR

T. 1

com

ma

2 au

t. N

. 080

016

del 1

0/03

/200

8 -

DC

B -

BO

Editoriale

L’attaccoè ravvicinatotutti unitiper sconfiggerlo

William Michelini

Lo ripetiamo nuovamente con mag-gior vigore: è necessario che lacoscienza democratica del Paese, inogni sua componente, utilizzi tuttele sue forze per mantenere integre leconquiste che innervano laRepubblica e la Costituzione frutto– e non semplice modo di dire –della Lotta di Liberazione. Conmaggior vigore perché dai preceden-ti tentativi subdoli si va manifestan-do una ormai evidente azione disgretolamento della impalcatura chesostanzia il vivere civile in Italia. In

Non vi è luogo della nostraprovincia - città, paesi, fra-zioni, borgate – che non sia

segnato da un episodio di Lotta diLiberazione. Cippi ai lati delle strade,lapidi murate a pareti di edifici, citramandano da generazione in gene-razione il sacrificio della Resistenza edei Gruppi di combattimento delleForze Armate per sconfiggere la barba-rie nazifascista ed aprire così il varcoalla democrazia.Vi è però necessità che tali testimo-nianze siano preservate, dall’incuria,dal tempo e dalla difficoltà delle isti-

tuzioni pubbliche ad assolvere a que-sto doveroso compito. Il tema è statooggetto di una idea sollevata durantela riunione primaverile del Comitatodirettivo dell’ANPI provinciale diBologna: quella di proporre alle scuole

la assunzione della tutela di alcunicippi e lapidi esistenti nei pressi dellerispettive sedi e che dovrebbero essereoggetto di una specifica lezione teori-co - pratica: sia per il fatto storico cherappresentano, sia per la manutenzio-ne-restauro vera e propria di cui abbi-sognano. Questo consentirebbe di rin-frescare e rendere leggibili le epigrafied i manufatti ove sia necessario.È nostra convinzione che tutto ciòpossa contribuire all’arricchimentodello studio e della conoscenza dipagine fondamentali della storia delnostro Paese.

“Il partigiano ci ha raccontato”Valerio Frabetti dellasezione ANPI “F. Magnani” (primo sullo sfondo asinistra) e GiorgioRighi ex partigianodella 7ª GAP assiemeagli alunni dellaquinta classeelementare dellascuola “Armandi-Avogli”

Proposta alle scuole:adottate la cura di cippi e lapidi

della Lotta di Liberazione

Festa de l’Unità

Mostra suBolognaCittà dei DueRisorgimential Parco Nord

Paola Furlan pag. 5

Raccoltol’appellodell’ANPI:NO alla leggedi parificazionepartigianie repubblichini

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 1

Page 2: Resistenza n. 4 anno 2011

ria, privata della libertà. Le date oggisotto attacco rappresentano – insisto –aspetti significativi della lotta, mi silasci passare il termine, di redenzione.Che senso ha, quindi, spacciare ladiminuzione dell’importanza di essecon l’idea di ridurre gli sprechi, indot-

ti dai “ponti” nell’attività lavorativa?È semplicemente un pretesto penosoche respingiamo nettamente, unendo-ci ai settori politici e culturali i qualigià hanno preso posizione e che auspi-chiamo si estendano ancora di più.Colgo anzi l’occasione per tornare suun punto che ci preme mettere viep-più in risalto, il quale fa ben parte deltema che stiamo dibattendo: è quellodell’indecente proposito – anch’essoideato dalla destra politica – di parifi-care con lo strumento giuridico e par-lamentare gli ex combattenti della

queste pagine ed in ognioccasione, dagli incontri avario titolo alle iniziativesolenni, l’ANPI ha costante-mente avvertito della perico-losità di atti, provenienti dalla destrapolitica (ma in taluni casi anche diben individuati ambiti industriali) tesiad indebolire la coesione sociale conl’obiettivo di colpire le conquiste cita-te prima. Veniamo al sodo. Il proposito ultima-mente fatto scivolare dal Governo conuna forte dose di ambiguità (a mo’ disondaggio preventivo per vederne l’ef-fetto a livello di opinione pubblica)segna una tappa di assoluto allarme.Mi riferisco al proposito di mettereall’angolo tre date – il 25 Aprile, il 1°Maggio, il 2 Giugno – che apparten-gono al patrimonio basilare dellanostra democrazia repubblicana.Ognuna di esse segna il percorso fati-coso, da 150 anni a questa parte (loabbiamo voluto sottolineare anche conla mostra documentaria allestita nellostand dell’ANPI al Parco Nord, ospi-tata dalla Festa de “L’Unità”, come datradizione), per fare l’Italia unita, libe-ra, nella quale tutti possano sentirsicittadini con pieni diritti, come dice,infatti, un preciso articolo dellaCostituzione. Giova ripetere che talepercorso è segnato da sacrificio e san-gue? Si che giova: lo ripeteremo sem-pre affinché i tentativi di denigrazio-ne, di smantellamento, siano decisa-mente rintuzzati e sconfitti. L’Italia,durante una prima parte dell’arcocostituzionale suddetto, è stata trasci-nata in avventure belliche disastroseche l’hanno impoverita, acuito la mise-

2-

Resistenza e dell’esercito diliberazione, vale a dire gliautentici artefici sulle posizio-ni più avanzate della lotta perla democrazia. A questo pro-posito opponiamo ogni nostra

energia (si veda dalla pagina seguente),così come invitiamo tutte le espressio-ni istituzionali a prendere posizionecon atti ufficiali, affinché tutti i citta-dini siano edotti della necessità dimobilitarsi per far fallire tale obietti-vo. Debbono sapere pienamente ciòche accade nel Paese il mondo dellascuola, pesantemente penalizzato damisure governative intollerabili; ilmondo dell’associazionismo, per tantiversi sensibile e generoso; il mondo dellavoro, verso il quale si esercita l’insi-dia della frammentazione. Ed almondo del lavoro dedichiamo unaparticolare attenzione vedendo che ilpericolo della frammentazione non èsolo di carattere sindacale, bensì coin-volge l’ambito generazionale, poiché sitenta di creare conflitto tra giovani chestentano a guadagnare una possibilitàdi occupazione, lavoratori in attività,pensionati. È una manovra miserabile,volta come quella più ampia che hocitato, a distruggere le conquiste per lequali molti di noi si sono battuti ingioventù e che riguardano anche itanti che oggi hanno l’età nostra diallora. In sostanza, no al disegno delladestra di annientare il 25 Aprile (ma ilpresidente attuale del Consiglio, dopoavere ignorato la ricorrenza, non avevaattuato la sceneggiata ad Onna terre-motata indossando il fazzoletto trico-lore della Brigata Maiella?), e con essoil 1° Maggio ed il 2 Giugno. Sono date – sottolineiamolo assieme -basilari della democrazia.

>

L’attacco è ravvicinatotutti uniti per sconfiggerlo

> segue da pag. 1

Alcuni dei maggiori giornali italianihanno dedicato ampio spazio allatrattazione di questa materia. Il titolosoprastante è apparso sul quotidiano “La Repubblica” nell’ambito di due paginecentrali.

Nel parco del Cavaticcio

Una targa a ricordo di John KlemlenIn occasione del prossimo anniversariodella Battaglia di Porta Lame, previstaper il 7 novembre, si terrà la celebrazio-ne ufficiale con picchetto d’onore mili-

tare e la posa delle corone. Nello stessacircostanza solenne sarà inaugurata latarga a ricordo di Jonh Klemlen parti-giano della 7ª GAP del quale recente-mente si è venuti a conoscenza del veronome.Questa la scritta che sarà riportata nellatarga affissa al cancello di accesso alrestaurato giardino a lui dedicato.

In questo luogo sorgeva una base della 7ªBrigata partigiana GAP che fu epicentrodella Battaglia di Porta Lame del 7Novembre 1944, vittoriosa contro i nazifa-scisti. Qui cadde John Klemlen di fede ebrai-ca, tenente dell’aviazione sudafricana e parti-giano il cui vero nome era Samuel Schneidernato il 17 luglio 1920 a Springs(Transvaal).

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 2

Page 3: Resistenza n. 4 anno 2011

3 -

Camera dei DeputatiDalla presidenza della Camera deiDeputati il capo della segreteria, con-sigliere dott. Alberto Solia, ha inviatoquesta lettera a William Michelini:“Gentile Presidente,il Presidente della Camera dei deputa-ti, Gianfranco Fini, ha ricevuto il Suofax del 27 giugno scorso in merito alleabbinate proposte di legge n. 3442-3472-A recanti “Disposizioni concer-nenti le associazioni combattentistichee di interesse delle Forze armate” ed hapreso visione di quanto in essa conte-nuto.

Al riguardo, desidero comunicarLe cheil Presidente ha disposto che copia delSuo fax sia trasmesso allaCommissione parlamentare competen-te, affinché i deputati che ne fannoparte possano prenderne visione edassumere le iniziative che ritenganoopportune. Le invio i cordiali saluti delPresidente, cui unisco i miei personali.

(dott. Alberto Solia)

Provincia di BolognaIl consiglio provinciale di Bologna havotato a maggioranza (20 voti a favore,

2 contrari, 6 astenuti) un ordine delgiorno col quale si valuta “vergognosoe pericoloso” l’atto di riconoscimentogiuridico dei fascisti repubblichini. Inominativi dei favorevoli al documen-to si aprono con quello dellaPresidente della Provincia BeatriceDraghetti.

Casalecchio di RenoIl 31 luglio scorso il Sindaco SimoneGamberini ed i gruppi consiliari checompongono la maggioranza in

Va respinto il tentativo di parificazione giuridica ai combattenti partigiani

Insistere in modo netto: “NO” ai repubblichini

Il tentativo indecente di concedere il riconoscimentogiuridico alle associazioni di persone che militarononei ranghi della Repubblica Sociale Italiana asservita

all’occupante nazista ha destato una decisa ripulsa tra idemocratici italiani. L’ANPI provinciale di Bologna hachiesto una decisa presa di posizione delle istanze istitu-zionali elettive, ottenendo già significative risposte.Pubblichiamo il testo della lettera a firma del presidenteprovinciale quale stimolo a proseguire nell’iniziativa.Eccone il testo:

Bologna, 21 giugno 2011

Al Presidente del Senato Al Presidente della Camera dei Deputati Al Sindaco del Comune di Bologna Ai Presidenti dei Quartieri Ai Sindaci dei Comuni della Provincia Alla Presidente della Provincia

Loro indirizzi

Oggetto: condanna della proposta di legge “Fontana”

L’ANPI provinciale di Bologna, a nome degli oltre 6800 iscrit-ti, si rivolge a Lei per interessarla ad un grave atto di naturapolitica che sta turbando ogni coscienza democratica. Si trattadella reiterazione del tentativo di parificare, per legge, i partigia-ni ai repubblichini.

Le proponiamo di inserire l’argomento nel programma di lavorodell’istituzione che Lei autorevolmente rappresenta affinché unpronunciamento di condanna di tale atto sia portato a conoscenzadella popolazione nonché dei due rami del Parlamento e contribui-sca così ad annullare definitivamente l’intollerabile manovra. Ecco gli elementi conoscitivi. La proposta di legge “Fontana” (n. 3442), approvata di recentein Commissione Difesa della Camera, prevede il riconoscimentogiuridico e quindi anche la concessione di contributi finanziaripubblici a tutte, indistintamente, le associazioni combattentistichee d’arma. Previo il parere del Ministro della Difesa, che, acqui-sirebbe, in tal senso, un vero e proprio strapotere. Si tenta di porre in atto, così, un vergognoso e pericoloso riconosci-mento e lasciapassare anche a quelle associazioni che richiamanola loro azione e la spinta ideale al “patriottismo” repubblichino, aquell’illegittimo fantoccio istituzionale che fu complice della folliacriminale e omicida dei nazisti. Un assalto, che si va così completando dopo la proposta della destragovernativa di: abolire la XII disposizione transitoria dellaCostituzione che vieta la riorganizzazione del partito fascista; diistituire una commissione parlamentare d’inchiesta sui “crimini”dei partigiani e un’altra sull’ “imparzialità” dei libri di storia. Enon basta, perché la stessa proposta di legge n. 3442 contiene altredisposizioni di indubbia pericolosità, sulle quali sarà il caso diintrattenersi ed operare per cancellarle e modificarle.

Il Presidente William Michelini

> segue a pag. 4

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 3

Page 4: Resistenza n. 4 anno 2011

4-

l'opposizione che proponevano corre-zioni del testo affinché fosse evitatatale inaccettabile previsione; l'appro-vazione in Commissione di questa pro-posta di legge (che dovrà essere discus-sa dall'Assemblea della Camera deiDeputati) segue di poche settimane lapresentazione al Senato di un disegnodi legge per l'abrogazione della XIIDisposizione Transitoria dellaCostituzione, che vieta la ricostituzio-ne, sotto qualsiasi forma, del partitofascista;PREOCCUPATO per queste ricorren-ti iniziative di rivalutazione del parti-to fascista e di coloro che combattero-no contro la Liberazione e l'affermazio-ne della democrazia nel nostro Paese,macchiandosi di orrendi delitti e ditradimento al servizio dell'occupantenazista;RICORDATO INOLTRE il ruoloavuto da Torino, città Medaglia d'Oroal Valore Militare per la Resistenza, edel Piemonte, con le sue migliaia dicaduti, uccisi per mano del nazi-fasci-smo, che vengono ricordati annual-mente nelle celebrazioni delle comuni-tà cittadine di tutto il territorio regio-nale;RIBADITA INFINE la necessità ditenere sempre viva l'attualità dei valo-ri della Resistenza e della Costituzioneantifascista da parte delle Istituzioni,quale patrimonio comune per garanti-re la convivenza democratica e le liber-tà dei cittadini; ESPRIME la propria condanna versoqueste iniziative legislative che mina-no il carattere democratico dellaRepubblica e IMPEGNA il Sindaco ed il Presidentedel Consiglio a farsi portavoce dei sen-timenti di condanna del ConsiglioComunale e ad inviare il presente ordi-ne del giorno alla Presidenza dellaRepubblica e alla Presidenza dellaCamera dei Deputati dandone notiziaall'opinione pubblica.

