IG Markets Bruno Moltrasio

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Il trend e il doppio o triplo minimo Un trend rialzista è normalmente caratterizzato da minimi e massimi crescenti. In pratica gli investitori, convinti che il mercato sia in buona salute, acquistano a piene mani facendo crescere il prezzo dello strumento finanziario. Seguono poi le inevitabili prese di profitto, che provocano una discesa dei prezzi tale, tuttavia, da non intaccare il minimo precedente. Tale correzione, infatti, è vista dagli operatori come un’ottima occasione di acquisto. Conseguentemente il trend riprende vigore e i prezzi tornano a salire sino a superare il precedente massimo. Si assiste così alla formazione di massimi e minimi crescenti caratteristici, come abbiamo detto, di un trend rialzista. In un trend ribassista vale il viceversa e qui saremo in presenza di massimi e minimi decrescenti come possiamo vedere nella figura che segue. Il trend, per quanto sano, può tuttavia essere interrotto in qualsiasi momento, dando luogo a quelle che vengono definite “inversioni” di mercato. L’analista tecnico, ha fortunatamente a disposizione alcuni strumenti per comprendere in quale momento stia per verificarsi una inversione del trend, potendo così operare di conseguenza. Questi strumenti sono costituiti da particolari conformazioni grafiche denominate appunto figure di inversione. Il doppio e il triplo minimo sono due tra le più importanti figure di inversione del trend. Vediamo allora come riconoscerle e, soprattutto, quali sono le ragioni psicologiche che sottostanno alla loro formazione. Vedremo poi come è possibile sfruttare operativamente queste particolari conformazioni grafiche. Prendiamo l’esempio del trend ribassista, caratterizzato come abbiamo detto da massimi e minimi decrescenti. Può succedere che i prezzi dopo avere effettuato un rimbalzo tornino a scendere, senza tuttavia avere la forza di rompere il minimo precedente; in prossimità di questo si assiste infatti al

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Il trend e il doppio o triplo minimo

Un trend rialzista è normalmente caratterizzato da minimi e massimi crescenti. In pratica gli

investitori, convinti che il mercato sia in buona salute, acquistano a piene mani facendo crescere il

prezzo dello strumento finanziario. Seguono poi le inevitabili prese di profitto, che provocano una

discesa dei prezzi tale, tuttavia, da non intaccare il minimo precedente. Tale correzione, infatti, è

vista dagli operatori come un’ottima occasione di acquisto. Conseguentemente il trend riprende

vigore e i prezzi tornano a salire sino a superare il precedente massimo. Si assiste così alla formazione

di massimi e minimi crescenti caratteristici, come abbiamo detto, di un trend rialzista.

In un trend ribassista vale il viceversa e qui saremo in presenza di massimi e minimi decrescenti come

possiamo vedere nella figura che segue.

Il trend, per quanto sano, può tuttavia essere interrotto in qualsiasi momento, dando luogo a quelle

che vengono definite “inversioni” di mercato. L’analista tecnico, ha fortunatamente a disposizione

alcuni strumenti per comprendere in quale momento stia per verificarsi una inversione del trend,

potendo così operare di conseguenza. Questi strumenti sono costituiti da particolari conformazioni

grafiche denominate appunto figure di inversione.

Il doppio e il triplo minimo sono due tra le più importanti figure di inversione del trend. Vediamo

allora come riconoscerle e, soprattutto, quali sono le ragioni psicologiche che sottostanno alla loro

formazione. Vedremo poi come è possibile sfruttare operativamente queste particolari

conformazioni grafiche.

Prendiamo l’esempio del trend ribassista, caratterizzato come abbiamo detto da massimi e minimi

decrescenti. Può succedere che i prezzi dopo avere effettuato un rimbalzo tornino a scendere, senza

tuttavia avere la forza di rompere il minimo precedente; in prossimità di questo si assiste infatti al

ritorno della corrente di acquisto che porta i prezzi a superare il massimo precedente. A questo

punto si ha la conferma della formazione di un doppio minimo. Vale come sempre l’inverso per il

doppio massimo, come possiamo vedere nella figura che segue:

In seguito, indipendentemente dalla rottura del massimo di cui si è detto, può capitare di assistere ad

un nuovo test dell’area rappresentata dai due minimi precedenti, in prossimità della quale tornano

con forza gli acquisti riportando le quotazioni definitivamente a rompere il massimo intermedio,

come possiamo vedere nella figura seguente:

Vediamo ora di capire qual è la motivazione psicologica che sta alla base di un doppio massimo, e lo

facciamo con un esempio.

Supponiamo di avere acquistato un certo quantitativo di azioni a 10,00 euro, perché convinti che

quel titolo nei prossimi giorni debba salire. Immediatamente dopo il nostro acquisto il titolo comincia

invece a scendere sino ad arrivare a 8 euro. Appare subito evidente che proveremo una grande

frustrazione sia per la perdita subita che per il fatto di avere sbagliato completamente la previsione.

Inoltre, la discesa del titolo ci avrà fatto cambiare opinione e mentre prima eravamo pronti a credere

in un rialzo, adesso non vedremo l’ora di liberarci del titolo. E quando ce ne sbarazzeremo? Certo

non ora, visto che stiamo subendo una perdita considerevole, ma ci giuriamo che se il titolo dovesse

mai tornare a toccare il nostro prezzo di acquisto correremo a vendere liberandoci così del titolo

senza subire perdite. Ovviamente come noi, molti altri investitori avranno fatto lo stesso percorso

mentale e non appena l’azione toccherà i 10 euro allo stesso modo in cui noi correremo a vendere,

anche loro si affretteranno a liberarsi del titolo. In tal modo il prezzo tornerà a scendere.

E’ fin troppo ovvio che non sempre funziona in questo modo, diversamente non si formerebbero né

trend rialzisti né ribassisti ma potremmo assistere solo a movimenti laterali dei prezzi, con oscillazioni

tra massimi e minimi ben definiti.

Perché non funziona sempre?

Vediamo di comprenderne le ragioni e per farlo aggiungiamo un nuovo elemento al meccanismo

della formazione di un doppio massimo (o di un doppio minimo, per il quale – ancora una volta – vale

il ragionamento inverso).

Questo nuovo elemento è il volume di scambio, cioé il numero delle azioni scambiate (o di futures,

commodities, etc, etc.).

Ipotizziamo che a 10 euro i compratori siano stati pochi, è chiaro che nel momento in cui il titolo,

dopo essere sceso a 8 euro, torna al prezzo iniziale i venditori (riferendoci a coloro i quali lo avevano

in precedenza acquistato su questo livello di prezzo) non saranno molti, ed eventuali correnti di

acquisto potranno avere la meglio sulle vendite, provocando la rottura del massimo precedente e

quindi l’inizio la continuazione del trend in essere (massimi e minimi crescenti).

E’ intuitivo come valga il contrario nel caso in cui sul livello di 10 euro gli acquisti, e quindi i volumi di

scambio, siano stati consistenti.

Ecco che nel caso della formazione di doppi o tripli massimi, così come nell’ipotesi di doppi o tripli

minimi, i volumi giocano un ruolo molto importante. In sostanza ci dicono quanti operatori hanno in

portafoglio un particolare strumento finanziario a quel determinato livello di prezzo, consentendoci

di comprenderne l’importanza e di fare previsioni sulla sua tenuta.

E’ lo stesso percorso logico che sta alla base del concetto di supporto e di resistenza: un livello di

massimo che mostra un elevato scambio di volumi rispetto alla media degli scambi precedente, è

destinato verosimilmente a divenire un punto di resistenza, ovvero un livello che arresterà, almeno

momentaneamente, la salita dei prezzi dando appunto luogo ad un potenziale doppio massimo.

Per converso, un livello di minimo con un elevato scambio di volumi potrà costituire con ogni

probabilità un punto di supporto, ovvero un livello in prossimità del quale potrà arrestarsi la discesa

dei prezzi, sia pure temporaneamente, dando luogo ad un potenziale doppio minimo.

Naturalmente la teoria deve poi cedere il passo alla pratica e, in un prossimo appuntamento,

vedremo come sfruttare questo tipo di conformazione grafica.

Doppio minimo e doppio massimo: operatività

In un precedente articolo abbiamo affrontato la tematica dei doppi e tripli massimi e minimi.

Abbiamo detto in tale occasione come questa configurazione di analisi tecnica rappresenti una tipica

situazione di possibile inversione del trend.

Vediamo su un grafico intraday come sia possibile sfruttare queste particolari figure di analisi tecnica

nel trading di tutti i giorni.

V’è subito da dire che per l’analisi tecnica classica, la conferma della figura del doppio / triplo minimo

(vale il viceversa per il doppio / triplo massimo) si ha nel momento in cui viene rotto al rialzo il

massimo intermedio. Con ciò intendendosi il massimo che si viene a formare e si colloca tra il primo e

il secondo minimo. Come vediamo nella successiva figura 1, quindi, l’entrata “classica” si avrebbe al

di sopra della resistenza costituita, appunto, dal livello di prezzo raggiunto dal massimo intermedio.

Allo stesso modo e seguendo un ragionamento speculare, la conferma del doppio massimo si ha nel

momento in cui viene rotto al ribasso il minimo intermedio.

Questi livelli, di minimo e massimo intermedio, sono anche detti “swing” di prezzo.

Nella figura che segue, possiamo vedere il grafico del titolo Tenaris con time frame 5 minuti alla data

del 27 gennaio 2009. Possiamo notare una serie di minimi allineati formatisi nella seduta del 23

gennaio che hanno dato vita ad un rimbalzo importante con le quotazioni passate da area 7.25 sino a

circa 7.90.

Secondo il sistema classico, il punto di entrata per un acquisto avrebbe dovuto essere effettuato alla

rottura (breakout) del livello di prezzo intermedio, che abbiamo evidenziato graficamente da una

trendline di colore nero. In questo caso l’operazione avrebbe dato ottimi risultati.

Allo stesso modo, si assiste ora alla formazione di una figura di triplo massimo e, come nel caso

precedente, anche qui il punto di entrata classico si colloca alla violazione (breakout) del minimo

intermedio formatosi a cavallo tra i due massimi. In questo caso, ovviamente, la posizione da

assumere sarebbe quella di vendita short.

Possiamo notare dal grafico come il titolo senta il livello di resistenza e dia per questo il via ad una

correzione, anche piuttosto brusca che tuttavia ancora non intacca il livello di swing alla cui

violazione potrebbe essere aperta una posizione short.

Nella figura che segue possiamo vedere come il titolo torni a testare per una terza volta i massimi

precedenti, ritracci leggermente, per poi rompere al rialzo il livello e portarsi con le quotazioni

decisamente al di sopra dei massimi precedenti. In questo caso, quindi, il minimo intermedio non è

stato violato al ribasso, il segnale short non è scattato e, con la violazione del livello di massimo, la

figura può dirsi negata.

Esistono ovviamente molti altri modi di utilizzare queste semplici conformazioni grafiche, senza

attendere il segnale classico di conferma, basandosi su altri strumenti di analisi tecnica (Bande di

Bollinger, oscillatori etc.). Avremo sicuramente modo di affrontare tali tecniche in un prossimo

appuntamento. Occorre però sin d’ora sottolineare che tali metodologie, se da un lato consentono di

entrare anticipatamente sul mercato, sfruttando la reazione che normalmente si sviluppa su un

livello di resistenza o supporto (costituito appunto dal doppio massimo – doppio minimo) dall’altro

lato espongono a possibili falsi segnali, come quello, appunto, che possiamo vedere nel grafico di

figura 2. Come sempre, l’esperienza gioca poi un ruolo determinante nell’applicazione dell’una o

dell’altra tecnica al caso di specie.

I canali in un caso reale da manuale

Se osserviamo un grafico, possiamo notare che congiungendo due o più minimi crescenti è possibile

ottenere una linea che fa da supporto al rialzo dello strumento finanziario che stiamo trattando. Allo

stesso modo possiamo congiungere due o più massimi decrescenti ed ottenere una linea che, in

questo caso, funge da resistenza. Queste linee di tendenza sono conosciute dagli analisti grafici con il

nome di trendline.

Vediamo un esempio nel grafico che segue:

La linea blu discendente, come si può notare, funziona da resistenza ovvero demarca una zona in cui i

prezzi in trend ribassista trovano un evidente ostacolo alla prosecuzione del rimbalzo.

La linea verde ascendente, funziona invece da supporto, tende cioè a sostenere i prezzi nel loro

rialzo.

La trendline, in pratica, è null’altro che una linea di supporto e di resistenza dinamica che sostiene i

prezzi, nel primo caso, o li respinge nel secondo.

Il trader spesso utilizza i livelli identificati dalla trendline per aprire o chiudere le proprie operazioni.

Dalla trendline si può passare al canale di prezzo, tracciando una parallela ad una trendline sia di

supporto che di resistenza. Si ottiene così una fascia di prezzo in cui è probabile che i prezzi possano

oscillare per un certo periodo, prima di rompere al rialzo o al ribasso il canale medesimo.

Torniamo al grafico precedente e vediamo come, tracciando delle semplici parallele alle trendline già

esistenti, si possano ottenere i canali in cui i prezzi tendono ad oscillare, rimbalzando dalla trendline

inferiore a quella superiore.

Come sempre, però, una cosa è vedere i canali su un grafico già formato, altra è essere in grado di

identificare un canale via via che i prezzi si formano, per poterne sfruttare appieno le potenzialità dal

punto di vista operativo.

Vediamo allora come procedere con un esempio reale. Quello nella figura che segue è un grafico del

Future Euro Stoxx50, intraday a 5 minuti, ma il concetto è applicabile a qualsiasi time frame. Neppure

ci importerebbe sapere di quale strumento stiamo parlando: imparato il metodo si può poi applicarlo

a qualsiasi grafico: azioni, indici, valute, commodities etc.

Nel grafico si traccia prima la trendline di resistenza, passante per i primi due massimi cerchiati in blu.

Quindi non appena si è verificato il minimo cerchiato in rosso, e si è avuta una reazione dei prezzi, si

plotta la parallela alla trendline superiore, passante per il minimo appena individuato. La linea

tratteggiata rappresenta un precedente canale che, siccome violato al ribasso, è stato poi

abbandonato.

Una volta tracciata la parallela e ottenuto il canale, l’aspettativa è che i prezzi si dirigano verso la

parte superiore del canale medesimo. Quindi, se abbiamo fatto bene i compiti, possiamo anche

pensare di acquistare sulla parte bassa del canale e chiudere la posizione, ad esempio, sulla trendline

superiore. La raccomandazione è di operare sempre in direzione del trend (in questo caso rialzista).

Vediamo cosa succede in seguito:

I prezzi si sono repentinamente portati a toccare la trendline superiore (3 test) per esserne ancora

respinti sino al nuovo test della parte inferiore del canale (2 test). Assistiamo anche alla formazione

di una flag rialzista, classica figura di ri-accumulazione, che normalmente prelude alla continuazione

del trend. A questo punto il trader potrebbe intervenire al rialzo, confidando che i prezzi arrivino

quantomeno a testare la parte alta del canale, per poi eventualmente romperlo e proseguire il trend

rialzista già in atto.

Fin qui tutto da manuale. I prezzi ancora una volta si sono portati a testare la parte superiore del

canale. E ora ?

Certo il gioco non può continuare all’infinito e prima o poi dobbiamo attenderci che succeda

qualcosa. Il trend in essere e la formazione a flag (di continuazione del trend) ci farebbero

propendere per una rottura rialzista. Ovviamente ci si può aiutare con altri strumenti. Ad esempio

può essere utile l’utilizzo di un oscillatore, per valutare eventuali divergenze con i prezzi che

sarebbero il sintomo di un affaticamento del trend (di questo tipo di analisi parleremo in un prossimo

appuntamento).

Osserviamo il successivo sviluppo dei prezzi che ci daranno occasione di sviluppare un ulteriore

concetto di analisi tecnica.

Possiamo vedere che i prezzi (sull’uscita di un dato macroeconomico) hanno infine rotto la parte

superiore del canale e, subito dopo, le prime prese di profitto hanno portato il future a testare

nuovamente la trendline, questa volta dall’alto verso il basso. Questo movimento prende il nome di

pullback ed è importante conoscerne la dinamica. Ciò in quanto, su tenuta della trendline superiore

(che da resistenza è ora divenuta supporto), potrebbero essere aperte nuovo posizioni rialziste.

Un caso da manuale, questo, tratto dal mercato reale che ci fa comprendere come anche solo

utilizzando semplici concetti di analisi tecnica sia possibile fare trading in modo profittevole, a patto

di gestire opportunamente la posizione e di utilizzare uno stop loss adeguato, il che equivale a

chiudere l’operazione se il mercato non va dove pensiamo.

Il re delle figure di inversione del trend: il testa e spalle

Il testa e spalle è una figura di inversione tra le più affidabili dell’analisi tecnica. Trattandosi di figura

di inversione si presuppone che tale figura si presenti dopo un prolungato trend, rialzista o ribassista.

Il completamento della figura prelude, appunto, alla immediata inversione del trend in essere.

Vediamo un esempio di un testa e spalle nella figura che segue:

Quello che vediamo nella figura che precede è un testa e spalle ribassista, una formazione di analisi

tecnica, cioè, che va ad invertire il trend rialzista in essere. . Le considerazioni che seguono valgono

specularmente per il testa e spalle rialzista.

Il testa e spalle ribassista, come vediamo in figura, è formato da tre massimi consecutivi tra i quali il

più alto è quello centrale.In pratica si tratta di tre strappi rialzisti che vanno a formare ciascuno un

massimo, i primi due crescenti e il terzo decrescente rispetto al secondo.

Con il primo rialzo, la formazione del primo massimo e la successiva correzione, si delinea

graficamente la “spalla sinistra”. Dopo la correzione ha luogo un nuovo strappo rialzista che culmina

in un massimo più elevato del precedente, cui fa seguito una nuova correzione. Questo movimento

da luogo alla formazione delle c.d. “testa”.

Possiamo avere le prime avvisaglie di un testa e spalle in formazione dalla divergenza sui volumi,

qualora questi risultino più elevati sulla spalla sinistra rispetto alla testa. Sappiamo infatti che un

trend, per essere sano, deve essere accompagnato dai volumi e la formazione di un nuovo massimo

(testa) con volumi decrescenti rispetto al precedente massimo (spalla sinistra) ci avvisa di un

possibile deterioramento del trend in essere.

Infine abbiamo un terzo strappo rialzista, con la formazione di un massimo inferiore al precedente e

ancora una volta una correzione a testare la trendline che unisce i minimi della formazione e che, in

pratica, delimita le correzioni cui abbiamo sin qui assistito. Questa trendline, che prende il nome di

neckline, è di estrema importanza perché è con la sua violazione al ribasso che la figura del testa e

spalle viene completata. L’incremento dei volumi di scambio, in occasione della rottura della

neckline, aumenta le probabilità di successo del testa e spalle.

Dopo la rottura della neckline, si assiste spesso ad un ritorno delle quotazioni (rimbalzo) a testare dal

basso verso l’alto la medesima neckline, come possiamo vedere in figura 1. Questo rimbalzo deve

necessariamente avvenire con volumi in diminuzione, a confermare che si tratta di semplici prese di

profitto degli operatori dovute alla chiusura delle posizioni short, e non della ripresa del trend

rialzista. La conferma del movimento avviene con il test della neckline e la ripresa della discesa delle

quotazioni.

Vediamo ora lo schema riportato in figura 1 su un grafico reale:

Come si può notare dal grafico sopra riportato, nel mercato reale occorre avere la capacità di

individuare la figura che non sempre (anzi, oserei dire, quasi mai) si sviluppa secondo i criteri

canonici. Nel caso sopra riportato, ad esempio, abbiamo una “testa” fatta da due massimi (un doppio

massimo per l’esattezza). Molto spesso, poi, le due spalle (sinistra e destra) non hanno la stessa

estensione, come appunto nel caso raffigurato.

Resta da dire del target ipotizzabile per questa figura, ovvero il livello sul quale possiamo attenderci

la proiezione dei prezzi una volta che la figura sia confermata. La tecnica da utilizzare è quella di

proiettare l’altezza della figura, misurata con una perpendicolare dal massimo più alto fino alla

neckline, e proiettarla verso il basso nel punto di rottura della neckline stessa.

Nel caso precedente avremo l’ipotesi seguente:

Vediamo ora qualche altro esempio di testa e spalle sui mercati reali.

Testa e spalle ribassista e successivo pullback su Alleanza, time frame daily:

Infine, nel grafico che precede, un testa e spalle rialzista su Fiat time frame daily. Notare in questo

caso l’assenza del pullback e il fortissimo incremento dei volumi in occasione della rottura rialzista

della neckline.

Mentre il secondo rialzo è il più robusto e rappresentala testa, il primo e il terzo rappresentano le

spalle e sono meno accentuati della testa e quasi mai hanno la stessa estensione. Il completamento

della figura si ottiene con perforazione della linea, congiungente i due minimi di reazione, chiamata

Neck-line Questo perforamento deve avvenire con un cospicuo incremento dei volumi di scambio. In

genere, dopo la perforazione della neck-line si ha un ritorno delle quotazioni (pull-back) verso la testa

concludendo con il proseguimento del trend nella stessa direzione della rottura.

Possono essere individuati almeno due importanti segnali: in primo luogo, la perforazione avvenuta

durante il ribasso che ha formato la testa della linea di tendenza al rialzo e, in seconda istanza, la

conferma con la seconda spalla dell'incapacità del trend di raggiungere nuovi massimi. Il movimento

al rialzo può essere considerato virtualmente esaurito e le posizioni rialziste dovrebbero essere

chiuse.

Il Triangolo

Il triangolo è una delle figure più ricorrenti nei grafici che tutti i giorni scorrono sui nostri monitor. Si

tratta di una figura molto semplice da individuare e anche da gestire dal punto di vista operativo.

Guardiamo subito di che si tratta, in modo da poter poi fare alcune considerazioni di natura tecnica.

Come vediamo nella figura qui sopra, il triangolo è espressione di una compressione di volatilità; i

prezzi, cioè, nella loro evoluzione, h

in un movimento violento. Si tratta, cioè, di una figura che è espressione di una compressione di

volatilità sempre più accentuata. Per questo possiamo affermare che il triangolo anticipa spe

esplosione di volatilità con forti movimenti di tendenza.

Sebbene venga generalmente inquadrato tra le figure di continuazione, il triangolo determina anche

una inversione di tendenza, anche più frequentemente di quanto si sia soliti pensare.

Occorre dunque prestare estrema attenzione ed evitare in modo categorico di anticipare l’esplosione

dei prezzi. Spesso è sufficiente avere un po’ di pazienza per comprendere quale sia il movimento che

segue alla “chiusura” del triangolo e assecondarla per posiz

La figura in questione può presentarsi secondo tre configurazioni differenti:

1) triangolo simmetrico

2) triangolo ascendente

3) triangolo discendente

Nel primo caso, raffigurato nella figura in alto, i prezzi tendono a muoversi in un range che diventa

gradualmente più compresso con il passare delle sedute, sia a causa di una costante riduzione dei

massimi che per un corrispondente aumento dei minimi.

La figura assume quindi una struttura simmetrica, rendendo ancora più difficile ipotizzare quale

possa essere la successiva evoluzione del trend.

