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WEATHERBY VANGUARD SYNTHETIC SERIES 2 CAL. .308 WINCHESTER 100 W eatherby è un produttore re- lativamente giovane – la sua storia inizia solo al termine del Secondo conflitto mondiale – ma che ha saputo ritagliarsi una posizione significativa nel selettivo mercato ame- ricano. Un’intuizione e corrette pratiche industriali hanno reso l’azienda fondata da Roy Weatherby un caso da studiare nel settore armiero; le sue armi, infatti, seppero in brevissimo tempo conquistar- si una fama al limite del mito nonostante un prezzo sufficientemente elevato da non renderle appannaggio di tutti ma neppure esclusive. Tutto insisteva sull’a- zione Mark V ideata dal fondatore e la finitura dei fucili marchiati con la tipica W di Weatherby. Una W che, da una parte, non doveva confondersi con quella di uno dei tanti blasonati concorrenti, Winchester, dall’altra diventò sinonimo di armi funzionali, caratteristica in cui gli americani eccellono, e raffinate, sostanti- vo che invece è assai più difficile spendere per prodotti d’Oltreoceano. Insomma, presentata la sua azione Mark V, Roy visse di rendita per un quarto di secolo. Poi, si sa che l’americano ha sem- pre bisogno di confrontarsi con nuove sfide, lo stesso Roy decise che era giunto il momento di estendere la platea dei suoi estimatori con una nuova gamma di pro- dotti, che dovevano mantenere le solite caratteristiche di eccellenza della Casa ma ad un prezzo sensibilmente inferiore. Inutile dire che, se siamo qui a parlarne, la sfida fu affrontata e vinta. Nel 1970, Weatherby presentò al mercato americano la serie di carabine Vanguard. Non più dotate dell’originalissima a- zione Mark V a 6 o addirittura 9 tenoni (per i calibri magnum), la nuova arma montava un’azione d’ispirazione Mauser con sole due alette, era stata sottoposta ad una generalizzata semplificazione produttiva che ne riduceva la complessità e i costi industriali ed era realizzata in Giappone grazie a un accordo – tuttora in essere – con Howa Machinery Ltd. Da status symbol dei cacciatori più raffinati (e ricchi) e oggetto dei sogni dei meno La seconda serie della carabina Vanguard di Wea- therby attualizza un modello di grandi pregi bali- stici e altrettanto grandi successi commerciali. Un nuovo calcio, uno scatto a due tem- pi migliorato e i pregi dell’a- zione Vanguard ne fanno uno strumento più che mai attuale e affidabile testo di Matteo Brogi foto di Gianluigi Guiotto MOA garantito L’appendice di scatto comanda uno scatto a due tempi regolabile me- diante un registro posto sotto alla calciatura Il comando della sicura a 3 posizioni è facilmente azionabile con il pollice; sono disponibili le po- sizioni F (fuoco), S (scatto e otturatore bloccati), U (scatto bloccato, otturatore libero di muoversi)

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Weatherby è un produttore re-lativamente giovane – la sua storia inizia solo al termine

del Secondo conflitto mondiale – ma che ha saputo ritagliarsi una posizione significativa nel selettivo mercato ame-ricano. Un’intuizione e corrette pratiche industriali hanno reso l’azienda fondata da Roy Weatherby un caso da studiare nel settore armiero; le sue armi, infatti, seppero in brevissimo tempo conquistar-si una fama al limite del mito nonostante un prezzo sufficientemente elevato da non renderle appannaggio di tutti ma neppure esclusive. Tutto insisteva sull’a-zione Mark V ideata dal fondatore e la finitura dei fucili marchiati con la tipica W di Weatherby. Una W che, da una parte, non doveva confondersi con quella di uno dei tanti blasonati concorrenti, Winchester, dall’altra diventò sinonimo di armi funzionali, caratteristica in cui gli americani eccellono, e raffinate, sostanti-vo che invece è assai più difficile spendere per prodotti d’Oltreoceano.Insomma, presentata la sua azione Mark V, Roy visse di rendita per un quarto di secolo. Poi, si sa che l’americano ha sem-pre bisogno di confrontarsi con nuove sfide, lo stesso Roy decise che era giunto il momento di estendere la platea dei suoi estimatori con una nuova gamma di pro-dotti, che dovevano mantenere le solite

caratteristiche di eccellenza della Casa ma ad un prezzo sensibilmente inferiore. Inutile dire che, se siamo qui a parlarne, la sfida fu affrontata e vinta.Nel 1970, Weatherby presentò al mercato americano la serie di carabine Vanguard. Non più dotate dell’originalissima a-zione Mark V a 6 o addirittura 9 tenoni (per i calibri magnum), la nuova arma

montava un’azione d’ispirazione Mauser con sole due alette, era stata sottoposta ad una generalizzata semplificazione produttiva che ne riduceva la complessità e i costi industriali ed era realizzata in Giappone grazie a un accordo – tuttora in essere – con Howa Machinery Ltd. Da status symbol dei cacciatori più raffinati (e ricchi) e oggetto dei sogni dei meno

