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edizione coop nordest friuli venezia giulia-veneto n°9 novembre 2015 consumatori il mensile dei soci coop UN CLIMA PIÙ UMANO La conferenza di Parigi vedrà i leader mondiali discutere su come contrastare l’aumento di temperatura dell’atmosfera. Per la scienza non c’è più tempo per rinvii, occorre agire adesso Dal 1° gennaio 2016 nasce Coop Alleanza 3.0 Olio vecchio, vita nuova con Coop Nordest 40 48

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consumatoriil mensile dei soci coop

UN CLIMA PIÙ UMANO

La conferenza di Parigi vedrà i leader mondiali discutere su come contrastare l’aumento di temperatura dell’atmosfera. Per la scienza non c’è più tempo per rinvii, occorre agire adesso

Dal 1° gennaio 2016nasce Coop Alleanza 3.0

Olio vecchio, vita nuovacon Coop Nordest

40 48

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13 Clima, questa generazione deve agire DI MARIO TOZZI

23 Far movimento fa bene a tutti DI EUGENIO DEL TOMA

28 Dalla parte dei più piccoli

30 L'estrattore di "succo lento" DI CLAUDIO STRANO

4 Lettere a Consumatori

6 Clima, Parigi ultima spiaggia? DI CLAUDIO STRANO

9 La vignetta DI ELLE KAPPA

18 Un cibo da ragazzi DI DARIO GUIDI

26 Un Expo da record con Coop protagonista

17 Basta un uovo... D I MASSIMO MONTANARI

32 Alla scoperta dei sapori dell'Adriatico DI HELMUT FAILONI

34 Atene, la storia e l'arte DI GIUSEPPE ORTOLANO

36 Impariamo dai licheni DI M. CIRRI E F. SOLIBELLO

36 Mostre, libri e dischi Intervista ai Calibro 35 DI G. OLDRINI E P. PACODA

Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 [email protected]. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040 Copia singola euro 0,34 Abbonamento annuo euro 3,10Direttore responsabile Dario Guidi Redazione Daniele Moltrasio (vicedirettore) Daniela Dalpozzo, Monica Di Martino, Silvia Fabbri, Giulia Marchesini, Alessandro Medici,Andrea Pertegato, Silvia Pizzorno, Marisa Pecere, Silvia Sacchetti, Claudio Strano. Progetto grafico Glifo associati/Plumdesign Impaginazione e grafica Ilde Ianigro Responsabile della pubblicità Luca Fornaciari Stampa Coptip (Modena)Coop Editrice Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908C. F., P. IVA e Iscrizione al Registro delle Imprese di Bologna n. 03722150376 Iscrizione all’albo delle Cooperative a mutualità prevalente n. A108296Coop Editrice Consumatori Consiglio di amministrazione: Massimo Bongiovanni (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente) Cristina Bonori, Mauro Bruzzone, Stefano Dalla Casa, Edwin Ferrari, Renato Germiniani, Alessandro Medici, Daniele Moltrasio.Consegnato alle poste a partire dal 05/11/2015. Il numero di ottobre è stato stampato in 2.330.032 copieAssociato USPI, Unione stampa periodica italianaQuesto prodotto è stampato su carta certificata Fsc come pure tutta la catena di lavorazione

Un cibo da ragazziUna indagine analizza il rapporto tra adolescenti e alimentazione.Bene nella teoria, ma nella pratica c'è tanto da migliorare...

Clima, Parigi ultima spiaggia?Occorre agire subito per contrastare l'aumento della temperatura dell'atmosfera e le emissioni di CO2. I leader mondiali devono decidere

14 Creare lavoro, pagando più "tasse"L'indagine Euricse sulla cooperazione italiana dal 2008 al 2013. Aumentano gli occupati e la pressione fiscale è più alta che per le Spa

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S O M M A R I Oconsumatori

sommarioseguici su facebook e su www.consumatori.e-coop.it

Le pagine diLe pagine diNasce CoopAlleanza 3.0DI SILVIA SACCHETTI

Eleganza a tavolacoi bollini Coop

Olio vecchiovita nuovaDI VIVIANA MONTI

Una storiache accomuna

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coop nordest

Coop Nordest numero verde 800 849085

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Risponde ChiaRa faenzaresponsabile sostenibilità e innovazione e valori di Coop Italia

Lei ha ragione a chiedere fatti concreti e Coop ne ha prodotti tanti. Ma prima di tutto è importante riba-dire che lo Sviluppo sostenibile è uno sviluppo che guarda ai bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Coop, cioè l’insieme di cooperative che uniscono milioni di consumatori, ha nel proprio Dna e nei propri valori la finalità di tutelare il bene comune, rispetto agli interessi privati. L’idea è quella di promuovere un valore comune, fatto da elementi non solo economici. Per una cooperativa è un dovere, anche statutario, applicare questa idea e questa pratica di valore collet-tivo. È in questo quadro che la tutela dell’ambiente e della qualità della vita fanno parte da sempre della mission di Coop, nel quadro delle attività volte a di-fendere i diritti dei consumatori. Un impegno istituzionale verso l’ambiente, Coop l’ha sancito per la prima volta nel 1995, durante la VI Assemblea nazionale delle sezioni soci, svoltasi a Grado, con l’elaborazione dei dieci principi ispira-tori della Politica ambientale di Coop. Questi sono stati inseriti nel 2002 nella Carta dei valori delle co-operative dei consumatori. A distanza di dieci anni, nel 2005, Coop ha aggiornato e adeguato poi la sua politica in questo campo, in riferimento ai concetti di precauzione, sostenibilità e consapevolezza.La politica ambientale di Coop non si realizza attra-verso operazioni spot e di “facciata” bensì si sviluppa, e qui veniamo ai fatti concreti che lei chiede, in tutti i possibili ambiti d’intervento lungo la filiera pro-duttiva: nelle tecniche di produzione agricola, nei prodotti, negli stabilimenti di produzione, negli im-ballaggi, nei trasporti, nei magazzini e punti di ven-dita, nelle promozioni dei prodotti verdi, nell’infor-mazione ai soci e consumatori.Coop, declinando quindi le sue azioni in tema am-

Coop, fatti concreti per la sostenibilità

bientale in tutti i suoi ambiti di attività, negli anni ha attuato una serie di azioni al fine di ridurre il suo im-patto. Uno degli ambiti di maggiore intervento è rap-presentato dal Prodotto a marchio Coop che si può dire essere la testimonianza concreta della mission aziendale. Il prodotto a marchio è uno degli stru-menti principali attraverso cui offrire ai soci e ai con-sumatori garanzie in termini di qualità, sicurezza, attenzione all'ambiente, impegno etico e sociale oltre che convenienza. Negli anni ha rappresentato spesso l’apripista, la testimonianza della fattibilità e della sostenibilità anche economica di scelte a favore dell’ambiente. Tra le azioni intraprese ricordiamo ad esempio la scelta di determinati metodi di coltivazione (nell’or-tofrutta a marchio Coop vi è un ridotto uso di fito-farmaci), la scelta di non avere Ogm nei prodotti a marchio Coop (dal 1998), lo sviluppo di prodotti biologici o green oppure l’uso di cellulosa certificata FSC o riciclata.Vi sono poi azioni sulle confezioni, cioè il packaging, in applicazione della policy delle tre “R” (riduzione, riuso, riciclo), con l'inserimento delle informazioni relative al corretto smaltimento, la vendita di deter-genti sfusi (quindi in confezioni ricaricabili, sevizio disponibile in 253 punti vendita) nonché la scelta relativa agli shoppers (riutilizzabili o biodegradabili compostabili disponibili in Coop già dal 2009).Anche le campagne volte ad aumentare la sensibilità ambientale dei soci consumatori sono per Coop tra le azioni da attuare primariamente e fino dagli anni ’80 è stato profuso grande impegno in tal senso. Tra le più recenti ricordiamo "Risparmia le energie" del 2009; "Acqua di casa mia" del 2010; "Boschi e fore-ste" del 2011.Ultima ma non meno importante è la partnership con i fornitori di prodotto a marchio per la riduzione delle emissioni di CO2 attraverso il progetto Coop for Kyoto, ora diventato Coop oltre Kyoto (di cui parliamo più diffusamente a pagina 11).

A parole sono tutti impegnati per difendere l'ambiente e favorire uno sviluppo sostenibile. Ma è difficile capire dove finiscono le parole e cominciano i fatti concreti. Coop cosa può dire del suo impegno in proposito? Renza deveRi - mantova

L’indirizzo per scrivere a questa rubrica è:redazione Consumatori, viale aldo moro, 16, 40127 Bologna fax 051 6316908, oppure, [email protected]

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Coop, fatti concreti per la sostenibilità

il caco melaSui banchi di un negozio ho visto un frutto per me nuovo: il caco mela. Vorrei saperne qualcosa di più...Rita RebesChini - ChIetI

Il caco mela è diverso dal caco comune. I frutti non sono consumabili subito dopo la raccolta, devono infatti essere “stufati”, cioè fatti maturare fino a perdere il contenuto di tannini. Da questa maturazione segue una produzione di zuccheri che rende questo frutto dolcissimo. Il caco mela non va consumato morbido come il caco co-mune, ma deve essere croccante e dolce. Di colore arancio e non rosso. Si deve sbucciare come una mela. Sia il caco comune che il caco mela sono frutti tipici e caratteristici della Romagna. Sono da consumare in ottobre e novem-bre. Si conservano meglio fuori dal frigo, ma non per molti giorni (6/7 giorni). Se sono un po' acerbi si può favorirne la maturazione di-sponendoli su una cassetta o su un cartone, ben distan-ziati tra loro, con delle mele interposte, e in luogo caldo, asciutto e se possibile buio. Le mele, infatti, maturando liberano acetilene ed etilene, due gas che arricchiscono i cachi di zuccheri rendendoli quindi più dolci. Oltre che mangiati crudi sono ottimi per la preparazione di confetture e crostate.

patata americanaIn questo periodo dell'anno in casa mia c'è la tradizione di consumare molte patate americane: ma che caratteristiche ha questo prodotto?efRem giovanolla - pIaCenza

La patata americana ha svolto un ruolo essenziale nell'alimentazione delle popolazioni nord-americane (soprattutto del sud-est) fino alla metà del XX secolo, quando, con la ripresa economica, se ne ridusse pa-recchio il consumo. In queste zone, la patata ameri-cana era consumata sia fresca che disidratata (cioè conservata).Questa patata il cui nome scientifico è "ipomoea ba-tatas", non è propriamente un tubero (come la patata comune) bensì una radice tuberosa. Il suo gusto è molto simile, solo molto più dolce e farinoso, a quello della patata comune. Inoltre è molto più ricca di po-tassio. Dal punto di vista nutrizionale, apporta preva-lentemente carboidrati, ha un'ottima quantità di fibre e ha una elevata concentrazione di retinolo equiva-lenti (cioè di vitamina A), di poco inferiore a quella delle carote.

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ambiente

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Parigi ultima spiaggia. Lo si vorrebbe non dire. Lo si dice a denti stretti. Ma ormai c'è una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Continui record infran-ti, temperature impazzite, me-teoalarm, cicloni, inondazioni, il pianeta che va arrosto. Parliamo ovviamente di clima, di surriscal-damento dell'atmosfera e dell'ap-puntamento che, dal 30 novem-bre, nella capitale francese vedrà i leader del mondo cercare una in-tesa che finora è mancata.Sì, perché se le sofferenze del pia-neta sono sempre più evidenti, sull'altro fronte c'è l'impotenza sostanziale dei popoli, che non riescono a trovare accordi vinco-lanti globali capaci di contenere sotto i 2 gradi (soglia considera-ta di relativa sicurezza) entro la fi-ne del secolo (rispetto al periodo

Clima

di Claudio stRano

La posta in gioco è altissima: un accordo universale vincolante sul clima che riporti il riscaldamento del pianeta sotto i 2 gradi. Solo così si potrebbe tornare in traiettoria (oggi siamo a +4 °C) e scongiurare altre catastrofi e migrazioni climatiche, peraltro già in corso. Parigi 2015 non è solo una Conferenza delle parti, è una partita decisiva per la nostra civiltà del carbonio

pre-industriale), il riscaldamento del pianeta Terra. Riscaldamento che invece procede a una media del doppio: viaggiamo a 4 gradi di aumento, per la precisione fra i 3,7 e i 4,8 °C, con concentrazioni di CO² equivalente comprese tra il doppio e il triplo rispetto ai 450 ppm, cioè parti per milione, as-sunte ad obiettivo sostenibile."In un mondo a +4 °C i cambia-menti climatici diventano il dri-ver dominante dei mutamenti de-gli ecosistemi – osserva allarmato edo Ronchi, presidente Fonda-zione per lo sviluppo sostenibile – superando la distruzione degli habitat come la più grande mi-naccia alla biodiversità".A preoccupare non sono soltan-to i fenomeni atmosferici estremi collegati – oltre che alla riduzione della biodiversità – alla povertà e

all'aumento delle diseguaglianze per via degli enormi costi dell'a-deguamento climatico (dai 100 miliardi di euro annui nel 2020, ai 250 miliardi nel 2050 e solo in Europa, stime della Commissio-ne Europea). Assistiamo infatti alle cosiddette "migrazioni clima-tiche", che vengono in parte con-fuse con migrazioni economiche e/o politiche, a partire dalla re-cente crisi umanitaria che l'ocse ha definito "senza precedenti" cal-colando in un milione i rifugiati entro il 2015 in Europa. Ma sono già oltre 200 milioni (Rapporto Onu) le persone col-pite ogni anno nel mondo dai disastri legati al clima, ed è già cominciata la diaspora dei co-siddetti "profughi climatici", che sfollano da isole e zone costiere spinti anche dalla riduzione dei

A Parigi c'è l'ultima spiaggia?

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per due settimane, dal 30 novembre all'11 dicembre, parigi presiederà la ventunesima Conferenza delle parti (Cop21) delle nazioni unite sui cambiamenti climatici. vi sono invitati 195 paesi. la convenzione-quadro di riferimento (unfccc) – che riconosce l'esistenza di modificazioni del clima innescate dall'uomo, attribuendo ai paesi industrializzati la primaria responsabilità di controbattere il fenomeno – è stata adottata a Rio de Janeiro nel lontano 1992, e ratificata due anni dopo da 196 paesi di tutto il mondo. sono passati dunque più di 20 anni senza che si siano prodotti risultati apprezzabili. Qual è stato il denominatore comune di tanti negoziati? il passo del gambero, si potrebbe rispondere. Cioè la filosofia per cui i paesi puntano a restare più indietro possibile, pensando di sfruttare i benefici della riduzione delle emissioni realizzata, però, da altri... tornando alla Conferenza delle parti, va detto che essa è composta da tutti gli stati membri e costituisce l'organo supremo della Convenzione: le riunioni per assumere decisioni e trovare accordi nel rispetto degli obiettivi prefissati hanno una cadenza annuale. nello stesso luogo e nello stesso periodo della Cop, si tiene anche la Cmp, la Conferenza delle parti aderenti al protocollo di Kyoto, del 1997, che

fissa dei limiti vincolanti di taglio delle emissioni a carico dei paesi più industrializzati. parigi ospiterà l'undicesima Cmp: la prima fu in Canada, a montreal, nel 2005, anno di entrata in vigore del famoso trattato internazionale che vede gli stati uniti come grande assenti (possono partecipare come osservatori ma senza diritto di voto). al 2007 data la “dichiarazione di Washington” sottoscritta, questa volta, anche dagli americani: un documento che avrebbe dovuto portare al superamento del protocollo di Kyoto scaduto nel 2012 e rinnovato fino al 2020, ma di fatto depotenziato dal rifiuto a prendersi impegni vincolanti da parte dell'80% dei paesi partecipanti tra cui dei giganti come india, Cina, brasile, Russia e Canada. politicamente più rilevante, per arrivare ai nostri giorni – dopo fallimenti, compromessi dell'ultima ora e rinate speranze nei vari summit che si sono succeduti a Copenhagen nel 2009, Cancun nel 2010, durban 2011, doha 2012, varsavia 2013, lima 2014 – è il recente vertice g7 di garmisch. voluto dalla cancelliera tedesca angela merkel, si è chiuso con un chiaro riconoscimento sull'obiettivo del contenimento dell'aumento di due gradi della temperatura globale. e lì c'era anche il presidente obama.

dA rio A kyoto trA occAsioni e sPerAnzestoriA e risultAti di 20 conferenze

3,7° - 4,8° centigradi

È l'aumento previsto della temperatura del pianeta

sulla base del trend attuale di emissioni

di gas serra

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raccolti e non solo dalla guerra: potremmo essere solo all'inizio degli sconvolgimenti.La realtà dolorosa è questa ed è anche che la 21a Conferenza delle parti (Cop21), organizza-ta dall'Onu a Parigi ("Per un ac-cordo universale sul clima", dal 30 novembre all'11 dicembre), rappresenta una sorta di ultima spiaggia per l'umanità chiamata a un "radicale cambio di rotta". Non esita a dirlo in questi ter-mini nicholas stern, già capo economista della Banca Mon-diale e oggi presidente del Gran-tham Research Institute: "Serve una riduzione di 7-8 volte en-tro il 2050 delle emissioni pro-capite di gas serra – snocciola il professore intervenuto a Roma al meeting internazionale 'Verso Parigi 2015' – emissioni che og-gi sono di 7 tonnellate annue di CO² equivalente in Europa, e di 20 negli States. Dobbiamo scen-dere a 2 tonnellate pro-capite per arrivare a zero nella secon-da metà del secolo, in virtù di un grande piano di decarbonizza-zione profonda".

la decarbonizzazione Per i maggiori esperti mondiali di "climatic change" non ci sono dubbi: un quarto di secolo dopo la prima negoziazione sul clima del 1992 a Rio de Janeiro, Pari-gi 2015 sarà come il tappone del tour de France, decisiva ai fini del risultato finale. Tra i più convinti c'è un guru dello sviluppo soste-nibile come Jeffrey sachs, di-rettore dell'Earth Institute della Columbia University, consigliere di Obama e del segretario gene-rale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon sugli Obiettivi di svilup-po del millennio. "Ovunque vedo crisi legate al clima – dice Sachs – e questo è solo l'inizio, peggio-rerà". Poi indica il bacino del Me-diterraneo tra i luoghi più fragili e vulnerabili in assoluto della Terra. "Mentre per altre aree ci sono dati discordanti, per l'Europa del Sud tutti i modelli matematici dicono la stessa cosa: che l'area sarà sem-pre più calda e secca. Siete sulla linea del fuoco"...Il carbone che ha creato la nostra civiltà, ora può distruggerla. Gli scienziati non usano le mediazioni

e le aperture della politica sull'ar-gomento. Per avere un'idea del punto in cui siamo, se nel 2070 guidassimo tutti auto elettriche e fossimo riusciti a decarbonizzare l'elettricità, lasciando il petrolio sotto terra o catturandone le emis-sioni in atmosfera, non avremmo ancora la certezza di rimanere sot-to i 2 gradi di aumento del "glo-bal warming". Sachs, che ha fatto i calcoli per l'Onu, dà la probabilità al 70%, non di più. Per lui, che è favorevole al nucleare pur di sba-razzarsi del carbone come princi-pale fonte di energia dell'umanità, Parigi è davvero "l'ultima chance" per riprenderci il limite non supe-rabile dei 2 gradi. Pone infatti que-sta richiesta in cima alla sua per-sonale lista sottolineando che "i contributi nazionali al 2030 devo-no essere vincolanti, e al massimo in tre anni serve un piano di decar-bonizzazione profonda". L'enfasi, gira e rigira, cade sempre lì.

la tappa decisiva Ma come si presenta il mon-do al summit di Parigi sul cli-ma? Con l'enciclica "verde" di

8 primo piano ambiente

2 °c di aumentolimite massimo entro cui occorre contenere l'aumento della temperatura del pianeta secondo gli scienziati dell'Ipcc

450 ppm (parti per milione)

valore massimo di concentrazione di Co

2

che dovrà esserepresente nell'atmosfera

315 ppm nel 1957

350 ppm nel 1988

400 ppm superati nel 2015

tra il 40 e il 70%il taglio stimato del livello di emissioni, rispetto a quelle emesse nel 2010, se si vuole contenere l'aumento della temperatura entro i 2 °C

Cina

3,7 miliardidi tonnellate

usa

1 miliardodi tonnellate

unione europea

0,4 miliardidi tonnellate

... sulla base degli impegni attualmente assunti dai governi, rispetto a una traiettoria che limiti l'aumento della temperatura entro i 2 °C

emissioni di co2 in più che ancora si produrranno...

