Report I Incontro nazionale Capacity SUD 22.07.13

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REPORT I INCONTRO NAZIONALE “Un approccio innovativo alla programmazione 2014-2020: esperienze e proposte di capacità istituzionale” 30 maggio 2013 Forum PA, Palazzo dei Congressi dell’EUR Piazzale Kennedy n. 1 – Roma

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Report del I Incontro nazionale del progetto Capacity SUD, realizzato il 30 maggio 2013 a Roma, in occasione del Forum PA, nell'ambito della Linea FARE RETE eventi.

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Capacity SudIl progetto Capacity SUD ha la �nalità di migliorare la capacità

istituzionale delle amministrazioni regionali

aiutandole a programmare interventi che rispondano alle loro

esigenze prioritarie e a dotarsi delle competenze, degli strumenti

e delle tecnologie necessarie per la loro e�cace attuazione.

della conoscenza

AMBIENTEl’attualità, il medio termine e le

prospettive di Europa 2020

STRATEGIADe�nizione

delle public policies

STRUTTURAcomportamenti organizzativi

Implementazione delle policies

CAPACITYBUILDING

vincoli esterni

Capacity SudIl progetto Capacity SUD ha la finalità di migliorare la capacità

istituzionale delle amministrazioni regionali

aiutandole a programmare interventi che rispondano alle loro

esigenze prioritarie e a dotarsi delle competenze, degli strumenti

e delle tecnologie necessarie per la loro efficace attuazione.

• Progettazione come costruzione di servizi per la collettività

• Raccordo fra politiche e organizzazioni

• Miglioramento della qualità delle politiche e dei servizi

• Networking di idee e persone: condivisione e capitalizzazione

della conoscenza

AMBIENTEIl contesto di riferimento della PA:

l’attualità, il medio termine e le prospettive di Europa 2020

STRATEGIADefinizione

delle public policies

STRUTTURAModello, processi, competenze e

comportamenti organizzativi

Implementazione delle policies

CAPACITYBUILDING

Policy makingAdeguamento vincoli esterni

REPORT

I INCONTRO NAZIONALE“Un approccio innovativo

alla programmazione 2014-2020: esperienze e proposte di capacità istituzionale”

30 maggio 2013Forum PA, Palazzo dei Congressi dell’EUR

Piazzale Kennedy n. 1 – Roma

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SOMMARIO

PREMESSA................................................................................................................................31. ARTICOLAZIONE DEI LAVORI...........................................................................................42. PRINCIPALI INTERVENTI..................................................................................................5I sessione – Scenario di riferimento......................................................................................... 5II sessione – Esperienze............................................................................................................7III sessione – Tavola rotonda................................................................................................... 9

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PREMESSA

Il I Incontro nazionale “Un approccio innovativo alla programmazione 2014-2020: esperienze e proposte di capacità istituzionale” si inserisce nell’ambito delleattività del progetto Capacity SUD - Programmazione, progettazione, sviluppoorganizzativo e networking di idee e persone per accrescere l’efficacia dei ProgrammiOperativi regionali.

Il progetto Capacity SUD è realizzato da Formez PA su incarico del Dipartimento dellaFunzione Pubblica (DFP) nell’ambito delle iniziative finalizzate ad accrescere la capacitàamministrativa e istituzionale della Pubblica Amministrazione nelle quattro Regionidell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), in attuazione dell’Asse ECapacità Istituzionale del Programma Operativo Nazionale Governance e azioni disistema (PON GAS).

Gli eventi nazionali del progetto Capacity SUD sono finalizzati ad incoraggiare il dibattitopubblico sulle politiche strutturali promuovendo la discussione di temi strategici e diampio respiro con il coinvolgimento di tutti gli attori nazionali delle politiche strutturali erappresentanti delle istituzioni comunitarie.

Il I Incontro nazionale, realizzato il 30 maggio 2013 nell’ambito del Forum PA 2013 aRoma (Palazzo dei Congressi), ha voluto offrire un’occasione di riflessione sul tema delrafforzamento della capacità istituzionale e amministrativa, con particolare attenzione aitemi della governance, del partenariato, della trasparenza e dell’innovazione organizzativa.