Partito DemocraticoDalla Commissione Difesa dellaCamera dei Deputati l’on. Carmen

Motta a nome del Partito Democraticoha scritto al presidente Michelini que-sta lettera: “Gentile Presidente, in rispostaall’email inviatami dall’ANPIProvinciale di Bologna relativa allaproposta di legge n. 3442 a primafirma dell’On. Fontana “Disposizioneconcernenti le associazioni di interessedelle Forze Armate” vorrei precisarLe,che la posizione del PartitoDemocratico rimane di netta contra-rietà rispetto al testo licenziato dallaIV Commissione Difesa della Cameradei Deputati nonostante l’iter nellaCommissione stessa abbia consentitodi introdurre significativi migliora-menti quali, ad esempio, un chiaroriferimento ai valori costituzionali.Il gruppo PD, come saprà, si è anchefatto promotore di un testo di leggealternativo n. 4372 a prima firma On.Giacomelli, che Le allego, abbinatoalla pdl Fontana ma, di fatto, non rece-pito nel testo licenziato dallaCommissione.Per questo motivo il PD ha votato inmodo contrario in Commissione e, senon saranno apportate le necessarie efondamentali modifiche, non modifi-cherà di certo il proprio orientamentodi voto qualora il provvedimentodovesse arrivare all’esame dell’Aula.Ringraziando Lei e tutta l’associazioneper il prezioso contributo, mi è gradi-ta l’occasione per inviarLe i più cordia-li saluti”.

(Carmen Motta)

Consiglio Comunale (PartitoDemocratico, Italia Dei Valori,Casalecchio 100x100%, GruppoMisto) aderiscono e si rendono promo-tori dell’appello di ANPI(Associazione Nazionale PartigianiItaliani) contro la proposta di leggen.3442 (approvata di recente inCommissione Difesa della Camera)che equipara i repubblichini di Salò aicombattenti Partigiani prevedendo ilriconoscimento giuridico e la conces-sione di contributi finanziari pubblicialle associazioni di ex combattentidella Repubblica Sociale come leBrigate nere, la X Mas e altre.

Torino: la condannadel ComuneCi è pervenuta, per conoscenza, questasignificativa presa di posizione appro-vata dal Comune di Torino in data 18luglio 2011.Il Consiglio Comunale di Torino,RICONOSCENDO e condividendo iprincipi sanciti dalla CostituzioneItaliana quali fondamentali diritti evalori della Repubblica Italiana, indi-spensabili ed insostituibili per fondarela democrazia e la libertà in Italia,dopo quanto vissuto nella secondaguerra mondiale, per mano della tragi-ca follia nazi-fascista;VENUTO A CONOSCENZA che laCommissione Difesa della Camera deiDeputati ha approvato una proposta dilegge avente per oggetto "Disposizioniper le associazioni di interesse delleforze armate" che, motivata dallanecessità di dotare le associazioni com-battentistiche di personalità giuridica,apre al riconoscimento ed al finanzia-mento delle associazioni degli ex-com-battenti della Repubblica SocialeItaliana;CONSIDERATO CHE tale volontà diriconoscimento è divenuta palese conla bocciatura degli emendamenti del-

“NO”ai repubblichini> segue da pag. 3

“Quando l’estrema destralegittima discorsi anti-egualitari e xenofobi, pic-coli gruppi o individuiisolati possono arrogarsi ildiritto-dovere di purifica-re il mondo. Piero Ignazi”

(da “l’Unità”, Striscia Rossa, 30 luglio 2011)

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 4

Page 5: Resistenza n. 4 anno 2011

5 -

italiana.Risorgimento e Lotta di Liberazionecostruiscono anche la storia della cittàin un percorso ideale dove la continui-tà del primo e del secondo si saldanotenacemente tra di loro.La mostra dedicata a Bologna. Cittàdei due Risorgimenti in occasione del150° dell’Unità d’Italia, ricostruiscel’epopea dei riscatti nazionali attraver-sando i momenti fondamentali che nedeterminano i caratteri costitutivi. C’èuna continuità ideale, marcata da sen-timenti profondi, che traspare dal per-corso espositivo da cui s’intuisce comeil comportamento e l’azione degliuomini e delle donne di Bologna sianocoerenti e responsabili della valenzadel cambiamento degli eventi storici

vissuti. Gli ideali di libertà, giustizia,uguaglianza e fratellanza dellaRivoluzione francese si fondono nelprimo tricolore e nel colore rosso acce-so, rappresentazione dello spirito gari-baldino che anima il primo e il secon-do Risorgimento. La RepubblicaRomana conferisce quel carattere dicostruzione dell’idea di nazione che è ilfondamento della nostra Repubblica. Imartiri del Risorgimento sono i parti-giani della Lotta di Liberazione che sisacrificano per la Patria in nomedell’Italia, ma con una consapevolezzaallora non conosciuta che collega lagiustizia sociale con il diritto fonda-mentale della libertà politica e del-l’uguaglianza giuridica. La Costitu-zione raccoglie lo spirito dei dueRisorgimenti e lo rappresenta nellacarta dei diritti assoluti della pienademocrazia, volontà del popolo italia-no separato dai secoli, unito dalla sto-ria secondo giustizia.Luigi Zamboni e Giovanni Battista DeRolandis, sono i precursori di questanuova Italia, spiriti liberi, giovani e«infiammati alle moderne idee dilibertà» che a fine Settecento aspirano

Che dal ricordo dei padrivenga a noi ispirazione ed esempio

per le nostre opere odierne.Viva Bologna! Viva l’Italia!

Giuseppe DozzaDiscorso del Centenario,

15 maggio 1948

Lo spirito patriottico che traspa-re dalle celebrazioni delCentenario dell’8 Agosto 1848

è la conferma del valore perenne dellamemoria del primo Risorgimentodove si ritrova e si ispira quella volon-tà di popolo di libertà e democraziache coincide con la promulgazionedella Costituzione della Repubblica

Mostra nello stand dell’ANPI al Parco Nord

Città dei Due Risorgimenti,150 Anni di «Amor Patrio»

Paola Furlan

La mostra, contenuta nello standANPI (n.34 nella pianta topo-grafica della festa) è strutturata

in dieci pannelli che abbracciano, coitesti e 65 illustrazioni i 150 anni distoria del nostro Paese. Vediamo intal modo disegni e fotografie, perso-ne e luoghi di Bologna che hannocaratterizzato i vari periodi storici.Così i primi martiri delRisorgimento: Luigi Zamboni eGiovanbattista De Rolandis (targanella casa cui abitarono in viaStrazzacappe), il sacerdote Ugo Bassi,un ritratto di Garibaldi, il monu-mento a Vittorio Emanuele II, e ilmonumento al Popolano nellaMontagnola a ricordo dell’insurrezio-ne dei bolognesi dell’8 Agosto 1848.Tra le altre testimonianze dellediverse epoche, il modellino in creta

del monumento funebre (scultoreFarpi Vignoli, autore tra l’altro deglialtorilievi che ornano la facciata delpalazzo della Camera del lavoro in viaMarconi) a ricordo del sindaco EnioGnudi la cui giornata di insediamentoin Comune venne funestata dall’ecci-dio fascista di cittadini in PiazzaMaggiore. E ancora la partecipazionedi garibaldini bolognesi alla difesasfortunata della Repubblica spagnola(1936-1939) testimoniata in una lapi-de all’ingresso di Palazzo Malvezziresidenza della Provincia; nonché l’an-tifascismo militante durante la ditta-tura del regime, la Lotta diLiberazione, i patimenti della cittàdurante la seconda guerra mondiale.Significativo l’atto di solidarietà con lelotte dei popoli in una foto scattata inVietnam che mostra il sindaco Renato

Zangheri mentre consegna una ban-diera della 7ª Brigata GAP. Tra i docu-menti basilari si annoverano le tremedaglie d’oro appuntate sulGonfalone della città.***Ideazione e testi di Paola Furlanresponsabile dell’Archivio storico delComune di Bologna. Realizzazionegrafica della Cooperativa Manifesta.Ringraziamenti per consultazioni dellefonti a: Museo civico delRisorgimento, biblioteca OrianoTassinari Clò di Villa Spada, altresì aElda Brini, Donatella Canepa Guerri,ai fotografi Gilberto Veronesi diCamera Chiara e Gianni Turrinidell’Ufficio documenti e copie delComune di Bologna.

> segue a pag. 6

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 5

Page 6: Resistenza n. 4 anno 2011

6-

1861. Un’attenzione particolare èquella dedicata a Giuseppe Garibaldi,eletto «Cittadino nobile di Bologna»per l’affetto e la riconoscenza che lacittà sempre dimostra al grande com-battente, simbolo dell’Eroe popolare,mito risorgimentale dell’epopea dellecamicie rosse dell’indipendenza nazio-nale che ispirerà nel pensiero e nel-l’azione altri momenti storici di lottaper la libertà dei popoli come alloscoppio della Guerra civile spagnolanel luglio 1936 provocata dalla rivoltadei generali ispirati dai settori conser-vatori e reazionari contro il governorepubblicano legittimato dalle elezio-ni. I volontari antifascisti – numerosianche di Bologna e provincia - con-corrono uniti a formare le BrigateGaribaldi, anticipazione della libera-zione nazionale dallo straniero che sicombatterà dopo l’8 Settembre 1943.La svolta popolare più decisiva verso il

a ridare a Bologna l’antica autonomiacontro il dominio papale. Muoionoentrambi dopo un fallito tentativo disollevazione popolare per conquistare«quella libertà, glorioso stemma dellaPatria, che abbiamo dalla natura stessasortita, dalla quale l’intimo senso alta-mente ci parla e che ad usarne giusta-mente ci sprona». Quella stessa naturache nel 1256 ispira l’antico Comune apromulgare il Liber Paradisus, ovverola costituzione che abolisce la servitù erestituisce dignità ai «servi et ancille»e che fa di Bologna la prima città ita-liana che introduce nella società laparità dei diritti dei cittadini.Bologna è anche la città dell’8 Agosto1848, come scrive lo stesso Garibaldi,che vive la giornata memorabile dibattaglia del popolo «inquieto etumultuante» contro l’invasoreaustriaco, scacciando le truppe al gridodi «Fuori i barbari! Fuori dall’Italia!Fuori dall’Europa».Sullo sfondo della statua del Popolanoalla Montagnola si consuma anche unatragedia della Lotta di Liberazione,quando sette partigiani molinellesisono fucilati dai fascisti repubblichiniper rappresaglia il 18 agosto 1944contro il sottostante muro su viaIrnerio. Una lapide ricorda il lorosacrificio.In una data così importante per lacittà, la prima commemorazione dell’8Agosto 1848 «è bagnata dal sangue diUgo Bassi» e Giovanni Livraghi, fuci-lati proprio nel giorno della ricorrenzadella vittoria del 1848, vittime di unacoincidenza voluta e funesta.Il 12 Giugno 1859, il presidio austria-co abbandona Bologna. È la fine delpotere temporale del papato e l’iniziodel processo di annessione che si con-clude con la votazione per il Plebiscitoe l’adesione alla monarchia costituzio-nale di Vittorio Emanuele II il qualediventa primo re d’Italia il 17 marzo

governo della città è sicuramente ilrisultato delle elezioni amministrativedel 28 giugno 1914 che porta il socia-lista riformista Francesco Zanardi allacarica di sindaco di Bologna. Passatoalla storia come «il sindaco del pane»per l’azione calmieratrice dei prezzi alconsumo durante la Prima guerramondiale, Zanardi è anche il «sindacodi una città che vanta verso la patriauna tradizione di gloria e di sacrificio»che si riallaccia alle vicende delRisorgimento bolognese.È proprio per contrastare questo sim-bolo popolare che all'interno dei grup-pi politici di destra, quello nazionali-sta in particolare, s’inizia a prendere inseria considerazione l'uso della violen-za contro i risultati del libero e demo-cratico voto elettorale. Si susseguonole manifestazioni degli interventistiche gridano, «Viva la guerra» e«Abbasso la pace», accompagnate da

Mostra sul 150° al Parco Nord> segue da pag. 5

Il Sindaco in visitaalla sede dell’ANPIRinnovato l’impegno ad organizzareun convegno internazionale sulle“Resistenze europee e mondiali”

Il sindaco di Bologna Virginio Merola,come da predecessori nella prestigiosacarica, ha fatto visita, da primo citta-dino, alla sede dell’ANPI provincialeper portare il suo saluto ai partigianied agli antifascisti che, numerosi, loattendevano.Nell’occasione egli ha confermatol’impegno che aveva anticipato nelcorso della campagna elettorale, difarsi promotore di un convegno aBologna sulle “Resistenze europee emondiali” da realizzare per il 25Aprile 2012 nell’anniversario dellaliberazione nazionale.Il presidente dell’ANPI WilliamMichelini, nel formulargli l’augurio dibuon lavoro nell’interesse della città,gli ha ricordato che nella qualità disindaco egli ha assunto il ruolo di pre-sidente del Comitato provinciale della

Resistenza e della Lotta di Liberazioneche organizza e celebra le iniziativeriguardanti questo periodo storiconella nostra città e provincia, bensìogni altra iniziativa per l’attuazione –e quando necessaria la difesa – deivalori costituzionali. Gli ha altresìconsegnato la documentazione relativaal ruolo del Comitato stesso e quellariguardante la parte di iniziative già inprogramma.Infine il sindaco e Michelini hannoconcordato di indire una riunione delComitato da tenersi entro il prossimomese di ottobre per discutere dellemodalità progettuali ed organizzativedel convegno internazionale.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 6

