Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

38
www.comunicatori.net COMPENDIO DI CRIMINOLOGIA - G. PONTI 1 INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA CRIMONOLOGIA Le scienze criminali Diritto penale (stretti rapporti con la C.): fornisce definizione del delitto (oggetto di studio) Diritto penitenziario: studia le disposizioni legislative che guidano la fase esecutiva del procedimento penale Psicologia giudiziaria: studia l’uomo non in quanto reo (spetta alla C.) ma quanto attore nel procedimento giudiziario. Politica penale: non teoria unica, ma pensieri su quali strumenti-mezzi per combattere i crimini Criminalistica: insieme delle tecnologie che vengono utilizzate per l’investigazione criminale. Criminologia : studio delle caratteristiche psicologiche e comportamentali del reo. Precisazioni semantiche Crimine” è da utilizzarsi solo per atti gravi mentre per reati minori si può parlare di “atto illegale“. Con “disonestà” si indica un comportamento proibito ma ancora meno grave e stigmatizzato Reati (def. cod. pen.): ogni azione perseguibile penalmente: si distinguono delitti e contravvenzioni. Ma questa definizione rigida è solo per che sa di legge, la confusione semantica è lecita. CRIMINALE: è il reo ed ha naturale accezione negativa e si riferisce a reati gravi. Si usa anche delinquente (colui che delinque). Reo, criminale, delinquente sono la stessa cosa: è colui che agisce contro una norma codificata. Oggetto e specificità della Criminologia - Ha come oggetto di studio la CRIMINALITA’. - Ha AMPIO CAMPO D’INDAGINE (il fatto, spazi e tempi, attori, ambiente, reazioni sociali, devianza anche non strettamente delittuosa) - MULTIDISCIPLINARE (elemento che la distingue) - INTERDISCIPLINARE (necessita di dialogo con altre discipline) - Studia l’uomo nella sua dimensione individuale e sociale nel momento in cui viola la legge (ogg. di studio) - E’ UNA DISCIPLINA AUTONOMA: studia criminalità con un approccio integrato e non limitato La criminologia quale scienza in quanto possiede le seguenti caratteristiche generali: SISTEMATICITA’: insieme di conoscenze acquisite integrate in un complesso strutturato ed armonico CONTROLLABILITA’: enunciazioni sottoposte a critiche e confronti CAPACITA’ TEORETICA: deve riunire osservazioni su fenomeni di cui si occupa in posizioni astratte ed intese a spiegare l’oggetto del suo studio CAPACITA’ CUMULATIVA: teorie sono derivate l’una dall’altra (la successiva è una correzione-ampliamento della precedente) CAPACITA’ PREDITTIVA: molto ridotta come è tipico di ogni scienza dell’uomo . La criminologia dovrebbe tendere sempre all’osservazione empirica (non astratta) dell’oggetto e depurata da ogni aspetto soggettivo (carattere avalutativo e neutrale). Ma questa è una chimera: non esistono assiomi validi per ogni individuo/società.

description

Sunto del Compendio di Criminologia di Ponti

Transcript of Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

Page 1: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

COMPENDIO DI CRIMINOLOGIA - G. PONTI

1 INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA CRIMONOLOGIA

Le scienze criminali

Diritto penale (stretti rapporti con la C.): fornisce definizione del delitto (oggetto di studio)

Diritto penitenziario: studia le disposizioni legislative che guidano la fase esecutiva del

procedimento penale

Psicologia giudiziaria: studia l’uomo non in quanto reo (spetta alla C.) ma quanto attore nel

procedimento giudiziario.

Politica penale: non teoria unica, ma pensieri su quali strumenti-mezzi per combattere i crimini

Criminalistica: insieme delle tecnologie che vengono utilizzate per l’investigazione criminale.

Criminologia: studio delle caratteristiche psicologiche e comportamentali del reo.

Precisazioni semantiche

“Crimine” è da utilizzarsi solo per atti gravi mentre per reati minori si può parlare di “atto illegale“.

Con “disonestà” si indica un comportamento proibito ma ancora meno grave e stigmatizzato

Reati (def. cod. pen.): ogni azione perseguibile penalmente: si distinguono delitti e contravvenzioni.

Ma questa definizione rigida è solo per che sa di legge, la confusione semantica è lecita.

CRIMINALE: è il reo ed ha naturale accezione negativa e si riferisce a reati gravi.

Si usa anche delinquente (colui che delinque).

Reo, criminale, delinquente sono la stessa cosa: è colui che agisce contro una norma codificata.

Oggetto e specificità della Criminologia

- Ha come oggetto di studio la CRIMINALITA’.

- Ha AMPIO CAMPO D’INDAGINE (il fatto, spazi e tempi, attori, ambiente, reazioni sociali,

devianza anche non strettamente delittuosa)

- MULTIDISCIPLINARE (elemento che la distingue)

- INTERDISCIPLINARE (necessita di dialogo con altre discipline)

- Studia l’uomo nella sua dimensione individuale e sociale nel momento in cui viola la legge

(ogg. di studio)

- E’ UNA DISCIPLINA AUTONOMA: studia criminalità con un approccio integrato e non limitato

La criminologia quale scienza in quanto possiede le seguenti caratteristiche generali:

SISTEMATICITA’: insieme di conoscenze acquisite integrate in un complesso strutturato ed

armonico

CONTROLLABILITA’: enunciazioni sottoposte a critiche e confronti

CAPACITA’ TEORETICA: deve riunire osservazioni su fenomeni di cui si occupa in posizioni

astratte ed intese a spiegare l’oggetto del suo studio

CAPACITA’ CUMULATIVA: teorie sono derivate l’una dall’altra (la successiva è una

correzione-ampliamento della precedente)

CAPACITA’ PREDITTIVA: molto ridotta come è tipico di ogni scienza dell’uomo. La

criminologia dovrebbe tendere sempre all’osservazione empirica (non astratta) dell’oggetto e

depurata da ogni aspetto soggettivo (carattere avalutativo e neutrale). Ma questa è una chimera: non

esistono assiomi validi per ogni individuo/società.

Page 2: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

CAPACITA’ DESCRITTIVA: ad essa compete la descrizione, classificazione e la

differenziazione dei delitti e dei loro autori.

Nel momento in cui oltre alla classificazione si aggiunge anche la ricerca/determinazione dei fattori

responsabili di tali eventi la C. diviene una SCIENZA EZIOLOGICA: una scienza che ricerca le

cause dei fenomeni da lei osservati.

E questo fa perdere alla C. la sua primaria connotazione empirica (metodo induttivo) per diventare

una scienza che esprime giudizi di valore (metodo deduttivo).

CAPACITA’ APPLICATIVA: il criminologo ha a disposizione competenze per intervenire sui

fenomeni criminosi e i loro attori (vedi gli interventi di risocializzazione)

Relatività del significato avalutativo e neutrale della C.

POPPER: non vi è una scienza ultima e certa (ideale positivista) ma un succedersi di verità che

sono continuamente riviste, rafforzate o smentite.

I dati raccolti non sono letti automaticamente ma interpretati dallo stesso ricercatore (scelte di

valore).

IL SAPERE E’ QUALCOSA DI MAI DEFINITIVO

Verità e teorie criminologiche (sul perché di delinque)

Ci sono teorie unicausali e multicausali che studiano le dinamiche delittuose ma una cosa deve

essere chiara: LA VERITA’ E’ SEMPRE RELATIVA E PROVVISORIA.

Una teoria sarà quindi vera nel senso di utile (utilmente impiegata per favorire la comprensione di

un fenomeno)

Il concetto di causa in C. Convenzionalmente si designa come causa di un fatto l’antecedente necessario e sufficiente al suo accadimento. Ci saranno una moltitudine di condizioni necessarie ma la causa ufficiale è quella che, tra tanti

fattori, è la condizione più direttamente collegata al fatto (si considera la CAUSA EFFICIENTE all’interno di questa causalità pragmatica).

Si distingue:

causalità lineare (AåB) e circolare;

quest’ultimo ha soppiantato quello lineare in ogni ambito delle scienza umane (teoria dei sistemi). Non una causa unica ma un insieme di elementi che va oltre la semplice somma lineare degli

elementi.

Il modello è il seguente A B e si perde la classica differenziazione tra causa ed effetto.

CENTRALE QUINDI IL CONCETTO DI SISTEMA (autore, altri soggetti, ambiente)

Il rapporto causale diretto azione/evento è sufficiente relazione per il diritto ma non è sufficiente per

attribuire l’azione criminosa al soggetto.

Principale teoria sulla causalità: T. CAUSALITA’ UMANA. La condotta umana è causa dell’evento quando: è conditio sine qua non

L’evento era prevedibile come verosimile

Il campo delle indagini criminologiche

Il delitto è un fatto sociale che la legge definisce tale per convenzione in uno spazio tempo.

Quindi la definizione dell’oggetto di studio spetta solo alla legge!*

Page 3: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Ma appare giustificata la teoria del DELITTO NATURALE: insieme di reati punito e perseguiti generalmente in ogni spazio tempo grazie all’esistenza di un sistema legale non scritto.

La C. dovrebbe assolutamente occuparsi dei delitti naturali.

Ma antropologia ed etnologia ci avverte: nessuna condotta illecita si è mantenuta immutata.

I valori etici non sono quindi principi innati ma frutto dell’evoluzione sociale e culturale (vedi

genocidi in ex Jugoslavia).

Alla C. semmai il compito di spiegare perché reazioni ad un reato mutano nel tempo e nello spazio (indice “sociale” di gravità del reato-SELLING).

Il delitto quale convenzione sociale: sua relatività storica.

La norma penale è attendibile espressione di valori ed interessi tutelati in un particolare periodo

storico.

Nel diritto penale confluiscono tutte le norme che tutelano aspetti della vita ritenuti più importanti

(CONTROLLO ESERCITATO DALLA LEGGE PENALE) mentre l’osservanza di

disposizioni minori è lasciata alla discrezione del singolo (CONTROLLO INFORMALE DEI GRUPPI SOCIALI…..derisione, riprovazione…)

Quindi cittadino sempre sottoposto al CONTROLLO SOCIALE (condizione per una società

organizzata): questo può realizzarsi con l’impiego di AGENZIE DI RIDUZIONE DELL’ANSIETA’. Tali agenzie svolgono funzione di stabilità sociale, possono essere formali (cod. pen., apparato

giudiziario) e non (famiglia,chiesa,scuola, mass media,opinion leader) e offrono ai cittadini che vi

aderiscono una COSTELLAZIONE DI VALORI armonici e funzionali.

Tra i sistemi di controllo informali rientra anche il CONTROLLO DI GRUPPO che regola la

vita degli individui nel medesimo contesto di relazione di gruppo: ciascuno è sottoposto al giudizio

di coloro con i quali vive.

CONNESSIONE FRA CULTURA, LEGGI E POTERI CULTURA: insieme di valori, ideologia, conoscenze, morale caratteristico di ogni società.

E che danno concretezza e tutela ai valori caratteristici di una data società.

STRUTTURA: tipo di sistema economico di una società data e controllata da chi detiene la produzione. SOVRASTRUTTURA: Insieme dei valori della società che risulta funzionale al tipo di sistema economico (valori coerenti con la società che li esprime).

Il sistema è COERENTE perché le norme non sono espressione di tutti i membri ma solo di quelle classi che detengono il potere (e lo fanno in modo funzionale ai loro interessi).

Ma ci sono valori che sfuggono a questa logica e sono da tutti riconosciuti e tutelati (famiglia,

religione, razza….)

CONCLUSIONE: come mutano le culture così anche mutano i gruppi di potere. METODI E FONTI DELLE CONOSCENZE EMPIRICHE STATISTICHE DI MASSA: per osservare caratteristiche generali di un fatto criminoso (si

considera la totalità dell’universo considerato). Di un fatto osservato riesce a dare una panoramica generale molto affidabile anche se solo a livello superficiale. Questi dati poi possono relazionarsi

con molte variabili (sesso,età,razza…). Si avrà: assenza di correlazione, corr. Positiva, corr.

Page 4: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Negativa (tipo “inv. Prop.”) ma sarà sempre un giudizio arbitrario e soggetto ai limiti di validità (già

solo per il fatto che i dati possono essere occultati o raccolti male)

OSSERVAZIONE INDIVIDUALE: tipica della C. clinica, pone l’attenzione su circostanze

particolari. Si studiano le singole personalità (al max piccoli gruppi) e i fattori microsociali che

hanno influenzato il criminale: è uno studio del caso partendo da indagini famigliari e situazionali.

Si parla spesso infatti, di “storie di vita”.

RICERCA SU GRUPPI CAMPIONE: indagine individuale (sul campo) ma estesa ad un

campione, i risultati ottenuti avranno discreta validità generale. Tecnica da usare è quella delle

interviste dirette o questionari. Perché l’universo sia rappresentativo è necessario che le persone

scelte abbiano caratteristiche proporzionali a quelli della realtà. Conserva i vantaggi ma senza i

difetti delle tecniche di mass ed individuali.

INDAGINI CATAMNESTICHE: studio a distanza della “bontà” di un’azione risocializzativa

tramite il confronto con chi non ha avuto accesso al trattamento.

IL “NUMERO OSCURO” In ogni indagine i dati utilizzati sono quelli ufficiali (crimini identificati) e quindi assolutamente

non rappresentativi. Gli studi sul dark number cercano proprio di quantificare l’entità di questi fatti

non dichiarati.

L’indice di occultamento (reati noti/tot reati) varia a differenza dei reati: quello relativo a omicidi sarà sicuramente prossimo all’unità. Ma nella logica del numero oscuro si deve tener presente anche l’autore di delitti denunciati ma che

non è stato ancora identificato.

Questionari ed interviste

Usati per conoscere atteggiamenti e reazioni della popolazione ad un determinato crimine, il senso

di sicurezza.

Questionari (interviste strutturate): domande uniforme e predefinite volte ad indagare su temi

precisi sottoposti a gruppi campione molto estesi. Domande possono essere semi strutturate o libere

(vedi il colloquio).

Attenzione ai rischi di condizionamento e al grado di sincerità!!

Inchieste confidenziali: molto utili per limitare il numero oscuro: con apposite inchieste

confidenziali (di autodenuncia) si è scoperto come i reati minori siano di molto superiori al numero

ufficiale denunciato.

Lo stesso vale per numero oscuro legato alle denunce delle vittime (inchiesta vittimologica) e per le

interviste che riguardano testimoni (inchiesta tra testimoni privilegiati)

Indagini predittive La predizione di un futuro comportamento delittuoso è l’obiettivo della C. Gli organi di controllo ed indagine compiono predizioni secondo criteri deduttivi e legati al buon

senso e con l’ausilio di dati statistici.

