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Rassegna Stampa di giovedì 29 maggio 2014 SNALS / CONFSAL Il Giornale dell'Umbria 29/05/2014 AGENZIA ENTRATE, PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE DA OGGI Messaggero Veneto 29/05/2014 TRENI, 30 MILIONI PER VELOCIZZARE LA VE-TS Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 29/05/2014 AL VIA 60 NUOVI CENTRI PER ADULTI Avvenire 29/05/2014 DOCENTI DI RELIGIONE, I MOVIMENTI FUORI DIOCESI Avvenire 29/05/2014 SULLA SCUOLA DAWERO TROPPI LUOGHI COMUNI il Gazzettino 29/05/2014 RENZI RIPARTE DALLE RIFORME IN EUROPA PUNTA SU PADOAN Il Giornale d'Italia 29/05/2014 ISCRIZIONI ALLE SUPERIORI, I LICEI AL PRIMO POSTO il Mattino 29/05/2014 Int. a T.De mauro: "COSI' GLI ITALIANI RIDIVENTANO SOMARI" la Gazzetta del Mezzogiorno 29/05/2014 ISTRUZIONE E FORMAZIONE PER IMPARARE IL "MESTIERE " la Gazzetta del Mezzogiorno 29/05/2014 GRIDO D'AIUTO DALL'AFRICA DEGLI ULTIMI SI MOBILITANO SCUOLE E ASSOCIAZIONI Libero Quotidiano - Ed. Milano 29/05/2014 IL COMUNE ALL'ATTACCO "SIGARETTE VIETATE VICINO ALLE SCUOLE" Roma 29/05/2014 PRIMO CIRCOLO DIDATTICO APPROVATO IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE Secolo d'Italia 29/05/2014 SCUOLA: LA CULTURA SI STUDI IN CLASSE, SIGLATO L'ACCORDO TRA I MINISTERI Corriere della Sera 29/05/2014 INTERVENTI & REPLICHE - POLITECNICO DI MILANO: I CORSI DI LAUREA Il Secolo XIX 29/05/2014 FOSSATI: "UNA SCELTA DOLOROSA MA NON AVEVAMO ALTERNATIVA" Il Secolo XIX 29/05/2014 MASSARDO SI PRESENTA: "RIVEDERE ERZELLI E SANITA'" Corriere della Sera 29/05/2014 DAGLI EX 5 STELLE A SEL GRANDI MANOVRE AL SENATO Italia Oggi 29/05/2014 UE, GLI EUROSCETTICI FANNO GRUPPO Italia Oggi 29/05/2014 SCELTA CIVICA HA PRESO LO 0,7% DEI VOTI MA, DENTRO, HA CINQUE CORRENTI DIVERSE Italia Oggi 29/05/2014 BERSANIANI RESTII A VOTARE RENZI L'Unita' 29/05/2014 RENZI ORA VUOLE ACCELERARE RIMPASTO PIU' VICINO Il Giornale d'Italia 29/05/2014 L'EREDITA' DI MONTI: SCELTA CIVICA ALLO SBANDO La Notizia (Giornale.it) 29/05/2014 DOPO IL FLOP EUROPEO LA GIANNINI POTREBBE DIMETTERSI +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 29/05/2014 PA, MOBILITA' E STAFFETTA GENERAZIONALE il Sole 24 Ore 29/05/2014 ISTAT RIPRESA FERMA A 0,6% (SE TUTTO VA BENE) Corriere della Sera 29/05/2014 Int. a M.Livi bacci: "E' LA DIFESA DELLA MANCANZA DI LAVORO E PROSPETTIVE" Corriere della Sera 29/05/2014 LA FRANCIA DA' 7 MILA EURO AI GENITORI CON DUE BIMBI Corriere della Sera 29/05/2014 ORARI ELASTICI E BONUS BEBE': LE VIE DEL WELFARE AZIENDALE Corriere della Sera 29/05/2014 RITIRATA DAI FONDI PENSIONE, 1,4 MILIONI IN MENO la Repubblica 29/05/2014 UN PAESE SENZA PIU' CULLE CON 6 MILIONI DI DISOCCUPATI COSI' LA CRISI CAMBIA L'ITALIA la Stampa 29/05/2014 LA CRISI BLOCCA ANCHE I FONDI PENSIONE Giorno/Resto/Nazione 29/05/2014 FAMIGLIE APPESE AL LAVORO DELLE DONNE Il Secolo XIX 29/05/2014 DIRIGENTI PUBBLICI LA SCURE DI RENZI

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Rassegna Stampa di giovedì 29 maggio 2014

SNALS / CONFSAL Il Giornale dell'Umbria 29/05/2014 AGENZIA ENTRATE, PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE DA OGGI Messaggero Veneto 29/05/2014 TRENI, 30 MILIONI PER VELOCIZZARE LA VE-TS Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 29/05/2014 AL VIA 60 NUOVI CENTRI PER ADULTI Avvenire 29/05/2014 DOCENTI DI RELIGIONE, I MOVIMENTI FUORI DIOCESI Avvenire 29/05/2014 SULLA SCUOLA DAWERO TROPPI LUOGHI COMUNI il Gazzettino 29/05/2014 RENZI RIPARTE DALLE RIFORME IN EUROPA PUNTA SU PADOAN Il Giornale d'Italia 29/05/2014 ISCRIZIONI ALLE SUPERIORI, I LICEI AL PRIMO POSTO il Mattino 29/05/2014 Int. a T.De mauro: "COSI' GLI ITALIANI RIDIVENTANO SOMARI" la Gazzetta del Mezzogiorno

29/05/2014 ISTRUZIONE E FORMAZIONE PER IMPARARE IL "MESTIERE "

la Gazzetta del Mezzogiorno

29/05/2014 GRIDO D'AIUTO DALL'AFRICA DEGLI ULTIMI SI MOBILITANO SCUOLE E ASSOCIAZIONI

Libero Quotidiano - Ed. Milano

29/05/2014 IL COMUNE ALL'ATTACCO "SIGARETTE VIETATE VICINO ALLE SCUOLE"

Roma 29/05/2014 PRIMO CIRCOLO DIDATTICO APPROVATO IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE

Secolo d'Italia 29/05/2014 SCUOLA: LA CULTURA SI STUDI IN CLASSE, SIGLATO L'ACCORDO TRA I MINISTERI

Corriere della Sera 29/05/2014 INTERVENTI & REPLICHE - POLITECNICO DI MILANO: I CORSI DI LAUREA Il Secolo XIX 29/05/2014 FOSSATI: "UNA SCELTA DOLOROSA MA NON AVEVAMO ALTERNATIVA" Il Secolo XIX 29/05/2014 MASSARDO SI PRESENTA: "RIVEDERE ERZELLI E SANITA'" Corriere della Sera 29/05/2014 DAGLI EX 5 STELLE A SEL GRANDI MANOVRE AL SENATO Italia Oggi 29/05/2014 UE, GLI EUROSCETTICI FANNO GRUPPO Italia Oggi 29/05/2014 SCELTA CIVICA HA PRESO LO 0,7% DEI VOTI MA, DENTRO, HA CINQUE

CORRENTI DIVERSE Italia Oggi 29/05/2014 BERSANIANI RESTII A VOTARE RENZI L'Unita' 29/05/2014 RENZI ORA VUOLE ACCELERARE RIMPASTO PIU' VICINO Il Giornale d'Italia 29/05/2014 L'EREDITA' DI MONTI: SCELTA CIVICA ALLO SBANDO La Notizia (Giornale.it) 29/05/2014 DOPO IL FLOP EUROPEO LA GIANNINI POTREBBE DIMETTERSI +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 29/05/2014 PA, MOBILITA' E STAFFETTA GENERAZIONALE il Sole 24 Ore 29/05/2014 ISTAT RIPRESA FERMA A 0,6% (SE TUTTO VA BENE) Corriere della Sera 29/05/2014 Int. a M.Livi bacci: "E' LA DIFESA DELLA MANCANZA DI LAVORO E

PROSPETTIVE" Corriere della Sera 29/05/2014 LA FRANCIA DA' 7 MILA EURO AI GENITORI CON DUE BIMBI Corriere della Sera 29/05/2014 ORARI ELASTICI E BONUS BEBE': LE VIE DEL WELFARE AZIENDALE Corriere della Sera 29/05/2014 RITIRATA DAI FONDI PENSIONE, 1,4 MILIONI IN MENO la Repubblica 29/05/2014 UN PAESE SENZA PIU' CULLE CON 6 MILIONI DI DISOCCUPATI COSI' LA

CRISI CAMBIA L'ITALIA la Stampa 29/05/2014 LA CRISI BLOCCA ANCHE I FONDI PENSIONE Giorno/Resto/Nazione 29/05/2014 FAMIGLIE APPESE AL LAVORO DELLE DONNE Il Secolo XIX 29/05/2014 DIRIGENTI PUBBLICI LA SCURE DI RENZI

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Domande entro il 15 ottobre

Al via 60 nuovi centri per adulti (Iaudio Tutti ROMA

Una opportunità per ac­quisire "anche da grande" un titolo di studio o aggiornare le competenze. Ma anche la possibilità per i cittadini stra­nieri (in età da lavoro) di fre­quentare corsi di alfabetizza­zione e di apprendimento del­la lingua italiana.