Page 7: Resistenza n. 4 anno 2011

7 -

una feroce caccia ai socialisti appellaticome «beduini», e contro il sindaco,«Abbasso Zanardi».L’apice della violenza politica è rag-giunto il 21 Novembre 1920, giornod’insediamento della seconda ammini-strazione di sinistra dopo le elezionidel 31 ottobre 1920. Quando EnioGnudi, socialista massimalista, ènominato sindaco, in Piazza Maggiorescoppiano dei tumulti per impedire aicittadini di manifestare la loro esul-tanza. Nella premeditata aggressioneantipopolare di un gruppo di fascisti,lo scontro a fuoco causa la morte didieci lavoratori socialisti in piazza enell’aula consiliare di Giulio Giordani,mutilato di guerra, consigliere diminoranza non fascista. Alla fine dellagiornata, saranno oltre cinquanta iferiti tra la folla accorsa a festeggiare lavittoria popolare nelle elezioni ammi-nistrative. È l’Eccidio di Palazzod’Accursio, prova generale della vio-lenza politica di regime, data d’iniziodel fascismo bolognese.La presa del potere da parte di BenitoMussolini cancella le conquiste demo-cratiche del popolo ma non disintegrail tessuto politico, sindacale e socialebolognese anche se sono moltissimi imilitanti e i dirigenti che subiscono laviolenza fascista e le sentenze di guer-ra del Tribunale speciale.L’illusione del 25 luglio 1943(Mussolini sfiduciato ed arrestato),dura lo spazio di un’estate di 45 gior-ni, perché il dolore della Patria è rin-novato l’8 settembre dall’annunciodell’Armistizio con le potenze Alleateche non segna la fine della guerra e ilritorno della pace, ma è il grande equi-voco che consegna l’Italia allaGermania nazista. Di qui lo sbanda-mento, il «tutti a casa» che sconvolgela società civile italiana la quale poiprende coscienza dell’essere la sola apoter decidere le sorti del paese.A Bologna, riprendono i bombarda-menti aerei e non si muore più soltan-to sui fronti dove si combatte.All’interno della Sperrzone le condi-zioni sociali sono drammatiche, i pro-fughi senza tetto alloggiano in ogni

luogo, il bestiame è ricoverato preca-riamente nel centro città, spessomanca il rifornimento idrico e il pro-blema alimentare è gravissimo.La città è occupata militarmente dal-l’esercito tedesco che impone lo statodi assedio, il controllo dell’ordine pub-blico, il coprifuoco, la circolazione deicivili, l’oscuramento totale e il divietodi riunioni. Dopo i primi tentativi disciopero (i più incisivi quelli in diver-se fabbriche dell’inizio marzo 1944), siordina la ripresa del lavoro negli stabi-limenti, sotto la minaccia della pena di

morte. Dopo l’8 Settembre 1943, conla costituzione del Fronte antifascista,preludio del Comitato di LiberazioneNazionale, la Lotta di Liberazionediventa guerra contro lo straniero. Sicostituiscono le prime formazioni par-tigiane con gli antifascisti, i giovanirenitenti alla leva, i militari senza eser-cito, tutti quelli che sono decisi a com-battere per ridare al paese indipenden-za e libertà di Patria e fondare le basiper una nuova civiltà.Moltissimi sono gli episodi di epicapartigiana che fanno Bologna, Cittàmedaglia d’oro della Resistenza cheonora, insieme al riconoscimento diCittà Benemerita del RisorgimentoNazionale e la Medaglia d’oro al valorcivile per la strage alla stazione del 2Agosto 1980, il gonfalone delComune, orgoglio di una città «fedelealle antiche tradizioni» che ha saputodare nel corso di tutta la sua storia,150 Anni di «Amor Patrio».

Nel corso della presentazione a Villa Fontana (Medicina) del volume “Settima GAP” diMario De Micheli, avvenuta il 7 giugno scorso, stampato a 56 anni di distanza periniziativa del circolo locale del Partito Democratico, è stata consegnata la tessera ANPI adun gruppo di giovani. Nella sede dell’Associazione culturale, gremita di cittadini, hannoparlato del significativo incontro Vanes Tamburini, coordinatore del PD, Bruno Solarolipresidente dell’ANPI di Imola, Andrea Federici assessore comunale di Medicina, WilliamMichelini presidente dell’ANPI provinciale il quale ha messo in risalto l’importanza deldistaccamento gappista medicinese “Antonio Rossi” alla Lotta di Liberazione.Nella foto: Michelini mentre consegna le tessere.

Tessera ANPI a giovani medicinesi

“Resistenza” in internet

Cliccando sul sito dell’ANPI provin-ciale di Bologna all’indirizzowww.anpi-anppia-bo.it alla voce pub-blicazioni sono riprodotti interamen-te, in edizione digitale, tutti i numeridella rivista “Resistenza” a partire dal2007 ad oggi.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 7

Page 8: Resistenza n. 4 anno 2011

L’ANPI di Bologna è l’associa-zione che ha reso possibile lacreazione di un gruppo di lavo-

ro teso alla formulazione di una pro-posta rivolta a tutti i cittadini inte-ressati e massimamente alle istituzio-ni scolastiche.Nel dicembre 2009, a seguito dell’in-contro presso la sede (allora di via dellaZecca, 1), ci siamo ritrovati in cinquecon la voglia di passarci idee sull’argo-mento della Storia e del suo insegna-mento. Quali le didattiche da usarecon gli studenti per ottenere una inda-gine seria sugli avvenimenti storici,facendo loro comprendere cause edeffetti ?Nei successivi incontri abbiamo creatoun Comitato per promuovere un’ini-ziativa volta a dare una risposta allenostre domande. La voglia di impe-

gnarci nel campo della memoria stori-ca, facendo sì che pezzi delle vicendeitaliane siano conosciuti e non persidalle nuove generazioni, ci ha convin-to che un forte contributo a ciò possaessere concretizzato nella realizzazionedi uno specifico incontro tematico,durante il quale tutti i presenti sianostimolati da quanto verrà messo incampo. Da anni gli esperti di didatti-ca della storia, riferita a qualsiasi

periodo (dalla preistoria, ai Romani, alMedioevo e ai successivi periodi),hanno compreso che occorre puntaresulla partecipazione attiva del discenteaffinché nasca in lui il desiderio diconoscere. La nostra giornata vuoleottenere questo obiettivo e si muovenel guidare ad un approccio alle tema-tiche storiche mediante l’uso dei nostridiversi sensi, il cui risultato comportaun’emozione di conoscere. Il compitodel Comitato promotore era quello dicreare un evento che potesse far nasce-re il desiderio di conoscere riferito adun periodo preciso della storia italiana,molto breve quanto intenso: dall’8settembre 1943 al 25 aprile 1945.Una grande dicotomia vi è fra coloroche quei tempi li hanno vissuti e iragazzi di oggi che, cresciuti con tuttele novità della contemporaneità, con

8-

Convegno di studi per le scuole organizzato dall’ANPI a Lizzano in Belvedere

Carte, protagonisti, laboratoriper conoscere la Resistenza

Analisi della memoria storica, con particolare approfondimenti degli eventi sull’Appennino bolognese-modenese. I lavori nel palazzetto “Enzo Biagi” il 28 ottobre prossimo

prof. Antonio Baruffi

Vidiciatico (Lizzano inBelvedere), 13 aprile 1945.Partigiani dell’Alto Reno edel Modenese riuniti nellapiazzetta antistante la chiesamentre ascoltano ilcomandante “Armando”, conaccanto il tenete statunitenseElton Kennedy, che indica lemodalità per l’azione suvasta scala alla vigiliadell’offensiva finale. Laformazione reca vestiario,equipaggiamento ed armidelle Forze armateamericane.

Buon lavoro alla scuola

Iniziando l’anno scolastico 2011-2012, l’ANPI provinciale diBologna rivolge i migliori auguri dibuon lavoro a studenti, insegnanti,e a tutto il personale amministrati-vo scolastico.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 8

Page 9: Resistenza n. 4 anno 2011

9 -

memorie storiche sempre più risicate,con Programmi e testi scolastici nonadeguati, non possiedono un quadrocompleto e sufficiente del periodopreso in esame. Colmare questi vuotidi conoscenza non è stato subito indi-viduato come nostro compito, al con-trario consegnare ad un convegno, aduna giornata di incontro e di studiodella Storia, l’obiettivo di far scattare ilmeccanismo della curiosità, dell’atten-zione, della voglia di indagare, l’ab-biamo subito identificato come massi-mo contributo per favorire un rappor-to positivo dei ragazzi verso la cono-scenza di quegli avvenimenti storici.Non vi è pertanto nessuna idea disostituirci alla scuola, oppure metterciin una posizione di anteposizione econtrasto, bensì, riconoscendo l’im-portanza che la scuola riveste nella for-mazione, abbiamo con convinzionescelto proprio di rivolgerci a studenti edocenti come nostri primi interlocuto-ri. Una giornata di studi era chiara, aquel punto ci aspettava il secondo pas-saggio: come doveva essere svolta. Abbiamo deciso una giornata che sisvolge in momenti e attività diverse incui entreranno in gioco vari modi divedere, sentire, fare : l’incontro con glianziani partigiani; la mostra di docu-menti, foto, filmati, oggetti dellaSeconda Guerra Mondiale; canti ascol-tati e partecipati; visioni di esperienzesvolte dagli stessi ragazzi durante l’an-no scolastico, un’uscita nel bosco.Tema generale ”Americani, Tedeschi,Partigiani” che ritornano dal passato.Lo studio del periodo in oggetto ci haportato ad indagare i luoghi dove sisono svolti quegli avvenimenti e hafavorito l’associamento della conoscen-za della storia col camminare nella sto-ria e nelle storie di tanti. L’aiuto dato-ci dal Club Alpino Italiano di Bolognae dal CAI di Modena ci ha permesso diritrovare i sentieri di guerra allora bat-tuti e ci ha fatto nascere il desiderio didefinirne il tracciato, tabellarlo e ren-derlo fruibile per quanti amano iltrekking e l’apprendere camminando.

La Repubblica di Montefiorino –I Partigiani – La Linea Gotica.È il tema di una giornata di stu-

dio e attività laboratoriali rivolta prin-cipalmente agli studenti degli Istitutiscolastici delle Province di Bologna eModena che si terrà a Lizzano inBelvedere (Palazzetto dello Sport edella Cultura “Enzo Biagi”), venerdì28 ottobre 2011 ore 9,45Questo è il programma:Ore 9,45 Ritrovo dei partecipanti esaluto delle autorità invitate:Alessandro Agostini, sindaco diLizzano in Belvedere; MaurizioPaladini, sindaco di Montefiorino;William Michelini, presidente ANPIprovinciale di Bologna; Aude

Pacchioni, presidente ANPI provin-ciale di Modena; Umberto Martini,Presidente CAI nazionale; PaoloBorciani, presidente CAI EmiliaRomagna; Vincenzo Aiello, dirigenteUfficio scolastico Provincia Bologna;Gino Malaguti, dirigente Ufficio sco-lastico Provincia di Modena; BeatriceDraghetti, presidente della Provinciadi Bologna; Emilio Sabattini, presi-dente della Provincia di Modena;Vasco Errani, presidente RegioneEmilia Romagna. Ore 10,45 Relazione di ClaudioSilingardi, direttore Istituto Storico diModena su: “Inquadramento delperiodo storico e degli avvenimentiriguardanti la nascita e la fine dellaRepubblica di Montefiorino“

Ore 11,30 Relazione sulla natura dellaCostituzione : ” Gli ideali, i valori, iprovvedimenti legislativi della nostraRepubblica trovano un riscontro nel-l’esperienza di Montefiorino ? ”Ore 13 Intervallo e pranzo insieme Ore 14 Apertura attività laboratorialiOre 16 Termine attivitàSecondo una rotazione stabilita si daràla possibilità alle varie scolaresche dientrare in ogni Spazio/Laboratorio epartecipare alle attività con la condu-zione di un esperto: Lab. A Claudio Silingardi : “Rock inopposition: musica e Resistenza daglianni 50 ad oggi”. Lab. B Andrea Marchi, presidenteIstituto per la storia della Resistenza edell’Età contemporanea “LucianoBergonzini” della Provincia diBologna: “Il fare storia: coordinamen-to delle attività svolte dagli studentinel presente anno scolastico”Lab. C partigiani Ermenegildo Bugnied Ezio Bompiani combattenti nellaDivisione Modena “Armando” narra-no la loro esperienza ed interagisconocon gli studenti.Lab. D Luciano Cavazzuti, presidenteCAI Modena, Renzo Torri - CAI AltaValle del Reno, Vito Paticchia – Funzionario IstitutoBeni Culturali Regione EmiliaRomagna” illustrano il percorso trek-king “Generale Armando” che uniscenella realtà ed idealmente Montefiori-no (Modena) al Monte Belvedere(Bologna)“. Lab. E Jean Pascal Marcacci, docenteIstituto agrario” Ferrarini-Serpieri” diSasso Marconi: “Spazio espositivo di reperti bellici,documenti e filmati “ Lab. F Massimo Turchi, AssociazioneLinea Gotica: “Performance con figu-ranti: gli studenti si recano in unbosco limitrofo per essere partecipan-ti attivi al diorama vivente”.

“Dalla piccola alla grande Repubblica“

Una panoramica di Lizzano in Belvedere

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 9

Page 10: Resistenza n. 4 anno 2011

Dove andare?Matilde Ballardini*

Lascerò parole non facili da leggereDel resto non fu facile per meSopravvivereMio padre disseSvegliateviDanno fuoco alle caseCorremmo in chiesaAnche il parroco era spaventatoCi bruceranno?Scappo e mi salvo?Morirò con gli altri?Pianti di bimbiUrla arroganti dei soldatiFrastuono di spariLamento dei feritiSilenzio dei moribondiTaccio perché sono viva Presto fuggiròMaIn casa mia non c’è più nessunoCosa ci vado a fare?

