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il mensile dei soci coop consumatori gennaio/febbraio numero 1 - 2007 RC AUTO SI CAMBIA Polizze più semplici e trasparenti Caleranno anche i costi? 40 COOP RENO L’agenda di quest’anno, tra investimenti e scadenze contrattuali edizione coop reno

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PRODOTTI A MARCHIO COOP.SE C’È IL NOSTRO NOME DAVANTI,SAI GIÀ QUELLO CHE C’È DIETRO.

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iN Primo PiaNo coNsumarEiNformati

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Cambiare energiaDalla caldaie, agli impianti fotovoltaici, ai pannelli solari: ecco cosa si può fare anche grazie agli incentivi della legge finanziaria

Coop Salute che successo!Si amplia l’offerta di farmaci: arrivano anche omeopatici e veterinari

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Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 [email protected]. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040Copia singola euro 0,31 Abbonamento annuo euro 3,10

Direttore responsabile Dario GuidiredazionePiero Giovanolla (vicedirettore)

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Lettere a Consumatori

Cambiare energiadi Silvia Fabbri

Rc auto: polizzepiù trasparenti?di Dario Guidi

La vignettadi Elle Kappa

Coop Salute,che successo!

Decalogo peruna decrescita dolcedi Mario Tozzi

La Tv e il cibo: correttainformazione cercasidi Eugenio Del Toma

Eco-Logici Coopdi Anna Somenzi

Cellulare,un fenomenodi Claudio Strano

I coloridel cibodi Massimo Montanari

È tempo di...cavolo e c.di Helmut Failoni

Perle delle Alpidi Giuseppe Ortolano

Libri e concertiIntervista a Nicolò Fabidi G. Oldrini e P. Pacoda

La lettera di protestadi Natalino Balasso

12Polizze più

trasparenti?Nell’Rc auto procedure

semplificate di indennizzo. Caleranno anche le tariffe?

Daniela Dalpozzo, Silvia Fabbri, Paolo Mandini, Alberto Martignone , Paola Minoliti, Andrea Pertegato, Mauro Poletti, Gianfranco Sansalone, Anna Somenzi, Claudio Strano.

Progetto graficoFerro comunicazione & designimpaginazione e grafica Ilde Ianigroresponsabile della pubblicitàGabriella Zerbinistampa Coptip (Modena)

coop Editrice consumatori consiglio di amministrazione: Paolo Cattabiani (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente)Francesco Berardini, Giuseppe Bolognesi, Claudio Cucchiarati, Marco Gaiba, Luciano Landi, Paolo Mandini, Daniele Moltrasio, Claudio Toso

Consegnato alle poste a partire dal 01/02/2007Il numero di dicembre è stato stampato in 2.707.779 copie

associato a:ANES, Associazione nazionale editoria specializzata

www.consumatori.e-coop.it

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Vergato, attenzioneal consumatoredi Daniela Dalpozzo

Quelle fole raccontate dai nonnidi Lorella Grossi

La sagradella Badessadi Walter Matteucci

Che bell’ambientec’è in classedi Cinzia Martelli

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40 L’anno che ci aspettadi Paolo Bedeschi

Un’amica mi ha inviato la cartolina della Lav, la Lega antivivisezione, a sostegno della campagna contro le pellicce animali. Come si comporta Coop su questi temi? Angela Pamparana – Milano

Risponde Claudio Mazzini, di Coop Italia: Si stanno moltiplicando i documenti che mettono in evidenza le condizioni inaccettabili di allevamento degli animali da pelliccia, ormai quasi tutti concentrati nell’estremo oriente. In molti di questi paesi non esistono regole o norme che tutelino gli animali allevati o che regolino i sistemi di uccisione e di scuoiatura.Una ricerca condotta lo scorso anno dalla Swiss Animal Protection e dall’East International ha reso ufficiali i me-todi impiegati dalle aziende dell’estremo oriente per la produzione di pellicce, evidenziando le inutili sofferenze inflitte agli animali: gabbie con spazi del tutto insuffi-cienti, completamente spoglie, prive di qualsiasi accesso-rio, nulla da rosicchiare, nessun box per costruire una tana, in molti casi manca anche il tetto. La prigionia in queste anguste gabbie provoca gravi effet-ti sul comportamento degli animali: sono state docu-mentate malattie come stereotipie (comportamenti os-sessivamente ripetitivi come camminare ripetutamente avanti e indietro o il continuo annuire), completa passi-vità acquisita (mancanza di sensibilità e inattività estre-ma) come pure automutilazioni. Infine le operazioni di uccisione e scuoiamento sono an-cora più crudeli: gli animali vengono storditi con colpi alla testa, sbattuti per terra con violenza e, spesso, scuoia-

Coop, già dal 2006 stop alle pellicce di animali

ti quando sono ancora in vita. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito http://www.nonlosapevo.com/home.htmInoltre proprio in queste settimane la Lega antivivise-zione sta portando avanti una campagna di pressione verso alcune aziende della grande distribuzione affinché aderiscano al progetto “nati senza pelliccia”.Coop da tempo richiedeva ai propri fornitori prodotti ri-spettosi della convenzione di Washington, che protegge tutti gli animali in via di estinzione, estendendo tale im-pegno anche agli animali domestici (cani e gatti) e già da inizio 2006 - a fronte della situazione produttiva docu-mentata - Coop ha deciso di mandare un segnale forte di non accettazione di queste realtà.Pertanto già dalla collezione autunno-inverno 2006/2007 (ovvero i capi che trovate in vendita dallo scorso autun-no) Coop ha deciso la completa esclusione delle pellicce naturali e il passaggio a materiali sintetici. Questa scelta è stata valutata fattibile sia dal punto di vista della soste-nibilità dei costi, sia dal punto di vista delle caratteristi-che qualitative dei prodotti, inserendo tra le regole nei contratti commerciali non solo la richiesta di dichiara-zioni specifiche di conformità e di provenienza delle pel-li, ma impostando un rigoroso piano di controllo del ri-spetto di questa esclusione.Si sta anche valutando l’apposizione di un marchio di-stintivo sui capi d’abbigliamento, per evidenziare questa scelta. Ancora una volta Coop -per prima fra le catene distributive- risponde con fatti concreti alle richieste dei propri consumatori, facendosi parte attiva anche verso le Istituzioni ed il mondo della produzione.

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L’indirizzo per scrivere a questa rubrica èredazione consumatoriViale Aldo Moro, 1640127 Bolognafax 051 6316908oppure [email protected]

>Bimbi grassiIl mio nipotino di 10 anni sta diventando “cicciottello”. Ho letto dell’obesità nei bambini e sono un po’ preoccupata… Marta Bedetti – Parma

Certo scoprire che due bambini su dieci sono sovrappeso e uno è obeso, deve far pensare. Del resto, proprio del rischio obesità come rivista ci siamo già occupati più volte (e torneremo a farlo nei prosimi numeri per dar conto della campagna Coop “Alimenta il tuo benessere” dedicata proprio a questi temi). Occorre anche sfatare alcuni luoghi comuni: non è vero che fino ai dieci anni i bambini hanno bisogno di molta energia extra per crescere; non è vero che occorre compensare l’attività motoria con apporti calorici speciali: per un’ora di nuoto si consumano 300 calorie, ovvero l’equivalente di un buon panino al prosciutto. Per farsi “i muscoli” non è necessario riempirsi di proteine: poi esistono quelle di origine vegetale e quelle derivate da pesce uova latte e formaggi che sono ottime. È vero invece che un bambino trascorre in media 3 ore tutti i giorni davanti alla tv, beve bevande gasate e consuma salse (maionese, ketchup ecc) che sono molto caloriche…Quindi, anche per i più piccoli, si evidenzia come lo “stile di vita” che si conduce sia fondamentale!

A sciare in formaOgni anno, prima della settimana bianca, mi chiedo cosa posso fare per arrivare in montagna “al meglio” da un punto di vista fisico. Ci sono consigli? Paolo Cimatti – Nonantola (Mo)

Anche se, sino al momento in cui scriviamo, questo sembra un inverno decisamente avaro di neve, speriamo che gli sciatori possano avere modo di rifarsi sulle piste. Da questo punto di vista è certo che, per farsi una settimana di sci, la preparazione è assolutamente necessaria, proprio per non sentirsi subito troppo stanchi. Fondamentale è iniziare prima possibile con gli esercizi, soprattutto se durante l’anno facciamo un tipo di vita sedentaria.

La preparazione ginnica si può fare anche a casa propria, magari con un controllo settimanale in palestra, con semplici esercizi (piegamenti sulle ginocchia, ecc.).Riguardo all’alimentazione, ricordiamo che quando si è ad alta quota non si deve aumentare a dismisura l’apporto calorico. L’incremento calorico non deve superare le 200 calorie rispetto all’abituale. Qualche caloria in più la si può aggiungere se l’attività fisica è molto maggiore, per tempo e sforzo, rispetto alla routine. Per tutti, è meglio scegliere cibi e bevande calde (zuppe al posto della pasta asciutta…) per tutelare il fisico dal freddo. Non devono mancare i liquidi (bere molta acqua e the caldo) perché l’aria secca li consuma rapidamente.

Olive, sì ma con moderazioneLe olive sono da considerare come frutta o verdura? Marcella Brugnoli – Imperia Le olive (soprattutto le nere) per il loro alto contenuto lipidico, ma anche per l’introito calorico e per i nutrienti prodotti, non sono come si suol dire “acqua fresca”: infatti 25-30 grammi di olive equivalgono ad un cucchiaio grande di olio, cosa di cui occorre tener conto quando si è a dieta. La prima distinzione è fra verdi e nere, essiccate al sole e tostate in forno. Le olive conservate in salamoia, sono ricche di sodio per cui sono sconsigliate agli ipertesi. Le qualità più pregiate sono le taggiasche (Liguria), quelle di Cerignola e le coratine, entrambe pugliesi. Le olive, come anche l’avocado e il cocco, somigliano più

alla frutta secca oleosa (mandorle, noci, arachidi) ma sono più acquose e meno dense di grasso e quindi consentono un utilizzo anche giornaliero purché morigerato.

In auto con gomme riciclate Sono un rappresentante di commercio e viaggio moltissimo, consumando ovviamente molto le gomme. Al momento della sostituzione, il mio gommista mi ha consigliato pneumatici ricostruiti, vantandone sicurezza, ecologia e risparmio. Cosa ne pensate? Mauro Sillipo – Novara

Dopo anni nei quali il pneumatico ricostruito godeva presso il consumatore di un’immagine “povera”, oggi, grazie ad una aumentata sensibilità ecologica, l’utilizzo di questi pneumatici accredita l’automobilista come un cittadino responsabile e rispettoso dell’ambiente. I pneumatici ricostruiti (sui quali viene applicato un nuovo battistrada) hanno consentito, nel nostro paese nell’anno trascorso, una riduzione della massa da smaltire di circa 50 mila tonnellate. Sono oltre ottanta in Italia le aziende di ricostruzione che così consentono di moltiplicare (spesso di triplicare) il ciclo di vita di pneumatici per vetture e camion. Per gli utilizzatori finali si è trattato di un risparmio di 290 milioni di euro. Le norme prevedono, ovviamente, per i ricostruiti le stesse prove di resistenza, affidabilità e durata degli altri pneumatici e richiedono alle aziende di ricostruzione un rigoroso sistema di qualità.

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di casa riottosi, che si opporranno all’introduzione di mi-gliorie, andrà allora anche ricordato che a partire dal 2009 in caso di compravendita sarà obbligatorio produrre l’atte-stato di certificazione energetica; si tratta di una “carta d’identità” del nostro appartamento che farà parte dei docu-menti allegati all’atto di compravendita; né più e né meno, ad esempio, della mappa catastale. L’attestato, che dovrà es-sere corredato dai suggerimenti più significativi ed econo-micamente convenienti per il miglioramento delle caratte-ristiche energetiche dell’immobile, sarà necessario per accedere agli incentivi ed alle agevolazioni di qualsiasi natu-ra correlati ad interventi sull’edificio o sugli impianti.Sarà questa certificazione energetica a contribuire a defini-re il valore dell’alloggio. Insomma, come spiega Pietro An-dreotti, ingegnere e presidente dell’Icie, Istituto cooperativo per l’innovazione – “il costo di un edificio non è solo quello che è costato, ma anche quello che costerà”.Perciò vale la pena mettere mano all’efficienza energetica del nostro appartamento con l’obiettivo – come spiega Edoardo Zanchini, responsabile energia, infrastrutture e territorio di Legambiente – di “avere bisogno di pochissima energia per riscaldare e per raffreddare la nostra casa”.

Come scaldare acqua e ambientiIl primo capitolo da affrontare è quello del riscaldamento e della produzione di acqua calda per uso sanitario. Anche per-ché – come spiega Zanchini di Legambiente - “ci sono pochi sistemi più energivori degli scaldabagno elettrici”. La sostitu-zione di questi apparecchi - purtroppo ancora molto diffusi - consente di ridurre significativamente i costi lungo tutto l’arco dell’anno. Ma come sostituire il boiler elettrico? La fi-nanziaria 2007 prevede un incentivo pari al 55% (fino ad un massimo di 30mila euro) della spesa di installazione delle cal-daie a condensazione, ad alta efficienza, perché recuperano il calore latente dei fumi prodotti nella combustione. Con un doppio vantaggio: far risparmiare energia dentro casa e essere

CAMBIAre energIA

di Silvia Fabbri

In un futuro molto prossimo ci comporteremo, acqui-stando un appartamento, come quando compriamo una macchina o un frigorifero. E cioè ci chiederemo:

quanto consuma? La risposta sarà uno degli elementi che ci consentirà di determinarne il valore. Ovvero, se consu-merà poco costerà di più; se avrà consumi elevati, ovvia-mente, varrà di meno. Ma come si calcolano i consumi di una casa? Che sia un allog-gio in un condominio o una casa indipendente, i consumi sono determinati dalla quantità di energia che serve a “farla funzionare”, ovvero a renderla confortevole in ogni stagione. Perché i consumi siano bassi è necessario, inoltre, che muri e infissi abbiano capacità di “tenuta” termica e che gli impianti di riscaldamento e raffreddamento siano efficienti.In taluni casi è molto semplice migliorare il livello dei consumi del nostro alloggio, in altri è più difficile, anche se è sempre fattibile. È ovvio che in fase di costruzione ex novo si possono ottenere appartamenti a consumi bassis-simi, quasi prossimi allo zero (grazie all’impiego delle fon-ti di energia rinnovabili è persino possibile che un edificio produca più energia di quanta ne consuma). Ma anche quando si ristruttura si può ottenere un risparmio di ener-gia considerevole, del 30 - 40% e anche di più.Risparmiare energia, poi, non è una questione che riguar-di solo il nostro portafoglio. È in gioco la stessa sopravvi-venza del genere umano. Uno studio commissionato dalla Ue sulle conseguenze del riscaldamento del pianeta, pro-vocato dall’emissione di gas inquinanti, parla di desertifi-cazioni in Italia, Spagna e Grecia. A partire dal 2020, a causa dello sciglioglimento dei ghiacciai, il mare potrà sa-lire da un minimo di 17 centimetri a un massimo di 96. Addio Venezia, nel migliore dei casi. Addio a tutta la pianu-ra padana, nel peggiore.Non sono argomenti da assemblea di condominio? Ai vicini

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Tanta ne potremmo risparmiareutilizzando caldaie ad alta efficienza.Ma tanta è quella che potremmoprodurre da soli con un impiantofotovoltaico per trasformare la lucein elettricità. O con i pannelli solari,per scaldare l’acqua. Grazie anche agli incentivi previsti in finanziaria

contributo dell’irraggiamento so-lare. Per un appartamento con tre persone il costo medio è tra i 20 e i 2�mila. Il costo è piuttosto ele-vato ma bisogna tenere presen-te che una scelta di questo tipo viene operata – oltre che nel-l’ambito di un complessivo ri-pensamento dei rapporti tra sé e l’ambiente – anche per mettersi al riparo da eventuali black out, sempre più frequenti, e da futu-ri, inevitabili aumenti tariffari ell’energia elettrica

eolicoGli impianti eolici sfruttano l’energia del vento per produrre elettricità. Sono costituiti da ae-rogeneratori che trasformano l’energia cinetica del vento in energia meccanica e infine que-st’ultima in energia elettrica. Possono essere realizzati im-pianti eolici di varie dimensioni organizzati in “parchi”.

Andiamo alla fonte (rinnovabile) Mini-glossario per orientare le nostre scelte

Minieolico La produzione di energia elettrica dal vento può essere realizzata at-traverso aerogeneratori di poten-za e altezza (10-20 metri, e anche meno) ridotte, in grado di servire utenze in modo diffuso (aziende agricole, imprese artigianali, uten-ze domestiche, ecc.) e integrarsi meglio nel paesaggio.

geotermia Attraverso una pompa di calore a sonda geotermica, viene sfruttata l’energia del suolo. Queste pom-pe sono dei sistemi di riscalda-mento (e raffrescamento) che traggono vantaggio dalla tempe-ratura relativamente costante del suolo durante tutto l’arco dell’an-no e possono essere applicati ad una vasta gamma di costruzioni, in qualsiasi luogo del mondo, abi-tazioni residenziali, villette, edifici commerciali, scuole, piscine, serre e capannoni, hotel e uffici.

Solare termicoUtilizza la radiazione solare per riscaldare acqua, per usi sanitari e per il riscaldamento degli am-bienti, attraverso un pannello solare. La tecnologia è matura ed affidabile, con impianti che hanno una vita media di 2� anni, e tempi di ritorno dell’investi-mento molto brevi. Per riscalda-re l’acqua bastano da 4 a � mq per famiglia, con un costo che va da 4.000 a �.000 euro. Per il riscaldamento di un apparta-mento di circa 100 mq occorro-no invece da 10 a 20 mq per una spesa di circa 10mila euro.

Solare fotovoltaicoConverte direttamente la radiazio-ne solare in energia elettrica. I pannelli sono composti da unità di base, le celle fotovoltaiche, che praticamente si comportano come delle minuscole centrali di produ-zione di energia elettrica grazie al

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meno inquinante fuori. Inoltre, le cal-daie a condensazione possono essere installate sia in impianti centralizzati che autonomi. “La soluzione centraliz-zata – spiega Andreotti – consente di ridurre sia i consumi che le emissioni inquinanti. La ‘libertà di utilizzo’ è co-munque garantita se si adotta in ogni appartamento un regolatore e un con-tabilizzatore di energia per consentire al condòmino di variare il flusso di ca-lore a seconda delle proprie esigenze e dell’esposizione dell’alloggio, riducen-do così consumi inutili”. In combinata con caldaie a condensa-zione, è conveniente installare pannelli radianti a bassa temperatura (che fun-zionano tra i 30 e 50 gradi anziché i 70 - 80 dei tradizionali radiatori). I consu-

mi si riducono e si raggiunge un mag-gior comfort ambientale, cioè maggio-re uniformità della temperatura, e meno polveri in movimento.

Caldo e freddo con un solo impianto Negli ultimi anni la vendita di impianti di condizionamento è aumentata in modo vertiginoso. Impianti che consu-mano tanto, che sono poco efficienti, che fanno salire le nostre spese per l’elettricità e mettono sotto stress la rete (come testimoniato dai recenti black-out estivi). Come migliorare l’ef-ficienza anche di questi apparecchi? Occorre creare un unico impianto per il raffreddamento e il riscaldamento e impiegare pompe di calore ad alto ren-dimento per la produzione sia del caldo

che del freddo. La pompa di calore è una macchina in grado di trasferire ca-lore da un corpo a temperatura più bassa ad un corpo a temperatura più alta. Il principio di funzionamento di questa macchina è un ciclo termodina-mico analogo a quello che sta alla base di un comune frigorifero. Nel caso in cui si abbia l’interesse sia a riscaldare (ad esempio durante l’inverno) che a rinfrescare (ad esempio durante l’esta-te), la pompa si dice “reversibile”. Il vantaggio nell’uso della pompa di calo-re deriva dalla sua capacità di fornire più energia di quella impiegata per il suo funzionamento.

Caldo ed elettricità “gratis”Per consumare poco (e meglio) è inol-tre necessario attingere dalle fonti di energia rinnovabili, principalmente – per quanto riguarda gli impianti appli-cabili agli alloggi – il solare termico, il fotovoltaico e il geotermico. Attraverso i pannelli solari – la cui in-stallazione è incentivata per il 55% fino ad un massimo di 60mila euro – pos-siamo riscaldare l’acqua. È tecnologia assai poco costosa, sia installata su un nuovo edificio che in un condominio di

Per saperne di più sulle nuove tecnologie ad alto rendimento segnaliamo www.qualenergia.it. Utilissimi consigli per ri-sparmiare sui consumi energetici è www.ecoage.it, il sito di una community eco-logista indipendente, che offre anche spazi di discussione via web. Dettagliatis-simo sulle energie rinnovabili è www.fon-ti-rinnovabili.it un sito (collegato a Le-gambiente) che contiene anche un elenco di installatori di pannelli solari, fo-tovoltaici ecc, facilmente consultabile perché diviso per regione. “Installatori bravi e preparati anche su questo genere di lavori ci sono già - spie-ga Moreno Barbani, responsabile sicurez-za e ambiente della Cna dell’Emilia-Ro-magna - un po’ ovunque. È chiaro che bisogna saper distinguere gli artigiani ve-ramente capaci da quelli che si improvvi-sano. Il consiglio che possiamo dare è ri-volgersi al proprio installatore di fiducia,

oppure basarsi sulle credenziali di qual-cuno già ‘sperimentato’ da altri”.Per avere informazioni precise su costi e opportunità, ma anche per passare diret-tamente alla fase progettuale “chiavi in mano”, c’è anche l’Icie, Istituto Istituto Cooperativo per l’Innovazione (tel. 0�1-42174, www.icie.it). Sull’introduzione di incentivi e rimborsi da parte dello Stato per l’acquisto di pan-nelli, la sostituzione di caldaie o per lavo-ri di ristrutturazione per migliorare l’effi-cienza energetica di un alloggio conviene consultare frequentemente il sito del Go-verno, in particolare le pagine dedicate al risparmio energetico della sezione che illustra la finanziaria. Si va su www.gover-no.it e si clicca sul bottone “Finanziaria 2007. Specie se si è interessati a lavori di ristrutturazione del proprio edificio, o se si intende sostituire caldaie, elettrodo-mestici o automobili.

