Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

8

description

Rassegna Italiana di Criminologia anno VII, n. 4 - 2013

Transcript of Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

Page 1: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013
Page 2: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

RASSEGNA ITALIANADI CRIMINOLOGIA

Marcelo Aebi (Losanna)Bruno Assumma (Napoli)Anna Costanza Baldry (Napoli)Cristiano Barbieri (Pavia)Elisabetta Bertol (Firenze)Alessandro Bertolino (Bari)Jutta Birkhoff (Varese)Giovanni Battista Camerini (Genova)Stefano Caneppele (Milano)Felice Carabellese (Bari)Adolfo Ceretti (Milano)Rosagemma Ciliberti (Genova)Carlo Cipolli (Bologna)Anna Coluccia (Siena)Roberto Cornelli (Milano)Antonello Crisci (Salerno)Luisella De Cataldo Neuburger (Milano)Laura De Fazio (Modena)Paolo De Pasquali (Firenze)Francesco De Stefano (Genova)Andrea Di Nicola (Trento)

Stefano Ferracuti (Roma)Luigi Ferrannini (Genova)Giovanni Fiandaca (Palermo)Ugo Fornari (Torino)Adolfo Francia (Varese)Roberto Gagliano Candela (Bari)Ivan Galliani (Modena)Uberto Gatti (Genova)Annamaria Giannini (Roma)Mario Grandi (Milano)Ignazio Grattagliano (Bari)Oronzo Greco (Lecce)Barbara Gualco (Firenze)Liliana Lorettu (Sassari)Alessandra Luzzago (Pavia)Adelmo Manna (Foggia)Maurizio Marasco (Roma)Marco Marchetti (Campobasso)Pierpaolo Martucci (Trieste)Mauro Mauri (Pisa)Vincenzo Mastronardi (Roma)

Isabella Merzagora (Milano)Massimo Montisci (Padova)GianCarlo Nivoli (Sassari)George Palermo (Nevada)Paolo Peloso (Genova)Susanna Pietralunga (Modena)Pietrantonio Ricci (Catanzaro)Carlo Alberto Romano (Brescia)Gaetana Russo (Messina)Ugo Sabatello (Roma)Amedeo Santosuosso (Pavia)Giuseppe Sartori (Padova)Tiziana Sartori (Parma)Ernesto Ugo Savona (Milano)Gilda Scardaccione (Chieti)Fabrizio Schifano (Hatfield - UK)Orlando Todarello (Bari)Simona Traverso (Siena)Alfonso Troisi (Roma)Alfredo Verde (Genova)Vittorio Volterra (Bologna)

ELENCO REFEREES

DIREZIONETullio Bandini - Roberto Catanesi

COMITATO DI CONSULENZA SCIENTIFICAConsiglio Direttivo Comissione Scien tifica della Società Italiana di Criminologia

COMITATO DI DIREZIONEUberto Gatti Giovanni Battista TraversoGiancarlo NivoliLuigi Ferrannini Ernesto Ugo SavonaUgo Fornari

Francesco MaistoAdolfo Ceretti Alessandra LuzzagoPietrantonio RicciOronzo GrecoLuigi Lanza Adolfo FranciaMarco Marchetti

COORDINATORE DI REDAZIONE Oronzo Greco

REDAZIONEBarbara GualcoAntonia Valerio

SEGRETERIASez. di Criminologia e Psichiatria forense - D.I.M.Università degli Studi di BariTel. 080 5478282 - Fax 080 5478248

AMMINISTRAZIONEPensa MultiMedia Editore s.r.l.Via A.M. Caprioli, 873100 LecceTel. [email protected] www.pensamultimedia.it

ANNO VII N.4 2013

Page 3: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

PRESIDENTERoberto Catanesi (Bari)

VICE-PRESIDENTIUgo Fornari (Torino)

Ernesto Ugo Savona (Milano)

PRESIDENTI ONORARI Tullio Bandini (Genova)

