Resistenza n. 2 - anno 2009

28
Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno VI - Numero 2 - Aprile 2009 > segue a pagg. 27 e 28 > segue a pag. 2 POSTE ITALIANE Spa - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 comma 2 aut. N. 080016 del 10/03/2008 - DCB - BO Verso la Conferenza nazionale di organizzazione Una nuova stagione dell’ANPI P ER L’ASSOCIAZIONE Nazionale Partigiani d’Italia si è aperta una nuova stagione”: così inizia il documento per la Conferenza nazionale di organizzazione, che si terrà il 26-27-28 giugno prossimi a Chianciano. E’ stato approvato all’unanimità dal Comitato Nazionale. Prosegue il testo: “In un Paese colpito da una grave crisi economica e sociale ove la destra al governo, forte della Aprile 1945: il 21 a Bologna, il 25 in Italia L’entusiasmo dei bolognesi all’ingresso delle truppe liberatrici. Nella foto in via Rizzoli all’altezza di Piazza Re Enzo i bersaglieri del “Goito”. Con loro anche i soldati del Gruppo di Combattimento “Legnano”, “Folgore” e “Friuli”. (foto Edo Ansaloni). > pag. 6-7 A DERENDO alla lettera dell’ANPI con la quale si invitano le assemblee elettive di Bologna e provincia a pronunciarsi sul progetto di legge della destra politica italiana tesa a equiparare i partigiani, i militari dell’eser- cito di liberazione e quelli deportati nei lager tedeschi, ai repubblichini di Salò, il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Emilia- Romagna ha depositato il testo di una mozione affinché se ne discuta. Tale progetto è in discussione nella Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Nel documento è detto che è inconce- pibile la equiparazione, la quale preve- de l’istituzione dell’Ordine del Tricolore, attribuisce indistintamente il titolo di cavaliere e un miglioramen- to del trattamento pensionistico. Perciò viene chiesto alla Presidente dell’Assemblea legislativa, Monica Donini, di mettere in calendario il dibattito, affinché venga espressa “la più ferma contrarietà a questo provve- dimento e ad intervenire in ogni sede – sottolinea il documento – affinché la proposta di legge venga ritirata o respinta dal Parlamento italiano” qua- lora essa venga portata in aula dai pro- ponenti. Il testo del gruppo PD in Dopo l’invito dell’ANPI provinciale a sindaci e presidenti Pronunciamenti nei Consigli contro gli “onori” ai fascisti Si chiede che il progetto di legge della destra venga depennato dai lavori della Commissione Difesa della Camera dei Deputati e comunque non venga portato in aula Lettera al segretario del PD Franceschini (a pag. 21)

description

Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno VI - Numero 2 - Aprile 2009

Transcript of Resistenza n. 2 - anno 2009

Page 1: Resistenza n. 2 - anno 2009

Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno VI - Numero 2 - Aprile 2009

> segue a pagg. 27 e 28

> segue a pag. 2

POST

E IT

ALI

AN

E Sp

a -

SPED

IZIO

NE

IN A

BB

ON

AM

ENT

O P

OST

ALE

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46)

AR

T. 1

com

ma

2 au

t. N

. 080

016

del 1

0/03

/200

8 -

DC

B -

BO

Verso la Conferenza nazionale di organizzazione

Una nuova stagione dell’ANPI

PER L’ASSOCIAZIONE NazionalePartigiani d’Italia si è aperta unanuova stagione”: così inizia il

documento per la Conferenza nazionale diorganizzazione, che si terrà il 26-27-28giugno prossimi a Chianciano. E’ statoapprovato all’unanimità dal ComitatoNazionale.Prosegue il testo: “In un Paese colpitoda una grave crisi economica e socialeove la destra al governo, forte della

Aprile 1945: il 21 a Bologna, il 25 in Italia

L’entusiasmo dei bolognesi all’ingresso delle truppe liberatrici. Nella foto in via Rizzoliall’altezza di Piazza Re Enzo i bersaglieri del “Goito”. Con loro anche i soldati delGruppo di Combattimento “Legnano”, “Folgore” e “Friuli”. (foto Edo Ansaloni).> pag. 6-7

ADERENDO alla letteradell’ANPI con la quale si invitanole assemblee elettive di Bologna e

provincia a pronunciarsi sul progetto dilegge della destra politica italiana tesa aequiparare i partigiani, i militari dell’eser-cito di liberazione e quelli deportati neilager tedeschi, ai repubblichini di Salò, ilgruppo del Partito Democratico inConsiglio regionale Emilia-Romagna ha depositato il testo di unamozione affinché se ne discuta. Taleprogetto è in discussione nellaCommissione Difesa della Camera deiDeputati. Nel documento è detto che è inconce-pibile la equiparazione, la quale preve-de l’istituzione dell’Ordine delTricolore, attribuisce indistintamenteil titolo di cavaliere e un miglioramen-to del trattamento pensionistico.Perciò viene chiesto alla Presidentedell’Assemblea legislativa, MonicaDonini, di mettere in calendario ildibattito, affinché venga espressa “lapiù ferma contrarietà a questo provve-dimento e ad intervenire in ogni sede –sottolinea il documento – affinché laproposta di legge venga ritirata orespinta dal Parlamento italiano” qua-lora essa venga portata in aula dai pro-ponenti. Il testo del gruppo PD in

Dopo l’invito dell’ANPI provinciale a sindaci e presidenti

Pronunciamenti nei Consiglicontro gli “onori” ai fascistiSi chiede che il progetto di legge della destra venga depennato dailavori della Commissione Difesa della Camera dei Deputati ecomunque non venga portato in aula

Letteraal segretariodel PDFranceschini

(a pag. 21)

Page 2: Resistenza n. 2 - anno 2009

2-

Regione viene fatto conoscere a tutti i60 consigli comunali della nostra pro-vincia. Si attende da essi una sollecitapresa di posizione.Il Gruppo del Partito democratico nelConsiglio Comunale di Bologna haconsegnato al presidente il testo di unordine del giorno firmato da LeonardoBarcelo e Davide Ferrari da sottoporreall’assemblea cittadina affinché uniscail suo giudizio negativo al più vastomovimento. Si invitano altresì i parla-mentari eletti in Emilia-Romagna adopporsi nelle sedi pertinenti al proget-to iniquo. Il documento, nella sedutaconsiliare del 16 febbraio scorso, èstato approvato col seguente esito: afavore i 13 presenti dei gruppi diPartito Democratico e SinistraDemocratica; contrari i 2 presenti diForza Italia. Il Consiglio Provinciale di Bologna– su 26 presenti – ha approvato con 19voti della maggioranza di sinistra,contrari i 7 della destra, assente ilgruppo Italia dei valori, un ordine delgiorno col quale condanna il tentativodi revisione della storia del nostropaese, “e considera inaccettabili da unpunto di vista morale e politico, uninsulto di dimensioni smisurate neiconfronti di tutte quelle persone chedurante la repressione nazi-fascistafurono oggetto di persecuzione e vio-lenze (perseguitati politici, deportati epartigiani), il cui risultato spesso trovòcompimento nella perdita della vita dimolti di loro”. Aggiunge il testo che“in tutta Europa non esiste Paese cheabbia attribuito premi o riconosci-menti a coloro che si batterono assie-me ai nazisti”. Inoltre, tenuto conto che l’Associa-zione Italiana dei Partigiani (ANPI)assieme a quella dei perseguitati anti-fascisti (ANPPIA) e dei deportati(ANED) hanno manifestato sdegno erigetto nei confronti del Disegno diLegge di cu sopra, poiché non ritenutotollerabile che la storia venga sovverti-

ta per un mero tornaconto politico,peraltro perpetrato a scapito dellamemoria di tutti quegli uomini equelle donne che per l’ideale dellaLibertà persero la vita, “esprime indi-gnazione nei confronti della propostaavanzata in Parlamento dal Popolodella Libertà, considerato anche il tri-buto morale e umano che la nostraProvincia ha pagato a causa della follianazi-fascista”.Infine la maggioranza del Consiglioprovinciale “invita altresì la Giunta amanifestare solidarietà nei confrontidelle associazioni ANPI, ANPPIA eANED che per prime hanno manife-stato sdegno nei confronti della propo-sta avanzata dal PdL ed i Presidenti delSenato della repubblica e della Cameradei Deputati, affinché detto disegno diLegge venga rigettato da tutti i ramidel Parlamento italiano”.Ancora a Bologna, il Consiglio del

> segue da pag. 1

Quartiere San Donato ha votato unordine del giorno con il quale stigma-tizza “l’ennesimo tentativo di revisio-nismo storico col quale il centro-destravorrebbe accreditare i repubblichininella storia d’Italia e sconvolgere in talmodo le radici stesse della Repub-blica”. Sottoposto a votazione, su 11presenti, 9 hanno votato a favore e 2contrari: rispettivamente, questi ulti-mi, della Casa della Libertà e delGruppo misto.Il Consiglio comunale di SassoMarconi ha preso posizione, con lamaggioranza dei suoi componenti,come lo aveva già fatto nel 2004 inoccasione del primo tentativo di farpassare il progetto legge, riaffermandol’impegno a proseguire affinché “nonvada perduto un ingente patrimoniodi valori e di civiltà”. Si chiede perciòal Parlamento “di adoperarsi affinchéla proposta di legge n. 1360 non sia

Pronunciamenti

Lettera dell’ANPI regionaleal segretario PD Franceschini

Il Comitato regionale emiliano-romagnolo dell’ANPI ha inviato, perdeliberazione assunta nella riunione a Bologna del 25 febbraio scorso laseguente lettera, firmata dal presidente William Michelini, al segretariodel Partito Democratico.

Caro Dario Franceschini, la scelta da te fatta, a un giorno dall’incarico affidatoti di segre-tario del Partito Democratico, di giurare fedeltà alla Costituzione davanti al castelloEstense a Ferrara, nel luogo dove i fascisti repubblichini fucilarono cittadini solo colpevoli di

essere antifascisti, trova nella nostra Associazione pieno consenso, tanto da manifestarti pubblicamen-te l’approvazione per il gesto simbolico compiuto, unitamente alle parole sulla democrazia e laicità eResistenza che hai espresso.Nel contempo l’ANPI ti chiede d’intervenire per non far approvare dal Parlamento ild.d.l.n°1360, che vuole istituire “L’ordine del Tricolore”; ovvero che vuole equiparare ipartigiani ai repubblichini di Salò concedendo a entrambi un riconoscimento, anche pecu-niario, al merito militare. Ti chiediamo un intervento forte e che coinvolga le strutture delpartito che dirigi, anche a livello decentrato: province, comuni, circoscrizioni.Già l’Associazione si è mossa denunciando che mai accetterà un simile falso storico, e gliex presidenti Ciampi e Scalfaro hanno sostenuto che la proposta del centro-destra vuol fardimenticare che la repubblica di Salò appoggiò con la sua azione la causa dei nazisti ecommise atti di crudeltà e ferocia contro partigiani e civili italiani.Il d.d.l. n°1360 oltre ad essere una forte provocazione, dimostra che oggi c’è un autorita-rismo strisciante che vuole ritornare sulla scena con tutti gli onori.Caro segretario, auguri di buon lavoro in un momento in cui il paese vive una crisi gra-vissima, economica e democratica, morale e di progettualità”.

Page 3: Resistenza n. 2 - anno 2009

proprio impegno, dedicato ai temidella memoria, perché non vada per-duto un ingente patrimonio di valori eciviltà, che sono gli elementi fonda-mentali della nostra Repubblicademocratica”. Il testo reca la firma dei consiglieriMauro Barnabè, Elena Costa, LuigiBacci. A San Giorgio di Piano un ordine delgiorno che condanna come “inaccetta-bile attribuire la qualifica di combat-tente a chi appoggiò la causa dei nazi-sti che occupavano il nostro paese”, èstato approvato dalla maggioranza inConsiglio comunale. La minoranzanon ha partecipato ai lavori.A Medicina la seduta del Consigliocomunale ha esaminato il testo dell’in-vito dell’ANPI a prendere posizionesulla pretesa della destra di equipararei partigiani ai fascisti. E’ stato votatoun ordine del giorno – approvato con14 voti dei gruppi di Centro sinistra eRifondazione e due contrari della Listacivica di opposizione – che invita ilParlamento a respingere tale progetto.Analoga presa di posizione delConsiglio del Quartiere Reno diBologna. Dei 15 componenti hannopartecipato alla seduta 11 appartenen-ti ai gruppi consiliari Centrosinistraper Reno e Lista Civica. Il documentoè stato approvato con voto unanimedai presenti.

trasformata in legge dello Stato”. Voto favorevole del gruppo di centro-sinistra Uniti per Sasso Marconi,astensione di un consigliere del grup-po Alleanza Nazionale, voto contrariodei gruppi di minoranza Forza Italia,Per Sasso Marconi, AlleanzaNazionale.Il sindaco di Galliera GiuseppeChiarillo ha fatto sapere per lettera alpresidente dell’ANPI di condividerepienamente il rifiuto del progettolegge del centro-destra e di portarequanto prima in Consiglio comunaletale tema, affinché l’intera popolazionesia resa edotta.Il Consiglio Comunale di Minerbiocon n. 11 voti favorevoli e n. 2 contra-ri esprime indignazione e preoccupa-zione:• per il tentativo posto in essere dalla

maggioranza parlamentare al fine dirimuovere dalla memoria degli ita-liani, soprattutto nei giovani, l’orro-re e l’errore del ventennio fascista edella guerra;

• per il tentativo di porre gli apparte-nenti alla Repubblica di Salò allostesso livello ideale di chi liberò ilPaese dal nemico.

Si chiede inoltre “di inviare il testodella volontà del Consiglio questoordine del giorno al Presidente dellaCamera affinché intervenga per depen-nare e bloccare la discussione dellaproposta di legge n. 1360”; chiedealtresì di inviare il testo della volontàdel Consiglio alle Istituzioni compe-tenti, alle Associazioni interessate eall’Associazione Nazionale deiComuni Italiani affinché in ogniConsiglio Comunale se ne prendavisione e si possano avviare pacifiche,ma determinate azioni di protesta ditutti quei cittadini che ancora hanno acuore la democrazia e la libertà”.Ad Imola un ordine del giorno in talsenso è stato votato e approvato con ivoti di tutta la maggioranza (la mino-ranza non si è presentata alla seduta),col quale si aderisce all’appello lancia-to dal vicepresidente vicariodell’ANPI nazionale, sen. RaimondoRicci e dal presidente dell’ANPI pro-

3 -

vinciale William Michelini. Col docu-mento si “chiede ai Parlamentari dellaRepubblica italiana, di adoperarsiaffinché la proposta di legge 1360 nonsia trasformata in legge dello Stato edinoltre di provvedere a mezzo di piùrapidi ed opportuni strumenti legisla-tivi, e al Parlamento di approvare ade-guati stanziamenti da destinare allecelebrazioni della Festa nazionale del25 aprile 2009 in occasione del sessan-taquattresimo anniversario dellaLiberazione”. Infine è rivolto l’invito “all’Ammini-strazione comunale di proseguire nel

Incontro tra ANPIe Partito Democratico

SU RICHIESTA della Federazionebologna del Partito Democratico siè svolto il 17 marzo scorso nella sede

ANPI di via della Zecca, 2 un incontrotra la delegazione del PD con il segretarioAndrea De Maria e una delegazione del-l’associazione partigiani e antifascisti. Ilsegretario ANPI William Michelini haesposto i problemi dell’attualità politica,economica e sociale, sottolineando in par-ticolare la neccessità dell’appoggioall’iniziativa in corso contro il progetto

legge della destra tesa ad equipara-re i partigiani ed i repubblichini.Michelini ha dichiarato inoltre chel’associazione si riserva di valutarecompiutamente i programmi deipartiti in ordine alle prossime ele-zioni europee ed amministrative.De Maria dal canto suo ha tratteg-giato a larghe linee l’azione su cuisi muove in PD in difesa dellademocrazia e della legalità repub-blicana.Tra le parti vi è stata una sostanzia-le concordanza sui temi discussi.

Tesseramentoall’ANPI 2009

L’ANPI provinciale ha lanciato lacampagna del tesseramento 2009.Oltre al rinnovo delle adesioni pre-cedenti, che si aggirano attornoalle seimila, l’invito attuale è rivol-to alle nuove generazioni alle quali,affiancate agli anziani partigiani, èattribuito il titolo di antifascisti.L’ANPI provinciale è in via dellaZecca 2 a Bologna. Telefoni e postaelettronica nel box a pag. 24 diquesta rivista.Adesioni inoltre presso le sezioniANPI nei quartieri cittadini e neicomuni del territorio della pro-vincia.

