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7/25/2019 Criminologia Cosmologie Violente.rtf http://slidepdf.com/reader/full/criminologia-cosmologie-violentertf 1/131 COSMOLOGIE VIOLENTE : PERCORSI DI VITA CRIMINALI Il manifestarsi del delitto si accompagna all’ambivalenza di quel fenomeno ammirativo da parte del semplice cittadino, che vede nel criminale una specie di privilegiato, che ha osato affrontare le leggi; non l’invidia di aver commesso il delitto, ma di essersi messo al di sopra della legge. - Immaginiamo l’orizzonte conosciuto del fenomeno violento inscritto entro sei angoli, sei vertici di un poliedro che risulta dall’intrecciarsi di due triangoli di Penrose: il 1 vertice lo stato moderno e la violenza fondatrie , il ! " un tipo di violenza ontro !i om"attono lo stato

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COSMOLOGIE

VIOLENTE :PERCORSI DI VITA

CRIMINALI

Il manifestarsi del delitto si accompagnaall’ambivalenza di quel fenomenoammirativo da parte del semplicecittadino, che vede nel criminale unaspecie di privilegiato, che ha osatoaffrontare le leggi; non l’invidia di avercommesso il delitto, ma di essersi messoal di sopra della legge.- Immaginiamo l’orizzonte conosciuto

del fenomeno violento inscritto entro seiangoli, sei vertici di un poliedro cherisulta dall’intrecciarsi di due triangoli diPenrose: il 1 vertice lostato moderno ela violenza fondatri e , il ! " un tipo di

violenza ontro !i om"attono lo stato

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ostit!ito e la #oliti a e i l # " laviolenza nelle ela"orazioni delladottrina #enalisti a ovvero comeattacco al corpo.- $uesti # vertici formano unadimensione macro della rappresentazionedella violenza, che concerne leistituzioni, l’agire politico e i discorsi chehanno per oggetto il suo controllo. Il !livello riguarda il perch% della violenza eindividua altri # vertici: 1 moralit&, virt'e comportamento violento, !neuroscienze, patologie cerebrali,ragionamento morale e violenza, #psicoanalisi e violenza. $uesti # verticiformano invece la dimensione micro

della rappresentazione della violenza, cheriguarda le su cause. (all’intreccio diquesti ! triangoli emerge il poliedro, unaproiezione impossibile, perch% ognivertice produce una torsione sugli altri;

ci) fa si che i triangoli si modifichino a

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seconda del punto di osservazione

$ STATO TARDO MODERNO EVIOLEN%A &ONDATRICE- *a violenza non pu) mai esserericonosciuta come propria, si pu) dirnesolo se la si trasferisce su qualcosa didifferente da se stesso: si parla diMECCANISMI DI A'TOINGANNO( - *’asse attorno al quale gira tutto ilprocesso di cura della violenza " nello+tato moderno, poich% quello giudiziarionon rinuncia ad essa e non sopprime lavendetta. en" irard afferma infatti cheil sistema penale contiene il medesimo

principio di giustizia del principio di

vendetta , ovvero quello della reciprocit&violenta dettaretribuzione . d agire inquesto caso per) non " pi' il clan o lavittima, ma " un terzo che " il giudicenon coinvolto nell’originario episodio

violento; il sistema giuridico allontana la

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minaccia della vendetta senzasopprimerla.- Per attuare il processo di cura, lavendetta andava prima di tutto depuratadall’arbitrio punitivo eccessivamenteviolento che aveva segnato l’epocheprecedenti: l’idea di giusta retribuzione,di proporzionalit& tra pena e delittoesprimeva un criterio di delimitazionedella reazione punitiva, che siaccompagnava all’introduzione dellanozione di prevenzione generale especiale.- *’idea di 'MANI%%A%IONEDELLA PENA inoltre mantiene unabuona dose di ambiguit&, amplificata

dall’elaborazione e dalla ricezione delmodello di RISOCIALI%%A%IONEDEL DELIN)'ENTE e della nozionedi / pena utile 0: da una parte infatti nonsi rinuncia a punire con misure violente

ormai legalizzate pena di morte2 gesti

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considerati altamente devianti, dall’altraper) si costruiscono nel nome/dell’utilit& della pena0 programmirisocializzativi.3 Il sistema giudiziario razionalizza lavendetta e la limita come meglio crede,ne fa una tecnica di guarigione eprevenzione della violenza, vendetta che" intesa solo verso alcuni uomini, ovveroi violenti colpevoli: il sistema giudiziarioimpedisce di avvertire la violenza comeviolenza di tutti.

$ VIOLEN%A* S'OMISCONOSCIMENTO E STATOMODERNO

- irard afferma che l’universo dellaviolenza è di possessione e sdoppiamento ; il problema che si ponequando la nostra specie non " ancorainteramente emersa dal suo passato

animale riguarda ancora una volta

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l’imitazione di comportamenti volti alprocacciamento e al consumo di ci) che "necessario alla sopravvivenza cibo2.- *’ultima preda costringe l’uomo adimitare l’altro sostituendosi a lui, fino acompiere gesti estremi. La rivalità cheinaugura il circolo della violenza non siarresta più: il conflitto divorziadall’oggetto esterno, ma non si arresta,

perché coloro che si fronteggianofiniscono per considerare solo il loroantagonismo. Il gruppo cade in predaalla violenza perch% ciascuno smette didesiderare ci) che ha l’altro, ma vuoleessere l’altro.3 +i arriva quindi ad una