Cambiano i corsi di forma­zione serali, con l'arrivo, dal prossimo lO settembre, dei Cpia (i Centri provinciali per l'istruzione degli adulti). Ne partiranno una sessantina in tutt'Italia, con un proprio or­ganico, e ci si potrà iscrivere fino al15 ottobre.

Il direttore degli Ordinamen­ti scolastici del Miur, Carmela Palumbo, ha firmato la circola­re che fissa i primi adempimen­ti e i contenuti dei nuovi percor­si di istruzione riservati agli adulti (che a regime andranno a superare iI sistema attuale che si regge sui Ctp, cioè i Cen­tri territoriali permanenti, e i corsi serali). Nei Cpia si svolge­ranno percorsi di primo livello (per l'obbligo di istruzione), percorsi di secondo livello (per acquisire un diploma di istruzione tecnica, professiona­le o artistica). Ma anche corsi di alfabetizzazione per gli adul­ti stranieri (per arrivare a una conoscenza della lingua italia­na non inferiore allivello A2,). Dove non sarà possibile attiva­re iI Cpia i corsi di istruzione per gli adulti si faranno lo stes­so attraverso i cosiddetti pro­getti assistiti.

Il settore ha numeri piutto­sto elevati: negli ultimi sei anni (2006/2007-2011/2012) sono stati erogati quasi 130miIa corsi di istruzione e formazione, fre­quentati da oltre due milioni di "studenti", e sono stati rilascia­ti più di un milione tra certifica­tVattestati e titoli di studio.

«L'istruzione per gli adulti è una opportunità di riqualiiìca­zione per le fasce deboli e per contrastare iI fenomeno Neet­ha sottolineato il sottosegreta­rio all'Istruzione, Gabriele Toc­cafondi -. E i percorsi si potran­no realizzare anche nelle carce­ri per dare ai detenuti nuove prospettive di reinserimento». Del resto, già la legge Fornero (la n. 92 del 2012) per migliora­re il collegamento tra istruzio­ne, formazione e mondo del la­voro ha previsto la costituzio­ne di reti territoriali, dove sono presenti i centri per l'impiego, le università e i poli tecnico pro­fessionali. Ora entreranno a pieno titolo anche i Cpia, «che dovranno però avere un ruolo di primo piano», ha evidenzia­to Noemi Ranieri della UiI Scuola. L'offerta formativa dei Cpia è molto flessibile (in fun­zione del percorso che si sce­glie) e le domande diiscrizione sono accolte entro iI limite mas­simo dei posti disponibili. È previsto un monitoraggio che verrà effettuato dall'Indire.

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Gli iscritti ai corsi per adulti È stata piuttosto elevata la frequenza dei corsi per adulti negli ultimi sei anni. Afronte di oltre due milioni di frequentanti, sono stati erogati quasi 130mila corsi e rilasciati oltre un milione di certificati e titoli di studio

I disoccupati "formati" Solo nel 2011-2012 hanno frequentato i corsi per adulti 98.584 persone non occupate e 80.447 disoccupati

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Docenti di religione, i Illovilllenti fuori diocesi

previdenza e clero

ono attive da venerdì scorso le procedure per i trasferi­menti dei docenti di religio-

ne, laici ed ecclesiastici, validi per l'anno scolastico 2014-2015. I do­centi interessati hanno tempo fino al prossimo 16 giugno per presen­tare eventuali richieste ai dirigenti scolastici. Il ministero dell'Istruzione ha co­municato (ordinanza 38/2014) che, anche quest'anno, la trattazione delle domande non può essere e­seguita con le procedure automa­tizzate ed è quindi inevitabile ri­correre ad una completa gestione manuale. Le richieste sono consi­derate valide solo se redatte utiliz­zando i moduli allegati all'ordi­nanza ministeriale. Un'eventuale revoca della domanda già inoltra­ta è consentita fino al prossimo 7 luglio.

La mobilità a domanda riservata ai docenti di religione è riferita alla ti­tolarità di cattedra presso una dio­cesi diversa da quella di servizio (mobilità territoriale) oppure al passaggio ad un diverso settore for­mativo (mobilità professionale), purchè in possesso della idoneità richiesta per lo specifico settore. Gli spostamenti all'interno della stes­sa diocesi devono essere invece ri­chiesti entro il mese di giugno e sa­ranno regolati seguendo le norma­li procedure di assegnazione di cat­tedra/posto. Tutti i movimenti so­no attuati in accordo con il relati­vo ufficio diocesano. Titoli e servizi. Per i movimenti dei docenti di religione costituiscono motivi di precedenza le esigenze di famiglia, oltre alla valutazione di vari titoli di servizio (superamento di concorsi, corsi di perfeziona­mento ecc.). Viene ora riconosciu­to anche un punteggio relativo al­la continuità nella sede di servizio. La novità è particolarmente utile per i docenti interamente utilizza­ti in un'altra scuola per insuffi-

cienza di orario di cattedra. Il ministero ribadisce che, ai fini della qualificazione necessaria per l'insegnamento della religione cat­tolica' l'ultimo anno utile per il con­teggio del requisito del quinquen­nio è l'anno scolastico 1985/86. Ruoli regionali. Tutti i docenti, an­che non interessati alla mobilità, devono presentare, entro il prossi­mo 23 giugno, la scheda personale necessaria per stilare la graduato­ria regionale articolata per ambiti territoriali diocesani. r operazione è finalizzata ad individuare even­tuali posizioni in soprannumero ri­spetto all'organico determinato dalla legge 186/2003 istitutiva del­l'inquadramento dei docenti in ruoli regionali. Prestiti Inps. Gli insegnanti inca­ricati con contratto annuale sog­getto a rinnovo sono assimilati a tutti gli effetti ai dipendenti a tem­po indeterminato. A questo si col­lega il diritto dei docenti a fruire dei prestiti pluriennali o dei piccoli prestiti concessi dall'Inps (ex Inp­dap).

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SULLA SCUOLA DAWERO TROPPI LUOGHI COMUNI

ROBERTO CARNERa

ella scuola parlano e scrivono tutti: sociologi, psi­cologi, filosofi, pedagogisti, politici. Ed è giusto che sia così, perché si tratta di un argomento impor­tante, dal forte rilievo civile. Paradossalmente quel­

li che ne parlano meno sono forse gli insegnanti. È stra­no, ma molti sembrano ritenere che i meno qualificati ad affrontare l'argomento scuola siano proprio quelli che vi lavorano. Il fatto di essere lì tutti i giorni non rappresenta un motivo sufficiente perché i docenti vengano interpel­lati, magari quando si tratta di prendere decisioni impor­tanti sulla struttura e sul funzionamento dei percorsi di­dattici, ad esempio quando si decide di varare una rifor­ma: e infatti i risultati si vedono, con riforme (come l'ulti­ma della scuola secondaria) che aumentano i problemi anziché risolverli. Una categoria professionale ultimamente molto interes­sata alla scuola è quella degli scrittori. "La Lettura", il sup­plemento domenicale del "Corriere della Sera", ha di re­cente lanciato un'iniziativa, chiedendo a una serie di nar­ratori (da Paola Mastrocola a Alessandro d'Avenia) di in­tervenire sul tema della scuola. E uno dei nostri più bravi romanzieri, Andrea Bajani, ha da poco dato alle stampe un pamphlet intitolato, provocatoriamente, La scuola non serve a niente (Editori Laterza -la Repubblica, pagine 136, euro 5,90). Bajani non è nuovo all'argomento: nel 2008 a­