Page 4: Resistenza n. 2 - anno 2009

PER TENERE sotto controllo ilpolso della situazione, con partico-lare riferimento al mondo del

lavoro, la Guardia nazionale repubblicanaebbe il compito di trasmettere a Mussolininotiziari giornalieri. All’indomani degliscioperi del 1 marzo 1944 a Bologna,furono inviati i rapporti che qui seguono,tratti dal blocco novembre 1943/giugno1944. Not. 2-3-44, pp. 20-21 (U).Il 1° corrente, in Bologna, istigati daelementi comunisti, i tramvieri hannoattuato lo sciopero parziale in segno diprotesta per il mancato pagamentodelle 192 ore lavorative e per i dissidisorti con l’azienda tramviaria circa iltrattamento economico.Alle ore 7.30 del 1° detto, gli operaidelle officine Calzoni hanno iniziato losciopero, lamentando la mancatadistribuzione da 5 mesi dei copertoniper biciclette. Infatti da 5 mesi l’asse-gnazione mensile di 3000 copertoninon veniva ritirata per sabotaggio. IlCapo della Provincia (attualmente ilprefetto – ndr) ha subito mandato aritirare i 15.000 copertoni che verran-no subito distribuiti. Gli operai lamentano inoltre che gliorganizzatori sindacali non si sono maivisti e non hanno convocato le com-missioni di fabbrica per conoscere lenecessità delle categorie.Not. 3-3-44, p. 19 (S).Il 1° corrente, alle ore 10, le maestran-ze della ditta Ducati di Borgo Panigale

si al lavoro da alcuni sovversivi.Intervenuti sul luogo il Federale, ilSegretario dei Sindacati e un ufficialesuperiore germanico, e spiegata lasituazione attuale e il valore del prov-vedimento relativo alla socializzazionedelle fabbriche, le operaie hanno ripre-so il lavoro. Si è provveduto alla costi-tuzione della mensa aziendale e delladistribuzione di gomme per biciclettee della razione supplementare ditabacchi. Not. 3-3-44, p. 4 (O).Negli ambienti competenti diBologna si è dell’avviso che il provve-dimento concernente la socializzazionedelle industrie andrebbe conveniente-mente illustrato alle maestranze opera-ie da parte di elementi particolarmen-te adatti a combattere la propagandasovversiva che, con ogni mezzo cercadi svalutarne la portata, facendolaapparire come un ripiego del Governoallo scopo di attrarre gli operai verso ilnuovo ordine di cose. Not. 3-3-44, p. 36 (V).Negli ambienti interessati di Bolognaserpeggia malcontento perché l’asse-gnazione per la vendita di coperture ecamere d’aria per biciclette non ver-rebbe effettuata con criteri di equità.In particolare si commenta sfavorevol-mente il fatto che nell’assegnazione digennaio u.s. le 1800 coperture desti-nate a quella provincia sia state distri-buite a due sole ditte e precisamenteN. 1000 alla ditta Botti e 800 alla

4-

iniziarono lo sciopero, riprendendo illavoro alle ore 11.15 per imposizionedelle forze armate germaniche.Il 1° corrente, alle ore 10.15, inBologna, 600 operai delle officineMeber (Weber-ndr) iniziarono lo scio-pero, in segno di protesta per la man-cata distribuzione dei grassi dei mesidi gennaio e febbraio. Intervenuta laGnr (Guardia nazionale repubblicanandr) gli operai furono indotti a ripren-dere il lavoro. Arrestato un sobillatore,noto comunista, e fermati i compo-nenti la commissione di fabbrica. Not. 4-3-44, p. 22 (U).Il 1° corrente, in Bologna, 150 dipen-denti della ditta “C.M.A.” sospesero illavoro dalle ore 9.30 alle ore 9.45 perottenere miglioramenti economici.Con il pretesto dei disagi alimentarihanno puree abbandonato il lavoro lemaestranze del calzaturificio Monta-nari.Sembra che a un segnale convenutotutti gli operai dei vari stabilimentiaffluiranno al centro. In città si notavivo fermento. Not. 5-3-44, pp. 9-10 (R).Il 2 corrente, in Castelmaggiore, lemaestranze femminili (circa 100 ele-menti) della società Vitam iniziaronolo sciopero in segno di protesta per lamancata distribuzione dei grassi. Perl’intervento tempestivo delle autoritàle operaie furono indotte a riprendereil lavoro.Le maestranze del calzaturificioMontanari sono state impedite a recar-

Gli scioperi del marzo 1944 nei notiziari a Mussolini.

Uno smacco cocente per tedeschi e fascisti

Nel 65° anniversario degli scioperi operai del 1° Marzo 1944 egiorni seguenti nelle fabbriche bolognesi, l’ANPI provinciale, loSPI-CGIL metropolitano, l’Associazione di studi storici sindacali“Paolo Pedrelli” hanno indetto una manifestazione pubblica il 17marzo scorso, alle ore 17, nella Cappella Farnese di Palazzod’Accursio. Il tema portante è: “Il lavoro per la libertà e la democrazia”.

Hanno parlato: Sergio Cofferati, sindaco di Bologna; Carlo Ghezzi, presidente della Fondazione nazionale “GiuseppeDi Vittorio”; Lino “William” Michelini, presidente dell’ANPIprovinciale; Bruno Pizzica, segretario generale del SPI-CGIL. Hacoordinato Elisabetta Perazzo, responsabile dell’Archivio storicosindacale dell’Associazione “Paolo Pedrelli”.

Page 5: Resistenza n. 2 - anno 2009

dola alla concezione nazionale dellavita.Not. 28-3-44, p. 8 (O) Bologna.Fra gli operai addetti al Pirotecnico(dal dopoguerra ORMECO, officinariparazione mezzi corazzati, poi STA-

5 -

ditta Sita. Uguali lagnanze si ebberoanche nelle precedenti assegnazioni. Not. 5-3-44, p. 23 (U).Da Bologna viene segnalato che lemaestranze hanno sospeso il lavoronella quasi totalità.Not. 8-3-44.I recenti scioperi, attraverso i contattiche appositi fiduciari hanno preso conl’elemento operaio, rivelano lo statod’animo degli operai stessi.Abbandonato dalla nostra propaganda- quella fattiva svolta diuturnamente esenza speciali apprestamenti – conti-nuamente sottoposti al martellaredella propaganda sovversiva e antina-zionale, avvelenati e disillusi dai pre-cedenti esperimenti, che gli operaidefiniscono con disprezzo “sindacatifascisti”, essi hanno finito per esseretrascinati dalla prepotenza e dalla vio-lenza di quei pochi sovversivi che lot-tano per partito preso, ma con violen-za ed estrema decisione. (…) Gli ope-rai affermano poi – e questo è piùgrave – di avere ormai riconquistato lalibertà si sciopero e se ne avvarrannotutte le volte che avranno qualcheragione da far valere, dimostrando conciò di non avere alcuna fiducia nel-l’opera della Repubblica. Soltanto unapronta opera di persuasione può impa-dronirsi dell’anima operaia, riportan-

VECO – ndr), circola insistentementela voce che il 29 corrente verrebbesospeso il pagamento, agli operai celi-bi, d’indennità giornaliera spettante ailavoratori in sede dichiarata zona per-manente di sfollamento.

Un aspetto della Ducatidi Borgo Panigale dopoil bombardamento del12 ottobre 1944. Iquadrimotori americania ondate successive,durate un’ora,sganciarono 100 bombe. I reparti di produzionefurono sfollati aBazzano e Crespellanononchè in alcunelocalità del nord.Buona parte delmacchinario venne, constratagemma, asportatoin accordo tra i Ducatie il comitato clandestinodella Resistenza enascosto in scantinati dicittà . La fabbricaoccupava 6000 addettie dipendevadall’autorità militaretedesca. L’1 marzo1944 per soffocare losciopero le SSminacciarono di fucilare10 operai.

Riceviamo e con piacere pubblichiamo:

Carissimi,siamo i delegati sindacali FIOM-CGILdell'azienda G.D di Bologna.Vi informiamo che da oggi, a seguitodella risposta positiva di Anna Cocchi(vice presidente ANPI provinciale, presi-dente della sezione anzolese, ex sindaco diAnzola Emilia – ndr) alla richiestadella nostra delegata Sandra Sandrolini,sul sito internet dei Delegati FIOM-CGIL della G.D, sarà possibile visiona-re il n° 1/2009 del vostro periodico"RESISTENZA".Come abbiamo già detto ad Anna, questaidea ci è venuta per tentare di dare lamassima visibilità possibile, presso ilavoratori della G.D, alla vostra impor-

Posta elettronica“Resistenza” nel sito dei delegati FIOMdella fabbrica G.D.

“RESISTENZA”, cosa che contiamo diripetere anche con i prossimi numeri cheusciranno.

Sinceri saluti.

L'indirizzo del sito internet è:http://digilander.libero.it/fiomgd/

“RESISTENZA” la trovate alseguente indirizzo:http://digilander.libero.it/fiomgd/comitato.html(un suggerimento: il file è in PDF e“pesa” 5,1mb, se non avete una con-nessione “veloce” vi conviene visio-narlo scaricandolo sul vostro PC)

tantissima attività di difesa della libertàe come memoria storica di un passato dicui andiamo veramente orgogliosi e chevorremmo venisse tramandato alle genera-zioni future. Nel 2008, durante la com-memorazione al monumento allaResistenza che si trova nella sede dellaG.D di Anzola, alcuni di noi si sono tes-serati all'ANPI, adesione che senz'altrorinnoveremo anche quest'anno in concomi-tanza con la suddetta.Vi ringraziamoquindi per la vostra disponibilità alasciarci pubblicare sul nostro sito

Page 6: Resistenza n. 2 - anno 2009

ÈGIÀ IN LARGA parte preparatoil programma delle manifestazionicelebrative del 64° anniversario

della liberazione di Bologna e del territoriodella nostra provincia , avvenuta il 21aprile 1945, e dell’insurrezione vittoriosain tutto il resto delle regioni del nord data-ta quattro giorni dopo, il 25 aprile. Ecconele scansioni, che saranno integrate con ele-menti particolari e definitivi, a cura delComitato provinciale della Resistenza edella lotta di Liberazione che è l’organiz-zatore.MARTEDI’ 21 APRILE – Ore 12.30a Palazzo Malvezzi, (Via Zamboni,13), residenza della Provincia: conse-gna del Premio “Diana Sabbi” istitui-to nel 2006 è promosso dalla Provinciadi Bologna in collaborazione conl’Università degli Studi di Bologna econ l’ANPI per onorare, nel nome diDiana, il percorso democratico delledonne bolognesi. Si tratta del conferi-mento di un premio alla migliore tesidi laurea riguardante la Storia delledonne, dei movimenti , delle resisten-ze e dei modelli femminili in età con-temporanea, conparticolare riferi-mento al periododella seconda guerramondiale e dellaResistenza.Ore 18.30 nel-l’Auditorium “EnzoBiagi” in Sala Borsa(Piazza Nettuno),incontro sul tema:“Partigiani dellascuola pubblica.Storie di maestri e diResistenza”.Conduce Elisa Dor-so. Letture di IlariaNeppi e FrancescaCiampi; interventimusicali di AnnaMalservisi, GianPaolo Paio e CarloLoiodice.Ore 18,30 al Museodella Resistenza (ViaS. Isaia,20), inaugu-

razione della mostra: “ArgentinaAltobelli e i suoi tempi. Una protago-nista delle lotte sociali e dell’emanci-pazione femminile tra Ottocento eNovecento”. Dal 21 aprile al 9 mag-gio. È promossa dalla Cgil Emilia-Romagna – Fondazione ArgentinaBonetti Altobelli.SABATO 25 APRILE, ore 10, chiesadi Santo Stefano (piazza omonima),deposizione di una corona di alloro allapidarium dei Caduti.Ore 10.30 in Piazza Nettuno: alzaban-diera, rende gli onori il picchetto mili-tare. Deposizione di corone ai Sacraridei Caduti e alle lapidi dei militari delCorpo Italiano di Liberazione ed exinternati nei lager. A seguire celebra-

zione ufficiale: oratore Monica Donini,presidente dell’Assemblea Legislativadella Regione Emilia Romagna.Ore 12 nel Giardino di PortaSaragozza omaggio alla memoria dellepersone omosessuali deportate e uccisenei lager nazisti.Ore 15 nelle vie del centro cittadinoconcerto di bande musicali.Ore 15 ancora in Piazza Nettuno, pre-sentazione del progetto “La Mia VitaCome Un Romanzo” a curadell’Associazione culturale Zoè -Biblioteca Vivente che si prefigge loscopo di recuperare la Memoria del 25aprile direttamente dalla testimonian-za di coloro che ne furono protagoni-sti, per tramandarla nello spazio e nel

tempo.”, a curadell’Associazioneculturale Zoè. Ore15.30 in PiazzaMaggiore, arrivodella “Staffettadelle donne controla violenza sulledonne” organizzatasotto gli auspicidell’Unione DonneItaliane. Si trattadi un evento ini-ziato il 25 novem-bre scorso con ilquale si intendedenunciare ognigiorno la violenzache colpisce bam-bine e donne diogni età.Ore 19, in PiazzaNettuno, cerimo-nia solenne del-l’ammaina ban-diera.

6-

Ormai definiti i programmi per il 64° anniversario

Il 21 e 25 aprile 1945i giorni della Liberazione

Resistenza: itinerariin città e dintorni

Per opportune informazioni sugli itinerari relativi ai luoghi dellaResistenza bolognese, utili per scolaresche impegnate in approfondimen-ti dei loro studi, suggeriamo i seguenti luoghi:• Museo della Resistenza e della Lotta di Liberazione, via Sant’Isaia n. 20,

tel. 051/3397250;• Sacrario dei Caduti Partigiani, piazza Nettuno;• Monumento dei Caduti di Sabbiuno di Paderno, via di Sabbiuno 13

(fuori porta San Mamolo), tel. 051/589130. Per visite guidate rivolger-si a ISREBO, via Sant’Isaia n. 20, tel. 051/330015;

• Tiro a segno, via Agucchi n. 98, tel. 051/381422, 051/382306;• Porta Lame, epicentro dell’omonima battaglia del 7 novembre 1944;• Monumento ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna;• Museo-Memoriale della Libertà, via Giuseppe Dozza n. 33, tel.

051/6272232. (Proprietà privata).• Caserme rosse (concentramento rastrellati, smistamento e deportazione

nei lager), via di Corticella n. 147, zona Bolognina. Informazioni:Armando Sarti, tel. 347/5147365; e-mail: [email protected]

• Ex carcere di San Giovanni in Monte, piazzetta omonima.Testimonianza protagonista William Michelini, ANPI provinciale, tel.051/231736, 051/235615.

Page 7: Resistenza n. 2 - anno 2009

7 -

IL 25 APRILE p.v. alle ore 10.30, conritrovo presso l'ingresso principale delCimitero monumentale di Via della

Certosa, 18, si svolgerà una visita guidatasu “Arte e Libertà. La rappresenta-zione collettiva della Resistenza” conPatrizia Cuzzani e Luca Pastore ed inparticolare sarà presentato ilMonumento ai partigiani Caduti perla libertà. Inaugurato il 31 ottobre 1959, ilmonumento fu voluto dal sindacoDozza che diede l’incarico a PieroBottoni (Milano 1903-1973), unodei maestri dell’architettura delXX secolo ed esponente di spiccodel Razionalismo in Italia, moltovicino alle posizioni di LeCorbusier. Interpellato su comerealizzare l’opera rispose “andandosotto terra con i morti”. Il concet-to che Bottoni ha voluto esplicita-mente affermare riguarda il signi-ficato simbolico del monumento:quei partigiani morti per noidovevano risvegliarsi con il ritor-no alla democrazia.

L’opera in cemento e metallo è statamodellata come un tronco di cono conuna base sotterranea alla quale si acce-de con due scale. Lungo un muro cir-colare sono sistemati i cinquecento

i nazifascisti arruolandosi tra i parti-giani della Brigata Modena dellaDivisione “Armando”. A seguito diuno scontro con i tedeschi, il 14 luglio1944 cadde in combattimento neipressi di Sestola.Solo dopo un anno i suoi resti furonotraslati a Bologna, il 31 dicembre1945, senza un riconoscimento preci-so.Sempre nell'ambito della ricerca dielementi di conoscenza sul passato di

questo partigiano, è stata effettuatauna approfondita indagine telefonicaalla “caccia” del cognome Bruno esono stati rintracciati i suoi parentidiretti che oggi risiedono a Ostra inprovincia di Ancona. Il 21 aprile alle ore 10.30 pressol'Ossario dei Partigiani della Certosa siterrà una cerimonia alla presenza di unrappresentante del Comune diBologna, del Presidente dell’ANPIWilliam Michelini e dei familiari, nelcorso della quale sarà scoperto simbo-licamente il loculo con il nome com-pleto del caduto e deposta una coronaalla sua memoria.

Antonio Sciolino

Il 25 aprile visita al monumento ai partigiani caduti

“Arte e Libertà” in Certosa

NELL'OSSARIO dei Partigianidella Certosa di Bologna sonoricordati 554 caduti nella Lotta

di Liberazione. Ma sul loculo numero 52compariva solo il cognome “Bruno” e perlungo tempo non si è saputo di chi si trat-tasse. Oggi, grazie alle ricerche effettuatedall'ANPI e dal Comune di Bolognasiamo in grado di affermare che si tratta diMichele Bruno un partigiano la cuiimmagine fotografica è presente nelSacrario di Piazza Nettuno. In particolare, dagli archivi dell'ANPIe dai dati cimiteriali, si è potuto rico-struire la storia di questo patriota.Nato a Trapani il 15 marzo 1926,Michele Bruno nel 1943 studiava aBologna e in questo ambiente maturòla decisione di aderire alla lotta contro

L’identità di unpartigiano

“riconosciuta”dopo 60 anni

loculi contenenti i nomi dei partigia-ni. Al centro una vasca conteneteacqua e cinque figure che si proiettanodal basso verso l’alto. Lungo il conoaltre statue ed infine le ultime figureall’esterno dell’imbuto che simboleg-giano l’ascensione al cielo. Sul perime-tro interno la frase che si ripete quat-tro volte e che può essere letta da qual-siasi punto “liberi salgono nel cielodella gloria”.

