1995 - anno 14 - n. 9 maggio - e-coop.it · di Ugo Pmferi e Stefania Maggi Alle pagine 8 e 9 gli...

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Anno 14 - N. 9 - maggio 1995 periodico della Coop Lombardia vista esclusiva sul nostre e ad uno dei piú afferma- anager d'impresa, Michel nor. Nell'articolo i pareri Ho stat' di t - ~ ""111. 17''A pagina 2 - o E: o om Sr'S 2 2 om o 8_ SEZIONI SOCI. ASSEmBLEA IdAssiate ZiLt Statimi SOCI LA POLITICA Di COOP PER L'AMBIENTE Iniziativa sconto soci n.18 DETERSIVO COOP LAVATRICE- ECORICARICA . • da Kg.4. Sconto' ' .- soci Validità 19 Iniziativa sconto soci n.19 3 FRUTTA ROSSA PRODOTTI CON 'AMO CARTONCINQ• . • , DA KG- 0 . . . • • SCONTO Al SOCI . 5.000, - al i 1014 Validità SE NON Ci FOSSERO I GUSTI alle pagine 4 e 5 2 QUANDO IL MICROONDE CI DA UNA MANO alle pagine 6 e 7 3 CONCLUSO IL CONCORSO W LA MERENDA alla pagina 10 4 ALLA COOP I PRODOTTI DAL TERZO MONDO alla pagina 11 í45111 , 110 CINQUECENTO DELEGATI PER TRE GIORNI A GRADO HANNO DISCUSSO IL CONTRIBUTO ALLA DIFESA AMBIENTALE LINEE Lingresso al Palazzo dei Congressi dì Grado DELL'IMPEGNO COOP di Ugo Pmferi e Stefania Maggi Alle pagine 8 e 9 gli articoli ASSEMBLEA ORDINARIA DEI DELEGATI I delegati eletti dalle Assemblee Separate delle Sezioni Soci della Coop Lombardia Coop. a r.l. con sede in Milano sono convocati in prima con- vocazione per il giorno giovedì 1° giugno 1995 al- le ore 10 presso la sede sociale in Milano - viale Famagosta n. 75, ed in SECONDA CONVOCAZIONE il giorno 3 GIUGNO 1995 alle ore 14,30 presso il GRAND HOTEL BRUN VIA CALDERA, 21 - MILANO per discutere e deliberare sul seguente: ORDINE DEL GIORNO 1) Nomina del Presidente e del Segretario del- l'Assemblea. 2) Lettura ed approvazione del bilancio al 31 di- cembre 1994. Informazione sul bilancia sociale. 3) Lettura ed approvazione della relazione del Consiglio di Amministrazione. 4) Lettura della relazione del Collegio Sindacale. 5) Presentazione ed approvazione del programma poliennale della Cooperativa. 6) Nomina del Consiglio di Amministrazione, previa determinazione del numero dei compo- nenti, ai sensi dell'art. 36 dello Statuto. 7) Determinazione della misura delle medaglie di presenza da corrispondersi agli Amministrato- ri, E) Incarico a società di revisione per la certifica- zione dei bilancio di esercizio. Ir Presidente Antonio Bertolini Ai termine dell'Assemblea verrà presentata la nuova composizione del Consiglio Generale. Il concorso di "Quale Consumo" W la merenda si è concluso con successo di partecipazione e di qualità. Dieci i primi classificati. Alle pagine 12 e 13

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Page 1: 1995 - anno 14 - n. 9 maggio - e-coop.it · di Ugo Pmferi e Stefania Maggi Alle pagine 8 e 9 gli articoli ASSEMBLEA ... pa. Non c'è tutto; e non ... John Kennedy sosteneva ...

Anno 14 - N. 9 - maggio 1995periodico della Coop Lombardia

vista esclusiva sul nostree ad uno dei piú afferma-anager d'impresa, Michelnor. Nell'articolo i pareriHo stat' di

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SEZIONI SOCI.

ASSEmBLEA IdAssiate ZiLt Statimi SOCI

LA POLITICA Di COOPPER L'AMBIENTE

Iniziativa sconto soci n.18

DETERSIVO •COOP LAVATRICE-ECORICARICA . •da Kg.4.Sconto' • ' .-

soci

Validità 19

Iniziativa sconto soci n.19

3 FRUTTA ROSSAPRODOTTI CON 'AMOCARTONCINQ• . • ,DA KG- 0. • • . . • •

SCONTO Al SOCI •• • • . •

5.000, - al i1014

Validità

SENON CiFOSSEROI GUSTIalle pagine 4 e 5

2QUANDOIL MICROONDECI DAUNA MANOalle pagine 6 e 7

3CONCLUSOIL CONCORSOWLA MERENDAalla pagina 10

4ALLA COOPI PRODOTTIDAL TERZOMONDOalla pagina 11

í45111,110

CINQUECENTODELEGATIPER TRE GIORNIA GRADOHANNODISCUSSOIL CONTRIBUTOALLA DIFESAAMBIENTALE

LINEE

Lingresso al Palazzo dei Congressi dì Grado

DELL'IMPEGNOCOOP di Ugo Pmferi e Stefania Maggi

Alle pagine 8 e 9 gli articoli

ASSEMBLEAORDINARIADEI DELEGATII delegati eletti dalle Assemblee Separate delleSezioni Soci della Coop Lombardia Coop. a r.l.con sede in Milano sono convocati in prima con-vocazione per il giorno giovedì 1° giugno 1995 al-le ore 10 presso la sede sociale in Milano - vialeFamagosta n. 75, ed in

SECONDA CONVOCAZIONEil giorno

3 GIUGNO 1995 alle ore 14,30presso il GRAND HOTEL BRUNVIA CALDERA, 21 - MILANO

per discutere e deliberare sul seguente:

ORDINE DEL GIORNO1) Nomina del Presidente e del Segretario del-

l'Assemblea.2) Lettura ed approvazione del bilancio al 31 di-

cembre 1994.Informazione sul bilancia sociale.

3) Lettura ed approvazione della relazione delConsiglio di Amministrazione.

4) Lettura della relazione del Collegio Sindacale.5) Presentazione ed approvazione del programma

poliennale della Cooperativa.6) Nomina del Consiglio di Amministrazione,

previa determinazione del numero dei compo-nenti, ai sensi dell'art. 36 dello Statuto.

7) Determinazione della misura delle medaglie dipresenza da corrispondersi agli Amministrato-ri,

E) Incarico a società di revisione per la certifica-zione dei bilancio di esercizio.

Ir PresidenteAntonio Bertolini

Ai termine dell'Assemblea verrà presentata lanuova composizione del Consiglio Generale.

Il concorso di"Quale Consumo"W la merendasi è conclusocon successodi partecipazionee di qualità.Dieci i primiclassificati.

Alle pagine 12 e 13

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ERVISTATIJki5W/OCPEMDELLA NUOVA CULTURA DEI MANAGER E DELL'IMPRESA'

La visita di Michael O'Connor in Coop, nella secondadecade di marzo, è il proseguimento di un lavoro di

informazioni e scambi che dura da qualche anno. VI so-no state visite di cooperatori italiani negli Stati Uniti edí esperti esteri in Italia.O'Connor, consulente della Arthur Andersen, ha co-struito la sua esperienza in strategie e marketing negliStati Uniti dove le reti di vendita basate sui grandi cen-tri commerciali hanno un grande sviluppo. Ma gli StatiUniti sono anche il luogo dove si sono sviluppate lescuole di affari.Nomi come quelli di Peter Drucker, o Edward Deming, iquali dicono poco al nostro pubblico, suonano agli e-sperti della distribuzione e dell'impresa come quelli diprofeti di un nuovo mondo da costruire sulla base dellacultura dei manager e dell'impresa.Abbiamo incontrato Michael O'Connor al termine dellesue visite nei centri di vendita Coop e l'intervista nonpoteva che cominciare da lì. Ecco domande e risposte.

I GIUDIZI DI UNOSTUDIOSOAMERICANODI STRATEGIADELLADISTRIBUZIONEDOPO UNAMINUZIOSAVISITA NEINOSTRI CENTRIDI VENDITA

di Renzo Stefanelli

O'CONNOR: LA LOOP? OKCome trova Coop ri-spetto alle altre im-prese della distribu-zione?Molto interessante. Leimprese sono tutte di-verse ma Coop è deci-samente interessante.La sua impressionesui punti di vendita?Positiva, sono a livellodei migliori, reggono iconfronti internaziona-li.In Italia è però diffu-sa l'impressione chealcuni gruppi euro-pei siano concorren-ti pericolosi_Lei si riferisce a Carre-four, il gruppo piùgrande, oppure ai grup-pi inglesi. Sono efficaci,fanno profitti e questoè tutto.

discount, però, ciarrivano dalla Ger-mania.Si riferisce a Lidl? Cer-to, i loro discount sonouna copia di Aldi e glialtri una copia della co-pia. Non c'è niente chenon si possa imitare.

Ma in Italia non sia-mo più indietro deglialtri?No.Noi guardiamo alledimensioni e ci pre-occupiamo-.In Italia non ci sonogruppi e catene di di-stribuzione più grandiperché l'economia haqueste dimensioni, in-contra le difficoltà chesapete.Non c'è solo un pro-blema di dimensionima anche di tipolo-gie di vendita. Ad e-sempio, "Metro" è danoi una tipologia im-portata.Anche negli Stati Unitinon abbiamo certe tipo-logie presenti in Euro-pa. Non c'è tutto; e nonce ne lamentiamo.Come giudica l'at-tuale tendenza deiconsumi, riprende-ranno?Penso che tornerannoad espandersi. Ci sono icicli economici. Certo, iconsumi riprendono

con vigore se ci sono in-vestimenti e si creanoratovi posti di lavoro.E la congiuntura at-tuale che ci preoccu-

e-na gamba rotta nonsi aggiusta in una setti-mana. Ci vuole deltempo; questo vuol direil fatto che ci siano deicieli.La distribuzione puòcontribuire alla ri-presa ad esempio ri-ducendo i costi?L'andamento della di-stribuzione è collegatoa quello generale.L'introduzione dinuove tecnologiepuò ridurre i costi?Non credo. Ripeto chegli ipermercati Coopsono a livello mondiale.In Italia pensiamoche í costi siano ele-vati e ci si riferiscespesso alla manodo-pera.Non si può risponderesenza conoscere tuttigli elementi di costo.Però il fattore di pro-

duttività più importan-te resta quello dell'au-mento delle vendite.Il rendimento del la-voro può aumentarecon cambiamentitecnologici ed orga-nizzativi...Ciò che promuove levendite è il servizio.L'altro giorno ho visita-to un supermercato do-ve i clienti facevano u-na fila di mezz'ora allacassa. Lì era meglio au-mentare il personale.Tenga presente che il20 per cento del perso-nale lavora proprio apunti cassa.Dalla grande distri-buzione ci si attendecomunque una pro-duttività maggiore.La grande distribuzio-ne riflette i bisogni deiconsumatori che nonsono soltanto di rispar-mio del denaro. Doven-do suggerire una stra-tegia, non comincereimai dal taglio dei costidi lavoro ma dalla par-tecipazione dei dipen-

denti alla ricerca di so-luzioni che soddisfinomaggiormente i consu-matori.

A questo punto l'inter-vista è praticamente fi-nita ma O'Connor sem-bra aver capito il no.-stro problema: come in-terpretare la funzionenon solo economica maanche sociale dellagrande impresa di di-stribuzione che oggi èCoop?La sua risposta non di-stingue il risultato eco-nomico da quello socia-le. Proprio come fa ilsuo profeta, il profeta-della qualità EdwardDeming, che ha dettatole formule per miglio-rare al tempo stesso lavita dei lavoratori e deiclienti incrementando iprofitti. Quello che inCoop, qualche volta,viene chiamato "uto-pia" (sogno avveniristi-col è incorporato da 0>-Connor in un progettodi strategia aziendale

che ridisegna il ruolodel management e del-le altre componenti del-l'impresa.Ed avvalora il suo pro-getto proprio con l'espe-rienza degli Stati Uni-ti. Vedi le colossali per-dite ed i licenziamentidi IBM a cui le bancheavevano prescritto, ap-punto, le loro ricette diristrutturazione_ Pri-ma di congedarci ci mo-stra un libro di casi a-ziendali dal titolo signi-ficativo: "Fatte per du-rare" (Built to Last).Cioè: l'impresa non èun articolo di consumocorrente, deve trovareal suo interno le forzeper innovare e rinno-varsi.Forse è per questo che,in un momento di ten-sione innovativa comel'attuale, non siamoriusciti a tirargli fuoriqualche considerazionecritica su Coop. Gli èpiaciuta perché la no-stra esperienza gli dàun po' ragione. 2

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Esistono norme specifiche solo per la denomi-nazione di origine "Prosciutto di Parma", "Pro-sciutto di San Daniele", "Prosciutto di Mode-na", "Prosciutto veneto berico-euggneo".Le rispettive denominazioni di origine sono ri-servate a prosciutti;• le cui fasi di produzione, dalla salatura allastagionatura completa, hanno luogo nelle zonetipiche individuate geograficamente;• ricavati dai cosci freschi di suini adulti nazio-nali di razze pregiate, allevati e macellati nellezone tipiche di produzione;• che non abbiano subito alcun trattamento diconservazione, tranne la refrigerazione;• di peso, stagionatura e caratteristiche orga-nolettiche specifiche per le singole denomina-zioni;• che possono essere disossati e venduti intranci o affettati.La produzione non a marchio può utilizzare co-sci provenienti dall'estero e anche congelati. Sitratta nel secondo caso di una produzione mar-ginale in quanto il congelamento viene utilizza-to solo in caso di sovraproduzione. I produttoriassicurano comunque che il risultato in terminidi prodotto finito è del tutto analogo a quelloottenuto con cosci freschi.

