NUMERO 1967 DI MERCOLEDI 31 GENNAIO 2018 A CURA … · presidente del Mogliano Calcio, Marco Gaiba....

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---------------------------------------------------------------------------------- www.alsippe.it--------------------------------------------------------------------------------------------- --- -----------------------------------------------ALLEANZA SINDACALE POLIZIA PENITENZIARIA------------------------------------------- AL.SI.P.PE ALLEANZA SINDACALE POLIZIA PENITENZIARIA TELEFONO 3931383562 EMAIL [email protected] SITO INTERNET WWW.ALSIPPE.IT AFFILIAT I O.S.A.P.P NUMERO 1967 DI MERCOLEDI 31 GENNAIO 2018 A CURA DELLA SEGRETERIA GENERALE AD USO INTERNO APERTO AL CONTRIBUTO TUTTI_ Arresto ‘europeo’ eseguito dalla Polizia penitenziaria, fermato un 54enne Arresto ‘europeo’ eseguito a Terni In campo la Polizia penitenziaria. La misura riguarda un 54enne accusato di aver commesso una rapina in GermaniaUn mandato d’arresto europeo per rapina, emesso dalla Germania – è stato eseguito nella giornata di venerdì dalla Polizia penitenziaria di Terni, guidata dal comandante Fabio Gallo. A finire in manette è stato un 54enne italiano, M.A. le sue iniziali, già detenuto in passato nel carcere di Sabbione per associazione a delinquere di stampo mafioso. L’operazione L’uomo, una volta risolte le formalità di rito conseguenti al mandato di arresto trasmesso dalla Direzione centrale della polizia criminale Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, divisione Sirene – è stato condotto nella casa circondariale di Sabbione ed è ora a disposizione del presidente della Corte di appello di Perugia, Mario Vincenzo D’Aprile, per la convalida dell’arresto. La soddisfazione Gallo esprime «compiacimento nei confronti del personale che opera quotidianamente con grande impegno nell’espletamento dei gravosi carichi di lavoro conseguenti alla gestione di un numero considerevole di detenuti, ai quali si aggiungono ulteriori attività delicate del tutto simili a quella descritta».(umbriaon) Polizia penitenziaria rinviene hashish lanciato dall’esterno nel cortile del carcere Hashish lanciato dall’esterno nel cortile del carcere di Fuorni .Per nulla scoraggiati dai serrati controlli degli agenti della Polizia Penitenziaria, tentano di far arrivare lo stupefacente ai detenuti lanciandolo nel cortile, dall’esterno a mo’ di giavellotto. Tentativo fallito miseramente cos come sono falliti gli altri posti in essere nelle corse settimane. Ennesimo sequestro di droga nel perimetro della casa circondariale di Fuorni. Questa volta l’involucro contenente ben 100 grammi di hashish stato rinvenuto nel cortile dell’istituto. Nei giorni scorsi, lo stupefacente stato rinvenuto occultato nei bagni della sala dedicata ai familiari in attesa del colloquio con il congiunto detenuto. Neppure l’escamotage posto in atto questa volta servito a far arrivare lo stupefacente al destinatario. L’altro ieri mattina, l’attenzione della Poliziotta Penitenziaria che prestava servizio sul muro di cinta, si focalizzata su un involucro di colore fluoresecente che si trovava all’interno del intercinta. A destare sospetti stato soprattutto il fatto che l’area in cui si trovava l’oggetto, ancora non ben identifiicato, si trovasse in un perimetro dell’istituto di pena, non frequentato dai detenuti e neppure dal personale in servizio. A questo punto l’agente ha ritenuto necessario richiedere un’ispezione. Sul posto del rinvenimento sono intervenuti gli agenti addetti alla Vigilanza guidati dal comandante del reparto, il commissario capo Gianluigi Lancellotta, che hanno recuperato l’involucro. Dopo essere stato aperto, stato appurato che lo stesso conteneva una tavoletta di haschisc del peso di 100 grammi. Un buon bottino per sfamare le esigenze degli assuntori. Dalle prime indagini effettuate dal personale di polizia giudiziaria della Penitenziaria si giunti alla conclusione che qualche persona dall’esterno avrebbe l’involucro (a mo’ di giavellotto), tentando di farlo arrivare nel campo sportivo interno ad uso dei detenuti, ma scaltra e professionale stata la Poliziotta ad intuire che quel oggetto rappresentava qualcosa anomalo. Il piano quasi certamente stato posto in atto durante la notte, quando sul muro di cinta non vi la presenza di personale. Difficile anche essere notati per chi ha effettuato il lancio in quanto questi ha agito da un terreno buio adiacente l’istituto di pena. Grazie anche all’intervento del personale della compagnia carabinieri Salerno si riusciti ad evitare il peggio: il quantitativo di hashish poteva creare problemi ai detenuti. Ovviamente, dell’accaduto stata informata la Procura presso il Tribunale di Salerno.(Le Cronache) "Troppo pochi poliziotti penitenziari in carcere". Arriva Striscia "Troppo pochi poliziotti in carcere". Arriva Striscia.IL CASO A ROVIGO Il Mago Casanova di nuovo in città per denunciare la gravissima carenza d'organico della struttura che sorge in Tangenziale .La polizia penitenziaria ha lanciato l'allarme già nei mesi scorsi .La situazione, a Rovigo, non è sostenibile: carcere troppo grande, in procinto di arrivare a 230 detenuti presenti, e un numero assolutamente inadeguato, hanno spiegato i sindacati, di poliziotti.Rovigo - Il nuovo carcere di Rovigo a 213 detenuti e 63 agenti. Secondo i sindacati di polizia penitenziaria, uno dei rapporti più

