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Rassegna Stampa di giovedì 17 aprile 2014 Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 17/04/2014 AFFONDA IL TRAGHETTO DEGLI STUDENTI Panorama 23/04/2014 LI ACCOGLIAMO A SCUOLA, POI LI ABBANDONIAMO Famiglia Cristiana 20/04/2014 IL 10 MAGGIO DAL PAPA PER DIRE CHE LA SCUOLA E' DI TUTTI il Giornale - ed. Milano 17/04/2014 "SCUOLE APERTE A TUTTI GLI SPORT, GINNASTICA NON E' UN'ORA BUCA" la Gazzetta del Mezzogiorno 17/04/2014 NON C'E' SPAZIO PER LA MENSA DOPO PASQUA SERVIZIO A RISCHIO Roma 17/04/2014 RELIGIONE, SOCIETA' E CULTURA: INCONTRO ALL'ISIS CON L'AZIONE CATTOLICA (LC) Corriere della Sera 17/04/2014 LA PIRAMIDE DI PIANO NASCE DOPO 15 ANNI IL MUSEO DI HARVARD Corriere della Sera 17/04/2014 EREDITA' GENETICA - INTERVENTI & REPLICHE la Repubblica 17/04/2014 IRPEF, ECCO IL BONUS TAGLI AGLI STIPENDI DI TOGHE E DOCENTI MF - Milano Finanza 17/04/2014 UN MEDIA A MISURA DI TURISTA CINESE Italia Oggi 17/04/2014 IL COMUNE DI ROMA, SULL'ORLO DEL FALLIMENTO, NON RIESCE A RISCUOTERE LA TASSA RIFIUTI NEMMENO... il Mattino 17/04/2014 INGEGNERIA, SALTANO I PC: TEST RINVIATO Il Secolo XIX 17/04/2014 ELEZIONI RETTORE URNE APERTE IL 18 E 19 GIUGNO Il Secolo XIX 17/04/2014 NOZZE GAY, DALL'UNIVERSITA' OK ALLA LICENZA MATRIMONIALE il Messaggero 17/04/2014 CHIUSE LE LISTE, DEBUTTA IL PARTITO PASCALE E A ROMA TORNA IN CAMPO LA MUSSOLINI il Mattino 17/04/2014 CANDIDATURA, ALTRO NO UE A SILVIO AVANZA IL "PARTITO" DELLA PASCALE la Gazzetta del Mezzogiorno 17/04/2014 ECCO TUTTE LE LISTE PER LE EUROPEE IN CAMPO VANNONI E CECCHI PAONE La Notizia (Giornale.it) 17/04/2014 NELLA CIRCOSCRIZIONE CENTRO SFIDA TRA I MINISTRI GIANNINI E LORENZIN+++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 17/04/2014 IL NON PROFIT E' "ROSA" E SALE DEL 28% Corriere della Sera 17/04/2014 PANSA E IL CAMBIO IN FINMECCANICA: MA IL PIANO VADA AVANTI la Repubblica 17/04/2014 POLETTI A REPUBBLICA.TV "IL CONTRATTO A TERMINE COSTI ALL'IMPRENDITORE IL 10 PER CENTO IN PIU'" la Repubblica 17/04/2014 FIEG: I TAGLI NON FERMANO LA CADUTA Italia Oggi 17/04/2014 NON CI SONO PIU' PARTITI MA LEADER Italia Oggi 17/04/2014 LAVORO A CHIAMATA K.O. Italia Oggi 17/04/2014 L'APPRENDISTATO CAMBIA ANCORA Italia Oggi 17/04/2014 FONDI UE ANCHE ALLE PROFESSIONI il Messaggero 17/04/2014 STIPENDI PUBBLICI, MAXI-STANGATA IL PRIMO TETTO A 60 MILA EURO L'Unita' 17/04/2014 PENSIONI E LAVORO, DUELLO A DISTANZA POLETTI-CAMUSSO il Mattino 17/04/2014 STATALI: STANGATA-SALARI NON SOLO PER I DIRIGENTI il Sole 24 Ore 17/04/2014 TAGLIO DETRAZIONI SOPRA I 55MILA EURO il Sole 24 Ore 17/04/2014 SCONTO IRPEF AL TOP TRA 18 E 24MILA EURO la Stampa 17/04/2014 MARCHIONNE: IL 2014 SARA' UN BUON ANNO

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Rassegna Stampa di giovedì 17 aprile 2014

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 17/04/2014 AFFONDA IL TRAGHETTO DEGLI STUDENTI Panorama 23/04/2014 LI ACCOGLIAMO A SCUOLA, POI LI ABBANDONIAMO Famiglia Cristiana 20/04/2014 IL 10 MAGGIO DAL PAPA PER DIRE CHE LA SCUOLA E' DI TUTTI il Giornale - ed. Milano

17/04/2014 "SCUOLE APERTE A TUTTI GLI SPORT, GINNASTICA NON E' UN'ORA BUCA"

la Gazzetta del Mezzogiorno

17/04/2014 NON C'E' SPAZIO PER LA MENSA DOPO PASQUA SERVIZIO A RISCHIO

Roma 17/04/2014 RELIGIONE, SOCIETA' E CULTURA: INCONTRO ALL'ISIS CON L'AZIONE CATTOLICA (LC)

Corriere della Sera 17/04/2014 LA PIRAMIDE DI PIANO NASCE DOPO 15 ANNI IL MUSEO DI HARVARD Corriere della Sera 17/04/2014 EREDITA' GENETICA - INTERVENTI & REPLICHE la Repubblica 17/04/2014 IRPEF, ECCO IL BONUS TAGLI AGLI STIPENDI DI TOGHE E DOCENTI MF - Milano Finanza 17/04/2014 UN MEDIA A MISURA DI TURISTA CINESE Italia Oggi 17/04/2014 IL COMUNE DI ROMA, SULL'ORLO DEL FALLIMENTO, NON RIESCE A

RISCUOTERE LA TASSA RIFIUTI NEMMENO... il Mattino 17/04/2014 INGEGNERIA, SALTANO I PC: TEST RINVIATO Il Secolo XIX 17/04/2014 ELEZIONI RETTORE URNE APERTE IL 18 E 19 GIUGNO Il Secolo XIX 17/04/2014 NOZZE GAY, DALL'UNIVERSITA' OK ALLA LICENZA MATRIMONIALE il Messaggero 17/04/2014 CHIUSE LE LISTE, DEBUTTA IL PARTITO PASCALE E A ROMA TORNA IN

CAMPO LA MUSSOLINI il Mattino 17/04/2014 CANDIDATURA, ALTRO NO UE A SILVIO AVANZA IL "PARTITO" DELLA

PASCALE la Gazzetta del Mezzogiorno

17/04/2014 ECCO TUTTE LE LISTE PER LE EUROPEE IN CAMPO VANNONI E CECCHI PAONE

La Notizia (Giornale.it)

17/04/2014 NELLA CIRCOSCRIZIONE CENTRO SFIDA TRA I MINISTRI GIANNINI E LORENZIN+++

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 17/04/2014 IL NON PROFIT E' "ROSA" E SALE DEL 28% Corriere della Sera 17/04/2014 PANSA E IL CAMBIO IN FINMECCANICA: MA IL PIANO VADA AVANTI la Repubblica 17/04/2014 POLETTI A REPUBBLICA.TV "IL CONTRATTO A TERMINE COSTI

ALL'IMPRENDITORE IL 10 PER CENTO IN PIU'" la Repubblica 17/04/2014 FIEG: I TAGLI NON FERMANO LA CADUTA Italia Oggi 17/04/2014 NON CI SONO PIU' PARTITI MA LEADER Italia Oggi 17/04/2014 LAVORO A CHIAMATA K.O. Italia Oggi 17/04/2014 L'APPRENDISTATO CAMBIA ANCORA Italia Oggi 17/04/2014 FONDI UE ANCHE ALLE PROFESSIONI il Messaggero 17/04/2014 STIPENDI PUBBLICI, MAXI-STANGATA IL PRIMO TETTO A 60 MILA EURO L'Unita' 17/04/2014 PENSIONI E LAVORO, DUELLO A DISTANZA POLETTI-CAMUSSO il Mattino 17/04/2014 STATALI: STANGATA-SALARI NON SOLO PER I DIRIGENTI il Sole 24 Ore 17/04/2014 TAGLIO DETRAZIONI SOPRA I 55MILA EURO il Sole 24 Ore 17/04/2014 SCONTO IRPEF AL TOP TRA 18 E 24MILA EURO la Stampa 17/04/2014 MARCHIONNE: IL 2014 SARA' UN BUON ANNO

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PANORAMA.

Dati Censis e Fondazione Cesare Serono

Nn 2010 Nn 2020 NH 2040

Data 23-04-2014 Pagina 56/57 Foglio 1 /2

Padova e a Vicenza era andato tutto bene. Con­fuso nella comitiva dei compagni di scuola, Gioacchino aveva potuto visitare le città muoven­dosi agilmente sulla sua carrozzella. A Venezia, un disastro. Tra calli e

ponti sulla laguna, quel quindicenne di un liceo della Campania in viaggio d'istruzione nel Veneto si è imbattuto in un duro percorso a ostacoli e c'è voluta tutta la solidarietà e l'energia dei suoi compagni per sollevare la carrozzella e consentirgli di seguire gli altri. «Un incubo» sì è lamentata la madre del ra­gazzo. Un errore della scuola, ha ribat­tuto a muso duro l'assessore al ThrÌsmo della Regione Veneto, Marino Finozzi, e ha rimbeccato la professoressa che accompagnava gli studenti: «Le sarebbe bastato consultare le mappe dei nostri "Itinerari senza barriere" per evitare la brutta esperienza».

Triste duello sulla delusione di un ragazzo di 15 anni costretto a sentir­si un peso per i compagni. E dire che, sull'inserimento dei disabili nella scuola, l'Italia ha una tradizione di ec­cellenza in Europa: il 100 per cento dì inclusione, contro il 60,4 della Francia e lo stentato 16 per cento della Germa­nia. Peccato che sia l'unico primato. Sul fronte della disabilità, hanno annotato in una ricerca congiunta il Censis e la Fondazione Cesare Serono, «lo scena­rio italiano presenta alcune luci, ma soprattutto diverse ombre)}. A partire dalla spesa destinata ai disabili: l' 1,5 per cento del Pii, secondo i dati Eurostat, contro una media europea del2 per cen­to. <6iamo il Paese delle contraddizioni, degli eccessi» commenta Pietro Barbieri, presidente della Fish, Federazione ita­liana per il superamento dell'handicap. «Abbiamo alcune buone leggi e alcune

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PANORAMA.

LA SPESA IN ITALIA E IL CONFRONTO CON I PAESI EUROPEI

Costo annuo pro capite (comprensivo di assistenza e fornitura di beni e servizi)

ITAliA €

A €

MEDIA DI 121 PAESI)

buone pratiche sul territorio, ma non ri­usciamo a farne una sintesi». Jl risultato è che, nell'Europa a 27, siamo alla pari con la Repubblica Ceca, a mezza strada tra la Polonia e la Romania e ben lontani dai traguardi della Svezia (che spende quasi tre volte più di noi). «Eppure ci so­no settori in cui siamo all'avanguardia» sottolinea Barbieri. «Penso all'universi­tà: in Germania, a Heidelberg, sono con­centrati 5 mila studenti disabili; noi ne abbiamo lO mila, ma distribuiti in tutti gli atenei. Uno straordinario esempio di inclusione)'.

