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il mensile dei soci coop consumatori dicembre numero 10 - 2007 A CHE GIOCHI GIOCHIAMO? Guida ragionata all’uso del giocattolo COOP RENO “Liberi da Ogm”, la campagna ha dato i suoi frutti: i numeri e le testimonianze dei soci impegnati nella raccolta firme 40 AUGURI 2008 edizione coop reno

Transcript of a cHe GiocHi GiocHiamo? - Consumatori...Enrico Migliavacca (vicepresidente) Francesco Berardini,...

  • il mensile dei soci coopconsumatori

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  • LINEA DI ABBIGLIAMENTO SOLIDAL.UN’ECONOMIA PIÙ SOLIDALE VESTE IL MONDO.

    Il mondo non è diviso solo da mari e catene montuose,ma anche da condizioni di vita, opportunità di lavoro, speranze per il futuro.

    Questi sono i veri confini dello sviluppo. Per fortuna c’è un modoper passare da una parte all’altra: è condividere i vantaggi.La linea d’abbigliamento Solidal Coop infatti, non solo sostiene i lavoratori del Sud del mondo, ma garantisce capi confortevoli,

    fabbricati con tessuti di qualità, ad un prezzo equo anche per te.Le linee, si sa, servono a dividere. La linea Solidal Coop, invece, vuole unire.

    175X285_TerreMezzo_solidal 15-02-2007 17:36 Pagina 1

  • in primo piano consumareinformati

    vivere bene

    ConsumatoriindebitatiCresce sempre più anche in Italia il fenomeno del credito al consumo: siamo a 300 miliardi

    Vietato dire bugieScopriamo le nuove norme per tutelare il cittadino da pubblicità ingannevoli e indesiderate

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    Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 [email protected]. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040Copia singola euro 0,31 Abbonamento annuo euro 3,10

    Direttore responsabile Dario GuidiredazionePiero Giovanolla (vicedirettore),

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    Lettere a Consumatori

    Consumatoriindebitatidi Aldo Bassoni e Rita Nannelli

    La vignettadi Elle Kappa

    Ogm, 3 milioni di no

    Si fa presto a dire giochidi Silvia Fabbri

    Carpaccio, sushie carni crudedi Eugenio Del Toma

    Due toteme due tabùdi Mario Tozzi

    Coop, la pagellala danno i socidi Anna Somenzi

    Le reflex son tornatedi Claudio Strano

    Fragole a dicembre?di Massimo Montanari

    È tempo...di arancedi Helmut Failoni

    Il piaceredelle termedi Giuseppe Ortolano

    Mostre, libri e dischiIntervista a Linusdi G. Oldrini e P. Pacoda

    La lettera di protestadi Natalino Balasso

    16Si fa prestoa dire giochi

    Acquistare giocattoli, nasconde insidie. Ecco una guida

    ragionata in vista del Natale

    coop editrice consumatori consiglio di amministrazione: Paolo Cattabiani (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente)Francesco Berardini, Giuseppe Bolognesi, Claudio Cucchiarati, Marco Gaiba, Luciano Landi, Paolo Mandini, Daniele Moltrasio, Claudio Toso

    Consegnato alle poste a partire dal 03/12/2007Il numero di novembre è stato stampato in 2.725.217 copieassociato a:ANES, Associazione nazionale editoria specializzata

    Daniela Dalpozzo, Silvia Fabbri, Paolo Mandini, Alberto Martignone, Paola Minoliti, Andrea Pertegato, Mauro Poletti, Gianfranco Sansalone, Anna Somenzi, Claudio Strano

    progetto graficoFerro comunicazione & designimpaginazione e grafica Ilde Ianigroresponsabile della pubblicitàGabriella Zerbinistampa Coptip (Modena)

    Questa rivista è stata stampata su carta 100% ecologica che ha ottenuto il marchio Ecolabel dell’Unione Europea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale

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    Bosco Mesola,fedeli alla buona tavoladi Daniela Dalpozzo

    Porta a porta anche a Monte San Pietrodi Giovanni Maria Rossi

    Natura in mostra

    Il palio di Arianodi Walter Matteucci

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    40 “Liberi da Ogm”,i risultati della campagnadi Luciano Landi

  • Sui giornali ho letto di un ennesimo problema legato alla sicurezza alimentare, che questa volta ha toccato le mozzarelle di bufala per una infezione chiamata brucel-losi. Vorrei saperne di più e capire come si muove Coop su questi prodotti. Emma Pini - Mantova

    Risponde Claudio Mazzini, responsabile innovazione e valori di Coop Italia:La brucellosi è una zoonosi, cioè un’infezione degli anima-li che può accidentalmente interessare l’uomo. L’uomo può venire in contatto con questi microrganismi tramite contatto diretto con animali infetti, ad esempio durante le cure veterinarie, la macellazione ecc. , oppure tramite l’in-gestione di latte non pastorizzato o, raramente, con carne. La malattia infettiva può avere un decorso assolutamente senza sintomi oppure può presentare sintomi quali: febbre e dolori muscolari e in alcuni casi la malattia può diventa-re cronica.Le direttive europee prevedono che tutti gli stati membri attuino programmi per l’eliminazione della malattia attra-verso controlli sierologici su ogni capo presente in stalla e l’abbattimento immediato dell’animale in caso di positivi-tà al microrganismo.La brucella eventualmente presente negli alimenti viene facilmente distrutta dai trattamenti termici come la pasto-rizzazione per il latte e la cottura per la carne.La mozzarella di bufala Coop, proviene da uno stabilimen-to dove vengono applicate rigorose procedure di tutela

    Mozzarelle di bufala,ecco tutte le garanzie Coop

    verso questa problematica. Infatti la totalità del latte in ingresso subisce il trattamento di pastorizzazione, le aree di lavorazione sono predisposte per previene qualsiasi pos-sibile ricontaminazione. Il latte per la mozzarella provie-ne esclusivamente da due allevamenti selezionati e con-trollati da Coop ed in possesso del certificato ‘ufficialmente indenne’. Questa certificazione viene rila-sciata esclusivamente alle stalle che, per 3 anni consecuti-vi, non hanno evidenziato nessuna positività alla brucella durante i controlli sierologici effettuati semestralmente dall’ASL.Oltre alle garanzie ufficiali Coop effettua ovviamente ulte-riori analisi sistematiche su latte e prodotto finito.Inoltre per i prodotti non a nostro marchio a tutti i forni-tori è stato tempestivamente richiesto di:· Utilizzare solo latte proveniente da allevamenti certificati esenti da brucellosi;· Utilizzare solo latte correttamente pastorizzato;· Attivare un controllo straordinario informandoci imme-diatamente di eventuali esiti non regolamentari.Infine come Coop abbiamo avviato un piano aggiuntivo di verifiche.Questo caso dimostra ancora una volta come la politica Coop di prevenzione e controllo dei rischi in materia di sicurezza alimentare sia non solo uno dei capisaldi del proprio agire, ma come questa vada continuamente raffor-zata ed aggiornata. Nei prossimi mesi Consumatori farà un approfondimento proprio su questi importantissimi temi.

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    Finanza etica, una campagna contro i derivatiGentile direttore,seguo con crescente interesse gli interventi che Consumatori ha dedicato ai temi della finanza e non temo di esagerare se li considero un’operazione di formazione permanente per un mondo economico - quello cooperativo - che ha scelto di giocare su terreni ostili come il consumo di massa. Mi persuase, ormai qualche anno fa, il privilegiato rapporto con alcuni cooperatori che mi spiegarono come la declinazione moderna dei valori della “resistenza” si giocava inevitabilmente sui terreni dell’economia globalizzata, e molto più recentemente Susan Gorge (ricercatrice francese esperta di politiche economiche) durante la tre giorni di Sbilanciamoci! che rispondendo alla domanda«Chi sono i peggiori soggetti economici transnazionali?» disse: «Le banche, senza ombra di dubbio». Mi occupo, quindi, di finanza solidale e segnalo a lei e ai suoi lettori una campagna che finansol.it sta promuovendo sui temi della finanza speculativa: se è vero quello che sostenne a luglio il

    ministro delle finanze tedesco, i derivati sono cavallette che devastano le economie moderne e che solo all’Italia (intesa come sistema economico) costano 5 miliardi di euro, con performance negative da capogiro (l’80% è in perdita). Nessuno (o pochissimi) sa cosa sono, quali rischi si corrono ad affidarvisi e soprattutto nessuno (o pochissimi) ne dà pubblica notizia. Finansol.it (che è un’associazione di persone che si occupa di finanza, con particolare attenzione alle sue implicazioni sociali, al suo impatto sull’economia reale ed è legata all’Associazione Finanza Etica ndr) ha lanciato quindi la campagna “A carte scoperte!” perché tutti gli enti pubblici che investono in prodotti derivati ne diano notizia evidente sui loro bilanci. La raccolta delle firme è già iniziata (andate su www.finansol.it/petition), ma possiamo fare molto di più. Marco Gallicani (presidente di finansol.it)

    Pubblichiamo volentieri la lettera di Marco Gallicani, unita all’invito, per i nostri lettori, ad andarsi a leggere i contenuti dell’iniziativa per favorire la trasparenza da parte degli enti pubblici, rispetto all’utilizzo di

  • L’indirizzo per scrivere a questa rubrica èredazione consumatoriViale Aldo Moro, 1640127 Bolognafax 051 6316908oppure [email protected]

    >strumenti discussi e discutibili come i derivati. Come rivista continueremo a occuparci dei temi legati alla finanza e all’impatto che questa può avere sulle famiglie (come conferma anche il servizio sul credito al consumo che troverete nelle pagine seguenti).

    Data di confezionamentoMolti prodotti al taglio confezionati in pellicola riportano sull’involucro solo la data di scadenza e non quella di confezionamento. Non dovrebbe essere obbligatoria? Carla Balducci - Cesena La data di confezionamento non è obbligatoria perché dipende dal tipo di prodotto da taglio: quelli in atmosfera protetta sono preparati da aziende esterne ed hanno il solo obbligo della data di scadenza. Quelli preincartati vengono invece confezionati direttamente nel punto di vendita e, come gli affettati, sono generalmente sotto vuoto. La legge esonera questi prodotti dal riportare la data di scadenza perché li equipara a quelli freschi o venduti al taglio sul pdv (ad esempio il prosciutto al banco del reparto gastronomia). I preincartati non sono neppure obbligati a riportare la data di confezionamento: per fortuna quasi tutte le catene lo fanno. Se sulle confezioni è riportata la sola data di scadenza, significa che i prodotti sono stati preparati da un’azienda esterna, il cui indirizzo deve essere riportato sulla confezione.

