Rendiconto scuola a colori 2013

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1 L A B O R A T O R I O D I I N T E R C U L T U R A S C U O L A A C O L O R I A n n o 2 0 1 3 Comune di Gradisca d'Isonzo Ist. Comprensivo “Ulderico della Torre“ Terranova cooperativa sociale onlus Progetti integrati Scuola - Territorio PROGRAMMA IMMIGRAZIONE 2012 Regione Friuli Venezia Giulia SCUOLA PRIMARIA “Dante Alighieri” Gradisca d’Isonzo (GO)

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Documentazione e valutazione del LABORATORIO DI INTERCULTURA "SCUOLA A COLORI" 2013 - Scuola Primaria "Dante Alighieri" Gradisca d'Isonzo - Terranova coop sociale onlus - www.terranova-fvg.org

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LABORATORIO DI

INTERCULTURA

SCUOLA A COLORI

Anno 2013

Comune di Gradisca d'Isonzo

Ist. Comprensivo “Ulderico della Torre“

Terranova cooperativa sociale onlus

Progetti integrati Scuola - Territorio

PROGRAMMA IMMIGRAZIONE 2012

Regione Friuli Venezia Giulia

SCUOLA PRIMARIA

“Dante Alighieri”

Gradisca d’Isonzo (GO)

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“Intervento finalizzato a fornire risposte unitarie e coerenti nel settore dell’accoglienza degli alunni stranie-

ri e delle loro famiglie mediante il sostegno a istituzioni scolastiche o ad Enti locali capofila, per la realizza-

zione di progetti di mediazione linguistico-culturale e di azioni di supporto all’attività scolastica (quali do-

po-scuola, trasporti, laboratori, biblioteche, istituzione di figure di sistema) e mediante l’attivazione di pro-

getti specifici di formazione al personale scolastico, di gruppi di lavoro per la ricerca e la riflessione sui

fenomeni migratori e di percorsi mirati allo scambio, al confronto e alla documentazione delle esperienze

realizzate e alla diffusione di buone prassi.”

Finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia - Programma Immigrazione 2012

SOMMARIO

OBIETTIVI 3

DESTINATARI 5

STRUTTURA 6

CONTENUTI E METODOLOGIE 7

Didattica

Auto-conoscenza

Educazione alla pace

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VALUTAZIONE 40

CONCLUSIONE 42

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OBIETTIVI

Il progetto “Integrazione Scuola-Territorio” promosso dall’amministrazione comunale di Gradisca

d’Isonzo, si propone, per il terzo anno consecutivo, di perseguire principalmente i seguenti obiet-

tivi:

a. facilitare l’accesso, l’inserimento e la permanenza nel sistema educativo, di bambini e

giovani allievi immigrati, in modo a loro adeguato e valorizzante delle diversità culturali;

b. sostenere tutti i bambini e le bambine, giovani allievi immigrati nel raggiungimento degli

obiettivi educativi, culturali e scolastici previsti dal curriculum formativo;

c. favorire la conoscenza e la condivisione degli obiettivi del progetto e dei servizi all’integra-

zione culturale attivi sul territorio;

d. promuovere la partecipazione attiva delle famiglie ed il loro coinvolgimento nelle attività

rivolte ai minori.

Il percorso ha coinvolto l'Istituto Comprensivo “Ulderico della Torre”, l’amministrazione comunale,

le famiglie ed i bambini, in una serie di iniziative e spazi dedicati all’accoglienza dei richiedenti

asilo e degli immigrati in generale, per continuare a radicare un cammino comune di reciproca

integrazione sul territorio.

La presente relazione si concentra sulla fase del progetto rivolta ai bambini, ovvero l'Azione di

“Laboratorio per l'intercultura - SCUOLA A COLORI ”, gestita dalla cooperativa sociale Terranova

onlus, nella Scuola Primaria “Dante Alighieri” di Gradisca d’Isonzo.

Il laboratorio si prefigge, in linea generale, di:

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∞ incentivare la socializzazione,

∞ favorire la pedagogia dell’ascolto e del dialogo, la cultura dello scambio e del confronto,

∞ stimolare la conoscenza di Sé e dell’Altro,

∞ educare alla pace,

∞ approfondire la grammatica italiana e la geografia.

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DESTINATARI

I protagonisti del laboratorio sono stati due gruppi distinti per età, dalle classi prime alle quinte

della Scuola Primaria “Dante Alighieri” di Gradisca d’Isonzo.

Gruppo del mercoledì [Classi III, IV E V]:

Tot. n. 14: Femmine n. 6 , Maschi n. 8; italiani n. 8 stranieri n. 6

Gruppo del giovedì [Classi I e II]:

Tot. n. 36 : Femmine n. 19, Maschi n. 17; italiani n. 19 stranieri n. 17

Riepilogo totali iscritti al laboratorio

N. 50 : Femmine n. 25, Maschi n. 25, Italiani n. 27, Stranieri n. 23

Nel gruppo dei più piccoli erano presenti bambini/e provenienti da Afghanistan, Albania, Ban-

gladesh, Croazia, Kossovo, Marocco, Mauritania, Pakistan, Palestina, Romania, Serbia, Slovenia,

Somalia

Nel gruppo dei grandi da: Albania, Mauritania, Romania, Slovenia, Somalia, Ucraina

Quattro dei bimbi stranieri risiedono temporaneamente al C.A.R.A. (Centro di Accoglienza Richie-

denti Asilo) di Gradisca d’Isonzo, quali figli di rifugiati politici e di guerra, ospiti nella struttura.