Come vediamo nella figura qui sopra, il triangolo è espressione di una compressione di volatilità; i

prezzi, cioè, nella loro evoluzione, hanno escursioni via via meno accentuate fino a che poi esplodono

in un movimento violento. Si tratta, cioè, di una figura che è espressione di una compressione di

volatilità sempre più accentuata. Per questo possiamo affermare che il triangolo anticipa spe

esplosione di volatilità con forti movimenti di tendenza.

Sebbene venga generalmente inquadrato tra le figure di continuazione, il triangolo determina anche

una inversione di tendenza, anche più frequentemente di quanto si sia soliti pensare.

re dunque prestare estrema attenzione ed evitare in modo categorico di anticipare l’esplosione

dei prezzi. Spesso è sufficiente avere un po’ di pazienza per comprendere quale sia il movimento che

segue alla “chiusura” del triangolo e assecondarla per posizionarsi in direzione del trend.

La figura in questione può presentarsi secondo tre configurazioni differenti:

Nel primo caso, raffigurato nella figura in alto, i prezzi tendono a muoversi in un range che diventa

gradualmente più compresso con il passare delle sedute, sia a causa di una costante riduzione dei

massimi che per un corrispondente aumento dei minimi.

figura assume quindi una struttura simmetrica, rendendo ancora più difficile ipotizzare quale

possa essere la successiva evoluzione del trend.

Come vediamo nella figura qui sopra, il triangolo è espressione di una compressione di volatilità; i

anno escursioni via via meno accentuate fino a che poi esplodono

in un movimento violento. Si tratta, cioè, di una figura che è espressione di una compressione di

volatilità sempre più accentuata. Per questo possiamo affermare che il triangolo anticipa spesso una

Sebbene venga generalmente inquadrato tra le figure di continuazione, il triangolo determina anche

una inversione di tendenza, anche più frequentemente di quanto si sia soliti pensare.

re dunque prestare estrema attenzione ed evitare in modo categorico di anticipare l’esplosione

dei prezzi. Spesso è sufficiente avere un po’ di pazienza per comprendere quale sia il movimento che

ionarsi in direzione del trend.

Nel primo caso, raffigurato nella figura in alto, i prezzi tendono a muoversi in un range che diventa

gradualmente più compresso con il passare delle sedute, sia a causa di una costante riduzione dei

figura assume quindi una struttura simmetrica, rendendo ancora più difficile ipotizzare quale

Nel caso del triangolo ascendente, invece, la riduzione del range all’interno del quale si muovono i

prezzi avviene unicamente grazie ad un aumento dei minimi; i massimi rimangono pressoché

invariati. Tale comportamento rende evidente un sempre crescente interesse degli acquirenti e

conferisce alla figura un carattere prettamente rialzista.

Nel caso del triangolo ascendente, invece, la riduzione del range all’interno del quale si muovono i

viene unicamente grazie ad un aumento dei minimi; i massimi rimangono pressoché

invariati. Tale comportamento rende evidente un sempre crescente interesse degli acquirenti e

conferisce alla figura un carattere prettamente rialzista.

Nel caso del triangolo ascendente, invece, la riduzione del range all’interno del quale si muovono i

viene unicamente grazie ad un aumento dei minimi; i massimi rimangono pressoché

invariati. Tale comportamento rende evidente un sempre crescente interesse degli acquirenti e

Il triangolo discendente prevede invece un comportamento opposto da parte dei prezzi, in quanto è

caratterizzato da massimi progressivamente più bassi, con minimi pressoché invariati.

Il lettore attento, peraltro, non potrà non notare che subito prima della rottura definitiva della figura

del triangolo ascendente, si assiste alla formazione di un doppio massimo (figura che abbiamo già

analizzato in un altro precedente articolo) dalla connotazione ribassista.

Allo stesso modo, nel triangolo discendente, prima della definitiva rottura, assistiamo ad un

potenziale doppio minimo dai risvolti prettamente rialzisti.

Uno degli elementi distintivi dell’una piuttosto che dell’altra figura sono i volumi. Nel triangolo

occorre che i volumi si espandano in direzione del trend e si contraggano in direzione opposta pur

dovendo assistere ad una generale contrazione dei volumi per tutto l’arco della figura, rispetto ai

volumi fatti registrare prima della sua formazione. In pratica, nel triangolo ascendente i volumi

devono espandersi nella salita e contrarsi nelle discese dei prezzi. Il contrario vale per il triangolo

discendente. Nel doppio massimo (e nel triplo massimo) assistiamo per converso ad una contrazione

dei volumi in occasione del secondo e dell’eventuale terzo massimo, rispetto a quelli fatti registrare

in occasione del primo massimo. Lo stesso, avviene nella figura del doppio (e del triplo minimo)

laddove abbiamo contrazione dei volumi in occasione del secondo minimo e dell’eventuale terzo

minimo, rispetto a quelli rilevati durante la formazione del primo minimo.

Un metodo empirico per ipotizzare da quale parte avverrà la rottura, indipendentemente dalla

configurazione che il triangolo assume, consiste nel verificare la provenienza del trend. Come linea

generale, possiamo infatti considerare il triangolo (con le riserve fatte all’inizio) come figura di

continuazione e, quindi, se i prezzi provengono dall’alto potremo attenderci una rottura ribassista; il

viceversa vale, ovviamente, qualora i prezzi dovessero provenire dal basso, nel qual caso dovremo

attenderci un breakout rialzista.

Indipendente dalla configurazione che il triangolo assume (simmetrico, ascendente o discendente), è

possibile calcolare il target della figura, ovvero il livello che il prezzo dovrebbe raggiungere

successivamente al breakout.

Il target ideale della figura si può calcolare proiettando dal punto di rottura, la “base” del triangolo,

cioé l’ampiezza massima che la figura ha fatto registrare mentre era in formazione.

Un’ultima annotazione riguarda proprio il punto di rottura della figura, ovvero il c.d. breakout;

idealmente, affinché anche il target possa essere più facilmente raggiunto, la rottura dovrebbe

avvenire non oltre i due terzi della figura. Qualora ciò non avvenga, il triangolo generalmente perde

la sua forza propulsiva e, quindi, diviene anche poco interessante dal punto di vista tecnico.

Vediamo ora qualche esempio reale. Dopo quanto ci siamo detti i commenti sembrano superflui.

Come ben si comprende, occorre allenare l’occhio perché nel mercato

in modo “leggermente” diverso dai casi di scuola analizzati. Resta il fatto, visibile sempre nei grafici

analizzati, che il triangolo, come detto, è espressione di una compressione di volatilità che spesso ci

restituisca, una volta che la figura sia stata rotta, un violento movimento dei prezzi, nell’una o

nell’altra direzione.

Come ben si comprende, occorre allenare l’occhio perché nel mercato reale i triangoli si presentano

in modo “leggermente” diverso dai casi di scuola analizzati. Resta il fatto, visibile sempre nei grafici

analizzati, che il triangolo, come detto, è espressione di una compressione di volatilità che spesso ci

a volta che la figura sia stata rotta, un violento movimento dei prezzi, nell’una o

reale i triangoli si presentano

in modo “leggermente” diverso dai casi di scuola analizzati. Resta il fatto, visibile sempre nei grafici

analizzati, che il triangolo, come detto, è espressione di una compressione di volatilità che spesso ci

a volta che la figura sia stata rotta, un violento movimento dei prezzi, nell’una o

Il wedge come figura di continuazione

In questo breve articolo parleremo di una figura di continuazione piuttosto affidabile il wedge o

cuneo. Siamo in presenza di una figura composta da due trendline convergenti.

La figura può svilupparsi assumendo una conformazione bullish (rialzista), e in questo caso la

troviamo in un mercato discendente e sarà orientata verso il basso (cuneo discendente) come

vediamo nella figura 1 che segue

oppure possiamo avere la versione bearish (ribassista) che troviamo all’interno di un trend

discendente e in questo caso punterà verso l’alto (cuneo ascendente)

Il wedge come figura di continuazione

In questo breve articolo parleremo di una figura di continuazione piuttosto affidabile il wedge o

in presenza di una figura composta da due trendline convergenti.

La figura può svilupparsi assumendo una conformazione bullish (rialzista), e in questo caso la

troviamo in un mercato discendente e sarà orientata verso il basso (cuneo discendente) come

amo nella figura 1 che segue

oppure possiamo avere la versione bearish (ribassista) che troviamo all’interno di un trend

discendente e in questo caso punterà verso l’alto (cuneo ascendente)

In questo breve articolo parleremo di una figura di continuazione piuttosto affidabile il wedge o

La figura può svilupparsi assumendo una conformazione bullish (rialzista), e in questo caso la

troviamo in un mercato discendente e sarà orientata verso il basso (cuneo discendente) come

oppure possiamo avere la versione bearish (ribassista) che troviamo all’interno di un trend

E’ una figura molto simile al triangolo, ma con una inclinazio

completamento della figura, infatti, impiega generalmente molto più tempo rispetto a quella di un

normale triangolo.

Si sviluppa in trend molto marcati, e rappresenta una pausa che il mercato prende prima di

ricominciare la sua corsa nella direzione principale. Al suo interno i vari movimenti sono tutti

sovrapposti e i volumi decrescenti.

A livello operativo, una conferma della

wedge ascendente, e del lato superiore nel caso di wedge discendente.

Vediamo come sempre alcuni esempi tratti dal mercato reale per meglio comprendere il

funzionamento della figura e come pot

In Figura 3 possiamo osservare il grafico di Marriott International, che fra metà luglio e fine

settembre del 2009 ha creato una perfetta figura di continuazione, un wedge ascendente, che come

abbiamo appena visto è una figura di continuazione ribassista.

E’ una figura molto simile al triangolo, ma con una inclinazione diversa e una forma più allungata. Il

completamento della figura, infatti, impiega generalmente molto più tempo rispetto a quella di un

Si sviluppa in trend molto marcati, e rappresenta una pausa che il mercato prende prima di

ciare la sua corsa nella direzione principale. Al suo interno i vari movimenti sono tutti

sovrapposti e i volumi decrescenti.

A livello operativo, una conferma della figura viene data dalla rottura del lato inferiore, in caso di

wedge ascendente, e del lato superiore nel caso di wedge discendente.

Vediamo come sempre alcuni esempi tratti dal mercato reale per meglio comprendere il

funzionamento della figura e come poter intervenire dal punto di vista operativo.

In Figura 3 possiamo osservare il grafico di Marriott International, che fra metà luglio e fine

settembre del 2009 ha creato una perfetta figura di continuazione, un wedge ascendente, che come

to è una figura di continuazione ribassista.

ne diversa e una forma più allungata. Il

completamento della figura, infatti, impiega generalmente molto più tempo rispetto a quella di un

Si sviluppa in trend molto marcati, e rappresenta una pausa che il mercato prende prima di

ciare la sua corsa nella direzione principale. Al suo interno i vari movimenti sono tutti

figura viene data dalla rottura del lato inferiore, in caso di

Vediamo come sempre alcuni esempi tratti dal mercato reale per meglio comprendere il

er intervenire dal punto di vista operativo.

In Figura 3 possiamo osservare il grafico di Marriott International, che fra metà luglio e fine

settembre del 2009 ha creato una perfetta figura di continuazione, un wedge ascendente, che come

Come notiamo la figura si è formata all’interno di un marcato trend discendente. Possiamo anche

vedere come tale conformazione grafica sia ben orientata in direzione contraria al trend principale.

Notiamo infine come i volumi diminuiscano considerevolmente durante la formazione del pattern,

cominciando a decrescere nella parte iniziale, raggiungendo poi i livelli minimi nella parte centrale

per poi successivamente aumentare nella parte finale. Quest’ultimo movimento di crescita dei

volumi all’interno del wedge potrebbe essere un’indicazione dell’imminente completamento della

figura con rottura del lato inferiore del wedge.

In questo caso assistiamo addirittura ad un gap di rottura. Vediamo ora come avremmo potuto

sfruttare operativamente questo pattern.

Un’entrata molto aggressiva potrebbe essere nel punto in cui la figura ha toccato la trendline

ascendente superiore, formando una candela di inversione. Si tratta ovviamente di una entrata un

po’ rischiosa, perché nulla garantisce che i prezzi, successivamente, non forino la parte alta della

figura e proseguano il rialzo. Tuttavia questa entrata così aggressiva ci consente di utilizzare uno stop

molto limitato, qualche punto sopra la parte superiore della trendline ascendente. Si può anche

pensare di utilizzare un pattern di prezzo ed entrare alla violazione del minimo del pattern che si

forma in prossimità della trendline ascendente con stop sopra il massimo dello stesso pattern.

Insomma le soluzioni sono molteplici e lasciate poi allo stile di ciascun trader.

Un’entrata invece più conservativa, ci vedrebbe attendere la rottura del lato inferiore del wedge, per

entrare alla violazione del minimo della barra (o candela) che abbia perforato la predetta trendline.

In questo caso potremmo posizionare uno stop a protezione subito sopra il massimo della barra che

ha forato la trendline.

Anche questa volta quello riportato è solo un esempio tra le tante tecniche possibili.

In Figura 4 possiamo vedere un altro esempio, questa volta di entrata su un wedge discendente:

Anche in questo caso possiamo notare come i volumi tendano a diminuire durante la formazione

della figura, per poi aumentare verso la fine, preannunciando come imminente la rottura rialzista.

La tecnica di entrata resta la stessa utilizzata per il wedge discendete, ovvero in modo aggressivo

direttamente al test della trendline inferiore (in questo caso). Oppure, in modo più conservativo,

attendendo la rottura della trendline discendente superiore.

Introduzione alle medie mobili

La facilità di costruzione e l’estrema semplicità di utilizzo fanno delle medie mobili uno dei primi e più

elementari strumenti dell’analisi grafica utilizzati dal trader. E non solo dal neofita, ma anche

dall’operatore più avanzato, ovviamente con opportuni accorgimenti.L’applicazione delle medie

mobili al prezzo degli strumenti finanziari consente al trader tutta una serie di considerazioni: sia dal

punto di vista dell’analisi, per comprendere a colpo d’occhio e con immediatezza quale sia il trend in

atto; sia sotto il profilo operativo, per ottenere un vero e proprio setup per l’ingresso in posizione.

Le medie mobili sono uno strumento indispensabile per eliminare i cosiddetti rumori del mercato, e

restituire all’operatore una visione depurata da quell’andamento altalenante, fatto di trend e piccole

correzioni, che rischia di distrarre l’attenzione dalla direzione di fondo dello strumento analizzato.

Una media mobile, come dice la parola stessa, viene calcolata su una determinata quantità di dati dei

prezzi (dominio temporale) ed è “mobile” perché si muove di giorno in giorno proprio in ragione della

sua modalità di calcolo. Nella pratica, data una media di un certo dominio temporale, volta per volta

si aggiunge il dato più recente eliminando dal calcolo l’ultimo dato della serie. Così, a puro titolo di

esempio, se si desidera calcolare una media mobile dei prezzi a 20 giorni, per aggiornarla sarà

sufficiente aggiungere alla serie il dato della chiusura di oggi, eliminare il prezzo di chiusura di 20

giorni fa.

Da quanto precede sono subito evidenti alcune conseguenze che occorre tenere in considerazione:

quanto più lungo è il dominio della media mobile tanto più tempo dovrà trascorrere per poter

iniziare a visualizzare la media, e tanto meno la media stessa sarà reattiva.

In termini pratici, una media mobile a 20 giorni rappresenta con dato puntuale il valore medio delle

ultime 20 sedute di contrattazioni e ciascun dato peserà per 1/20 della serie. I dati che via via

andremo ad aggiungere influenzeranno la media mobile in misura minore tanto più lungo sarà il

dominio temporale preso in esame. Così, una media a 20 giorni sarà influenzata in misura minore dai

nuovi dati rispetto ad una media a 5 giorni.

Ovviamente, tutte le piattaforme grafiche attualmente in commercio consentono in modo agevole di

rappresentare le medie mobili dei prezzi, sicché per visualizzarle su un grafico non ci si deve più

preoccupare di armarsi di carta millimetrata, matita e calcolatrice, come facevano i pionieri

dell’analisi grafica.

La figura che segue illustra un grafico accompagnato da due medie mobili di differente dominio

temporale, rispettivamente 20 e 200 giorni. Ciò che risulta subito evidente è che la media più breve

(20 giorni) reagisce più rapidamente alle escursioni dei prezzi rispetto a quella più lenta.

Da quanto precede si comprende l’ importanza che riveste una corretta scelta del dominio temporale

che, come abbiamo detto, è inversamente correlato alla reattività della media: tanto maggiore sarà il

dominio temporale prescelto, tanto meno reattiva sarà la media mobile.

La semplicità di costruzione e, nondimeno, la possibilità di ottenere segnali operativi dall’incrocio fra i

prezzi e la loro media, o – come subito vedremo - direttamente fra due medie di diverso dominio

temporale, hanno fatto delle medie mobili lo strumento grafico di gran lunga più utilizzato dagli

analisti.

In linea di massima possiamo assumere di essere in presenza di un trend rialzista, ogni qualvolta i

prezzi si trovino al di sopra della media mobile presa in considerazione. Vale il viceversa per un trend

ribassista.

Da ciò consegue che possiamo ricavare un primo segnale di trading nel momento in cui i prezzi

tagliano la propria media mobile, al rialzo (segnale long) o al ribasso (segnale short).

Occorre subito dire che non si tratta di uno strumento infallibile: è noto che le medie mobili

funzionino molto bene in un mercato in trend piuttosto che nei movimenti laterali, durante i quali,

purtroppo, sono frequenti i falsi segnali.

Un esempio vale come sempre più di mille parole:

Come possiamo notare nella prima parte del grafico, i prezzi incrociano ripetutamente al rialzo e al

ribasso la propria media a 50 periodi generando diversi falsi segnali consecutivi. Si potrebbe pensare

di risolvere il problema aumentando il dominio temporale della media, portandola ad esempio a 200

periodi.

Vediamo cosa succede nel grafico che segue:

Applicando ai prezzi una media a200 periodi si può notare come i falsi segnali siano decisamente

diminuiti e il taglio prezzi/media consenta, dopo qualche incertezza, di cavalcare il trend ribassista

che dura ormai da otto mesi. Tuttavia esiste, come sempre, il rovescio della medaglia. Il taglio dei

prezzi con la propria media, e quindi il segnale di entrata, viene generato con notevole ritardo

rispetto allo sviluppo del trend. Diminuendo il dominio temporale della media, come abbiamo visto,

abbiamo invece un segnale più tempestivo, ma diversi falsi segnali.

Si comprende ora come la scelta del dominio temporale si riveli essenziale per la buona riuscita

dell’operazione dal momento che i frequenti incroci tra prezzi e media, caratteristici dei mercati

laterali, come abbiamo visto in figura 3, possono generare diversi falsi segnali.

Per questo motivo, e per depurare ulteriormente il grafico, questo semplice sistema di trading si è

subito evoluto nel senso di cercare il setup non più dal taglio prezzo/media, ma dall’incorcio di due

medie mobili di differente dominio temporale.

Due medie mobili, pertanto, generano un segnale di acquisto nel momento in cui quella più veloce

taglia al rialzo quella più lenta e, viceversa, forniscono un segnale ribassista allorché la media più

veloce tagli al ribasso quella più lenta.

Nei mercati molto direzionali, questo tipo di incrocio, specie se il dominio temporale delle medie è

opportunamente scelto, da il via a trend molto ben definiti. Ne abbiamo conferma nel grafico che

segue, nel quale l’incrocio delle due medie a 20 e 50 periodi, cerchiato in nero, da il via ad un trend

ribassista molto pronunciato.

Tuttavia, anche questo ulteriore filtro non è esente dalle stesse problematiche che abbiamo

evidenziato per il taglio prezzi - media. Possiamo infatti notare che, non appena il mercato prende ad

essere laterale. L’incrocio delle medie (questa volta contrassegnato in blu) genera consecutivamente

ben due falsi segnali. Così, anche l’incrocio delle due medie, pur riducendo il numero di falsi segnali

tipico dei sistemi prezzo-media, trova la sua migliore applicazione in mercati in forte trend, mentre

lascia a desiderare nei movimenti laterali. Certo è che, applicando al grafico altri filtri e, ancor prima,

imparando a gestire opportunamente la posizione, si può trarre beneficio anche da questo

semplicissimo sistema di trading. Vedremo allora in un prossimo articolo come con un semplice

oscillatore, strumento grafico sempre derivato dai prezzi, si possano filtrare ulteriormente i falsi

segnali generati dall’incrocio di due medie mobili per ottenere un sistema di trading mediamente

stabile.

I Livelli di ritracciamento

All’interno di un trend quand’anche molto forte, il mercato per ritrovare equilibrio pone spesso in

essere quelli che vengono definiti ritracciamenti, prima di continuare nella sua primaria direzione.

Si tratta per lo più di prese di profitto degli operatori che si ritengono soddisfatti del livello di

guadagno ottenuto dalla posizione e la chiudomo, oppure di operatori che ritengono il mercato in

eccesso e pongono in essere delle operazioni contro-trend, vendendo allo scoperto in un trend

rialzista e invece acquistando in n trend ribassista.

La somma di queste operazioni da luogo generalmente questi ritracciamenti che verranno misurati

prendendo come base il movimento precedente.

Il primo passo per calcolare i livelli di ritracciamento è quello di prendere in considerazione dei

minimi e massimi significativi in direzi

poi i livelli di ritracciamento segmentando questo percorso a ritroso in misura percentuale.

I tre livelli più comuni di ritracciamento sono il 38,2%, 50% e 61,8% si tratta di livelli sensibil

prossimità dei quali molto spesso il mercato ha poi una reazione in favore del trend principale.

Vediamo un esempio nella figura che segue:

In pratica andremo a misurare l’ampiezza del movimento A

percentuali sulla lunghezza di tale movimento e sottrarremo poi il risultato dal punto B, questo in

caso di trend al rialzo, per i trend al ribasso vale l’esatto opposto.

Non c’è da spaventarsi, perché questi calcoli, fortunatamente, oggi possono essere fatti

tranquillamente dal software grafico che IG Markets mette a disposizione dei propri utenti, evitando

così fatidiosi calcoli manuali.

Perché questi livelli sono soliti dare origine a una reazione dei prezzi? La rispota è abbastanza

semplice, e risiede nella logica della an

serie storiche del noto matematico pisano Fibonacci, e questi numeri ne fanno parte.

Si tratta solo di numeri, ma il fatto che moltissimi traders ne facciano uso è un motivo valido per

utilizzarli giornalmente nel nostro trading. Specie se abbinati ad altre tecniche si rivelano infatti di

una certa efficacia.

In analisi tecnica più elementi abbiamo a nostro favore e più aumentiamo le nostre probabilità di

avere trades profittevoli. Ad esemp

combinato con livelli di supporti o resistenze, o altri pattern di nostra conoscenza, tipo un doppio

massimo o un doppio minimo, non fanno altro che rafforzare il nostro segnale di entrata

Vediamo qualche esempio sul mercato reale.

Il primo passo per calcolare i livelli di ritracciamento è quello di prendere in considerazione dei

minimi e massimi significativi in direzione del trend primario, in figura indicati da A a B. Tracceremo

poi i livelli di ritracciamento segmentando questo percorso a ritroso in misura percentuale.

I tre livelli più comuni di ritracciamento sono il 38,2%, 50% e 61,8% si tratta di livelli sensibil

prossimità dei quali molto spesso il mercato ha poi una reazione in favore del trend principale.