    Troppo fluoroMa tutto questo fluoro in caramelle, acqua minerale, gomme da masticare, fa poi bene o basta quello del dentifricio? Patrizia Rossi - Novara

    Il fluoro è un minerale utile alla salute dei denti e delle ossa ma, se assunto in eccesso, ha anche alcuni effetti collaterali rischiosi per la salute. Se preso a basse dosi, ma in misura superiore alle necessità, può provocare irritazione della mucosa gastrica o fluorosi cioè degenerazione dello smalto dei denti. Soprattutto i bambini debbono fare attenzione perché la fluorosi si verifica soprattutto al di sotto dei 6 anni. Un lavaggio con dentifricio al fluoro comporta l’assunzione di fluoro pari a 0,15 mg. Se un bambino si lava i denti 2-3 volte al giorno, bisognerebbe evitare di fargli bere anche acqua minerale ricca di fluoro. E un po’ di moderazione con le gomme da masticare….

    la�posta

    Acquisti on-lineIn un’asta on-line ho acquistato un prodotto che però non mi è mai arrivato. Chi è il responsabile del risarcimento? Gianni Peretti - Senigallia

    Il responsabile è sempre il venditore: se è un’azienda, risponde secondo la normativa generale che regola le vendite on-line; se invece è un privato risponde secondo il Codice Civile. Il gestore del sito d’asta, cioè il provider, si limita a mettere a disposizione il luogo virtuale dove avviene la compravendita, senza intervenire direttamente nella transazione e quindi non è responsabile. I gestori hanno comunque l’obbligo della trasparenza e debbono fornire per legge una serie di informazioni (estremi del provider, indicazione di prezzi e tariffe, estremi del contratto, ecc.).

    per saperne di piùORA NEL REPARTO LIBRI DEGLI IPER E DEI MAGGIORI SUPERMERCATI COOP

    Editrice ConsumatoriCOOP

    Editrice Consumatori�-�viale�Aldo�Moro,�16�-��0127�Bologna�tel�0516316911�/�fax�0516316908www.consumatori.e-coop.it�-�mail:�[email protected]

    La collana�Quaderni dei consumatori,�manuali�utili�dal�risparmio�alla�sana�alimentazione.

    Le mani in pasta�(seconda�ristampa).��la�storia�delle�cooperative�di�giovani�che�lavorano�i�territori�confiscati�alla�mafia.

    Mi racconto…ti racconto,�il�libro�dedicato�all’immigrazione,�con�oltre�70�ricette�da�tutto�il�mondo�facili�da�realizzare.

  • consuMAtori�indeBitAti��

    Compro ora, pago poi e a rate. Gli ultimi dati sul credito al consumo mostrano un fenomeno impe-tuoso che cala nella vita degli italiani come nuova opportunità di spesa ma anche come un chiaro segnale delle difficoltà che molte famiglie incontrano nella vita quotidiana. Sospeso tra modernità e necessità, il prestito bancario, piccolo o grande che sia, assume dimensioni sempre più importanti e definisce una nuova figura di consumatore che l’Italia ancora non conosceva: il consu-matore indebitato. “Giovane, laureato, con una disponi-bilità economica più elevata della media e abituato a ma-neggiare prodotti finanziari”: è il ritratto dell’indebitato tipo che esce da una recente indagine Prometeia. «Non mi sorprende perché i giovani hanno una minore resi-stenza al nuovo rispetto alle persone più anziane - com-menta Giustino Trincia, vice segretario generale di Citta-dinanzAttiva -. E poi ridistribuire nel lungo temine le spese di per sé è un’opportunità».

    Al passo coi tempiDunque non sono le difficoltà economiche a spingere i consumatori a ricorrere al credito. Quindi perché preoc-cuparsi se la crescita del ricorso al credito al consumo

    continua�anche�in�italia�l’impetuosa�crescita�

    del�credito�al�consumo:�quasi�300�miliardi�chiesti�in�

    prestito�dalle�famiglie�per�comprare�elettrodomestici,�

    auto�e�ogni�genere�di�prodotti.�un�passo�avanti�

    verso�il�modello�usa�o�verso�la�povertà?

    di Aldo Bassoni_Rita Nannelli

    in�primo�piano

    6dicembre�2007

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    alimentari attraverso l’uso di carte prepagate».Prodotti e offerte finanziarie si rincorrono sul mercato, ma ci sono adeguate garanzie per i consumatori?«Il problema è che il credito al consumo non deve uscire fuori controllo come è successo negli Stati Uniti dove 1 milione e 600mila famiglie sono andate in bancarotta sommerse da tanti piccoli debiti che si sono sommati. In Italia c’è una forte crescita del credito al consumo, ma la diffusione non è ancora ai livelli degli Stati Uniti o di altri paesi europei, basti pensare all’uso più limitato della moneta elettronica. Insomma il credito è un’opportunità, dipende tutto dall’uso che se ne fa».Cosa può fare il Governo per garantire la trasparenza del mercato finanziario e la sicurezza del consumatore?«Quello che fa è ancora poco. È in ritardo sul piano legislativo - contro i tassi di interesse troppo elevati, le clausole vessatorie dei contratti ecc. -

    “Si compra a rate perchè gli stipendi sono più poveri”È un’opzione in più, ma occhio agli eccessi

    Per comprare l’auto nuova o per dilazionare il costo dell Tv, per farsi la vacanza dei sogni o per acquistare libri e materiale scolastico, ma anche per fare la spesa. Sempre più italiani pagano a rate: perché sono più moderni o perché hanno meno soldi in tasca? Abbiamo girato la domanda a Giustino Trincia, vice segretario generale di CittadinanzAttiva.«L’una e l’altra cosa. Pagare a rate serve ad ammortizzare il minor potere d’acquisto delle famiglie italiane - compri oggi e paghi “quando vuoi” -, ma al tempo stesso la crescita del credito al consumo è legata all’evolu-zione delle offerte finanziarie». Quali sono i beni che si acquistano a rate? «Un po’ di tutto: dall’automobile alla Tv, dagli elettrodomestici alle vacanze alla casa, ma anche i libri e il materiale per la scuola e l’università. Si tende a rateizzare anche l’acquisto di generi

    Giustino Trinciavicesegretario di

    CittadinanzAttiva

    I dati italiani

    Nel 2007 più 17,5%Siamo al 5,8% del Pil

    7dicembre�2007

    in�primo�piano

    nei�primi�sei�mesi�del�2007�il�credito�al�consu-mo�è�cresciuto�del�17,5%�(pari�a�93,8�miliardi�di� euro)� rispetto� allo� stesso� periodo� del� 2006.�elevato�il�divario�fra�l’italia�e�il�resto�d’europa:�il�rapporto�fra�credito�al�consumo�e�Pil�nel�nostro�paese�è�al�5,8%,�contro�il�7,5%�della�Francia,�il�9,�%�della�spagna,�il�9,9%�della�Germania�e�il�16,5%�della�Gran�Bretagna.�identikit�dell’”indebitato�tipo”:�giovane,�laurea-to,�lavoratore�dipendente,�con�famiglia�fino�a���componenti,� ricchezza� complessiva� superiore�alla�media.�(dati�Prometeia�presentati�dall’Abi�al�convegno�sul�credito�alle�famiglie�2007�ottobre�2007)

    e su quello delle politiche pubbliche. Manca cioè una tutela finanziaria adeguata dei cittadini di cui si occupano oggi le associazioni, i singoli enti, ma non lo Stato».A ciò si collega il tema delle frodi creditizie...«Un consumatore poco informato è già di per sé vulnerabile e probabile vittima di frodi dovute a un deficit legislativo e alla mancanza dei controlli. Si dovrebbero fissare paletti ben precisi a chi immette sul mercato prodotti finanziari. Non demonizzerei il credito al consumo e la moneta elettronica di per sé. Sono però necessari un’educazione finanziaria di base per tutti e, insieme, regole e controlli che innalzino gli standard qualitativi e di trasparenza delle società che erogano i prestiti. Ad esempio, perché non introdurre a scuola una materia come l’educazione finanziaria?».

    continua a pagina 8 >

    procede speditamente con percentuali quasi a due cifre? Come a dire, è la modernità che, finalmente, irrompe an-che in Italia, storico fanalino di coda di un’Europa dove paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna, sono da tempo avviati sulla strada “dorata” di una vita pagata a rate. «Infatti la crescita del credito al consumo è la naturale evoluzione della società che porta ad utilizza-re uno strumento che aiuta nella gestione del bilancio familiare, avvicinandoci così agli altri paesi industrializ-zati - dice Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo Assofin (Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare) -. Semmai quello che negli ultimi anni è cambiato è l’atteggiamento di chiusura degli italiani ri-spetto a queste forme di pagamento». E su questo non c’è dubbio. Nel primo semestre del 2007 si è registrato un aumento del 9 per cento dei finanziamenti alle famiglie rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma se si toglie il credito fondiario, cioè i mutui per l’acquisto del-la casa, l’aumento del credito al consumo è stato del 17,5 per cento: 289,8 miliardi di euro (il 4 per cento del Pil) per comprare auto, lavatrici, cucine, salotti, televisori eccetera. «Quello di cui stiamo parlando non è altro che il modello americano per spingere i consumi e stimolare

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    la domanda a beneficio dell’aumen-to del Pil - afferma Nicola Cacace, presidente della Società di Business Intelligence Onesis -. Sono vent’an-ni che gli Stati Uniti consumano il 5 per cento più di quello che produco-no e vanno a raccogliere il denaro in giro per il mondo per pagare il pro-prio debito».

    Ogni promessa è un debitoUna ricetta buona per tutte le sta-gioni? «Buona per chi guarda allo sviluppo solo in termini quantitati-vi, io penso che chi ha redditi supe-riori alla media non avrebbe bisogno di indebitarsi. In realtà c’è anche una spinta all’indebitamento dei consumatori che viene dall’innalza-mento della soglia della povertà e dai nuovi bisogni». Aumentano i de-biti e crescono anche le famiglie in-debitate. Sempre secondo l’indagine Prometeia, le famiglie indebitate sono passate dal 19,1 al 21,8 per cento. Ma le famiglie che ricorrono al credito hanno in media redditi su-

    periori ai 40mila euro e, secondo Piano Mortari, «sono soddisfatte perché oltre il 95 per cento di chi ha scelto una o un’altra forma di finan-ziamento non se ne lamenta, anzi gli fa buona pubblicità». Non è dello stesso avviso Giustino Trincia che, citando un’indagine di Cittadinan-zAttiva sul funzionamento dei servi-zi bancari, ci fa notare che in un caso su 5 le lamentele riguardano proprio il credito al consumo, se-conde solo alle lamentele per la ge-stione del conto corrente. Più in particolare, nel 41 per cento dei casi gli utenti denunciano violazioni del-le norme relative all’iscrizione nelle banche dati dei cattivi pagatori, ma anche violazioni della privacy (11 per cento) e tassi di interesse elevati ai limiti di quelli usurari (23 per cento). Un altro luogo comune che le banche tengono molto a rimuove-re è che non c’è nessuna relazione tra lo sviluppo del credito al consu-mo e il sovraindebitamento delle fa-miglie, anche se persino Assofin

    deve ammettere che “esistono dei casi di sovraindebitamento per po-vertà”.