Page 5: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

2 LO SVILUPPO DEL PENSIERO SOCIOLOGICO

Ideologie e criminologia

NASCE COME SCIENZA SOLO NEL XIX SEC. Quando si inizia a studiare il comportamento

criminale in modo sistematico ed empirico. Prima la questione era prima morale (religiosa), poi

giuridica (laica).

Prospettiva esplicativa: perché si delinque?

Per molto tempo il reato era assimilabile al peccato. Nuovo testamento divide per la prima volta la

legge divina da quella umana.

Prospettiva operativa: come punire?

In passato si nota l’assoluta prevalenza della pena capitale, fustigazioni, lapidazioni, tormenti,

mutilazioni, lavori forzati, confisca dei beni.

E’ solo nei tempi nostri che si userà come deterrente la perdita di libertà

Prospettiva finalistica: Quale scopo per la pena? (dal latino “poena”….sofferenza)

Il procedimento sanzionatorio è del tutto legittimo per controllo soc e giustizia individuale (vedi

anche la legge del taglione). DIRITTO PENALE HA ORIGINE NEL MOMENTO IN CUI LO

STATO LIMITA LA VENDETTA INDIVIDUALE (istinto satisfattorio).

L’ILLUMINISMO E L’IDEOLOGIA PENALE LIBERALE Con l’Ancien regime la struttura della società era iniqua e senza certezze di libertà.

Delinquente era considerato attentatore alla sovranità dello stato e di Dio: attentatore punito con

pubblico supplizio.

A questa situazione reagisce l’Illuminismo, che segna la nascita del diritto penale moderno, e che

si proporrà di liberare gli uomini dalla superstizione e dal dispotismo.

Diritto di uguaglianza: non solo stessi beni, ma anche ABOLIZIONE DEI PRIVILEGI DI CLASSE

C. BECCARIA è il fautore della generale tendenza ad una struttura giuridica nuova e giusta:

“DEI DELITTI E DELLE PENE” propone infatti una nuova concezione liberale del dir. Penale che segna l’inizio di una nuova filosofia della pena.

• funzione della pena è di tutela della società non di principi morali • per l’imputato deve valere il principio della PRESUNZIONE D’INNOCENZA • no privilegi di classe ma UGUAGLIANZA DI FRONTE ALLA LEGGE

• pena deve avere SIGNIFICATO RETRIBUTIVO (proporz. pena ) e non solo intimidatorio

• pena di morte e supplizi devono cessare • delinquente deve essere perseguitato solo per il reato (non per la potenziale pericolosità)

• criminale non è peccatore ma individuo con libero arbitrio

Page 6: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

LA SCUOLA CLASSICA del diritto penale I principi dell’Illuminismo trovarono prima attuazione dopo la rivoluzione francese (cod.

napoleonico) in tutta Europa e USA con l’eccezione dell’U.K. (diritto giurisprudenziale)

In Italia: SCUOLA CLASSICA del diritto penale (Carmignani,Rossi,Carrara)

Essa di articolava su seguenti principi: • Volontà colpevole del delinquente (è libero: nella criminogenesi non si tiene conto di

elementi di condizionamenti esterni)

• Imputabilità quale condizione necessaria della volontà colpevole: prima applicazione del

principio di interdizione morale (saper comprendere disvalore etico e sociale)

• Retribuzione pena doveva essere afflittiva,proporzionata ed inderogabile. Pene fisiche

servono alla riabilitazione sociale.

• Principio di legalità: si puniscono i reati solo prescritti dal codice • Principio garantisco: diritto alla difesa

• Principio della certezza del diritto: pene uguali per tutte in base al reato.

Ma quest’ultimo principio venne ridimensionato allorché si sostituì la pena certa con la pena utile, a discapito appunto della certezza del diritto. A questo inconveniente reagirà infatti il

Neoclassicismo.

Le classi pericolose……….. Nel XIX sec si registra esplosione dell’attività industriale.

E’ convincimento che la criminalità sia prerogativa delle classi più povere che andavo riunendosi nei nascenti centri urbani (le prime statistiche confermavano questa corrispondenza).

A queste “classi pericolose” veniva attribuita un’INNATA MANCANZA DI SENSO MORALE

RESPONSABILE SIA DELLA POVERTA’ CHE DELLA CRIMINALITA’.

Si fa strada l’idea dell’uomo “che si fa da se” (USA) partendo dal presupposto che la volontà di

successo è ottimo mezzo per raggiungerlo. Questa visione era avvalorata anche dal c.d.

“darwinismo sociale” che vedeva nell’esistenza una continua lotta per la vita.

Passerà più di un secolo per far capire all’ambiente che la microcriminalità è si prerogativa delle

classi più povere ma anche quelle ricche si macchiano di reati altrettanto gravi (Suderland, 1934).

Ma al concetto di classi pericolose vanno almeno due meriti: • aver incentivato le ricerche sul campo (direttamente nei quartieri degradati)

• aver messo in evidenza la correlazione tra depressione socio-ambientale e condotta anche se con un approccio unicausale (criminalità frutto della povertà)

…… e il filantropismo

Sempre nel XIX secolo si andò sviluppando un filone cristiano e filantropico.

Idee mutuate dalla Scuola Classica: ma non redenzione corporale bensì redenzione con l’assistenzialismo umanitario. Nascono così le “squadre di soccorso” e le prime strutture riabilitative. A Boston si usò per la prima volta questo modello di esecuzione penale allorché un

calzolaio ottenne l’affidamento di alcuni condannati per fini riabilitativi.

Primi studi statistici e sociologici

Scuola classica entra in crisi con l’impiego dei primi studi statistici (Quetelet-Guerry ) che chiamavano in causa l’ambiente in cui l’individuo agisce. REATO E’ CORRELATO ALLA SOCIETA’ e non più sola espressione della volontà colpevole.

Page 7: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Si scoprì come i reati fossero correlati all’età, al sesso, alla professione, al grado di istruzione, alle

condizioni economiche, al ceto, alla razza.

DELITTO E’ UN FENOMENO SOCIALE (qualcosa della società si riflette sui rei) che si

osserva essere costante e regolare. PRINCIPIO DETERMINISTICO rende prevedibile il crimine. Questa è la svolta rispetto all’ideologia dominante.

DURKHEIM: delitto è un fatto sociale: fenomeno generale in tutte le società.

Crimine quindi non è più da considerarsi come un’occasionale aberrazione

Un aumento dei delitti si registrò nel XIX sec. Come diretta conseguenza dell’arricchimento delle

società, dell’industrializzazione e dell’iperstimolazione delle aspirazioni personali. La maggior

delinquenza è il prezzo da pagare per il maggior benessere che ci investe.

Determinismo sociale

Se è possibile prevedere statisticamente l’andamento dei crimini allora il principio liberale della

libera scelta del delinquente cade a favore del principio deterministico.

COMPORTAMENTO CRIMINOSO NON E’ DIRETTAMENTE LEGATO

ALLA VOLONTA’ DEL SINGOLO

Cause dei delitti sono necessariamente e fatalmente condizionate

Crimine è parte della società ed ogni aspetto della società risponde ad un’universale determinazione

causale degli eventi: con il POSITIVISMO si accetta l’esistenza di leggi universali valida per tutto l’universo. Nasce così il DETERMINISMO SOCIALE (vs quello biologico di Lombroso)

CESARE LOMBROSO, la C. dell’individuo e il determinismo biologico

STUDIO DEL REATO DEVE FOCALIZZARSI SULLA PERSONALITA’ DELINQUENTE Si supera così l’astrattismo di una causa prevalentemente sociale del delitto. Il pensiero di

Lombroso oggi non è attendibile va gli va riconosciuto il merito di

• aver accentuato componenti biologiche e di aver accentrato il suo studio sul singolo reo. • Aver inaugurato un indirizzo sistematico nello studio della delinquenza

Teoria del delinquente nato: maggioranza dei delitti sono commessi da individui con

predisposizioni congenite che li renderebbe antisociali a prescindere da condizionamenti esterni.

Quindi è possibile prevedere o riconoscere il reo da particolari caratteristiche anatomiche o

psichiche (epilessia)

Teoria dell’atavismo: individuo è primitivo e rozzo. Le sue scariche istintuali si concretizzano con il delitto disinibito.

La società per sopravvivere non può far altro che difendersi da questi individui antisociali: la

riabilitazione del reo è vista al pari di una cura terapeutica, una malattia da neutralizzare con

tecniche ad hoc per il singolo individuo

Nella sua teoria biologica L. individua cmq anche la presenza della delinquenza “occasionale”: normalissime persone che compiono delitti per cause esterne e di circostanza.

LA SCUOLA POSITIVA Maggiori esponenti della Scuola positiva di diritto penale furono, oltre a Lombroso (approccio

individualistico) anche Ferri e Garofano.

Page 8: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Principio deterministico: delinquenti non sono propriamente responsabili ma sono vittime di

anomalie mentali o inadeguatezze ambientali.

• il delinquente è un individuo anormale

• delitto è risultante di relazione tra fattori antropologici, psichici e sociali • sanzione penale non punitiva ma con finalità terapeutiche e di riabilitazione

personalizzata

Non più pena in base al crimine ma pena in base potenziale criminalità del reo. La pena non è più

commisurata alla gravità ma sarà indeterminata fino alla cessazione della pericolosità del reo.

Questo si è realizzato tramite: • il sistema del “doppio binario” (Italia e Germania ‘30): alla classica pena venivano

affiancate anche misure di sicurezza indeterminate per i più pericolosi.

• Pena indeterminata (USA). La durata della pena non era prevedibile dal giudice.

In entrambi i sistemi la discrezionalità del giudizio di pericolosità è da considerarsi un vero limite.

In definitiva, la scuola Positivista ha dato al pensiero moderno i principi

dell’INDIVIDUALIZZAZIONE DELLA SANZIONE e del TRATTAMENTO

INDIVIDUALIZZATO del delinquente.

Primi indirizzi marxisti in Criminologia

Dopo il 1917 il mondo diviso in due blocchi contrapposti. Anche nel pensiero C. si distingue una tendenza a vedere nel capitalismo l’unica fonte di destabilizzazione sociale in contrasto con il

pensiero occidentale e liberale: è la natura stessa del capitalismo che crea i presupposti della genesi e dello sviluppo della criminalità (Marx ed Engels).

Delinquente: parte della società più misera che non è stato elevato dall’acquisizione della coscienza

di classe e che alle ingiustizie sociali sapeva reagire solo con una ribellione individuale.

Il primo studio sistematico di stampo marxista è di BONGER che nel 1905 pubblicò ad

Amsterdam uno studio sulla criminalità: un sistema produttivo basato sulla concorrenzialità

individuale a discapito degli interessi collettivi era contrario allo sviluppo di un’etica sociale. La

differente disponibilità di beni materiali rendeva gli uomini infelici ed aggressivi. Utopia: in un sistema non concorrenziale non ci saranno più delitti.

Integrazione tra approccio sociologico e antropologico Il vecchio antagonismo tra le due ideologie oggi è superato: la migliore interpretazione del fatto

criminale ci viene fornita solo da un’adeguata integrazione di fattori macro e micro sociali. Teoria delle aree criminali e teoria ecologica Shaw (scuola di Chicago-1929) studia sistematicamente le aree criminali definite come quelle zone

delle città quali proviene e risiede la maggior parte della criminalità comune caratterizzata da

povertà, bisogno di assistenza, di casa, di pubblici servizi.

Queste zone sono inoltre adatte per chi, delinquente abituale, cerca un ambiente più permissivo.

Queste zone hanno un elevato grado di avvicendamento: appena è possibile, chiunque cambia

quartiere. Così facendo i residenti abituali sono solo le persone più povere e misere.

E nonostante l’elevato ricambio la criminalità in queste zone rimane costante.

Per la teoria ecologica quindi L’AMBIENTE DI VITA E’ IL FATTORE PIU’ IMPORTANTE NELLA GENESI DELLA CRIMINALITA’ (anche se ci sono altre motivazioni)

Page 9: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Teoria della disorganizzazione sociale Non una scuola di pensiero ma un insieme di orientamenti che ha influenzato Europa e poi USA

già dalla fine dell’800.

Massimo interesse al MUTAMENTO E INSTABILITA’ provocati dall’industrializzazione e

da tutti i fenomeni sociali ad essa collegati che hanno comportato una perdita d’efficacia delle istituzioni deputate al controllo sociale (sta succedendo questo nei paesi del Terzo mondo).

Disorganizzazione quindi non sinonimo di cattivo funzionamento o inefficacia ma piuttosto

MANCANZA DI VALORI DI RIFERIMENTO. Si ha disorganizzazione quando perdono di efficacia gli abituali strumenti di controllo sociale (stato,

gruppo, famiglia. Individuo ha una condotta disorganizzata che rispecchia quella della società.

Suntherland: una società è disorganizzata a causa di CONTRADDIZIONI NORMATIVE (norme

sono contrastanti e contraddittorie). Il delitto si verifica perché la società non è saldamente organizzata contro questo tipo di comportamento. CONFLITTO DI NORME è quindi prima ragione di disorganizzazione. Vi è conflitto di norme

quando:

• vi sia socializzazione difettosa o mancante

• vi siano sanzioni deboli o intimidazione insufficiente

• vi sia inefficienza e corruzione dell’apparato giudiziario e di polizia

Questa teoria propone chiavi di lettura della criminalità generali che vanno oltre la corrispondenza

povertà-delitto e che valgono per grandi tipologie di reati.

Teoria dei conflitti culturali La perdita di efficacia dei sistemi di controllo spingono SELLIN ad individuare una

CONTRAPPOSIZIONE IN UN MEDESIMO INDIVIDUO DI SISTEMI CULTURALI DIFFERENTI. L’autore avanza quest’ipotesi dall’analisi del flusso immigratorio verso gli USA: i riferimenti

valoriali propri della cultura d’origine dell’immigrato spesso contrastavano con quelli del paese che

li ospitava e questo poteva creare un conflitto. Coesistenza di due diversi sistemi culturali possono

essere causa di devianza o malattia mentale.

Ma la criminalità non si sviluppa tanto negli immigrati che cmq hanno interiorizzato i riferimenti

culturali d’origine: bensì i soggetti più pericolosi sono quelli della SECONDA GENERAZIONE (perdono valori d’origine e non assimilano quelli “attuali”).

Si distinguono: • conflitti primari: i disagi che l’individuo vive per l’attrito tra due diverse culture • conflitti secondari: i disagi dovuti a discriminazione e rigetto da parte dei “nativi”

Teoria dei conflitti non è idonea a spiegare correlazioni tra criminalità e immigrazione ed inoltre

Selling si muove in un preciso quadro spazio temporale.

Ma questa teoria è ben utilizzata per studiare cosa accade in caso di conflitto culturale (primario e

secondario).

Perché vi sia CONDOTTA INTEGRATA è necessario che via sia compatibilità tra i due sistemi culturali di riferimento.