Dati Iea (International energy agency) e Ipcc (Intergovernamental panel on climate change)

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papa bergoglio sullo sfondo e 17 obiettivi di sviluppo sostenibi-le sul tavolo da raggiungere entro il 2030; oltre a una serie di Indc (i contributi nazionali) ben po-co rassicuranti a dire il vero sulla difesa dell'ambiente e della vita dell'uomo. Sono infatti insufficienti, numeri alla mano, gli impegni prelimina-ri formalizzati dai governi che li hanno inviati alla Conferenza di Parigi. Nemmeno tutti, a dire il vero, lo hanno fatto. francesca mingrone, della onlus Italian Cli-mate Network, fa notare che "solo 148 paesi su 195 hanno provve-duto entro la scadenza che era fis-sata al 1° ottobre!". Ebbene, sulla base di tali negozia-ti preliminari l'Agenzia interna-zionale dell'energia (Iea) ha cal-colato che le emissioni mondiali di CO² continuerebbero a cre-scere dell'8% (tra il 2013 e 2030) anziché ridursi, se vogliamo dav-vero rientrare nei 2 gradi. "La so-la soglia che possiamo permet-terci" insiste ismail el gizouli dell'Ipcc (il panel intergovernati-vo sui cambiamenti climatici) che

trasmette ansia a tutti: "Oggi stia-mo rischiando i 6 gradi!"In particolare, stando alle pre-messe, la Cina emetterebbe 10,1 miliardi di tonnellate contro i 6,4 miliardi necessari per tornare in traiettoria (+58% dunque rispet-to al target), gli Usa 4 miliardi di tonnellate contro 3 miliardi (+33%) e anche la Ue, finora la più virtuosa, potrebbe fare meglio, ad esempio con un taglio di 2,4 mi-liardi invece dei 2 dichiarati.

Responsabilità di chi?Su questa terna di paesi "grandi emettitori" gravano le maggio-ri responsabilità. Le loro mosse vengono giudicate decisive per far pendere la bilancia da una par-te o dall'altra o per tenerla in equi-librio se la mettiamo in termini di giustizia ambientale, visto che va-ste aree del pianeta (dall'America Latina, all'India all'Africa) hanno indici bassi di emissioni e nessuna responsabilità storica da scontare, ma sono colpite ugualmente dalla crisi climatica. Sul banco degli imputati prima di tutti c'è la Cina (e l'Occidente

verrebbe da aggiungere, che la utilizza come piattaforma per le sue importazioni a basso costo). Pur essendo incasellato parados-salmente come "paese in via di sviluppo", il continente giallo è responsabile del 30% circa delle emissioni mondiali di gas serra, percentuale in crescita. Un cam-biamento di atteggiamento, tut-tavia, del governo cinese – con-sapevole che un bambino che vive in città è come se fumasse 40 sigarette al giorno e non ha nessuna possibilità di recupero davanti a sé – fa sperare in un im-pegno maggiore di quanto pro-messo sulla carta. Il presidente Xi Jinping qualche giorno fa ha annunciato di voler intrapren-dere un piano di riduzione delle emissioni dal 2017.E passiamo agli Stati Uniti, i qua-li hanno accumulato un notevo-le ritardo non ratificando il pro-tocollo di Kyoto. Quest'ultimo è stato rinnovato nel 2012 fino al 2020 ma oltre l'80% dei paesi par-tecipanti si è rifiutato di sottopor-si a vincoli. Kyoto dovrà essere superato da un nuovo protocollo,

LA VIGNETTA DI ELLEKAPPA

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come previsto a Doha dove si concordò un calendario verso l'a-dozione di un patto universale sul clima entro quest'anno.

l'accordo tra usa e CinaLa latitanza degli americani che solo con obama si sono "sve-gliati" dal loro sonno interessa-to, ha comportato una crescita di emissioni del 10% tra il 1990 e il 2012, anziché una riduzione del 7%. La buona notizia però, di pochi mesi fa, è che è stato sigla-to uno storico accordo bilaterale tra Cina e Usa: è la prima volta che i due paesi mettono nero su bianco che faranno retromar-cia riducendo le emissioni del 26-28% entro il 2025 e del 32% al 2030. Ancora poco, visto che

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aLCUnI SpUntI dI rIfLeSSIone SUL tavoLo a parIGI

Per un buon accordo internazionaleaccanto al problema quantitativo delle percentuali di riduzione dei gas serra, ce n'è anche uno etico che attiene alla equità nei meccanismi di distribuzione dello sforzo per "mitigare" la crisi climatica (stiamo parlando di questo, non di risolverla...). "occorre avviare una equa convergenza verso un livello sostenibile di emissioni pro-capite", scrive il presidente della fondazione per lo sviluppo sostenibile edo Ronchi. il quale sottolinea che i più poveri stanno pagando il conto più salato essendo più direttamente legati alle risorse naturali per il loro sostentamento e non avendo tecnologie e strumenti per adeguarsi agli sconvolgimenti climatici. molti sono gli spunti da sviluppare per un buon accordo a parigi. tra questi definire target vincolanti e periodicamente verificabili; vietare la costruzione di nuove centrali a carbone chiudendo le più vecchie e inefficienti; ridurre il consumo di petrolio evitando nuove perforazioni in zone ecologicamente delicate. tra i maggiori ostacoli da abbattere, ovviamente, c'è la lobby dell'industria dei combustibili fossili. "va discriminata come quella del tabacco e non sostenuta dai governi", suggerisce José maria vera villacián, direttore esecutivo della ong spagnola oxfam intermÓn, costola dell'oxam internazionale. "Contro 1 dollaro speso a favore della green economy – è il suo j'accuse – ce ne sono 6 sborsati a sostegno dell'economia fossile". il paradosso è proprio questo, che mentre ci si scanna per limare le percentuali di riduzione, i sussidi dei governi ai combustibili fossili hanno raggiunto nel 2014 la cifra di 510 miliardi di dollari!

altri spunti interessanti sottoposti all'attenzione dei 195 paesi convocati a parigi sono il rafforzamento degli investimenti nell'economia verde; politiche e misure di risparmio energetico in tutti i settori; un incremento delle fonti rinnovabili con target adeguati sottoscritti dai principali emettitori. nel 2013 (dati iea), le fonti rinnovabili (cresciute del 64% sul 1990) hanno fornito il 14% della domanda primaria di energia contro l'81% ancora soddisfatto con fonti fossili (per l'esattezza il 29% dal carbone, il 31% dal petrolio e il 21% dal gas). sul tavolo ci sono anche l'estensione della riduzione della carbon tax e il controllo del settore dei trasporti, che da solo nel 2013 ha consumato il 27,8% dell'energia producendo il 21% delle emissioni mondiali di Co

2 (+60% rispetto al 1990, con lo spettro della forte crescita di mobilità prevista nei prossimi decenni in Cina, india, Russia e nei paesi in via di sviluppo, e gli scandali come quello della volkswagen spie di un approccio malato al problema). tanti i temi da affrontare, dunque, a parigi per una sfida importantissima per le sorti dell'umanità. e tanti anche i punti interrogativi. uno su tutti: una politica che è sempre più focalizzata sui risultati immediati. Quello che il mondo scientifico teme più di ogni altra cosa è proprio l'incapacità dei politici di mettere il "climatic change" davanti a tutto, interessi compresi. "non capiscono una cosa", osserva nicholas stern: "se falliamo l'obiettivo del cambiamento climatico, falliremo anche quello della riduzione della povertà e delle diseguaglianze su tutto il pianeta".

servirebbe un taglio del 47% per rientrare nei 2 gradi, ma gli Usa hanno mezzi e potenzialità per fare meglio, sempre se il loro Congresso lo consentirà. La terna dei "grandi emettitori" si chiude con l'Unione europea. La quale ha raggiunto il target fissato dal protocollo di Kyoto (-19% di emissioni nel 2012 ri-spetto al 1990) conseguendo in anticipo anche quello al 2020. In vista di Parigi, gli europei si sono posti l'obiettivo di una riduzio-ne del 40% al 2030 sul 1990, tra-guardo che sarebbe in linea con i due gradi; inoltre un +27% dei consumi energetici soddisfatti da fonti rinnovabili e un rispar-mio tendenziale di energia del 27%. Buoni propositi sì, ma per

Edo Ronchi "le soglie si potreb-bero alzare ancora e l'obiettivo andrebbe assicurato con riparti-zioni nazionali vincolanti". Il budget a nostra disposizione è ormai limitato, il tempo sta per scadere. Due terzi dei 3.000 mi-liardi di tonnellate di CO² equi-valente sono già stati "sparati" nell'aria. Rimane un ultimo ter-zo, che con i trend attuali di in-quinamento verrebbe superato prima del 2040. A quel punto, una volta detto addio ai 2 gra-di, che sarebbero imprendibi-li, avremmo un pianeta del tut-to instabile e fuori controllo. E, forse, come sogna l'astrofisico stephen hawking, staremmo facendo le valigie per lasciare la Terra e trasferirci altrove... ●

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11 primo piano ambiente

Ben 302 fornitori del prodotto a marchio hanno partecipato all'iniziativa per introdurre sistemi di riduzione della CO² e di risparmio energetico. Cinque le aziende premiate e altre 7 segnalate. Zucchi (Coop Italia): "Così continua il nostro impegno per la sostenibilità ambientale"

Le buone pratichedi "Coop oltre Kyoto"

Se in materia di clima e surriscaldamento dell’atmosfera, i problemi sono quelli drammatici di cui parliamo in queste pagine e di cui si dovrà occupare l’ormai imminente conferenza di Pari-gi, è chiaro che affidarsi al solo ruolo dei governi nazionali non basta. Tutti sono chiamati a mobi-litarsi e fare qualcosa per sostenere una battaglia che riguarda i destini del pianeta e di chi ci abita. Un discorso che chiama in causa i comportamen-ti individuali, le cose che ogni giorno facciamo

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nella nostra vita quotidiana, ma che ovviamente riguarda anche una realtà come Coop che da an-ni si è posta il problema di agire per contribuire positivamente a difendere il pianeta e diffondere comportamenti e pratiche nel segno della soste-nibilità (un tema di cui parliamo anche a pagina 4 nella rubrica delle lettere). È per questo che, già nel 2006 è attivo il pro-getto Coop for Kyoto, che mirava a costruire partnership con le industrie fornitrici coinvolte

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nella realizzazione del prodot-to a marchio, con l’obiettivo di incentivare e premiare iniziative per la riduzione delle emissioni di gas serra. “Nel corso degli anni questa iniziativa ha coinvolto in modo volontario centinaia di aziende e fornitori, che si sono impe-gnati nel portare avanti proget-ti di grande valenza ambienta-le sulla base di linee guida che come Coop avevamo formula-to - spiega maurizio zucchi, direttore qualità di Coop Italia -. I risultati sono stati straordi-nari, consentendo a noi come Coop di offrire prodotti a mar-chio il cui contenuto di rispet-to per l’ambiente fosse sempre più alto, ma facendo sì che an-che le aziende che hanno par-tecipato potessero migliorarsi e ottenere risparmi nella gestione

dei loro stabilimenti. Col 2015, proprio perché, nonostante il nostro impegno, siamo con-sapevoli del quadro comples-sivo dei problemi che sono da affrontare a livello mondiale, abbiamo deciso di fare un al-tro passo avanti e di allargare la prospettiva del nostro pro-getto, per cui Coop for Kyoto, è diventato Coop oltre Kyoto! Questo significa che le azien-de che hanno aderito, non so-no state chiamate a misurarsi solo rispetto alla riduzione dei consumi di CO², ma anche su altre tematiche relative alla so-stenibilità ambientale quali lo spreco di risorse, l’acqua e le certificazioni ambientali. Dun-que nonostante fosse richiesto un impegno sempre maggiore, il successo dell’iniziativa è stato pieno, come conferma il fatto

che i fornitori che hanno par-tecipato, inviandoci dati e do-cumentando i loro sforzi, sono stati ben 302 con 352 stabili-menti coinvolti”.Alle base di tutto un questiona-rio le cui risposte sono elabora-te e tradotte in un indicatore di sostenibilità quantitativo che ha consentito di stilare delle gra-duatorie di valutazione relativa-mente alle politiche di sosteni-bilità per il triennio 2012-2014. I punteggi sono stati stabiliti da Coop Italia in modo da premia-re gli aspetti ritenuti più impor-tanti ed innovativi relativamen-te alla attività di lotta allo spreco di acqua, imballaggi, nonché di materie prime e prodotti, pre-senza di filiere controllate, pro-getti ambientali, miglioramen-ti impiantistici e della gestione aziendale in grado di migliorare

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13consumatorinovembre 2015

Da quando ci si è messo pure il papa a considerare il clima "la casa comune" degli uomini (e mai definizione fu più azzeccata), sono pratica-mente ridotti al minimo i finti scettici che, per anni, hanno cercato di minimizzare il riscaldamento atmosferico in atto e, poi, di attribuirlo a tutto fuorché alle attività produttive dell'umanità. Ridotti, però, non significa scomparsi. Forse per un malinteso senso di par condicio, c'è chi conferisce lo stesso peso a due posizioni scientifiche che non sono affatto equipollen-ti, essendo quella scettica una minoranza non significativa. Non va ignora-ta, anzi, nella scienza lo scetticismo è d’obbligo, ma come considereremmo oggi chi ponesse in discussione la teoria dell'evoluzione di Darwin? Guai a coltivare ancora la pericolosa illusione a proposito del mercato che sareb-be in grado di risolvere ogni problema climatico futuro semplicemente lasciando fare. Di 2.500 scienziati che studiano il clima sulla Terra, quasi tutti sono d’accor-do su due possibili scenari. Il primo è che le temperature medie dell’atmo-sfera aumenteranno di 2 °C nel prossimo mezzo secolo, cosa che com-porterà conseguenze traumatiche di vario genere, a cominciare dalla fusione dei ghiacciai continentali e dal conseguente innalzamento del livello dei mari: dal 1965 si è fuso il 52% dei ghiacci artici; mentre dal 1850 si sono dimezzati i ghiacciai alpini. Se la tendenza è questa, nel prossimo secolo le Dolomiti non avranno più nemmeno un ghiacciaio. In questo quadro il livello dei mari crescerà da 10 a 90 cm nei prossimi cinquant’anni causando l’annegamento degli atolli delle isole oceaniche e la perdita di gran parte delle barriere coralline. Aumenteranno le perturbazioni meteorologiche a carattere violento e le grandi inondazioni, che già sono cresciute da 2-3 per anno negli anni ’50, a oltre 20 negli anni ‘90 del XX secolo. Questo è lo scenario ottimista. Per configurare lo scenario pessimista, basta moltiplicare per dieci tutti i fenomeni prima elencati: questo è quello che accadrebbe nel caso in cui l’incremento delle temperature fosse dai 4 ai 6 °C. L’anidride carbonica è in aumento da 200 anni a questa parte come mai aveva fatto negli ultimi millenni, incremento che non può essere spie-gato con i soli processi naturali, ma attraverso la combinazione di due pro-cessi interamente antropici, la deforestazione (1,5 miliardi di tonnel-late di carbonio) e la combustione (6,5 miliardi di tonnellate). E l’anidride carbonica è un potente gas-serra, impedisce cioè al calore solare arrivato a Terra di disperdersi liberamente nello spazio, ragione per cui l’atmosfera si riscalda. Industrie, centrali termoelettriche, zootecnia, riscaldamenti e trasporti producono gas clima alteranti in modo esponenziale e senza conoscere soste. La Cop21 di Parigi è l'ultima chiamata, e questa l'ul-tima generazione di sapiens che possa ancora fare qualcosa. ●

Sul climaquesta generazione deve agire

di Mario Tozziprimo ricercatore Cnr - Igage conduttore televisivo

un pianeta da difenderel’efficienza energetica, certifica-zioni che evidenziano situazioni virtuose sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, sistemi di approvvigionamento delle ma-terie prime con criteri ambien-talmente sostenibili.Tra i 302 fornitori coinvolti sono stati individuati i 5 che si sono maggiormente distinti all’inter-no del loro settore di apparte-nenza e che sono stati premiati a Milano all’interno di Expo.Nel settore carni il fornitore più vir-tuoso è risultato amadori (pol-lame e carni insaccate), in quello ortofrutta apofruit (una coo-perativa che produce ortofrut-ta e verdura), in quello della chimica delicarta (produce carta igienica e per tovaglioli), nel grocery feger (produce conserve di pomodoro e sca-tolame) e nel settore freschi è orogel (produce verdure fre-sche e surgelate). Relativamente alla sola temati-ca dello spreco, hanno ricevu-to una menzione anche altre 7 aziende che hanno mostrato particolare sensibilità ad alcuni aspetti come: nuovi impianti in grado di risparmiare acqua, ri-durre gli scarti di prodotto e di imballaggi, la destinazione de-gli scarti non più consumabili a livello umano alla produzio-ne di biogas, energia elettrica o alimentazione animale, l’indivi-duazione di una nuova vita per i prodotti di seconda scelta (tra-mite spacci aziendali, ecc…). Queste aziende sono Ars Food (produce latticini freschi e yo-gurt), C&D Food Italia (pro-duce pet food), Grandi salu-mifici Italiani (produttore di salumi), La Linea verde (pro-duce prodotti vegetali confe-zionati pronti per il consumo), Olitalia (produttore di oli), Recla (produttore di salumi) e Roncadin (produce pizze sur-gelate).