A chi rivolgersi per passare all’azionee cominciare a risparmiare davvero

Saperne di più

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1. Scegli prodotti a basso impatto ambientale, quelli cioè il cui processo produttivo, certifica-to e riconosciuto da un marchio di garanzia europeo, non danneggia la natura.

2. Scegli alimenti di stagione, freschi e di origine locale. Quando disponibili, di produzione bio-logica.

3. Privilegia i prodotti imballati senza spreco e con materiali riciclabili. In casa separa i mate-riali dei rifiuti a seconda delle tipologie e in modo da agevolarne la raccolta differenziata. Per contribuire a un corretto smaltimento ri-volgiti all’azienda municipalizzata della tua città, per avere consigli su come e dove poter smaltire le diverse categorie di rifiuti.

4. nel fare lavatrice e piatti utilizza la giusta quantità di sapone e detersivo, leggendo at-tentamente suggerimenti e indicazioni ripor-tate sulle confezioni.

5. Utilizza lampade a basso consumo energetico ed alta efficienza. evita di lasciarle accese quando esci da una stanza.

6. Scegli l’acquisto di elettrodomestici ad alta ef-ficienza, ovvero di classe A, che ti fanno rispar-miare fino al 10% di elettricità. Attiva lavatri-

ce e lavastoviglie sempre a pieno carico, regolandole a temperature non troppo alte. non lasciare gli elettrodomestici in stand-by e spegni il computer quando non lo utilizzi.

7. Installa i riduttori di flusso nei rubinetti e nelle docce di casa. Chiudi il rubinetto mentre ti in-saponi sotto la doccia o ti lavi i denti.

8. Utilizza il più possibile i mezzi pubblici o, me-glio ancora, la forza dei tuoi muscoli, sapendo che la bicicletta fa bene a te e all’ambiente. Usa la macchina solo quando necessario, spe-gni il motore durante le soste e guida tenendo il motore a basso numero di giri.

9. regola correttamente il tè ermostato di casa per non sprecare il gas del riscaldamento. Fai controllare regolarmente la caldaia, per consumare meno e stare più al sicuro. Chiu-di le finestre quando il riscaldamento è in funzione.

10. Se compri o ristrutturi casa impiega bene i materiali isolanti, sapendo che questo ti aiu-terà a risparmiare su riscaldamento e condi-zionamento. Controlla che porte e finestre siano ben sigillate per evitare sprechi e spiffe-ri. Se possibile, sostituisci i vecchi infissi.

Per soci (e non solo), un decalogo che fa bene all’ambiente e al portafoglio

COOP e KyOtO promessa da mantenere

nei punti vendita info per non sprecare energia e prodotti ecologici in offerta

Il 16 febbraio del 2005 entrava in vigore il protocollo di Kyoto. ll trattato prevede l’obbligo per i paesi indu-strializzati di operare una drastica riduzione delle

emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio e altri cinque gas serra, precisamente metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoro di zolfo) in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni rispettivamente registrate nel 1990 (considera-to come anno base). Tale riduzione del 5,2% dovrà avve-nire nel periodo 2008-2012.Ciascuno di noi deve sentirsi coinvolto nel raggiungimento di questo obiettivo. Ancora di più le imprese. Per questo Coop – che del rispetto dell’ambiente ha fatto una scelta stra-tegica – a febbraio 2007, mese dell’anniversario del trattato, attuerà una serie di azioni informative con l’obiettivo di au-mentare la consapevolezza e la responsabilità ambientale di cittadini e consumatori. Previste una serie di promozioni commerciali (dal 15 al 28 febbraio nei supermarket, dal 22 febbraio al 7 marzo negli Ipermercati) legate ai prodotti por-tatori di “etica ambientale”, come quelli senza imballaggi,

ecologici, solidali, a bassi consumi energetici (come del resto tutti quelli a marchio Coop). In tutti i punti vendita verranno distribuiti materiali informativi sulla necessità di realizzare risparmi energetici anche a partire dai comportamenti quoti-diani. I soci attivi saranno convolti con materiali ancora più dettagliati, nel rispetto della missione di Coop. Tutti coloro che faranno la spesa alla Coop nel periodo dell’iniziativa riceveranno anche un pieghevole che, in-sieme a tante altre informazioni, contiene il decalogo riportato qui sotto. Ovviamente con l’invito a rispettarlo attentamente. Gesti facili e doverosi che però possono fare la differenza. n n n

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vecchia concezione. Con poche mi-gliaia di euro possiamo produrre l’80% dell’ acqua calda sanitaria di cui abbia-mo bisogno. “Insomma, è assai vantag-gioso installarla nelle nostre abitazioni, sia per il risparmio energetico che ci garantisce che per gli incentivi previsti dalla legge finanziaria”, esorta Zanchi-ni. Certo, ci vuole il tetto di proprietà, almeno 4-6 metri quadrati per famiglia e un serbatoio da 250-300 litri.Un po’ più costosi, ma assolutamente sempre vantaggiosi sia per le nostre tasche che per l’ambiente, sono i pan-nelli fotovoltaici, che permettono di produrre elettricità attraverso la luce del sole. Inoltre è possibile lo “scambio sul posto” dell’energia prodotta dal fo-tovoltaico “domestico”: in sostanza si può valorizzare l’elettricità prodotta dal nostro piccolo impianto vendendo-la a chi la distribuisce. “Anche questa tecnologia – spiega il presidente del-l’Icie – ha bisogno di alcune condizioni per poter essere applicata: un orienta-mento ottimale del tetto per permette-re ai pannelli di funzionare al meglio, un inverter che trasforma la corrente da continua ad alternata, una rete di cessione e una di utilizzo. E c’è un altro problema, tutto italiano: fino ad ora nessun sovrintendente ai beni architet-tonici ha mai permesso l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei cen-tri storici”. Inoltre, i metri quadrati necessari sono molti di più rispetto ad un sistema solare termico, almeno 20 per famiglia. Il ritorno dell’investimen-to è tra gli 8 e i 10 anni. Una ulteriore soluzione per risparmia-re è quella di sfruttare l’energia geoter-mica con l’impiego di una pompa di calore. Con sonde geotermiche che scendono a circa 100 metri di profondi-tà si sfrutta la temperatura del sotto-suolo per raffreddare o riscaldare. È ancora poco diffusa, ma rientra – come il fotovoltaico – in quegli interventi per la riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento/raffrescamento e illu-minazione per cui la finanziaria preve-de una detrazione fiscale del 55% in tre anni se si raggiunge il 20% di riduzio-ne del fabbisogno di energia.Un altro sistema per risparmiare energia è evitare gli sprechi, cioè la-vorare sull’involucro per eliminare le dispersioni d’inverno e i rientri di ca-lore d’estate. Occorrono infissi op-portuni, tetti e pareti esterne isolati, un intelligente utilizzo del verde e delle schermature e una corretta esposizione. Ma ne parleremo sul prossimo numero. n n n

di Mario tozziprimo ricercatore Cnr - Igage conduttore televisivo

Decalogoper una decrescita dolce

un pianeta da difendere

Stiamo per abbandonare l’era dei combustibili fossili e lo faremo gra-dualmente - oppure traumaticamente - comunque in poco tempo, mentre continueremo a pagarne il prezzo sociale e ambientale per de-cenni. Prima di tutto si pone l’esigenza di un cambiamento radicale di stili di vita che corrisponde all’abbandono definitivo delle fonti ad alta densità energetica per tornare a quelle più rarefatte, passando attraver-so il setaccio del risparmio. E alcune cose si possono fare subito.Primo. Consumare di meno. Elimina gli sprechi e mettiti nell’ottica di un naufrago moderno (non Robinson Crusoe, per intenderci, che coltivava sei acri di terra pure se era da solo) su un’isola deserta, che deve riusare tutto quello che trova e essere sempre efficiente e parsimonioso.Secondo. Abbandonare i dispositivi di stand-by. Tre miliardi di euro possono essere risparmiati da subito se si torna ai vecchi interruttori per gli elettrodomestici. Ne possiamo fare tranquillamente a meno, come abbiamo fatto per decenni.Terzo. Abbandona l’automobile privata. Costa troppo è poco efficien-te e ti colonizza l’esistenza senza darti altro che illusori vantaggi. Poi inquina e distrugge strade, monumenti e città quando non uccide direttamente per cancro o incidente.Quarto. Viaggiare lenti. Se proprio vogliamo spostarci in automobile, possiamo risparmiare � euro ogni �00 km (un litro ogni 100 km a 120 km/h invece di 130).Quinto. Costruire bene e ristrutturare meglio. Spendi in pannelli so-lari fotovoltaici o termici, isola e coibenta, monta doppi vetri, coge-nera e decentra la produzione di energia abbandonando il ricorso alle centrali.È vero che il problema dell’offerta di combustibili fossili era già stato messo a fuoco dal Club di Roma negli anni Settanta, ma solo oggi ri-vela la sua stringente attualità. Se le variabili tecnologiche ed economi-che, ovvero il miglioramento sia nell’efficienza e nel consumo che nel-le tecniche di estrazione, hanno, di fatto, ritardato i pronostici di esaurimento delle scorte energetiche, è evidente che prima o poi la disponibilità di una risorsa non rinnovabile a fronte di una domanda crescente è destinata ad esaurirsi. Esattamente questo è il punto.Nei più recenti rapporti dell’ANPA (l’Agenzia nazionale per l’ambiente) si rileva che, con uno spostamento completo delle risorse su investimen-ti negli usi finali di energia elettrica nei tre settori: domestico, commer-ciale ed industriale, le potenzialità di risparmio rappresenterebbero il 4�% della domanda elettrica nazionale ovvero circa 1�0 TWh (terawat-tora) di energia elettrica. Approssimativamente, la metà della risorsa sul lato della domanda basterebbe a portare, per il 2010, i consumi ai livel-li della metà degli anni Novanta, anche se i servizi resi dall’elettricità of-ferti ai consumatori continuerebbero a crescere secondo le previsioni. I maggiori potenziali di risparmio risiedono nei motori elettrici, negli elet-trodomestici e nell’illuminazione. I risparmi del settore residenziale rap-presentano il 2�% del totale, mentre quelli del settore commerciale ed industriale sono rispettivamente del 3�% e del 3�% del totale. Entro il 2020 sarebbe possibile un risparmio dei consumi di energia elettrica del 20%. Per un parte tocca anche a noi: chi se la sente di cominciare?

POLIzzE PIÙ TRASPARENTI? L’Italia ha un doppio record: è il paese che ha le tarif-

fe per l’assicurazione Rc auto tra le più alte d’Euro-pa e nel contempo ha la minor mobilità di assicu-

rati tra una compagnia e l’altra. Come dire paghiamo molto (18 miliardi di euro di premi nel 2005) e siamo ras-segnati a farlo, al punto che comunque ci teniamo l’assi-curazione che già abbiamo, convinti che a poco servirebbe girare a chiedere preventivi nel tentativo di ottenere con-dizioni migliorative. Se il quadro è questo, e ormai pochi lo contestano, c’è però da dire che col 2007 la speranza che qualcosa cambi, a tutto vantaggio degli utenti e dei consumatori, è supportata da fatti certi. Coi primi mesi dell’anno entreranno infatti in vigore diverse novità, frut-to di un’attenzione e di un lavoro iniziato già da tempo. Ma se ora si approda a risultati concreti è soprattutto gra-zie alla spallata arrivata l’estate scorsa col decreto Bersani sulle liberalizzazioni (al quale si sommano anche due re-golamenti varati dall’Isvap, l’Istituto di vigilanza sulle as-sicurazioni private). Obiettivo dichiarato è quello di por-tare maggiore trasparenza nel rapporto tra compagnia e assicurato, garantire informazioni chiare e facilmente ac-cessibili, semplificare i meccanismi di indennizzo e otte-nere così anche una riduzione del costo delle tariffe. Suc-cederà davvero tutto ciò? Le premesse ci sono anche se è

inutile dire che le resistenze al cambiamento sono state (e saranno) forti e i tentativi di strappare anche solo un rin-vio non sono mancati. Ma il Governo, a cominciare dallo stesso ministro Bersani, ha deciso di tenere duro e di ri-spettare i tempi previsti. “Sull’indennizzo diretto i proble-mi organizzativi sono seri, ma non si rinvia - ha detto Ber-sani a metà gennaio - Una volta avviato il meccanismo vedremo cosa emerge. Dal canto nostro monitoreremo con attenzione il settore”. Dunque si parte: allora armia-moci di un po’ di pazienza per capire cosa cambia.

Attestato di rischioLa prima novità è legata a un regolamento dell’Isvap, in vigore dal primo gennaio 2007. “Questo regolamento – spiega Massimo Francescangeli, funzionario del Servizio tutela utenti dell’Isvap stessa - riguarda l’attestazione dello stato di rischio, cioè quel documento che riassume la sto-ria assicurativa di ognuno (eventuali sinistri provocati, a quale classe di merito si appartiene ecc.). L’attestato di ri-schio esiste già, ma sino ad ora le compagnie lo mettevano a disposizione solo tre giorni prima della scadenza e l’assi-curato doveva recarsi in agenzia per ritirarlo. Ora invece l’attestato verrà spedito a casa dell’utente e dovrà arrivare almeno 30 giorni prima della scadenza. L’obiettivo è quello di mettere il cittadino in condizione di conoscere la pro-pria situazione in tempo utile per decidere se cambiare o

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di Dario guidi

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e l’agente diventa plurimandatario

Altra novità introdotta dal decreto Bersani e già parzial-mente in essere, è quella riguardante il fatto che gli agenti, già dal luglio scorso, non possono più sottoscri-vere contratti di esclusiva con le singole compagnie as-sicurative (questo per ora solo nel campo dell’Rc auto).

Ciò significa che possono decidere di offrire prodotti di compagnie diverse, favorendo così la concorrenza nel settore. Per i contratti di esclusiva in essere, questi an-dranno avanti sino alla loro naturale scadenza, ma co-munque non oltre il primo gennaio 200�.

POLIzzE PIÙ TRASPARENTI?

NOVITÀ RC AUTOCol 2007 entrano in vigore importanti modifiche chedovrebbero semplificarele procedure di indennizzo,rendere più lineareil rapporto tra compagniee clienti, favorendo una riduzione delle tariffe.Ma sarà davvero così?

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Indennizzo diretto Le cifre

Quali sono esattamente i casi in cui si applica la procedura di in-dennizzo diretto che (lo ricordia-mo) varrà per gli incidenti stra-dali avvenuti dopo il primo febbraio 2007? Innanzitutto occorre che i veicoli coinvolti non siano più di due e, inoltre, devono essere veicoli ita-liani, identificati e assicurati. Quando si dice veicoli si inten-dono anche i motocicli ed i ci-clomotori (solo se targati). Dun-que non devono essere coinvolti pedoni e ciclisti.Estremamente importante è poi chiarire che l’indennizzo diretto si applica solo se ci sono danni alla persona (cioè al conducen-te) che non determinano una in-validità superiore al �%. Supera-ta questa soglia si torna al vecchio procedimento risarcito-rio. Altra importante novità riguarda i terzi trasportati. Per costoro, anche se il danno è superiore al �% di invalidità, funziona l’in-dennizzo diretto e occorre rivol-gersi all’assicurazione del condu-cente della vettura su cui si trovavano.

Ecco i dati dell’Associazione delle imprese assicurative (Ania) sui premi raccolti dalle compagnie:POLIzze rC AUtO AnnO 2005Premi raccolti e 1� mld e 1�� ml*Sinistri liquidati e 14 mld e 7�� ml(* pari al 50% del volume d’affari complessivo di queste stesse compagnie)

Dopo anni di micidiali aumenti a due cifre, le tariffe pagate dagli utenti continuano a crescere ma in modo più contenuto. Secondo l’Ania dal 2003 al 200� l’aumento è stato del 4,4% (dunque al di sotto dell’inflazio-ne). Una cifra contestata dalle associazioni dei consumatori. Va detto che raccapezzarsi su quanto si paga (tra zone geografiche, classi di merito, effetti del sistema bonus-malus e altro) è cosa per nulla sempli-ce. Si scopre ad esempio (la fonte è sempre l’Ania) che il premio medio pagato da un impiegato di 40 anni con una berlina di 1�00 cc, in classe di massimo sconto, varia:

Napoli �34 eBologna 7�7 eRoma 72� eMilano ��� ePotenza 41� eMeDIA ItALIAnA 678 eDunque con differenze superiori al 100%.

Quanto al numero dei sinistri, la loro incidenza numerica è in calo costante da diversi anni (era del 1�,2% nel 1��0 è dell’�,�% nel 200�) ma aumen-ta il loro costo medio, arrivato a 4122 euro sempre nel 200�.

VeICOLI CIrCOLAntI Per ABItAnteItalia 0,�7 * Germania 0,��Francia 0,�4Spagna 0,��*circa 40 milioni di cui 32 milioni di automobili

I casi in cui si applica Incidenti, tariffe, veicoli circolanti

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meno compagnia”. Altra novità im-portante è che le compagnie devono spedire a casa anche una comunica-zione che contiene precise informa-zioni sulla scadenza della copertura assicurativa, sulle modalità di una eventuale disdetta e, soprattutto, su quale sarà il costo di un eventuale rinnovo, motivando in dettaglio cosa determina le eventuali variazioni di prezzo (se cioè dipendono da aumen-ti tariffari, da sinistri causati o altro). “È evidente – spiega Francescangeli - che la spinta è quella a garantire in-formazioni chiare, tempestive e com-plete per favorire il confronto tra le proposte delle diverse compagnie e dunque stimolare la mobilità del-l’utenza in funzione di incentivo alla concorrenza”.È importante ricordare che l’even-tuale nuova compagnia è tenuta a inserire l’automobilista nella classe di rischio indicata nell’attestato. At-testato che, in base a quanto stabilito nel nuovo regolamento, ha la durata di 1 anno (dunque se si vende una vettura si hanno poi 12 mesi per rias-sicurarsi partendo dalle condizioni precedenti).