L’evento si è sviluppato come un momento di condivisione degli interventi a supporto dellacapacità istituzionale, realizzati nell’ambito della programmazione 2007-2013, e degli esitidel dibattito nazionale in atto sulla nuova programmazione.

I principali destinatari dell’evento sono stati: decisori pubblici di livello nazionale,regionale e provinciale; Autorità di Gestione, dirigenti e responsabili di Servizi,Dipartimenti, Uffici, direttamente coinvolti nella programmazione e gestione deiProgrammi Operativi; dirigenti e responsabili delle strutture tecniche degli OrganismiIntermedi; partenariato economico e sociale e stakeholder e beneficiari dei progetticofinanziati delle Regioni Obiettivo Convergenza.

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1. ARTICOLAZIONE DEI LAVORI

I lavori sono stati articolati in tre sessioni.

La prima sessione - Scenario di riferimento - è stata dedicata alla ricostruzione delcontesto europeo e nazionale in cui saranno collocate le future azioni di rafforzamentodella capacità istituzionale a supporto della programmazione 2014-2020.

La seconda sessione - Esperienze - è stata dedicata alla presentazione dell’esperienza diinnovazione organizzativa e gestionale dei Fondi strutturali maturata dal Welsh EuropeanFunding Office (Galles) nel corso della programmazione 2007-2013, da valorizzare nelperiodo 2014-2020.

La terza e ultima sessione - Tavola rotonda - ha visto il confronto tra attori istituzionali,partenariato ed esperti sugli elementi innovativi dell’esperienza gallese trasferibili nelcontesto italiano, a livello nazionale e regionale.

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2. PRINCIPALI INTERVENTI

I sessione – Scenario di riferimento

I lavori sono stati aperti da Marco Villani Direttore Generale del Formez PA che hasottolineato l’importanza della capacity building per la buona resa delle Pubblicheamministrazioni italiane, con particolare attenzione per le Regioni dell’ObiettivoConvergenza. “L’operatore dell’Amministrazione è un civil servant, nel senso stretto deltermine – ha detto Marco Villani – che dovrebbe lavorare considerando l’etica comeprincipio fondamentale, nell’interesse della comunità”. In quest’ottica, quindi, gli ufficipubblici devono essere rafforzati, perché “una norma vale quando diventa pratica comune– ha continuato Villani – e spesso gli uffici italiani sono sommersi da norme eprocedimenti interni che si stenta a mettere in pratica”. Punto focale del discorso è quindila “logica servente” nel lavoro delle Amministrazioni e la necessità di “accrescere lacapacità degli uffici di far bene, puntando direttamente agli effetti su cittadini e imprese -ha più volte sottolineato il Direttore Generale Formez PA - soprattutto in vista della nuovafase di programmazione”.

Per pensare a un’efficace programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2014-2020bisogna prima di tutto fare il punto su come è stata l’attuazione dell’Asse VII nellaprogrammazione attuale e ricostruire il contesto, europeo e nazionale, in cui sarannocollocate le future azioni di rafforzamento della capacità istituzionale. In questo contesto siè inserito l’intervento di Nicolas Gibert-Morin, rappresentante della DG Occupazione,Affari Sociali e Inclusione della Commissione Europea. “Nel ciclo di programmazione2007-2013 l’Italia non ha colto l’occasione rappresentata dall’Asse VII – ha detto Gibert-Morin – e lo sforzo della Commissione Europea a livello di impegni non si riflette sullerisorse spese dalle Regioni”. La Commissione Europea è quindi molto preoccupata per lostato di avanzamento della spesa: sui 350 milioni di euro stanziati per il miglioramentodella capacità amministrativa, infatti, la media del livello di impegno dei fondi nelleRegioni si attesta intorno al 32% e la percentuale è decisamente più bassa se si considera lamedia del livello dei pagamenti (circa l’8,5%). Inoltre, la maggior parte delle risorse è statainvestita in assistenza tecnica più che nel potenziamento delle PA. “La scarsa qualità dellaPubblica Amministrazione – ha continuato Gibert-Morin – ha un impatto negativo sulla

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crescita del Paese”: l’Italia infatti, secondo l’indice della World Bank sulla governance, ètra i Paesi europei più deboli in fatto di capacità amministrativa, al 25° posto, e precedesoltanto la Romania e la Bulgaria.