*Scuola media “Gandino”classe 3 C

10-

Il 5 maggio scorso, noi ragazzidella classe di V elementare dellescuole “Armandi-Avogli” di

Bologna abbiamo partecipato ad unincontro con l'ANPI. L'incontro èstato possibile grazie all'impegno dialcuni genitori e della nostra maestraMarina Calabrese. Abbiamo avuto ilpiacere di incontrare l’ex partigianoGiorgio Righi dell'ANPI Santa Violae Valerio Frabetti della sezioneSaragozza. L'incontro è stato precedu-to da un lavoro che abbiamo svolto inclasse sul tema della guerra e dellaResistenza che ha preso spunto, tral'altro, dal libro di Tina Anselmi“Zia, cos’è la Resistenza?” e dallavisione del film del regista GiulianoMontaldo “L'Agnese va a morire”.Il signor Righi è partito dalla sua con-creta esperienza di alunno delle ele-mentari nel periodo fascista: “Nellamia classe solo i genitori di tre bambi-ni non avevano la tessera del fascio eper questo il maestro,che era anchecapitano della Milizia volontaria sicu-rezza nazionale, composta fondamen-talmente di ex fascisti, li umiliavaspesso davanti a tutti gli alunni. Traquesti tre bambini c'ero io. Mi ricordodi quel giorno in cui io e i miei duecompagni vincemmo le olimpiadidelle scuole, però per la premiazioneserviva la divisa del fascio che noi nonavevamo. A quel punto la direttrice cela comprò, con la collaborazione deglialtri insegnanti, ma il nostro maestro

arrabbiato,essendo capitano dellaMilizia, fece allontanare la direttrice daquella scuola. Quel maestro che venivaa scuola “vestito da somaro intero”(termine popolaresco dispregiativo –ndr), aveva avuto in tal modo una suapiccola rivincita.

Poi il suo racconto è proseguito ricor-dando il disastro della guerra provoca-ta dal regime fascista con l'invio digran parte dei giovani a combattere e amorire. Ci ha raccontato anche dellesofferenze della popolazione:“Ciascuna famiglia aveva da mangiaresolo tre chili di pasta al mese e un ettodi pane al giorno”. Il ragazzo Righi asoli 17 anni decise di far parte dei par-tigiani perché Bologna era diventatainvivibile e c'erano troppe doloroserappresaglie; un suo amico lo invitò adandare in montagna dove fece partedella Brigata “Stella Rossa”.Successivamente Righi, tornato aBologna, partecipò alla battaglia diPorta Lame e militò nella Brigata 7ªGAP e poi nella 1ª Brigata “IrmaBandiera”.Ma il momento più emozionante del-l'incontro è stato quando la nostracompagna Nina gli ha chiesto notiziedi suo fratello. Righi si è commosso e

Lezione di storia vissuta in una quinta classe elementare

“Il partigiano ci ha raccontatoquando lui era uno scolaro”In classe solo i genitori di tre bambini non avevano la tessera delfascio. L’incontro è stato preceduto da un lavoro basato sul libro “Zia,cos’è la Resistenza?” di Tina Anselmi e sul film di Giuliano Montaldo“L’Agnese va a morire” tratto dal libro di Renata Viganò. L’arroganzadel fascismo. Bologna nella guerra. La scelta dell’alunno diventatogiovane di 17 anni.

I ragazzi della V Armandi - Avogli

Alle scuole “Gandino”premiati i lavorisulla Resistenza

Lo scorso 10 giugno si è svolta,alla scuola media “Gandino”, lapremiazione degli alunni vinci-

tori del concorso, indetto dall’ANPIprovinciale di Bologna, sui temi rela-tivi alla Seconda guerra mondiale esulla Resistenza. Al concorso hannopartecipato tutti gli alunni delle terzeclassi che nel corso dell’anno scolasti-co hanno svolto, con i loro insegnan-ti, lo studio della storia contempora-nea. A maggior conoscenza deglieventi accaduti, hanno incontrato lapartigiana Vinka Kitarovic che haraccontato la personale esperienza vis-suta.Sono stati premiati a partire dal primopremio:Laura Sofia Di Giorgio III A, ChiaraCaprara III E, Livio Berti III D, AnnaBusi III B, Armanda Ballanti III C,Carlotta Tagliaferro III I .

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 10

Page 11: Resistenza n. 4 anno 2011

11 -

Lezione didattica di duequinte elementari delle scuole “De Amicis”

Cosa ci ha insegnatola gita a Monte Sole

Al ritorno dalla gita didattica aMonte Sole (sommità tra levallate del Reno e del Setta,

epicentro dei territori di Marzabotto-Vado-Grizzana), il 23 Maggio scorso,i bambini delle classi quinta A equinta B delle scuole elementari “DeAmicis” di via Galliera,74 a Bologna,hanno scritto le impressioni da lorotratte. Eccone alcuni esempi raccoltidall’insegnante Lucia Carfagno.“….La gita mi ha insegnato cheMonte Sole è un luogo distrutto dallaguerra dei nazifascisti. Racconta la sto-ria di tanta gente, di tutte le età ucci-se senza alcuna ragione. Non avrebbe-ro mai dovuto profanare così quel pae-saggio stupendo!”“Abbiamo fatto un giuramento aMonte Sole: noi oggi siamo bambinidi pace; domani saremo uomini edonne di pace, per tutta la vita”.“Per me è un luogo dove puoi riflette-re e capire cos’è la pace”.“Io ho capito che i partigiani volevanosalvare l’Italia, e voglio tornare con i

miei genitori per far conoscere anche aloro questi luoghi“.“Per me sono dei luoghi molto impor-tanti, che ti fanno capire il tuo passatoe la tua storia”.“Io lo giudico un luogo di libertà,anche se nel 1944 fu un luogo di odioe cattiveria”.“Ci voglio tornare altre volte per conti-nuare a capire come sia brutta la guerra,come i partigiani hanno conquistatouna libertà critica che noi possiamogodere”.“Io lo giudico un luogo sacro, perchétante persone vi persero la vita. Per que-sto, accompagnati da Alessandro Masi,abbiamo deciso di giurare che ci impe-gneremo sempre per la pace”. “Marzabotto è un luogo istruttivo.Mentre Sandro ci spiegava dell’eccidio,io avrei voluto tornare indietro neltempo e convincere i nazisti e i fascisti asmettere di uccidere per motivi di razza,di colore di pelle, di religione…Per que-sto ho fatto una promessa: non vogliouccidere né offendere le persone”.“Monte Sole è un posto unico, stupen-damente immerso in una pace profonda.Bisogna visitarlo perché voli il ricordo eil rispetto a chi vi perse la vita”.“Ho capito che dobbiamo essere personeeque. Dobbiamo fare un po’ come i par-tigiani: portare sempre pace e libertà”.

con gli occhi lucidi ci ha detto:”Ungiorno i fascisti entrarono in casa miaper cercarmi, ma poiché non c'ero,imprigionarono mio fratello. Quandolo venni a sapere ci organizzammo perspiare le mosse del comandante Nociche aveva dato l'ordine di catturarlo.Lui andava a morosa in una casa di viadegli Orbi (oggi via Turati) e, una seraquando lui uscì, entrai e dissi alla suamorosa di fargli sapere che se avesseucciso mio fratello ...”. Quella minac-cia servì perché il giorno della libera-zione di Bologna, 21 aprile 1945,Righi ritrovò suo fratello vivo. L'incontro si è concluso con la letturadi una poesia scritta da un alunno discuola elementare, nel 1975, in occa-sione dell'inaugurazione del monu-mento dedicato alle 128 partigianebolognesi che persero la vita nei ventimesi della Lotta di Liberazione a VillaSpada.

L'iniziativa dellasezione “F. Magnani”verso le scuole

Valerio Frabetti

La scuola elementare XXIAprile, attraverso la maestraMaria Teresa Venturi, ha con-

cordato con la sezione ANPI“Ferruccio Magnani” la realizzazionedi un progetto di studio delle vicendedella strage di Marzabotto che si èconcluso con una giornata di visita alparco di Monte Sole, la quale si èrivelata particolarmente coinvolgentee istruttiva per i ragazzi.La sezione ANPI ha sostenuto questagiornata con un contributo economi-co. I ragazzi delle classi quinte B e C,sostenuti dalle maestre, e grazie allacondivisione dei genitori, hanno accol-to fattivamente l’iniziativa dimostran-do sensibilità ed attenzione ai temidella memoria storica. Essi hanno rea-lizzato alcuni lavori ed in particolarehanno scritto alcuni componimentiHaiku, che vogliamo riportare.

NoteL'haiku è una poesia dai toni semplici,senza alcun titolo, che elimina fronzolilessicali e congiunzioni, traendo la suaforza dalle suggestioni della natura edelle stagioni: per via dell'estrema bre-vità la composizione richiede una gran-de sintesi di pensiero e d'immagine. Un acrostico (dal greco ἄκρον,«estremo» e στίχος, «verso») è uncomponimento poetico in cui le lette-re o le sillabe o le parole iniziali di cia-scun verso formano un nome o unafrase, a loro volta denominate acroni-mo. HAIKU DEDICATO A MONTESOLEPacifico e benevolo

accarezzando le crocisplende il solea fiumisgorga il sanguedai cadaveri

ACROSTICO DEDICATO AMONTE SOLEMentre OsservoNonTolleroEScappoOstinatamenteLontanissimo:È guerra

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 11

Page 12: Resistenza n. 4 anno 2011

12-

Il concorso, per regolamento, prevedecome età massima 18 anni, e la presen-za di tanti giovanissimi premia l’impegno e l’attenzione rivolta a loro.Anche i giovani di Pianoro hannodato prova del loro talento e segnalia-mo il primo assoluto nella sezionescuole medie ad indirizzo musicale diGiacomo Di Maria, di anni 11, dellascuola Media “Vincenzo Neri” e del-l'orchestra della scuola stessa direttadal professore Michelangelo Pellegri-no.Novità rispetto allo scorso anno.Premio speciale “Giovani SolistiPianorese” offerto da Villa Giuliavinto da Giacomo Di Maria nellasezione Scuole medie e ad EnricoPaolucci nella sezione solisti.Premio speciale “Bruno StefaniniLiutaio” a Samuele Cocchi della scuo-la media Jussi di San Lazzaro diSavena, al duo Nicolas Giacomelli -Tiziano Guerzoni del Conservatorio diBologna ed Emma Parmigiani delConservatorio “Boito”.È in ogni caso limitativo parlare solodei vincitori, nella settimana dedicataalle audizioni, tutti i partecipanti che

si sono avvicendati sul palco delTeatro Arcipelago sono stati bravissi-mi dimostrando una preparazione euna concentrazione degna dei miglio-ri musicisti.Il concorso, nato lo scorso anno percelebrare il 65° della Liberazione, èstato ideato per ricordare AlfredoImpullitti valente compositore, musi-cista scomparso per un male incurabi-le e la brigata partigiana “Stella Rossa”che operò nella zona di Marzabotto,nella quale molti pianoresi combatte-rono. In due anni sono passati sulpalco dell'Arcipelago 750 concorrentiche attraverso la musica hanno onora-to le citate figure. La manifestazione è un segnale impor-tante da parte dell'ANPI di aperturaverso i giovani, un nuovo modo perincontrarli, per renderli protagonisti enon soggetti passivi, è un'occasione dicrescita anche del territorio per farsiconoscere fuori dalla nostra piccolazona pedemontana.Concludendo si ringraziano tutti glisponsor che hanno creduto nella nostrainiziativa sostenendola.

Il 1° Maggio si è conclusa la secon-da edizione del ConcorsoMusicale per giovani musicisti

Alfredo Impullitti “Note per laMemoria”, organizzato dall'Associa-zione Impullitti e dalla locale sezionedell'ANPI.Due distinti concerti hanno solenniz-zato la premiazione dei vincitori: nellamattinata al teatro Arcipelago sonostati premiati, presenti il sindacoGabriele Minghetti e la vice presie-dente della Regione Emilia RomagnaSimonetta Saliera, i concorrenti dellacategoria Scuole medie ad indirizzomusicale. Nel pomeriggio presso ilMuseo Arti e Mestieri, presenti i com-ponenti della giunta comunale e ilpresidente della sezione ANPI diPianoro Gianni Tellaroli, i concorren-ti della sezione solisti e musica daCamera.Quest'anno la manifestazione ha ricon-fermato, il successo della precedentecon 420 iscritti, un numero largamen-te superiore alla prima edizione, con-fermando quanta necessità ci sia dieventi di questo genere dedicati allacultura e soprattutto ai giovani.

Gran successo alla seconda edizione del concorso per giovani sotto i 18 anni

Pianoro “capitale” della musicaBen 420 iscritti alla iniziativa organizzata congiuntamente dalla associazione “Alfredo Impulliti” e dellasezione comunale ANPI. Onorati il 66° anniversario della Liberazione ed i partigiani della Brigata “StellaRossa”

Simonetta Saliera,vice presidente dellaRegione EmiliaRomagna, premial’orchestra dellascuola media“Vincenzo Neri”

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 12

Page 13: Resistenza n. 4 anno 2011

“Tommaso Casini” di Bazzano ai qualiha raccontato la sua vicenda personale.Dall’incontro è emersa la seguentetestimonianza.“Arrivai in Italia nel marzo del 1942assieme alla mia famiglia,dopo chefummo arrestati in Libia e ci portaro-no in un campo a Civitella del Tronto(Teramo) dove rimanemmo qualche

mese per essere poi trasferiti a Bazzanoin una grande casa detta la“Bagantona” oggi alle porte del paese.Qui rimanemmo per quattordici mesi,per essere poi trasferiti nel campo dilavoro di Reichenau presso Innsbruckin Austria. Della permanenza aBazzano, uno dei ricordi più vivi fu ilgrande freddo che c'era,ma mio fratel-lo maggiore riuscì a inventare, utiliz-zando un bidone, una stufa che venivaalimentata con segatura che ci venivadata da una segheria locale. Anche ilcibo era scarso e spesso i morsi dellafame si facevano sentire. I rapporti coni cittadini bazzanesi furono buoni ( atal proposito nell'archivio storicocomunale esiste un'ampia documenta-

zione delle richieste avanzate alle auto-rità locali). Ora rivedendo la“Bagantona”ricordo che era più alta(nel corso degli anni è stato tolto unpiano) che allora era in aperta campa-gna. Ricordo che quando fummo tra-sferiti in Austria, tutto avvenne moltorapidamente, nel giro di poche ore cidovemmo preparare, raccogliere lenostre cose per essere pronti a partire(dai documenti risulta che avvenne neiprimi giorni di ottobre).Del campo di lavoro di Reichenau horicordi terribili, perché lì perse la vitamio fratello maggiore: siccome nonriusciva più a lavorare a causa dellemani troppo gonfie, per punirlo gliversarono addosso dell'acqua e poi lofecero rimanere fuori all'aperto a meno36° tanto che morì praticamente con-gelato. Da mangiare ci davano unpezzo di pane che doveva bastare pertutta la giornata e una zuppa fatta conpoche verdure e acqua. La fame era lapadrona assoluta di tutti noi.E il freddo era terribile,pensate che letemperature potevano arrivare anche ameno 38° per diversi giorni.La nostra salvezza fu dovuta al fattoche eravamo sudditi britannici,fummo scambiati con prigionieri tede-schi.” Al termine dell'incontro con glistudenti, una delegazione composta daElio Rigillo sindaco di Bazzano,Liliana Picciotto, Avraham HerzlResiniano, Gabriele Giunchi, AureliaCasagrande, rappresentanti dellaFondazione Rocca dei Bentivoglio,dell'ANPI di Bazzano, hanno scopertouna targa posta presso la casaBagantona a memoria di quegli even-ti. Credo che sia stato un gesto impor-tante da parte dell'Amministrazione,non solo per ricordare un episodio chenel nostro territorio ha avuto unaimportanza storica significativa, masopratutto perché la comunità diBazzano, anche se incolpevole, hapotuto chiedere scusa per le sofferenzepatite dagli ebrei della Bagantona acausa delle leggi razziali e dell’occupa-zione nazista del nostro paese.