SENZA LAVOROOstico il cammino per chi lo cerca, in-certa la durata per chi ce l'ha. Le sta-tistiche confermano. Ma perché nonc'è lavoro? Perché le nuove macchinelo distruggono. Perché in certe partidel mondo costa dieci volte meno che.in Europa. Perché la crescita del red-dito e della produzione, quando c'è, èmolto più lenta della diminuzione del-l'occupazione, che invece continua arestringersi per le incessanti novitàorganizzative e tecnologiche. Fino apochi anni fa i servizi recuperavano ivuoti dell'industria. Nel dopoguerra lefabbriche assorbivano i contadini. A-desso il lavoro agricolo è pressochéscomparso, mentre l'industria noncessa di perdere posti. E intanto an-che i servizi, banche, assicurazioni ecommercio, non sono più galline dalleuova d'oro.Questo giornale, come tutti gli altri,una volta era il prodotto di tre mestie-ri: giornalisti, tipografi, stampatori.Adesso ne bastano due, i compositorisono virtualmente scomparsi. E lastampa è molto automatizzata. Se ve-nissero applicate d'un colpa nuove at-trezzature che già esistono, sarebbe

un'ecatombe. Le macchine che ricono-scono le voci possono far sparire i cen-tralini telefonici. Lettori ottici possonoselezionare automaticamente tutta lacorrispondenza. Una meccanizzazionespinta nelle banche potrebbe facil-mente sostituire migliaia di persone.Tre mansioni su quattro nei paesi in-dustrializzati potrebbero essere ese-guite da semplici robot. Nascono perònuovi prodotti e nuovi servizi: video-registratori, calcolatori, telefoni porta-tili, banche dati, sport, viaggi, diete esalute, scuole. Si creano nuovi mestie-ri e si infoltiscono le schiere di alcunivecchi lavori. Dobbiamo aspettarci dipeggio oppure siamo alla vigilia di u-na nuova era di prosperità? Gli econo-misti sono concordi: la tecnologia hasempre prodotto maggiore ricchezzaed ha creato più posti di lavoro diquanti non ne abbia eliminati. JohnKennedy sosteneva che "se gli uominihanno l'intelligenza di inventare lemacchine che tolgono il lavoro allepersone, hanno anche le capacità perridarglielo".Già, ma in quanto tempo? Qui cascal'asino, nessuno sa rispondere.

di Giorgio Vozza

TTl I SEGRETI DELLA PREPAR~DI LUERODOTrO FRAC

itu0SCI ftLapreparazione del prosciutto nella fami

glia contadina avveniva dopo l'uccisionedel maiale nei mesi freddi che vanno da no-vembre a febbraio. Attualmente la produzio-ne industriale garantisce un'ottima qualità i-gienica e organolettica in tutto l'arco dell'an-no. Solo il 25 per cento della produzione ita-liana di prosciutti viene coperta da maiali al-levati e macellati in Italia, per il resto i prin-cipali Paesi esportatori di cosci da salare ver-so l'Italia sono la Francia, la Germania e l'O-landa. Gli incroci delle razze (large white,landrace, petrain), l'alimentazione, i sistemidi allevamento, tutto è studiato nei minimidettagli al fine di ottenere un coscio bello ma-gro. In alcuni allevamenti i maiali, oltre a u-na dieta definita, seguono anche un precisoprogramma di attività fisica: sono infatti al-loggiati in box, il cui pavimento è costituito

da un nastro mobile che obbliga alla passeg-di Carla Ticciati giata per tempi e con velocità stabiliti.

DALL'ALLEVAMENTOALLA TAVOLA

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PRIMADELLASALATURAIl cuore del processoproduttivo del pro-sciutto è la salatura,ma per la riuscita delprodotto finito sonofondamentali anche leoperazioni preliminariche avvengono dopo lamacellazione del maia-le. Le mezzene vengo-no raffreddate e solosuccessivamente ven-gono staccati i cosci,che necessitano di unulteriore raffredda-mento di 48 ore primadi essere avviati allalavorazione; in generela refrigerazione av-viene in camion frigo-riferi che provvedono adistribuire i cosci fre-schi alle varie aziende.All'arrivo allo stabili-mento di produzione icosci, rimasti attaccatiin frigorifero, vengonopassati alla massag-giatrice, una macchinache serve a muovere lacarne per togliere i re-sidui di sangue checomprometterebbero laconservazione.La prima salatura vie-ne fatta con sale gros-so e aggiunta di nitra-to di potassio in modoche sulle parti piùspesse del coscio ci siapiù sale.I cosci sono sistematisu pancali in frigorife-ro ad umidità e tempe-ratura controllata (1,5-4°C).L'umidità della cellafrigorifera è molto im-portante per consenti-re lo scioglimento gra-duale del sale, e laconservazione in frigo-rifero rende possibilela lavorazione in ognimomento dell'anno.A distanza di una set-timana viene effettua-ta la seconda salaturae dopo altre due setti-mane i cosci vengono

messi a riposo per ladiffusione del sale, a 4-6°C, con aria più sec-ca, che favorisce la mi-grazione dell'acquaverso l'esterno e asciu-ga meglio la carne.Ad intervalli regolarila temperatura nellacella frigorifera vieneaumentata fino a 8°Cprovocando la forma-zione di una condensanella superficie del co-scio.Questa umidità super-ficiale evita la forma-

zione di una crosta im-permeabile che impe-direbbe la diffusionedel sale e l'ulteriore e-liminazione di acqua.Alla fine del periodo diriposo che dura circaquattro settimane, isingoli pezzi vengonocontrollati e rifilati inmodo che la forma siaquella desiderata,quindi vengono lavaticon acqua tiepida pereliminare il sale residuo. La successiva asciugatura in celle cli

matizzate, in alcunicasi mediante lampadesolari "abbronzanti",produce una gradevolecolorazione sia dellacotenna sia della car-ne. L'ultimo e più lun-go periodo di riposo èla stagionatura a 18-20°C e con un'umiditàdel 73 per cento, lastagionatura ideale vadai 9 ai 14 mesi.

GARANZIADI QUALITÀA metà di questo pe-riodo si fa la sugnatu-ra, cioè il prosciuttoviene spennellato congrasso di maiale liqui-do per mantenerne

morbida e permeabilela superficie, quindi sicondisce con gli aromi:noce moscata, cannel-la, pepe, peperoncino.A stagionatura com-pleta il calo di peso ri-spetto al coscio fresco èdel 30-32 per cento.Processi di lavorazionecosì accuratamente e-seguiti danno un pro-dotto di qualità garan-tita e costante, la pre-senza di odori e saporisgradevoli, indice dicattiva conservazione,viene comunque sag-giata a campione conrapposito ago, ricavatoda un osso di cavallo.Il prosciutto è pronto,ma può essere anchedisossato e venduto in-

tero o in tranci.Il prosciutto disossatoviene richiuso congraffette di plastica,ricomposto tramite u-na pressa e successiva-mente confezionatosottovuoto ed etichet-tato.Una volta tolto dal sot-tovuoto il prosciutto vasistemato in frigoriferoavvolto in un panno a-sciutto di cotone; se nepuò proteggere il ta-glio con alluminio opellicola se il consumoè frequente, altrimentiè meglio non coprirloper evitare la forma-zione di muffe.Con queste attenzionisi conserva perfetta-mente per 90 giorni.

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FIWANDONARE TENSIONI, LAVORO, DISCUSSIONI E TELEVISIONE LASCIATEVI VINdll

L'ORAALI

DE

IL GUSTO GIOCAUN RUOLOFONDAMENTALENELLE SCELTEDELL'ALIMENTAZIQ-NE. LA SENSIBILITAAl SAPORI SI ATTIVAANCORA PRIMACHE IL BAMBINONASCA.LE CELLULE DELLEPAPILLE GUSTATIVESI RINNOVANOOGNIDIECI GIORNI

Edi Carla Barzanò

11 piacere di mangia-re è una grande forzavitale, ha un signifi-cato importante findalla nascita. La sod-disfazione che nascedalle prime poppateè uno dei nuclei fon-damentali per la for-mazione di sicurezze,emozioni e sensazio-ni indispensabili perlo sviluppo psichico efisico. Del resto semangiare non fosseparticolarmente gra-devole nessun anima-le affronterebbe la fa-tica necessaria perprocurarsi il cibo.Bando quindi allediete monotone e de-primenti per rientra-re nel costume da ba-gno, agli snack im-provvisati dal gustostandardizzato e po-co convincente che,alla lunga, rischianodi atrofizzare il gu-sto.Almeno una volta algiorno concedeteviun pasto come si de-ve, vario, presentato

con cura e, soprattut-to, buono. Il cibo bencucinato è un grossostimolo: migliora l'ap-petito, assicura unabuona digestione, haun effetto beneficosull'umore.Senza contare gli a-spetti didattici, so.prattutto se a tavolaci sono dei giovanis-simi: per imparare amangiare sano servo-no degli esempi prati-ci gratificanti.Quando si mangiatutti i sensi sonocoinvolti, e trasmet-tono all'organismoinformazioni indi-spensabili per stimo-lare le funzioni con-nesse all'alimentazio-ne, come la regolazio-ne del senso di farne esazietà e la digestio-ne. Per questo è im-portante dedicare aquesta attività vitaleil tempo e la concen-trazione necessari, e-vitando stress e si-tuazioni fuorvianti(lavoro, discussioni,televisione ecc.).La vista ci consente u-

zionedeimeccani-smi digestivi.L'udito influenzaLa sensibilità delle pa-pille gustative; rumoritroppo intensi (vedi te-levisione) la diminui-scono, spingendoci,

na valutazione a di-stanza: se un piatto oun cibo hanno un a-spetto poco gradevolesuscitano diffidenzaprima ancora di aver-li assaggiati, mentre ci-bi dall'aria invitantestimolano la cosiddet-ta acquolina in bocca.che dal punto di vi-sta fisiologicocoincide i • ; 95%con l'at-tiva-

U I SAPORIDOLCEConsolatorio e gratificante è il sapore di base dellatte materno. La predilezione nei suoi confrontisembra essere innata; i neonati lo accettano istinti-vamente mentre reagiscono con smorfie significati-ve se gli viene proposto qualcosa di acido, salato oamaro. Probabilmente questa predisposizione versoil dolce ci ha aiutato quando eravamo costretti ascegliere i cibi allo stato naturale, favorendo l'iden-tificazione di quelli che sono la migliore fonte ener-getica, come i cereali e i tuberi, il cui gusto è legger-mente dolce. Quanto al dolce più intenso, una voltale uniche fonti erano miele e frutta, specialmenteessiccata, disponibili in quantità limitate. Lo zuc-chero era considerato una medicina da usare inquantità omeopatiche. La vera rivoluzione dei con-sumi è iniziata con la produzione di quello di barba-bietola, vegetale che a differenza della canna dazucchero, è facilmente coltivabile anche da noi. Og-gi i dolci sono presenti sul mercato senza limitazio-ni. Sotto accusa perché forniscono le cosiddette "ca-lorie vuote" (prive cioè di vitamine, minerali e altriimportanti principi nutritivi) costituiscono un fatto-re di rischio per le carie dentarie, il sovrappeso e al-tri squilibri legati all'eccesso di energia o di grassi.Le proprietà consolatorie dello zucchero e dei dol-ciumi non sembrano essere solo un'illusione. Il loroconsumo (come del resto quello dei più salutari car-boidrati complessi presenti nella pasta) sembra fa-vorire rinnalzamento della serotonina, ormone chemigliora il tono dell'umore e previene la depressio-ne. Ognuno ha diritto alla sua razione di dolcezzaquotidiana. Un paio di cucchiai di zucchero al gior-no (compresi quelli contenuti nei vari dolciumi) nonhanno conseguenze negative per la salute e il loroapporto calorico è accettabile. Non c'è quindi alcunaragione per ricorrere ai dolcificanti artificiali (comesaccarina, aspartame, ecc.) tanto reclamizzati per le

pro-prietà die-tetiche. Gli effetticollaterali legati alla loroassunzione non sono ancora deltutto chiariti. Alcune ricerche sembrano dimo-strare che fungono da stimolatoti dell'appetito e diconseguenza favoriscono il sovrappeso. Pare infattiche quando le nostre papille gustative entrano acontatto con il sapore dolce (corrispondente di soli-to, a un buon apporto di zuccheri ricchi di energiadi pronta e facile utilizzazione) l'organismo si pre-pari secernendo insulina, ormone che ha il compitodi abbassare la concentrazione di zuccheri nel san-gue e di favorire la loro utilizzazione a livello dellecellule.Quando si usano i dolcificanti artificiali (privi di e-nergia e di zuccheri) questo utile meccanismo di re-golazione viene stimolato a vuoto. La concentrazio-ne di zuccheri nel sangue diminuisce e questo feno-meno stimola una fame spingendo talvolta a man-giare più del dovuto. C'è poi da aggiungere che mol-ti prodotti edulcorati artificialmente (per esempiola cora cola tight) hanno indicazioni e controindica-zioni simili a quelle dei farmaci.