Malgrado gli sforzi, quindi, la situazione è piuttosto critica e nella nuova programmazionec’è il rischio concreto di un forte ridimensionamento, dimezzamento in alcuni casi, dellerisorse destinate all’Asse VII.

Per il periodo 2014-2020 è necessario – evidenzia ancora Nicola Gibert-Morin - uncambiamento radicale, con una concentrazione dell’attenzione su 4 aree specifiche diintervento, suggerite dalla Commissione Europea: la riduzione del peso degli oneriamministrativi per i cittadini e per le imprese; lo sviluppo dell’e-government; ilmiglioramento del sistema giudiziario per contrastare i fenomeni di corruzione e ilrafforzamento degli organismi coinvolti nella gestione dei Fondi. “Nelle proposteregolamentari della Commissione la capacità amministrativa deve essere una priorità a séstante, trasversale rispetto agli altri dieci obiettivi tematici – ha concluso Gibert-Morin – ilche significa definire un quadro strategico coerente e lavorare sui punti critici segnalati insede europea”.

Sulla trasversalità della capacità istituzionale è intervenuto anche Marco Villani, DGFormez PA, per sottolineare che “la condizione di trasversalità dell’obiettivo tematico 11rispetto agli altri è assolutamente fondamentale per la crescita dell’Italia, perché, sotto unacerta soglia, l’incapacità dello Stato di governare lascia spazio all’illegalità”.

Più nello specifico, sul tema della programmazione degli interventi di capacità istituzionalea supporto dei programmi 2014-2020, ha dato il suo importante contributo CarloNotarmuzi, Direttore dell’Ufficio per la Formazione dei Dipendenti delle PA delDipartimento della Funzione Pubblica: “se in Italia c’è stato negli anni tanto impegno sulleleggi per la semplificazione e l’innovazione tecnologica - ad esempio la 241 del 1990modificata più volte o l’introduzione del CAD - ma tutto questo non ha funzionato, forse èperché le riforme non devono semplicemente essere pubblicate in Gazzetta, ma devonoessere accompagnate”. Occorre quindi lavorare per aiutare anche le piccoleamministrazioni a fare entrare in vigore le riforme e, tornando al discorso già trattato daGibert-Morin, non è sufficiente, ed è anzi un errore, pensare di agire solo attraversol’assistenza tecnica. “La capacity building deve essere come una miccia – ha suggeritoNotarmuzi, intervenendo sulle linee di indirizzo nazionali per il 2014-2020 - e deve agireda leva per tutti gli altri obiettivi su cui si costruiranno i programmi operativi. È necessarioelaborare un programma dedicato specificatamente alla capacità amministrativa, che partadal Fondo Sociale Europeo (FSE) ma che si appoggi anche al Fondo Europeo di SviluppoRegionale (FESR), coinvolgendo le Regioni ma anche gli altri enti”. Un tema, quindi,quello della capacità istituzionale, che assume un carattere pregiudiziale rispetto ad unaefficace azione delle politiche di intervento pubbliche.

“Tanto abbiamo bisogno di capacità amministrativa – ha detto Patrizia Valenti,Assessore delle autonomie locali e della funzione pubblica della Regione Siciliana - che nonsiamo nemmeno riusciti a utilizzare i fondi destinati al suo rafforzamento. Bisogna partireda qui perché la programmazione può funzionare se funziona tutta la catena delleamministrazioni”. L’Assessore Valenti ha poi evidenziato gli interventi avviati in Sicilia perrafforzare la capacità amministrativa. Tra questi, un’azione di delegificazione (concreazione di testi unici) per i campi dell'edilizia, urbanistica, lavori pubblici e ambiente e di

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decentramento dagli uffici centrali a quelli periferici di alcune funzioni; la creazione di unUfficio progettazione che si occupa anche di riqualificare il personale impegnato nellaprogrammazione e gestione degli interventi strutturali.