Struttural funzionalismo e teoria della devianza (Parsons, Merton, Jhonson)

Si impone l’INTEGRAZIONE DEGLI ATTORI SOCIALI COSI’ DA ASSICURARE IL MANTENIMENTO E LA COERENZA DEL SISTEMA.

Page 10: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Regole di sistema vengono interiorizzate dai singolo attori sociali che possono variare il loro comportamento dalla conformità alla devianza.

CONFORMITA’: stile di vita orientato e coerente con le norme in vigore. E’ una scelta

psicologizzata, consapevolezza che il proprio comportamento è conforme alle norme in vigore.

Si ha conformità tramite socializzazione,identificazione ed interiorizzazione Si ha rafforzamento della conformità con i sistemi di controllo sociale (far conoscere le

sanzioni).

DEVIANZA: concetto che comprende sia scelte contro la morale che contro il codice penale

Si ha devianza solo quando l’atteggiamento non idoneo è frutto di una precisa scelta, quando è

presente un atteggiamento oppositivo verso una norma ritenuta fondamentale dalla società ma che perde di credibilità-validità in un gruppo o in un individuo.

ANOMIA di un contesto sociale (Durkheim): perdita di credibilità di norme che sono alla base

di una società che con esse limita l’iniziativa dei singoli.

Causa è IPERSTIMOLAZIONE DELLE ASPIRAZIONI dettate dalla soc. ind. e quindi

nell’insofferenza verso i sistemi che tendono a limitare le aspirazioni stesse.

MERTON: una società ha caratteristiche di anomia quando la sua cultura propone delle mete senza che vengano a tutti messi a disposizione i mezzi per il loro conseguimento

(DISUGUAGLIANZA NELLE OPPORTUNITA’ DI SUCCESSO SOCIALE).

Non c’era anomia nelle società feudali, chiuse, e che non fornivano quindi aspirazioni di “scalata

sociale” (principio della soc. ind.).

Soggetti frustrati possono quindi cercare soddisfazione con mezzi illegittimi e perseguibili

penalmente.

4 TIPI DI DEVIANZA – MERTON (in base al rapporto fini-mezzi). Vedi schema pag. 123

• INNOVAZIONE : si perseguono finalità condivise dalla società ma con mezzi illegittimi

• RITUALISMO: si rifiuta l’illegalità ma si ridimensionano gli obiettivi causa impossibilità

• RINUNZIA: non si accettano ne i fini ne i mezzi legittimati (vagabondi o drogati)

• RIBELLIONE: sostituzione delle mete culturali con mete diverse e dei mezzi ufficiali

Ps: ci si riferisce sempre a devianza con scopi non lucrativi

TEORIA DELLE ASSOCIAZIONI DIFFERENZIALI Suntherland: COMPORTAMENTO DELINQUENZIALE E’ APPRESO.

Ma non tramite semplice imitazione ma mediante associazione interpersonale con altri individui che

delinquenti (procedimento analogo ma opposto alla socializzazione funzionale).

Per S. questa teoria è da intendersi come teoria generale della criminalità capace di affrontare ogni tipo di condotta criminosa e del perché a parità di condizioni generali si osservano risposte individuali differenti. NON ESISTE QUINDI UNA CRIMINALITA’ INNATA!

Un gruppo influenzerà un individuo a seconda della maggiore-minore INTENSITA’ di frequentazione, PRIORITA’ (maggior rispetto), DURATA dei rapporti, ANTERIORITA’ di rapporti che in epoche remote si sono posti come primari.

• comportamento criminale è appreso • attraverso processi di comunicazione con altre persone

Page 11: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

• il processo di apprendimento chiama in gioco gli stessi meccanismi di qualsiasi altra forma di apprendimento

• disposizioni individuali influiscono solo sul grado di esposizione più o meno intenso

all’apprendimento

• oltre alle associazioni possono influire anche l’opportunità, intensità del bisogno, nelle

alternative proposte al comportamento criminoso

• per Suntherland la teoria della disorganizzazione sociale è strettamente connessa con quella delle associazioni differenziali

La critica più rilevante non riguarda il principio dell’apprendimento ma l’assunto che tutte le forme criminali siano soggette a questa logica (è estranea a questa logica ad es. il reato d’impeto).

Non vengono affrontate in profondità le dinamiche di interiorizzazione e di “risposta differenziale”.

La teoria non spiega la genesi di nuovi tipi di crimini che non possono essere stati appresi.

Critica alla pretesa di S. di rendere la sua teoria unicausale e valida per tutto. Critica al determinismo piuttosto rigido che assegna a chi delinque un ruolo passivo.

Sutherland studia i “COLLETTI BIANCHI” (non più gruppi sfavoriti)

Si tratta di un tipo di reato sempre sottostimato e trascurato e compiuto da dirigenti e professionisti.

Inquadra questo studio nella teoria delle ass. differenziali per cui si è notato come tra i dirigenti prevalga un atteggiamento (interiorizzato) generale di elisione della legalità. Questi reati non erano condannati e perseguiti: l’apprendimento era facile e generalizzato.

Dalla pubblicazione del suo libro “White collar crime” (1940) si è rotto il muro del silenzio e si è

riusciti a limitare l’ampiezza del numero oscuro.

S. individua le seguenti caratteristiche:

• questa delinquenza è strettamente connessa al ciclo produttivo di beni e servizi • indice d’occultamento elevato (grazie al ceto i rei non sono facilmente mascherabili)

• quindi si evidenzia un elevato tasso d’impunità

• è minore la reazione sociale di censura (disonesti anzichè criminali)

• l’associazione criminalità/condizioni sfavorevoli cessa di valere.

SVILUPPI DELL’INDIRIZZO INDIVIDUALISTICO E LA CRIMINOLOGIA CLINICA Dopo la II G. M. è iniziata la nota contrapposizione tra il blocco sovietico ed il blocco democratico.

Si ebbe così una criminologia di sinistra d’ispirazione marxista incentrata sulla critica della società

capitalista ed una criminologia di destra di ispirazione socialdemocratica e che studierà i rapporti tra

classe sociale e criminalità.

Indirizzo individualistico: si studiano le infermità organiche, la diversità di costituzione….

Si sviluppa così una CRIMINOLOGIA DEL PASSAGGIO ALL’ATTO che cerca di spiegare

perché taluni, a parità di condizioni esterne, optano per il comportamento criminoso.

Si sviluppa così il concetto di CRIMINOLOGIA CLINICA (DI TULLIO): come la medicina,

che non studia le caratteristiche generali della malattia ma la sua presenza sul singolo paziente,

anche la C. clinica non studia i fenomeni generali di delinquenza ma il singolo reo a fini curativi,

preventivi e risocializzativi.

Questi principi hanno direttamente influenzato la riforma penitenziaria del 1975: pena

detentiva indeterminata e dipendente dall’attività risocializzativa

C. Clinica è osservazione scientifica del reo con finalità terapeutiche

Page 12: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Di qui la critica dei criminologi di sinistra che vedono questo approccio come profondamente

conservatore e funzionale al sistema dato (il criminale è malato)

NUOVA DIFESA SOCIALE E POLITICA PENALE D RISOCIALIZZ. (è sempre C. clinica)

Antecedenti di tale orientamento si considerano la Dich. Univ. Dei diritti dell’Uomo (ONU) e le

nascenti costituzioni di quegli anni (1950) che spingevano anche per l’abolizione della pena di

morte.

Questo orientamento risocializzativo si rispecchierà nel principio sociale del WELFARE STATE risalente al 1932 con l’opera del pres. USA Roosvelt (riformismo social democratico):

liberare l’umanità dal bisogno materiale e dalle disparità economiche (il New Deal).

Lo stato deve garantire sicurezza ed uguale accessibilità a tutti i suoi cittadini: è questa

l’ideologia dello stato sociale. RISOCIALIZZAZIONE E’ NUOVO DIRITTO DEL CITTADINO (è un male sociale come la povertà o la malattia).

GRAMATICA propose di sostituire alla parole delitto quella di FATTO-REATO che incentrava

la sua logica prevalentemente sul concetto di antisocialità.

L’opera che da il nome a questa corrente di pensiero è appunto “NUOVA DIFESA SOCIALE” di ANCEL (1954) una morale sociale vincolante e di “debito” verso il reo. CRIMINOLOGIA DEL CONSENSO

Pur riconoscendo le ambiguità del capitalismo questa corrente di pensiero segue il principio

secondo cui LA MAGGIORANZA DELLE PERSONE VIVE SENTIMENTI DI ACCETTAZIONE DELLA STRUTTURA SOCIALE.

Per questa sociologia l’obiettivo è quello di riportare i criminali al consenso.

Mentre per la sociologia di sinistra questa interpretazione porterà allo sviluppo della criminologia del conflitto: da un rapporto basato su riforme si passa ad un rapporto di potere precostituito e tutelato. Questa criminalità della reazione sociale vede il diritto penale come tutela dei diritti delle classi privilegiate. Il reato è quindi un fatto meramente qualificativo.

PROSPETTIVA DEL CONSENSO: Criminologia pragmatistica (RADZINOWICZ-1966): totale avversione per gli approcci unifattoriali ed onnivalenti. La scienza deve quindi FORNIRE CONOSCENZE idonee a

risolvere casi pratici e a dettare realismo e tempestività i mutamenti in corso alle autorità legislative.

Da qui lo sviluppo delle TEORIE MULTIFATTORIALI (50/60): l’individuo risponde in modo

personale al proprio “ambiente” psichico (vulnerabilità individuale) e sociale (vulnerabilità ambientale)

La TEORIA NON-DIREZIONALE dei coniugi Glueck ha evidenziato come alla base del comportamento criminale giovanile ci sia il rapporto famigliare e le caratteristiche personali. Delinquenti minorili sono apparsi:

• con un fisico più robusto

• con temperamento irrequieto

• con sensazioni di antagonismo e risentimento

• più idonei all’apprendimento diretto e pastico

• un inadeguato ambiente famigliare

Page 13: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Da ciò ne deriva una classificazione delle caratteristiche a rischio che promette di identificare i

soggetti a rischio.

Ma le differenze rilevate tra i due gruppi di giovani hanno un riferimento puramente statistico.

Questi studi hanno poi trovato fedele riscontro con un’indagine del 1978/80 a Portorico (Ferracuti)

LA TEORIA (sempre multifattoriale) DEI CONTENITORI DI RECKLESS (1961)

Mira a spiegare il comportamento sociale identificando quei fattori che favoriscono il contenimento

della condotta nell’ambito della legalità.

E’ UNA SINTESI DELLE CONDIZIONI CHE ASSICURANO L’ADATTAMENTO SOCIALE.

Contenitori interni: aspetti della struttura psicologica più significativi per l’integrazione sociale

(autocontrollo, buona rappresentazione del Sé, istanze etiche, buona socializzazione, tolleranza alle

frustrazioni…)

Contenitori esterni: caratteristiche dell’ambiente in cui l’individuo si trova a vivere (aspettative di

successo in base al ceto sociale, figure idonee di riferimento)

Questi contenitori devono essere integrati con adeguati SISTEMI DI CONTROLLO ISTITUZIONALE E INFORMALI.

PROSPETTIVA DEL DISSENSO

Il movimento del 68 è solo la punta di un iceberg che voleva denunciare tutte i difetti

dell’ideologia capitalista.

E’ una denuncia del DISAGIO DELLA CIVILTA’: ansia scaturita dalla competitività e dal consumismo. Delinquenza non è eliminabile senza la radicale trasformazione del sistema economico-sociale

TEORIA DELLA SOTTOCULTURA GIOVANILE Definizione cultura: modelli astratti di valori morali e norme che regolano il comportamento,

appresi direttamente o indirettamente nell’interazione sociale.

Definizione gruppo: rapporto stabile tra i membri, reale percezione del gruppo,

organizzazione funzionale, presenza di spirito di gruppo (usi e costumi condivisi)

SOTTOGRUPPO: gruppo sociale con peculiari caratteristiche differenziate e in contrasto con

la cultura dominante. E’ una SOTTOCULTURA.

LA TEORIA DELLE CULTURE DELLE BANDE CRIMINALI – COHEN (1955)

Perché i giovani delle classi più sfavorite sono propensi a delinquere? Perché i valori sociali medi non sono alla loro portata o non li percepiscono come tali.

E’ una questione di mancato adattamento. Mutua la sua teoria dall’anomia di Merton ma in chiave strettamente classista. Questa teoria è strettamente collegata a quella non direzionale dei Gueck da cui non può

prescindere perché altrimenti non riuscirebbe a spiegare come tra i bassi ceti alcuni delinquono ed

altri no.

Page 14: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

LA TEORIA DELLE BANDE GIOVANILI –CLOWARD/OHLIN (1960)

Amplifica lo studio di Cohen. Il desiderio di rivalsa delle bande giovanili non è solo mirata

all’acquisizione di beni materiali.

I soggetti sfavoriti hanno un BISOGNO DI AGGREGAZIONE tra simili. Ci possono essere tre tipi di bande:

• CRIMINALI: attività illecita a scopo di furto e successivamente il racket;

• CONFLITTUALI: vandalismo e violenza sistematica. No fine di lucro. Mirano a

distruggere i simboli del successo. Aggressione al sistema.

• ASTENSIONISTE: rifiuto totale della cultura e rifugio in droghe ed alcol

Critiche a Cohen e Clowars/Ohlin

Teoria basata su un esasperato conflitto di classe, il rifiuto per la società è palesato anche a livello

individuale, approccio prevalentemente deterministico.

TEORIA DELL’ETICHETTAMENTO. Si accentua il gioco di forza tra classi contrapposte.

• visione rigida e dicotomica delle differenze di classe

• regole non sono mai accettate da ceti sfavoriti

• efficace reazione sociale (stigmatizzazione, emarginazione, sanzioni) contro i deviati

• devianza e criminalità non sono comportamenti in sé riprovevoli ma mero frutto di etichettamento esercitato dal potere nei confronti di chi commette atti antigiuridici.

Importante in quest’ottica la similitudine con l’interazionismo di Mead in quanto hanno importanza le INTERRELAZIONI CHE SI STABILISCONO TRA I SOGGETTI E QUINDI LE ASPETTATIVE! Non c’è un delinquente ma comportamenti che in quella situazione sono considerati,vissuti e

percepiti come riprovevoli (vedi le teorie sui colletti bianchi)

Condotta sociale non è un problema: l’atto antigiuridico E’ FUNZIONALE ALLA SOCIETA’. DEVIANTE E’ TERMINE DI PARAGONE NEGATIVO FONDAMENTALE.

STIGMATIZZAZIONE: processo mediante il quale un soggetto che si è comportato male e che

abbia suscitato la riprovazione generale finisca inevitabilmente con l’identificarsi con questa figura

di sé stigmatizzata.

LEMERT-esiste: devianza primaria: la condotta non crea reazioni sociali e quindi non altera l’autopercezione

devianza secondaria: è risultato di una precisa reazione sociale e comporta seri effetti psicologici

sull’individuo.