*Sezione ANPI di Bazzano

13 -

In occasione della celebrazione delGiorno della Memoria del 2007,un nostro concittadino, Gabriele

Giunchi, ha diffuso un documentoriguardante una ricerca da lui fatta - apartire da un’ inchiesta suffragata dairicordi di alcuni anziani residenti diBazzano - su un gruppo di ebrei con-centrati, in stato di domicilio coatto,nel nostro paese.Venuti in possesso della ricerca diGabriele, noi della sezione ANPI diBazzano, ci siamo fatti portavoce pres-so l'Amministrazione Comunale,affinché questa vicenda venisse cono-sciuta e approfondita.Nella ulteriore ricerca è stata coinvol-ta anche la professoressa LilianaPicciotto (la più importante storicadella Shoà in Italia) che, assieme alladottoressa Aurelia Casagrande(responsabile dell'archivio storico diBazzano) e a Gabriele Giunchi, stu-diando la vicenda attraverso l'ampiadocumentazione che si trova nell'ar-chivio storico di Bazzano, sono riuscitia rintracciare uno dei bambini ebreiche nel 1942-’43 era a Bazzano e che èora residente in una piccola città sulmare, vicino a Tel Aviv.L'Amministrazione comunale ha deci-so di incontrare il bambino AvrahamHerzl Resiniano (all'epoca dei fattiaveva otto anni) e il 12 maggio scorso,nel corso di una seduta straordinariadel Consiglio, gli ha conferito la citta-dinanza onoraria quale testimone diuna grande tragedia storica e in rap-presentanza di tutti gli altri ebrei pre-senti a Bazzano. Il giorno seguenteResiniano ha incontrato i ragazzi delleclassi terze della scuola Media

Per iniziativa della sezione ANPI rintracciato

il fanciullo di allora che sfuggì allo sterminio.

Da Tel Aviv a Bazzanoripercorrendo la Shoà

Doriano Depietri*

Nella foto a partire da destra: LilianaPicciotto, Avraham Herzl Resiniano, ilsindaco Elio Sigillo, Gabriele Giunchi,Doriano Depietri.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 13

Page 14: Resistenza n. 4 anno 2011

Il libro Il bimbo di Varsavia. Storiadi una fotografia pubblicato ora inItalia da Laterza riassume e discu-

te il percorso mediatico della foto delbimbo con le mani alzate, forse la piùnota della Shoà. Ne ricava, fra l’altro,queste osservazioni: questa foto è“colpevole”, perché scattata per glori-ficare Joseph Blösche il capo unitàdelle SS e della Gestapo e l’assassino,forse anche materiale, dei rastrellati.Lui, unico in posa, guarda l’obiettivo,e par che dica “Generale Stroop, sonbravo?” Certo che si - gli diranno isuperiori-dandogli anche una meda-glia al valore. Il bimbo invece isolato,sperduto, con gli occhi bassi, avanti asé ha solo il nulla. Simbolo perfetto disconfinate moltitudini di bimbiebrei, rom, russi, slavi, polacchiscientificamente massacrati. La solitu-dine disperata del bambino, gridata damilioni d’immagini ha un forte impat-to emotivo sui lettori, diventa iconadella Shoà, ma cancella anche tutti glialtri presenti nel cortile, toglie i riferi-menti, decontestualizza l’immagine,non racconta più, - dice lui - banaliz-za. Ma la Shoà si può raccontare?

Il bambino, un simboloIl bambino ebreo avanti altri rastrella-ti a Varsavia,è diventato icona dellaShoà. Il rapporto del comandanteJürgen Stroop titola “ 16 maggio1943, ore 20,15: In Varsavia non c’èpiù alcuna zona ebraica”. In allegatoha un album di 54 foto. Questo è un

particolare della foto n. 14. L’insostenibile peso della shoà. Laricerca di una luce nelle tenebre. Il gioioso sterminio fine a sé stesso dipopoli interi, di donne e bambini perprimi, la perfezione di una catena dimontaggio che degrada, distrugge,uccide, e di un’altra che trasformauomini in automi omicidi o complici,è insopportabile.Tutta la realtà della Shoà è indicibile,

inascoltabile, improponibile. La si tra-sforma in favola (in film: “Train devie”, “La vita è bella”, “il Bugiar-do”…) o si racconta di salvataggi ecce-zionali: “Schindler List”, “Il Pianista”,“Rosenstrasse”, Elie Wiesel ne “LaNotte”,….. ove alcuni si salvano e isommersi si vedono meno. In altri casi singoli ci sono ebrei, citta-dini di paesi in guerra con laGermania, tenuti vivi come possibilemerce di scambio. Per esempio, i deportati da Bologna,sono 127. Di loro 22 sono i membri didue famiglie ebree di Gibilterra cattu-rate in Libia, vicino Bengasi. Questihanno tutti il passaporto britannico, esi salvano tutti. Degli altri 105 neritorna uno solo. Può essere successo così anche aVarsavia. Il 13 luglio 1943, due mesidopo l’annientamento del Ghetto e deisuoi abitanti, altri ebrei rastrellatidall’Hotel Polski sono catturati e cari-cati su camion. In stazione gli ebreicittadini inglesi, separati dagli ebreipolacchi, sono spediti nel lontanocampo di prigionia di Bergen Belsen.Fra loro Tsvi Nussbaum nato inPalestina nel 1936. La rivolta Araba

14-

“Il bimbo di Varsavia”storia di una fotografia

Lucio Pardo

Lettera all’ANPI

“Egregio Presidente Michelini, la foto del bimbo diVarsavia, con le mani in alto da anni é oggetto di diversitentativi di disiformazione da parte dei negazionisti chevanno dicendo che quel bimbo é sopravvissuto. Non é vero,il bambino della foto é uno dei sei milioni di ebrei assassi-nati (tre milioni polacchi).Il bimbo che si é salvato é uno delle poche decine di ebreiinglesi che i nazisti volevano scambiare con tedeschi cheerano prigionieri in Inghilterra. Il bimbo che si é salvatoaveva un passaporto inglese quello della foto invece no,Anche ora la bufala del bambino salvo é stata rilanciata daifilonazisti. Ma proprio ieri l'altro a Bazzano Avraham Herzl

Resiniano deportato bambino da Bologna, salvatosi perchéaveva passaporto inglese insieme ad altri 57 altri ebrei presiin Libia con passaporto inglese é stato insignito della citta-dinanza onoraria e, durante la cerimonia la storia degli ebreiinglesi é stata raccontata dalla storica ebrea Liliana Picciottoritratta nella foto che le invio a parte assieme al sindaco diBazzano che consegna la pergamena a Avraham Resiniano.Ma dei 105 ebrei italiani deportati da Bologna ne é tornatouno solo. Le allego la storia aggiornata a ieri l'altro sperando che Leipossa pubblicarla sulla rivista Resistenza dell'ANPI”.Molte grazie

Lucio Pardo

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 14

Page 15: Resistenza n. 4 anno 2011

ha respinto in Polonia lui ed i suoi,uccisi poco dopo, dai tedeschi. Loadotta lo zio. Da Varsavia li portano aBergen Belsen e si salvano. Li ritrovia-mo poi negli USA. Gli altri sono spe-diti ad Auschwitz. Treblinka non fun-ziona più.Nel 1982 Tsvi narra la sua storia. Sonio –dice- il bimbo della foto. Una fotodi due mesi dopo la fine del Ghetto? Èvero che la foto è successiva alla finedel Ghetto-. Insiste- Ma Jürgen Stroopresta a Varsavia altri tre mesi. Forsel’ha aggiunta poi. Ma davvero?-siobbietta - ed il rapporto lo spediscedue mesi dopo? E se la foto èdell’Hotel Polski perché la gente, inestate è vestita con cappotti, ed é instrada e non nel cortile? E l’ingressosarebbe quell’uscio anonimo? E nellafoto lo zio dov’é? Un sopravvissuto di Varsavia Zvi Nussbaum, preso in “zona ariana”il 13.7.1943. A Bergen Belsen soprav-vive. Nel 1982 si presenta come ìlbimbo della foto. Racconta la suaHappy End. Ma i Negazionisti, lausano per denegare le prove della Shoà.La foto diviene famosa, si identificanovittime ed il capo SS.Dopo la cattura di Eichmann (1960) ilprocesso e la condanna a lui ed al nazi-smo, nel mondo ebraico inizia l’ela-borazione del lutto per la Shoà. Si ini-zia a colmare il fosso fra Diaspora (vit-tima) ed Israele (invitto) che accettal’eredità storica della Shoà. Questa fotoassume nuovo valore, nel tempodiventa una delle più famose e signifi-cative della tragedia. Quattro vittime,ed il Capo SS sono identificati. Per ilbambino si registrano quattro possi-bili identità descritte nel sito.”Einberühmtes Holocaust -Foto LetztesUpdate 6.Juli 2006” da cui viene purela foto che segue:Alcune persone identificate nella foto:vittime e carnefice. -Joseph Blösche si presenta: sono io ilCapo SS/Gestapo con il mitra.Aggiunge: Tutti gli ebrei sono andatialle camere a gas. Ricordo anche fuci-lazioni dentro al Ghetto - HankaLamet, e madre sono identificate da

Ester Grosbard Lamet (Miami) zia diHanka - Leo Kartuzinsky é identificato dallasorella Hana Ichengrin (Yad va shem)- Golda Stavarowski è identificatadalla nipote Golda Shulkes(Victoria/Australia) Le Vittime. I parenti hanno fornitoidentificazioni credibili di quattro vit-time. Le loro immagini sono sovra-scritte e commentate in didascalia. La bimba Hanka Lamet alza una manoe ci guarda con occhi sgranati. La suamamma , mani in alto, guarda altro-ve.Leo Kartuzinsky, parla alla donnadavanti girata verso lui. In fondoStavarowski esce dal portone di casa eguarda preoccupata Blösche, chepunta il mitra sul bimbo. Il bimbo. Lui è il centro. Piccino solo,smarrito, presago, con la morte in fac-cia. Chi è? Ci son varie ipotesi. Una degli anni’50, è confermata da due dichiarazionifirmate, di Jadwiga Piesecka inVarsavia il 24 gennaio 1977, diHenryk Piasecki suo marito in Parigiil 28 Dicembre 1978. Il bimbo èArtur Siemiatek, nipote di Josef Dabfratello di Jadwiga. È nato nel 1935 aLowicz, é figlio Leon Siemiatek e SaraDab. La riprende ed accredita come vera ilpoeta polacco Marek Rymkiewcz, nelsuo Umschlagplatz, (Biblioteka“Kultury”, Paryz 1988,). Edito poi infrancese, tedesco, inglese e di nuovopolacco, nel 1992, dopo la caduta delmuro di Berlino. Dal 1977 il prof. Robert Faurisson eseguaci scrivono che la Shoà è tutt’un

falso. Camere a gas, “Diario di AnnaFrank”, morte del bimbo a Varsavia,Tutto falso. Il bimbo è vivo. Poi, nel1978, un uomo telefona al “JewishChronicle” di Londra. Sono io- dice- ilbimbo della foto, sopravvissuto.Voglio restare anonimo. Quel bambi-no – gli chiedono- portava i calzetto-ni? (nella foto di allora le gambe non sivedono). No, certo! – Sì, invece –rispondono e lui non si fa più sentire.Nel 1982 esce la foto di TsviNussbaum con il suo commento diffu-so nel mondo. Sul “New York Times” esperti forensiuniversitari (K. R. Burns, Georgia),ed in analisi di foto, confrontano lafoto famosa, con una foto tessera diTsvi Nussbaum del 1945. Differenzepalesi: aperte le orecchie della vittima,schiacciate sul cranio quelle di Tsvi.Lui tace, ma i negazionisti lo riciclanoperiodicamente, ora anche in Brasile. Infine nel 1999, Avrahim Zelinwarger, di Haifa, contatta la Casa dei combat-tenti del Ghetto. Riconosce i luoghi.Sostiene che il bimbo era suo figlioLevi Zelinwarger scomparso nel Lager,e non Siemiatek. Molti particolarisono credibili.Un carnefice. Solo un uomo nella fotoé identificato senza ombra di dubbio:quello che punta il mitra sul bambino,Joseph Blösche capo unità SS/Gestapo. È lui stesso, durante l’istrut-toria del processo contro di lui per cri-mini di guerra, che si presenta e firmala certificazione d’identità.