I4(I556 647I 7I846: la perditadelle differenze in ragione della violenzache accomuna tutti e che porta alla crisidell’intera comunit&.(all’indifferenziazione si pu) uscire, ma

" necessario il misconoscimento del

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contesto violento nel quale si " originatoil processo che ha portato alla praticadella violenza.- (eridda afferma che il diritto europeotende a proibire la violenza individuale ea condannarla in quanto essa minaccianon la legge, ma l’ordine giuridicostesso: vi " quindi l’interessa del diritto amanipolare la violenza, non tanto perproteggere dei fini legali giusti, quantoper escludere minacce al suo ordine.- 9ale percorso trasforma la violenzaoriginaria infondata e ingiustificata2 inforza legittima , quando il singolorinuncia a vendicarsi spontaneamente ericonosce l’autorità del sovrano

attraverso la legge , che acquisisce laforza di regolare le relazioni umane finoalla morte, per mezzo della pena capitale.- (alla violenza fondatri e si passa allaviolenza onservatri e del diritto , la

prima viene nascosta dall’apparato

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giudiziario, la seconda pu) inveceopporsi a violenze individuali o collettiveche minacciano lo stesso diritto lacreazione di diritto " quindi creazione dipotere e perci) un atto di immediatamanifestazione di violenza.- +i arriva alla nozione di /stato die ezione 0 con cui s’indicano quei pezzidi territorio che rimangono fuoridall’ordinamento giuridico normale , manon devono per) essere considerati come

spazio esterno. i) che caratterizzal’eccezione " che ci) che " escluso non "per questo senza rapporto con la norma;la norma si applica all’eccezionedisapplicandosi e perci) lo stato di

eccezione non " quindi il caos cheprecede l’ordine, ma la situazione cherisulta dalla sua sospensione.

$ STATO TARDO MODERNO E

CRISI DEL MONOPOLIO

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LEGITTIMO DELLA VIOLEN%A(- *’assunzione del monopolio dellafunzione disciplinare da parte dellagiustizia penale " proprio ci) che rendeevidente i suoi stessi limiti - questo mododi governare la violenza non produce pi'8 I4(6 +8 I *6.- In relazione al concetto di sovranit& sipu) parlare proprio di crisi: lo +tatosovrano non ammetteva concorrenti alsuo interno per lo +tato non era possibileentrare in rapporti giuridici con altrisoggetti, e quindi di fronte ad esso nonpotevano che esserci situazioni disoggezione2.- Il sociologo olandese + aan afferma

che da un modello a!toritario+im#ositivo , saremmo passati ad un tipodi amministrazione e di gestioneintegrata da forme di negoziazione;l’uomo " inteso come soggetto autarchico

che si rivolge a se stesso e ad altri con le

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stesse forme con cui il sovranoimpartisce ordini ai suoi sudditi. Il diritto" quindi inteso come una serie diimperativi e di regole che hanno semprecarattere repressivo.- +i arriva alla nascita di diverse formecomportamentali, accompagnate da unamaggiore tolleranza nei confronti dicondotte originali; ciascuna professione eattivit& produce i suoi codici e la suaetica che funziona in relativa autonomianei confronti delle norme generali.

SECONDO VERTICE DELTRIANGOLO: 'N TIPO DIVIOLEN%A CONTRO C'I

COM,ATTONO* LO STATOCOSTIT'ITO E LA POLITICA

$ INCIVILTA- E CONDOTTEANTISOCIALI

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- lcuni studiosi avevano relazionato ladiffusione della paura della criminalit& aldiffondersi dell’incivilt& nei quartiericomportamenti indesiderati ma noncriminali2. 6sistonod!e ti#i di in ivilt. :

1. quella che crea disordine fisico es.spazzatura per la strada, case trascurate2

!. quella che crea disordine socialees. ubriachezza, tossicodipendenza,prostituzione2.- +econdo questa prospettiva, la presenzadel disordine fisico e sociale producevainsicurezza in quanto rende evidentel’incapacit& delle istituzioni ad affrontarei problemi del territorio. Il disordinerappresenta quindi un segnale della crisi

dei sistemi di controllo sociale formale.- $uesta visuale " stata contraddetta danumerose ricerche: nel 1<<< a =altimorafu condotto uno studio con il quale sidimostr) che nonostante nei quartieri

poveri della citt& le condizioni fisiche si

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fossero deteriorate e le incivilt& fosseroaumentate, non si erano registrati segnalidi aumento dell’insicurezza dei residenti.- arland arriva a sostenere che se untempo, incivilt& e criminalit& riguardavosolo i poveri, negli ultimi decenniriguardano qualsiasi soggetto. 9utte lemutazioni associate alla tarda modernit&hanno contribuito ad erodere il mitosecondo cui l’autorit& sia in grado dierogare legge, ordine e controllare ilcrimine all’interno dei suoi confini.- *o stato d’angoscia di fronte a minaccesempre pi' indefinite promuove quelleche +ennet denomina comunitàdistruttive, che si limitano a rispondere in

modo auto difensivo.$ SOVRAPPOSI%IONI / CON+&'SIONI- 4egli anni <> si inizia a far ricorso

all’espressione /condotta antisociale 0

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per designare le situazioni che inprecedenza erano definite con espressioniquali incivilt&, disordine fisico edisordine sociale.3 (ifferenze:$ Disordine indicaqualcosa che accade