Questa teoria non può giustificare e analizzare i casi di persone (mafiosi) che giocano e si

proteggono dietro la loro posizione stigmatizzata

E’ deterministica perché chi è soggetto di stigma sembra non poter sottrarsi al destino delinquenziale

E deresponsabilizzante perché si alleggerisce il ruolo del delinquente paragonandolo ad un semplice deviato.

Page 15: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

TEORIA DELLA DEVIANZA SECONDO MATZA (1969)

Rappresenta un superamento delle teorie di Cohen e dell’etichettamento L’autore critica la teoria delle sottoculture criminali in quanto il ragazzo deviato non può autorapresentare il suo comportamento come giusto e legittimo (infatti molti rei si vergognano e

pentono).

Come mai allora si delinque? E’ UNA QUESTIONE DI AUTOGIUSTIFICAZIONI che sono

ritenute valide dal reo ma insufficienti dal sistema giuridico. Con queste RAZIONALIZZAZIONI

il reo cerca di ridurre il contrasto con la sua morale.

Devianza non è apprendimento ma frutto di questo processo di auto giustificazione:

tecniche:

• negazione propria responsabilità (sono stato trasportato dalle situazioni)

• minimizzazione del danno provocato mediante ridefinizione dell’atto

• negazione della vittima (si meritava quello che ha subito, sono un giustiziere!)

• condanna dei condannanti (tutti merdeeeeeeeeeeee)

• richiamo a ideali più alti (come la fedeltà al gruppo)

E’ una teoria dal determinismo debole: il soggetto è sempre tra condotta conforme e devianza e

solo con proprie scelte e con il contatto interpersonale che definisce il suo ruolo di volta in volta.

Sottocultura non è un sistema stabile di conflitto ma un sistema aperto alle influenze esterne. E’ una teoria responsabilizzante

LA CRIMINOLOGIA CRITICA Criminalità non è un fatto sociale ma politico: Devianza è diretta manifestazione di dissenso

Verso il sistema.

Scomparve ogni riserva morale e colpevolizzante fino a trasformare tutta la categoria dei rei in

“semplici” oppositori della società.

Il movimento di sinistra e tutta la C. doveva accentuare questo potenziale e far percepire come

indispensabile il “lavoro” di questa elite dell’anticapitalismo.

Il criminologo non deve quindi riabilitare ma dotare il criminale di coscienza politica.

Andava riscritto tutto il codice penale: i criminali erano gli esponenti della classe dominante che

con la loro condotta attaccavano i diritti fondamentali dell’uomo.

DEVIANZA E CRIMINALITA’ SONO LOTTA DI CLASSE In U.K., Germania ed Italia questo indirizzo si fece largo tra gli intellettuali che distinsero una

DEVIANZA INDIVIDUALE (si rigetta ed ostacola il sistema ma non si hanno prospetti concrete

future) e DEVIANZA ORGANIZZATA (palesemente politicizzata ed ordinata).

IL NUOVO REALISMO Già nel 1956 in URSS era iniziato il processo di destalinizzazione e anche in conseguenza di ciò

(ma anche delle repressioni antidemocratiche ungheresi e alla primavera di Praga) l’ideologia

comunista inizia a perdere colpi. Si giungerà alla Perestroika e alla caduta del muro di Berlino.

Gli stessi autori della criminologia critica accusarono il colpo e diedero corpo ad un altro

fenomeno interpretativo: il Nuovo Realismo. Da un’impostazione ideologica della devianza si è passato ad un concreto studio empirico della criminalità. Con particolare interesse ai crimini di strada delle classi più povere delle metropoli.

Questa delinquenza e’ un dato di fatto come lo è il senso di inadeguatezza, disagio e la richiesta

d’aiuto dei delinquenti di periferia.

Si propongono programmi per ridurre la marginalizzazione, per trovare misure alternative al carcere

Page 16: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

LA PREVENZIONE E’ ORA UN OBIETTIVO PRIMARIO e deve essere perseguita mediante

comitati di strada in stretta collaborazione con gli organi di polizia.

---------------------è morta la criminologia di Sinistra------------------------

NEO CLASSICISMO E ABOLIZIONISMO Abolizionismo come rifiuto e critica al sistema carcerario (abolizioni carcerario): eliminazione totale di tutte le istituzioni segregative. Ma come accettare questo vista la pericolosità di molti

criminali?

Anche se è fuori discussione che l’istituzione è piena di inconvenienti: non eliminare ma limitarne il ricorso! Non è l’unica soluzione per ogni persona e reato (principio riduttivistico).

Bisogna quindi migliorare la vita segregata: del 1987 un regolamento dell’U.E. su regole penitenziarie europee per il buon trattamento dei detenuti.

Si propone in alternativa: 1. risoluzione privatistico-risarcitoria fra autore e vittima 2. controllo generale da parte della comunità

Con neo classicismo o NEO RETRIBUTIVISMO

Proprio nei paesi con un sistema preventivo ed assistenziale (USA e Scandinavia) si sente la spinta per il ritorno ad un sistema retributivistico.

La spesa pubblica per l’assistenza/tutela sociale era enorme ed inoltre si capisce come il pieno

reinserimento del deviante era più l’eccezione che non la regola. Ciò si tradusse in un

INASPRIMENTO DELLE PENE E INTRODUZIONE DI SANZIONI RIGIDAMENTE PREFISSATE.

Tendenza neuretribuzioniste: abbandono di ogni tipo di sanzione personalizzata. L’ordine e la

sicurezza sono garantiti mediante una comminazione oggettiva delle pene, vincolate da precisi

fattori quantitativi.

L’APPROCCIO ECONOMICO RAZIONALE L’economia si è evoluta: si rispecchia anche in ambito intellettuale e culturale.

Condotta criminosa segue una precisa logica razionale: segue stessi criteri dell’economia.

Capostipite della social economy è BECKER (1969): crimine non è a causa di propensione

individuale o biologica o sociale. ALLA BASE DEL COMPORTAMENTO VI E’ UNA FORTE COMPONENTE DI CALCOLO E RAZIONALE ANALISI DEI COSTI E BENEFICI

annessi alla commissione del reato.

I costi del delitto sono (in ogni società):

• costi diretti connessi all’organizzazione materiale

• costi indiretti collegati al rischio (di individuazione e di condanna)

Non bisogna solo aumentare le difese ma migliorare tutte le agenzie di controllo che riducono il

conflitto e migliorano la vita sociale. Più ho una vita decente più i costi indiretti saranno elevati.

Ma questa teoria non può valere per i delitti d’impeto ed è troppo astratta. Al contrario, vi sono

molte condotte criminose che trovano riscontro con quest’approccio (colletti bianchi).

Persona umana responsabile e consapevole delle sue azioni e delle conseguenze anche nel caso di atti illogici e immorali. La spiccata responsabilità conferita al delinquente deriva proprio da

questa sua cosciente consapevolezza!

Page 17: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

LA CRIMINOLOGIA IN RUSSIA La totale assenza di libertà ha fatto si che anche il pensiero C. ufficiale si uniformasse all’ideologia

ufficiale.

Primo periodo post Ottobre. Grande influenza del Positivismo (Ferri): accetta la correlazione tra criminalità e divisione classista dettata dal capitalismo.

Dopo anni di comunismo Grande influenza di Lombroso: il capitalismo non esiste più, la condotta criminosa è da studiare solo nel corpo e nella mente dell’individuo

LA DELINQUENZA STA PER CESSARE DI ESISTERE!perché non esiste più la lotta di classe.

La devianza è solo un fenomeno raro ed occasionale.

Anni 50/60 in piena guerra fredda: la criminalità esiste ancora perché il capitalismo cerca di attaccare la solidità del socialismo. Ma con spinte democratiche e la Perestrojca il pensiero si è avvicinato a quello occidentale e lo

scambio culturale nello studio della criminalità di massa ed organizzata si è fatto sempre più fitto.

Anche in Russia la libertà ha un prezzo che comprende anche l’aumento della criminalità!

3 PSICOLOGIA E CRIMINALITA’ Si studiano gli approcci che hanno posto l’accento sull’individuo.

Approcci sociologici non possono infatti spiegare la variabilità del comportamento umano dinnanzi a fattori socio-ambientali analoghi. COMPONENTI VULNERABILITA’ INDIVIDUALE: tutti quei fattori diversi da persona a

persona che rendono una risposta alle medesime condizioni esterne del tutto individuale.

Si affronteranno tre tipi di studio:

1. approccio psicologico: quali meccanismi giustificano questa variabilità e quali aspetti della

personalità favoriscono gli atteggiamenti criminali.

2. prospettiva biologica: tutte le questioni legate a fattori ereditari e genetici.

3. Quale correlazione tra disturbi mentali e condotta criminosa?

La componente (vulnerabilità) individuale è sempre in stretto legame con l’ambiente in un rapporto

inversamente proporzionale: tanto più sono rilevante nella criminogenesi quelli ambientali tanto

sono meno quelli individuali e viceversa.

1 Personalità, temperamento, carattere Alcune definizioni.

COMPORTAMENTO: complesso di atteggiamenti che ognuno ha in funzione di obiettivi e

stimoli ambientali. Comportamento è dettato dalla psiche, quindi psicologia è studio del

comportamento.

ATTIVITA’ PSICHICA composta da tre fondamentali sfere:

• sfera cognitiva: intelligenza (insieme delle capacità acquisite),conoscenza (funzioni che

permettono accumulo di info) e pensiero (organizzazione di processi mentali di carattere

simbolico e poi concreto…le idee)

• sfera affettiva: sensazione positiva/negativa provata. Si distinguono: umore (sfumature dell’emotività), sentimenti (espressioni più elaborate della

sfera affettiva), emozioni (sentimenti ad elevata intensità con ripercussioni fisiologiche…il

rossore)

Page 18: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

• sfera volitiva: riguarda le azioni che vengono compiute per raggiungimento determinati fini: ci sono motivazioni razionali e inconsce.

PERSONALITA’: capacità di un individuo di reagire prontamente ed adeguatamente a stimoli

extrapersonali ed ambientali. L’insieme delle qualità e caratteristiche di un soggetto. Gli aspetti

unici e rappresentativi di una persona.

Una definizione idonea è quella di Alport (1937): è l’organizzazione dinamica all’interno

dell’individuo di sistemi psicofisici che determinano il suo adattamento unico all’ambiente.

Ma questa è una definizione con assenza di causalità circolare. Ambiente e uomo non sono separati ed interagiscono. Quindi: IL COMPLESSO DELLE CARATTERISTICHE DI OGNUNO CHE SI MANIFESTANO NELLE MODALITA’ DEL SUO VIVERE SOCIALE.

TEMPERAMENTO: disposizioni innate di un individuo nell’operare/reagire nel mondo. CARATTERE: la risultante dell’interazione tra temperamento e ambiente. Sono inclusi nel concetto di personalità sia il temperamento che il carattere e le tre sfere poco sopra

menzionate.

Teorie sullo studio della personalità. La psicoanalisi Ci fornisce il primo paradigma interpretativo della persona umana.

Freud padre della disciplina ma la sua centralità “pansessuale” e la struttura celebrale fornita dai suoi studi non ha più credito.

Ma due contributi sono di fondamentale importanza:

1 concetto d’inconscio che si collega con i pensieri e le motivazioni consce della psiche

fanno parte della personalità:

- l’ES: fattori psicoereditari,istinti,impulsi, sentimenti rimossi. Tutto ciò rappresenta

l’inconscio. Visione bipolare degli istinti: EROS (istinto alla vita che contiene le

pulsazioni vitali e sessuali) e THANATOS (istinto di morte che mira a condurre verso la

quiete, l’inerzia). I bisogni si tramutano in tensione e l’Es da ordini perché l’uomo li

soddisfi immediatamente. E l’ES è governato proprio da questo “principio del piacere”:

risposta immediata per la riduzione della tensione.

- l’IO: si sviluppa in conseguenza dei bisogni individuali. Obbedisce al “principio di realtà”: soddisfare le pulsioni nel momento in cui la realtà esterna me lo consente.

- il SuperIo: è rappresentante interiore dei valori etici e delle norme sociali. Si

sviluppa dall’infanzia tramite la socializzazione e l’identificazione. Sua funzione è

quella di garantire comportamento idoneo alle norme.

ES: COMPONENTE BIOLOGICA IO: COMPONENTE PSICOLOGICA SUPER IO: COMPONENTE SOCIALE E MORALE

Si ha ANGOSCIA O ANSIA quando l’Io non riuscirà a equilibrare le spinte di ES e SuperIo. Si ha ansia reale (timore nella realtà oggettiva), sociale (timore nella riprovazione degli altri),

nevrotica (faccio qualcosa ma il SuperIo sa che è sbagliata).

Page 19: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

MECCANISMI DI DIFESA: Rimozione (respingere nell’inconscio contenuti e ricordi che ci provocano eccessivo allarme)

Dislocazione (una pulsione istintuale respinta può essere deviata su altri soggetti o altre mete)

Sublimazione (iperattività per raggiungimento mete altruistiche e culturali?!?!?!?!?)

Proiezione (disconoscere aspetti negativi della propria personalità e conferirli ad altri è uno dei

meccanismi di difesa più “diffuso” nella psiche criminale).

Formazione reattiva (sostituire impulso angosciante con il suo opposto…vedi ostentazione e

esagerazione)

Fissazione (in uno stadio della crescita)

Identificazione (tendenza ad assumere tratti psicologici di un individuo eletto a proprio modello)

2 concetto di visione dinamica della psiche Psicoanalisi e criminalità

Chiave di lettura della psicoanalisi utilizzata per identificare alcuni aspetti della criminogenesi.

Comportamento criminoso potrebbe essere un’inadeguata risposta ad eccessive cariche istintuali o troppo imperative pressioni ambientali.

ALEXANDER E STAUB (1929) propongono serio modello interpretativo della delinquenza:

condotta criminosa è effetto di modalità di SVINCOLO DAL CONTROLLO DEL SUPER IO secondo lo schema che segue.

• Normalità (o integrazione): pieno controllo del Super Io sul mondo pulsionale istintuale

• Delinquenza fantasmatica: controllo delle pulsazioni ancora efficace ma questi istinti sono

molto forti

• Delinquenza colposa: disagio interiore palesato con una qualsiasi condotta imprudente.

• Delinquenza nevrotica: conflitto profondo che rende necessario lo sfogo comportamentale

• Delinquenza occasionale: disagio e pulsioni dettate dall’occasione.

• Delinquenza normale: Il Super Io cessa di contribuire all’equilibrio e l’Io può realizzare

senza ostacoli la sua condotta aggressiva.

ADEGUAMENTO VITA SOCIALE DIPENDE DALLE FUNZONI DEL SUPER IO.