    Titoli di creditoVerrebbe da chiedersi quante fami-glie povere possono ricorrere real-mente al credito visto che le banche tendono a finanziare una clientela generalmente solvibile. Ma questo è un dato che non abbiamo, tranne le allarmanti cifre diffuse ogni mese dall’Istat sul crescente impoveri-mento delle famiglie: sono 7 milioni e mezzo gli italiani che stringono la cinghia, il 12.9 per cento della popo-lazione. Quante di queste famiglie sulla soglia della povertà ricorrono a finanziarie e usurai perché le ban-che non fanno loro credito? Le stati-stiche ufficiali non ce lo dicono. In una delle regioni più opulente d’Ita-lia, l’Emilia Romagna, si stima che il 5 per cento della popolazione è a ri-schio usura perché non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Se scen-diamo nel meridione d’Italia, per

    8dicembre�2007

    Vocabolario dei soldi in prestitoCredito al consumo�È�una� forma�di� finanziamento� rivolta�alle� famiglie�per�l’acquisto�di�beni�e�servizi�in�base�alla�quale�una�banca�o�una� società� finanziaria� eroga�a� chi�ne� fa�richiesta�una�somma�di�denaro�da�restituire�a�rate�con�gli� interessi.� Possono�essere�prestiti�personali,�finanziamenti� rateali,� aperture� di� credito� rotativo�(revolving)� e� cessione� del� quinto� dello� stipendio.�il� prestito� può� avere� un� importo� compreso� tra� i�15�,9��euro�(300.000�vecchie�lire)�ed�i�30.987,�1�euro�(60.000.000�di�vecchie�lire).Credito rateale�si� tratta�di�un� finanziamento�di� importo�determi-nato� che� prevede� un� piano� di� rimborso� definito�con�rate�quantificate� fin�dall’origine� (se� il� tasso�di�interesse�pattuito�è�fisso).�La�cifra�può�essere�versata�direttamente�al�cliente,�nel�caso�di�prestiti�personali,�oppure�al�venditore�del�bene�o�servizio�acquistato�a�rate�dal�consumatore�(prestito�finalizzato).Credito rotativo�(revolving) si�mette�a�disposizione�del�cliente�una�determinata�somma�di�denaro�che�lui�può�utilizzare�come�vuole.�in�questo�caso�il�finanziamento�può�essere�collegato�all’uso�di�una�carta�di�credito�presso�negozi�conven-zionati�con� la� società�emittente.� il�consumatore�è�libero�di�definire�il�piano�di�rimborso,�con�il�solo�vin-colo�di�assicurare�il�pagamento�di�una�determinata�rata�minima�mensile.Cessione del quinto dello stipendio�solo� per� i� lavoratori� dipendenti� sia� pubblici� che�privati,� questo�prestito� è� a� tasso�di� interesse� fisso�

    con�esborso�iniziale�in�un’unica�soluzione�e�rimbor-so�secondo�un�piano�predefinito�a�rate�costanti�e�comunque�non�superiori�alla�quinta�parte�dello�sti-pendio�mensile.�il�rimborso�delle�rate�avviene�con�trattenuta�sulla�busta�paga�da�parte�del�datore�di�lavoro.Piano di ammortamentonumero�delle�rate,�importo�e�tempo�di�rimborso:�tutta�la�pianificazione�del�rimborso�di�un�finanzia-mento.Quota capitaleParte�della�rata�di�rimborso�che�riguarda�la�restitu-zione�del�capitale�preso�in�prestito.Quota interessiPorzione� della� rate� periodica� di� rimborso� relativa�agli�interessi,�maturati�sul�capitale�residuo,�da�cor-rispondere.�Taeg - Tasso Annuo Effettivo Globale�È�l’indice�espresso�in�termini�percentuali�su�base�an-nua�del�costo�complessivo�del�finanziamento.�com-prende�spese�di�istruttoria,�di�apertura�della�pratica,�di�incasso�delle�rate�e�di�quelle�assicurative.�i�parame-tri�che�lo�determinano�sono�fissati�per�legge.Tan - Tasso Annuo Nominale��espresso�in�percentuale�e�su�base�annua�è�il�tasso�di�interesse�applicato�all’importo�lordo�del�finanzia-mento�dagli�istituti�finanziari.�serve�per�calcolare�la�quota�interesse�che�il�debitore�dovrà�corrispondere�al�finanziatore�e�che,�sommata�alla�quota�capitale,�determinerà�la�rata�di�rimborso.�nel�tan�non�rien-trano�provvigioni,�spese,�imposte.

    continua a pagina 11 >

    in�primo�piano

  • in�primo�piano

    la�vignetta�di�ellekappa

    ecco�un�vademecum�per�evitare�fregature�e�brut-te�sorprese�quando�si�chiedono�soldi�in�prestito:•��non�fidarsi�di�chi�fa�grandi�promesse,�offrendo�

    finanziamenti�molto�convenienti� in�tempi�bre-vissimi.

    •��evitare�le�società�che�chiedono�un�anticipo�per�le�spese�necessarie�a�istruire�la�pratica:�alcuni�utenti�sono�stati�truffati�perché�dopo�aver�versato�il�5-7�per�cento�dell’importo�del�finanziamento�richie-sto�non�hanno�poi�ottenuto�il�denaro�di�cui�ave-vano�bisogno�perdendo�la�cifra�versata.

    •��confrontare� le� varie�offerte� con�un’attenzione�particolare�al�taeg�(tasso�Annuo�effettivo�Glo-bale)�che�in�sostanza�è�l’indice�sintetico�dei�co-sti.

    •��chiedere�sempre�una�consulenza�presso�la�pro-pria�banca.

    •��controllare� che� nel� contratto� siano� espresse�tutte� le� condizioni� contrattuali.� non� devono�mancare:�nome�della�banca�o�della� finanziaria�che�eroga�il�finanziamento�e�i�dati�identificativi�di�chi�lo�richiede;�taeg�(tasso�annuale�effettivo�globale)� e� tan� (tasso� annuale� nominale);� altri�eventuali� costi� non� inclusi� nel� taeg;� importo�del�prestito;�modalità�di�rimborso;�numero,�im-porto�e�scadenza�delle� rate;�eventuali�oneri� in�caso� di� mora;� eventuali� coperture� assicurative�accessorie;�modalità�di� recesso�e�di� estinzione�anticipata;�garanzie�richieste.

    -��chiedere�una�copia�del�contratto�in�fase�precon-truattuale,�per�valutare�attentamente�quello�che�eventualmente�si�firmerà.

    Regole per difendesisono�ormai�7�milioni�e�mezzo�gli� italiani� che�tirano�la�cinghia�per�arrivare�a�fine�mese,�una�cifra� pari� al� 12.9%� della� popolazione� totale.�L’istat�certifica�che�è�in�stato�di�povertà�l’11%�delle�famiglie�(2�milioni�623�mila�nuclei�fami-liari).� il� rischio�che�ne�consegue�è� l’inevitabi-le�indigenza�che�può�bussare�alla�porta�da�un�giorno�all’altro,�con�tutte�le�amare�conseguen-ze�che�ne�derivano.�Per� il�2006� la� soglia�di�povertà,� cioè� la� spesa�mensile�per�i�consumi�della�famiglia�al�di�sotto�della� quale� un� nucleo� viene� definito� povero,�è�stata�fissata�dall’istat�a�970,3��euro�per�una�famiglia�di�due�persone�(è�la�cifra�equivalente�alla�spesa�media�procapite).�Per� una� persona� sola� la� soglia� si� attesta� a�582.20�euro�mensili;�per�una�famiglia�di�quat-tro�persone�è�di�1.581.65�euro.�Le� famiglie� povere� risiedono� principalmente�al� sud� (65%),�hanno�molti� figli� o� almeno�un�anziano;� il� capofamiglia� ha� un� basso� livello�d’istruzione�o�è�disoccupato.tutti� questi� dati� sono� in� qualche� misura� da�collegare� anche� alle� cifre,� venute� alla� ribalta�proprio�nelle�ultime�settimane,�sul�fatto�che�i�salari�in�italia�abbiano�progressivamente�perso�“peso”�e�siano�oggi�al�di�sotto�della�media�de-gli�altri�paesi�europei.�

    Le famiglie tirano la cinghia

    9dicembre�2007

  • Presentando la Carta SocioCoop si ottengono sconti ed agevolazioni nelle più rinomate stazioni sciistiche della Valle d’Aosta, del Piemonte, del Trentino e dell’Emilia Romagna. Inol-tre sconti sul noleggio di attrezzature per lo sci in 64 negozi Rent and go.

    Inverno 2007 - 2008:convenzioni per i Soci Coop.

    PiemonteBARDONECCHIA•Sconto 16% su Skipass settimanale* (6 giorni);•Sconto 10% Scuola di sci Bardonecchia*su lezioni collettive (min 4 persone) e su lezioni individualiRegione Molino, 7 Campo Smith - tel 0122 999253fax 0122 907567 - [email protected];•Sconto 15% Scuola di sci Nord Ovest* su lezioni settimanali (6 giorni consecutivi)Regione Molino, 4 Campo Smith - tel 0122 99072 - fax 0122 [email protected] - www.scuoladiscinordovest.it;•Sconto 15% Associazione maestri di sci “Liberi Tutti”* su lezioni settimanali collettive (6 giorni) - Campo Smith, Bardonecchia tel 0122 907700 - [email protected] - www.liberi-tutti.eu;•Scuola di sci Spazio Neve* per lezioni snowboard di 2 persone (max 4) stesso prezzo della lezione individuale (34,00 euro) per la prima lezione, o prove, sono comprese nella lezione tavola e scarpe snowboardCampo Smith Piazzale Melezettel 0122 901943/980499 - fax 0122 [email protected] - www.spazioneve.it;•Sconto 10% Noleggio Ski Sport Dain* su attrezzatura per lo sci Campo Smith, 4 Bardonecchiatel e fax 0122 901562 - [email protected] - www.rentasport.it/dain;•Best Western Hotel Rivè* per ogni soggiorno settimanale uno Skipass gratuito (6 giorni) per Bardonecchia Regione Molino, 4 Bardonecchia - tel 0122 909233fax 0122 909203 - [email protected] - www.hotelrive.it;•Villaggio Campo Smith* sconto 20% per un soggiorno di 7 giorni (6 notti) compreso Skipass - Villaggio Campo Smith, Bardonecchiatel 0122 909211 - [email protected]. villaggiocamposmith.it;•Eurotravel Style Hotel Jafferau* sconto 10% sulle tariffe da catalogo per prenotazioni ed informazioni tel 199151113 - www.eurotravel.itIndicazioni per la prenotazione: comunicare i primi 4 numeri del codice a barre della Carta SocioCoop - anticipo 30%, saldo a fi ne soggiorno presso l’hotel. Nessuna quota di iscrizione.•Pista di Pattinaggio su ghiaccio* sconto di 3,00 eurosul biglietto di ingresso di mezza giornata, mattina o pomeriggio, compren-sivo di pattini (prezzo al pubblico 9,00 euro)Bardonecchia via Mallen, 1 - tel 0122 [email protected] - www.polisportivabardonecchia.it

    PiemonteMACUGNAGA MONTE ROSA •Skipass giornaliero euro 24,00 anzichè euro 26,00;•Sconto 10% Skipass settimanale (5+1 giorno festivo in bassa stagione);•Sconto 10% Skipass settimanale (in alta stagione);•Sconto 20% Scuola di sci di Macugnagasu lezioni collettive (minimo 4 persone);•Sconto 10% Scuola di sci di Macugnagasu lezioni individuali - tel 0324 65217;•Sconto 15% Noleggio sci per informazioni Consulta per il Turismo di Macugnaga tel 0324 65009;•Sconto 10% Skipass settimanale e giornaliero per il Parco Neve tel 348 2715108;•Sconto 9,50% per gli Impianti di risalita (funivia);•Sconto 10% Museo Miniera d’Oro della Guia tel 0324 65570;•Sconto 15% sulla settimana di soggiorno in Appartamenti convenzio-nati (escluse le spese di: acqua calda, luce, riscaldamento e pulizie fi nali) Agenzia Bionda tel 0324 65675, Agenzia E.P. tel 0324 65819;•Sconto 10% Ristoranti, Pizzerie e Ristoro:Ristorante Concordia, Ristorante -Pizzeria C’era una volta, Ristorante-Pizze-ria Locanda del Tiglio, Ristoro-Bar Paradiso, Ristorante-Bar Zamboni Zappa, Ristorante-Bar Bar Weng Wald Huette, Ristorante-Bar Oberto Maroni, Ri-storante-Bar Taverna del Rosa, Ristorante-Pizzeria Raffael, Ristorante-Bar Miramonti, Ristorante-Bar Seggiovia, Ristorante-Pizzeria-Bar Frizzi;•Sconto 10% Agriturismi:Burki tel 338 1657608, Valle sul Fiume tel 347 8731873;•Sconto 15% Alberghi:Alpi tel 0324 65135, Cristallo tel 0324 65139, Dofour tel 0324 65529, Girasole tel 0324 65052, Pecetto tel 0324 65025, Signal tel 0324 65124, Zumstein tel 0324 65118, Mondo d’Oro tel 0324 890118, Passo Baranca tel 0324 828818, B&B La Residenza dello Scoiattolotel 0324 89698;•Sconto 15% Residence:Monte Rosa tel 0324 65791, Cima Jazzi tel 0324 65847;•Sconto 15% Campeggi:Sporting Center tel 0324 65489, Monte Rosa tel 0324 828971;•Sconto 15% Affi ttacamere:Taverna del Rosa tel 0324 65289, Seggiovia tel 0324 65071, Zurbriggen tel 0324 65107;•Sconto 15% Rifugi: Rifugio Weng Wald Huette, Rifugio Oberto Maroni tel 0324 65544.