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NUMERO 1967 DI MERCOLEDI 31 GENNAIO 2018 A CURA DELLA SEGRETERIA GENERALE AD USO INTERNO APERTO AL CONTRIBUTO DÌ TUTTI_

Arresto ‘europeo’ eseguito dalla Polizia penitenziaria, fermato un 54enne

Arresto ‘europeo’ eseguito a Terni In campo la Polizia penitenziaria. La misura riguarda un 54enne accusato di aver commesso una rapina in GermaniaUn mandato d’arresto europeo – per rapina, emesso dalla Germania – è stato eseguito nella giornata di venerdì dalla Polizia penitenziaria di Terni, guidata dal comandante Fabio Gallo. A finire in manette è stato un 54enne italiano, M.A. le sue iniziali, già detenuto in passato nel carcere di Sabbione per associazione a delinquere di stampo mafioso. L’operazione L’uomo, una volta risolte le formalità di rito conseguenti al mandato di arresto trasmesso dalla Direzione centrale della polizia criminale – Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, divisione Sirene – è stato condotto nella casa circondariale di Sabbione ed è ora a disposizione del presidente della Corte di appello di Perugia, Mario Vincenzo D’Aprile, per la convalida dell’arresto. La soddisfazione Gallo esprime «compiacimento nei confronti del personale che opera quotidianamente con grande impegno nell’espletamento dei gravosi carichi di lavoro conseguenti alla gestione di un numero considerevole di detenuti, ai quali si aggiungono ulteriori attività delicate del tutto simili a quella descritta».(umbriaon)

Polizia penitenziaria rinviene hashish lanciato dall’esterno nel cortile del carcere

Hashish lanciato dall’esterno nel cortile del carcere di Fuorni .Per nulla scoraggiati dai serrati controlli degli agenti della Polizia Penitenziaria, tentano di far arrivare lo stupefacente ai detenuti lanciandolo nel cortile, dall’esterno a mo’ di giavellotto.

Tentativo fallito miseramente cosi come sono falliti gli altri posti in essere nelle corse settimane. Ennesimo sequestro di droga nel perimetro della casa circondariale di Fuorni. Questa volta l’involucro contenente ben 100 grammi di hashish e stato rinvenuto nel cortile dell’istituto. Nei giorni scorsi, lo stupefacente e stato rinvenuto occultato nei bagni della sala dedicata ai familiari in attesa del colloquio con il congiunto detenuto. Neppure l’escamotage posto in atto questa volta e servito a far arrivare lo stupefacente al destinatario. L’altro ieri mattina, l’attenzione della Poliziotta Penitenziaria che prestava servizio sul muro di cinta, si e focalizzata su un involucro di colore fluoresecente che si trovava all’interno del intercinta. A destare sospetti e stato soprattutto il fatto che l’area in cui si trovava l’oggetto, ancora non ben identifiicato, si trovasse in un perimetro dell’istituto di pena, non frequentato dai detenuti e neppure dal personale in servizio. A questo punto l’agente ha ritenuto necessario richiedere un’ispezione. Sul posto del rinvenimento sono intervenuti gli agenti addetti alla Vigilanza guidati dal comandante del reparto, il commissario capo Gianluigi Lancellotta, che hanno recuperato l’involucro. Dopo essere stato aperto, e stato appurato che lo stesso conteneva