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Valgono l’8,5% del Pil italiano, con un valo-re della produzione che ha superato i 108 miliardi di euro. Nel quinquennio 2008-2013 (cioè gli anni più bui della crisi) hanno messo a segno una crescita del 14% pari a circa 10 miliardi di euro. Hanno aumen-tato gli occupati di oltre 100 mila unità arrivando alla quota complessiva di 1 milione e 257 mila di-pendenti a fine 2013, con una percentuale di assunti a tempo indeterminato (cioè stabilmente) che è in-torno al 75%. Parliamo delle quasi 70 mila coopera-tive italiane (67.062 cooperative più 1.904 consorzi e 376 banche di credito cooperativo), fotografate in un imponente lavoro da parte dell’euricse, l’Isti-tuto Europeo di ricerca sull'impresa cooperativa e sociale (www.euricse.eu/it), che ha analizzato i dati di 28 mila bilanci sull’arco di cinque anni. Un lavo-ro prezioso, che conferma il ruolo che questa forma di organizzazione economica svolge, ma che riserva

anche qualche grossa sorpresa, specie per i molti os-servatori esterni condizionati da vecchi luoghi co-muni e da qualche pregiudizio. La sorpresa consiste nel fatto che, raffrontando l’insieme di voci che de-finiscono la pressione fiscale complessiva, le impre-se cooperative pagano più "tasse" delle società per azioni: esattamente la pressione fiscale sulle prime, nel 2013, era pari al 7,7% sul valore della produzio-ne, contro il 6,8% delle Spa (Società per azioni). Si aggiunga a questo che, mentre come già detto, le co-operative hanno continuato a crescere e ad assume-re, le Spa, nel quinquennio 2008-2013, hanno ridot-to l’occupazione di 500 mila unità.

le differenze della cooperazione“Quel che emerge dal lavoro che abbiamo fatto – spiega il professor Carlo borzaga, presidente di Eu-ricse e docente di economia all’Università di Trento

La fotografia delle 70 mila imprese cooperative nel rapporto Euricse: valgono l'8,5% del Pil con un valore della produzione di 108 miliardi. Negli anni della crisi l'occupazione è aumentata di 100 mila unità. E, contrariamente a quanto tanti pensano, anche la pressione fiscale è più alta che per le società per azioni

di daRio guidi

cooPErAzIoNEsIGNIfIcA...crEArE LAVoro PAGANDo PIù "TAssE" DELLE sPA

14 primo piano economia

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anChe Le Coop dI ConSUmatorIpagano più deLLe aLtre catene sul tema della tassazione e della pressione fiscale, anche i dati elaborati dall'ufficio studi di ancc-Coop e dunque relativi alle sole cooperative di consumatori (e non di tutta la cooperazione, come nel caso dell'indagine euricse), se raffrontati con l'insieme delle catene della grande distribuzione, confermano come le diffuse convinzioni sui "privilegi" fiscali della Coop non rispondano assolutamenta al vero. le elaborazioni di ancc-Coop (che per l'insieme delle catene della grande distribuzione si basano sui dati mediobanca) evidenziano che l'incidenza delle imposte (ires e irap) sull'aggregato delle 9 grandi cooperative di consumatori è stato negli ultimi 2 anni pari all'1% del fatturato, dove il fatturato è di circa 11 miliardi di euro. per il totale delle catene della grande distribuzione

questa incidenza è invece pari allo 0,8% del fatturato. Considerando che le imprese cooperative pesano per un 30% sull'insieme della gdo si può stimare un differenziale di tassazione di circa 33 milioni di euro all'anno pagati in più da Coop.

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

9%

8%

7%

6%

5%

4%

3%

7,77,4

8,07,97,6 7,6 7,7

7,1

6,3

7,47,1

6,86,6

6,8

pressione fiscale calcolata sul valore della produzione (in %)...cooperazione società per azioni

...e cosa succede nella grande distribuzione

incidenza ires più irap sul fatturato

cooPinsieme cAtene

dellA Gdo

1,0% 0,8%

Dati Ancc-Coop Mediobanca su bilanci 2013 e 2014

Fonte Euricse elaborazioni sui dati Aida-Bureau Van Dijk

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– è che la cooperazione più che anticiclica, rispetto all’andamen-to del mercato, è aciclica, nel sen-so che è strutturalmente orienta-ta verso priorità diverse da quelle delle altre imprese private. Questo perché le cooperative nascono e vivono per rispondere ai bisogni dei propri soci. Chi aderisce o la-vora in una cooperativa è questo che chiede. Ciò mette inevitabil-mente al centro il tema del lavoro e del ruolo delle persone. Dunque questo spiega perché le società per azioni abbiano avuto una reazione opposta di fronte al-la crisi, perché sono portate a tu-telare il capitale, e, adeguandosi all’andamento del ciclo, di fron-te alle difficoltà riducono il costo del lavoro licenziando le persone o scaricano il problema sullo Sta-to ricorrendo agli ammortizza-tori sociali. Il risultato è che du-rante questi lunghi anni di crisi la risposta delle cooperative nel suo insieme ha garantito un saldo oc-cupazionale positivo, al contrario di quanto avvenuto nelle Spa. Il

che non vuol dire che non ci sia-no state cooperative che hanno incontrato difficoltà anche molto dure. Ma guardando al dato relati-vo ai settori più colpiti, come può essere l’edilizia, sul piano della di-fesa dei posti di lavoro, le coope-rative si comportano comunque meglio delle imprese di capitale. Ovviamente questi risultati sul piano dell’occupazione sono de-rivati anche da una scelta che le cooperative hanno fatto di ridur-re drasticamente i profitti, come emerge dai bilanci che abbiamo studiato: da 500 milioni di utile ad inizio periodo, nel 2012 si ar-riva addirittura a un dato negati-vo”. Dunque l’equazione è sem-plice: difesa dell’occupazione, ma meno profitti, proprio perché il fattore lavoro è nella cooperativa un elemento centrale.L’analisi di Borzaga fornisce un’e-videnza piena del bisogno e della necessità di avere nel nostro pae-se (ma non solo), un pluralismo di forme economiche, nel quale la cooperazione possa continuare

a svolgere un ruolo importante e positivo visto il fortissimo biso-gno, specie pensando ai più gio-vani, di creare lavoro e di costrui-re le condizioni per uno sviluppo sostenibile.

pressione fiscale e spaL’indagine Euricse fornisce poi, sempre nel raffronto con i bilanci delle Spa, altre cifre che parlano da sole. Nel periodo 2007-2013, vista la loro crescita, le coopera-tive hanno costantemente incre-mentato il loro apporto alla fi-nanza pubblica, mentre le Spa lo hanno diminuito. Sommando in-fatti i differenziali annuali in que-sto periodo, si rileva che le coo-perative hanno versato alle casse dello Stato 5 miliardi e 475 milio-ni in più di quelli che avrebbero versato mantenendo la produzio-ne al livello del 2007. Nello stes-so periodo le Spa hanno invece ri-dotto il loro contributo all’erario di ben 15 miliardi e 735 milioni.E qui si arriva alla questione della pressione fiscale, principale tema

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in italia operano circa 70 mila cooperative

108miliardifatturato complessivo

102mila unitàaumento dei dipendentinelle cooperativetra 2008 e 2013

500mila unitàriduzione dell'occupazionenelle imprese private tra il 2008 e 2013

1milione e 257milafine 2013 i lavoratori nelle cooperative

75%i lavoratori a tempo indeterminato

8,5%del pil nazionale€

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su cui pesano i luoghi comuni e i pregiudizi citati all’inizio. “So-stanzialmente, l’unico vantaggio fiscale di cui la cooperazione go-de è la detassazione degli utili non distribuiti, un vantaggio che per altro nel corso degli anni ha su-bito progressive limitazioni sino a quelle introdotte da Giulio Tre-monti quando era ministro delle Finanze - spiega Borzaga -. Que-sto vantaggio, per altro, è legato a precisi vincoli che le imprese co-operative devono rispettare, pro-prio a garanzia di quei principi di mutualità e intergenerazionalità che sono alla base della coopera-zione. Ma, chiarito questo, la tas-sazione che un’impresa subisce non si chiude certo col capitolo dell’Ires entro cui sta il tema de-gli utili che abbiamo citato. Le im-prese pagano tasse anche in altre forme che sono l’Irap, le tasse sul lavoro e attraverso gli oneri sociali a carico del lavoratori. Quando si parla di pressione fiscale, si deve far riferimento a tutti questi ele-menti mettendoli in rapporto col valore della produzione. Dunque, se si vogliono fare raffronti cor-retti e omogenei, tra cooperazio-ne e Spa, è bene partire da qui e non limitarsi a una singola voce. Ed è quanto abbiamo fatto noi, ri-cavando per la prima volta un in-dicatore che svela come in realtà siano le cooperative ad avere una pressione fiscale maggiore. Que-sto in tutti e sei gli anni coperti dalla nostra indagine”.Dunque il risultato è che la pres-sione fiscale delle cooperative è stata del 7,7% sul valore della pro-duzione, rispetto al 6,8% delle Spa (nel 2013), con uno scarto sostan-zialmente costante negli anni dal 2007 in poi.Per chi volesse conoscere più nel dettaglio dati e metodologie dell’indagine, sul sito Euricse so-no disponibili sia una sintesi, sia l’intera indagine in tutti i suoi ca-pitoli. ●

È il titolo dell’edizione 2015 (7-28 novembre) del “Baccanale” di Imola: “Basta un uovo”. Perché con un uovo si può fare di tutto. Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo, polemizzava con i monaci di Cluny che, secondo lui, erano troppo attenti ai piaceri della gola; e come esempio portava i modi infiniti messi a punto nelle cucine di quella abbazia per cucinare le uova, «con quanta cura vengono rivoltate e strapazzate, liquefatte, rassodate, sminuzzate; e si portano in tavola ora fritte, ora arro-stite, ora farcite, ora accompagnate da altri cibi, ora da sole». Le uova si preparano in mille modi diversi, e per di più entrano dappertutto: pasta, polpette e polpettoni, torte salate e dolci, ciambelle, creme, salse… e finirebbe la pagina prima dell’elenco. È questa la forza dell’uovo. Lega e si lega. È un cibo, per definizione, conviviale; un “facilitatore” gastrono-mico, che ama la compagnia e aiuta gli altri a stare insieme. È semplice, ma si presta bene a qualsiasi complessità. È il trionfo dell’essenzialità. È quella cosa che magari non la senti, ma se non ci fosse ne sentiresti la mancanza. L’uovo è anche un test. Una palestra che allena alla comprensione del mon-do. I cuochi da una parte, gli scienziati dall’altra hanno scatenato attenzio-ni, studi, riflessioni, ricerche attorno all’uovo. I guru della cucina mole-colare si sono formati su questo; i fisici che studiano i meccanismi della natura – così semplici, così complessi – hanno trovato nell’uovo il loro pri-mo alleato. Lo aveva già capito una celebre religiosa del XVII secolo, Suor Juana Inés de la Cruz, poetessa, scrittrice, intellettuale colta e curiosa, che aveva trasformato il suo convento di Città del Messico in una specie di foyer letterario. Per questo fu rimproverata dal vescovo di Puebla, formalmente per il fatto di occuparsi di soggetti profani anziché sacri, sostanzialmente perché donna, inabile (secondo la cultura maschilista del tempo) a trattare di “cose serie” cioè di cultura, letteratura, filosofia. Di che cosa infatti dovrebbe occuparsi una donna, se non di cucina? A questo invito del vesco-vo, Suor Juana rispose difendendo il suo diritto a pensare facendo cucina. E utilizzò, guarda caso, proprio l’esempio dell’uovo, utile a scoprire i segre-ti dell’universo e il funzionamento delle cose: «che cosa potrei raccon-tarvi […] dei segreti naturali che ho scoperto mentre cucinavo? Vedo che un uovo si rapprende e frigge nel burro o nell’olio e, al contrario, si spezza nello sciroppo […]; vedo che il tuorlo e l’albume di uno stesso uovo sono così con-trari, che per lo zucchero possono venire usati separatamente ma mai insieme». La conclusione è provocatoria: «io dico spesso, pensando a tali bagatelle: se Aristotele avesse cucinato, avrebbe scritto molto di più». Magari un trat-tato sull’uovo. ●

Basta un uovo...per il "Baccanale"

di Massimo Montanaridocente di Storia medievale e di Storia dell’alimentazione, Università di Bologna

cibo è cultura

17 primo piano economia

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18 primo piano alimentazione18

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Discretamente informa-ti, anche in considerazione del-la giovane età, ma meno attenti a mettere in pratica corrette scel-te da un punto di vista della loro alimentazione. Sanno in quali ci-bi trovare carboidrati, vitamine o proteine, conoscono gli Ogm, magari hanno meno chiaro il con-cetto di “filiera corta”, però poi cir-ca un terzo (il 32,7%) spesso salta la colazione e circa un 40% (par-liamo di ragazzi che vanno tutti a scuola e quindi hanno a disposi-zione l’intervallo) non fa la me-renda di metà mattina. In più, tra chi ha fatto una dieta dimagran-te, un 34% ha deciso da solo co-sa e quanto mangiare, affidando-si dunque a pratiche di incerto fondamento. Parliamo dei risultati dell’inda-gine “Adolescenza: 'alimenti'

per crescere”, realizzata in col-laborazione con Coop, da Sima (Società italiana di medicina dell’adolescenza) e dall’Associa-zione “Laboratorio adolescenza”, su un campione di 2.153 studenti (1.103 maschi e 1.050 femmine) di terza media, quindi con una età compresa tra i 12 ed i 14 anni."Nel valutare i dati – spiega il pro-fessor piernicola garofalo, presidente di Sima – occorre te-ner presente la giovane età degli intervistati e quindi il fatto che, a prescindere da quello che nel complesso è un buon livello di informazione, sui loro comporta-menti alimentari incide molto la famiglia, quello che cioè gli adul-ti decidono di mettere in tavola. O anche, pensiamo ai tempi dei pasti, all’organizzazione dei tem-pi familiari, della fretta che troppo

uN cIboDA rAGAzzIINformATI mA... DIsTrATTI

di daRio guidi

I risultati di una indagine sul rapporto tra 2.000 adolescenti e l'alimentazione: conoscono le caratteristiche dei diversi cibi ma sui comportamenti c'è tanto da migliorare. In troppi saltano la colazione e c'è chi decide da solo di mettersi a dieta. Quel che piace di più? Vince la pasta, perdono pesce, verdure e legumi

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19consumatorinovembre 2015

Le attività cooptanta InformazIone neLLe SCUoLe per prevenIre I proBLemIaver contribuito alla realizzazione dell'indagine di cui parliamo in queste pagine sul rapporto tra adolescenti e cibo costituisce un ulteriore tassello dell'attenzione che Coop dedica a questi temi e a promuovere una alimentazione equilibrata assieme a scelte di consumo corrette e consapevoli, specie tra i più giovani. perno fondamentale del lavoro Coop è la ormai trentennale attività di educazione al consumo consapevole svolta nelle scuole (col patrocinio del ministero per l'istruzione e la ricerca scientifica) e che in gran parte si rivolge proprio a ragazzi dell'età di quelli coinvolti nell'indagine. i percorsi e le animazioni hanno coinvolto nell'ultimo anno ben 265.000 bambini e ragazzi e circa 12.500 insegnanti. i temi che è possibile affrontare riguardano tre aree: alimentazione (educazione al gusto, salute e benessere, cibo e cultura, pubblicità e scelte di consumo); ambiente

(stili di vita responsabili, etica e comportamenti quotidiani, diritti di cittadinanza, geografia economica, globalizzazione); cittadinanza (cooperazione, legalità, solidarietà). Queste attività sono state proposte anche all'interno di expo, con un'apposita aula nella quale sono arrivate oltre 500 classi per un totale di 11.000 presenze. ovviamente, in coerenza con questa impostazione, Coop è particolarmente attenta a proporre prodotti a proprio marchio, a cominciare da quelli per i bambini più piccoli (delle linee Crescendo e club 4-10) che hannoformulazioni e composizioni dedicate per contribuire ad una corretta dieta. particolare attenzione è anche posta a fornire corrette informazioni sulle etichette, per potere valutare l'apporto nutrizionale di un prodotto e l'attività fisica necessaria a "bruciare" quanto mangiamo.

tutti i gg o quasi

Qualche volta

raramente/mai

Prima colazione

66,2 17,5 15,2

merenda mattino

59,6 25,7 13,6

Pranzo 95,7 2,2 10,0merenda pomeriggio

33,6 46,7 18,6

cena 93,4 4,0 1,5

con che frequenza consumi i pasti?

tutti i gg o quasi

Qualche volta

raramente/mai

Pasta 69,6 28,1 1,5riso 6,2 65,4 27,6carne 40,4 54,4 4,4Pesce 7,3 61,6 30,4Verdure 41,7 37,1 20,5Pane 65,8 23,9 9,5frutta 53,7 33,0 12,6formaggi 24,2 50,4 24,7legumi 12,1 53,9 33,3uova 7,9 65,4 26,1latte 40,3 24,0 34,9salumi 32,4 54,0 12,8dolci 22,0 50,6 26,7

con che frequenza mangi i seguenti alimenti a pranzo e/o cena?

totale maschi femmine

si 25,3 22,4 28,3

no, ma voglio farla

12,9 8,3 17,7

Hai mai fatto una dieta dimagrante?

medico/pediatra 31,8

deciso io 34,1

Amico/amica 1,2

Genitori 25,6

rivista 0,4

internet 20,5

chi ti ha dato indicazioni su cosa mangiare e non durante la dieta dimagrante?

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spesso comprime un momento importante come quello dedica-to al cibo, a cominciare dal primo mattino”.Ma vediamo in maniera più arti-colata cosa racconta l’indagine.

Quando e cosa mangioCominciamo dalle abitudini ali-mentari. C'è un 32,7% di adole-scenti che non fa tutti i giorni la prima colazione: a "saltarla" so-no in particolare le ragazze (me-no del 60% la fa abitualmente e il 20% dichiara di non farla mai). A questo si aggiunge che meno del 60% fa lo spuntino di metà mat-tina e solo un terzo fa la meren-da pomeridiana. Si tende quindi a concentrare l'alimentazione del-la giornata nel pranzo e nella ce-na e, di conseguenza, siamo ben lontani dai cinque pasti al giorno

che pediatri e dietologi indicano come la migliore garanzia per un apporto calorico correttamente distribuito nell'arco della giornata e quindi ideale per prevenire so-vrappeso ed obesità. E proprio per quanto riguarda pranzo e cena, gli alimenti consu-mati "tutti i giorni o quasi" da oltre il 60% degli adolescenti intervista-ti sono la pasta (69,6%) e il pane (65,8%), mentre al di sopra del 50% troviamo la frutta (53,7%). Molto basso, invece, il consumo abituale di pesce (7,3%), con ol-tre il 30% che dichiara di mangiar-lo raramente o mai. Il 41,7% ha un consumo pressoché quotidia-no di verdure (ma oltre il 20% le mangia raramente o mai), mentre ogni giorno, nella dieta degli ado-lescenti intervistati, c'è del salume per il 32% e dei dolci per il 22%.