Il punto è che, tra i 4, 1 milioni di disa­bili italiani, la larga maggioranza sono anziani, non ragazzi in età scolastica. Secondo i dati diffusi dall'lstat nel 2010, più dell'SO per cento delle persone con disabilità ha oltre 64 anni. È un numero destinato a crescere, in un Paese che invecchia. E questo rende quasi surreale il progetto, segnalato dal Censis e dal­la Fondazione Serono, di «recuperare risorse economiche da questa voce di spesa pubblica», una tentazione ricor­rente nelle varie spending review. In realtà, nel confronto europeo, la parti­colarità italiana consiste nel privilegiare l'assistenza rispetto alla spesa in beni e servizi. Hanno rilevato i ricercatori del Censis e della Fondazione Serono: la somma investita in servizi per i disabili è inferiore in Italia a 23 euro pro capite contro una media europea di 125 euro. È illuminante il confronto con la Spagna, l'unico trai grandi paesi del continente a spendere meno di noi: su 395 euro desti­nati ai disabili, gli spagnoli ne riservano 340 all'assistenza e 5S alla fornitura di beni e servizi; l'Italia, dei suoi 438 euro, ne assegna 41 S all' assistenza.

Qualche cifra: nel 2010 l'Inps ha pa­gato 1.500.613 assegni di invalidità e pensioni di inabilità e più di 3 milioni di prestazioni di invalidità civile, comprese le indennità di accompagnamento, per un totale di 26 miliardi 596 milioni di

Data 23-04-2014 Pagina 56/57 Foglio 2/2

euro. Si investe molto meno per ottene­re che le persone con handicap trovino lavoro. Il risultato? Risultano occupati appena ìl18,4 per cento dei disabili nel­la fascia d'età tra i 1 S e i 44 anni e iiI? per cento tra i 45 e i 64 anni. In Francia, secondo la ricerca Censis-Serono, ha un'occupazione il 36 per cento delle persone cui è stata riconosciuta la di­sabilità e nel Regno Unito addirittura il 50,4 per cento. Meno di uno su tre con sindrome di Down lavora dopo i 24 anni e il dato scende al 10 per cento tra le persone con autismo che abbiano più di vent' anni. Meno della metà delle per­sone con sclerosi multipla, tra i 4S e i 54 anni, è occupata, contro il 12,9 per cento di disoccupati e ìl23,5 di pensionati.

Osserva il presidente della Fish, Bar­bieri: «Nel nostro Paese, o si sta dentro la scuola o si sta dentro un centro di riabilitazione: tutto il resto esiste solo in teoria. Eppure, anche con le risorse esistenti, si potrebbero attuare buone pratiche». E cita una storia esemplare: lo smantellamento del manicomio di Aver­sa, attraverso lo strumento del «budget dì salute», ovvero la distribuzione sul tenitorio della spesa prima destinata a tenere in piedi quella struttura. Spiega Barbieri: «Sono arrivati i ragazzi di don Peppe Diana, il prete ucciso dalla ca­morra, e con i disabili mentali dimessi dal manicomio hanno creato prima un ristorante, la Nuova Cucina Organizza­ta, poi hanno avviato coltivazioni bio­logiche sulle terre confiscate ai clan, infine hanno inventato il "Pacco alla camorra", un marchio con cui vendono i loro prodotti in tutta Italia».

Un'esperienza da imitare. Anche per evitare che la vita dei disabili sia troppo triste. Tra loro, ha segnalato l'Istat, le persone insoddisfatte di come passano il tempo libero sono 1'11,3 per cento, contro il S,Idi chi non è disabile. III

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Data 20-04-2014 Pagina 82 Foglio 1

fC· IN FAMIGU,\ N" 16·2014

Il 1

risponde Paola §IJO~OI'IW I nsegnan te, 2 figli

. I

Gentile professoressa, sono un'insegnante di soli 45 anni, moglie di un insegnante,

figlia di una bravissima maestra elementare ora in pensione e mamma di due ragazzi che frequentano attualmente la scuola elementare e la media superiore, Insomma la scuola per la nostra famiglia è tutto, Ce ne sentiamo parte e ci crediamo. E ci fa davvero dispiacere percepire la crisi in cui si trova questa istituzione fondamentale per genitori e figli. Ho sentito parlare di una manifestazione che si terrà U10 maggio a Roma in piazza San Pietro. Di cosa si tratta? lo spero che

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sia un'occasione per rilandare !'importanza dell'educazione.

- Cara Giulia, come te vivo e sento la scuola come parte della mia vita. non un semplice lavoro ma qualcosa di più, qualcosa che implica mettere in gioco e in discussione sempre sé stessi. In un discorso del 2001 papa Francesco, allora cardinale forge Mario Bergoglio, affiancava la scuola alla famiglia e rivolgeva tre inviti agli educatori: «Sviluppare vincolì umani di affetto e di tenerezza come rimedio allo sradicamento», «Curare la coerenza fra ciò che si dice e ciò che si fa come forma per ridurre l'abisso della discontinuità», «Far sorgere alcune certezze di fondo nel mare di ciò che è relativo, frammentario». Forse anche da qui parte la scelta della Chiesa di abbracciare e di mettere al centro la scuola. Questo percorso vedeva circa un anno fa la prima tappa di W1

lungo itinerario di analisi e progettualità sui temi dell'educazione e della scuola. Questa prima fase si concluderà con la manifestazione del 10 maggio a Roma, quella che tu hai citato nella lettera, alla presenza di papa Francesco. Tutti sono invitati: cattolici, laici, operatori di scuole pubbliche e paritarie, perché chi "lavora" con quel prezioso materiale umano che sono i nostri ragazzi deve stringere alleanze educative e dialogare. Quando si parla di investimento nella scuola non si fa riferimento solo a !li! bisogno economico e materiale, ma soprattutto alla necessità di riconoscerle il suo molo di grande risorsa per la vita civile e sociale. Ti invito ad andare alla pagina www.lachiesaperlascuola.it Là troverai tutte le indicazioni sull'evento dellO maggio. In particolare vedrai le parole chiave che sono state inserite in una ipotetica cartina di linee della metropolitana proprio a sottolinea me l'interdipendenza l'una dalle altre. E così i nodi: famiglia, educazione, alleanza, umal1esimo, comunità, insegnanti e autonomia che formano Ulla rete di discussione e di incontro ... a Roma il lO maggio 2014. •

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Milan'o Data 17 -04-2014 Pagina 6 Foglio 1 /2

Antonio Rossi «Sport a scuola, educazione fisica non è l'ora buca»

«Scuole aperte a tutti gli sport, ginnastica non è un' ora buca»

• Sport a scuola, impianti, fondi alle associazioni dilet­tantistiche.E ancora: la citta­della dello sport sulle aree Expo,ilnuovostadioelacan­didaturaolimpica2024.Par­la l'assessore lombardo allo Sport Antonio Rossi.

L'assessore regionale: «Investiamo sui giovanissimi con progetti e palestre Visite mediche negli istituti per valutare attitudini e problemi dei ragazzD>

Antonio Ruzzo a pagina 6

cento degli impianti non è per­fettamente fruibile e il 42 per cento degli impianti ha più di 30 anni. C'è da fare ... ».

Da che parte si comincia? «Intanto dalle palestre delle

Antonio Ruzzo

III AssessoreRossidadovede­ve ricominciare lo sport lom­bardo?

«Dalle scuole, si comincia sempre dà lì. Dai bambini e dai genitori che devono imparare che l'ora di educazione fisica

scuole.Abbiamostanziat03mi­do CO? i colleghi ~i Sanit~ e lioni e mezzo perristrutturarle. IstruzlOne da qu~st anno stla~ Conundoppio obiettivo. Quel­mo p:nsando dI far f~re agh lodipermettereaglistudentidi alun~l ?elle el~mentar~ anche farlezioniinstrutturemigliorie una Vlslta me~lca ~porÌlv~. Per più sicure e quello di permette­a~ere ~n d~o m pll~ che Cl ~ac- reancheairesidentidiutilizzar­Clac~IPlreba de~e~plO setrabula- le negli orari extrascolastici». gazzlom ar leslsteunpro e- Epoi? ma di obesità, di eccessiva se- «Poi puntando sulla collabo­dentan

d' ~tà o altro ahncora. Ubn razione tra pubblico e privato

punto l partenza c e potre - cercandodivalorizzarenonso­be essere utile per conoscere le lo la costruzione dell'imp' t

non è un'ora "buca"». E chi glielo spiega? «Innanzi tutto iloro insegnan­

ti. Epoidegliesperti,neolaurea­tiinscienzemotoriechegiàdal­l'anno scorso stanno facendo questo con il nostro progetto di "Scuola in movimento"».

. . h fi . h d . lan o, c~rattenstlc e 1~IC e eua~az- ma anche la sua gestione. Ab-Zl, se sono portatI persportdue- biamo sottoscritto unaconven­sistenzaoppure di esplosività». zione conl'Istituto di credito al-

Insomma la Regione sale in lo sport non tanto per spuntare cattedra... tassipiùbassi di interesse quan-

Che sarebbe? «Sarebbe l'integrazione del

progetto di alfabetizzazione

«N eanchepersogno. N onvo- to per avere maggiore facilità di gliamo sostituirci ai maestri accesso al credito per gli enti o che fanno benissimo illoro me- associazioni sportive dilettanti-

motoria del Coni a cui si è ag- stiere.Noic:rchiamos?lodida-giunto un nostro finanziamen- re un contnbuto tec~l~o, con­to di l 3 milioni che ha coinvol- creto. E anche se pOSSIbIle delle to 130mila alunni di oltre 5mila idee.Adesempioconlacollabo­scuole per oltre 100mila ore di razione della Scuola di Scienze lezione». motorie stiamo anchepensan-

do di individuare una serie di E cosa fanno questi 406 esperti? giochi didattici da poter far fare

«Affiancano gli insegnanti ai ragazzi durante gli interval­nelle ore di educazione fisica li».

Per un' ora alla settimana e dan _ E le iniziative delle Federa­zioni?

no indicazioni ai maestri suco-sa fare nella seconda ora setti- «Ben vengano, porte aperte a

tutte le federazioni che voglio­manale. Così riusciremo a por- no fare corsi per far conoscere tare più sport nelle scuole pri-marieeatrasmettereainostrifi- le loro discipline ai ragazzi. A

scuola c'è posto per tutti, dal gli una sana cultura sportiva. È andata bene e così si dovrà ri _ rugby al basket, al ciclismo agli

. di' b scacchi ... ». partIre a proSSImo otto re». E ciò basterà a convincere le Perfetto ma dopo che i ra­

gazziavrannoimparato la "Ie­famiglie che lo sportènecessa-rio? zione" poilo sport dove lo fan-

no. In Lombardia la situazio­«Nonlosoperòsidevecomin-

ciare da qui. Facendo sempre qualcosa in più. Così in accor-

ne degli impianti non è rosea. «È vero purtroppo. Il 62 per

stiche. Stiamo studiando un bando in accordo con l'Ics di 4milioni per l'impiantistica sportiva in regione che uscirà a settembre-otto bre».