una tavoletta di haschisc del peso di 100 grammi. Un buon bottino per sfamare le esigenze degli assuntori. Dalle prime indagini effettuate dal personale di polizia giudiziaria della Penitenziaria si e giunti alla conclusione che qualche persona dall’esterno avrebbe l’involucro (a mo’ di giavellotto), tentando di farlo arrivare nel campo sportivo interno ad uso dei detenuti, ma scaltra e professionale e stata la Poliziotta ad intuire che quel oggetto rappresentava qualcosa anomalo. Il piano quasi certamente e stato posto in atto durante la notte, quando sul muro di cinta non vi e la presenza di personale. Difficile anche essere notati per chi ha effettuato il lancio in quanto questi ha agito da un terreno buio adiacente l’istituto di pena. Grazie anche all’intervento del personale della compagnia carabinieri Salerno si e riusciti ad evitare il peggio: il quantitativo di hashish poteva creare problemi ai detenuti. Ovviamente, dell’accaduto e stata informata la Procura presso il Tribunale di Salerno.(Le Cronache)

"Troppo pochi poliziotti penitenziari in carcere". Arriva Striscia

"Troppo pochi poliziotti in carcere". Arriva Striscia.IL CASO A ROVIGO Il Mago Casanova di nuovo in città per denunciare la gravissima carenza d'organico della struttura che sorge in Tangenziale .La polizia penitenziaria ha lanciato l'allarme già nei mesi scorsi .La situazione, a Rovigo, non è sostenibile: carcere troppo grande, in procinto di arrivare a 230 detenuti presenti, e un numero assolutamente inadeguato, hanno spiegato i sindacati, di poliziotti.Rovigo - Il nuovo carcere di Rovigo a 213 detenuti e 63 agenti. Secondo i sindacati di polizia penitenziaria, uno dei rapporti più

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negativi a livello nazionale. "Perché la casa circondariale di Ivrea ha una capienza regolamentare di 197 detenuti e una pianta organica di 182 agenti? - domandava la loro nota - Perché San Remo ha 209 detenuti e 202 agenti? Perché Pisa ha 217 detenuti e 221 agenti?Perché Cassino ha 203 detenuti e 162 agenti? Perché Cosenza ha 218 detenuti e 169 agenti? Perche tutti gli Istituti d’Italia hanno una pianta organica di Polizia penitenziaria adeguata e Rovigo no? Perché Rovigoh a 213 detenuti e 63 agenti? Perché? All’assurdità si aggiunge il paradosso della conferma di nuove assegnazioni di detenuti con l’apertura del terzo piano del detentivo. La notizia ci lascia sgomenti!".(rovigooggi.it)

Sassari: carcere dei Bancali, il Dap vieta l'ispezione al 41bis

L'Osservatorio carceri delle Camere penali avrebbe dovuto visitare la sezione: non garantiti i diritti alla salute e alla difesa. Si chiama Osservatorio proprio perché lo scopo è quello di verificare, accertare, constatare. Azioni che si possono realizzare "osservando". Ed era questo l'obiettivo della visita organizzata sabato mattina all'interno dell'istituto penitenziario di Bancali dall'Osservatorio carceri delle camere penali (sezione di Sassari). Considerate le diverse criticità segnalate in una casa circondariale che conta 505 detenuti - compresi i 90 reclusi del 41bis - era importante guardare con i propri occhi e toccare con mano le diverse problematiche. "Ma quando stamattina siamo arrivati in carcere abbiamo scoperto che il Dap (dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ndc) con una mail inviata la notte precedente ha negato il nostro accesso al 41bis". Così hanno raccontato i componenti dell'osservatorio che durante una conferenza stampa - convocata ieri pomeriggio per fornire un resoconto dell'ispezione - hanno annunciato che si muoveranno a livello nazionale per denunciare quanto accaduto. All'ispezione (nelle sezioni in cui è stata concessa) era presente anche Marco Palmieri, presidente della camera penale, sezione di Sassari e la direttrice dell'istituto, Patrizia Incollu. "Sappiamo di certo che nella sezione di massima sicurezza c'è un'emergenza per quanto riguarda il diritto alla salute - hanno spiegato l'avvocato Maria Teresa Pintus, referente dell'Osservatorio per Sassari e il collega Franco Villa, del foro di Cagliari e