SALATOÈ dovuto alla presenza del cloruro di sodio o saleda cucina, condimento irrinunciabile che insapo-risce i cibi, stimola l'appetito e favorisce la dige-

stione.L'abuso di sale, ti

co dell'alimentazione industria]rata ricca di prodotti conservati (salumi, inscati, salse, ecc.), diminuisce progressivamentesensibilità al salato delle papille gustative spgendo ad abusare di questo ingrediente.Un eccessivo consumo di sale può costituirefattore di rischio per l'ipertensione e le malatdegenerative ad essa collegate (cardiopatie, ec ,E quindi consigliabile non eccedere, salando cparsimonia e, soprattutto, limitando il con su:di alimenti preconfezionati come i salumi, ectera. In questo modo si rieduca progresaivamite il palato e, col tempo, si tende istintivameia usare meno sale.Non occorre però ridursi a una dieta insipida:pizzico di sale ci vuole, per il piacere di mangre ma anche per favorire alcune importanti ftzioni come la regolazione dell'equilibrio idrdell'organismo, la secrezione dei succhi gastricla funzionalità del sistema nervoso.Se ne ha particolare bisogno quando fa caldo,si suda molto, e in alcuni periodi delicati, coila gravidanza, l'adolescenza e la terza età.I succedanei dietetici del sale (che, fra l'althanno un gusto leggermente amarognolo mepiacevole del sale) vanno usati solo su coosig

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p2115"11111111111111111~

RTA!I. CIBO

71481M0Quindicinale di Coup I Aimbardia f 1-15 maggioTiratura ISM% copie

lega

Comitato diredazinne

Comitato RegionaleLombardo

Antonio Beiedini, Massimo Chiesa,ScrgM Ferrar-io. Sergio Ghiringlielli.Marco Muggì. Enrico Migliazacca,Ounick Moloasio. llgoEnrico Rossi, Aduli Scalpelli,Giorgio Vezzi

Direttorereprimiti le Adolfo ScalpelliSegreteria diredazione Andrea Pcrtcgato

Editrice Coop Vide Famagkoa 75Lombardia 20142 Milano - Tel. 895931Progetta Franco Malagutigrafico Maria R05.3 Torri

Impaginazione Coop '' .11 Guado"impianti Corbeita (Mi) -Te!. 02-97290272e Slampa

Autorizzazione dcl Trii. di Milanon. 144 del 14 aprite 1982

Associato allaUnione Stampa Periodica Italiana

La carta di (baie Consumo salva gai alberi e noninquina rariti quando Acne prodotta. cana ecologica

DALL'INTERNOA curo di Andrea Pertegato

"PROMOZIONECOOPERATIVA"SU ITALIA RADIODallo scorso 31 marzo è iniziata unaserie di appuntamenti radiofonicisettimanali dedicati ai temi di mag-giore attualità per la cooperazione.La trasmissione ha già sentito gli in-terventi di Giancarlo Pasquini, Pre-sidente della Lega nazionale delle co-operative e Mauro Cori, delta presi-denza nazionale.

LA "CESAREPOZZO"PER I BAMBINIDELLA EXJUGOSLAVIASi è svolta presso la Camera del la-voro di Milano, la conferenza stampasul tema: "5000 nomi e cognomi per ibambini della ex Jugoslavia. Un gri-do e un appello al Parlamento e al-l'Europa".La conferenza ha avuto come prota-gonista l'Onorevole Ronzo lmbeni,vice presidente del Parlamento euro-peo, il quale si 4 impegnato di farsipromotore della petizione presentatadai soci della Società di Mutuo Soc-corso "Cesare Pozzo", presso il parla-mento europeo consegnandola perso-nalmente al Presidente del parla-mento.L'iniziativa promossa dalla 'CesarePozzo" ha raggiunto l'obiettivo pre-fissato, ossia raccogliere dei fondiper l'acquisto dei farmaci per bambi-ni leucemici ospitati dal Comune diTrieste e per la ristrutturazione delcampo profughi in provincia di Vene-zia_

COOP MANIFATTURIERE:AUMENTAL'ESPORTAZIONENel '94 le 500 cooperative del comparto industria-le manifatturiero della Lega hanno registrato unfatturato di 3500 miliardi, +1,7 per cento suI '93di cui il 43 per cento realizzato sui mercati esteri.La gestione finanziaria e redditività vede un au-mento degli oneri finanziari, dall'1,4 al 2 per cen-to ma scendono i ricavi che passano dal 7,4 al 5,8per cento. Gli investimenti aumentano del 4,2 percento e per il 1995 si prevede un aumento del 14per cento con una quota del 50 per cento dovutaall'export.Secondo Franco Buzzi, presidente dell'Associazio-ne nazionale cooperative di produzione e lavoro,in Italia occorre dare una base più robusta allosviluppo, favorendo la riduzione del costo del de-naro, altrimenti l'esportazione fondata solo sullasvalutazione della lira conduce ad una ripresadrogata.

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lel medico. Possono infatti creare squilibri simili3. quelli dell'abuso di sale.

ACIDOLegato ad alcune sostanze contenute natural-mente in certi vegetali (per esempio l'acido citri-:o degli agrumi e di altri frutti) oppure dovute aProcessi di fermentazione (come l'acido latticolello yogurt) quando non è troppo accentuato èin sapore rinfrescante e gradevole.3a un effetto stimolante sulla digestione perchéaumenta la secrezione della saliva, dei succhiLastrici e favorisce l'utilizzazione delle proteine,ticuni alimenti leggermente fermentati e quindi

come yogurt, crauti, aceto di mele sono)articolarmente salutari.-iontengono infatti microrganismi benefici per lalora batterica intestinale e inoltre alcune vita-nine e minerali in forma facilmente assorbibile.

AMAROÈ il sapore a cui le nostre papille gustative sono,iù sensibili. Nella maggioranza dei casi suscitama certa avversione, tanto che tendiamo a ad-lolcire con lo zucchero le bevande amare, come il:affè.coincide, talvolta, con la presenza di alcaloidi:he in elevate concentrazioni sono tossici. In al-:uni ortaggi e in alcune erbe officinali (per esem-no carciofi, catalogna, genziana, ruta, ecc.) sonoiresenti sostanze amare aromatiche dotate diProprietà digestive, aperitive, tonificanti e depu--atrici del fegato sfruttate nella preparazione diliversì medicamenti naturali e di alcune bevan-leLa verdura con un leggero gusto amarognolo èda considerare salutare, soprattutto quando si

soffre di problemi epatici e circolatori.

PICCANTEStuzzicante, stimolante, trasgressivo, è spessodovuto alla presenza di spezie dotate di vere oproprie proprietà farmacologiche.Una volta si consumavano cibi molto più speziatidi oggi non solo per esigenze igieniche (la mag-gior parte delle spezie ha infatti proprietà disin-fettanti e rallenta l'accrescimento di eventualimicrorganismi dannosi) ma anche per edonismo.In mancanza di alcolici, caffè e altre sostanzestimolanti le spezie costituivano le uniche "dro-ghe" disponibili e venivano sfruttate per la lorospiccata azione sul sistema nervoso, legata allapresenza dì diversi principi attivi ad azione toni-ca, ipnotica, esilarante, eccetera a seconda dellespezie.Sembra, fra l'altro, che l'effetto leggermente irri-tante dei sapori molto piccanti (con conseguentesensazione di bruciore, quasi doloroso, a livellodella bocca) stimoli la produzione di endorfine,sostanze con effetto antidolorifico, sedativo e ri-lassante simile a quello della morfina (ma moltopiù blando). Le spezie piccanti hanno poi un'al-tra funzione che le rendono tutt'ora una compo-nente fondamentale dei piatti cucinati nei paesicaldi.Favoriscono la dilatazione dei vasi sanguigni pe-riferici e di conseguenza la sudorazione e la di-spersione del calore.Per godere i benefici effetti rinfrescanti e rilas-santi del piccante è consigliabile il peperoncino,che a differenza delle spezie è privo di effetti col-laterali (problemi al fegato, allo stomaco e emor-roidi), anzi, ha benefici effetti disintossicanti epare addirittura favorire la prevenzione di alcu-ni tipi di tumori.

per esempio, a salarepiù del necessario. Lastessa azione possonoavere situazioni emoti-vamente sgradevoliche, fra l'altro, hannoun influsso negativoanche sulla digestionee, attraverso delicatimeccanismi ormonali„possono provocare for-ti squilibri della rego-lazione dell'appetitocon forme di inappe-tenza, o, al contrario,di fame insaziabile.II gusto gioca un ruo-lo importantissimonelle scelte alimenta-ri. Secondo alcuniscienziati è un sensoche si attiva ancoraprima della nascita.Durante i primi 3 annidi vita la sensibilità aisapori è molto più ele-vata che nell'età adul-ta; la bocca infatti è in-teramente tappezzatadi papille gustative,comprese le guance eil palato.Il sapore del latte ma-terno varia a ogni pop-pata, a seconda delladieta della madre, per-mettendoci di fare le

prime esperienze sen-soriali e di conoscere,indirettamente, l'uni-verso alimentare cheappartiene all'ambien-te in cui viviamo. Lecellule che compongo-no le papille gustativesi rinnovano continua-mente (circa ogni 10giorni) consentendocidi recepire 4 saporifondamentali: dolce,salato, acido e amaro.Quanto al piccante, lasua percezione, abbi-nata a una sensazionedi bruciore, sembra es-sere più che altro le-gata all'effetto irri-tante di alcune so-stanze presenti nellespezie e in particolaricibi.II connubio di questiultimi offre la possibi-lità di percepire unagamma quasi infinitadi sensazioni. La per-cezione deI gusto èmaggiore fra i 22 e i 44gradi e decresce con ilfreddo. Viene diminui-ta anche dai cibi trop-po saporiti (salati, pic-canti, ecc.) e dai pasticopiosi mentre è mal-

to elevata a stomacovuoto. A formare lesensazioni gustati vecontribuisce in mododeterminante l'olfatto.Quando mangiamo l'a-ria che espiriamo pas-sa nella parte posterio-re della bocca e tra-sporta con sé parte del-le sostanze presenti nelcibo.Sapore e odore si som-mano accentuandol'intensità del gustoche per questo motivosi percepisce molto me-glio masticando con labocca chiusa.Oltre a questi elabora-ti meccanismi fisiologi-ci la percezione del gu-sto dipende anche dafattori culturali legatiall'ambiente in cui sivive (ricette tradizio-nali, modelli familiarie cosi via) e alle espe-rienze individuali. In-digestioni o intossica-zioni alimentari per e-sempio, provocano,nella maggioranza deicasi, una avversionepermanente nei con-fronti dei cibi che lehanno causate.

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10END0 UN PO' DI RESISTENZA E QUALCHE PUNTA CONSERVATRICE, CON QUALCH

ICROONNON È SOLC

Mhi possiede un forno a microonde lo u-

ggitilizza per lo più per scaldare avanzi,scongelare, cuocere prodotti apposita-mente preparati dall'industria. E difficileadattare la nostra cucina a questo meto-do di cottura elettronica. E la difficoltà èin buona parte dovuta alle caratteristichedel riscaldamento a microonde che nonconsentono di svolgere delle operazioni odi ottenere i risultati attesi. Qualche e-sempio. I cibi risultano lessati e non han-no la crosticina croccante. Se il piatto ècomposto da più ingredienti, non si riescea controllare bene l'uniformità della cot-tura. Non si possono dare indicazioni suitempi di cottura perché la velocità di ri-scaldamento di un alimento cambia infunzione della potenza e del modello diforno, della massa del cibo, della formadel contenitore e della preparazione stes-sa. La velocità di cottura è controprodu-cente per alcuni alimenti: la bistecca di-venta dura, la patata gommosa.A tutto questo si aggiungono un bloccoculturale (non si è disponibili alle speri-mentazioni), la scarsa conoscenza deiprincipi fisici su cui si basa questo tipo diriscaldamento, la paura che il forno a mi-croonde sia "pericoloso" o comunque pocosicuro.Eppure cuocere con le microonde è in al-cuni casi conveniente: si lessano le verdu-re senza alcun liquido, riducendo le perdi-te di vitamine e sali minerali. Il pescenon perde né muta aroma grazie all'ele-vata velocità di cottura. I frutti di marepossono venire scottati rendendoli sicuri,senza stracuocerli né scottarsi le dita atavola I la conchiglia lascia passare le mi-croonde e non viene quindi scaldata). Sicuoce direttamente nel piatto di portatache rimane tiepido. I grassi di condimen-to o presenti nell'alimento non si surri-scaldano e non producono quindi compo-sti poco digeribili. Chi è addetto ai fornel-li non rischia di scottarsi.Ecco allora alcuni chiarimenti sulla suasicurezza e alcuni suggerimenti d'uso.

di Marco Riva eMonica Paolazzi

Le microonde gene-rano modificazionitossiche o cancero-gene nei cibi?La risposta è negativa.Infatti l'energia pro-dotta dalle microondenon è abbastanzagrande da provocaremutazioni poiché nonriesce a rompere i le-gami chimici degli ali-

menti (ad eccezione diquelli deboli a idroge-no). Niente formazionedi composti indeside-rati quindi, anzi daquesto punto di vista ilmicroonde offre mag-giori garanzie di altreapplicazioni alimenta-ri (i raggi ultraviolettie infrarossi, impiegatidall'industria conser-vieral.

La sicurezza micro-

biologica dei cibicotti o scaldati conte microonde.E un problema da nonsottovalutare, special-mente se la prepara-zione è a base di carneo uova. Siccome il ri-scaldamento non è o-mogeneo, il cibo in al-cuni punti risulta cal-do e in altri no, cosic-ché gli eventuali con-taminanti microbio-logici (in genere strep-

tococchi e salmonelle)possono non venirecompletamente di-strutti. infatti vengonouccisi solo dove vieneraggiunta la loro tem-peratura letale, men-tre nelle altre zone vie-ne addirittura attivatala loro moltiplicazione.Questo pericolo si evi-ta effettuando la cottu-ra a cicli, non allamassima potenza, in-terrompendola a inter-

DALLA STAMPA A cura di Luciano Didero

UN MONDO DI TELEDIPENDENTIUSA:DALLE ONDEENERGIAPULITAIl mare come fonte inesauri-bile di energia: se ne parlada anni, ma forse oggi final-mente siamo in grado di tra-durre le ipotesi teoriche inrealtà. Il movimento delleonde dovrebbe "stressare" u-na rete di materiali plasticiformati da cavi e cilindri an-corati aI fondo e sospesi aduna boa in superficie. Inpratica una continua azionedi trazione e rilascio chegrazie alla struttura internadei materiali sarebbe in gra-do di generare energia, inol-tre a costi molto competitivie con pochissima manuten-zione.