all’interno di una comunità ,$ ondotta antisociale fa riferimento ad

atti imputati a soggetti ben individuatiche sono chiamati a risponderne; lecondotte antisociali designano individuio gruppi da controllare da parte deisistemi sociali?penali.- +i " d’accordo nel ritenere chel’apertura del#artito la"!rista agli anti

social behaviour oders (ASBO) serv@ percontrastare condotte penalmente gi&

rilevanti; *ord Ailliams afferm) - lecondotte antisociali sono una minaccianelle nostre strade e nelle nostrecomunità- *a definizione di anti social behaviour

la si ritrova nella frase /una condotta che

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causa, o ! probabile che crei, paura aduna o pi" persone che non appartengonoalla famiglia di chi la pone in essere B.- Cno dei pi' importanti studi fu quellodi ambridge sui om#ortamentidelin0!enti , che si bas) su un’indaginesvolta su D11 maschi londinesi compresifra gli E e i #! anni. I delinquenti sonodescritti comedisonesti gi& nella scuolaprimaria,a11ressivi e "!1iardi fra i 1! ei 1D anni,mina iosi dopo i 1D, e a 1Eantiso iali in un’ampia variet& di ambitialcol, droga, gioco d’azzardo2.- Per ci) che riguarda il rapporto traaggressivit& e violenza in adolescenza ein et& adulta, lo studio dimostra che

l’aggressivit& tra i 1F?1E anni rappresentail metodo di previsione pi' efficace peruna violenza commessa a #! anni.3 *a teoria riconoscere che le comunit&a rischio necessitano di una#rotezione ,

conduce i politici a dover prendere

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posizione tra ! misure differenti: da unaparte incrementare le politiche di!elfare , dall’altra assumere unapproccio punitivo per tutelare lepersone oneste che abitano i quartieri pi'vulnerabili.- $uesta seconda ipotesi richiama quelleche arland ha definito 2ris#oste diti#o a tin1+o!t3 : ricorrere aprovvedimenti legislativi o a politicheche diano alla gente l’illusione che si stafacendo qualcosa contro il dilagare delcrimine. AS,O 4 "nti #ocial $ehaviour %rders 5 +L6IMPLEMENTA%IONE DEL

PROGETTO(- *’ +=8 divenne operativo nell’apriledel 7888 , ma inizialmente poche personericorrevano allG8rdine, in ragione deicosti e della lunghezza delle procedure.

4el !>>> si prov) ad incrementare

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l’implementazione del progettoattraverso la creazione dianti socialbeaviour unit, che aveva confermato chela condotta antisociale ha significatidiversi per persone diverse es. vicinirumorosi, teppisti ubriachi2. $uesta lista&hite 'aper 5 prevede nuovi poteri

concessi all’autorit& locale persgomberare aree occupate, ma anche perintrodurre misure quali il rafforzamentodella responsabilit& genitoriali per scolaricon comportamenti devianti.3 &orm!la il disordine socialenecessita una disinfezione dello spazio

pubblico# barboni, ubriachi offendonocon la loro presenza . 6G necessario

distinguere tra fisiolo1ia e #atolo1iadella tras1ressivit. , la cui distinzioneriguarda sia la frequenza, la persistenza ela gravit& delle condotte, sia la lororelazione con la personalit&

dell’adolescente.

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- In sintesi il comportamento antisocialesembra dovuto ad una mancanza dicontrolli interni es. mancanza di senso dicolpa2. *’incrocio tra questecaratteristiche di personalit& infantiliunite all’impulsivit& adolescenzialeproducono la tendenza anti socialeadolescenziale.

9 VERTICE DEL TRIANGOLORIVOLTO VERSO L6ALTO: LA

VIOLEN%ANELL6ELA,ORA%IONEPENALISTICA* LA VIOLEN%ACOME ATTACCCO AL CORPO

- Per il concetto giuridico di violenzadottrina e giurisprudenza sono orientateverso un’interpretazione estensiva, inbase alla quale! violenta ogni condotta

in grado di esplicare sulla vittima un

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effetto di coazione, un costringimento .- 9ale teoria per) diviene inaccettabile esi arriva ad un’interpretazione restrittivadella violenza, legata allacorporeità - ilcontesto in cui si muove lo studiosorappresenta la violenza comeaggressione fisica al corpo .- *’offesa violenta ricomprende:

a . condotte che rappresentano unattivo sul corpo, seppure ci) nonproduca un dolore fisico alla vittima,b. condotte che si limitano a creare un

pericolo attuale di lesione della vitaes. pugno dato a vuoto2,

c. lesiva sarebbe anche la condotta dichi impedisce ad una persona di

allontanarsi dal luogo in cuiattualmente si trova; l’attore esercitaun gesto di dominio sulla vittima, che" il cuore del fenomeno violento.

$ SOGGETTI DELLA VIOLEN%A: 7

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VERTICE DEL TRIANGOLOVERSO IL ,ASSO MORALITA-*VIRT'- E COMPORTAMENTOVIOLENTO: Haidt afferma che lemotivazioni e le convinzioni in campomorale derivano da un ridotto numero diveloci intuizioni, che generanoragionamenti lenti e coscienti. (a unlato, quindi, il ragionamento moraleoperato da ogni individuo ha per oggettole motivazioni che supportano le

intuizioni individuali: il pensiero di Haidtva etichettato come socio intuizionistaperch% tiene conto dell’importanzadecisiva delle influenze sociali eculturali .