Vediamo un esempio nella figura che segue:

In pratica andremo a misurare l’ampiezza del movimento A-B, e calcoleremo poi le diverse

nghezza di tale movimento e sottrarremo poi il risultato dal punto B, questo in

caso di trend al rialzo, per i trend al ribasso vale l’esatto opposto.

Non c’è da spaventarsi, perché questi calcoli, fortunatamente, oggi possono essere fatti

dal software grafico che IG Markets mette a disposizione dei propri utenti, evitando

Perché questi livelli sono soliti dare origine a una reazione dei prezzi? La rispota è abbastanza

semplice, e risiede nella logica della analisi tecnica. Molti traders infatti utilizzano nel loro trading le

serie storiche del noto matematico pisano Fibonacci, e questi numeri ne fanno parte.

Si tratta solo di numeri, ma il fatto che moltissimi traders ne facciano uso è un motivo valido per

lizzarli giornalmente nel nostro trading. Specie se abbinati ad altre tecniche si rivelano infatti di

In analisi tecnica più elementi abbiamo a nostro favore e più aumentiamo le nostre probabilità di

avere trades profittevoli. Ad esempio un livello di ritracciamento, di quelli che abbiamo evidenziato,

combinato con livelli di supporti o resistenze, o altri pattern di nostra conoscenza, tipo un doppio

massimo o un doppio minimo, non fanno altro che rafforzare il nostro segnale di entrata

Vediamo qualche esempio sul mercato reale.

Il primo passo per calcolare i livelli di ritracciamento è quello di prendere in considerazione dei

one del trend primario, in figura indicati da A a B. Tracceremo

poi i livelli di ritracciamento segmentando questo percorso a ritroso in misura percentuale.

I tre livelli più comuni di ritracciamento sono il 38,2%, 50% e 61,8% si tratta di livelli sensibili in

prossimità dei quali molto spesso il mercato ha poi una reazione in favore del trend principale.

B, e calcoleremo poi le diverse

nghezza di tale movimento e sottrarremo poi il risultato dal punto B, questo in

Non c’è da spaventarsi, perché questi calcoli, fortunatamente, oggi possono essere fatti

dal software grafico che IG Markets mette a disposizione dei propri utenti, evitando

Perché questi livelli sono soliti dare origine a una reazione dei prezzi? La rispota è abbastanza

alisi tecnica. Molti traders infatti utilizzano nel loro trading le

serie storiche del noto matematico pisano Fibonacci, e questi numeri ne fanno parte.

Si tratta solo di numeri, ma il fatto che moltissimi traders ne facciano uso è un motivo valido per

lizzarli giornalmente nel nostro trading. Specie se abbinati ad altre tecniche si rivelano infatti di

In analisi tecnica più elementi abbiamo a nostro favore e più aumentiamo le nostre probabilità di

io un livello di ritracciamento, di quelli che abbiamo evidenziato,

combinato con livelli di supporti o resistenze, o altri pattern di nostra conoscenza, tipo un doppio

massimo o un doppio minimo, non fanno altro che rafforzare il nostro segnale di entrata.

In figura 2 vediamo come Home Depot Inc. sul livello 17,48 inverta il proprio trend ribassista e realizzi

un forte movimento rialzista che dal livello 17,48 porta i prezzi a testare il livello 27. Da questo

massimo relativo i prezzi cominciano a correggere realizzando un doppio minimo relativo proprio a

ridosso del 50% di ritracciaemnto; questo doppio minimo su uno dei tre livelli di ritracciamento sopra

indicati, era sicuramente un’ottima occasione per entrare al rialzo in direzione del trend di fondo.

In figura 3 vediamo ancora un altro esempio:

Salesforce com. Inc. dal minimo in area 25 inizia un movimento rialzista che riporta i prezzi in area

45; di qui inizia un ritracciamento che porta il titolo a realizzare un doppio minimo relativo proprio a

ridosso del 50% di ritracciamento del movimento rialzista precedente.

In questi casi non è difficile comprendere quale possa essere la nostra strategia operativa:

ricerchiamo doppi minimi/massimi che ricadono a ridosso di uno dei nostri tre livelli di

ritracciamento e, dopo essere entrati in posizione piazziamo uno stop loss protettivo poco più in

basso del nostro doppio minimo (per un’operazione rialzista, per uno short vale l’inverso).

La gestione dell’operazione sarà poi effettuata secondo le nostre personali strategie di money

management.

Dalle Envelopes alle Bollinger Bands

John Bollinger non ha certo bisogno di presentazioni: a lui si devono molte delle intuizioni che a

pieno titolo posono entrare nella nostra ideale enciclopedia dell’analisi tecnica; a lui, tra le altre, si

deve la creazione delle famose ”bande” che portano appunto il suo nome e di cui ci accingiamo a

trattare.

Per comprendere appieno l’utilità delle bande di Bollinger è opportuno fare un piccolo passo

indietro.

In un precedente articolo abbiamo parlato delle medie mobili e abbiamo visto che questo strumento,

forse il primo e più semplice con cui si trova ad armeggiare il trader alle prime armi, viene graficato in

funzione della “storia” dei prezzi: la media mobile tende a posizionarsi al di sotto dei prezzi in un

trend rialzista e al di sopra degli stessi nelle fasi di ribasso.

Vediamo un esempio sul titolo ENI con una media mobile semplice a 20 periodi grafico orario.

Dalla semplice media mobile si è passati alla costruzione delle c.d. buste o envelopes nel tentativo di

“ingabbiare” i prezzi, vale a dire di creare un canale dinamico che seguisse l’andamento dei prezzi. Le

envelopes sono ottenute grazie a due medie costruite shiftando, cioè spostando, verso l’alto e verso

il basso di una percentuale a piacere una media mobile di un dato dominio temporale. Nel grafico

che segue vediamo le envelopes applicate alla media mobile centrale a 20 periodi dell’esempio

precedent, con uno shift verticale dell’ 1,5%.

Come possiamo vedere le envelopes creano un canale tipico con delle fasce che non è azzardato

definire di ipercomprato (resistenza) e ipervenduto (supporto) in cui è probabile che i prezzi

reagiscano dirigendosi verso la parte opposta.

In particolare la parte inferiore del canale così ottenuto può essere considerato un supporto mentre

la parte superiore, al contrario, potrà essere considerata come una resistenza.

Il limite di questo strumento di analisi è costituito dal valore della percentuale che definisce

l’ampiezza del canale; tale valore, infatti, non tiene conto delle condizioni della volatilità, ovvero dei

momenti improvvisi di accelerazione dei prezzi rispetto alle fasi laterali o di congestione del mercato.

Nel grafico precedente possiamo infatti notare che durante l’ultima fase di accelerazione del 4

gennaio 2011 le envelopes non sono riuscite a contenere i prezzi: il contatto con la envelopes

superiore ha quindi dato origine a un falso segnale, mentre fino a quel momento le buste erano state

in grado di contenere l’andamento dei prezzi.

Le Bande di Bollinger pongono rimedio al problema sopra evidenziato dal momento che, tenendo

conto della volatilità nel periodo preso in considerazione, sono in grado di meglio adattarsi

all’andamento dei prezzi in qualunque condizione di mercato, aggiustando automaticamente

l’ampiezza del canale in ragione della maggiore o minore volatilità del momento.

Vediamo lo stesso grafico precedente con applicazione delle Bande di Bollinger.

Nel grafico che precede le envelopes sono di colore rosso mentre la fascia delimitata dalle Bollinger

Bands è di colore azzurro. E’ di tutta evidenza come le bande meglio si adattino all’andamento dei

prezzi rispetto alle envelopes.

Ciò è conseguenza, come detto, del criterio di costruzione delle bande il quale fa si che le stesse si

allarghino nei periodi in cui l’escursione dei prezzi risulta più ampia e che si restringano nei momenti

di lateralità

Il trader ha così l’immediata percezione di come sta evolvendo la volatilità del mercato: dal punto di

vista operativo, il restringersi delle bande, conseguente alla diminuzione della volatilità, prelude

infatti a improvvisi movimenti direzionali, di esplosione di volatilità, che spesso partono da una delle

due bande per dirigersi verso la banda opposta

Si può quindi ipotizzare l’apertura di posizioni in acquisto nel momento in cui i prezzi perforano la

banda inferiore per recuperarla subito dopo in modo da fare registrare la chiusura all’interno delle

bande.

Analogamente, la rottura (poi recuperata) della banda superiore, può essere adottata per l’apertura

di posizioni ribassiste.

Per eliminare alcuni dei falsi segnali che inevitabilmente un sistema siffatto può generare, è

consigliabile l’adozione di uno o più filtri di conferma, quale ad esempio un oscillatore (come il

Williams %R che abbiamo trattato in un altro articolo) che sia atto ad identificare, in concomitanza al

segnale fornito dalle Bollinger Bands, delle zone di ipercomprato o ipervenduto, meglio se associato

ad una divergenza, come nel grafico che segue.

Si tratta di un’ottima tecnica che tuttavia, come sempre, non funziona in tutte le occasioni ed è per

tale motivo che è sempre consigliabile il posizionamento di stop loss a protezione del proprio

capitale.

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Il grafico Heiken Ashi

Il grafico Heiken Ashi che costituisce una variante di quello Candlestick tradizionale è sicuramente

poco conosciuto ai trader. Calcolato nel modo che subito vedremo, il grafico Heiken Ashi ha il pregio

di filtrare molto del c.d. “rumore” di mercato, ovvero quei movimenti di breve o brevissimo periodo

che tendono a falsare il trend di fondo di uno strumento finanziario traendo in inganno il trader

meno esperto.

Vediamo subito la differenza tra un grafico candlestick tradizionale e un Heiken Ashi.

Osservando i due grafici sovrapposti, che si riferiscono allo stesso strumento finanziario nella

medesima unità di tempo, balza subito all’occhio come in quello Heiken Ashi (in basso) non esistano

nè lap nè gap e lo stesso si presenti in modo continuo senza interruzioni di sorta.

Tale peculiarità deriva dal particolare metodo di costruzione delle candele Heiken Ashi (HA):

1. Il dato di chiusura della candela HA è costituito da una sorta di media della candela corrente

ChiusuraHA = (Apertura + Massimo + Minimo + Chiusura) / 4.

2. L’apertura della HA corrisponde alla media del body (corpo) della candela precedente

AperturaHA = (AperturaHA[1] + ChiusuraHA[1]) / 2.

3. Il massimo della HA è il valore più alto tra il massimo della candela corrente, l’apertura e la

chiusura sempre della candela corrente calcolata con il metodo HA visto ai precedenti punti 1

e 2

MassimoHA = Max (Massimo, AperturaHA, ChiusuraHA).

4. Il minimo della HA è il valore più basso tra il minimo della candela corrente, l’apertura e la

chiusura sempre della candela corrente calcolata con il metodo HA visto ai precedenti punti 1

e 2

MinimoHA = Min (Minimo, AperturaHA, ChiusuraHA).

Ovviamente il software che IG Markets fornisce ai propri clienti calcola in modo automatico i valori

delle candele Heiken Ashi che abbiamo visto nel grafico precedente.

Le candele Heiken Ashi sono rappresentate di default in colore verde in caso di tendenza positiva e in

colore rosso in caso contrario. <>Il cambio di colore delle candele Heiken Ashi spesso fornisce ottime

indicazioni sulla nascita di un nuovo trend, specie se associato ad una doji candle (apertura e close

allo stesso livello) e può essere sfruttato operativamente per entrare in posizione, con l’aiuto di

qualche filtro come una semplice media mobile o un indicatore.

Vediamo il grafico del titolo Saipem, time frame daily:

Nel grafico che precede abbiamo un ottimo esempio di funzionamento della tecnica descritta, che

individua una possibile inversione del trend al cambio di colore dell’Hiken Ashi associata ad una doji

candle.

Gap e Lap

GAP

Un gap si realizza quando su un determinato strumento finanziario l’apertura di oggi è superiore al

massimo del giorno prima (Gap up), o viceversa, quando l’apertura di oggi è inferiore al minimo fatto

registrare il giorno precedente (Gap down). In pratica, in un gap non ricoperto, le barre (o candele)

delle due giornate non si sovrappongono, determinando un vero e proprio vuoto nel grafico, un’area

di prezzo dove non sono avvenuti scambi. I gap si verificano come conseguenza di improvvisi sbilanci

fra domanda e offerta, a volte ad esempio per una notizia diffusa a mercati chiusi.

I gap che rivestono importanza per l’analisi grafica sono di quattro tipi.

I gap comuni si verificano in genere all’interno di congestioni, quando il mercato sta consolidando

oppure distribuendo. Non sono altro che squilibri fra domanda e offerta, per cui non rivestono

grande importanza e spesso vengono richiusi rapidamente.

• Gap comune (Common gap)

• Gap di rottura (Breakaway gap)

• Gap di continuazione (Runaway gap)

• Gap di esaurimento (Exaustion gap)

I gap comuni si verificano in genere all’interno di congestioni, quando il mercato sta consolidando

oppure distribuendo. Non sono altro che squilibri fra domanda e offerta, per cui non rivestono

grande importanza e spesso vengono richiusi rapidamente.

I gap di rottura si formano generalmente quando uno strumento finanziario esce da una formazione

di congestione con una certa velocità, saltando letteralmente al di sopra del lato superiore della

congestione o al di sotto. Questo può indicare l’inizio di un trend piuttosto marcato, per cui questo

tipo di gap ci fornisce un’idea più indicativa della direzione che sta per intraprendere il mercato.

I gap di continuazione si formano all’interno di un trend ben definito. In linea di massima i gap di

continuazione si formano verso la metà di quel che sarà l’intero movimento in atto, per cui quando

assistiamo a un gap di questo tipo possiamo pensare che il trend in atto sia a metà del suo cammino.

I gap di esaurimento si formano invece alla fine di un trend. Spesso dopo questo gap i prezzi

invertono la tendenza in atto e questo movimento è spesso accompagnato da un elevato volume di

scambi. Per cui se vediamo volumi molto alti in corrispondenza di un gap in un titolo in tendenza

facciamo attenzione perché potrebbe trattarsi di un gap di esaurimento.

Nel grafico seguente possiamo notare come possa essere frequente trovare dei gap in un titolo

azionario, anche se molto liquido (il titolo in questione è l’americana Boeing). Cosa che invece non si

riscontra in modo altrettanto frequente negli indici.

Analizziamo i vari tipi di gap che abbiamo individuato come più significativi ai fini didattici tra tutti

quelli rinvenibili nel grafico che precede.

Il gap al n. 1 è un gap di rottura. La similitudine con un gap comune in questo caso è molto alta, ma

lo classifichiamo nel secondo gruppo di gap al momento che la chiusura della candela che lo ha

originato è superiore al massimo della congestione precedente.

Il gap al n. 2 è un gap comune. La chiusura della candela è ancora all’interno del minimo di periodo, il

trend non prende forza e il gap viene subito richiuso nelle sedute successive.

Il gap al n. 3 è un gap di continuazione; possiamo notare a posteriori come lo stesso si posizioni

all’incirca a metà del trend in atto.

Il gap al n. 4 è un gap di esaurimento; notiamo che esso si verifica dopo il gap si continuazione e

come subito dopo il mercato cambi direzione mettendo a segno una serie di sedute consecutive tutte

positive.

Ci fermiamo qui anche se in verità assistiamo poi ad una nuova discesa dei prezzi con formazione di

un nuovo minimo assoluto in area 69 ancora una volta preannunciato da un gap di esaurimento (gap

al n. 5).

LAP

Il lap invece che avere riguardo al massimo/minimo di seduta, ha come riferimento la chiusura. Il lap,

infatti, si realizza quando l’apertura di oggi è superiore alla chiusura di ieri e, viceversa, se l’apertura

di oggi è inferiore alla chiusura di ieri.

I lap si possono individuare molto bene nei grafici intraday come si nota nel grafico seguente: nel

primo caso abbiamo un gap, infatti l’apertura del giorno 18 è inferiore al minimo del giorno

precedente, cioè rimane un vuoto fra apertura di oggi e minimo di ieri. Nel secondo caso abbiamo

invece un’apertura superiore alla chiusura del giorno precedente ma non superiore al suo massimo.

I lap tendono ad essere ricoperti nella stessa seduta con maggiore frequenza di quanto succeda nei

gap, ed è per questo che possono essere sfruttati operativamente per un trading di brevissimo

periodo. In un prossimo articolo vedremo come sfruttare dal punto di vista pratico queste

configurazioni tecniche

Il Commodity Channel Index

Il CCI, acronimo di Commodity Channel Index, è uno dei miei oscillatori preferiti ormai sempre

presente in tutti i grafici della mia piattaforma di trading.

Si tratta di uno strumento di analisi tecnica che racchiude contemporaneamente in sé i pregi degli

oscillatori e degli indicatori. I primi, infatti, sono ottimi per evidenziare zone di ipercomprato /

ipervenduto. I secondi, a mio avviso, meglio si adattano ad individuare le divergenze con i prezzi.

Il CCI è stato ideato da Donald R. Lambert. L’idea che sta dietro all’oscillatore è che gli strumenti

finanziari si muovano seguendo fasi cicliche, con massimi e minimi che si alternano ad intervalli

periodici.

Per calcolare il CCI si confonta il prezzo attuale con una media mobile di un periodo prefissato,

gestibile dall’utente, e lo si normalizza utilizzando un divisore basato sulla deviazione media.

In pratica, e senza troppo addentrarci nella formula matematica che in questa sede ha poca

importanza, può essere utile sapere che per ottenere il CCI si procede come segue:

• si calcola il typical price (TP)

• calcolare la media mobile semplice a “n” periodi del typical price (SMATP)

• si calcola la deviazione media. Prima si procede a determinare il valore assoluto della

differenza tra la SMATP dell’ultimo periodo ed il typical price per ognuno degli “n” periodi

passati. Successivamente si sommano tutti questi valori assoluti e si divide per “n”. In tal

modo si ottiene la deviazione media

• l’ultimo passo consiste nell’applicare questi valori calcolati e la costante (0.015) come

indicato nella seguente formula:

CCI = (TP – SMATP) / (0,015 * devmedia)

L’applicazione di una costante fa assumere al CCI assuma le vesti di un oscillatore attorno alla linea

mediana dello zero, facendo si si che circa il 70/80% dei valori del Commodity Channel Index ricadano

entro l’intervallo -100/+100.

Ecco allora che potremo individuare delle fasce di ipercomprato / ipervenduto nel momento in cui il

CCI si spingerà oltre la soglia, rispettivamente, di +100 e -100.

Potremo poi ottenere dei segnali di allerta sia nel momento in cui il CCI si spingerà i livelli indicati

indicando delle fasi di ipercomprato / ipervenduto, sia dalle divergenze che il nostro strumento di

analisi presenta rispetto ai prezzi, come possiamo vedere nella figura che segue.

Ovviamente è sconsigliabile utilizzare direttamente il solo CCI per aprire la posizione: questo

strumento, nelle situazioni descritte, genera semplicemente dei segnali di allerta, che devono servire

a rafforzare le indicazioni di entrata derivanti da altri strumenti, quali ad esempio i pattern

candlestick.

Un utilizzo più conservativo del CCI prevede di sfruttare il rientro dei prezzi dalle zone di ipervenduto

/ ipercomprato che si generano sotto o sopra il livello di -200 e +200. Come possiamo verificare nel

grafico seguente, sempre relativo al grafico giornaliero del titolo ENEL , i segnali sono meno frequenti

ma il segnale diviene molto più affidabile.

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• Commento ai mercati

• Tutorial sulla piattaforma

• Trading con Bruno Moltrasio

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Il Supertrend

Il SuperTrend è un indicatore sviluppato da Oliver Seban ed ha il grande pregio di funzionare su

qualsiasi scala temporale e pressoché su tutti gli strumenti finanziari.

Possiamo infatti applicarlo alle azioni, agli indici e anche al mercato forex, utilizzando un time frame

che va dal più basso a 1 minuto per una operatività di brevissimo termine, fino al settimanale per il

trading di lungo periodo.

Il Supertrend, che è nato come strumento per ottimizzare l’uscita dal trade, il c.d. “Trailing Stop”, si

muove al di sotto o al di sopra dei prezzi seguendo molto bene il trend.

Vediamolo all’opera nei grafici che seguono, dall’intraday a 5 minuti sul titolo italiano Atlantia ad un

grafico daily sull’indice Germany30(Dax).

In genere la colorazione verde del

evidenzia un trend ribassita.

Il Supertrend è calcolato a partire da un coefficiente applicato alla volatilità media del periodo preso

in considerazione. Il consiglio è quello di utilizz

In genere la colorazione verde del Supertrend sottende un trend rialzista; al contrario il colore rosso

Il Supertrend è calcolato a partire da un coefficiente applicato alla volatilità media del periodo preso

in considerazione. Il consiglio è quello di utilizzare i coefficienti 3 e 10 rispettivamente per il

Supertrend sottende un trend rialzista; al contrario il colore rosso

Il Supertrend è calcolato a partire da un coefficiente applicato alla volatilità media del periodo preso

are i coefficienti 3 e 10 rispettivamente per il

coefficiente moltiplicatore e per il periodo; valori, questi, che sono quelli di default previsti nella

piattaforma grafica che IG Markets mette a disposizione dei propri utenti.

Molto simile nella sua concezione al Parabolic SAR di Wilder, il Supertrend ha il pregio, rispetto al

primo, di disporsi in orizzontale, in una sorta di stand by, nei momenti di lateralità dei prezzi,

evitando di farci uscire dalla posizione anzitempo.

Vediamo i due indicatori a confronto: il Supertrend è rappresentato con la linea continua, mentre il

Parabolic SAR con i classici punti verdi (rialzo) e rossi (ribasso)

Si nota immediatamente come il continuo cambio di colore del Parabolic SAR dia luogo a molti più

falsi segnali rispetto al Supertrend

Come abbiamo evidenziato il Supertrend può essere utilizzato per gestire al meglio una operazione

aperta con altre tecniche, restando in posizione long (al rialzo) fino a che l’indicatore resti di colore

verde o short fino a che l’indicatore sia di colore rosso, per uscire (e quindi chiudere il trade) non

appena cambi colore.

Nulla vieta però di utilizzare il Supertrend come una vera e propria tecnica completa di trading,

aprendo una posizione rialzista al cambio di colore da rosso a verde

ribassista al cambio di colore da verde a rosso. Anche in questa strategia la posizione verrà chiusa al

successivo cambio di colore dell’indicatore.

Vediamo un esempio sul cross EUR / USD time frame 30 minuti:

coefficiente moltiplicatore e per il periodo; valori, questi, che sono quelli di default previsti nella

piattaforma grafica che IG Markets mette a disposizione dei propri utenti.

zione al Parabolic SAR di Wilder, il Supertrend ha il pregio, rispetto al

primo, di disporsi in orizzontale, in una sorta di stand by, nei momenti di lateralità dei prezzi,

evitando di farci uscire dalla posizione anzitempo.

ronto: il Supertrend è rappresentato con la linea continua, mentre il

Parabolic SAR con i classici punti verdi (rialzo) e rossi (ribasso)

Si nota immediatamente come il continuo cambio di colore del Parabolic SAR dia luogo a molti più

tto al Supertrend

Come abbiamo evidenziato il Supertrend può essere utilizzato per gestire al meglio una operazione

aperta con altre tecniche, restando in posizione long (al rialzo) fino a che l’indicatore resti di colore

ore sia di colore rosso, per uscire (e quindi chiudere il trade) non

Nulla vieta però di utilizzare il Supertrend come una vera e propria tecnica completa di trading,

aprendo una posizione rialzista al cambio di colore da rosso a verde e, viceversa, aprendo un trade

ribassista al cambio di colore da verde a rosso. Anche in questa strategia la posizione verrà chiusa al

successivo cambio di colore dell’indicatore.