***A seguire una visita guidata alMuseo della Resistenza di Via S. Isaia, 20.

Sempre nell'ambito delle iniziati-ve per la festa della Liberazione,alle ore 11 il Museo dellaResistenza e la Biblioteca deiBambini del Quartiere Saragozzainvitano i bambini delle scuoleelementari ad assistere ad alcuneletture recitate ed a partecipare aduna caccia “al tesoro della demo-crazia” nelle sale del Museo, perun viaggio alla scoperta dei Dirittie Doveri dei Bambini.All'iniziativa parteciperanno ilPresidente del Quartiere e un rap-presentante dell'ANPI.

Veduta parziale dell’interno del monumento di Bottoni.

Page 8: Resistenza n. 2 - anno 2009

Comitato di Liberazione nazionaleCORPO VOLONTARI DELLALIBERTA’COMANDO MILITARE UNICOEMILIA ROMAGNA – S.I.M. (Servizio Informazioni Militari)Prot.t. 011 28 gennaio 1945AL QUARTIER GENERALEALLEATO SUA SEDE

L’OFFICINA SCIPIONI (SASIB)situata di fronte al lato Sud-Estdell’Ippodromo lavora con turno dinotte e di giorno. In origine detta offi-cina costruiva materiale ferroviario,attualmente costruisce pezzi di ricam-bio per artiglieria, tank, ecc.A.C.M.A. officina meccanica di preci-sione ha portato il suo macchinario inuna villa di S. Lazzaro, si costruisconopezzi per siluri volanti.Nessuna via ferrata è in funzione, anzi itedeschi hanno permesso alla popola-zione di svellere le traversine dei binari.CONSIDERAZIONI MILITARIBisettimanalmente inviamo le infor-mazioni concernenti le opere militaridel nemico, effettivi, ecc.Come considerazione generale possia-mo affermare che attorno a Bologna eImola non vi sono importanti posta-

zioni fortificate. In proposito, nei postidominanti, vi sono solo apprestamentiper piazzarvi mitragliatrici e pezzi diartiglieria, poche le fosse antitank, nonmolte le zone minate.Nei circoli militari dei comandi tede-schi si ironizza molto sull’asserzioneche essi: uno contro dieci immobiliz-zano due Armate Alleate (l’VIII^inglese sul versante Adriatico e la V^statunitense su quello tirrenico – ndr).Di fatto le Divisioni tedesche di que-sto settore sono ad effettivi moltoridotti, il morale della truppa è moltobasso. Un particolare: sulla linea del fronte,ogni soldato ha un’arma automatica,

8-

ciò determina un volume di fuoco chepuò indurre a credere che si sia inforze. In questi giorni circola in città la voceche i tedeschi si ritireranno al di là delPo, in effetti il nostro servizio infor-mazioni non nota apprestamenti delgenere.Sarà nostra cura dare maggiori dettaglise richiesti a tenere informazioni dellevariazioni che potessero avvenire inseguito a distruzione o rapine da partedei nazi-fascisti. Si da assicurazioneche il problema ospitaliero e quelloidrico stanno massimamente a cuore alC.d.L.N. (Comitato di LiberazioneNazionale ndr) che da vari mesi siinteressa della cosa.Gli Alleati a Bologna potranno pren-dere contatto col C.d.L.N. il quale hagià nominato tutti gli organi ammini-strativi della città.Troveranno a loro completa disposizio-ne il C.U.M.E.R.

Tre giorni dopo il CUMER ha inoltra-to questo supplemento

COMANDO MILITARE UNICOEMILIA-ROMAGNA S.I.M.Prot. 012/S 31 gennaio 1945

I messaggi del CUMER al Quartier Generale Alleato in vista della Liberazione della città.

«La Resistenza si opporrà ai tentativi di distruzione»

Previsti interventi per proteggere gli impianti civili, primariamente elettricità e rete idrica. Una città sovrapopolata di persone e bestiame affluite da montagna e pianura. Già nominati dal CLN

gli organi amministrativi di governo locale.

NEL NUMERO precedente di Resistenza (1, febbraio)abbiamo pubblicato la prima parte di una relazioneinviata dal CUMER (Comitato Unico Militare Emilia

Romagna) in data 28 gennaio 1945 al Quartier Generale Alleatoche l’aveva richiesta in data 27 dicembre 1944 tramite la clande-stina “Radio Mele” del partigiano bolognese FerruccioTrombetti, dislocata sulla montagna modenese. Ciò per sapere lo stato della città di Bologna, in previsione

della ripresa dell’attività bellica - dopo la lunga stasi inver-nale - e, di conseguenza, dell’arrivo di ingenti masse di sol-dati, una prevedibile quota di feriti, armi e veicoli. Vi èdescritto il quadro relativo a consistenza ospedaliera, dispo-nibilità idrica, sua potenzialità e qualità della rete.Riportiamo ora il seguito ed il termine del documento. Inaggiunta un ulteriore messaggio del CUMER datato 31gennaio 1945.

Nella foto: un esemplare di missile V2(detto anche “sigaro volante”), nella baseaustriaca di Ebensee, costruito in galleriescavate dai deportati di tutta Europa.Nella bolognese ACMA venivano prodottiparticolari di precisione.

Page 9: Resistenza n. 2 - anno 2009

nali infettive col sopraggiungere dellastagione calda.Per quanto riguarda la morbilità nonesistono attualmente in Bolognamalattie esotiche contagiose, qualicolera, tifo petecchiale, vaiolo.Qualche caso di tifo addominale, adecorso prevalentemente benigno, noneccedente le normali percentuali. Si

osserva invece un relativo aumento dicasi di difterite, anche in adulti. Anchequesta malattia è però tuttora conte-nuta in una percentuale non superioreal 12/15% in più degli scorsi anni.Data però la scarsità di siero curativo ela quasi assoluta impossibilità di rifor-nimento è da temersi una diffusione ditale malattia. L’attuale attrezzatura ospedaliera diBologna è complessivamente di letti3500 circa. È stata bensì previstal’apertura di nuovi ospedali ma non siè potuta effettuare per mancanza diletterecci. Qualora fosse possibiledisporre di adeguate attrezzature sipotrebbe costituire in Bologna unnumero di letti sicuramente doppio diquello attuale.

DISPONIBILITÀ E RISERVA DIMATERIALE FARMACEUTICONELLA CITTÀScarse le disponibilità soprattutto perquanto riguarda i sulfamidici e i disin-fettanti. Scarsissimo per i preparati dichinino e di jodio per i sieri e vaccini.Presso che inesistente la disponibilitàdi materia di medicazione, alcool, tin-tura di jodio, batteriofagi o disinfet-tanti intestinali, preparati vitaminici,steridrolo. Esiste invece una certariserva di medicinali vari, non ben pre-cisabili, dato che si tratta di materialeoccultato.

9 -

AL QUARTIER GENERALEALLEATO SUA SEDEA completamento delle notizie tra-smesse con nostra Prot. 011 del28/1/1945:CAMPI SPORTIVI:IPPODROMO (fuori Galliera, via diCorticella) Area interno campo circamq. 7.000. Esterno campo, entro ilrecinto, altri mq 2.500. Vari fabbrica-ti scuderie, locali coperti sotto tribune,energia elettrica per illuminazione edindustriale, fognature ed acquedotto.

APPROVVIGIONAMENTO ELETTRICOModeste le fonti locali di energia idri-ca e termica. Già attualmente tali fontisono quasi inutilizzabili in seguito abombardamenti aerei e distruzioni daparte dell’esercito di occupazione.Attualmente tutta l’energia provienedal Nord. Quindi al ritirarsi delletruppe di occupazione la città rimarràpraticamente senza energia elettrica. Per l’alimentazione dal Sud restano inefficienza soltanto trasformatori ditensione primaria di 50.000 V (Volt –ndr) che il Com. Tecnico del C.d.L.N.sta cercando di sottrarre alla distruzio-ne con buone speranze di successo.Potenza di tali trasformatori circa8.000 kw. (chilowatt – ndr). Occorreràperciò predisporre in conformità lelinee di alimentazione del sud.Il carico normale per la città diBologna è di circa 25.000 kw.

INFORMAZIONI SANITARIELe condizioni igienico-sanitarie sonoin complesso soddisfacenti, per quantol’abnorme agglomeramento di popola-zione (circa il doppio della normalità,in massima parte contenuta nella vec-chia cinta urbana), lo stato di rovinacompleta di certi quartieri a seguitodelle incursioni aeree, la presenza dibestiame in locali cittadini non ade-guati allo scopo, la quasi completaassenza di servizio di nettezza urbana,la presenza di gruppi di individui pro-venienti da zone di campagna doveesiste il tifo allo stato endemico, lasciaprevedere l’insorgere di forme intesti-

Posti di blocco tedeschi a tutte le porte di Bologna. Nella foto perquisizione dellaFeldgendarmerie a porta Santo Stefano per contrastare l’attività della Resistenza.

Il governo della cittàLa concorde azione dei partiti politicirese possibile già nello stesso giorno dellaliberazione di dare vita al governo deigangli vitali della città. Ingentissimi iproblemi, soprattutto concernenti il rifor-nimento dei generi alimentari, la salutedella popolazione, un tetto per i sinistra-ti, i servizi pubblici. Il Comitato ti libe-razione nazionale – che aveva già sceltoGiuseppe Dozza (comunista) quale sin-daco - a firma del presidente AntonioZoccoli (Partito liberale) e del segretarioVerenin Grazia (Partito socialista)emanò il decreto di nomina della caricadi prefetto Gianguido Borghese (Partitosocialista), questore Romolo Trauzzi(Partito d’Azione), Giorgio Melloni(Democrazia Cristiana) presidentedella Deputazione provinciale,Massimiliano Alberini Quaranta(Partito liberale) presidente dellaCommissione economica regionale – poiCamera di commercio.

Page 10: Resistenza n. 2 - anno 2009

ABBIAMO studiato il “Giornodella Memoria”, ovvero l’anni-versario della liberazione del

lager di Auschwitz, il più grande e temu-to campo di sterminio tedesco: nei suoiforni crematori sono morte migliaia dipersone ed è giusto ricordarle, è giustodare il proprio appoggio morale alle vitti-me e ai famigliari dei deportati deceduti osopravvissuti. Con la mia classe, la 3°C, abbiamoscelto di fare lezione cercando di capi-re non solo cos’è avvenuto durante laseconda guerra mondiale, ma anchecosa è successo in quei terrificanti luo-ghi inventati dalla macchina crimina-le nazista e chi sono stati i protagoni-sti, loro malgrado, della Shoah.Abbiamo commemorato il giornodella memoria guardando due film,uno è Schindler's list che parla di unimprenditore tedesco che spende tuttii suoi averi per salvare dei deportatiebrei da morte sicura; è un film moltotoccante perché fa vedere molte carat-teristiche del nazismo,ma essendo unfilm dà un’idea approssimativa di ciòche volesse dire vivere nei campi disterminio, che era quanto noi voleva-mo approfondire. Abbiamo quindi guardato un film-documentario The Last Days: qui sipercepisce veramente cosa fosse uncampo di sterminio, proprio perché visono raccolte le testimonianze di alcu-ni sopravvissuti di Auschwitz, ci sonomolte foto toccanti e sono foto vere. Le foto, le memorie dei sopravvissuti,tutto questo ci ha lasciato addolorati,ci ha lasciato una specie di vuoto den-

tro, avevamo bisogno di saperne dipiù. Infatti dopo aver visto i due filmle nostre teste erano piene di immagi-ni e sensazioni ancora prive di unsignificato preciso, parole inerenti aquel periodo di morte, a quelle perso-ne morte senza un perché. Mossi daquesta voglia di capire meglio, abbia-mo creato un Glossario della Shoah,cioè un cartellone su cui abbiamoscritto le parole più significative ericorrenti sulla Shoah con la relativaspiegazione del significato, cosa che ciha consentito di farci un quadro abba-

stanza completo del fenomeno. Maqualcosa rimaneva indietro: uno scartodi emozioni e dolore che non avevauna spiegazione razionale, per cuialcuni degli alunni, su suggerimentodell’insegnante, hanno dato voce aqueste emozioni immedesimandosinei panni di un deportato ed interpre-tando una parola o una sensazione diun vocabolario tutto soggettivo e par-tecipato.Lo si legge nelle frasi seguenti questanota.

*Insegnante di letterenella scuola media “Zanotti”

ORROREIl freddo di questo inverno è pungen-te, la fame ci domina, siamo tutti pellee ossa. Quando finirà questo orrore?Arriverà qualcuno a porre fine a tuttoquesto ?

Valentina INFERNOSiamo ammassati come bestie in que-

10-

DIGRAN-DE inte-

resse le lezioni-testimonianze nellescuole che la sezio-ne ANPI “GiannaTaroz-zi” della zona Barca di Bologna, adintegrazione dello studio della storia con-temporanea, che avviene sotto la guidadegli insegnanti. Finora si sono svolte nellescuole medie “Giuseppe Dozza”, “F.M.Zanotti”, “G.B. Martini” ex annessa alConservatorio. E’ stata nostra cura offrire ilmassimo di qualità dei contributi: parti-giani, deportati nei lager, magistrati,pubblici amministratori. Gli studenti(classi II e III, in taluni casi anche di I)dimostrano un notevole interesse perquanto viene fatto loro conoscere. Si regi-stra infatti non solo attenzione alle paroleche vengono loro dette, ma anche un’atti-va partecipazione nella forma delle

domande che loro stessi rivolgono agliospiti.I quali sono stati – gli altri od in occa-sioni diverse - i partigiani MarioAnderlini (ascolto divertito del rac-conto dello stratagemma che egli usòper depistare i fascisti: la stampa diuno pseudo ricordino funebre a luidedicato dalla famiglia), ArmandoGasiani e Remo Zanna (partigiani edeportati nei lager tedeschi), GabriellaZocca (staffetta della 63^ Brigata“Bolero” nei colli bolognesi), il presi-dente del Quartiere Reno VincenzoNaldi e la consigliera MarisaGuidoreni, la giudice Maria Acierno,

Lezioni con ex partigiani, deportati, m

Cosa fu il nazifascismo? LGli anni della dittatura e dell’occupazione. Un laboratorio in

Alessandro

Riflessioni degli alunni della scuola media “Zanotti”

“Abbiamo tratto il desideriodi saperne ancora di più”Dalla visione ragionata di un film edi un documentario è scaturito un glossario della Shoah. Emozioni e sensazioni scritte sul foglio.

Prof. Stefania Sgrò*

> segue a pag. 12

Page 11: Resistenza n. 2 - anno 2009

11 -

la giudice Matilde Betti, l’assessorecomunale dott. Libero Mancuso, exmagistrato, così come il dott. ClaudioNunziata.Alla “Dozza” è stato costruito un labo-ratorio intergenerazionale dal titolo “Ilfilo della memoria”. Gli studenti, coa-diuvati dai docenti, sono stati parteattiva recitando ognuno, in avvicenda-mento, brani dei lavori realizzati ingruppo, sulla base delle testimonianzeudite e delle ricerche compiute suidocumenti. Tra questi ultimi il fami-gerato “Manifesto sulla purezza dellarazza” emanato dal regime fascista il14 luglio 1938 (in Germania nel

1933), da cuipartì lo stermi-nio di ebrei, zin-gari, omosessua-li. Si sono avvi-cendati Marika,Christian, Sou-

hail, Arianna, Martin, Alice, Federica,Cecilia, Matteo, Denisa, Rebecca,Lorenzo, Leila, Jonathan, Leonardo,Alessia, Chiara, Margherita, Zahid,Leonardo, Gioia, Giovanni, Wahidur,le cui letture hanno particolarmentetoccato gli animi e le menti.Parecchie classi delle scuole mediedella zona verranno accompagnate inqueste settimane a Monte Sole perlezioni all’aperto sui luoghi della strza-ge di Marzabotto e sui temi della pace.

* Segretario della Sezione ANPI Barca

ti, magistrati, amministratori pubblici

? Lo raccontano i testimonio intergenerazionale alle scuole “Giuseppe Dozza” della Barca

ndro Masi *

FRUTTO dell’incontro per la gior-nata della Memoria, vi invio alcunelettere dei ragazzi delle classi 1 ,̂ 2^

e 3 ̂ della scuola “G. B. Martini”, peresprimere il senso profondo che la vostrapartecipazione assume ogni volta che ciincontriamo, con voi che accettate di veni-re ad arricchire le nostre lezioni.Grazie per il prezioso contributo dellavostra testimonianza alla didatticadella storia, affinché essa possa esserenon solo appresa, ma anche compresa,per non dimenticare.