Francesco Carrieri (Bari)Mario Portigliatti Barbos (Torino)

SEGRETARIOAdolfo Ceretti (Milano)

TESORIEREIsabella Merzagora (Milano)

CONSIGLIERIAdolfo Francia (Varese)lvan Galliani (Modena)Uberto Gatti (Genova)Oronzo Greco (Lecce)

Alessandra Luzzago (Pavia)Marco Marchetti (Campobasso)

Pietrantonio Ricci (Catanzaro)Gaetana Russo (Messina)

Giovanni Battista Traverso (Siena)

REVISORI DEI CONTI Anna Coluccia (Siena)

Carlo Alberto Romano (Brescia)Tiziana Sartori (Parma)

COMMISSIONE SCIENTIFICAPresidente

GianCarlo Nivoli (Sassari)

Anna Antonietti (Brescia)Bruno Assumma (Napoli)Cristiano Barbieri (Pavia)

Jutta Birkhoff (Varese)Francesco Bruno (Cosenza)Stefano Caneppele (Milano)

Felice Carabellese (Bari)Roberto Cornelli (Milano)Antonello Crisci (Salerno)Laura De Fazio (Modena)Andrea Di Nicola (Trento)Nunzio Di Nunno (Lecce)

Natale Fusaro (Roma)Ignazio Grattagliano (Bari)Barbara Gualco (Firenze)

Liliana Lorettu (Sassari)Pierpaolo Martucci (Trieste)

Maurizio Marasco (Roma)Gemma Marotta (Roma)

Vincenzo Mastronardi (Roma)Lorenzo Natali (Milano)

Susanna Pietralunga (Modena)Luisa Ravagnani (Brescia)

Regina Rensi (Firenze)Gabriele Rocca (Genova)

Ermenegilda Scardaccione (Chieti)Guido Travaini (Milano)Alfredo Verde (Genova)

ORGANI DIRETTIVI

Page 4: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

Rassegna Italiana di Criminologia anno 42° (VII nuova serie) n. 4 /2013 - www.rassegnaitalianadicriminologia.it© Pensa MultiMedia Editore - ISSN 1121-1717 (print) - ISSN 2240-8053 (on line)

EDITORIALEDevianza giovanile e giustizia minorile fra tradizione e cambiamentoUberto Gatti, Gabriele Rocca, Alfredo Verde

Sviluppo e prevenzione dell’aggressività fisica cronicaRichard E. Tremblay

I ragazzi stranieri nel sistema della giustizia minorile italianaIsabella Mastropasqua

L’educazione criminale: crescere in contesti mafiosiMario Schermi

Il cyber bullismo, una nuova forma di disagio giovanileAnna Costanza Baldry, Anna Sorrentino

Il sistema della giustizia penale minorile in ItaliaPiercarlo Pazé

La mediazione reo-vittima nel sistema penale minorile. Rivisitazione di alcuni nodi teorici dopo quindici anni di praticheAdolfo Ceretti

I programmi di trattamento psicosociale dei disturbi della condotta in età evolutiva al vaglio della ricerca valutativa Gabriele Rocca • Uberto Gatti

NORME REDAZIONALI

234

236

243

256

264

277

286

296

308

Page 5: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

ABBONAMENTIEnti: Italia e 80,00 - Estero e 120,00

Privati: Italia e 70,00 - Estero e 110,00 Soci SIC: Italia e 55,00 - Estero e 85,00

Singolo fascicolo e 25,00

Per i fascicoli arretrati sono validi i prezzi dell’anno correnteLe richieste d’abbonamento vanno indirizzate a:

Licosa S.p.A. - Signora Laura MoriVia Duca di Calabria, 1/1 - 50125 Firenze

Tel. +055 6483201 - Fax +055 641257

La rivista può essere acquistata nella sezione e-commerce del sito www.pensamultimedia.it

ed è consultabile in rete all’indirizzo webwww.rassegnaitalianadicriminologia.it

Le richieste per inserzioni pubblicitarie vanno indirizzate aPensa MultiMedia Editore s.r.l.