Vediamo un esempio sul cross EUR / USD time frame 30 minuti:

coefficiente moltiplicatore e per il periodo; valori, questi, che sono quelli di default previsti nella

zione al Parabolic SAR di Wilder, il Supertrend ha il pregio, rispetto al

primo, di disporsi in orizzontale, in una sorta di stand by, nei momenti di lateralità dei prezzi,

ronto: il Supertrend è rappresentato con la linea continua, mentre il

Si nota immediatamente come il continuo cambio di colore del Parabolic SAR dia luogo a molti più

Come abbiamo evidenziato il Supertrend può essere utilizzato per gestire al meglio una operazione

aperta con altre tecniche, restando in posizione long (al rialzo) fino a che l’indicatore resti di colore

ore sia di colore rosso, per uscire (e quindi chiudere il trade) non

Nulla vieta però di utilizzare il Supertrend come una vera e propria tecnica completa di trading,

e, viceversa, aprendo un trade

ribassista al cambio di colore da verde a rosso. Anche in questa strategia la posizione verrà chiusa al

Nel grafico che precede il cambio di colore del Supertrend, salvo un falso segnale (evidenziato con il

cerchio di colore nero), abbia poi fatto catturare degli ottimi trend.

Come abbiamo visto anche con questa tecnica non mancano i falsi segnali, soprattutto nelle fas

lateralità prolungata; è quindi di fondamentale importanza applicare la solita regola del chiudere la

posizione in stop loss nel caso il mercato non vada nella direzione voluta.

Le divergenze con Williams %R

Il Williams %R è uno strumento di analisi

già nel lontano 1973.

L’oscillatore è molto simile allo stocastico; mentre quest’ultimo utilizza la differenza tra la chiusura e

il minimo dei minimi, per la costruzione del Williams %R si fa riferim

chiusura e il massimo dei massimi.

Il W %R fluttua fra 0 e -100, praticamente a scala invertita rispetto ai normali oscillatori; l’Autore

individua la soglia di ipercomprato viene individuata con valori sopra

ipervenduto con valori sotto -80.

Vediamo un esempio sul cross Eur/Usd

che precede il cambio di colore del Supertrend, salvo un falso segnale (evidenziato con il

cerchio di colore nero), abbia poi fatto catturare degli ottimi trend.

Come abbiamo visto anche con questa tecnica non mancano i falsi segnali, soprattutto nelle fas

lateralità prolungata; è quindi di fondamentale importanza applicare la solita regola del chiudere la

posizione in stop loss nel caso il mercato non vada nella direzione voluta.

Il Williams %R è uno strumento di analisi tanto semplice quanto efficace, ideato da Larry Willims

L’oscillatore è molto simile allo stocastico; mentre quest’ultimo utilizza la differenza tra la chiusura e

il minimo dei minimi, per la costruzione del Williams %R si fa riferimento alla differenza tra la

chiusura e il massimo dei massimi.

100, praticamente a scala invertita rispetto ai normali oscillatori; l’Autore

individua la soglia di ipercomprato viene individuata con valori sopra -20 mentre quella d

80.

Vediamo un esempio sul cross Eur/Usd

che precede il cambio di colore del Supertrend, salvo un falso segnale (evidenziato con il

Come abbiamo visto anche con questa tecnica non mancano i falsi segnali, soprattutto nelle fasi di

lateralità prolungata; è quindi di fondamentale importanza applicare la solita regola del chiudere la

tanto semplice quanto efficace, ideato da Larry Willims

L’oscillatore è molto simile allo stocastico; mentre quest’ultimo utilizza la differenza tra la chiusura e

ento alla differenza tra la

100, praticamente a scala invertita rispetto ai normali oscillatori; l’Autore

20 mentre quella di

L’oscillatore individua bene alcune situazioni caratteristiche del mercato, ovvero le fasi di

esaurimento di un trend. Infatti, se in un mercato forte i prezzi di chiusura non sono in grado di

mantenersi vicino ai massimi, significa che il trend si sta indebolendo e potremmo avere

l’opportunità di shortare il mercato, cioè aprire una posizione ribassista.

Per contro, in un mercato orientato al ribasso con i prezzi di chiusura che ormai non sono più in

grado di mantenersi vicino ai minimi del range potremmo avere un’opportunità di acquisto.

Tali situazioni sono ben messe in evidenza dal W %R.

L’utilizzo classico dell’oscillatore, tuttavia, genera molti falsi segnali. Dove il W %R, invece, eccelle, è

nella individuazione delle divergenze rialziste e ribassiste.

Ricordo ai meno esperti che una divergenza ribassista si ha nel momento in cui i prezzi fanno nuovi

massimi mentre l’oscillatore presenta massimi decrescenti. Per converso assistiamo a una divergenza

rialzista se i prezzi fanno segnare nuovi minimi mentre sull’oscillatore si hanno minimi crescenti.

Si tratta di situazioni che non si verificano molto spesso, ma quando capita di imbattersi in una

divergenza con il W %R si ha l’opportunità di un trade ad alte probabilità di successo.

In base a quanto abbiamo appena detto, quando il W %R sale sopra la linea di ipercomprato in

corrispondenza di un massimo del mercato, poi riscende e nel successivo movimento rialzista dei

prezzi non è in grado di superare il picco precedente, si viene a creare una divergenza ribassista. Si

evidenza una perdita di forza del movimento rialzista e il mercato è potenzialmente pronto ad

invertire la tendenza.

Vediamo un esempio sul cross Eur/Usd time frame 4 ore.

Vediamo allora come intervenire a livello operativo su questo tipo di divergenza.

Quando si verifica la nostra divergenza ribassista, possiamo ipotizzare di aprire una posizione short al

di sotto della candela che ha confermato la divergenza, posizionando uno stop loss sopra il massimo

della candela stessa.

Quello di seguito è un esempio sull’eurostoxx50 future nell’inversione dello scorso 25 ottobre.

Come possiamo vedere i prezzi provengono da un sostenuto rialzo durante il quale hanno messo a

segno massimi crescenti. Il 25 ottobre i prezzi aprono addirittura in gap up, ma l’oscillatore non è in

grado di andare a violare il massimo realizzato in corrispondenza del massimo precedente del

mercato e crea così una divergenza ribassista.

Nel momento in cui i prezzi violano il minimo della shooting star e l’oscillatore conferma la

divergenza creando una sorta di uncino, possiamo aprire una posizione ribassista sul mercato,

posizionando uno stop loss al di sopra del massimo della candela. Si potrà poi gestire la posizione

secondo la ropria metodologia di money management.

Un analogo segnale nella precedente giornata del 19 ottobre ci offre l’occasione di aprire una

posizione short molto profittevole.

Nella divergenza rialzista la situazione è esattamente speculare, l’oscillatore entra in zona di

ipervenduto scendendo al di sotto della soglia di 10, poi torna al di sopra di tale valore non appena i

prezzi rimbalzano, ma sul successivo minimo del mercato, l’oscillatore non è in grado di creare un

picco più basso del precedente.

Nell’immagine seguente vediamo come, con le nostre divergenze sull’oscillatore W %R, era possibile

catturare l’inversione realizzata dall’eurostoxx50 future il 30.12.2010.

Infine ancora un esempio di divergenza rialzista realizzata sul una commodity quale il petrolio su

grafico a 5 minuti, a dimostrazione del fatto che la tecnica è applicabile a qualunque strumento

indipendentemente dal time frame adottato.

Macd e Trading

Il Macd è uno dei più conosciuti strumenti di analisi tecnica ed è da molti considerato un vero e

proprio trading system.

La costruzione di questo indicatore è invero piuttosto semplice dal momento che è basato su due

medie mobili che sono certamente lo strumento grafico più utilizzato dagli analisti tecnici per la loro

semplicità non solo costruttiva ma anche e soprattutto interpretativa.

In altri articoli abbiamo visto come l’incrocio di due medie mobili, siano esse semplici o esponenziali,

possa essere utilizzato per generare segnali di trading ovviamente tenendo sempre in debito conto i

limiti di tale sistema.

Abbiamo anche messo in evidenza come le medie mobili reagiscano in modo differente in funzione

del dominio temporale al quale si riferiscono: più la media è breve più sarà reattiva, cioè si manterrà

più vicino ai prezzi rispetto ad una media di maggiore dominio temporale.

Il concetto che ne deriva è piuttosto semplice: una media breve sarà utile a segnalarci la presenza di

un trend di breve periodo mentre una media più lunga ci segnalerà l’esistenza o meno del trend di

fondo.

Il passo successivo, ovvero l’utilizzo contemporaneo delle due medie, potrà dirci se il trend di breve

(media breve) trova conferma nel trend di fondo (media lunga).

L’incrocio delle due medie mobili di differente dominio temporale ci indica il cambiamento del trend.

Infatti la media breve, che è più reattiva di quella lunga, reagirà per prima al cambiamento di trend e

andrà ad incrociare verso l’alto o verso il basso la media di più lungo periodo.

Un incrocio rialzista, che si ha nel momento in cui la media più breve incrocia dal basso verso l’alto la

media più lunga, induce a ritenere la nascita di un trend rialzista. Avremo poi una ulteriore conferma

della bontà del trend in atto nel momento in cui anche la media di più ampio dominio temporale si

sarà orientata verso l’alto.

Nella scelta delle due medie occorre tenere presente che maggiore è il dominio temporale utilizzato

minore sarà il numero di segnali generati, viceversa minore è il dominio e maggiore sarà la quantità

di indicazioni di trading fornite dal sistema: Lo scotto sarà dato dalla maggiore presenza di falsi

segnali.

La semplicità di utilizzo delle medie mobili ha facilitato la creazione e la divulgazione di tutta una

serie di indicatori basati sulla loro impleentazione. Fra i più conosciuti indicatori trend–following

rientra certamente il Macd, acronimo di Moving average convergence-divergence.

Questo indicatore è stato introdotto da Gerald Appel con l'obiettivo di rappresentare l'interazione di

due medie mobili esponenziali di dominio temporale prestabilito: 12 e 26 periodi.

Il punto di forza di questo indicatore è senz’altro rappresentato dalla sua elevata diffusione; è

intuitivo che più operatori lo utilizzano e maggiore sarà la sua attendibilità. Il lato debole è invece

rappresentato dal fatto che parametri prefissati sono idonei a identificare solo quel ciclo di mercato

che si fonda solo su quegli stessi parametri.

Beninteso, i parametri possono essere modificati a piacere, ma in questo caso sacrificheremmo il

primo punto di forza (quello della attendibilità dovuta al largo utilizzo tra i trader dell’indicatore con i

parametri di default).

Il MACD si fonda sul principio di funzionamento che abbiamo già evidenziato: la media veloce

registrerà prima di quella più lenta il cambiamento nelle direzioni del prezzo e l'incrocio su quella di

più lungo periodo dovrebbe identificare la partenza di un trend.

Tale segnale sarà tanto più attendibile quanto più velocemente la media più lenta si

stesso modo di quella più veloce.

Dal momento che il MACD si fonda sulla differenza tra una media a 12 periodi e una media a 26,

avremo che l’incrocio si sarà verificato nel momento in cui il valore dell’indicatore sarà pari a zero.

Sopra la linea dello zero il trend potrà essere qualificato come rialzista e viceversa.

La linea dello zero ha quindi grande rilevanza perché consente al trader di rilevare immediatamente il

momento dell’incrocio delle due medie.

Nell’indicatore è pure presente un’altra linea, detta signal line, ottenuta dalla media a nove periodi

del Macd che nel grafico che segue vediamo evidenziata in colore rosso.

La signal line ha una funzione anticipatrice del segnale di attraversamento della linea dello zero e in

molti casi consente in modo vincente di anticipare l’entrata sul mercato rispetto all’inizio del trend. Il

segnale in questo caso si ha nel momento in cui il MACD (linea blu) incrocia la signal line (linea rossa).

Nello stesso istante l’istogramma presente nell’in

l’individuazione dell’incrocio tra il MACD e la sua signal line.

registrerà prima di quella più lenta il cambiamento nelle direzioni del prezzo e l'incrocio su quella di

più lungo periodo dovrebbe identificare la partenza di un trend.

Tale segnale sarà tanto più attendibile quanto più velocemente la media più lenta si

stesso modo di quella più veloce.

Dal momento che il MACD si fonda sulla differenza tra una media a 12 periodi e una media a 26,

avremo che l’incrocio si sarà verificato nel momento in cui il valore dell’indicatore sarà pari a zero.

a linea dello zero il trend potrà essere qualificato come rialzista e viceversa.

La linea dello zero ha quindi grande rilevanza perché consente al trader di rilevare immediatamente il

momento dell’incrocio delle due medie.

un’altra linea, detta signal line, ottenuta dalla media a nove periodi

del Macd che nel grafico che segue vediamo evidenziata in colore rosso.

La signal line ha una funzione anticipatrice del segnale di attraversamento della linea dello zero e in

si consente in modo vincente di anticipare l’entrata sul mercato rispetto all’inizio del trend. Il

segnale in questo caso si ha nel momento in cui il MACD (linea blu) incrocia la signal line (linea rossa).

Nello stesso istante l’istogramma presente nell’indicatore attraversa la linea dello zero facilitando

l’individuazione dell’incrocio tra il MACD e la sua signal line.

registrerà prima di quella più lenta il cambiamento nelle direzioni del prezzo e l'incrocio su quella di

Tale segnale sarà tanto più attendibile quanto più velocemente la media più lenta si orienterà allo

Dal momento che il MACD si fonda sulla differenza tra una media a 12 periodi e una media a 26,

avremo che l’incrocio si sarà verificato nel momento in cui il valore dell’indicatore sarà pari a zero.

a linea dello zero il trend potrà essere qualificato come rialzista e viceversa.

La linea dello zero ha quindi grande rilevanza perché consente al trader di rilevare immediatamente il

un’altra linea, detta signal line, ottenuta dalla media a nove periodi

La signal line ha una funzione anticipatrice del segnale di attraversamento della linea dello zero e in

si consente in modo vincente di anticipare l’entrata sul mercato rispetto all’inizio del trend. Il

segnale in questo caso si ha nel momento in cui il MACD (linea blu) incrocia la signal line (linea rossa).

dicatore attraversa la linea dello zero facilitando

Nel grafico che precede, pertanto, vediamo a confronto l’entrata classica data dall’attraversamento

della linea dello zero da parte del M

basata sull’incrocio della signal line con la linea del Macd (indicata con le linee tratteggiate).

Ovviamente, come spesso accade quando si cerca di “anticipare” il mercato, anche qui non man

i falsi segnali, com’è evidenziato nella zona cerchiata in verde. Ma risulta di tutta evidenza che spesso

l’entrata anticipata si rivela vincente.

Un altro utilizzo molto comune ed efficace di questo indicatore è nel rilevare le divergenze con i

prezzi. Abbiamo già parlato più volte delle divergenze: si tratta di un andamento difforme

dell’indicatore rispetto ai prezzi e si ha nel momento in cui il mercato fa registrare nuovi massimi

mentre ciò non accade sull’indicatore e viceversa per quanto concerne

Nel grafico che segue, sul titolo ENI, vediamo alcune divergenze che hanno anticipato l’inversione del

trend.

Nel grafico che precede, pertanto, vediamo a confronto l’entrata classica data dall’attraversamento

della linea dello zero da parte del MACD (segnalata dalle frecce di colore blu e rosso) con l’entrata

basata sull’incrocio della signal line con la linea del Macd (indicata con le linee tratteggiate).

Ovviamente, come spesso accade quando si cerca di “anticipare” il mercato, anche qui non man

i falsi segnali, com’è evidenziato nella zona cerchiata in verde. Ma risulta di tutta evidenza che spesso

l’entrata anticipata si rivela vincente.

Un altro utilizzo molto comune ed efficace di questo indicatore è nel rilevare le divergenze con i

i. Abbiamo già parlato più volte delle divergenze: si tratta di un andamento difforme

dell’indicatore rispetto ai prezzi e si ha nel momento in cui il mercato fa registrare nuovi massimi

mentre ciò non accade sull’indicatore e viceversa per quanto concerne i minimi.

Nel grafico che segue, sul titolo ENI, vediamo alcune divergenze che hanno anticipato l’inversione del

Nel grafico che precede, pertanto, vediamo a confronto l’entrata classica data dall’attraversamento

ACD (segnalata dalle frecce di colore blu e rosso) con l’entrata

basata sull’incrocio della signal line con la linea del Macd (indicata con le linee tratteggiate).

Ovviamente, come spesso accade quando si cerca di “anticipare” il mercato, anche qui non mancano

i falsi segnali, com’è evidenziato nella zona cerchiata in verde. Ma risulta di tutta evidenza che spesso

Un altro utilizzo molto comune ed efficace di questo indicatore è nel rilevare le divergenze con i

i. Abbiamo già parlato più volte delle divergenze: si tratta di un andamento difforme

dell’indicatore rispetto ai prezzi e si ha nel momento in cui il mercato fa registrare nuovi massimi

Nel grafico che segue, sul titolo ENI, vediamo alcune divergenze che hanno anticipato l’inversione del

Con la freccia blu è indicata una prima divergenza di lungo periodo che segna l’inversione del

da ribassista a rialzista. Una successiva divergenza ribassista, indicata con la freccia rossa, ci preavvisa

dell’inizio di una correzione ribassista di una certa importanza (il titolo passa da 18 a 15,60 euro

nell’arco di un solo mese.

Oscillatore Stocastico prima parte

L’oscillatore stocastico è senz’altro uno degli strumenti di analisi algoritmica più utilizzato e

comunque più conosciuto dai trader. Forse però pochi sanno che la sua creazione risale al lontano

1970 grazie ad un'intuizione di George Lane.

Questo oscillatore valuta quanto le chiusure delle barre siano prossime al massimo o al minimo

registrati in un certo periodo (di default nelle più diffuse piattaforme di trading troviamo un periodo

di 14 barre). L’intuizione di Lane consiste

massimo sono tipiche di tendenze al rialzo, mentre chiusure di barra verso il minimo sono indice di

un trend ribassista.

Non entriamo nel dettaglio del calcolo dell’oscillatore in quanto ormai tu

prevedono la costruzione, basti dire che il calcolo originale è basato sul valore attuale rapportato ai

valori minimi e massimi del prezzo registrati in un certo periodo. Da qui scaturisce un valore definito

%K dal quale si determina poi la sua media definita %D.

Esistono ben tre versioni di stocastico: lo stocastico veloce (fast stocastick), che rappresenta la

formula originale di Lane nel quale la linea %K si ottiene mettendo in relazione percentuale il prezzo

di chiusura ed un certo range di prezzo (a 14 periodi), mentre la linea %D è semplicemente la media

mobile (normalmente a 3 periodi) della linea %K.

Con la freccia blu è indicata una prima divergenza di lungo periodo che segna l’inversione del

da ribassista a rialzista. Una successiva divergenza ribassista, indicata con la freccia rossa, ci preavvisa

dell’inizio di una correzione ribassista di una certa importanza (il titolo passa da 18 a 15,60 euro

Stocastico prima parte

L’oscillatore stocastico è senz’altro uno degli strumenti di analisi algoritmica più utilizzato e

comunque più conosciuto dai trader. Forse però pochi sanno che la sua creazione risale al lontano

George Lane.

Questo oscillatore valuta quanto le chiusure delle barre siano prossime al massimo o al minimo

registrati in un certo periodo (di default nelle più diffuse piattaforme di trading troviamo un periodo

di 14 barre). L’intuizione di Lane consiste in ciò che normalmente le chiusure di barra prossime al loro

massimo sono tipiche di tendenze al rialzo, mentre chiusure di barra verso il minimo sono indice di

Non entriamo nel dettaglio del calcolo dell’oscillatore in quanto ormai tutti i software di analisi ne

prevedono la costruzione, basti dire che il calcolo originale è basato sul valore attuale rapportato ai

valori minimi e massimi del prezzo registrati in un certo periodo. Da qui scaturisce un valore definito

ermina poi la sua media definita %D.

Esistono ben tre versioni di stocastico: lo stocastico veloce (fast stocastick), che rappresenta la

formula originale di Lane nel quale la linea %K si ottiene mettendo in relazione percentuale il prezzo

n certo range di prezzo (a 14 periodi), mentre la linea %D è semplicemente la media

mobile (normalmente a 3 periodi) della linea %K.

Con la freccia blu è indicata una prima divergenza di lungo periodo che segna l’inversione del trend

da ribassista a rialzista. Una successiva divergenza ribassista, indicata con la freccia rossa, ci preavvisa

dell’inizio di una correzione ribassista di una certa importanza (il titolo passa da 18 a 15,60 euro

L’oscillatore stocastico è senz’altro uno degli strumenti di analisi algoritmica più utilizzato e

comunque più conosciuto dai trader. Forse però pochi sanno che la sua creazione risale al lontano

Questo oscillatore valuta quanto le chiusure delle barre siano prossime al massimo o al minimo

registrati in un certo periodo (di default nelle più diffuse piattaforme di trading troviamo un periodo

in ciò che normalmente le chiusure di barra prossime al loro

massimo sono tipiche di tendenze al rialzo, mentre chiusure di barra verso il minimo sono indice di

tti i software di analisi ne

prevedono la costruzione, basti dire che il calcolo originale è basato sul valore attuale rapportato ai

valori minimi e massimi del prezzo registrati in un certo periodo. Da qui scaturisce un valore definito

Esistono ben tre versioni di stocastico: lo stocastico veloce (fast stocastick), che rappresenta la

formula originale di Lane nel quale la linea %K si ottiene mettendo in relazione percentuale il prezzo

n certo range di prezzo (a 14 periodi), mentre la linea %D è semplicemente la media

Tuttavia lo stocastico c.d. veloce ha il difetto di essere troppo reattivo e di difficile applicazione. Per

ovviare a questo problema si è creata una variante che genera segnali meglio interpretabili e che

viene definita come ”low stocastic” (stocastico lento). In questa versione dello stocastico la linea %K

è costruita come media mobile (a 3 periodi) della linea %D della versione dello stocastico veloce,

mentre la linea %D rappresenta a sua volta la media mobile (a 3 periodi) della nuova linea %K.

Vi è poi una versione che viene definita stocastico completo (full) che è una variante personalizzabile

dello stocastico lento. In questa ultima versione possiamo impostare tutti i parametri necessari, il

numero di periodi da prendere in considerazione, il numero di periodi per il %K e il numero di periodi

del %D. Questa ultima versione è quella più utilizzata dalla maggior parte dei trader.