Però c'è uno stanziamento da 18 milioni di euro firmato dal «fm> governo Monti che sa­rebbedovutoservireaiproget­ti dei privati di cui non c'è più traccia?

«È una storia lunga. Era un bando fatto male che è stato bloccato da un ricorso della re­gione Veneto alla Consulta. Certo è che quei soldi non si sa che fine abbiano fatto. Ho scrit­to una lettera aperta al governo ma per ora non ho avuto rispo­ste».

Sembra tutto sempre molto complicato. Un po' come la cit­tadella dello sport sui terreni di Expo?

«No lì la situazione è diver-

sa». Cioè? «Cioè che il Milan sembra

avere tutta l'intenzione di co­struire il suo stadio. A noi però interessa realizzare anche una piscina olimpionicae un palaz­zetto polifunzionale dello sport che potreb be coinvolgere l'Hockey Milano così potrebbe partecipare al campionato rus­so con cui ha avuto contatti e che è uno dei più prestigio si e ricchi al mondo. Su questi pro­getti stiamo aspettando le anali­si del Coni».

Il 2015 è qui, è il momento forse di aumentare la frequen­za delle pagaiate?

«Diciamo che conle altreisti­tuzioni c'è una buona collabo­razione e una lunga lista di even­ti anche sportivi che verrà mes­sain calendario. I problemi po­trebbero saltare fuori quando si dovrà decidere chi pagherà cosa ... ».

E per le olimpiadi 2024? «La Regione Lombardia su

questa candidatura si è battuta solo perché a noi interessava la cittadella dello sport sull'area di Expo. Quando se ne parlò il Coni partì subito con la propo­sta di Roma e ci sembrò strano visto che noi avevamo la possi­bilità di muover ci su un evento così importante. Certo è che se l'italia vuoi sperare in un un' olimpiade deve da subito pensare ad una candidatura unica. Altrimenti si corre ad handicap».

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Milarfo

u,

Il JWilan vuole fare il suo stadio J.Voi anche piscina e palazzetto

1\1ilano o Roma, l'Italia deve pensare a una candidatura sola

I 406 esperti affiancheranno gli insegnanti nelle attività

Data 17 -04-2014 Pagina 6 Foglio 2/2

L'EX CAMPIONE Anton io Rossi è un campione olimpico di canoa. Il governatore Roberto Maroni lo ha voluto in Regione

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COBBIEBE DELLA SEBA

Int."el1ti ;&Repllche Eredità genetica In riferimento all'articolo dal titolo «Madre è chi porta in grembo il bambino, sopravvalutiamo l'eredità genetica» (Corriere, 15 aprile) leggiamo con stupore alcune affermazioni della scrittrice Camilla Baresani (a suo dire suggerite dall'immunologo Semprini). Ad esempio «la percentuale di componenti ereditarie nel Dna dei figli è inferiore a un misero 1 % e di quell'l % metà appartiene al padre e metà alla madre». Così come viene riportata, questa affermazione è fuorviante e porta agli inquietanti interrogativi riportati nello stesso articolo: «Chi è la vera madre del bambino, quella che gli dà lo 0.5% dei geni, oppure ...... ». Noi potremo aggiungere: il restante 99% dei geni da chi proviene? Per chiarezza scientifica dobbiamo dire che il genoma del figlio è costituito per il 50% dai geni trasmessi dalla madre e il rimanente 50% da geni provenienti dal padre. La scrittrice ha probabilmente

frainteso quanto detto dal collega immunologo. Quest'ultimo le avrà forse sottolineato (correttamente) che solo un piccola porzione del Dna (circa 1.5%) codifica per speCifiche proteine, circa il 20· 25% ha probabilmente funzioni di regolazione, mentre la parte restante (circa il 75%) costituisce il Dna extragenico di cui attualmente conosciamo solo in parte la funzione. Tuttavia tutto questo pacchetto di informazioni (Dna codificante, Dna di regolazione e Dna extragenico) viene trasmesso al figlio nelle percentuali da noi sopra riportate. Affermare poi, come fa la scrittrice, che il moscerino ha una percentuale di geni in comune con l'elefante pari all'88% è ancora più fuorviante; sembrerebbe dire che un moscerino è più simile a un elefante di quanto lo sia il figlio nei confronti della madre. Questa percentuale si riferisce al fatto che il moscerino e l'elefante condividono 1'88% di proteine simili. Lo stesso confronto fatto tra tutti gli individui della specie umana, e tanto

Data 17 -04-2014 Pagina 43 Foglio 1

più tra genitori è figli, dà una percentuale di geni in comune pari al 100%. Senza sminuire il contributo educativo della famiglia e dell'ambiente sociale unito al contributo biologico della gestante, prendiamo atto che l'eredità genetica ha un peso rilevante in

tutte le fasi della vita di ogni Individuo. Giorgio Ricci, Ordinario di Biochimica

Andrea Novelletto, Ordinario di Genetica Carla Jodice, Associato di Genetica, Bianca M.

Ciminelli, Ricercatore di Genetica Università di Roma, Tar Vergata

Il pannello di esperti dell'Università di Tor Vergata conferma quanto riferitomi dal professor Enrico Semprini, owero che la componente genitore-specifica è minima, intorno all'l %, e che l'omologia delle proteine strutturali degli acidi nuc!eici fra moscerino ed elefante è dell'88%. Lo domonda che ci poniamo riguarda il significato culturale di tale 1 % e di quanta immagine propria si proietti sulla prole, con uno simile piccola frazione. Oggi, 1 7 aprile, Semprini ne parlerà a RaiNews 24 alle 11.20.

Camilla Baresani

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Universita'

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la Repubblica posizione del sottosegretario al­la Presidenza del Consiglio Del­rio sulle banche, è in arrivo l'au­mento delle tasse sulle plusva­lenze che gli istituti di credito ri­caveranno dalla rivalutazione delle quote-Bankitalia. Si passe­ra dal 12 al 24-26% e l'incasso (accompagnato da un ritocco al meccanismo di rivalutazione) dovrebbe essere di 1,2 miliardi.

Tra spending e misure one off, si raggiungerebbero i &-7 miliardi previsti per coprire il bonus, mentre per i prossimi anni ci sili­miterà ad un impegno del go­verno. «Dicevano che era una te­levendita. Poi che non c'erano le coperture. Poi le coperture sì, ma non quelle. #-Amicigufi ma aspettare venerdì no?», ha co­munque mandato a dire Renzi via Twitter ieri sera.

GUIIKAPmm I conteggi sono aperti fino al­

l'ultimo minuto. L'elemento nuovo è la possibile estensione

dello sconto fiscale in busta paga ad una platea più ampia. Fino ad oggi si è parlato dei lavoratori dì­pendenti che guadagnano fino a 25 mila euro lordi, la misura 00-vr.ebbe invece raggiungere an­che chi conta su 28 mila euro per evitare uno HscalinoH troppo marcato intorno alla soglia dei 25 mila e rendere la curva più omogenea. In questa area si do­vrebbe agire con l'aumento del­le detrazioni Irpefintroducendo nella busta paga del 27 maggio un beneficio medio di 83 euro. n bonus salirà fino a 92 per chi sta nella parte più bassa e scenderà

a circa 60 per chi sta più in alto. Nella partita dovrebbero entra­re anche gli incapienti. cioè colo­ro che guadagnano sotto gli 8.000 euro e non hanno spazio per utilizzare un aumento delle detrazioni perché sono già esen­tasse. Se sarà conf~to que­sto schema gli MincapientiH

avranno un bonus monetario erogato dall'Inps che costerà cir­ca 1 miliardo in più e darà intor­no ai 25 euro netti (per stipendi netti di circa 400 euro mensili).

tAOOPNVOTAZIONE In un clima da corsa contro il

tempo oggi Camera e Senatovo­teranno l'autorizzazione al go­verno a rinviare il pareggio di bi­lancioal2016elarisoluzioneche approva il Def. L'approvazione del Def è necessaria per poter varare il decreto Irpef sulla base del nuovo quadro di bilancio. Per varareilDef, visto che il governo

ha previsto il rinvio al 2016 del pareggio di bilancio, servetutta­via una ulteriore autorizzazione del Parlamento che, secondo la Legge Costituzionale, deve av­venire con una distinta votazio­ne. Al meccanismo giuridico mancava tuttavia un altro tas­seijo: la lettera formale del go­verno italiano alla Commissione Ue,condizionepervotarel'auto­rizzazione al rinvio del pareggio da parte del Parlamento.

Così gli eventi sono precipita­ti. L'altra notte Padoan ha riferi­to di aver già avuto contatti informali a Washington con la

Commissione e fonti del Tesoro assicuravano martedì sera che la lettera era già partita, anche se Bruxelles ieri non conferma­va. Dopo una giornata di attesa e tensione, la lettera è arrivata a Bruxelles e soprattutto è accom­pagnata già dalla risposta di Bruxelles; una "presa d'atto» da parte del nuovo Commissario agli Affari monetari Siim Kallas sufficiente al Parlamento per. procedere, in attesa di valuta­zione.

A sollecitare la trasmissione della lettera al Parlamento è sta­ta la. Presidente della Camera

Laura Boldrini, che ieri ha comu­nicato la sua iniziativa in apertu­ra deilavori della conferenza dei capigruppo. Ciò non è bastato al capogruppo di Forza Italia Bru­netta che, ormai senza motivo e con la solita aggressività verba­le, è partito all'attacco della Bol­drini che ha replicato definendo . i toni «irrispettosì e irriguardo­si».

Resta lo scoglio della doppia votazione di oggi. Mentre infa~ti per il Def è necessaria la lllag­gioranza semplice (cioè dei pre­senti), per votare l'autorizzazio­ne al rinvio del pareggiodibilan­cio è necessaria la maggioranza degli aventi diritto. Oggi, gio­vedi di Pasqua, dunque la mag­gioranza al Senato dovrà vedere presenti tutti i suoi 161 compo­nenti per dare il via libera al go­verno sullo sforamento del limi­te costituzionale. Una partita che in Senato la maggioranza af­fronta con tranquillità: nelle ul­time richieste di fiducia infatti c'è stata una presenza tra i 163 e i 171 parlamentari di maggio­ranza.

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Dopo la risposta di Bruxelles le camere voteranno la deviazione dagli obiettivi di bilancio

Come sono cambiati gli obiettivi sul deficit strutturale*

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Un miliardo dalla sanità. Renzi: "I gufi saranno serviti". Sgravi non ancora strutturali

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n Sole9]{l mmrn Data 17 -04-2014 Pagina 9 Foglio 1

Il settore si rivela un traino per l'occupazione femminile: il 72% dei dipendenti è donna

Il non profit è «rosa» e sale del 28% ROMA

Cresce in Italia il settore "non profit": nel 2011 le organiz­zazioni attive sono risultate 301.191, il 28% in più rispetto al 2001, con una crescita del perso­nale dipendente pari al 394 per cento. I volontari sono 4,7 milio­ni, in aumento del 43,5% rispetto ai 3.315.327 del 2001 (+1.443.295), mentre ilavoratori occupati a va­rio titolo sono quasi un milione (957.124 tra dipendenti, collabo­ratori esterni e lavoratori tempo­raneO, in aumento del 61,5% ri­spetto alla ricognizione di dieci anni prinla (592.791).