Non parliamo del noto problema di quante ore algiorno stiamo davanti alla televisione, ma questavolta davanti al computer, in quanto per molti sta di-ventando il modo di essere dipendenti di una dittalontana, ma in grado di valutare (e retribuire) il no-stro lavoro in tempo reale. Si tratta di una realtà na-ta in USA, ma in grande sviluppo in Europa, nellaquale i "telelavoratori" sono ormai dieci milioni. La-vorare grazie al computer associato al telefono com-

MA CHE CALDO FAÈ memoria recente che l'inverno scorso "non c'è stato",e così per molti degli ultimi anni• si ha cosi una perce-zione anche personale, forse eccessiva, del fatto che latemperatura della terra sta aumentando. Le notizie digrandi masse di ghiaccio che si staccano dall'Antartideconfermano una ipotesi che sembra ormai verificatasul piano della tendenza a lungo termine, e Ia causaprincipale è rappresentata dall'uomo e dalle sue atti-vità, in particolare il consumo di energia. L'effetto ser-ra che sì crea è un fenomeno ben noto, rea ora, e inmodo piuttosto preoccupante, se ne comincia a rnisu-

porta notevoli vantaggi per tutti i soggetti coinvolti:l'azienda spende meno per ottenere "il prodotto" (fino•al 50 per cento in meno), il lavoratore se ne sta como-damente a casa sua, senza stress da orari di lavoro(si può gestire liberamente il proprio tempo) e senzaore di pendolarismo quotidiano. Inoltre, è un modo dilavorare anche ecologico: meno spostamenti, menotraffico e meno inquinamento sono strettamente cor-relati.

rare i possibili effetti anche sul nostro paese: gli scien-ziati parlano di una "situazione catastrofica' che ve-drebbe l'Italia spaccata in due, con un nord dal tempoinstabile, umido e piovoso, e un centro-sud riarso, qua-si una appendice africana. I mari crescerebbero di unaventina di centimetri. E l'acqua salata potrebbe inva-dere le falde acquifere, rendendole non più idonee peril consumo e per l'irrigazione: l'immagine è Franca-mente allucinante, ma ad ogni cittadino sta di fare lasua parte, consumando meno energia, consumandolain modo più intelligente e razionale.

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IL NUOVO MODODI CUOCERE ÈCONVENIENTE,NON GENERAMODIFICAZIONITOSSICHE OCANCEROGENE

NEI CIBI, NONFORMA COMPOSTIINDESIDERATI.LE GARANZIE.QUALCHESUGGERIMENTOD'USO

valli regolari per di-struggere i microrgani-smi che nei frattempopossono essersi molti-plicati. Inoltre se si ri-spettano i cosiddettitempi di riposo, cioè gliintervalli tra un irrag-giamento e l'altro, latemperatura sì distri-buisce in modo unifor-

me in tutto l'alimento.Molto importante è an-che la potenza del for-no: deve essere almenodi 600 Watt.

L'interazione tra ali-mento e materialecon cui è a contatto.Il vetro pirex, la cera-mica, la porcellana e i

materiali plastici an-che abbinati a carta ecartone, sono i più in-dicati per questa tecni-ca di cottura: sono tra-sparenti alle microon-de o le assorbono inmodo irrilevante. Mamentre i primi sonoassolutamente "inerti",i materiali plastici so-

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MOSCENZA DEI PRINCIPI FISICI L'ELETTRO~RA IN CUCiN

no sospettati di cessio-ne di componenti e-stranei all'alimento. Ilconsiglio è di leggereattentamente le istru-zioni d'uso dei prodotticonfezionati e attener-si a queste.Da non usare i filmplastici che servonoper ricoprire e conser-vare: a contatto dell'a-limento possono rila-sciare dei componentidurante il riscalda-mento, soprattutto seil cibo contiene alcool ograssi in quantità file-vanta.Di accertarsi che i con-tenitori di plastica sia-no idonei alle microon-de scartando quelli chenon riportano sul retroo sul fondo alcuna in-dicazione in proposito.Ecco infine alcuni e-sempi o meglio sugge-rimenti d'uso persfruttare le caratteri-stiche fisiche del ri-scaldamento a micro-onde superando i fatto-ri controproducenti.

Elevata velocità diriscaldamento/tra-sparenza verso ve-tro, ceramica e ma-teriali plastici.Scaldare il latte delbambino direttamentenel biberon o nella taz-za in pochissimo tem-po. La tettarella e ibordi della tazza ri-mangono freddi, il lat-te si scalda in modo o-

mogeneo senza forma-re coaguli, l'operazioneè condotta senza usarepentolini o contenitori.

Omogeneità degli ef-fetti di riscaldamen-to/automatismo del-la cottura.11 risotto 'sgranato", Ilsoffritto si prepara inmodo tradizionale inuna pirofila. Si ag-giunge il riso, Io si ba-gna con il vino che sifa evaporare. Si ag-giunge una quantità dibrodo doppia di quelladel riso.Si mette nel microondee si cuoce per metà deltempo tradizionale,senza rimestare. Si in-terrompe la cottura, sirimasta e si aggiungela stessa quantità dibrodo di prima, si ri-mette in forno e si con-tinua la cottura senzaaltro intervento. Sitermina a piacere, ag-giungendo zafferano,formaggio o altro. Il ri-sultato è un risottocotto in modo omoge-neo che quindi non in-colla, con i chicchi in-tegri e croccanti (senzail rimescolamento con-tinuo non ci sono dan-ni meccanici). Non siguadagna tempo per-ché la cottura avvieneattraverso il brodo, maintanto si è liberi di fa-re altro.

Differente riscalda-

mento in funzionedel contenuto ín ac-qua.II soffritto-non soffrit-to. Aglio, prezzemolo,peperoncino, basilico,rosmarino, salvia e ci-polla riscaldati in oliorilasciano violente-mente i loro aromisenza che l'olio si sur-riscaldi.Infatti Ie microondevengono potentementeassorbite dagli alimen-ti con acqua e non daquelli con grassi. Il ri-sultato è un olio aro-matizzato in cui vienetrattenuto integro l'a-roma naturale.

Profili programmatidi riscaldamen-to/cottura.II roast beef (e altri ti-pi di carne e il pesce),Se la carne viene mas-saggiata con sale e poicotta nel microonde siottiene una rapida cot-tura (1 kg di carne -circa 15 minuti), conformazione della cro-sta e cottura via viameno intensa verso ilcentro.Il sale penetrato neiprimi strati modifica lecaratteristiche fis ichecon conseguente vio-lento assorbimento lo-cale e rallentamentodel riscaldamento ne-gli strati interni. Lamaggiore velocità dicottura consente ditrattenere gli aromi.

ALDARE

DALLA COMUNITÀ EUROPEA A cura di Vera Squorciaiupi

SERVIZI PUBBLICI: I DIRITTI DEI CITTADINISI GUARDACON INTERESSELA STRADADELL'OMEOPATIAIl problema delle medicine cosiddet-te "alternative" sarà approfonditoda un gruppo di parlamentari dìtutti i 15 Paesi dell'Unione euro-pea che vogliono così tener contodel crescente interesse per l'omeo-patia, la medicina cinese ed altrisistemi di cura e di prevenzionealternativi o complementari.Ma piuttosto che parlare di medi-cine si parlerà di terapie, finoratenute sempre in scarsa conside-razione dalle varie legislazioni na-zionali con la conseguenza che imedici e gli ammalati non sonomessi in grado di prescriverle e diutilizzarle nel pieno delle loro po-tenzialità.

"E giunto il momento di fare in modo che gli utenti sianoprotetti nel settore dei servizi quanto i consumatori lo so-no in quello dei prodotti di consumo". Cosi si è espressaEmma Bonino, commissario europeo per la protezione deiconsumatori, durante un seminario europeo sui servizipubblici organizzato a Bruxelles. La difesa degli interessidegli utenti nel settore dei servizi, ed in particolare deiservizi pubblici, sarà infatti una delle priorità dei pro-gramma d'azione della Commissione europea in materiadi tutela dei consumatori. Nel respingere il concetto se-condo citi per essere pubblico un servizio deve necessaria-mente essere affidato ad un pubblico monopolio, è statoaffermato che le pubbliche autorità possono regolamenta-re la qualità delle prestazioni dei servizi pubblici anche se

Autori e compositori europei chiedono con urgenza aia direttivacomunitaria sulla rimunerazione per le copie private delle opere.Nonostante fosse stata annunciata, la direttiva che prevedeva unatassa uniforme sulle rasiiette non registrate non ha avuto seguito.Lo constatano con preoccupazione autori e compositori europei, sot-tolineando che nei 1992 su 700 milioni di dischi venduti nello spa-zio economico europeo, sono stati venduti ben 1.100 milioni di cas-..

tali servizi sono forniti da una o più imprese private inbase a un capitolato e a un contratto di programma. Sonostati infine indicati i diritti fondamentali dei cittadini neiconfronti dei servizi pubblici che sono nell'ordine: sicurez-za e affidabilità, prezzi abbordabili, separazione sistema-tica fra ente regolatore e operatore, informazione traspa-rente per gli utenti, qualità dei servizi in base ad indica.tori pubblicati e controllati da un'autorità indipendente,risarcimento di eventuali danni, nomina di un mediatoreper il settore con poteri vincolanti e poteri d'inchiesta. In-fine la garanzia di dritti speciali per alcune categorie dicittadini più deboli come anziani e invalidi, e l'assicura-zione di un servizio minimo vitale in caso di difficoltà dipagamento.

sette non registrate. La riproduzione a domicilio, infatti, esonera ilconsumatore dal pagamento dei diritti d'autore. Anche li dove esi-stè, la rimunerazione per copia privata è ampiamente inferiore al-l'importo del diritto d'autore nell'opera pm-registrata. ln.fine l'as-senza in alcuni paesi dell'Unione europea della rimunerazione percopia privata e le divergenze fra i sistemi esistenti, creano ostacoliagii scambi e distorsioni alla concorrenza nel mercato unico.

RICHIESTA UNA DIRETTIVA PERI DIRITTI D'AUTORE

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LA POUTKii Dt cotePER L' MENU

G.953 3 - 3i rima

TRACCIARE LA VIAdi Ugo Pinferi

A Grado, dal 29 al 31 marzo 1995, i rappresentantidelle Sezioni soci delle Coop hanno lavorato ad unprogetto impegnativo: stabilire le linee di comporta-mento sui problemi ambientali da parte della piùgrande catena di distribuzione alimentare italiana.Le nostre aziende non hanno atteso questo appun-tamento per fare cose significative in campo am-bientale. Proprio perché cooperative, cioè di pro-prietà di milioni di consumatori che si aspettanonon dei dividendi ma la possibilità di fare la spesanella maniera più conveniente per sé e per gli altri,hanno affrontato, in anni nei quali l'ambiente nonera visto come .il primo problema, la questione deifosfati contenuti nei detersivi. E sono state tempe-stive nell'eliminare dall'assortimento i prodottispray sospettati di danneggiare la fascia dell'ozono.E hanno raccolto un milione di firme per sostenereuna legislazione moderna sull'uso dei pesticidi. Maa Grado i quasi 500 delegati provenienti da ogniparte d'Italia, non si sono soffermati su queste siapur significative esperienze del passato. Non si ètrattato di mettere a punto una nuova cam,pagna,ma di stabilire i riferimenti di un percorso fatto discelte costantemente orientate alla difesa dell'am-biente. Il tema ambientale è uno dei più complessi.Ed è stato affrontato suddividendoi delegati in cin-que gruppi di lavoro: Prodotti a marchio Coop; Pro-dotti in assortimento; Punti di vendita, sedi e logi-stica; Imballaggi e rifiuti; Educazione, formazione ecomunicazione ambientale. Ogni gruppo aveva a di-sposizione una specifica documentazione su quantoè stato realizzato in Italia e nel mondo riguardo altema di lavoro del gruppo. Presidenti di cooperati-ve hanno avuto l'incarico di coordinare i lavori deigruppi; responsabili dei settori tecnici hanno porta-to ulteriori conoscenze. In alcuni gruppi sono ancheintervenuti esperti esterni alla nostra organizzazio-ne. Il compito di raccogliere le indicazioni emersedal lavoro di gruppo è stato affidato a un responsa-bile dei Settori soci regionali o di cooperativa. Sia-mo fatti così. Tutti a chiederci: "Ma quali sono le no-vità emerse a Grado? Quali sono le cose concrete?".Avremmo potuto soffermarci sui flaconi per detersi-vi liquidi a marchio Coop che saranno realizzati inpolietilene riciclato. Oppure sul primo negozio chestiamo realizzando con impianti esenti da gas noci-vi nei circuiti di raffreddamento. Su queste cose ri-torneremo nei prossimi mesi. E anche su altre. Mabasteranno un articolo e qualche fotografia. La veranovità di Grado è stata culturale. La cultura è im-materiale? Si, se la consideriamo esercizio accade-mico della mente senza conseguenze pratiche. Seinvece pensiamo che abbiamo deciso di affrontarecoerentemente non solo l'emergenza ambientale,ma che vogliamo spostare sempre di più il nostro la-voro quotidiano sul fronte ambientale, abbiamo co-struito cose concretissime. E state sottolineato daLoris Perini, responsabile del settore Soci e Consti-matori dell'Associazione nazionale cooperative diconsumatori, e dal presidente dell'Associazione, I-vano Harberini, che essere movimento di consuma-tori che possiede gli strumenti per operare, ci impo-ne di essere all'avanguardia non solo nelle singolecose che facciamo. Nell'essere consumatori respon-sabili nelle loro scelte quotidiane, svilupperemo a-ziende pronte agli appuntamenti europei, al con-fronto e alla cooperazione internazionale.