    Valle d’AostaCHAMPORCHER•Skipass giornaliero feriali euro 18,00 anzichè euro 20,00;•Skipass giornaliero festivo euro 20,00 anzichè euro 22,50;•Sconto 10% su lezioni singole Scuola di sci Champorcherpresso gli impianti di Champorcher - tel 348 4021952 - 349 5591345 www.champorcherski.it;•Noleggio giornaliero articoli sportivi Ski Laris, località Chardonnay, 10 Condominio Rosa dei Banchi e presso arrivo Telecabina in località Laristel 0125 376116-noleggio attrezzature da discesa, adulti euro 10,00 anzichè euro 13,00, bambini fi no a cm 140 di altezza euro 7,00 anzichè euro 10,00;-noleggio snowboard (tavola+scarponi) adulti euro 15,00 anzichè euro 19,00, bambini euro 10,00 anzichè euro 15,00;•Hotel Beau Sèjour Champorcher-frazione Lorètel 0125 37122 - www.valledichamporcher.it-in alta stagione (dal 1/12/2007 al 10/1/2008 e dal 1/2/2008 al 5/3/2008) pensione completa euro 50,00 anzichè euro 55,00, mezza pensione euro 45,00 anzichè euro 50,00;-in tutti gli altri periodi sconto euro 5,00 sulle tariffe.

    Valle d’AostaPILA•Sconto 10% Skipass settimanale* (6 giorni) incluso la telecabina da Aosta;•Sconto 10% Scuola di sci Pila* su lezioni individuali e collettive frazione Pila, 91 Gressan - Aostatel 0165 521114 - fax 0165 521444 - [email protected];•Sconto 10% Noleggio Pila*, completi sci e snow-boardfrazione Pila, 91 Gressan - Aostatel 0165 521114 - fax 0165 521444 - [email protected];•Sconto 10% nei seguenti hotel Eurotravel Club - www.eurotravel.it: -Eurotravel Club Hotel Printemps - Pila; -Hotel Europe - Aosta; -Hotel Norden Palace - Aosta; -Hotel Express By Holiday Inn - Aosta.Per le prenotazioni telefonare al numero 199151113, comunicare i primi 4 numeri del codice a barre della Carta SocioCoop. Indicazioni per il paga-mento: anticipo 30%, saldo a fi ne soggiorno presso gli hotel. Nessuna quota di iscrizione.

  • *Escluso periodo natalizio.

    PiemonteLIMONE PIEMONTE •Sconto 14% Impianti di risalita Riserva Bianca*su skipass settimanale (6 giorni consecutivi);•Sconto 10% Scuola di sci Limone Piemonte* su tutte le tipologie di lezioni snowboard, tel 0171 92319 - www.scuolascilimone.it;•Sconto 10% Scuola di sci Limone Piemonte 1400*su lezioni singole e collettive con minimo 3 giorni consecutivi di partecipa-zione - tel 0171 928134 - www.scuoladiscilimone-1400.it;•Sconto 10% Noleggio attrezzature Bottero SkiVia Genova, 40 (vicino partenza cabinovia del Sole) Limone Piemontetel 0171 92274 - fax 0171 [email protected] - www.botteroski.com; •Sconto 12% Hotel 3 Amis* per soggiorni minimo 2 nottivia Panice Soprana, 95 - Limone Piemontetel 0171 928175 - fax 0171 [email protected] - www.hotel3amis.it;•Sconto 10% Hotel Principe* per soggiorni minimo 2 notti via Genova, 45 Limone Piemontetel 0171 92389 - fax 0171 927070 - [email protected];•Sconto 10% Residence Limone* 7 giornipiazza Risorgimento, 10 Limone Piemontetel 0171 926965 - fax 0171 926994 - [email protected]

    TrentinoFOLGARIALAVARONE•Sconto 10% Skipass giornaliero festivo*euro 26,00 anziché euro 29,00 (Junior/Senior euro 22,00 anziché euro 25,00)•Sconto 20% Skipass giornaliero feriale* euro 20,50 anziché euro 26,00 (Junior/Senior euro 17,00 anziché euro 21,00);•Sconto 20% Skipass giornaliero “Speciale Famiglia” 2 genitori+2 figli*:-Festivo: euro 85,00 anziché euro 107,00-Feriale: adulti euro 76,00 anziché euro 94,00;•Sconto 10% sul prezzo ufficialeSkipass plurigiornaliero da 2 a 14 giorni*( per i gruppi è prevista 1 gratuità ogni 25 persone).Associazione Skipass Folgaria tel 0464 721969 - www.folgariaski.com•Sconto 10% pacchetti speciali “Albergo+Skipass”per vacanze da 3 a 6 notti*Azienda del Turismo Folgaria tel 0464 724100www.montagnaconamore.it

    TrentinoPAGANELLADOLOMITI•Sconto 10%* sul prezzo ufficiale Skipass plurigiornalierodai 2 ai 14 giorni;•Sconto 20% Skipass giornaliero*:-Festivo: adulti euro 24,00 anziché euro 30,00Junior/Senior euro 20,00 anziché euro 25,00-Feriale: adulti euro 21,00 anziché euro 26,00Junior/Senior euro 17,00 anziché euro 21,00(Junior: nati dopo il 30.11.1991 con documento - Senior: nati prima del 30.11.1942 con documento). Per i gruppi è prevista 1 gratuità ogni 25 persone.Ogni Carta SocioCoop vale per 2 persone, dietro presentazione di un do-cumento di riconoscimento.

    TrentinoSAN MARTINO DI CASTROZZAPASSO ROLLE•Sconto 10%* sul prezzo di listino Skipass giornaliero e plurigior-naliero solo al titolare della Carta SocioCoop, dietro presentazione di un documento di riconoscimento;•Giornaliero prestagione intero* euro 26,00 anzichè euro 29,00•Giornaliero stagione intero* euro 27,00 anzichè euro 30,00•Giornaliero alta stagione intero* euro 29,50 anzichè euro 33,00.Gli sconti non sono cumulabili con eventuali offerte previste sulla Ski Area.

    Emilia RomagnaCIMONE•Skipass giornaliero feriale euro 20,00 anzichè euro 24,00.Ogni Carta SocioCoop vale per 2 persone. Ritirare e compilare il buono alle casse Skipass.

    Noleggio sciRENT AND GO•Sconto 10% sul noleggio di attrezzature per gli sport invernali nei 64 negozi presenti nelle più rinomate stazioni sciistiche d’Italia.

    Consulta il sito www.e-coop.it

    in�primo�piano

    esempio in Campania, i rapporti delle autorità giudizia-rie rivelano che l’usura è un fenomeno in aumento so-prattutto per effetto dello stato di povertà delle famiglie e del ricorso all’indebitamento e al sovraindebitamento. Un serpente che si morde la coda e che si intreccia per-versamente con la crescita del credito al consumo come fattore propulsivo dell’economia e segno inequivocabile di modernità. Ma anche sulla faccia della medaglia più lucente non tutto risplende. Siccome prima o poi i de-biti vanno saldati, le rate scadono inesorabilmente ogni mese, aumentano le famiglie indebitate che non riesco-no a far fronte agli impegni assunti con gli istituti di credito.

    Poche ma buoneCalcoli contabili errati? Investimenti sbagliati? Aumenti non previsti magari nascosti sotto qualche clausola? Fatto sta che dietro il fenomeno del credito al consumo si annida-no rischi e, talvolta, inganni. Sul fronte della trasparenza e della sicurezza di questo mercato finanziario c’è un disegno di legge (non ancora approvato in via definitiva) che mette l’accento su vari aspetti del credito al consumo, primo tra tutti la trasparenza, l’obbligo cioè di fornire informazioni aggiuntive al consumatore. «In realtà queste informazioni in fase precontrattuale vengono già date - afferma Piano Mortari -. Dobbiamo dare meno informazioni ma più chia-re, per questo lo sforzo nostro, delle associazioni dei consu-matori e del legislatore deve essere quello di individuare uno schema semplificato di informazioni altrimenti con-fondiamo le idee del consumatore anziché chiarirle». E se il consumatore ha le idee confuse è lui a rimetterci. Nel dise-gno di legge però si parla di trasparenza, ma novità sostan-ziali sulla semplificazione dei contratti non ci sono. E se non si corre presto ai ripari con un intervento legislativo che introduca precise norme di tutela, c’è il rischio concre-to che anche in Italia possa succedere quello che è avvenuto negli Stati Uniti dove negli ultimi anni ben 1,6 milioni di famiglie hanno dichiarato bancarotta. E così, quella che sembrava una bella e gioiosa opportunità può trasformarsi in una subdola trappola.

  • oGM,�3�milioni��di�notassinari:“sostegno�coop�a�un’iniziativa�che�tocca�un�tema�chiave�per�lo�sviluppo��dell’europa”�

    Si vota sino al 9 di cembreta sino al 9 di dicembre, per consentire a tante altre persone di partecipare a quello che è un evento davvero rilevan-te nel panorama non solo italiano.“Il nostro - ha spiegato Capanna - è una sorta di referendum propositivo. Ab-biamo chiesto alla gente di dirci cosa pensa del controverso tema Ogm. E la gente ha partecipato con passione, si è documentata (ci sono stati 16 milioni di file scaricati dal sito internet) e ha risposto. Grazie al lavoro di tanti volon-tari e delle associazioni. Ma tanti sono stati anche i pronunciamenti di singoli cittadini e di gruppi spontanei”. L’altro aspetto rilevante è che la campa-gna ha già iniziato a produrre effetti sul piano politico, poichè è chiaro che il motivo ultimo di questa mobilitazione popolare è quello di incidere e pesare sulle scelte che l’Unione europea e i go-verni devono compiere sugli Ogm e in particolare sulla loro coesistenza con le tradizionali colture. “Anche grazie alla nostra iniziativa - ha aggiunto Capanna - possiamo dire che l’idea di bloccare la coltivazione degli Ogm ha inziato a camminare in Italia e in Europa”. Di fatti, nelle ultime setti-

    mane, oltre alla sospensione delle col-ture Ogm decretata dal presidente francese Sarkozy, si sono registrate an-che una forte iniziativa diplomatica del governo italiano (con diversi contatti e incontri promossi in particolare dal ministro per l’agricolutura Paolo De Castro) e la presa di posizione contraria alla coltivazione degli Ogm da parte del commissario europeo per l’ambiente, il greco Stavros Dimas. “Cercheremo di far pesare queste firme nel modo più efficace - ha concluso Capanna - Ma ora l’importante è avere il maggior nume-ro di adesioni possibili”.“Il successo di questa inziativa - spiega il presidente di Coop Italia Vincenzo Tassinari - su cui ci siamo impegnati coinvolgendo i soci e le nostre struttu-re, conferma quanto sia sentito il tema Ogm e come sia diventato il simbolo di una scelta di fondo sul tipo di sviluppo che vogliamo per l’Italia e l’Europa. Questo era il senso del quesito alla base della consultazione e gli italiani hanno confermato in maniera compatta che vogliono prodotti di qualità e una agri-coltura che valorizzi le tipicità del no-stro paese senza il rischio di contami-