15 -

La “celebre” fotoanallizzatadall’autoredell’articolo e nellapagina precedente ilbambino sotto laminaccia delle arminaziste.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 15

Page 16: Resistenza n. 4 anno 2011

Qualche tempo fa mi trovavopresso la sede dell’ANPI diZola Predosa quando quasi

per caso mi sono andata ad imbatterein uno scaffale che ospitava un’enci-clopedia intitolata Gli antifascisti, ipartigiani e le vittime del fascismo nelbolognese (1919-1945). Ho preso ilvolume con i cognomi dalla M alla Qe in modo quasi febbrile ho cercato ilcognome Masetti. Ce n’erano tantisoprattutto della nostra zona e c’eraanche lui: Masetti Arvedo. Ho lettocon avidità la breve biografia legatain modo particolare alle tragichevicende di venti partigiani che dopo iduri scontri avvenuti a Monte Caprapersero la vita in località Casteldebolela mattina del 30 ottobre 1944, dopoestenuante resistenza contro forti con-tingenti di SS e paracadutisti tedeschi.Per me quel nome, Masetti Arvedo,aveva un grande significato e non soloperché portiamo lo stesso cognome eperché Arvedo era il cugino di miopadre, ma perché il suo ricordo, la suamemoria hanno rappresentato un pila-stro della mia vita e dei valori che dasempre la mia famiglia si è adoperata

ad insegnarmi. È a loro che dedicoqueste brevi righe e a voi tutti cheavrete l’interesse a leggerle affinchépossiate comprendere l’importanzache può avere su una bambina, poi suuna ragazza, ed infine su una donna,vivere a contatto con gli straordinarivalori legati alla Resistenza e allanegazione totale della guerra e di tuttele forme di violenza.Ogni domenica fin da bambina erosolita accompagnare mia nonna al

cimitero a visitare i nostri defunti. Traquesti non mancava mai il monumen-to dei venti partigiani della “BrigataBolero” dove era seppellito il nipotedella nonna. Per me bambina, quelloera un rito, un dovere. Mia nonna ognivolta aggiungeva qualche particolarein più e io ascoltavo pietrificata quellastoria, sicuramente non comprenden-do fino in fondo cosa stesse provandomia nonna e cosa tentava di insegnar-mi ma capivo che di quel cugino iodovevo avere un grandissimo rispetto.Mia nonna forse dava per scontato cheio fossi in grado di cogliere il signifi-cato e il senso autentico di quellemorti e così non desisteva mai e conti-nuava a parlarmi come se si rivolgessea un adulto. Poi ho iniziato le elemen-tari e da lì anche mio padre e miamadre hanno iniziato a spiegarmi amodo loro, senza terrorizzarmi troppo,cosa era successo durante la guerra. Vipotrà sembrare strano ma per me cheogni volta ascoltavo a bocca apertatutte le loro storie è come se la guerrafosse finita poco tempo fa. Come seancora ne vivessi indirettamente gliepisodi, come se ne avvertissi l’odore.Se penso che tantissime persone nonsanno nemmeno che cosa significafesteggiare il 25 aprile ...Ancora oggi quando mio padre rac-conta della nostra famiglia, di tuttoquello che è successo durante l’ultimoconflitto, ed io che ho ascoltato decinedi volte quelle storie rimango in reli-gioso silenzio ad osservare ogni suomovimento ogni espressione che appa-re sul suo viso e non posso fare a menodi ringraziarlo in cuor mio per tutta laricchezza che mi ha saputo trasmette-re. Qualche tempo fa mi trovavo adun’iniziativa in cui e era ospite RitaBorsellino e ascoltando le sue emo-zionanti parole in merito alle madri

16-

La Resistenza e l’odierno quadro politico in Italia

Non c’è nulla di scontatoNadia Masetti*

Arvedo Masetti in una foto degli anni dellaguerra.

Sottoscrizioni per Resistenza

Sezioni dell’ANPI e iscritti dimostrano il loro attaccamentoper Resistenza strumento di documentazione e informazione,nonché organizzativo per la vitalità e l’ampliamento dellanostra associazione.

Francesco Franzoni, benemerito della sezione ANPI Porto, 20 euro inmemoria dei partigiani caduti.

La sezione ANPI di Castiglion de Pepoli 50 euro

I compagni dell’ANPI provinciale e Renato Romagnoli nell’incontro con-viviale per l’anniversario del suo matrimonio hanno sottoscritto 360 euro

Antonio Sciolino 25 euro

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 16

Page 17: Resistenza n. 4 anno 2011

delle guardie del corpo rimaste ucciseinsieme al giudice Borsellino suo fra-tello, ho fatto uno strano collegamen-to e mi è venuta in mente la ziaAttilia, mamma di Arvedo, e mi sonochiesta ma come avrà fatto quelladonna così minuta, così dolce, a sop-portare un dolore così straziante comela morte di un figlio giovanissimo,aveva 23 anni appena. Forse, solo per-ché c’era la guerra? Certo durante laguerra tutto appare scontato ma unfiglio è un figlio anche se ti muore inun momento in cui la morte e la vio-lenza sono i mostri più ovvii.A questo punto mi chiedo come faran-no le giovani generazioni che già oraappaiono essere così a digiuno di unaparte fondamentale della storia delnostro Paese, come faranno a difendereil bene più prezioso, la pace. Comefaranno quando mancheranno i “testi-moni” diretti di quella parte di storiagrazie alla quale noi siamo uomini edonne libere in un paese libero. Amolti giovani sembra tutto così scon-tato ma per chi l’ha vissuto non appa-re per nulla scontato. Io mi chiedocome si farà a difenderli dall’incubodella guerra, come faremo a fargliamare la pace, a fargli capire che senzadi quella è la fine di tutto. Con alcunidi loro ce l’abbiamo fatta grazie all’im-pegno straordinario dei testimoni chehanno prestato la loro vita, la loro sof-ferenza per salvaguardare il futuro ditutti noi. Ma domani quando loro nonci saranno più, quando la mancanza disenso avrà avuto il sopravvento su tantigiovani, come faremo? Io questo inquietante interrogativo melo pongo ogni giorno. Non ho la rispo-sta ma sono certa che dobbiamo met-tere in campo un impegno straordina-rio, coinvolgendo le famiglie, le scuolee le istituzioni a tutti i livelli, poichéun dovere fondamentale ce l’abbiamo:cercare di proteggere i nostri figli daqualsiasi forma di guerra e di violenza.

*Assessore ai Servizi sociali del Comune di Zola Predosa

17 -

16 Settembre (venerdì) Eccidio di CàBerna di Lizzano in Belvedere25 Settembre (domenica) Eccidio diRonchidòs di Gaggio Montano2 Ottobre (domenica) Eccidio diMarzabotto8 Ottobre (sabato) Battaglia diRasiglio di Sasso Marconi10 Ottobre (martedì) Eccidio delCavalcavia, Casalecchio di Reno 12 Ottobre (mercoledì) 67°Anniversario chiusura Caserme Rosse16 Ottobre (domenica) Eccidio diSabbiuno di Castelmaggiore 16 Ottobre (domenica) Battaglia diVigorso – Budrio – Castenaso 20 Ottobre (giovedì) Battagliadell’Università Ottobre (ultima settimana)Manifestazione in ricordo dell’eccidiodel Tiro a segno di via Agucchi aBologna (270 fucilati)

30 Ottobre Battaglia di Casteldebole6 Novembre (domenica) Battaglia diPorta Lame. Celebrazione ufficiale conpicchetto e posa di corone.Inaugurazione targa a ricordo di JohnKlemlen.7 novembre (lunedì) Premio DianaSabbi13 Novembre (domenica) Piazzadell’Unità, Manifestazione in ricordodella Battaglia della Bolognina.4 Dicembre (domenica) Anniversariodel rastrellamento di S. Giovanni inPersiceto (Amola, Borgata città,Budrie).7 Dicembre (mercoledì) Anniversariodel rastrellamento di Anzola Emilia.11 Dicembre (domenica) Eccidio diSabbiuno di Paderno11 Dicembre (domenica) Lizzano inBelvedere (Corona): deposizione dicorone per ricordare il capitano ToniGiuriolo.

Il calendario delle celebrazioni

Gli eventi della Resistenzasettembre - dicembre ‘44

2 Agosto:come semprecontro ilterrorismo

Alla grande manifestazionepopolare del 2 agosto scorsoper testimoniare laincessante mobilitazionecontro il terrorismo fascistal’ANPI è stata come semprepresente portando in corteoil gonfalone nel quale sonopuntate le medaglie d’oro ed’argento al valor militareconcesse ai partigiani.Ferma e severa la condannaper l’ennesima diserzionedel governo. Condannato ilrisibile tentativo di deviareil corso della giustizia.(Foto di Cristina Ventura)

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 17

Page 18: Resistenza n. 4 anno 2011

Nella preziosa raccolta di bio-grafie di Albertazzi,Arbizzani e Onofri le scarne

notizie raccolte su Edmund sono perlo più dovute alla testimonianza diEmma Casari, la quale ha riferito cheil soldato tedesco era “stanco di com-battere”, desideroso di “tornare acasa”, consapevole che “Hitler è uncriminale”. Dopo aver disertato dallaWehrmacht Edmund venne ospitatoper alcuni giorni dai familiari diAdelia (“Emma”) Casari aSan Giovanni in Persiceto, epoi inserito nella 63aBrigata Garibaldi “Bolero”,dove fu “di molto aiuto”.Trovato dalle SS durante ilrastrellamento di Amoladel 4-5 dicembre 1944mentre “puliva armi”, fupreso e “martirizzato” insie-me con Valerio Bongio-vanni e infine trascinato via“quasi morto”. Portato aBologna, “si è poi saputoche lo hanno seviziato efinito in poco tempo”. A questa succinta storia sipossono aggiungere alcuneulteriori informazioni affio-rate nel corso degli ultimianni.La famiglia che ospitavaEdmund durante il rastrella-mento di Amola era quelladi Danio Bongiovanni il cuifiglio Valerio militava nellaResistenza.

Ezio ed Armida Bongiovanni, fratellidi Valerio e testimoni di quella gior-nata, ci hanno raccontato: “Non ricor-diamo chi lo portò. Nostro fratelloValerio d’accordo con i partigianidisse che il giovane tedesco dovevastare quattro o cinque giorni da noi.Edmondo non stava sempre nello stes-so luogo, ma lo facevano girare. Fuarrestato lì da noi. E pensare che lasera stessa dovevano partire tutti i par-tigiani, anche Edmondo, per andare suin montagna”. La partenza era fissata

per la sera del 5 dicembre, ma nellanotte tra il 4 e il 5 cominciò il granderastrellamento nella zona di Amola diPiano. Vennero rastrellate circa 300persone grazie alla delazione di dueinfiltrati “disertori” tedeschi, Hans eFred. Molte furono poi rilasciate, mauna cinquantina furono portati in car-cere a Bologna in via Santa Chiara e aSan Giovanni in Monte e poi in duesuccessive esecuzioni, il 14 e il 23dicembre, quasi tutti vennero fucilatisul calanco a Sabbiuno di Paderno

sopra Bologna. I rimanentifurono deportati in parte nelcampo di concentramento diBolzano, in parte nel campo disterminio di Mauthausen e nelsottocampo di Güsen.Pochissimi furono coloro cherientrarono.Dice Ezio Bongiovanni:“Edmondo rimase da noi più dicinque giorni. Dormiva nel fie-nile, nella stalla, perché aveva-mo poco posto. Mangiava connoi sia a mezzogiorno che a sera... I tedeschi ci bruciarono lastalla perché trovarono undisertore tedesco. Valeriovenne violentemente picchiatoe poi impiccato per i piedi dovec’era il frassino e gli sputavanoaddosso. Mia madre chiese aFred, il tedesco pseudo diserto-re che guidava il rastrellamen-to, cosa stesse capitando: questisi voltò e le diede un fortepugno sul viso. Edmondo era

18-

Il giovane tedesco che disertò dalla Wehrmacht

perché “stanco di combattere” e “Hitler è un criminale”

Si faceva chiamare Edmundfu catturato e fatto sparire

Accadde nell’inverno 1944 durante il rastrellamento di Amola nel Persicetano. Era entrato nella 63ª Brigata Garibaldi “Bolero”

Carlo D’Adamo e William Pedrini

Il comando di presidio tedesco di San Giovanni in Persicetostanziato nella casa del fascio

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 18

Page 19: Resistenza n. 4 anno 2011

19 -

alto poco meno di un metro e ottantacentimetri, tarchiato, biondo. Si eraappoggiato con la schiena contro lecolonne del pozzo e prima di esserepreso mise a terra con i pugni quattroo cinque soldati.” Non sappiamo altro della storia diEdmund. Però c’è una testimonianzadi Luigi Bussolari, che descrive la fuci-lazione di un disertore tedesco pressole mura del vecchio tiro a segno mili-tare di Persiceto, che ci induce a pen-sare che questo sia il racconto finaledella vita di Edmund. Luigi Bussolariracconta di essere stato costretto conun altro persicetano a scavare una fossaper seppellire qualcuno. Per tranquil-lizzarlo il maresciallo tedesco che gliaveva ordinato di scavare disse che lafossa era per “un camerata disertore”.All’alba del giorno dopo, il 2 gennaio1945, Bussolari sentì passi cadenzatinella via, sbirciò dalla finestra e vide“in testa al plotone [d’esecuzione] ungiovane dall’apparente età di vent’an-ni, le mani legate, alto circa 1 metro e80, biondo, a capo scoperto e pettonudo; venti minuti dopo la scaricamortale seguita da un colpo di grazia”.Il testimone aggiunge: “Mi sono rima-sti impressi il suo sguardo in avanti eil passo sicuro; eppure sapeva cheandava a morire”

Era Edmund?Di Edmund non si conoscono nemme-no di preciso le generalità: i partigianilo conoscevano come Edmondo,Edmund o Edmundus, che potrebbeessere il suo nome, o il cognome o ilnome di battaglia. La ricerca diventaimpossibile senza dati certi comepotrebbero essere la sigla o il nome delreparto delle forze armate tedesche cuiapparteneva e la dislocazione di questonella zona persicetana. Sappiamoinfatti, sempre dalla testimonianza diEzio Bongiovanni, che un “amico di

Edmondo, di nome Walter” lo cercavaanche nei pressi della casa deiBongiovanni. Questo Walter era distanza a Zenerigolo in casa di ArvedoCotti, zio di Armida, di Valerio e diEzio Bongiovanni. Il rastrellamento di Amola determinòanche la cattura dello zio Arvedo, cheera rimasto a dormire in casa deiBongiovanni a causa del ritardo nelricevere dei documenti dal Comune.Arrestato e deportato a Güsen, è tracoloro che non torneranno più indie-tro.