GRUPP iI PRODOTTIA MARCHIO COOP

Il tema è stato introdotto dalle relazioni di Maga-gni (Coop Italia), Bagni [Coop Italia no-food), Maz-zini (Coop Italia-progetto "Qualità"). Il dibattitodoveva far emergere in particolare una valutazio-ne sulla necessità di approfondire l'impegno di Co-op sulla linea dei propri prodotti a marchio e dei"Prodotti con amore". Vediamo i punti trattati:n Estensione graduale dell'assortimento di que-ste referenze in un'ottica di compatibilità am-bientale.▪ Valutazione suIrecoefficienza dell'intero ciclo divita dei prodotti: materie prime, produzione, di-stribuzione, rifiuti.nAdozione di strumenti come l'ecobilancio, per ladefinizione di un equilibrio tra caratteristiche e-cologiche e realizzabilità economica delle scelteeffettuabili sulle singole variabili applicate allecaratteristiche di produzione: energie utilizzate,livelli di inquinamento causati, riciclabilità equantità dei residui.- Ottimizzazione di un programma di comunica-zione all'interno del punto vendita per garantirealla clientela informazioni aggiuntive rispetto aquelle già descritte sulle etichette.- Garanzie richieste sui metodi di allevamento emacellazione, sui sistemi di smaltimento dei re-fini, sull'eliminazione dei trattamenti chimici diaccrescimento.- Incentivazione e verifica delle produzioni agrico-le biologiche per un eventuale inserimento nellalinea "prodotti con amore", ulteriore riduzione deiresidui su frutta e verdura ed incrementa dell'of-ferta per questo settore.

Lin espelto dell'Assemblea e lo presidenza mentre Loris Ferini rione lo relotiona inlrodueiva

JP0 2I PRODOTTIIN ASSORTIMENTO

Le relazioni introduttive sono state tenute daTommesani (Coop Italia, direttore commercia-le) e Zucchi (Coop Italia, responsabile "Prodotticon amore"). In generale si doveva definire lapreferenza da attribuire a prodotti ecologica-mente più compatibili nell'assortimento a scaf-fale, eliminando quelli pericolosi o nocivi. Ladiscussione si è svolta sui seguenti punti:n Inserimento di criteri di qualità ecologica ne-gli standard precisati dai capitolati di fornitu-ra.- Valutazione sulla applicabilità dei metodiscientifici di misura dell'impatto ambientaleprovocato da produzione, composizione, sicu-rezza, imballaggio dei prodotti.- Come segnalare all'interno del punto venditai prodotti ecocompatibili con la creazione di"zone ecologiche", valorizzandone la presenzacon adeguati sistemi di segnalazione.- Approfondimento delle scelte già perseguitenell'utilizzo di etichettature informative deiprodotti, inserendo note ecologicamente strate-giche, come quelle sulla modalità di smalti-mento e riciclo dell'imballaggio o sulla naturadei trattamenti subiti dai prodotti.- Come saggiare la potenzialità reale del seg-mento di mercato dei prodotti biologici, verifi-cando la capacità di produzione dei quantitati-vi necessari alla grande distribuzione, in mododa definire la possibilità della commercializza-zione di tali prodotti quanto meno in via speri-mentale.

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QUELLO CHE I RAPPRESE_ .z 4,

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AGmrado si è svolta, dal 29 al 31arzo, la VI Assemblea nazio-

nale delle Sezioni soci che ha vistoimpegnati più di cinquecento dele-gati provenienti da ogni regione delnostro Paese nella definizione deicontenuti e delle modalità di attua-zione dell'impegno di Coop sui temi&n'ambiente.E ormai noto, infatti, come tra i fat-

CINQUE GRUPPIDI LAVORO.IN FASE DIELABORAZIONELE RELAZIONIFINALI di Stefania Maggi

DIFLIN

DELL'E DI Ul

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GRUPPOFORMAZIONE, EDUCAZIONE ECOMUNICAZIONE AMBIENTALE

Le relazioni introduttive sono state curate daPasquali (ANCC, Settore Soci), Peruzzi (AN-CC, Settore formazione) e Palombi (ANCC, re-sponsabile comunicazione e immagine). Questele linee sulle quali si è fondata la discussione:n Pianificazione a lungo termine di una validapolitica di educazione ambientale, per orienta-re gli atteggiamenti dei consumatori.- Adozione di adatti strumenti informativi per isoci e consumatori, anche all'interno del puntovendita, e definizione del ruolo delle sezioni so-ci strutturalmente adatte al confronto con l'u-niverso dei soggetti attivi in senso ambientalesul territorio.- Iniziative specifiche dedicate al mondo dellascuola, con il coinvolgimento degli insegnanti edegli alunni, tramite l'attivazione di laboratorisui temi dell'educazione ambientale legata aiconsumi.- Formazione del personale ai diversi livelli,con l'adozione di iniziative ad hoc che servanoda informazione e forte motivazione all'atten-zione da dedicare alle iniziative intraprese.- Collaborazione tra Cooperative e coordina-mento con le associazioni ambientaliste, per u-na politica di alleanze con le autorità istituzio-nali sulle normative già vigenti e sulle misureancora da adottare.- Potenziamento della divulgazione e valorizza-zione dell'impegno assunto da Coop, avvalen-dosi dei mezzi di comunicazione più adatti, pertrasformarlo in uno strumento di vantaggiocompetitive.

Delegali in una pausa dell'Assemblea

Delegali di fronte all'ingresso del Palazzo dei Congressi

NTI DELLE SEAMITFCI HANNO DISCUSSO ALL:AMBLEZIrrAZIONALE DI Galbirl

di politica del consumo che ilvimento cooperativo intendemuovere emerga la tutela del-ibiente concepita non come unaiatica di moda ma come una.stione collegata alle scelte eco-aiche e sociali praticabili per ilessere di tutta la collettività.Ip Lombardia, con la presenza aido di 50 delegati, ha contribuito

ad apportare argomentazioni co-struttive al vivace lavoro svolto neidibattiti di queste tre giornate. Ciòè stato possibile grazie al lavoropreparatorio svolto da tutta la basesociale, riunitasi preventivamentein assemblee appositamente convo-cate sul tema, e che in molte realtàlocali ha coinvolto la preziosa colla-borazione di numerose associazioni

ambientaliste e sensibilizzato l'inte-ra cittadinanza.In attesa di analizzare gli esiti con-'creti dell'Assemblea attraverso lerelazioni conclusive dei lavori, pos-siamo descrivere l'organizzazionetematica dei cinque gruppi in cuisono stati divisi numericamente idelegati presenti per approfondireil dibattito su specifici argomenti.

IABITAT UMANOI IMPEGNO COOP

I DELEGATI LOMBARDICoop Ticino Katìuscia Molla, Cinisello Felice RiccardìCasorezzo Manuela Mancin Como Andreino Paredi

Coop Unione Giuseppe Sbernadori, Como Carmine Vaccara

Piadena Wainer Castelli, Firneo Cormano Torquato Zanirato

CoopAvanti

Loda, Sergio Lodi,Bonaventura Perini,Topolini

CorsicoCremaCremaCremaCremona

Giuseppe MaganiGalmozzi

Giovanni CarioniErnesto Maestrelli

Legnano Sergio Barichello Cremona Costantino VernaschiLaveno Franca Borgogni

COOP LOMBARDIA Lodi Onorato Bravi

Arcore/Villasanta Augusto ErgniniMI-Livigno Maurilio Pogliani

Baggio Ruggero BonalumiMI-Ornato Valeria Malvicini

Baggio Marina OdoricoMuggiò Luciano Di Santo

Bareggio Dario Colombo Navate Erminia Colombo

Bollate Antonio Palaia Opera Savino Gammino

Bonola Luigi Vaj Peschiera Vittorina Masini

Bonola Antonino Lombardo Pizzighettone M. Teresa Vimercati

Bonola Giovanni Giannella Sesto S.G. Ercole ComolliBrescia Luigi Grazioli Soresina Carlo AgazziBrescia Oris Brogi Sesto Bruna LissoniBusto Renata Magni Vigevano Giovanni BelluschiCassano Francesco Siesa Vigevano Ermanno Boiocchi

GRUPPO 3PUNTI VENDITA,SEDI E LOGISTICA

Le relazioni introduttive sono state tenute daChiappo (Inres) e Cuffaro (Coop Italia, respon-sabile logistica).Molti sono stati i punti focalizzati per la di-scussione:II I trasporti: come operare per adottare unaintelligente strategia di integrazione tra siste-mi di trasporto inquinanti, come quello sugomma, •sisterni a minor impatto ambientalecome quello su ferrovia.

Movimentazione delle merci: razionalizzazio-ne dei tempi di giacenza dei prodotti e quindidel flusso delle derrate in entrata e in uscita.- Mobilità del socio-consumatore: quali criteriseguire per la localizzazione dei nuovi puntivendita, per facilitare l'utilizzo di sistemi ditrasporto collettivi.- Impatto ambientale dei punti vendita e dellesedi: valutazione delle implicazioni ambientaliconnesse ai nuovi insediamenti, scelta di adattimateriali edilizi, conciliando possibilmente gliinteressi operativi con un positivo sviluppo deipatrimoni ambientali locali.- Il risparmio energetico: miglioramento dell'i-solamento termico degli edifici, riduzione delconsumo di energia da illuminazione, riscalda-mento e condizionamento, considerando anchela necessità di contribuire alla eliminazionedell'utilizzo dei CFC dagli impianti di refrige-razione.

GRUPIMBALLAGGIE RIFIUTI

11 gruppo è stato introdotto dalle relazioni diRusso (ANCC, Settore Soci) e Pedretti (Coop I-talia, eco-manager). Gli argomenti in discussio-ne erano impegnativi e complessi:, I materiali da imballaggio: come stimolare l'a-dozione da parte dei fornitori di adeguati crite-ri di ecocompatibilità nell'utilizzo di tali mate-riali, puntando su quelli riutilizzabili o ricicla-bili, con una particolare attenzione rivolta allarealizzazione del packaging dei prodotti a mar-chio Coop,- Uso degli imballaggi: riduzione delle quantitàutilizzate per gli imballaggi primari e seconda-ri, standardizzandone possibilmente volumi edimensioni e privilegiando materiali riutilizza-bili nelle tipologie di imballaggi da trasporto.- Recupero degli imballaggi: come impegnarsiper un corretto riciclo degli imballaggi impe-gnati nella distribuzione e nella consegna apunto vendita.- Gestione dei rifiuti: come incentivare lo smal-timento corretto dei rifiuti, sollecitando le au-torità locali o i consorzi attivati in tal senso adun impegno concreto sulla raccolta difTerenzia-ta, punto focale di questo tema, implementan-do inoltre le iniziative per adottare sistemi diriduzione di peso e volume dei rifiuti per otti-mizzare le fasi di trasporto e riciclo.

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klA "CASA DELL'ENERGIA" DELL'AEM A MILANO•

CASA DELL'ENERGIAUn servizio AOT por O rinomata onenetteu

III ta Casa dell'Energia, voluta a Milano dall'AEM1 è a-

naperta da circa un anno. E stata visitata da più diduemila persone, nella grande maggioranza dei casiragazzi delle medie inferiori e superiori. Si tratta di u-na specie di museo-laboratorio d'avanguardia sulletecnologie domestiche che riguardano l'impiego di e-nergia, un percorso a postazioni che simula le situazio-ni di un'abitazione comune ed è in grado di dialogarecon il pubblico e di dispensare consigli pratici, d'im-pianto e d'uso, ad hoc per ogni visitatore. Tutti infattiabbiamo ormai ben chiaro, in linea di principio, che ri-sparmiare energia è importante, sia per le nostre ta-sche che per il bene comune, ma come regolarsi nellapratica? Quale materiale scegliere se stiamo per coiben-tare? Riscaldamento autonomo b centralizzato? Farandare la lavastoviglie è una comodità che si paga ca-ra? Sono alcuni dei quesiti affrontati, tappa per tappa,nel percorso elettronico della Casa dell'Energia, che sa-rebbe utile fosse visitata oltre che dalle classi, dagli ad-detti ai lavori e dai privati cittadini anche dagli ammi-nistratori dei condomini che potrebbero affrontare certeriunioni molto "calde", quando per esempio l'argomen-to è il riscaldamento, con più competenza e aggiorna-mento. La Casa dell'Energia occupa una grande sala

dell'ex-stazione elettrica diPiazza Po, una costruzione dimattoni rossi che prende tuttoun lato della piazza. Vi si ac-cede direttamente dalla stra-da ed è un buon esempio diriutilizzo degli spazi. All'in-gresso l'allestimento acco-gliente, con una grande quin-ta a capanna come i disegnidella casa fatta dai bambini,richiama vagamente certi pa-'diglioni tecnologici che eranola grande attrattiva della ex-Fiera Campionaria. Ma lasorpresa è la densità di dimo-strazioni pratiche che viene of-ferta, si tratta di un gioco in-telligente che rende ancora dipiù se affrontato con una gui-da competente, ci ha introdot-to infatti al percorso France-sco Ferrari, tecnico AEM dele-gato alla Casa dell'Energia.

IL RISPARMIO SI IMPARA

ANDOdi Lucia Boschi

IL PERCORSOLa prima mossa è di coinvol-gere attivamente il visitato-re, non solo offrendogli la ta-stiera di un terminale cherisponde a tutte k domandedi tipo burocratico tra citta-dino e AEM (per esempio co-me risolvere la maggior par-te delle pratiche al telefonosenza mettersi in fila aglisportelli), ma soprattuttocon un computer touch-scre-en, che risponde al tocco sul-lo schermo, e che manda invisibilio i ragazzini abilissi-mi nell'utilizzarlo. In questogioco-test illustrato a fumet-ti un personaggio ci invita avisitare il suo appartamentoe intanto a verificare quantosappiamo usare l'energia.Poco più in là il coinvolgi-mento diventa ancora piùattivo, si tratta di pedalaresu una cyclette per produrrecon la forza muscolare unquantitativo di energia cheviene segnalato su un pan-nello luminoso da 20 a 960Watt. Quale modo miglioredi questo per rendersi contodi quanto costa ricavare e-nergia e quindi quanto siaimportante non sprecarla.