La frequenza media agli incontri è stata:

Mercoledì n. 7 - Giovedì n. 7

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STRUTTURA

Incontro di presentazione del progetto con l’amministrazione comunale e la scuola

Gruppo dei grandi: Mercoledì h. 16.00 - 18.00

N. 13 incontri dal 20.2 al 29.5.2013

Gruppo dei piccoli: Giovedì h. 16.00 - 18.00

N. 13 incontri dal 21.2 al 30.5.2013

Laboratorio teatrale durante tutto l’anno con Céline Lombardi, attrice e formatrice di Teatro

dell’Oppresso

N. 3 incontri con Paola Gandin di lettura e animazione delle fiabe e laboratorio sulla poesia

Incontro di verifica in itinere con la scuola e l’amministrazione comunale

Contatti frequenti via mail e settimanali al termine della giornata con le famiglie per coin-

volgerle nel progetto

Contatti diretti e telefonici con l’educatrice referente del CARA per quel che riguarda i bam-

bini ospiti della struttura

Settimanalmente l’educatrice Terranova, Elena Gandolfo, ha relazionato alla maestre di rife-

rimento, Maria Ughi e Francesca Cosulich, scambiando impressioni ed idee

Festa finale con mostra, proiezioni video, messa in scena delle performance preparate dai

bambini con Celine e buffet.

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CONTENUTI E METODOLOGIE

Come nelle scorse edizioni abbiamo utilizzato la

pratica del CERCHIO, sia coi piccoli che con i

grandi; seduti per terra in cerchio, ci si presenta

per ricordare i nomi di ognuno, per annotare le

presenze, per conoscere la provenienza di

ognuno, ripetere le regole.

Per quel che riguarda i piccoli , visto il numero

elevato di frequentanti, ci si divideva in due

gruppi che si alternavano fra l’attività teatrale

con Celine, svolta nell’ampio atrio interno, e le

attività didattiche e creative con l’educatrice

Elena in aula.

Il gruppo dei grandi, invece, essendo molto più contenuto e quindi più gestibile, lavorava com-

patto alternando nelle settimane il laboratorio teatrale alle altre attività in progetto.

Elenchiamo di seguito le attività svolte, suddivise nelle tre direttrici:

la didattica, l’auto-conoscenza e l’educazione alla pace.

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1. Didattica

Gruppo dei piccoli

Lavoro sulle vocali

Ogni bambino ha scritto tre parole inizianti

con le 5 vocali e poi ha letto le proprie 15

parole agli altri. Hanno ritagliato le parole,

tranne le parole ripetute, e poi le hanno attac-

cate in ordine su un cartellone.

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Laboratorio sull’alfabeto

Questo laboratorio in più giornate

ha sfruttato come tema il cibo.

Ogni bambino ha ricevuto una

fotocopia con vari alimenti da ri-

tagliare; ognuno a turno ha letto

i propri alimenti agli altri; tutti i

bambini seduti in cerchio hanno

messo le proprie figurine in un uni-

co mucchio in mezzo a loro; han-

no pescato dal mucchio una figu-

rina a testa e man mano le hanno

divise in tanti mucchietti quante

sono le lettere dell’alfabeto; poi

le hanno attaccate su un cartello-

ne in ordine alfabetico. Da vari depliant pubblicitari di supermercati, hanno cercato altri ali-

menti, ritagliati, nominati e aggiunti sul cartellone nel giusto ordine, scrivendo poi sotto il relativo

nome.

Oltre al laboratorio sul cibo, i bambini hanno imparato la “canzone dell’alfabeto”.

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Laboratorio sugli ambienti aula e bagno

Da un libro che mostrava i disegni e i relativi

nomi di ogni cosa di questi ambienti, i bambini

li hanno letti a turno. Poi dalle fotocopie del

libro, hanno ritagliato arredi e oggetti e li han-

no attaccati su dei cartelloni e scritto sotto il

relativo nome.

Attraverso quest’attività i partecipanti hanno

appreso nuovi vocaboli, infatti la maggior par-

te dei bambini, non solo stranieri, riconosceva

quasi tutti gli og-

getti ma spesso

non conosceva il loro nome. Inoltre il cercare gli oggetti del dise-

gno, a volte anche piccoli e seminascosti è stato un ottimo eserci-

zio di attenzione.

Laboratorio sul corpo

Servendosi del cartellone fatto due anni fa, con l’omino che indi-

cava le principali parti del corpo, i bambini hanno aggiunto i nomi

di altre parti non segnate; le hanno lette a turno; hanno scritto tutti

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i nomi (vecchi e nuovi) delle parti del corpo su un foglio e le hanno poi ritagliate e messe in

una scatola; inizialmente aiutandosi con il cartellone ma poi senza, i bambini pescavano un

bigliettino con un nome e dovevano mostrare sul proprio corpo qual era la parte sorteggiata.