    Al 13 novembre erano 3.086.524 le persone che hanno partecipato (cioè votato e firmato la scheda) per la consultazione nazionale sul tema Ogm, promossa da un cartello di 32 as-sociazioni tra cui Coop. Per l’esattezza, sul totale dei pronunciamenti, il 99,43% sono stati dei sì a un modello di svilup-po senza Ogm e lo 0,54% (cioè 17.566) i no (cioè i favorevoli agli Ogm). “Un risultato straordinario” ha spiegato il presidente della coalizione promotri-ce, Mario Capanna, al punto che la coa-lizione ha deciso di prorogare la raccol-

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    in�primo�piano

    12dicembre�2007

    Telefonia per i soci, un servizio che ti aiuta a scegliere

    coop�Voce,� il� servizio�di� telefo-nia�mobile�rivolto�ai�soci�coop,�continua��a�crescere�ed�a�racco-gliere�ogni�giorno�nuove�adesio-ni.�Varcata�la�soglia�dei�100�mila�clienti,�Coop Voce�si�sta�caratte-rizzando�sempre�più�come�l’uni-co� operatore� telefonico� che,�coerentemente�con�gli�obiettivi�di�semplicità,�convenienza�e�tra-sparenza�fissati�all’inizio,�aiuta�e�consiglia�il�cliente�nella�scelta�tra�

    le�tariffe�disponbili.in�questo�senso,�anche�la�comu-nicazione� commerciale�presente�nei� punti� vendita� coop,� non� è�basata� sul� promettere� mirabo-lanti� sconti� o� incredibili� offerte�(come�avviene� spesso� in�questo�settore),�ma�nel�mettere� a� con-fronto�le�condizioni�tariffarie�per�far�sì�che�il��cliente�possa�sceglie-re�quella�più�conveniente�rispet-to�all’utilizzo�che�fa�del�telefono�cellulare.� “Fiducia,� correttezza� e�trasparenza�sono�da�sempre�ca-ratteristiche� del� modo� di� essere�

    di�coop�-�spiega�il�direttore�della�telefonia�coop,�Francesco�Pinelli�-�noi�ci�stiamo�impegnando�per�portare�questi�contenuti�nel�cam-po� della� telefonia� mobile,� con�una�strategia�che�crediamo�ci�dif-ferenzi�dagli�altri�operatori”.ricordiamo�che�le�due�tariffe�di-sponibili� sono�Facile Coop,� con�un�bonus�del�20%�su�ogni�ricari-ca�e�con�scatti�da�15�centesimi�di�euro�per�ogni�minuto�di�conver-sazione�(più�15�centesimi�di�scat-to� alla� risposta)� e� 15� centesimi�per�gli� sms;� la� seconda� tariffa� è�

  • i� mass� media,� presunti� padrini�delle�nostre�scelte�alimentari,�trat-tano� i� problemi� della� nutrizione�umana�con�la�stessa�superficialità�con�cui�sfornano�oroscopi�o�ricet-te�gastronomiche.�Le�informazio-ni�finiscono�così�per�contraddirsi�e� per� seminare� dubbi� che� diso-rientano�i�consumatori;�qualcosa�del�genere�sta�avvenendo�anche�per�la�moda�del�sushi�e�con�l’of-ferta,�nei�menù,��di�carpaccio�o�di�carne�alla�tartara.certamente� qualche� patito� del�crudismo�non�condividerà�le�mie�preoccupazioni� sulla� usanza� di�mangiare� alimenti� proteici� crudi�o� poco� stagionati� (salsicce� fre-sche,�ecc.)�ma�l’igiene�alimentare�ha�delle�regole�che�vanno�rispet-tate,�tanto�più�quando�ci�si�trova,�da�consumatori,�al�termine�di�una�filiera� non� sempre� irreprensibile�nel�dedalo�dei�suoi�passaggi.i�motivi�per�cui�dobbiamo�ricorre-re� alla� cottura� di� carni� e� pesci�sono�innanzi�tutto�per�bonificarli�da�eventuali�salmonelle,�toxopla-sma� e� parassiti,� per� facilitare� la�masticazione�(se�la�cottura�non�è�stata�eccessiva)�e�la�digestione�(le�proteine� denaturate� sono� attac-cate�più� facilmente�dagli�enzimi�digestivi),�per�migliorare�il�sapore�(ma�la�perdita�di�succo�delle�carni�influenza�il�gusto�e�il�patrimonio�vitaminico�già�parzialmente�inat-tivato�dalla�cottura).�comunque,�dal�punto�di�vista�medico�è�indi-scutibile� che� la� cottura�offre�dei�vantaggi�che�se�anche�si�limitas-sero�alla�sicurezza�igienica�prevar-rebbero� sempre� sul� fattore� ga-stronomico.�Bisogna�diffidare�di�un’apparente�ed�ingannevole�“bontà�del�natu-rale”� perché� anche� carni� prove-

    nienti� da� allevamenti� igienica-mente� perfetti� possono� essere�inquinate� casualmente� dopo� la�macellazione.� sui� pesci,� di� qua-lunque�specie,�abbiamo�altre�insi-curezze�e�di�certo�non�basta�qual-che�goccia�di�limone�o�una�blanda�affumicatura�a�garantirne�la�sicu-rezza�igienica.infine,�una�precisazione�sulla�di-stinzione�commerciale�fra�carni�rosse�o�bianche:�non�è�dal�colo-re,� più� o� meno� intenso,� delle�carni�che�si�può�dedurne�facilità�di� masticazione� e� � digeribilità.�Queste� dipendono� dalle� carat-teristiche�delle�fibre�muscolari�e�dall’infiltrazione� di� grasso,� ma�anche�dall’abbondanza�del�con-nettivo,� mentre� il� colore� rosso�scuro�delle�carni�non�testimonia�neppure�la�ricchezza�del�conte-nuto�di�ferro�ma�solo�la�diversa�concentrazione� di� mioglobina,�la� sostanza� che� immagazzina�l’ossigeno� e� che� abbonda� nei�muscoli�più�attivi.�dal�punto�di�vista�nutrizionale�la�differenza�fra�carni�rosse�o�bian-che�è�diventata�poco�significati-va� anche� per� il� contenuto� del�grasso�e�del�colesterolo,�perché�gli� allevatori� hanno� selezionato�razze�meno�portate�all’ingrassa-mento�ed�hanno�razionalizzato�i�mangimi,�sia�pei�i�bovini�che�per�il�suino�“leggero”.�Al�riguardo,�fa�testo�il�confronto�fra�le�ultime�ta-belle� di� composizione� degli� ali-menti,�edite�dall’inran,�e�le�pre-cedenti�pubblicazioni.�del�resto,�chiunque�può�accorgersene�a�ta-vola�perché�la�riduzione�perfino�eccessiva�del�grasso,�ad�esempio�nelle�bistecche�di�maiale,�le�ren-de�purtroppo�meno�saporose�e�più�stoppose.

    di Eugenio Del Tomapresidente onorario dell’Associazioneitaliana di dietetica e nutrizione clinica

    CARPACCIo E SuShIA proposito delle carni crude

    oGM,�3�milioni��di�noSi vota sino al 9 di cembre

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    13dicembre�2007

    nazioni Ogm. Quella di Coop sugli Ogm non era e non è una posizione preconcetta o faziosa, ma il frutto di una istruttoria approfondita che pren-de atto di due dati inconfutabili: innan-zitutto la divisione del modo scientifico in merito ai rischi e agli impatti a me-dio-lungo termine; secondo il consu-matore non ha e non percepisce van-taggi dall’introduzione di queste nuove tecnologie ed è fortemente preoccupa-to e minacciato nel suo diritto di scelta. Da qui la nostra posizione, coerente-mente al principio di precauzione che da sempre Coop applica: “Conoscenza e prudenza”. Sono gli obiettivi che Coop cerca già di praticare ogni giorno. Ma ora occorre che la politica, a comin-ciare dall’Unione Europea prenda atto di questa volontà dell’opinione pubbli-ca di tutti i paesi, adottando provvedi-menti conseguenti”. Ricordiamo che della coalizione “Italia-Europa Liberi da Ogm“ fanno parte, tra gli altri, oltre a Coop: Acli, Adiconsum, Avis. Cia, Cna alimentare, Coldiretti, Codacons, Federconsumatori, Green Peace, Legambiente, Slow Food e Wwf. Per info: www.liberidaogm.org

    alfabeto�alimentare

    Telefonia per i soci, un servizio che ti aiuta a scegliereVeloce Coop,� senza� scatto� alla�risposta� e� con� una� tariffazione,�per�secondi�effettivi�di�conversa-zione,�di�17�centesimi�al�minuto�e� 12� centesimi� per� ogni� sms.�Mentre��Facile�coop�è�una�tariffa��più�adatta�a�chi�effettua�chiama-te�mediamente�oltre�i�2/3�minu-ti,�Veloce�coop�è�rivolta�a�chi�fa�telefonate�più�brevi�e�frequenti.Per�ulteriori�informazioni�su�tut-ta�la�telefonia�coop�ricordiamo�il�sito:�www.coopvoce.it�e�il�nu-mero� verde� per� i� clienti� che� è�188.�

  • La semplicità di utilizzo e il costo estremamente conveniente per minuto di conversazione lo rendono indicato per chi effettua prevalentemente chiamate di media durata, cioè di due-tre minuti o più.

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  • cons

    umat

    orisi�fa�presto�a�dire�giochi

    Non più di 150 euro: è la cifra – la più bassa d’Europa – che le famiglie italiane spenderanno in occasione del Natale per i giocattoli di figli e nipoti. 150 euro che saranno ripartiti su più di un giocattolo, in modo da avere tanti pacchettini, del prezzo medio di 26 euro, sotto l’albero. Cifre che aiuteranno il mercato del settore a crescere, anche se di poco: tra l’1 e il 2%.Ma cosa c’è tra i nuovi giocattoli più desiderati dai bambini italiani? Le bambine vorrebbero la Casa dei sogni di Barbie (alta quasi un metro, completa di arredi e accessori), mentre ai bambini piacerebbe la pista per salti e scontri tra le auto “Hot Wheels”. Il regalo unisex più gettonato è la macchina fotografica digitale pensata apposta per i più piccoli, resistente a urti e cadute. Ma ci sono anche i classici Transformers (stavolta un camion che diventa un’arma lanciadardi) e l’evoluzione del gioco dei pupazzi: Li’l Luvables Fluff Factory, per costruirsi gli orsetti da soli.