I tedeschi fuggono frettolosamente dalla sede della casa del fascio di San Giovanni inPersiceto nell’immediata vigilia della Liberazione.

Dona il 5 per 1000 all’ANPIAttribuirlo all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è semplice nei modelli CUD, 730-1 e Unicoper la dichiarazione dei redditi del 2011 nel quadro “Scelta per la destinazione del cinque per milledell’Irpef” apponi la tua firma solo nel primo dei tre spazi previsti, quello con la dicitura: “Sostegno delleorganizzazioni non lucrative di utilità sociale e delle associazioni riconosciute che operano nei settori dicui all’art.10, c.1, lett.a), del D.Lgs. n.460 del 1997”.Sotto la firma inserisci il Codice Fiscale dell’ANPI 00776550584È importante firmare anche se il calcolo della tua Irpef è pari a zero o a credito. La ripartizione dellesomme tra i beneficiari viene calcolata in proporzione al numero di sottoscrizioni ricevute da ciascun sog-getto. Quindi firma e fai firmare in favore dell’ANPI.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 19

Page 20: Resistenza n. 4 anno 2011

Armando Gasiani, classe 1927,deportato numero 115523 alcampo di Mauthausen-

Gusen, il 7 Maggio 2011, dopo 66anni, è tornato nelle gallerie sotterra-nee di St. Georgen in Austria, dovelui con altre migliaia di deportati eracostretto a lavorare in condizionidisumane per venti ore al giorno percostruire componenti per ilMesserschmitt Me 262 (il progettoveniva chiamato Bergkristall) , l’aereoa reazione più moderno della aero-nauta militare Luftwaffe, quello chesecondo i piani dei nazisti dovevadare un decisivo contributo perribaltare le sorti della guerra. “È stata una sensazione tremenda tor-nare in quel luogo terribile - diceArmando- dove si veniva trattatipeggio di animali, chi non ce la facevase non moriva di stenti veniva uccisodai Kapo immediatamente. Io eronella galleria 3, della mia squadramorivano tre quattro uomini al gior-no, mentre in tutto il campo in ognigiornata perdevano la vita tra i qua-ranta e cinquanta deportati. Si dormi-va poche ore, si mangiava quasi nientee quel poco era cibo avariato, e poic’erano la fatica di turni massacranti ele malattie. Era l’inferno in terra.”Armando, all’epoca diciassettenne,dopo anni di silenzio ha deciso di rac-contare la sua storia di deportato.

Membro dell’ANED, ha scritto unlibro sulla sua tormentata vicenda chesi intitola “Nessuno mai ci chiese” edi-zioni Nuova Dimensione. Impegnatoda tempo a portare nelle scuole e inaltre situazioni la sua testimonianza,accompagna anche molti giovani epersone attempate che vogliono visita-re i campi della vergogna, avendo benpresente che “quello che è successodeve essere ricordato perchè non succe-da mai più”, come dice lui stesso.Peraltro ben sapendo che l’ondata revi-sionista, non solo in Italia, oggi cercadi minimizzare o addirittura negareanche il ricordo di quell’immane tra-gedia. Svolgendo questa meritoriaattività, in particolare accompagnandoun gruppo al campo di Mauthausen,nell’aprile del 2007 incontra la profes-soressa Martha Gammer, un’insegnan-

te austriaca che vive nella zona e che hacreato un’associazione la quale hacome scopo il ricordo e la salvaguardiadelle testimonianze reali del campo diMauthausen, uno dei principali teatridell’orrore della cosiddetta “soluzionefinale”, voluta dai nazisti e che ha can-cellato la vita di 11 milioni di persone,ebrei e non solo. Questa tragedia deve essere rievocatacon grande rigore storico, visto cheanche nelle ultime celebrazioni dellagiornata della memoria, il 27 Gennaio2011, nel nostro paese si è spesso par-lato, giustamente, dei sei milioni diebrei sterminati, non sufficientementeperò degli altri milioni di esseri umaniinternati poi scomparsi nei lager: pri-gionieri di guerra, prigionieri politici(come lo stesso Armando Gasiani),omosessuali, handicappati, rom, cri-minali comuni e altri ancora, in un tri-ste elenco di quegli esseri umani chenon erano degni di vivere secondo laconcezione nazista. Parlando con la Gammer, Gasianiviene a sapere che quelle officine sot-terranee dove lui è stato costretto alavorare e che erano state cancellate dalricordo sono ritornate alla luce.Scavate nelle colline di una localitàchiamata St- Georgen, a tre chilometrida Gusen II, formavano un sistema diquattordici gallerie lunghe in totalefino a sette chilometri , larghe ottometri ed alte quindici. Sul finire dellaguerra il tutto era stato prima minatodalle SS in fuga con l’intento di nonlasciare tracce, senza successo. Infatticon il loro arrivo, gli alleati avevano

20-

Conversazione con Armando Gasiani che rivive il tempoorribile nelle officine segrete

L’ex deportato dopo 66 annitorna nelle galleriedell’aereo a reazione nazistaLa cattura ad Anzola Emilia assieme al fratello Serafino che non èsopravissuto alla ferocia degli aguzzini. La sua testimonianza vieneofferta alle nuove generazioni

Massimo Meliconi

ArmandoGasiani(al centro) con dueaccompagnatoridurante lavisita neisotterranei.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 20

Page 21: Resistenza n. 4 anno 2011

preso tutto il materiale disponibile,visto che lì c’erano tecnologie utilianche per loro. Proprio in quelle colli-ne ci sono stati recentemente degliscavi per lavori di tipo edilizio e sonoriapparsi i tunnel dove gli internativenivano costretti a lavorare. Una breve cronistoria per spiegare lasequenza degli avvenimenti della suaesperienza personale. ArmandoGasiani a 17 anni viene rastrellato earrestato assieme al fratello Serafino,all’epoca ventiquattrenne, nelle cam-pagne di Anzola il 5 dicembre 1944,indicato da una spia locale come colla-boratore dei partigiani, sommaria-mente giudicato in un rapidissimoprocesso farsa e quindi condannato alladeportazione. Lui e il fratello Serafinoarrivano a Mauthausen il 12 gennaio1945, “c’era la neve”, ricorda il prota-gonista, “eravamo scortati da SS che ciminacciavano in continuazione…siaprì questo portone...tutto intorno erapieno di persone che sembravanoschiavi, barcollavano dalla stanchezza edagli stenti, io e mio fratello fummodisperati”. I due arrivano il 3 febbraiosuccessivo a Gusen II, a pochi chilo-metri da Mauthausen e vengono divi-si, il fratello purtroppo perirà nellager a guerra ormai finita, in quellaterra straniera l’11 luglio 1945. Poi, ilkapò assegnato alla sua baracca glichiede che mestiere facesse: “ci fuall’istante una soffiata, …dì che fai ilmeccanico, mi fu detto…” - dice ilprotagonista -,” così ho detto che face-vo il meccanico, anche se non era veroperché io sapevo fare solo il contadino.Forse da ciò è dipesa la mia sopravvi-venza, non lo so….” In ogni caso, dal5 febbraio il deportato 115523, nonpiù un uomo, ma solo un numero, è allavoro nei tunnel di St. Georgen, dovepiegava e tagliava tubi nelle condizio-ni che abbiamo descritto. Le SS aveva-no venduto i deportati alla fabbricache partecipava alla costruzione delMesserschmitt ME 262, una feroceconsuetudine messa in pratica in varilager, visto che si trattava di manod’opera a bassissimo costo. Armandoricorda l’ingegnere che supervisionava

i lavori “un uomo distinto, non unaguzzino, veniva, controllava e dicevasempre che andava tutto bene..”.Magari si voltava dall’altra parte quan-do un “lavoratore“ cadeva a terraschiantato dalla fatica e non si alzavapiù, aggiungiamo noi, oppure quandoun altro disgraziato veniva massacratodai kapò. Primo Levi, nel suo libro I Sommersi ei Salvati, ci ricorda che non c’eranosolo gli aguzzini, ma anche quelli chestavano nella ”zona grigia”, quelli chenon massacravano e torturavano, ma,magari, facevano finta di non sapere osemplicemente si giravano dall’altraparte quando succedeva qualcosa di“spiacevole”. Armando ricorda ancora, scavando nelsuo passato, che l’acqua era inquinatae che quindi prima di berla la scalda-

vamo con la fiamma ossidrica perché,bevendola così com’era , c’era il rischiodi prendersi il tifo. Si è poi scopertoche gli aguzzini mettevano nel paneche preparavano per i prigionieri l’ac-qua del Danubio. Gasiani ha “lavora-to” in quel campo fino al 30 aprile1945. Il 5 maggio successivo, ricordaancora, arrivarono gli americani, nellafattispecie “un’autoblindo con due sol-dati”, visibilmente attoniti alla vistadi migliaia di esseri umani ridotti ascheletri. Poi “ci fu l’assalto alla cucinadel campo, migliaia di persone si lan-ciarono verso la baracca dove si prepa-rava il cibo e dove c’era il magazzino,alcuni sono morti calpestati dagli altri.Anche lì ho visto cosa può fare un esse-re umano ridotto in quelle condizio-ni…”. Altri morirono subito dopo,non solo perché non erano in grado diriprendersi ma perché avevano man-giato troppo e il loro fisico non era piùabituato, su episodi di questo genere cisono molto testimonianze in varilager liberati dalle truppe alleate. Quando Armando, il 7 maggio scor-so, è entrato di nuovo, da uomo libe-ro, nelle gallerie, dice ancora:”ho vistoche c’era una nicchia con una madon-nina con quattro ceri messi lì forse daalcuni sopravvissuti e allora ho presoun cero e l’ho acceso anch’io”. Un’ultima cosa credo sia doverosoriportare: le gallerie di St. Georgen levogliono chiudere di nuovo; l’associa-zione fondata dalla professoressaGammer si batte perché questo nonavvenga, credo sia giusto manifestaretutta la solidarietà possibile controquesto tentativo di cancellare ancora letracce tangibili di ciò che è realmentesuccesso.“Meditate che questo è stato”, ricordaPrimo Levi, nella sua celebre poesia Sequesto è un uomo, un monito che bensintetizza la necessità del ricordo edella testimonianza di quello che fu losterminio, perpetrato dal regime nazi-sta, di milioni di esseri umani neilager tedeschi sparsi per l’Europa.

21 -

Quattro nostricompagni venuti a mancare

Vittorio Gombi “Libero”, vicecomandante della 7ª Brigata GAPGaribaldi “Gianni”. Medagliad’argento al valor militare. Mortoil 29 luglio scorso.

Alfonsino Saccenti, 2ª BrigataGaribaldi “Paolo”. Si deve a lui lavalorizzazione del Casone partigia-no di San Pietro in Casale. Mortoil 17 agosto scorso.

Alberto Zoboli, 8ª Brigata“Masia” Giustizia e Libertà , hadifeso assieme all’avvocatoLeonida Casali decine di partigia-ni e braccianti nel periodo scelbia-no. Morto il 22 agosto scorso.

Antonio Brandalesi “Spartaco”della 35ª Brigata “Rizzieri”. Giàvice presidente della Provincia diBologna e consigliere regionale.Morto il 27 agosto scorso.

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 21

Page 22: Resistenza n. 4 anno 2011

Nel centro sociale Il Mulinodi Bentivoglio, in collabora-zione con l'Amministrazi-

one comunale, abbiamo presentato illibro, stampato in proprio, di GiginoCortelli, scampato allo sterminio nellager di Mauthausen in Austria.Poche ore prima, nella mattinata egliaveva ricevuto una medaglia dellaPresidenza del Consiglio dei Ministritramite il Prefetto di Bologna.Un'onoreficenza tardiva ha commen-tato Cortelli, “ma almeno serve aricordare che tutti questi orrori sonoaccaduti”.Perché scrivere un libro gli chiedo.“Perché mi ero ripromesso di non scri-vere, ma nel corso degli anni le fandonie, le vergognose menzogne, i silenzi sullacruda storia dello stermino mi hannospinto a raccontare la mia storia”.Purtroppo, Cortelli, è una storiadiciamo così esemplare.“Ha detto bene, professore, esemplare.E' triste, ma è così. Ho vissuto l'uma-nità più calorosa e la disumanità piùimpensabile e crudele”.Cosa intende dire?

“Voglio dire che se mi sono salvato èstato soprattutto grazie a delle personemeravigliose che mi hanno aiutato. Lafamiglia Hofler e il colonnello france-se Pierre, prigioniero a Mauthausen ecapo della resistenza nel campo poimorto per questo. Non lo dimentiche-rò mai. Al tempo stesso mi sono salva-to perché non è toccato a me, perdestino. Io ne sono convinto, abbiamoun destino. Perché io salvato e un miocompagno mandato a morire. Perchéio e non lui? Non c'è risposta, eravamouguali agli occhi di quegli assassini”.Lei Cortelli prova ancora odio neiconfronti dei Kapò e delle SS?