In definitiva si ha DELINQUENZA ACCIDENTALE (delitti colposi o occasionali, totale assenza

di tratti psicologici deviati) e la DELINQUENZA CRONICA (propensione al delitto dovuta a

propensione della personalità).

E’ stata identificata una delinquenza a causa di cattivi rapporti famigliari, per senso di colpa

(compio delitto per poi essere punito), per fissazione alla fase del principio del piacere (voglio

soddisfare pulsioni subito e come dico io), Acting-out (compensare mancanze con comportamento

anomalo, il reato non è programmato ma è una scarica emotiva).

Malattia e devianza possibilmente causati da una BASSA SOGLIA DI TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE

MUSATTI (1961): molti delitti per INCAPACITA’ DI IDENTIFICARSI CON IL PROSSIMO

(incapacità globale, parziale, particolare….vedi pag 222)

CAZZULLO: condotta criminale a causa di carenze affettive, di identificazione in figure modello

valide, per fissazione dell’evoluzione, per reazione a situazioni conflittuali.

Ma il pensiero moderno tende ad attribuire maggior importanza nel determinare la condotta all’IO e quindi non deresponsabilizzando l’autore di un delitto.

Page 20: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Psicologia analitica di Jung Fornisce una diversa visione dell’uomo.

Oltre all’inconscio personale esiste anche un INCONSCIO COLLETTIVO (archetipo?) che

trascende dalla persona: è arcaico, primitivo, trasmesso e condiviso. Punto centrale della personalità è il SE’ che l’individuo tende sempre ad equilibrare. L’uomo

non riconosce e obbedisce solo a logiche inconsce ma anche a chiari e concreto obiettivi pratici .

CONFLITTO PSICHICO: l’urto fra differenti forze e pulsazioni nella psiche dell’uomo

FRUSTRAZIONE: condizione di disagio psicologico causato dall’impossibilità causa forze

esterne di raggiungere un obiettivo prefissato.

TIPI DI REAZIONE: ATTEGGIAMENTO AUTOPLASTICO (introverso): individuo risolve la tensione al suo interno

ATTEGGIAMENTO ALLOPLASTICO (estroverso): si risolve la tensione con l’azione agendo

direttamente sulla realtà e con una condotta non idonea. Ci si sente vittime e la tensione è trasferita

sugli altri.

Psicologia sociale: Adler, Fromm Studia le relazioni interpersonali nel contesto sociale. Lo studio del modo con cui la vita sociale

si riflette sulla psiche umana.

PSICOLOGIA ALDERIAN: l’uomo non risponde a bisogni interiori ma a bisogni scaturiti dal suo essere inserito in un contesto sociale. VOLONTA’ DI POTENZA è la forza che spinge

l’uomo all’azione.

Si ha COMPLESSO DI INFERIORITA’ quando si ha anomala percezione della propria

allocazione.

Con la PSICOLOGIA DI FROMM si accentua ancor d+ l’importanza del contesto sociale. Si ha integrazione e conformità quando l’individuo è in armonia con il contesto di riferimento. Bisogna quindi assecondare: bisogno di relazioni (l’uomo non ha + sterro rapporto con natura che

deve essere sostituito con amore e integrazione), di trascendenza (elevarsi dal mondo animale

tramite la creatività), di schemi di riferimento di un sistema stabile e coerente per concepire e

comprendere il mondo. Ma anche il bisogno di identità personale (a cui si può ovviare con

l’identificazione di gruppo).

Psicologia sociale ha elaborato due concetti: • identità personale (sentimento personale ed unico)

• teoria dei ruoli (aspettative della società in base alla posizione occupata)

ERIKSON affronta il problema delle DISARMONIE DELL’IDENTITA’ PERSONALE. L’identità si forma nell’età adolescenziale e viene continuamente testata, accetta o rifiutata

dall’interazione con il contesto di riferimento. Se la società non accetta la nostra condotta ci si

percepirà come detentori di UNA PERSONALITA’ NEGATIVA (giudizio squalificato).

Personalità deriva anche dallo status e ruolo.

Status possono essere ascritti (età sesso razza) o acquisiti (ciò che posso fare con la mia posizone

sociale)

Si ha DEVIANZA quando un comportamento suscita nella società sentimenti di disapprovazione e censura con la richiesta di una sanzione adeguata. E’ una scelta volontaria

(terroristi, tossicomani, delinquenti). E’ giudizio morale negativo ed è un concetto sociologico e non

giuridico.

Page 21: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

MARGINALITA’ indica una situazione statica di status. Comporta riduzione delle aspettative di

scalata sociale. Si riferisce spesso a status collettivi “non produttivi”, malati. E’ un giudizio aprioristico. EMARGINAZIONE: indica invece un processo dinamico nei confronti di qualcuno. Consiste nel ridurre le prospettive, togliere la responsabilità, è il nutrire solo aspettative negative.

Questi individui sono marginali solo a causa della loro condotta. Deviati possono essere emarginati

a difesa loro e della società.

Per definizioni di status e ruolo……pagg231/233

Altri contributi della psicologia FENOMENOLOGIA: più che lo studio di processi psicologici è importante la COMPRENSIONE DELL’UOMO STESSO. Si studia l’uomo dal suo interno e non dal punto di vista di chi indaga. La diversificazione tra

condotta e realtà è solo concettuale. Quello che interessa è la realtà fenomenica, l’intenzionalità del

soggetto. Il crimine è una possibilità espressiva estrema dell’essere umano. LA TEORIA DEL CAMPO (LEWIN): ogni elemento influenza tutti gli altri componenti del

sistema (o campo). Nella criminologia si avrà campo formato da reo, vicini, ambiente, occasioni…

TEORIA DEI SISTEMI (BATESON): la condotta di un soggetto influenza quella degli altri che a

loro volta influenzano con una “scarica” di ritorno. (A B). C’è del FEEDBACK.

Derivano da questa teoria anche gli STUDI SULLA COMUNICAZIONE di Haley: non esistono

solo i messaggi verbali ma anche l’atteggiamento è portatore di significati. L’inattività di una

lettera non scritta mostra bene questo concetto.

PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA: per studiare possibili involontari errori di

percezione di un fatto che un individuo è chiamato a descrivere. E’ il giudice che deve capire e

sapere cosa è attendibile.

COMPORTAMENTISMO (Behaviorismo) si differenzia da tutte le altre perché studia la personalità con tecniche e teorie molto vicini a quelle empiriche delle scienze naturali. Suoi principi sono frutto di sola osservazione e descrizione. Totale assenza di riferimenti inconsci o

intimi. SI LIMITA AD OSSERVARE COME L’UOMO REAGISCE A STIMOLI ESTERNI.

Teoria nasce negli USA (Watson 1914): quindi la condotta umana può essere influenzata da

diversi tipi di stimoli esterni. Si segue il classico schema dello STIMOLOåRISPOSTA.

Comportamentismo di Skinner: comportamento umano è orientato a delle finalità: la psicologia

deve studiare i RINFORZI che indirizzano il comportamento. Rinforzi positivi (gratificazioni) e

negativi (frustrazioni). Rinforzo è evento capace di influenzare statisticamente la condotta.

Quindi il comportamento dell’uomo è risposta ad istinti e la sua discrezionalità è molto limitata.

TEORIA DELLA FRUSTRAZIONE –AGGRESSIONE (DOLLARD): applicazione del

comportamentismo alla criminologia.

Comportamento aggressivo è risultato di una frustrazione (stimolo) a cui segue un’aggressione (risposta). Più società impone mete irraggiungibili più i soggetti saranno seguiti da frustrazione (tipo l’anomia)

Queste teorie hanno validità solo a livello statistico e non tengono conto di crimini che con

l’aggressività-sfogo non c’entrano nulla (vedi lo scopo di lucro) anche perché la frustrazione può

comportare anche fuga o rinunzia.

Page 22: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

La psicologia cognitiva (contemporanea-NEISSER) Concepisce la mente come un elaboratore elettronico che di continuo controlla e verifica il suo comportamento con le reali condizioni esterne. Ma a differenza del pc la mente è in grado di risolvere problemi anche quando non possiede tutte le

informazioni necessarie (problem solving).

NASCE IN OPPOSIZONE AL COMPORTAMENTISMO in quanto la mente non è solo un

ricettore passivo di stimoli ma ha una funzione attiva che segue una propria logica comportamentale

(secondo lo schema di inputåoutput).

L’uomo cerca di adeguare il suo comportamento ma con precise e continue scelte personali.

IL DELINQUENTE NON E’ UN INDIVIDUO GOVERNATO DALLE PULSIONI.

4 BIOLOGIA E CRIMINALITA’ TEORIA DELLA PREDISPOSIZIONE Talune caratteristiche psichiche (fattori di vulnerabilità individuale) possono influenzare la condotta delittuosa ma l’approccio naturalistico non implica fatalità dell’azione umana.

Studio gemelli omozigoti per correlazioni delitto/eredità: questi erano simili in contesti differenti.

Studio famiglie criminali: ascendenti e collaterali con alto tasso di condanna (ma potrebbe essere

causa di un ambiente sfavorevole per tutti e cattiva educazione)

Studio costituzione/eredità: conformazione corporea è ereditaria e influenza la psiche.

DI TULLIO (1940): esistono delinquenti occasionali, psicotici e costituzionali (scarso sviluppo

mentale)

SHELDON (1942):classificazione tripartita con corrispondenze costituzione/temperamento. Costituzione endomorfa (morbidaåsocievolezza), mesomorfa (forteåaggressività), ectomorfa

(longilineaåcarattere chiuso). Maggioranza detenuti ha cost. mesomorfa.

QUESTI APPROCCI PSICO COSTITUZIONALI OGGI NON VALGONO UN CAZZO! Non si può parlare di disposizione ereditaria al delitto

TEORIA DEGLI ISTINTI Orientamento istintivistico. Istinti no come pulsazione innata ad agire ma SCHEMI GENERALI OPERATIVI (LORENZ)

che negli animali superiori devono essere integrate con fattori ambientali.Vedi l’esperimento delle

ochette dello stesso Lorenz.

Orientamento ambientalistico. Ambiente è il principale fattore e la psiche è modo di reagire ad esso.

Orientamento correzionalistico Interdipendenza dei due fattori. GOTTLIEB (1971):

- comportamento innato dettato dalla predisposizione genica (tipico animali).

- comportamento acquisito che affianca a strutt. biologica l’apprendimento e l’esperienza

COMP. ACQUISITO E’ INTEGRAZIONE FATTORI GENICI E AMBIENTALI

SOCIOBIOLOGIA 1975: WILSON. Studio sistematico delle basi biologiche di ogni comportamento sociale.

I geni condizionano uomo e società per la sua connaturata spinta alla sopravvivenza e riproduzione.

Page 23: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Se in questo quadro esistono valori etici è solo perché sono funzionali alla sopravvivenza. Non è la

cultura il vero motore dell’evoluzione!!

Violenza è istinto alla sopravvivenza (la legge del più forte). MA Osservazioni su animali sono state troppo facilmente trasferite Personalità dell’uomo è in visione troppo meccanicistica

Senza contare la differenza tra aggressività animale (funzionale alla specie) e umana (distruttiva)

Aggressività e NEUROSCIENZE Teoria trinitaria di MACLEAN. Cervello costituito da tre fondamentali sistemi:

- struttura più antica: attività istintuale come la difesa del territorio

- sistema deputato al controllo delle emozioni - struttura più recente rappresentata dalle peculiari capacità intellettive

Questa struttura non è riuscita ad integrarsi con le due precedenti (immutate nel tempo) sicchè allo sviluppo cognitivo non si accompagna un adeguato controllo delle emozioni. Alcuni delitti sono

reazioni istintuali non controllate dalla struttura superiore.

TEORIA NEUROLOGICA Difetti neurologici sono in quantità maggiore nei criminali: studi recenti avvalorano questa tesi

avendo identificato dei disturbi minimi celebrali e un ritardo di maturazione. Ma questa ipotesi renderebbe ogni individuo privo di iniziativa e libertà.

AGGRESSIVITÀ E CULTURA. Più l’uomo si distacca dalla natura più l’istinto esce dalla sfera di controllo comportamentale.

A differenza degli animali l’uomo non ha più un meccanismo di contenimento!!

Questa peculiare aggressività è stata definita (FROMM-1975) AGGRESSIVITA’ MALIGNA

(vs benigna) che non è istintuale, è appresa e sostenuta dalla cultura che allo stesso tempo crea

norme per contenerla e gestirla.

Ma i messaggi culturali hanno caratteristica di CONTRADDITTORIETA’: in una società votata

alla violenza come strumento di sopravvivenza i precetti che la vogliono contenere saranno meno

efficaci sulla condotta.

ANCHE SE ATTUALMENTE LA VIOLENZA E’ SEMPRE PIU’ STIGMATIZZANTE

STRUTTURA BIOLOGICA E LIBERTÀ Uomo non come struttura biologica determinata (DNA) ma come individuo biologicamente simile ma con una VARIABILITA’ INDIVIDUALE e quindi con libertà.

5 TIPOLOGIA E CORRELAZIONI Delinquenza e delitti

Reato è avvenimento circoscritto che presuppone il realizzarsi di alcune condizioni: azione,

occasione, dei beni, vittime.

Delinquenza: differente disponibilità degli individui a commettere reati.

L’ETA’ Infraquattordicenni, minorenni e giovani carcerati sono la maggioranza

Fra gli adulti la fascia compresa è 18/65 (max tra 18/40).

Delittuosità è sviluppata nelle classi più giovani e di età media! E chi è stato condannato precocemente può aumentare predisposizione alla criminalità ma non è una

carattere deterministico. I più giovani riescono sempre a reinserirsi.

Page 24: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

SESSO FEMMINILE Sempre meno degli uomini ma negli ultimi anni registrato modesto aumento nella popolazione

anche se in questo caso il numero oscuro è elevatissimo. Questo perché: - reati tipici delle donne vengono di rado denunciati o identificate

- in caso di partecipazione con il marito questo sarebbe il primo e naturale colpevole

In più la donna ha meno partecipazione sociale dell’uomo e quindi anche al crimine (una delle

attività sociali dell’uomo).

In più la donna è destinataria di un comportamento indulgenziale da parte dell’autorità.

Tendenza delle donne a scaricare tensioni dentro di se (atteggiamento autoplastico) e loro

peculiare socializzazione volta alla sottomissione e obbedienza (approccio psicologico).

Minor tendenza alla violenza a causa della minor quantità di ormoni maschili (spiegazioni

biologica) o a diversità del patrimonio genetico o uso del cervello (donna usa emisfero destro

deputato alle funzioni affettive)

Non si sa chi ha ragione: in ogni caso LA DONNA E’ MEGLIO SOCIALIZZATA!

DELINQUENZA COMUNE - Tutti i delinquenti abituali e professionali (delittuosità a fine di lucro). E’ una sottocultura.