Quest’attività ha fatto sì che i bambini (non solo stranieri )imparassero i nomi delle varie parti del

corpo; infatti alcuni (come nuca, falangette, anulare, dorso e palmo della mano, polpaccio,

calcagno, alluce, ...) non erano conosciuti nemmeno dai bambini italiani .

Sia il laboratorio sul corpo che gli altri laboratori hanno permesso, in modo ludico, di esercitarsi

anche a leggere e scrivere.

Lavoro sulle fiabe

Le fiabe lette quest’anno sono state due :

“L’amico del mondo” di Lia Levi [Giunti Kids Ed.]

La storia di un bambino, Felice, che alla festa per la sua nascita

riceve tre importanti regali (la bellezza, l’intelligenza e l’allegria)

da tre fatine, ma anche un regalo “trabocchetto” da un’altra

madrina, la più potente che non era stata invitata per errore, e

cioè il potere di indossare delle facce di altri colori, comparse

magicamente in un vecchio armadio. Indossando una faccia

Felice poteva diventare totalmente di quella nazionalità, dall’a-

spetto alla lingua.

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Il ragazzo, così, gira tutto il mondo felice chiamando tutti fratelli, perché in ogni posto dove an-

dava diventava veramente come loro e si sentiva a casa in qualsiasi continente.

Ma arriva il momento che la vendetta della fatina Clotilde si attua, togliendo improvvisamen-

te a insaputa di Felice, il bellissimo potere “delle facce” e il ragazzo, ignaro, continua a girare il

mondo ma non viene più capito e accettato bene come prima.

Quando realizza di aver perso quel dono prezioso, diventa triste ed isolato, finché non si ricorda

di avere anche gli altri doni da sfruttare ed in particolare l’intelligenza con cui poter imparare.

Allora si mette a studiare tante lingue così può riprendere a viaggiare e diventare davvero l’a-

mico del mondo.

“La zuppa di sasso” di Anais Vaugelade [Babalibri Ed.]

E’ la storia di un lupo vecchio e stanco che si reca nel villaggio de-

gli animali e cerca ospitalità per poter preparare la sua zuppa.

Bussa quindi alla porta di una gallina che inizialmente si spaventa;

poi però l’incredulità che un lupo voglia solo usare la sua cucina e

non mangiarla, lascia il posto alla curiosità di questa strana zuppa

di sasso, così lo fa entrare e cucinano insieme.

La storia continua con l’entrata in scena di altri animali, anche loro

inizialmente sospettosi e increduli, che poi partecipano alla riuscita

della zuppa.

Infine il lupo e tutti gli animali cenano insieme divertendosi.

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Dopo aver ascoltato le fiabe lette da Paola, i bambini hanno disegnato il personaggio preferito

o una sequenza della storia.

La volta successiva si riassumeva insieme ogni fiaba e poi, dopo averla riletta, si provava a divi-

derla in sequenze.

Scrittura individuale e poesia

Dopo un’attività fisica di cen-

tratura, attraverso lo yoga di-

namico, la cantastorie Paola

ha declamato alcuni versi per

far entrare in creatività il grup-

po, ispirato dalla musicalità di

brevi poesie, anche scritte da

altri bambini, individuando poi

insieme dei comuni simboli di

pace, ovvero la Natura e l’A-

micizia.

A quel punto è stato chiesto ai

bambini di scrivere dei brevi

pensieri poetici su tali temi.

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Ognuno ha poi letto al gruppo la propria poesia con particolare coinvolgimento.

Eccone alcune:

“La natura è piena di armonia e di pace e piena di silenzio come se fosse in una stella” (Giulia)

“In primavera nascono i fiori e le api fanno il miele. La bambina pren-

de i fiori per la mamma” (Aminata)

“La natura è bella perché i fiori danno profumo e gli alberi danno

tanta aria” (Serena)

“La rosa fiorisce di gioia. La pace è già qui e ne siamo felici ancor di

più. Invece l’amicizia cresce dentro di me e il cuore mi batte forte .

La natura è però troppo forte da spezzare” (Sara)

“Gesù è il re della pace , della natura e dell’amicizia” (Alex)

“Evviva la primavera! La pace è sbocciata nei nostri cuori e noi

adesso siamo pieni di colori, la natura è rinata e l’amicizia è già

sbocciata “ (Emma)

“La natura è bella perché ci sono i fiori profumati e giocano i bambi-

ni a palla. La pace è bella per aiutare e l’amicizia per aiutare gli amici” (Gaia)

“Le rose sono sbocciate e le illumina il sole e il sole diventa bello. E’ spuntata una farfalla e un

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fiore. Evviva giochiamo insieme, sì, sì! Sì sarà bellissimo, grazie, e a che cosa giochiamo? Alla pa-

ce. Sarà bellissimo se troviamo un’altra amica, l’ape Maia, la natura. Sarà immenso giocare tut-

te e tre” (Aissata)

“La pace è nel nostro cuore. L’amicizia è piena di colori. La natura è fatta di fiori. Ai nostri amici

vogliamo bene. La pace ci serve per l’amicizia e ai nostri amici gli diciamo di giocare insieme.