Tariffe e pubblicitàUn secondo regolamento Isvap, che uscirà all’inizio del 2007, aggiungerà altre importanti novità in merito alla trasparenza e alla raffrontabilità delle tariffe offerte. Infatti le compagnie saranno obbligate a renderle pubbli-che e accessibili attraverso un servi-zio gratuito di preventivazione, pres-so i punti vendita e nei siti internet, che consenta a ciascuno di ricevere un preventivo personalizzato, indi-cando il premio richiesto, l’incidenza delle provvigioni destinate agli agen-ti ed eventuali sconti. Questo sarà dunque un secondo tassello che favo-rirà utenti e consumatori nella loro scelta, spingendo verso tariffe che

siano davvero concorrenziali, supe-rando così il timore, che in realtà si è spesso dimostrato fondato (non solo in questo settore), che le compagnie si mettano d’accordo e di fatto i prez-zi anziché essere calmierati finiscano comunque per crescere. L’indennizzo direttoL’altra novità, quella di cui si è proba-bilmente parlato di più è quella lega-ta al risarcimento diretto, che riguar-derà i sinistri automobilistici avvenuti dopo il primo febbraio 2007. Cioè mentre sino ad oggi in caso di inci-dente l’assicurato doveva rivolgersi alla compagnia dell’altro automobili-sta (quello che aveva causato il sini-

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L’intervista

“Il nostro giudizio sull’entrata in vigo-re dell’indennizzo diretto e sulle altre novità che riguardano il settore del’Rc auto è complessivamente positivo. Siamo convinti che superate le inevi-tabili difficoltà inziali ci saranno bene-fici, nella direzione di una semplifica-zione delle procedure per i consumatori. Il nostro gruppo già da tempo si era mosso sulla strada che viene ora indicata e si era attrezzato per offrire un migliore servizio al clien-te”. Parte da qui il ragionamento di Stefano Scavo, direttore del settore li-quidazioni del gruppo assicurativo Unipol. Un gruppo assicurativo, il ter-zo a livello nazionale, la cui proprietà fa riferimento al movimento coopera-tivo ed in particolare alle Coop di con-sumatori. Da qui la scelta di dedicargli questo spazio sulla nostra rivista.In cosa consistono i vantaggi che un cliente si deve aspettare nel

campo dell’rc auto? “In primo luogo il cliente può rivol-gersi direttamente alla propria com-pagnia per ottenere la liquidazione per la grande parte dei sinistri da cir-colazione stradale. Questo valorizza gli elementi di qualità del servizio che si è in grado di offrire. Inoltre, se la denuncia di sinistro avviene col mo-dulo di constatazione amichevole e la firma congiunta delle due parti coin-volte ci sono procedure di liquidazio-ne semplificate, con l’aggiunta che sono previsti precisi obblighi per la compagnia al fine di garantire al clien-te una adeguata assistenza nell’istru-zione della pratica”.Lei ha detto che il gruppo Unipol si stava già muovendo in questa dire-zione. In concreto cosa ha fatto?In primo luogo vorrei ricordare che noi, già da anni, abbiamo attivato un call center nazionale per la raccolta

delle denunce e abbiamo avviato, pri-mi in Italia a farlo, un sistema di liqui-dazione telematica in collegamento con le carrozzerie convenzionate. È evidente lo sforzo di rendere più li-neare e veloce l’iter di risarcimento ai nostri clienti.Le aspettative più forti dei consu-matori riguardano il contenimento delle tariffe che dovrebbe derivare proprio da questa semplificazione del sistema. Cosa succederà? In primo luogo tengo a dire che il Gruppo Unipol è già da anni impe-gnato in una politica di contenimenti tariffari. Purtroppo il sistema tariffario del nostro paese è diverso dagli altri e non sono possibili raffronti omogenei con altre realtà europee. Quel che si può dire è che, pur dopo una inevita-bile fase di avvio e di rodaggio del nuovo sistema, che introduce notevo-li cambiamenti in un meccanismo

Unipol: “Pronti al nuovo, puntando su convenienza e trasparenza”

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1�gennaio/febbraio 2007

complesso, l’obiettivo di una ri-duzione del costo medio dei sini-stri e quindi del costo delle tariffe è sicuramente realistico, anche se oggi sarebbe azzardato quan-tificare questo calo. Va però sot-tolineato che, come Unipol, at-traverso il nostro bilancio sociale, quindi con un atto pubblico e disponibile a tutti, siamo già im-pegnati a mettere al centro la trasparenza nel nostro rapporto coi clienti, indicando la costru-zione e la composizione delle tariffe che proponiamo.Come affronterete operativa-mente la fase ora al via?Il primo aspetto è quello di offrire una comunicazione capillare del-la compagnia verso tutti i clienti, sia spedendo materiale a domici-lio sia attraverso il nostro sito in-ternet www.unipol.it. Altri canali sono ovviamente le agenzie sul territorio e il numero verde del servizio Sertel. Un altro aspetto importante, già accennato al-l’inizio, è che per i clienti Unipol è già operativa la rete di carroz-

zerie convenzionate che garanti-scono due cose fondamentali: una riparazione, come si dice, a regola d’arte, e un rapporto di-retto tra carrozziere e compagnia con la compagnia che paga di-rettamente il carrozziere.Avete altre novità in arrivo?Stiamo lavorando per offrire pro-dotti nuovi, che sfrutteranno le opportunità offerte dalle nuove norme. In particolare pensiamo a sconti per chi usa le carrozzerie convenzionate, poi ancora a una nuova polizza Kasco che copra il danno anche in caso di concorso di colpa o in caso di completa responsabilità del cliente. Poi c’è un capitolo cui teniamo molto che è quello della trasparenza. Le nuove norme Isvap prevedono già novità che riguardano so-prattutto le tariffe e la fase di scel-ta della polizza. Noi, in più rispet-to a questo, vogliamo offrire una comunicazione trasparente sugli stati d’avanzamento delle prati-che di sinistro, cioè fare in modo che un nostro cliente possa sem-

pre sapere a che punto è il suo iter risarcitorio.Più in generale, cosa caratte-rizza l’offerta Unipol nel setto-re rc auto?Cito solo un prodotto che il no-stro gruppo ha introdotto per primo in Italia. Si tratta della sca-tola nera, (commercializzata sia da Unipol sia da Aurora) uno stru-mento che consente di rilevare più rapidamente ed in modo più completo i dati in caso di inciden-te e che funziona anche per aiu-tare il ritrovamento del veicolo in caso di furto. Chi sceglie una po-lizza di questo tipo ha diritto a uno sconto significativo. Si tratta di un prodotto che sta incon-trando un notevole successo: su circa 1,� milioni di nostri clienti, oltre 100 mila lo hanno già scel-to. L’offerta Unipol si svilupperà a breve, sfruttando la tecnologia di questo stesso sistema, anche con polizze che prenderanno in con-siderazione i chilometri percorsi (pay per use) e quindi l’effettivo utilizzo del veicolo.

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stro) per ottenere il rimborso, ora la richiesta di risarcimento dovrà pre-sentarla alla propria compagnia. “Col risarcimento diretto – spiega Paolo Landi, presidente dell’associazione di consumatori Adiconsum – si rea-lizzano congiuntamente diversi obiettivi. In primo luogo si crea un collegamento diretto tra la tariffa pa-gata dal cittadino e il servizio ricevu-to dalla medesima compagnia. Poi si velocizzano le procedure, si dovreb-bero ridurre i casi di contenzioso, rendendo anche più difficili le truffe. Ma soprattutto ci sono le condizioni per ottenere una riduzione delle ta-riffe che secondo noi può essere in-torno al 10%”.

Ovviamente sulla riduzione delle ta-riffe l’Ania (l’Associazione delle com-pagnie di assicurazione), tira il freno e, attraverso il suo presidente Fabio Cerchiai, parla di “benefici auspica-bili, ma non stimabili”. Per Cerchiai quella dell’indennizzo diretto è una rivoluzione sì condivisa, ma fatta troppo in fretta, al punto che alla fine “sembra più una scelta autoritaria che una scelta meditata“. C’è da scommettere che la sfida non sarà semplice e, come in tante altri casi, i consumatori faranno bene a far senti-re la propria voce. Ma vediamo operativamente come funziona l’indennizzo diretto. Il suo cuore sarà la cosiddetta “stanza di

compensazione” che sarà gestita da un ente terzo quale è la Consap, cioè la concessionaria dei servizi assicu-rativi pubblici. “L’assicurato – spiega ancora Massimo Francescangeli di Isvap – viene rimborsato dalla pro-pria compagnia. A sua volta la com-pagnia rivolge richiesta di rimborso alla “stanza di compensazione”. Qui è importante precisare che, mentre all’assicurato il rimborso verrà dato in base al danno effettivamente subi-to, alla compagnia il rimborso da parte della “stanza” sarà pari al costo medio dei risarcimenti effettuati nel-l’anno precedente. E il costo medio viene stabilito su base annua da un comitato tecnico di cui fanno parte

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la vignetta di ellekappa

Vertenza con la Ue

La normativa italiana prevede un duplice obbli-go: quello del proprietario del veicolo ad assi-curarsi, ma anche l’obbligo per le compagnie di contrarre assicurazione con chiunque lo chieda. In particolare la legge prevede che le compagnie debbano offrire polizze per tutte le categorie di assicurazione ed in tutte le regioni italiane.Cosa succedeva però in pratica? Che alcune compagnie tentavano di eludere il proprio ob-bligo a contrarre, chiedendo il pagamento di premi spropositati (fino a 10 mila euro annui) per categorie di clienti poco appetibili perché ritenuti troppo a rischio. E’ chiaro che chiedere cifre simili voleva dire, di fatto, che quella per-sona non la si voleva come cliente. Su questi casi l’Isvap è intervenuta avviando un procedi-mento sanzionatorio contro � compagnie di cui 2 straniere. Se i casi scandalosi da 10 mila euro annui sono stati eliminati (ma il problema di richieste mol-to più alte della media, specie per giovani neo-patentati dal reddito basso, esiste ancora), nel-la vertenza promossa dall’Isvap è entrata la Commissione europea che ha recentemente deferito l’Italia alla Corte di giustizia UE, rite-nendo che le attuali norme sull’obbligo a con-

trarre delle compagnie siano un ostacolo per l’accesso sul mercato italiano di compagnie straniere e risultino contrarie al principio sulla libertà delle tariffe. Quali saranno i tempi (e gli esiti) della giustizia europea non è dato sapere. Probabilmente non brevissimi. Ma è certo che governo, Isvap e associazioni dei consumatori (a differenza dell’Ania), sono pronte a dar battaglia per tutelare la sostanza del principio dell’obbligo a contrarre da parte delle compagnie. Come segnalato dal presi-dente dell’Isvap, Giancarlo Giannini “il rischio è di creare una situazione assai pericolosa che ci porterebbe sulla strada di altri paesi europei, come la Spagna, dove ci sono 4 milioni di vei-coli non assicurati o l’Inghilterra che ne ha 2 milioni”. Quello che potrebbe succede, spiega il presidente dell’associazione di consumatori Aduc, Carlo Pileri, è che “l’automobilista ha sì l’obbligo di assicurarsi, ma in una città come Napoli non trova nessuno disposto a farlo”. Del resto come pubblicamente segnalato, già oggi in alcune città del sud come Foggia e Messina, diverse grandi compagnie non sono più presenti. Ovvero una scelta di liberalizza-zione del mercato potrebbe produrre non un beneficio ma un danno peri i consumatori.

Obbligo di assicurarsi? Sì. Obbligo a contrarre? Forse

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Ministero per lo sviluppo economi-co, Isvap, Ania, un tecnico indipen-dente e due rappresentanti delle as-sociazioni di consumatori”. Gli importi potranno essere, per i danni a cose, distinti geograficamente su 3 macro aree mentre quelli per i danni a persone saranno uguali in tutta Italia. Attualmente, secondo l’Ania, il costo medio di un sinistro è di 4122 euro (dati 2005).È importante precisare che l’inden-nizzo diretto si applica solo a deter-minate condizioni (vedi l’apposita scheda), che grosso modo dovrebbe-ro coprire il 90% dei circa 4 milioni e mezzo di incidenti che si sono veri-ficati nel 2005 in Italia. Il nuovo sistema, poiché non con-templa il riconoscimento di spese per l’assistenza legale (se non per la perizia medico legale sui danni alla persona), prevede l’obbligo da parte delle compagnie assicurative di of-frire all’utente adeguata consulen-za tecnica per predisporre gli atti che portino ad una rapida quantifi-cazione del danno e alla conseguen-te e obbligatoria offerta di risarci-mento. “Se l’assicurato formula una richiesta di risarcimento com-pleta di tutti gli elementi necessari – spiega Francescangeli - il risarci-mento deve avvenire entro 60 gior-ni per i danni a cose ed entro 90 giorni per i danni alle persone. Se poi l’incidente è stato risolto fir-mando il modulo di constatazione amichevole (C.a.i.) allora i tempi di risarcimento per i danni a cose si dimezzano e diventano di 30 giorni. Ad oggi circa il 37,5% di sinistri è risolto attraverso il C.a.i. Tornando alla liquidazione del danno, il man-cato rispetto di questi termini da parte delle compagnie comporta sanzioni. Tutto ciò conferma come uno degli obiettivi di fondo sia quello di ridurre il contenzioso che è oggi molto alto (circa il 20% del totale ndr)”. Ovvero si presume che le compagnie siano interessate a trattare bene i propri clienti per te-nerseli stretti. Questo è quanto potremo verifica-re solo nei prossimi mesi. Per ora quel che si può dire è che per il mondo dell’Rc auto un cambia-mento importante è iniziato. Uten-ti e consumatori sognano che le loro speranze non vadano deluse e che le tariffe possano davvero cala-re. Ma questo è ancora presto per dirlo con certezza. n n n

“Anche l’occhio vuole la sua parte”, sentiamo spesso dire di fronte a un piatto ben decora-to, a significare che non si mangia solo con la bocca ma anche con gli occhi (e con gli altri sensi). Perciò i colori sono sempre stati importanti nel de-finire l’appetibilità del cibo, ieri come oggi. Tuttavia, il ruo-lo che i colori avevano nelle cucine di un tempo (del Me-dioevo, del Rinascimento, del-l’età barocca) non era lo stesso di oggi. Oggi, il colore serve soprattut-to a esaltare la natura e la fre-schezza originaria del prodot-to. Qualche secolo fa, al contrario, si intendeva il colore come un artificio, un’aggiun-ta, un “tocco pittorico” che modificava l’aspetto naturale dell’alimento. Precisamente a tale scopo si impiegavano nel-la preparazione delle vivande molti prodotti accessori: il bianco si otteneva con la fari-na di riso o il latte di mandorle o la mollica di pane; il verde con diverse erbe triturate; il giallo con lo zafferano o il ros-so d’uovo; il nero, il blu, il vio-letto con i frutti selvatici. Il ros-so faticò invece a entrare nella tavolozza di colori utilizzata dai cuochi, anche perché si as-sociava all’idea del sangue e non lo si ammetteva volentieri a tavola: solo l’introduzione del pomodoro negli usi di cu-cina europei, fra Sei e Sette-cento, modificò tale situazio-ne. Fra i vari colori la palma spettò per lungo tempo al giallo, a cui si collegavano immagini di luce, di gioia, di felicità solare.

Fu esattamente per questo motivo che incontrò uno straordinario successo lo zaffe-rano, impiegato dai ricettari del Quattro-Cinquecento con una larghezza stupefacente. “Questa vivanda vuole essere ben gialla”: decine e decine di ricette si concludono con que-sta indicazione cromatica. Ciò valeva a maggior ragione per i piatti festivi: nei Paesi Bassi per le celebrazioni di nozze si pre-parava una minestra di riso giallo, simile nell’aspetto, an-che se non nella consistenza, al risotto giallo che si affermò a Milano. Un celebre dipinto di Peter Brügel, dedicato alle “Nozze contadine”, ha in pri-mo piano proprio queste sco-delle di riso giallo (con la va-riante bianca, segno di purezza immacolata). Il giallo dello zafferano richia-mava un giallo ancor più pre-giato, quello dell’oro, che ne-gli stessi secoli trionfava nell’arte figurativa italiana e fiamminga: di quest’oro, lo zafferano rappresentava per così dire la variante gastrono-mica, anche se qualche rara ricetta non manca di includere fra gli ingredienti anche il pre-zioso metallo (che, del resto, ancora nel XX secolo Gualtiero Marchesi ha riproposto come guarnizione della sua celebre ricetta di risotto alla milanese). Questo evidentemente non era (e non è) alla portata di tutti, ma un antico proverbio fiammingo assicura che chi su questa terra saprà acconten-tarsi di riso allo zafferano potrà poi gustare, nel Paradiso dei beati, una vivanda tutta d’oro.

di Massimo Montanaridocente di Storia medievale e di Storia dell’alimentazione, Università di Bologna

I COLOrI DeL CIBO

cibo e cultura

vivere bene

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vivere bene

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Pensando a tutte le polemiche che c’erano state all’inizio sul ruolo dominante che la grande distribuzione avrebbe esercitato, è utile sottolineare un dato fornito dal Ministe-ro per lo sviluppo economico. Al 31 dicembre 200� le nuove parafarmacie aperte in Italia, usando la normativa Bersani, erano �00. Di queste l’��% sono esercizi di vici-nato (aperti spesso da neofarmacisti) e solo il 1�% sono punti di vendita della grande distribuzione.

I dati de Ministero

Su �00 parafarmacie aperte, solo il 1�% nella grande distribuzone

che però sta inesorabilmente avanzando, come dimostra il fatto che anche nelle farmacie sono spuntati sconti “imposti” dalla maggiore concorrenza e dunque il risultato certo è che i consumatori, non solo quelli che si rivolgono a Coop, oggi possono spendere meno per curarsi (come confermato da indagini promosse da diverse associazioni come Federcon-sumatori, Altroconsumo ed Help Consumatori che comun-que evidenziano come i prezzi nella grande distribuzione siano più bassi).Ritornando al tema dell’offerta nei punti Coop Salute, in par-tenza c’è un altro importante capitolo: quello dei farmaci omeopatici e veterinari (vendibili senza ricetta). “Da febbraio a giugno - continua Santaniello - partiremo gradualmente con la vendita di questi generi, con l’intento di estendere l’iniziativa pian piano a tutta la rete. Per quanto riguarda gli omeopatici inseriremo all’incirca un centinaio di prodotti, quelli cosiddetti composti che sono di uso più comune. Su questo stiamo anche organizzando una adeguata formazione dei nostri 150 farmacisti che, vorrei sottolinearlo, con la loro

COOP SALUTE che successo!

Crescono di numero, hanno ampliato la loro offerta, continuano a offrire sconti tra il 20 e il 30% e incon-trano un gradimento sempre più alto da parte di soci

e consumatori. Parliamo degli spazi Coop Salute dedicati alla vendita dei farmaci Otc e Sop (cioè quelli per i quali non è necessaria la prescrizione medica). Nel mese di febbraio questi spazi raggiungeranno quota 50 in Italia (e altri 20 se ne aggiungeranno prima dell’estate). Dall’agosto scorso, quando sull’onda del decreto Bersani (e della raccolta di fir-me promossa da Coop stessa) i primi due punti Coop Salute aprirono a Carpi e Ferrara, ormai un importante pezzo di strada è stato percorso. “E percorso con grande successo - spiega Vincenzo Santaniello, direttore sviluppo business e innovazione di Coop Italia - A dicembre abbiamo rilevato un aumento delle vendite del 35% rispetto al mese precedente. Senza che ci sia stato alcun fenomeno di accaparramento o di acquisti in eccesso, semplicemente l’interesse verso que-sta iniziativa è costante, a conferma che la liberalizzazione della vendita dei farmaci, con le conseguenti riduzioni nel prezzo, va incontro a una esigenza fortemente sentita dalle famiglie italiane. Come Coop ci siamo mossi con determina-zione e i risultati ci stanno dando ragione, anche dal punto di vista della soddisfazione dei clienti, come dimostra l’inda-gine che abbiamo realizzato (su questo vedi l’apposita sche-da ndr)”.Nei 50 spazi Coop Salute è anche stata ampliata sensibil-mente l’offerta. “Siamo partiti con circa 200 farmaci - spiega Santaniello - ed ora, con un processo graduale, siamo in gra-do di proporne oltre 300. Stiamo imparando a muoverci in un campo che è estremamente complesso e difficile. Sul pia-no dell’approvvigionamento le cose vanno meglio, ma pro-blemi ce ne sono ancora tanti”. Del resto questa liberalizza-zione ha rotto un monopolio e ovviamente, non tutti hanno fatto salti di gioia per questo cambiamento. Cambiamento

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20gennaio/febbraio 2007

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Sono ormai �0 gli spazi Coopdedicati alla vendita dei farmaci Otc e Sop. Aumentano i clienti, ma si amplia pure l’offerta: oltre 300 i medicinali disponibili. E ora (partendo da alcuni iper) verranno proposti anche prodotti omeopatici e veterinari

di aver “speso molto meno che in farmacia”. Le due voci som-mate fanno un �1,�%. Estre-mamente significativo è anche indagare le motivazioni della scelta di acquistare farmaci nei punti Coop Salute: al primo posto (col ��,4%) è il fatto di trovare prezzi più bassi, ma al secondo posto (col �3%) c’è un’opzione a forte contenuto di servizio, e cioè la possibilità di poter concentrare gli acqui-sti in un unico luogo.Un 27,2% di intervistato so-stiene poi che l’intenzione, d’ora in avanti, è quella di comprare questi prodotti solo in Coop, mentre un ��% in-

I consumatori: “tanta convenienza ma anche un servizio di qualità”I risultati di una indagine tra i clienti

tende utilizzare entrambe i ca-nali (e quindi anche le farma-cie). “Ma la sorpresa più importante dell’indagine – spiega il direttore pianificazio-ne e controllo di Coop Italia, Francesco Cecere – è che, an-che considerando come gli spazi Coop Salute fossero par-titi da poco al momento del-l’indagine, la valutazione del servizio fornito ottiene un pun-teggio pari a 7,�, contro il 7,2 attribuito dagli stessi intervi-stati alla farmacia tradizionale conosciuta e frequentata da anni. Dunque c’è un riconosci-mento importante alla profes-sionalità e al servizio offerto”.