Andrea Bajani

Insegnanti frustrati e ragazzi demotivati: spesso superficiali certi approcci alla realtà italiana, come nel caso del reportage narrativo di Andrea Bajani

veva già scritto un reportage narrativo dal titolo Domani non c'è scuola. Ora, forte della sua esperienza di in­contri, conferenze e presentazioni dei suoi libri in diversi istituti della peniso­la, ha scritto un bre­ve saggio, per la ve­rità un po' ondivago e dalla struttura ar­gomentativa non sempre lineare, al quale segue un'ap­pendice (che in realtà occupa quasi i due terzi delle pa­gine) con interventi di altri autori e una serie di tabelle e sta­titistiche sull'istru­zione nel nostro Paese. Il problema dei libri

come questo - e purtroppo anche Bajani, che pure ap-

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prezziamo come narratore, qui non fa eccezione - è che sembrano pretendere di affermare verità definitive sul mondo scolastico, individuando criticità e proponendo soluzioni, a partire da una conoscenza della realtà di cui si discute a dir poco frammentaria e superficiale. Non mancano i luoghi comuni, per cui gli insegnanti sono fru­strati e i ragazzi demotivati. Certo, i problemi nella scuola italiana sono molti, ma da docente faccio davvero fatica a riconoscermi nel quadro dipinto da Bajani. Il quale racconta di insegnanti «voltati a scrivere alla lavagna e lì colpiti a pallettoni con fotoco­pie accartocciate ( ... ) da ragazzi senza libri né quaderni», di professori «che fanno lezione davanti alla porta per im­pedire con il corpo l'emorragia di studenti dall'aula, ( ... ) alcuni di loro girati di spalle, voltati a parlare con i com­pagni, seduti sui davanzali, in ricognizione nei corridoi della scuola, altri con le mani sotto il banco e le dita che cercano a memoria le lettere sopra il touchscreen dello smartphone». Ma soprattutto non mi riconosco e non ri­conosco i miei colleghi in quei poveri tapini aggrappati alle nozioni della propria disciplina come a un tronco gal­leggiante per non affondare nel mare dell'insignificanza e, cosa ancor più grave, indifferenti e incapaci di relazio­narsi con i bisogni più profondi dei ragazzi. Anch'io negli ultimi anni, come Bajani, ho girato l'Italia, da formatore di docenti di Lettere in corsi di aggiorna­mento patrocinati dal Ministero dell'Istruzione. Non ho ancora scritto un libro su questa esperienza, ma intanto posso testimoniare - nelle centinaia di professori che ho incontrato, da Alessandria ad Avellino, da Vicenza a Fi­renze - la professionalità, la passione, l'entusiasmo, il de­siderio di migliorarsi, di apprendere nuove tecniche di­dattiche, di capire cioè in che modo coinvolgere sempre più i propri studenti. Non che Bajani neghi le qualità di al­cuni insegnanti e neppure che esistano tra loro delle ec­cellenze. Ma il quadro generale che esce dalla sua descri­zione appare esageratamente sbilanciato sul versante dei problemi e delle cose che non vanno, falsando cosìla realtà.

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IL GIORNALE D'ITALIA

Iscrizioni alle superiori, i licei al primo posto

Sono 537,242 gli stu­denti che si sono iscrit­ti al primo anno delle

superiori per l'anno sco­lastico 2014-2015, È quanto emerge da un focus con­dotto dal Miur, Di queste, oltre 267,534 hanno scelto un indirizzo liceale (pari al 49,8%), confermando il trend positivo (+0,9 punti percentuali) già avviato nel 2013/14; le restanti iscri­zioni vanno agli istituti tec­nici (30,8%) e agli istituti professionali (19,4%), Scen­dono, invece, le iscrizioni ai Tecnici (-0,4) e ai pro­fessionali (-0,5), Secondo l'analisi, il liceo più gettonato è quello scientifico, con 122,140 ri­chieste di iscrizione (il 22,7% sul totale nazionale), In particolare, i ragazzi scelgono l'opzione delle Scienze applicate in cui prevale l'area scientifico­tecnologica (scelta dal 6,3% degli studenti), men­tre l'indirizzo tradizionale registra un calo di 0,8 punti

percentuali, tuttavia com­pensato dal successo delle sezioni sportive, grande novità per il prossimo anno (4.456 domande), Anche il liceo Linguistico registra un incremento delle pre­ferenze di 0,5 punti per­centuali, con 47.429 iscritti, In leggera flessione, invece, liceo classico, che ottiene il 6% di richieste (erano il 6, 1% lo scorso anno); sal­gono, sia pur dello O, 1%, i licei Musicali e il liceo Ar­tistico, La percentuale di alunni che sceglie di proseguire gli studi seguendo un in­dirizzo liceale supera am­piamente la media nazio­nale nelle regioni del Cen­tro (55,4%), Nel Nord, in­vece, fanno più presa gli istituti tecnici, in particolare nel Nord-Est (36,4%), Re­lativamente ai percorsi pro­fessionali, infine, questi re­gistrano una buona media di iscrizioni nel Mezzo­giorno (21%),

Giorgio Musumeci

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«COSÌ gli italiani ridiventano somari» Tullio De Mauro spiega l'analfabetismo di ritorno: «Regrediamo se il celVello non si allena))

IdaPalisi

taliani popolo di analfubeti, o quasi. Pare che in età adulta si de­teriorino le competenze costruite a scuola, e che la regressione ri­guardi le abilità generali di base: leggere, scrivere e anche far di

conto. A dirlo è la ricerca internazionale Piaac - Programme for the Intemational Assessment of Adult Competencies -un'indagine sui livelli di conoscenza e ca­pacità degli adulti inlettura e comprensio­ne di testi scritti, risoluzione di problemi matematici, conoscenze linguistiche. Dall'inchiesta, che ha interessato un cam­pione di 166milaadulti (trai 16ei65 amli), risulta infatti che all'Italia spetta il primato negativo in Europa peril cosiddetto «anal­fubetismo di ritorno», seguita da Spagna e Francia: la regressione colpisce in modo più grave le popolazioni in cuinon c'è una cultura diffusa del leggere e del tenersi in­fonnati. Questi risultati sono stati presen­tati a Napoli in un seminario organizzato dal professor Emilio Balzano dell'Universi­tàFederico TI, che ha visto la partecipazio­ne di Tullio De Mauro, linguista, professo­re emerito dell'Università di Roma La Sa­pienza, già ministro della Pubblica istru­zione(neI2000-0l).

ProfessorDe Mauro, quali sono le cau­se principali che detenninano questa re­gressione?

«Quella principale è una tendenza d' or­dine biologico e psicologico: data la natu­raselettivadellanostramemoria, si consta­tache in età adulta tendiamo aregredire di

«Molti hanno azzerato il patrimonio costruito con lo studio»

cinque amli rispetto ai livelli massimirag­giunti durante gli studi a meno che, ed è fondamentale, non continuiamo aeserci­tare quella competenza. Per esempio, nell'ultimo anno di liceo ci siamo inoltrati inargomentinon elementari dimatemati­cama, se non diventiamo bancari, geome-

A rischio le capacità di lettura e scrittura Si dimeticano le cognizioni matematiche

tri o ingegneri, la no­stra matematica adul­ta si rattrappisce e, se va bene, torna ai livelli della terza media. Co­sÌ avviene per ogni al­tro campo. Se nonleg­giamo libri o romanzi, di tutta la storia studia­tarestano brandelli so­spesi nel vuoto: Pirro re dell'Epiro, Stlicone, trattato di Campofor­mio».

Ma siamo sicuri che sia una novità? O

semplicemente prima certe cose non si misuravano? In fondo molti esercitano lalettura solo a scuola, poi smettono.