La seconda serie della carabina Vanguard di Wea-therby attualizza un modello di grandi pregi bali-stici e altrettanto grandi successi commerciali. Un nuovo calcio, uno scatto a due tem-

pi migliorato e i pregi dell’a-zione Vanguard ne fanno uno strumento più che mai attuale e affidabile

testo di Matteo Brogi

foto di Gianluigi Guiotto

MOA garantito

L’appendice di scatto comanda uno scatto a due tempi regolabile me-diante un registro posto sotto alla calciatura

Il comando della sicura a 3 posizioni è facilmente azionabile con il pollice; sono disponibili le po-sizioni F (fuoco), S (scatto e otturatore bloccati), U (scatto bloccato, otturatore libero di muoversi)

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abbienti, la W di Weatherby si demo-craticizzò – come si usa dire – e andò a insidiare quote di mercato in segmenti che precedentemente non le erano propri. E, particolare degno di nota, andò a farlo con prodotti dalle caratteristiche tecniche e ba-listiche proprie di armi ben più costose.

i 16 calibri della serie VanguardLa nuova serie sarà vista con una certa sufficienza dagli appassionati Weatherby della prima ora, che le rimprovereranno il fatto di non essere fornita in nessuno dei calibri sviluppati da Roy e tanto apprezzati dai cacciatori americani. Questa lacuna sarà colmata nel 1988 da Ed, figlio del fon-datore e a lui succeduto alle redini dell’a-zienda nel 1983. Ed stimolerà la nascita di qualche nuovo calibro (tre, tra 1989 e il 1998, quelli che andranno ad aggiungersi ai 12 ideati da Roy tra il 1945 e il 1968) e investirà energie in questa carabina, che in breve diventerà un best seller in un fiorire di varianti, versioni, allestimenti speciali. Quest’evoluzione ha rag-giunto il suo apice con la presentazione della Vanguard Series 2 cui appartiene l’arma che abbiamo provato nel poligono a 100 metri del suo importatore italiano, Bignami. Una prima considerazione, di carattere commerciale, va fatta sull’offerta di calibri della Vanguard; i 16 attualmente a catalo-

go – dal .223 Remington al .338 Winchester Magnum – coprono praticamente tutte le destinazio-ni venatorie europee, rendendo quest’arma un vero passepartout per il cacciatore italiano con-temporaneo. Tre anche i calibri proprietari Weatherby (.240 WM, .257 WM, .300 WM) in

L’autonomia del vano carica-tore prevede 5 colpi in .308 Winchester; per altri calibri scende a 3 colpi. Il pulsante di sgancio del caricatore è po-sto in posizione frontale sulla guardia del grilletto

Abbiamo provato la cara-bina Vanguard Series 2 con un cannocchiale variabile 4-12 Meopro di Meopta

Il complesso della guardia e della suola del carica-tore è realizzato in alluminio; in determinati calibri è possibile sostituirlo con uno in polimero che offre la possibilità di utilizzare un caricatore amovibile

Il calcio presenta delle inserzioni in gomma che ne facilitano la presa e aumentano il comfort; un calciolo morbido incrementa il comfort di tiro

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tori – di mantenersi alla distanza delle 100 yard entro il MOA (minuto d’angolo), che possiamo tranquillamente ap-prossimare in un pollice (2,54 centimetri). Per

le carabine RC – Range Certified questa peculiarità è testata nel poligono del produttore e certificata mediante un’inci-sione e la consegna all’acquirente del ber-saglio di prova firmato da Ed Weatherby in persona.

grado di soddisfare gli appassionati più esigenti. Il catalogo Vanguard conta numerose varianti. Accanto alla carabina Synthetic standard che abbiamo fotografato, esi-stono le versioni Stainless, Youth, Combo (fornita con ottica pre-tarata), Carbine, Varmint Special, Sporter, Deluxe, DBM (con caricatore amovibile, disponibile sia in allestimento Synthetic sia Sporter), RC (Range Certified, anche in allestimento Varmint). Questa disponibilità fa sì che la Vanguard S2 si ponga in diretta con-

correnza con altre carabine molto blasonate (Re-mington 700 SPS e Browning X-Bolt, tanto per fare due nomi) mantenen-do una posizione privilegiata per finiture e prestazioni balistiche.Caratteristica degna di nota è la capaci-tà di tutte le armi della serie Vanguard – sparando munizioni Weatherby o cartucce top di gamma di altri produt-

Sulla coccia è riportata la lettera “W” corsiva che contraddistingue i prodotti Weatherby