Lo stocastico è un oscillatore e pertanto si muove, appunto “oscilla” fra i valori 0 e 100. Non importa

quanto il prezzo del nostro titolo si muoverà al ribasso o al rialzo, lo stocastico fluttuerà sempre fra i

valori 0 e 100. Uno degli utilizzi più elementari dello stocastico è quello di individuare zone di eccesso

dei prezzi, ovvero il c.d. ipervenduto quando abbiamo valori sotto il valore 20 e il c.d. ipercomprato

quando questi valori superano il valore 80. Ovviamente possiamo variare a piacimento questi valori

per adattarli allo strumento finanziario sul quale stiamo operando.

E’ corretto sottolineare che qualora i prezzi si trovino nelle zone di ipercomprato e ipervenduto non

dobbiamo attenderci necessariamente una inversione di tendenza, o quantomeno non

necessariamente l’inversione sarà immediata. Spesso, infatti, lo stocastico entra in area di

ipercomprato e ipervenduto in situazioni di trend sostenuto e ben definito e l’oscillatore si mantiene

in tali zone a lungo senza mai varcare la linea di demarcazione 80-20. Motivo per il quale è bene

porre la massima attenzione nel non utilizzare questo oscillatore per catturare automaticamente

segnali contro trend.

Al contrario, questo oscillatore è eccezionale per generare segnali durante le fasi laterali, di non-

trend.

Vediamo come fare.

Utilizzo stocastico in un mercato laterale (o di trend non ben definito).

Iniziamo anzitutto a vedere quale è l’utilizzo classico dello stocastico.

Di seguito riportiamo il grafico del titolo Mediolanum in una fase laterale discendente. La cosa che ci

induce a pensare che il titolo stia entrando in una fase laterale sono i primi 4 movimenti sovrapposti,

non abbiamo un movimento lineare in un’unica direzione, ma una continua sovrapposizione dei

movimenti. Una volta che avremo individuato due punti sulla parte superiore e due punti sulla parte

inferiore possiamo tracciare le nostre due trend line proiettandole poi in avanti.

La nostra operatività prevede l’acquisto del titolo tutte le volte che il prezzo tocca la trend line

inferiore e le due linee dello stocastico si incrociano nella zona di ipervenduto, mentre viceversa

venderemo tutte le volte che il prezzo tocca la trend line superiore e le due linee dello stocastico si

incrociano in zona di ipercomprato. Eviteremo di prendere posizione nel caso in cui non si verifichino

le due condizioni allo stesso tempo.

Nella seconda parte di questo articolo sullo stocastico vedremo come utilizzarlo al meglio in fase di

trend ben definito, nonché come sfruttare i segnali derivanti dalle c.d. divergenze tra prezzo e

oscillatore.

Oscillatore Stocastico seconda parte

1. Utilizzo stocastico in un mercato in tendenza

In un precedente articolo abbiamo già parlato dello stocastico e di come questo oscillatore sia molto

efficace e in grado di generare ottimi segnali di trading non solo nelle fasi laterali propriamente

dette, laddove cioè i prezzi si muovano da un supporto ad una resistenza statici, ma anche nelle fasi

di moderata tendenza dei prezzi.

Risulta invece piuttosto rischioso utilizzare lo stocastico per operare contro trend quando, cioè, lo

strumento considerato mostra una buona tendenza, rialzista o ribassista.

Conseguentemente, se si vuole utilizzare questo oscillatore nelle fasi di trend, occorre

necessariamente attendere lo sviluppo di una tendenza ben definita, quindi un successivo

ritracciamento e sfruttare lo stocastico per entrare in direzione del trend originario, cercando di

catturare la fine della correzione.

Un consiglio operativo per ridurre il numero di falsi segnali è quello di settare il nostro oscillatore

utilizzando i parametri 20-5-5 al posto di quelli 14-3-3 proposti normalmente come default dalle

piattaforme di analisi grafica.

Di seguito mostriamo un grafico a 15 minuti dell’indice Euro Stoxx 50. L’indice attua un primo

movimento ribassista abbastanza rilevante, tanto da farci presupporre che la tendenza in atto

continuerà nella stessa direzione originaria dopo una correzione.

Lo stocastico ci conferma la forte tendenza ribassista in atto dal momento che entra in area di

ipervenduto e tende a restarci a lungo. Sul successivo rimbalzo dei prezzi, attendiamo che

l’oscillatore risalga ed entri in zona di ipercomprato. Nello stesso momento possiamo notare che

l’Euro Stoxx50 neppure riesce a ripercorrere il 50% del primo movimento ribassista, segno evidente

di debolezza.

Il segnale short viene generato quando le due linee dello stocastico si incrociano in area di

ipercomprato; condizione, questa, che ci indica la correzione come potenzialmente terminata (area

cerchiata in rosso nel grafico).

E’ indispensabile prendere in considerazione un trend ben definito, in quanto in tale caso sussistono

ottime probabilità che, dopo la correzione, il trend riprenda la sua direzione originaria.

E’ proprio lo stocastico a segnalarci la forza della tendenza in essere, restando a lungo in zona di

ipervenduto in caso di trend ribassista – come vediamo nel grafico che precede, oppure in zona di

ipercomprato, nel caso di trend rialzista.

2. Operatività in divergenza

Un altro tipo di operatività con lo stocastico prevede l’individuazione di divergenze fra prezzi e

oscillatore come filtro per aprire la posizione. Le divergenze sull’oscillatore si verificano abbastanza

spesso e sono in genere piuttosto affidabili se associate ad altri segnali di trading. Vediamo anche in

questo caso un esempio pratico.

Di seguito abbiamo un grafico su base oraria del titolo Mediolanum.

Come possiamo notare nella discesa che realizza il minimo assoluto sul grafico il prezzo genera due

minimi decrescenti in corrispondenza dei quali l’oscillatore stocastico realizza, al contrario, due

minimi crescenti. Quello che precede è un caso classico di divergenza rialzista in corrispondenza della

quale, come possiamo vedere dal grafico, il titolo ha invertito il trend.

E’ preferibile utilizzare le divergenze su movimenti con una moderata tendenza, ancor meglio, in

assenza di tendenza (fasi laterali) in quanto le probabilità di successo dell’operazione sono più

elevate. Mentre con titoli in forte trend potremmo assistere a divergenze multiple prima che si abbia

una effettiva inversione di trend, con diversi inevitabili falsi segnali. Anche per questo motivo è

consigliabile utilizzare le divergenze come filtro per entrare in posizione, da associarsi ad altre

tecniche che sfruttino direttamente le relazioni tra i prezzi.

ADX, come individuare il trend

ADX, Average Directional Movement, con –DI (Minus Directional Indicator) e +DI (Plus Directional

Indicator), rappresentano un gruppo di indicatori di tendenza che formano un vero e proprio sistema

di trading sviluppato da Welles Wilder.

Inizialmente l’indicatore era stato creato da Wilder appositamente per le commodities su base

giornaliera ma successivamente ci si è resi conto che si può benissimo applicare anche all’analisi degi

strumenti azionari e, con i dovuti aggiustamenti, anche al trading su indici e futures.

L’ADX misura la forza del trend senza però fornire indicazioni sulla sua direzione. Il +DI e il –DI

completano la funzione dell’ADX definendo anche la direzione del trend. Utilizzando insieme i tre

indicatori possiamo determinare sia la direzione del trend che la sua forza.

La costruzione dell’ADX è basata sul +DM (plus directional moviment) e il –DM (minus directional

moviment) determinati, secondo Wilder, dalla differenza fra due minimi consecutivi con la differenza

dei due relativi massimi.

Senza entrare nel dettaglio del suo calcolo, vediamo piuttosto come interpretarlo.

In genere si assume che il trend sia positivo quando il +DI è superiore al –DI e viceversa per il trend

negativo. L’intersezione di questi due ultimi indicatori viene combinata poi con il valore dell’ADX per

ottenere un sistema completo di trading. Il fatto che Wilder abbia ideato l’indicatore per il trading su

materie prime e valute non significa che non possa essere applicato anche alle azioni, logicamente

andremo a scegliere quelle azioni che mostrano una volatilità abbastanza elevata, in quanto su titoli

scarsamente volatili può generare spesso falsi segnali o non generarne affatto.

L’ADX per sua natura può anche essere usato per aiutarci a scegliere se applicare una strategia trend

following o una strategia non trend following.

Secondo Wilder un titolo è da considerare in trend quando l’indicatore ADX supera il valore di 25,

mentre siamo in assenza di trend, quando l’indicatore si trova sotto il valore di 20. Rimane una zona

di neutralità, quella compresa fra 20 e 25. Apriamo una breve parentesi, per dire che sul mercato

italiano si può accettare un valore di ADX inferiore (pari a 20) come soglia critica, superata la quale, il

titolo è da considerarsi in trend, in quanto i titoli italiani sono in linea generale meno volatili di quelli

americani.

Per fare un esempio pratico di quanto esposto fino ad ora facciamo riferimento al grafico seguente,

dove vediamo nella parte bassa il gruppo dei 3 indicatori: in nero l’ADX, in verde il +DI e in rosso il –

DI. Vediamo come la parte evidenziata in giallo sia caratterizzata da un’ADX sotto il valore di 20

(personalmente preferisco usare questa soglia), mentre nella parte successiva l’indicatore sale su

valori molto più elevati così come i prezzi.

In pari tempo il nostro +DI superiore al –DI nella parte in trend ci indica che il titolo è in trend

positivo.

Un semplice metodo operativo ideato da Wilder prevede l’entrata long quando il +DI attraversa

verso l’alto il –DI con ADX superiore a 20 (25 il valore il valore usato da Wilder, tenuto conto che

veniva applicato sul mercato americano). L’entrata short, per converso, si ha quando il +DI attraversa

verso il basso il -DI con ADX superiore al valore 20. Se l’indicatore ADX non si trova al di sopra della

soglia di 20 non si apre nessuna posizione.

Ma vediamo la tecnica messa in pratica.

Nel grafico che segue ancora il titolo Finmeccanica.

Il primo segnale generato nel grafico è un segnale long, l’ADX si trova sopra il valore 20 e il +DI

incrocia al rialzo il –DI. Entriamo long alla rottura rialzista della barra che ha determinato l’incrocio e

posizioniamo il nostro stop sotto la candela di setup.

Vediamo che dopo non molto i prezzi invertono la direzione generando un segnale short. L’ADX , pur

avendo ritracciato, è ancora sopra 20 e il +DI incrocia al ribasso il -DI.

Il segnale short, contrariamente al long genera un movimento di lungo periodo.

Abbiamo voluto esporre questi due esempi per evidenziare come anche questa tecnica debba essere

posta in essere con un buon money management per evitare di vedere svanire il profit

potenzialmente realizzato; il suggerimento è quindi di stabilire un profitto minimo, eventualmente

pari allo stop iniziale, raggiunto il quale chiudere parte della posizione e seguire poi in trailing stop.

IL Key Buy

Il key buy è uno dei miei pattern preferiti anche se lo applico con alcune modifiche rispetto

all’originale configurazione ideata da Greg Capra che analizzeremo in questo articolo.

Cominciamo con il dire che si tratta di una delle tante strategie d’ingresso per mercati in trend

consolidato; ciò equivale a dire che eviteremo di applicarla in mercati laterali o durante ampie fasi di

congestione.

La tecnica è molto semplice e al tempo stesso anche molto efficace indipendetemente dal time

frame utilizzato, anche se, come sempre, più abbassiamo l’orizzonte temporale del nostro trading e

più facilmente andremo incontro a falsi segnali. L’importante, comunque, è rispettarele regole di

ingresso. Vediamole subito.

SET UP

Il titolo (parliamo di azioni ma la tecnica è validissima anche su indici e valute) si trova in un uptrend

e registra un nuovo massimo. Per orientarci nell’individuazione del nuovo massimo, l’ideatore della

strategia, ci indica che dovremmo avere una serie di barre positive, ma non più di 8 consecutive.

Aggiungerei che in ogni caso il nuovo massimo deve trovarsi al di fuori di una fase di congestione.

Meglio, dunque, anche se non necessario, se il nuovo massimo arriva dopo la rottura di una fase

laterale.

Una volta effettuato un massimo, il titolo deve realizzare almeno 3 massimi consecutivi decrescenti,

vale a dire un ritracciamento di 3 o più barre, tutte con massimi decrescenti.

ENTRY

Una volta che il titolo ha realizzato almeno 3 massimi decrescenti, entriamo alla rottura (di 1-2 tick)

del massimo dell’ultima barra di correzione.

Vediamo un esempio reale che servirà a chiarire il pattern.

Quello di seguito è il grafico orario del titolo STmicroelectronics. Vediamo come il prezzo sia

saldamente in trend con un ottimo andamento positivo. Dopo aver realizzato il massimo di periodo

STM mette a segno 3 candele consecutive con massimi decrescenti.

Si sono create tutte le condizioni del nostro setup per effettuare un’operazione long.

Alla prima violazione del massimo dell’ultima candela / barra di correzione (2 tick sopra) scatta

l’ingresso rialzista e si acquista il titolo.

Si posiziona uno stop di protezione qualche tick sotto la candela di entry e si gestisce la posizione

tenendo presente che un primotarget può individuarsi subito sotto il massimo relativo precedente

alla formazione del setup (nell’esempio in area 5.23)

Il Key buy, come dice lo stesso termine, è stato ideato per mercati in trend rialzista, ma questo non

toglie che possiamo sfruttarlo in modo speculare per individuare operazioni ribassiste, come

vediamo nell’esempio seguente.

Sul cross EUR/CHF il prezzo, in deciso downtrend, realizza un minimo e, subito dopo, rimbalza

andando a formare ben 5 candele con minimi crescenti. Appena la serie di minimi crescenti viene

interrotta possiamo entrare in direzione del trend, alla violazione del minimo dell’ultima

barra/candela di correzione, con stop subito sopra la candela di setup. Ancora una volta il primo

target può essere individuato a livello del minimo precedente il rimbalzo che, nel caso in esame, si

attestava in area 1.14.

Come si vede si tratta di un pattern estremamente semplice che tutti possono implementare nel

proprio trading.

Boomer e indicatore ADX | Individuazione di pattern

Molti di voi avranno sentito almeno una volta parlare di questo eccellente pattern: il Boomer di Jeff

Cooper.

I Boomer sono particolari configurazioni grafiche formate tre barre in sequenza, delle quali le ultime

due sono inside rispetto alla precedente. In pratica la prima barra racchiude le due successive le quali

hanno minimo e massimo rispettivamente superiore e inferiore alla precedente.

In definitiva, dopo la prima barra, si assiste a due "inside days", giornate in cui il minimo e il massimo

si sviluppano senza oltrepassare i valori della seduta precedente.

Vediamo un esempio nella figura che segue:

Tale situazione grafica indica una progressiva compressione di volatilità che normalmente da luogo

ad una esplosione dei prezzi di notevole entità. Del tutto simili al Boomer, dal punto di vista grafico,

sono altre due note configurazioni: il Dynamite Triangles di John R. Hill e gli Shark 32 di Thomas

Bulkowski.

Tutte e tre le tecniche hanno in comune l'individuazione di un pattern di compressione dei prezzi

composto da tre barre in sequenza aventi le caratteristiche sopra descritte che prelude ad una

successiva esplosione di volatilità. Tuttavia i Dynamite Triangles e gli Shark 32 non consentono di

prevedere in alcun modo la direzione del breakout, se non basandosi su pattern di continuazione o

inversione dell'analisi tecnica, quali ad esempio i triangoli che si formano su un massimo o un minimo

di periodo piuttosto che nel bel mezzo di un trend in essere.

Il pattern, come si può vedere nella figura seguente, da luogo ad una figura triangolare che può

essere di inversione o di continuazione del trend principale.

Successivamente vedremo quale sia il mio metodo di utilizzo di questo particolare pattern; al

momento soffermiamoci sul sistema adottato da Cooper.

Il valore aggiunto della tecnica di Cooper consiste nell'aver filtrato i segnali qualificando il trend in

atto in modo da poter classificare il Boomer come poattern rialzista piuttosto che ribassista. Nella

tecnica di Cooper, infatti, il Boomer viene filtrato con l'indicatore ADX .

Questo indicatore, che Welles Wilder ha introdotto nel libro New Concepts in Technical Trading

Systems, è concepito per misurare in modo oggettivo l'intensità del trend in atto. L'ADX, tuttavia, è in

grado di darci informazioni unicamente sulla forza del trend in atto ma non sulla sua direzione. Un

elevato valore dell'ADX, pertanto, mentre ci informa della esistenza di un forte trend, non ci dice se

questo sia rialzista o ribassista.

Wilder introdusse perciò un altro strumento, il Directional Movement (DM) composto da altri due

indicatori denominati +DI e -DI, in grado di restituire all'osservatore ulteriori informazioni riguardanti

la direzione del trend.

Un ADX maggiore di 30 (per il mercato italiano ci accontentiamo di valori maggiori di 20-25) identifica

un forte trend che, se accompagnato da un +DI superiore al -DI, verrà qualificato come rialzista

mentre, a pari livello di ADX, un -DI superiore al +DI identifica un trend ribassista.

Cooper utilizza pertanto l'ADX per filtrare i segnali provenienti da questo particolare pattern di

prezzo, denominato Boomer: in presenza di questa conformazione grafica si opera soltanto in

presenza di un valore dell'ADX maggiore di 30 (per Cooper) e solo nella direzione del trend, così

come qualificata dal rapporto fra +DI e -DI.

L'acquisto è pertanto confermato se il Boomer si crea in presenza di un ADX superiore a 30 (ma

abbiamo detto che per il mercato italiano è sufficiente un ADX maggiore di 20-25) e il +DI risulta

superiore al –DI.

Torniamo al nostro esempio di figura 1 per vedere nella pratica il pattern secondo Cooper.

Nel caso che precede abbiamo un ADX a 36, che indica un forte trend e il -DI maggiore del +DI il che

secondo Cooper sta a significare che il trend in essere è ribassista e il boomer, secondo la tecnica di

Cooper, potrà essere utilizzato SOLO per una operazione short.

Il punto d'ingresso, in questo caso, è rappresentato dal superamento del minimo della terza e ultima

barra della sequenza, mentre lo stop loss si posiziona due - tre tick al di sotto del minimo della

medesima barra. Ovviamente vale l'inverso in caso di pattern rialzista. In questo caso l'ingresso

avviene sopra il massimo della terza barra della sequenza e lo stop sarà posizionato sotto il minimo

della medesima barra. Va detto che prudenzialmente si può anche pensare di entrare sopra il

massimo della prima barra (quella che contiene le successive due, con stop sotto il minimo della

medesima barra, e viceversa per una operazione short).

I requisiti sono rispettati, l'entry è stato filtrato in direzione del trend usando l'ADX e il trade è andato

a buon fine.

Ovviamente, così come qualsiasi altra tecnica, anche il filtro usato da Cooper non può funzionare

sempre.

Vediamo il caso seguente:

In questo caso l'ADX è oltre i 27 (abbiamo detto che sul mercato italiano accettiamo anche valori

superiori a 20, mentre per i futures nella mia esperienza occorre avere almeno un ADX a 25, e in

questo caso ci saremmo). Il +DI è maggiore del -Di perciò dovremmo operare soltanto al rialzo.

Vediamo che succede successivamente:

Come vediamo in questo caso il filtro non avrebbe funzionato, anche se va detto che nel caso - come

quello illustrato - in cui i prezzi fuoriescono dalla parte opposta rispetto a quella attesa, ci limitiamo

semplicemente a non eseguire l'operazione. Quindi non abbiamo alcun danno, semmai un mancato

guadagno per non essere entrati in posizione in direzione della fuoriuscita dei prezzi.

Ebbene, personalmente è proprio questo il metodo che utilizzo. Il sistema di Cooper è sicuramente

l'ottimale per un trading system meccanico, in cui la macchina (il pc) deve sapere cosa fare in modo

oggettivo, ma a mio avviso nulla può sostituire l'occhio umano e l'esperienza sul campo.

Personalmente, quindi, prediligo utilizzare il pattern nel modo illustrato in figura, vale a dire

utilizzando gli elementi dell'analisi tecnica in mio possesso per decidere se e in quale direzione

entrare. Ho comunque verificato che entrando sopra il massimo (long) o sotto il minimo (short) della

prima barra della sequenza, raramente si sbaglia il trade.

Vediamo un altro esempio:

In questo caso abbiamo un ADX maggiore di 26 e un +DI che è maggiore del -DI il che qualifica il trend

come negativo. Quindi dovremmo operare soltanto short.

Tuttavia, anche in questo caso come nel precedente, entrano in gioco nozioni di analisi tecnica e di

esperienza e possiamo osservare: il future ha messo a segno tre minimi allineati in rapida successione

poco dopo le 19. Di qui è partito un tentativo di inversione del trend precedente, che potrebbe

essere esaurito, e il boomer si colloca sulla correzione. Inoltre uno short in queste condizioni mi

porterebbe immediatamente ad avere come resistenza i minimi precedenti, il che mi sconsiglia di

aprire una operazione ribassista. Invece, se i prezzi fuoriuscissero dalla parte superiore, avrei una

conferma che il trend può essere invertito e ampio spazio per gestire poi la mia operazione in trailing

stop.

Vediamo che succede.

Al di là delle considerazioni tecniche (presenza di triplo minimo, etc.) prendendo semplicemnte

posizione in direzione della fuoriuscita dei prezzi in entrambi i casi che abbiamo analizzato avremmo

avuto un trade profittevole. Sarebbe interessante, e non è detto che non lo faremo in seguito in una

apposita sezione, analizzare questo pattern dal punto di vista statistico.

Torniamo al caso iniziale di figura 1 e vediamo come anche questo trade sarebbe andato a segno

semplicemente seguendo la direzione dell’uscita dei prezzi.

Rivediamo il grafico:

E vediamo ora che succede alla perforazione del livello minimo del pattern:

Ancora una volta, quindi, seguire il trend segnalato dalla fuoriuscita dei prezzi avrebbe portato a un

trade vincente. Da osservare anche la divergenza sui volumi che appaiono in diminuzione, fattispecie

tipica dellef asi correttive.

Un'ultima annotazione: il pattern che Cooper descrive è utilizzato su base daily, mentre gli esempi

che vi ho riportato sono tutte analisi su time frame intraday a 5 minuti. Questo significa che si tratta

di un pattern mediamente stabile, qualsiasi sia il dominio temporale prescelto.

1-2-3 High or Low

Una delle prime tecniche che ho appreso per fare trading sulle inversioni del trend è quella dell’ 1-2-3

High or Low ideata dal noto trader americano Joe Ross che, credo, non abbia necessità di

presentazioni.

L’1-2-3- low si forma dopo un prolungato trend e, analogamente l’1-2-3 High si concretizza dopo un

trend rialzista; si tratta in ogni caso di pattern che possono costituire importanti punti di svolta del

mercato.

Vediamo subito di rappresentare graficamente questo particolare pattern di inversione nella figura

che segue:

Vediamo ora di capire come nasce questa conformazione grafica prendendo in analisi l’1-2-3 Low,

fermo restando che per l’1-2-3 High valgono ovviamente considerazioni analoghe.

Anzitutto ci troviamo in un trend discendente che, esauritasi momentaneamente la spinta ribassista,

va a formare il minimo che in figura è contrassegnato come punto 1.

In prossimità del minimo i ribassisti, da un lato, cominciano a prendere profitto; i compratori,

dall’altro lato, alimentano il rimbalzo che va a formare un massimo di periodo che in figura abbiamo

contrassegnato come punto 2.