*Insegnante di lettere della scuola “G. B. Martini”

Scrivono gli alunni:Abbiamo compreso molto“Che cos’è la giornata della memoria”.E’ questa la domanda che molti bam-bini rivolgono ai propri genitori inquesta particolare occasione i quali, avolte, non sanno rispondere esatta-mente e, per fare in modo che i bam-bini possano impararla e a loro voltaspiegarla ai loro figli, la nostra scuolaha organizzato, come già da qualcheanno, questo incontro. Abbiamo ospi-tato Alessandro Masi, segretariodell’ANPI della Zona Barca QuartiereReno, Armando Gasiani, deportatopolitico e la giudice Maria Acierno.La testimonianza di quegli eventi ci ha

colpito soprattutto per la crudeltà chesubirono milioni di persone ormaiprive di identità, senza più nome,capelli, età e sesso. Il sig. ArmandoGasiani ci ha raccontato la sua espe-rienza di partigiano, deportato all’etàdi 17 anni nel campo di Mauthauseninsieme al fratello Serafino. La scarsitàdi cibo, la carenza di condizioni igieni-che, la privazione di abiti idonei alletemperature, l’obbligo di lavori pesan-ti, provocarono la morte di milioni dideportati tra cui suo fratello. La condi-zione di sottomissione e umiliazionesubita, aveva provocato uno stato diannullamento della persona e delladignità umana. Questi uomini sonostati protagonisti involontari della tra-gedia nazifascista. Possono raccontarcile loro esperienze con ricordi chiari estampati nella memoria come in unlibro di dolore. Abbiamo anche visto epercepito le emozioni di ricordi dolo-rosi provati da Armando Gasianidurante la proiezione del filmato che,anche se un po’ impressionante, ci hadato la consapevolezza di quel terribilepassato. La giudice Acierno ci ha intrattenutosul contenuto delle leggi razziali e sullastesura ufficiale della CostituzioneItaliana che ha visto riunite tutte leforze politiche antifasciste. Abbiamocompreso il valore delle norme conte-nute nella Costituzione perché da essaderiva la nostra libertà, la nostra sicu-rezza e il rispetto dei diritti umani e delcittadino. L’esperienza vissuta ha avutoun forte impatto su tutti i ragazzi dellascuola, che si sono sentiti motivati ealcuni sono riusciti ad esprimere i lorovissuti e ad aprirsi per merito di questaesperienza. Anche per questo vogliamoringraziarvi per la vostra testimonianzache ci offre sempre un’occasione diriflessione e maturazione consapevoledella conoscenza storica. Un grazie par-ticolare ad Alessandro Masi che ciaccompagna in tante esperienze legatealla nascita della nostra Repubblica.

Gli alunni della scuola secondariadi 1° grado “G.B.Martini” I.C.

n°6 di Bologna.

Lettere di ragazzi della scuola media “G. B. Martini”

“Sono lezioni viveche ci fanno capire”

Prof. Maria Novella Romandini*

> segue a pag. 12

Page 12: Resistenza n. 2 - anno 2009

12-

sto campo di concentramento: quisporcizia e morti ovunque e corpischeletrici. Qualche pezzo di pane nonsfama. Spero di non essere strappatoalla mia vita e alla mia famiglia.Quest’inferno deve finire: la speranzanon morirà con me.

Matteo

BAMBINI Il treno corre veloce…un rumoreassordante copre il pianto dei bambinie li fa sentire lontani.

Sara

SPORCIZIASiamo in un carro bestiame, tuttiammassati da giorni: è caldo. Sul trenonon si respira per la puzza dei nostriescrementi. Non c’è aria! Non respiropiù! Spero di poter arrivare alla fine diquesto interminabile viaggio.

Martina

FANGOMi trovo in mezzo a persone scheletri-che, indossano tutte un pigiama arighe bianche e blu: ci navigano den-tro. Ho paura di essere strappato allamia famiglia e di essere condotto allamorte. Mentre cammino tra il fangoed il freddo penso a come abbia fattoDio a permettere tutto ciò; poi notodei soldati che mi si avvicinano: cometrovano il coraggio di uccidere dei lorosimili?

Salvatore

PREGHIERAPer favore soldati …pietà…date a miofiglio un pezzo di pane lo pagherò conla mia vita…vi chiedo solo questo…

Matteo

SPERANZASono qui, in mezzo alle ceneri deimorti, so che tra poco toccherà a me.Spero solo che quest’incubo finiscapresto…ma com’è possibile tutto ciò?Di tanta speme, questo solo mi resta:che possa uscire vivo da qui, mio buon

Dio,donami almeno questo, dopotanta sofferenza e dolore!

Giacomo

LAVOROAppena arrivato al campo avevo paura:le persone con i capelli rasati,magre,ma avevo soprattutto paura difinire in una camera a gas…ma poi hopensato che un giovane di vent’anninon l’avrebbero mai ucciso. Dopo unmese ho desiderato solo di mori-re…piuttosto che continuare a lavora-re in questo posto.

Davide

RASSEGNAZIONESono immerso nella sporcizia e neiresti umani. Non so quanto tempo mirimane, oramai quelli che conoscevosono tutti morti, non so più dove sonoi miei genitori. Mi assalgono pensieriterribili sulla loro fine. Non ce la fac-cio più a sopportare la sofferenza nelpensare ai giorni felici a casa con lamia famiglia. Non meritiamo tuttoquesto, nessuno lo merita! Non riescopiù a dormire: se questo è la vita chedevo vivere, preferisco morire per tro-vare almeno un po’ di sollievo.

Serena

MORTEMi sento attraversare da un freddocalore e mi accorgo che sono mortomentre la neve mi rincorre piano pianoe ricopre ogni mia traccia.

Yuri

P.S. L’incontro è stato molto istruttivoanche sul piano umano tanto che desi-deriamo allegare alcuni scritti di trenostri compagni della 1°A, due deiquali stranieri. Il primo originario delKossovo che esprime quale può essereil significato di questa esperienza perun ragazzo che ha vissuto il traumadella guerra e dell’emigrazione. L’altrodi una compagna brasiliana che valo-rizza tutto ciò che ci appartiene, ma dicui non sempre ricordiamo l’impor-tanza. Infine la lettera di una compa-gna italiana che ci ricorda che il razzi-smo non si è chiuso solo dietro i can-celli dei campi di sterminio.

NON SI DEVE ODIARENel giorno della memoria, sono venu-ti in classe a parlare del fascismo con iragazzi un avvocato, un partigiano, eun signore che era stato in un campodi sterminio. Fra questi, quello che mi ha colpito dipiù è stato il partigiano perché hadetto che, nella vita, non si deve odia-re nessuno. Questa frase mi è piaciutamolto perché spesso io litigo con imiei genitori e dico che li odio. L’odio è un sentimento molto brutto enon bisogna confonderlo con la rabbia.L’odio può portare a compiere delleazioni brutte e violente, com’è succes-so nel periodo del fascismo.

> segue da pag. 10 > segue da pag. 11

Saperne di più Lezioni vive

Gli studenti dellescuole medie“GiuseppeDozza” hannotratto dallelezioni gli spuntiper consolidare iloro pensieri inuna serie dicartelloni, di cuiqui un esemplare.

Page 13: Resistenza n. 2 - anno 2009

Invece di odiare bisogna capire e cono-scere chi è diverso da noi o chi ha ideediverse dalle nostre. Io molte volte mi arrabbio con chi nonsi comporta come me o mi offende, madevo cercare di avere più pazienza.Se penso bene, credo di non aver maiodiato nessuno e sono molto contentodi questo.Spero di non odiare mai nessuno espero che nessuno odi me.(Testo originale nel contenuto.)

Safquet Zorjani (Lapi) I^A

STORIE CHE CI INSEGNANOIo mentre sento tutte le brutte storieche assomigliano ad incubi, visto quel-le facce senza speranze, persone che alposto dei nomi hanno i numeri e alcu-ni di noi che non sono soddisfatti deipropri nomi. Molte persone a quel-l’epoca sono morte di fame e noi chenon siamo soddisfatti di ciò che man-giamo, loro darebbero qualsiasi cosaper mangiare, i legumi e le verdureche noi rifiutiamo. Molte personeuccise nella camere a gas, darebberoqualsiasi cosa per avere la vita cheabbiamo. Immaginate quanti bambini

e ragazzi vorrebbero essere a studiareinvece che morire di fame e di sete. (Testo originale nel contenuto.)

Rebecca Gregorio Mendes Da SilvaI^A

QUANTO NAZISMO ANCORASono contenta che siano venutiIl sig. Masi, la sig.ra Acierno ed il sig. GasianiE di quello che ci hanno dettoNon me ne laverò mai le mani!

Ho visto uno spettacoloA dir poco indecente,ho visto uccise,torturate ed affamateuna moltitudine di povera gente!

E questo perché?Per un capriccio dei nazisti;occhi azzurri e capelli biondi…razza di egoisti!!

Approfittandosi del fattoChe i diritti umaniNon erano messi per iscritto

Loro misero in attoLe loro ingiuste leggiCommettendo Un orribile delitto!!

Ma dopo sei milioniDi ebrei e di altri sterminati,la legge ha fatto la sua parte,li ha processatiE CONDANNATI!!

Ma neanche una condanna Può riscattareTutti quei perseguitati,perché a loro i diritti umaniSONO STATI NEGATI!!

Ma il razzismo esiste ancoraE sta anche nel ragazzoChe dà fuoco allo stranieroE si diverte come un pazzo…(Testo originale sia nella forma che nelcontenuto.)

Camilla Marabini I^ A

Bologna, 27 gennaio 2009

13 -

NE L L ’ A U D I T O R I U Mdell’Istituto comprensivo“Falcone-Borsellino” di Mont-

erenzio è stato presentato il DVD realiz-zato da studenti e loro insegnanti, con unaricerca iniziata nell’anno scolastico 2006-2007 e conclusa al termine del 2008 suglieventi bellici e sulla condizione di vitadella popolazione nel periodo 1944-1945della Seconda Guerra Mondiale nel terri-torio. Dalle vive testimonianze delle per-sone di quella generazione, rilasciate aigiornalisti in erba, in video-interviste,emerge un quadro per gli adolescenti deltutto inedito che ha destato un vivacissimointeresse, tant’è che si è pensato ad unaserie di riproduzioni. Il progetto è statopromosso dalla direzione Museo dellaResistenza di Bologna, dall’Anpi provin-ciale (cui si deve un adeguato contribuito)e colto con impegno dalla allora presideFilomena Massaro e dai docenti in parti-colare la prof.ssa Caterina Taglioni, che

hanno indirizzato e assistito i ragazzi. Ora si lavora per trovare ulteriori fondiper poterne distribuire copie ad ampioraggio.Seguiranno altre nuove iniziative per iragazzi di Monterenzio, promossedall’Anpi Comprensoriale di Loiano,Monghidoro, Monterenzio e SanBenedetto Val di Sambro sul tema“Guerra, pace e integrazione”. La prima si è svolta il 23 febbraio scor-so, sempre nell’auditorium del com-plesso scolastico “Falcone-Borsellino”,con la visione di un video del registaDavide Masi, intitolato La Forza delRicordo, girato in treno durante unviaggio verso Auschwitz, con il gior-nalista e scrittore Carlo Lucarelli. E’

stata aperta a genitori e cittadini.Anche il nome Auschwitz ha una sto-ria. Il luogo è ubicato nella Poloniameridionale, all’epoca era un piccolocentro di nome Oswiecim; trasformatoin tedesco con l’occupazione nazista,diventato poi tristemente noto duran-te la 2° guerra Mondiale. Nella zonafurono attivati diversi campi di con-centramento. La seconda è prevista per il 23 maggio2009: escursione a Monte Sole convisita guidata, per iniziativadell’Istituto, ora diretto dalla nuovapreside prof.ssa Rita De Matteo e conl’intervento dell’ANPI provinciale, incollaborazione col Comune diMonterenzio.

Felicita Cosentino

Col contributo dell’ANPILa guerra a Monterenzioin un video della scuola

Page 14: Resistenza n. 2 - anno 2009

BATTERSI affinché i principiinformatori della Guerra diLiberazione divengano elementi

essenziali nella formazione delle giovanigenerazioni”: così dice lo Statutodell’ANPI e così in tanti vogliamo percontinuare a radicare la democrazia nelnostro Paese.Ma davvero principi e valori possonoessere insegnati? E come fare per evita-re che questo insegnamento assuma laforma di un “catechismo laico” che dàpochi frutti, che sa di retorica, che nonincide nei comportamenti dei ragazzi edelle ragazze? Quale il ruolo della scuola in tuttoquesto?Cominciamo intanto dalla scuola cheha, per missione, tre doveri: istruire,socializzare, educare.Sull’istruire non ci sono dubbi: lascuola è il luogo in cui si trasmettonoi saperi, le conoscenze organizzate indistinte discipline. C’è chi critica l’ec-cesso di frammentazione del sapere,ma nessuno può discutere questo com-

pito essenziale della scuola.Il lavoro per la socializzazione è ancorpiù evidente oggi con l’inserimentodei bambini e dei ragazzi che vengonoda altri Paesi per i quali l’ingresso ascuola diventa un vero e proprio “bat-tesimo” in un ambiente diverso daquello familiare. Ma la socializzazioneè sempre stato compito della scuolapubblica ed uno dei suoi grandi valoririspetto alle scuole private in cui, pro-prio per scelta, ci si trova, nella grandemaggioranza dei casi, fra “simili”.Sulla funzione educativa della scuola ladiscussione è più aperta proprio perchél’educazione è per eccellenza dedicataalla trasmissione di valori e di princi-pi. Altre “agenzie” formative ricopro-no (e pretendono) questa stessa funzio-ne: la famiglia, naturalmente, maanche la Chiesa, meglio dire le Chiese.Siamo convinti che alla scuola pubbli-ca competa l’educazione ai valori costi-tuzionali che fondano la nostraRepubblica, a principi informatoridella Guerra di liberazione, come dice

14-

lo Statuto dell’ANPI, che devonodiventare comune riferimento per igiovani cittadini. I primi tentativi di inserimento dell’“educazione civica” risalgono alla finedel 1943 su proposta del colonnelloamericano, divenuto allora responsabi-le dell’educazione nell’Italia liberata,con l’intenzione di defascistizzare lascuola. All’introduzione effettiva dellamateria nei programmi scolastici sidedicò Aldo Moro nel 1958, ma, nelcorso degli anni, l’insegnamento nonha mai davvero messo radici: spesso èstata una disciplina laterale, seconda-ria, subordinata alle materie “forti”.Lo stesso decreto Gelmini prevede unasperimentazione nazionale sul temadella “Cittadinanza e Costituzione”:stiamo a vedere cosa succederà vistoche l’insegnamento dovrebbe com-prendere anche “l’educazione ambien-tale, alla salute e quella stradale”. Uncurioso assortimento!Altre esperienze si stanno diffondendo- non senza difficoltà - come conse-

L’INVITO rivolto dall’ANPI pro-vinciale ai lettori e amici di soste-nere con sottoscrizioni per la nostra

rivista è favorevolmente accolta.Pubblichiamo pertanto un nuovo elenco diquanti, a vario titolo, si sono uniti genero-samente alla risposta. Lo faremo natural-mente nei numeri seguenti di“Resistenza”. Ci incoraggia nel lavoro la considera-zione per il ruolo che essa svolge permantenere viva ed alta l’azione demo-cratica per l’attuazione completa dellaCostituzione, contro gli attacchi di

destra che mirano a demolirla. La sezione ANPI del quartiere Porto aricordo di Sonilio Parisini, cui la sezio-ne è intestata, e dei partigiani delquartiere che non sono più con noi,sottoscrive euro 50.Francesco Franzoni sottoscrive per"Resistenza" 50,00 euro in ricordodella moglie Domenica Musconi.