«No è del tutto una novità. Negli amli Novanta alcuni di noi hanno insistito sul futto che glianalfubetinon sono solo quelli che si dichiarano tali ai censimenti dell'Istat, ma ce ne sono molti altri. Cerca­vamo di fonnulare ipotesi attendibili par­tendo da altri dati: meno di metà della po­polazione adulta leggeva giornali, meno di un terzo libri, il 20-25 per cento deilicen­ziatialle scuole inferiori avevano gravidiffi­coltà di lettura e scrittura. Ma erano solo congetture e venivamo criticati. Poi le in­dagini promosse in vari paesi e in Italia da Statistics Canada sono state riprese susca­

la più ampia dall'Ocse neI20iz-13. Grazie a cinque questionari di difficoltà crescen­te, abbiamo un quadro analitico certo dei diversi livelli di capacità di lettura e di uso di strumenti matematici e scientifici della popolazione in etàdilavoro di23 Paesi, Ita­liacompresa».

La regressione colpisce le competen­m di base della lettura e della scrittura. Rispettoavent'annifa,cosaècambiato?

«Lanostra conoscenza deifutti. Nelle in­dagini futte in Italia è restato costante un dato: solo il 30 per cento degli adulti ha un rapporto sufficiente con lettura, scrittura e calcolo. Gli altri si muovono solo in un oriz­mnte ristretto, subendo quel che succede senza saper capire e reagire».

C'è una specificità italiana rispetto agli altri Paesi interessati dallo studio?

«Certo, la quantità. In tutti i paesi ci so-

no masse consistenti di persone sotto illivel­lo minimo di competenze. In Francia, Ger­mania, Usa, Gran Bretagna, più della metà della popolazione èin questa condizione. An­che in paesi più virtuosi - Olanda, Finlandia, Corea, Giappone - la percentuale sfiora il 40».

È stata rilevata qualche differenzaetrail SudeilNordltaIia?

«Le differenze emergono solo per grandi

comparti. llNord-Esthalivellinord-europei, Sud e Isole tirano in basso, verso Spagna e Grecia, la percentuale complessiva. L'indagi­ne offre una base eccellente per successivi studi più mirati e, soprattutto, per interventi che già sono stati individuati da un gruppo di lavorointenninisteriale. Interventi che sareb­bero possibili se le forze politiche volessero occuparsene».

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OCCUPAZIONE PROGETTO PILOTA EDlLCASSA·ISTITUTO LENOCI

Istruzione e formazione per imparare il «mestiere» Dopo la scuola, 112 ore subito in azienda

• Edilcassa di Puglia (ente bilaterale regionale edile a cui aderiscono le associazioni datoriali di Aniem, CNA, Claai e Lega Coop e le associazioni sindacali Feneal - DiI, Filca - Cisl e Fil­lea-Cgil) e Istituto statale a indirizzo tecnico, commerciale, tu­ristico, informativo e sportivo «Vito Vittorio Lenoci» di Bari hanno stipulato una convenzione per consentire un periodo di formazione-orientamento a quattro studenti da effettuarsi entro i16 giugno, dal lunedì al venerdì, per un totale di 112 ore.

L'esperienza di formazione professionale-culturale ha lo sco­po essenziale di assicurare l'ap­plicazione pratica dell'insegna­mento dato a scuola senza che il datore di lavoro possa trarre al­cun profitto dalla presenza nell'impresa dell'alunno. Al ter­mine del periodo di stage, gli alun­ni redigeranno una relazione sul «tirocinio-formativo». Nella con­venzione è previsto che sia l'Edil­cassa a corrispondere un rimbor­so di gestione delle attività, per spese amministrative, di segrete­ria didattica e coordinamento.

EDllCASSA Fernando De Carlo «Si tratta di un primo ma im-portante passo verso un nuovo modo di intendere la scuola ed il

mondo del lavoro -spiega il presidente di Edilcassa, Fernando De Carlo - questo accordo rappresenta per l'ente una sorta di pro­getto pilota che speriamo possa aprire la strada ad altre iniziative di questo tipo, con l'obiettivo di avvicinare due realtà della vita di ciascuno di noi che dovrebbero essere confinanti, ma che spesso non lo sono».

Soddisfazione è espressa anche dal vicepresidente di Edilcassa, Crescenzio Gallo: «Non è casuale che questo progetto abbia inizio con l'Istituto «Lenoci» -dice - proprio per la sua tipologia, che consente ai ragazzi di scegliere il loro possibile futuro tra un ventaglio di opportunità e di indirizzi, confrontandosi con un settore complesso e impegnativo come quello delle Costruzioni. Questo stage potrà consentire a quattro di loro di comprendere come cambierà la loro vita una volta terminata la scuola».

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Data 29-05-2014 lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO Pagina XII

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SUOR MARIA MAllONE IN ZAMBIA CHIEDE AIUTI UMANITARI, rONLUS ((UN MONDO DI BENEn SI ATTIVA

Grido d'aiuto dall' Africa degli ultimi si mobilitano scuole e associazioni «Servono mezzi agricoli e macchine per cucire», La speranza: fare un cargo

LUIGI ELiCIO

\11 RUVO_ Viveri, indumenti usati, ma il «sogno» per gli uomini è quello di poter ricevere una motozappa (anche usata) e qualche attrezzo per coltivare la terra in modo da poter riuscire a sfamare la fa­miglia; per le donne invece è quello di trovarsi con una macchina da cucire tra le mani che significherebbe semplice­mente vestire loro e i propri figli. E a questo, se si aggiungesse una bicicletta per i bimbi solo a vederla lìfarebbe schiz­zare in cielo dalla felicità. Sono solo al­cuni piccoli sogni da realizzare se solo ci fosse qualcuno disponibile a rispondere all' appello lanciato dall' Africa da suor Maria Mazzone, missionaria ruvese da 25 anni nei villaggi sperduti nella terra del grande continente a sud del mondo.

La corsa per rispondere all'appello è partita in questi giorni da Ruvo, convinti che nessuno vorrà sottrarsi al generoso sostegno alle parole d'aiuto della mis­sionariaruvese. Il ponte di collegamento tra la Puglia solidale e la terra africana è rappresentato dall'associazione onlus «Un Mondo di Bene» che ha sede in via Piave dove si sta raccogliendo tutto il necessario per dare l'adeguata risposta alla voce d'aiuto lanciata dalla suora che confida sulla sensibilità del popolo d'ori­gine. Diversi i punti di coordinamento coinvolti come le scuole elementari, me­die e superiori, le parrocchie e altri luo­ghi utili ad amplificare il tam tam del messaggio lanciato in tutto il circon­dario. Facebook, social network e il pas­saparola stanno dando una mano. «Suor Maria adesso ha bisogno di molti aiuti per far crescere la missione nel suo nuo­vo villaggio», ha affermato con un sor­riso contagioso Flora De Palo che da sempre dedica anima e corpo alle at-

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tività dell'associazione - e noi non pos­siamo restare fermi alla richiesta della nostra cara concittadina».

L'appello è partito infatti dal piccolo villaggio di Mansa, in Zambia, lontano molte decine di chilometri dalla capitale Lusaka. L'opera missionaria che da anni segna la vita di suor Maria ora è lì, tra le famiglie, le donne, i bambini, gli anziani del piccolo villaggio sperduto in terra d'Africa. Servono tante cose. «Quasi pre­gando - ha aggiunto la volontaria - ha chiesto se potessimo procurare zappe, rastrelli, picconi, pale, una motozappa anche usata per coltivare la terra. Poi se ci fossero delle biciclette, una macchina da cucire, la tagli-cuci, stoffe, cotoni va­ri. Per i bambini servirebbe del mate­riale scolastico, le penne, i quaderni, colori, regoli, e se possibile anche dei giocattoli». L'obiettivo da raggiungere è quello di caricare un cargo aereo che partirebbe per la prima volta da Ruvo.

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~'iberoMilano Data 29-05-2014 Pagina 42 Foglio 1

L* annuncio della giunta Schiavo del fumo i120% dei milanesi Sigarette al bando anche vicino alle scuole Il Comune all'attacco 111111 Stop alle sigarette nei cortili e nei giar­dinetti che fanno da ingresso agli asili nido e alle scuole dell'infanzia. Il giro di vite è stato annunciato ieri dall' assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. «Intendia­mo difendere il diritto dei più piccoli di non essere esposti al fumo passivo». L'annuncio arriva insieme ai risultati dell'ultima ricerca sul fumo a Milano condotta dalla Lilt.