- Delinquenti violenti (dalla sevizia all’omicidio)

- Singoli delinquenti non organizzati

- Delinquenza non mafiosa (delinquenza imprenditoriale)

- Delinquenti part time che aggiungono a proventi leciti quelli illeciti

Si differenzia da quella comune l’associazione mafiosa, delitti economici ed ecologici e corruzione.

DELINQUENZA OCCASIONALE riguarda tutti i delitti i cui autori non sono stabilmente inseriti

nella sottocultura delinquenziale.

E’ occasionale il delitto che appare come fatto unico, prevedibilmente non destinato a ripetersi.

DELINQUENZA PER SITUAZIONE CRITICA: non abituale e come risposta a particolari e

continuate condizioni di disagio.

DELINQUENZA COLPOSA: il fatto non è voluto ma accade per colpa!

A differenza del tipo di delinquenza sarà differente anche la REAZIONE SOCIALE e la richiesta di sanzioni. (il delinquente comune suscita più riprovazione)

SOTTOCULTURA DELINQUENZIALE (particolare tipo di associazione differenziale)

Quella cultura che non discredita l’inosservanza del codice penale ma che può anche conferire

merito e spirito di appartenenza. La società risponde con un atteggiamento dispregiativo e

colpevolizzante.

Si hanno poi sottocultura zingara (dedita al borseggio), quella violenta (tolleranza all’aggressività,

regolazione rapporti sulla violenza), quella dell’onore (vedi meridione), delle bande giovanili (in

risposta al desiderio di aggregazione/identificazione).

A tale proposito FERRACUTI distingue: banda diffusa (solidarietà minima), solidificata (alta

fedeltà e attrito interno), convenzionalizzata (standard), criminale (delinquenza abituale)

Caratteristica comune è OPPOSIZIONE CONFLITTUALE verso stato società

Page 25: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

ASSOCIAZIONE MAFIOSA (criminalità organizzata e manageriale)

Elevata estensione dei traffici e loro regime di MONOPOLIO. Caratteristiche:

- finalità lucrative che mirano all’impero finanziario

- gerarchia rigida e definita

- offerta di beni e servizi illegali

- organizzazione internazionale

- reinvestimento capitali illeciti in attività lecite

- particolare abilità e furbizia dei capi

- capacità di rimanere segreta ma capillare nella società (stato nello stato)

- controllo economico su molte zone

- collusione con le forze politiche.

Questa particolare sottocultura delinquenziale deve essere affrontata con particolari tecniche di

polizia (vedi le intuizioni di G. Falcone)

IMPRESE CRIMINALI Si differenziano da quelle mafiose per i seguenti motivi:

- non si propongono di essere uno stato nello stato, non hanno omertà e intrecci con

popolazione

- non sono in concorrenza con le mafie

- molto spesso hanno copertura legale

- non hanno sistematiche collusioni con il potere statale

- componenti sono insospettabili

CRIMINALITA’ ECONOMICA Tipologia di reati effettuati all’interno di imprese produttive e professionali. Illeciti si realizzano per

mano di dirigenti e professionisti nello stesso luogo dove sono prodotti beni e servizi (i colletti

bianchi) per arricchimento personale o della società stessa (questo causa minor reazione sociale

perché cmq può tornare utile alla società).

CRIMINALITA’ POLITICA Due tipi: a scopo di lucro e per la sopraffazione di gruppi politici. Nelle democrazie la maggioranza dei delitti è per lucro (finanziamento illecito dei partiti)

Nei regimi oltre all’arricchimento personale del dittatore si verifica una continua sopraffazione dei

gruppi d’opposizione.

IL TERRORISMO Lotta politica non attacca più i rappresentanti ma si prefigge di INGENERARE TERRORE NELLA POPOLAZIONE. BASSIOUNI (1978): “Quello che è terrorismo per alcuni e eroismo per altri”. Basti pensare alla Resistenza. 1972: alla definizione di terrorismo internazionale ONU definito come condotte che si

manifestino con la strategia della violenza e che contengano almeno un elemento internazionale o

siano dirette verso obiettivi internazionalmente protetti,

14 paesi non allineati hanno voluto inserire anche le repressioni dei paesi coloniali nei confronti

delle spinte locali all’indipendenza ed autodeterminazione (terrorismo del potere).

Caratteristiche sono: “interesse” verso persone, mezzi di trasporto-comunicazione, servizi pubblici.

Aspetto clamoroso delle azioni, alla ricerca della max pubblicità.

Assenza di motivazioni personali o di lucro

Page 26: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Ma il c.p. non fa rientrare il terrorismo nella categoria dei delitti politici ma contro la sicurezza

sociale. Altrimenti sarebbero garantite situazioni come l’impossibilità d’estradizione.

DELITTI PER LUCRO Il movente (motivazione…fattori psichici che influenzano la condotta) per lucro è il più diffuso. Denaro o beni sono sinonimo di potere ma si può delinquere anche solo per possedere

momentaneamente un bene ad alto contenuto simbolico (vedi furti d’auto).

Un’osservazione: il miglioramento delle condizioni economiche ha comportato ad un aumento dei furti. Insita in questa correlazione una caduta della moralità per quanto attiene il fare

denaro.

DELITTUOSITA’ AGGRESSIVA Aggressività: comportamento diretto a provocare danno agli altri.

E’ una componente fondamentale dell’uomo che trova sfogo in attività socialmente accettate

(carriera militare o sport violenti).

Aggressività motivazione a delinquere prevalente quanto il fine di lucro (DELITTO PER

MOTIVAZIONE PSICOLOGICA AGGRESSIVA) e si verifica quando le pulsazioni prevalgono

(abitualmente o occasionalmente) sulle controspinte sociali.

OMICIDO E’ ESPRESSIONE DELLA MASSIMA VIOLENZA: si distinguono: omicidi di massa, ripetuti nel tempo, per sadismo (serial), per stupro, per divertimento. Rapporto omicidio e acculturazione è inversamente proporzionale (a differenza dei delitti per lucro)

DELITTI SESSUALI Non sono solo quelli violenti ma anche l’incesto tra consenzienti e gli atti osceni in luogo pubblico.

Dal 1996 sono considerati delitti contro la persona e non più solo contro la moralità.

Nel 1968 è caduta l’imputazione per adulterio ed è sempre più tollerata l’omosessualità fra adulti

consenzienti.

“CHIUNQUE CON VIOLENZA O MINACCIA O ABUSO DI AUTORITA’ COSTRINGE

TALUNO A COMPIERE O SUBIRE ATTI SESSUALI”

Si ha violenza quando:

non c’è consenso, c’è abuso per inferiorità fisica, vittima con meno di 14 anni, minore di 16 anni

quando il colpevole è familiare o tutore, condotta induttiva (indurre all’atto sessuale per

convincimento).

Prevista la non imputabilità degli atti sessuali tra minorenni purchè abbiano compiuti tredici anni e

la differenza d’età non sia maggiore di tre anni.

DELITTI IN FAMIGLIA Scaturiti da conflittualità per ragioni economiche, inerenti la sfera sessuale (incesto solo quando ha

carattere pubblico o sfruttamento), violenza morale (maltrattamenti), violenza fisica (la più

frequente), infanticidio.

IL NUMERO OSCURO E’ TENDENZIALMENTE IN DIMINUZIONE

La causa più frequente di omicidio in questo caso è rappresentata dalla CONFLITTUALITA’ CON IL PARTNER (motivazione passionale).

CORRELAZIONI TRA FAMIGLIA E DELINQUENZA L’ambiente in cui si è educati influenza sulla psiche dell’individuo che però non esula dal principio

di libertà e quindi di responsabilità diretta.

Page 27: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Ci sarà mancato inserimento per difetto d’autorità, per educazione eccessivamente rigida o per

discontinuità ed incoerenza degli insegnamenti impartiti, per insufficiente gratificazione e sicurezza

(tra le principali funzioni della famiglia).

CARRIERA SCOLASTICA E CRIMINALITA’ Riscontrate tra i delinquenti abituali carenze significative nel loro curriculum scolastico o la precoce

interruzione della stessa carriera.

Si ricordi che la scuola RAPPRESENTA PRIMO IMPATTO CON LE REGOLE DELLA

SOCIETA’.

DELINQUENZA POVERA E DELINQUENZA RICCA

Identificare la criminalità come conseguenza esclusiva di carenze economiche è quanto meno

erroneo.

La maggior parte delle persone non ruba perchè benestante ma per risposta agli imperativi morali.

CRIMINALITA’ E CLASSI SOCIALI Il concetto di classe e relativa lotta è in netta diminuzione (grazie alle possibilità offerte da

democrazia e progresso): cessa di valere il netto bipolarismo di tradizione ottocentesca.

LA CRIMINALITA’ MODERNA E’ DISGIUNTA DA QUESTIONE DI CLASSE SOCIALE

DELINQUENZA E PRIMI FLUSSI MIGRATORI Immigrati esposti alla delinquenza perché giovani, economicamente svantaggiati, residenti in aree

urbane periferiche, perché devono adeguarsi a usi e costumi a loro estranei e perché oggetto di

xenofobia e pregiudizio.

Correlazione immigrazione/delinquenza affrontata per la prima volta in NORD AMERICA a partire

dall’800 (vedi la mafia).

Maggiore criminalità è cmq riconosciuta all’immigrazione di seconda generazione in quanto sprovvista di valori d’origine e con mancato adeguamento a quelli del paese ospitante.

Ma l’integrazione è poi arrivata senza problemi

Immigrazione nel NORD Italia: la delinquenza non era causata dai “sudisti” ma dalle mutate

situazioni socio (consumismo e crisi famiglia) economiche (industrializzazione) del Paese.

DELINQUENTI RECIDIVI Generici: chi commette un reato anche diverso dal primo

Specifici:……..indovina un po?

Recidivo massima espressione del fallimento della politica penale in quel singolo individuo. Ma non è semplice successione cronologica di più reati piuttosto come espressione del persistere di

motivazioni individuali volte alla delittuosità.

Favoriscono la recidiva: Fattori ambientali: ritorno nella sottocultura delinquenziale

Interessi economici: per non rinunciare ai profitti dell’illecito

Tipo di sistema normativo: il recidivo sarà influenzato dal grado di severità delle norme

Effetti della carcerazione: detenzione può far entrare in contatto con la sottocultura e quindi

incentivarla nel singolo.

Effetti della stigmatizzaizone: essere riconosciuto come un delinquente favorisce la condotta.

Page 28: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Aspetti individuali: rappresentati da tutte le caratteristiche rientranti nelle componenti di

vulnerabilità individuale.

Differente percezione della pena: motivazione frenante: pena deterrente è percepita ma condizioni di disagio continuate non lasciano

altra scelta

realtà indifferente: per i professionisti la pena è solo una voce nella tabella dei costi.

Pena favorisce la recidiva: causa impedimenti psichici trovano nel carcere la possibilità di lottare e

decidere nella società.

DELINQUENTI PERICOLOSI A cui si indirizzerà una pena determinata (scuola classica) ed una politica di sicurezza indeterminata (scuola positiva). Nasce così la figura del delinquente socialmente pericoloso ma

che deve essere accertata da giudici e personale competente.

COMPUTER CRIME Crimine per mezzo del pc: intromissione in pc altrui, modifica di dati appropriazione indebita

Crimine che sfrutta il pc: la maggioranza dei reati finanziari per falso e truffa.

IL NUMERO OSCURO E’ VICINO ALL’80%

Legge italiana integra il c.p. in materia con la legge del 1993

MASS MEDIA E CRIMINALITA’ L’influenza sulla popolazione è orami indiscutibile. Ad un messaggio preciso una quota prevalente

e statisticamente definita risponderà in modo funzionale al messaggio stesso.

Culto della violenza, esasperazione della sessualità, abbandono dei valori tradizionali, consumismo

possono favorire l’identificazione con personaggi e ideali antisociali.

Ma l’influenza con la criminalità è contestabile:

- il delinquente apprende l’”arte” direttamente nel gruppo

- ogni individuo ha un grado di assorbimento dettato dalla sua maturità.

Mass media non causa di valori non morali ma precisa conseguenza di quest’ultimi (sistema circolare di reciproca influenza)

TIPOLOGIA DEI DELINQUENTI SECONDO IL CRITERIO DELLA NORMALITA’ Un delinquente è caratterizzato da una qualsiasi forma morbosa che ne può alterare la condotta.

Prospettiva psichiatrica: il nesso tra malattia e delinquenza non è ammissibile. La maggioranza

dei carcerati è perfettamente sano di mente.

Prospettiva psicologica: anomalia psichica può riscontrarsi solo all’eventuale carenza di valori

morali. Aggressività non è reato: lo è solo quando influenza la condotta!

Prospettiva sociologica: qui il termine anormale è calzante: colui che non è conforme alla norma.

Si può essere soggetti disturbati mentalmente ma perfettamente conformi alla norma (normali)

TIPOLOGIA DELINQUENTI SECONDO LA RESPONSABILITA’ MORALE La maggioranza dei delitti è di natura PROGRAMMATA e quindi responsabile.

Ma altri sono dettati da SCELTA SUBITANEA: il reato non è programmato ma dettato da

situazioni particolari (si definisce raptus ma è cmq una scelta a caldo). In questo caso la percezione

di gravità e richiesta di sanzione è minore.

Page 29: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

Sono riduzioni della responsabilità particolari condizioni di disagio economico, fisico o psichico o

momentanei attacchi d’ira e ogni provocazione attiva o passiva.

6 I DISTURBI MENTALI IN CRIMINOLOGIA Ognuno ha problemi psichici che non necessariamente influenzano sulla condotta.

Qualora si riscontrassero però disturbi psichici questi sono importantissimi nella definizione di

responsabilità individuale.

Dicotomia tra pazzi e sani è stata messa in crisi nei primi anni del 900 (cambia percezione

malato):

- PSICOANALISI: esistono malattie esclusivamente psicologiche e non organiche. Il pazzo

non è un diverso ma un individuo che offre.

- SOCIOLOGIA: disturbo mentale deriva da conflitti di interazione fra individui e società.

Ma lati si posso curare ma anche risocializzare.

- ANTIPSICHIATRIA (1960): malati di mente non esistono. Sono deviati dal conflitto di

classe. L’indirizzo non è ammissibile ma la sua opera di sensibilizzazione ha portato alla

chiusura dei manicomi nel 1978. - PSICOFARMACI (1952): alla base del decadimento del mito dell’incurabilità del malato

di mente.

La già citata legge BASAGLIA (1978). Principio fondamentale è la volontarietà delle cure esercitate in centri psico-sociali. Anche se molti malati sono così compromessi da non poter dare

specifico consenso.Assurdamente non è previsto ricovero coatto in caso di pericolosità prevista.

IMPUTABILITA’ E MALATTIA MENTALE Ci deriva dall’antica Roma la convinzione per cui il folle non era responsabile delle sue azioni e

quindi non imputabile.