IL RISCALDAMENTOSoprattutto in una città co-me Milano il riscaldamentoè la voce primaria della ssa energetica. Alla Casa del -

l'Energia si parte da lontanoma si arriva ben presto agliesempi che ci toccano tuttida vicino. Dopo un pannelloluminoso che mostra la "viadel metano", dal pozzo e-strattivo al nostro caloriferoe che mette in comparazioneil sistema tradizionale di ri-scaldamento e il teleriscal-damento, un altro pannelloci indica invece la dispersio-ne di calore che si può averein una villetta monofamilia-re o invece in un palazzo:dal tetto alle pareti M vetri.Non si tratta di "sigillare" lacasa ma di razionalizzare l'i-solamento. Sono mostratianche i campioni dei varimateriali di coibentazione incommercio, dalle fibre di ve-tro o di roccia, al polistirenefino al costoso sughero. Evengono indicati per ognunoil miglior utilizzo e il gradodi difficoltà di applicazione,il costo, vantaggi e svantag-gi. Tra i vantaggi, da nonsottovalutare in città, la pos-sibilità di garantirsi ancheun buon isolamento acusti-co. E possibile poi rendereanche 'visibile' il calore. la

sua distribuzione e le sue di-spersioni sulla facciata di u-na casa corna sul corpo di u-na persona. Ci si pone da-vanti ad una speciale teleca-mera a raggi infrarossi e suuno schermo appare la no-stra immagine "calorimetri-ca". "Ma soprattutto è im-portante una buona regola-zione del calore interno dellecase' - avverte FrancescoFerrari -. Considerando chela temperatura invernalemedia di Milano si aggirasui sei gradi la temperaturaottimale per gli interni èventi gradi. Ma le considera-zioni sono ancora molte, peresempio è noto che i pianibassi e i piani alti degli edi-fici sono svantaggiati, anchecon una differenza di quat-tro o cinque gradi, mentre ipiani centralipossono soffri-re di surriscaldamento. Mase già è difficile che si ragio-ni individualmente in termi-ni di investimento per il ri-scaldamento, figuriamoci sesi tratta di fare un ragiona-mento condominiale. Eppu-re esiste la possibilità di unagestione autonoma dellatemperatura pur utilizzandoun impianto centralizzato, èun sistema applicato perlegge in Germania e in O-landa, completamente disat-teso da noi. Perché anche difronte alla prospettiva dispaccare mini e andare in-contro a spese maggiori, l'u-tente italiano preferisce perora la piccola caldaia in as-soluta autonomia. "Questosistema di "riscaldamentointelligente" è mostrato dauna macchina che è prontaa lasciarsi interrogare: in o-gnuno degli appartamentidell'edificio-tipo le trasfor-mazioni sono minime: unavalvola da applicare ad ognitermosifone, i fili sono cana-lizzabili nello zoccolo, e uncronotermostato molto simi-le al punto di comando delletradizionali caldaie domesti-che. La differenza é che que-ste manopole, di regolazione

autonoma del grado di tem-peratura e del ciclo di fun-zionamento, comunicano conuna unità informatica unicaper tutto il palazzo, collega-ta a sua volta con la caldaiacentrale. 11 risparmio per o-gni famiglia, rispetto ad unsistema centralizzato tradi-zionale, può arrivare ancheal 40%. Ogni condominio oinquilino paga dunque se-condo quanto ha effettiva-mente consumato, regola latemperatura secondo le sueesigenze e ha il vantaggio diservirsi di una caldaia sicu-ra, esterna alla sua abitazio-ne. I vincoli sono il rispettodelle date stagionali di inizioe fine servizio e il fatto chedi notte o in caso di parten-za la temperatura viene re-golata costantemente sui se-dici gradi. In futuro la cen-tralina di comando del ri-scaldamento potrebbe essereutilizzata anche come dispo-sitivo d'allarme per le intru-sioni, per le fughe di gas, ec-cetera, ma come ai diceva èun discorso purtroppo moltoa venire per l'Italia".

LAVARE E LAVARSIE nozione comune che unoscaldabagno a gas consumimeno di uno scaldabagno e-lettrico, ma non tutti sa-pranno che il rapporto di co-sto è di I a 3. Quindi, ottem-perando a tutte le norme di'sicurezza come l'aperturaobbligatoria verso l'esterno,è preferibile il sistema a gas.La statistica è entrata nellastanza da bagno e un'altratappa del gioco elettronicodella Casa dell'Energia ce lomostra. Una famiglia mediamilanese, di tre persone, ècalcolato che spenda annual-mente per la doccia, conscaldabagno a gas, circa125.000 lire, con scaldaba-gno elettrico circa 307.000 li-re. Nel caso la nostra fami-glia abbia invece l'abitudinedella vasca da bagno il costosi deve aumentare di 50.000lire, con il gas, e di 125.0^0

lire con l'elettricità,Proseguendo nel nostro per-corso troviamo ad aspettarciuna lavatrice ed una lava-stoviglie. Il modello di lava-trice esposto, anche se rigo-rosamente anonimo, è moltoavanzato, infatti in questocaso il consiglio è proprio i-niziale e riguarda la sceltadi acquisto: sarebbe megliospendere qualche centinaiadi mila lire in più e fornirsidi un modello elettronico ingrado di gestire da sé il ri-sparmio di acqua, energia,detersivo secondo il tipo dibucato e ammortizzare laspesa con l'uso "rispannioso"che ne deriva. Lalavastovi-glie, piccola sorpresa per ca-salinghe e non, permette unmaggior risparmio che il sottoporsi quotidianamente al-la corvée dei piatti nel lavel-lo, infatti la macchina perun carico di otto persone uti-lizza circa venti litri di ac-qua calda, per la stessa ta-volata ci vogliono come mi-nimo 20 minuti di rubinettoaperta a cinque litri al mi-nuto, cioè cento litri di ac-qua calda.

AI FORNELLIIl percorso ci porta di frontead un menu completo di va-rianti dal risotto e le lasa-gne, allo stufato fino allatorta ed è possibile confron-tare diversi metodi di cattu-ra, dalla pentola a pressio-ne, al forno elettrico o a gas,al microonde per sapere diogni piatto quale risulti ilpiù economico. In generale ilforno a microonde risulta un

buon mezzo perché consumamolto ma in tempi moltoconcentrati e permette altritipi di risparmio, come il la-vaggio della pentola e anchedel tempo. Venendo proprioai fornelli viene mostrato ildispositivo di sicurezza eblocco del gas inserito nelpiano di cottura stesso, chedovrebbe diventare obbliga-torio secondo una normativaeuropea. Mentre tutti gli al-tri apparecchi esterni a mu-ro sono sì dei rilevatori di fu-ghe di gas, ma non possonoessere considerati dei realisalvavita perché in caso diguasto degli stessi il gas fuo-riesce indisturbato mentre ildispositivo interno al pianolo blocca in ogni caso.

ILLUMINAZIONEIn un bes in semioscuritàtanti variopinti copricapi in-diani vengono mostrati sottoil getto di diverse sorgentiluminose per rendersi contoad occhio della resa sui colo-ri, inoltre vengono date tuttele informazioni di costo ini-ziale, prestazioni e duratamedia, Naturalmente il con-fronto più agguerrito è tra lalampadina ad incandescen-za e la fluorescente compat-ta con alimentatore elettro-nico, la resa sui colori è pra-ticamente uguale, la notadolente riguarda il costo ini-ziale: la prima costa intornoalle duemila lire, la secondatrentacinquemila, ma si de-ve aggiungere che la incan-descente dura mille ore con-tro le ottomila della fluore-scente. Un altro pannello

mostra come calcolato il co-sto complessivo (costo origi-nale, consumo energetico,durata) la vittoria del ri-sparmio se l'aggiudica lafluorescente. Altro discorsoper le alogene, notoriamentedispendiose e passate un po'di moda anche nell'arreda-mento.

LA BOLLETTAINTELLIGENTEA fine percorso un'ultima ta-stiera cì permette di formu-lare una bolletta elettronicapersonalizzata da mettere aconfronto con la bolletta chepaghiamo correntemente.Facciamo sapere al compu-ter i dati base della nostrafamiglia e della casa e pas-siamo sapere quanto rispar-mieremmo per esempio met-tendo i doppi vetri alle fine-stre o cambiando tutte lelampadine di casa. E possi-bile stampare la propria bol-letta ipotetica e portarla acasa come promemoria delrisparmio energetico.La Casa dell'Energia è unservizio più unico che raro,esiste un esempio simile aSan Francisco, ed è apertoal pubblico, purtroppo nonin orari favorevoli per chi la-vora: da lunedì a venerdìdalle 9 alle 13 e dalle 14 alle17,30. Ci sono però altri mo-di per informarsi personal-mente sull'energia, sulla si-curezza e il risparmio darne-stico, telefonando alla Casadell'Energia stessa Ital.7720.4843 - 4801.31681 Op-pure ascoltando e telefonan-do alla trasmissione "Gas eluce... sì ci dica" appunta-mento settimanale in diret-ta radio: il mercoledì dalle 9alle 10 su Radio Amica, Ra-dio Città di Bollate, RadioMeneghina, Radio MilanoPahnanova, Radio Popolare,Radio Sei Milano. Il sabatodalle 13,30 alle 14 su Nova-radio A, Ogni giorno dalle9,20 su CNR. In diretta TV,il mercoledì dalle 19,30 alle20 su Antennatre. Inoltre laCasa dell'Energia organizzacorsi e seminari, sia per iprofessionisti che per i citta-dini interessati. A maggioper esempio partirà un ciclodi seminari in orario post-la-voro dalle 18 alle 20 sull'au-tocertificazione energetica,l'atto notorio che prossima-mente i Comuni chiederan-no ad ogni cittadino per ve-rificare l'adeguamento allanuova normativa di sicurez-za. 14

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IONTRO DI DELEGAZI DEI MOVIMEOrgiAPPONE, CANA3VSSATFIce:

DEMOCRAZIACOOPERATIVA

GLI SVILUPPI ELE ESPERIENZE.AMMODERNA-MENTI.I COMPITIDEL GRUPPO DILAVORO

di Ugo Pinferi

Nel mese di aprile quat-tro delegazioni di coope-ratori provenienti dalGiappone, Canada, Sve-zia e Scozia hanno par-tecipato ad un incontrocon la Coop italiana nel-l'ambito dei lavori di uncomitato internazionaleche ha lo scopo di appro-fondire il tema della de-mocrazia nelle coopera-tive e di scambiare le é-sperienze in materia dipartecipazione.L'esperienza italiana èstata illustrata da LorisFerini, responsabile delSettore soci e consuma-tori dell'Associazione na-zionale Cooperative diConsumatori.Sono state segnalate leiniziative recenti in ma-teria di elezione dei rap-presentanti dei soci sianei Comitati delle Sezio-ni soci, che nei Consigli

di amministrazione del-le cooperative. Si è ac-cennato a recenti espe-rienze di autocandidatu-ra e a comitati per lapresentazione delle can-didature.Nazareno 'rornassini, re-sponsabile del settore e-conomico dell'Associa-zione nazionale, ha pre-sentato i dati strutturalidella Coop.Renata Ugazzi, del Set-tore Comunicazione del-1'ANCC ha presentatogli strumenti di infor-mazione/formazione chesono in corso di realizza-zione. Si tratta di un'agi-le pubblicazione e di unvideo che verranno im-piegati per fornire le no-zioni sulle caratteristi-che di un'impresa coope-rativa ai nuovi soci atti-vi e al personale dipen-dente.Il signor Masayuky Ya-magishi, presidente e di-rettore esecutivo dellaCo-op Kanagawa, hapresentato l'azienda cheopera nella regione asud di Tokyo.Ha sottolineato difficoltàall'espansione dovute adifferenti norme per o-gni provincia.Riguardo alla partecipa-zione la Co-op Kanaga-wa si è posta l'ambizioso

obiettivo di moltiplicareper dieci il numero deisoci attivi nei prossimianni introducendo inno-vazioni che sblocchino u-na situazione nella qua-le i cooperatori, preoccu-pati di mantenere so-prattutto l'armonia, evi-tano posizioni e candida-ture contrapposte.Inoltre la complessa ge-rarchia di rappresentan-za non favorisce la pro-mozione dei giovani.Il signor Yamagishi ha i-noltre riferito sui danniprovocati dal recenteterremoto nella regionedi Kobe, sede di un'im-portante cooperativa edella scuola nazionaledella cooperazione. Hasegnalato il contributovolontario di assistenzache le altre cooperativehanno immediatamentemesso in atto. Rimane o-ra l'opera di ricostruzio-ne.La signora Leslie Brow-n, del Dipartimento diSociologia dell'Universi-tà Mount St. Vincent diHalifax, Nuova Scozia,ha illustrato i notevoliproblemi di autofinan-ziamento per l'avvio diun punto di vendita diquesta grande regione anord degli Stati Unitiche va dalle sponde a-

tlantiche al Labrador.Per garantire l'avvio diun punto di vendita sitratta dì trovare in anti-cipo sull'apertura del su-permercato l'impegno aversare a rate 700 dolla-ri canadesi (quasi unmilione di lire) da partedi almeno mille soci.Ne deriva un attacca-mento alla cooperativaalmeno proporzionatoallo sforzo economico.Anche qui ci sono diffi-coltà amministrative: u-na cooperativa può agiresolo nella sua regione.Per i rapporti tra i socic'è la difficoltà creatadalle grandi distanze.I soci della Scottish Co-op hanno anche lorograndi difficoltà a riu-nirsi. In particolarequelli che stanno nelle i-sole Ebridi, Shethland eOrcadi (queste ultimesono più vicine alle costenorvegesi che a quellescozzesi).Il signor lain MacDonal-d ha annunciato l'avviodi una sperimentazioneche si avvale dei servizidi teleconferenza fornitidalla locale Telecom.La riunione mensile deiresponsabili delle sezio-ni soci si svolge attra-verso il telefono a piùvoci e potrà eventual-

mente estendersi all'usodel video-telefono.Il signor MacDonald haanche illustrato il gran-de sforzo di ammoderna-mento della rete com-merciale e il grande si-stema elettronico cen-tralizzato che gestisceamministrativamentetutte le cooperative rea-lizzando una riduzionedi costi notevole.Il signor Sven-Ake Bookha illustrato la situazio-ne svedese. Questagrande esperienza coo-perativa sta attraver-sando un periodo digrande difficoltà.Dopo anni di un ruoloprimario (quote di mer-cato comprese tra il 20 eil 40 per cento) le coope-rative non sono riuscitea cogliere la domanda dirinnovamento sociale edeconomico che stava e-mergendo nel paese.Di fronte a gravi neces-sità di bilancio da partedi alcune cooperative inuna prima fase si è ri-corso alla solidarietà tracooperative.Dopodiché si è provve-duto ad alienare granparte delle attività indu-striali (le cooperativepossedevano aziende cheproducevano alimenti eaziende di servizi).