C’è più convenienza che in far-macia, ma anche la soddisfa-zione per il servizio ricevuto è più alta rispetto alla farmacia. Sono questi, soprattutto il se-condo, i punti salienti della “pagella” sugli spazi Coop Sa-lute che emergono da una in-dagine condotta da Coop Italia in collaborazione con la società Trade Lab intervistando un campione di �00 soci e consu-matori.Il dato sulla convenienza rileva-ta dai consumatori nell’acqui-stare farmaci è netto: il ��% dichiara di aver “speso meno in Coop che in farmacia”, cui va aggiunto un 22,�% che dice

COOP SALUTE che successo! in primo piano

21gennaio/febbraio 2007

Soddisfazione generale nei confronti della Farmacia (scala 1-�)

Valutazione dei clienti su spazi “Coop Salute” e Farmacie nell’acquisto di farmaci da banco (Otc)

7,2Soddisfazione generale nei confronti di “Coop Salute” (scala 1-�) 7,5

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L’orgia gastronomica in voga nei programmi televisivi sarà apprez-zata dai cultori della buona cuci-na ma non è molto educativa, almeno sul piano della corretta alimentazione, e non di rado ri-prende vecchi proverbi o nozioni contraddette dal progresso scien-tifico. Il guaio è che dalle troppe interpretazioni dilettantistiche dei conduttori scaturiscono anche proibizioni e sensi di colpa non di rado ingiustificati. Prendiamo, fra i molti esempi possibili, quello dei cibi ricchi di grasso: sembra, or-mai, che i grassi siano dei nemici della salute anziché dei nutrienti indispensabili, al pari di proteine e carboidrati. L’acido linoleico e l’acido linoleni-co sono dei progenitori “essen-ziali” di una serie di derivati che regolano funzioni organiche im-portanti. Lo stesso tessuto adipo-so non è un rivestimento antiurto ma un vero e proprio organo ca-pace di produrre sostanze e mes-saggeri con funzioni ormonali! Quindi, attenzione a bandire dal-la tavola ogni forma di grasso, perché senza grassi non potrem-mo rifornirci neppure delle vita-mine liposolubili. Un luogo comune, diffuso anche fra i medici meno aggiornati in dietetica, è quello di una presun-ta differenza nutritiva fra carni rosse e bianche. Gli allevatori sono intervenuti da almeno un decennio sulla genetica e sulla mangimistica degli animali ridu-cendo quelle caratteristiche che li differenziavano non solo com-mercialmente ma anche nutrizio-nalmente (tipologia degli acidi grassi e digeribilità). Ormai si commerciano tagli di carne bovi-na e suina che hanno meno gras-

so di una coscia di pollo e sarebbe difficile catalogare le carni dello struzzo dato che gli struzzi hanno carni scure ma sono pur sempre degli ex-volatili! I pesci, per quanto generalmente meno dotati di grasso rispetto agli animali terrestri possono ave-re però il doppio o il triplo del grasso se ci riferiamo ad anguille, salmonidi o ad alcune specie di pesce azzurro giustamente de-cantate per il prezioso contenuto di acidi grassi della serie omega3. Allora attenzione! Per prima cosa il complesso delle calorie prove-nienti dagli acidi grassi non deve superare il 30% delle calorie tota-li; perciò nel caso di una dieta da 2.000 calorie saranno ammissibili fino a �00 calorie provenienti dai grassi, ovvero circa ��-�7 g di grasso. Ammesso che tutto ciò sia noto non credo che il consumatore sappia poi orientarsi sulla “quali-tà” del grasso da privilegiare per-ché le società scientifiche hanno stabilito prudenzialmente che non più del 7-�% delle calorie do-vrebbe provenire dai grassi “satu-ri”, altrettanto per i troppo decan-tati acidi grassi polinsaturi ed un’aliquota maggiore (almeno il 1�%) dai grassi monoinsaturi.Per semplificare le cose diciamo che l’olio di oliva ricalca meglio di altri grassi la composizione “rac-comandata” e per questo motivo (oltre agli ovvi pregi di gusto e digeribilità) i medici lo hanno in-coronato leader dei grassi da condimento. Ma tutto ciò non autorizza a dire che possa far male alla salute utilizzare un paio di cucchiaini di burro o viceversa di qualche olio di semi fortemen-te polinsaturi.

di eugenio Del tomapresidente onorario dell’Associazioneitaliana di dietetica e nutrizione clinica

LA tV e IL CIBOCorretta informazione cercasi

alfabeto alimentarecompetenza e la loro professionalità, sono stati fondamentali nel successo di questa attività Coop. Tornando poi ai farmaci veterinari, partiremo con una trentina di prodotti per le problemati-che più comuni legate agli animali do-mestici, in particolare a cani e gatti”.Sul piano dei prezzi Coop conferma su tutta la linea (cioè farmaci Otc e Sop, omeopatici e veterinari) l’obiettivo di sconti tra il 20 e il 30%. “Su questo versante c’è però da tener conto di al-cune novità previste dalla legge finan-ziaria. Infatti, mano a mano che si an-drà ad esaurimento delle scorte esistenti, per i nuovi farmaci (Otc e Sop) sparirà l’obbligo di indicare un prezzo sulle confezioni. Per questo, anche se la finanziaria vieta per il 2007 di superare i prezzi del 2006, sarà più difficile comunicare lo sconto pratica-to”. Infatti mentre oggi si può dire sconto del 30% rispetto a un prezzo uguale per tutti (visibile sulla confe-zione), poi si potrà solo dire io vendo il dato prodotto a questo prezzo e spette-rà al consumatore fare i raffronti.Guardando avanti Santaniello propo-ne altre due riflessioni: “Visto il suc-cesso, e sulla base dell’esperienza di questi mesi, stiamo anche lavorando per ridefinire fisicamente l’organizza-zione degli spazi Coop Salute, per ren-derli più razionali e rispondenti alle esigenze dei consumatori. Anche per-ché, nel corso del 2007, puntiamo a migliorare l’offerta nel campo dei pro-dotti parafarmaceutici”. Questo lavoro di affinamento è necessario anche per-ché il grande successo dei punti Coop Salute, non significa ovviamente che questi abbiano immediatamente pro-dotto redditività e utili. “Credo sia im-portante spiegare ai nostri soci che i risultati di vendite e fatturato ottenuti sono andati al di là delle previsioni ini-ziali. E questo successo ci incoraggia a proseguire, ma ovviamente quando si parte con iniziative nuove, a maggior ragione in un campo fortemente vin-colato come questo, il ritorno econo-mico non può mai essere immediato. Però siamo sulla strada buona e l’obiettivo si avvicina”. L’ultimo tassello della strategia Coop, non certo per ordine di importanza, è il progetto di arrivare a produrre farmaci col proprio marchio. “Come avevamo già annunciato – conclude Santaniello - stiamo continuando a lavorare per conseguire questo non semplice obiet-tivo. Prudenza e riserbo sono d’obbli-go, ma contiamo di poterlo concretiz-zare entro il 2007”. (d.g.) n n n

23gennaio/febbraio 2007

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oriBrasile

Una delegazione Coop si è reca-ta nello scorso dicembre in Brasile per di verificare lo stato

di attuazione del progetto di coopera-zione internazionale Agua Para Dois Irmaos, finanziato da Coop e realizza-to dalla Ong Ucodep, che ha interessa-to l’area della Serra dos Dois Irmaos, situata ai confini tra gli stati di Bahia e Piauì, della regione semi arida nel Nordest del Brasile. Al momento sono state costruite e assegnate 549 cister-ne familiari per la captazione di acqua

piovana con capacità di 16.000 litri: ne beneficeranno 24 comunità rurali per un totale di oltre 3.000 persone. Il progetto prevede la realizzazione, en-tro aprile 2007 di altre 450 cisterne. Il finanziamento complessivo del pro-getto, di oltre 500.000 euro è frutto di una raccolta fondi tra i soci delle coo-perative di consumatori italiane, realiz-zata attraverso la destinazione, da parte di 50.000 soci, di 10 euro, equivalenti a 500 punti dell’apposito catalogo rac-colta punti Coop. A supporto della co-

struzione delle cisterne sono stati rea-lizzati, inoltre, 26 corsi di formazione sul corretto uso dell’acqua potabile raccolta con le cisterne che hanno coinvolto oltre 600 beneficiari diretti. Del viaggio vi proponiamo un diario realizzato dal presidente di Ancc-Coop Aldo Soldi che faveva parte della dele-gazione assieme ai rappresentanti del-le cooperative di consumatori, al presi-dente di Ucodep Francesco Petrelli, a una troupe di Mtv e a Cesare Petricich, chitarrista dei Negrita). n n n

in primo piano

di Aldo Soldipresidente di Ancc-Coop

giovedì 7 dicembreArriviamo in Brasile che è notte, nella città di Petrolina, accolti da un caldo umido ed invadente.Venerdì 8 dicembreAlle cinque del mattino si sentono rumori di ragazzi che giocano sotto le finestre dell’albergo. In tre distin-ti campetti, sono in corso impegnative partite di cal-cio: è chiaro che poi diventano bravi!Partiamo di buonora verso la città di Ua Uà per visita-re una cooperativa rurale. La strada è pessima e l’auti-sta del pullmino fa gimcana fra buche enormi. Uomi-ni, donne, ragazzi gettano terra nelle buche e chiedono ai passanti la meritata ricompensa. Ai bordi della strada gli avvoltoi fanno il loro mestiere attorno alle carcasse di animali uccisi dai mezzi in transito (ca-pre, pecore, asini).Coopercuc associa �0 raccoglitori di umbu, un frutto che nasce su un albero dalla forma bellissima e dal quale si estraggono marmellate e succhi. Ci mostrano orgogliosi la piccola fabbrica (vi lavorano 2 persone!) ed una etichetta in francese, segno di una esportazio-ne già avviata. I prodotti sono davvero buoni. Mentre parliamo con il presidente, un rumore sinistro ci av-verte che il pullmino è rotto: ci facciamo così tre ore di vera vita popolare brasiliana sull’unico pullman di linea che collega Ua Uà con Petrolina.Sabato 9 dicembreL’arrivo a Dirceu Arcoverde nello stato del Piauì, dove

giorno per giorno, ecco il diario di una emozioneè in programma il primo incontro con la comunità beneficiaria dell’intervento Coop, è previsto per le ore 11.00. Arriviamo alle 1�.00, dopo 2�0 chilometri di strade davvero complicate da percorrere. Lungo il tra-gitto facciamo due incontri importanti. In un piccolo convento ci aspettano alcune suore che lavorano sul territorio ed hanno parte attiva anche nella realizza-zione del nostro progetto. Ci accolgono con dolci fatti da loro che assaggiamo di buon grado dopo aver ingaggiato (e momentaneamente vinto) una impe-gnativa battaglia con le mosche...Poco oltre, la prima casa con cisterna realizzata grazie all’intervento dei soci Coop. È un’emozione vera, per-ché quando si possono toccare con mano e leggere negli occhi delle persone gli effetti della nostra solida-rietà è davvero gran cosa. In queste case sparse nella campagna non c’è l’acqua potabile, piove tre mesi l’anno e nove mesi è aridità assoluta: con la cisterna si immagazzina l’acqua piovana che così rimane dispo-nibile. Prima era compito della donna recuperare ac-qua: con un recipiente sulla testa, chilometri alla ricer-ca di una pozza condivisa anche con gli animali. La comunità ci aspetta in festa, con musiche e striscio-ni, dobbiamo improvvisare un discorso. Due donne leggono poesie per descrivere quanto sia stato impor-tante per le famiglie poter disporre dell’acqua. C’è un clima bellissimo: curiosità, festa, riconoscenza; fami-glie intere di una vasta zona riunite per incontrarci. Si fa rapidamente notte e ci invitano a cenare: ovvia-mente non c’è energia elettrica ma solo candele. Una

24gennaio/febbraio 2007

La solidarietà Coop diventa aiuto per tanti

Alcune immagini degli incontri e dei luoghi visitati della delegazione Coop

Brasile

simpatica settantenne ci racconta cosa ha voluto dire crescere 12 figli senza disporre di acqua potabile.Domenica 10 dicembreL’incontro con la seconda comunità è a Remanso, nel-lo stato di Bahia. Visitiamo alcune famiglie cui è stata realizzata la cisterna: le loro case ed i loro atteggia-menti testimoniano una povertà molto dignitosa. An-che qui la comunità ci accoglie in festa: negli occhi e nelle parole dei presenti si coglie benissimo tutta la riconoscenza per quanto abbiamo fatto. Il pranzo è davvero buono: alcuni di noi bevono anche acqua di cisterna. Seduti sotto un albero incontriamo il capo locale del sindacato e la direttrice di una cooperativa agricola: dopo averci riparato dal sole, l’albero ci di-fende da un improvviso e fortissimo acquazzone. Par-tiamo: l’orchestra ci saluta al ritmo di una tarantella che i brasiliani proprio non sanno come ballare.Lunedì 11 dicembreFinita la parte rurale inizia quella ufficiale. L’aereo per Brasilia fa due scali, dai quali l’equipaggio promette di ripartire “prima possibile”. L’aeroporto è chiuso causa pioggia e ci mettiamo a ridere pensando all’idea che si ha del Brasile (sole, mare e samba...) e quanto sia diverso da quello che stiamo vivendo e vedendo. Oc-corre un terzo scalo e una sosta per permettere al temporale di allontanarsi da Brasilia. Incontriamo i rappresentanti di Unicafes, la centrale cooperativa che raggruppa le cooperative dei piccoli produttori agricoli. L’agricoltura familiare (così si chiama) è mol-to importante per il tessuto economico e sociale bra-siliano: per questo il governo Lula la sostiene e incen-tiva e sollecita la formazione di cooperative. Cerchiamo di capire concretamente che cosa sono in grado di

produrre come quantità, qualità e continuità e ci riser-viamo una valutazione di tipo commerciale da realiz-zare insieme a Coop Italia. Producono frutta di molti tipi e derivati, caffè, artigianato: sottolineano in parti-colare la bontà di alcuni prodotti provenienti dal-l’Amazzonia, la cui coltivazione cerca anche di contra-stare gli intenti distruttivi sulla foresta.Martedì 12 dicembreIncontriamo diversi esponenti del governo brasiliano: ministri, vice ministri, alti funzionari. Troviamo molto apprezzamento per quello che di concreto stiamo fa-cendo; chiediamo ed otteniamo sostegno per le pos-sibili collaborazioni commerciali con le cooperative dell’agricoltura familiare. Con il ministero competen-te si condividono strategie e metodologie di interven-to, anche qui con molta concretezza, poche promes-se ma molta comune volontà positiva.Conosciamo un personaggio straordinario: il vice mi-nistro per l’Ambiente, medico e professore universita-rio, che ha trascorso 13 anni in carcere per ragioni politiche sotto i regimi della destra. Mercoledì 13 dicembreL’Ambasciata italiana è stata costruita su progetto del-l’arch. Pierluigi Nervi: è molto bella, inserita in un par-co stupendo. L’ambasciatore è molto cortese e inte-ressato: valorizza le cose che facciamo. Auspica che il nostro intervento possa continuare, sia nelle forme della solidarietà (di cui il Brasile continua ad avere molto bisogno) che attraverso accordi economici per la valorizzazione delle produzioni locali. È un auspicio che condividiamo e che portiamo con noi, trasformandolo in impegno, sull’aereo che ci ri-porta in Italia.

2�gennaio/febbraio 2007

in primo piano

La solidarietà Coop diventa aiuto per tanti

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oriEco-logici C oop

Togliere il cartone attorno al tubo di maionese Coop e al dentifricio a marchio può sembrare cosa da nulla, però questo gesto ha portato, insieme all’in-

troduzione delle ricariche e all’utilizzo di materiali rici-clati nelle confezioni e altri interventi ancora, a rispar-miare oltre 6.700 tonnellate di materiali (secondo i dati raccolti per gli anni tra il 2000 e il 2005).Sono fatti concreti, conseguenza di scelte ambientali reali di Coop per la produzione dei propri prodotti. Del resto è nella storia della cooperativa e nelle attese dei soci l’attenzione e la cura per l’ambiente che ci circonda: secondo un sondaggio del 2005 la tutela dell’ambiente è considerata la prima caratteristica per un’azienda social-mente responsabile, il 70% degli intervistati riconosce che i prodotti eco-logici Coop sono una prova concreta

dell’impegno della cooperativa per l’ambiente, mentre acquistarli e consumarli è ritenuto un modo per contri-buire alla difesa della natura.Un capitolo pesante per l’ambiente è quello dei detergen-ti. Qui il consumo di saponi naturali perfettamente bio-degradabili è stato sostituito dai moderni detersivi costi-tuiti da sbiancanti ottici, zeolite per addolcire l’acqua e con tensioattivi sintetici, ottimi per la prestazione, ma non tutti completamente biodegradabili. Oggi i fosfati sono ormai spariti dai detergenti, ma quan-do Coop nel 1988 li eliminò dai propri prodotti a mar-chio fu la prima sul mercato, e rimase l’unica per molti anni. Fece su questa scelta una grande campagna di at-tenzione al mare, perché sono proprio i fosfati tra le principali cause dell’eutrofizzazione, cioè la prolifera-

di Anna Somenzi

consumare informati

nei punti vendita Coop

Per tutti i consumatori della linea crescendo di Coop il 23 e 24 febbraio negli iper e il 24 febbraio nei supermercati più grandi (l’elen-co è disponibile nel sito e-coop) è in distribu-zione la cartolina per partecipare a un’opera-zione a premio. Si riceverà direttamente a casa, in regalo, l’esclusiva borsa portatutto acquistando dal 23 febbraio al � aprile 4 con-fezioni di pannolini e 4 prodotti a scelta tra salviettine, body neonato e bavaglini monou-so tutti crescendo Coop. I codici a barre dei prodotti sono da allegare alla cartolina che, compilata, deve essere spedita entro il � aprile all’indirizzo indicato.

Il marchio ecolabel

La richiesta di prodotti ecologici per contrastare il grande aumento dei residui non degradabili in mancanza di aria, che quindi restano nei fanghi dei depuratori e nel mare, spinse la Commissione euro-pea a fornire gli strumenti per un marchio di garan-zia ecologica. Nel 1��2 viene ratificato e pubblicato il protocollo per avere prodotti ecologici, fornendo una lista di ingredienti consentiti (biodegradabili anche in assenza di aria) e delle prestazioni da rag-giungere. Nasce così il marchio Ecolabel che atte-sta il ridotto impatto ambientale lungo tutto il ci-clo di vita del prodotto: materie prime, distribuzione, utilizzo, eliminazione dopo l’uso. I primi due nati hanno visto la luce nel 1���, oggi sono oltre 1.300 i prodotti col fiore Ecolabel.

Attenzione e rispetto per l’ambiente: detersivi senza fosfati e con tensioattivi completamente biodegradabili, imballi leggeri e prodotti con materiale riciclato. Dalla carta igienica a quella per scrivere ottenute da carta da macero selezionata. E una linea specifica a ridotto impatto ambientale

2�gennaio/febbraio 2007

zione di alghe gelatinose e la conseguente scomparsa di alcune specie ittiche pregiate.La linea specifica degli eco-logici Coop offre prodotti a basso impatto ambientale, che riguardano gesti comuni come lavare i piatti o la biancheria e sono fabbricati con i materiali e le tecniche che meno pesano sulla natura. Fra questi troviamo anche i prodotti con il marchio Eco-label: sono preparati secondo un protocollo della Comu-nità europea, che indica gli ingredienti consentiti e quel-li che non possono invece essere utilizzati, che richiede una prestazione confrontabile con le altre marche. Il tut-to per ogni specifico prodotto, che sia un detergente per lavatrice piuttosto che per lavastoviglie o per i piatti. Nella lista degli ingredienti consentiti è la differenza con i prodotti convenzionali: il marchio Ecolabel impone che i tensioattivi usati siano completamente biodegradabili in ogni condizione aerobica e anaerobica, non ristagnano quindi nei fanghi dei depuratori o nel mare. Il loro tempo di biodegradabilità è di pochi giorni.Nella linea eco-logici Coop si trovano le pastiglie per lava-stoviglie, il detergente per i piatti e quelli per pavimenti e piastrelle, oltre al detergente in polvere per lavatrice. Sempre nella stessa linea ci sono anche i prodotti di car-ta 100% riciclata e certificati Ecolabel: carta igienica, tutto casa, fazzoletti, tovaglioli doppio velo, carta da uffi-cio, realizzati solo da fibre di cellulosa recuperata da car-ta da macero selezionata.In acido polilattico, il Pla, sono invece i piatti e i bicchie-ri monouso, fra gli ultimi prodotti arrivati. Il Natu-reWorks PLA è una molecola di origine vegetale, ottenu-ta da uno zucchero dell’amido di mais. La sua origine rende questo prodotto totalmente biodegradabile e si può smaltire con i rifiuti organici. In un impianto di compostaggio industriale si degrada in 47 giorni a 60°C, se è abbandonato sul terreno ci mette invece da uno a tre anni, contro i 2000 del polistirolo. n n n

Eco-logici C oop1996 - Linea di detergenti liquidi per l’igiene per-sonale: il flacone è alleggerito e inserita la ricarica a busta. L’imballaggio si riduce complessivamente del 4�,�% (-17,1 tonnellate/anno). Aumenta dal 2�% al �0% la quantità di plastica riciclata Pe (po-lietilene) per i flaconi della detergenza chimica.1997 - Per i detergenti per superfici dure il flacone è in materiale riciclato per il 70%. Gli imballi secon-dari sono alleggeriti del 7%, con un risparmio di materiali annuo dalle 2 alle 13 tonnellate, secondo i formati.Nel 2003 i flaconi da 1 litro diventano di Pet (polietilentereftalato), invece che Pe, e sono totalmente in materiale riciclato.Nel 1998 è eliminato l’astuccio in cartoncino per la maionese e viene modificata la composizione del tubetto (-7,1 grammi pari al �0,4% del peso). Eliminare l’astuccio produce una riduzione di peso del 22,2%. Complessivamente il risparmio di materiali è di 34 tonnellate all’anno.Nel 1999 è la volta dei sacchetti nettezza: la busta che li contiene è sostituita da un nastro, si alleggerisce anche l’imballo secondario. Il rispar-mio di materia sull’imballaggio complessivo è del 2�% (4,7 tonnellate all’anno). Lo stesso intervento è effettuato anche per il sacchetto con laccetti, con un risparmio complessivo di 4,� tonnellate all’anno. Nel 2000 La busta che avvolge i due o quattro pacchetti di caffé è sostituita da un nastro di ridotte dimensioni (-�0% di peso; -�,2 tonnel-late all’anno). È ulteriormente alleggerito il peso del flacone dei detergenti persona e aumentato il contenuto della ricarica. Il risparmio di materia è dell’11,�% (-2,� tonnellate/anno). Nel 2003 nasce il detersivo per piatti in flaco-ne realizzato con almeno il �0% di polimero riciclato. Il flacone pesa 1,� grammi di meno (-2,�%), un risparmio annuo di circa � tonnellate di materiale. Anche le uova biologiche escono in una confezione di materiale cellulosico riciclato al 100%. Per ammorbidenti concentrati nascono i flaco-ni da 0,� litri realizzati al 100% con materiale riciclato, il Pet nel flacone e il cartone dell’imballo da trasporto. Nel 2004 per la confezione della collezione letto una innovazione nei materiali la cui componente cellulosica è riciclata esclusivamente da cartoni per bevande.Il progetto 3R ha monitorato i benefici in termini di risparmio, riutilizzo e riciclo sugli imballi prima-ri negli anni 2000-200� dimostrando un rispar-mio di �.7�2 tonnellate di materiali vari.