In questo momento i compratori, che hanno creduto nel rimbalzo accumulando posizioni sui minimi

di mercato, cominciano a prendere profitto. A loro si uniscono i ribassisti incalliti che, essendo ancora

convinti che il mercato debba ulteriormente proseguire la discesa, aprono nuove posizioni short.

Questa nuova corrente di vendite arresta temporaneamente il rialzo e provoca una nuova correzione

che culmina nel punto 3, dando luogo ad un minimo più alto di quello precedente visto al punto 1.

Il clima del mercato è infatti cambiato e gli operatori che non erano riusciti ad entrare in occasione

del precedente rimbalzo, vedono questa correzione come una ottima occasione di acquisto e

accumulano posizioni al rialzo, facendo dapprima arrestare la correzione al punto 3 e poi dando vita

ad una ripresa delle quotazioni. Non appena i prezzi superano il punto 2 i ribassisti, comprendendo di

essere dalla parte sbagliata del trend di mercato, sono costretti loro malgrado a chiudere le posizioni

short, alimentando così il rialzo che richiama altri compratori, dando vita ad una vera e propria

inversione del trend.

Il breakout del punto 2 completa dunque questo pattern di inversione.

E’ importante notare che le quotazioni durante la correzione dal punto 2 non devono violare il punto

1, diversamente si avrebbe la formazione di un nuovo minimo, con la probabile prosecuzione del

trend ribassista, e il conteggio dovrebbe ricominciare.

Il movimento che si estende dal punto 1 al 2, così come quello dal punto 2 al 3, può essere costituito

anche da più di una barra, mentre nel pattern ideale la correzione che va punto 2 al 3 non dovrebbe

superare i 2/3 del movimento che va dal punto 1 al 2.

Vediamo qualche esempio sul mercato reale

Pattern 1-2-3- low da manuale su Unicredit su base daily. Il pattern si forma in tre sole barre, che

sono ovviamente il numero minimo di barre necessarie alla realizzazione della figura di inversione.

un altro 1-2-3- low da manuale questa volta su Saipem, time frame 60 minuti. La violazione del punto

2 da vita ad una inversione di trend di notevole intensità.

Scendiamo ancora di time frame e vediamo questa volta un 1-2-3- High che inverte il trend rialzista in

essere, a riprova che questo pattern può essere sfruttato indipendentemente dal time frame che

siamo soliti utilizzare.

In un prossimo appuntamento vedremo alcuni casi particolari di 1-2-3 High or Low, per poter

sfruttare appieno le peculiarità di questo interessante pattern grafico.

L’oops di Larry Williams

L’OOPS è uno dei pattern più efficaci che io abbia mai utilizzato nel mio trading.

Questo pattern è basato su una risposta eccessivamente emotiva degli operatori ad una news e/o ad

un dato macroeconomico, cui fa seguito una reazione altrettanto forte e contraria che si traduce in

un gap tra la chiusura della barra precedente e l’apertura della barra attuale. Si tratta di un pattern

su time frame daily, vale a dire da applicarsi a barre giornaliere.

Il pattern in questione è, appunto, l’OOPS di Larry Williams, uno dei più grandi traders che io abbia

mai conosciuto e che ho avuto la fortuna di vedere all’opera sui mercati reali.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio in cosa consiste il setup di questo pattern.

Entry long:

• Abbiamo un’apertura inferiore al minimo del giorno precedente (gap), condizione

abbastanza insolita in quanto, generalmente, il prezzo apre all’interno del range del giorno

precedente. Questa condizione è tanto più incisiva, quanto più il prezzo di apertura apre in

basso rispetto al minimo del giorno precedente.

• Il prezzo inverte poi la direzione, recuperando il minimo del giorno precedente e comincia a

salire abbastanza velocemente in direzione opposta rispetto alla apertura.

• Si entra al rialzo long non appena il prezzo recupera il minimo del giorno precedente.

Entry short:

• L’entrata short è esattamente speculare. Il prezzo apre sopra il massimo del giorno

precedente.

• Il mercato inverte la tendenza e recupera il massimo del giorno precedente.

• Entriamo short appena il prezzo scende sotto il massimo della giornata precedente.

Il termine attribuito a questo pattern deriva dal movimento del prezzo che si verifica quando il trader

entra in apertura di mercato in direzione del gap, basandosi su aspetti decisionali basati più che altro

sulla emotività (il mercato sta scendendo, mi metto short e viceeversa).

All’inizio il trade sembra funzionare ma l’improvvisa inversione del trend, con i prezzi che nella

direzione opposta all’operazione in essere, strappa al trader la classica esclamazione: oops… ho

sbagliato tutto.

Quando i traders si accorgono che il mercato si sta muovendo in maniera decisamente contraria alla

loro operazione, chiudono le posizioni, dando così ancora più spinta al movimento in atto.

Vediamo degli esempi pratici che chiariranno meglio questo semplice pattern. Qui di seguito

abbiamo l’indice Eurostoxx50 su base giornaliera. Troviamo in questo grafico ben due pattern, uno

all’inizio di un movimento rialzista e l’altro alla fine dello stesso movimento; in entrambi i casi l’Oops

decreta una inversione di trend piuttosto duratura.

Partendo dalla destra del grafico troviamo il primo pattern dopo una giornata fortemente ribassista

con chiusura vicina ai minimi della seduta. Il giorno successivo come conseguenza delle forti vendite

della giornata precedente i prezzi aprono decisamente al di sotto del minimo della seduta appena

conclusa. I prezzi, dopo l’apertura, continuano a scendere, ma ad un certo punto invertono la

tendenza e salgono con vigore recuperando il minimo del giorno precedente e addirittura

spingendosi oltre la metà della candela precedente.

L’ entrata long avviene appena il prezzo recupera il minimo precedente; è prudente posizionareuno

stop al di sotto del minimo giornaliero. Si gestisce poi il trade secondo la propria strategia di money

management. Il pattern successivo si verifica invece sul top di mercato dove abbiamo un setup short:

il prezzo apre al di sopra del massimo del giorno precedente, sale un po’ e poi inverte la tendenza.

Appena si riporta sotto il massimo del giorno si apre una posizione short, con stop sopra il massimo

di giornata.

Qui di seguito un altro setup short sul titolo STM. I prezzi aprono al di sopra del massimo del giorno

precedente, salgono per un po’ e poi cominciano a scendere riportandosi al di sotto del massimo

della giornata precedente. Anche in questo caso il trend che ne deriva è piuttosto importante.

Infine un setup short sul titolo Enel, segno evidente che questo pattern è adatto sia ad un trading su

indici che sulle singole azioni.

Stesso schema: dopo una apertura in gap-up, il prezzo ci permette di posizionarci short una volta

sceso sotto il massimo del giorno precedente e, come vediamo dopo il nostro segnale, i prezzi

invertono la tendenza arrivando a perdere circa il 25% dal punto di massimo.

Pur trattandosi di un pattern molto valido non bisogna mai dimenticare di posizionare lo stop loss a

protezione sopra il massimo o sotto il minimo di giornata per il caso sempre possibile che

l’operazione non vada per il verso giusto.

Cup and handle (la tazza con il manico)

Questa particolare e poco conosciuta figura di analisi tecnica richiama una tazza con il manico (cup &

handle) di qui lo strano nomignolo che le è stato affibbiato.

Questo pattern, molto affidabile, è tradizionalmente classificato tra le figure di inversione e, quindi,

lo possiamo cercare sui minimi di mercato. Peraltro, come vedremo, non è raro individuarlo nelle fasi

di consolidamento dei prezzi; in questo caso rappresenta senza dubbio una figura di continuazione)

del trend in essere.

Molto più raro è il cosiddetto”inverted cup and handle” (tazza con manico rovesciata) che

rappresenta una configurazione ribassita; la figura classica è pertanto una figura rialzista.

Nell’un caso e nell’altro, abbiamo prima una formazione arrotondata di accumulazione (la tazza)

abbastanza ampia di accumulazione (che può completarsi su base daily nell’arco di poche settimane

fino a diversi mesi) e, quindi, una configurazione (il manico) molto simile ma più piccola, sia come

ampiezza che come durata, decisamente inferiore.

La figura di inversione è caratterizzata da un notevole e lungo declino dei prezzi che si fermano ad un

certo livello, formando un minimo di periodo e cominciando poi lateralizzare, accompagnati da una

diminuzione dei volumi.

Dopo questa fase più o meno laterale i prezzi invertono la tendenza e cominciano a riprendere quota,

andando a formare un massimo relativo. Ha quindi luogo una piccola correzione durante la quale i

volumi diminuiscono notevolmente. Questa correzione va a formare il manico della tazza.

Dopo questa lieve correzione i prezzi riprendono a salire seguiti da un forte incremento dei volumi,

per andare a rompere il precedente massimo relativo ancora con volumi molto elevati.

Come vediamo nella figura qui in alto il titolo Authentidt Hldg, proviene da una notevole discesa dei

prezzi che tra il mese di agosto e novembre danno luogo ad un vero sell off, per poi cominciare a

lateralizzare fin verso il mese di marzo del successivo anno.

Nel mese di aprile i prezzi realizzano un massimo relativo, poi cominciano a correggere formando il

manico, per poi esplodere nuovamente portandosi da un valore di 0,35 ca. fino a 1,35.

Notiamo che la figura impiega diversi mesi a realizzarsi, orizzonte temporale tipico di questo pattern.

La figura di continuazione è uguale nella forma, con la differenza che i prezzi provengono da un up

trend molto forte. Essi raggiungono un massimo relativo e cominciano quindi a correggere nella

direzione opposta al trend in atto, andando a formare la parte sinistra della tazza.

A questo punto inizia una fase di consolidamento laterale dei prezzi (fondo) che in pratica è una fase

di riaccumulazione in attesa del successivo trend rialzista. I prezzi, infatti, riprendono poi a risalire

arrestandosi all’incirca sul livello del precedente massimo relativo (parte destra della tazza). Una

volta raggiunto questo livello, cioè il precedente massimo, i prezzi correggono per ca. un terzo del

lato destro della tazza e vanno a formare il manico. Ultimato il manico i prezzi riprendono la

direzione del trend in atto, andando a rompere i massimi relativi.

L’andamento dei volumi è del tutto simile a quello della figura di inversione.

Qui di seguito vediamo il titolo American Express che dopo un considerevole uptrend forma la nostra

figura di continuazione: un massimo relativo, un declino, quindi risalita verso il massimo relativo a

completarela tazza. Poi si assiste ad un consolidamento quasi del tutto laterale e più compresso della

tazza, a formare il manico. Successivamente, con la rottura dei massimi relativi, la figura è completa e

i prezzi esplodono verso l’alto, in direzione del trend principale.

Altro esempio, Broadridge Financial, anch’essa proveniente da un lungo uptrend, che effettua un

consolidamento a forma di tazza con manico:

E’ una figura da ricercarsi in sostenuti e perduranti trend rialzisti.

Ma possiamo ritrovare questa figura di continuazione anche capovolta (inverted cup and handle),

naturalmente con le stesse identiche caratteristiche di quella classica che ritroviamo negli uptrend.

Come vediamo nell’immagine precedente, Discovery Holding, proveniente da un trend al ribasso,

forma un consolidamento a forma di tazza con manico capovolta e poi addirittura forma un gap di

rottura facendo crollare i prezzi dal livello 18 fino ad area 12.

Dal punto di vista operativo possiamo sfruttare questa figura nel modo classico, ovvero al breakout

dei massimi fatti segnare dai prezzi durante la formazione della tazza col manico, oppure e in modo

più conservativo sull’eventuale pullback o, ancora e in modo più aggressivo e naturalmente più

rischioso, anticipando addirittura il breakout.

Vediamo qualche esempio

L’entrata più conservativa, quella classica, può essere effettuata alla rottura del massimo relativo,

con stop sotto il minimo del manico.

Possiamo calcolare il target della figura misurando la distanza fra il fondo della tazza e il secondo

massimo relativo e proiettando questa ampiezza dal punto di rottura dello stesso massimo, come

illustrato nella figura che segue:

Se vogliamo ridurre l’ampiezza del nostro stop loss, andando però incontro al rischio di falsi segnali,

possiamo entrare in modo più aggressivo alla rottura della trend line disegnata sui massimi realizzati

durante la correzione che forma il manico, piazzando uno stop iniziale sotto il minimo del manico:

Introduzione all'analisi candlestick

Inizia con questa introduzione una serie di articoli per guidare i lettori nella analisi candlestick che,

nata nel Giappone feudale tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, rappresenta forse la più

antica metodologia di analisi dei mercati finanziari.

La rappresentazione grafica dei mercati tramite le candele giapponesi presenta degli immediati

vantaggi anche per i trader neofiti in quanto evidenzia immediatamente a livello visivo lo

sbilanciamento di forze tra i compratori e i venditori in ogni singola sessione di scambi.

Il grafico candlestick è di semplice costruzione, e non richiede alcuna informazione aggiuntiva

rispetto a quello a barre. Sono infatti sufficienti i quattro prezzi riassuntivi delle contrattazioni

(apertura, massimo, minimo e chiusura).

La costruzione del grafico mediante candele offre tuttavia, rispetto a quelllo a barre, una

informazione aggiuntiva basata dalla relazione tra il primo e l'ultimo prezzo scambiati, ovvero il dato

di apertura e quello di chiusura.

Ogni singola candela è infatti costituita da:

• Main o real body (jittay in giapponese) ovvero il “corpo” della candela, che si ottiene unendo

il prezzo di apertura con quello di chiusura.

• Shadows (kage) ovvero linee sottili che collegano il massimo e il minimo di seduta al body,

rispettivamente definite upper shadow (uwakage) e lower shadow (shitakage).

Ogni candela può assumere un diverso colore (generalmente quelle più utilizzate sono di colore rosso

e verde oppure bianco e nero) a seconda che la chiusura del mercato sia maggiore (seduta positiva) o

minore (seduta negativa) della relativa apertura.

Nel software di analisi grafica si usa spesso la convenzione di "riempire" il body della candela

ribassista (colorandola di nero) lasciando invece vuoto (tracciandone solo il contorno) il corpo della

candela rialzista, come possiamo vedere nella figura che segue

L’analisi candlestick consente di identificare, come base di partenza, nove diversi tipi di candele,

ognuna delle quali rappresenta un differente movimento del mercato all'interno della seduta di

contrattazione, come possiamo vedere di seguito:

1. Long white body. Implicazioni fortemente rialziste. Il mercato si è spinto in una unica direzione,

ovvero al rialzo. Infatti successivamente alla apertura i prezzi si sono spinti verso l’alto andando a

chiudere in prossimità dei massimi fatti registrare nella sessione di contrattazione.

Nel caso in cui l’apertura coincida con il mino della seduta e la chiusura con il massimo, questa

candela rappresenta la massima forza rialzista che un

mercato possa esprimere e si presenta dunque senza shadows (o comunque con shadows pressoché

inesistenti). In questo caso si parla di "marubozu".

La presenza di questo squilibrio di forze a marcato favore degli acquirenti dipinge uno scenzario

potenzialmente rialzista anche per la seduta immediatamente successiva.

2. Long black body. Implicazioni fortemente ribassiste. E’ un pattern esattamente speculare al

precedente ed evidenzia una decisa prevalenza dei venditori rispetto agli acquirenti. Se ne deduce

una elevata probabilità di ulteriori ribassi nella seduta immediatamente successive.

3 e 4. Small body / spinning top. Questi pattern candlestick indicano una sostanziale stabilità del

mercato. Queste candele presentano un corpo di dimensioni troppo ridotte per consetre di valutare

lo squilibrio tra acquirenti e venditori e, ciò, indipendentemente dal colore della singola candela (la n.

3 indica rialzo e la n. 4 ribasso). In termini previsionali queste figure evidenziano moderate

potenzialità di rialzi (la n. 3) o di ribassi (la n.4).

5 e 6. Upper shadow lines. Implicazioni ribassiste. Questi pattern, per avere implicazioni ribassiste,

devono tuttavia trovarsi dopo un up trend pittosto pronunciato. L’ombra superiore sta a significare

che i tentativi di ulteriori rialzi effettuati dagli acquirenti, hanno ceduto il passo al ritorno dei

venditori che hanno respinto le quotazioni creando una upper scado piuttosto importante. In

prossimità dei massimi di questa figura potremo pertanto identificare un'area di resistenza. Il pattern

indica debolezza anche per la seduta immediatamente successiva.

7 e 8. Lower shadow lines. Implicazioni rialziste. Questo pattern candlestick è speculare al

precedente e per assumere significato deve formarsi dopo un down trend piuttosto pronunciato. In

questo caso l’ulteriore tentativo di allungo ribassista ha trovato un ritorno degli acquirenti che hanno

risollevato le quotazioni In questo caso in prossimità dei minimi della candela potremo identificare

una zona di supporto. Questo pattern genera una attesa rialzista anche per la seduta successiva. In

queste configurazioni, così come in quelle della figura 4, il colore del real body riveste un'importanza

secondaria essendo invece importante la formazione di una shadows (ombra) molto pronunciata.

9. Doji. Situazione di assoluto equilibrio. L’assenzadel real body (open = close) è espressione di

massimo equilibrio tra acquirenti e venditori e quindi di incertezza del mercato. Secondo la

letteratura giapponese il doji identifica che il "mercato è a un bivio. Molto significativa è la

formazione di una doji dopo periodi di forte direzionalità del mercato. Molto spesso la direzione del

mercato per le sedute seguenti è segnalata dalla violazione del massimo (trend rialzista) o del

minimo della doji (trend ribassista).

Prossimamente vedremo come sfruttare alcuni dei pattern candlestick fondati sui principi qui

esposti.

Shooting star: istruzioni per l’uso

La shooting star è un tipico pattern delle candlestick che trova la sua fisiologica collocazione in un

trend rialzista. Il pattern è composto da un piccolo real body (corpo) e da una lunga shadow (ombra)

nella parte superiore, mentre è privo o quasi della shadow nella parte inferiore.

La Shooting star da manuale è quella che presenta un gap rispetto alla candela che la precede ma, in

tanti anni di trading ho notato che anche in mancanza del gap il pattern resta affidabile. Nel trading

intraday, è poi molto raro assistere alla formazione di gap tra una candela e quella successiva,

pertanto occorre per così dire “accontentarsi” ed accettare il pattern anche in assenza del gap.

La Shooting star da manuale è quella che presenta un gap rispetto alla candela che la precede ma, in

tanti anni di trading ho notato che anche in mancanza del gap il pattern resta affidabile. Nel trading

intraday, è poi molto raro assistere alla formazione di gap tra una candela e quella successiva,

pertanto occorre per così dire “accontentarsi” ed accettare il pattern anche in assenza del gap.

La shooting star è un tipico pattern di inversione: l’ombra superiore sta a significare che gli acquirenti

hanno cercato di portare ancora più in alto il mercato ma, alla fine della seduta, sono stati sopraffatti

dai venditori che hanno respinto in basso le quotazioni. La violazione del minimo della shooting star

ci da la conferma che il precedente trend rialzista ha perso forza e convinzione, e ci offre un ottimo

spunto per sfruttare l’imminente ribasso.

Spesso il pattern appare a cavallo di resistenze importanti, ed in questi casi è ancora più significativo:

l’ombra superiore perfora la resistenza effettuando quello che in gergo si dice “breakout”, ma i

ribassisti riescono poi a riportare il mercato sotto tale livello.

Nell’esempio che segue un paio di casi in cui la shooting star svolge egregiamente la sua funzione di

pattern di inversione.

Come si può notare in entrambi i casi la shooting star si forma a ridosso di livelli di resistenza,

effettuando dapprima il breakout rialzista per poi andare a chiudere al di sotto del livello

precedentemente violato al rialzo.

L’uso che normalmente si fa di questo pattern è quindi quello di cogliere le inversioni di tendenza,

posizionandosi short, normalmente, alla violazione del minimo della shooting star. Tecnica che, nei

casi sopra esaminati, avrebbe funzionato in modo egregio.

Ma c’è un modo diverso di utilizzare questo pattern, che forse pochi conoscono. Da un lato, infatti, la

violazione del minimo della shooting star potrebbe dar luogo ad una inversione di tendenza,

trasformando in ribassista il precedente trend rialzista, o comunque arrestandolo per certo tempo.

Dall’altro lato, il breakout del massimo del pattern è ancora più significativo, e segna spesso la

prosecuzione del trend rialzista precedentemente in essere.

Se gli acquirenti, infatti, dopo essere stati vinti nella precedente battaglia, riescono nuovamente a

riportare su il mercato, fin sopra il massimo della candela, avrà luogo un nuovo flusso di acquisti: sia

da parte di coloro che ritrovando fiducia nel trend in essere entrano ex novo sul mercato; sia da parte

di quegli operatori che, avendo aperto posizioni short – cioè al ribasso – sfruttando la shooting star,

devono ora chiudere in perdita la posizione, “ricoprendo” cioè ricomprando la posizione venduta, per

evitare danni maggiori (c.d. stop loss).

Nell’esempio che segue si assiste in un primo momento alla formazione di una shooting star, proprio

a ridosso di un importante livello di resistenza, che fa presagire una imminente inversione del trend.

Tuttavia la shooting star in questo caso non da luogo alla attesa inversione del trend e, nel momento

in cui il massimo del pattern viene superato, si assiste ad una forte accelerazione del trend rialzista

già in essere, come possiamo osservare nella figura che segue:

Da quanto precede appare piuttosto evidente che la shooting star può essere utilizzata sia nel modo

tradizionale, come pattern di inversione; sia nel modo meno convenzionale che abbiamo appena

descritto, come pattern di continuazione del trend rialzista in essere.

Evening star

Questa figura nell’analisi grafica candlestick, rientra fra quelle di inversione a tre candele ed è un

pattern ribassista che si sviluppa in un uptrend.

La prima giornata (ma la figura è valida anche per una analisi intraday) è rappresentata da una

candela bianca ad ampio range seguita da una Star. La candela centrale (la star, appunto) registra un

gap up rispetto al corpo della candela precedente, che abbiamo detto deve essere ad ampio range e

rialzista, quindi con la chiusura maggiore dell’apertura.

E’ importante sottolineare che il gap up deve verificarsi rispetto al corpo della candela precedente e

non necessariamente rispetto al massimo della stessa.

La dimensione ridotta del corpo della candela centrale offre il primo segnale di indecisione degli

operatori circa la prosecuzione del trend in essere.

La terza candela registra un gap down (negativo) chiudendo su un livello ancora più basso e

completando così il pattern.

In pratica, la prima candela ad ampio range conferma l’uptrend evidenziando una forte pressione dei

compratori. Quando la seconda candela (la star) realizza un gap up, sul mercato si evidenzia ancora

una residua pressione rialzista, attenuata subito dopo con la formazione di una candela a range

ridotto, che indica indecisione e possibile inversione del trend.

Il corpo di questa candela centrale può essere indifferentemente bianco (seduta positiva close >

open) o nero (seduta negativa close < open). Se la candela centrale è una doji (vale a dire una

candela in cui open e close coincidono) le probabilità di inversione aumentano in modo

considerevole, attesa la maggiore indecisione presente negli operatori.

La terza candela, di stampo nettamente ribassista, conferma poi l’inversione del trend.

L’evening star dovrebbe presentare due gap, uno tra il corpo della prima e quello della seconda

candela e l’altro tra il corpo della seconda e quello della terza candela, ma l’esperienza personale mi

porta ad affermare che possiamo fare affidamento su questo pattern anche in assenza del secondo

gap.