“Devo essere sincero?”Sì credo di sì“Allora devo dire che, anche se miricresce l’asprezza delle parole, provoancora disprezzo per quelle belve. Nonmi passerà mai. I crimini che hannocommesso sono ancora qui davanti ame, nei miei occhi, come se fosse pas-sata un'ora invece di sessantasei anni.Ma anche del capo delle camicie neredel mio paese, a Santa MariaCodifiume sotto Molinella, ho un pes-simo ricordo per quello che mi hafatto, anche se poi, come seppi al ritor-no, ha pagato. È stato lui a spedirmiin Germania quando avevo 18 anni. Ionon volevo partire per la leva nellaRepubblica di Salò e finii in Germaniacome schiavo per colpa di quel gerarcadel mio paese.>>Signor Cortelli cosa ricorda dei lager?“La tremenda legge della morte sem-pre sospesa su ognuno di noi. La finedi una ragazza polacca che per avermangiato un pezzo piccolo di margari-na è stata appesa a due ganci conficca-ti nei seni e morta dissanguata mentreurlava e noi dovevamo lavorare. Poiricordo gli intellettuali ebrei che scri-vevano tutto in piccoli pezzi di carta eli hanno sotterrati e dopo la fine dellaguerra sono stati trovati. Così hannolasciato memoria degli orrori. Ricordoi loro canti e la dignità con la qualeaffrontavano la morte”.E la domenica?“Era terribile, professore. Terribile ilgiorno peggiore. Si poteva essere dila-niati dai cani, uccisi come per un tiroal bersaglio, loro giocavano e ridevanodelle nostre vite in palio. Se avessipotuto li avrei ammazzati tutti. Mihanno insegnato ad odiare, una cosaorribile. Ma non mi vergogno, l'odio

mi è servito a sperare di fargliela paga-re un giorno. Oggi so che le cose eranomolto complesse, so che l'odio è laruggine dei popoli, ma il marchio chemi è stato impresso è indelebile”.Cortelli, ha dei rimpianti?“Sì, non aver potuto più rivederePierre, tutti quelli che mi hanno aiu-tato, ma soprattutto Pierre. Mi dicevasempre che dopo la guerra a Parigiavrebbero fatto un monumento aideportati e io sarei andato là da lui perl'inaugurazione. Ma lui è morto aMauthausen per non abbandonare isuoi compagni di resistenza antinazi-sta. Poteva scappare è rimasto e làgiace per sempre. E i monumenti sisono fatti attendere, altro che monu-menti, nemmeno un grazie è arrivato.Su di noi da Roma, come dalle autori-tà di paese neanche un segno. Cortelliha un attimo di emozione poi ripren-de: “E le ripeto che mi ha fatto maleessere stato trattato come una nullità,tornato a casa non ero niente, comealtri miei fortunati compagni scampa-ti allo sterminio. Niente, nessunovoleva sapere, nessuno era interessato.Oggi finalmente possiamo dire cosa èstato, cosa abbiamo patito, ma è tardi,non dobbiamo permettere che sidimentichi, dobbiamo continuare,dovrete continuare voi, con le scuole, igiovani, per portare avanti la lottacontro la crudeltà dell'uomo control'uomo. Io Signor Cortelli la ringrazio,ancora una volta per il suo corag-gio, il suo equilibrio, la sua sinceri-tà, la sua intensità.“Si sbaglia, professore, sono io che rin-grazio Lei, l'ANPI, l'ANED, che èl’associazione di noi ex deportati, lasua Amministrazione comunale, ilcentro sociale che ci ha ospitati, lemondine che hanno cantato e ricorda-to certe ferite mai chiuse, voi che midate voce, voi come tutti quelli chevorranno ascoltare gli ultimi testimo-ni come me”.

*Assessore comunale all'Intercultura e presidente della sezione ANPI

di Bentivoglio

22-

“Rifiutai la divisa fascista,mi spedirono a Mauthausen”

Roberto Dall’Olio*

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 22

Page 23: Resistenza n. 4 anno 2011

Sono nato a Bologna il 19 luglio1928. Nel 1939 i miei genitori,Eugenio e Mafalda Mondini,

sono partiti per l’Africa in cerca dilavoro: prima in Somalia e poi inEtiopia. Io e mio fratello Gaetanofummo messi nel collegio deiSalesiani, mentre mia sorella MariaPia andò con loro. L’estate, quando ilcollegio era chiuso andavamo da unanostra zia, sorella di mio padre, che sichiamava Pia ed abitava a Ca Zappolidi Sperticano (Marzabotto). La zia erapiuttosto severa ma ci trattava bene enoi eravamo contenti. Continuò cosìfino al 1943 quando mio padre,richiamato alle armi a guerra in corso,fu fatto prigioniero dagli inglesi e lamamma, assieme ad altre donne ebambini, furono caricate su due navidella Croce Rossa e, con una lunga eavventurosa circumnavigazione del-l’Africa, arrivarono in Italia. Con leiandammo ad abitare a Villa Fontana,frazione di Medicina, per un anno epoi trovammo un appartamento aBologna in via del Cestello doveaveva risieduto una ricca famigliaebrea e vi rimanemmo fino al termi-ne della guerra.Durante il conflitto io spesso andavoin bicicletta a trovare la zia Pia perchéci dava pane, uova e altre cose e così miritrovavo anche con il mio compagnodell’estate Franco con il quale era natauna bella amicizia. Nel settembre del1944 andando a Sperticano trovai itedeschi in casa di mia zia che mi rega-larono un sacchetto di tabacco che nonutilizzai perché non fumavo. La zia midisse che Franco era andato coi parti-giani di Mario Musolesi, nome di bat-taglia “Lupo”. Pensai di andarcianch’io e lei mi mandò dal prete del

paese don Mario Fornasini che miavrebbe spiegato cosa fare. Lui midiede un biglietto dove forniva al“Lupo” garanzie sulla mia persona .Così partii ed andai a Caprara dovetrovai Franco con alcuni partigianicomandati da “Gianni” (di lui conoscosolo il nome di battaglia) e rimasi conloro fino all’inizio del rastrellamento.

La zona era molto trafficata anche per-ché i contadini erano convinti che erameglio portare lì i loro animali chesarebbero stati protetti dai partigiani.Noi sentivamo i rumori dei cannoneg-giamenti provenienti da Castiglionedei Pepoli e capivamo che qualcosa sistava muovendo. Fu in quel periodoche ho visto il “Lupo” che passava acavallo. Il 29 settembre improvvisa-mente vedemmo del fumo provenireda San Martino che bruciava. Ci allar-mammo e cominciammo a muoverci:“Gianni” ci disse di salire a MonteCaprara. Mentre percorrevamo il sen-tiero ci accorgemmo che un partigiano“Il barbiere” stava sparando contro i

tedeschi che venivano su da Sperticanoriuscendo a trattenerli e consentendo anoi di allontanarci. Seppi poi che fuucciso. Per tutto il giorno continuò labattaglia coi tedeschi che volevanosalire il monte per catturarci. Alla serafummo costretti a ritirarci. In cima ciaccorgemmo che i tedeschi erano giàarrivati. Un partigiano “Il toscano”disse che voleva andare a Caprara e noigli dicemmo di non farlo, ma lui scesee dopo mezz’ora sentimmo gli spari: fuucciso anche lui. Il nostro gruppetto,riuscì a scendere a valle verso il Renoin una zona non abitata. Eravamo tre:io, Franco e Giuseppe il contadino dimia zia Pia. Dormimmo nella vigna diun contadino ed al mattino ci recam-mo sul fiume Reno dove incontrammoun gruppo di donne e bambini cheavevano passata la notte nella chiesa diSperticano e stavano tornando alle lorocase sopra i calanchi di Marzabotto. Inseguito ho saputo che furono tuttiuccisi dalla ferocia nazista. Nella nottetornai a Ca Zappoli dalla zia e Francoa Fontana di Sperticano. Il giornodopo con una bicicletta mezza scassata,con i copertoni quasi distrutti e legaticon dello spago passai in mezzo aitedeschi a Pian di Venola inosservatoe, anche se molto impaurito, riuscii atornare a Bologna. Non ho mai chiesto di essere ricono-sciuto partigiano perché non ho com-piuto azioni di guerra particolari. Sonostato però testimone di quell’efferatoeccidio ed ho conosciuto alcuni perso-naggi che quella storia l’hanno fatta.Mi sono sentito di raccontarlo, a tantianni di distanza, perché le giovanigenerazioni sappiano quello che è suc-cesso ed il ricordo non venga cancella-to. La zona di Monte Sole comprende-va tanti piccoli gruppi di case che sonostati spazzati via dalla strage e non esi-stono più. Io ogni tanto vado su conmia moglie a rivedere quei luoghi aiquali rimarrò sempre legato e nonpotrò mai dimenticare quegli intermi-nabili tre giorni di fuoco, fumo, ucci-sioni contro una popolazione inerme.

23 -

Un giovane di 16 anni che ha visto la strage nazista di Monte Sole

Tre giorni di massacriche rivedo sempre

Eugenio Sarti

Eugenio Sarti in una foto dell’epoca

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 23

Page 24: Resistenza n. 4 anno 2011

Insieme a mia moglie Gabriella,partiamo per una vacanza nel suddella Francia, portandoci al traino

la vecchia caravan. Raggiunta Aix enProvence facciamo sosta in un cam-peggio e il giorno dopo iniziamo lavisita alla città. Nei giorni successiviandiamo alla scoperta del territoriocircostante. A pochi chilometri didistanza, lungo la strada perMarsiglia, ci fermiamo presso il vil-laggio di Les Milles, un modestopaese, ma la guida cita che nei pressisi può visitare il “Camp des Milles”,un ex campo di concentramento.Giungiamo dinanzi ad un grande ecupo fabbricato in mattoni sormonta-to da due alte ciminiere; l’edifi-cio,costruito alla fine del 1800 per laproduzione di laterizi, è stato utilizzatocome luogo di detenzione durante laseconda guerra mondiale. Accanto allafabbrica, è tutt’ora esistente la linea fer-roviaria sulla quale, in quell’oscuroperiodo, venivano instradati i convoglidei deportati diretti ai campi di stermi-nio nazisti di Auschwitz e Birkenau.Da questo campo (ben undici furonoquelli allestiti nella Francia libera), èpassata una umanità varia per prove-nienza ed estrazione sociale, tra cui,garibaldini delle brigate Internazionalie resistenti spagnoli, militari, ebrei,semplici cittadini e circa tremilacin-quecento artisti ed intellettuali antifa-scisti che nella regione di Marsigliaavevano trovato rifugio. La fabbrica,

dopo il conflitto, ha ripreso la produ-zione di mattonelle (che continua tut-t’ora). Recentemente è stata avviata laprogettazione (finanziata dallaComunità Europea) per il recuperodella struttura che ospiterà un centrointernazionale di studi e documenta-zione sulla Resistenza Europea.Attualmente la visita è limitata ad unpiccolo edificio prospiciente l’accessocarrabile della vasta area cortiliva, ed ècostituito da due ambienti: l’uno, piùgrande, fungeva da mensa per le guar-die del campo; le pareti di questa salasono variamente affrescate e testimo-niano il passaggio di artisti che hannoavuto la sventura di “transitare” daquesto luogo di detenzione, l’altro, didimensioni più ridotte, è letteralmentetappezzato da foto che documentanoaspetti di vita quotidiana del camponell’oscuro periodo. Nei giorni seguen-ti andiamo a Marsiglia e parcheggiamonel cuore della città vecchia vicino alporto; nei pressi di questo si trova ilMemoriale dei “Campi della Morte”allestito in un ex bunker dell’esercitodi occupazione tedesco ed è dedicato atutte le vittime della barbarie nazista.All’interno ampia documentazionefotografica rinvenuta negli archivitedeschi abbandonati sotto l’incalzaredell’esercito di liberazione che testimo-nia la distruzione di interi quartieripopolari, le retate della popolazione e ledeportazioni condotte dalle SS con l’au-silio delle forze di polizia collaborazio-

nista. Al piano superiore si entra in unambiente di forte impatto emozionale,alle pareti, illuminate da una fioca luce,sono esposte delle urne di vetro conte-nenti resti delle cremazioni raccolte neivari campi di sterminio nazisti. Altraimportante testimonianza la troviamo,più tardi, scolpita sul colle di NotreDame de la Garde. Nel piazzale anti-stante l’omonima basilica, su una lastradi marmo infissa nella roccia, è descrit-ta la sanguinosa battaglia per la con-quista dell’altura, presidiata da un fortecontingente germanico, da parte diunità dell’esercito alleato (una piccolaMontecassino d’oltralpe), punto strate-gico per la liberazione della città.Proseguendo il nostro viaggio facciamososta ad Avignone, bella città medieva-le. Oltre alle notevoli testimonianzedel passato, ricorda il genocidio di cen-tinaia di ebrei avignonesi i cui nomisono incisi su una enorme lastra dimarmo posizionata lungo la rampa checonduce al parco cittadino che si trovaalle spalle del palazzo dei papa. Primadi rientrare in Italia, decidiamo diripercorrere la straordinaria Costa del’Esterel. Giunti vicino a St.Raphael,un cartello segnala il Memoriale delloSbarco Alleato presso la spiaggia “LeDramont”. Qui, al centro di un ampiopiazzale, un basamento in pietra, sup-porta un mezzo da sbarco a mo dimonumento; a lato di questo, una targaricorda l‘avvenimento il 15 agosto1944. L’operazione chiamata in codice“Anvil-Dragoon” vide la partecipazio-ne di quasi 500.000 uomini, tra cui20.000 partigiani, in prevalenzaMaquis francesi ma anche numerosiitaliani, già militari appartenenti allaIV Armata dell’esercito italiano occu-pante che, per scelta ideale, tolte lestellette, si unirono alle forze della resi-stenza transalpina.

24-

RESISTENZAOrgano dell’A.N.P.I. Provinciale di BolognaVia San Felice 25 - 40122 BolognaTel. 051.231736 - Fax [email protected]

Direttore responsabileEzio Antonioni

Comitato di redazioneRemigio Barbieri (redattore), Ermenegildo Bugni (coordinatore), Paola Coltelli, Giancarlo Grazia, MassimoMeliconi, Lino Michelini, Nazario SauroOnofri, Gabrio Salieri, Renato Sasdelli

Segretario di redazioneAntonio Sciolino

Con la collaborazionedi Cooperativa Manifesta

Registrazione al Tribunale di Bologna n. 7331 del 9 maggio 2003Stampa: Tipografia Moderna s.r.l. Via dei Lapidari 1/2, 40129 BolognaTel. 051.326518 - Fax 051.326689

Viaggio per turismo consapevole

Un itinerario in Provenza nei luoghi della Storia

Gianpaolo Baffè

RESISTENZA n. 4 2011:Layout 1 2-09-2011 14:28 Pagina 24