È stata inoltre costituitaun'unica azienda cheraccoglie il patrimoniodelle cinque maggiori co-operative.Per le cooperative chenon hanno aderito aquesta grande fusioneper il momento riman-gono uguali condizioniper gli acquisti e i servi-zi in comune.Un aspetto ulteriormen-te preoccupante è che,ha riferito il signor Bo-ok, i soci non sono statipienamente coinvolti inqueste operazioni e nonhanno la piena consape-volezza delle difficoltàLe delegazioni hannopoi proseguito il lorosoggiorno recandosi o-:vana presso una singo-la Coop italiana per ap-profondire la conoscenzadelle nostre realtà.Come avete potuto co-gliere da queste brevisintesi non si è trattatodi un incontro formale. Icontributi sono statifranchi e tesi a sottoline-are più le carenze chenon i successi di parteci-pazione, che pure ci so-no.Il gruppo di lavoro nontermina qui i suoi com-piti. Speriamo di poterviriferire i progressi tranon molto tempo.

LialssZmuLIONE,CQN.ADESIONE COOP, PER RE PRO EyWalfiiii~fale.

PICCOLI PRODUTTORIDEL SUD DEL MONDODa anni numerose as-sociazioni religiose elaiche hanno avviatoun rapporto diretto coni piccoli produttori delTerzo Mondo per con-sentire loro di ricavareun prezzo adeguatodalla loro produzione a-gricola.E doveroso ricordare illavoro svolto da CTM,Cooperazione TerzoMondo, e da altre asso-ciazioni quali Commer-cio Alternativo, Botte-ghe del commercio e-quo e solidale, Fratellidimenticati, Acli, Arci,e tante altre ancora.In particolare CTM hainsistito per lungo tem-po per una diffusione diquesti prodotti (soprat-tutto caffè, miele, zuc-chero) nella grande di-stribuzione. Il rapportocon Coop per anni si èconcretizzato nel fattoche Coop Industria, l'a-zienda del nostro movi-mento che lavora il caf-fè e altri prodotti amarchio Coop, procedealla torrefazione e allaconfezione del caffèCTM.

Alcune cooperativehanno poi tentato alcu-ni esperimenti di intro-duzione di alcuni pro-dotti provenienti dascambi diretti ed equi.Ma sino ad oggi nonsiamo stati in grado difar entrare stabilmentequesti prodotti nel no-stro assortimento.I motivi sono stati tan-ti. La nostr'a dimensio-ne richiede interlocuto-ri che possano garanti-re grandi quantità diprodotto. È poi nostrodovere garantire aiconsumatori una co-stanza di qualità, e l'e-sperienza ci insegnache è necessaria unastruttura esterna chefornisca controlli e ga-ranzie.

TRANSFAIRE UN

-GRANDEPASSO INAVANTICome Coop abbiamosubito chiesto di poterfar parte di questa nuo-

va organizzazione chesi chiama TransFair edè operante in molti pa-esi da più di due anni.Con grande interesseavevamo seguito un al-tro marchio, Max Ha-velaar, che opera in O-landa e in Svizzera. Ledue cooperative svizze-re, Coop e Migros, dueanni fa hanno messo invendita un caffè marca-to Max Havelaar e ilsuccesso è stato notevo-le. Oggi questo caffè haconquistato il 4 percento delle vendite.In paesi quali Austria,Germania, Canada,Giappone, Lussembur-go, il marchio di garan-zia si chiama Tran-sFair.Oggi esiste anche unTransFair Italia. Suocompito è quello di pro-muovere, organizzare,controllare e garantireil rapporto con i piccoliproduttori. La commer-cializzazione non faparte della sua attività.Stiamo lavorando peravere al più presto neinegozi Coop un caffècon questo marchio.

QUAL ÈIL PREZZOEQUO?Stiamo parlando di pic-coli produttori che nonriescono ad accedere acondizioni accettabili almercato internazionaledelle materie prime.Sono agricoltori checercano di vivere del lo-ro lavoro, rifiutando dilavorare nelle grandi a-ziende, molto spessocacciati in territori lon-tani dalle vie di comu-nicazione e dai mercati.Per limitarci alla situa-zione tipica dell'Ameri-ca Centrale, si tratta diagricoltori che realizza-no redditi lontani dallasopravvivenza: pochecentinaia di dollari al-l'anno!Eppure i loro prodottisono spesso di ottimaqualità, in molti casisono ottenuti senza ri-corso a prodotti chimi-ci.Ma il nostro agricoltoredeve caricarsi in spallail suo sacco di caffè,camminare per decine

di chilometri per arri-vare in un luogo doveun autocarro raccogliequeste piccole produ-zioni. Non ci sono infor-mazioni attendibili sulprezzo di mercato, ilcompratore fa un'offer-ta che è impossibile ri-fiutare. Se l'agricoltorenon vende, deve ripor-tarsi il caffè a casa enon saprebbe a chi altrioffrirlo.Il prezzo equo è quelloche riconosce i costi diproduzione. E ovvio cheil piccolo produttore hacosti maggiori di unagrande azienda agrico-la. Oltre al costo di pro-duzione gli viene rico-nosciuta una percen-tuale maggiorativa perfavorire gli investimen-ti.Ma il prezzo non è tut-to. Se i pagamenti av-vengono dopo molti me-si l'agricoltore non è ingrado di provvedere al-le nuove semine se nonricorrendo al credito.TransFair garantiscel'accredito del 50 percento al momento del-l'acquisto, e il paga-

mento totale al ricevi-mento della merce daparte del distributore.In sostanza nella cate-na commerciale tradi-zionale al produttorerimane solo il 2-3 percento del prezzo finalepagato dal consumato-re. Nel "commercio e-quo" il 27-28 per centodi quanto paghiamo almomento dell'acquistodel pacchetto di caffèva a] produttore.

NON SOLOCAFFÈLa stessa operazione èpossibile con altri pro-dotti di largo consumoquali lo zucchero e il tè.A livello internazionalesono già 500.000 i pic-coli produttori coinvol-ti, distribuiti in 13 pae-si del Sud del mondo.Oggi il commercio equorappresenta in Italia16 miliardi di fattura-to. Ma l'istituzione diun marchio di tuteladovrebbe favorire unarapida crescita del girodi affari.

U. Pi.

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ORSO' TE7573W197 60N LO STESSO SUCCESSO-DEL PREI

COINVOLTI IGIOVANI:PIU DELLA METADELLE PROPOSTEARRIVATESONODI STUDENTI.TANTE IDEE.I PRIMI DIECICLASSIFICATI.E ORA PREPARIAMOLA FESTA OPERAZION E

Dopo il successo del concorso di ricet-te "Buona e sana" proposto lo scorso

anno, abbiamo rilanciato l'iniziativa conl'intento di coinvolgere nel gioco anche ipiù giovani. Per questo motivo abbiamoscelto un tema che li interessa partico-larmente: la merenda.di Carla Barzanò

LE VOSTRERICETTEL'operazione è riusci-ta: fra le numerose ri-cette arrivate in reda-zione più della metàsono di studenti.Hanno proposto le lorospecialità, consolato-rie, immaginiamo, intanti faticosi pomerig-gi di studio, bambini eragazzi dalle elemen-tari all'università.Diverse classi hannopartecipato mandandouna o più ricette spe-rimentate insieme.Le idee sono tante: bi-scotti integrali oppureai diversi cereali, dol-cetti da realizzare concioccolata e, più diete-tici, con yogurt e varitipi di farina, torte al-la frutta, leggerissimee rapide da preparare,fantasiosi panini im-bottiti, focacce. Fra isapori predomina ildolce.Alcuni hanno suggeri-to soluzioni divertentiper il trasporto e ilconsumo delle variespecialità all'aria a-perta.Altri hanno aggiuntocommenti curiosi. Unvalido contributol'hanno dato mamme enonne spedendoci al-cune delle migliori ri-cette del loro reperto-rio.Nella maggioranza deicasi si tratta di propo-ste equilibrate dalpunto di vista dieteti-co, oltre che molto ap-petitose, semplici (co-me del resto vuolel'occasione alimenta-re) ma decisamentecreative, per lo più i-nedite.Comprese quelle pro-poste dai più giovaniche hanno sfoderatofantasia e una inso-spettabile competenzaculinaria.Nelle loro ricette gliingredienti combacia-no perfettamente, idosaggi sono adeguati,le spiegazioni chiare edettagliate.Certo i suggerimentidi familiari e inse-gnanti avranno gioca-to il loro ruolo ma facomunque piacere chenonostante il successodelle merendine pre-confezionate resti an-cora tanta voglia di

giocare e sperimenta-re in cucina. Fra letante proposte abbia-mo scelto un gruppo diricette.I vincitori, a pari me-rito, sono dieci (5 piùdello scorso anno). Vo-lutamente lo spaziomaggiore è stato con-cesso ai giovanissimiperché a loro, soprat-tutto, era dedicata l'i-niziativa.Speriamo che gli adul-ti non se ne abbiano amale.

PERCHÉW LAMERENDA"Merenda", dal latino"merere", meritare:un'occasione alimen-tare particolarmentegradevole, utilizzata,una volta, per ricom-pensare la fatica dellavoro in campagna.Esigenze e stili di vitasono cambiati ma lesue piacevoli e rigene-ranti potenzialità re-stano sempre le stes-se.La merenda aiuta adistendersi, a creareuna pausa piacevoledurante le ore di giocoo di studio, ammorbi-disce i momenti piùstressanti di lavoro.I pregi della merendasono stati rivalutatianche dal punto di vi-sta scientifico.Sembra infatti che di-stribuire il cibo in 4-5pasti quotidiani favo-risca la digestione e ilmantenimento dellagiusta concentrazionedi zuccheri nel san-gue, migliori il rendi-mento fisico e menta-

le, conservi un buontono dell'umore (attra-verso una delicata re-golazione neuro-ormo-nale) e infine assicuriil miglior funziona-mento del metaboli-smo, quindi l'utilizza-zione ottimale deiprincipi nutritivi e laprevenzione del so-vrappeso.Certo i "fuori pasto",merenda in testa, nondevono diventare ilmotivo dominante del-le abitudini alimenta-ri ma soltanto il com-plemento di una dietaequilibrata.I pasti principali, pri-ma colazione compre-sa, con i loro ingre-dienti indispensabili(pasta, latticini, frut-ta, verdura) hanno laprecedenza, come vuo-le la cultura mediter-ranea.Una volta rispettatoquesto criterio fonda-mentale la merendapuò entrare a pienodiritto nelle consuma-zioni quotidiane, enon solo dei giovanis-simi.La tradizione anglo-sassone, del resto, in-segna. Anche i più az-zimati uomini d'affariquando scocca la fati-dica ora del tè si con-cedono inesorabilmen-te una pausa.

LAMERENDAIDEALE E...Cosa scegliere per lospuntino?Come "fuori pasto" lamerenda sfugge ai ri-tuali d'obbligo perpranzo e cena, consen-

te di utilizzare unagamma infinita dicombinazioni, di sbiz-zarrire la fantasiasoddisfacendo gola ecuriosità gustative.Per i giovanissimi è u-na forma di consumoparticolarmente gradi-ta: rende possibile latrasgressione dei ca-noni dietetici impostida scuola e famiglia.Certo, c'è il rischio diesagerare. Occorronogli stimoli giusti.A partire dagli ingre-dienti resi oculata-mente disponibili nel-la dispensa di casasenza inutili "morali-smi dietetici" (per e-sempio quello di proi-bire dolci e merendi-ne) che tolgono ognislancio di sperimenta-zione.La possibilità di pre-parare da soli è co-munque indispensabi-le per conoscere il ci-bo, e non c'è occasionemigliore della meren-

da per iniziare a farlo.La merenda ideale de-ve essere leggera, cioèfacilmente digeribile enon eccessivamentericca di calorie, in mo-do da non rovinarel'appetito e fornireprincipi nutritivi "vi-tali" come vitamine esali minerali, per con-tribuire a bilanciarel'apporto quotidiano diqueste sostanze.La cosa migliore, èpreparare una meren-da personalizzata, o-gni giorno diversa,

sfruttando materieprime semplici comepane, frutta, formag-gio, yogurt, eccetera.Così oltre alla gioiadella varietà, si è ob-bligati a una salutaree rilassante interru-zione delle altre atti-vità, si gusta fino infondo il momento delconsumo del cibo, lon-tano dalle ammaliantionde televisive che au-mentano notevolmen-te il rischio di non sa-persi regolare con laquantità. Un'ultimaconsiderazione per gliamici dell'ambiente:occhio agli imballaggi.I migliori sono quellirealizzati con materia-li riciclatili come car-ta e vetro, che nonvanno comunque mailasciati in giro.E le merendine pre-confezionate? L'indu-stria alimentare hamesso a punto prodot-

ti calibrati da nutri-zionisti, che consuma-ti in quantità modeste(ovvero un pezzo algiorno) non dovrebbe-ro causare squilibri a-limentari. A loro sfa-vore c'è da dire che lemerendine diminui-scono la possibilità dimanipolare diretta-mente il cibo (espe-rienza fondamentaleper imparare a cono-scere, dosare gli ingre-dienti e adattarli alleproprie esigenze).Inoltre la loro facilis-sima utilizzazione (egli incentivanti gad-get) rischiano di favo-rire gli abusi.Senza contare che illoro sapore, gradevolema standardizzato,non è l'ideale per unaadeguata educazionedel gusto.Ben vengano quindi leproposte culinarie deinostri lettori: giovanie meno giovani.