È quanto emerge dal IX Censi­mento generale dell'industria,

dei servizi e delle istituzioni non profit realizzato dall'Istat. Se si analizzala composizione per ge­nere, si scopre che il non Profit può essere considerato un trai­no per l'occupazione femminile in Italia, con 494 mila donne di­pendenti, il 72% del totale. Nell'esercito dei 4,7 milioni di volontari, la componente fem­minile è di 1,8 milioni. Tra le 494llÙla lavoratrici dipendenti 142mila sono esterne, 3mila so­no lavoratrici temporanee, 9mi­la sono comandate/distaccate, 26milasono religiose e lOmila so­no giovani del servizio civile. La categoria professionale più rap­presentata nell'universo del

non profit, con il 27SYo dei lavo­ratori retribuiti, dipendenti ed esterni, é quella delle professio­ni tecniche(infermieri, fisiotera­pisti, mediatori interculturali etc.). Seguono le professioni nel­le attività commerciali e nei ser­vizi con il 2410/0 (operatori socio­sanitari, assistenti socio-assi­stenziali e assistenti domiciliari etc.)le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specia­lizzazione (17,9%), quelle non qualificate con il 13,8% (collabo­ratoriscolastici, addetti alle puli­zie, operatori ecologici, etc.) e quelle esecutive nel lavoro d'uf­ficio (1140/0).

I dirigenti e gli imprenditori,

invece, rappresentano una quo­ta pari al 3,5% del totale dei lavo­ratori retribuiti. Le istituzioni non profit rilevate nel censimen­to Istat sono nel 62,7% dei casi di pubblica utilità (orientate al be­nessere della collettività in gene­rale) e nel restante 37.3% mutua­listiche (dirette agli interessi e ai bisogni dei soli soci). il totale del­le entrate di bilancio di queste istituzioni è pari a 64 miliardi di euro, mentre le uscite totali am­montano a 57 miliardi di euro. Le regioni con il maggior volume, sia di entrate che di uscite sono la Lombardia( oltre 17 miliardi di euro di entrate e oltre 15 miliardi di euro di uscite) e il Lazio (qua­si 15 miliardi di entrate e quasi 12 miliardi di uscite).

R.Boc. ©RIPRODUZIONERISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA Data 17 -04-2014 Pagina 6 Foglio 1

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)) [Retroscena Dalla cessione del settore dei trasporti ai progetti per il rafforzamento nel settore aeronautico

Pansa e il cambio in Finrneccanica: ma il piano vada avanti In due giorni il titolo ha perso il 7%, ieri il recupero. Le indicazioni di Tesoro e Sviluppo

Se qualcosa è cambiato, e perché, nei pensieri di Matteo Renzi e Pier Car­lo Padoan, sul futuro di Finrneccanica e sul piano di sviluppo costato sette mesi di lavoro all'attuale capo azienda, Alessandro Pansa, e alla squadra che ha portato il colosso italiano a una re­lativa serenità dopo la scandalo giudi­ziario, lo si capirà solo dalla prima mossa del nuovo amministratore de­legato, Mauro Moretti. TI numero uno delle Ferrovie chiamato a gestire, per la prima volta, un gruppo quotato in Borsa e costantemente sotto i riflettori degli investitori internazionali, pare si trovi subito davanti a un bivio di quelli capaci di togliere il sonno: proseguire o fermare la vendita delle controllate nei trasporti della società che produce il 91% dei ricavi nell'aerospazio civile e militare? I sindacati chiedono da tem­po uno stop alle dismissioni e anche dal Pd si è levata qualche voce contra­ria alla cessione di Ansaldo Breda e Sts. TI cambio della guardia al vertice ha la­sciato immaginare un passo indietro anche del governo. Un'ipotesi che ha contribuito all'ondata di vendite in Piazza Affari (il 7% circa in due sedute, prima del recupero del 2% ieri). Nel

piano di Pansa e dei manager della pri­ma linea presentato alla comunità fi­nanziaria un mese fa, era il 19 marzo, però, la strada maestra era tracciata e

Il profilo

Alessandro Pansa, 51 anni, amministratore delegato uscente di Finmeccanica

la scelta, tutt' altro che solitaria, era stata pienamente condivisa con i mi­nistri dello Sviluppo, Federica Guidi e Pier Carlo Padoan, i quali, lo stesso giorno, hanno firmato un comunicato congiunto. Nella nota i due ministri hanno «condiviso» la strategia di con­centrazionenei settori aerospazio, di­fesa e sicurezza affermando che <dI de­consolidamento delle attività nei tra­sporti deciso da Finrneccanica rappre­senta un elemento essenziale per il successo di tale piano». L'idea di Pan­sa, ribadita in quell'occasione dagli stessi esponenti di governo, è che per le società dei trasporti vadano indivi­duati partner in grado di assicurare in­vestimenti adeguati e radicamento territoriale.

Meno di 30 giorni dopo quelle di­chiarazioni, sul piano che si compone anche del duplice completamento del­la riforma della governance avviata lo scorso anno e del nuovo modello or­ganizzativo di certezze non ce ne sono più e dal ritorno alla piena redditività, Resta la sorpresa, e l'amarezza, per un finale che nessuno si sarebbe aspetta­to a Finrneccanica dopo i risultati por­tati in poco più di un anno dal team di cinquantenni che ha dovuto superare una crisi reputazionale come quella provocata dall'arresto con l'accusa di corruzione internazionale dell'ammi-

nistratore delegato Giuseppe Orsi e un indebolimento industriale che aveva messo a serio rischio finanziario il gruppo.

«Questa è la scelta del governo e co­me tale va accettata e rispettata» si li­mita a ripetere in queste ore Pansa ai suoi collaboratori, con i quali pare non nasconda la stima per il suo successo­re, Moretti. Mai ~intervistain 14me~ si da amministratore delegato (carica per la quale aveva rinunciato al com­penso mantenendo solo la retnbuzio­ne da direttore generale) Pansa era stato nominato il 13 febbraio del 2013, dopo cinque anni da direttore finan­ziario nella stessa Finrneccanica. Boc­coniano, 52 anni il prossimo giugno, figlio del giornalista Giampaolo, padre di due ventenni, una grande amore per la cultura classica, Pansa ha iniziato la sua carriera all'ufficio studi del Credito Italiano.

Con il presidente (confermato) Gianni De Gennaro è stata da subito sintonia, la fiducia reciproca non deve essere stata estranea ai risultati portati nell'ultimo anno, con il ritorno all'uti­le un flusso di cassa atteso in aumento da 50 a 200 milioni nel 2014, risparmi superiori ai 500 milioni e un rialzo del titolo di quasi 1'80% in Piazza Affari.

PaolaPica "!III@paolapica

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la Repubblica

ILIAVORO

Paletti a Repubblica.tv "Il contratto a termine c<Ni all'imprenditore ilIO per cento in più"

ROMA TI contratto a tempo indetenninato «deve costare meno di quello a tennine», di «almeno il 10%». Lo dice a Repubblica tvil ministro del Lavoro Poletti: «L'imprenditore deve poter scegliere o il tempo indetenninato perché gli conviene o il tennine perché lo lascia più libero». Poletti aggiunge che ilJobs act sarà «pronto nei primi sei mesi del 2015». Mentre dalla prossima settimana riaprirà, con Inps e commissioni Lavoro, il tema esodati, allo studio «forme di flessibilità per il pensionamento di chi perde il posto».

Data 17 -04-2014 Pagina 3 Foglio 1

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la Repubblica Data 17 -04-2014 Pagina 27 Foglio 1

Fieg: i tagli non fennano la caduta ROMA. L'esodo di giornalisti ( 1662 dal 2009 al2013) e poligrafici (-8,3% nel 2013) ei tagli più che consisten­ti apportati ai costi negli ultimi anni dalle aziende edi­toriali non frenano il calo del fatturato, che anche nel 2013 siriducedell'11,l % per i quotidiani e del 12,7% per i periodici, secondo i dati Fieg. La crisi, ribadisce il presidentedellaFiegGiulioAnselmi,rendeancorapiù urgente la conversione al digitale, coniugata con una valorizzazione dei mezzi tradizionali. Una" smartpho­ne revolution" che non lasci indietro il cartaceo.

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Data 17 -04-2014 ItaliaOggi Pagina 14

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Per Giulio Sapelli inoltre, sempre in Italia, i sindacati parlano di tasse anziché di salari

Non ci sono più partiti ma leader Da qui una protesta incontroUabile perche è atomizzata

DI GIULIO SAPELLI

Fau Merkel 1'11 apri­le scorso ha effettuato il secondo Blitzbesuch in Grecia. Anche que­

sta volta si è fermata poche ore, sette, per l'esattezza. Ma questa breve visita non è sta­ta priva di significato. Merkel ha dichiarato di essere felice di ciò che Antonis Samaràs, segretario di N uova Demo­crazia, ha esclamato abbrac­ciandola: «Ringrazio il popolo tedesco per la sua solidarietà!». La Merkel, da parte sua, si è lanciata in una comparazione storiografica che sicuramen­te rimarrà negli annali della disinformazione e della men­zogna. Ha comparato i cinque anni di crisi attraversati dalla Grecia al periodo della riuni­ficazione tedesca. Tra le altre incredibili affermazioni mi ha impressionato questa: «Molte professioni che apparivano indispensàbili nella Germa­nia Est sono divenute con la riunificazione assolutamente obsolete e inutili e molta gente ha molto sofferto di ciò».

Mi si dice che il pubblico era stupefatto, incredulo, s0-

prattutto perché questa scena metafisica, che pareva avve­nisse sull'Acropoli, si svolgeva invece in una città dove, il lO aprile, un'autobomba era espl<r sa davanti alla Banca centrale greca e settemila poliziotti, ben piantati sui margini delle stra­de, hanno fatto da scenario alle auto della Cancelliera dall'ae­roporto al centro della capitale. Il traffico ad Atene, del resto,

era stato proibito ed essa sem­brava una città morta.

Ben lontane dal perimetro di sicurezza, si svolgevano le ma­nifestazioni di Syriza e dei sin­dacati. Ma nessun'eco è giunta a Frau Merkel e l'amante di Wagner e dei wurstel nulla ha udito di questi sussurri e grida della sofferenza. Il tut­to, del resto, ha dello scenario wagneriano. L'oro del Reno esiste, certamente, e sono i ti­toli di stato che Wotan e i suoi compagni vogliono acquistare. Ma a quale prezw li acquista­no! Padri e figlie si immolano vicendevolmente e l'intera Ter­ra sembra tremare per malefici incantesimi.

Di questo dramma wa­gneriano, in versione più anarchica e meno ordinata (perché da noi, in Italia, i parti­ti non esistono più, a differenza che nella Grecia, e i sindacati sono troppo impegnati a pole­mizzare tra loro invece che mo­bilitare la povera gente) anche noi abbiamo avuto la nostra versione, ma è un dramma alla Mascagni. Con dei copioni che si ripetono: manipoli sia di pro­vocatori, sia di convinti idealisti che mettono a ferro e fuoco le piazze. E a farne le spese sono i poveretti che, dilaniati dalla fame, cercano di far qualche soldo vendendo panini a que­sti manifestanti, raccogliendo impudentemente petardi che questi gentiluomini dell'oppo­sizione scagliano contro le forze dell'ordine.