«SigareHe vietate vicino alle scuole»

FABIO RUBINI a pagina 42

Giro di vite di Palazzo Marino su elementari, nidi e materne «Faremo rispettare le norme: niente tabacco dove ci sono bimbi»

::: FABIO RUBINI

111111 Stop alle sigarette an­che nei cortili e nei giardinet­ti che fanno da ingresso agli asili nido e alle scuole dell'in­fanzia. Il giro di vite è stato annunciato ieri dall' assesso­re alle politiche sociali Pier­francesco Majorino. «Chie­deremo a tutte le scuole del­la città di far rispettare il divie­to di fumare anche nei corti­li, nei giardinetti, negli ingres­si, specialmente di nidi e scuole dell'Infanzia come la legge prevede dallo scorso lu­glio. Intendiamo difendere innanzitutto il diritto dei più piccoli di non essere esposti al fumo passivo, pericoloso e spesso sottovalutato. Per que­sto - ha ricordato l'assessore - da due anni abbiamo intro­dotto il divieto di fumare nel­le aree gioco dei bambini nei parchi della città». E questo divieto è stato recepito an­che dal nuovo Regolamento del verde discusso ed appro­vato dal Consiglio Comuna­le lo scorso 13 febbraio.

L'occasione per questo an-

::: LA STRETTA

I.:ANNUNCIO Palazzo Marino ha annunciato l'estensione del divieto di fu­mo anche nei cortili e nei giar­dinetti che fanno da ingresso agli asili nido e alle scuole del­l'infanzia. «Intendiamo difen­dere il diritto dei più piccoli di non essere esposti al fumo passivo», ha detto l'assessore Majorino

LA CAMPAGNA 1131 maggio si celebra la gior­nata mondiale senza il tabac­co. Per l'occasione la Lilt, Lega italiana per la lotta ai tumori, lancerà la campagna di sensi­bilizzazione «Liberiamoci tut­ti»

I DATI Secondo l'ultima ricerca demo­scopica condotta dalla Lilt, nel 2014 a Milano continua a fu­mare un milanese su 5. Il nu­mero dei tabagisti è stabile ri­spetto al2013, ma il consumo medio di sigarette è salito da 10,5 a 12 al giorno. Diminui­sce chi vuole smettere di fuma­re: dal 33 al 23%. Aumenta­no, invece, le donne fumatrici, che in un anno sono passate dal 18 a120%, con una media giornaliera di 11,4 sigarette

nuncÌo è stata la presentazio­ne della ricerca demoscopi­ca sul «Fumo a Milano» con­dotta dalla Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumOli), awe­nuta a pochi giorni dalla gior­nata mondiale senza il tabac­co (31 maggio) che avrà co­me tema portante la campa­gna di sensibilizzazione «Li­beriamoci tutti». Una campa­gna che avrà come partner istituzionale il Comune di Mi­lano. «La campagna di sensi­bilizzazione - ha spiegato MajQrino - parte da una inda­gine condotta proprio sulla popolazione milanese che lancia nuovamente l'allarme sulle patologie causate dal fu­mo, attivo e passivo, e infor­ma su come provare a smet­tere affidandosi ad uno dei centri Lilt a Milano e in Ita­lia».

Durante l'incontro sono stati i rappresentanti della Lilt a snocciolare una serle di dati tuttaltro che rassicuranti per Milano: nel 2014 conti­nua a fumare un milanese su 5 (20%). Il numero deitabagi­sti è stabile rispetto all'anno

passato (21 %), ma a a preoc­cupare gli esperti sono i nu­meri che riguardano il consu­mo medio di sigarette, salito da 10,5 a 12 al giorno e la di­minuzione dei «pentiti» che vogliono smettere di fumare (dal 33% si è passati al 23% ) . Un altro dato preoccupante è quello che riguarda le don­ne fumatrici, che in un anno sono passate dal 18% al 20%, con una media giornaliera di H,4 sigarette. Proprio le don­ne sono in testa alla classifica delle «bionde fai da te».

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Scuola: la cultura si studi in classe, siglato Ilaccordo tra i ministeri

Redazione Creare forme di collaborazione tra scuole e musei, promuovere la lettura tra gli studenti, valorizzare il patrimonio musicale, E, ancora, invitare gli stu­denti ad «adottare» monumenti, realiz­zare iniziative ad hoc per il circuito archeologico vesuviano (tra cui il sito di Pompei), elaborare un progetto nazio­nale di alternanza scuola-lavoro all'in­terno dei luoghi della cultura e rilanciare le biblioteche scolastiche, Sono alcune delle iniziative contenute nel protocollo di intesa siglato ieri a Roma dai ministri dell'Istruzione, Ste­fania Giannini, e dei Beni culturali, Dario Franceschini. L'accordo, di du­rata triennale, mira al rafforzamento della collaborazione tra mondo della scuola e della cultura, È «un'azione po­litica e culturale veramente importante - ha osservato Giannini - perché in questo modo si saldano di nuovo il mondo dell'istruzione e quello della cul­tura», un'azione «naturale ovunque, ma particolarmente in un paese come il nostro», Il protocollo, ha aggiunto, «sancisce una serie di attività, che i due ministeri faranno congiuntamente a partire dai prossimi mesi», finalizzate «allo sviluppo e alla maturazione di una sensibilità diffusa che parte dalla cono­scenza scientifica ma che deve diffon­dersi a studenti e società», «Bisogna fare un investimento sulla scuola per insegnare ai ragazzi ad amare il patri­monio, la storia e la bellezza del nostro paese», ha puntualizzato Franceschini. «La cultura è ossigeno per anime, menti ed economia; è la vocazione del sistema paese», Il protocollo, ha con­cluso Giannini, «per il nostro ministero vale 500mila euro per l'anno scolastico 2014/2015, che non sono un patrimo­nio, ma sono una certa cifra»,

Data 29-05-2014 Pagina 3 Foglio 1

Arrivati a Roma i 31 bambini congolesi, Le famiglie adottive: finito l'incubo, siamo felici

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COBBIEBE DELLA SEBA

Politecnico di Milano: i torsi di laurea La lettera del dottor Francesco Trombetta (Corriere, 28 maggio) merita qualche precisazione. Il dottor Trombetta, laureato in Economia alla Bocconi e con una vasta esperienza professionale, ha chiesto di venire ammesso a un corso di laurea magistrale in Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano, con esito negativo. Come forse non è noto a tutti, il passaggio dalla «vecchia» laurea quinquennale al sistema del 3+2 obbliga oggi gli atenei ad accertare, per poter iscrivere uno studente a un corso di laurea magistrale, che la persona disponga di tutte le conoscenze preliminari necessarie; per !'ingegneria, in particolare, occorre verificare la conoscenza delle materie di base (matematica, fisica, chimica) e dei fondamenti nelle discipline ingegneristiche, che devono essere acquisite nel corso del percorso triennale e che proprio per questo

vengono date per scontate negli insegnamenti dei corsi di laurea, magistrale. Questa verifica è tanto più importante in un corso di studio che abilita all'esercizio di una professiol'le come quella dell'ingegnere, dal cui lavoro dipende la sicurezza di altre persone. Nel caso specifico, il dottor Trombetta aveva acquisito nei propri studi una ragionevole base di matematica (che gli è stata riconosciuta), ma, come è normale avendo lui conseguito una laurea in Economia, era privo delle altre conoscenze necessarie per essere ammesso a un corso di laurea magistrale in Ingegneria ambientale. ' Abbiamo quindi valutato, e siamo convinti della nostra decisione, che dovesse acquisire queste conoscenze prima di potersi iscrivere a un corso di laurea magistrale in Ingegneria ambientale. Per concludere, mi si consentano due osservazioni. Il Politecnico di Milano è da sempre

Data 29-05-2014 Pagina 41 Foglio 1

sensibile al tema della formazione «in età adulta»; occorre però, in una istituzione seria, assicurare la rispondenza tra i titoli che vengono rilasciati e le competenze acquisite. A chi non voglia seguire un percorso di questo tipo, peraltro, il nostro Ateneo consente anche soluzioni più flessibili, che vanno da corsi post-Iaurea su temi specifici, alla possibilità di frequentare singoli insegnamenti dei corsi di laurea o di laurea magistrale, sulla base del proprio interesse individuale. Sempre con il vincolo che a ogni titolo rilasciato dal Politecnico di Milano corrisponda un contenuto formativo della cui qualità possiamo essere garanti nei confronti della società.