Vinka Kitarovic, Bologna, euro 40Sez. ANPI Castenaso, euro 1000 Michele Campanella, Monzuno, euro 50Domenico Grillenzoni e IdaPanzacchi, Bologna, euro 10 Il contributo di 150 euro versato dallasezione ANPI Barca si è avvalso anchedelle sezioni di Casalecchio di Reno eMarzabotto. A cinque anni dalla sua scomparsa,avvenuta l’8 aprile 2004, i familiariricordano Luigi Arbizzani con profon-do, immutato affetto.Katia Arbizzani, Bologna, euro 30

Sottoscrizioniper “Resistenza”

La storia nella scuola

Insegnare valori e principii della nostra Costituzione

Mauria Bergonzini

Page 15: Resistenza n. 2 - anno 2009

proprio alle ideologie. Ivalori invece sono propriocose concrete che si tradu-cono nei comportamentidi ogni giorno e che sonoanche molto utili, adognuno di noi, nelmomento in cui bisognaprendere una decisione ofare una scelta. Più difficile è, spesso, esse-re coerenti con i valori acui ci riferiamo: “la coe-renza - ha scritto il magi-strato Gherardo Colombo

- significa riempire le leggicon il proprio comportamento, la pro-pria attività, il proprio rispetto nellaquotidianità, consapevoli che, in casocontrario, le regole resterebbero letteramorta”.Ecco allora il valore dell’esempio comestrumento per allevare i giovani: chiha un qualche ruolo educativo sa chenon c’è nulla di più potente e traspa-rente dei nostri comportamenti quoti-diani.Da qui anche l’immensa responsabili-tà della nostra scuola.

ragazzi e con una capacità di argo-mentare che faccia nascere l’interesse,che apra alla riflessione. Forse serveuna “cassetta” di esempi, di fatti di cuisi parla ordinariamente nel quotidia-no, da usare sotto la guida dell’inse-gnante per pensare insieme, per rico-noscere i molti punti di vista, per apri-re alle domande scomode, quelle chefanno scoprire il significato (ma anchespesso i diversi significati) dei valori eli fanno risaltare nella loro concretezza.Già, i valori spesso ci sembrano coseastratte, più legate agli ideali se non

guenza di una raccomandazio-ne del Consiglio d’Europa: ilgoverno dello stato federale diBerlino (a guida socialdemo-cratica) ha recentemente resaobbligatoria in ogni scuolal’”istruzione etica” per diffon-dere i valori etici laici univer-salmente conosciuti e lo stessoè avvenuto in Spagna. Inentrambi i casi non poche criti-che sono state sollevate dalleIstituzioni religiose che hannovisto in questo un ridimensio-namento dell’ “ora di religio-ne”, divenuta facoltativa.Insomma, al di là delle affermazioni diprincipio, siamo ancora di fronte aduna materia controversa, che divide eche non viene universalmente conside-rata come strumento per comprendereil sistema dei diritti-doveri di cittadi-nanza e per fare proprio il significatodei valori e delle regole del vivere civi-le in democrazia.Come educare ai valori, ai principidella nostra Costituzione? So poco dipedagogia. In ogni caso penso che ivalori si possono trasmettere attraversoil dialogo ragionato ed aperto con i

15 -

(Ideazione e realizzazione grafica di Gabriele Sossella)

UN FRUTTUOSO scambio cul-turale è avvenuto poco tempoaddietro tra giovani di due realtà

diverse che si sono confrontati sui rispet-tivi territori. Si tratta di un gruppo diragazze e ragazzi di Castenaso i quali, conla collaborazione dell'ANPI locale, hannoospitato un gruppo di coetanei delQuartiere ZEN di Palermo: è stata avviatauna collaborazione fin dal maggio 2008,nell'ambito di un progetto di “turismoresponsabile”. La comitiva siciliana haapprofondito varie tematiche del nostroterritorio.Partendo da una sensibilizzazione suitemi dello stragismo, con la visita allastazione centrale di Bologna, i paler-mitani hanno preso contatto con ilmondo della cooperazione recandosi alCentro Nova per incontrare alcunidirigenti di Coop Adriatica che hannoillustrato loro il quadro generale, ilruolo e le attività delle cooperative.

Un altro aspetto importante trattatonel corso di questa visita è stata lamemoria storica dell'Antifascismo edella Resistenza spiegato proprio dallavoce di coloro che hanno vissuto quel-la pagina gloriosa della nostra realtà :la voce dei partigiani. Il riscontro èstato più che positivo. I ragazzi eranorealmente presi dai racconti di OlindoPazzaglia, Gaetano Viaggi e ArnaldoTomesani che hanno parlato della bat-taglia di Fiesso e di Vigorso (i tedeschiuccisero i componenti di una famigliacontadina e fucilarono dodici partigia-ni caduti prigionieri) e del duro ed

epico scontro di Ca di Malanca, sullamontagna in provincia di Ravenna. Illoro interesse si è manifestato condomande per conoscere i dettagli e ledinamiche della guerra partigiana e dicome i nostri combattenti erano riu-sciti a scampare alle rappresaglie nazi-fasciste, senza tralasciare gli eventi tri-sti e le amare sconfitte.Insomma una esperienza da ripeterealla quale è seguita una visita deinostri giovani di Castenaso alla città diPalermo che ha suscitato altrettantointeresse e attenzione nei confronti diuna realtà complessa dove diventadeterminante il ruolo delle nuovegenerazioni.

AssociazioneLegame Legalità e Memoria

Scambio culturale:tra i giovani

di Castenaso e di Palermo

Page 16: Resistenza n. 2 - anno 2009

16-

IL PROCESSO in corso a Veronainnanzi al Tribunale militare (presi-dente il dott. Vincenzo Santoro,

Pubblico ministero il dott. Marco DePolis) che vede imputato l’ex SS tedescocapitano Manfred Schmidt, novantase-ienne, uno dei responsabili dell’efferatoeccidio di tredici partigiani consumato il 9ottobre 1944 a Casalecchio di Reno, faemergere, udienza dopo udienza, tuttol’orrore della pratica vendicativa dei nazistiche opprimevano il nostro paese con l’au-silio attivo dei fascisti. Hanno reso testi-monianza partigiani che riuscirono a sot-trarsi alla cattura dopo l’aspro combatti-mento di Rasiglio, nelle alture di SassoMarconi. Uno di essi, Remo Zanna, haraccontato alla corte di aver visto l’assas-sinio del prete di Tignano. Sono statiascoltati familiari delle vittime costituitisiParte civile, così come il Comune diCasalecchio, Provincia di Bologna,

in quanto ufficialmente addetto allospionaggio delle SS, in realtà passavale notizie alla corrispondente organiz-zazione americana in cambio dell’im-punità a guerra finita. Nell’agenda deltribunale, dopo l’udienza del 25marzo, figurano in aprile quelle riser-vate all’istruttoria dibattimentale.Resistenza ha pubblicato (n.1 febbraio2009) un’intervista al’avv. Speranzonisulle caratteristiche del processo; gliabbiamo chiesto un ulteriore appro-fondimento dell’importante materia,ottenendo un nuovo colloquio, di cuidiamo di seguito conto.D: Per quali ragioni, a suo parere,questo processo non è, e non sarà,un “processo politico”? E per qualiragioni, secondo lei, questo potràsembrare o diventare un “processopolitico”?R: Il processo di Verona è un processoe null’altro. Non è poco, tuttavia, datoche l’insabbiamento dei fascicoli ne haimpedito lo svolgimento per quasi ses-sant’anni. Non è politico e non lo sarà,perché i criteri di formazione dellaprova e le garanzie difensive saranno lestesse di qualsiasi altro processo pena-le. C’è inoltre un altro fattore da con-siderare: proprio per la gravità dei fattie proprio perché un processo per cri-mini contro l’umanità ha un’indubbiaimportanza pubblica, mi aspetto che ildifensore dell’imputato dia battagliasu tutto.Ciò è avvenuto nel processo per i fattidi Marzabotto dove ho difeso 83 fami-liari delle vittime e dove i difensoridegli imputati arrivavano ben prepara-ti. Non dimentichiamo che in quelprocesso, a fronte di 10 ergastoli defi-nitivi, vi son state anche 7 assoluzionidefinitive. L’unica accezione ammissi-bile dell’aggettivo “politico” ritengovada ricercata nel significato grecodella parola: Polis, Città. E’ cioè unprocesso che riguarda un crimine cheha leso i principi fondanti la democra-zia, in un momento in cui la democra-zia stava nascendo. Il processo, essendopubblico, è perciò rivolto alla “Città”.La prova penale ed il suo raggiungi-mento è tutt’altro.

Regione Emilia Romagna, assistiti gliuni dall’avv. Andrea Speranzoni e glienti locali dall’avv. GiuseppeGiampaolo. Tra gli altri è stato ascol-tato in aula lo storico Paolo Pezzino,che ha studiato approfonditamente legesta criminali degli Schutz Staffeln,specie nell’Appennino tosco-emiliano.La difesa dell’imputato ha chiamato atestimoniare a discolpa un altro ex SSvivente, Paul Rosch, di Klagenfurt,Austria, all’epoca radiotelegrafista eoggi di 86 anni. La sua deposizione eraprevista per il 18 febbraio scorso, macostui non si è presentato. Avrebbedovuto raccontare che il cameratacapitano Schmidt era un benemerito,

Il processo alle SS nel Tribunale militare di Verona

Eccidio di Casalecchiouna “tardiva attualità”Quando i documenti furono occultati nell’armadio della vergogna. Come spazzare via la polvere della Storia, ulteriore conversazione

con l’avv. Andrea Speranzoni

Foto in alto: l’aula del Tribunale,durante un’udienza. Sullo sfondo ilpresidente dott. Vincenzo Santoro, pubblicoministero e il dott. Marco De Paolis

Page 17: Resistenza n. 2 - anno 2009

giungere ad una conclusione del primogrado. Circa le vittime di questi reati,persone in carne ed ossa che ancora sof-frono e vivono il trauma per il loro vis-suto, credo che la scelta come avvocatodi parte civile di calare il processonella loro realtà personale, tralasciandoil “volar alto” della Storia con la Smaiuscola sia un’opzione non soloobbligata dalle regole del processo edal tema di prova costituito dal danno,ma anche un modo per consentire lorodi raccontare.Il processo, poi, non ripete la storiadelle vittime, ma semmai ne rappre-senta la nascita da un punto di vistastorico. Un inizio, a ben vedere, nega-to per sei decenni.L’armadio della vergogna non ha dun-que rinchiuso solo i nomi e le indagi-ni verso gli imputati, ma anche la vitadelle vittime dei reati e le chances stes-sa di ottenere giustizia, superandoalmeno in parte il trauma vissuto.D: Esistono precedenti, analoghiprocessi per crimini compiuti in unperiodo bellico?R: In Italia negli ultimi 15 anni, dopola scoperta dell’armadio a Palazzo Cesia Roma (oggi sede della Corte Militaredi Appello) sono stati celebrati nume-

D: L’istruttoria e il dibattimentoprocessuale quale utilità lei ritienepotranno avere ai fini della scrittu-ra storica, della ricostruzione deifatti e della comprensione del con-testo socio-politico in cui quei fattisi sono compiuti? R: Penso che qualsiasi processo penaleper fatti così gravi, se corroborato daindagini fatte bene possa offrire fontidi indubbio interesse storico e possacontribuire a ricostruie il contesto diquei fatti.D: A suo parere, familiari, ammini-strazioni locali, associazioni chie-dono un processo e una sentenzaper “la Storia” o per esigenze legit-time di giustizia: tutelare i diritti epunire chi li offende?R: Credo che la risposta a questadomanda possa variare a seconda di chisia l’interlocutore. Tra i familiari dellevittime il pensiero più frequente chemi è stato riferito non è quello di “fareun processo alla Storia” o “vendicare”alcunché, ma è quello di ristabiliredelle responsabilità personali attraver-so il veicolo istituzionale rappresenta-to dalla giustizia. Arrivare al processodopo sessant’anni è stato un primo tra-guardo raggiunto, il prossimo sarà

rosi processi per crimini di guerra-cri-mini contro l’umanità; i precedentierano costituiti dal processo a caricodel Generale Simon del 1947, quello acarico del Maggiore Reder per i fatti diMarzabotto, quello a carico dell’SSHerbert Kappler per l’eccidio delleFosse Ardeatine a Roma. Altri prece-denti riguardarono l’eccidio diCaiazzo, quello della valle del Biois,quello delle Fosse Ardeatine (imputatiKarl Hass ed Erich Priebke) del 1994.Inoltre, più recenti, il processo a caricodi Friedirch Engel per il massacro di246 persone a Genova, quello a caricodi Michael Seifert per le torture ed imassacri compiuti nel lager diBolzano.Più in generale invece, la giustiziamilitare, oltre ai casi dei processidavanti alle Corti internazionali diNorimberga e Tokyo, ha una propriastoria sia in Paesi europei (il processodel 1987 contro l’ex SS Klaus Barbiein Francia ad esempio) che in paesiextraeuropei. Ulteriormente impor-tante è tutta la giurisprudenza via viaformatasi negli ultimi anni presso leCorti Internazionali chiamate a giudi-care crimini commessi nell’ambito diconflitti armati interni. In particolarepresso il Tribunale Penale internazio-nale per i crimini commessi nella ex-Jugoslavia negli anni ’90 (TPIJ), quel-lo per il Ruanda (TPIR) e presso laCorte Penale Internazionale (CPI).D: Io, però, ancora mi chiedo: queicapi d’imputazione per i fatti diMarzabotto o di Casalecchio, dalla“premeditazione” alla “crudeltà esevizie nei confronti di inermi cit-tadini” sono parte del significato di“guerra”, sono la guerra, o si puòdimostrare la responsabilità perso-nale di quei reati?R: Nel diritto bellico del tempo icivili non potevano essere consideratiparte di un conflitto. Anche la contro-parte belligerante, una volta neutraliz-zata e disarmata doveva essere sottopo-sta ad un trattamento previsto dallanormativa bellica in tempo di guerra.Sevizie esemplari, crudeltà nei con-

17 -

Alcuni famigliari delle vittime dell’eccidio, costituti in Parte Civile, mentre assistonoall’udienza. La presenza è sempre assai numerosa, assicurata con un viaggio in pullmandall’ANPI di Casalecchio > segue a pag. 18

Page 18: Resistenza n. 2 - anno 2009

fronti di persone catturate e disarmate,stupri nei confronti di donne inermi,l’uccisione indiscriminata di civili,donne, bambini ed anziani erano per lalegge penale interna ed anche per iregolamenti interni alle SS stesse deicrimini di guerra. Chi agiva secondoqueste regole di condotta non agiva inun contesto bellico, ma sapeva di agirein un contesto di gravissime violazio-ni. Ciò distingue l’azione bellica, fon-data su un equilibrio tra due parti bel-ligeranti ed un crimine di guerra. Lavittima di un crimine come quello dicui parliamo è totalmente nelle manidel proprio aguzzino quando il crimi-ne si consuma.D: Può chiarirmi il significato del-l’espressione da Lei usata all’udien-za del 9 Ottobre scorso “danno daperdita parentale”?R: Il danno da perdita parentale èquello subito da chi, in giovane età enell’ambito di crimini di indicibileportata ha visto cancellare in questeoperazioni di annientamento la pro-pria famiglia. Va inoltre consideratoche la famiglia stessa nel 1944 nonassomigliava a quella che sperimentia-mo oggi. Spesso le famiglie contadinedel tempo vedevano la convivenzasotto lo stesso tetto di almeno tregenerazioni di persone, erano inoltrenuclei più numerosi ed i legami socia-li erano improntati nel territorio anchedi Casalecchio ad una forte solidarietàche nasceva dall’esperienza delle fati-che del lavoro e dalla consapevolezzaprofonda che ognuno era importanteper l’altro. Il superstite, si è spessoritrovato a crescere in comunità spez-zate da questi crimini; in contesti cioèdove non è stato più possibile crescerenell’ambito dell’affettività familiare edallargata del tempo.C’è inoltre il danno che ciascuno hasubito dall’orrore generato dalle vicen-de. I traumi scaturiti da quei fatti sonoancora oggi parte dell’esperienza quo-tidiana delle vittime.D: Per Lei è stato, o sarà, moltoproblematico far sì che i testimoni

possano riferire i fatti impressinella loro memoria senza forti tur-bamenti emotivi?R: Le esperienze già concluse mihanno insegnato che il processo per ifamiliari delle vittime e per i supersti-ti è certamente un’opportunità, diottenere giustizia e, in una certa misu-ra, anche di raggiungere un supera-mento del dolore attraverso l’atto delraccontare.Si parla comunemente di memoria,racconto e ricordo, usando in modointercambiabile queste tre parole. Peril testimone penso che l’atto del ricor-dare significhi ripercorrere l’esperienzadel dolore vissuta. La parola deriva dallatino recordis, ritornare dalle parti delcuore, rimisurarsi con le emozioni pro-vocate dal lutto. Il ricordo diventa rac-conto nella dimensione pubblica del-l’aula d’udienza.In sostanza all’avvocato ed ai Giudiciinteressano i fatti narrati dal testimo-ne, ma è indubitabile che per il testi-mone, la storia narrata sia la propriastoria. I turbamenti emotivi senzadubbio ci sono stati, ma il mio compi-to è stato e sarà quello di evitarli nelmodo maggiore possibile ai miei assi-stiti.D: So del suo incontro con unaclasse della Scuola Media Galilei diCasalecchio.Che esperienza è stata per Lei?Quale valenza educativa, a suoparere, può aver avuto per ragazzie ragazze? R: L’incontro che c’è stato con alcuneClassi della Scuola Galilei diCasalecchio di Reno, è stato per mesorprendente. In questi incontri cercodi comunicare a questi giovani interlo-cutori la mia esperienza, mediata dalprocesso e dal ruolo che ricopro, mapur sempre esperienza umana. Ancheper me raccontare il processo è ricorda-re le parole nell’aula, nell’accezioneche suggerivo prima. I ragazzi inoltreproblematizzano molto di più degliadulti; hanno molta più capacità diinterrogarsi e di interrogare. Aprono lecategorie di pensiero attraverso il dub-bio. Una domanda che mi mise in dif-ficoltà fu: “come fa un essere umano a

non riconoscere in un altro una perso-na, ma una cosa?” Sarà anche compitodi questi ragazzi capire la realtà deicrimini contro l’umanità e conservarela memoria storica di quei fatti per tra-mandarla a chi verrà dopo.D: Un processo, da sempre nonsolo oggi, costituisce notizia assaiinteressante per i media, giornali etelevisione; e le questioni che ver-ranno dibattute sono diventateinteressanti anche per il cinema, enon solo per il cinema italiano. Lei crede che questo “Processo diVerona” riceverà l’attenzione deimedia? Potrà esserne condizionato?R: Processi per fatti così gravi ritengosia inevitabile ed opportuno venganoseguiti dai media e dall’opinione pub-blica. Non credo che ciò possa condi-zionare un risultato, credo invece possainformare in maniera compiuta ciò cheaccade nell'aula giudiziaria.Sono stati girati degli straordinaridocumentari sull’argomento dei cri-mini di guerra e sui processi che nesono seguiti. Sul processo celebrato acarico di Klaus Barbie vi è ad esempioil documentario di Mcdonald Il nemi-co del mio nemico, reperibile anche indvd. Sul processo di Marzabotto Lostato di eccezione, dei bolognesiMaccioni e Lepri rappresenta la realtàdell’aula ed il senso della testimonian-za delle vittime. Sulle fiction relativeall’argomento resto un po’ scettico eperplesso, anche perché tendono adallontanare nella percezione dello spet-tatore la realtà attuale delle vittimeche lo ripeto sono persone reali chevivono una propria condizione nel pre-sente. Vero è che l’interesse per lavarietà dei temi che entrano nel pro-cesso dovrebbe essere seguita congrande attenzione per la sua “tardivaattualità” e per le cause che hannogenerato tale ritardo.Il processo per i fatti di Casalecchio diReno nel panorama dei casi uscitidall’Armadio della Vergogna, ha unapropria peculiarità, che penso sarà unodei perni centrali dell’istruttoriadibattimentale.