componente del direttivo nazionale - Una semplice visita con il medico di base va prenotata per tempo e si può fare solo una volta alla settimana, di mercoledì. Il medico è sì presente 24 ore su 24 ma è da solo per tutti i 505 detenuti. E la privacy non è garantita, considerato che le visite avvengono sempre alla presenza degli agenti. Per quelle specialistiche, poi, c'è un'attesa lunghissima anche perché se si deve andare in ospedale va bloccato l'intero reparto". Un'altra criticità riguarda il diritto alla difesa. "Il colloquio con gli avvocati è consentito tre volte a settimana e in orari predefiniti, concentrati al mattino quando ci sono le udienze in tribunale e quindi spesso non possiamo andare dai nostri assistiti". Qualche problema anche per i detenuti comuni: "Ad esempio ci sono sei educatori per 505 reclusi - dice Villa. Non ci può quindi essere un'adeguata attività trattamentale e rieducativa ed è un peccato perché ci sono buoni spazi come la palestra, il campo da calcio, il teatro. Ma senza progetti educativi sono sfruttati al minimo". Per non parlare dell'acqua: "L'impianto è sottodimensionato - spiegano la Pintus e altri due componenti dell'osservatorio, Gaetano Paoletti e Mario Alberto Ruggiu - non c'è pressione e dalle 23 alle 7 manca proprio. Quindi bisogna distribuire le bottiglie, con un comprensibile aumento di costi". Bene invece sia la sezione terroristi islamici che quella femminile.( La Nuova Sardegna)

Padova: colloqui e "regali", lo scandalo dei boss in carcere

Arresti in Veneto, le carte dell'inchiesta Il giudice: incontri allarmanti al penitenziario. C'era qualcosa che non funzionava nel sistema detentivo della città del Santo. Anzi, di "allarmante", come scrive il giudice nelle carte dell'inchiesta "Stige", l'indagine che ha scoperchiato la rete della 'Ndrangheta in Veneto e ha portato all'arresto di cinque persone, tra le quali il presidente del Mogliano calcio. A finire nel mirino dei magistrati anche il ruolo dei boss nel carcere di Padova. In particolare i loro colloqui "disinvolti" con gli affiliati e gli "ordini" che impartivano dal carcere. "I colloqui presso il carcere di Padova avvenivano in modo per cosi dire "disinvolto", si legge nell'ordinanza con la quale il gip di Catanzaro, Giulio De Gregorio, martedì ha disposto l'arresto di 169 persone collegate alla 'ndrangheta, cinque residenti in Veneto, tra le quali il