MODELLOSOCIOINT'I%IONISTA : perHumele convinzioni morali provengono

dai sentimenti ; ma sono questi ultimi a

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restituirci una comprensione intuitiva dici$ che ! giusto o errato . *a conclusione" che l’individuo mette sempre in attovalutazioni immediate su ogni cosa chevede e ascolta in base alla dimensione.- Il modello socio intuizionista sistruttura su questi presupposti, ed "composto da sei processi psicologici chedescrivono le relazioni tra un’intuizioneiniziale del bene rispetto al male, ungiudizio morale conscio e unragionamento morale conscio:

3 ( #)( '*% )##( '#( %L%+( (:7 il 1i!dizio morale % onnipotente,

come lo " il giudizio estetico. 6sso viene

messo in atto velocemente,spontaneamente e intuitivamente.+ (ntuizione morale: ! l’improvvisacomparsa nella coscienza di unsentimento che valuta il carattere o le

azioni di una persona, senza la

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consapevolezza conscia di essere passatiattraverso livelli di ricerca, di avervalutato delle prove o di aver tratto unaconclusione .- Il modello " intuizionista in quantoafferma che il giudizio è il risultato di

processi automatici , di lampi intuitiviche per esempio portano quasi semprealla condanna di una persona violenta.$uesta esperienza conscia, checomprende una credenza nella giustezzao nellGerroneit& dell’atto, " il giudiziomorale .

; ra1ionamento morale : unprocesso complesso ingaggiato dopo averportato a termine un giudizio morale

9 l’uomo " spesso orientato adagire nelris#etto delle norme so iali econdivise all’interno di una comunit&; siipotizza una combinazione dirisolutezzae disponibilità : risolutezza nel rispettarele norme alle quali accordano preferenza,

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disponibilit& ad essere persuasi dallebuone argomentazioni avanzate da altri.- $uando gli uomini devono affrontarecircostanze ambigue cercano aiuto perinterpretare e comprendere ci) chedovrebbero pensare in relazione a quelloche sta accadendo. bbiamo un immensobisogno di andare d’accordo con gli altri;ne deriva che i nostri giudizi morali sonofortemente modellati da ci) che gli altripensano di noi.

<

la persuasione sociale catturaquesto automatico processo inconscio.- $uesti quattro processi il nucleo delmodello socio intuizionista, checonferisce al ragionamento morale un

ruolo causale nel giudizio morale quandoil ragionamento passa attraverso altrisoggetti.

= 1i!dizio ra1ionato + tutto ci) nonesclude che le persone in certi casipossano ragionare individualmente,

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senza tener conto dell’intuizione iniziale;in questi casi il ragionamento "a!sale .+econdo Hadit queste situazioni nonsono frequenti e avvengono quandol’intuizione iniziale " molto debole e lacapacit& di elaborazione " alta

> riflessione #rivata + nell’avviareun ragionamento un soggetto pu) per)spontaneamente cogliere una nuovaintuizione che contraddice il giudiziointuitivo iniziale ; ci) avviene attraverso

l’assunzione di ruolo . Il giudizio finalepu) aderire all’intuizione pi' robustaoppure ricorre ad un ragionamento pervalutare i pro e i contro; questo percorso" un dialo1o interiore .

% ) #( #-(L ''" L" %*"L(/"01 # fondamentiuniversalmente condivisi della morale intutte le culture:12 DANNO+SO&&EREN%A : la

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sensibilit& o l’avversione per i segni disofferenza e dolori subiti dagli altri!2 RECIPROCITA-+ONESTA- : lerisposte emotive alle situazioni dimancata riconoscenza.#2 RISPOSTA ALLA GERARC?IASOCIALE : la rabbia nei confronti di chinon mostrato segni di rispetto. questi tre fondamenti se ne possono

affiancare altri due, non presenti in tuttele culture:3 P'RE%%A+PIETAS : l’attenzione perla pulizia e il disgusto per situazioni cheriguardano cibo, sesso e cadaveri3 SENSO DI APPARTEN%A AD 'NGR'PPO : i vincoli di appartenenza che

escludono da un altro gruppo.$ L) -(*/ ’: +perber sostiene che sidovrebbe guardare alla moralit& come adun insieme di molteplici tematiche

riguardanti la vita sociale, ciascuna delle

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quali ha una sua storia plasmata dameccanismi psicologici.- Il primo degli elementi basilari per unateoria intuizionista dello sviluppo morale" l’esternalizzazione assistita.2 *’idea " che la moralit& affiora ematura nel bambino in una tappaevolutiva che richiede perl’esternalizzazione una guida provenientedal mondo culturale di appartenenza;solo quando le menti sono prontecominciano a sviluppare reazioniemotive alla sofferenza, all’ingiustiziapresenti nel loro mondo sociale.- Il secondo strumento basilare " lanozione di virt@: sono intese come

qualit& di una persona; Hadit le chiamaabilit& che il bambino sviluppa e che loaiutano a navigare nel complesso mondosociale. *e virt' richiedono un lungotempo per svilupparsi perch% sono

reazioni intuitive apprese durante

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l’infanzia e durate tutta la vita.+ #3* //" )4/% D)( %D L(

%*"L(: *e modalit& con cui i bambiniapprendono le virt' derivano dal fattoche noi proviamo ad insegnare a lorogentilezza e compassione ad esempioaffidandoci a storie di persone che non lehanno sviluppate. scoltando questestorie i bambini provano una spontaneasimpatia per la vittima e una condannaper i perpetratori. +ono le storie quindiad innescare i moduli morali innati.- possibile per) trovare delle situazionidifferenti, che conducono a provaresimpatia per i perpetratori, ad esempioinsegnando ai bambini ad essere crudeli

con certe classi di persone razzismo2.- In sintesi la moralit& " innata esocialmente costruita, " cognitiva matiene conto della sfera emotiva.