(a cura di Paola Coltelli)

18-

> segue a pag. 17

Eccidio di Casalecchio

Page 19: Resistenza n. 2 - anno 2009

UN PATTO di collaborazione innome dei valori dell’antifascismosui quali si fonda la nostra

Costituzione, nona caso nata dalla Resistenza. Lo SPI (il sin-dacato dei pensionati della CGIL) el’ANPI di Bologna lo hanno sottoscrittopoco prima di fine 2008, condividendo lapreoccupazione per una situazione politicae sociale, segnata da una evidente derivaproprio sul piano dei valori di riferimentosui quali è stato costruita l’Italia del dopo-guerra. Sono i valori di democrazia, liber-tà, solidarietà, giustizia sociale cherischiano di restare titoli senza svolgi-mento in un Paese governato da una coa-lizione che dimostra di nutrire ben altrepreoccupazioni, con un presidente delConsiglio che non ha mai ritenuto di par-tecipare alle celebrazioni annuali del 25Aprile e un ministro della Difesa che pro-pone di mettere sullo stesso piano la lottadei partigiani per la liberazione del Paese equello di chi combatté per la Repubblicadi Salò, ultima, tragica (oltre che patetica)espressione del fascismo del ventennio. Gli effetti di questa deriva sono evi-denti e ricorrenti: episodi di “squadri-smo” militante si sono ripetuti negliultimi mesi, in varie città italianecompresa Bologna, mentre pacifichemanifestazioni di studenti adolescenti,a Roma, sono state aggredite da grup-pi di estrema destra.C’è bisogno, di fronte a tutto questo,di mantenere forte e chiara la memoriadi quello che è stato e di quello chevogliamo non accada mai più: l’Italiain mano ad un regime dittatoriale, lalibertà annullata, il Parlamento can-

cellato, cittadini perseguitati, lavora-tori licenziati fino alle persecuzionirazziali introdotte dalla sciaguratalegge del 1938 e viatico alla alleanzabellica con il nazismo di Hitler che ciportò alla catastrofe della secondaguerra mondiale, complici genocidiodi milioni di persone. Questo è dunque il senso del Patto:collaborare insieme per trasmetterememoria di quegli anni, della difficilericostruzione del Paese; rendere consa-pevoli le giovani generazioni dellafatica e della sofferenza che sta allespalle del benessere di oggi; fare inmodo che nessuno consideri comeacquisiti una volta per sempre i princi-pi della democrazia; contrastare chiun-que tenti di ignorarli o stravolgerli.Proprio in queste ultime settimane, ilpresidente Berlusconi ha avanzatol’ipotesi di una modifica della Cartacostituzionale che introduca anche inItalia, il Presidenzialismo; giustamen-te il presidente della RepubblicaNapolitano, e con lui molti esponentipolitici di opposizione, ma anche dimaggioranza, hanno bocciato una ideache ridurrebbe ulteriormente il pesodemocratico del nostro Paese.La Costituzione, i suoi principi fonda-mentali che continuano ad essere i piùavanzati d’Europa e del mondo, non sitoccano e tra essi c’è il delicato equili-brio dei poteri costituzionali, chegarantisce la tenuta stessa dell’assettodemocratico. Questo è un ulterioremessaggio che esplicitamente SPI eANPI insieme possono e devono lan-ciare ai più giovani, nelle Scuole

innanzitutto. Con la sottoscrizione delPatto, l’intero Direttivo dello SPIbolognese si è iscritto all’ANPI (e spe-riamo che molti iscritti all’ANPI deci-dano di iscriversi allo SPI) e tutti icomponenti dei direttivi e delle segre-terie delle 51 leghe sindacali territo-riali sono stati invitati a fare altrettan-to: un segno simbolico, ma concreto diattenzione e partecipazione. Del resto già qualche anno fa, ANPI eSPI avevano collaborato perchè ilComune di Bologna desse il giustoriconoscimento all’apporto dato allaguerra partigiana e alla liberazionedella nostra città, dai volontari dellaBrigata Maiella, formazione partigiananata tra i monti della Maiella, inAbruzzo e che sotto la guida di EttoreTroilo e di Domenico Troilo, risalì lacosta dell’Adriatico assieme alle forzedi varie nazionalità ed etnie che com-ponevano la VIII Armata Britannica,combattendo nelle Marche, poi nel-l’entroterra romagnolo ed emiliano aBrisighella, a Castel San Pietro, aBologna ed infine ad Asiago. Graziealla nostra iniziativa e alla sensibilitàdimostrata dalla Giunta Cofferati,oggi alla Brigata Maiella è intitolatoun Parco pubblico nel QuartiereSavena a testimonianza del sacrificio ditanti giovani per la libertà: tra essic’era anche mio padre, Umberto, cheha ricordato con grande orgoglio, finoai suoi ultimi giorni, quella esperienzae l’entusiasmante arrivo a Bologna lamattina del 21 aprile 1945, ricevendoil caloroso abbraccio, unitamente aglialtri soldati e partigiani dei Gruppicombattenti italiani e degli esercitialleati, dei cittadini che gremivano levie centrali.I nonni, i padri, i figli, e poi i nostrifigli e ancora, generazione dopo gene-razione: perché i valori dell’antifasci-smo non vadano perduti.

* Segretario generale SPI

19 -

Obiettivo primario: proteggere le conquiste democratiche

Un patto ANPI e SPI-CGIL(rivolto anche ai giovani)L’intero Comitato direttivo bolognese del sindacato pensionati si ètesserato all’associazione degli ex partigiani e antifascisti, ed un invitoa farlo è stato rivolto anche a quelli delle 51 leghe. Significativoricordo dei volontari della Brigata Maiella

Bruno Pizzica *

Page 20: Resistenza n. 2 - anno 2009

20-

Guccini e una poesia sui partigiani da lui cantata in “prima” al PalaDozza di Bologna il 5 dicembre 2008

“Ho scritto una canzone nuova su Pedro, Cassio, il Brutto”“Ogni tanto capita di scrivere una canzone nuova, e ho scritto una canzonenuova. O meglio, ho trovato una poesia scritta in dialetto bolognese e l'ho tra-dotta in italiano. Flaco ha musicato questa poesia in modo molto emozionante.Flaco ha musicato questi bellissimi versi, ed è una poesia che parlava della guer-ra partigiana, con dei personaggi che si chiamavano con dei nomi di battaglia:'Pedro', 'Cassio', 'il figlio del Biondo', 'il Brutto’. Siamo in un curioso periododi revisionismo, e siamo in un periodo in cui cercano…in cui qualcuno cerca diequiparare i combattenti della repubblica di Salò ai partigiani. Io dico che, contutti i distinguo, con tutta la retorica che c'è stata, lasciamo stare, lasciatemistare la Resistenza. La canzone si chiama 'Su in collina', e parla appunto di Pedro,di Cassio, il figlio del Biondo, il Brutto […]”

“Parole di Francesco Guccini da una poesia in dialetto bolognese di Gastone Vandelli.Musica di Juan Carlos Biondini – Edizioni Musicali l’Alternativa srl Bologna.

Su in collinaPedro, Cassio e poi me, quella mattinasotto a una neve che imbiancava tuttodovevamo incontrare, su in collina,l’altro compagno, figlio al Biondo, il Brutto

Il vento era ghiacciato, e per la schienasentivamo un gran gelo, da tremare,c’era un freddo, compagni, su in collinache non riuscivi neanche a respirare

Andavamo via piano, e te cammina,perché veloci non potevamo andare;ma in mano tenevam la carabinaci fossero dei togni a cui sparare

Era della Brigata il Brutto, e su in collinaad un incrocio, forse, c’era già;e insieme all’altra stampa clandestinadoveva consegnarci “l’Unità”

Ma Pedro ci ha fermati e stralunatogridò: “Compagni, mi si gela il cuore,legato tutto a quel filo spinato,guardate là, c’è il Brutto, è là che muore!”

Non capimmo più niente, e di volatatutti corremmo su a quella stradina;là c’era il Brutto, tutto sfiguratodai pugni e i calci di quegli assassini

Era scalzo, né giacca, né camicianudo fino alla vita e fra le maniteneva un’asse di legno, con la scritta“Questa è la fine di tutti i partigiani”

Dopo avere maledetto e avere piantol’abbiamo tolto dal filo spinatosotto la neve, compagni, abbiam giuratoche avrebbero pagato tutto quanto

L’abbiam sepolto là, sulla collinae sulla fossa ci ho messo un bastone.Cassio ha sparato con la carabina,un saluto da tutto il battaglione

Col cuore stretto siam tornati indietrosotto la neve, andando piano piano,piano sul ghiaccio che sembrava vetro,Piano, tenendo stretta l’asse in mano

Quando siamo arrivati giù al Comandoci hanno chiesto la stampa clandestina;Cassio mostrò il cartello in una mano,e Pedro indicò un punto, su in collina

Il cartello passò di mano in manosotto la neve che cadeva finain gran silenzio, ogni partigiano,guardava quel bastone su in collina

Page 21: Resistenza n. 2 - anno 2009

La poesia di Gastone Vandelli è statarecitata per la prima volta il 28 feb-braio 1950 al Teatro Comunale di

Bologna nell’ambito dello spettacoloSulla via della libertà, del “Teatro diMassa”, creato dal regista Marcello

IL TESTO originale, in dialetto bolognese,della poesia è contenuto nel libro diGastone Vandelli che ha per titolo

Appanna l’etar dè (Appena l’altro giorno), pre-sentazione di Giuseppe Parini, illustrazioni diAlberto Martelli, Bologna 1979, Officina gra-fica bolognese editrice, 98 pagg.). È consulta-bile nella biblioteca comunale di viaScandellara n.50 (tel. 051 538 178); questi iriferimenti: inventario 13033, collocazione SL457 VAN.Gastone Vandelli è nato nel 1921 aReggio Emilia da famiglia operaia, prestotrasferita a Bologna. Ha cominciato alavorare a dodici anni come fattorino dibotteghe al pari di tanti altri coetanei.Assunto nel 1969 nel personale impiega-tizio dell’Ospedale Maggiore del capoluo-go emiliano, vi ha svolto tutta l’attivitàlavorativa. Nel 1949 ha vinto il premionazionale l’Unità per la poesia dialettale.Copiosa la sua bibliografia.

Sartarelli, aiuto regista Luciano Leonesi,responsabile del balletto e coreografoRenato Besteghi, scenografia dei pittoriPaolo Bracaglia e Saro Mirabella.Articolato in due tempi e 45 quadri, lospettacolo (13 le repliche) ebbe come“attori” 600 persone: operai, braccianti,mondine, impiegati, protagonisti dellaResistenza, che si avvicendarono nei variepisodi della Lotta di Liberazione e nellelotte del lavoro. I prezzi dei biglietti: pol-trone numerate in platea Lire 400, neipalchi di primo ordine Lire 350, di secon-do ordine Lire 300, di terzo ordine Lire200, loggione Lire 100. Tra i collaborato-ri: Gillo Pontecorvo, Giuliano Montaldo,Valentino Orsini, i fratelli Taviani, PieroNelli. Fu un’esperienza culturale e politi-ca di grande interesse, esauritasi però inpochi anni. L’unica documentazione ècontenuta nel volume di Luciano LeonesiIl romanzo del “Teatro di Massa”, intro-duzione di Claudio Meldolesi, Cappellieditore, Bologna 1989, pagg. 179.

21 -

Mort in culéina (Morte in collina)Me, Cassio, Pedro al Moro, cla matéinasãtta a una nàiv cla s’imbianchéva tóttavevan da incuntrer só la culéinaal fiol dal Biànd ciamè da tótt al Brótt.Al vàint l’era giazè e par la schéina,a sintevan brévvid da tarmèra i’era un fradd, cumpâgn sò la culéinache as’tuleva la forza ed respirér.

E caméina pian pian che te caméinaparché ander fôrt an s’psè par al zelcon nó avevan tolt la carabéinacl’era cantra i tudésch al nôster fêl.

Arivén a l’incrãus d’una stradléinapr’incuntreres con qual ed la brighèche insàmm a cl’etra stampa clandestéinal’aveva da cunsegnérs l’Unité.

Quand Pedro as farmé d’bôt tótt agité“cumpâgn – al dess – am sent giazè al côran vdî la in fõnd lighè a cla ramè?Par Dio lé lõ, l’è al Brótt cl’è là cal môr!”.

Nó an capè piò gnént e zã d’vulètótt quant fen’a cal pònt in cal stradléin,dovv’ a’ i’era al Brótt che l’era sfigurèdal bôt ch’iavevan de chi asassén.

L’era schélz, sànza giâca, né capèl,nûd fen’a la zintura e lighé al manl’aveva un’âsa ed laggn fâta a cartélcon scrétt “Quasta l’è la fén pri partigiàn!”

Dir qual che nô a pruvén in cal mumaintan s’pol, cumpâgn, an s’pol cardim a mea’ i’eran tótt quant fôra ad sentimentdavanti a cal cumpâgn ardot acsé.

Dãpp avàir maledatt a avàir zighè,a stachén al dsgrazié, da la ramèe so la nàiv, cumpâgn, avan zurèch’i avren paghè, cla môrt, ch’i avren paghè.

E po a supléin al Brótt só la culéinaa só la bûsa me ai mité un bast nCassio al tiré dû culp ed carabéinaûltum salût ed tótt al battaglian.

Col côr asré a s’avién par cla stradléinacla purteva al cmand dal battaglian,pian pian, sôtta alla nàiv in cla mattinaturnand só i nûster pâs con cl’âsa in man.

Quand a fônd arivè a la pusiziãn,i se dmanden la stampa clandestinaCassio al mustré al cartél con una man,la nàiv la caschêva féina féina,in gran silànzi tótt i partigiàni guardén cal bastãn só la culéina.

Gastone Vandelli

˜

Uno dei famosi “trasparenti” inventatidagli scenografi: questo è riferito alla poesiaMort in culéina. Nel settembre dello stesso1950, lo spettacolo venne rappresentato aiGiardini Margherita, in una specialeedizione all’aperto con 10.000 posti asedere, nell’ambito del Festival de l’Unitàdi quell’anno.