Giovanni Azzone Rettore Politecnico di Milano

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IL SECOLO XIX Pagina 13 Foglio 1

Il ~SSARIO: È E M COSTOSA

FOSSATI: «DNA SCELTA DOLOROSA MA NON AVEVAMO ALTERNATIVA»

E' CONSAPEVOLE di quanto possa risultare pesante il trasloco in periferia per la Direzione Regionale, confina­ta vicino al casello dell'autostrada, ma dice che «in tempi di carestia e di tagli continui (altri otto milioni quest'an­no che si aggiungono ai 20 dello scorso anno) nessuno, mi si passi l'espressione, può pensare al proprio orticello. I dirigenti del Provveditorato sono da sempre in stretta collaborazione con la Provincia, lavoriamo molto bene, è gente in gamba, e cercheremo di trovare poi una soluzio­ne che li soddisfidi più, ma per ora a disposizione c'è solo il centro di Bolzaneto». Il commissario Piero Fossati, che cerca di governare un ente in dismissione e senza soldi, va avanti con le cifre. Palazzo Celesia, ancorché bisogno­so di importanti interventi di ristrutturazione, vale circa 3 milioni di euro, che andrebbero a sanare seppur par-

zialmente il rosso di Atp, vale a dire 4,8 milioni di euro. Già in passato privati si erano interessati all'ottocente­sco edificio di viaAssarotti, ma <<lioi siamo impegnati con Filse che ci dà tutte le garanzie del caso». CosÌ il trasferi­mento è confermato. Fossati rileva i difetti e i pregi della nuova sede: distante dal centro ma con un ampio par­cheggio, locali spaziosi e non bisognosi di ristrutturazio­ne. Perché il punto cruciale è questo: altre opzioni che troverebbero d'accordo la Direzione Regionale «richie­dono un impegno economico non da poco: 120 mila euro per rimettere in ordine l'ex scuola Garaventa, più di un milione per rendere abitabile l'ex magistero di corso Montegrappa. E soldi, ripeto, non ce ne sono». D.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL SECOLO XIX

UNIVERSITÀ

Massardo si presenta: «Rivedere Erzelli e sanità» È STATO, sinora, il candidato Ret­tore più critico verso l'operazione Erzelli, sia quando ha accusato la Regione di «aver sottovalutato l'aspetto logistico, ignorato per an­ni e sul quale tuttora non sono arri­vate risposte esaustive», sia con il documento della scuola Politecni­ca che ha chiesto all' Università di rivedere l'intero impianto del tra­sferimento di Ingegneria. Ma non c'è solo il polo hi-technel program­ma che Aristide Massardo, preside della scuola che riunisce architetti e ingegneri, presenterà oggi a pa­lazzo San Giorgio. C'è anche un faro puntato verso la riorganizzazione della Scuola Medica: «Il ruolo del­l'ex facoltà di Medicina nel rappor­to con la Regione Liguria deve esse­re difeso e valorizzato. Sento molte lamentele da specializzandi, pro­fessori e studenti per gli spazi in cui devono lavorare al San Martino. Senza dimenticare che non si tratta solo di ricerca e didattica, ma anche del servizio sanitario che viene of­ferto ai cittadini», dice il candidato rettore. Gli altri competitor nella corsaa quattro per succedere a Gia­como Deferrari sono il pro-rettore vicario Maurizio Martelli, il presi­de della scuola di scienze sociali Pa­olo Comanducci e il vicedirettore del Dibris Alessandro Verri.

Non bastano-è il pensiero di Massardo-formazione e ricerca, ma esse «devono generare valore sociale, economico e culturale». Capitoli prioritari del suo program­ma sono quindi «Il ruolo della Scuola medica rispetto alla que­stione sanità nella Regione Liguria, il rapporto con gli attori del com­parto economico e produttivo an­che alla luce dell'attualità della vi­cenda Erzelli, e un forte accento sull'orgoglio del senso di apparte­nenzaistituzionale da parte di tutti coloro che operano come pubblici funzionari nell'Università degli Studi di Genova». Quanto alle "cose da fare" Massardo insiste su pochi punti: «Valorizzazione delle risor­se umane impegnate nell' Ateneo; bilancio chiaro e trasparente per

tutti, cioè leggibile anche per chi non è un addetto ai lavori; cultura del merito e della valutazione sulla base dei risultati raggiunti e misu­rati dai diversi bacini di utenza; for­mazione di persone capaci e non solo competenti; una maggiore presenza del Rettore nel rapporto con il Ministero: non dobbiamo su­bire quello che ci viene dettato da Roma ma contribuire con il peso della nostra Università». E.ROS.

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Pa, mobilità e staffetta generazionale Claudio Tucti ~ pagina 4

Le vie della ripresa LE MISURE IN CANTIERE

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I Il report del ministro Madia Consegnate al premier le proposte arrivate dopo la consultazione onime con 34mila email

Pa, mobilità e staffetta generazionale Nella riforma del pubblico impiego più spazio alla valutazione - Il tweet di Renzi: ci siamo

Claudio Tucci ROMA

Mobilità intercomparti­mentale. Staffetta generaziona­le, conrisorse derivanti dal P art -time, dalla revisione dell'istitu­to dell'esonero, dalla risoluzio­ne anticipata del rapporto di la­voro. Più automatismi nelle car­riere dei dirigenti. Più peso alle valutazioni. Una riduzione con­sistente degli enti intermedi lo­cali, regionali e nazionali. E un pacchetto di misure urgenti di semplificazione delle procedu­re. In edilizia. Ma anch.e per i di­versamenti abili e sul fronte del­la prescrizione dei farmaci per i malati cronici. Poi, in una secon­da fase, scatterà la caccia alle ri­sorse per il rinnovo dei contrat­ti del pubblico impiego, blocca­ti ancora per quest'anno.

Muove su più fronti l'inter­vento sul pubblico impiego che il governo punta a mettere in campo. Ieri il ministro Marian­na Madia ha portato al premier, Matteo Renzi, il report delle consultazioni sulla riforma del­la Pa che dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri il prossimo 13 giugno. «Sono ar­rivate 34.674 mail di proposte.

U:m5(;R$t. Arriveranno dal part time, dalla revisione dell'istituto dell'esonero e dalla risoluzione del rapporto di lavoro

Ci siamo», ha twittato il presi­dente del Consiglio.

Sul fronte della dirigenza si cercherà di realizzare "un mer­cato" organico dei manager pubblici, articolato territorial­mente (ciò implicherà anche un intervento sulla disciplina. dei segretari com1J.nali). Un ap­proccio che avrà effetti anche sulle retribuzioni che dovreb­bero ispirarsi al merito e alla omogeneità (a parità di presta­zioni o incarichi svolti). Si po­tenzierà la valutazione delle performance che dovrebbe av­venire sulla base di obiettivi mi­surabili fissati dal ministro com­petente. Non si giudicherà solo la persona, ma pure la struttura che si è chiamati a guidare. I pre­mi ai dirigenti saranno legati an­che a criteri di carattere genera­le come l'andamento dell'eco­nomia o il raggiungimento de­gli obiettivi di frnanza pubblica. «Escludiamo un sistema di spoil system - ha detto ieri alla Camera il ministro Madia ma non si entrerà più in una ammi­nistrazione per restarvi tutta la vita con carriere automati­che». Una forte mobilità, quin­di. Con la possibilità di licenzia­mento per il dirigente che rima­ne privo di incarico oltre un ter-

mine. Nella Pa si entrerà per concorso. Poi si dovrà fare una seconda selezione di abilitazio­ne per diventare dirigente e ave­re accesso a un ruolo unico (og­gi i dirigenti sono divisi in due fasce, prima e seconda).