(Rigon)

“La natura è speciale. Quando è primavera la natura

non manca mai ai bambini che giocano e gli uccelli

cantano. Viene sempre il sole e le nuvole nere non arri-

vano mai. La pace è una cosa molto bella. Quando si

litiga nuvole e pioggia, quando si fa la pace le nuvole

nere se ne vanno” (Malina Antonina)

“La pace è qui! A me piace la pace e anche l’amicizia.

A noi qui piace la natura che cresce dentro di

noi” (Diana)

“L’amicizia è amica” (Nazar)

“La natura è bella perché ci sono i fiori. L’amicizia è an-

cora più bella perché c’è anche con il silenzio” (Viola)

“L’amicizia è bene. Mi piace l’amicizia” (Aqsa)

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Scrittura di gruppo: la fiaba “Il grattacielo delle parole”

Questa attività si pone a cavallo fra la didattica, l’autoconoscenza e l’educazione alla pace,

senza contare la valenza artistica e la sinergia messa in atto per scrivere una fiaba a più mani.

Dopo la scelta dei protagonisti (gli animali), ispirati dalle fiabe elaborate nel laboratorio, è stato

individuato un ostacolo da superare (l’incomunicabilità) ed una risorsa da mettere in atto per

giungere ad una situazione pacifica ed allegra (lo studio e l’impegno). Nasce così la “scuola per

imparare a capirsi” ed una lingua universale “importante”. Buona lettura, anche quest’anno i

bambini ci regalano un messaggio quanto mai attuale ed urgente..

“IL GRATTACIELO DELLE PAROLE”

UN GIORNO GLI ANIMALI SI SON TROVATI A CASA DELLA GALLINA PER GIOCARE A CAR-

TE.

PRESTO PERÒ NASCE UNA GRAN CONFUSIONE, ALLORA LA GALLINA PROPONE DI CAN-

TARE INSIEME LA CANZONE DELL’ALFABETO.

TUTTI CANTANO E SI DIVERTONO MOLTO PERCHÉ CANTARE È SEMPRE BELLO, MA OGNU-

NO HA IL SUO ALFABETO E, FINITO DI CANTARE, ECCO CHE INIZIANO A LITIGARE.

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IL SERPENTE FA LO SGAMBETTO AL MAIALE E LO FA VOLARE LONTANO. ALL’IMPROVVISO,

ROMPE LA PORTA UNO SCIMPANZÉ E RUBA DELLE BANANE. LA PECORA VA A CERCARE IL

MAIALE E POI GLI FA UN MASSAGGIO, MENTRE IL CAVALLO AIUTA LA GALLINA A METTERE

A POSTO LA CASA, MA ORMAI IL CLIMA AMICHEVOLE È ROVINATO.

PER FORTUNA ARRIVANO TUTTI I PERSONAGGI DELLE FIABE CHE CAPISCONO TUTTI I LIN-

GUAGGI DEGLI ANIMALI E SONO LORO AMICI. CUCINANO RICETTE DI VARI PAESI DEL

MONDO E POI MANGIANO INSIEME IN SILENZIO.

FINITO DI MANGIARE I PERSONAGGI DELLE FIABE FANNO UNA RIUNIONE FRA LORO IN

CERCHIO PER TROVARE IL MOTIVO DEL CAOS E CAPIRE DI COSA HANNO BISOGNO GLI

ANIMALI.

C’È CHI DICE CHE GLI ANIMALI HANNO SOLO BISOGNO DI MANGIARE, CHI PENSA CHE

HANNO BISOGNO DI NATURA, CHI SOSTIENE CHE HANNO BISOGNO DI EMOZIONI. MA LA

MAGGIORANZA CREDE CHE GLI ANIMALI NON RIESCONO A CAPIRSI, HANNO BISOGNO

QUINDI DI CAPIRE IL LINGUAGGIO DELL’ALTRO.

OGNI TIPO DI ANIMALE, INFATTI, FA UN VERSO DIFFERENTE! INOLTRE ANCHE IL LORO LIN-

GUAGGIO DEL CORPO HA SIGNIFICATI DIVERSI. PER ESEMPIO, PER IL CANE MUOVERE LA

CODA SIGNIFICA CERCAR AMICIZIA MA PER ALTRI ANIMALI PUÒ INVECE INDICARE SFIDA

O CORTEGGIAMENTO.

COSÌ I PERSONAGGI DELLE FIABE DECIDONO DI FARE UN DONO A TUTTI GLI ANIMALI: UN

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GRATTACIELO SPECIALE CHE SARÀ UNA SCUOLA PER IMPARARE A CAPIRSI, LA SCUOLA

VIENE BATTEZZATA: “BIDI BI BODI DI BU”.