Wagner o Mascagni, sono terribili fenomeni che stan crescendo. Una mostruosa metafisica che osanna di nuo-

vo la crescita finanziaria e di­mentica che la disoccupazione tocca livelli del 30%, 50%, 60% a seconda delle fasce di età che si prendono in esame. L'altra questione non è una metafi­sica, ma una realtà. In Italia, dove non esistono più partiti ma solo leader e dove i sinda­cati parlano di tasse anziché di salari, la protesta non sarà più collettiva, ossia ordinata, ma atomizzata, e peristaltica, solitaria e anomica, dove uomi­ni soli camminano con bombe a mano in tasca e gruppi armati di militanti che la polizia do­vrebbe conoscere uno per uno attaccheranno le sedi di quel­lo che una volta si chiamava il potere delle multinazionali (Br) e oggi si chiama potere della casta (Stella e Rizzo e Gabanelli).

Dinanzi a tutto ciò fa im­pressione leggere la Frank­furler Allgemeine Zeitung, dove in terza pagina troneggia un gran ritratto politiC(}-biografico di Schauble, dal titolo <&hiiu­ble oder die grofie Null», ovve­ro Schiiuble e il grande zero. Il titolo è tutto un programma: Schiiuble non si muove, sta se­duto sul suo surplus commer­ciale e sulla distruzione del modello sociale europeo, che la sua ostinazione provoca volen­do imporre agli altri paesi ciò che la Germania - ancora per poco, però - può fare. Appunto lo zero di deficit annuale.

Dinanzi a questo scena­rio tra Wagner e Mascagni, si inserisce la nostra costerna­zione dinanzi all'indecisione di un caro amico, Mario Draghi, che sicuramente deve essere

sprofondato nell'insicurezza generata dalla paura. Forse Draghi dovrebbe dimettersi. Ogni volta che annuncia un provvedimento che cerca di aggirare i limiti statutari del­la Bce incoraggia l'oligopolio finanziario e lo stordisce fino a passare - pensate un po'! - per un salvatore dell'euro. E in que­sti giorni dovrebbe avere meno paura, se anche il giovane Hol­den di Solingen, quel Jens Weidmann, Presidente della Bundesbank, aveva di fatto approvato i suoi provvedimenti così bene annunciati, anche se, come avevo già spiegato, irti di flagranti contraddizioni piene di rischiose conseguenze, non solo finanziarie.

Insomma, da un lato c'è Wagner, dall'altro c'è Ma­scagni. Ma Mario Draghi chi è? lo una metafora ce la avrei, ma non mi azzardo a dirla per­ché, nonostante tutto, ripeto, nonostante tutto, è uomo dei miei amati nordamericani e soprattutto allievo di Federico CaJJè, nonostante tutto, nono­stante tutto, nonostante tutto. Questo personaggio in cerca d'autore, il suo autore deve trovarlo e non devè incantarci chiamando bassa inflazione la deflazione. La prateria è surri­scaldata dall'aridità che, non a caso, nella nostra lingua, fa as­sonanza con la finanziaria avi­dità. E se le praterie sono ari­de e secche, basta un nulla per farle incendiare. Mario Draghi deve dunque agire e presto, se non vuole fare la fine di quei politici che predicano e parla­no e non agiscono. Con tutte le conseguenze del caso.

Ilsussidiario. nel

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Data 17 -04-2014 ItaliaOggi Pagina 26

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Il tribunale di Milano ha giudicato il contratto discriminatorio

Lavoro a chiamata k.o. Illegittimo l'utilizzo sulla base dell'età

DI DANIELE CIRIOLI

Illegittimo il lavoro a chiamata c9n giovani in­fra25enni. E un compor­tamento discriminatorio

riguardo all'età e, pertanto, comporta la trasformazione del contratto in un rapporto a tempo pieno e indetermi­nato sin dalla costituzione, oltre al risarcimento del dan­no. L'ha stabilito la Corte di appello di Milano decidendo una causa tra la Abercrom­bie & Fitch Italia sr! e un ex lavoratore intermittente, difeso dall'avvocato Alberto Guariso, con una sentenza del 15 aprile che mette a ri­schio della stessa sorte tutti i contratti a chiamata in es­sere e stipulati «per età».

Lavoro a chiamata Quello di lavoro intermit­

tente (o a chiamata) è un con­tratto con cui un lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro, il quale ne utilizza la prestazione all'oc­correnza. Dopo la riforma Fornero (legge n. 92/2012,

dal 18 luglio 2012), il ricorso al lavoro intennittente è am­messo per causali «oggetti­ve" e «soggettive>>: nel primo caso per svolgere prestazio­ni di carattere discontinuo e saltuario in base alle previsioni dei contratti collettivi o per le attività della tabella allegata al rd n. 2657/1923; nel secondo caso, a pre­scindere dall'attività, per prestazioni rese da soggetti con più di 55 anni o meno di 24 anni di età, fermo restando che le prestazioni possono essere svolte fino al 25esimo anno di età (cioè fino a 24 anni e 364 giorni).

È un contratto «discri­minatorio»

La vicenda giudiziaria (come le conseguenze del­la decisione della Corte di appello) riguardano un con­tratto stipulato in base alle causali soggettive. Infatti, la controversia riguarda la società e un giovane assun-

to il 14 dicembre 2010 con contratto a chiamata, per­ché (appunto) con età infe­riore a 25 anni e disoccupato (quest'ulteriore condizione era richiesta dalle norme

vigenti prima della legge Fornero). L'assunzione con contratto intermittente, ef­fettuata a termine (quattro mesi), veniva prima proroga­ta e poi convertita a tempo indeterminato dalI o gennaio 2012. Infine ad agosto 2012 il giovane veniva licenziato «per giusta causa», perché aveva compiuto 25 anni di età e quindi il rapporto di lavoro intermittente era di­venuto impossibile (vietato per legge).

Con ricorso al tribunale di Milano il lavoratore chiede il riconoscimento della sus­sistenza di una discrimina­zione in ragione dell'età (ex art. 28 del dlgs n. 150/2011),

ma l'istanza viene rigettata. Ripropone ricorso alla Corte di appello che, inve­ce, gli dà ragione e «dichiara la natura discriminatoria del comportamento te­nuto da Abercrombie & Fitch Italia srl per

I aver assunto il ri-corrente con un con­

tratto intermittente in fonna della sua sola età anagrafica». In più la Corte ordina la fine del comportamento discrimi­natorio e, accertato che tra le parti è in corso dal 14 dicem­bre 2010 un rapporto di lavoro subordinato ordinario condan­na la società a riammettere il lavoratore nel posto di lavoro (reintegrazione) e a pagare, come risarcimento del danno, un importo pari a 14.540 euro più interessi e rivalutazione.

--© Riproduzione riseroata ____

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Data 17 -04-2014 ItaliaOggi Pagina 31

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Il vincolo per le nuove assunzioni introdotto dalla commissione lavoro della camera

Vapprendistato cambia ancora Stabilizzazione al 200/0 nelle aziende oltre 30 dipendenti

DI SIMONA D'ALESSIO

Il «tetto» del 20% dei rap­porti di lavoro a termine deve essere calcolato sul numero degli occupati

a tempo indeterminato, in forza al lO gennaio dell'anno di assunzione. E si accende il semaforo verde per le im­prese che hanno più di 30 di­pendenti che vogliano dotarsi di nuovi apprendisti a patto, però, che ne regolarizzino una quota (pari al 20%) di quelli già in organico. Viag­gia spedito verso il via libe­ra della commissione lavoro di Montecitorio e, con tutta probabilità, sarà votato mar­tedì in Aula, con la fiducia, il decreto 34/2014 (Disposizioni urgenti per favorire il rilan­cio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempi­menti a carico delle imprese); le modifiche licenziate nelle ultime ore, alcune che porta­no la firma della minoranza del Pd e della Lega, lasciano sostanzialmente intatta l'os-

satura del testo, senza «stra­volgimenti» inaccettabili per il ministro del welfare, Giu­liano Poletti. Nessun ritocco sul contratto a tempo deter­minato fino a 36 mesi, senza l'obbligo di dover indicare la causale (la ragione, cioè, per cui si stipula l'accordo per un periodo limitato), mentre la possibilità di prorogarlo su­bisce una sforbiciata (regge, dunque, l'intesa fra le for­ze politiche, preannunciata nelle scorse ore dal relatore Carlo Dell'Aringa del Pd), e ci si avvia a scendere da 8 a 5 opportunità di allungamento del rapporto (si veda anche ltaliaOggi di ieri).

E, fra le altre novità delle votazioni di ieri, c'è l'aver stabilito che la soglia del 20% dei contratti dei precari che può permettersi un'azienda deve essere quantificata sul totale dei dipendenti a tem­po indeterminato, e non sul complesso del personale. Dal re latore, poi, arrivano due

proposte: una impone ai da-

tori di lavoro di informare, in forma scritta al momento della firma di un inquadra­mento a termine, le persone sul loro diritto di «preceden­za» in caso di assunzioni sine die. L'altra, invece, è rivolta alla componente femminile, poiché il testo dispone che i mesi di congedo di maternità potranno essere conteggiati ai fini del diritto di «prece­denza» per una eventuale re­golarizzazione senza alcuna scadenza dei termini.

Torna in vita, poi, un pas­saggio della legge dell'ex mi­nistro Elsa Fornero (9212012), seppur con una differente for­mulazione, giacché il centro­sinistra ottiene il ripristino di una quota di stabilizzazioni per gli apprendisti: le realtà produttive con oltre 30 unità (non più con lO dipendenti), infatti, potranno accendere nuovi contratti da appren­dista, esclusivamente dopo aver confermato il 20% (non più il 50%) di quelli già in essere. Un orientamento che scontenta Sergio Pizzolante

(Ncd), secondo cui è frutto di «una logica anti-impresa che penalizza i giovani» ed è «un disincentivo grave per le aziende, che finiranno per non assumerli». Quanto alla formazione pubblica obbliga­toria, il restyling voluto dai deputati dellXI commissione dispone che debba essere of­ferta dalle regioni, o il datore di lavoro non avrà più alcun dovere; nell'emendamento del Pd si legge che, qualora l'amministrazione non prov­veda ad informare l'impre­sa, «entro quarantacinque giorni dalla comunicazione di instaurazione del rappor­to, le modalità per usufruire dell'offerta formativa pubbli­ca», l'azienda non sarà tenu­ta a «integrare» la trasmis­sione di competenze di tipo professionale e di mestiere, con quella finalizzata all'ac­quisizione di abilità di base trasversali. Domani il decreto sbarcherà in Aula per la di­scussione generale, mentre la votazione (quasi certamente blindata) si terrà a partire da martedì 22 aprile.

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Fondi europei ai professionisti Il vicepresidente della Commissione Ve, Tajani, ha scritto al governo italiano per

chiedere di garantirne l'accesso ai finanziamenti nella programmazione 2014-2020

L'Italia deve garantire l'accesso ai fondi De anche ai liberiprofèssioni­sti, riconoscendo il loro ruolo nella programmazione finanziaria 2014-2020. Lo chiede il vicepresidente della Commissione europea, Anto­nio Tajani, al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, in una lettera inviata ieri. Il monito prende le mosse dal piano d'azione presentato la settimana scorsa da Bruxelles per le professio­ni, considerate ormai alla stregua delle imprese.