Page 22: Resistenza n. 2 - anno 2009

22-

LA STORIA dei crimini di guerranazifascisti in Italia durante l’ultimoconflitto mondiale ha suscitato un

nuovo interesse tra studiosi e opinionepubblica anche grazie alla vicenda delcosiddetto “armadio della vergogna”: finoal 1994, in un armadio nei locali dellaProcura generale militare a Roma, giace-vano “dimenticati” 695 fascicoli giudi-ziari relativi a eccidi di civili e partigiani.Si trattava di parte degli incartamenticostituiti nell’immediato dopoguerra dallecommissioni d’inchiesta alleate e dai cara-binieri, passati per competenza alla magi-stratura militare italiana. La strage diMonte Sole, gli eccidi di Ronchidosso, delcavalcavia di Casalecchio e del pozzo Beccaa Imola così come altri episodi più o menonoti alla storiografia locale vi sono rico-struiti attraverso la voce di testimoni sen-titi a pochi mesi dai fatti, ma anche conl’ausilio di fotografie e rilievi scientifici.Nel 1960, il procuratore generalemilitare Enrico Santacroce, con unprovvedimento non previsto nell’ordi-namento giuridico italiano, ordinò la«provvisoria archiviazione degli atti»ritenendo di non aver trovato in quei695 fascicoli notizie utili per l’accerta-mento delle responsabilità; eppurealmeno 415 fascicoli riportavano ele-menti come nome, cognome, grado ereparto di appartenenza di fascisti otedeschi responsabili di eccidi .Le cause di un simile insabbiamentovanno certamente rintracciate nel-l’operato di chi ricopriva determinatiincarichi istituzionali, ma anche nelcontesto storico.Dagli archivi è emerso che la questio-ne non vedeva affatto indifferente ilpotere politico già nell’immediatodopoguerra, quando in Italia gli equi-

libri interni erano in piena evoluzionee risentivano della crescente tensionetra Usa e Urss, oltre che dei diversiorientamenti ideologici delle forze incampo. Il 2 giugno 1946 si tennero leelezioni per l’Assemblea costituente incui la Democrazia cristiana si affermòcome il primo partito italiano, seguitadai socialisti del Psiup e dal Partitocomunista italiano. Lo stesso giorno sitenne il referendum che fece diventarel’Italia una repubblica parlamentare. Mentre De Gasperi ultimava le con-sultazioni per un nuovo governo conPsiup e Pci, giunse a Roma una rela-zione dell’ambasciatore italiano a

Mosca, Pietro Quaroni.Anticomunista convinto, il diplomati-co richiamava energicamente l’atten-zione del Ministero degli esteri sullaquestione dei criminali di guerra ita-liani reclamati dalle corti estere.Consegnarli, sosteneva Quaroni, signi-ficava suggellare il ruolo di nazionesconfitta per l’Italia e avrebbe datoforza alle richieste della sinistra inter-na per una nuova ondata di epurazioni. L’intervento si inseriva in una freddaanalisi già avviata da Quaroni all’ini-zio del 1946. In una relazione del 7gennaio, l’ambasciatore aveva scritto:«Comprendo benissimo il desideriodell’opinione pubblica italiana divedere citati in giudizio quei tedeschiche si sono resi responsabili di criminidi guerra in Italia; comprendo ancheche il Governo italiano, per ovvieragioni di prestigio e di impostazionegenerale della nostra situazione giuri-dica e morale, desideri gli venga rico-nosciuto il diritto di prendere parteattiva alla punizione dei criminali ger-manici. Ma noi siamo purtroppo in

Cippo partigiano oltraggiato

Vendetta postuma di stampo fascista

UNO DEI NUMEROSISSIMicippi che segnano, in città e pro-vincia, quanto sacrificio di vite

umane sia costata la libertà nella lotta persconfiggere il nazifascismo, ha subito l’ol-traggio inferto da persone di nullo intel-letto. Ha tutto l’aspetto di una vendettapostuma chi non si rassegna alla sconfittadecretata dalla Storia. E’ quello che a Crocedel Biacco a lato di via Due Madonne(Quartiere San Vitale), ricorda la fucila-zione avvenuta il 18 agosto 1944 ad operadei fascisti repubblichini, di tre giovanis-simi partigiani della IV Brigata Garibaldi“Venturoli”: Bruno Mantovani di anni 19,Coriolano Gnudi di 18 e FerdinandoBenassi anch’esso diciannovenne.La lapide oggetto del miserabile gestoè stata imbrattata a vernice con parole

e simboli ignobili. Lo hanno riferitocon una lettera e-mail la signora RitaBaroni presidente dell’AssociazioneMattei-Martelli e il signor LuigiLuccarini presidente del Centro socia-le culturale Croce del Biacco, solleci-tando altresì il presidente ed il diretto-re del Quartiere a provvedere affinchési dia corso alle necessarie opere didignitosa sistemazione del manufatto,già proposta il 21 aprile 2006. Esso èubicato accanto alla ferrovia Bologna-Ancona-Bari, nel tratto chiuso di viaDue Madonne, dopo la eliminazionedel passaggio a livello. La propostarinnovata è: ripristino della tenuta sta-tica, messa a dimora di un’aiuola consiepe sempreverde, installazione diuna panchina, installazione di unpunto luce. Gli scriventi contano su una concretarisposta entro le manifestazioni del21-25 aprile prossimi.

Monte Sole, Ronchidosso, Casalecchio, Imola

Gli eccidi nel bolognesenell’ “armadio della vergogna”Il silenzio sui crimini nazifascisti nel clima di “guerra fredda”

Luca Pastore *

Page 23: Resistenza n. 2 - anno 2009

23 -

una situazione per cui altri paesi cichiedono, o ci possono chiedere, laconsegna di colpevoli di vere o presun-te atrocità. I termini del nostro armi-stizio, al riguardo, non potrebberoessere più espliciti. Il giorno in cui ilprimo criminale tedesco ci fosse conse-gnato, questo solleverebbe un coro diproteste da parte di tutti quei paesiche sostengono di aver diritto alla con-segna di criminali italiani. [...] Miviene perciò fatto di domandare se siasaggio da parte nostra sollevare la que-stione dei crimini nazisti, perché è unaquestione che troppo facilmente puòfungere da boomerang» .Senza dubbio erano valutazioni chenon erano sfuggite ai settori moderati,ma le comunicazioni di Quaroni certi-ficano che, a scanso di equivoci, unavoce autorevole sottoponeva al gover-no le molteplici implicazioni dellaquestione.Nell’azione dell’esecutivo guidato daldemocristiano De Gasperi, le correntimoderate si avviavano a prendere ilsopravvento e sul territorio, i funzio-nari dell’Italia monarchica e fascistastavano tornando nei tribunali, nelleprefetture, nelle questure e in altricentri vitali della vita economica epolitica del paese. Togliatti, nella suaqualità di Ministro della giustizia, nelgiugno 1946 varò una larga e discussaamnistia che di fatto bloccò ogni ten-tativo di estromettere il personale piùcompromesso con il passato regime.Le elezioni del 18 aprile 1948 videro ilnetto successo della Democrazia cri-stiana, fortemente sostenuta dagliStati Uniti e dalla Chiesa. Le sinistreuscivano sconfitte e per molti annifurono relegate all’opposizione.Quell’anno, Tito rifiutò il controlloche Stalin pretendeva di esercitaresulla Jugoslavia e tra i due regimicomunisti si consumò una clamorosarottura. Sorvegliato sui confini orien-tali dai paesi satelliti di Mosca, ilnuovo stato jugoslavo avviò una politi-ca di equidistanza tra Usa e Urss efavorì una graduale distensione neirapporti bilaterali con l’Italia. Preseforma così quel compromesso che vide

protagonisti i due paesi: gli slavirinunciarono alle pretese di estradizio-ne sui criminali di guerra italiani e ilnostro paese fece passare sotto silenzioil dramma delle foibe e la fuga di tantiitaliani dalle terre dell’Istria e dellaDalmazia.Secondo lo storico Gianni Oliva lasoluzione individuata sul tema dei cri-mini nazifascisti era molto semplice:«una sorta di “baratto” della giustiziae della memoria: rinunciare a far lucesui crimini nazisti in Italia per nondover far luce sulle responsabilità ita-liane del 1941-43» . Appare più cheprobabile un intervento del poterepolitico su quello giudiziario, dettatoda un ripensamento a cui non furonoestranee le parole dell’ambasciatore aMosca.Il secondo conflitto mondiale sembra-va ormai lontanissimo. Altre rivalità sierano sovrapposte e mettevano arepentaglio la pace mondiale. La sceltadel campo di appartenenza comporta-va per il governo italiano determinatiorientamenti nelle questioni di politi-ca interna. Tra queste c’era il tema deicrimini nazifascisti. «All’inizio deglianni Cinquanta», sostiene ancoraOliva, «nessuno ha più interesse a sol-levare la questione dei crimini di guer-ra: non l’Occidente, che processando icriminali tedeschi metterebbe in crisi

il reinserimento della Germania fede-rale nel suo schieramento geopolitico;non la Jugoslavia, che dopo la rotturatra Tito e Stalin è diventata un interlo-cutore dell’Europa democratica; nonl’Italia, che ha costruito la propria nor-malizzazione sulla rinuncia a fare iconti con il passato. I crimini sofferti equelli commessi sono troppo scomodiper il presente: meglio lasciarli senzagiustizia e senza memoria, occultando-li nei fascicoli archiviati della Procurae negli armadi con le ante rivolte versoil muro».

* Ricercatore dell’Istituto Parri Emilia-Romagna

*** 1Franco Giustolisi, L’Armadiodella vergogna, Nutrimenti, Roma,2004, p. 53. La storia dell’insabbia-

mento dei fascicoli nell’Armadio dellavergogna è ricostruita dettagliatamente

nelle relazioni di maggioranza eminoranza della Commissione d’in-

chiesta parlamentare che si è occupatadel caso, relazioni consultabili su

http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetes

ti/023/018/INTERO.pdf2 Le osservazioni di Quaroni in Gianni

Oliva, Si ammazza troppo poco, Milano,Mondadori, 2006, pp. 17-22.

3 Ivi, p. 24.

Viaggi nei campidella deportazione

Il Coordinamento regionale dell’As-sociazione ex deportati politici neilager nazisti (ANED) ha aperto le

iscrizioni per i viaggi dell’8 all’11 maggioprossimi per la partecipazione all’incontrointernazionale (10 maggio) a Mauthausen.Gli itinerari sono variegati, per offrire scel-te a piacere. Linz-Mauthausen-Salisburgocon escursione sulle pista ciclabile lungo ilDanubio (50 km.); visita al memoriale diGusen. Ancora in bici visite alla città sto-rica di Enns, a St. Leonhard Grödig, aBerchtesgaden/Königssee. È inoltre contemplato un Progetto

speciale giovani, con quota di parteci-pazione ridotta. Un viaggio è previstodal 3 al 9 luglio destinazione Berlino eNorimberga, con visite al campo inter-nazionale femminile di Ravensbruck edi quello di Sachsenhausen. Programmiinterni definiti, “Percorsi della memo-ria” di una sola giornata sono: domeni-ca 29 marzo a Prato con visita al Museodella deportazione. Domenica 19 apri-le a Fossoli (Carpi). Domenica 24maggio a Trieste e Risiera di S. Sabba. Per informazioni: tutti i giorni feriali,sabato escluso, contattare ANED, viaDe’ Pignatari, Bologna, tel. e fax051/220488; cell. 331/1097077.

Page 24: Resistenza n. 2 - anno 2009

24-

SONO MOLTE le ragioni per legge-re libro di Massimo StorchiIl sangue dei vincitori, titolo che

richiama con una certa evidenza la abusataintitolazione del primo di una serie divolumi del giornalista Giampaolo Pansa.Questo non è un libro polemico: è unrigorosissimo libro di storia che si basaprincipalmente sui documenti processualie sulle sentenze della CAS (Corte di AssiseStraordinaria) di Reggio Emilia. Le CASfurono istituite con decreto legislativo il 22Aprile 1945 nei capoluoghi di provinciadei territori italiani e dovevano giudicareespressamente i reati di collaborazionismocon i tedeschi (pag. 80, ibidem). In fondoal volume sono riportate le sentenze el'elenco di 243 imputati condannati dallaCorte reggiana. Questo è il primo e fonda-mentale messaggio del libro. Un ritorno alla storia, con un usoapprofondito ed esaustivo delle fontiufficiali. Come dice lo stesso autoreall'inizio del volume, bisogna “ridarespazio ai fatti” (pag.19, ibidem), per-chè, quasi sempre in questi anni,quando si è parlato di Resistenza ingenerale e dei territori in cui sonoavvenute le vicende raccontate dallibro in particolare, o ci si è affidatialla polemica politica nel senso piùdeteriore del termine o ci si è lanciatiin discussioni che una volta si sarebbe-ro definite “da bar”e che oggi sarebbepiù corretto definire da talk-show tele-visivo. E i fatti, raccontati nelle carteprocessuali accuratamente citate, par-lano chiarissimo. Raccontano di venti mesi di deporta-

zioni, fucilazioni, efferate torture inspregio di qualsiasi diritto e nemmenodel più minimo senso di umanità,compiute da fascisti (a loro dire italia-nissimi), in quella provincia, chelasciarono un tragico solco di sangue eche scatenarono una reazione che ebbeil suo apice nelle settimane immedia-tamente successive alla Liberazione. Inun momento cioè di generale confusio-ne e di disorganizzazione di istituzioni

e partiti ( vedi capitolo primo, pagg.23 -43, ibidem). Non ci fu quindi nes-sun teorema politico e nessun “ com-plotto comunista”, come invece amanoteorizzare coloro che praticano spre-giudicatamente l'equazione comuni-smo uguale antifascismo e che quindisi crogiolano nella speranza di essere igiustizieri dell'antifascismo italiano.Di fronte a tante polemiche sterili epretestuose la risposta sta anche in unaricerca storica precisa e rigorosa, que-sto è sicuramente il messaggio fortedel libro, che per ciò mi pare partico-larmente adatto anche per coloro chetale periodo non lo hanno vissutodirettamente, ma che vogliono saperequello che è accaduto veramente.

Massimo Storchi, Il sangue dei vincitori:saggio sui crimini fascisti e i processi deldopoguerra 1945-46. Introduzione diMimmo Franzinelli, Aliberti editore,Roma 2008, pagg.285. Euro 16,00

Rigorosa ricerca storica nel libro di Massimo Storchi

La Resistenza ha vinto,ad un prezzo terribileLa documentazione si basa sui processi della Corte di AssiseStraordinaria di Reggio Emilia per i crimini di cui si macchiarono ifascisti repubblichini collaborazionisti degli occupanti tedeschi

Massimo Meliconi

UGO BUGNI, un antifascistaperseguitato e assassinato è iltitolo del libro, recentemente

edito dall'ANPI di Bologna. Il testoripercorre, in maniera sintetica, il periodostorico del primo novecento ed in specificola vicenda di Ugo Bugni un socialista vit-tima, tra tanti, della violenza fascista. In particolare, il testo parte da ungruppo di socialisti dell'Aquila che,nel giugno del 1914, si riunirono perprendere posizione contro l'interventomilitare italiano. Segue una riccadescrizione degli eventi storici checaratterizzarono la prima guerra mon-diale, la svolta di Mussolini allora

direttore dell'Avanti, le vicende delPartito Socialista Italiano. Bugni, inquesto periodo, manifestò le sue preoc-cupazioni per le intransigenze interneal Partito che avevano dato spazio alfascismo. Si ripercorre poi la fase dipresa del potere del regime e la suacaratterizzazione come forza violentaed autoritaria. “Ugo professa aperta-mente idee socialiste”, così risultadalla scheda rintracciata nell'Archiviodi Stato dell'Aquila in data 8 gennaio1924 e per questo viene più volteaggredito e bastonato. Il delitto Matteotti, l'Aventino e il raf-forzamento del regime fascista fanno

Un libro di Ermenegildo Bugni

Olio bruciato all’antifascistae il Dossier Matteotti sulla violenza squadrista

Antonio Sciolino

Page 25: Resistenza n. 2 - anno 2009

da sfondo alle vicende di un uomo chesostiene le proprie idee e continua adessere perseguitato e controllato assie-me alla sua famiglia, fino al primoarresto del 19 ottobre del 1925. Gildo Bugni, figlio di Ugo ed autoredi queste belle pagine raccontate sem-pre con passione ed inserite in un pre-ciso contesto storico-politico, nasce il2 novembre 1927 tre anni dopo il fra-tello Nino. In riferimento alla suainfanzia, Gildo ricorda il primo giornodi scuola nell'autunno del 1933 e lepremure del padre che aspettava i figliall'uscita di scuola per “imbacuccarli”e condurli a casa. E qui le vicende poli-tiche di Ugo si intrecciano conmomenti di vita familiare che riesconoad essere anche sereni e tranquilli. Poi l'aggressione all'Etiopia assiemealla Somalia ed all'Eritrea e la nascitadel grande impero d'Italia. Con lamorte di Ugo, nel 1936, si trasformala vita della sua famiglia che si trasfe-risce a Bologna per cercare di sopravvi-vere. Tutto era cambiato, prima il

benessere poi la miseria ed il difficileadattamento in una nuova città. Lamadre di Gildo, Concetta, si adatta afare la ricamatrice e cresce a fatica ilfiglio Gildo che frequenta le scuolebolognesi, cercando di educarlo sere-namente; mentre è costretta ad affida-re il figlio Nino ad una cognataall'Aquila. Una sera però, nel 1938,durante una prova di oscuramentodisse tra se “vedrete dove ci condurràquel pazzo che ci governa”. A seguitodi questo evento, Gildo appura lavicenda della morte del padre che, nelgiugno 1936, dal balcone di casa avevapronunciato proprio quella stessa frase,mentre la folla inneggiava alla conqui-sta abissina. Ugo fu prelevato davantiai suoi familiari ed arrestato. Tornò lamattina seguente pallido e sofferente,gli avevano fatto trangugiare oliolubrificante bruciato. Ricoveratoprima all'ospedale cittadino in seguitovenne trasferito in una clinica specia-lizzata romana. Poi il viaggio deiragazzi per andare a trovare il padre a

Roma e lo “scombussolamento” inte-riore di Gildo nell'appurare che ilpadre “è morto sotto atroci stenti peressersi macchiato di un delitto di pen-siero o di opinione”.Questa vicenda personale drammaticainfluenzerà molto Gildo al momentodella sua scelta di aderire alla Lotta diLiberazione a sedici anni.In appendice “Giacomo Matteotti “Unanno di dominazione fascista” un opu-scolo che Concetta si portò a Bolognanella valigia assieme ad altre pochecose. Si tratta di un testo raro nel qualeMatteotti svolge una dettagliata anali-si della situazione economica e finan-ziaria e degli atti del governo fascistaai suoi albori.

Ermenegildo Bugni, Ugo Bugni unantifascista perseguitato e assassinato; inappendice, Giacomo Matteotti, Un annodi dominazione fascista. CuratoreWilliam Pedrini, Edizioni ANPIBologna 2009, pagg. 262. Euro12,00.