IL GRATTACIELO È DI TUTTI I COLORI DELL’ARCOBALENO, CON SUL TETTO UN ENORME

MAPPAMONDO CIRCONDATO DA SORRISI. DENTRO CI SONO MIGLIAIA DI AULE DOVE SI

POSSONO IMPARARE TUTTI I LINGUAGGI DEGLI ANIMALI. OGNI ANIMALE INSEGNA AGLI

ALTRI LA PROPRIA LINGUA. COSÌ TUTTI INSEGNANO A TUTTI E IMPARANO DA TUTTI.

PIAN PIANO GLI ANIMALI, COMUNICANDO DI PIÙ, SI CAPISCONO MEGLIO E VANNO PIÙ

D’ACCORDO.

MA AD UN CERTO PUNTO SENTONO L’ESIGENZA DI STARE TUTTI INSIEME. ALLORA BUTTANO

GIÙ I MURI DELLE AULE E COSTRUISCONO ALL’INTERNO DEL GRATTACIELO UNA GIGANTE-

SCA AULA, DI FORMA ROTONDA.

E’ L’UNICA SCUOLA AL MONDO DOVE SI PUÒ ANDARE QUANDO SI VUOLE...

CI SONO SEDIE SPECIALI CHE QUANDO APPOGGI LA TESTA ALLO SCHIENALE ESCE UN CU-

SCINO CHE TI AVVOLGE.

POI BASTA METTERE UN BRACCIALETTO COLLEGATO AD UNA PENNA E MUOVERE IL BRAC-

CIO, CHE LA PENNA SCRIVE DA SOLA.

COSÌ IN QUESTA SCUOLA TUTTI GLI ANIMALI INSIEME INVENTANO UN LINGUAGGIO UNI-

VERSALE CHE SI CHIAMERÀ “IMPORTANTE”.

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L’AULA ROTONDA È DOTATA DI TV CHE TRASMETTE LE LEZIONI A TUTTI GLI ALTRI ANIMALI

DEL MONDO, COSÌ BEN PRESTO SU TUTTO IL PIANETA GLI ANIMALI IMPARANO IL NUOVO

LINGUAGGIO UNIVERSALE E SVANISCONO LE INCOMPRENSIONI ED I LITIGI.

UN GIORNO IN UNA CASA UN CANE VEDE SUL PROGRAMMA PER ANIMALI LA SCUOLA

“BIDIBIBODIDIBU“ E LA MOSTRA AL SUO PADRONE.

QUESTI CHIEDE AGLI ANIMALI CHE LA TV POSSA TRASMETTERE ANCHE AGLI UMANI E COSÌ

AVVIENE, FINCHÉ IN BREVE TEMPO GLI UOMINI IMPARANO LA LINGUA DEGLI ANIMALI.

SEMBREREBBE CHE QUELL’UOMO ABBIA FATTO COSTRUIRE UN ALTRO GRATTACIELO DOVE

MIGLIAIA DI UOMINI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO STANNO IMPARANDO QUALCOSA

DI “IMPORTANTE” PER CAPIRSI, RISPETTARSI E AMARSI DI PIÙ.

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Gruppo dei grandi

Quest’anno , dal punto di vista più didattico, il gruppo

dei grandi ha lavorato solo sulla GEOGRAFIA, sia attra-

verso la conoscenza e la localizzazione dei paesi di origi-

ne di tutti, sia attraverso le esercitazioni di lettura di libri

presi in biblioteca che parlano di usi e costumi di varie

parti del mondo, sia attraverso la memorizzazione della

parola GRAZIE in 17 lingue apprendendo insieme in quali

parti del mondo si parla la stessa lingua (i ragazzi di V

hanno contribuito molto ripescando nozioni di storia imparate a scuola).

Laboratorio di geografia

I primi giorni nel cerchio di conoscenza ognuno ha detto do-

ve è nato e la provenienza dei propri genitori.

Abbiamo segnato sul quaderno tutti i paesi di provenienza,

vista la notevole varietà, infatti oltre ai bambini stranieri e a

quelli con uno o entrambi provenienti da altri Stati, siamo ve-

nuti a conoscenza di bambini e genitori di tante parti d’Italia.

Abbiamo ricopiato alla lavagna i vari paesi dividendoli prima

fra italiani e non italiani e poi scrivendoli su 4 colonne, distin-

guendo fra quelli della nostra regione Friuli Venezia Giulia,

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quelli di

altre regioni d’Italia, quelli di altri stati euro-

pei e quelli degli altri continenti.

Poi abbiamo cercato i posti sul planisfero e,

quelli non segnati, su atlanti e cartine più

dettagliate.