Le tappe di una innovazione continua per ridurre gli imballaggi dei prodotti Coop

consumare informati

2�gennaio/febbraio 2007

risparmio-riutilizzo-riciclo

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oriCeLLULAre, Un FenOMenO

Gli Umts hanno aumentato l’appeal dei telefonini sugli italiani, già primatisti mondiali quanto a concentrazione di apparecchi. Ma anche la confusione, sotto i colpi martellanti della pubblicità. Videofonini, tvfonini, VoIP: iniziamo un viaggio per chiarirci le idee, tra “inciuci” e nuove opportunità

S ono cambiati velocemente e ci stanno cambiando con altrettanta velocità. Come autostrade a cui si aggiun-gono continuamente corsie, i cellulari Umts – veico-

lando sulla banda larga una maggiore quantità di dati al se-condo che viaggiano “a pacchetto” – hanno incrementato le loro prestazioni e il nostro divertimento, ma anche il livello d’“inquinamento” ambientale: così potremmo definire, con una certa benevolenza, la overdose di pubblicità sulla telefo-nia mobile e un crescente malcostume che è sfociato, pur-troppo, recentemente, anche in atti criminali di bullismo tra adolescenti.Ma cos’è che rende speciali gli Umts, protagonisti di una crescita del 18% nelle vendite 2006 (in Coop coprono già un quinto delle richieste)? Questi telefonini di terza ge-nerazione (3G), a differenza dei precedenti Gprs o Edge di seconda generazione e mezzo (2.5G) e Gsm di seconda generazione (2G), consentono una maggiore velocità di trasmissione dei dati ma anche una piena compatibilità con il protocollo Internet IP. Da qui scaturiscono una se-rie di nuovi servizi multimediali sui quali si sono lancia-te, fameliche, le compagnie telefoniche, interessate a in-golosire noi italiani, già primatisti mondiali con la più alta penetrazione di mercato dei cellulari (70 milioni per 55 milioni di abitanti) e un’identità che diventa sempre più multipla (1,7 schede Sim a testa). Fra questi servizi due sono particolarmente reclamizzati: la videochiamata (audio e video in tempo reale) che commercialmente ge-nera il “videofonino”, e il “video on demand” (visione in diretta di filmati) che nella sua evoluzione ha dato i nata-li al “tvfonino”. Non facciamoci troppe illusioni però: i limiti di queste tecnologie oggi non consentono una qualità costante del segnale ricevuto in movimento.Riconoscere i telefonini di terza generazione è facile. Hanno larghi display per visualizzare i contenuti multimediali, una tastierina più grande, spesso rotante, un ingombro e un peso maggiori di tutti gli altri che si sono al contrario compattati (sui 100 grammi di peso) e hanno fatto anch’essi notevoli passi in avanti. Non a caso si parla per tutti di “cellulari mul-tifunzione”, poiché nello stesso corpo macchina integrano microchip che offrono la possibilità di scattare foto (cellulari con fotocamera), di girare brevi filmati (con videocamera) e di ascoltare musica (con lettore Mp3). Attenzione, però. Per godere di queste tecnologie non è indispensabile avere un telefonino Umts. Il precedente Gsm, utilizzando protocolli

di Claudio Strano

30gennaio-febbraio 2007

consumare informati

CeLLULAre, Un FenOMenO

31gennaio-febbraio 2007

• Umts: da 300 euro fino a 700 euro e più. Sopra i 400 euro migliora di molto la risoluzione della fotocamera

• gprs con fotocamera digitale: da 2�0 a 3�0 euro

• gsm con lettore Mp3: da 1�0 a 2�0 euro

• gsm dual-band: da �0 a 1�0 euro. Attorno ai 100 euro si colloca lo “zoccolo duro” degli acquisti

I prezzi sono soggetti alle variazioni del mercato e non tengono conto di offerte e promozioni

Le mani sul portafoglio

consumare informati

più evoluti come Gprs ed Edge, ha migliorato infatti le sue performace riducendo le distanze e rendendo così ancora più difficile la scelta. Come comportarsi? Il consiglio è di uscire dalla logica del prodotto per privilegiare quella del servizio: valutare cioè le offerte dei gestori, le tariffe, gli addebiti di Sms, Mms, videochiamate e connessioni Internet. Una selva intricata sulla quale un po’ di trasparenza e di risparmi per le nostre tasche ci aspettiamo dai provvedimenti del ministro Bersani (che ha annunciato l’altolà ai costi fissi di ricarica) e dall’imminente sbarco degli operatori mobili virtuali (tra cui Coop in tandem con Tim). Rispetto alle prestazioni, invece, possiamo concentrarci su quelle ormai considerate di base, pur sapendo che la Apple ha lanciato l’iPhone che “fonde” tra loro computer e cellulare. Un’avvertenza anche qui è d’obbli-go: non sentitevi da meno se il cellulare voi lo usate soltanto per telefonare. Solo il 15% degli italiani, infatti, fa un reale utilizzo delle funzioni che si vanta di possedere...Fotocamera digitale. Chi acquista il nuovo troverà in vetrina molti cellulari con fotocamera digitale che scattano immagi-ni e le spediscono tramite Mms o e-mail: sono “ibridi” inte-ressanti soprattutto per chi non possiede già una fotocamera digitale. Sebbene sull’ottica non ci siano paragoni, la qualità, almeno dei prodotti di punta, sta migliorando e si vedono risoluzioni attorno ai 2 o 3 megapixel (circa la metà dello standard medio di una fotocamera monofunzione) o anche più, con discrete capacità di memoria. Ma se la quantità di megapixel è inferiore, l’opportunità si trasforma in mezza fregatura e torna valido un concetto già visto in altre occa-sioni: versatilità e qualità delle prestazioni tendono a stare su opposte sponde. In altre parole, ogni macchina fa meglio il lavoro per cui è stata concepita. Il potenziale acquirente deve, inoltre, sapere che tutti gli Umts hanno la macchina fotografica (anche con autofocus e zoom), mentre tra i Gsm ci sono quelli con e quelli senza. Alcune fotocamere funzio-nano anche da videocamera per brevi filmati-ricordo.Lettore Mp3. Il cellulare come riproduttore di file musicali è un altro ibrido fascinoso. Tuttavia, se guardiamo al sodo pos-siamo dire che c’è un limite sotto il quale un “cellulare Mp3” assomiglia più a un “inciucio” che a un qualcosa di utile. Tale limite è una memoria (integrata o estendibile con card) di almeno 256 Mb. Anche in questo caso, la gestione dei file musicali e la durata delle batterie restano comunque lontane da quelle di un iPod o simile. Il rischio è di non andare molto al di là di una suoneria con la canzoncina preferita.Internet. Tutti gli Umts, ma anche i Gsm nella versione Gprs o Edge (di 2.5 generazione) permettono di navigare tra le pagine Wap (Internet nella versione per cellulari) e perciò di collegarsi e scaricare e-mail. Una funzionalità che tuttavia non decolla per via degli alti costi dei collegamenti – pagati, nella maggioranza dei casi, in base ai byte scaricati – e anche perché il Wap mostra soltanto porzioni di pagine web.La copertura. Se amate viaggiare, fate molta attenzione a scegliere un tri-band – modello molto diffuso che “prende” in Europa, Africa, Asia, Australia e gran parte dell’America settentrionale – o addirittura un quad-band che funziona in tutto il mondo. Per i più “stanziali” il dual-band garantisce una buona copertura (Europa continentale e Gran Bretagna) e ha il pregio di far abbassare il budget di spesa. n n n

Umts (Universal mobile telecommunications system) viene dopo il Gsm e prima dell’Hsdpa (o super Umts), è uno standard di trasmissione che contempla la connessione a Internet, l’accesso e-mail, le videochiamate e la tv sul telefonino Gprs (General packet radio service) consente anch’esso, tramite rete Gsm e non Umts, di navigare in Internet e di inviare e ricevere e-mailEdge (Enhanced data rates for global evolution) tecnologia radio che migliora notevolmente la qualità dei servizi sulla rete Gsm/Gprs

Mms (Multimedia messaging service) nella messaggistica è l’evoluzione del Sms: consente l’invio e la ricezione di pacchetti multimediali composti da video, immagini, suoni e testoEms (Enhanced messaging service) servizio intermedio tra Sms e Mms, che permette di inviare e ricevere messaggi composti da semplici animazioni, immagini, suoni e testo

gLOSSArIO (le tecnologie, dalla più alla meno evoluta)

vivere bene

Cavoli, cavolfiori, broccoletti, verze, cavolini di Bruxelles: sono tutti parte della famiglia delle crocifere, verdure che fanno bene alla salute, oltre a prestarsi per infinte soluzioni gastronomiche. Molte davvero semplici ma di grande qualità...

za della Liguria, dove il clima inver-nale è più mite che nel resto del nord. Le varietà di broccoli più pregiate sono il bronzino di Albenga, il grosso romanesco e il precoce di Verona. Quando lo si sceglie, bisogna fare at-tenzione che le teste si presentino ben compatte e sode e che i gambi e le foglie siano di colore verde brillan-te (da evitare i broccoli che presenta-no tonalità che in alcuni punti sfu-mano verso il giallo autunnale). Ottimi i broccoli lo sono anche in ab-binamento con la brandade di bacca-là: un piatto che trovò una sua precisa collocazione, diciamo pure anche modaiola, all’interno dei menu nei grandi ristoranti da metà anni Ottan-ta in poi. Il cavolo invece è conosciuto sino dal-l’antichità: si narra che gli antichi romani ne mangiassero prima delle libagioni per permettere al corpo di assorbire meglio il vino, mentre per i Greci era addirittura considerato sa-cro. Alcune statistiche sulla produ-zione mondiale ci informano che il cavolo (Brassica oleracea) è soprat-tutto coltivato in India (88.000 etta-ri), Cina (55.000), Francia (35.000) ed Italia (28.000), con una diffusione re-gionale che riguarda soprattutto il sud della nostra penisola. Oltre alla già citata presenza di potassio, il ca-volo contiene acido folico (un antie-morragico) e possiede importanti proprietà depurative e diuretiche ed è

È tempo di...

Non è forse una novità per mol-ti di voi, ma fa sempre bene comunque ricordare che certi

alimenti possono aiutare in parte a prevenire l’insorgere di alcune ma-lattie, tumori soprattutto. In maniera particolare tutte quelle verdure che rientrano nella famiglia delle crocife-re. Ovvero cavoli, cavolfiore, broccoli, broccoletti, verze, cavolini di Bruxel-les. Oltre ad essere buoni dunque sono anche alimenti sani. Ed è pro-prio questo periodo invernale che in-vita, più delle altre stagioni, al consu-

mo di queste verdure, che hanno naturalmente caratteristiche specifi-che differenti. I broccoli per esempio sono ricchi di fibra, ‘prevengono’ il cancro al colon, riducono il rischio di cataratta e proteggono dall’ictus, il cavolfiore bianco contiene magnesio, i cavoletti di Bruxelles potassio, i ca-voli cappuccio vitamina C. I broccoli vengono mangiati soprat-tutto lessati conditi con olio e limo-ne, oppure diventano il condimento ideale della pasta, corta ovviamente. Un piatto velocissimo. Ideale è fare sbollentare i broccoli, già puliti e ta-gliati, nell’acqua della pasta, in modo da insaporirla, e poi farli saltare in padella con aglio e peperoncino: un classico, fra l’altro semplicissimo da realizzare. Una variante: quando l’ac-qua arriva a bollore, farci cuocere per tutto il tempo insieme broccoli e pa-sta. Scolare e condire con olio crudo. Variazioni ce ne sono a centinaia: c’è chi aggiunge due acciughe, chi dei pinoli, chi dello zafferano, chi ancora vi gratta alla fine del pecorino o del caciocavallo. A ben pensarci è proprio questa la ricchezza della cucina ita-liana: uno stesso piatto che subisce centinaia di piccole variazioni, anche all’interno della stessa regione, a di-stanza di pochi chilometri, fra una città e l’altra. Il broccolo è coltivato sopratutto nelle regioni meridionali e nelle zone, come quelle del Lago di Garda e della stragrande maggioran-

di Helmut Failoni

A febbraio ci sono anche...

FrUttA e VerDUre

È inverno, un inverno che sino al momento in cui scriviamo è stato mite. È tempo di barbabietole, radicchi rossi di tutti i generi, ma anche finocchi e spinaci. Senza dimenticare naturalmente i car-ciofi. Per quanto riguarda la frut-ta, questo è il periodo d’oro per le arance. Provate un’insalata con spinaci crudi e arance, condita con olio di qualità e sale: ne vale la pena.

CAVOLI & C.co

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vivere bene

32gennaio/febbraio 2007

vivere bene

Le arselle di Marceddìdi Alessandro Cecchini

Valori nutrizionaliPer 100 gr di cavolo:

Parte edibile 66 %Acqua 90,5 grProteine 3,2 grLipidi 0,2 gr glucidi disponibili 2,7 gr Fibra alimentare 2,4 gr Potassio 350 mg Ferro 0,8 mg Calcio 44 mg Fosforo 69 mg Vitamina C 59 mgSodio 8 mg niacina 1,2 mg energia 25 kcal

fonte: Istituto nazionale della nutrizione

CAVOLI & C.

indicato nella cura dei disturbi gastrointestinali. Tagliate-lo a pezzetti, cuocetelo al vapore e condite semplicemente con olio e aceto balsamico. Oppure cuocetelo per pochi minuti in acqua bollente e salata. Preparate un soffritto classico a parte ed aggiungetevi poi il cavolo (a pezzetti) sbollentato. Continuate a fuoco lento per 5 minuti; nel frattempo avrete cotto a parte della pasta nell’acqua del cavolo: ecco a voi un primo veloce. Passando al cavolo nero invece, possiamo suggerirvi una ricetta, anche questa assai semplice, che prepara Gian-franco Vissani. Procuratevi 500 g di cavolo nero, 50 g di cipolla, 1 spicchio di aglio, 200 cc di vino rosso, 70 g di pinoli, e poi, naturalmente, olio, sale e pepe, q.b. Tagliate a pezzi il cavolo nero e fatelo andare con olio, cipolla, aglio, sale e pepe. Quando il cavolo è ben insaporito ba-gnate con il vino rosso e fatelo evaporare. Portate a cot-tura e cospargete con i pinoli tostati. Servite il tutto in ciotoline di coccio calde. n n n

Marceddì è un paesino di poche case basse e bian-che a qualche chilometro da Oristano, ma è anche una laguna che un ponte separa dal mare, unendo le due rive opposte e facendo da barriera alla marea. A partire dal mese di maggio e per tutta l’estate, chi attraversa la laguna nelle prime ore della giornata può notare un buon numero di pescatori muniti di stivali di gomma alti fino alla coscia impegnati in una ricerca meticolosa. Le arselle, così in Sardegna e in Liguria si chiamano le vongole, sono interrate nel fondale a volte anche a 10, 1� centimetri di profondità e per trovarle occorre aguzzare gli occhi e cercare due forellini nella sabbia. Una volta indivi-duate le Arselle vengono estratte, con una piccola cazzuola una ad una.La tecnica di raccolta non danneggia i fondali come avviene lungo le altre coste del nostro Paese. I pesca-tori inoltre raccolgono solo gli esemplari adulti e si preoccupano ogni anno di seminare arselle autocto-ne che crescono nutrendosi del plancton che trova-no da sé nelle acque degli stagni costieri. Le lagune dell’oristanese sono una delle poche aree in Italia dove è ancora possibile trovare arselle nostrane (Tapes decussatus): le vongole che consumiamo comunemente appartengono nella quasi totalità dei casi alla specie d’origine filippina (Tapes philippinarum o semidecussatus), più robusta e più grande.L’invasione silenziosa delle filippine ha scacciato dai fondali italiani - complici gli acquacoltori sempre alla ricerca di specie più produttive e l’inquinamen-to delle acque costiere- le nostrane, più piccoline e saporite che un tempo si trovavano in abbondanza anche nelle lagune vicine. Per aiutare i pescatori di Marceddì a salvare gli ultimi due luoghi di produ-zione Slow Food ha avviato un Presidio che riunisce i circa settanta pescatori che ancora raccolgono una ad una le arselle nostrane. Uno dei principali obiettivi è quello di acquisire un’autonomia nella gestione di tutte le fasi della filiera, dalla stabula-zione al confezionamento e quindi ottenere una tracciabilità completa. Tra i progetti dei produttori del Presidio di Marceddì c’è anche la realizzazione di un locale di ristorazione gestito dai pescatori stessi presso lo stagno di San Giovanni.

vivere bene vivere bene

33gennaio/febbraio 2007

Sono 11 le piccole e preziose Perle delle Alpi italia-ne. Undici località sciistiche di grande fascino, sen-za industrie inquinanti e strade trafficate, dove è

finalmente garantita una vacanza libera dalle automobili e dove ci si preoccupa anche di limitare i rumori molesti, ad esempio vietando la circolazione notturna a camion e moto. Il progetto Perle delle Alpi, sostenuto dall’Unione Europea, è ambizioso e prevede che le località che vi ade-riscono, oltre ad essere raggiungibili con il pullman o il treno almeno 4 volte al giorno, devono fornire assistenza agli ospiti che desiderano muoversi senza auto; assicura-re collegamenti giornalieri con mezzi pubblici con le mete turistiche più importanti e verso le piste da sci e gli itinerari escursionistici; assicurare il noleggio di bici-clette e privilegiare gli sport invernali più rispettosi della natura, come il fondo, le escursioni con le racchette da neve, a piedi o in carrozza trainata da cavalli. E il centro cittadino deve diventare una grande isola pedonale. Per verificare se le promesse si trasformano in realtà non resta che visitare direttamente le 11 Perle delle Alpi italiane. Chamois (Aosta) È l’unico comune d’Italia raggiungibile soltanto tramite funivia oppure a piedi o in bicicletta. Situato a 1.815 me-tri d’altezza, nei pressi del Cervino, è protetto dai venti e propone tutti i principali sport invernali. È abitato stabil-mente da un centinaio di persone, dispone di 250 posti letto, municipio, chiesa e negozi. Tel. 0166/47204, www.comune.chamois.ao.it. Feltre (Belluno)Località delle Dolomiti venete dove si incontrano arte, natura e cultura. Vanta numerose isole pedonali e alcuni sentieri che collegano il centro abitato con aree di inte-resse naturalistico. In inverno dispone di piste da fondo, discesa e per il pattinaggio su ghiaccio. Tel. 0439/8851, www.comune.feltre.bl.it.

Pieve di Cadore (Belluno)È una delle località storiche più importante della regione e offre una pista ciclabile che la collega con Cortina d‘Am-pezzo. Si pratica lo sci di fondo, il pattinaggio su ghiaccio e lo sci da discesa. La Casa di Tiziano ricorda al visitatore che proprio qui è nato il celebre pittore del ‘400 italiano. Tel. 0435/31644, www.pievedicadore.org.Tires, Nova Levante, Collepietra e Nova Ponente (Bolzano)Ben 4 delle Perle delle Alpi italiane si trovano nell’area turistica Rosengarten-Latemar, raggiungibile dalla sta-zione di Bolzano con autobus di linea. Tutte le località e le piste da sci sono accessibili con gli skibus, mentre fon-disti ed escursionisti possono raggiungere in pullman il Passo di Lavazè. E il massiccio del Catinaccio regala fan-tastici paesaggi in tutte le stagioni. Tel. 0471/610310 www.rosengarten-latemar.com. Racines (Bolzano)Meta ideale per escursionisti, ospiti in cerca di tranquil-lità, amanti della natura e buongustai. In inverno si sco-pre la natura incontaminata con gli sci da fondo o escur-sionismo, a piedi o percorrendo le piste da slittino. Tel. 0472/760608, www.racines.info. Funes (Bolzano)La valle di Reinhold Messner, uno degli alpinisti più famo-si al mondo, è la destinazione ideale per chi ama il trekking invernale e per le famiglie con bambini piccoli. Si cammi-na su sentieri spolverati di candida neve battuta, oppure ci si inoltra con le ciaspole nel Parco Naturale Puez-Odle. Gli accoglienti rifugi sono raggiungibili senza problemi anche in inverno. Tel. 0472/840180, www.funes.info. Furis e Forni di Sopra (Udine)Sono due tranquille stazioni sciistiche dominate dalle vette delle Dolomiti orientali, dove l’attività sportiva si alterna alla scoperta delle specialità gastronomiche, come il Pro-sciutto di Sauris, ed ai trattamenti rigeneranti per il corpo. Tel. 800/249905, www.carnia.org. n n n

di giuseppe Ortolano

vivere bene

34gennaio/febbraio 2007

PerLe DeLLe ALPIDove si fa a meno dell’auto

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Altre montagnePerle fuori d’Italia

3�gennaio/febbraio 2007

Del progetto euorpeo Alpine Pearls fanno parte città di cinque stati: Austria, Francia, Germania, Italia e Svizzera. Quella che può es-sere definita la più grande associazione turisti-ca dell’arco alpino propone ai visitatori una “vacanza dall’automobile” all’insegna della mobilità dolce ed ecologica. Oltre alle località italiane descritte nell’articolo principale, aderi-scono al progetto Arosa e Interlaken in Svizzera, Bad Reichenhall e Berchtesga-den iin Germania, Les Gets in Francia e Werfenweng in Austria. In quest’ultima sta-zione invernale, ad esempio, i turisti sono invi-tati a consegnare le chiavi dell’auto ed a ritira-re una mobility card che da diritto all’utilizzo libero e gratuito di bus, auto e moto elettri-che, taxi, carrozze trainate da cavalli e altre facilitazioni. Nella svizzera Arosa, a 1�00 metri d’altezza, si arriva direttamente in treno e si viaggia gratis sui bus cittadini. Per saperne di più sulle Perle delle Alpi si può visitare il sito internet: www.alpine-pearls.com . Per scoprire perchè Cogne (Ao), Ceresole Rea-le (To), Baceno-Alpe Devero (Vb), Braies (Bz), Racines (Bz), Funes (Bz), Rabbi (Tn), Forno di zoldo (Bl), Pietracamela (Te) e Caramanico Terme (Pe) sono state scelte da Legambiente e Touring Club Italiano come le migliori sta-zioni sciistiche italiane, per quanto riguarda l’ambiente e le strutture ricettive, bisogna in-vece consultare la prima Guida Bianca (Tou-ring Club, 1� euro). Il libro segnala ben 210 località montane italiane.