La pasta oltre ad essere l'alimento più consumato è anche l'alimento preferito (piace molto al 75,4%), seguita dalla carne (75,3%) dai dolci (70,6%) e dai salumi (68,6%). Anche la frutta è mol-to gradita da circa il 65%, mentre verdura e legumi sono al fondo della classifica (rispettivamente 35,8% e 25,8%).Dovendo descrivere le loro abi-tudini alimentari meno della me-tà (43,9%) dichiara di avere una alimentazione variata, mentre la maggioranza si divide tra chi dice di mangiare "sempre le stesse co-se" (25,4%) e chi dice di mangia-re "solo le cose che mi piacciono" (29,6%). Rispetto ad altre indagi-ni la percentuale di chi dichiara di avere una dieta variata risulta in calo. Un dato che aumenta nel-le grandi città dove sempre più

20consumatorinovembre 2015

reGole utili Per nutrirsi beneConsigli etici, estetici e nutrizionalicinQue consiGli Per tutti

Conoscere e saper scegliere gli alimenti: leggere le etichette Consumare il pasto insieme preferire cibi freschi prodotti in loco tenere sempre frutta e verdura a portata di mano variare gli alimenti: specie i cibi proteici come pesci e legumi

cinQue consiGli Per i Genitori educare al valore del cibo: niente sprechi educare ai sapori: recuperare la cultura della cucina preparare i cibi in casa: occhio agli ingredienti mettere in tavola solo il cibo da consumare tenere d’occhio il peso dei ragazzi: il dieting è in agguato

cinQue consiGli Per i rAGAzzi sperimentare nuovi cibi e nuovi gusti: favorire la curiosità del palato evitare i digiuni e le abbuffate: pancia mai vuota, pancia mai piena prima colazione abbondante, sempre tv e smartphone spenti: mangiare è una cosa seria Considerare l’alcol un alimento: e limitarne il consumo ludico

A cura del professor Nicola Garofalo, presidente della Società Italiana di medicina dell’adolescenza

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21 primo piano alimentazione

“Ciò che emerge da questa indagine, rispetto al comportamento degli adolescenti, conferma un quadro noto, con alcune tendenze negative che si rafforzano a cominciare dal fatto che i momen-ti dedicati all’alimentazione si concentrano su pranzo e cena, e non si articolano sui 5 appunta-menti consigliati dai dietologi, per cui non solo si saltano le merende di metà mattina e metà po-meriggio, ma, specie le ragazze non fanno nep-pure colazione”. Parole di Maurizio Tucci, presidente dell’Associa-zione “Laboratorio adolescenza” che ha seguito tutto il lavoro di indagine. “Problemi di organiz-zazione familiare e tempi di vita incidono anche su un altro aspetto - continua Tucci -, e cioè che aumenta la quota di chi mangia solo ciò che gli piace. Rispetto a 10 anni fa il gruppo di chi ha una alimentazione variata, si è ridotto in modo signi-ficativo. Specie nelle grandi città molti ragazzi magari pranzano da soli perché i genitori sono al lavoro o comunque hanno a disposizione poco tempo e dunque si scelgono le cose più semplici e facili. Dunque, quel ruolo di stimolo a variare la dieta che le famiglie svolgevano, sta riducen-dosi. E questo spiega anche perché il consumo di verdura, cereali o legumi è da noi più basso che in altri paesi. Ed è interessante notare che nella dieta delle famiglie di stranieri che vivono qui, la varietà alimentare è molto più alta. Questo per motivi di tradizione e di cultura, ma magari an-

che perché c’è qualcuno a casa che ha tempo di preparare i pasti”.Altro tema delicato è quello delle diete cui si è già sottoposto (parliamo di ragazzi tra i 12 e i 14 anni) un 25,3% del campione, più un 12,9% che la dieta vorrebbe farla. E tra chi ha già fatto la scel-ta, il 34,1% ha deciso in autonomia o su indica-zione dei genitori (25,6%) mentre solo il 31,8% ha consultato un medico. “Il dato sulle diete segna un lieve ma costante aumento negli anni – spie-ga ancora Tucci -. Il problema è che, come vedia-mo anche nel rapporto diretto con i ragazzi, si rischia che a sottoporsi a una dieta sia anche chi non ne ha bisogno o che chi si considera grasso, scelga semplicemente di saltare pasti. Ma così non va bene. Solitamente chi è davvero obeso ha un rapporto corretto con i medici, il proble-ma riguarda chi invece si muove basandosi su percezioni personali, sul rapporto che ha con gli amici e la società. Qui il ruolo degli adulti è fondamentale, perché spesso l’ossessione della dieta è tra i genitori prima che tra i figli. Para-dossalmente si può dire che mentre una volta il sogno di una figlia era di mettersi i vestiti del-la madre, oggi sono le mamme che sognano di mettersi i vestiti della figlia. Accettare il proprio corpo, non pensare di poter dilatare all’infinito la propria gioventù, sono cose cui prestare at-tenzione per aiutare i nostri figli a crescere be-ne. Perché i ragazzi fanno quello che vedono”.

“Il ruolo delle famiglie è decisivo”Educare a gusti e cibi diversi. E no alle diete fai da te

spesso il pranzo non vede insieme tutta la famiglia, anzi molti ragaz-zi mangiano da soli, non essendo in casa i genitori ed è dunque più probabile che mangino solo ciò che piace loro ed è facile cucinare.In cima alla frequenza nei menù c’è la pasta che viene mangiata quasi tutti i giorni dal 69,6%, se-guita dal pane 65,8%, dalla frut-ta 53,7%, dalla verdura 41,7% e dalla carne 40,4%. Rovescian-do la classifica e partendo da ciò che si mangia raramente o mai,

prevale il latte (34,9%), poi i le-gumi (33,3%) e il pesce (30,4%). Per le bevande vale la pena notare che solo un 27% beve acqua di ru-binetto, mentre le minerali “trion-fano” (63,9% la naturale più un 24,6% che sceglie la gasata).

diete fai da teSi conferma la cattiva abitudine degli adolescenti (in particolare delle femmine) a seguire diete ali-mentari "autoprescritte". Ad aver già fatto una dieta è il 22%

dei maschi e il 28% delle femmi-ne (ma un ulteriore 17% dice di volerla fare). Un dato significa-tivo se consideriamo la giovane età del campione. E solo un ter-zo di chi ha seguito una dieta si è affidato alle indicazioni di un medico: il 40% delle femmine ha deciso da sola cosa e quanto man-giare, mentre il rimanente 30% si è affidata a suggerimenti non pro-fessionali (genitori, amiche, TV, Internet...). È chiaro che sul tema dieta si mescolano suggestioni

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22 primo piano alimentazione

sociali che riguardano i modelli proposti nell’imma-ginario collettivo dai media e dalle televisioni.

scelte alimentariAd accompagnare i genitori a fare la spesa alimen-tare sono prevalentemente le femmine (tra chi lo fa spesso e chi lo fa qualche volta si sfiora l'80%), ed è una abitudine prevalentemente diffusa al sud e nel-le isole.La scelta, circa gli alimenti da acquistare, è preva-lentemente condivisa fra genitori e figli (62,5%). La spesa si fa prevalentemente al supermercato (78,9), ma le percentuali differiscono tra piccoli centri e grandi città e tra diverse aree geografiche. Lo stimolo ad acquistare un prodotto alimentare mai provato prima è dato in massima parte dall'in-duzione da parte di un amico/a che lo ha fatto as-saggiare o ne ha parlato (82,3%), ma oltre il 60% si lascia anche tentare dall'averlo visto esposto in un supermercato o negozio. Molta meno influenza ha la pubblicità televisiva (35%) e soprattutto quella su Internet (5%). E sempre riguardo la pubblicità, l'88% ritiene che sia utile per far conoscere un nuovo prodotto, ma è

totAle mAscHi femminespesso 39,7 33,2 46,6Qualche volta 41 42,5 39,5Raramente 2,9 4,1 1,6

ti capita di andare a fare la spesa alimentare con i genitori?

totAle mAscHi femminei miei genitori 34,7 39,3 30,1a volte loro, a volte io 62,5 57,7 67,7

sempre io, per le cose che piacciono a me

2,1 2,4 1,7

Quando vai a fare la spesa alimentare con i tuoi genitori chi sceglie i prodotti da comprare?

totAle mAscHi femminenegozi specifici Forno, Salumeria, ...

9,5 5,8 12,1

supermercati 78,9 81,3 77,7indifferente 11,2 12,2 10,3

dove vanno più spesso i tuoi genitori a farela spesa alimentare?

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23consumatorinovembre 2015

anche consistente la percentua-le (66%) di chi ritiene che senza pubblicità il prodotto costerebbe di meno.

Conoscere il ciboRelativamente ai principali ali-menti, una percentuale di adole-scenti che oscilla tra il 70 e l'85% sa correttamente rispondere se l'a-limento in questione contenga in prevalenza proteine, vitamine o carboidrati, mentre il 20-30% dà indicazioni del tutto errate. Così l’84,6% sa che nella pasta ci so-no carboidrati, l’85,5% che nel-la frutta ci sono vitamine (per la verdura siamo al 74,8%) e l’80% che la carne contiene proteine. Il 70% ha sentito parlare di alimen-ti OGM, il 44% ha un'idea corret-ta di che cosa si intenda per "com-mercio equo e solidale", mentre solo il 16% sa individuare la defini-zione corretta di "filiera corta".Il 56% sa che i genitori sono at-tenti nel leggere le etichette dei prodotti alimentari con una per-centuale che cresce considerevol-mente se si passa dal nord al sud e alle isole.

a cena con gli amiciPer una sera a cena con gli amici tra le preferenze degli adolescenti la pizza resiste saldamente al pri-mo posto (48,1%) seguita a di-stanza dal fast food stile McDo-nald's (31%), che però comincia ad essere insidiato da vicino, spe-cie al nord, dal Kebab. Aumenta la conoscenza e la di-sponibilità a scoprire la cucina etnica dei diversi paesi. Quella più sperimentata è la cucina cine-se (37%), seguita da quella me-diorientale (29,1%), giapponese (22,7%), indiana (16,6%) e afri-cana (12,1%). Come gradimento, invece, al primo posto c'è la cucina mediorientale (tasso di gradimen-to 85%), seguita da quella cinese (75%), indiana (73%), africana (72%) e giapponese (71%). ●

Almeno venti anni fa, quando l’eccesso di peso e l’obesità non erano ancora un’epidemia del mondo civilizzato, ho iniziato un mio libro di divulga-zione con la frase: “L’uomo si sta ammalando di sedentarietà”. L’affanno del vivere nelle grandi metropoli, tra ingorghi del traffico e troppe ore di lavoro sedentario e di televisione, senza un adeguato coinvolgimento muscolare, si sta dimostrando dannoso o per lo meno inadatto rispetto al nostro vissuto di raccoglitori, predatori, cacciatori e poi di agricoltori. Infatti, i milioni di anni che hanno preceduto la “scoperta” dell’agricoltura hanno per-fezionato i rapporti positivi che intercorrono tra il camminare a lungo ogni giorno (una necessità ineludibile per gli antenati) e il benessere metabolico che ne consegue.L’adattamento dei sistemi biologici e l’evoluzione preconizzata da Darwin, procedono lentamente e richiedono molti millenni, piuttosto che anni! Perciò, per utilizzare al meglio la nostra macchina biologica e beneficiare di quei pro-gressi igienico-sanitari che hanno portato l’aspettativa di vita attorno agli 80 anni, bisogna ricorrere a qualche attività fisica che compensi il sorpassato lavoro muscolare. Poco importa sotto quale forma, l’importante è che l’impe-gno muscolare sia quotidiano e adeguato al fisico e all’età. Non è per caso che i cardiologi propongono anche agli ex infartuati un’ora al giorno (forse meglio due mezz’ore in momenti diversi) di tranquillo passeggio. Eppure que-ste semplici riflessioni hanno stentato a entrare nel bagaglio di abitudini pre-ventive (non fumare, non ingrassare, mangiare variato con preferenza quoti-diana per verdure e frutta, ecc.) che oggi sono alla base delle raccomandazioni sullo stile di vita più consono al benessere e alla longevità.Perciò, bisogna approfittare di ogni possibile occasione che incrementi il movimento muscolare, abituale o per lo meno trisettimanale, dal pas-seggiare al partecipare attivamente, specie per i più giovani, a qualsiasi ini-ziativa ludica dilettantistica che possa essere mantenuta anche nel loro futuro lavorativo. È bene precisare, però, che l’esasperazione agonistica non rientra tra queste raccomandazioni, anche se talvolta può assumere una valenza positiva per l’interesse che ridesta nei soggetti, altrimenti disinteressati all’at-tività muscolare.I vantaggi salutistici dell’attività fisica prevalentemente aerobi-ca rappresentano ormai un dato clinico-statistico documentato, come più vol-te riportato anche su questa rivista. Il punto fondamentale è che migliorando la capacità cardio-respiratoria si innescano effetti vantaggiosi sulla funziona-lità di tutte le cellule, comprese quelle cerebrali. Basta dire che un gruppo di autorevoli psichiatri americani ha pubblicato una sperimentazione, effettuata su persone fra i 50-77 anni, affette da “depressione maggiore”, con questa conclusione: "Nella terapia della depressione un programma di alle-namento fisico può rappresentare un’alternativa ai farmaci antidepressivi.” ●

Far movimentofa bene a tutti. Anche ai depressi

di Eugenio del Tomapresidente onorario dell’associazioneitaliana di dietetica e nutrizione clinica

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26 primo piano società

Chiusi i battenti dopo sei mesi di intensissima attività e con un finale segnato da afflussi di pubblico davvero enormi, per l’Expo è tempo di bilanci. Bilanci che, per Coop, sono decisamen-te molto positivi. La presenza di Coop all’interno della kermesse milanese è stata infatti un grande successo come testimoniano in maniera inequivocabile le cifre. “I biglietti d’ingresso ad Expo che abbiamo venduto nei nostri nego-zi di tutta Italia sono stati circa 1 milione e 500 mila – spiega ales-sandro mazzoli, che per Coop Italia ha coordinato le attività e il progetto Expo, realizzato assieme ad Ancc-Coop, Inres e Scuola Co-op – mentre i visitatori che sono passati dal Future food district, per conoscere il nostro supermerca-to del futuro o per partecipare alle tante attività che abbiamo propo-sto, sono stimabili oltre il 1 milio-ne e 600 mila persone. Dunque

siamo stati fondamentali sia nel portare tantissime persone a Mi-lano, i nostri soci e le loro famiglie, e poi siamo stati protagonisti den-tro ad Expo, perché il nostro su-permercato del futuro è stato uno dei padiglioni più visitati e apprez-zati. E ci fa particolarmente piace-re poter dire che i riscontri non si fermano al solo aspetto quantita-tivo. Le suggestioni proposte nel nostro supermercato sul come sta già oggi cambiando il modo di fare la spesa, il rapporto con le tecno-logie, la trasparenza dell’informa-zione e l’evoluzione della relazione con le persone, sono state apprez-zate da visitatori di tutto il mondo, che in molti casi ci hanno lasciato commenti e suggerimenti che per noi sono una base su cui continua-re il nostro lavoro. Proprio alla lu-ce di quest’esperienza, abbiamo già costituito dei gruppi di lavoro per capire cosa potremo trasferire nei nostri punti vendita di quanto

I biglietti di ingresso venduti da Coop per la manifestazione milanese sono stati 1 milione e mezzo, mentre i visitatori del Supermercato del futuro sono arrivati oltre quota 1 milione e 600 mila. Mazzoli: "C'è stato grande apprezzamento per le idee che abbiamo proposto"

un expo da record

con Coop protagonista

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27consumatorinovembre 2015

sperimentato”.Non a caso al supermercato del futuro e al Future food district so-no stati dedicati centinaia di arti-coli e servizi radio-televisivi rea-lizzati da testate di tutto il mondo, che nell’ambito della miriade di spunti che offriva la manifestazio-ne milanese, hanno deciso di ri-servare la loro attenzione alle idee e alle proposte di Coop. Ma la presenza di Coop dentro ad Expo si è sviluppata anche su nu-merosi altri versanti, con convegni, momenti di confronto e dibattito che hanno coinvolto ospiti nazio-nali e internazionali per parlare di quei temi che erano alla base di Expo. E cioè di come nutrire il pia-neta, di come stimolare una evolu-zione della produzione e del con-sumo in una logica di sostenibilità, di rispetto della biodiversità e per combattere sprechi e diseguaglian-ze. Con una particolare attenzione al ruolo che la cooperazione può e deve giocare in questo scenario.

Altri dati ed elementi di riflessio-ne, pure questi su scala mondia-le, sono venuti dalla ricerca rea-lizzata per Coop da Doxa che ha cercato di studiare il rapporto col cibo e con l’alimentazione in 8 pa-esi (Italia, Germania, Regno Uni-to, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Brasile), con la realizzazione di ben 6.400 interviste.Di tutte queste cose si è parlato in 57 eventi promossi da Coop, al-cuni in partnership con altri sog-getti (di alcuni dei quali abbiamo dato conto anche su questa rivi-sta). Poi ci sono stati veri e propri format che hanno raccolto gran-de successo come “I Giovedì del-le Cesarine”, per affrontare il tema dell’home cooking, gli appun-tamenti dedicati al commercio equo e solidale in collaborazione con Fairtrade, gli eventi di Libre-rie.coop e alcuni altri eventi gesti-ti direttamente dalle cooperative (Coop Lombardia ma anche Co-op Liguria, Coop Estense e Coop

Adriatica). Ma non è tutto. Expo è stata per Coop anche una grande occasio-ne di incontro con migliaia di ra-gazzi delle scuole, con i loro in-segnanti e le loro famiglie per parlare di Educazione al consu-mo consapevole e per promuove-re una visione ragionata e critica del mondo degli acquisti. L’Aula del Futuro in Expo, lo spazio ap-positamente dedicato a queste at-tività, ha visto presenti nell’arco dei sei mesi ben 11.000 ragazzi. “Alla luce di un bilancio così lusin-ghiero – conclude Mazzoli – cre-do sia doveroso ringraziare tut-ti quanti hanno contribuito con passione e generosità a realizzare questa nostra presenza. Abbiamo lavorato davvero da cooperatori nel senso che, assieme a Coop Ita-lia e Ancc si sono mobilitate le di-verse cooperative, e in particolare Coop Lombardia, poi altre strut-ture di sistema come scuola Coop e Inres”.