Roy Wheatherby ha creato la sua azienda attorno a un’intuizione che, negli anni Quaranta, rappresentava una scelta in controtendenza: la sua filosofia venatoria, infatti, privilegiava la combinazione di palle leggere spinte ad altissime velocità anziché quella all’e-poca imperante (pesanti palle spinte a velocità assai più basse). Nell’assoluto deserto di soluzioni balisticamente ac-cettabili per raggiungere il suo scopo, Roy partì dallo sviluppo di nuovi calibri Magnum ad altissime prestazioni: dal .220 Rocket Magnum introdotto nel 1945 ai calibri .257 / .270 / .300 (1945), .228 / 7 mm / .357 (1947), .378 (1956), .460 (1959), .340 (1963), .224 (1964), .240 (1968), .416 (1989), .30-278 (1996) .338-378 (1998) Weatherby Magnum. In questa fase iniziale della sua carriera, Mr Wheatherby s’impegnò a ricamera-re per le sue cartucce carabine di altri produttori e a produrre i suoi fucili sfruttando azioni Mauser; solo nel 1957 presenterà la sua azione che diventerà famosa nel mondo come Mark V. Dotata di 6 alette per i calibri standard

e addirittura 9 per quelli Magnum, la Mark V è tuttora considerata tra le azioni più robuste disponibili sul mercato, suf-ficientemente originale in un settore do-ve è difficile inventare qualcosa di nuovo. Nel 1970, per accedere a un mercato più vasto, svilupperà anche l’azione Van-guard, che della Mark V conserva molti punti di forza ma consente di attuare dei risparmi considerevoli in fase di produ-zione; i puristi non la considereranno una vera carabina Weatherby fino al 1988, quando con l’introduzione dei .270 WM e .300 WM furono adottati i primi calibri proprietari Weatherby. Negli anni l’offerta Weatherby si è progressiva-mente allargata e ora include una linea completa di fucili semiautomatici e a pompa a canna liscia. La comunicazione con l’esterno dell’azienda di Paso Ro-bles, Califonia, è affidata alla Weatherby Collectors Association, che riunisce la

comunità di collezionisti del marchio, e alla Whe-atherby Foundation International, il cui scopo è in-formare i non cacciatori sul ruolo della caccia etica in un contesto di conservazione ambientale.

Dall’archivio Weather-by: Roy Wheatherby, dondatore dell’azienda, con John Wayne

Wheatherby, la storia

Sulla scatola di culatta è inciso quel “Made in Japan” che evidenzia co-me l’arma sia prodotta in Giappone da Howa; la calciatura viene realiz-zata in America, così come l’assem-blaggio finale

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Meccanica rodataLa meccanica della carabina in e-

same si basa sull’azione ideata da Roy nel 1970, a sua volta ispirata al disegno Mauser: due tenoni contrapposti con-sentono di manovrare l’otturatore con un movimento rotatorio di 90°. Sull’ot-turatore, monolitico, sono presenti scanalature longitudinali per ridurne il peso e facilitare lo scorrimento e tre fori per lo smaltimento di eventuali gas sviluppatisi per un’eventuale rottura del bossolo. Sono previsti un estrattore ad unghia ed un espulsore elastico. L’ottu-ratore va a sovrammettersi al fondello della cartuccia, inglobando quindi la culatta e formando, insieme alla scatola di culatta, quella struttura a “tre anelli” concentrici che conferisce massima resi-stenza al sistema.Su questa azione si sono andate ad inne-stare le migliorie che hanno portato alla seconda serie della carabina Vanguard. Anzitutto la calciatura in polimero Griptonite, che presenta inserti in gom-ma morbida su astina e pistola per faci-litare la presa in condizioni di umidità e basse temperature. La pala del calcio è di tipo Montecarlo e termina con un calciolo in gomma morbida molto confortevole. La seconda caratteristica più rilevante della Series 2 è la presenza di un nuovo pacchetto di scatto tipo Match a due tempi, con componenti in lega leggera; scelta poco praticata nel settore venatorio, si rivela estremamente vantaggiosa, a parere di chi scrive, anche a caccia. In fin dei conti, il tiro tipico che si effettua con un’arma di questa catego-ria è sempre e necessariamente meditato e presenta notevoli punti di contatto con quello sportivo, accademico e non. La pressione di sgancio è registrabile tra un limite inferiore di 2,5 libbre e uno superiore di 5 (1.150 – 2.300 grammi circa): un intervallo sufficientemente

La canna da 24 pollici presenta la volata incassata così da proteggerla da eventuali urti; non sono presenti organi di mira metallici

La faccia dell’otturatore presenta due alette; sono presenti un estrattore ad unghia e un espulsore caricato elasti-camente

ampio per soddisfare le preferenze di un’ampia schiera di cacciatori. Per pro-cedere con la regolazione è necessario rimuovere il calcio. A sentire chi ha provato la Vanguard prima serie, il nuo-vo scatto ha migliorato sensibilmente l’azione di sgancio.