Passo della Mendola-Ruffrè è una località trentina a cavallo tra Alta Val di Non e Oltradige. Nella zona si prati-cano soprattutto le attività alternative come fondo, orien-teering, e ciaspole, per le quali i vasti altopiani con ampie radure aperte sono ideali. Gli amanti dello sci da discesa hanno a disposizione 4 km di piste in un ambiente dallo charme un po’ romantico, fra boschi immensi e ampi pa-norami. Il centro fondo Regole – Paradiso (con percorsi fino a 40 km) è tra più importanti del Trentino Alto Adige. Info: Ortler Skiarena, tel. 0471/����22, www.ortlerskiare-na.com. L’altipiano del Renon, nei pressi di Bolzano, regala un bel panorama della Val d’Adige, fino alle Dolomiti, e in inverno diventa meta ideale per una vacanza in tutta tran-quillità sulla neve. Lontani dalla folla, ci si può godere il paesaggio invernale tra percorsi di fondo e piste da slittino per divertirsi come da bambini o con i bambini. Con tutta la famiglia ci si può anche concedere lunghe passeggiate o facili escursioni, come quella panoramica Cima Lago Nero. Il pomeriggio si può raggiungere in funivia Bolzano e scoprire le bellezze della città. Info: Associazione Turistica Renon, tel. 0471/3��100, www.ritten.com.Cerreto Laghi (Re), Cimone (Mo) e Corno alle Sca-le (Bo) sono le tre principali stazioni sciistiche dell’Emilia con oltre 1�� chilometri di piste. Ma anche l’Appennino non è solo sci e snowboard. Chi ama la natura, può esplo-rare l’ambiente innevato calzando le “ciaspole”, oppure partecipando ad una delle tante escursioni organizzate nei parchi e nelle riserve naturali della regione. Chi cerca emozioni forti può provare l’ebbrezza dello sleddog, cioè una corsa su slitte trainate da cani come nel Grande Nord. Info: www.appenninoeverde.org, tel. 0�22/71413� op-pure 0��/20��20.

Sono 11 le località italiane che fanno parte di un progetto europeo che vuole offrire ai turisti una dimensionelibera da vincoli di traffico, rumore e inquinamento

vivere bene

vivere meglio

Holiday Inn Milan AssagoHoliday Inn Linate AirportCrowne Plaza Milan Linate

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COnVenzIOnI Per I SOCIVACANZE SCIISTICHE A BARDONECCHIA

Coop ha definito una convenzione valida per i soci Coop di tutta Italia che prevede sconti e offerte particolari nell’area del comprensorio sciistico di Bardonecchia, sede olimpica delle gare di snow board ai giochi di torino 2006.

Bardonecchia si trova in Piemonte, in Alta Valle di Susa e dispone di 100 Km di piste da discesa (di cui 3� con innevamento programmato) e 17 Km da fondo. Info: www.bardonecchiaski.comSugli impianti sciistici la convenzione prevede uno sconto del 1�% se si acquista uno ski pass per � giorni consecutivi (Info Tel. 0122-��137, E-mail: [email protected], Internet: www.bardonecchiaski.com).Tariffe scontate del 1�% anche al Villaggio Cam-po Smith (tel. 0122.�0�211), un nuovissimo complesso vacanze. Nel prezzo è incluso lo ski-pass per � giorni.All’Hotel Rivè (tel. 0122.�0�233), una struttura 4 stelle ricca di fascino e di comfort (che usufruisce delle strutture di Campo Smith), ai soci Coop che scelgono un soggiorno di 7 giorni in mezza pen-sione è offerto gratuitamente lo skipass per � giorni.Inoltre sconto del 20% sul noleggio settimanale delle varie attrezzature per lo sci presso il Centro Rossignol di Campo Smith (tel. 0122-���7��).Infine, per le lezioni di sci rivolte ai soci Coop sono previsti sconti del 10% sulle lezioni singole e del 20% sulle lezioni di gruppo (minimo 3 per-sone). Per info: tel: 0122-���2�3; e-mail: [email protected] - www.scuolascibardo-necchia.com

Coop ha definito una convenzione na-zionale con l’Alliance Alberghi, grup-po che include i marchi Holiday Inn, Jolly e Crowne Plaza. Ai soci Coop ver-rà offerto uno sconto sulle tariffe pro-poste. Tale sconto sarà del 10% sulla migliore tariffa con colazione disponi-bile al momento della prenotazione sia essa telefonica o diretta al momen-to del check in.Per usufruire dello sconto occorre esi-bire la carta Sociocoop al momento della registrazione (check-in). La con-venzione è valida fino al 31 dicembre 2007. Per informazioni www.e-coop.it Per prenotazioni e informazioni di maggiore dettaglio consultare il sito www.alliancealberghi.com. Numero verde: �00407407

SCONTI NEGLI ALBERGHI ALLIANCE

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3�gennaio/febbraio 2007

a cura di giorgio Oldrinicultura e oltre

libriA Padova c’è De Chirico

Nella sua lunga vita Gior-gio De Chirico ha attraver-sato ed inventato tanti stili diversi che ne fanno uno dei capostipiti indiscussi della pittura del ‘�00, al quale si sono ispirati tanti

artisti anche di formazione opposta. Ora la Fonda-zione Bano a Palazzo zambarella di Padova mette in mostra cento opere del Maestro, famoso so-prattutto per l’invenzione dell’arte metafisica, ma che a quella creazione non si è certo fermato. “Bi-sogna dipingere ciò che non si vede” diceva De Chirico, e questo è stato il filo rosso che ha legato tutta la sua opera, nel corso dei decenni. Ora que-sta capacità creativa si può ammirare nella esposi-zione patavina che mette in mostra soprattutto le opere storiche degli inizi della attività, nei primi 1� anni del ‘�00. ma che si snoda poi fino all’ulti-mo periodo della sua vita, fino ai quadri del mo-mento neo metafisico, a partire dal 1��0. De ChiricoPalazzo zabarella, Padovatel. 049-8753100 - [email protected] 20 gennaio al 27 maggioIngresso 10 euro

Lavoro, arte e societàCome è cambiato il lavoro, e quin-di la società, tra l’�00 e il ‘�00. E’ questo il filo conduttore di una mostra che dall’11 gennaio al 13 aprile si può visitare al Museo Piag-gio di Pontedera. Questi muta-menti, tra agricoltura ed industria, e tra questa ed il terziario si posso-no seguire attraverso un centinaio

di quadri di autori conosciuti o inediti, fotografie e spezzoni di film. Pittori celebri come Pellizza da Vol-pedo, Vedova, Depero, Carrà, Mosè Bianchi, De Pi-sis, Soffici ci propongono la loro visione del lavoro, mentre le fotografie dell’Archivio Piaggio offrono immagini di momenti della produzione nello stabili-mento di Pontedera, da quando i pezzi venivano spostati su carri trainati dai cavalli alla nascita della Vespa. Infine il cinema, con proiezioni di film italiani e stranieri centrati sul tema del lavoro o che ne offro-no visioni anche solo tangenziali.Arte e lavoro ‘800/’900Museo Piaggio di Pontedera (Pisa)12 gennaio-13 aprileIngresso 6 euro - tel. [email protected]

Parlare di gesùChi era veramente Gesù Cristo, al di là degli innumerevoli ritratti che ne sono stati fatti nel corso dei secoli, nella sua fisicità di uomo? E cosa è successo dopo la tragica giornata del Golgota? Cosa ha fatto davvero per meritare quella tra-gica, crudele fine sulla Croce? In quale

rapporto era con i sacerdoti ebrei e con i romani? Sono alcune delle domande che si sono posti nel corso dei millenni tante donne e tanti uomini, cri-stiani e non cristiani, e a queste domande cerca di rispondere Corrado Augias in una intervista collo-quio con il biblista Mauro Pesce, docente all’Univer-sità di Bologna. Ne esce il ritratto di un ebreo fedele alle tradizioni, ma nello stesso tempo insofferente verso quegli aspetti che sentiva superati e incongrui della sua fede tradizionale e che ha sentito una for-tissima solidarietà con gli emarginati, per i quali si è sacrificato sino all’ultimo.Corrado Augias con Mauro PesceInchiesta su gesù, chi era l’uomo che ha cam-biato il mondoMondadori - 270 pagine, 17 euro

La storia secondo MagrisSono soprattutto articoli usciti sul Corrie-re della Sera, quelli che Claudio Magris ha raccolto nel volume La storia non è finita e che ha come sottotitolo “etica, politica, laicità”. È il tentativo di dare ri-sposte credibili alle molte domande che nascono in un momento di crisi naziona-

le, e non solo, nel quale sembrano venire meno le basi stesse della convivenza civile. Soprattutto sul con-cetto di laicità si sofferma Magris nei suoi scritti, vista non come contrapposizione alla religiosità, ma come “tolleranza, dubbio rivolto pure alle proprie certezze, autoironia, demistificazione di tutti gli idoli, anche dei propri; capacità di credere fortemente in alcuni valori, sapendo che ne esistono altri, pur essi rispettabili”.Claudio MagrisLa storia non è finita, etica, politica, laicità.garzanti - 246 pagine, 16 euro

etica dell’alimentazioneSegnaliamo un libro che può apparire specialistico, ma che è invece utile per affrontare un tema, quello dell’alimentazione, rispetto alla quale siamo chiama-ti ogni giorno a compiere scelte che devono essere consapevoli e improntate anche a criteri etici. L’au-tore è docente dell’Università di Bologna.Claudio Malagolietica dell’alimentazioneAracne - 308 pagine, 17 euro

37gennaio/febbraio 2007

mostre

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z P s g f H d n a m r Q t b cgentile rivista della Cop,

Vi scrivo per ramaricarmi di un ramarico. Ho avuto

la malaugurante idea di comprar-mi uno di quei scatolini che si ascolta la musica con le cuffie che te la scarichi anche da internet. Ini-zialmente non sapevo su cosa orientarmi, per fortuna il nego-

ziante e mi ha proposto il modello più costoso, quello che può conte-nere fino a 100.000 canzoni. Ho firmato le �� comode rate per il mutuo e ho portato a casa il mio nuovo gioiellino. Poi ho dovuto chiamare mio nipote per-chè io non son buono a scaricar-mi le canzoni da internet, così lui

mi ha iscritto a un sito illegale e mi ha scaricato tutte le canzoni, buttando dentro generi vari, compresi il gregoriano, i cori bul-gari e Leone di Lernia.Sulle prime pensavo che era una cosa utile avere a disposizione 100.000 canzoni, ma visto che dopo mezz’ora ero appena alla

lettera di protesta

Le atmosfere sono quelle vellutate e sensuali del jazz, capaci di evo-care Harlem ed il rinascimento della cultura afro americana degli anni ‘�0, tra bebop e free jazz.

Norah Jones è una poetessa con la consapevolezza delle voci che hanno descritto l’America e capace di ballate “disegnate per arrivare direttamente al cuore”. Not too Late è una raccolta che celebra i colori tenui dell’oscurità, quando le strade ed i club di New York si riempivano di musicisti che cantava-no, come scrisse John Coltrane, L’Amore Supremo.norah Jones - Not Too Late - Blue note

La sua voce eterea, in bilico tra folk americano e canzone d’autore fran-cese torna a stupire. Adesso Carla Bruni trasforma in sentimentali fram-menti pop i testi di poeti come Yeats,

Auden, Emily Dickinson. Le parole diventano un tra-mite per portare sulla scena un intimismo malinconi-co, che fa della modella e cantante italiana la rappre-sentazione contemporanea della chanteuse francese. Carla Bruni - No Promises - naive

Voluto da Altromercato e distribuito dai negozi del commercio Equo e Solidale, questo Cd è la fotografia sonora di un viaggio alla ricerca del suono di Buenos Aires, quello delle

milonga e dei quartieri dove il jazz dialoga con le tradizioni andine ed il bandoneon racconta avventu-re di Oceani e di migrazioni. Il risultato è un’affasci-nante miscela di emozioni, dal folk di Marianna Baraj alle Ande del gruppo Chalasa, sino alle poesie sul tan-go di Liana Felipe. Acquistando il cd si sostiene l’Union Campesina, gruppo di contadini del Chaco.Autori vari - Indie Argentine - Music rekk.

La cantante degli Everithing but the Girl ha inciso un album che esalta la dimensione ultra romantica della creatività, facendo duettare la sua voce fiabesca con sontuosi arrangianti orchestrali che trasportano in un mondo dominato dai colori delle avventure fantasy. Come nella bellissima Here it Goes Again. Con citazio-ni che spaziano dalla disco orchestrale e sperimentale degli anni ‘70 al folk psichedelico che descrive la cam-pagna inglese come il luogo di vivide esperienze.tracey thorn - Out oft he Woods - Virgin

di natalino Balasso www.natalinobalasso.net

Le scatoline per la musica

Musica da sentire ...

In un libro la ricostruzione di una vita caotica e senza regole, ma anche ricca di intensa consapevolezza sociale, del padre spirituale del funk, James Brown. I Feel Good è una celebrazione del suo-no urbano della comunità nera d’Ame-rica, della rilettura dell’improvvisazione

jazz per le piste da ballo. Dai concerti leggendari al-l’Apollo Theatre di Harlem (dove è iniziata la rivolu-zione della soul music) ai successi discografici, dall’or-goglio del ghetto alle canzoni come I Feel Good che

hanno influenzato generazioni di musicisti.James Brown - I Feel good - Minimum Fax

Enzo Gentile ha ricostruito in questo appassionan-te volume, la lunga, eccitante storia del rock, dalle origini del 1��4, con la generazione di Elvis, pas-sando per la psichedelia, il punk sino al suono contemporaneo. Restituendoci, però, una imma-gine “quotidiana” della musica, attraverso raccon-ti che legano i protagonisti di questa cultura alle vicende della società. enzo gentile - A Day in the Life - editori riunitiIl video

di Pierfrancesco Pacoda

...e da leggere

cultura e oltre

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3�gennaio/febbraio 2007

Le date: 22 e 23 febbraio

n Musica dalle straordinarie suggestioni, capace di evocare un passato fatto di corti me-dioevali e ballate d’amore: è la rilettura delle partiture del composiore irlandese del ‘�00 John Dowland che Sting, in-sieme al musicista Edin Karamazov, ha raccolto nel disco Song From the Labyrint e che presenterà dal vivo nei due concerti italiani.La voce del cantante inglese ci restituisce tutta la sem-plice e immediata bellezza di brani che avvolgono, conquistano l’ascoltatore. I temi universali del senti-mento e della passione e una meticolosa attenzione per la melodia li rende davvero vicini alla canzone pop. Un esperimento inedito per Sting, che ha coniu-gato i classici di Dowland (che spaziano dai madrigali di origine italiana alla canzone di corte francese) con i timbri del folk e li offre al pubblico con la stessa natu-ralezza con la quale canta i suoi brani più famosi.22 febbraio, roma, Parco della Musica23 febbraio, Milano, teatro degli Arcimboldi

n Il suo album appena uscito Dischi Volanti raccoglie una ri-cerca sulla bellezza e sulle pos-sibiità infinite della parola, del verso poetico che si fa canzone pop. Suonerà dal vivo il 23 feb-braio (a Firenze), 2 marzo (Bo-logna), � marzo (Milano), 10

marzo (Ancona) e il 14 marzo (Torino). Parliamo di Niccolò Fabi che ha raccontato a Consumatori le sue recenti passioni culturali.Quali sono i cd che più ascolti in questi giorni di prove del tour?Ho scoperto un cantautore americano, Sufjan Ste-vens, che ha un progetto straordinario, una serie di cd dedicati agli stati americani. Illinois è quello che più amo. Consiglio a tutti l’ascolto del cd omonimo del Collettivo Angelo Mai, una orchestra romana composta da moderni, bravissimi cantastorie. An-ch’io ne farò parte appena terminato il tour. Tra i clas-sici, in questi mesi ho ascoltato spesso Bob Marley’.e i libri?Ho appensa finito di leggere l’ultimo libro di Isabel Allende, Inés dell’Anima Mia, il racconto travolgente della vita dell’unica donna spagnola che partecipò alla conquista del Cile. E ho iniziato Il Cacciatore di Aquiloni di Khaled Hosseini, un romanzo drammati-co, ambientato tra le rovine dell’Afghanistan di oggi.I dvd che hai acquistato?La prima serie di Lost. È un telefilm culto: non l’ho mai visto in televsione ed è divenuto oggetto di interesse, discussioni, fanatismo. E infatti mi ha immediatamen-te rapito. Al cinema ho visto il nuvo film di Muccino, La Ricerca della Felicità, il bellissimo Babel e Little Miss Sunshine. Poi ci sono i dvd musucali. Imperdibile, quello del concerto della cantautrice canadese Joni Mitchell con Jaco Pastorius e Pat Metheny, Shadows and Light.

z P s g f H d n a m r Q t b cventesima, ho avuto un vago so-spetto e ho cominciato a fare una botta di conti. Dunque, per ascol-tare tutte le canzoni, prevedendo una durata media di 4 minuti a canzone, dovrei restare in ascolto tutti i giorni, per 12 ore al giorno almeno due anni e mezzo! Ma non è un passatempo, è una tor-tura nazista! E non solo, alla cin-quantesima canzone ho comin-ciato a non capire più quello che stavo ascoltando, facevo confu-sione tra i testi e i generi, non sa-prei dire quello che sto ascoltan-do e comincio a mescolare i titoli: da “Sapore di sale rosa sale di pe-sco” a “Laura non c’è in questi

anni �0”, da “O’ zappatore non votante” a “La fuga di Bach dalla via Gluck”.Mio nipote mi dice che se riman-go alla sola musica, sono indietro come il didietro di un millepiedi. Adesso è uscito un scatolino uguale al mio, che oltre alla musi-ca ha anche il video, che ti puoi scaricare i film da internet. E’ co-modissimo perchè invece di guar-dare un film sul maxischermo con i effetti speciali, ti guardi un schermino grande come una sca-tola di fiammiferi che se una ha le tette grandi, percepisci che è femmina, se no fai fatica perfino a capire se si tratta di King Kong o

Lucio Dalla. E questo scatolino può contenere fino a 100 film, che sono meno delle canzoni, ma durano un’ora e mezza ciascuno. A questo punto, l’unico modo per farcela è ascoltare le canzoni nel mentre che si guarda i film e forse riesci a progredire nella lista. Non so proprio come fare. Per fortuna ho letto che a scaricare la musica illegalmente da inter-net si finisce in galera, così alme-no avrò un po’ di tempo libero per portarmi avanti col lavoro. Ecco qual’è il problema del no-stro paese: troppe canzoni e poco tempo!natalino Balasso

l’intervista: nicolò Fabiconcerto: Sting

Un doppio dvd dedicato al composi-tore e cantante australiano Nick Cave, seguito dalle telecamere du-rante il tour del bellissimo album Abattoir Blues’/The Lyre of Orpheus. Una successione di canzoni che esplorano il versante più oscuro e vel-lutato del rock, tra citazioni che spa-

ziano dai Velvet Underground al blues del delta del Mississippi. Atmosfere torbide, poesie ambientate sotto cieli minacciosi. Un ascolto (e una visione) per il crepuscolo invernale.nick Cave - the Abattoir Blues tour - Virgin

3�3�gennaio/febbraio 2007

cultura e oltre

L’anno che ci aspettadi Paolo bedeschipresidente di Coop Reno

Abbiamo chiuso l’anno vec-chio con un risultato eccel-lente perché le vendite si

sono attestate a circa 126 milioni di euro, quasi 7,5 milioni in più del previsto: un dato che corrisponde al giro di affari annuo di un super-mercato come quello di San Pietro in Casale.