Péntura a pag: 82

Il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani scrive al sottosegretario Graziano Delrio

Fondi Ve anche alle professioni L'Europa chiede all'Italia di garantire l'accesso ai fondi

DI GABRIELE VENTURA

L' Italia deve garanti­re l'accesso ai fondi De anche ai liberi professionisti, rico­

noscendo il loro ruolo nella programmazione finanziaria 2014-2020. Lo chiede il vice­presidente della Commissio­ne europea, Antonio Tajani, al sottosegretario alla pre­sidenza del consiglio, Gra­ziano Delrio, in una lettera inviata ieri. Il monito prende le mosse dal piano d'azione presentato la settimana scorsa da Bruxelles per le professioni, considerate or­mai alla stregua delle impre­se (si veda ltaliaOggi Sette del 14 aprile scorso). «I liberi

professionisti», scrive Tajani, «possono essere beneficiari anche di fondi strutturali e spero quindi che l'Italia sap­pia riconoscere il loro ruolo nell'ambito della conclusione degli accordi di partenaria­to per il periodo finanziario 2014-2020. Il lavoro autono­mo riveste in Italia un peso di rilievo, ma necessita, come il mondo del lavoro dipen­dente e della piccola e me­dia impresa, di misure come il sostegno all'autoimpiego, la mobilità, l'innovazione e la formazione, che possono trovare adeguato finanzia­mento, per esempio, nel Fon­do sociale europeo». Il piano di azione è stato presentato da Tajani il 9 aprile scorso, e prevede una serie di azioni

in favore dei liberi professio­nisti europei, in quanto im­prese. «Per quanto riguarda in particolare i fondi euro­pei», scrive Tajani, «ho già chiesto alla mia direzione generale di fare in modo che i liberi professionisti siano a tutti gli effetti soggetti che possono beneficiare delle ri­sorse previste in programmi quali, per esempio, Orizzon­te 2020 e Cosme». Ricordia­mo che i bandi e le relative risorse a cui i professionisti e gli studi associati potran­no aspirare sono emanati costantemente e a più livel­li istituzionali. Per gli studi più piccoli si aprono i ban­di nazionali (per esempio, Fondo crescita sostenibile, nuova Sabatini, bOI?-us R&S,

fondi per la digitalizzazio­ne), fino a giungere ai bandi regionali cofinanziati con fondi comunitari indiretti, oltre a livelli ancora più lo­cali come quello provinciale. Per gli studi più grandi o as­sociati, i professionisti pos­sono puntare, oltre che alle predette opportunità, anche sui bandi comunitari diretti (per esempio, Horizon 2020, Cosme, per i quali si veda ar­ticolo nella pagina a fianco). Inoltre, il 7 maggio prossimo professioni ed enti previden­ziali chiederanno agli asses­sori al lavoro e attività pro­duttive di essere inseriti nei bandi regionali per l'eroga­zione dei finanziamenti alle imprese (si veda ItaliaOggi dell'l1 aprile scorso). .

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Direttiva qualifiche

L'Ue recapita all'Italia' un parere motivato sul mancato recepimento della direttiva sul rico­noscimento delle qua­lifiche professionali e quella per la libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi. In pratica, Bmxelles ha approvato, il 13 mag­gio 2013, la direttiva 2013~5{Ue, che adegua determinate direttive a motivo deU'à.desione aDa De della Croazia. L'ltalia non haaggiomato lanOl'­mativa e la Commissione ha inviato ieri il parere motivato, seconda tappa della procedura d'infra­zione. Se entro due meSi non invierà a Bmxelles una risposta soddisfa­cente, Bmxelles può de­ferire l'Italia alla Corte di giustizia De,

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Stipendi pubblici, maxi-stangata Il primo tetto

Data 17 -04-2014 Pagina 4/5 Foglio 1 /2

I Gli st~tal!peI}ascia d~ età_ I

M f0;;ii I I

I 0-24 1,3%

25-29

30-34

2,9%

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circa 10%

40-44

- ~~9 .-!7'7%_1 - 60-64 5,7%

- over65 - - 0,60/,-1

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I 45-49 50-54 a 60 mila euro 35-39

10,8% 15,4% 19,5% 20,1% I l R_ap_porto_Ar_angiu_gno_2013_ldat_i2011_1 ________ "",,_A a>nt~~

~ Limite massimo alle retribuzioni a 240 mila euro: varrà anche per società pubbliche, magistratura e Banca d'Italia

_____________ - questa ultima cifra sarebbe ardita il governo tenta di esten-STRHT A quindi la prima soglia a scattare, dere il nuovo regime anche ad

per chi non ha un contratto di di- una serie di realtà finora esclu-ROMA Tetto alle retribuzioni per rigente. se. I~ pr~mo l~ogo gli organismi tutti i dipendenti pubblici. Sta costI.tuzlOnah, Camera, Sen~to, prendendo forma l'articolo del C~,AUSOLA ANTI-FURBI presldenz~ d~lla Repubbhca, decreto legge di domani destina- C e an.che una clausola ~ensat~ Cort~ costltuzI.onale, c~e god~­to a limitare i compensi dei diri- per e':Ita~e che la st.re.tta. s~a aggI: n? ~I ~uton?mIa anche l? term~­genti: ma l'ultima versione mes- rata: Il nspetto ?eI.hm.ltI dovra m dI bIlancIo. Ora questI orgam­sa a punto si caratterizza come essere valutato m nfen!llento ~ smi e la Banca d'Italia (la cui in­una vera e propria stangata, che ~utte le s~mme percepIte ?agh dipendenza deriva invece dal­colpirebbe anche le categorie fi- mteressatI a qualunque tItolo: l'appartenenza alla Bce ed al si­nora al riparo (come la magistra- c?mp~ese quelle erogate da ent~ stema europeo delle banche ce n­tura e gli organi costituzionali) e dlve:sI o .quell~ .otte~ut~ quah trali) dovranno applicare le stes­comunque imporrebbe una so- c?rnsl?et!~vo ~1I m~ar.lchI oc~~- se regole nei propri ordinamen­glia massima, fissata a 60 mila slOnah. C e P?I un hm~te sp~ClfI- ti, garantendo comunque una ri­euro, allo stipendio delle genera- C? n~l cas? dI as~e~tatlve o.mca~ duzione delle spese complessive lità dei dipendenti pubblici: non ~IchI fu.0: 1 fU.olo. m .questI caSI di almeno il 5 per cento rispetto solo i dirigenti quindi. mdenmta o nmbor~I spese non al 2013: c'è quindi un po' di flessi-

La novità scatterebbe alla da- potranno superare 1125 per c~n- bilità sulle modalità, ma comun­ta di entrata in vigore del provve- to del tr~ttam;nt? econor~llco que viene imposto il tetto a 240 dimento, quindi verosimilmen- complessIvo. L umca ecce~lOn~ mila euro e viene anche fisssato te già con gli stipendi di maggio. sembra ~s~ere quella relatIva. al uRobiettivQ di risparmio. Il riferimento base, già annun- c?ntr~tt~ dhopera

l per PdrelsltaRzI~- Percorso simile è previsto per

. "l Il . m artIstlc e (ne caso e a aI). . Clato plU vo te ne e scorse settI- l dd "l" d' _ la magIstratura, altra categona mane, è quello della retribuzio- a ove ~ e eSlgenz~ l compe che in passato h fato valere la ne del presidente della Repubbli- ~ere con l concorrentI sul merca- propria autonomia anche sul ca, che come ricordato ieri dallo o'M l t d Il'' t t piano economico e di bilancio. stesso Quirinale ha un importo a a porta a e m erven o Toccherà al Csm indicare le mo-lordo di circa 240 mila euro. emerge oltre che dai tetti nume- dalità concrete di applicazione Questo sarà il limite massimo, rici dalla sua estensione. Pratica- della stretta, fermo restando il da applicare nella pubblica am- mente si salvano dal limite mas- tetto massimo allivello del presi­mini strazio ne ai dirigenti di pri- simo fissato a 240 mila euro solo dente della Repubblica e l'obbli­ma fascia che hanno un incarico i manager delle società quotate: go di ottenere una riduzione del­di capo dipartimento. Ma la quelli degli enti pubblici e delle la spesa dell'ordine del 5 per cen­maggior parte dei manager s} società partecipate in tutto o in to. Allo stesso modo il tetto mas­dovrà fermare più in basso. E parte dallo Stato o da altre am- simo vale anche per il personale previsto infatti che l'importo del ministrazioni, comprese quelle convenzionato con il servizio na­tetto sia ridotto rispettivamente che emettono obbligazioni quo- zionale, sul quale sarà operata del 30, del 60 e del 75 per cento, tate come Poste e Ferrovie rica- una riduzione dello stipendio per gli altri dirigenti di prima fa- dr anno invece nella tagliola. E lo del 5 per cento nel caso superi il scia, per quelli di seconda fascia stesso varrà per i componenti i livello fissato per i dirigenti di se-e per il restante personale. Le tre consigli di~mministrazione. conda fascia, ossia 96 mila euro. categorie si troverebbero quindi Andrea Bassi a non poter andare oltre i 168 mi- PERIMETRO ALLARGATO Luca Cifoni la, i 96 mila e ed i 60 mila euro: C'è di più: con una mossa forse © RIPRODUZIONE RISERVATA

RIENTRANO NEI VINCOLI ANCHE AZIENDE COME POSTE O FS SI SALVANO SOLO QUELLE QUOTATE

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rUnità Data 17 -04-2014 Pagina 7 Foglio 1

Pensioni e lavoro, duello a distanza Poletti-Camusso • n ministro: più flessibilità nella previdenza • n leader Cgil: cambiamo la «Fornero»

MASSIMO FRANCHI INVIATO A RIMINI

"Flessibilità nel sistema pensionisti­co". "No, bisogna cambiare la riforma Monti-Fornero". E ancora: "Il contrat­to a tempo indeterminato deve costare ilIO per cento in meno di quello a termi­ne". "Finora si è creata solo ulteriore frammentazione contrattuale". Dop­pio botta e risposta fra Giuliano Poletti e Susanna Camusso. Se il ministro del Lavoro - durante un forum a repubbli­ca.it - mette tanta carne al fuoco, rilan­ciando l'idea di prevedere forme di pre­pensionamento anche per i dipendenti privati e di far costare meno il contrat­to a tempo indeterminato, il segretario generale della Cgil da Rimini gli rispon­de prontamente criticando in gran par­te le posizioni del governo.

Si parte dalle pensioni. Con il mini­stro del Lavoro che rilancia una flessibi­lizzazione del sistema, reso granitico dall'innalzamento dell'età a 67 anni de­cretato da Elsa Fornero. Poi etti non va più in là di una generica dichiarazione: "Stiamo pensando a forme flessibili di prepensionamento", nel solco delle pa­role del ministro Marianna Madia che si riferiva però ai soli dipendenti pub­blici. Poi accenna all'idea di un "prestito" per rendere compatibile fi­nanziariamente il progetto.