; VERTICE DEL TRIANGOLO

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RIVOLTO VERSO IL ,ASSO: =RICOGNI%IONE*

NE'ROSCIEN%E* PATOLOGIECERE,RALI* RAGIONAMENTO

MORALE E VIOLEN%A(

- *a condotta moralmente riprovevolepu) derivare dalla om#romissione dis#e ifi e aree ere"rali : uno studiorecente su ! soggetti con danni pre-frontali subiti nella prima infanzia,riporta che questi soggetti mentono,rubano, trascurano i loro figli e sonotalvolta aggressivi fisicamente, tuttiapparentemente senza provare rimorso.- Il loro ragionamento morale sembraessere guidato da una prospettivaegocentrica il cui scopo " quello dievitare la punizione. ostoro hanno unascarsa comprensione delle implicazionisociali ed emotive delle decisioni.

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- ltri studi hanno hanno rilevato chepazienti con personalit& anti-sociale eaggressivit& impulsiva presentavano unariduzione della sostanza grigia nellacorteccia pre-frontale. +e i due lobifrontali non posso comunicare a causa diuna lesione, ogni meccanismodecisionale rischia di crollare.

$ PSICOPATIA: AGGRESSIVITA-REATTIVA E STR'MENTALE:=lair definisce la #si o#atia come undisordine affettivo , che implica unariduzione della capacit& di sviluppareforme di empatia e come conseguenza undeficit nell’abilit& a formare

ragionamenti morali sia in situazionisperimentali che non. 6G undisordineche concerne lo spettro emotivo,interpersonale e comportamentale .- Psi o#ati i im#!lsivi sono incapaci di

controllare e frenare le proprie reazioni

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esplosive, dalla collera furibonda.- Psi o#ati i anaffettivi o amorali sonosoggetti freddi e insensibili moralmente,incapaci di rispettare le leggi morali e isentimenti altrui.- =arratt ha distinto ; diversi ti#i diaggressività :

1.IMP'LSIVA :reazioneipersensibile alla provocazione checonduce all’agitazione e ad una rispostaaggressiva !.PREMEDITATA : scarsarisposta emozionale, atti aggressivieffettuati a sangue freddo.- 4ella psicopatia ci sono due aspetticorrelati, uno che riguarda unadimensione affettiva+inter#ersonale

caratterizzata da superficialità, assenzadi rimorsi e disonestà , e unaom#ortamentale contraddistinta dadelittuosità giovanile, mancanza di

senso di responsabilità e ricerca

immediata del piacere .

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- =lair osserva che gli psicopatici sonopropensi a forme di aggressivit&strumentale e non a quelle di tiporeattiva.$ A11ressivit. Reattiva: " un eventofrustrante o minaccioso ad attivare unsoggetto suscitando la rabbia - "l’esito della risposta animale ad unaminaccia percepita come ineludibile.+e la minaccia " modesta l’animalerisponder& bloccandosi, sequest’ultima " pi' grave tenter& lafuga. $uando la minaccia "imminente e la fuga " impossibilesolo allora l’animale attiver&un’aggressivit& di tipo reattivo.

- li uomini possono aggredirereattivamente sia perch% vivonosituazioni di minaccia o difrustrazione sia a causa diun’insufficiente regolazione dei

sistemi neuronali che mediano questa

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forma di aggressivit&. $ A11ressivit. Str!mentale: " quella

finalizzata ad uno scopo che in generenon riguarda la sofferenza dellavittima ma il dominio suquest’ultima. - *a maggior parte dellecondotte anti-sociali " di caratterestrumentaleJ

- =lair sostiene che la psicopatia "causata da un indebolimento di alcuneforme di apprendimento emozionale. Kisono alcuni fattori stressanti di naturaambientale che possono pregiudicare losviluppo cerebrale. 9ra gli stimoliambientali particolarmente rilevanti visono quelli provenienti dai1enitori : oltre

agli stimoli intellettuali sonofondamentali per i neonati icoinvolgimenti emotivi e l’assenza dellamadre determina in certi casi una crescitascorretta con disturbi permanenti del

comportamenti.

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- +e le prime esperienze di vitafavoriscono una capacit&d’interpretazione delle relazionisufficientemente buona per poi potersopportare alcune situazioni negativeanche di maltrattamenti, allora non siassister& ad un costante ricorso aicomportamenti violenti.

$ PSICOPATIA ERAGIONAMENTO MORALE:Lolberg afferm) che negli individuiaffetti da psicopatia dove il ragionamentocognitivo si sviluppava in modo pi'complesso risulta pi' elaborato anchequello morale.

- ltri studi hanno indicato che:$ il ragionamento morale deglipsicopatici " pi' basso di quello diindividui senza precedenti penali;

$ non " riscontrabile alcuna differenza

nel livello di ragionamento morale tra

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delinquenti psicopatici e non.- 9uriel ha strutturato una distinzione tra:trasgressione morale e convenzionale.

a Tras1ressioni Morali : comportanouna violazione dei diritti e del benesserealtrui valutate come pi' gravi2

b Tras1ressioni Convenzionali :concernono il disordine sociale.3 li psicopatici non sono in grado didistinguere i due tipi di trasgressione.9ali studi consentono di concludere che isoggetti psicopatici svolgonoragionamenti morali pi' deboli rispettoad altre persone.