Via A.M. Caprioli, n. 8 - 73100 Lecce - Tel. 0832 230435e-mail: [email protected] - www.pensamultimedia.it

Stampa e grafica di copertina Gioffreda per Pensa MultiMedia

Impaginazione ed editing Pensa MultiMedia

© Copyright Pensa MultiMedia Editore s.r.l.È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico, non autorizzata

Pensa MultiMedia s.r.l. C.C.I.A. 241468

Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione al n. 11735Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 522

Finito di stamparenel mese di dicembre 2013

Page 6: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

Rassegna Italiana di Criminologia anno 42° (VII nuova serie) n. 4 /2013 - www.rassegnaitalianadicriminologia.it© Pensa MultiMedia Editore - ISSN 1121-1717 (print) - ISSN 2240-8053 (on line)

EDITORIALJuvenile delinquency and justice between tradition and changeUberto Gatti, Gabriele Rocca, Alfredo Verde

Development and prevention of chronic physical aggressionRichard E. Tremblay

Foreign minors in the italian juvenile justice system Isabella Mastropasqua

Criminal education: grow-up in mafia contextMario Schermi

Cyber-bullying, a new kind of juvenile uneaseAnna Costanza Baldry, Anna Sorrentino

The italian juvenile criminal systemPiercarlo Pazé

The victim-offender reconciliation in the juvenile justice system. Review of some key issuesafter 15 years of practiceAdolfo Ceretti

Psychosocial treatment programs of conduct disorders in childhood and adolescence: a re-view of evidence-based studiesGabriele Rocca, Uberto Gatti

GUIDELINE

234

236

243

256

264

277

286

296

308

Page 7: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

234©Pensa MultiMedia Editore - ISSN 1121-1717 (print) - ISSN 2240-8053 (on line)

EDITORIALE

* Professore Emerito di Criminologia, DISSAL, Sezione diCriminologia, Università di Genova

** Ricercatore in Psicopatologia Forense, DISSAL, Sezione diCriminologia, Università di Genova

*** Professore straordinario di Criminologia, DISSAL, Sezionedi Criminologia, Università di Genova

Affrontiamo in questo numero della Rassegna Italiana diCriminologia un tema tradizionale della nostra disciplina,quello della devianza e della criminalità minorile. Unosguardo sul panorama degli studi del fenomeno e delle ini-ziative di riforma e trattamento dei minori devianti, nellaseconda decade del terzo millennio, vede l’emersione di al-cune significative novità accanto ad aspetti legati alla tradi-zione, in particolare nel nostro Paese.

Questo numero della Rassegna contiene alcuni testi in-centrati sulle caratteristiche del fenomeno, ed altri maggior-mente orientati alla descrizione delle prospettive diprevenzione e trattamento, anche alla luce dei risultati dellaricerca.

Nel nostro paese, l’analisi delle caratteristiche e della na-tura del fenomeno non ha visto l’emersione di molti con-tributi negli scorsi decenni, prescindendo da alcuni isolatie pregevoli lavori dovuti a ricercatori che si sono “sporcatile mani” studiando i minori devianti durante il trattamento,sia in istituto sia in libertà. In campo internazionale, invece,uno dei più fruttuosi territori esplorati dalla ricerca è statoquello relativo allo studio dell’aggressività fisica dei minori,un tempo ritenuta fenomeno peculiare dell’adolescenza einvece, mano a mano che l’indagine procedeva, è stata pro-gressivamente retrodatata, fino ad arrivare alla scoperta cheil periodo in cui essa è maggiore è quello che intercorre frail primo e il terzo anno di vita. In questo modo si “rovescia”l’impostazione tradizionale, dal momento che la ricerca siè impegnata a comprendere non tanto le modalità in cuil’aggressività viene appresa (con impostazione cara alle teo-rie tradizionali dell’apprendimento sociale), ma piuttosto leragioni per le quali i bambini aggressivi non apprendano acontrollare la propria aggressività e persistano nel manife-starla in età successive. A questa impostazione ha dedicatodecenni di ricerca Richard Tremblay, che, attraverso studilongitudinali su età sempre più precoci, è giunto a dimo-strare l’importanza delle interconnessioni fra genetica e am-biente, superando le tradizionali posizioni che attribuivano