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2. Auto-conoscenza

Il percorso teatrale con Celine

Il percorso teatrale con Celine Lombardi ( regista e attri-

ce del Teatro dell’Oppresso) iniziato fine febbraio e ulti-

mato in giugno, è stato impostato sin da subito come un

percorso di crescita in 4 fasi, di base uguale per tutti ma

con semplici variazioni di forma in funzione dei gruppi

per età:

un lavoro iniziale per formare un gruppo con giochi-esercizi di collaborazione e di ascolto

un lavoro sulle emozioni attraverso l'espressione verbale (le parole) e non-verbale (il corpo, i

suoni e i toni della voce)

un lavoro più specificamente teatrale con

la costruzione del personaggio attraverso la voce

e il corpo

la costruzione di un improvvisazione: come si strut-

tura

I concetti essenziali da trasmettere per poter fare

teatro sono passati, anche se non sempre i ragazzi

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sono in grado di autoregolarsi per rispettarli, comunque hanno da-

to segno di capirli profondamente:

- la necessità di avere una disciplina: niente accade a caso

- la necessità di seguire e rispettare le regole che il gruppo si prefis-

sa per raggiungere un obiettivo prefissato

- l'importanza dell'ascolto degli altri e del rispetto

- l'importanza della collaborazione: nessuno è bravo singolarmen-

te, si è bravi insieme.

La conclusione:

Questo tipo di teatro non punta sulla messa in scena di uno

spettacolo finale, quanto sul percorso vissuto durante tutto

l’anno.

Anche la stessa dimostrazione finale proposta ai genitori il

giorno della festa - tutte scene tratte dalla loro visione della

Zuppa di Sasso - è da vedere con l’ottica di quello che ha

tirato fuori e trasmesso ai bambini in quel momento cioè il

valore intrinseco.

La performance finale, quindi, come l’intero percorso, ha

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permesso di :

- operare delle scelte per loro stessi (scegliere il loro personaggio e co-

me farlo) e in gruppo (trattare insieme per decidere del taglio da da-

re alle scena, come fare la scena),

- affermare la propria visione di una medesima storia

- affermare la propria creatività nella regia delle varie scene (canto,

uso del pubblico)

raggiungendo al meglio gli obiettivi di crescita e di autonomia, di fidu-

cia in se stessi che il teatro è in grado di trasmettere e che Scuola a

Colori aveva mirato.

Criticità:

Una delle difficoltà del fare teatro a scuola è che spesso i bambini pensano isolando una discipli-

na dall'altra, una attività dall'altra, non permettendo di

sfruttare bene i benefici delle attività proposte a scuola nel

laboratorio teatrale.

L'altra difficoltà è legata a disciplina, capacità di ascolto e

concentrazione a fine giornata.

A scuola, i ragazzi sono abituati a ricevere l'insegnamento

e eventualmente a prenderne possesso.

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Il teatro ha un altro modo di

funzionare: è trasversale a tut-

te le discipline, come la vita,

e necessita una messa in gio-

co, una azione propria per

attivare il processo. Necessita

una presenza a se stessi e agli

altri permanente, come lo esi-

ge la vita stessa. Il teatro è

un'attività di socializzazione e

di crescita unica tra tutte le

forme artistiche, proprio per-

ché riproduce così fedelmen-

te i processi della vita, in am-

bito protetto e, mettendosi in

gioco, consente una crescita "al sicuro".

Sicuramente è stato un percorso ambizioso per i tempi a disposizione, la giovanissima età della

maggior parte degli allievi e la grossa presenza di bambini stranieri che capiva poco l’italiano.

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Esercizi di ascolto di sé

Parallelamente alle attività di educazione alla

pace, si sono praticati dei giochi di “ascolto di

sé” attraverso il respiro, le posture, la voce, un

tamburello. Oltre al rilassamento mentale si è

cercato di portare alla consapevolezza dei

bimbi la loro propria forza e volontà interiori.

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3. Educazione alla Pace

I giochi di fiducia

I giochi di fiducia tendono a creare all’interno del gruppo un clima di coo-

perazione, comprensione, collaborazione, confidenza e richiedono con-

centrazione e consapevolezza.

Abbiamo proposto questi giochi sia al gruppo dei piccoli che a quello dei

grandi.

- a coppie scrivere

sulla schiena

dell’altro e far in-

dovinare la parola

- a coppie uno

bendato e l’altro

che lo deve ac-

compagnare facendogli toccare varie superfici e og-

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getti per sperimentare nuove sensazioni dal punto di vista tattile

- a coppie, pescando dalla “scatola del corpo umano” un bi-

gliettino a testa con una parte del corpo, si mettono a contatto

le due parti del corpo indicate nei bigliettini sorteggiati.

Il gioco del viaggio

Questo è un esercizio di attenzione, concentrazione e memoria.

Abbiamo proposto questo gioco sia al gruppo dei piccoli che a

quello dei grandi.

Seduti per terra in cerchio , ogni bambino immaginava di essere ap-

pena tornato da un viaggio in una parte del mondo: chiaramente i bambini stranieri o con un

genitore straniero sfruttavano i paesi di provenienza ma anche i bambini nati in altre parti d’Ita-

lia o con genitori di altre regioni. Gli altri potevano aiutarsi pensando ad eventuali viaggi fatti

realmente in passato con la famiglia o provare a ricordare cose apprese su libri o sentite raccon-

tare da qualcuno.