Rinnovo del contratto, partenza in salitaquesti anni di crisi, intende confermare nella trattativa in corso norme fondamentali e comportamenti in tema di lavoro che, pur avendo una incidenza di costo, testimoniano la nostra storia: l’integrazione fino al 100% della retribuzione per la malattia dal 4° al 20° giorno; la conservazione del posto di lavoro fino ad avvenuta guarigione clinica in caso di malattia o infortunio; i maggiori diritti sindacali previsti dal nostro CCnl; la contrattazione integrativa diffusa; soluzioni positive nel rapporto tra salario e produttività; welfare aziendale, ed altri istituti. oggi nel mercato tutti i concorrenti applicano contratti di lavoro meno costosi o in alcuni casi non li applicano e, allo stesso tempo, sono privi di contrattazione integrativa aziendale. noi, che consideriamo il dialogo con il sindacato un elemento essenziale delle relazioni tra parti sociali, siamo convinti che le organizzazioni sindacali dovranno affrontare il tema di questo differenziale, anche alla luce degli andamenti aziendali, ricercando insieme a noi le soluzioni opportune, nonostante la proclamazione dello sciopero. la cooperazione vuole il rinnovo del CCnl e opererà in tal senso – termina la nota –, ma a condizioni che consentano l’equilibrio competitivo necessario per continuare a svolgere la propria funzione sociale".

a quasi due anni dalla scadenza è partito il confronto sul rinnovo del contratto dei lavoratori della distribuzione cooperativa. il tavolo di contrattazione si è però interrotto ai primi di ottobre con la dichiarazione da parte dei sindacati di due giornate di sciopero (7 novembre e 19 dicembre).in una nota congiunta le associazioni di rappresentanza delle cooperative, ancc-Coop, federconsumo-Confcooperative e agci-agrital, hanno ribadito come “per continuare a salvaguardare il potere di acquisto dei soci e clienti e la distintività cooperativa nei rapporti di lavoro – a cominciare dall’occupazione – ritengono che occorra recuperare il differenziale dei costi esistenti tra il contratto nazionale del consumo nella moderna distribuzione cooperativa e quello dei competitori. noi – prosegue la nota - non mettiamo in discussione la nostra storia né la nostra distintività, anche in questa fase di crisi dei consumi", respingendo così l'accusa che la cooperazione tagli le retribuzioni e tolga i diritti: "noi ci poniamo l’obiettivo, molto impegnativo, di mantenere l’occupazione garantendo le retribuzioni stabili acquisite, la presenza al sud e una rete fatta di grandi, medie e piccole cooperative, queste ultime una preziosa presenza in aree altrimenti prive di presidi commerciali. a differenza di altre catene commerciali la cooperazione di consumatori, anche in

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28

prodotto coop

nella linea Crescendo Coop arrivano i nuovi pannolini e le mutandine assorbenti. materiali "intelligenti" che garantiscono assorbimento, impediscono le perdite e lasciano la pelle asciutta. Il tutto pensando all'ambiente e usando cellulosa certificata

dalla parte dei più piccoli

salubrità) e convenienza che resta uno dei punti fon-damentali che caratterizza tutti i prodotti a marchio.In questo percorso fatto di attenzione e cura, pro-prio nel campo dei pannolini della linea Crescendo, ora si segnala un’importante novità. Infatti, a partire da fine settembre sugli scaffali dei punti vendita Co-op hanno cominciato a fare la loro comparsa i nuo-vi pannolini Coop: nuovi nella grafica, nuovi nella proposta di prodotto con caratteristiche fortemente innovative che proviamo qui a riassumere.Il pannolino si basa su una nuova tecnologia, che ha all’interno un nucleo “intelligente” che garantisce l'as-sorbimento di cui c’è bisogno e dove c'è bisogno (sia per maschio che per femmina), lasciando alla pelle del bambino una gradevole sensazione di asciutto e prevenendo le irritazioni. In più il pannolino Crescen-do è flessibile e sottile, adattandosi ancora di più alle

L’arrivo e la presenza di bambini in una fami-glia, specie nei primi mesi di vita, è un evento che oltre alla gioia e alle intense emozioni che si porta dietro, impone anche di affrontare tanti problemi, piccoli o grandi, per ciascuno dei quali i genitori sono chiamati a fare scelte che devono tenere insieme la doverosa at-tenzione alla qualità con la ricerca della convenienza. Tipico esempio di queste situazioni è l’acquisto dei pannolini (e poi delle mutandine), oggetto impre-scindibile, di cui si fa inevitabilmente un costante uso per diversi mesi, sino a quando l’autonomia dei più piccoli consente di passare oltre.Coop, da diversi anni e con apposite linee di prodot-ti (alimentari e non), cerca di venire incontro alle esi-genze delle famiglie per garantire appunto il giusto equilibrio tra una qualità alta (che significa attenzio-ne ai materiali, che devono garantire funzionalità e

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forme del bambino, permettendogli libertà di gioco e movimento e prevenendo le fuori-uscite. Grazie poi ad uno strato speciale di cellulosa e al velino esterno traspirante e microaereato, c’è una sensazione di mor-bidezza e si permette alla pelle di respirare. Sono poi previste nuove chiusure (eliminando l’elastico in vi-ta) ancora più morbide ed estendibili, che unite alle nuove linguette riposizionabili, avvolgono delicata-mente il corpo. Lo speciale sistema filtrante a tre strati permette un rapido assorbimento e trattiene il bagna-to mantenendo asciutta la pelle. I materiali, rigorosa-mente selezionati e dermatologicamente testati, garantiscono massimo comfort in tutta sicurezza (sia per il giorno che per la notte).Una nota importante riguarda poi alcune caratteri-stiche disponibili solo nelle taglie 1 e 2 (cioè per i più piccoli ed i primi giorni di vita). Qui le nuove linguette oltre ad essere riposizionabili sono anche sovrapponibili e in più c’è un nuovo indicatore di bagnato per aiutare a capire quando il bambino po-trebbe aver bisogno di essere cambiato (la striscia gialla diventa blu).Massima anche l’attenzione agli aspetti di impatto ambientale di questo prodotto, tema cui giustamen-te le famiglie pongono sempre maggiore attenzione. I nuovi pannolini sono infatti realizzati con cellulosa certificata 100% PEFC™, cioè proveniente da fore-ste gestite secondo rigorosi parametri ambientali e

sociali. Si tratta di foreste nordamericane ripiantate dopo ogni taglio che dunque non sono foreste tropi-cali o primarie.Da fine anno invece, anche le mutandine assor-benti, sempre della linea Crescendo, saranno nuove. Si tratta di un prodotto nato con l’intento di suppor-tare il bambino nel passaggio dal pannolino al vasi-no. Si indossano stando in piedi ma assorbono come dei pannolini, lasciando la pelle del bambino con una gradevole sensazione di asciutto e prevenendo le ir-ritazioni. Disegnate come le mutandine “dei grandi”, presentano una grande vestibilità e flessibilità, per-mettendo al bambino di indossarle e toglierle in au-tonomia, muoversi liberamente, camminare e gioca-re. Le mutandine possono essere introdotte a partire dai dodici mesi, quando più o meno si inizia a cammi-nare, e sono maggiormente utilizzate intorno ai due anni.Come per i pannolini anche qui siamo di fronte all’u-tilizzo di un nuovo mix di materiali (con la stessa cer-tificazione ambientale 100% PEFC™ per la cellulosa utilizzata) che garantiscono una miglior flessibilità e morbidezza, garantendo l’assorbimento, contrastan-do le fuoriuscite e mantenendo asciutta la pelle del bambino. Facili da indossare e togliere, aiutano il tuo bambino a diventare più autonomo e pronto a diventare grande per la scuola materna.●

anche sul piano dell’alimentazione rivolta ai bambini da 0 a 3 anni cui è dedicata l'apposita linea Crescendo (che comprende 34 referenze, con diversi tipi di omogeneizzati, di pastine di creme, latte in polvere e biscotti), Coop ha definito una serie di criteri e impegni, volti a promuovere la massima informazione e comportamenti responsabili, oltre a garantire la massima qualità e salubrità di questi prodotti. ecco di cosa si tratta: 1. Rendere disponibili informazioni di educazione, per sensibilizzare i genitori sul tema della corretta alimentazione e corretti stili al fine di contribuire a prevenire/contrastare il rischio sovrappeso e obesità.2. sostenere decisamente l’allattamento al seno di neonati e bambini. 3. Rispettare le indicazioni dell’organizzazione mondiale della sanità che raccomandano l’inizio

AlimentAzionegli impegni Coop nella linea 0-3 anniinformAzione e QuAlità, Per crescere bene

del divezzamento a partire dal 6° mese di vita. 4. sviluppare prodotti baby food nella sua

linea Crescendo che rispettino nella formulazione i seguenti criteri:• tutte le materie prime e gli

ingredienti impiegati dovranno essere prodotte nel rispetto delle metodologie dell'agricoltura biologica;• non è consentito l’utilizzo di

grassi tropicali, grassi idrogenati, ogm, coloranti, aromi artificiali;• non aggiungere sale e zucchero nella ricettazione di tutti i prodotti destinati ai bambini di età inferiore all’anno;• prestare attenzione alla quantità di proteine presenti nei prodotti, in linea con le indicazioni del mondo pediatrico di riduzione complessiva dell’assunzione giornaliera.eventuali deroghe a quanto definito dovranno essere adeguatamente motivate valutate e approvate dal mondo scientifico e da Coop.

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Le mani suL portafogLi- estrattore di succo di fascia più economica da 120 a 250 euro

- estrattore di succo di fascia medio-alta da 250 a 400 euro

- Centrifuga da 40 fino a 200 euro per i prodotti di fascia più alta

I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato

di Claudio stRano

nel mondo della cucina assistiamo al grande exploit degli estrattori di succo che fanno da capofila a tutti gli altri spremitori. diversi da centrifughe e frullatori, gli "slow juicer" lavorano a bassi regimi e a freddo, fornendo un succo più ricco di nutrienti e vitamine e consumando di meno. Conosciamoli più da vicino

l'estrattore

30 consumare informati piccoli elettrodomestici

Lavorare con lentezza dà migliori risultati. Su questo principio si fonda il successo dell'estratto-re di succo ("slow juicer"), tra gli elettrodomestici più venduti nel 2014: un "prodotto novità" che ha avuto un boom inaspettato in un mercato tendenzialmente stabile come quello del piccolo elettrodomestico.A differenza di centrifughe, spremiagrumi e frullato-ri, queste particolari "kitchen machines" (macchine da cucina) non sminuzzano velocemente frutta e ver-dure generando calore dalla frizione delle lame, ma le riducono con lentezza, spremendole delicatamente a freddo (come fossero olive...) attraverso l'utilizzo di una vite senza fine. La vite, chiamata coclea, fa uscire da una bocchetta il succo, dall'altra la polpa.

di "succo lento"

Il succo in questo modo risulta più omogeneo e so-prattutto preserva le preziose proprietà nutrienti, vi-tamine, enzimi e sali minerali, in percentuali netta-mente superiori a confronto di tutti gli altri sistemi di spremitura, favorendone un rapido e quantitati-vamente maggiore assorbimento da parte del corpo.Queste caratteristiche – unite all'avanzamento tec-nologico che ha ridotto l'ingombro e migliorato la qualità di questi elettrodomestici piccoli sì, ma non proprio comodi da piazzare in casa – ne hanno de-cretato una scalata continua nelle classifiche di ven-dita: negli ultimi 7 mesi gli "slow juicer" sono saliti a 3/4 del totale dei sistemi di spremitura nel mondo (dati gfk) trainando con sé il resto del comparto. E all'Ifa di Berlino si sono viste le proposte di quasi tut-te le principali marche oltre ad un commercio online già molto vivace che vede siti specializzati sul tema.

il "succo vivo"Il "succo lento", o "succo vivo", piace a chi, non neces-sariamente vegano o vegetariano, ama il cibo fatto in casa e i sapori naturali intensi, e sceglie una vita sana a base di frutta e verdura. Alcuni dei cosiddetti "crudi-sti" vi ricorrono anche sulla spinta di motivazioni di carattere terapeutico.

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vitamina C

vitamina K

potassio

antiossidanti

magnesio

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macinazione: la coclea può essere, infatti, orizzonta-le o verticale, quest'ultima in commercio da un paio di anni e "sposata" a un design più elegante. I macchinari migliori hanno un doppio albero oriz-zontale, ma il prezzo qui sale di un bel po'. Impor-tante è in particolare la tenuta del motore che può essere a spazzole o a induzione e deve garantire una buona durata nel tempo. Tra i principali accessori va segnalato il filtro, che se è a maglia sottile rilascia un succo più liquido e velluta-to, se è a maglia larga un succo più denso e corposo. Gli estrattori sono facili da assemblare e da pulire in lavastoviglie, e poco rumorosi.

estrattori di succo da una parte e centrifughe dall'altra. un confronto inevitabile e a volte "spinoso", con alcuni pro e contro. e sullo sfondo, da non dimenticare, gli interessi dei produttori che spingono a favore di uno e dell'altro. va detto, anzitutto, che gli estrattori lavorano a basso regime (dai 40 ai 110 giri circa al minuto) e consumano tra i 150 e i 400 watt; le centrifughe hanno regimi molto più alti (dai 600 ai 1.800 watt) e con consumi oscillanti tra i 900 e i 1.000 watt. È questa la prima grande linea di demarcazione da un punto di vista tecnico. va chiarito a questo punto, a scanso di malintesi, che le centrifughe non vanno a loro volta confuse con gli spremiagrumi che vediamo nei bar e nei quali la frutta viene messa per intero per un prodotto finale che è ricco di fibre. sia gli estrattori che le centrifughe, invece, eliminano le fibre (che sono però utili nella funzione intestinale e hanno la proprietà di abbassare i livelli di colesterolo) a beneficio di un assorbimento dei nutrienti molto più rapido e di circa quattro volte maggiore per quantità. estrattori e centrifughe sono a loro volta oggetti molto differenti tra loro e non vanno confusi.se guardiamo al risultato di processo, infatti, gli estrattori producono circa il 20-30% in più di succo che può essere conservato fresco per un paio di giorni in frigorifero, mentre quello centrifugato contenendo più aria si ossida prima e va bevuto molto più in fretta per non disperderne le proprietà. diversi anche i tempi di estrazione, più lunghi per gli "slow juicer" (che impiegano da 15 minuti a mezz'ora contro i 5-8 minuti di una centrifuga) prima che il motore rischi di bruciarsi in assenza di ventilazione.un punto dirimente ma tra i più controversi – riportato sul sito www.slowjuiceritalia.it – è che "con la centrifuga si genera molto calore, e ciò causa la distruzione di tutte le macromolecole e l'ossidazione delle vitamine, rendendo il succo privo dei nutrienti che dovrebbe avere". in particolare gli enzimi si salverebbero solo negli estrattori, ma sulla questione non vi è un'unanimità scientifica e il dibattito è aperto. su una cosa, però, non si discute: sulla bontà dell'ortofrutta il cui consumo, negli italiani, è fortunatamente salito a 800 grammi a testa al giorno con il benestare di tutti i nutrizionisti.

la diffeRenza Con la CentRifugalAVorA A bAssi reGimi e A freddo, eliminAndo le fibre

Nell'estrattore possono entrare praticamente tutti i ti-pi di frutta (senza il nòcciolo) e di verdura e le erbe aromatiche, il che consente mix molto creativi. Ac-canto all'Ace o al latte di mandorla, troviamo ricette inconsuete che associano zucca e carote, mele carote zenzero e finocchio; o ancora mele, pere e cannella e così via. Inclusi quei semi di grano (o frumento) dai quali si ricava un concentrato verde molto amato dai salutisti per le sue virtù tratte dai germogli.E che utilizzo viene fatto dei residui asciutti della spremitura? Niente si butta via con questo elettro-domestico "slow", ecologico, che consuma tra l'altro meno degli altri (vedi box a lato): con i residui si pos-sono fare sorbetti, torte e biscotti alla frutta.

Come sceglierloA fare una certa differenza in fase di acquisto non è tanto il numero dei giri al minuto che può variare (di poco) da estrattore a estrattore, ma deve essere poi sempre rapportato alla resistenza alla macinazione opposta dai singoli prodotti. Contano di più la robu-stezza e il tipo di materiale (Ultem e Tritan in gene-re caratterizzano gli estrattori di fascia alta, il poli-carbonato la fascia più economica) e passando agli ingranaggi, quale sistema di vite è utilizzato per la

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cucina

Alla scoperta dei sapori dell'Adriatico

Da Pesaro ecco il menu dello chef Stefano Ciotti. Si parte con due antipasti a base di pesce, uno con la ricciola e l'altro con i sardoncini. Poi si passa a dei tortelli di patate alla pizzaiola

di Helmut Failoniun menu contro la crisi

frutta e verduraNOVEMBRELA STAGIONE DI..È ancora tempo di uva, castagne e cachi. Sono in arrivo le arance. Per quanto riguarda la verdura invece il periodo può essere buono per gli spinaci e per i porri. Il mese di novembre è anche il mese delle canocchie di mare, che si presentano belle piene di polpa e si possono acquistare a prezzi decisamente bassi.

100 di robiola di pecora, sale e pepeProcedimentoMescolare la ricciola con il pomodoro tagliato a cubetti, condire il tutto con sale, pepe, basilico a julienne, verde di cipollotto fresco e olio di oliva evo. A parte avvolgere 2 melanzane con la carta alluminio e cuocerle in forno a 230 °C. Privarle della pelle e strizzare la polpa in un canovaccio, frullarla e condirla con sale, pepe e metà della robiola, mettere il composto in un sac à poche. Cuocere la terza melanzana direttamente sul fuoco bruciando la pelle su tutta la sua superficie, cuocendola fino al cuore. Frullarla con la buccia e aggiungere il mascarpone restante, aggiustare di sale. La purea deve risultare omogenea e dal sapore affumicato. Finitura del piatto: con l’aiuto di un coppapasta gettare la purea di melanzane nel sac à poche creando un cerchio, al centro metterci la tartare. Sul lato del piatto mettere una cucchiaiata di purea di melanzana. Finire con l’olio e le cime di basilico.

Antipasto/2Sardoncini in crosta di pecorino del Montefeltro e origano, cipolle al miele,

tartufo nero, e Balsamico tradizionaleIngredienti per 4 persone:40 sardoncini freschi, 2 uova, 200 gr di farina, 200 gr di pane bianco in cassetta grattato, 50 gr di pecorino grattato, 1 pizzico di origano di Pantelleria, 1 mazzo di rucola, 1 cipolla, 2 cucchiai di miele Millefiori, 2 cucchiai di aceto di vino bianco, 1 rametto di rosmarino, 1 peperoncino, olio extra vergine di oliva per friggere e per condire, aceto balsamico tradizionale, 5 gr di zenzero fresco, sale, pepe qbProcedimentoPulire e deliscare i sardoncini, passarli nella farina, poi nelle uova sbattute e successivamente nel pane grattato precedentemente mescolato al pecorino, tartufo tritato e l’origano, quindi congelarli. Lavare la rucola e tenerla da parte. Preparare le cipolle al miele: in una casseruola mettere a freddo la cipolla tagliata a julienne e il miele, coprire e cuocere per circa 10 minuti a fuoco dolcissimo, quindi aggiungere il rosmarino, il peperoncino e l’aceto di vino bianco. Portare il tutto a cottura senza coperchio per altri 5/7 minuti. Finitura del piatto: friggere i sardoncini in olio extra vergine a 175 gradi. Scolarli e

Stefano Ciotti è uno chef che apprezziamo da anni e che ora finalmente ha aperto un ristorante tutto suo. Ecco le creazioni che arrivano da Pesaro sulla costa adriatica.