Il ministro Madia ha spiegato inoltre che si vuol~ abrogare !'istituto del trattenimento in servizio, con la probabile libera­zione fino al 2018 di circa lOmi­la-13mila posti. Un punto que­sto che è stato tra i più commen­tati nellemail inviate alla Fun­zione pubblica per raccogliere suggerimenti sui 44 punti della riforma della Pa lanciata lo scor­so 30 aprile. Altri punti che do­vrebbero entrare nel pacchetto Pa sono la riduzione de150% del monte ore dei permessi sindaca­li e l'introduzione dell'esonero dal servizio. Si ragiona anche su un intervento "robusto" sulle municipalizzate: a questi enti potrebbe essere infatti chiesto un contributo aggiuntivo di ri­sparmi a ottobre in una nuova operazione di spending review del commissario Carlo Cottarel­li. L'obiettivo è arrivare a un pro­cesso di riordino istituzionale dell' anIffiinistrazione centrale e periferica (prefetture, ragio­neria, agenzie, commissioni tri-

butarie, forze dell'ordine). Si punterà anche a semplifica­

re il sistema delle regole del la­voro pubblico per arrivare a un livello minimo di norme e un li­vello regolatorio più specifico frutto della negoziazione. Po­trebbero poi arrivare nuove mi­sure di semplificazioni di aiuto al settore dell'edili:;:;ia, quali le autorizzazioni sismiche, quelle paesaggistiche e in particolare per i piccoli interventi (rappre­sentano il 75% delle attività del­le soprintendenze). Nel mirino c'è pure la riduzione dei tempi di rilascio del permesso di co­struire. Più in generale si punte­rà a . ridurre i procedimenti in cui è necessario un intervento autorizzatorio della Pa (che do­vrà avere compiti di regolazio­ne e controllo) e tra gli obiettivi c'è anche quello di eliminare ogni richiesta di documenti o certificati già in possesso dell'amministrazione. Entro il 2016 dovrà scomparire ogni for­ma di utilizzo della comunica­zione cartacea. E si responsabi­lizzano enti e anIffiinistrazioni: tutti gli attori impegnati nell'esercizio di una funzione pubblica dovranno rendiconta­re il loro operato.

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Le misure

o m DIRIGENTI

Sulfronte della dirigenza, con ' la riforma deUa pubblica amministrazione si cercherà di realizzare "un mercato" organico dei manager pubblici, articolato territorialmente (ciò implicherà anche un intervento suUa discipLina dei segretari comunali). Un approccÌlH:he avràeffetti ' ariche sulle retribuzioni che dovrebbero ispirarsi al merito I

e alla omogeneità (a parità di prestazioni ointarichi svolti).

@l1 CONTRATTO

l'intenzione deUa titolare di Palazzo Vidoni è quella di dare vista a un sistema col'j un livello minimI) dinorme rivoltoatOtti i dat{lri è a tutto il personale e uria fèJolament~zionepiù specl{iea affidata alla contrattazione. In qùèst'ottica, fermo restando l'auspicio di una rapida ripresa della contrattazione perla parte economica, viene messa nero sù.biancot'lntenzione di riaprlrequelta per la parte normatlìla

~ STAFFETTA

Si punterà sutta staff~tta generazionale, copnSQrse derivanti dàl part·tirne,datla revisione dell'istituto deU'esonero, dalla risoluzione .anticipatadelrllPPQrto di lavoro. ln relazione alle esigenze aigE\rantireun effettivo ricambio generazionale, si punta anche a una revisione del complesso sistèma dicontenimentodelle spese di personale, in una ottica di semplificaziol'le e di maggiore flessibilità

9 DIGITALIZZAZIONE

la c;lead lineindividuata dal mint~tro Madia è n 2016. Eritro quella data deve spariréogni forma di utilizzo detta comùnfcazionecartaten la bàlll;fa41rga deve tOP~flutto il territorio nadonale. Enti'oil 2015 vadiffuso il sistema pubblicodildentità digitale e predisposto unslsteq'la unico dei pagamenti online. Entro il 2014 va implementata l'Anagrafenazionalepartecipat!.'l evannostand~rdj~atii da~lI$épubblld· .

(1.(/

o ~

ENTI LOCALI

. VII avviato un processo di riordino istituzionale che porti a una attribuzione delte funzioni amministrative e della responsabilità dei ser:v:izi ai llvelti di governo più vicini ai cittadini, mediante una riduzione consistente de~i enti intermedi locali, regionali e nazionali. Il risultato di questa riotganlzzazione darà la possibilità di ripensare anche il sistema della distribuzione territoriale del lavoro, per una allocazione ottimàle

~. SEMPLIFICAZIONI

Perdisboscare la giunga della burqcrazia il Governo pilntaa ridurre i procedimenti in cui è . necessaria l'autorizzazione di una Pa. Così come intende s~andardizzare te procedure (ad esempio in materia edilizia, ambientale e attività produttive). Dovrebbe diventare realtà anche il proposito di evitare che la Pa chieda al cittadino documenti di cui è già in possesso. Spazio poi a un'agenda della semplificazione condivisa tra centro e periferia

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29-05-2014 7 1 /2

«Contestata» alla Ue la stima del prodotto potenziale: appesantisce il fisco di 5-10 miliardi

Istat: ripresa ferma allo 0,6% I senza lavoro sono 6,3 lllilioni, via dall'Italia lOOmila giovani

In Italia la crisi è finita, ma il Paese rima­ne in stallo. È quanto certifica l'Istat nel suo Rapporto 2014. La ripresa è ferma allo 0,6%, i senza lavoro sono 6,3 milioni, sono andati via dall'Italia 100mila giovani in 5 anni. Con­testata 411a De la stima del prodotto poten­ziale: appesantisce il fisco di 5-10 miliardi.

RosseUa Bocciarelli ~ paginil? wnl'analisi di Fabrizio Onida

lE PREVISIOI SUL Pil «Pesa l'incertezza derivante da andamento deUa domanda globale, condizioni di accesso al credito ed effetti delle politiche economiche»

Istat: ripresa ferma a 0,6% (se tutto va bene) Senza lavoro a 6,3 milioni -«Contestata» alla Ve la stima del prodotto potenziale: appesantisce il fisco di 5-10 miliardi

Rossella Bocciarelli ROMA

_ La recessione è fuùta, o me­glio «può fuùre», come ha detto ieri il presidente dell'Istat Anto­nio Golini, ma occorre concen­trare tutti gli sforzi sull'obiettivo della crescita. È il consiglio di po­licy che viene dall'istituto nazio­nale di statistica ed è espresso nel Rapporto annuale 2014 che ie­ri è stato presentato alla Camera alla presenza della presidente Laura Boldrini. Nel testo si rimar­ca infatti che l'Italia «si distingue come il paese che ha attuato il maggior sforzo di consolidamen­to fiscale a fronte di unarecessio­ne tra le più profonde dell'De. Tuttavianonha ottenuto irisulta­ti attesi a causa di un parziale ef­fetto di avvitamento». Si tratta, sommando gli interventi dell'ul­timo triennio, di ben 182 miliardi. La riduzione del deficit è risulta­tasignificativamente inferiore al­le attese e il debito è salito di 29 punti dal 2007 contro i 26 dell'Area Euro, dove i principali paesi però hanno fatto politiche espansive. «Il deterioramento del quadro macroeconomico, in parte dovuto alle manovre stes­se, ha avuto un ruolo molto rile­vante», silegge. «La bassa cresci­ta, causata anche da manovre fi­scali restrittive, ha in parte vanifi­cato lo sforzo di consolidamento dei conti pubblici. Ora, dunque,

«per mantenere i risultati conse­guiti sembrerebbe opportuno agiTe sul denominatore del rap­porto, cioè attuare politiche per la crescita». Non basta. L'Istat of­fre al governo Renzi un suggeri­mento per negoziare con la De uno spazio d'azione maggiore per la politica di bilancio italiana. E spiega che «una diversa stima del prodotto potenziale potreb­be consentire di raggiungere il pareggio strutturale dei conti pubblici con livelli più elevati di indebitamento netto».