Nell’intraday, oltretutto, è davvero difficile che si registrino gap tra una candela e quella successiva,

se non in presenza dell’uscita di notizie o di dati macroeconomici di rilievo.

Oltre a considerarla “a se stante”, possiamo anche verificare in quale contesto grafico la figura si

collochi, in modo da aumentare le probabilità di successo di un trade che sia basato su questa

particolare conformazione candlestick.

Pattern di questo tipo, che si sviluppino a ridosso di resistenze importanti, acquisiscono infatti ancora

più significato.

Come vediamo nel grafico seguente, il titolo americano Edison International, già proveniente da un

marcato uptrend, ha recentemente realizzato una candela rialzista ad ampio range: nella seduta

successiva i prezzi hanno quindi aperto in gap up ma hanno subito cominciato a correggere

realizzando una candela che già di per se denota forte negatività close < open).

Vediamo il grafico

L’apertura della terza candela, avvenuta al di sotto del minimo della star, conferma la potenziale

inversione del trend in atto. Il giorno seguente, infatti, il titolo apre in forte gap down, anche se poi

notiamo un tentativo di recupero delle quotazioni.

Come filtro per questa figura di inversione potremmo aggiungere un oscillatore in modo da

aumentare le probabilità di successo del pattern.

Inserendo un semplice CCI (Commodity Channel Index) a 18 periodi, possiamo notare come si sia

anche formata una divergenza di momentum in corrispondenza dei massimi fatti registrare dal titolo.

Tratteremo più nel dettaglio delle divergenze in un prossimo articolo; al momento basti sapere che

una divergenza è un andamento difforme dell’oscillatore prescelto per l’analisi, rispetto

all’andamento del titolo. Nel caso di specie a nuovi massimi sul titolo non corrispondono nuovi

massimi dell’oscillatore.

Vediamo anche in questo caso il grafico con il nostro oscillatore.

Infine, stringendo ancora il nostro grafico, possiamo verificare che il pattern si è realizzato in un

contesto particolare, a ridosso di una resistenza statica:

Insomma, in un caso come questo, la evening star formatasi proprio a ridosso di una importante zona

di resistenza, unita alla divergenza ribassista presente sull’oscillatore poteva far ben sperare sulla

buona riuscita del trade.

E così è stato: la evening star, opportunamente filtrata, ci ha offerto una buona opportunità di

trading a con un basso profilo di rischio

Hammer: uno dei pattern più affidabili dell’analisi candlestick

L’ hammer è un pattern di inversione dell’analisi candlestick, composto da una sola candela. Rientra

tra i pattern che non hanno necessità di essere confermati dalle candele successive, nei limiti che

diremo.

Si tratta di un pattern facilmente identificabile dalla presenza di un corpo molto piccolo e da una

lunga shadow che deve avere una lunghezza almeno doppia rispetto al corpo.

Questo pattern è identificabile dopo un downtrend e spesso preannuncia una imminente inversione

del mercato, ovvero un’area di prezzo in cui compratori cominciano a fronteggiare e resistere ai

venditori fino a prendere poi il sopravvento.

Il colore del pattern non è molto rilevante, ma un corpo bianco (open minore di close) ha una

rilevanza un po’ più rialzista (più bullish) rispetto al corpo di colore nero.

Si diceva che si tratta di un pattern che non ha necessità di conferme derivanti da candele successive,

come invece succede per altri pattern candlestick. Una successiva seduta fortemente rialzista

sancisce l’inversione del trend. Dal pattern non è invece dato ricavare alcuna indicazione sulla durata

dell’inversione, rinvenibile invece dal contesto generale.

Ecco come si presenta il pattern

Riassumiamo le condizioni che consentono di classificare il pattern come “hammer”:

• La shadow deve essere almeno doppia rispetto al corpo

• Il corpo si deve trovare alla sommità della shadow. Il colore della candela non è rilevante ma

un corpo positivo rivela una tendenza più bullish.

• Il pattern ideale è privo di shadow superiore che, se è presente, deve comunque essere di

ridotte dimensioni.

• Una successiva candela molto positiva confermare in via definitiva il pattern.

Rafforzamento del segnale:

• La formazione del pattern in prossimità di zone di supporto

• La presenza di un gap nella candela successiva.

• Un forte incremento del volume durante la formazione dell’hammer.

• Più lunga è la shadow più è potente il segnale di inversione

Contesto generale e aspetti psicologici del pattern

Siamo in presenza di un solido downtrend e il sentiment degli operatori è molto negativo. Il

downtrend prosegue, segno che i ribassisti hanno il controllo della situazione, ma ad un certo punto,

evidentemente perché i prezzi sono ritenuti eccessivamente “a sconto”, cominciano a verificarsi

acquisti in modo massiccio che spingono il prezzo verso la parte superiore del range della candela.

Il ritorno degli acquisti contribuisce a creare un piccolo corpo e una shadow molto pronunciata.

Questa situazione indica che i ribassisti non riescono a mantenere il controllo del mercato; non

appena i prezzi si portano, nella seduta successiva, al di sopra del massimo dell’hammer, abbiamo

una forte indicazione del fatto che i rialzisti hanno preso il sopravvento. Una seduta positiva,

immediatamente successiva alla formazione dell’hammer, ci da infine la definitiva conferma

dell’inversione del trend.

Vediamo un primo esempio sul grafico daily di Kraft, dove la formazione dell’hammer ha dato il via

ad una brusca e prolungata inversione del trend.

Nell’esempio che segue assistiamo alla formazione di un hammer su grafico intraday a 5 minuti su

American Express che si forma proprio in chiusura di seduta. Il giorno seguente l’apertura con un

forte lap-up non da la possibilità di entrare sul titolo.

Molti operatori, proprio ad evitare di restare fuori dal trade, anticipano l’ingresso ed entrano in

acquisto proprio mentre si sta formando la shadows inferiore (coda). Ovviamente il rovescio della

medaglia è che il giorno seguente vi sia una apertura in gap down e che il trend ribassista prosegua

spiazzando completamente gli acquirenti.

Un altro esempio sul grafico che segue, sempre su American Express su time frame 60 minuti

In questo caso prima del close di giornata è possibile entrare in posizione e restare overnigth forti del

gain procurato dal forte rialzo che ha fatto seguito alla formazione dell’hammer. Nelle giornate

successive il trend prosegue con una forte accelerazione.

Concludendo possiamo affermare che, come per altri pattern, più ampio è il time frame utilizzato,

maggiore è l’affidabilità dell’hammer. Non bisogna dimenticare, infatti, che l’analisi candlestick è

nata per una operatività su base daily, se non addirittura weekly. Ciò non toglie che, come abbiamo

visto nei grafici precedenti, il pattern possa essere utilizzato anche per un trading intraday, su grafici

orari e anche su time frame a 5 minuti.

In queso caso, un indicatore e/o oscillatore quale, a puro titolo di esempio, lo stocastico o l’RSI atti ad

evidenziare le zone di ipervenduto del mercato, potranno essere utilizzati ad ulteriore conferma della

affidabilità dell’hammer.

Inverted Hammer

Continuiamo la disamina dei pattern candlestick. Tratteremo in questo articolo di un pattern di

inversione rialzista per la verità tra i meno conosciuti, l’inverted hammer.

Trattandosi di un pattern di inversione rialzista lo troveremo dopo un un trend discendente.

E’ composto da un piccolo corpo situato sulla parte inferiore del range e da una lunga shadow

superiore che dovrebbe avere una estensione almeno doppia del real body; il colore del corpo non è

rilevante.

Non dovrebbe essere presente nessuna ombra inferiore, o in ogni caso, dovrebbe essere poco

significativa. Per questo tipo di pattern è prudente attendere una conferma che potrebbe essere data

da una apertura, della candela successiva, più alta risp

Nell’immagine sopra abbiamo il titolo Banca popolare Spa con dati settimanal

lunga discesa da quota 19 si arresta con la formazione di un inverted hammer. I prezzi, dopo la

conferma della figura, si riportano in area 14 dal livello di 10,20, con un apprezzamento del 40%

circa.

Non dovrebbe essere presente nessuna ombra inferiore, o in ogni caso, dovrebbe essere poco

significativa. Per questo tipo di pattern è prudente attendere una conferma che potrebbe essere data

da una apertura, della candela successiva, più alta rispetto al real body.

Nell’immagine sopra abbiamo il titolo Banca popolare Spa con dati settimanali. Vediamo come la

lunga discesa da quota 19 si arresta con la formazione di un inverted hammer. I prezzi, dopo la

conferma della figura, si riportano in area 14 dal livello di 10,20, con un apprezzamento del 40%

Non dovrebbe essere presente nessuna ombra inferiore, o in ogni caso, dovrebbe essere poco

significativa. Per questo tipo di pattern è prudente attendere una conferma che potrebbe essere data

i. Vediamo come la

lunga discesa da quota 19 si arresta con la formazione di un inverted hammer. I prezzi, dopo la

conferma della figura, si riportano in area 14 dal livello di 10,20, con un apprezzamento del 40%

L’immagine qui sopra è invece relativa al titolo Luxottica su base giornaliera. Vediamo come i prezzi

stanno scendendo da quota 22 fino alla formazione di un inverted hammer che fa partire un deciso

trend rialzista che riporta i prezzi sopra 24.

Il pattern acquista maggiore valenza qualora si formi in prossimità di minimi di mercato.

Come per moltissimi altri pattern delle candlestick vale la regola che maggiore è il time frame

utilizzato più è alta la probabilità di successo nel pattern. In ogni caso, dopo essere entrati al rialzo, è

prudente piazzare uno stop di protezione poco sotto il minimo del pattern.

Hanging Man

L’Hanging Man è un pattern candlestick dalle implicazioni ribassiste ed è esattamente speculare

all’hammer, che abbiamo trattato in un altro articolo.

Possiamo trovare questo pattern dopo un uptrend prolungato o, come vedremo, anche dopo una

fase di correzione. Contrariamente all’hammer, l’hanging man ha una probabilità di successo

notevolmente più elevata, almeno stando alle statistiche riportate dai trattati candlestick. Questo

pattern, infatti risulterebbe avere il 69% di probabilità di riuscita, contro il 41% del suo opposto.

Peraltro la sua ricorrenza, anche se abbastanza frequente, è di gran lunga inferiore a quella

dell’hammer.

Vediamo nela figura che segue come è formato il pattern.

Aspetti psicologici:

Dopo un trend al rialzo ben definito il prezzo apre ancora in alto, ma comincia poi a correggere. I

ribassisti prendono il controllo spingendo i prezzi verso il basso, ma prima della chiusura della

candela i rialzisti riescono nuovamente a riportare il prezzo verso l’alto, quasi al livello di apertura.

Ad un osservatore poco attento, potrebbe sembrare che i rialzisti abbiano ancora il controllo della

situazione, ma la lunga shadow inferiore mostra che i ribassisti hanno cominciato a posizionarsi su

questi livelli, facendo suonare un primo campanello di allarme sulla solidità del trend rialzista in atto.

Un forte movimento verso il basso nella seduta successiva conferma il fatto che i ribassisti hanno

ripreso il sopravvento, decretando un’inversione di tendenza.

Personalmente preferisco attendere la conferma del pattern nella candela immediatamente

successiva: prima di entrare in posizione, dunque, attendo la violazione del minimo dell’hanging man.

Ritengo invece indifferente il colore del corpo e così pure il rispetto delle proporzioni (1:3) tra corpo e

scado. Anche la presenza di una piccola shadow superiore non inficia la bontà del pattern, ed è anzi

piuttosto frequente.

Vediamo ora qualche esempio tratto dai mercati reali.

Nel grafico che precede vediamo i prezzi muoversi in un uptrend. Realizzano un top con una forte

candela di espansione, poi fanno una pausa e seguito realizzano un’apertura in gap up. Il prezzo

comincia a scendere, appare evidente che i ribassisti hanno preso il sopravvento.

Ad un certo punto però tornano i rialzisti respingendo il prezzo verso l’alto e creando così il pattern

hanging man indicato nel grafico con la freccia di colore blu.

Nella seduta successiva però il prezzo apre in lap rispetto alla chiusura e non è in grado di tornare più

sui massimi. La violazione del minimo dell’hanging man conferma il pattern e da il via ad una versa e

propria inversione di trend.

Vediamo altri esempi per i quali valgono le medesime considerazioni.

Boeing – grafico orario

Disney – grafico 5 minuti

Spesso possiamo trovare il pattern anche dopo una correzione di un trend ribassista e, in questo

caso, l’hanging man segna la ripresa del trend originario.

Vediamo un esempio che si commenta da solo sul cross eur/jpy con grafico a 15 minuti.

Torno a dire, in conclusione, che dal punto di vista operativo è preferibile aprire una posizione short

solo alla violazione del minimo dell’hanging man, posizionando uno stop di protezione sopra il

massimo del pattern. In tali condizioni, infatti, il pattern si è dimostrato particolarmente efficace

indipendentemente dal time frame di riferimento.

Gli Engulfing

Il pattern Engulfing è costituito da due candele consecutive con un realbody di colore opposto. Il

corpo della seconda candela racchiude completamente il corpo della candela precedente. Chiariamo

subito un dubbio: nell'analisi candlestick classica quando parliamo di engulfing dobbiamo considerare

solo i corpi e non anche le shadows.

Altra annotazione: per il nostro trading prenderemo in considerazione solo quei pattern che si

verificheranno dopo che si sia sviluppato un trend ben definito, scartando quelli che si concretizzino

nelle fasi laterali e perciò prive di direzionalità.

La prima candela del pattern engulfing ha un corpo a range ridotto, mentre la successiva ha un corpo

ad ampio range, questo perché il movimento della seconda candela è molto più ampio rispetto a

quella precedente, in quanto potrebbe riflettere il possibile esaurimento del trend in essere.

L’ampiezza delle due candele che compogono il pattern può avere una certa valenza, tanto più è

ristretto il range della prima candela e più è ampio il range della seconda, quanto più il pattern è

attendibile.

La formazione di questo pattern è abbastanza frequente ed ha una percentuale di successo che si

aggira intorno al 45%.

Bearish Engulfing

I prezzi si trovano in trend rialzista. Ad un certo punto si crea una candela positiva a range ridotto e

con pochi volumi, indice di contrazione di range e quindi di indecisione del mercato. Il giorno

successivo il mercato apre al di sopra del massimo precedente e crolla in modo deciso con la chiusura

che si attesta al di sotto del minimo della candela precedente. Volumi in aumento su questa seconda

candela aumentano l’affidabilità del pattern.

Questo movimento ci può indurre a pensare che il trend rialzista cominci a vacillare; se, il giorno

successivo al completamento del pattern, i prezzi si attestano su livelli più bassi del minimo della

seconda candela ad ampio range, abbiamo una conferma ch

Parliamo di giorni solo perché l’analisi candlestick nasce come tecnica daily; ciò non toglie che

possiamo utilizzare tutti i pattern di questa analisi anche per l’intraday. Ovviamente, più abbassiamo

il time frame della notra analisi, maggiori saranno i falsi segnali.

Ecco come si presenta il pattern Bearish Engulfing

Bullish Engulfing

L’indentificazione del pattern engulfing rialzista è esattamente speculare a quello ribassista:

trend ribassista, formazione di una candela a range ridotto che va nella stessa direzione del trend in

essere. Il giorno successivo i prezzi aprono al di sotto del minimo del giorno precedente e cominciano

a salire in modo vigoroso andando a chiudere al di sopra dell

dopo il completamento del pattern i prezzi si attestano al di sopra del massimo del pattern abbiamo

conferma della possibile inversione del trend.

La formazione di questo pattern è abbastanza frequente ed ha una percentuale di successo che si

I prezzi si trovano in trend rialzista. Ad un certo punto si crea una candela positiva a range ridotto e

con pochi volumi, indice di contrazione di range e quindi di indecisione del mercato. Il giorno

al di sopra del massimo precedente e crolla in modo deciso con la chiusura

che si attesta al di sotto del minimo della candela precedente. Volumi in aumento su questa seconda

candela aumentano l’affidabilità del pattern.

Questo movimento ci può indurre a pensare che il trend rialzista cominci a vacillare; se, il giorno

successivo al completamento del pattern, i prezzi si attestano su livelli più bassi del minimo della

seconda candela ad ampio range, abbiamo una conferma che il trend in atto non è più integro.

Parliamo di giorni solo perché l’analisi candlestick nasce come tecnica daily; ciò non toglie che

possiamo utilizzare tutti i pattern di questa analisi anche per l’intraday. Ovviamente, più abbassiamo

la notra analisi, maggiori saranno i falsi segnali.

Ecco come si presenta il pattern Bearish Engulfing

L’indentificazione del pattern engulfing rialzista è esattamente speculare a quello ribassista:

sista, formazione di una candela a range ridotto che va nella stessa direzione del trend in

essere. Il giorno successivo i prezzi aprono al di sotto del minimo del giorno precedente e cominciano

a salire in modo vigoroso andando a chiudere al di sopra dell’apertura del giorno precedente. Se

dopo il completamento del pattern i prezzi si attestano al di sopra del massimo del pattern abbiamo

conferma della possibile inversione del trend.

La formazione di questo pattern è abbastanza frequente ed ha una percentuale di successo che si

I prezzi si trovano in trend rialzista. Ad un certo punto si crea una candela positiva a range ridotto e

con pochi volumi, indice di contrazione di range e quindi di indecisione del mercato. Il giorno

al di sopra del massimo precedente e crolla in modo deciso con la chiusura

che si attesta al di sotto del minimo della candela precedente. Volumi in aumento su questa seconda

Questo movimento ci può indurre a pensare che il trend rialzista cominci a vacillare; se, il giorno

successivo al completamento del pattern, i prezzi si attestano su livelli più bassi del minimo della

e il trend in atto non è più integro.

Parliamo di giorni solo perché l’analisi candlestick nasce come tecnica daily; ciò non toglie che

possiamo utilizzare tutti i pattern di questa analisi anche per l’intraday. Ovviamente, più abbassiamo

L’indentificazione del pattern engulfing rialzista è esattamente speculare a quello ribassista:

sista, formazione di una candela a range ridotto che va nella stessa direzione del trend in

essere. Il giorno successivo i prezzi aprono al di sotto del minimo del giorno precedente e cominciano

’apertura del giorno precedente. Se

dopo il completamento del pattern i prezzi si attestano al di sopra del massimo del pattern abbiamo

Ecco come si presenta il pattern Bullish Engulfing

Vediamo ora alcuni esempi tratti dal mercato reale.

Di seguito il titolo Eni time frame daily. I prezzi si stanno muovendo in trend ribassista da quota 18,50

ca. Ad un certo punto si forma una candela con corpo negativo, in sintonia con il trend in atto e il

giorno successivo i prezzi aprono lievemente al di sotto del minimo del giorno precedente, scendono

ancora un po’ e poi invertono la tendenza. I prezzi quindi vanno

di sopra del massimo del giorno precedente, formando una candela positiva ad ampio range. Nei

giorni successivi i prezzi quotano al di sopra del massimo del pattern per poi dare luogo ad un trend

rialzista che riporta il titolo sopra quota 17,5.

Di seguito il titolo Enel su base daily, con la formazione di due Bearish Engulfing a distanza di pochi

giorni, segno che l’uptrend non è più sostenibile. Infatti dopo qualche seduta i prezzi precipitano,

addirittura formando un gap per poi riportarsi sott

Ecco come si presenta il pattern Bullish Engulfing

Vediamo ora alcuni esempi tratti dal mercato reale.

Di seguito il titolo Eni time frame daily. I prezzi si stanno muovendo in trend ribassista da quota 18,50

certo punto si forma una candela con corpo negativo, in sintonia con il trend in atto e il

giorno successivo i prezzi aprono lievemente al di sotto del minimo del giorno precedente, scendono

ancora un po’ e poi invertono la tendenza. I prezzi quindi vanno a chiudere sui massimi di giornata al

di sopra del massimo del giorno precedente, formando una candela positiva ad ampio range. Nei

giorni successivi i prezzi quotano al di sopra del massimo del pattern per poi dare luogo ad un trend

il titolo sopra quota 17,5.

Di seguito il titolo Enel su base daily, con la formazione di due Bearish Engulfing a distanza di pochi

giorni, segno che l’uptrend non è più sostenibile. Infatti dopo qualche seduta i prezzi precipitano,

addirittura formando un gap per poi riportarsi sotto quota 5,30.

Di seguito il titolo Eni time frame daily. I prezzi si stanno muovendo in trend ribassista da quota 18,50

certo punto si forma una candela con corpo negativo, in sintonia con il trend in atto e il

giorno successivo i prezzi aprono lievemente al di sotto del minimo del giorno precedente, scendono

a chiudere sui massimi di giornata al

di sopra del massimo del giorno precedente, formando una candela positiva ad ampio range. Nei

giorni successivi i prezzi quotano al di sopra del massimo del pattern per poi dare luogo ad un trend

Di seguito il titolo Enel su base daily, con la formazione di due Bearish Engulfing a distanza di pochi

giorni, segno che l’uptrend non è più sostenibile. Infatti dopo qualche seduta i prezzi precipitano,

Per avere una ulteriore conferma di questo pattern potremmo anche farci aiutare dall’analisi

algoritmica (oscillatore) andando ad individuare durante la formazione del pattern le classiche

divergenze, meglio se in una zona di ipercomprato (in caso di Bearish Engulfing) o di ipervenduto (nel

caso di Bullish Engulfing.

Il titolo qui di seguito è Stmicroelectronics sempre su base daily. I prezzi sono impostati al rialzo. Ad

un certo punto si forma una candela positiva con un range abbastanza ridotto. Il giorno dopo i prezzi

aprono al di sopra della chiusura del giorno precedente e realizzano un nuovo massimo per poi

invertire la tendenza e chiudere al di sotto del minimo della seduta precedente, formando una

candela ad ampio range negativa.

La Bearish Engulfing che ha così preso forma inverte la tendenza delle quotazioni. Anche un

comunissimo CCI a 14 periodi ci indica un indebolimento del trend in atto con una serie di

divergenze. Anche in questo caso abbiamo una ulteriore Bearish Engulfing successivamente alla

quale i prezzi cominciano la discesa verso quota 14.

Nell’analisi candlestick, questo pattern viene classificato come figura di inversione, ma la sua

formazione all’interno di una correzione ci può portare ad utilizzarlo anche come ulteriore segnale di

fine correzione (quindi di continuazione del trend principale) come possiamo vedere dall’immagine

seguente.

Abbiamo ancora il titolo Stmicroelectronics in trend ribassista. I prezzi effettuano una correzione che

termina proprio con la formazione di una Bearish Engulfing , che ci preavverte che il trend in atto può

riprendere la corsa nella sua direzione.

Infatti dopo la rottura della trend line dinamica che sorregge la correzione, i prezzi precipitano in un

sostenuto movimento al ribasso.

Gli Harami

Si tratta di un pattern la cui formazione è molto frequente. Nella mia personale esperienza posso dire

che, contrariamente a quanto si legge nei

affidabilità molto simile a quella degli engulfing, se non addirittura superiore.

Vediamone subito la costruzione.

Harami ribassista

Le candele che costituiscono il pattern harami sono le stesse che

ma disposte inversamente. Nella pratica abbiamo una formazione a due candele, di cui la seconda è

“inside” cioè interamente contenuta in quella che la precede, nei limiti di cui subito diremo.