Antipasto/1Tartare di ricciola, melanzane, pomodoro e basilicoIngredienti per 4 persone:gr 320 di ricciola pulita e tagliata a cubetti, 1 pomodoro, 3 foglie di basilico, il succo di 1/2 limone, 3 melanzane tonde, olio extravergine, gr

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Farina, zucchero e uova. Non serve altro per fare i giglietti, biscotti dagli ingredienti semplici che affondano le loro origini nella storia. I giglietti sono infatti legati alle sorti della nobilità romana, in particolare a quelle della famiglia Barberini, signori di Palestrina (Lazio). Casata influente, i Barberini vantano tra i discenden-ti un Papa, Urbano VIII che, durante il suo pontifi-cato, decide di acquistare la cittadina di Palestrina dai principi Colonna e trasformarla in sede nobiliare della famiglia. Esiliati a Parigi alla corte di Luigi XIV (perché accusati di malgoverno), i Barberini cono-scono qui i giglietti, biscotti a forma di giglio, sim-bolo della dinastia francese dei Borbone. Una volta tornati a Palestrina, i pasticceri di corte iniziano a re-plicarli, sostituendo però il giglio con le api, simbo-lo sullo stemma di famiglia. Le api però non hanno successo e, così, i biscotti tornano alla loro originaria forma di giglio, tramandata fino ai giorni nostri. Nonostante la semplicità degli ingredienti e la bre-ve cottura, la lavorazione del giglietto richiede una manualità particolare, tramandata da poche fami-glie. Un prodotto ricco di storia e poco conosciuto al di fuori del contesto locale, che rischia di scomparire per la difficoltà della tecnica.Ancora oggi alcuni forni di Palestrina e Castel San Pietro (siamo in provincia di Roma) portano avan-ti questa tradizione amalgamando sapientemente i tre ingredienti e intrecciando pazientemente l'impa-sto per dare al biscotto la forma di giglio, un'arte che mantiene la forma perfetta durante la lieve cottura. Leggermente dorati, secchi e fragranti, si conservano per un paio di settimane. Il disciplinare del Presidio Slow Food prevede l'impiego di materie prime locali e di qualità, per promuovere al meglio il lavoro degli ultimi artigiani rimasti.I responsabili del Presidio sono: Diana Cortese tel. 349 4444370, [email protected] e Michele Ferracci tel. 339 8784051.

Gigliettidi Palestrina

asciugarli su carta assorbente. Impiattare i sardoncini, le gocce di aceto balsamico, la cipolla al miele e finire con rucola e la julienne di zenzero fresco.

Il primoTortelli di patate alla pizzaiolaIngredienti per 4 persone:300 gr patate, 80 gr di burro +50, 80 gr di mascarpone, sale, pepe, salvia, rosmarino, aglio, 400 gr farina tipo 1, 50 gr di semola di grano duro, 6 uova, sale q.b., 15 gr olio di semi di vinacciolo, gr 300 di reale di vitellone (150 gr tagliati a fettine sottili, 150 gr a cubetti di 5mm), gr 250 di pomodori pelati bio, 1 spicchio d’aglio, gr 25 di prezzemolo fresco, origano, mezzo scalogno tritato, 200 gr di brodo di gallinaProcedimentoPreparare la pasta all’uovo in maniera tradizionale impastando la farina, la semola, le uova, il sale e l’olio. Far riposare l’impasto per due ore. Per il ripieno far bollire le patate già pelate, in acqua con poco sale. Scolarle e mescolarle con il burro sciolto e insaporito con salvia, rosmarino e aglio. Aggiungere il mascarpone e il sale. Mescolare bene il tutto energicamente. Per la salsa pizzaiola: in una casseruola bassa e larga posizionare a freddo le fettine di carne e condirle con sale, pepe, origano, poco vino bianco e scalogno tritato, uno spicchio d’aglio ed i pelati. Cuocere per circa 20 min a fuoco dolcissimo. Togliere la carne dal sugo e passare la salsa al passatutto. Finitura: preparare i tortelli con l’aiuto di un sac à poche, cuocerli in acqua salata. Scolarli in un “saltiere” con un mestolo di brodo di gallina e una noce di burro. Amalgamare il tutto sul fuoco e impiattare. Salsare i ravioli con la pizzaiola, i cubetti di carne rosolata a parte e tenuta al sangue.

Ristorante Nostrano di Pesaro (PU), Piazzale della Libertà 7, tel. 0721/639813Chef: Stefano Ciotti

Antipasto/1Tartare di ricciola, melanzane, pomodoro e basilico (costo materie prime per 4 persone: 9 euro)

Antipasto/2Sardoncini in crosta di pecorino del Montefeltro (costo materie prime per 4 persone: 6,5 euro)

PrimoTortelli di patate alla pizzaiola (costo materie prime per 4 persone: 5 euro) N. B. I prezzi sono riferiti al costo della materia prima acquistata non al prezzo del piatto nei ristoranti di cui parliamo

Un menu contro la crisi

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34 vivere bene viaggi

Atene, la storia e l'arteTra la bellezza del Partenone e...

Il clima è ancora piacevole, le temperature quasi primaverili e la pioggia è rara. Fino a dicembre è gradevole visitare Atene, lontano dalle grandi folle e dal solleone estivo. La capitale greca, nonostante le difficoltà economiche che vive il paese, affascina il visitatore con i suoi celebri monumenti, ma anche con i quartieri caratteristici, pieni di taverne e locali dove rilassarsi. Il primo sguardo e la prima visita non possono che essere per l'Acropoli, la città sacra simbolo della magnificenza della cultura greca. Voluta nel V secolo a.C. da Pericle, domina dai suoi 156 metri d'altezza tutta la città ed è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità

dall'Unesco. Gli edifici più importanti che si possono ammirare sono il Partenone, situato nel punto più alto dell'Acropoli a partire dal 447 a.C.; i Propilei, gli imponenti ingressi porticati della zona sacra; il piccolo tempio di Atena Nike e l’Eretteo, il santuario dove Poseidone avrebbe conficcato il suo tridente ed Atena diede nuova vita all'albero di ulivo. Più volte danneggiata e depredata l'Acropoli rimane uno dei luoghi più affascinanti d'Europa ed è facilmente raggiungibile percorrendo i grandi viali pedonali che salgono dai quartieri di Plaka, Monastir, Thisio e Makrianni. Il momento migliore per visitare l’Acropoli è al tramonto, quando i

templi e le case dei quartieri di Atene si illuminano del rosso del sole che cala. La seconda tappa ateniese non può che essere il Museo Archeologico Nazionale, uno dei più grandi al mondo. Nelle sale si ammirano moltissimi tesori dell’archeologia greca, tra i quali la maschera d’oro di Agamennone, scoperta a Micene da Schliemann; le figurine della collezione cicladica; il gigantesco Kouros scoperto a Sounion; le sculture del tempio di Afea e Egina e la Testa di Zeus, appartenente a una statua che era alta almeno 7 metri. Il tour nell'Atene antica può concludersi quindi con una rilassante

La capitale greca offre ai turisti straordinari e bellissimi simboli di storia e cultura. Ma oltre all'Acropoli e al Museo archeologico sono da scoprire anche i colori e le taverne di quartieri come Plaka ed i mercatini di Monastiraki

13cdi Giuseppe Ortolano

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I fregi del PartenoneSe siete appassionati di archeologia e volete ammirare gran parte dei fregi originali che adornavano il Partenone, Atene è la meta sbagliata. Dal 1803 questi importantissimi e affascinanti reperti si trovano a migliaia di chilometri di distanza e in particolare al British Museum a Londra. Quelli che si possono vedere nel recente Museo dell'Acropoli sono infatti solo copie degli originali, portati a Londra da Lord Thomas Bruce Elgin, ai tempi ambasciatore britannico presso il Sultano di Costantinopoli. I fregi, che raffigurano la dea Atena, scene della presa di Troia, una Gigantomachia, un'Amazzonomachia e una Centauromachia, sono da tempo al centro di una disputa con il Regno Unito dato che il governo greco ne chiede la restituzione.

In gita a Capo SoùnioAvendo una mezza giornata a disposizione vale la pena lasciare per qualche ora Atene per raggiungere con gli autobus di linea Capo Soùnio, a circa 70 chilometri dalla capitale greca. L'ora migliore è al calar del sole, quando i colori del tramonto regalano un particolare fascino al Tempio di Poseidone edificato dagli antichi greci su di uno sperone di roccia a picco sul mare. Nelle belle giornate dal capo si gode un notevole panorama che spazia dall'isola di Kea al Peloponneso. Su una colonna del tempio il poeta inglese Byron incise il suo nome, purtroppo imitato da molti altri visitatori molto meno illustri.

passeggiata lungo il viale pedonale di tre chilometri che collega i siti greci e romani più interessanti della città, dal Tempio di Zeus Olimpio all'Agorà romana. E dopo l'archeologia il piacere di visitare i tradizionali quartieri popolari – oggi in parte turistici – ai piedi dell'Acropoli, che nelle ore serali viene suggestivamente illuminata. Il più antico, ma anche il più frequentato dai turisti, è il colorato e vivace Plaka, l'antico quartiere turco sulle cui piccole

strade tortuose si affacciano palazzi neoclassici e casette bianche, costruite nello stile delle isole da muratori provenienti da Anafi, qui arrivati per edificare il palazzo reale. Oggi Plaka ospita negozi di souvenir (dove è d'obbligo contrattare i prezzi), taverne, caffè, piccoli alberghi e alcuni centri culturali come il Museo degli Strumenti Popolari greci e il Museo Ebraico, oltre a vari monumenti come quello di Lisicrate, un piccolo ma elegante tempio

rotondo con sei colonne. A Monastiraki si trovano alcuni dei più interessanti mercati della città, tra i quali il famoso Mercato delle Pulci della domenica. Thisio è un quartiere particolarmente amato dai greci, si trova sul pendio occidentale e sulla via principale, da alcuni anni pedonalizzata, e vi si incontrano artisti di strada e venditori ambulanti. Le taverne del quartiere sono particolarmente rinomate e meno turistiche di quelle di Plaka.

I soci Coop possono rivolgersi alle agenzie Robintur (www.robintur.it), Planetario Viaggi (www.planetarioviaggi.it) e Viaggia con Noi (www.viaggiaconnoi.it) per organizzare una breve vacanza ad Atene, scegliendo i mezzi di trasporto e le sistemazioni più adatte alle proprie esigenze.

Nelle agenzie è anche possibile prenotare il tour di 5 o 6 notti in Grecia organizzato per Capodanno, che prevede anche una sosta di più giorni ad Atene. Partenza in nave dal porto di Ancona, prezzi per i soci a partire da 354 euro a persona. L'Ente Nazionale Ellenico per il Turismo si trova a Milano in via Santa

Sofia 12, tel. 02-860470, www.visitgreece.gr. Atene è facilmente raggiungibile in aereo con i voli di linea e low cost in partenza dalle principali città italiane. La casa editrice EDT ha curato l'edizione italiana della guida Atene Poket Lonely Planet (12,90 euro), con molte informazioni utili al turista fai da te.

13cdi Giuseppe Ortolano

INFORMAzIONI UTILI

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mostreVisioni del Mediterraneo

È una mostra che parla all’attualità del Mediterraneo, attraverso la voce e i lavori di artisti del sud e del nord, dell’est e dell’ovest del Mare Nostrum. A proporla è il Museo Riso

di Palermo e si articola poi in altre sedi della città siciliana. In tempi di migrazioni bibliche e di paure, di stragi, di solidarietà e di divisioni religiose e culturali, questa mostra cerca di mettere in rilievo le influenze reciproche di chi ha vissuto e vive sulle diverse sponde del Mediterraneo, tra incontri e scontri. Sono 72 gli artisti che espongono al Museo Riso, all’Albergo delle Povere, alla Cappella dell’Incoronazione e al Palazzo Sant’Elia, tutti in centro a Palermo. Nella sede centrale ecco a confronto gli artisti siciliani di Forma e l’astrazione dei libanesi Choucair, Adnan, Caland. Il Grande Cretto di Burri si collega con le opere di Zarka e di Marzia Migliora. Il tema delle migrazioni mette a confronto lo spagnolo Carlos Aires con l’italiana Marcella Vanzo. È insomma il tentativo di dimostrare che la Sicilia, come in passato, può essere il luogo dell’incontro tra chi vive su questo mare comune.

Nel mezzo del mezzo, arte contemporanea nel MediterraneoMuseo Riso, PalermoDal 10 ottobre al 20 novembre Ingresso: 6 euro Info: Tel. [email protected]

Il genio di RaffaelloLa splendida Venaria Reale di Torino, che merita di per sé una visita approfondita, ospita una delle mostre più importanti mai realizzate su Raffaello, grazie

ad opere e dipinti che sono stati concessi dai più importanti musei italiani e stranieri, a cominciare dai Musei Vaticani. Uno dei motivi di grande interesse della esposizione è la possibilità di ammirare le opere di uso più o meno comune che nel corso del Cinquecento e del Seicento vennero realizzate utilizzando i lavori di Raffaello. Maioliche, arazzi, monete, smalti, persino armature che oltre a costituire in sé opere d’arte, sono stati la via per la diffusione e dunque per la conoscenza popolare dei lavori straordinari dell’urbinate. Inoltre, a confronto con i quadri di Raffaello si possono in questa mostra ammirare, e coglierne dunque le influenze, le opere dei suoi maestri, a partire dal padre Giovanni de’ Santi, passando per il Perugino, il Pinturicchio, Luca Signorelli.

Raffaello, Il Sole delle ArtiVenaria Reale, Sala delle ArtiFino al 24 gennaio 2016Ingresso: 12 euro Info: Tel. 011-4992333www.lavenaria.it

Negli ultimi secoli noi umani ci siamo sempre più allontanati dagli ambienti naturali. Una migra-zione dalle campagne alle città che in Italia è diventata travolgente dopo la seconda guerra mon-diale e che è adesso uno dei grandi mutamenti nei paesi del sud del mondo. Un cambiamento epocale: centinaia di milioni di persone che si allontanano dalla terra per cercare nelle città, o nelle sconfinate periferie che le circondano, migliori condizioni di vita e lavoro.

Antropologicamente è il racconto di un'umanità impaurita fin dalla notte dei tempi dalle manifestazio-ni più estreme di aria, acqua, terra e fuoco che si allon-tana dalla natura e costruisce città sempre più artifi-ciali, asettiche, un po' grige e tristi. Che il legame di tutti noi con gli elementi della natura vada ricostruito è convinzione di tutti: serve per la salute, fisica e mentale, serve per costruire un diverso modello di sviluppo. Come farlo un po' più

Impariamo dai licheniA cosa serve riportare la natura in casa

di Massimo Cirri e Filippo Solibelloconduttori radiofonici

Italiani brava gente

36consumatorinovembre 2015 vivere bene cultura e oltre

a cura di Giorgio Oldrini

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Un romanzo femministanell'Atene di Aristofane

È un libro profondamente femminista quello che ha scritto lo storico Alessandro Barbero, raccontando due storie parallele che si svolgono nella Atene del 411 avanti Cristo. Una riguarda l’opera di Aristofane “Lisistrata” che viene rappresentata durante le feste dedicate al dio Dioniso, nel bel mezzo

della lunghissima guerra contro Sparta. Lì sono le donne le protagoniste, che impongono ai loro uomini finalmente la pace ricorrendo ad uno sciopero del sesso. Tra battute pesanti e attacchi feroci ai governanti, tra lo scandalo degli spettatori e i dubbi dei complottatori di Crizia contro la democrazia, Aristofane nella sua commedia fa trionfare la saggezza e il coraggio di Lisistrata e delle donne ateniesi e spartane che si alleano tra di loro per mettere fine allo strazio di una guerra senza fine. Ma mentre ad Atene va in scena la commedia, due ragazze contadine, Glicera e Charis, vengono attratte nella casa del ricco, violento e viziato ragazzo Cimone e sottoposte ad ogni sorta di sevizie. Sarà anche qui una donna, addirittura una schiava, a risolvere la drammatica situazione. Liberando alla fine anche se stessa.

Alessandro Barbero Le AteniesiMondadori Editore - 212 pagine, 19 euro

Dall'Iran agli Stati Uniti mescolando vita e romanzi

È lo stesso schema che Azar Nafisi ha usato anni fa per il suo “Leggere Lolita a Teheran”: prendere un capolavoro della letteratura, spiegarlo, esaminarlo, dissezionarlo inserendoci frammenti della propria vita e di quella del luogo dove vive. Ma questa volta sono cambiati i libri che la Nafisi commenta e

fa rivivere, “Huck Finn”, “Babbit” e “Il cuore è un cacciatore solitario”. Ma soprattutto è profondamente diverso il contesto in cui la lezione adesso si svolge. Non più un luogo semiclandestino nella Teheran degli ayatollah dove parlare di Lolita e di libertà a ragazze iraniane costrette dall’oscurantismo al velo fisico e intellettuale. Ma gli Stati Uniti liberi, in cui ora Nafisi vive e insegna. Tuttavia la letteratura, la sua lettura e il mescolarla alla propria vita sono anche qui, secondo l’autrice, linfa vitale per ognuno di noi e in qualsiasi luogo della Terra. Tra l’altro, con una scrittura molto gradevole, Nafisi ci fa capire che molti autori statunitensi, a cominciare da Hemingway, debbono molto a Mark Twain, al punto che i suoi personaggi si riconoscono in tanti romanzi successivi.

Azar NafisiLa Repubblica dell’immaginazioneAdelphi Editore - 290 pagine, 19 euro

libri

complicato: ha a che fare con il legame tra città e cam-pagna, con il disegno delle metropoli, con i parchi ed il verde nelle città, con l'agricoltura urbana e tante altre cose. A livello simbolico, ma anche molto concreto, ci è sem-brata una bellissima idea quella di cominciare dai licheni vivi, mettendosene un po' in casa. A Rispe-scia, comune di Grosseto, dove Legambiente fa tutti gli anni la sua festa nazionale, c'è una ex chiesa, adesso luogo di dibattiti, dove fino a poco tempo fa era molto faticoso dibattere. Colpa di un effetto-rimbombo e di un eco degni di un canyon americano che rendeva dif-ficile parlare ed ascoltare. Adesso è cambiato tutto e si può discutere, anche litigare, sussurrando. Merito di un buon lavoro di insonorizzazione con anche due belle pareti ricoperte da verdissimi, innocui e utilissimi licheni vivi. Che assorbono i rumori e non hanno bisogno di nulla, nemmeno di essere innaffiati, perché prendono quello che gli serve per tirare avanti dall’aria. Diverse aziende italiane si stanno specializ-zando in questo settore della riqualificazione acustica degli ambienti e di arredo-green a base di licheni vivi.