    Il giocattolo sicuroIntanto la Mattel ha ritirato dal mercato migliaia di giocattoli, anche nel

    Quest’annola�spesa�media

    per�famigliasarà�di�circa�

    150�euro.il�90%�delle

    propostesono�prodotti

    �del�tutto�nuovi�

    Comprare un giocattolo nasco nde insidie, ecco come evitarle

    16dicembre�2007

    di Silvia Fabbri

    in�primo�piano

  • si�fa�presto�a�dire�giochicorso dello scorso mese, e il Ministero dello sviluppo economico, in collaborazione con la guardia di finanza, sta monitorando con la massima attenzione il mercato, attraverso uno “scrupoloso controllo che rientra nel pia-no di sorveglianza speciale ‘Natale Sicuro’, per assicura-re che nelle case dei consumatori arrivino solo giocatto-li sicuri”. Insomma, i controlli aumentano. In Italia la Guardia di finanza, nei primi otto mesi di quest’anno, ha sequestrato 5,4 milioni di giochi privi del marchio CE contro i 7,7 dell’intero 2006. In settembre, il parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune sulla sicu-rezza dei giocattoli con la quale si invita il consiglio ad adottare un regolamento sulla obbligatorietà della indi-cazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi, “perché i consumatori – si legge nel testo - hanno diritto a conoscere l’origine dei prodotti impor-

    il�giocattolo�migliore�è�quello�sicuro.�Già,�ma�come�riconoscere�il�giocattolo�che�non�fa�male?�Anzitutto�–�anche�se�non�basta�–�è�necessario�il�marchio�ce,�che�certifica�che�il�prodotto�rispetta�le�normative�tecniche�europee,�requisiti�di�sicurezza�inclusi.�tutta-via,�purtroppo,�il�marchio�ce�non�sempre�è�garanzia�di�qualità,�anche�perché�si�tratta�di�un’autocertificazione�del�produttore.�La�prima�cosa�da�fare�è�affidarsi�a�ditte�specializzate�e�marchi�conosciuti�e�acquistare�il�giocattolo�da�commercianti�seri�e�responsabili,�grande�distribuzione�compresa.�Me-glio�diffidare�dei�venditori�ambulanti�e�non�autorizzati.Prima�di�acquistare�il�prodotto,�bisogna�aprire�l’imballaggio�e�verificare�che�non�abbia�parti�aguzze�o�pericolose.�“La�plastica�deve�essere�molto�resistente�–�spiega�Bernardo�de�santis,�responsabili�acquisti�coop�italia�–�perché�se�si�rompe�spezzandosi�può�di-ventare�tagliente”.�Poi�bisogna�evitare�peluche�dal�pelo�troppo�lungo,�che�può�essere�strappato�e�ingerito.�no�anche�ai�giocattoli�con�nastri�e�corde,�per�lo�stesso�motivo.�Bisogna�verificare�che�occhi,�naso,�bottoni�o�altre�parti�facilmente�ingeribili�siano�sal-damente�attaccate�al�giocattolo.�Le�pile�non�devono�essere�facilmente�accessibili�e�va�anche�controllata�la�solidità�delle�cuciture.�Attenzione�alle�indicazioni�riportate�in�eti-chetta:�è�consigliabile�rispettare�l’età�consigliata.��

    Vademecum anti-rischio

    Comprare un giocattolo nasco nde insidie, ecco come evitarle

    Sicurezza, ecco cosa fare per essere tranquilli (o quasi)

    in�primo�piano

    tati dalla Ue e le autorità di sorveglianza devono disporre di idonee informazioni con le quali rintracciare l’origine dei prodotti”. “Per il momento però - spiega Bernardo De Santis, responsabile acquisti Coop Italia per questo settore - non abbiamo la possibilità di capire da dove proviene un giocattolo, visto che anche con l’etichetta ‘made in Italy’ un prodotto può essere fatto al 60% al-l’estero: per questo occorre affidarsi a un rivenditore responsabile”.

    Il giocattolo “da grandi”Ma se è assolutamente necessario acquistare oggetti ga-rantiti sul fronte della sicurezza, altrettanta attenzione va dedicata a scegliere il regalo giusto. Perché non sem-pre i giocattoli stimolano l’immaginario del bambino, e spesso riproducono la tele-dipendenza anche lontano

    17dicembre�2007

    continua a pagina 18 >

  • cons

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    dallo schermo. “Tradizionalmente il gioco – come la palla, ad esempio - aveva la funzione di far esprimere liberamente il bambino, consenten-dogli di creare il suo personale mondo immaginario”, spiega Mari-na D’Amato, docente di sociologia dell’infanzia all’Università di Roma Tre. “Insomma, i bambini erano li-beri di creare il proprio gioco a par-tire da un oggetto che era lo stesso ma sempre diverso. Poi subentra, già nell’Ottocento, il concetto del gioco come strumento per inserire il bambino in una sorta di miniatu-rizzazione del mondo adulto. È il caso della bambina che gioca a fare la mamma, per esempio, oppure del bambino che gioca a fare la guer-ra…”. Un concetto di giocattolo che per-dura tuttora, visto che ampie quote di mercato del giocattolo sono oc-cupate da oggetti che si fregiano

    dello stesso marchio del suo corri-spettivo adulto: come certe auto-mobiline, o addirittura come le cu-cine in miniatura per le cuoche in erba.

    Il giocattolo teletrasmesso“Dopo di che – continua D’Amato - sono subentrati i giocattoli che po-tremmo definire teletrasmessi, cioè imposti da cartoni animati o serie televisive. E questo è accaduto per-chè a partire dagli anni ’70 si è rea-lizzato una sorta di corto circuito tra programmi per bambini, spot televisivi e giocattoli. La tivù ha così creato un suo pubblico di bambini che guardano tutti gli stessi pro-grammi, a tutte le latitudini e gio-cano con gli stessi tele-eroi”.Spesso si tratta di giocattoli collega-ti alle ossessioni adulte di un dato periodo: “L’era dell’avvento dei computer e della fiducia nel loro

    potere – prosegue D’Amato - è quel-la di Atlas Ufo Robot e Mazinga. Poi sono arrivati gli anni dell’ambienta-lismo e dell’etica verde: dunque, a livello del mercato dei giocattoli, sono spuntati tutti i sottoboschi e i sottomari, come i Puffi, l’Ape Maia. La caduta delle grandi ideologie po-litiche, il disvelamento dei mecca-nismi del potere come battaglia per il potere in sé, hanno generato i Power Ranger, le Sailor Moon”. Tele-eroi - nome in codice characters, ov-vero personaggi di serie tv, fumetti e cinema - che invecchiano rapida-mente e che devono essere sostuiti assai velocemente, un anno dopo l’al-tro: da Mazinga ai Puffi, dai Power Ranger ai Gormiti, breve è la vita dei giocattoli. “È vero: la quota di prodotto nuovo raggiunge il 90% del totale dei gio-cattoli immessi sul mercato in un anno - spiega De Santis – e il prodot-

    i�bambini�sono�assai�più�tradizionalisti�di�quel�che�si�pensa.�Lo�ha�scoperto� l’istat,�che�nel�2005�ha�elaborato�una�graduatoria�dei�giochi�preferiti�dai�bambini� (dal� titolo�“i�bambini� e� il�quotidiano”).�un’indagine�da�cui�emerge�nettissima�la�differen-za�di�genere:�il�23%�delle�bambine�da�3�a�5�anni�e�il�27%�di�quelle�da�6�a�10�anni�preferiscono�i�gio-chi� di� ruolo� (mamma� e� figlia,� commerciante� e�cliente,�ecc.),�mentre�le�rispettive�quote�per�i�ma-schi�sono�10%�e�11%.�Fin�dai�primi�anni�di�età,�poi,�emerge�una�sorta�di�segregazione�“tecnologi-ca”�a�danno�delle�bambine:�già�tra�i�3�e�i�5�anni,�i�bambini� che� amano� giocare� con� videogiochi� e�computer�sono�due�volte�e�mezzo�più�delle�bam-bine.�tra�i�6�e�i�10�anni�la�differenza�non�si�colma:�ama�i�videogiochi�il�65%�dei�bambini,�ma�solo�il�38%�delle�bambine.�Ma�vediamo�in�dettaglio�le�preferenze�dei�bambini�italiani�in�fatto�di�giochi.Dai 3 ai 5 anni:� i�giocattoli�più�amati�sono� le�bambole�per�le�femmine�(88%)�e�automobiline,�treni�e�giochi�simili�per�i�maschi�(73%).�Le�bam-bine� amano� colorare� nel� 75%� dei� casi� e� sono�meno� interessate� alle� costruzioni� e� ai� puzzle�(�8%).�Anche�ai�maschi�piace�disegnare�e�colora-re,�ma�in�percentuale�più�bassa�rispetto�alle�fem-mine:�il�67%.�Ai�ragazzini�piacciono�anche�i�puz-zle�e�le�costruzioni,�in�questo�caso�assai�più�che�alle�bambine�(li�sceglie�il�62%�del�campione).�e�il�

    I giocattoli preferiti

    pallone?�L’evergreen�di�sempre�registra�–�sempre�tra� i� maschi� –� una� percentuale� di� scelta� pari� al�55,2%.�i�videogiochi�si�collocano�al�7°�posto�con�il� 25%� (contro� il� 1�°� delle� bambine,� con� il�10%).�Dai 6 ai 10 anni:�in�questa�fascia�d’età,�la�gra-duatoria� riferita� ai� maschi� vede� al� primo� posto�giocare�a�pallone�(71%),�seguito�dai�videogiochi�(65%)�e� le� care,� vecchie� figurine� (50%).� L’inte-resse� della� bambine,� invece,� è� rivolto� ancora� e�soprattutto� alle� bambole� (71%),� a� disegnare�(70%),�ai�giochi�di�movimento�(60%).�Più�distan-ziati� sono,� sempre� per� le� femmine,� il� gioco� coi�pupazzi� (�3%),� i� videogiochi� (38%)� e� anche� i�giochi�da�tavolo�(33%).�i�bambini,�invece,�prefe-riscono� nel� �9%� dei� casi� le� automobiline,� nel��7%�il�disegno,�nel��6%�i�giochi�di�movimento.�i�giochi�meno�amati?�Per�i�maschi�le�bambole�(ma�anche�collezionare�oggetti);�per�le�femmine�mac-chine�e�treni�(ma�anche�figurine).��

    18dicembre�2007

    in�primo�piano

    Bambini tradizionalisti. Ma quante differenzetra maschi e femmine...