SERVE ALTRO La leader della Cgil pensa invece che entrambi siano interventi troppo speci­fici, mentre "serve ben altro". "È asso-

«TI ministro è dinamico nel costruire nuove forme lavorative di cui non abbiamo bisogno»

lutamente evidente che la legge Mon­ti-Fornero non regge rispetto all'impat­to della crisi e dell'invecchiamento e so­prattutto alla possibilità di far entrare i giovani", sottolinea Susanna Camusso. "In Germania hanno rivisto l'allunga-

mento dell'età pensionabile. Il difetto di quello che ho letto - aggiunge - è l'idea che si genera l'ennesimo sistema ad hoc che peraltro è fatto di un presti­to che mi pare un'idea ardita, perché per tanti le pensioni non sono così straordinarie". Piuttosto bisogna "mettere mano al sistema rendendosi conto che questo sistema ha bloccato l'ingresso al lavoro. Non bisogna parla­re di flessibilità per i singoli ma rispet­to all'idea di andare in pensione".

Poi si passa ai contratti e alloro co­sto. Se il decreto Poletti ha reso più semplici quelli a tempo determinato, ora dichiara di voler rendere meno co­stosi quelli a tempo indeterminato. "Vogliamo riscrivere l'intero codice -spiega - il contratto a tempo indetermi­nato deve costare il 10% in meno di quello a termine".

A parte le critiche sul decreto Lavo­ro - che per la Cgil precarizza ulterior­mente il mondo del lavoro - Camusso contesta il ragionamento generale di Poi etti. La riforma dei contratti a termi­ne "è una parte di un disegno, questo governo sa bene che il cambiamento profondo riguarda prima di tutto l'aspettativa per il futuro dell'econo­mia. Gli interventi importanti sono il taglio delle tasse, gli interventi sulle scuole. Avere una regola che rende più

tranquillo un imprenditore quando as­sume è una norma "accessoria" che aiu­ta quell'imprenditore che, se accoglie il dato che l'economia cambierà in positi­vo, allora sa che può assumere».

Ma il duello continua. Perché Poletti ieri ha spiegato come intende ridise­gnare le 46 tipologie oggi esistenti. "Noi -sottolinea -non abbiamo un elen­co dei contratti da eliminare. Avrem­mo bisogno di un contratto tempora­neo, di un contratto a tempo indetermi­nato a tutele crescenti - e questo è pre­visto -, le tipologie poi dovranno essere tra loro in equilibrio. Il tempo indeter­minato deve costare di meno nella fase di awio rispetto a quello determinato: oggi un contratto a termine costa 1'l,4% in più di un indeterminato, se non arriviamo al 10% non è significati­vo. Bisogna dare al datore di lavoro la possibilità di scegliere: scelgo questo perché mi costa meno o quello perché mi lascia più libero".

Ma anche su questo la posizione del­la Cgil è molto critica. "Il ministro del Lavoro - attacca Camussso - mi sem­bra molto dinamico nella costruzione di nuove forme lavorative, di cui non avevamo bisogno. In pochissimo tem­po ha prodotto una ulteriore frammen­tazione dei contratti a termine, mi sem­bra l'opposto di quanto annunciato all' insediamento, cioè l'idea di rafforzare percorsi di stabilità. Credo si sbagli, non si tratta di ricostruire il posto fisso ma questo paese deve fare una svolta profonda nella costruzione di percorsi di certezza e progetti di vita per le per­sone".

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IL~MA.TTINO Pagina 16 Foglio 1

Statali: stangata-salari non solo per i dirigenti Il governo punta a fissare un tetto massimo di 60mila euro. Il taglio scatta forse a maggio

LucaCifoni

ROMA. Tetto alle retribuzioni per tut­ti i dipendenti pubblici. Sta pren­dendo forma l'articolo del decreto legge di domani destinato a limita­re i compensi dei dirigenti: ma l'ulti­ma versione si caratterizza come una vera stangata, che colpirebbe anche le categorie finora al riparo (come la magistratura e gli organi costituzionali) e comunque impor­rebbe una soglia massima, fissata a 60 mila euro, allo stipendio delle ge­neralità dei dipendenti pubblici: non solo i dirigenti quindi. La novi­tà scatterebbe alla data di entrata in vigore del provvedimento, quindi verosimilmente già con gli stipendi dimaggio.

Il riferimento base è quello della retribuzione del presidente della Re­pubblica, che ha un importo lordo di circa 240 mila euro. Questo sarà il limite massimo, da applicare nella pubblica amministrazione ai diri­genti di prima fascia che hanno un incarico di capo dipartimento. Ma la maggior parte dei manager si do­vrà fermare più in basso. È previsto che l'importo del tetto sia ridotto ri­spettivamente del 30, del 60 e del 75%, per gli altri dirigenti di prima fascia, per quelli di seconda fascia e per il restante personale. Le tre cate­gorie si troverebbero quindi a non poter andare oltre i 168 mila, i 96 mi­la e ed i 60 mila euro: questa ultima cifra sarebbe quindi la prima soglia a scattare, per chi non ha uncontrat­to di dirigente. C'è anche una clau­sola pensata per evitare che la stret­ta sia aggirata: il rispetto dei limiti dovrà essere valutato in riferimento a tutte le somme percepite dagli in-

Il ri,Q"" iI""<1::lbi'fiI

Tempi duri in arrivo perla maggior parte dei manager pubblici

teressati a qua­lunque titolo, comprese quel­le erogate da en­ti diversi o quel­le ottenute qua­li corrispettivo di incarichi oc­casionali. L'uni-ca eccezione sembra essere quella relativa ai contratti d'operaperpre­

stazioni artistiche (nel caso della Rai) laddove c'è l'esigenza di com­netere con i concorrenti sul merca-

to. Ma la portata dell'intervento

emerge oltre che dai tetti numerici dalla sua estensione. Si salvano dal limite di 240 mila euro solo i mana­ger delle società quotate: quelli de­gli enti pubblici e delle società parte­cipate in tutto o in parte dallo Stato o da altre amministrazioni, compre­se quelle che emettono obbligazio­ni quotate come Poste e Ferrovie ri­cadranno invece nella tagliola. E lo stesso varrà per i componenti dei cda. C'è di più: il governo tenta di estendere il nuovo regime ad una serie di realtà. In primo luogo gli or­ganismi costituzionali, Camera, Se­nato, presidenza della Repubblica, Corte costituzionale, che godono di autonomia anche in termini di bi­lancio. Ora questi organismi e la Banca d'Italia (la cui indipendenza deriva invece dall'appartenenza al­la Bce) dovranno applicare le stesse regole, garantendo comunque una riduzione delle spese complessive di almeno il 5% rispetto al 20 13.

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Taglio detrazioni sopra i 55mila euro L'ipotesi nella bozza del decreto: per i redditi sopra lOOmila euro riduziòne dell'80%

Eugenio Bruno Marco Mobili ROMA

Le risorse per pagare agli ita­liani la "quattordicesima" che il premier Matteo Renziha promes­so ai contribuenti non arriveran­no solo dalla spending review. Ma anche dagli italiani stessi attra­verso un riequilibrio tra "poveri" e "ricchi" del prelievo Irpef. Chi ha un reddito fmo a 55mila euro ci guadagnerebbe con i nuovi scon­ti per i lavoratori dipendenti (quanto e come viene spiegato nella pagina accanto); chi supera quella soglia invece ci perdereb­be. Grazie a una stretta degli one­ri detraibili che farà sentire i suoi effetti soprattutto al di sopra dei 100mila euro dove gli sconti fisca­li saranno fruiti solo nella misura de120 per cento. Un contributo ar­riverebbe anche dalle imprese che tra incentivi e crediti d'impo­sta potrebbero lasciare sul terre­no circa 1 miliardo, di cui il 60% a carico dell'autotrasporto.

TI condizionale è più che mai d'obbligo visto che serviranno an­cora diverse riunioni per mettere a punto il testo del decreto atteso

Rimborsi spese

domani in Consiglio dei ministri. Stando alla bozza in possesso de Il Sole 24 Ore la lnallovra a cui sta lavorando il governo riparte dall'ipotesi che l'esecutivo prece­dente aveva appena abbozzato: ra­zionalizzare le tax exependitures inbase al reddito. Nel mirino ci sa­rebbero i 29 miliardi di oneri de­traibili al 19% sostenuti dai contri­buenti Irpef. Ad esempio le spese sanitarie, veterinarie, funebri, per interessi passivi sui mutui, per assicurazioni vita o per istru­zione scolastica e universitaria.

Qui l'intervento sarebbe dop­pio. Nella fascia tra i 55mila e i 100mila euro la detrazione non potrà essere goduta per intero, ma andrà calcolata sulla base di un coefficiente decrescente alcre­scere del reddito e pari al rappor­to tra 89mila (a cui andrà sottrat­to 1'80% del reddito percepito) e 45mila. In pratica chi guadagna 60mila euro e porta in detrazione spese per 1.000 euro oggiha un bo­nus di 190 euro e domani lo ve­drebbe scendere a 173. Salendo a 80mila euro il taglio sarebbe anco­ra più rilevante perché, aspese im­mutate, lo sconto fiscale passereb-

be da190 a 106 euro (-80%). Oltre ilOomila euro la stretta cambia an­cora visto che è il comma succes­sivo dell'articolo 38 deIDl a stabili­re una riduzione forfettaria al 20% degli oneri detraibili. Fanno eccezione tre categorie di spese (sanitarie, interpretariato dei sor­domuti e per gli addetti all'assi­stenza) sostenute dai soggetti di­sabili che verrebbero esentate dal­la doppia stretta.

Fin qui le misure messe a punto dai tecnici del governo. Che do­vranno ora passare il vaglio politi­co del premier Matteo Renzi e dei suoi ministri. Vista la delicatezza del tema non è detto che l'inter­vento sulle detrazioni non cambi pelle. Stesso di!ìcorso per le altre misure fiscali contenute nell' arti­colo successivo (il 39). Tra cui spicca l'abbattimento da 7.500 a 2.000 euro della franchigia Irpef rimborsi spese per le trasferte. Pe­raltro già da quest'anno, in dero­ga allo Statuto del contribuente.