25 -

ACCADDE la notte fra il 12 e il 13aprile 1945. Nel carcere dellaRocca di Imola erano rimasti 16

prigionieri politici: Bernardo Baldazzi,Gaetano Bersani, Guido Facchini, PaoloFilippini, Cesare Galassi, AugustoMartelli, Giovanni Roncarati, GilianteRonzoni, di Medicina; Antonio Cassani diCastelguelfo; Dante Bernardi, DuilioBroccoli, Mario Filicori, Sandro Grassi,Mario Martelli, Corrado Masina, di Castel

San Pietro, unitamente a DomenicoRivalta. Era questi l’unico imolese,quindi non incorreva per tutti gli altrinemmeno il motivo dell’odio persona-le e della vendetta, essendo sconosciu-ti alla Brigata Nera. Ma ciò che resta-va della banda della Brigata Nera diGentilini e Ravaioli (una parte col suocapo era partita su automezzo il 5 apri-le) li aveva già sottoposti a sevizie etorture, riducendoli a uno stato com-

passionevole. Apprestandosi ora a fug-gire dalla città, volle lasciare l’ultimatraccia di sé.

Caricati su due autocarri e, fra urli eminacce, condotti nei pressi del pozzodello stabilimento ortofrutticolo delladitta Becca in via Veneto, i disgraziatisubirono altre e più terribili tortureche, benché documentate dalle foto-grafie, non ho l’animo di descrivere,per essere poi finiti a colpi di mitra edi bombe a mano. Gettati i loro corpinel pozzo, i fascisti, a compimentodell’opera, fecero crollare sul fondo ilmuretto e la garitta di mattoni, primadi darsi alla fuga verso l’Alta Italia.Le spoglie, con i resti ben visibili dellesevizie, furono esumate il 15 aprile fral’orrore degli addetti, di gente accorsae dei rappresentanti del governo allea-to. La radio alleata così comunicò lanotizia:«[…] Due soltanto degli assassinatisono stati identificati, mentre i cada-

Poche ore prima della Liberazione dell’aprile 1945

L’ultima barbariepoi la fuga da ImolaMassacro eseguito dalla Brigata nera fascista di 16prigionieri politici tratti dal carcere della Rocca e gettati nel pozzo dello stabilimento

> segue a pag. 26

Page 26: Resistenza n. 2 - anno 2009

TRALASCIO l’elencazione dellecondizioni igienico-sanitarie in cuisi era costretti a vivere (valeva per

tutti la regola di farci radere ogni volta chefosse possibile, di mantenerci puliti, di fareparecchia ginnastica) per privilegiare unaspetto caratteristico e significativo dellanostra vita di detenuti politici: lo studio.Perché sentivamo il bisogno di studia-re, e che cosa studiavamo?Intanto l’occupazione mentale eraun’esigenza per reagire alla situazionein cui ci trovavamo e per migliorare lenostre condizioni intellettuali in vistadella ripresa dell’attività politica, unavolta scontata la pena. Il regolamentoche ci eravamo dati prevedeva tretempi di studio quotidiano, così sud-divisi: al mattino, nelle ore consentite,c’erano gruppi di studio che, a turno,si recavano in una piccola aula messa adisposizione dei carcerati, ove si svol-gevano – sotto il controllo del secondi-no – lezioni di italiano, storia, geogra-fia e matematica. Docenti erano i dete-nuti che più sapevano e discenti eranocoloro che avevano frequentato solo lescuole elementari. I testi o li compra-vamo o li trovavamo nella bibliotecadel carcere.Nel pomeriggio lo studio era costitui-to da un dibattito generale su argo-menti che nascevano dalle nostre let-ture sociali. Il dibattito serviva perapprofondire alcune tematiche specifi-che, che toccavano l’economia politica,la storia del movimento operaio italia-no, le ideologie politiche tipiche diquel tempo, ma anche la letteratura, la

filosofia e quant’altro poteva servire adacculturarci.Ma occorre ricordare che allora nellecarceri non entravano i giornali (i solimass media del tempo).La sera rappresentava il momento piùparticolare e formativo del nostro stu-dio. Dopo l’ultima ispezione (verso le19) e il segnale del silenzio, che ciimponeva di coricarci, estraevamo daun nascondiglio ricavato nel pavimen-to (per l’esattezza: sotto la mia branda)i libri clandestini.Come eravamo in possesso di libriclandestini, cioè di autori messi all’in-dice dal fascismo?Va detto che prima del 1933 ognidetenuto politico era autorizzato atenere i libri che era riuscito a ricevereda casa e a portarsi dietro, con qualchesotterfugio.Nel 1933 il Ministero della Giustiziacon una circolare costrinse i politici aconsegnare i propri libri e ad usufruiresolo di quelli della biblioteca del car-cere, che ovviamente rispondevano aicriteri educativi del fascismo. I politi-ci, “gentilmente” informati dell’ini-ziativa ministeriale, provvidero anascondere i libri più utili per lo stu-dio politico e consegnarono quantoeccedeva. Così tutto andò liscio, ancheperché il nascondiglio era stato fatto aregola d’arte. Disfatta la rilegatura, ilibri clandestini erano stati suddivisiper capitoli, onde rendere possibile lacircolazione dei testi tra i vari compa-gni, e ogni fascicoletto veniva ritiratoal mattino dal sottoscritto e riposto nel

nascondiglio. Tutto questo fino al gen-naio 1935, quando il nascondigliovenne scoperto, con conseguenterequisizione dei libri e applicazionedelle sanzioni previste dal regolamen-to al sottoscritto e ad altri.Ciò comportò anche il trasferimento diun gruppo di noi a Civitavecchia. Nelle carceri, come al confino, nonsolo si prepararono i quadri dellaResistenza armata e della riscossanazionale, ma si delineò la strutturarepubblicana e si gettarono le fonda-menta della Costituzione, sia pure inmodo generico.(continua nel prossimo numero)

A cura dell’Associazione NazionalePerseguitati Politici Antifascisti(ANPPIA), Comitato di Bologna.

26-

Dagli appunti di Luigi Orlandi

La libreria clandestina organizzata in carcereI corsi di studio fra detenuti politici tenuti da coloro i quali eranoprovvisti di maggiore cultura.Scomposizione dei capitoli per sfuggire al severo controllo,circolazione, nascondiglio del materiale.

veri degli altri si presentavano talmen-te straziati da rendere impossibile qua-lunque identificazione. La sezione PSdell’AMG (Governo militare alleato)dell’VIII Armata inglese in Imola, chesta compiendo un’indagine prelimina-re, ha appreso che durante la notte delmassacro si udivano le grida delle vit-time nei dintorni del luogo, ma i tede-schi rafforzarono il coprifuoco e le loropattuglie impedirono ad alcuno diavvicinarsi […]. Il maggiore I. C.Ried da Aberden, ufficiale della PSdell’AMG, dopo aver esaminato icadaveri, si è così espresso: “Non homai visto in vita mia uno spettacolocosì orrendo; è incredibile che tantacrudeltà possa esistere in esseriumani”»

Nazario Galassi(Da una cronaca del compianto scrit-

tore in Imola dal fascismo allaLiberazione)

> segue da pag. 25

Barbarie a Imola

Page 27: Resistenza n. 2 - anno 2009

maggioranza elettorale, non solo ali-menta una intollerabile revisione dellastoria con iniziative vergognose e pro-vocatorie quali la proposta di leggeche pretende di equiparare i partigianiai repubblichini di Salò, ma tenta dioccupare il potere in ogni campo, atti-vando pericoli per l’ordinamento delloStato e la vita democratica, a volte ina-deguata è l’azione dell’opposizione. La crisi dei partiti, resa più acutaanche dai diffusi fenomeni di corruzio-ne, è sotto gli occhi di tutti. Alimentafrustrazione in vasti settori della popo-lazione mentre violenze, intolleranze erazzismi allarmano e pongono a rischiola tenuta della convivenza civile.In questa situazione difficile l’ANPI,con la sua limpida storia, per le sueidealità e le sue battaglie può costitui-re sempre più un punto di riferimen-to per i democratici di ogni fede eceto”.Il documento così continua:“Per queste ragioni si è aperta perl’ANPI una fase di grande responsabi-lità nazionale. Nostro compito è susci-tare sentimenti di fiducia e di speran-za in tante parti del popolo, che credo-no nella necessità e nella possibilitàche si affermi una diffusa presa di co-scienza e si dispieghi un’azione unita-ria per la difesa e il rinnovamento dellademocrazia, come lo furono la riscossae la vittoria della Lotta di Liberazionesempre evocata e celebrata dal 25Aprile.Con questa missione l’ANPI non puòe non intende sostituirsi ai partiti mavuole stimolare un processo unitariotra le forze politiche e sociali che siriconoscono e si ispirano ai valori dipace, giustizia e libertà che laCostituzione ha posto a base della con-vivenza”.Sottolineando un forte impegno per lademocrazia, l’ANPI intende attiva-mente collaborare ad un sostanzialerilancio unitario della coscienza demo-cratica del nostro popolo, “al fine di

realizzare nell’interesse generale dellanostra comunità, quel progresso de-mocratico e sociale che costituisce unavitale necessità per il nostro Paese. Inquesto senso l’ANPI intende esercitareun ruolo di coscienza critica dellademocrazia, affinché essa non divenga,senza la partecipazione dei cittadini,un “guscio vuoto” ed i partiti politicirealizzino pienamente la funzione adessi attribuita dall’articolo 49 dellaCostituzione. Bisogna difendere la democrazia, rin-novarla con la rigenerazione della poli-tica e dell’etica pubblica, affinché ipartiti – fulcro indispensabile – nonpiù chiusi nelle istituzioni e nei centri

di potere, si aprano con trasparenzaalla società, cambino i metodi digoverno, interpretino i bisogni dei cit-tadini e vi rispondano con progetti eprogrammi adeguati a risolverli, e connuova vitalità e credibilità siano impe-gnati nella ricerca del bene comune”.Più avanti il documento afferma che“il valore delle organizzazioni provin-ciali e locali e dei loro organi dirigentisi misura non solo dal loro correttofunzionamento ma anche dalla capaci-tà di stabilire un rapporto intenso conla società, a partire dalle istituzioniscolastiche e formative nelle quali stu-denti ed insegnanti sono protagonistidi un movimento di lotta contro lepolitiche governative che impoverisco-no la scuola pubblica e le università,per una più alta qualità dell’istruzionee per far sì che essa sia sempre piùoccasione di promozione sociale e diintegrazione. In questo ambito, variconfermata e resa più intensa l’atten-zione che l’ANPI ha sempre riservatoall’istituzione militare: al suo ruolospecifico nella compagine dello Stato edelle Pubbliche Amministrazioni e,con particolare riguardo all’attività diformazione e di educazione delle ForzeArmate negli ideali della Resistenza enei principi della Costituzione, neiquali si è fuso il più alto patrimonioideale del Risorgimento”.Tra i compiti della Conferenza nazio-nale di organizzazione figura quelloessenziale di verificare e costruireinsieme lo “stato” dell’Associazione.“Gli iscritti all’ANPI nel 2007 sonostati 100.917, conteggiando anche leadesioni degli antifascisti. Nuoveenergie intellettuali e morali hannoarricchito l’Associazione e sono prota-goniste della nostra attività come èemerso anche con la 1^ FestaNazionale (20, 21, 22 giugno delloscorso anno a Casa Cervi di Gattatico,Reggio Emilia). Dunque una “nuovastagione” è possibile e grandi sono ledisponibilità. Si ritiene necessario allora – percostruire il futuro dell’ANPI, al difuori di velleitarismi e di petizioni

27 -

> segue da pag. 2

Nuova stagione ANPI

L’ANPI in Internet...

È imminente la messa on line del nuovosito internet dell’ANPI provinciale:anzi, chi legge questo numero diResistenza, digitando l’indirizzowww.anpi-anppia-bo.it, probabilmenteavrà già la gradita sorpresa di vedere ilrisultato del lavoro compiuto negli scor-si mesi da un gruppo di volontari dialcune sezioni ANPI di Bologna e pro-vincia. Si tratta di un sito in continuoaggiornamento, che nelle intenzionivuole essere uno spazio, seppure virtuale,di promozione della memoria dellaResistenza e di discussione sui temi del-l’attualità. Vi rimandiamo al prossimo numero diResistenza per un ampio approfondi-mento sul tema.

...e in Radio Città Fujiko

Ogni lunedì pomeriggio, dalle ore17,05 alle ore 17,25 un programmacontenente notizie e interviste sui temidella Resistenza e della Lotta diLiberazione viene trasmesso da RadioCittà Fujiko sulla frequenza FM103.1, il cui segnale è contraddistintodalle note di “Bella ciao”.L’iniziativa fa parte di un accordo tral’emittente e l’ANPI provinciale, allaquale si deve il materiale di base.

> segue a pag. 28

Page 28: Resistenza n. 2 - anno 2009

propagandistiche – definire un quadroaggiornato al 2008 dello “stato”dell’Associazione”.E ancora: “Nel Paese sul rapporto trale generazioni è aperto un grandedibattito. L’ANPI può contribuirvirealizzando nell’Associazione ‘un pen-sare ed un agire insieme’ e una coesio-ne esemplare tra le diverse generazio-ni. Questa visione del rapporto fra legenerazioni va assunta da tuttal’Associazione quale fondamentodistintivo di una rinnovata culturadell’ANPI e dei suoi iscritti. E’ dun-que di una crescita culturale di tutti isoci partigiani e antifascisti che c’èbisogno per lavorare insieme tra gene-razioni diverse. Di conseguenza, è ribadito nel docu-mento, più iscritti all’ANPI: condizio-ne indispensabile per costruire una“nuova stagione” dell’ANPI, è conqui-stare un consistente aumento dei soci.Il percorso indicato è il seguente:“150.000 soci iscritti nel 2011, èl’obiettivo ambizioso e, al tempo stes-so, possibile che possiamo porci e rea-lizzare di qui al prossimo Congressonazionale, con una grande campagnapolitica e organizzativa di due anni cheveda un impegno forte, determinatodel Comitato nazionale e dei ComitatiProvinciali, dei Comitati Regionali edelle Sezioni per una molteplicità diiniziative culturali e politiche, diinformazione, di studio e dibattito, suitemi della difesa e del rinnovamentodella democrazia. Con l’adesione degliantifascisti l’ANPI può rafforzarsi edestendersi a tutto il territorio naziona-le anche là dove la sua presenza è menoorganizzata ed incisiva”. “Conservare la memoria. Farne il fon-damento dell’educazione e della for-mazione culturale e civile, innanzitut-to delle nuove generazioni, negli idea-li dell’antifascismo e della Resistenza enei principi della Costituzione: sonoquesti centri di quella strategia dellamemoria per il futuro della democra-

zia che – centro dell’iniziativadell’ANPI – ne delineano in modo ine-quivocabile, l’identità e la funzione.Qui vi è altresì il presupposto delleanalisi, delle proposte e delle politichedell’associazione e dei loro confini, e,al tempo stesso, il parametro con ilquale l’ANPI giudica: i governi e laloro politica; le decisioni delParlamento e delle istituzioni regio-nali e locali; quelle dei partiti e deimovimenti politici, dei sindacati edelle associazioni e delle altre espres-sioni della società civile”.Dice inoltre il documento delComitato nazionale: “È tutto ciò che fadell’ANPI non un Partito, anchequando interviene e si batte affinché ledecisioni del governo, delle istituzionie delle forze politiche, siano coerenticon le idealità dell’antifascismo e dellaResistenza e con i principi costituzio-nali. E’ su questa base – con questicontenuti – non per scelte pregiudizia-li di schieramento, che l’ANPI, inquanto associazione politica e cultura-le per la democrazia, per la difesa e

l’attuazione della Costituzione, stabili-sce i suoi rapporti con le forze politi-che, sociali e le istituzioni”.

28-

RESISTENZAOrgano dell’A.N.P.I. Provinciale di BolognaVia della Zecca n. 2 - 40121 BolognaTel. 051.231736 - Fax [email protected]

Direttore responsabileEzio Antonioni

Comitato di redazioneRemigio Barbieri (redattore),Ermenegildo Bugni (coordinatore), Paola Coltelli, Elio Gollini, Giancarlo Grazia, Massimo Meliconi,Lino Michelini, Nazario Sauro Onofri,Renato Sasdelli.

Segretario di redazione Antonio Sciolino

Con la collaborazione di Cooperativa Manifesta

Registrazione al Tribunale di Bologna n. 7331 del 9 maggio 2003Stampa: Tipografia Moderna s.r.l. Via dei Lapidari 1/2, 40129 BolognaTel. 051.326518 - Fax 051.326689

Una folta comitiva di persone che svolgono attività di volontariato AUSER a Montagnana(Padova), in visita turistica a Bologna, ha chiesto all’ANPI di essere guidata in alcuniluoghi significativi per essere informati sulle vicende della Lotta di Liberazione. Propostaaccolta di buon grado e ad accompagnarla è stato il presidente dell’ANPI provinciale,William Michelini. I punti di approdo: il sacrario dei Caduti in piazza Nettuno (nellafoto), chiamato dai fascisti “posto di ristoro per i partigiani” perché contro quel muro delComune eseguirono le prime fucilazioni pubbliche; il Museo della Resistenza di viaSant’Isaia, dove la ricchissima mostra fotografica è stata illustrata dalla direttrice PatriziaCuzzani, alla stazione centrale FS per la descrizione della strage fascista del 2 agosto 1980che provocò 84 morti e 200 feriti e mutilati. (foto Luciano Nadalini).

> segue da pag. 27

Nuova stagione ANPI