importanza alla somma e/o all’interazione fra fattori biolo-gici e sociali, per iniziare a comprendere le modalità attra-verso le quali gli eventi ambientali favorevoli o avversipossano influenzare l’espressione dei geni connessi con losviluppo o il controllo dell’aggressività. Le qualità delleesperienze precoci e dell’accudimento materno viene cosìletta in una luce completamente nuova, che fornisce pre-ziose indicazioni per la prevenzione precoce, che a sua voltapuò contribuire alla comprensione della natura dell’aggres-sività umana.

Tradizionali ma non troppo, invece, sono gli studi dedi-cati alle caratteristiche di alcune particolari fenomeni sociali,quale quello delle recenti migrazioni e della devianza e cri-minalità dei minori stranieri (Mastropasqua), e dei minoriappartenenti a culture od ordinamenti totalmente alterna-tivi, come i minori a socializzazione mafiosa (Schermi): essituttavia forniscono un contributo molto importante all’in-dagine criminologica italiana, perché inaugurano nuovicampi e dimensioni della ricerca sui minori devianti, fon-damentali per la messa a punto di efficaci interventi di re-cupero. La criminologia italiana, tuttavia, sta iniziando adapprofondire anche tematiche radicalmente nuove, qualiquella del cyberbullismo (Baldry e Sorrentino), indagandocampioni molto ampi di minori: tale ricerca dimostra l’im-portanza per la vita dei giovani dei social network, che sicu-ramente costituiscono strumenti di socializzazione e diintegrazione sociale, ma che possono anche divenire il luogoin cui prepotenze e aggressività possono esprimersi.

I contributi contenuti in questo numero non si limitanoperò a quelli strettamente connessi allo studio della naturae delle caratteristiche delle diverse forme di criminalità edevianza minorile, ma si dedicano anche a una valutazionedel funzionamento dei metodi di prevenzione, trattamentoe controllo delle stesse. Una fotografia accurata del presentefunzionamento della giustizia penale minorile in Italia èquella dovuta al lavoro di Piercarlo Pazé, giudice minorile,e figura di spicco per le appassionate analisi che documen-tano l’evoluzione storica del sistema, a partire dalla fine deglianni ottanta ad oggi. In tale contributo viene rivendicato ilforte contenuto educativo del processo minorile, e al tempostesso si evidenziano i limiti applicativi incontrati, soprat-tutto a causa delle scarse risorse messe a disposizione deiprogrammi più innovativi.

A tale sorte non sono sfuggite neppure le pratiche dimediazione penale, partite con grande entusiasmo negli ul-timi anni dello scorso millennio, e attualmente in una si-

Devianza Giovanile E Giustizia Minorile Fra Tradizione E Cambiamento

Juvenile Delinquency And Justice Between Tradition And Change

Uberto Gatti* • Gabriele Rocca** • Alfredo Verde***

Page 8: Rassegna Italiana di Criminologia 4_2013

Editoriale Rassegna Italiana di Criminologia - 4/2013 235

Devianza Giovanile E Giustizia Minorile Fra Tradizione E Cambiamento

tuazione di parziale stallo, dovuta non solo alla natura diquelli che restano esperimenti applicati solo in alcune realtà,ma anche all’aumento dell’allarme sociale negli ultimi anni,caratterizzato da quella che Adolfo Ceretti, nel contributocontenuto in questo numero, definisce “ossessione securi-taria”. Ceretti riprende anche le problematiche del com-plesso rapporto fra mediazione e giustizia, differenti nei finie nelle pratiche specifiche.