Arriviamo così al pacchetto in­centivi. Oltre a tagli puntuali per alcuni settori, in prinlis l'autotra­sporto, la bozza indica per i trasfe­rimentialle imprese, diretti e indi-

Già da quest'anno la franchigia Irpef è destinata a scendere dagli attuali 7.500 euro a 2.000

Gli incentivi In arrivo tagli per circa l miliardo: il 60% dei sacrifici ricadrà sull' autotrasporto

DOPPIO MECCANISMO Coefficiente decrescente al crescere del reddito fino a lOOmila euro, oltre quella soglia scatta la riduzione secca al20%

retti, anche un principio di riferi­mento. La riduzione dovrà avve­nire «nel rispetto dèllanormativa europea, applicando i principi di stretta necessità e funzionalità al­la crescita economica e sociale del Paese». Un principio a cui do­vranno attenersi anche le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, chiamate ad adottare entro 60 giorni relativi provvedi­menti. Scatterà la scure anche sui crediti d'imposta, a partire dallo maggio 2014, con un meccanismo di riduzioni percentuali variabile all'esito di monitoraggi del Mef. Per alcune misure è invece in pro­granIffia un'abolizione tout court. Tra queste rientra la norma, intro­dotta con l'ultima legge di stabili­tà, che consente ai distretti indu­striali di usufruire dell'accisa age­volata sul metano (2 milioni per il 2014 e 5 milioni a decorrere dal 2015). Stop anche al credito di im­posta per le imprese artigiane del Mezzogiorno impegnate in R&S (lO milioni annui), al credito d'im­posta per giovani musicisti (4.5 milioni annui fmo al2016) e a quel­lo per le opere di ingegno digitali (5 milioniannuifmo al 2015)

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n Sole9]{l mmrn

Le detrazioni nel mirino del governo

Il valore degli oneri detraibili al19% nel mirino del Governo· Dichiarazioni 2013· Dati in migliaia di euro I

I

Inter$si Spese sui mutui

Reeione Totale sanitarie * .. primac8sa Lombardia 6.376,421 3.443.665 1.422.478 Lazio 3.293.855 1.772.178 821.630 Veneto ,2.74:0.461 1.462.794 511.542 Emilia R. 2.687.645 1.429.774 524.269 Piemonte ~.;:440;39P 1.284.861 516.710 Toscana 1.979.567 975.805 441.369 Campania 1.482.008 750.977 267.050 Sicilia 1.437.l~1 712.049 286.373 Puglia

l~llr 661.981 301.894 Liguria 81 518.497 172.694 Marche i 759.713 381.528 148.684 Friuli V.G. 718.674 375.954 148.073 Sardegna 5·~U .• 664 257.278 126.585 Calabria 512.901 254.378 72.512 Abruzzo 504.068 249.968 99.637 Umbria 408;868 197.840 78.501 P.A. Trento 295.648 159.439 40.377 P.A. Bolzano 287.196 152.661 40.874 Basilicata 177.948 78.323 24.677 Molise 105.643 46.255 16.668 Valle d'Aosta 7I.873 38.698 9.864 T9tAU .29.107.053 15.204;903 6.072.463 I * Dalla riduzione sono escluse le spese sostenute dai disabili ,

Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati Mef· Dipartimento delle Finanze

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3.316.595 1.775.218 350.985

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L'ANTICIPAZIONE IlSole240reèin grado di anticiparei contenuti del decreto legge che sarà esaminato nel consiglio dei ministri in programma domani. Suddiviso in tre titoli (Risparmi ed efficienza della spesa pubblica, Riduzioni di impostee norme fiscali, Norme di copertura ed entrata in vigore) il testo, datato 16 aprile, contiene al momento42 articoli. Ma è un nu mero desti nato a sa li re visto che alsuo interno dovrebbe confluire gran parte del Ddlsui debiti Pa approvato il 12 ma rzo scorso

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Sconto Irpef al top tra 18 e 24mila euro Renzi: «Le coperture? I gufi aspettino venerdì» - Bonus subito esteso agli incapienti

Marco Mobili Gianni Trovati ROMA

Nessuno sconto Irpef in due tempi e bonus esteso a tutti gli incapienti. E con un tweet lanciato in serata che lo stesso premier, Matteo Renzi, zittisce i "gufi": «Dicevano che era una televendita. Poi che non c'era­no le coperture. Poi le copertu­re sì, ma non quelle. Amici gufi, ma aspettare venerdì no?». A pa­lazzo Chigi si lavora ai dettagli e alle simulazioni per far qua­drare i conti e assicurare gli 80 euro promessi da Renzi a chi og­gi guadagna 1.500 euro al mese.

E l'ultima bozza di cui Il So­le 24 Ore è entrato in possesso e i cui effetti sono riportati qui a fianco, dimostra come il mec­canismo che si fa avanti per da-

re un aiuto aggiuntivo sia agli incapienti (cioè alle persone che hanno già Irpef zero per­ché il reddito è basso) sia alle fasce di reddito superiori con­centrando i benefici entro quo­ta 28mila euro viaggi su un

Il cumulo di benefici

doppio binario. In sostanza, viene mantenu­

to il vecchio sistema delle detra­zioni rivisto e corretto in au­mento dal Governo Letta, al quale viene affiancato un bene­ficio aggiuntivo in due modali­tà: un "credito" calcolato in per­centuale sul reddito complessi­vo per le fasce piV basse (si ve­da Il Sole 24 Ore di mercoledì e giovedì scorso) e uno sconto ul­teriore, che diminuisce via via al crescere del reddito dichiara­to, per quelle un po' più alte.

Per il 2014 i numeri in gioco sono diversi da quelli a regime, a partire dal 2015, ma solo per calibrare sugli otto mesi di quest'anno lo stesso aiuto che da gennaio sarà naturalmente riferito all'intero anno. Il tutto si riallinea al vecchio sistema quando si arriva a 28mila euro annui, con la conseguenza che per la fascia 28-55mila euro non cambia nulla, mentre ov­viamente i redditi superiori continuano a essere privi di de­trazioni. A conti fatti dunque i circa 80 euro del "bonus Ren­zi" si aggiungono all'aumento

Gli 80 euro del «bonus Renzi» si aggiungono agli sconti targati Letta in vigore da gennaio

Non entra lo sconto fiscale per colf e badanti. Il credito agli incapienti sarà anticipato dai sostituti d'imposta

.Sono coloro che si trovano in situazione di incapienza fiscale, condizione che si verifica in tutti quei casi in cui il contribuente avrebbe diritto a detrazioni d'imposta (come ad esempio le spese sanitarie,le detrazioni per familiari a carico, per spese ristrutturazione), ma non deve pagare le imposte. Quindi il diretto interessato si trova nell'impossibilità di poter sfruttare la detrazione fiscale totalmente o in parte

degli sconti (circa 15 euro al me­se al massimo) in vigore già dal­le buste paga di gennaio per ef­fetto della legge di stabilità va­rata dal Governo Letta. Gli ef­fetti dei due interventi, dun­que si cumulano. Con la nuova curva i maggiori benefici si avranno tra i 18mila e i 24.050 euro di reddito annuo, mentre il picco dell'intervento Letta si concentrava intorno ai-l5mila euro annui.

La bozza della norma sulla nuova curva degli sconti Irpef conferma anche che il "credito" riconosciuto ai 4 milioni di con­tribuenti incapienti, come lavo­ratori a tempo, stagionali o co. co.co., sarà anticipato dai sosti­tuti d'imposta e sarà rapportato al periodo di paga. Il datore di lavoro recupererà successiva­mente gli importi anticipati di­rettamente in compensazione al momento di versare al fisco le ritenute. Se il lavoratore non ha diritto al bonus dovrà dichia­rarlo al datore di lavoro che provvederà a recuperare even­tuali quote del credito erogato dalle buste paga successive e co-

Le:risorse

munque con le operazioni di conguaglio. Al contrario se il bo­nus Irpef non è stato erogato in tutto o in parte dai sostituti d'im­posta, i lavoratori dipendenti potranno determinare il credi­to spettante direttamente in di­chiarazione e potrà essere spe­so o in compensazione o a ridu­zione dell'Irpef dovuta per il pe­riodo d'imposta successivo.

Secondo la bozza del decreto sembra tramontata l'ipotesi di estendere il bonus Irpef anche a colf e badanti con il pagamento del "credito" effettuato diretta­mente dalla famiglia e poi recu­perato al momento di versare all'Inps i contributi.

Sul fronte delle coperture ne­cessarie per finanziare il taglio Irpef, oltre al miliardo che sarà chiesto alle banche (si veda il servizio in pagina), spuntano anche 300 milioni dalla lotta all'evasione. In particolare vie­ne previsto che le maggiori en­trate strutturali ed effettiva­mente incassate nel 2013 deri­vanti dall'attività di contrasto all'evasione e stimate in300 mi­lioni annui dal20J.4, «concorro­no alla copertura» del DI.

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Oltre al miliardo che sarà chiesto alle banche spuntano 300 milioni dalla lotta all' evasione

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La nuova curva delle detrazioni

Il possibile impatto per classi di reddito dello sconto Irpef secondo la bozza di decreto

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Nuova detrazione Beneficio annuo 2015

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LA STAMPA Pagina 24 Foglio 1

APPROVATO IL BILANCIO DEL GRUPPO DI VEICOLI INDUSTRIALI E COMMERCIALI

Marchionne: il 2014 sarà un buon anno "Cnh e Fiat in linea coi target. Iveco? Non è in vendita"

TEODORO CHIARELLI

Prevede che il 2014 sarà un buon anno e ribadisce che Ive­co non è in vendita. Intanto annuncia che il primo trime­stre sia di Cnh Industriai sia di Fiat è «in linea con i target» e che i primi tre mesi dell'au­tomotive in Europa «sono an­dati bene, anche se non è stato niente di spettacolare». Ser­gio Marchionne, che è presi­dente di Cnh Industrial e ad di Fiat Chrysler, appare tutto sommato soddisfatto al ter­mine dell'assemblea dei soci del gruppo che produce mac­chine per le costruzioni e l'agricoltura, trattori, camion Marchionne, ad di Fiat e presidente di Cnh Industriai e bus, tenutasi ieri ad Amster-dam, dove la società ha la sede legale. Su Iveco taglia corto: «Non abbiamo mai avuto l'in-tenzione di venderla. Ci piace questo business».

Quanto all'auto il manager non dà particolari indicazioni, rinviando al6 maggio, quando sarà presentato il piano indu­striale quinquennale di Fiat Chrysler a Detroit. «Masera­ti, comunque, sta andando in­credibilmente bene - si limita ad aggiungere -. Anche gli or­dini stanno procedendo in modo positivo». Mentre per Alfa Romeo la presentazione della 4C al Salone deWAuto di New York il 18 aprile, che se­gna il ritorno della casa del Bi­scione negli Usa dopo 22 anni,

«è un buon inizio». Secondo l'agenzia Bloomberg, Maserati

potrebbe generare utiH In gra­do di controbilanciare le perdi­te di Fiat in Europa, ma su que­sto Marchionne non entra nel merito: «Aspettate maggio».

Tornando a Cnh Industriai, Marchionne indica come target 2014 «ricavi stabili rispetto al 2013, un margine operativo tra il 7% e 1'8% e un indebitamento netto industriale tra 1,5 e 1,7 mi­liardi». In assemblea aggiunge che «il 2013 è stato un anno mol­to significativo in quanto abbia­mo compiuto un ulteriore passo storico in avanti con la fusione di successo di Fiat Industriai e Cnh Global che ha dato origine a Cnh Industriai, segnando l'inizio di una nuova era per il gruppo». Questo ha portato il gruppo, sostiene il presidente, a essere attraente per una vasta base di investitori internazio­nali. «Cnh Industrial ha fatto il suo debutto in Borsa a Wall Street e a Milano lo scorso set­tembre come un leader globale nel settore dei beni strumenta­li. Abbiamo anche modificato la struttura organizzativa e il te­am direttivo globale per riflet­tere il carattere internazionale del business e fornire l'espe­rienza e la leadership essenzia­le per il continuo sviluppo della società». L'8 maggio, a Detroit, verrà presentato il piano quin­quennale anche di Cnh.

Come scontato, gli azionisti approvano il bilancio 2013 con ricavi per 25,8 miliardi di euro, un risultato operativo di 2 mi­liardi e un utile netto in crescita del 2% a 917 milioni e il dividen­do di 0,20 euro per un totale di circa 270 milioni. Riconfermati tutti gli amministratori esecuti­vi e non esecutivi: oltre al presi­dente Marchionne, l'ad Richard Tobin, John Elkann, Mina Ge­rowin, Maria Patrizia Grieco (nuovo presidente dell'Enel), Leo W. Houle, Peter Kalantzis, John B. Lanaway, Guido Tabel­lini, Jacqueline Tammenoms Bakker e Jacques Theunillat.

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