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Si passava al compagno vicino seduto alla propria sinistra un immaginario oggetto/indumento/

cibo tipico portato dal proprio viaggio dicendo ogni volta la frase: “Io sono andato a … che si

trova in …. e ho portato… che do a ... (dicendo il nome del compagno vicino)“

Il compagno che immaginariamente lo riceveva, prima di “donare il proprio souvenir di viaggio”

diceva quello che aveva ricevuto dal compagno o dai compagni precedenti, sforzandosi di

ricordare il nome di ognuno, dove era stato e cosa avesse portato. E così via. Più si andava

avanti, più il gioco diventava divertente ma difficile perché richiedeva la massima attenzione e

concentrazione per poter memorizzare tutti i passaggi precedenti.

Questo gioco ha permesso di imparare i nomi e le provenienze di tutti, imparare nuovi posti e re-

lativa collocazione geografica e conoscere alcune cose tipiche di luoghi diversi del mondo.

Inoltre tutti si sono sentiti importanti nel “portare” qualcosa di nuovo agli altri e i bambini stranieri

in particolare si sono sentiti valorizzati perché per primi potevano insegnare qualcosa.

Il gioco del GRAZIE

Questo è un gioco di attenzione, memoria e velocità

Abbiamo proposto questo gioco solo al gruppo dei grandi, sia perché solo loro avevano impara-

to a dire GRAZIE nelle 17 lingue (nelle lingue principali, nelle lingue d’origine di tutti i bambini di

quest’anno e in quelle dei bambini che han frequentato Scuola a colori gli anni passati) sia per-

ché i grandi avevano già qualche nozione di geografia, avendola fatta a scuola.

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Sulla falsariga del gioco del viaggio, i bam-

bini simulavano dei viaggi, oltre che nei

paesi d’origine, in tutti gli stati di dove si

parlano le lingue nelle quali avevano im-

parato a dire –grazie– .

Si passavano il mappamondo in senso ora-

rio dicendo la frase: “Io passo a… il map-

pamondo che ho portato da… “ e chi lo

riceveva doveva ringraziare nella lingua di

quel posto.

Si è iniziato a fare dei giri di prova tenen-

do prima in mezzo al cerchio il cartellone con tutti i –grazie– e poi senza.

Quando abbiamo visto che i bambini li avevano abbastanza memorizzati, il gioco è partito a

eliminazione di chi sbagliava a ringraziare o ci stava troppo tempo sia a pensare come si dices-

se, sia a scegliere un posto “dove andare”.

I ragazzi ci han preso sempre più gusto e han voluto ripeter il gioco in più giornate, anche intro-

ducendo delle varianti per renderlo sempre più difficile e stimolante.

A questo gioco han partecipato da subito anche i bambini stranieri che si sono rivelati davvero

molto bravi.

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L'ascolto delle fiabe

Il libro “L’amico del mondo” è’ un buon strumento

per parlare di intercultura: il timore nell'incontrare

persone diverse, l'importanza dello studio e l’utilità

della conoscenza delle lingue, la comunicazione

tramite l'allegria, il senso di "essere fratelli" e "essere

amici", l'importanza di "impegnarsi" sfruttando le pro-

prie capacità per ottenere ciò che si cerca. Fa capi-

re che le cose conquistate con fatica sono quelle

che dan realmente più gioia e durano per sempre.

Il libro “Una zuppa di sasso” è un libro diverso che mostra da un altro punto di vista la figura del

lupo (tradizionalmente considerato cattivo) e ci aiuta a comprendere che spesso le apparenze

ingannano e che, andare oltre gli stereotipi e seguire la curiosità per ciò che è diverso può dav-

vero “aprire nuove porte” . Ognuno di noi ha qualcosa di

buono, interessante e utile da offrire ((ingredienti da aggiun-

gere nella zuppa) agli altri e inoltre aiutarsi a vicenda è anche

molto più divertente che far da soli.

L'azione educativa della favola mira soprattutto a un’armoniz-

zazione che canalizzi il conflitto in confronto, senza reprimere

la propria natura.

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L’indovinello di Cip e Ciop e i lamponi

Lavoro di de-strutturazione che fa riflettere sui pregiudizi e i punti di vista.

Cip e Ciop si abbuffano di lamponi, quando li hanno finiti

si guardano e Cip corre a lavarsi il musetto mentre Ciop,

che è tutto sporco del rosso dei lamponi, non ci va. Per-

ché Ciop non si lava? Tutti pensano che Ciop è uno spor-

caccione o un pigrone ma in realtà, a conoscere bene la

storia, Cip è corso a lavarsi perché convinto di essere co-

me Ciop mentre questi, vedendo il musetto pulito di Cip,

ha pensato di averlo pulito pure lui!

Altri indovinelli di questo genere hanno divertito e basito i

ragazzi, facendoli riflettere sui facili giudizi.

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Il disegno individuale dell’AMICIZIA

Il disegno di gruppo

della PACE

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Ricettario “CUCINA A COLORI”

L’attività di creazione di un ricettario multiculturale,

iniziata già l’anno scorso, che mira all’integrazione

culturale dell’intero nucleo parentale con il coinvol-

gimento delle famiglie, ha riguardato quest’anno

minestre, zuppe e brodi.

Abbiamo scelto queste tipologie di cibi per una sor-

ta di continuità con la lettura “Una zuppa di sasso” e

anche perché, essendo cibi diffusi quasi dappertutto

nel mondo, ci piaceva l’idea di poter trovare un

punto comune pur nell’estrema diversità di ingre-

dienti e preparazione.