$ LA DIMENSIONE A+V*

AGGRESSIVITA-+VIOLEN%A: ! nproblema di fronte all’irritabilit&, alrancore e alla rabbia fino alla violenzaaperta riguarda la possibilit& didescriverli senza porli sullo stesso

livello. $uesta dimensione " stata

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denominata -K e vede collocati ad unestremo, i sentimenti d-irrita"ilit. , edall’altro i om#ortamenti violentidistr!ttivi . *a visuale individua nelsistema di controllo dell’aggressivit& unagenerale attivit& del sistema nervosocentrale, mediatore tra -K. i) rimandaa tre componenti:

12 un eventuale deficit della programmazione del comportamento per raggiungere uno scopo .

!2 un’alterazione del principioorganizzatore della valutazione delrapporto rischi5benefici .

#2 mancata integrità della reteneurale di supporto .

- Marchetti conclude che i pazientipsichiatrici sono responsabili solo di unapiccola minoranza dei crimini commessie che solo alcune condizioni psichiatrichecome la schizofrenia, demenza e abuso di

alcool comportano un maggior rischio di

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tenere comportamenti violenti.

$VIOLEN%A / PATOLOGIAMENTALE: metodi N mettere in relazionedisturbi psichici e comportamenti violenti

12 studiare i tassi della violenzacommessa dagli psichici in cura : % statodimostrato che i maschi affetti da

schizofrenia hanno pi' probabilit& dicommettere reati violenti rispetto apazienti non psicotici. *a presenza diquesto disturbo aumentava il rischio dicommettere un omicidio di circa F volteper gli uomini e 1F per le donne.

!2 studiare i tassi della violenzacommessa da coloro che sono reclusi

nelle carceri : le ricerche hanno rilevatoche nei detenuti vi sono tassi dischizofrenia e di disturbi dell’affettivit&!,O volte maggiori.

#2 studiare i tassi della violenza di

coloro che non entrano in contatto con

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istituzioni segreganti : si " concluso chetra le persone che soffrivano di disturbipsicotici il rischio relativo dicomportamento violento era #,# voltemaggiore per reati di rissa e F.F voltemaggiori per uso delle armi.- onfrontando i risultati degli studisvolti affiora che gran parte dellaviolenza osservata nelle personementalmente malate non avviene a caso,ma " motivata e in relazione a sintomipsicotici. +e un individuo con disturbimentali si sente minacciato e se i suoimeccanismi di controllo sonocompromessi allora al violenza divieneuna risposta comprensibile - ne deriva

che i reati gravi commessi in particolaricircostanze da alcune personementalmente disturbate non devonocondurre ad affezioni generali sul fattoche tutti gli individui affetti da disturbi

mentali sia potenzialmente pi' violenti

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del resto della popolazione.$ RICERCA ITALIANA: ha dimostratocome soggetti maschi affetti daschizofrenia fin dalla giovane et&, chenon erano stati sottoposti a cure, avesseromaggiori probabilit& di commettere attiviolenti soprattutto nei confronti delnucleo familiare. 6G tuttavia difficiledimostrare che tra la presenza di talepatologia e la commissione di attiviolenti ci sia un forte legame e checoloro che sono affetti da essa sono gliautori della maggior parte dei crimini.

TER%O VERTICE DELTRIANGOLO RIVOLTO VERSO IL

,ASSO: PSICOANALISI EVIOLEN%A

In molti disturbi schizofrenici emaniacali il comportamento aggressivo eviolento non " creato dalla malattia, ma

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in qualche modo " una caratteristicatemperamentale o di personalit& ch pre-esiste alla malattia e non " pi'controllata.$ VIOLEN%A: 'N DI Pi'- O 'N DIMENO DELLAMENTALI%%A%IONEB Kerde e ossiindividuano un di pi' dellamentalizzazione in quei comportamentidi chi pianifica gli atti dannosi, ma ligiustificano attraverso difese, che hannolo scopo di negare la colpa depressiva,nei cos@ detti psicopatici freddi.- Cn di meno di pensieromentalizzazione lo si ritrova invece negliatti d’impeto commessi dai c.d.

delinquenti d’impeto: si tratta diun’impossibilit& di trattenersi, che pu)essere originata da precoci frustrazioniambientali.- *a messa in atto di comportamenti

incontrollati deriverebbe dalla profonda

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rabbia e frustrazione sviluppate per es.dal bambino nei confrontidell’abbandono e dal senso di colpamaturato per aver interpretatoquest’ultimo come punizione per lapropria malvagit&.- *a mentalizzazione " intesa come lacapacit& di comprendere ilcomportamento interpersonale in terminidi stati della mente. Il bisogno naturale dicontrollare il comportamento deiconsociati pi' deboli attraverso laminaccia della violenza fisica " divenutodisadattivo proprio perch% interferiscecon i processi di mentalizzazione.- *a capacit& di mentalizzare " legata ad

un corretto attaccamento: la percezioneda parte del bambino, degli stati mentaliin se stesso e negli altri, dipende dallasua osservazione del mondo mentale diche se ne prende cura.*a presenza di una

relazione di attaccamento sicura dei

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genitori stimolerebbe nel bambino unafunzione auto-riflessiva: " proprio dovefallisce la mentalizzazione che prevale laviolenza.