In pratica, se si riuscisse a con­vincere la Commissione U e che la maggior parte dei danni subi­ti dal sistema economico italia­no durante gli anni di crisi è di tipo congiunturale, e che la capa­cità produttiva italiana è rima­sta intatta (dunque possiamo in futuro tornare a crescere in mo­do robusto e abbattere di molto il livello della disoccùpazione) secondo i calcoli dell'Istat il vin­colo del bilancio strutturale in pareggio potrebbe essere rispet­tato anche con unrapporto defi­cit-PiI intorno al3 per cento sia ne12014 siane12015, invece di es­sere obbligati a portare il deficit al 2,6 per cento quest'anno e all'I,8 per cento nel 2015.

Qp.estainterpretazione più ot­tirnistica della frontiera della cre­scita possibile per l'economiaita­liana libererebbe uno spazio fi-

scale agibile (risorse da restitui­re all'economia attraverso la poli­tica economica) di 5 miliardi per l'anno in corso e dilO miliardi per l'anno prossimo, sostengono gli esperti Istat. È un percorso da tentare anche perché, come ri­corda l'Istituto, le previsioni ma­croeconomiche appena prodot­te contengono degli elementi di rischio verso il basso. Per quest'anno, infatti, l'Istat preve­de un aumento del Pil dello 0,6% in temIini reali, mentre per il bi­ennio successivo la crescita dell'economia italiana si atteste­rebbe all'l% ne12015 e all'M% nel 2016. Ma le previsioni, uscite qualche giorno prima della "doc­cia fredda" costituita dalla stima flash sul prodotto nel primo tri­mestre dell'anno (la variazione del prodotto nei primi tre mesi dell'anno è stata dello-O,I%) co­me sottolineal'Istituto di statisti­ca, «sono soggette arischi e incer­tezza derivanti dall'andamento della domanda globale, dalle con­dizioni di accesso al credito e da­gli effetti delle politiche econo­miche». In pratica, solo se tutto andrà molto bene si arriverà a quel +0,6 stimato per quest'anno, tenendo conto del fatto che un +0,2 per cento d'incremento del Pil dovrebbe essere assicurato, secondo le stime degli statistici, dalI'effetto-bonus in busta paga.

Senonché, come si sa, il mag-

giore pregio dei rapporti dell'Istat sta nella capacità di de­scrivere minuziosamente lo spaccato economico e sociale del paese. E la fotografia scatta­tasullabase dell'anno che abbia­mo alle spalle è decisamente vi­rata in seppia: nel 2013 l'occupa­zione è diminuita di478mi1a uni­tà (-2,1% rispetto al 2012) eaccan­toai3milioniu3miladisoccupa­ti ve ne sono altri 3 milioni e 205mila inoccupati, che vorreb­bero lavorare. Cala inoltre laspe­sa per i consumi, la cui riduzio­ne nel 2013 è stata maggiore di quella del reddito (-2,6%, per­ché, spiega l'Istat dopo qualche anno di contrazione dei redditi reali, le famiglie hanno smesso di frnanziare la spesa intaccan­do il risparmio: infatti lo scorso anno la propensione al rispar­mio è tornata ad aumentare, al 9,8 per cento. Ma è cresciuto nel tempo anche il ricorso all'indebi­tamento: nel 2012 le fanriglie in­debitate superano quota 7%.

Laforte caduta dell' occupazio­ne sta inoltre cambiando anche il ruolo delle donne nella famiglie: crescono le famiglie con almeno una persona di 15-64 anni in cui è la donna ad essere l'unica occu­pata "breadwinner", specialmen­te tra le madri in coppia: succede in591rnilafamiglie (34.5% in più). Ancheperquestofarefiglièsem­pre più difficile.

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'""',ru.',.-... " ..... ,'" coerenti Golini: la recessione può finire ma bisogna concentrare tutti gli sforzi sullo sviluppo

Gli spazi fiscali e il nodo crescita

IL "TETTO» AL PIL POTENZIALE Prodotto potenziale reale pro capite- Valore in migliaia di euro a prezzi 2005

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In tre anni 182 miliardi di manovre fiscali ma effetto sui conti limitato dalla crisi economica

L'IMPATTO SUGLI INVESTIMENTI Pii e investimenti nel settore privato -Anni 1985-2013 -Variazioni %

1985 1995

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COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 2 Foglio 1

)~ L'elperto Massimo Livi Bacci: dopo sette anni di vacche magre, c'è il rischio concreto che i programmi di riproduzione vengano annullati , «E la difesa dalla mancanza di lavoro e prospettive»

il demografo: si comincia prolungando la permanenza a casa Poi si rinvi8I1o i passi fondamentali

Gli innnigrati La popolazione straniera è stata in crescita anche in tempo di crisi

{giovani all'estero E un fatto positivo che aumenti la mobilità internazionale che è soprattutto intraeuropea

ROMA - «Il record minimo di na­talità in Italia?». Massimo Livi Bacci, docente di Demografia dell'Universi­tà di Firenze e accademico dei Lincei, si gira la domanda fra i pensieri, pri­ma di rispondere.

Sì professore, c'è un record nega­tivo di natalità. Nel 2013 sono nati appena 515 mila bambini, 12 mila in meno di quello che si credeva esse­re il record negativo storico, nel 1995. Che sta succedendo?

<<Beh, la crisi economica è entrata nel suo settimo anno e colpisce prin­cipalmente giovani donne e giovani uomini. Dunque si traduce in meno lavorp, meno reddito, meno prospet­tive. E normale che si mettano in atto strategie difensive».

Ci si difende dalla crisi mettendo al mondo meno figli?

<<Anche, ovviamente. Le strategie difensive del resto sono semplici: si comincia con il prolungare la convi­venza con la famiglia dei genitori, si rinviano decisioni di consumo, si ri­dimensionano le aspettative. Ma si rinviano anche alcune decisioni fon­damentali ed impegnative: la convi­venza, il matrimonio, la nascita dei figli».

Vuole che dire che a causa della

Massimo LM Baç~!l'Jato a Firente 119 no:\tembrl! del 1936, è profès:sore di Demografia Pf$sola facoltà di ScienZé. Politìçhe «Cesa~A!f:lerl» dell'Università diiFirèn:te, È .stato senatoref\éf 2006 e nel 2008 pèr,lI centrosinistra . .

crisi economica si arriva addirittu­ra a rinunciare a mettere al mondo dei figli?

<<In realtà davanti ad una crisi eco­nomica le strategie difensive vengo­no modulate sulla durata. Quando le crisi sono brevi i programmi vengo­no aggiornati di volta in volta: si rin­via la scelta di una gravidanza, ma si recupera quando torna il sereno. Ov­vero le nascite che non avvengono oggi avverranno domani».

E quando la crisi non è di breve durata?

<<Dopo sette anni di vacche magre, come nel nostro caso, c'è il rischio concreto che molti programmi ri­produttivi anziché essere rinviati vengano abbandonati definitiva­mente».

Con quale conseguenza? «Quello che sta succedendo da

noi: l'indebolimento progressivo della demografia del Paese».

Nel nostro Paese sempre più vec­chio anche gli stranieri stanno ab­bandonando le postazioni ....

«Questo non deve essere visto ne­cessariamente come una cosa nega­tiV8».

Perché? <<La popOlazione straniera è stata

in crescita anche in tempo di crisi e il saldo tra arrivi e partenze conti­nua ancora oggi ad essere positivo. Certo è assai minore di quello del primo decennio del secolo, ma dob­biamo considerare che quello era un tasso di crescita per noi insostenibi­le. I dati dell'immigrazione, tuttavia, sono inadeguati a comprendere la vera dinamica del fenomeno, visto che una parte degli stranieri esce dall'Italia per un ritorno definitivo al Paese d'origine e un'altra parte, in­vece, rientra in patria con l'intento di tornare ai primi sintomi di ripre­S8».

Nell'Italia in crisi economica van­no via anche i giovani: l'Istat ci dice che sono andati all'estero 100 mila giovani in cinque anni.

<<Non ci dobbiamo allarmare per questo».

No? «No, è un fatto positivo che au­

menti la mobilità internazionale che è soprattutto intraeuropea I numeri, del resto, sono relativamente esigui, una piccola frazione rispetto al­l'emorragia verso l'estero degli Anni 50 e 60 del secolo scorso. E soprat­tutto più che compensata dagli arrivi dall'estero dei giovani migranti».

A.Ar @RIPRODUZIONERISERVATA

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