Purtroppo l’attività è rimasta incompiuta perché po-

che famiglie hanno fornito una ricetta.

Contiamo di concludere il lavoro nel prossimo anno

scolastico, facendo un percorso sul pane e facendo

altre attività che coinvolgano le famiglie e la cittadi-

nanza, sempre nella direzione di conoscere e capire

ciò che serve per costruire la pace:

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Prendere consapevolezza di sé.

Sviluppare la capacità di comunicare se stessi.

Sviluppare la capacità di ascolto.

Riconoscere le diversità di ognuno al fine di accettare serenamente l’altro.

Sviluppare la capacità di identificarsi con l’altro.

Promuovere atteggiamenti positivi verso se stessi e gli altri per una pacifica convivenza e per

una migliore gestione dei conflitti.

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Ecco le due fiabe fatte con le sequenze disegnate dai bambini:

LA ZUPPA DI SASSO

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L’AMICO DEL MONDO

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VALUTAZIONE

L’organizzazione generale in quanto alla logistica degli orari, dipesa dal calendario scolastico,

ha permesso lo svolgersi del laboratorio solo nella fascia del tardo pomeriggio, orario in cui i

bambini sono alquanto stanchi mentalmente, soprattutto quelli che frequentano il tempo pieno.

Per far fronte a questa condizione imprescindibile, quest’anno tutti i laboratori sono stati imposta-

ti in modo più dinamico, dando più spazio all’attività di movimento ed espressività.

Un’altra valutazione di carattere generale riguarda la discontinuità di alcune frequenze nel

gruppo dei grandi, dovute anche all’orario e ad attività sportive concomitanti, mentre al contra-

rio si è riscontrato un continuo aumento dei partecipanti all’interno del gruppo dei piccoli, in par-

ticolare dei bambini stranieri.

Rispetto al raggiungimento degli obiettivi quindi, con il gruppo dei piccoli, si è dovuto lavorare

molto sull’apprendimento di base della lingua italiana, vista la numerosa presenza di bambini

stranieri, di cui quattro provenienti dal Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo.

Tutti i lavori svolti con i piccoli hanno permesso che i bambini migliorino la lettura, la comprensio-

ne e l’acquisizione di nuovi vocaboli.

Con il gruppo dei grandi si è preferito approfondire la Geografia, dal punto di vista didattico, e

dare ampio spazio ai momenti teatrali di auto-conoscenza, fiducia ed espressione corporea.

Fra il gruppo dei grandi, anche i bambini di Terza, hanno acquisito una conoscenza di base in

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merito alla geografia dell’Italia, dell’Europa e del mondo, pur non avendo ancora affrontato in

classe certe nozioni. Questo è stato possibile anche grazie alla presenza dei bambini di IV ed in

particolare di V che con piacere rispolveravano ed approfondivano gli insegnamenti appresi in

classe, facendo da stimolo ai più piccoli.

Relativamente al rapporto con la Scuola riteniamo ci siano ancora cose da migliorare, in quan-

to a comunicazione ed organizzazione degli spazi, nonostante con le maestre di riferimento ci

sia sempre stata una buona collaborazione.

Il percorso teatrale impegnativo e bisognoso di maggior tempo, le festività, le elezioni ed un

mancato appuntamento con l’Amministrazione comunale, l’Istituto comprensivo e le famiglie, ci

hanno visto trascurare l’aspetto di orientamento ed educazione civica in questa edizione di

Scuola a Colori, facendoci infine rinunciare alla consueta uscita di visita al Municipio.

Possiamo infine comunque ben dire che, in merito all’integrazione, i bambini sono sempre più

amalgamati e consapevoli del valore delle loro differenze, facendo in più occasioni, anche cor-

po unico nelle scelte e nelle decisioni.

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CONCLUSIONE

Questa terza edizione di Scuola a Colori ha dimostrato che il lavoro fin qui svolto sta dando i suoi

frutti, sia per quanto riguarda l’aumento delle iscrizioni, sia per quanto riguarda la considerazio-

ne che hanno i bambini e le loro famiglie dell’importanza della Pace e dell’integrazione multi-

culturale.

Inoltre, anche rispetto alla cooperazione, per esempio nel lavoro di gruppo, si riscontra una

maggiore scioltezza e facilità nel creare cose insieme.

In conclusione, sarebbe auspicabile che, nei prossimi anni, questa cultura di accoglienza ed

apertura che i bambini, con spontaneità, vivono sempre più, possa essere allargata anche al

mondo degli adulti.

Sarà nostro impegno futuro, in tal sen-

so, coinvolgere maggiormente le fa-

miglie e la comunità tutta.

Elena Gandolfo

Paola Gandin

Céline Poulat

Un momento dello spettacolo finale

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LA MOSTRA

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TERRANOVA

COOP SOCIALE ONLUS

Via San Francesco, 13

34070 TURRIACO (GO)

Tel. 0481 473934

[email protected]

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UN CARO SALUTO A TUTTI/E!