    continua a pagina 21 >

  • 19dicembre�2007

    secondo� un’indagine� doxa� il�56%��dei�ragazzi�tra�i�5�e�i�13�anni�possiede� una� consolle� di� gioco�(contro�un���%�di�femmine)�.�e�secondo� un’analisi� svolta� dalla�società�italiana�di�pediatria�tra�gli�adolescenti� (12-1�� anni)� il� 37%�utilizza�un�videogioco�per�più�di�un’ora�al�giorno,�il�23%�meno�di�un’ora�al�giorno�e� il�26%�due�o�tre�volte�alla�settimana.�cifre�che�descrivono� la�passione�dei�ragazzi�per�questo�genere�di�intrattenimento,� tanto� che� il� vi-deogioco� è� uno� dei� regali� più�gettonati�del�natale.�Quest’anno,�sotto�l’albero,�ci�saranno�dunque�consolle�portatili� e�nuovi�giochi,�per�una�spesa�che�potrà�aggirarsi�tra�i�250-500�euro�(per�le�piatta-forme)�e�i�60-65�euro�per�i�giochi.�“in�particolare�–�spiega�Paolo�Pre-vedello,� responsabile� acquisti�coop�italia�del�settore�–�ci�aspet-tiamo�anche�per�questo�natale�la�conferma�del�successo�dei�giochi�di�intelligenza�o�di�memoria,�che�ovviamente� in�questo�caso�sono�indirizzati�anche�a�un�pubblico�di�adulti”.�Anche�i�videogiochi�tradi-zionali�–�come�quelli�di�ambienta-zione� bellica� –� avranno� la� loro�fetta� di� mercato,� grazie� a� nuovi�titoli,�grafica�perfetta�e�possibilità�di�giocare�on�line�con�più�di�un�giocatore.�certo,�per�vedere�tali�e�tanti�scenari�di�guerra�basterebbe�osservare�questo�mondo,�reale�e�non�virtuale:�ma�almeno�il�video-gioco�ci�dà�l’impressione�di�poter�cambiare� la� realtà� uccidendo� i�cattivi.� non� è� un� caso� –� come�spiega� la� sociologa� dell’infanzia�Marina�d’Amato�–�che�“la�mag-gior�parte�dei�personaggi�dei�vi-deogiochi�sia�guidata�da�un�gran-de�coraggio�che�consente�loro�di�affrontare� situazioni� problemati-che,�rischiando�la�propria�vita�per�raggiungere�obiettivi�anche�am-biziosi”.� oltre� a� questi� casi,� che�sono�per�fortuna�la�maggioranza,�esistono� comunque� videogiochi�violenti,�o�razzisti.�come�difende-re� i�bambini�da�eventuali�conte-nuti�dannosi?�un�sistema�c’è:�leg-

    L’elettronica

    I simboli sui videogiochi, una guida per l’acquisto

    in�primo�piano

    La�seconda�è�una�classificazione�per�contenuti� rappresentata�da�un�insieme�di�immagini�che�descrivono�il�contenuto�del�prodotto.�A�se-conda�del�tipo�di�gioco�il�numero�delle�immagini�può�arrivare�fino�a�sei.�La�classificazione�del�gioco�appare�sul�fronte�e�sul�retro�della�coper-tina�e�non�si�riferisce�a�difficoltà�tecniche,�ma�ad�elementi�che�lo�ren-dono�sconsigliabile�per�l’utilizzo�dei�minori:�la�presenza�di�linguaggio�scurrile,�violenza,�sesso,�discriminazioni�sessuali,�ecc.�La�classificazione�Pegi�non�è�affidata�alla�sola�autovalutazione�del�produttore,�ma�preve-de�un�successivo�esame�critico�da�parte�di�un�ente�indipendente.�nel�caso�la�classificazione�non�venga�ritenuta�idonea,� il�videogioco�può�anche�venire�ritirato�dal�mercato.�

    gere� con� attenzione� ciò� che� c’è�scritto� sulla� scatola.� “i� videogio-chi�–�prosegue�Prevedello�-�utiliz-zano�il�sistema�Pegi,�abbreviazio-ne� di� Pan� european� Game�information,�che�è�il�primo�siste-ma�europeo�di�classificazione�dei�videogiochi� in� base� all’età� e� al�contenuto.�È�stato�creato�per�aiu-tare� i�genitori�nella�scelta�del�vi-deogioco,� dando� informazioni�chiare�e�affidabili�rispetto�al�con-tenuto�del� gioco� stesso� e� all’età�adatta�per�giocarlo.�insomma,�vi-sto�che�esistono�videogiochi�an-che� per� gli� adulti,� è� necessario�consentirne�una�facile� individua-zione,�proprio�per�evitare�che�fini-scano�nelle�mani�dei�bambini”.�

    cLAssiFicAzione�Per�contenuto

    Linguaggio scurrileil�gioco�contiene�linguaggio�scurrile

    Discriminazioneil�gioco�contiene�rappresentazioni�di�discriminazione

    Drogail�gioco�descrive�o�fa�riferimento�all’uso�di�droga

    Paurail�gioco�può�spaventare�i�bambini

    Sesso il�gioco�rappresenta�nudità�e/o�comportamenti�o�riferimenti�sessuali

    Violenzail�gioco�contiene�rappresentazioni�di�violenza

    Gioco d’azzardoil�gioco�può�stimolare�o�insegnare�il�gioco�d’azzardo

    il�sistema�di�classificazione�Pegi�è�costituito�da�due�componenti�di-stinte�ma�complementari.�La�pri-ma�è�una�classificazione�per�grup-pi�di�età�(3�anni�e�oltre,�7�e�oltre,�12�e�oltre,�16�e�oltre,�18�e�oltre).�

    cLAssiFicAzione�Per�etÀ

    3�anni�e�oltre

    7�anni�e�oltre

    12�anni�e�oltre

    16�anni�e�oltre

    18�anni�e�oltre

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    to nuovo è quasi sempre collegato a linee tivù. Poi ci sono anche le bam-bole, che però arrivano sugli scaffali sempre con qualche congegno nuo-vo”. Infatti quest’anno andrà per la maggiore un Cicciobello interattivo che reagisce alle cure della mamma. O anche le rollergirls radiocoman-date “My scene”. Insomma, i classici peluche o le costruzioni sono sem-pre meno ricercate, anche se è con-solante scoprire che la bicicletta è il giocattolo più venduto al mondo, e che le vendite della Lego sono cre-sciute del 13%. Certo, non si tratta più dei piccoli pezzi di plastica con cui costruire rudimentali e fantasio-se casette: oggi le scatole Lego han-no il progetto costruttivo preimpo-stato e occorre seguire passo passo le istruzioni. Altro che semplici mattoncini.Tra tele-eroi e complicate bambole interattive, il bambino è solo: “Da una parte – spiega la sociologa D’Amato – avere o non avere questi giocattoli significa far parte o no del gruppo. Non possedere l’ultimo modello può emarginare il bambi-no. Dall’altra i genitori hanno com-pletamente delegato alle tivù la scelta dei giocattoli da regalare ai loro figli: oggetti che peraltro sfug-gono completamente alla capacità di comprensione degli adulti, che comprano non tanto ciò che chie-dono i bambini, ma ciò che chiede la tivù”. E poiché gli adulti non san-no minimamente cos’è l’oggetto che hanno acquistato e qual è l’im-maginario ad esso collegato, lascia-no soli i bambini proprio nel mo-mento del gioco. Per questo gli psicologi dell’infanzia consigliano di scegliere giochi di condivisione, perchè crescendo va assecondata, nel bambino, la capacità di giocare con altri. Inoltre è consigliabile scegliere il gioco pensando al bam-bino che lo riceve, e non per realiz-zare i desideri insoddisfatti di noi “grandi”. Per rivivere qualcosa delle proprie emozioni infantili meglio dedicare del tempo a giocare con i più piccoli. Un altro consiglio? Non c’è bisogno di regali costosi e im-portanti: per suscitare curiosità e divertimento in un bambino, basta poco. Infine, cerchiamo indirizzare la nostra scelta verso giocattoli che permettano un intervento attivo e fantasioso, che si possano cioè pre-stare a diversi utilizzi.

    21dicembre�2007

    “Mai�fragole�a�dicembre”�si�in-titola�il�bel�libro�pubblicato�da�Licia� Granello,� che� da� anni� si�occupa�di�alimentazione�e�ga-stronomia�per�il�quotidiano�“La�repubblica”.� L’idea� è� quella� –suggerita� dal� sottotitolo� –� di�praticare�“il�piacere�della�tavola�secondo�le�stagioni”,�attivando�un� rapporto� più� diretto� col�cibo,� basato� su� una� migliore�conoscenza�dei� cicli�produttivi�e� dei� percorsi� distributivi:� la�scelta�della� stagionalità�a�que-sto�punto�dovrebbe�imporsi�da�sé,�per�la�maggiore�economici-tà�e� la�migliore�qualità�e� salu-brità�del�cibo�consumato.�Ma� attenzione:� mangiare� pro-dotti�fuori�stagione�non�è�un’in-venzione� dei� nostri� giorni,� in-dotta� dai� meccanismi� del�mercato�globale:� il�desiderio�è�antico.�i�ritmi�della�natura�han-no� condizionato� per� secoli� le�abitudini� alimentari,� ma� pro-prio� per� questo� la� tavola� dei�ricchi� e� dei� potenti� amava�ostentare� la� capacità� di� supe-rarli:�cibi�esotici�e�fuori�stagione�davano� prestigio� a� chi� poteva�procurarseli�e�offrirli.�su� ciò� rifletteva,� nel� 1662,� il�cuoco�dei�Gonzaga�Bartolomeo�stefani,� in� un� libro� intitolato�“L’arte� di� ben� cucinare”,� che,�oltre� a� numerose� ricette,� con-tiene�il�resoconto�dei�banchetti�da�lui�allestiti�alla�corte�di�Man-tova.�A�un�certo�punto�stefani�si� rivolge� ai� lettori� e� osserva:�“Avrete� notato� che� in� più� di�un’occasione�ho�fatto�servire�a�tavola� prodotti� non� di� stagio-ne:�asparagi�in�gennaio,�carcio-fi� e� piselli� in� febbraio,� e� così�

    via”.� ebbene� -� continua� -� non�stupitevi�troppo�di�queste�scel-te,� perché� per� procurarsi� pro-dotti�come�questi�basta�avere�a�disposizione� cavalli� veloci� per�farli�venire�da�lontano,�e�mone-ta�sonante�per�pagarli.�La�spesa�sarà�ben�ripagata�in�termini�di�prestigio.�un�memorabile�pranzo�allestito�dallo� stesso� stefani� in� onore�della� regina� cristina� di� svezia�cominciò� con� un� piattino� di�fragole�al�vino�bianco.�una�en-trata� “semplice”,� e� tuttavia�straordinaria:�si�era�infatti�al�27�novembre.� una� “infrazione”�come�questa�appariva�eccezio-nale�e�assumeva�significato�nel�quadro�di�una�cultura�da� tutti�condivisa,� secondo� cui� era�“normale”� osservare� la� stagio-nalità� dei� prodotti.� non� farlo�era�un�segno�di�diversità.�oggi� la�situazione�è�cambiata.�Mangiar� fragole� a� dicembre,�asparagi�a�gennaio�o�carciofi�in�febbraio�non�è�più�un�privilegio�riservato�a�pochi.�Qualsiasi� su-permercato� basta� a� soddisfare�la� richiesta.� in� compenso� è�meno�ovvia� la� conoscenza�dei�cicli�naturali:�molti�di�noi�fatica-no�ormai�a�collocare� le�piante�in�questo�o�quel�mese.�Perciò�il�cibo� fuori� stagione�ha�perso� il�suo� valore� “distintivo”.� non�solo�perché�tutti�se�lo�possono�permettere� (il� che,� democrati-camente�parlando,�non� sareb-be� poi� così� negativo)� ma� so-prattutto� perché� siamo� meno�certi� della� sua� identità� stagio-nale.�È�questa�perdita�di�cono-scenza�il�vero�nodo�del�proble-ma.�

    di Massimo Montanaridocente di Storia medievale e di Storia dell’alimentazione, Università di Bologna

    FRAGoLEA DICEMBRE?