Sicura perfezionataAccanto a questa miglioria è stato neces-sario introdurre qualche modifica anche alla sicura manuale, che ora presenta tre posizioni con quella intermedia (non presente in precedenza) che va a bloccare lo scatto ma non l’otturatore, che può

L’otturatore presenta numerose vie di fuga dei gas che dovessero sfuggire posteriormente nella malaugurata ipotesi di un cedimento del bossolo o dell’innesco; la sicurezza è massima. Lungo il corpo monolitico dell’otturatore sono ricavate delle scanalature che lo alleggeriscono e facilitano lo scorrimento

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quindi essere azionato per camerare o estrarre una cartuccia dalla camera (le altre posizioni sono, evidentemente, quel-la di sparo e quella che blocca sia scatto che otturatore). L’otturatore, per inciso, può essere rimosso agendo su una leva laterale, dove nell’azione Mark V è invece sufficiente agire sul grilletto. La canna montata è forgiata e martellata a freddo e, per tutti i calibri, lunga 24 polli-ci, così da soddisfare le esigenze dei calibri Magnum e, a maggior ragione, di quelli meno prestanti; tra i calibri variano i passi di rigatura che prevedono un giro in 9,5 pollici (7 mm – 08 R e 7 mm RM), in 10” (il gruppo più corposo, dal .240 WM al .338 WinMag), in 12” (.223 R, .308 Win) o in 14” (il solo .22-250 R). Il contatto tra canna e calciatura è limitato a un unico punto, così da lasciarla libera di vibrare e raffreddarsi più velocemente. Non sono presenti organi di mira ma i necessari fori filettati per l’aggancio di slitte e attacchi. Sono comunque disponibili anche canne da 20 e 22 pollici. La volata risulta incas-sata per proteggere da urti e deformazioni la parte terminale della rigatura. Il com-plesso canna-scatola di culatta è disponi-bile anche in versione inox.L’autonomia dell’arma è garantita da un serbatoio in grado di contenere 3 o 5 col-pi, a seconda del calibro. La sua suoletta è

la prova a fuocoIl test in poligono ha offerto una degna rappresentazione delle caratteristiche van-tate, fino a quel momento solo sulla carta, dalla nuova versione dell’arma. Ottenere rosate sub-MOA non è assolutamente compito difficile, come dimostrato dalla rosata allegata. Eccezionale la calciatura, che ha permesso di dissipare in maniera ef-ficace le sollecitazioni del generoso calibro 308. Notevole lo scatto, sufficientemente pulito e netto per spremere il meglio dalla carabina, che abbiamo provato in abbina-mento a un variabile Meopro 4-12x50 di Meopta con reticolo tipo 4 e tubo da un pollice. Le finiture dell’arma sono di primo piano, se paragonate al prezzo d’acquisto; questo varia infatti tra i 744-771 euro della versione Synthetic, estremamente compe-titivo nel segmento di riferimento, e i 1.621 della versione RC. Per tutti i modelli è ga-rantita la precisione sub MOA.

realizzata in alluminio così come la guar-dia del grilletto. Sulla versione Synthetic DBM e Sporter è invece presente una struttura in polimero in grado di ospi-tare un caricatore rimovibile da 3 colpi che consente di risparmiare circa 115 grammi sul peso complessivo dell’arma; il Detachable Box Magazine (DBM) è disponibile anche come kit da acquistare separatamente (ma solo nei calibri .25-06 R, .270 Win e .30-06 S) per aggiornare ca-rabine Vanguard che ne siano sprovviste, eventualmente anche della prima serie, o armi di produzione Howa (modello 1500). Il pulsante di sgancio della suolet-ta (o del caricatore) è posizionata sulla guardia del grilletto.

Costruttore: Weatherby www.weatherby.com importatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: Vanguard – Series 2Tipo: carabina bolt action a ripetizione manualeCalibro: .308 WinchesterCaricatore: 5 colpiSistema di scatto: a due tempi regolabileOrgani di mira: fori filettati per l’applicazione degli attacchiSicurezze: cursore manuale a 3 posizionilunghezza canna: 610 mmlunghezza totale: 1.118 mmMateriali: acciaio, calciatura in polimeroFinitura: ossidazione opacaPeso: 3.290 grammiPrezzo indicativo: 744 euro

Weatherby Vanguard Synthetic Series 2 cal. .308 Win

Rosata di tre colpi ottenuta a 100 metri im-piegando munizionamento commerciale Hornady con palla da 150 grani

LM

L’autore dell’articolo durante la prova in poligono

Lato sinistro della carabina Synthetic Vanguard Series 2

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