II sessione – Esperienze

Interessante spunto di riflessione e punto focale dell’incontro è stata la condivisionedell’esperienza di innovazione organizzativa e gestionale dei Fondi strutturali maturata inGalles, nel corso della programmazione 2007-2013, dal Welsh European Funding Office(WEFO).

A presentare la good practice gallese sono stati Massimo Di Rienzo, Ricercatore edesperto in capacity building per la modernizzazione della PA, attraverso una video-intervista, da lui stesso condotta, ai rappresentanti del WEFO coinvolti nell’esperienza, eGaynor Legall, Responsabile del settore ICT e Business Change, WEFO.

Gli aspetti più innovativi del modello gallese, la cui scheda informativa è disponibileonline, possono essere riassunti in alcuni punti chiave:

- alto livello di accompagnamento, in presenza e online, ai potenziali beneficiari;

- concentrazione delle risorse dei Programmi Operativi su un numero selezionato di progetti-chiave, scelti strategicamente in base alla loro efficacia;

- trasparenza in tutte le fasi di pianificazione e gestione dei Programmi Operativi;

- forte coinvolgimento del partenariato;

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- rispetto dei tempi;

- attenzione alle capacità relazionali dei dipendenti.

“Quello gallese è un sistema complesso e molto affascinante – ha raccontato Massimo diRienzo – in cui ci si concentra sulla qualità dei progetti, anziché sul numero, e sulla loropotenziale efficacia”. Forte attenzione all’efficienza e all’efficacia degli interventi, quindi,piuttosto che sul livello procedurale, in una visione complessiva che può essere definita di“riscatto” della qualità dell’azione pubblica.

L’Ufficio gallese per i finanziamenti europei (WEFO) nasce nel 1999 riassumendo in sé lefunzioni di entrambe le Autorità di Gestione per il FESR e il FSE e lavorando versol’integrazione sempre maggiore tra i beneficiari e i potenziali beneficiari dei finanziamentidei Fondi strutturali. Attraverso l’accompagnamento del WEFO i candidati o projectsponsor (appartenenti a settori diversi, come istruzione superiore, settore privato, terzosettore o settore pubblico) ricevono assistenza per garantire che i progetti proposti sianoconformi ai Quadri Strategici concordati, così che gli interventi possano produrre i risultatimigliori in riferimento agli Assi di Priorità dei Programmi Operativi.

“Smettere di concentrarsi sul fare le cose in modo giusto, ma puntare soprattutto sul fare lecose giuste”: questo il cambio di approccio che Gaynor Legall, responsabile del settore ICTe Business Change del WEFO, ha voluto sottolineare nell’ottica del miglioramento deiprocessi gestionali delle Amministrazioni, soprattutto in ambito di Fondi strutturali.“Quando ho iniziato a lavorare per il WEFO – continua la Gaynor – l’ufficio lavorava giàmolto bene, ma si poteva fare di più e meglio”. Il concetto chiave è quindi fare meno cose,scegliendo solo quelle giuste, e farle al meglio.

L’esperienza gallese è un esempio significativo di come la buona capacità amministrativa eistituzionale sia fondamentale per l’efficacia della programmazione dei Fondi strutturali.

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III sessione – Tavola rotonda

Nel corso della Tavola rotonda, moderata da Maria Adele Camerani Cerizza,dell’Osservatorio dei finanziamenti europei del Sole24Ore.com, a cui hanno partecipatoattori istituzionali delle Regioni Obiettivo Convergenza, rappresentanti del partenariato edesperti, si è discusso dell’esperienza gallese e degli elementi innovativi trasferibili nelcontesto italiano.