Per tutto l’anno abbiamo analizzato i motivi di questo successo, giungendo ad evidenziare che nel 2006 sono venuti a maturazione alcuni aspetti fondamentali della nostra attività, come l’accoglienza in punti di vendita gradevoli, la professionalità e la cortesia dei nostri di-pendenti, il capillare rapporto con il territorio in cui operiamo, e infine, ma non ultimo, il messaggio che la nostra insegna Coop trasmette in termini di fiducia e serietà. Durante il 2006 abbiamo aperto due nuovi pun-ti di vendita, a Porretta e a Calderino, e abbiamo am-messo alla cooperativa 3.860 nuovi soci. Al 31 dicembre 2006, la base sociale di Coop Reno ha raggiunto i 52.768 soci. Le previsioni per il 2007 ci trovano impegnati nel

recuperare le situazioni che sono state maggiormente in sofferenza nel recente passato e che sono riconduci-bili ai punti di vendita più vecchi. Il piano degli investi-menti è piuttosto nutrito e vede al primo posto un in-tervento abbastanza consistente sul supermercato di Berra, seguito dall’ampliamento e completa trasforma-zione del supermercato di San Pietro in Casale.Dopo un anno di grandi risultati, il preventivo del 2007 non può riproporre una performance analoga, perché il cosiddetto “mercato” è una entità circoscritta, formato da un numero di consumatori definito e in cui operano anche i nostri concorrenti che sono operatori attenti e, in gran parte, capaci. Comunque l’obiettivo che intendia-mo porci è un incremento delle vendite del 3,15% a rete omogenea. Se si considera che l’inflazione attesa nel mondo cooperativo è prevista tra l’1,3 e l’1,5 punti per-centuali, ciò significa che contiamo di crescere in termi-ni reali di un altro 1,7%. Se inoltre aggiungiamo a questi dati i risultati legati allo sviluppo, l’aumento complessivo delle vendite dovrebbe superare il 7,2%. La cooperativa dovrà impegnarsi per fare sentire tali risultati come frut-to di un effettivo gioco di squadra in cui, oltre alla Dire-zione aziendale e al Consiglio di amministrazione, gioca-no ruoli fondamentali soci e dipendenti. Il costo del

Dopo un 2006 da incorniciare, Coop Reno dovrà affrontare una serie di passaggi delicati. Tra questi la stagione dei rinnovi contrattuali e gli ingenti investimenti per riammodernare la retedei supermercati. Ma sul 2007 c’è fiducia e una grande voglia di fare

40gennaio/febbraio 2007

L’anno che ci aspetta

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lavoro continua ad essere uno dei nodi della nostra atti-vità che viene sviluppata con il completo rispetto delle regole. Nel 2007 avremo il rinnovo sia del Contratto col-lettivo nazionale, sia del Contratto integrativo azienda-le; come avviene normalmente in tali occasioni, po-tremmo assistere a una tensione nei rapporti che non produce mai risultati positivi. Il dato più probabile è che aumenterà il costo orario del lavoro, mentre da parte nostra avvertiamo l’esigenza di aumentare le ore lavora-te al fine di migliorare il servizio ai consumatori, che è uno dei nostri maggiori punti di forza. Dovremo inoltre lavorare sui consumatori che abitual-mente frequentano i nostri punti di vendita: stiamo infatti verificando sempre più che al nostro poderoso sviluppo non corrisponde un aumento analogo di soci. Mentre registriamo un aumento di vendite, si riduce il rapporto vendite a soci, che nel 2006 si è attestato al di sotto del 66%. Dobbiamo avviare una forte campagna di comunicazione per fare conoscere gli indubbi van-taggi che il cliente può acquisire entrando nella com-pagine sociale e che si sostanziano in convenienti of-ferte riservate ai soci, nel collezionamento, nel ristorno di parte dell’utile della gestione caratteristica e nell’ac-cesso al servizio del prestito sociale. Anche sul prestito

sociale avvieremo una campana informativa per au-mentare fra i soci-prestatori l’utilizzo della tessera di Coop Reno per pagare la spesa. Crediamo che la bontà del servizio debba essere ulteriormente propagandata, in quanto oltre alla consistente remunerazione sul prestito versato, all’assenza di alcun costo, all’accredi-to delle somme versate con la stessa data dell’operazio-ne, la spesa effettuata in negozio viene registrata sul conto con la valuta addebitata l’ultimo giorno del mese. Questi aspetti di vita sociale sono qualificanti e, nell’anno nuovo, il rapporto con i consumatori, con i soci e con i soci-prestatori dovrà trovare forti iniziati-ve, con il coinvolgimento totale delle nostre Sezioni soci che rappresentano la cooperativa sul territorio e che potranno agire forti di avere alle spalle un buon prodotto da reclamizzare. Infine il 2007 rappresenterà per la sede della Coope-rativa un anno importante, perché con lo sviluppo, anche la struttura dirigenziale si deve potenziare e anche perché nel 2008 avremo alcune uscite per pen-sionamento che dovranno essere colmate. Ma il tem-po non manca e all’interno di Coop Reno intanto si sono formate figure che potranno proseguire il per-corso intrapreso. n n n

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I buoni risultati economici sono strettamente legati alle risposte fornite alle aspettative della clientela. Questo super di montagna è un esempio in tal senso. Grande successo per la nuova pescheria

di Daniela Dalpozzo

coop reno

Latticini e salumi m 16 (96 espositivi) + 2 bancarelle promozionali; m 5,33 di latticini non refrigerati

surgelati miura m 17,50 (87,5 espositivi)

Pescheria vendita pesce fresco e cotto all’interno (fritto e alla piastra)

carni banco assistito tradizionale m 3,75,vasca m 7,50 a libero servizio per carni di bovino e suino, murale m 3,75 per carni bianche a libero servizio, murali m 2,50 per prodotti pronti a cuocere

ortofrutta a prelievo diretto sfusorefrigerato m 5 di fogliame sfuso + 1,30 di confezionato, vasta area per esposizione non refrigerata, scaffale frutta secca patate e cipolle m 4

Gastronomia m 6,25 assistito, m 2,50 a libero servizio

Pasticceria m 1,25 assistito, con doratura di pane, prodotti da forno vari e brioches

Generi vari scaffalatura m 170 a terra + zona acque 15 plt + 15,50 di cantina dedicata a vini doc e alto di gamma

Extralimentari scaffalatura m 35 a terra

Il supermercato di Coop Reno a Vergato venne co-struito nel 1994, in un contesto abitativo ancora da erigere, in una zona che sarebbe poi divenuta centro

residenziale. Per alcuni anni il punto vendita è stato cir-condato da un grande cantiere, costituito da aziende e da abitazioni che mano a mano si costruivano. Si arriva così al 2004, a dieci anni dall’apertura del cantiere, e già le necessità sono cresciute: il complesso viene infatti completamente ristrutturato, con un raddoppio della superficie e un nuovo assortimento. Oggi rappresenta sicuramente uno dei supermercati più significativi della cooperativa. Nella galleria del centro abitativo e residenziale, il su-permercato si presenta subito con un ampio box per in-formazioni e con un vero Punto soci dove si possono effettuare tutte le operazioni di prelievo e di prestito tu-telando la propria privacy. Poi, subito entrando nell’area di vendita, un’esplosione di colori e di profumi per via dell’ortofrutta a prelievo diretto, di tante bancarelle al-lettanti e dei fiori recisi. Nelle corsie larghe e ben tenu-te, i prodotti refrigerati, i salumi e i latticini e i prodotti della gastronomia imbustati, disposti su grandi banchi capaci di contenere un assortimento invidiabile. Il bel reparto pane-pasticceria offre tipologie di prodotti da forno sempre freschi, e accanto troviamo un banco di gastronomia molto fornito. Il reparto carni – fino a ieri di tipo tradizionale con il macellaio sempre pronto ad offrire tagli scelti – si è pro-prio i questi giorni arricchito di una vasca di carne pre-confezionata, pronta da consumare, di tutte le tipologie: dal bovino al suino, dal pollame all’ovino per acconten-tare il cliente più frettoloso. “Ma l’inserimento che per Vergato ha rappresentato la vera novità è la pescheria”, ci dice Giorgia Bartolotti, la caponegozio. “In questo paese di montagna non esisteva l’abitudine a comprare il pesce se non da qualche ambulante nel giorno di mer-cato. Noi, nel giro di pochi anni, siamo riusciti a fare diventare una piacevole abitudine l’acquisto di questo alimento, così ricco di valori nutritivi: abbiamo stampa-to ricette diversificate che proponiamo ai nostri clienti per invogliarli e seguirli nella preparazione, oltre ad of-frire, per chi non si vuole cimentare ai fornelli o vuole essere sicuro al 100% del risultato, pesce già cotto o fritto espresso. E abbiamo ottenuto ottimi risultati di vendita”. A completare un’offerta gastronomica così articolata, non poteva mancare la cantinetta, realizzata in legno, con un ampio assortimento di vini per ogni occasione e con il recente e apprezzato inserimento dei vini dei Col-

i settori

VERGATO attenzione al consumatore

42gennaio/febbraio 2007

chi ci lavoracaponegozio Giorgia bartolotti

vice maria bruna roncarati

responsabili simona Zanini (gastronomia), Davide fabbri (carni), simona venturi (pescheria), barbara Nanni (ortofrutta), tamara teglia (extralimentare)

E poi… alessio bernardi, Elisa bernardi, vanna bianchini, milena bonantini, romina caravello, alessandra carboni, Noemi ferrari, angela Gentilini, Palma Gigliotti, Graziella Laffi, Natalia Lupesco, rosina mazzardi, Pamela mignani, Diana mileiko, Donatella Gaetti, Daniela Piva, alessandra Possenti, stefania Puzzarini, manuela sandolini, tina sicari, alessio tanganelli, tiziana tedeschi, rita venturi, Elena violi e Loretta Zambelli

li bolognesi, che cominciano ad essere molto conosciuti e richiesti. Molto presente è l’extralimentare con l’inti-mo, la cancelleria, il tessile, i libri. Il supermercato par-tecipa a tutte le operazioni promozionali di Coop Reno, seguendo il calendario comune. L’operazione a premi è molto seguita e apprezzata e anche qui – come registria-mo puntualmente in tutti i punti di vendita della coope-rativa – il mercoledì (giorno di bollino triplo) è un gior-no di grande spesa, secondo solo al sabato. La clientela è mista, anche se prevalgono le giovani fa-miglie che abitano nelle tante nuove case circostanti. D’estate, poi, essendo questa zona di seconde case so-prattutto nei comuni vicini come Grizzana, Castel d’Aia-no e la frazione di Riola, la clientela subisce un conside-revole aumento e il supermercato resta aperto anche la domenica per offrire quel servizio in più che crea fedeltà e presenza continuativa. La clientela apprezza molto il servizio offerto, i prodotti freschi ma anche il prodotto a marchio e il biologico, non solo scelto dalle mamme per i loro bambini ma anche da molte persone “in età”, come ci conferma Giorgia: “I nostri soci, in questi anni, si sono impegnati molto a fare comprendere i benefici di una sana alimentazione e la lezione l’hanno appresa non soltanto i bambini nelle loro attività scolastiche di edu-cazione alimentare, qualila lettura delle etichette e la spesa intelligente”. La base sociale è molto impegnata in tutte le attività so-cio-culturali del paese: collabora con tante associazioni sportive e ricreative e con lo spettacolo di fine anno sco-lastico dell’Istituto Fantini che raccoglie ragazzi da tan-ti paesi limitrofi. “È di conseguenza ovvio – conclude Giorgia – che anche a livello economico questo super-mercato ci dia risultati superiori alle previsioni: l’atten-zione massima alle esigenze del cliente da parte di noi tutti che qui lavoriamo, resta sempre il punto di eccel-lenza in un rapporto di vendita”. n n n

soci 2.629

Dipendenti 33

superficie di vendita mq 800

casse 5 Prev. vendite 2007 e 8,5 milioni

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coop reno

VERGATO attenzione al consumatore

i numeri

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Il 22 settembre scorso un male incurabile ha posto fine all’esistenza di Valter Tinarelli lasciando nel dolore famigliari, parenti e amici tutti. Nel 2001

venne nominato, assieme a Giuseppe Zamboni e Glo-ria Rambaldi, consigliere di amministrazione di Coop Reno in rappresentanza dei soci di Molinella.Figura emblematica prima del Pci, poi del Pds e infine dei Ds di Molinella, Tinarelli fu da tutti apprezzato per la sua schiettezza e disinteressata passione politica. Classe 1925, cresciuto in una famiglia colonica, du-rante la resistenza collaborò con la brigata partigiana “Matteotti-Bonvicini” diventando, nell’immediato do-poguerra, segretario della sezione comunista di San Martino in Argine (Molinella). Suo padre Azzo, bella figura di socialista massarentia-no, continuò invece la sua militanza nell’Unione So-cialista Molinellese ricoprendo le cariche di consiglie-re comunale (1946), di dirigente della Lega dei Coloni delle Organizzazioni Operaie Molinellesi e di ammini-stratore della Cooperativa Agricola poi intitolata a Giuseppe Massarenti. Valter Tinarelli fu eletto consigliere comunale nel 1956 e in questo incarico fu ininterrottamente ri-confermato sino al 1995. In quest’arco di tempo rico-prì vari incarichi in seno al suo partito: fu membro del comitato direttivo locale e provinciale della sua

di Paolo bedeschipresidente di Coop Reno

UN UOMO cHE NoN si DimENtica

organizzazione dei coltivatori diretti, componente dell’ufficio stampa e propaganda della Federazione Provinciale del Pci, responsabile della Casa del Po-polo di Molinella, della sezione Arci locale e membro di quella provinciale (in quel periodo curò anche la programmazione cinematografica); di fatto resse e coordinò per anni, assieme ad altri suoi compagni, la segreteria, l’organo di stampa e le feste del partito locali. Famosi restano i suoi “duelli” in Consiglio co-munale con il sindaco socialista democratico onore-vole Anselmo Martoni. Indimenticabile la sua oratoria a volte dialettale e il suo roccioso temperamento, frutto della sua passionalità politica. Ma tutto sempre all’insegna del reciproco rispetto, perché Valter Tinarelli quello che si sentiva dentro lo diceva apertamente, senza tanti infingimenti. E que-sto suo modo schietto di relazionare, a volte burbero ma onesto, gli procurò il rispetto di tutti gli avversari politici. È verò che esultò quando, nel 1995, i sociali-sti democratici, dopo mezzo secolo di governo locale, persero le elezioni, ma è altrettanto vero che negli ul-timi tempi Valter Tinarelli era tra quegli esponenti diessini che avrebbero voluto inaugurare una nuova stagione politica locale non più fatta di muri o barri-cate verso i compagni dell’altra sponda. E se il male non l’avesse così rapidamente reciso, Val-ter non si sarebbe sottratto dal dare un forte e qualifi-cato contributo in questa direzione. n n n

Si è spentoValter Tinarelli, figura emblematica che ha caratterizzato la storia recentedi Molinella. Con la sua forte passione politica e il suo temperamento schietto, si guadagnò il rispetto anche degli avversari. Era membro del Cda di Coop Reno

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46gennaio/febbraio 2007

L’alimentazione di un anziano richiede accorgimenti particolari dovuti al minor fabbisogno energetico e alla diminuita capacità di assorbimento dell’organismo

La dieta a 80 anni

Uno dei più significativi risulta-ti ottenuti dalla moderna me-dicina è stato senza dubbio

quello di far aumentare la durata della vita media. Ormai nel nostro paese l’aspettativa di vita è prossima agli 80 anni per i maschi, mentre su-pera addirittura questo limite per le femmine.Il passaggio dall’età matura alla vecchiaia determina tra le altre cose anche una modificazione non tra-scurabile delle richieste nutriziona-li. È bene che gli anziani e/o chi si prende cura di loro comprendano appieno il mutare di tali esigenze. Alimentandosi infatti nella maniera più indicata, si può riuscire a ritar-dare il più possibile l’evoluzione dei processi di invecchiamento stessi e, al contempo, a curare le eventuali patologie ad essi associate, in parti-colare quelle dismetaboliche (so-prattutto il diabete e le dislipide-mie) la cui frequenza aumenta considerevolmente con l’età.Anche se di solito nella nostra so-cietà le maggiori problematiche nutrizionali sono secondarie alla malnutrizione per eccesso (sovrap-peso e obesità), non va dimenticata l’importanza che nell’anziano rive-ste la malnutrizione per difetto, dal momento che, ad esempio, il grado di riduzione della massa ossea e la perdita di massa muscolare con l’età sono regolati, oltre che dall’at-tività fisica, anche dalla dieta. Al

contempo la carenza di alcuni prin-cipi nutritivi può determinare an-che la perdita delle funzioni cogni-tive e, a volte, addirittura alterazioni del comportamento. Oltre a ciò, an-che la funzionalità del sistema im-munitario è modulata da fattori nutrizionali.Per una corretta alimentazione. Va innanzi tutto sottolineato che, nelle persone anziane, il fabbisogno calo-rico giornaliero si riduce per la di-minuzione del dispendio energetico secondaria ai seguenti fattori: ridu-zione della massa magra (la musco-latura) associata a una diminuzione dell’acqua corporea e a un aumento della massa grassa, per cui, con il trascorrere degli anni, si assiste a un progressivo decremento del fabbiso-gno energetico a riposo (volendo fare un paragone automobilistico, con il passare degli anni si riduce la cilindrata del motore e di conse-guenza il consumo di benzina); di-minuzione dell’efficienza di alcune funzioni fisiologiche, della capacità respiratoria, del consumo di ossige-no; riduzione dell’attività fisica che, nella maggior parte dei casi, è piut-tosto accentuata. A tale situazione di alterato metabolismo si associano anche una diminuzione della capaci-tà masticatoria, per i frequenti stati di edentulismo parziale o totale e/o per le eventuali protesi inadeguate, e un’alterazione della funzione dige-stiva, per la diminuzione della pro-duzione di saliva e di acido cloridrico a livello dello stomaco. Tutto ciò si

traduce in un sensibile rallentamen-to dei processi digestivi che, a sua volta, può essere causa di aumento delle necessità dell’organismo per quanto riguarda alcune vitamine (complesso B, C, D, K) e minerali (calcio, ferro, zinco) per un loro ri-dotto assorbimento.Insorgono, poi, modificazioni a cari-co del gusto con perdita della sensi-bilità a certi sapori, in particolare al dolce e salato, e netta riduzione del senso della sete con conseguente ri-dotta introduzione di liquidi e quin-di aumento del rischio di disidrata-zione. Da non sottovalutare anche altri fattori che possono alterare l’ingestione del cibo e quindi lo sta-to nutrizionale, quali quelli di natu-ra socioeconomica. Vi è poi il pro-blema dei farmaci che spesso gli anziani devono assumere quotidia-namente: molti fra quelli comune-mente impiegati possono, infatti, interferire con la digestione, l’assor-bimento, l’utilizzazione o l’escrezio-ne di nutrienti essenziali e possono altresì influenzare l’appetito, il gu-sto e l’olfatto. Per le ragioni sopra ricordate, l’alimentazione di un an-ziano, pur dovendo apportare tutti i principi nutritivi in quantità ade-guate, richiede alcuni accorgimenti particolari e ciò sia perché deve ave-re un contenuto energetico legger-mente ridotto rispetto a quella con-sumata da adulto, sia perché deve tenere conto della parziale diminui-ta capacità di utilizzazione dei diver-si alimenti. n n n

di franco tomasispecialista in scienza dell’alimentazione

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Dopo il fortunato “I nonni raccontano”, è uscito il secondo volume sulle testimonianze della cultura popolare nella pianura bolognese. Storie e storielledi un mondo contadinoche non c’è più,salvate e messe a disposizione dei nipoti

“Vi piacerebbe sentirvi rac-contare favole diverse, di quelle che non si trova-

no nei libri?”. La risposta dei ra-gazzi fu un coro di sì. Ma a chi po-tevamo rivolgerci per farci raccontare quelle storie? Furono loro stessi a indicare la strada: “Mio nonno ne conosce tante, an-che di quelle che fanno paura!”. Così, due maestre di una scuola elementare di Medicina, in provin-cia di Bologna, hanno invitato in aula i nonni dei loro allievi a rac-contare quelle favole che venivano tramandate di generazione in ge-nerazione. Le favole sono come la musica, si diffondono di paese in paese, di bocca in bocca, attraverso vie misteriose, ma sicure. Così è pure per le storie di questa raccol-ta, dove la tradizione contadina la fa da padrona. Del lavoro di ricerca di due maestre, Anna Maria Brini e Giuliana Sarti, condotto, possiamo dire, nel secolo scorso, oltre vent’anni fa, qui si pubblicano le storie legate alla vita quotidiana. Una vita fatta di cose semplici – fa-rina, pane, polenta, tela di canapa – e di tanto lavoro nei campi. Alla

vita domestica e agricola si aggiun-ge, quasi come uno svago, il merca-to: il luogo dove le merci si vendono, si scambiano e si comprano. Non mancano, in questi racconti, gli ani-mali tipici dell’allevamento nelle no-stre campagne – il maiale, le oche, le mucche – e le coltivazioni radicate nella storia della nostra civiltà rura-le: il grano, la vite, le fave.Ci sono certamente le imprese de-gli sciocchi e degli stolti, gli scher-zi – anche quelli macabri – le bur-le, le prese in giro: i luoghi comuni della cultura popolare delle cam-pagne del bolognese. Si tratta quindi di storie molto legate alla terra, ma anche di storie che – at-tingendo a man bassa dal patrimo-nio di favole classiche – sono state in qualche modo trasformate dal dialetto. È questo il caso di “Zin-darlâza”, una Cenerentola della bassa, oppure dell’“Uchêra”, una sorta di storia doppia nella quale confluiscono, in versione vernaco-lare, la “Guardiana delle oche” e “Barbablù”. Ci sono poi la notissi-ma filastrocca del topino e piccole leggende popolari nonché minima-li favolette morali. Molti, leggendo queste storie, in cui volutamente il dialetto medici-

di Lorella Grossi

47gennaio/febbraio 2007

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Quelle foleraccontate dai nonni

nese è presente solo nei motivi ri-correnti o nei momenti cruciali, ritroveranno le loro radici, altri in-vece scopriranno storie nuove, di facile e piacevole lettura. Il dialet-to, grazie alla preziosa collabora-zione di Franca Noè, ha una tra-scrizione semplificata, supportata da un piccolo glossario che ne faci-lita la pronuncia corretta.Le favole a cura di Lorella Grossi (ricerche di Anna Maria Brini e Giuliana Sarti) sono illustrate dai disegni di Francesca De Stefani, quasi scenari teatrali aperti su scorci di vita rurale, che fanno im-maginare un tempo passato, non molto lontano, ma ormai dimenti-cato. Solo la passione a conservare e a non disperdere questo patrimo-nio culturale, solo il desiderio di riascoltare una musicalità che ap-partiene alle storie tramandate, ci ha convinti a proporre una secon-da volta altre favole, storie e sto-rielle del mondo contadino. n n n