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UNA TRA LE DIECI' Pubblichiamo una delle dieci ricette

prescelte a pari merito come esempiodell'elaborazione affidata alle nostreesperte Carla Barzanò e Piera Cave-naghi. Per ora tralasciamo la legendache invece comparirà nel prossimo nu-mero del giornale con la pubblicazionedelle ricette prescelte.

MERENDA DEL CONTADINOFrancesca Gambera / MonzaCalorie per porzione 259

Ingredienti per 1 persona: 2 fette di pane pugliese, 1 cucchiaio dizucchero, 2 cucchiaini di olio d'oliva extra vergine.

Preparazione. Fate tostare le fette di pane pugliese, da ambedue leparti, sulla bistecchiera (senza farle annerire). Quando sono croccanti, eancora ben calde, ungetele entrambe, da un solo lato, con l'olio, frizionan-do con il dito (pulito) in modo che s'impregni bene la mollica. Spolverizza-te il lato precedentemente unto con lo zucchero e unite insieme le due fet-te, dalla parte zuccherata.Mangiatele caldissime, accompagnate con un bicchiere di latte fresco.

Consigli particolari: volendo si può preparare senza arrostitura, pur-ché la mollica sia morbida.

%ORIrancio.

semplicissima e gustosa. Abbinatela a una spremuta d a-

3

Spiedini Colorati* PREMIO FANTASIA

Panino alla bananaPREMIO SEMPLICITÀ *

I quadratini di Marina"PREMIO SPECIALE(La più giovane concorrente)

Focaccine di bosco* PREMIO TRADIZIONE *(la ricetta più tradizionale)

Panini pazzerelli* PREMIO RICETTA INSOLITA *

Mela festaiola* PREMIO LEGGEREZZA*

AdultiDolcetti di nonna Adalgisa

PREMIO ORIGINALITA*

Pandolce all'uva* PREMIO IMPEGNO *

Merenda del contadinoPREMIO RICETTA CURIOSA *

Classe W A T.P.Scuola elementareVia Cornicione 20026 - Novate Milanese

Luca Rinai diVia Gramsci, 1 - Vigevano (Pv)

Marina Perna (anni 6)Via Cristo Risorto, 28Cassano d'Adda

Leonardo Magnani (anni 18)Vía Alfieri, 23Vigevano (Pv)

Serena SaviniVia Gravellona, 50Vigevano (Pv)

Edoardo PorroVia Isella, 30/6 - Gambolò (Pv)

Adalgisa PiniVia Giotto, 8 - Cantù

Angela GirolaVia Varesina, 34Lurate Caccivio (Co)

Francesca GamberaVia 4 Novembre, 20 - Monza

f-E "RICETTA BUONA E SANA" -"ME MUBBLICITA CHE SPEZZA IL FILM -M

NDA OCCHIO ALLADISINFORMAZIONEE E R

"NON SI INTERROMPEUNA STORIA,NON SI SPEZZAUN'EMOZIONE"HA DETTO FELLINI

DIECI CLASSIFICATI

Ragazzi/ Bambini/ Studenti/ Scuole

di Tito Cortese

Qualche anno fa gli uo-mini e le donne più rap-presentativi del cinemaitaliano, e con loro il me-glio della nostra culturae larghi settori dell'opi-nione pubblica, si mobi-litarono per rivendicareun diritto che appare, alume di buon senso, dif-ficile da contestare: il di-ritto degli autori a nonvedere stravolta la loroopera per far passaremessaggi estranei, e. ildiritto degli spettatori anon subire intromissio-ni nella storia che stan-no seguendo.Quella campagna - ri-volta contro l'interru-zione dei film in tv conraffiche di spot pubbli-citari - ebbe un grandeprecursore, FedericoFellini, e una parolad'ordine molto efficace"non si interrompe unastoria, non si spezzaun'emozione". Ma eral'epoca del Caf, dei Craxie dei Forlani non anco-ra spazzati via daTangentopoli, e la leggeMammì fu il regalo diquella classe politicaall'imprenditore più vi-cino al regime, Berlus-coni, che manteneva co-sì il monopolio della tvprivata nazionale, com-presa la facoltà di im-bottire i film di pubbli-cità, con buona pace deidiritti degli autori e de-gli spettatori.Oggi gli autori di cinemae gli utenti della televi-sione sono di nuovo in-sieme a chiedere che siponga termine alle in-terruzioni selvagge deifilm in tv: ma questa vol-ta a decidere saranno gli

elettori, poiché la ri-chiesta è contenuta inuno dei tre referendumsulla legge Mammì suiquali si votal'll giugno.Con gli altri due quesitiproposti agli elettori, sichiede che il mercato te-levisivo italiano e la rac-colta della pubblicità(che è la risorsa indi-spensabile per qualsia-si impresa televisiva oeditoriale) siano sottrattialla attuale situazionedi duopolio Fininvest-Rai e siano aperti a piùsoggetti, come negli al-tri Paesi moderni, de-mocratici; liberali.Il Sì ai referendum sul-la legge Mammì è dun-que nell'interesse degliutenti della televisione,ma la massiccia campa-gna di disinformazionefatta in questi mesi dal-le reti Fininvest puòaver confuso le idee aglielettori, sicché è oppor-tuno fare un po' di chia-rezza sulle bugie che sisono dette.E vero che i referendumsi propongono di "spe-gnere" Canale 5, Rete 4,Italia I e distruggere laFininvest?E' vero il contrario: le re-ti potranno tranquilla-mente continuare la pro-pria attività e, gestite daproprietari diversi, pre-sentare al pubblico un'of-ferta differenziata, dun-que più varia e più ric-ca, stimolata dalla con-correnza.E il gruppo Fininvest po-trà utilmente impiega-re le risorse ricavate dal-la cessione di due retivia etere in nuove tele-visioni via satellite e viacavo, ampliando così l'of-ferta complessiva al pub-

blico, come avviene intutti i Paesi dove ci so-no norme enti-monopo-lio. Oltre agli utenti -che avranno una mag-giore possibilità di scel-ta - di ciò beneficerà an-che il mercato del lavo-ro, in questo che può es-sere uno dei settori-chia-ve per l'occupazione.Altro che posti di lavoroa rischio, di cui parla lapropaganda berlusco-niana: il Sì al referen-dum vuol dire invece ri-mettere in movimentoun mercato fermo per-ché dominato da un so-lo gruppo privato.Quanto all'altra bugia,secondo cui senza le raf-fiche di spot pubblicita-ri sparirebbero dalla te-levisione i film migliori,basta andare vedere checosa succede di là dei no-stri confini, dove la tvtrasmette gli stessi filmche da noi anche se lalegge vieta le interru-zioni selvagge.Questo perché la pub-blicità in testa e in codaal film, e nell'intervallotra il primo e il secondotempo, può tranquilla-mente sostituire le in,terruzioni a raffica se sipraticano tariffe tali dalimitare l'affollamentodei messaggi e aumen-tarne così l'efficacia.Non per niente i nostrimigliori registi, dal gran-de Antonioni ai più gio-vani, hanno firmato unappello per il Sì a que-sto come agli altri duereferendum.Occhio dunque alla di-sinformazione diffusa da

--chi vuol far prevalere ipropri interessi di bot-tega su quelli della ge-neralità dei cittadini.

Marifrù

Classe III E Scuola media "G. Bussi"* PREMIO EQUILIBRIO*

Via Decembrio, 11- Vigevano (Pv)

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visita. Ad ogni piccolovisitatore ed alle inse-gnanti accompagnatrici,il Centro Sociale Coop diBrescia ha regalato ungioco da colorare, unafiaba, la cui protagoni-sta si chiama "Melinda",e la raccolta di 10 regoleda seguire in ogni pasto.Materiale, quest'ultimo,elaborato dagli allievidella scuola elementaredi Gussago e dalla loro

maestra. Nei 25 giornidi programmazione leprenotazioni per la visi-ta hanno solo parzial-mente soddisfatto le ri-chieste.Un ringraziamento par-ticolare va alla dottores-sa Brancaleoni, del Di-stretto Usl di Codigoroper la collaborazioneprestata al Centro So-ciale.

"MANGIARE È UNA COSA DA IMPARARE"MOSTRASULL'ALIMENTAZIO-NE IN ETAEVOLUTIVALo staff di esperti checollaborano con il Cen-tro Sociale Coop di Bre-scia ha consentito di or-ganizzare una riuscitis-sima iniziativa educati-va sull'alimentazione.Il Distretto Sanitario diCodigoro, distaccamentodell'Unita Sanitaria diFerrara, ha allestito lamostra "Mangiare è unacosa da imparare", pro-pedeutica all'apprendi-mento della corretta ali-mentazione da parte deiragazzi delle scuole ele-mentari, che è stata uti-lizzata presso il CentroCoop dal 16 marzo al Taprile.Testimoniai della mo-stra, che si snoda tra co-lazioni, pranzi, merendee cene, è un simpaticoorsetto antropomorfo.Un videogioco, un filma-to ed un dépliant fannoparte dell'animazionedidattico-alimentare of-ferta alle scolaresche in

CONSCI M BRESCIA/CREMACIM

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CORSI DIECONOMIACOOPERATIVA

SOCI NFORAI BRESCIA - ARCORE - MUGGIÒCASSANO D'ADDA

TUTTII GUSTISONO GIUSTI

Avvio convincente del 2°Ciclo di Corsi di Econo-mia Cooperativa svoltipresso due Istituti Tec-nici Commerciali.Circa 40 allievi di Bre-scia ed oltre 50 di Cre-ma hanno seguito atten-tamente i cicli di lezioni,organizzati da CoopLombardia, sul temadella Cooperazione; seg-mento economico pocosviluppato dai program-mi scolastici anche spe-cializzati.Manager aziendali del-l'Associazione Regionaledelle cooperative di con-sumatori e consulentidel mondo cooperativo,hanno affrontato i variaspetti dell'impresa so-ciale.La concretezza e compe-tenza con cui i funziona-ri hanno affrontato il lo-ro compito è il migliorcatalizzatore per i ra-gazzi presenti. Chi hapartecipato ad un incon-tro ha poi frequentato isuccessivi appuntamen-

Nello foto, unmomento dellalezione

ti con regolarità e note-vole interesse personale.Entrambi i corsi sonoterminati con visite distudio al centro distri-buzione merci di PieveEmanuele, alla sede edall'IperCoop Gran Ron-dò di Crema.

1:1B.

Animatori e qualificatiesperti di alimentazio-ne stanno portandonelle scuole materne, e-lementari e medie, imessaggi che CoopLombardia ha intesopromuovere sulle te-matiche attinenti l'edu-cazione al consumo e lamulticulturalità. Nellescuole materne di Arco-re, le ricette di magoFilippo hanno presoforma, educando e di-vertendo 50 piccoli cuo-

Si è inaugurata a Bre-scia, lo scorso 4 aprile, la5' edizione del CinemaAfricano. Nel filone del-la linea multiculturale esolidaristica seguita daCoop Lombardia questoavvenimento si inseriscea pieno titolo. In tal mo-do si è presentata l'op-portunità di illustrare,con l'apporto tecnico po-litico del professor G.Soncini, da anni impe-

chi. Le collaudate lezio-ni sulla decodifica delmessaggio pubblicita-rio sono state recepiteperfettamente dagli al-lievi e saranno prope-deutiche per futuri la-vori in classe.L'iniziativa Nord-Sudha riscosso un grandesuccesso, questo è me-rito anche della simpa-tia e della professiona-lità di tutto il gruppo dilavoro che si è impe-gnato in questo proget-

gnato in Africa, i proget-ti di collaborazione cuiCoop Lombardia com-partecipa in Niger eBurkina Faso.La sinergia con l'Asso-ciazione 'Seppe Anni"ha inoltre permessol'ampliamento delle col-laborazioni sui valori disolidarietà perseguitidalla nostra Azienda,con scuole e gruppi divolontariato. In tal sen-

to, dagli animatori agliesperti d'alimentazionee anche agli amici col-laboratori extracomu-nitari che hanno datoun grosso contributoalle lezioni.Stupisce favorevolmen-te la quantità delle ri-chieste di interventoche i Comitati Soci ri-cevono da parte delmondo della scuola, e sicercherà di accontenta-re tutti quelli che nehanno fatto richiesta.

so va anche la sperimen-tazione in atto presso l'I-stituto "Pacioli" di Cre-ma, dell'animazioneNord-Sud che muovedalla moda e da principidi commercio equo e so-lidale. Questa iniziativaè specificatamente stu-diata per gli Istituti Su-periori.

Titta RizzoPresidente Comitato soci

di Brescia

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