Nell’800 a questo principio si è affiancato quello della ridotta imputabilità del folle.

Codici possono affrontare tematiche secondo tre indirizzi: - METODO PSICOPATOLOGICO: Essere portatore di malattia (prevista dal codice)

conduce all’irresponsabilità.

- METODO NORMATIVO: non si ha imputabilità anche se il reo è incapace di intendere e

di volere solo nel momento del delitto.

- METODO PSICOPATOLOGICO-NORMATIVO (la maggioranza dell’Europa):

infermità rimane presupposto ma non condizione necessaria alla non imputabilità. Questo

orientamento studia se la malattia ha direttamente influenzato l’azione criminosa. IMPUTABILITA’: condizione psichica indispensabile per essere giudicati. Requisito

individuale legato alla capacità di intendere (consapevolezza del lecito,illecito e relative

conseguenze) e volere (capacità di esercitare autonomamente le proprie scelte).

VIZIO TOTALE E PARZIALE DI MENTE La legge non permette ignoranza ma siccome il c.p. (testo contenente elenco di atti leciti e non) è in

continuo divenire la corte di Cassazione ha sentenziato che non è imputabile colui che ha infranto una legge poco chiara o in contrasto con un’altra.

Si ha infermità quando si è in una condizione anche non patologica ma che produca effetti paragonabili a quelli di un vero stato morboso. Per essere significativa, l’infermità deve,

QUANTITATIVAMENTE essere rilevante, deve cioè disturbare in modo significativo il raziocinio

QUALITATIVAMENTE qualsiasi condizione morbosa è idonea a configurare vizio totale o

parziale.

SI HA VIZIO QUANDO LA MALATTIA E’ CAUSA DEL REATO! Quindi ogni caso deve assolutamente essere analizzato individualmente.

Page 30: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

ELEMENTI DI NOSOGRAFIA PSICHIATRICA Per questioni definitorie si fa riferimento al MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI-4 EDIZIONE.

Disturbo mentale: ogni sindrome di significativo rilievo clinico connessa ad una disfunzione fisica

o mentale che possa produrre disagio o sofferenza.

RITARDO MENTALE E DEMENZE E’ un deficit significativo rispetto alla media del funzionamento intellettivo. Intelligenza è la somma di doti, talenti e abilità mentali utili allo svolgimento dei compiti della vita.

Il livello intellettivo della maggioranza dei carcerati è al di sotto della norma anche solo a

partire dal principio di ”selezione spontanea” (finiscono in galera i meno competitivi).

Quindi si possono avanzare ipotesi di correlazione solo tra deficit mentale, abilità e criminalità di basso rango.

DEMENZE: si differenziano dai riturbi perché non si tratta di un arresto dello sviluppo cognitivo ma da un peculiare DETERIORAMENTO DELLE FACOLTÀ MENTALI.

LA PSICOSI Rilevante alterazione di molteplici funzioni psichiche che impedisce l’integrazione sociale.

E’ un’alterazione delle capacità di comprensione e giudizio della realtà.

DELIRIO: convincimenti ed idee in contrasto netto con la realtà e che non reagiscono ne

all’evidenza ne alla persuasione.

ALLUCINAZIONE: vedere,udire sentire cose che non esistono realmente.

DISTURBI DEL PENSIERO: consistente in perdita di nessi logici. Incoerenza di pensieri.

ALTERAZIONE DELLA PERCEZIONE DELL’IO: ci si crede un altro individuo

SCHIZOFRENIA (tra i più gravi disturbi psichiatrici)

Grave impoverimento della personalità e dell’intelligenza. Sottotipi:

- tipo paranoideo: bizzarria, assurdità, incoerenza, paranoie

- tipo disorganizzato: nel pensiero e nel comportamento

- tipo catatonico: eccessiva inattività o iperattivismo improvviso

- tipo indifferenziato: ce li ha tutti!!

- tipo residuo: mancano i segnali psicotici eclatanti ma ne consegue non conformità sociale

MANCA LA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO STATO PSICOLOGICO!!!

Schizofrenia è sempre motivo di non imputabilità anche perché la maggior parte di questi malati

non compie reati. Se la schizofrenia si palesa con un delitto si parlerà di DELITTO-SINTOMO.

PARANOIA Sistema delirante coerente, stabile, duraturo e non bizzarro. Estrema certezza nei riguardi dei

propri convincimenti. Insensibilità a qualsiasi altra motivazione logica. Si hanno deliri di persecuzione, delirio di querela, delirio mistico religioso (mi sento profeta),

erotomatico (mi sento ‘sto cazzo!le star mi desiderano), di gelosia.

Sono frequenti reati lievi (calunnia, diffamazione, villipendio) e la molestia fisica.

Page 31: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

DISTURBI DELL’UMORE E’ la disposizione a provare sentimenti piacevoli o spiacevoli

Umore reattivo (dettato da particolare avvenimento) e umore fondamentale (predisposizione a

provare sentimenti piacevoli o spiacevoli).

Si avranno quindi disturbi dell’umore quando variazioni d’animo sono di durata ed intensità

eccessive e accompagnano ad una ampia gamma di sintomi morbosi.

Non è tanto il sottostare ad un’alterazione dell’umore quanto l’avere strumenti intimi capaci di contenerne l’intensità, la durata e gli effetti. Si avrà depressione cronica o mania (umore sempre a palla, mania di onnipotenza)

DISTURBI D’ANSIA o nevrosi Interessa più la sfera affettiva che quella cognitiva. Non esistono problemi con la realtà e non si

hanno deliri. Paura immotivata per la propria salute. Il problema qui è se lo sfogo è interno o

esterno.

Ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie (paura volare), disturbo ossessivo-compulsivo

(ossessioni che il paziente vorrebbe cacciare perché riconosciuti assurdi o compulsioni che

rappresentano comportamenti irrazionali volti a dare sfogo all’ansia).

Rapporto causale fra nevrosi e criminalità e ipotesi molto rara fatta eccezione per il

DELINQUENTE PER SENSO DI COLPA (bisogno inconscio di espiazione) e la CLEPTOMANIA.

DISTURBI MENTALI TRANSITORI E STATI EMOTIVI PASSIONALI Non escludono automaticamente l’imputabilità. Sono stati emotivi d’eccesso che hanno inizio

improvviso e altrettanto velocemente spariscono (emozioni). La passione è invece più duratura

(coinvolgimento attività mentale totale).

LEGGE PREVEDE CHE OGNI SANO DI MENTE DEVE ESERCITARE UN CONTROLLO SPECIFICO SULLA PASSIONALITA’.

DISTURBI DELLA PERSONALITA’ Esperienza mentale continuativa che devia marcatamente il rispetto delle aspettative sociali.

NON INTERFERISCONO SULL’IMPUTABILITA’ perché questi disturbi agiscono prevalentemente a livello caratteriale.

DISTURBO DEL CONTROLLO DEGL IMPULSI come cleptomania, piromania, gioco

d’azzardo, del comportamento alimentare (anoressia e bulimia)

PARAFILIE: DEVIANZE E DELITTI SESSUALI Punto focale è la non volontà della vittima. Le perversioni sessuali private non sono perseguibili

penalmente. Si analizzano tutti i tipi di condotte sessuali devianti (pedofilia, transessualità,

disturbi del desiderio, particolari gusti, necrofilia)

Questi disturbi non sono di per se causa di non imputabilità ma devono essere spesso accompagnate da altre forme morbose.

DISTURBI MENTALI E CARCERARI Seguono alla carcerazione a causa di una non identificazione con l’Io, con la monotonia della vita carceraria (prisonizzazione) , con la convinzione di essere ingiustamente condannato

(psicosi deliranti), SINDROME DI GRANSER (simulazione di infermità mentale per sfottere il

giudicante e tornare in libertà).

Page 32: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

7 ABUSO DI SOSTANZE E CRIMINALITA’ (una questione di tolleranza sociale)

Tra le sostanze psicoattive quelle ricercate per i loro particolari piacevoli effetti vengono

denominate sostanze VOLUTTUARIE (legali o illegali)

A noi interessano le droghe, sostanze psicoattive di cui l’uso è proibito dalla legge.

Fino agli anni ’60 la tematica non rivestiva grande interesse sociale (no commercio int.le) in quanto

il loro utilizzo era “competenza” di intellettuali e letterari o cmq pochissime persone.

Dal 1968 circa si eleva l’uso delle droghe ad emblema della contestazione sociale (anche grazie

al lavoro degli opinion leaders) e quindi anche di Hippy e Beat generation.

Ma con lo sviluppo del mercato nero si sono creati i primi gravi problemi di tossicodipendenze in tutto l’Occidente.

Ma perché nonostante la voluttuarietà delle droghe (piacere) molti non ne subiscono il fascino?

Perché gli abituali presentano una particolare struttura psicologica che li porta a subire la

suggestione delle droghe. TOSSICOFILIA: propensione di coloro per i quali la droga è un bene

appetibile. La causa potrebbe ricercarsi in ambienti sfavorevoli (solo eroinomani) e in

caratteristiche individuali con particolare carenza di neurotrasmettitori responsabile di una maggiore

sensibilità al dolore oltre che ad ipotesi legati alla struttura della personalità (fino al disadattamento

giovanile o la ghettizzazione periferica).

TIPOLOGIA DI COINVOLGIMENTO CONSUMATORI: usano la droga saltuariamente o in modo ripetuto ma con dosaggi innocui e mai crescenti. Non si registrano significativi disturbi nell’inserimento sociale.

TOSSICODIPENDENTI: coloro nei quali la dipendenza è instaurata e quindi è di primaria

importanza la sua reperibilità. Si mantengono quasi sempre rapporti sociali attivi. TOSSICOMANI (eroina?): droga è unica ragione di vita (imperatività). Presente una personalità compromessa e l’impossibilità di liberarsene autonomamente.

VARI TIPI DI DROGA EROINA: effetti fisici, psichici (“cliente obbligato”) e sociali devastanti. COCAINA: droga eccitante il sistema nervoso ma non esclude una normale integrazione sociale.

I suoi effetti ben si conciliano con i principi odierni di massima produttività.

CANNABIS: consumatore immune da coinvolgimento con la criminalità. Si conservano normali standard di vita. ATTENZIONE ALLA SINDROME MOTIVAZIONALE (principale ostacolo

all’avvio di un sistema liberalizzato)

ALLUCINOGENI: provocano alterazione delle percezioni e danno notevole dipendenza psichica

per la volontà di ripetere l’esperienza.

ANFETAMINE: azione eccitante sul sistema nervoso: eliminano sensazione di fame e fatica

(attenzione a scadimento delle difese organiche).

NUOVE DROGHE: ecstasy sono droghe sintetiche create in laboratori clandestini (impossibile un

“censimento”). Sono definite droghe empatogene perché favoriscono contatto con se e gli altri. ATTENZIONE AL COLPO DI CALORE e all’AIDS (causa eccessiva disinibizione).

Disinibizione contribuisce anche all’aumento dell’aggressività (risse).

Page 33: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

ABUSO DI DROGA QUALE CONDOTTA DEVIANTE Sono illegali per il DANNO ALLA SALUTE E IMPLICAZIONI SOCIALI NEGATIVE.

STRATEGIE DI LOTTA CONTRO LA DROGA Sicuramente la sanzione penale nei riguardi: dei produttori (vedi lotte armate), degli addetti al

trasferimento (convenzioni in.li), della rete capillare (spaccio), dei capitali illeciti (convenzioni anti trasferimento….in Italia legge ROGNONI/LA TORRE sui trasf. economici).

COME CONTRASTARE LA RICHIESTA Leggi inibenti il consumo [proibizione(penalizzazione), liberalizzazione (decriminalizzazione: no

reato), non punibilità del consumatore (depenalizzazione: è un illecito ma non penale)], recupero

tossicodipendenti, prevenzione.

In Italia prima del 1975 vigeva un modello di proibizione assoluta che prevedeva la detenzione

per ogni livello di illecito.

Dopodiché si è stabilito che il consumo non fosse punibile se rispettava le quantità minime

personali (no sanzione penale).

1990: severe sanzioni amministrative a trafficanti e produttori.

STRATEGIE PER TRATTAMENTO TOSSICODIPENDENTI:

- Obbligatorietà di sottoporsi al trattamento (ambulatorio, farmacologico, in comunità…)

- Libertà di accettare o meno gli interventi

- Accettare il ricovero o la sanzioni penale

DROGA E CRIMINALITA’ Si deve necessariamente distinguere:

- una criminalità diretta: reati eseguiti sotto effetto droga

- una criminalità da sindrome di carenza (si diventa facilmente delinquenti)

- una indiretta legata alla necessità di procurarsi denaro (vedi eroina)

- una criminalità da ambiente connessa alla sottocultura nella quale confluisce il tossico.

Ma alterazioni che influiscono negativamente sulla società non sono la norma.

ALCOLISMO Alcol costituisce problema medico e sociale solo in condizioni di abuso (UBRIACHEZZA)

Si palerà di ETILISMO CRONICO quando l’abuso è continuato nel tempo.

Due forme di intossicazione: ALCOLICA ACUTA (no dipendenza), ALCOLICA CRONICA

(dopo anni di assunzione vengono lese le strutture organiche). Quest’ultima intossicazione è vera e

propria tossicomania e quindi con massiccia dipendenza fisica e psichica.

EFFETTI:

In caso di etilismo acuto si possono manifestare comportamenti prima mai svelati a causa

dell’abbassamento dell’inibizione nell’individuo (centri corticali depressi). Si passa da euforia a

depressione (si è più clami) per passare poi ad un periodo di completa impossibilità.

VEDI INCIDENTI STRADALI OGNI ANNO

In caso di etilismo cronico il consumo non è più liberamente controllabile (Effetti morbosi

sempre più gravi…riduzione degli interessi, della memoria, distraibilità, demenza)

Page 34: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

ALCOLISMO E CRIMINALITA’

ALCOLISMO FATTORE SELETTIVO NEL FACILITARE CONDOTTE CRIMINOSE che

non implica solo condizioni dirette ma altera anche lo stile di vita.

La gravità del problema è sottostimata ma le coscienze si stanno risvegliando: art. 94 legge del 1990 che prevede affidamento per prova anche agli alcolizzati. Ma per la società e per la legge l’alcolista rimane un vizioso e non una persona coinvolta in una

grave dipendenza fisica e psichica.

ABUSO DI SOSTANZE ED IMPUTABILITA’ Effetti psicoattivi ledono la capacità di intendere e di volere ma per la legge la “fattanza” non diminuisce la responsabilità perché OGNI INDIVIDUO DEVE CONTROLLARE USO e

pertanto inibirlo o moderarlo.