presidente del Mogliano Calcio, Marco Gaiba. Che qualcosa non funzionasse nel sistema detentivo della città del Santo, lo si era capito già a partire dal 2014, quando al Due Palazzi furono arrestate diverse guardie accusate di aver lasciato entrare droga e telefonini destinati ai detenuti. Ora si scopre che, dall'interno del carcere, i boss erano nelle condizioni di continuare a gestire i traffici illeciti, impartire ordini all'esterno, perfino di incontrare affiliati. A dimostrarlo ci sono ore di intercettazioni e di filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza installate all'interno della struttura. Ad attirare l'interesse della procura calabrese, erano in particolare due detenuti: Giuseppe Farao, il capoclan 71enne dei Farao-Marincola, e Salvatore Giglio, il boss di Strongoli. Il pm di Catanzaro, nella sua richiesta di arresto, spiega che molte intercettazioni sono avvenute nel corso degli incontri tra i due mafiosi e i loro congiunti e sottolinea "l'allarmante coincidenza temporale in cui tali colloqui sono stati registrati, nel senso che, spesse volte, i colloqui sono stati svolti dai capicosca all'interno della medesima sala, in contemporanea con i familiari di entrambi". In pratica i due boss si accordavano per ricevere le visite alla stessa ora, trasformandole quindi in una sorta di "summit" tra esponenti delle cosche. Una situazione "allarmante in sé - scrive il magistrato - rispetto alle potenzialità nocive dello scambio di informazioni, realmente avvenuto, tra detenuti e familiari". Addirittura, mogli e figli viaggiavano assieme dalla Calabria e il loro soggiorno padovano veniva curato (e offerto) dagli uomini del clan. Per chiarire la portata del problema, è durante quei colloqui con i parenti - in buona parte avvenuti tra il 2011 e il 2014 - che Salvatore Giglio ha ordinato di "iniziare a inserirsi nel mercato della panificazione a Padova", sulla falsa riga di quanto già avviene in Calabria. Ed è parlando tra loro, che uno dei due capiclan dice che in Veneto "c'è il ben di dio" e che quindi è in questo territorio che occorre investire il denaro dei traffici illeciti. Gli esponenti delle due famiglie, si ritrovano quindi nel carcere padovano a discutere di affari: dalle riprese video - osserva ancora il pm - si intuisce "come la sala colloqui d Padova sia composta da tavoli e banchi del tutto adiacenti", consentendo quindi ai familiari del Giglio e a quelli del Farao di sedere gli uni accanto agli altri innescando situazioni paradossali, come quando "Giglio, girandosi di spalle, interviene nel colloquio dei familiari del capocosca cirotano" e subito dopo Farao "gesticolando fa notare che ci sono le microspie". Ancora più evidente: "Il 31 gennaio 2013, Farao riceveva la moglie e nello stesso tempo, da una postazione vicina, Giglio incontrava i suoi. Farao affrontava, come sempre, temi di interesse della cosca fino a soffermarsi su una questione che vedeva coinvolto Giglio". E quest'ultimo interveniva lamentando il fatto che

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affiliati ai Cirò "intendevano ingerirsi nell'estorsione perpetrata dalla 'ndrina strongolese in danno di una impresa che eseguiva un appalto (...) Farao consegnava allora alla moglie un messaggio da veicolare ai reggenti della cosca: "Tu gli dici: si devono fare gli affari loro"". Insomma, i colloqui che avvenivano nel carcere di Padova si trasformavano nell'occasione per scambiare consigli, favori, ordini. E l'obiettivo è evidente: il gip sottolinea che "ogni colloquio è permeato dalla rivendicazione, da parte di Farao di continuare a comandare seppure dalla prigione". Le stranezze non si fermano qui. Ai boss veniva consentito "inspiegabilmente" di incontrare anche persone sotto inchiesta. "Particolare rilevanza - scrive il pm - assume la figura di Barucca (Antonio, che viveva a Vigonza e che per l'accusa sarebbe un uomo di fiducia della cosca nel Padovano, ndr) - perché inspiegabilmente allo stato, diverse sono state le occasioni in cui si è recato a colloquio in carcere da Giglio". E poi ci sono alcune frasi pronunciate dal boss, dalle quali si intuisce che "il direttore del carcere gli regala un colloquio (oltre a quelli già previsti, ndr) da eseguirsi in palestra, luogo in cui i detenuti giocano a calcio". Infine, se anche quegli incontri "allargati" non fossero bastati a chiarire i rapporti tra clan, i due boss avevano tutto il tempo di parlarne a quattrocchi: "Si ricordi - annota il pm - che Giuseppe Farao è detenuto presso il carcere di Padova nella stessa cella del Giglio".(Corriere del Veneto)

Venezia: detenuto muore in cella a 35 anni l'autopsia disposta dalla sostituto procuratore