    cibo�e�cultura

  • VietAto�dire�BuGieLe�nuove�norme�in����materia�di�pubblicità�

    Oltre 300 violazioni per quasi 8 milioni di euro di multe in due anni. Sono i numeri che arriva-no dal fronte della battaglia che l’auto-rità Antitrust sta conducendo contro le pubblicità ingannevoli e le pratiche sleali nel commercio. Una battaglia iniziata con l’entrata in vigore della legge Giulietti del 2005 e divenuta an-cora più incisiva da metà settembre di quest’anno, con l’adeguamento della normativa italiana alle direttive euro-pee. In sostanza, le nuove regole con-sentono all’Autorità garante della con-correnza e del mercato (la cosiddetta Antitrust, per intenderci) di agire d’uf-ficio anche con specifiche ispezioni e aumento delle sanzioni fino a 500mila euro dalle attuali 100mila. Il che, in sostanza, significa essere nelle condi-zioni di effettuare interventi a favore dei consumatori più rapidi ed efficaci. Ma che significa agire d’ufficio? “Ci muoveremo sulla base di segnalazioni e denunce, anche incomplete o anoni-me perché ora possiamo intervenire direttamente, indagando e verificando le informazioni che ci arrivano, anche tramite l’azione della Guardia di fi-

    nanza”, dicono all’Antitrust. “Le de-nunce – continuano – possono arrivare sia dai concorrenti del commerciante o dell’impresa di cui si sospetta la pratica ingannevole o sleale, che dai cittadini, sia in veste di consumatori direttamen-te coinvolti che di persone che siano venute a conoscenza dei fatti oggetto di denuncia”. Insomma, una pubblicità vi ha indot-to ad acquistare qualcosa che non corrispondeva a quanto promesso? L’anziana vicina è stata molestata in-sistentemente da un venditore e per-ciò costretta a un acquisto? Denun-ciate all’Antistrust. La novità da tener presente è, appunto, che si può de-nunciare il comportamento scorretto anche in assenza di violazione con-trattuale e indipendentemente dal fat-to che si è stati personalmente dan-neggiati. Inoltre la sanzione ammini-strativa prevista dalle nuove regole è particolarmente salata e va da 5mila a 500mila euro. Va ricordato che, ad ec-cezione dei casi di manifesta scorret-tezza e gravità, l’Autorità potrà rinun-ciare all’accertamento dell’infrazione se l’impresa fa marcia indietro e inter-

    di Silvia Fabbri

    in�primo�piano

    Numero verdePer�fare�denunciaPer� segnalare� all’Autorità� Anti-trust� le� pratiche� commerciali�scorrette�e�aggressive�o�le�pub-blicità�ingannevoli�di�cui�siamo�venuti�a�conoscenza,�si�può�te-lefonare�al�numero�verde�(800-1-6666-1),� attivo� a� partire� da�metà� novembre� dalle� 10� alle�1�,�da�lunedì�al�venerdì.�Per�te-lefonare� bisognerà� essere� in�possesso�dei�dati�necessari�per�consentire� all’Autorità� di� inda-gare�ulteriormente�(se�si�tratta�di�spot�su�quale�tv�o�radio�è�sta-to� trasmesso� e� a� che� ora,� ad�esempio).�Per�verificare�comun-que�i�dati�in�proprio�possesso�–�qualora� si� voglia� procedere� a�una� denuncia� -� e� saperne� di�più,�è�utile�visitare�il�sito�dell’An-titrust� (www.agcm.it)� dove� si�possono� trovare� tutte� le� infor-mazioni�su�come�muoversi.�

    22dicembre�2007continua a pagina 27 >

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    VietAto�dire�BuGie

    L’Autorità�Antitrust:�“ora�possiamo�intervenire�d’ufficio�anche�tramite�la�Guardia�di�finanza”.�in�cima�alla�lista�nera�delle�sanzioni,�i�commerciantidi�pseudo-farmaci�e�i�tour�operator�che�promettono�e�non�mantengono

    Le�nuove�norme�in����materia�di�pubblicità�

    in�primo�piano

    Le pratiche scorrette“con�questi�numeri�vincerà�sicuramente!”La�nuova�disciplina�in�vigore�dal�21�settembre�2007�individua�una�serie�di�pratiche�ingannevoli�e�aggres-sive�considerate�tali�di�per�sé,�senza�bisogno�di�dimo-strare�la�loro�capacità�di�falsare�le�scelte�del�consu-matore.�ecco�quali�sono:

    Le pratiche “ingannevoli” 1)��Mentire� sul� fatto� di� aver� firmato� un� codice� di�

    comportamento,�o�che�le�produzioni� in�vendita�hanno�un�marchio�di�qualità.�o�che�sono�state�autorizzate�da�un�organismo�pubblico.�

    2)��Fare�pubblicità� a�una�merce� e�poi� rifiutarsi� di�mostrarla.

    3)��sollecitare�l’acquisto�non�consapevole,�insisten-do�sul� fatto�che�la�merce�è� in�offerta�per�poco�tempo� e� che� dunque� bisogna� fare� in� fretta� e�comprare�subito.

    �)��Lasciare�credere�–�mentendo�–�che�la�merce�in�vendita�sia�lecita.

    5)��Lasciare�credere�che�i�più�banali�diritti�del�consu-matore�–�come�il�recesso,�l’assistenza�post-vendi-ta�ecc.�–�siano�servizi�in�più,�una�sorta�di�offerta�di�chi�vende�all’acquirente.

    6)��Lasciare�credere�che�il�mancato�acquisto�del�pro-dotto�leda�la�sicurezza�personale�del�consumatore

    7)��Vendere�attraverso� le�“piramidi”� (cioè�offrire�un�

    guadagno�al� consumatore�che� segnala�un�altro�consumatore�e�così�via).

    8)��Affermare�che�un�prodotto�favorisca�la�vincita�al�gioco;�o�che�curi�malattie.

    9)�i�nvitare�all’acquisto�affermando�che�il�prodotto�è�gratuito,�e�poi�caricare�la�merce�acquistata�di�pre-sunti�costi�di�spedizione�o�“spese�varie”.

    10)��Vendere�mentendo�sulla�propria�professione�di�venditore�e�camuffarsi�da�consumatore.�

    Le pratiche aggressive 1)��Lasciare�credere�che�il�consumatore�non�può�an-

    darsene�se�non�dopo�aver�comprato�o�firmato�un�contratto.

    2)��Andare�al�domicilio�del�consumatore,�ignorando�gli�inviti�di�quest’ultimo�a�smetterla�con�le�visite�non�richieste.

    3)��sollecitare�ripetutamente� l’acquisto�via�telefono,�fax,�posta�elettronica.

    �)��Fare�pressione�sui�bambini�o�sugli�adolescenti�af-finché�spingano�all’acquisto�i�genitori.

    5)��Lasciare�intendere�che�in�caso�di�mancato�acqui-sto�chi�sta�tentando�di�vendere�venga�licenziato�o�possa�subire�dei�danni.

    6)��Lasciare��credere�che�il�consumatore�abbia�vinto�un�premio�la�cui�riscossione�è�legata�a�un�acquisto.�

    dicembre�2007 23

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    Guida alla segnalazione

    in�primo�piano

    25dicembre�2007

    come�difendersi�da�spot,�telefonate�e�venditori�alla�portache� fare� nel� caso� si� voglia� se-gnalare� una� pubblicità� ingan-nevole� o� il� comportamento�scorretto� di� un� venditore?� La�segnalazione� va� fatta� su� carta�semplice� e� inviata� all’Autorità�garante�della�concorrenza�e�del�mercato� (piazza� Verdi,� 6/A� –�00198�roma).�deve�contenere�tutti�i�dati�del�denunciante�con�nome� e� cognome,� indirizzo� e�recapito� telefonico,� seguiti� da�firma.� chi� denuncia� deve� an-che�riportare�con�esattezza�tut-ti�gli�elementi�che�consentiran-no�all’Autorità�di� identificare� il�messaggio� pubblicitario,� for-nendo�tutte�le�indicazione�utili�per�l’individuazione�esatta�del-

    la�pubblicità.�se�non�si�tratta�di�una� pubblicità� televisiva� o� ra-diofonica,�conviene�sempre�al-legare� la� copia�del�messaggio,�o�la�foto.�se�invece�è�uno�spot,�va� indicato� l’emittente,�giorno�e�ora�in�cui�lo�si�è�visto�(o�ascol-tato).� se� la� pubblicità� è� stata�diffusa� via� internet,� è�necessa-ria� una� stampata� delle� pagine�del�sito�interessato,�il�suo�indi-rizzo�esatto�e�–�anche�in�questo�caso�–�giorno�e�ora�del� rileva-mento.�se� invece� la� pubblicità� è� stata�fatta� tramite� telefonata� a� casa,�occorre�un�resoconto�dettaglia-to�della�chiamata,� specificando�anche�ora�e�giorno�nonché�nu-

    mero�di�telefono�chiamato.�dopo�queste�informazioni�pre-liminari� e� necessarie,� bisogna�spiegare�i�motivi�per�cui�si�ritie-ne� ingannevole� o� scorretta� la�pubblicità� in�questione:�o�per-ché� sono� state� fatte� pressioni�psicologiche� cercando� di� ven-dere� il� prodotto,� o� perché� il�prodotto�acquistato�non�corri-sponde�a�ciò�che�viene�pubbli-cizzato,�o�anche�perché�il�prez-zo� non� è� quello� promesso.�Possono� fare� segnalazioni� sia� i�singoli� cittadini� sia� le� imprese�che� si� sentono�danneggiati�da�una� pubblicità� comparativa� o�comunque�non�veritiera�e� lesi-va�della�corretta�concorrenza.��

    Il caso telefoniaci�difende�anche�il�garante�della�privacycon�6��violazioni�accertate,�il�set-tore�della�telefonia�è�di�gran�lunga�quello�in�cima�alla�“lista�nera”�del-l’Antitrust.� nella� maggior� parte�dei�casi�le�segnalazioni�riguardano�i�cosiddetti�costi�mimetizzati�(cioè�i� costi� e� le� condizioni�dell’offerta�pubblicizzata� che� il� messaggio�omette),�il� livello�tecnologico�per�usufruire�di�alcuni�servizi�(necessi-tà�di�verificare�la�copertura�del�se-gnale� del� servizio� offerto),� delle�offerte�“per�sempre”,�che�in�realtà�non�lo�sono�perché�è�sempre�pre-visto�un� termine�entro� il�quale� il�servizio,�a�quel�prezzo,�va�utilizza-to,�e�infine�degli�obblighi�nascosti�(ad� esempio� deve� essere� chiaro�quando,�per�poter�usufruire�delle�offerte�o�di�un�cellulare�alle�condi-zioni�reclamizzate,�bisogna�aderire�a�determinati�piani�tariffari�per�un�tempo� determinato).� un� esem-pio?�una�delle�principali� compa-gnie�telefoniche�operanti�in�italia�è�stata�multata� a�proposito�di� una�pubblicità�di�un�servizio�di�connes-sione�alla�rete�denominato�“inter-net�gratis”.�il�garante�ha�ritenuto�che�il�messaggio�“per�la�perento-rietà� del� riferimento� alla� gratuità�del�servizio�e�in�assenza�di�conte-stuali�indicazioni�in�ordine�al�fatto�che�tale�gratuità�non�si�estende�ai�

    costi� del� collegamento� telefoni-co,�può� indurre� i�consumatori�a�considerare�erroneamente�l’offer-ta�pubblicizzata�come�particolar-mente�conveniente�con�pregiu-dizio� del� loro� comportamento�economico”.� insomma,� il� colle-gamento�è� sì�gratis,�ma� il�mes-saggio�pubblicitario�sottace�che�è� necessario� pagare� i� costi� del�collegamento� telefonico� indi-spensabile�per�l’accesso�e�la�na-vigazione�sulla�rete.Ma� sono� molti� altri� i� casi� (e� le�compagnie� telefoniche)� finite�nel� mirino� dell’Antitrust� che� ha�anche