I partecipanti, invitati dal moderatore a individuare gli elementi dell’esperienza gallesetrasferibili nel contesto nazionale, hanno concordato sull’opportunità di “ispirare” leesperienze italiane in generale, e regionali più in particolare, a quella gallese, piuttosto cheindividuare i singoli elementi “trasferibili”. “L’esperienza del Galles è di grande stimolo perl’Italia, e la Puglia in particolare – ha detto Valentina Donati, funzionario del SettoreFormazione Professionale della Regione Puglia – sarebbe importante riuscire a trasferire lalogica del fare sinergia, lavorare insieme, creando un processo di forte integrazione con ibeneficiari e il territorio”. Ciò che conta, quindi, sembra essere il fatto che il rafforzamentodella capacità istituzionale vada di pari passo con quello del partenariato. Ma non solo. Unaltro punto cardine su cui viene posto l’accento è la logica delle selezione dei progetti:“scegliere pochi progetti e validi mi pare sia un punto di partenza fondamentale perutilizzare i finanziamenti in modo proficuo” ha concluso Valentina Donati.

Dello stesso parere anche i rappresentanti della Regione Siciliana Domenico Giubilaroe Emanuele Villa, dirigente del Servizio Programmazione e Coordinamentodell'attuazione degli interventi riguardanti Risorse Umane, Ricerca, Politiche Trasversalidel Dipartimento della Programmazione. “C’è bisogno di un ribaltamento della logica – hadetto Villa – bisogna spostare l’angolo visuale partendo dai beneficiari invece che dalleAutorità di Gestione e dagli altri uffici regionali”. Dalla Sicilia arrivano anche altriinteressanti spunti di riflessione. Da un lato un limite di cultura organizzativa a voltepresente nella realtà siciliana: “Le competenze ci sono, ma non si riesce ancora adimmaginare soluzioni che permettano il salto di qualità”, dall’altro l’impossibilità di

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seguire una logica unitaria per FSE e FESR: “Diversamente da quanto succede in Galles –ha precisato Villa in riferimento alle Autorità di Gestione FSE e FESR non unitarie - spessoalcuni vincoli arrivano direttamente dall’Unione Europea”.

Un problema sottolineato anche da Carlo Notarmuzi che immagina però unaprospettiva di superamento che preveda un coordinamento più stretto ed efficiente tra ledue Autorità di Gestione FSE e FESR: “Il problema è che in Italia c’è una troppo fortecompetizione tra ruoli – ha precisato Notarmuzi – mentre le azioni di un buon Governodevono essere sinergiche”.

Il punto è capire veramente quali siano le competenze chiave per la buona riuscita dellaprogrammazione 2014-2020. “Se le cose non si fanno bene, forse è perché non si sa comefarle o non c’è chi le possa fare – ha suggerito Carlo Penati, esperto di sviluppoorganizzativo – serve qualcuno che guardi in orizzontale anziché in verticale”. Per innovarele Pubbliche amministrazioni italiane e permettere il cambiamento propostodall’evoluzione dei Fondi Strutturali servono quindi nuovi ruoli all’interno delle Pubblicheamministrazioni “o magari sarebbe utile permettere a chi ha un ruolo verticale di lavoraretrasversalmente – ha concluso Penati – anche internalizzando competenze esterne”.

Sulla necessità di un cambiamento della cultura organizzativa ha concordato ancheGaynor Legall che ha suggerito che “bisogna cambiare il Governo per riuscire a dare allasocietà ciò di cui ha veramente bisogno”. È proprio la logica di base che dev’essereinvertita: “bisogna pensare meno a obiettivi strategici, Assi e dettami della CommissioneEuropea – ha concluso Gaynor Legall – e puntare più sulle esigenze del Paese, sul suobenessere”, concentrandosi, come si è già detto, su pochi, interessanti programmi, anzichésu tanti piccoli progetti.

Il confronto avviato in questa occasione – ha spiegato, a conclusione dei lavori, AnnaGammaldi, dirigente delle Politiche di Sviluppo e Fondi Strutturali del Formez PA eresponsabile del progetto – costituisce una delle tappe di un percorso più ampio daapprofondire e sviluppare anche nel corso dei prossimi eventi organizzati dal progetto.

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