$ LA CRIMINALITA- NON DERIVADA 'NA DEPRIVA%IONEAM,IENTALE: la formazione del+uper io inizia nel bambino quandocompie le primissime introiezioni oralidei suoi oggetti. *’aggressivit& " damettere in relazione ad un attaccatosferrato contro un persecutoreimmaginario un super io troppo severo2.Il criminale non " altro che un malato e leradici della criminalit& sono le stesse del

delirio e della paranoia. +i crea dunqueun sentimento distruttivo, un’invidia cheporta a voler distruggere l’altro perprendere ci) che ha di buono; percontrollare il senso d’invidia gli

schizoparanoidi ricorrono a

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comportamenti manipolativi, che sibasano sulla svalutazione degli altri epermettono di rinforzare il proprio sensodi grandiosit&.$ )’ (L 4"* (#(# % L"#/* // *" '%*/"4/) D( %+4(

*(#'%#/" D(#/* //(-"1 lla basedi ogni antisocialit& pu) essereindividuato il narcisismo. Lernberg haaffermato che il disturbo antisocialesarebbe il prodotto di un amore rivolto ase stesso in modo patologico, disentimenti d’invidia e avidità, di unsenso di vuoto e una predominanza divergogna e non di colpa .- *’aggressivit& diviene violenta come

una risposta ad una ferita narcisistica, chemira alla distruzione del colpevoleattraverso la vendetta . 9uttavia nellepersone narcisistiche la capacit& diragionamento " molto pi' raffinata,

rimane intatta e proprio per questo pi'

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spaventosa nella sua irrazionalit&,restando sempre preda dell’emozionedominante.$ ALLE RADICI DELL6ODIO:&RE'D* ,ERGERET E LANCAN- Per 3reud l’odio non ha nulla a chefare con la negatività dialettica# il male! una condizione strutturale dell’essereche segnala l’irreversibilità di una

perdita . L’odio è la passione dello stessocontro l’altro .- ,er1eret sostiene invece che laviolenza fondamentale, presente in ogniessere umano, costituisce un istinto divita, un atteggiamento mentale di difesanei confronti dell’altro . *a violenza

come la intende lui non comportanessuna alleanza, " solo unistinto allostato puro.- Per Lan an l’odio scaturisce dalrapporto di rivalità che il soggetto ha

con la propria immagine : il soggetto "

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ci) che vede riflesso di s% allo specchio,ma mai potrai coincidervi realmente: %proprio questa non coincidenza con lapropria immagine a generarel’aggressivit&.$ INTERA%IONISMO SIM,OLICOE VIOLEN%A: PROSPETTIVACRIMINOLOGICA DI AT?ENS+ Si parte dall’idea che la natura umana el’ordine sociale si strutturano attraversoprocessi comunicativi. Il comportamentoumano non " pensato come una rispostaagli stimoli ambientali. Per =lumerintegrazionismo significa che gli esseriumani si rivolgono al mondo sulla scortadei significati che quest’ultimo ha per

loro; significati che si generano nelleinterazioni sociali e che si modificanoattraverso i processi interpretativi cheintervengono quando ognuno entra inrelazione con i segni che incontra.

4ell’interazione simbolica il partecipante

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interpreta lo stimolo dopo averliidentificati e pu) scegliere tra varieforme di risposte.$ P'NTI CARDINALIDELL6INTERA%IONISMOSIM,OLICO: poggia su % premesse:

12 gli essere umani agiscono verso lecose sulla base del significato che questehanno per loro;

!2 il significato di queste derivadall’interazione sociale di ciascuno coisuoi simili;

#2 questi significati vengonomodificati da processi interpretativi dellapersona stessa.- (a ci) ne deriva che:

3 l’uomo e la societ& sono entit&inseparabili;3 gli esseri umani sono provvisti di

un self che orienta le condotteindividuali;

3 la realt& in cui opera l’uomo "

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simbolica, " lui stesso a dotarla di sensotramite dei significati - l’uomo crea deglioggetti sociali a cui attribuisce deisignificati che divengono mete dell’agireindividuale.- Per o11etto so iale Mead intende6ualsiasi cosa possa indicarsi come un

sentimento - ne deriva che l’ambientesociale " costituito solo da quegli oggetticonosciuti e riconosciuti.- I simboli sono una classe di oggettisociali, prendono il significato di ci) chevanno a sostituire, vengono utilizzati perrappresentare qualcosa; essi permettonodi guardare il mondo dalla prospettivadegli altri.

- Per Mead i significati attribuiti a deglioggetti sociali devono essere identici pertutti gli attori di quella comunit&,altrimenti la comunit& non " efficace enon vi " cooperazione tra gli individui.