C’è chi si è inventato dei quadri veri e propri, sempre a base di licheni spalmati, che si possono appendere dove serve e spostare con facilità; c’è chi ha ricoperto un’intera parete del salotto o la sala ristorante dell’al-bergo. Si parla di camere da letto con i licheni sul sof-fitto, per permettere una sessualità sfrenata senza disturbare l'inquilino del piano di sopra. Insomma: gli utilizzi sono infiniti e per gli architetti c’è solo l’im-barazzo della scelta. Per la green economy è un nuovo settore in cui espandersi. Per le orecchie di tut-ti noi la possibilità di stare in ristoranti, pub, aule dell'università e sale da dibattiti senza stress da rimbombo.E poi pensateci: i licheni sono la simbiosi di un’alga e un fungo. Due specie diverse che si mettono insieme per stare meglio: il fungo mangia con i pro-dotti della fotosintesi dell'alga; lei riceve in cambio protezione, acqua, sali minerali e tanto tanto affetto.Quindi, morale della favola: se vivono insieme un’al-ga e un fungo, com’è che noi umani spesso non riu-sciamo a stare con altri umani solo perché vengono da un altro paese?Misteri dei licheni o miserie degli umani? ●

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C’è una definizione, sempre più utilizzata nella musica contemporanea, "New Classic", che descrive una scena di giovani compositori che uniscono il rigore dell’esecuzione a una capacità di sintesi di universi sonori che attraversano le epoche. Dal minimalismo di Raley all’ambient di Brian Eno. Il risultato, come in "Collaborative Works", è di una bellezza romantica senza tempo. Olafur Arnalds e Nils Frahm hanno realizzato una partitura di grande eleganza formale, ma capace di esplorare, anche in maniera selvaggia, il nostro rapporto con la terra, la natura, la bellezza che ci circonda. Questo disco è l’occasione per conoscere il loro lavoro.

OLAFUR ARNALDS E NILS FRAhMCollaborative Works - Erased TapesIl nostro giudizio: R R R RSe ti piace ascolta: Ludovico Einaudi, Penguin Cafe Orchestra

La bellezza romantica del suono

Il ritorno dei New OrderTornano i New Order con il loro suono cupo, così legato al post industrialismo di Manchester, eppure così

importante per aver portato gli esperimenti elettronici della new wave e il suo furore introspettivo (non dimentichiamo che vengono dai Joy Division) sulla pista da ballo. Tra gli ospiti, un grande Iggy Pop che ci riporta ai giorni del garage rock che sconvolse Detroit negli anni 60.

NEw ORDERMusic Complete - MuteIl nostro giudizio: R R R Se ti piace ascolta: Joy Division,A Certain Ratio

I suoni urbani di PrinceOgni disco di Prince è una sorpresa. Un concentrato del funk più sensuale, in continua rotta tra l’Africa e l’America,

tra il soul e l’elettronica. L’album è stato registrato con le "3erdeyedgirl", la band tutta al femminile con la quale suona da qualche anno. Pop, dance, blues, un viaggio nel suono urbano dalla esplicita fisicità.

PRINCEHitnRun - UniversalIl nostro giudizio: R R R Se ti piace ascolta: Parliament, James Brown

Iacampo, tra jazz e rockUrtovox è una piccola etichetta che pubblica album di sofisticata bellezza, spaziando attraverso visioni molto

differenti del pop. Adesso ha realizzato il nuovo lavoro di Iacampo. Anche in questo caso c’è grande attenzione alla melodia, come luogo nel quale entrano in relazione il rock, il jazz e anche frammenti world.

IACAMPOFlores - UrtovoxIl nostro giudizio: R R RSe ti piace ascolta: A Toys Orchestra, Melampus

musica da sentire...

... da leggereR da dimenticare - RR sufficiente - RRR buono - RRRR ottimo - RRRRR capolavoro

L'epopea di woody GuthrieUna biografia consigliata per approfondire la vita e l’esperienza artistica di Woody Guthrie, il "padre" della canzone folk sociale americana. Un cantautore alla cui opera si sono ispirati i protagonisti della ribellione country americana, da Bob Dylan ai moderni cantastorie. Un libro che ripercorre una epopea che ha molto a che fare con la

poetica della "strada", quel misto di romanticismo e impegno, di visioni della bellezza di una natura selvaggia e panorami delle metropoli. Una storia dalla forte connotazione politica, con il suo impegno con i movimenti radicali americani. Musica e vita che si mescolano, come nel suo capolavoro "This Land is Your Land".

Phil Kaufman Woody Guthrie - arcana editore

Le auto di Neil YoungNon è una biografia musicale, "Special deluxe" e non è un romanzo. Ma l’autore, Neil Young, è uno di quelli artisti che, dai suoi esordi sulla scena folk americana ha sempre vissuto come se la controcultura fosse una componente importante della sua esistenza. E se, nel suo libro precedente, "Il sogno di un hippie", mischiava vicende

personali e arte, qui racconta della sua passione più grande, insieme alla musica. Le macchine, che Neil Young colleziona e attraverso le quali costruisce un racconto affascinante, sono qui rappresentate senza ostentazione, ma come compagne di una storia nella quale il "viaggio", ancora adesso, è forse la sua vera ragione di vita.

Neil Young Special deluxe - feltrinelli editore

a cura di Pierfrancesco Pacoda

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39 vivere bene cultura e oltre

Calibro 35l’intervista

il tourR da dimenticare - RR sufficiente - RRR buono - RRRR ottimo - RRRRR capolavoro

Il loro suono sembra creato per un film italiano di genere degli anni 70. Melodie, funk, jazz, orchestrazioni ed elettronica che evocano visioni di metropoli dominate da macchine veloci e night club. Per questo i Calibro 35, che hanno appena pubblicato il nuovo album S.P.A.C.E. ,oltre a essere uno dei gruppi italiani più amati all’estero, hanno catturato l’attenzione di Dr. Dre, la superstar del rap americano, che ha usato parte di una loro canzone per il suo brano "Compton". Tommaso Colliva e Massimo Martellotta, musicisti dei Calibro 35 ci hanno raccontato i loro consumi culturali.Quali i vostri ascolti più recenti?Ode to Duke Ellington di Piero Umiliani. Perché è difficilissimo trovare nella produzione di Umiliani qualcosa che non sia eccezionale sia dal punto di vista compositivo che da quello musicale in senso lato. Questo disco unisce il periodo “elettrico” alle sonorità “classiche” di un compositore insuperato come Duke Ellington. Il meglio dei due mondi insieme. (Martellotta)Earthology dei The Whitefield Brothers. Sono tedeschi che suonano funk originale “nero" come pochi. Questo è il disco più “world” che hanno fatto. Molto groove, molta reiterazione ipnotica e uno strumento “esotico” a farla da padrone in ogni brano. Un viaggio al centro della terra a portata di cuffie. (Martellotta)In The Moment di Makaya McCraven. Tra l’uscita di D’Angelo ("Black Messiah”) e quella di Kendrik Lamar (“How to Pimp a Butterfly”) c’e’ stato un

gran parlare di come l’hip hop si sia appropriato del linguaggio jazz. Con McCraven è il contrario. E il risultato è davvero pazzesco. Un disco in gran parte improvvisato e molto molto ipnotico. (Colliva)E i libri? Quali le letture recenti?Le confessioni di Max Tivoli di Andrew Sean Greer.Finita la lettura di questo libro ho pianto come un bimbo. Tempo fa ne trassero un film di successo, “Il curioso caso di Benjamin Button". Una storia d’amore molto poco convenzionale, che tratta d’Amore con la A maiuscola senza mai essere mieloso. (Martellotta)Estasi Culinarie di Muriel Barbery. Regalo di una nonna appassionata di cucina, che mi ha passato l’interesse per il cibo. Uno chef in punto di morte si domanda quale sia stato il suo cibo preferito. Libro assurdo per chi non apprezza la cucina, ma un bel viaggio per i golosi. (Martellotta)Come Funziona La Musica di David Byrne. La visione molto interessante da parte di un musicista/artista molto poco incasellabile e molto lucido. Della serie “come ti smonto la visione romantica del fare musica". Da inserire nei libri di testo scolastici. (Martellotta)

Ludovico EinaudiNuovo tour italiano per Ludovico Einaudi per la presentazione del suo album, appena uscito, Elements. Si tratta di un disco che segue di pochi mesi Tarantaprojects, dedicato alla musica tradizionale salentina. Una esperienza che si riflette anche nel live di Elements. E non solo perché nel suo ensemble il compositore ha portato molti musicisti che da quella esperienza provengono, ma soprattutto perché le partiture di Einaudi raccolgono suggestioni etniche che lui trasforma in elementi di ritmo diluiti in un suono orchestrale al tempo stesso avvolgente ed essenziale. Einaudi scrive musica che affascina l’ascoltatore per la sua capacità di portarlo in un luogo dove il tempo non esiste. Un’area immaginifica i cui labili confini sono segnati dall’incedere di arie costruite con rigore ma ricchissime di sentimento. Le date: 21 novembre Parma, 22 Torino, 23 Verona, 25 Brescia, 26 e 27 Firenze, 29 Lecce, 30 Napoli Info: tel. 02 48194128

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Dai piccoli spacci alla più grande coo-perativa italiana ed europea. Mantenendo sem-pre lo stesso obiett ivo: off rire prodott i e servizi di qualità al miglior prezzo possibile. E restando vicini ai territori e ai bisogni delle famiglie.È uffi ciale: dal 1° gennaio 2016 Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense sa-ranno un’unica cooperativa di consumatori, che riunirà 2,7 milioni di soci: Coop Alleanza 3.0. Con 419 punti vendita, coprirà 12 regioni (tutt a la dorsale adriatica, con negozi anche in Lazio, Campania e Sicilia), dando occupazione a 22 mila lavoratori, con un patrimonio di 2,2 miliar-di di euro e quasi 5 di fatt urato (considerando le sole società che operano nell’ambito del core business).Coop Alleanza 3.0 nasce con il voto dei soci: dal 1° al 24 sett embre, in 77 assemblee territoriali, in quasi 15 mila hanno approvato a larghissima maggioranza (il 99%) il progett o di fusione con incluso lo Statuto della nuova cooperativa.Si è tratt ato di un importante momento di de-mocrazia cooperativa, nell’ambito di un artico-lato percorso di condivisione, realizzato tutt avia

in tempi molto brevi. Il progett o, partito a mar-zo, è stato fortemente voluto dai tre presiden-ti – Adriano Turrini di Coop Adriatica, Pao-lo Catt abiani di Coop Consumatori Nordest e Mario Zucchelli di Coop Estense – e sostenuto dai Consigli di Amministrazione delle tre coo-perative; la prima presentazione ai soci è stata a maggio nelle assemblee di Bilancio delle tre coo-perative. E le occasioni di confronto e approfon-dimento proseguiranno anche nei prossimi me-si. La ratifi ca formale della fusione porta invece la data di sabato 3 ott obre, quando si sono svol-te in contemporanea – a Bologna, a Modena e a Reggio Emilia – le tre assemblee generali dei so-ci delegati dalle separate.Ma vediamo insieme come sarà la strutt ura di governo della nuova cooperativa. Avrà tre am-ministratori delegati, ognuno con una delega specifi ca, che opereranno in sinergia: Adria-no Turrini, che sarà anche presidente, ai Servizi centrali e alle Politiche sociali; Massimo Ferra-ri (att uale amministratore delegato alla Gestio-ne di Coop Estense) alla Gestione caratt eristica; Paolo Cattabiani a Finanza e Sviluppo.

Dal 1° gennaio 2016 sarà la più grande cooperativa italiana ed europea.Sabato 3 ott obre le tre assemblee generali di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense hanno ratifi cato l’approvazione dei soci al progett o di fusione, votato col 99% dei consensi nelle 77 assemblee separate

NASCE COOP ALLEANZA 3.0

coop nordestle pagine di

DI SILVIA SACCHETTI

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futuro e a scrivere, senza retorica, una pagina di storia. Bob Dylan disse ‘ci ho messo tanti anni per diventare giovane’, per fare quello che sta facendo Coop servono lo smalto, la lucidità e la passione di un giovane, con la credibilità che vie-ne offerta dai 150 anni di storia”.A seguire, su invito del vicepresidente Dino Bomben, è salito sul palco il presidente di Co-op Nordest Paolo Cattabiani, che a tratti - no-nostante l’abitudine al pubblico - non ha potuto nascondere la più che comprensibile emozio-ne che solo la consapevolezza di essere di fron-te a un passaggio storico può dare. “Emozione per un progetto la cui valenza va oltre la Coop e guarda il Paese. L'orgoglio di poter dire ‘io c'ero’. Preoccupazione, che deriva dalle responsabilità ed è tipica dei pionieri. Fatica e stress per averlo fatto in nove mesi, il tempo che serve a mettere al mondo un bimbo. Gratitudine, verso chi c'e-ra prima di noi e verso i percorsi anche persona-li di chi ha lavorato qui negli anni. Gratitudine verso il vicepresidente Dino Bomben e il CDA, grazie per aver votato all'unanimità il progetto di fusione. Grazie al collegio sindacale, alla CVR (Commissione Valori e Regole), all'organismo di vigilanza, alla consulta, ai soci e ai distretti che sono la distintività cooperativa. Grazie alla direzione per aver sempre collaborato” ha esor-dito Cattabiani per poi proseguire: “Le nostre nuove responsabilità si rivolgono al sud del Pa-ese e sono la legalità e il lavoro come strumento

Equilibrio e trasparenza saranno garantiti da or-ganismi come la Commissione Etica, il CollegioSindacale e la Commissione Elettorale.I soci continueranno ad essere al centro: sarà co-stituita una Consulta della rappresentanza socia-le che darà voce agli organismi territoriali (Zone e Aree sociali vaste) e avrà poteri consultivi nei confronti del Consiglio di Amministrazione.Quest’ultimo sarà composto da 31 membri e rispetterà la presenza territoriale della base sociale.Durante l'assemblea generale del 3 ottobre, il primo ad esprimere soddisfazione per la fusione è stato il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vec-chi: “La sinergia tra il sistema economico e l’am-ministrazione pubblica continuerà anche dopo l’unione delle tre Cooperative. Non sarà infatti la fusione a cambiare l’identità valoriale che Co-op Nordest ha da sempre nel suo Dna: mi ricor-do come già da bambino la cooperativa fosse un punto di aggregazione civile, sociale e culturale. La mia esperienza mi ha dato il privilegio di in-contrarvi e potervi vivere dall'interno, permet-tendomi di capire quale sia l'essenza profonda di una grandissima azienda”. Il sindaco ha poi vo-luto fare un in bocca al lupo a tutte le persone che saranno interessate dall’importante passo che comporta la fusione: “Potete stare tranquil-li perché potrete fare affidamento su un gruppo dirigente solido e competente che mantenendo saldi i legami territoriali è riuscito a guardare al

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di emancipazione e democrazia perché la Coop non è un fi ne, ma un mezzo e perché è questo che dovrebbero fare le grandi imprese e la Coop è una grande impresa. Le responsabilità saran-no anche nei confronti dei nostri soci prestatori, che ci danno i loro risparmi non perché sappiano leggere il bilancio in ogni sua riga, ma perché si fi dano di Coop. La responsabilità è nei confron-ti di chi crede nella cooperativa perché noi non stiamo con i cooperatori quando sbagliano. Noi siamo stanchi di andare in giro a prendere sberle e chiedere scusa per conto terzi. Vogliamo essere giudicati per ciò che facciamo qui. Questa idea della cooperazione vista come una cricca truff al-dina va combatt uta perché fa a pugni con il senso profondo e vero della cooperazione che è un fe-nomeno etico prima che economico”.

La chiosa che il presidente riserva alla platea dei delegati nell’ultima Assemblea di Coop Nordest è un messaggio di speranza e ott imismo: “Con Coop Alleanza 3.0 non fi nisce una storia ma ne inizia un'altra nuova e bella, dove confl uiscono storie e percorsi diff erenti, che potranno arric-chirci. Dovremo fare una nuova Coop non solo grande, ma anche buona. Dimostreremo che la cooperazione migliore non è sempre quella che c'era prima e lo faremo senza pensare mai di es-sere autosuffi cienti. Punteremo a crescere grazie ai progett i e non mostrando i muscoli. Abbiamo creduto e investito ieri e nel presente, proprio per questo crediamo nel nostro futuro. Non poteva mancare un rappresentate istitu-zionale dell’altra anima Cooperativa, quella friulana, e a parlare è stato Sergio Bolzonello

42 primo piano coop nordest

Stefano Bonacini, Presidente Regione Emilia-Romagna Stefano Bassi, presidente ANCC-Coop

Paolo Cattabiani,presidente Coop Consumatori Nordest

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Nordest ed essere un punto di riferimento valo-riale ed etico: l’etica non è solo non rubare, ma anche non raccontare stupidaggini a soci e con-sumatori. Se i segnali di ripresa continueranno, sono sicuro che Coop Allenaza 3.0 potrà rappre-sentare un traino per l’intera Emilia Romagna”.Prima degli interventi dei soci è toccato al presi-dente di ANCC Stefano Bassi dare il suo mes-saggio: “La molteplicità delle vostre emozioni, che intrecciano entusiasmo e timori, allegria e preoccupazione è palpabile e questi contrasti so-no più che naturali quando si fa un cambiamen-to così grande. Io sono certo che il vostro successo sarà il suc-cesso di tutta la cooperativa”. Non resta che fare un grosso in bocca al lupo a tutti noi.

vicepresidente giunta regionale FVG: “Allean-za è una comunità e nessuno resterà indietro. 3.0 parla di futuro e il futuro lo si disegna con la quotidianità delle azioni. In questa sede, oggi, state facendo il futuro. La fusione è un’operazione economica, finanzia-ria e di grande innovazione ma con solide basi. La sfida è fare sì che queste declinazioni trovino il punto d’incontro con i soci, che sono la vera essenza e la cifra distintiva di Coop”. A seguire è salito sul palco il presidente della Re-gione Emilia Romagna Stefano Bonacini: “Vo-levo farvi i complimenti per il nome che avete scelto: Coop Alleanza 3.0 significa che al gior-no d’oggi non si può andare lenti e, soprattutto, non si può progredire soli. La nuova Coop do-vrà raccogliere le eredità di Estense, Adriatica e

43consumatorinovembre 2015

Sergio Bolzonello, vicepresidente Regione Friuli Venezia Giulia Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia

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45consumatorinovembre 2015 vita di cooperativa coop nordest