Ritroviamo l’harami ribassista al termine di un trend al rialzo o dopo una correzione rialzista in un

trend al ribasso. E’ formato da una candela ad ampio range che racchiude totalmente la candela che

la segue, la quale ultima deve essere a range ristretto. E’ una specie di inside

differenza che negli harami si fa riferimento solo al corpo della candela a range ristretto e non ai

minimi e ai massimi.

Si tratta di un pattern la cui formazione è molto frequente. Nella mia personale esperienza posso dire

che, contrariamente a quanto si legge nei vari scritti, si tratta di un pattern con una rilevanza e

affidabilità molto simile a quella degli engulfing, se non addirittura superiore.

Vediamone subito la costruzione.

Le candele che costituiscono il pattern harami sono le stesse che formano anche il pattern engulfing,

ma disposte inversamente. Nella pratica abbiamo una formazione a due candele, di cui la seconda è

“inside” cioè interamente contenuta in quella che la precede, nei limiti di cui subito diremo.

ista al termine di un trend al rialzo o dopo una correzione rialzista in un

trend al ribasso. E’ formato da una candela ad ampio range che racchiude totalmente la candela che

la segue, la quale ultima deve essere a range ristretto. E’ una specie di inside day, come detto, con la

differenza che negli harami si fa riferimento solo al corpo della candela a range ristretto e non ai

Si tratta di un pattern la cui formazione è molto frequente. Nella mia personale esperienza posso dire

vari scritti, si tratta di un pattern con una rilevanza e

formano anche il pattern engulfing,

ma disposte inversamente. Nella pratica abbiamo una formazione a due candele, di cui la seconda è

“inside” cioè interamente contenuta in quella che la precede, nei limiti di cui subito diremo.

ista al termine di un trend al rialzo o dopo una correzione rialzista in un

trend al ribasso. E’ formato da una candela ad ampio range che racchiude totalmente la candela che

day, come detto, con la

differenza che negli harami si fa riferimento solo al corpo della candela a range ristretto e non ai

Questo pattern ha una percentuale di successo del 50% e anche qui è consigliabile attendere una

conferma che può essere data dalla rottura del minimo del pattern.

Vediamo degli esempi sul mercato reale.

Qui di seguito un grafico giornaliero del titolo ENI. Come possiamo osservare, i prezzi provengono da

una tendenza rialzista.

Proprio sul top si forma una candela positiva a forte espansione e nella seduta successiva, una

candela inside, negativa, a range ristretto. Nelle sedute successive il prezzo rompe il minimo del

pattern (candela verde) e comincia una discesa che porta il titolo a perdere più del 10% in poche

sedute.

Nel grafico precedente abbiamo visto la formazione del pattern su un top assoluto, mentre nel

grafico che segue vediamo come il pattern possa essere un ottimo strumento di timing che ci indica

la fine di una correzione all’interno di un trend ribassista.

Abbiamo il grafico daily del titolo Autogrill. Vediamo come la tendenza di fondo sia già impostata al

ribasso. Ad un certo punto i prezzi consolidano in una correzione (rialzo) alla fine della quale si

genera la formazione di un harami ribassista.

Questa situazione ci può far aprire una posizione short sulla rottura del minimo del pattern, con stop

subito sopra, per farci andare in direzione del trend ribassista di fondo.

Harami rialzista

La posizione delle candele è opposta a quella dell’harami ribassista. Abbiamo una candela

range che ingloba totalmente la candela che la segue che è una candela a range ristretto e di colore

bianco. Possiamo ritrovare questa formazione alla fine di un trend discendente o dopo una

correzione ribassista in un trend ascendente. La percent

del 50% (si tratta di valori medi tratti dai vari manuali specialistici) e come già detto è consigliabile

attendere una conferma nei giorni successivi alla sua formazione.

Sotto nel seguente grafico abbiamo un esempio eccezionale di come questi pattern possano essere

usati come strumento di timing sia per cogliere un’inversione di tendenza, sia per individuare la

continuazione del trend in atto.

La posizione delle candele è opposta a quella dell’harami ribassista. Abbiamo una candela

range che ingloba totalmente la candela che la segue che è una candela a range ristretto e di colore

bianco. Possiamo ritrovare questa formazione alla fine di un trend discendente o dopo una

correzione ribassista in un trend ascendente. La percentuale di successo di questo pattern è sempre

del 50% (si tratta di valori medi tratti dai vari manuali specialistici) e come già detto è consigliabile

attendere una conferma nei giorni successivi alla sua formazione.

Sotto nel seguente grafico abbiamo un esempio eccezionale di come questi pattern possano essere

usati come strumento di timing sia per cogliere un’inversione di tendenza, sia per individuare la

La posizione delle candele è opposta a quella dell’harami ribassista. Abbiamo una candela ad ampio

range che ingloba totalmente la candela che la segue che è una candela a range ristretto e di colore

bianco. Possiamo ritrovare questa formazione alla fine di un trend discendente o dopo una

uale di successo di questo pattern è sempre

del 50% (si tratta di valori medi tratti dai vari manuali specialistici) e come già detto è consigliabile

Sotto nel seguente grafico abbiamo un esempio eccezionale di come questi pattern possano essere

usati come strumento di timing sia per cogliere un’inversione di tendenza, sia per individuare la

Come vediamo, nel grafico di seguito, il titolo Banca Popolare si trova in un forte downtrend.

I prezzi dopo aver formato un primo minimo correggono e tornano a scendere. Apparentemente il

prezzo ha iniziato a scendere con violenza formando candele ad ampio range, e con l’ultima candela

negativa (primo riquadro blu) tocca quasi il minimo precedente (possibile doppio minimo). Il giorno

successivo abbiamo la formazione di una candela inside con corpo notevolmente ristretto (harami).

Nella seduta successiva i prezzi confermano il pattern, rompendo il suo massimo dando vita a un

considerevole uptrend.

Verso la metà del movimento i prezzi effettuano una correzione di appena due candele (secondo

riquadro blu). Dopo la seconda candela ribassista ad ampio range abbiamo la formazione di una

giornata inside, una candela con corpo notevolmente ridotto. A partire dalla seduta successiva, a

quella inside, i prezzi esplodono nuovamente al rialzo con una candela di espansione.

Come vediamo in questa particolare situazione, questo pattern ci ha restituito un’ottima indicazione

di timing, individuando con precisione l’inversione del trend e segnalando poi la continuazione del

trend in atto dopo la breve correzione.

Le doji

Vi sono alcuni tipi di candele giapponesi che spesso sono in grado di identificare importanti punti di

svolta del mercato. Uno di questi pattern è la doji line.

Su grafici daily, le doji, spesso indicano l’inizio di un trend minore o intermedio, per cui ri

questo tipo di pattern può evitarci errori comuni quale quello di entrare al rialzo sui massimi di

mercato o al ribasso sui minimi, oppure al contrario può fornirci valide indicazioni per prendere

posizione proprio alla vigilia di un’importante i

Vi sono ben 4 tipi di candele doji

abbastanza ristretto ed indica notevole indecisione.

La seconda versione e la figura long

coincidenti ma da un range notevolmente più ampio della doji classica. Questo pattern indica una

marcata corsa al rialzo dei prezzi, respinti poi verso il basso, fino al livello di apertura da forti prese di

profitto. Comportamento degli operatori, questo, che restituito g

candlestick indica estrema indecisione.

Dal punto di vista operativo questo pattern può essere sfruttato in abbinamento alle bande di

bollinger di cui abbiamo già parlato in un altro artic

delle bande di bollinger le probabilità di inversione del prezzo sono molto elevate.

Il terzo tipo di doji è la Gravestone Doji, una candela con apertura e chiusura coincidenti e una lunga

coda superiore. Letteralmente “pietra tombale” dal nome possiamo dedurre quali sono le sue

implicazioni.

Su grafici daily, le doji, spesso indicano l’inizio di un trend minore o intermedio, per cui ri

questo tipo di pattern può evitarci errori comuni quale quello di entrare al rialzo sui massimi di

mercato o al ribasso sui minimi, oppure al contrario può fornirci valide indicazioni per prendere

posizione proprio alla vigilia di un’importante inversione del trend.

doji: la classica figura doji che ha chiusura e apertura coincidenti e range

abbastanza ristretto ed indica notevole indecisione.

long-logged doji, caratterizzata sempre da apertura e chiusura

un range notevolmente più ampio della doji classica. Questo pattern indica una

marcata corsa al rialzo dei prezzi, respinti poi verso il basso, fino al livello di apertura da forti prese di

profitto. Comportamento degli operatori, questo, che restituito graficamente dal nostro pattern

candlestick indica estrema indecisione.

Dal punto di vista operativo questo pattern può essere sfruttato in abbinamento alle bande di

bollinger di cui abbiamo già parlato in un altro articolo. Quando questa figura si verifica al di fuori

delle bande di bollinger le probabilità di inversione del prezzo sono molto elevate.

Il terzo tipo di doji è la Gravestone Doji, una candela con apertura e chiusura coincidenti e una lunga

etteralmente “pietra tombale” dal nome possiamo dedurre quali sono le sue

Su grafici daily, le doji, spesso indicano l’inizio di un trend minore o intermedio, per cui riconoscere

questo tipo di pattern può evitarci errori comuni quale quello di entrare al rialzo sui massimi di

mercato o al ribasso sui minimi, oppure al contrario può fornirci valide indicazioni per prendere

: la classica figura doji che ha chiusura e apertura coincidenti e range

, caratterizzata sempre da apertura e chiusura

un range notevolmente più ampio della doji classica. Questo pattern indica una

marcata corsa al rialzo dei prezzi, respinti poi verso il basso, fino al livello di apertura da forti prese di

raficamente dal nostro pattern

Dal punto di vista operativo questo pattern può essere sfruttato in abbinamento alle bande di

olo. Quando questa figura si verifica al di fuori

delle bande di bollinger le probabilità di inversione del prezzo sono molto elevate.

Il terzo tipo di doji è la Gravestone Doji, una candela con apertura e chiusura coincidenti e una lunga

etteralmente “pietra tombale” dal nome possiamo dedurre quali sono le sue

Anche in questo caso abbiamo un notevole rialzo delle quotazioni poi respinte fortemente verso il

basso, fino al prezzo di apertura da prese di profitto.

L’ultima versione di questo tipo di pattern è la Drangonfly doji c

gravestone doji. In questo caso abbiamo un forte ribasso dei prezzi, subito dopo l’apertura, e poi

notevoli prese di profitto che respingono il prezzo sul livello di apertura.

Operativamente questi due ultimi pattern sono poco sfruttabili, almeno secondo la mia esperienza,

perché essendo la shadow molto pronunciata, risulta molto “costoso” posizionare lo stop al di sotto

del pattern (nel caso di operazione rialzista) o al di sot

Quando si verfica un pattern doji dobbiamo porre molta attenzione alla sua posizione, se ad esempio

la doji line si verifica all’inizio di un trend sono basse le probabilità che possa invertire la tendenza in

atto.

Ancora una volta possiamo associare l’utilizzo delle bande di bollinger per avere qualche indicazione

operativa dal pattern doji.

Se, ad esempio, il pattern si verifica all’incirca nel mezzo delle bande, possiamo pensare più ad una

pausa del mercato piuttosto che ad una inversione vera e propria.

Naturalmente non dobbiamo basare il nostro processo decisionale solamente su una singola doji, ma

osservare il grafico nel suo complesso per ricavane maggiori indicazioni operative e ulteriori

conferme. Quindi il verificarsi di una doji in prossimità di supporti o resistenze, oppure al test di

trendline oppure ancora in appoggio a canali di prezzo, può essere una ulteriore conferma della

significatività del pattern.

Anche in questo caso abbiamo un notevole rialzo delle quotazioni poi respinte fortemente verso il

basso, fino al prezzo di apertura da prese di profitto.

L’ultima versione di questo tipo di pattern è la Drangonfly doji che è la versione opposta della

gravestone doji. In questo caso abbiamo un forte ribasso dei prezzi, subito dopo l’apertura, e poi

notevoli prese di profitto che respingono il prezzo sul livello di apertura.

Operativamente questi due ultimi pattern sono poco sfruttabili, almeno secondo la mia esperienza,

perché essendo la shadow molto pronunciata, risulta molto “costoso” posizionare lo stop al di sotto

del pattern (nel caso di operazione rialzista) o al di sotto (nel caso di operazione rialzista).

Quando si verfica un pattern doji dobbiamo porre molta attenzione alla sua posizione, se ad esempio

la doji line si verifica all’inizio di un trend sono basse le probabilità che possa invertire la tendenza in

cora una volta possiamo associare l’utilizzo delle bande di bollinger per avere qualche indicazione

Se, ad esempio, il pattern si verifica all’incirca nel mezzo delle bande, possiamo pensare più ad una

o che ad una inversione vera e propria.

Naturalmente non dobbiamo basare il nostro processo decisionale solamente su una singola doji, ma

osservare il grafico nel suo complesso per ricavane maggiori indicazioni operative e ulteriori

ificarsi di una doji in prossimità di supporti o resistenze, oppure al test di

trendline oppure ancora in appoggio a canali di prezzo, può essere una ulteriore conferma della

Anche in questo caso abbiamo un notevole rialzo delle quotazioni poi respinte fortemente verso il

he è la versione opposta della

gravestone doji. In questo caso abbiamo un forte ribasso dei prezzi, subito dopo l’apertura, e poi

Operativamente questi due ultimi pattern sono poco sfruttabili, almeno secondo la mia esperienza,

perché essendo la shadow molto pronunciata, risulta molto “costoso” posizionare lo stop al di sotto

to (nel caso di operazione rialzista).

Quando si verfica un pattern doji dobbiamo porre molta attenzione alla sua posizione, se ad esempio

la doji line si verifica all’inizio di un trend sono basse le probabilità che possa invertire la tendenza in

cora una volta possiamo associare l’utilizzo delle bande di bollinger per avere qualche indicazione

Se, ad esempio, il pattern si verifica all’incirca nel mezzo delle bande, possiamo pensare più ad una

Naturalmente non dobbiamo basare il nostro processo decisionale solamente su una singola doji, ma

osservare il grafico nel suo complesso per ricavane maggiori indicazioni operative e ulteriori

ificarsi di una doji in prossimità di supporti o resistenze, oppure al test di

trendline oppure ancora in appoggio a canali di prezzo, può essere una ulteriore conferma della

E’ poi importante attendere la barra (candela) successiva alla doji per avere una conferma della

validità del pattern.

Di seguito un grafico con alcuni esempi reali.

• qui troviamo una figura doji nel mezzo di una breve fase di congestione, per cui poco

significativa.

• In questo caso la doji si verifica dopo una notevole discesa del prezzo e questo potrebbe

portarci a pensare ad un potenziale inizio di correzione rialzista. Tuttavia la candela

successiva smentisce questa ipotesi e il trend ribassista riprende. Di qui, ancora una volta,

l’importanza di attendere una conferma dalla candela successiva alla doji.

• la doji si verifica dopo un movimento di correzione di un primo movimento al rialzo e in

questo caso il giorno successivo, con un apertura addirittura in gap, abbiamo la conferma che

i prezzi sono pronti per invertire la tendenza ribassista in atto.

• una long doji che si verifica dopo un breve trend rialzista. Ancora una volta la candela

successiva, con la rottura del massimo della long doji, ci convince che la doji ha costituito

solo una piccola pausa del trend rialzista in atto.

Nel grafico che segue abbiamo alcuni esempi della validità di questa figura, in quanto in molti punti i

prezzi invertono la tendenza dopo il verificarsi del pattern.

Vediamo come nel primo caso la doji segna perfettamente l’esaurimento della correzione e la ripresa

della tendenza ribassista in atto.

Nel secondo caso abbiamo la stessa condizione, anche se lo sviluppo dei prezzi è stato un po’ più

travagliato, la doji ha anticipato l’indecisione del mercato e la ripartenza del trend primario.

Nel terzo caso una long doji ci indica l’esaurimento del movimento in atto anticipandoci la possibile

inversione del trend.

L’operatività da adottare con questa figura è estremamente semplice. Si può entrare qualche tick al

di sopra del massimo della figura in caso di operazioni rialziste, con stop sotto il minimo del pattern.

Oppure si posiziona l’ordine short al di sotto del minimo della doji nel caso il pattern ci indichi

l’imminente avvio di un trend ribassista, con stop sopra il massimo della figura

Piercing line e dark cloud cover

Piercing Line

Il pattern Piercing Line è un pattern, di inversione, a due candele che si forma dopo un trend al

ribasso o alla fine di una correzione in un trend al rialzo. La prima candela è nera (cioè negativa) a

conferma del trend negativo, mentre la seconda, che apre su un nuovo minimo (gap), è di colore

bianco e chiude al di sopra della metà della candela precedente. La probabilità di successo di questo

pattern è del 47%, di conseguenza è consigliabile attendere una conferma, che può essere data dalla

rottura del massimo della candela reversal.

Vediamo qualche esempio sul mercato reale.

Quello di seguito è il grafico giornaliero di Banca Monte dei Paschi

prezzo, nella prima parte, proviene da un trend nettamente negativo. In data 23 giugno, i prezzi

aprono in gap down, dopo una giornata fortemente negativa. I prezzi scendono ancora un po’, ma

poi ricominciano a salire. Chi si era messo short in mattinata, o il giorno prima sulla scia della forte

ondata di vendite, quando il prezzo ricomincia a salire si vede costretto a chiudere le posizioni e

questa azione spinge il prezzo ancora più in alto, oltre la metà della seduta precede

ricaviamo da questa configurazione è di potenziale inversione.

Altro esempio, questa volta su Eni SpA, dove vediamo il prezzo scendere con una certa intensità. Ad

un certo punto abbiamo una candela ribassista a forte espansione in data 15 agosto.

successivo i prezzi aprono in gap down, riscendono lievemente e poi ricominciano a salire chiudendo

ttern è del 47%, di conseguenza è consigliabile attendere una conferma, che può essere data dalla

rottura del massimo della candela reversal.

Vediamo qualche esempio sul mercato reale.

Quello di seguito è il grafico giornaliero di Banca Monte dei Paschi. Come possiamo ben vedere il

prezzo, nella prima parte, proviene da un trend nettamente negativo. In data 23 giugno, i prezzi

aprono in gap down, dopo una giornata fortemente negativa. I prezzi scendono ancora un po’, ma

era messo short in mattinata, o il giorno prima sulla scia della forte

ondata di vendite, quando il prezzo ricomincia a salire si vede costretto a chiudere le posizioni e

questa azione spinge il prezzo ancora più in alto, oltre la metà della seduta precede

ricaviamo da questa configurazione è di potenziale inversione.

Altro esempio, questa volta su Eni SpA, dove vediamo il prezzo scendere con una certa intensità. Ad

un certo punto abbiamo una candela ribassista a forte espansione in data 15 agosto.

successivo i prezzi aprono in gap down, riscendono lievemente e poi ricominciano a salire chiudendo

ttern è del 47%, di conseguenza è consigliabile attendere una conferma, che può essere data dalla

. Come possiamo ben vedere il

prezzo, nella prima parte, proviene da un trend nettamente negativo. In data 23 giugno, i prezzi

aprono in gap down, dopo una giornata fortemente negativa. I prezzi scendono ancora un po’, ma

era messo short in mattinata, o il giorno prima sulla scia della forte

ondata di vendite, quando il prezzo ricomincia a salire si vede costretto a chiudere le posizioni e

questa azione spinge il prezzo ancora più in alto, oltre la metà della seduta precedente. Il segnale che

Altro esempio, questa volta su Eni SpA, dove vediamo il prezzo scendere con una certa intensità. Ad

un certo punto abbiamo una candela ribassista a forte espansione in data 15 agosto. Il giorno

successivo i prezzi aprono in gap down, riscendono lievemente e poi ricominciano a salire chiudendo

lievemente al di sopra del 50% della candela precedente. Come vediamo questo fa sì che i prezzi

invertano la forte tendenza in atto.

Dark Cloud cover

Il pattern Dark Cloud cover rappresenta la versione ribassista e speculare del Piercing Line. Possiamo

riscontrare la formazione di questo pattern dopo un prolungato trend rialzista o alla fine di una

correzione in un trend ribassista. La sua formazione è

di colore bianco (cioè positiva) e da una seconda candela, di colore opposto che apre al di sopra del

massimo della candela precedente e chiude al di sotto della sua metà. Le probabilità di successo di

questo pattern sono del 47%, esattamente come il suo opposto.

Anche in questo caso è consigliabile attendere una conferma per entrare in posizione.

Di seguito abbiamo nuovamente il titolo Eni su grafico giornaliero.

lievemente al di sopra del 50% della candela precedente. Come vediamo questo fa sì che i prezzi

invertano la forte tendenza in atto.

Il pattern Dark Cloud cover rappresenta la versione ribassista e speculare del Piercing Line. Possiamo

riscontrare la formazione di questo pattern dopo un prolungato trend rialzista o alla fine di una

correzione in un trend ribassista. La sua formazione è costituita da una prima candela ad ampio range

di colore bianco (cioè positiva) e da una seconda candela, di colore opposto che apre al di sopra del

massimo della candela precedente e chiude al di sotto della sua metà. Le probabilità di successo di

pattern sono del 47%, esattamente come il suo opposto.

Anche in questo caso è consigliabile attendere una conferma per entrare in posizione.

Di seguito abbiamo nuovamente il titolo Eni su grafico giornaliero.

lievemente al di sopra del 50% della candela precedente. Come vediamo questo fa sì che i prezzi

Il pattern Dark Cloud cover rappresenta la versione ribassista e speculare del Piercing Line. Possiamo

riscontrare la formazione di questo pattern dopo un prolungato trend rialzista o alla fine di una

costituita da una prima candela ad ampio range

di colore bianco (cioè positiva) e da una seconda candela, di colore opposto che apre al di sopra del

massimo della candela precedente e chiude al di sotto della sua metà. Le probabilità di successo di

Anche in questo caso è consigliabile attendere una conferma per entrare in posizione.

Come vediamo il prezzo è in fase rialzista nella prima parte del grafico. In data 11 giugno abbiamo

una giornata con una notevole espansione rialzista. Il giorno successivo i prezzi aprono in gap up per

effetto dei forti acquisti, ma subito dopo cominciano a riscendere e chiudono ben al di sotto della

metà della seduta precedente.

Questa azione fa si che il prezzo inverta la sua tendenza perdendo un valore superiore al 10%.

Vediamo ora il grafico giornaliero di Banca Monte dei Paschi. In questo grafico mostreremo come

questo tipo di pattern può decretare anche la chiusura di una correzione all’interno di un trend

definito, per cui possiamo affermare che oltre a decretare le inversioni di lungo termine, possiamo

benissimo ritrovare il nostro pattern anche nelle inversioni di breve termine. Come vediamo il trend

di lungo termine è ribassista. Ad un certo punto i prezzi attuano una correzione del trend in atto e

proprio alla fine della correzione abbiamo la formazione dark cloud cover che inverte la tendenza di

breve e fa si che i prezzi tornino a muoversi al ribasso, ovvero nella direzione del trend principale.

L’affidabilità dei pattern aumenta, come è ovvio, se vengono associati a un indicatore/oscillatore che

segnali possibili divergenze dei prezzi (Momentum, RSI, Stocastico etc).