Più strettamente legato agli interventi psicologici di trat-tamento delle problematiche dei disturbo della condotta èil contributo di Rocca e Gatti, che effettua una rassegnadella letteratura degli ultimi trent’anni relativa ai principaliprogrammi di intervento psicosociale, realizzatisi soprattuttonel mondo anglosassone: da tale rassegna emerge come siafondamentale l’intervento sui genitori dei minori coinvolti,in particolare nelle età precoci, mentre negli anni successivisiano preferibili i programmi cognitivo – comportamentalisugli stessi minori. I trattamenti multimodali e multicom-ponenziali sono invece efficaci a tutte le età, e fornisconoi migliori risultati, anche se, per la loro complessità, sonoanche i più costosi e impegnativi.

In generale, comunque, è importante rilevare come gliinterventi sui minori devianti non debbano essere mera-mente afflittivi, ma debbano tendere a costituire relazionidi comprensione e aiuto, in una dimensione affettiva checostituisce il terreno sul quale il cambiamento potrà realiz-zarsi, anche in un contesto giudiziario o trattamentale. Ciòappare ben evidente per l’istituto della messa alla prova, checome è noto è stata introdotta alla fine degli anni ottantadalle nuove norme sulla procedura penale minorile, chehanno paradossalmente trasformato il campo del processopenale del minore in uno “spazio” in cui si potessero aprireiniziative di sostegno e addirittura di “trattamento”. In pas-sato, la scuola genovese era molto contraria all’ introduzionedella messa alla prova nel DPR 448: alcuni di noi avevanoscritto, sul finire degli anni ottanta, un articolo molto criticoin cui si paventava la possibilità che la messa alla prova po-

tesse allargare quello che in quegli anni veniva definito con-tinuum disciplinare, per usare un termine forgiato dal grandefilosofo francese Michel Foucault. L’esperienza ha dimo-strato che in realtà non è andata così, e la messa alla provaha dimostrato di essere uno strumento utile, che in molticasi ha dato buoni risultati, proprio per la possibilità di riu-scire a “smontare” la propria natura intrinsecamente disci-plinare. Il discorso è molto teorico: il rischio, infatti, legatoalla ripresa del processo è che la messa alla prova resti unostrumento esclusivamente trattamentale, e quindi sia vissutacome imposta in modo sadico, e stimoli nell’imputato quellacommedia del pentimento che uno psicoanalista, DavideLopez (1970), aveva definito “pseudo-crisi del delinquentematuro, che si pente per poi tornare a delinquere”. In altreparole, la messa alla prova non deve essere vissuta come unostrumento di tipo “bastone e carota”, cui il minore si senta“obbligato” ad aderire, a pena della prosecuzione del pro-cesso e del rischio di essere condannato; ma dovrebbe co-stituire (paradossalmente, perché tecnicamente non lo è dicerto) uno strumento di diversione. In questo caso, il minorepotrebbe riuscire, attraverso un progetto, stipulato con il suoconsenso e d’accordo con gli operatori del servizio sociale,a intraprendere attività di tipo risocializzante che lo portifuori dal contesto del giudizio e verso un processo di sog-gettivazione e di crescita attraverso una relazione con unoperatore disposto a prendersi cura di lui.

Un esame dei contributi contenuti in questo numeroconsente di valutare aspetti molto interessanti della ricercacriminologica, sia fondamentale che applicata, sui minoridevianti e sul loro trattamento psicosociale: crediamo for-temente che essa possa suggerire importanti e decisiveazioni dal punto di vista della politica criminale, che favo-risca gli interventi sulle età precoci: ogni minore aiutato ocurato, da questo punto di vista, diventerà un genitore mi-gliore e contribuirà alla riduzione degli effetti transgenera-zionali della deprivazione che attualmente penalizzano unnumero rilevante di contesti familiari.