Assolutamente nessuno sconto in caso di intossicazione acuta, colposa, preordinata (bevo per compiere il reato) o in caso di abuso abituale (è un’aggravante).. Nel caso di intossicazione cronica questa sicuramente svilupperà forme morbose di alterazione

psicofisica e pertanto (ma solo in caso di convivenza con altre patologie) può in alcuni casi configurare la non imputabilità.

Per i tossicodipendenti la storia è diversa perché i reati maggiori non sono diretta causa ma sono

compiuti per trovare denaro per l’acquisto.

8 INTERVENTI GIURIDICO NORMATIVI VS CRIMINALITA’ La pena nel suo sviluppo storico

La pena è IRRINUNCIABILE STRUMENTO DI CONTROLLO SOCIALE

Fini e mezzi della pena: - cultura pre illuministica: legge del taglione e vendetta. Pubblica testimonianza del dolore.

- XIX sec: Osservanza scrupolosa di codici scritti (Beccaria) a validità universale.

Principio della proporzionalità del reato e durata della reclusione (punitiva…principio

retribuzione)

- Verso i ns giorni, significato affittivo della pena si è tradotto in una semplice privazione della libertà.

Finalità della pena.

- idea base retributiva: a bene segue bene e viceversa. Pagamento con pena del delitto commesso. Carattere essenziale: afflittività, responsabilità personale, proporzionalità pena, determinatezza, iderogabilità.

- prevenzione generale: azione diretta a persuadere consociati dal commettere reati. Attenzione però perché c’è chi ne è immune (delitti d’impeto!)

- prevenzione speciale: azione diretta sul singolo delinquente. La scuola Positiva voleva così concentrare sforzi sulla tutela dalla pericolosità potenziale del reo.

- Funzione satisfatoria: soddisfazione vittima ma anche di tutta la società.

IRRINUNCIABILE NECESSITA’ DI INDIVIDUI E SOCIETA’ DI VEDERE PREMIATO

IL BENE E PERSEGUITATO IL MALE.

Page 35: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

L’IDEOLOGIA DEL TRATTAMENTO: PRINCIPALI ISTITUTI DI RIFERIMENTO

Si passa dall’ideologia della pena certa (visione classica con criteri retribuzionistici, espiazione,

principio tariffario, certezza del diritto, uguaglianza) a quella della PENA UTILE capace non di

punire ma di eliminare i fattori che hanno portato alla delinquenza (chiara influenza del Welfare

State).

Quindi si privilegeranno:

- trattamenti all’interno dei penitenziari (medicina psichiatrica…)

- t. extramurari (supervisione in libertà)

- t. carcerario classico per la custodia dei casi più pericolosi. Nasce così la pena indeterminata….nasce in America il sistema del PAROLE: giudici si esprimono solo sulla natura dell’infrazione e colpevolezza, e minimo massimo di pena. La pena

effettivamente scontata sarà deciso poi da un organo amministrativo (esprime giudizio di supervisione).

Nasce la PROBATION che sostituisce il procedimento penale con un servizio sociale sempre in custodia. (è un differimento della procedura penale ) Nasce la DIVERSION (1970) E’ una vera e propria alternativa alla procedura penale e consiste

nell’affidare il detenuto ad enti indipendenti.

La CRISI DEL MITO RISOCIALIZZATIVO Perché:

eccessiva fiducia nella ri-socializzazione e nel formulare previsioni di comportamento mancanza di garanzie e certezze per il detenuto e scarsa tutela della società

scarsi risultati per effetto dei nuovi istituti

il tasso di recidiva non cala con l’approccio trattamentale

mito risocializzativo è rimasto tale (ci deve essere collaborazione e volontarietà)

anche la risocializzazione con pene alternative ha sbattuto il muso contro il muro del mito.

NE SEGUE UN INASPRIMENTO GENERALIZZATO DI PENE CHE ORA SONO RIGIDAMENTE PREFISSATE (“ZERO TOLLERANCE”) anche per i reati da strada e quindi

si osserva un aumento della spesa per la costruzione di nuove carceri (vedi R. Giuliani e la sinistra

di T. Blair).

POLITICA PENALE IN EUROPA Approccio risocializzativo è utilizzato per misure premiali e riduttivismo carcerario

(decarcerizzazione, depenalizzazione, degiuridizionalizzazione) e non come trattamento

intramurale.

In Italia è stato portato all’esasperazione il principio della decarcerizzazione.

DECARCERIZZAZIONE: non in senso assoluto. La pena detentiva non deve essere accantonata

Evitare il male del carcere (inevitabile) attraverso:

- sconti di pena per meritevoli e eliminazione obbligo aumento pena per recidivi

- migliori rapporti tra carcere e ambiente sociale (licenze e contatti con famiglie)

- rinuncia alla detenzione qualora sia stata comminata una pena breve e non grave - semi detenzione notturna

- detenzione domiciliare

- utilizzo pene pecuniarie (principio dei tassi giornalieri) utilizzato in Germania e Svezia: la

pena consiste in un certo numero di tassi giornalieri calcolati in base alla gravità del fatto e

alle caratteristiche socio economiche del reo

- prestazione di lavoro socialmente utile

Page 36: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

DEPENALIZZAZIONE: consiste nella rinunzia alla sanzione per alcuni comportamenti illeciti (di minore gravità) che quindi non vengono più ad interessare il sistema penale.

DEGIURISDIZIONALIZZAZIONE: spostamento della competenza giudicante e sanzionatoria da organo penale ad amministrativo. In Italia si è passata infatti (limitatamente

ad alcuni reati fiscali) la competenza sanzionatoria alla Commissione Tributaria, di natura

amministrativa.

MEDIAZIONE PENALE (dal 1970): nuova tecnica nella gestione delle controversie

realizzata tramite l’intervento di un TERZO NEUTRALE (mediatore) che aiuta a trovare una

soluzione alla diatriba tra reo e parte lesa:

- in campo penale mediante il raggiungimento di un accordo risarcitorio (giustizia

mediante lavoro non retribuito o riparazione del danno)

- i mediatori non impongo accordi ma sono moderatori di discussione

- il processo mediatorio rivaluta il ruolo della vittima

Legislazione italiana in materia di mediazione (primo caso nel 1995 a Torino)

Mediazione attivata dal P.M. in fase pre-processuale del minore

Ma questo principio (sospensione della pena) si scontra con il principio dell’OBBLIGATORIETA’ DELL’AZIONE PENALE: allorché i esistano presupposti per

l’azione penale il processo deve iniziare e concludersi anche se reo e vittima hanno raggiunto un

accordo. Questo procedimento si scontra inoltre con il principio di PRESUNZIONE D’INNOCENZA e il DIRITTO AL SILENZIO

Con queste problematiche sembra difficile una vera e propria attuazione della mediazone come

alternativa specifica al procedimento penale.

RIDUTTIVISMO E RIASOCIALIZZAZIONE: LA RIFORMA PENITENZIARIA IN ITALIA 1975 N. 354

Tutto ciò in contrasto con le tendenze neoretribuzionistiche affermatesi negli USA e nel resto

d’Europa: l’ordinamento penitenziario italiano è IL PIU’ TOLLERANTE E PERMISSIVO. Il nostro ordinamento continua a credere al mito risocializzativo!!

Principali contenuti: - regole minime per il trattamento dei detenuti (ONU) - precisa identificazione di interventi per attuare le finalità trattamentali e rieducatuve

- introduzione di “misure alternative alla detenzione”

- dopo l’abolizione del carcere speciale (1986) è previsto il REGIME DI SORVEGLIANZA SPECIALE riservato a detenuti con elevata pericolosità all’interno

della vita penitenziaria.

- in definitiva la riforma risponde al principio dell’UMANIZZAZIONE DELLA PENA

- e al principio dell’INDIVIDUALIZZAZIONE DELLA PENA (a discapito della certezza)

secondo il criterio della responsabilizzazione del reo.

- Istituzione del MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA : sull’org. delle carceri,

sull’effettiva esecuzione della pena, sovrintende alla definizione delle pene personali,

reclami dei detenuti, supervisione dei permessi (con decreto motivato).

- TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA: organo collegiale composto da due magistrati e due esperti scelti tra cultori di psicologia e criminologia. Collegialità prevista perché

all’organo sono affidate le decisioni più delicate (concessione affidamento in prova al

servizio sociale, rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena….vedi virus HIV,

concessione libertà condizionale, revoca dei benefici)

- Si prevedono infatti: prova al servizio sociale, detenzione domiciliare, semilibertà

(scontata almeno metà della pena o 20 anni di ergastolo), liberazione anticipata (sconto di

Page 37: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

45 gg per ogni semestre), affidamento in prova per casi particolari (tossici o alcolizzati),

permessi premio (max 15 gg) e licenze (prova di risocializzazione), lavoro all’esterno.

Le misure alternative non si applicano a tutti i casi di associazione mafiosa, terrorismo, traffico di droga.

Ma con l’utilizzo di nuove tecniche inframurali ed extramurali si è notato come evasione e recidiva

non siano affatto diminuiti.

POLITICA PENALE PER I MINORENNI Viene introdotto il tribunale dei minori e un atteggiamento di minor severità (prin. di

immaturità).

Competenza penale per i reati in età 14/18 (prima dei 14 anni non si è imputabili) Competenza amministrativa per l’utilizzo di misure rieducative anche per minori non rei ma che danno segno di mancata socializzazione Competenza civile in riferimento a provvedimenti a tutela del minore stesso (cattiva famigli,

immoralità dei genitori)

La politica penale minorile è passata quindi da una visione retributiva-punitiva ad un orientamento

in cui non si tollera che il minore possa essere rieducato in strutture carcerarie o simili.

Fino alla riforma del 1988 che ha abolito le case di rieducazione e delegando il reinserimento nella società agli enti locali (principio decentralizzato)

Ma il mito risocializzativo (finalità rieducativa, riduttivismo, individualizzazione e gradualità) ha

manifestato i suoi limiti (vedi USA) e si è passati (non in Italia) ad un atteggiamento più severo

(vedi divieto di uscire di sera e multa ai genitori inosservanti)

9 CRIMINOLOGIA CLINICA O APPLICATA Non solo sistema teorico ma di un approccio applicabile appunto ai singoli e concreti casi. Un po’ di storia….modelli di filosofia penale:

- MODELLO DEL FATTO (paradigma dell’oggettività). Autore è in posizione secondaria,

è più importante il fatto-reato. Prevalgono principi della certezza del diritto, sistema

tariffario, retribuzione, pena uguale per tutti. (influenza Classica). Criminologia è limitata - MODELLO DELLA PERSONA (paradigma della soggettività) incentrato sulla

personalità del delinquente. Criminologia trova fertile campo di applicazione.

I due modelli si sono alternati o esclusi nel corso degli anni fino all’attuale MODELLO DI DIVISIONE DEI CAMPI: nella fase processuale non può esserci trattamento clinico-

criminologico che troverà quindi piena libertà e importanza nell’esecuzione penale.

Anche se si sta tornando negli ultimi anni al ritorno al modello del fatto.

Importante cmq è l’OSSERVAZIONE CRIMINOLOGICA mirata a CONOSCERE I TRATTI DELLA PERSONALITA’ E LE CARATTETISTICHE SOCIO AMBIENTALI.

Osservazione si divide in: COLLOQUIO CLINICO (relazione verbale per approfondire

conoscenza), REATTIVI MENTALI (prove standardizzate per evidenziare caratteri psichici. Si

esclude elevato soggettivismo dei colloqui), TEST DI EFFICIENZA INTELLETTIVA

(valutazione quanto-qualitativa del Q.I. del soggetto), TEST DELLA PERSONALITA’ (test

proiettivi), INCHIESTA SOCIALE (indagine condotta nell’abituale ambiente del reo), ESAME COMPORTAMENTALE (analizza condotta e inserimento in realtà muraria), DATI DOCUMENTATI (conoscere la vita passata).

Page 38: Compendio di Criminologia - sunto - Gianluca Ponti

www.comunicatori.net

OSSERVAZIONE CRIM. E’ STRUMENTO CONOSCITIVO

Predizione del comportamento delittuoso (MOMENTO PROGNOSTICO)

Osservazione deve mirare anche a dare giudizi sull’eventualità di nuovi crimini ma come

sappiamo il criminoso ha accesso solo alla fase d’esecuzione penale e in ogni caso ci si riferisce

sempre a statistiche mal conciliabili con il singolo caso e con il principio del libero arbitrio. Oltre il

fatto che un giudizio prognostico negativo influenzerà sicuramente la condotta. Indici di predizione negativa sono: malattie e patologie morbose, cattivo ambiente sociale di

provenienza, cattiva famiglia, carriera criminosa di tutto rispetto.

Sistema predittivo più razionale è quello dei coniugi Gluek: attribuire ai singoli parametri diversi valori-punteggio in modo da non far interferire l’analisi con componenti soggettive.

DIVERSE MODALITA’ DI TRATTAMENTO RISOCIALIZZATIVO

- Colloquio psicologico di sostegno per superare difficoltà della carcerazione

- Psicoterapia per capire a fondo motivi che hanno portato a delinquere

- Consultazione di gruppo per evidenziare problemi personali e sviluppare senso critico

- Addestramento alle capacità sociali per rimediare a carenze di competenze sociali di tipo

cognitivo o comportamentale.

- Comunità terapeutica per tossicodipendenti - Attività scolastiche e lavorative - Trattamenti di intervento sociale in fase di scarcerazione. Supporto psico e materiale.

DIVERSE MODALITA’ DI PREVENZIONE - Giuridica: sollecitazione a mantenere comportamento idoneo (minaccia legale).

- Nuova prevenzione (non giuridica), diminuzione delitti mediante soluzioni extra penali:

prevenzione penale per giovani a rischio, prevenzione sociale tramite miglioramento delle condizioni di vita, addestramento alla difesa individuale contro scippatori ecc.

- Coinvolgimento cittadini per maggior collaborazione con la polizia.

Si distingue PREVENZIONE CERTA (non dipende da chi delinque) come l’inasprimento della

pena e PREVENZIONI ALEATORIE che prevedono al contrario una collaborazione del

soggetto.

LA VITTIMA E VITTIMOLOGIA

Studio della vittima, della sua personalità e caratteristiche psicologiche.

Si hanno: reati senza vittima, con vittima astratta (la P.A.), con vittima “generalizzata” (la

comunità), vittima “sentita lontana” (la grande azienda), vittima come me (funzione satisfatoria).

Classificazione passiva (reato è solo frutto del reo) che può essere accidentale, preferenziale

(emblematica) o trasversale e attiva (reo agisce dopo stimolazione in tal senso vedi poliziotto o chi

insulta), anche la vittima disonorante e consenziente.

10 EPILOGO

Come scrive BERLIN (ma anche POPPER) la Criminologia e lo studioso non possono mirare a soluzioni certe e unicentrica/unicausale ma devono avere visione universale, pensiero ed

approccio duttile ispirato alla ragione piuttosto che all’ideologia (leggi non utopistiche).