Venezia: detenuto muore in cella a 35 anni.Veneziano, era in carcere da luglio per spaccio. Malore o mix di farmaci: disposta l'autopsia. Tragedia, venerdì, nel carcere di Santa Maria Maggiore: un detenuto di 35 anni - il veneziano G.V., in carcere da quest'estate per reati legati allo spaccio - è morto davanti ai suoi compagni di cella. Si è accasciato a terra, il cuore fermo. Cosa sia accaduto, lo dovrà accertare l'autopsia disposta dalla sostituto procuratore Elisabetta Spigarelli: si è trattato di un malore fatale e improvviso, oppure il giovane ha assunto un mix di farmaci che si è rivelato letale? Risposte che aprono, ovviamente, la strada a scenari molto diversi tra loro. Se si è

trattato di un infarto, infatti, l'inchiesta sarà velocemente chiusa; ma se si dovesse accertare che l'uomo ha assunto sostanze al di fuori della terapia alla quale era sottoposto per la sua tossicodipendenza, si tratterebbe di verificare come sia potuto accadere all'interno di un carcere e come se le sia procurate. "L'avevo visto proprio il giorno prima e stava bene", racconta l'avvocata Francesca Lacchin, "la direzione ha comunicato alla famiglia che si è trattato di un infarto". Quando la madre ha saputo della morte del figlio, si è sentita male ed è stata ricoverata all'ospedale civile. Le circostanze del decesso di un uomo così giovane sono ancora da chiarire e solo l'autopsia potrà dare risposte: in passato si sono verificati casi di detenuti che hanno assunto farmaci inalandoli, potenziandone l'effetto con il gas delle bombolette che alimentano i fornelli nelle celle. Dinamiche tutte ancora da chiarire, in un carcere come quello di Santa Maria Maggiore dove da tempo i sindacati degli agenti penitenziari denunciano una grave carenza di personale per poter far fronte al controllo dell'alto numero di detenuti, che da parte loro nei giorni scorsi hanno protestato per più sere - sbattendo le stoviglie contro le inferiate - per chiedere l'indulto. Secondo i dati nella relazione della presidente della Corte d'Appello Ines Maria Marini, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, Santa Maria Maggiore ha una capienza regolamentare per 163 detenuti, "tollerabile" fino a 244: al 30 giugno erano, però, 262. Nel corso dell'ultimo anno, si sono registrati quattro tentativi di suicidio da parte e 56 atti di autolesionismo.(La Nuova Venezia)

Riforma dell'Ordinamento penitenziario. Le principali novità in pillole

Ecco le principali novità in tema di misure alternative introdotte dallo schema di decreto legislativo di riforma dell'ordinamento penitenziario, approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri e all'esame delle commissioni parlamentari per il parere. Affidamento in prova al servizio sociale - Consentito per pene da eseguire fino a quattro anni - Istruttoria semplificata per pene da eseguire fino a sei mesi

- Strutture pubbliche di cura o accoglienza e dimore sociali per chi non dispone di abitazione - Concessione provvisoria quando la detenzione determina un grave pregiudizio al reinserimento sociale - Specifici impegni dell'affidato a elidere o attenuare le conseguenze del reato - Prestazione di attività anche a titolo gratuito per progetti di pubblica utilità in favore della collettività - Percorsi di giustizia riparativa - L'esito positivo della prova comporta la revoca delle misure di sicurezza e della dichiarazione di abitualità, professionalità nel reato e tendenza a delinquere Affidamento per condannati con infermità psichica - Per i condannati a pena diminuita in base agli articoli 89e 95 del Codice penale(vizio parziale di mente e intossicazione cronica da alcol o droga) o nei casi di grave infermità psichica, in base all'articolo 147, comma 1, numero 2, del Codice penale, possibile l'affidamento per proseguire o intraprendere un programma terapeutico e di assistenza psichiatrica in libertà concordato con il dipartimento di salute mentale dell'azienda sanitaria o con una struttura privata accreditata - La misura è concessa per pene fino a sei anni o a quattro anni se relative a uno dei "reati ostativi" previsti dall'articolo 4bis, comma 1, della legge sull'ordinamento penitenziario (354/1975) - La disciplina è ricalcata sul modello dell'affidamento per condannati tossicodipendenti Detenzione domiciliare - Concedibile anche a detenuti genitori di figlio affetto da disabilità grave in base alla legge 104/1992 - Estesa a pene fino a quattro anni qualora "idonea al recupero sociale del condannato" indipendentemente da altre condizioni se il pericolo di commissione di altri reati non consente la concessione dell'affidamento in prova - Autorizzate brevi uscite per esigenze personali o sociali - Esecuzione presso strutture pubbliche o private convenzionate in mancanza di abitazione propria - Per la detenzione domiciliare speciale, le condannate con figli fino a sei anni possono espiare la pena in Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri) Semilibertà - L'ergastolano può accedere alla semilibertà dopo avere scontato 20 anni di pena ovvero quando abbia fruito correttamente per almeno cinque anni consecutivi dei permessi premio - La denuncia o la condanna per evasione non comporta automaticamente la revoca della misura ma viene valutata dal giudice Liberazione condizionale