“Favole, storie e storielle del mondo contadino”, a cura di Lorella Grossi, ricerche di Anna Maria Brini e Giuliana Sarti, illustrazioni di Francesca De Stefani

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coop reno

48gennaio/febbraio 2007

Ozzano dell’Emilia è un comune sulla via Emilia, poco oltre quella Bologna a cui in un certo senso è legato da sempre. Sin dal suo primo insedia-

mento. Uggiano, l’antico nome, molti lo attestano come bastione, roccaforte, punto di difesa della stessa Bologna. Ma il legame di Ozzano con questa città oggi è forse rin-forzato poiché, in quest’ultimo decennio, sta vivendo un nuovo ampliamento edilizio con centinaia di costruzioni abitative che accolgono quei nuclei familiari che si sono stancati di vivere in una città diventata, suo malgrado, caotica. Ozzano, nonostante l’incremento residenziale, di slancio ha superato i 10 mila residenti (il dato anagra-fico dice 12.403), è luogo vivibile di incontri, di presenza di più associazioni culturali, sportive e ricreative, non-ché socio-assistenziali, che danno concretezza a una co-munità che sa ritrovarsi tale. Ma Ozzano, per il mondo cattedratico più qualificato, è anche, e questo è un dato di strana eccellenza, un luogo conosciuto poiché qui nel 1787-88 eseguì esperimenti di elettricità animale Luigi Galvani e la casa in cui ebbe temporanea residenza e lo stesso laboratorio sono ben conservati. Inoltre, chissà per quale strano assioma, ora ad Ozzano sono anche altri importanti siti legati al mon-do scientifico naturalistico. Vi è l’istituto nazionale per la fauna selvatica che, oltre ad una ricchissima collezio-ne di uccelli e mammiferi, vanta esemplari di lupo ap-penninico e di lupo morsicano. Ma le vere perle sono il “Museo di anatomia degli animali domestici” la cui rac-colta data sin dal 1892 e il “Museo di anatomia patologi-ca e teratologia veterinaria” già dell’Università di Bolo-gna. Ma non siamo ad Ozzano per arricchirci di sapienza anatomica, né della fauna selvatica o domestica. Siamo venuti perché invogliati dal nome di una sua specifica sagra, quella della Badessa. A parlarcene, con grande co-noscenza, è il presidente dell’associazione culturale “PromOzzano” che la sagra gestisce e che ha contribuito a realizzare ben 25 anni fa. Come tutte le manifestazioni intende aggregare le comunità e riscoprire valori unifi-canti. Nasce da una fantasiosa storia romantica, strug-gente e triste, che questi luoghi ha come teatro e con fi-gure di cui si ha esistenza certa e ancora riscontri oggettivi. Talmente bella che, in grande sintesi, la narro.

Siamo in epoca feudale, scontri di guelfi e ghibellini, di grandi casate, di cavalieri al soldo dei signori, di nobili dame, abbazie e conventi, crociate per la conquista del Santo Sepolcro. È l’anno di grazia 1100, Bologna si è af-francata da Ravenna e, in armi, difende ed amplia il pro-prio territorio. Un suo soldato di ventura, in armi nella guarnigione di San Pietro ad Uggiano, ha modo di inna-morarsi di una giovane della vicina Stifonti. La giovane di ricca e pia famiglia, prenderà i voti e diventerà “Bades-sa” del monastero di Stifonti. Ella sa del soldato di ven-tura, Diatagora Fava detto Rolando, ne è ammaliata ed impaurita, lo fugge. Il “Bel cavaliere” partirà crociato. Catturato, nella notte prima di esser posto a morte, per grande sortilegio il suo amore impossibile, Lucia da Set-tefonti, le appare e ne trasla a Stifonti il corpo portando pure i ceppi a cui era prigioniero. Al suo risveglio a Sti-fonti ritroverà la sua amata ma in una marmorea tomba in cui ancora oggi trova riposo ed è venerata come “bea-ta Lucia da Settefonti”. Come ancora vi si trovano custo-diti i ceppi che il bel cavaliere lasciò prima di sparire per sempre. La “Sagra della badessa”, che ora si tiene ad Ozzano e non più nella storica frazione di San Pietro, riporta il paese in quell’epoca medievale con spettacoli di musica, cantori, giocolieri. Ma anche proponendo, nel parco e nell’area cortiliva prospiciente la sede municipale, sfilate in costume d’epoca, combattimenti di spade, gare di an-tichi giochi, tornei di scacchi e ambiti in cui si rivivono gli antichi mestieri. Tutto questo inserito in un ricercato e giocoso Palio in cui le tre contrade ozzanesi si confron-tano con partecipata passione, che vede soprattutto i gio-vani e i ragazzi del luogo quali vero motore dei giochi. Non poteva certo mancare l’aspetto gastronomico: an-che questo tutto giocato a proporre menu – in un risto-rante che a questo si presta – che riscoprono pietanze elaborate solo con alimenti di quel particolare momento storico. Ma non vogliamo dimenticare la caratteristica di questa Sagra: “i biscotti della badessa”, un friabile biscot-tino fatto con farina di frumento, uova, mandorle e mie-le. E forse anche altro che nessuno vuole svelare. La “Sagra della badessa” di Ozzano, che vede un pubblico di visitatori in aumento, si tiene l’ultimo fine settimana di maggio. Tutti gli spettacoli e i giochi sono liberamente aperti al pubblico. n n n

La sagra della badessa

di Walter matteucci

Si tiene l’ultimo fine settimana di maggio ad Ozzano Emilia, a ricordo di una storia d’amore dell’età delle Crociate

La sagra della badessa

Si tiene l’ultimo fine settimana di maggio ad Ozzano Emilia, a ricordo di una storia d’amore dell’età delle Crociate

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49gennaio/febbraio 2007

Tutti i volontari che hanno contribuito alla buona riu-scita del Palio gastronomico di Stienta si sono impe-gnati nella rappresentazione dei mestieri e delle atti-

vità di un tempo, riproponendo le tradizioni degli anni ’50 e facendo conoscere le specialità culinarie tipiche di allora. L’obiettivo era di far rivivere alle persone anziane un’atmo-sfera ormai lontana, e di stupire i più giovani con aneddo-ti molto diversi dal loro mondo. Il Palio era composto da quattro contrade. La contrada delle “Zampine” ha rappre-sentato il mestiere del Budgar e Ustaria, le botteghe dove una volta venivano contrattate le mucche, il mais, il grano, le sardelle e soprattutto il vino; la ricetta tipica di questo stand era il somarino e i capeletti. La contrada “La piazza col zircundari” ha riproposto il momento del filò, che un tempo avveniva nelle stalle e nell’aia; qui veniva distribuito lo storione al forno. I membri della contrada “Catania Ca-tanietta” si sono invece impegnati nella distillazione della grappa, senza però rinunciare al gusto di zuppe e polente farcite. Infine, la contrada “Al brain e la Repubblica” ha re-cuperato mobili e oggetti originali del tempo per rappre-sentare i mestieri del sarto, del barbiere e della ciabattina e le loro ricette forti erano gli gnocchi dolci, il baccalà e le “gallette sbuse”. Il piatto che accomunava tutte le quattro contrade era “la pinza alla munara”. Tutti i rioni hanno riscosso un grande successo, ma il vinci-tore di questa settima edizione del Palio è stata la contrada del Brain e Repubblica che, avendo vinto negli anni prece-denti altre due edizioni, si è aggiudicata la preziosa fruttiera di cristallo. Il premio per la tipicità e la varietà dei piatti è stato consegnato alla contrada Catania e Catanietta, quello per il miglior menu alla contrada La Piazza col zircunda-ri, e il rione delle Zampine è stato premiato per il miglior stand e allestimento. Cibo, compagnia e tante chiacchere gli ingredienti fondamentali per la buona riuscita di questa festa alla quale hanno partecipato tutte le generazioni, dalle

di Elisa Giberti

Anche quest’anno gli abitanti di Stienta e dei paesi limitrofi si sono godutiil Palio gastronomico:una competizione “golosa”tra contrade, vinta dal “Brain e Repubblica”

A Stienta il paliosi corre a tavola

persone anziane ai ragazzi e alle giovani coppie, provenienti anche dalle province vicine del Veneto, dell’Emilia Romagna e della Toscana, curiose di assaporare la cucina delle azdo-re, di conoscere antichi mestieri e di passeggiare tra gli stand. Tutti i piatti prodotti erano distribuiti gratuitamen-te, i partecipanti potevano scegliere di mangiare un pasto completo oppure limitarsi a qualche assaggio, molti era-no attratti dai dolci. A questa iniziativa hanno partecipato il parroco Don Giancarlo Berti, la presidente del Consiglio provinciale Fiorella Cappato, il sindaco di Occhiobello Gi-gliola Natali, il sindaco di Stienta Fabrizio Fenzi, il sindaco di Fratta Polesine Riccardo Resini, quello di Gaiba Diamer Corrà, il responsabile di zona di Coop Reno Gilberto Bian-chini e tanti altri. Ma i veri protagonisti sono stati tutti i volontari che con la loro disponibilità e la loro cooperazione hanno permesso il successo di questa manifestazione, insieme certamente agli organizzatori e a tutte le persone che hanno parte-cipato ed hanno accettato di abbandonare per una sera il presente, rievocando un tempo che non c’è più. n n n

La contrada vincitrice

50gennaio/febbraio 2007

LavaNDaiai panni sporchi di una voltaUno strofinar sapiente, l’ammollo del bucato nella liscivia ottenuta dalla cenere.La lavandaia, uno dei tanti mestieri scomparsi, aveva braccia robuste ma movenzesinuose, tanto da dare il nome a un ballo

Una tarda mattinata di maggio, l’acqua tiepida, i volti sorri-denti, la collaborazione ami-

chevole in un lavoro che è compito esclusivo delle donne. Può sembrare, guardando la fotografia pubblicata in questa pagina, un momento gioioso, con una sua serenità bucolica. Sì, è anche questo, ma ciò che la stessa fo-tografia rappresenta (un vero docu-mento storico-etnografico che carat-terizza un’attività collettiva di comunità e non solo un mestiere) è molto altro. Donne, giovani e non, a mollo fino alle ginocchia nelle acque di un corso di un fiume o di qualche canale intente a un lavoro che era in-combenza di famiglia – il lavare i pan-ni di casa – ma anche lavoro, mestie-re, da volgere a favore di terzi per un compenso spesso di poche lire. Una foto un po’ strana. Di solito la “lavan-daia” è sì ritratta vicino ai corsi d’ac-qua, ma sulla riva dei fiumi per lo più facilitata da scalini o da ripiani su cui battere i panni. Ma questo è sicura-mente un mestiere che si è dovuto

adattare, per forza di cose, agli am-bienti del territorio. La ghiaia degli argini del fiume Po, i levigati sassi dei rivoli degli Appennini, i corsi dei ca-nali padani costruiti dall’uomo sono lo sfondo. Ma una cosa è certa e ugua-le: è una donna che è intenta a questo lavoro. Ed è un lavoro non poi così lontano nel tempo. In una recente trasmissione televisiva, Gianni Mo-randi ha dato testimonianza di quan-do bambino, alla fine degli anni ’50, vedeva sua madre lavare i panni, a Monghidoro, nell’Idice. E dobbiamo comprendere appieno la difficoltà di questo lavoro. Acqua fredda, per lo più un sapone che spesso veniva autoprodotto uti-lizzando cotiche e ossa di suino e soda caustica, e strofinar sapiente, con giusta forza di braccia e mani. In altri luoghi era uso invece fare il bu-cato mettendo a mollo la biancheria in capaci mastelli di legno, ma an-che di metallo zincato, con acqua quasi bollente in cui era versata li-scivia ottenuta dalla bollitura di ce-nere con acqua, sempre ben filtrata con uno spesso telo di lino per evita-re che i grumi di cenere finissero nei panni e quindi sporcare tovaglie e quanto altro. La fatica non era solo questo brigoso lavoro, ma anche il dover stirare gli stessi panni con un ferro da stiro la cui piastra si riscaldava con braci rav-vivate da soffi d’alito. Oggi il ferro da stiro è regolato perfino alla tempera-tura ottimale per i diversi tessuti da stirare. È pur vero che alcuni hanno ricordi piacevoli di questo lavare i panni, come il giocare con mamme e nonne intente a dare piega alle len-zuola o, ma è cosa di poche zone, di una particolare danza che si faceva sulle aie di estate o in speciali feste conviviali: “il ballo della lavandaia”, nel quale la donna mimava, con mo-venze sinuose, questo mestiere. Oggi in tutte le case si fa il bucato, e a farlo è per lo più ancora la donna, ma è tutta un’altra cosa: c’è una macchina ed è semplicissimo. n n n

di William magni

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che bell’ambiente c’è in classedi cinzia martelli

Nelle scuole primarie di Cento, 2° Circolo didattico, si lavora per diffondere nei giovani uno stile di vita consapevoleed ecocompatibile. Attività e laboratori promossi, come altrove, da Coop Reno

Coop Reno ha finanziato pro-getti didattici di educazione ambientale per 180 bambini

in 6 scuole primarie del Circolo di-dattico 2° di Cento, al fine di favori-re la comprensione del territorio, maturare uno stile di vita sostenibi-le e promuovere la conoscenza dei mezzi d’indagine dello scienziato. Abbiamo incontrato il dirigente scolastico del Circolo didattico Pao-lo Valentini, che ci ha spiegato l’en-tità complessiva del progetto. “Ab-biamo molto apprezzato la disponibilità di Coop Reno e la sua sensibilità verso le tematiche ecolo-giche e ambientali. Svolgiamo labo-ratori sull’educazione ambientale con esperti del territorio da 15 anni, abbiamo una sensibilità storica ver-so questi temi. Il Circolo didattico 2° di Cento comprende 19 scuole situate a Cento e nelle frazioni del capoluogo, è il polo che promuove le iniziative di educazione alimen-tare per la zona dell’alto Ferrarese”, spiega Paolo Valentini. “Promuovia-mo attività di educazione alimenta-re, ambientale, di approfondimento alle problematiche ecologiche e dai laboratori scaturiscono risultati

concreti; l’impegno dei bambini non si limita alla lezione sull’ambiente, alcune classi, ad esempio, svolgono un progetto di scuola sostenibile. Si impegnano all’interno della scuola nel riciclare i rifiuti, nel non spreca-re la carta, nell’utilizzare prodotti eco compatibili; sono coinvolti in questa attività gli insegnanti, i bi-delli, i bambini e i loro genitori. L’aspetto molto interessante di que-sti laboratori, è che propongono ai bambini delle attività manuali prati-che ed esperienziali, con il coinvol-gimento attivo degli alunni che vi-vono concretamente le esperienze formative. Nell’ambito di queste at-tività ci avvaliamo da alcuni anni di una collaboratrice esterna, la dotto-ressa Elena Capiluppi, esperta di educazione ambientale che propone ogni anno attività su tre tipologie: ambiente, ecologia, scienze. In que-sti laboratori, spesso collegati a visi-te guidate dalla dottoressa, i bambi-ni esplorano i parchi del territorio, in particolare il vicino Parco dei Gorghi, e altre zone ambientali a se-conda del tipo di laboratorio come laghi, maceri, terreni agricoli, cen-trali per la raccolta dei rifiuti”. I la-boratori, svolti attraverso l’inter-vento di Coop Reno nelle scuole di

51gennaio/febbraio 2007

Renazzo, Bevilacqua, Dodici Morel-li, Alberone, Buonacompra e Casu-maro dal gennaio 2007, sono intito-lati: “Esploriamo un ecosistema”, lezione in classe sulla catena ali-mentare e percorso guidato alla scoperta dell’ambiente naturale; per quel che riguarda il settore ecologi-co, le classi hanno aderito ai labora-tori di riciclaggio creativo “Rifiutia-mici”, con l’obiettivo di fare capire le problematiche legate alla produ-zione dei rifiuti e al loro accumulo, l’importanza di raccoglierli in modo differenziato distinguendo i tipi di imballaggio, e di acquisire uno stile di vita eco compatibile. È importan-te abituare i bambini a risparmiare sugli imballaggi, a ridurre il consu-mo di rifiuti inutili, facendo loro visitare una stazione ecologica at-trezzata. Un altro laboratorio è “Ri-cicliamo con fantasia”: come rici-clare la carta straccia, producendo un foglio attraverso vari passaggi, vengono creati piccoli oggetti dal cartone e dalla plastica. Infine il la-boratorio “L’acqua, una risorsa pre-ziosa”, in cui l’approfondimento scientifico sull’argomento si affian-ca alla visita agli impianti di distri-buzione dell’acqua potabile del co-mune. n n n

Buono n° 2 del libretto Off erte Soci 2007

Dall’1 al 17 febbraio 2007

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Libri

Di ritorno dalle crociate

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il viaggio del re morto di Giovanna Passigato Gibertini (Bonomia University Press)

Romanzo storico ambientato nell’Europa che raccon-ta la formazione del protagonista, un crociato che ri-torna dalla Terrasanta al seguito della salma del suo re. Nello spazio di un viaggio che sembra non finire mai, l’autrice, che vive oggi nella Bassa emiliana, rac-conta le avventure vissute in terre venete, austriache germaniche tra luoghi reali ed immaginari e ci im-merge in un Medioevo pieno di misteri e delle paure su cui l’uomo proietta le sue inquietudini di sempre. Il libro ha vinto il Premio Todaro Faranda 2006.

il maestro dei santi pallidi di Marco Santagata (Edizioni Guanda, euro 15)

Vincitore del premio Campiello nel 2003, l’autore è nativo di Zocca e tor-na sempre volentieri nel nostro Ap-pennino. Il romanzo è ambientato nel Quattrocento, tra le valli dell’Appenni-no modenese e ha come protagonista un pittore. L’autore ha raccontato il

sorgere del talento di un uomo sempre in fuga e sempre alla ricerca di qualcosa, capace di desiderare la felicità e la morte con la stessa intensità.

un pittore in fuga da se stesso

venite a vedere a cura dell’associazione “Oltre i portici” (Edizioni Oltre i portici, euro 8,50)

Il libro nasce nel 2003 dall’esperienza on line di un giornale-diario, oggi diremmo blog (www.lepaginedellanostravita.it ) che vuole dare voce e spazio ai giovani (ma non solo a loro) per raccontare di sé. Dal video alla carta stampata per diffondere i pezzi più significativi e così nasce il libro “Venite a vedere”: 24 racconti arrivati via e-mail da tutta Italia e qualcu-no anche dall’estero, scritti da navigatori dai 18 ai 45 anni, che trattano del desiderio di raccontare i propri sogni. La pubblicazione di questo libro è legata ad un progetto di solidarietà in collaborazione con l’asso-ciazione Ai.Bi (amici dei bambini) che si pone l’obiettivo di raccogliere fondi per il Centro Children Welfare Home in Nepal. Se non lo trovate in libreria potete ordinarlo a [email protected].

Giovani talenti per il Nepal

convenzioniBondone e Folgaria. info: Consorzio Skipass Paganella Dolomiti, tel. 0461.585588; fax 0461.585707; e-mail [email protected]; sito web www.paganella.net cimone• skipass giornaliero feriale Per i soci Coop € 21,50 anziché € 24 • skipass plurigiornalieri feriali - 2 giorni consecutivi per i soci Coop € 35 anziché € 41,50 - 3 giorni consecutivi per i soci Coop € 48,50 anziché € 57- 4 giorni consecutivi per i soci Coop € 60,50 anziché € 71 - 5 giorni consecutivi per i soci Coop € 71,50 anziché € 84info: Consorzio Stazione Invernale del Cimone, tel. 0536.62350; e-mail [email protected]; sito web www.cimonesci.it

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Buono n° 5 del libretto Off erte Soci 2007

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Il Consiglio di Amministra-zione di Coop Reno nell’ul-tima seduta del 5 dicembre 2006, ha deliberato l’innal-zamento del limite massimo

di deposito del prestito socia-le, che dal 1° gennaio 2007 è stato definito in € 31.150.

comunicazione a tutti

i soci prestatori

Pagamento della spesaQuesto servizio offre l’opportunità di pagare con la propria carta la spesa, che verrà addebitata sul libretto del Socio Prestatore, con valuta calcolata all’ultimo giorno del mese.

Per attivare la carta socio ( coopcard ) a questo servizio e per ulteriori informazioni, rivolgersi

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Diventa SOCIO PRESTATORESe sei già un Socio Coop, niente ti conviene di più che diventare Socio Prestatore

Per diventare socio prestatore... e aprire il libretto nominativo è necessario essere socio da almeno tre mesi (fa testo la data indicata nella delibera del C.d.A.). Il Socio affidando i suoi risparmi alla Cooperativa godrà di tassi di interesse sicuramente vantaggiosi e potrà effettuare operazioni di prelievo e versamento totalmente gratuite, in orari comodi, sabato compreso. Saranno gratuiti anche la tenuta del conto e l’invio ad inizio anno dell’estratto conto.

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