Eleganza a tavolacoi bollini Coop

dall'elevato contenuto tecnico, dove si esprimono gusto per l'innovazione e ricerca di pro-dotto. Con Zafferano l'esperien-za della lavorazione del vetro incontra la cultura del vino. La storia di Federico de Majo ha inizio nella vetreria muranese di famiglia. È qui che, a metà degli anni set-tanta, Federico de Majo inizia a dedicarsi con passione al ve-tro soffiato e artistico. In segui-to, l'attenzione e il gusto per il buon bere faranno crescere in lui il desiderio di avviare un'a-zienda dedicata alla ricerca e alla produzione di calici da degustazione.La linea Perle raggiunge effet-ti di straordinario fascino, gra-zie alla miscela di trasparenza e

pasta vitrea, ottenuta attraverso una particolare lavorazione arti-stica, eseguita completamente a mano da abili maestri vetrai. È una lavorazione antica. Ogni ge-sto delle varie fasi di lavorazio-ne è irripetibile, la quantità del vetro attinta per le parti a caldo non può essere dosata in modo sempre uguale dalla, pur esper-ta mano dell’uomo. Le forme stesse, sempre si-mili, godono di quella unici-tà, data dalla lavorazione, che rende ogni prodotto di que-sta collezione non esattamente riproducibile.Per il regolamento completo e le esclusioni oltre a rivolgersi ai punti vendita aderenti è pos-sibile visitare il sisto dedicato www.lineaperle.it

Con soli 3 bollini (uno ogni 20 euro di spesa) e aggiun-gendo un piccolo contributo di 4,90 euro potrai scegliere il tuo bicchiere preferito della prezio-sa linea Perle Zafferano. Le collezioni Zafferano sono soffiate a bocca e lavorate a ma-no da maestranze che operano ancora come un tempo. Questa lavorazione artigianale rende ogni esemplare unico e diverso dagli altri, e proprio per questo tanto più prezioso. Il caratte-ristico logo, con il calice e la Z di Zafferano all'interno, certi-fica che il prodotto è lavorato a mano.Design e funzionalità ispira-no l'opera di Federico de Majo.Le sue creazioni spaziano dal-le linee più tradizionali ad altre

Dal 26 ottobre fino al 31 dicembre si possono collezionare i raffinati bicchieri della linea Perle Zafferano prodotti manualmente seguendo il metododella lavorazione artistica del vetro

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46 vita di cooperativa coop nordest46

NUOVI TASSI E SCAGLIONI DAL 1° DICEMBRE IN COOP NORDEST

Cosa cambia con Coop Alleanza 3.0 Dal 1° Gennaio 2016 Coop consumatori Nordest en-trerà a far parte di Coop Allean-za 3.0, che nascerà dalla fusione di tre delle maggiori imprese del sistema Coop: Estense, Adriatica e Nordest appunto.L’operazione darà origine alla più grande cooperativa italiana, che opererà su tutta la dorsale adria-tica, dal Friuli alla Puglia, più al-cune zone del Lazio, Campania e Sicilia, con 2.700.000 soci e 419 punti vendita. Obiettivo della fu-sione è quello di rispondere sem-pre meglio ai mutati bisogni dei soci, attraverso un nuovo patto mutualistico basato sui princi-pi di informazione, trasparenza

Dal 1° dicembre cambiano i tassi e gli scaglioni del Prestito Sociale. Nella tabella qui sotto sono riportati i rendimenti lordi e netti associati alle tre nuove soglie: dello 0,6% (0,444 netti) per gli importi fino ai 12.000 euro, dell’1,2% (0,888% netti) per le quote tra i 12.000,01 e i 24.000 euro; del 2,0% (1,480% netti) per le quote tra i 24.000,01 e 36.000 euro (tetto massimo previsto per legge).Rimangono invece confermati fino al 31/12/2015 gli incentivi sui rapporti di Prestito Sociale, sia in termini di maggiorazioni ai tassi di interesse «base» (per intenderci quelli per «scaglione» qui a fianco), sia in termini di incentivi forfettari

(75,00 € lordi a semestre) per i soci che nei due semestri del 2015 abbiano avuto giacenza media uguale o superiore ai 33.000,00 €.Non variano anche i tanti servizi e i vantaggi che il Prestito Sociale offre ai soci: l’assenza di spese di tenuta e di gestione, gli orari ampi e

TASSO LORDO TASSO NETTO*

Fino a 12.000,00 € 0,60 % 0,444 %

Da 12.000,01 € - a 24.000,00 €

1,20 % 0,888 %

Da 24.000,01 € - a 36.000,00 €

2,00 % 1,480 %

*aliquota di tassazione pari al 26% prevista dalla normativa vigente

Prestito sociale

comodi che seguono quelli di apertura dei negozi, la possibilità di pagare la spesa attraverso la Carta Sociocoop+, l'accumulo di punti aggiuntivi per la raccolta Nuovi Punti di Vista (+10) a fronte di spese addebitate sul Prestito Sociale di importo superiore ai 10,00 euro.

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47consumatorinovembre 2015 47

Cosa cambia con Coop Alleanza 3.0e partecipazione, continuando a garantire ai consumatori conve-nienza, qualità e sicurezza. Tutto ciò, mantenendo ben salda la vici-nanza ai soci in tutti i territori di presenza di Coop Alleanza 3.0.Il progetto di fusione è stato ap-provato tramite lo svolgimento di 77 assemblee straordinarie lo scorso settembre. Nella stessa oc-casione, è stato approvato il nuovo Regolamento del Prestito Sociale, volto ad assicurare ai soci presta-tori ancora più garanzie e a con-sentire la piena conoscenza degli andamenti gestionali e dei mec-canismi di raccolta e impiego. Per effetto dell’operazione di fu-sione, dal 1° gennaio i dati dei so-ci prestatori delle tre cooperative verranno aggregati e automatica-mente attribuiti a Coop Alleanza 3.0. I libretti di Prestito attualmente in corso saranno sostitu-iti con il nuovo libretto di Coop Alleanza 3.0. Non è necessario recarsi in negozio appositamen-te per cambiare il libretto: la so-stituzione avverrà alla prima oc-casione utile in cui, a partire dal gennaio 2016, ogni socio presta-tore si presenterà agli sportelli del Prestito sociale per effettuare una qualsiasi operazione. Anche l’adeguamento delle Posi-zioni di Prestito Sociale ad alcu-ne norme del nuovo regolamento dell’Istituto (ad es. il vincolo del numero massimo di libretti per ti-tolare (2), del nuovo massimo di

deleghe in capo alla singola per-sona fisica (2), il numero massi-mo di delegati (2) per Libretto) sarà graduale e dovrà avvenire nel corso del prossimo anno (entro il 31/12/2016). Restano invariate le regole sul li-mite massimo di deposito con-sentito per legge per ogni socio. Perciò, se nel corso dell’anno il de-posito ha raggiunto o sfiorato il tet-to massimo (fino al 31/12/2015 tale limite è fissato a 36.000,00€), la maturazione degli interessi può generare somme in eccedenza;

queste saranno, come sempre, in-fruttifere, e la Cooperativa dovrà restituirle ai soci. In occasione della fusione, si po-tranno inoltre verificare alcuni casi particolari di soci che sono ti-tolari di libretti del Prestito in due o tre delle cooperative che con-fluiranno in Coop Alleanza 3.0. I depositi di questi soci, una volta sommati, se dovessero superare il limite massimo stabilito per legge, daranno origine, anche in questo caso, a eccedenze infruttifere e da rimborsare.

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48

Coop Consumatori Nordest lancia una campagna per il recupero dell’olio alimentare esausto, una risorsa preziosa riciclabile al 100% che diventa pericolosa se dispersa nell’ambiente

DI VIVIANA MONTI

Gli oli vegetali sono classificati come rifiuti specia-li non pericolosi, tuttavia l’olio residuo di fritture può contene-re sostanze inquinanti e lo sca-rico dell’olio vegetale in fogna-tura è vietato. Sono grandi i danni ambienta-li generati dalla dispersione di queste sostanze nell’ambiente: basti pensare che 1 litro d’o-lio vegetale rende non potabile circa 1 milione di litri d’acqua. Per questo motivo Coop Con-sumatori Nordest ha deciso

di impegnarsi per il recupe-ro dell’olio vegetale domesti-co esausto, perché sia corretta-mente rigenerato e diventi una preziosa risorsa per l’ambiente e per l’uomo.L’esperienza comincerà a metà novembre con i punti vendita di Reggio Emilia, grazie all'im-minente firma di un protocollo di Intesa con IREN (il gesto-re locale), Comune di Reggio e Atersir (Autorità regionale competente in materia). I punti vendita interessati sono Reggio

0lio vecchio, vita nuova

Consumo medio

pro capite

25kg

Olio correttamente

recuperato

5kg

Tonnellate annue di olio consumato

in Italia direttamente come

olio alimentare o perché presente

in altri alimenti

1.400.000t

100%

L’olio alimentare è riciclabile

al 100%

Percentuale di olio disperso nell’ambiente

20%

L’olio vegetale recuperabile non è solo quello utilizzato per friggere, ma anche l’olio per conservare gli alimenti

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TI ILLUSTRERò COME RECUPERARE

L’OLIO DOMESTICO ESAUSTOfonte: Ministero della Salute

Est, Canalina, Meridiana, Iper Ariosto e Baragalla. Succes-sivamente saranno coinvolti Ipercoop Po di Suzzara (Mn), Ipercoop Meduna a Pordeno-ne, Ipercoop Torri d’Europa, supermercato Largo Roiano e Largo Barriera a Trieste. Al-la prima fase di test seguirà l'e-stensione ad altri Comuni in cui è presente Coop Nordest attraverso protocolli fra Asses-sorati all’ambiente e utilities territoriali che gestiscono il servizio.

primo piano coop nordest

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49consumatorinovembre 2015

Consumo medio

pro capite

Olio correttamente

recuperato

25kg 5kg

Tonnellate annue di olio consumato

in Italia direttamente come

olio alimentare o perché presente

in altri alimenti

1.400.000t

100%

L’olio alimentare è riciclabile

al 100%

Percentuale di olio disperso nell’ambiente

20%

L’olio vegetale recuperabile non è solo quello utilizzato per friggere, ma anche l’olio per conservare gli alimenti

fonte: Ministero della Salute

danni ambientalidovuti allo smaltimento

domestico errato dell’olio vegetale

1 litro d’olio vegetale rende non potabile

circa 1 milione di litri d’acqua

1L

1.000.000L

Lo scarico dell’olio vegetale

in fognatura è vietato

Perché non buttarlo L’olio gettato negli scarichi può causare seri problemi alle con-dutture. Inoltre, la dispersione nella rete fognaria pregiudica il corretto funzionamento dei de-puratori. Se liberato nel sotto-suolo l’olio deposita un film sot-tilissimo attorno alle particelle di terra e ne impedisce l’assun-zione delle sostanze nutritive da parte delle piante. Quando raggiunge le falde acquifere, ne basta un litro per compromette-re la potabilità di un milione di litri d’acqua.L’olio vegetale è riciclabile al 100%, sia quello usato per frig-gere che quello usato per con-servare gli alimenti.

Come recuperare l’oliovegetale esausto Basta raccogliere l’olio alimen-tare utilizzato per friggere e

quello utilizzato per conservare i prodotti nei vasetti, in una bot-tiglia di plastica ben chiusa, por-tare la bottiglia negli Ipercoop o nei supermercati abilitati e inse-rirla nell’apposito contenitore.

Cosa recuperare?Si possono recuperare gli oli e grassi usati per la frittura, oli da conserve e sottoli, strutto e burro sciolto, oli e grassi ranci-di e scaduti. Non si può recuperare l’olio mi-nerale, da motore, da ingranag-gi e nemmeno maionese, salse e condimenti (tipo salamoie). Il tutto dev'essere privo di resti di cibo e altri rifiuti.

Dove finisce l’olio alimentare esaustoraccolto?Conferito in stazione ecologi-ca e sottoposto a un processo di

rigenerazione, l’olio alimenta-re esausto è valorizzabile per la cogenerazione di energia elet-trica e termica o riciclabile co-me base per svariati prodotti: biodiesel per trazione, lubrifi-canti, asfalti e bitumi, collanti, mastici e saponi industriali.

Un gesto per la comunità Portando l'olio usato in Coop inoltre è possibile contribuire alla realizzazione di iniziative di solidarietà locale sul territo-rio, finanziate con i proventi del recupero della materia prima riciclabile. Attraverso iniaziati-ve come queste le città inquina-te, dispendiose e irresponsabili, possono diventare laboratori, per costruire la transizione ver-so la sostenibilità economica.

Per informazioni:www.coopnordest.com ●

0lio vecchio, vita nuova

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25 NOVEMBRE,GIORNATAINTERNAZIONALE CONTROLA VIOLENZASULLE DONNE

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51 vita di cooperativa coop nordest

La storia che accomunala cooperazione

occasione del ventennale della nostra cooperativa, sono stati creati nuovi percorsi di lett ura. Dopo l’ultima assemblea gene-rale, che ha ratifi cato la fusione di Coop Nordest, Coop Adria-tica e Coop Estense, è nato il blog “Storie di Coop”: un segno tangibile del desiderio di non dimenticare e seguire la traccia lasciata da Coop Consumatori Nordest e prima ancora, dalle cooperative che sono confl uite in essa. Per capire dove stiamo andando non dobbiamo dimenticare chi siamo. Vogliamo accompagna-re la nascita di Coop Alleanza 3.0 condividendo storie, iden-tità territoriali, tradizioni con

la consapevolezza che la nostra esperienza è simile a quella di tanti territori e di tante persone che hanno deciso di cooperare. Per questo è possibile scrivere le proprie testimonianze a [email protected] blog “Storie di Coop” sarà un luogo in cui cercare appunti, ri-cerche storiche, ricordi, rifl es-sioni, immagini d’epoca, storie di luoghi e di persone. Un pa-trimonio che non possiamo di-menticare. Tutt i possono par-tecipare segnalando materiali, documenti e foto legate alla sto-ria della cooperazione.

Visita il sitowww.storiedicoop.com

La cooperazione fa par-te della storia del nostro Paese, un Dna che ci portiamo dentro in molte zone d’Italia, un segno che ci accomuna. Sono storie di lavoro, esperienze positive di persone che hanno unito le loro forze per stare meglio, per andare avanti insieme. Queste sono le premesse del progett o “Storie di Coop”: un sito, ma sopratt utt o un racconto corale, un percorso condiviso che par-te dall’Archivio Istituzionale di Coop Consumatori Nordest, in cui sono contenuti 5mila do-cumenti, 366 video, 900 album fotografi ci a partire dai primi anni del secolo scorso. Per na-vigare in questo materiale, in

Nasce il progett o “Storie di Coop” per raccogliere e raccontare testimonianze, documenti e immagini sulla storia di Coop Consumatori Nordest. Un percorso per accompagnare la nascita della nuova grande cooperativa, Alleanza 3.0, senza dimenticare identità e storia del territorio

consumatorinovembre 2015

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Trieste Nonni a scuola di informaticaUn’iniziativa ideata e promossa da Coop per favorire lo scambio intergenerazionale, offrire un servizio gratuito agli anziani e superare il digital divide. Si tratta di lezioni di informatica base, tenute da giovani volontari a cui Coop destinerà buoni spesa a fronte del loro impegno. Sono coinvolti i giovani del Servizio Civile cittadino, gli studenti dell'Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie della Vita A. Volta di Trieste e gli anziani del Centro Diurno dell'Azienda pubblica di servizi alla persona Itis.Gli incontri inizieranno nella seconda metà del mese di novembre e si protrarranno per tre mesi: due incontri settimanali di due ore, indicativamente dalle 15.30 alle 17.00. Le persone interessate hanno la possibilità di iscriversi compilando un apposito modulo presso il Centro Diurno dell'Istituto Triestino Interventi Sociali. I corsi si terranno presso l’Aula informatica del centro diurno di aggregazione dell’I.T.I.S. che ospita anziani autosufficienti e fornisce servizi integrativi e di sostegno alla vita domestica e di relazione.

Pordenone In pista per imparare la sicurezza stradaleRitorna “Securlandia”, un appuntamento imperdibile per bambini e genitori che si terrà presso il centro commerciale Meduna nelle giornate di sabato 21 (dalle 15:30 alle 18:30) e domenica 22 novembre (dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00).Protagonisti saranno i bambini dai 3 agli 8 anni coinvolti in una lezione di educazione stradale molto divertente. A tutti i bambini che completeranno il percorso sarà consegnato un patentino, con fotografia, nome, cognome e scadenza. Prima, una piccola lezione teorica sui principali segnali stradali e sulle regole più importanti, poi si passerà alla pratica su "pista". A coppie, a bordo di piccole automobili, affronteranno un percorso, accompagnati da istruttori di guida e volontari che li aiuteranno a mettere in pratica ciò che hanno imparato nel corso di teoria. Al termine sarà il funzionario di Polizia a rilasciare a tutti i bambini il patentino. Mentre i genitori potranno dimostrare la loro dimestichezza con le regole stradali cimentandosi nei test ministeriali per la patente di guida. Coloro che riusciranno a superare le 40 domande con un massimo di quattro errori, avranno in regalo la tessera ACI valida per un anno con la quale potranno usufruire di particolari agevolazioni.

52consumatorinovembre 2015

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53 vita di cooperativa coop nordest

PordenoneBambini a tavolaper mangiar sano Ricette sfiziose per il pasto dei bambini, incontri gratuiti a cura delle cuoche della cooperativa “Melarancia”, accompagnate da una chiacchierata sulla corretta alimentazione del bambino nelle diverse fasi dello sviluppo: spunti di riflessione sull'importanza del mangiare sano e in famiglia. Nella preparazione delle pietanze verranno utilizzati esclusivamente prodotti Coop, Crescendo, Club 4-10. Di seguito il calendario degli appuntamenti:• giovedì 12 novembre “Svezzamento”• giovedì 19 novembre "1-3 anni"• giovedì 26 novembre "4-10 anni"Gli incontri si terranno presso l'Ipercoop Meduna a Pordenone nella saletta interna, in via Musile 8, dalle 17.30 alle 19.30. Per informazioni e iscrizioni: [email protected]

Jesolo (Ve)Tutti a teatro contro la violenza di genereIl 25 novembre a Jesolo una serata dedicata alle donne. Il programma prevede dalle 20.30 i saluti dei soci volontari Coop del territorio e alle ore 21.00 lo spettacolo teatrale dal titolo “Femmine da Morire” della compagnia teatrale "La Bottega". Una performance realizzata in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con l’obiettivo di sensibilizzare gli spettatori su un tema di grande urgenza. L’evento gratuito, patrocinato dal Comune di Jesolo, promosso dal distretto sociale Veneto orientale, si svolgerà presso il Teatro Auditorium “Vivaldi”.

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AzerbaijanBaku, Sheki, Asheron, Yanar Dag, Kobustan 20 maggio – 8 giorni/7 notti € 1.460

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Uzbekistan Urgench, Khiva, Bukhara, Samarcanda, Tashkent 27 maggio – 8 giorni/6 notti € 1.585

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