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- La misura è traslata dal Codice penale alla legge 354/1975 - Il presupposto è il compimento del percorso rieducativo del condannato - La misura è concedibile al condannato che abbia scontato almeno 30 mesi e comunque almeno metà della pena inflitta, qualora il rimanente della pena non superi i cinque anni, o al condannato all'ergastolo che abbia scontato almeno 26 anni di pena ovvero che abbia sperimentato in modo positivo e costante il regime di semilibertà per almeno cinque anni consecutivi - Sono applicate le prescrizioni dell'affidamento in prova - Il tribunale di sorveglianza, se revoca la liberazione condizionale, determina la pena residua da espiare - L'esito positivo determina la revoca delle misure di sicurezza personali nonché la revoca della dichiarazione di abitualità, professionalità nel reato e tendenza a delinquere(Il Sole 24 Ore)

Requisiti pensionistici per il

personale comparto difesa,

sicurezza e soccorso pubblico

Tabella sintetica dei requisiti anagrafici previsti per le varie categorie. Le leggi di riforma del sistema pensionistico approvate nel corso degli ultimi anni non hanno trovato applicazione nei confronti del personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico (Vigili del fuoco del settore operativo e aeronavale)La normativa di riferimento

L’articolo 24, comma 18, decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 ha previsto l’adozione di un regolamento di armonizzazione allo scopo di assicurare un processo di incremento dei requisiti minimi di accesso al pensionamentoanche per il personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico per il quale sono previsti requisiti diversi da quelli vigenti nell’assicurazione generale obbligatoria. Poiché tale regolamento a oggi non è stato emanato, per detto personale continuano ad applicarsi i requisiti pensionistici individuati dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 165 emanato in attuazione della specifica delega prevista dall’articolo 2, comma 23, legge 8 agosto 1995, n. 335.

Pensione di vecchiaia Per il personale di tali comparti la pensione di vecchiaia si consegue al raggiungimento dell’età anagrafica massima prescritta dai singoli ordinamenti, variabile in funzione della qualifica o grado, congiuntamente al requisito contributivo previsto per la generalità dei lavoratori (20 anni). Detti requisiti tuttavia, sono soggetti, a decorrere dal 1° gennaio 2013, all’adeguamento agli incrementi della speranza di vita valevoli per la generalità dei lavoratori. Occorre tuttavia evidenziare che il collocamento a riposo d’ufficio, a decorrere dal 1° gennaio 2013, continua ad avvenire in corrispondenza dell’età massima per la permanenza in servizio, così come fissata dai singoli ordinamenti che non è adeguata agli incrementi della speranza della vita, nell’ipotesi in cui al compimento di detto limite di età risultino già soddisfatti i requisiti prescritti per il diritto a pensione (diversa dalla pensione di vecchiaia).Pertanto non si incrementa l’età anagrafica adeguandola agli ulteriori incrementi della speranza di vita se al compimento del limite di età massima per permanenza in servizio l’iscritto ha già maturato il diritto alla pensione di anzianità.Per i destinatari del sistema contributivo la pensione si consegue, previa risoluzione del rapporto di lavoro, al compimento del 57° anno di età a condizione che risultino versati almeno 5 anni di contribuzione effettiva e che l’importo della pensione, fino ai 65 anni, risulti non inferiore a 1,2 volte l’importo dell’assegno sociale fatto salvo l’adeguamento dei predetti requisiti agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 2013.Per il personale che matura i requisiti dopo il 31 dicembre 2010 trova applicazione la disciplina della c.d. finestra mobile di cui alla legge 122/2010.

Pensione di anzianità

In assenza dell’emanazione del regolamento di armonizzazione previsto dall’art. 24, comma 18, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico consegue il diritto alla pensione di anzianità al raggiungimento dei seguenti requisiti:

40 anni da adeguare agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013;

anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e con un’età di almeno 57 anni da adeguare agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013;

raggiungimento della massima anzianità contributiva corrispondente all’aliquota dell’ottanta per cento, a condizione che essa sia stata raggiunta entro il 31 dicembre 2011 (attesa l’introduzione del contributivo pro rata dal 1° gennaio 2012) e in presenza di un’età anagrafica di almeno 53 anni da adeguare agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013. Anche per le pensioni di anzianità resta fermo il regime delle decorrenze previsto dall’articolo 12, comma 2 della legge 30 luglio 2010, n. 122 (dodici mesi di finestra mobile).Nel caso di accesso alla pensione con il requisito dei 40 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica (adeguato, come detto, agli incrementi della speranza di vita a partire dal 1 gennaio 2013), occorre tenere presente che l’accesso al trattamento pensionistico subisce, rispetto ai 12 mesi di finestra mobile, un ulteriore posticipo di un mese per requisiti maturati nell’anno 2012, di due mesi per requisiti maturati nell’anno 2013 e di tre mesi per i requisiti maturati a decorrere dal 2014.(inps)

Rinvio pubblicazione diario prove d'esame del Concorso per allievi agenti polizia penitenziaria

Le date e la sede di svolgimento della prova

di esame del concorso pubblico per sami, per

il reclutamento di complessivi n. 197 posti (n.

147 uomini; 50 donne) di allievo agente del

Corpo di polizia penitenziaria, pubblicato

nella Gazzetta ufficiale della Repubblica

Italiana – IV Serie speciale – n. 78 del 13

ottobre 2017, saranno stabilite con successivo

provvedimento che sarà pubblicato nel sito

ufficiale del Ministero della Giustizia:

www.giustizia.it, nel link dedicato al

concorso, in data 29 marzo 2018. Tale

pubblicazione avrà valore di notifica a tutti

gli effetti.

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Page 5: NUMERO 1967 DI MERCOLEDI 31 GENNAIO 2018 A CURA … · presidente del Mogliano Calcio, Marco Gaiba. Che qualcosa non funzionasse nel sistema detentivo della città del Santo, lo si

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Circolari ministeriali e note D.A.P. gennaio 2018

Leggi le Circolari ministeriali e note sul sito www.alsippe.it

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Convenzioni nazionali e regionali per gli iscritti Alsippe

La Segreteria Generale in collaborazione con i rappresentanti regionali provinciali e locali presenti sul territorio ha stipulato una serie di convenzioni per gli iscritti Alsippe e i propri familiari , per usufruire di servizi con sconti particolari. Per usufruire dei predetti sconti bastera’ esibire la Tessera Servizi Alsippe che potra’ essere richiesta ai responsabili delle Segreterie Sindacali . Cliccando il link sotto potrete visionare i servizi offerti http://www.alsippe.it/it/category/convenzioni/ oppure CONVENZIONI del sito : www.alsippe.it. Per ulteriori richieste ed informazioni contattate l’indirizzo email: [email protected]

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Convenzione per la stipula di polizze assicurative RC auto per gli iscritti Alsippe e propri familiari

La Segreteria Generale Alsippe ha definito una convenzione per la stipula di polizze assicurative RC auto e moto per gli iscritti Alsippe ed i propri familiari. Per eventuali preventivi e ulteriori informazioni chiamare al numero di telefono 3931383562 oppure inviare la documentazione direttamente all’indirizzoemail: [email protected] Documenti richiesti per il preventivo 1)Fotocopia del libretto di circolazione fronte e retro 2) Documento di riconoscimento Nel caso in cui sia un familiare intestatario della polizza un autocertificazione che ne attesti la parentela ai sensi della normativa vigente, per altre informazioni contattare l’ufficio ai numeri indicati sopra

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