- 5ondamentali sono anche i1esti -

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momenti dell’azione che stimolano unarisposta del soggetto a cui essa "indirizzata: es. spalancare gli occhiindica stupore, il sorriso indicaamichevolezza o consenso. *’interazionesociale va intesa quindi come interazionetra attori e non tra fattori a loro attribuiti.3 MEAD: EVOL'%IONE DEICONCETTI DI I* ME / SEL&:il self non " presente in ogni individuoalla sua nascita, ma " il prodotto delle sue

attivit& sociali; " la riflessione - lacapacit& di essere soggetto e allo stessotempo oggetto, consiste nella possibilitàdi agire verso noi stessi come gli altriagiscono nei nostri confronti .3 SEL& COME CONVERSA%IONETRA I E ME: il self consiste in unaconversazione fra ! elementi: I e Me. -*’I rappresenta l’impulso ad agire e siconcreta con la realizzazione dell’attostesso. *’I " il non ragionato, " l’azione,

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il lato più naturale dell’essere umano .- Il Me rappresentale aspettative deglialtri rispetto alle nostre azioni , leposizioni prevalenti all’interno di ungruppo. il censore morale, un controlloper l’I. tutte le azioni consapevoliprovengono dal Me. $uando cirivolgiamo all’I attraverso il M6 lofacciamo dal punto di vista di qualcunaltro; l’agire inizia con l’I e si concludecon il me. Il me pu) approvare odisapprovare l’I.3 +e a prevalere sar& l’I l’aspettoimpulsivo del self2, allora il soggetto sar&individualista, mentre se a primeggiaresar& il me allora il soggetto sar&

conformista, colui che pone le aspettativedegli altri alle proprie azioni creative.3 SEL& COME ASS'N%IONE DI'N ATTEGGIAMENTO: % attraversoun’incessante attivit& di anticipazione

della reazione altrui che il linguaggio

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significativo esprime le sue massimepotenzialit& nell’interazione. *’individuoper Mead " un camaleonte, chiamatocostantemente a conformarsi alleaspettative altrui riflesse nel propriovincolo interiore, il me.3 PLA + GAME : *a conversazionetra I e Me " scandita da; fasi disvil!##o che Mead chiama pla e game.- Il pla " inteso come gioco puro e

semplice es. il bambino che gioca a farela mamma o il dottore2. Il bambino fa dis% un oggetto osservabile da un punto divista al di fuori di s%.- Il game " inteso come gioco pi'complesso e organizzato: il bambino

deve fare propria una differenzaqualitativa.

+ IL PROCESSOD6INTERPRETA%IONE: DA MEAD

A ,L'MER: +econdo Mead e =lumer

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l’individuo non si limita a reagire ad unostimolo senza opporre resistenza, alcontrario questa resistenza " data dallapresenza del +6*5. 8gni azione " quindipreceduta da fase di preparazione in cuil’individuo elabora attivamente la realtàcon cui si sta confrontando , seguendo unprocesso d’interpretazione; del restoassumere totalmente il ruolo dell’altro "pura illusione. nche il #ro essointer#retativo in cui opera il self pu)essere diviso in ! fasi:

Q D)3(4(7(%4) della #ituazione &l’attore assume il ruolo delle personepresenti in quella specifica situazione eindica a se stesso il loro punto di vista

circa i loro gesti e le parole.Q +( D(7(% : precisata la propriadefinizione della situazione, l’attoredecide a che genere di azione dare avvio;

in questo giudizio egli " accordo

dall’altro generalizzato.

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+ IL SEL& COME OGGETTO +L6IMMAGINE DI SE-: per self comeoggetto s’intende l’immagine checiascuno ha di s%, ovvero quell’oggettoche l’individuo crea di s% grazie allapropriet& riflessiva. *’individuo siosserva e giudica ci) che vede da unpunto di vista di un altro o del gruppo dicui assume il ruolo; quest’osservazionenon riguarda solo l’immagine, ma anchetutte le qualit& intangibili di s%.- Il meccanismo con cui costruiamo lanostra immagine " costituito da ! fasi:

12 inizialmente il soggetto assume ilruolo di un gruppo selezionato di persone

a cui egli " legato affettivamente,l’immagine che essi hanno di lui sisviluppa a partire dalle lorointerpretazioni delle sue azioni.

!2 4ella seconda fase l’attore assume

invece il ruolo del suo altro generalizzato

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e giudica l’immagine che talipersone selezionate hanno di lui; da

questo giudizio deriva l’immagine di s%.

- Cn’azione, inoltre, acquista senso soloche collocata in un determinato universosimbolico. =lumer afferma che per poterosservare la realt& sociale " necessarioessere sempre pronti all’inaspettato, nonbasta aprire una prospettiva, ma occorrerimanere aperti nella prospettiva:l’interpretazione del fenomeno tipico delmondo sociale " un processo in continuodivenire.- *’espressione inda1ine nat!ralisti aindica la fedelt& che uno studioso deve

osservare nei confronti della natura delfenomeno da studiare. Il percorso diricerca si compone di ! fasi:l’esplorazione e l’ispezione.

1. Es#lorazione : il ricercatore deve

sviluppare una conoscenza pi' intima del

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fenomeno sociale. Il risultato che sivuole ottenere " una descrizionepregnante delle caratteristiche delfenomeno osservato.

!. Is#ezione: consiste nell’esame diun elemento analitico specificoguardandolo da angoli diversi; bisogner&

poi infine assemblare i variconcetti per comporre delle proposizioniteoriche generali.

+ RICERCA )'ALITATIVA ECRITERI DI VAL'TA%IONE: ivalori di valutazione indicati da =lumersono:

1. Valore Teori o: fa riferimento alla

distinzione tra teorie sostantive e formali:a per teoria sostantiva s’intendeche l’oggetto ! limitato ad un tipo

particolare di fenomeno sociale#b la teoria formale ha unoggetto

che copre una classe generale di

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fenomeni .- thens ha stabilito una scala di valori inbase al contributo apportato dallericerche: al primo posto vi sono gli studiche sviluppano teorie formali esuccessivamente quelli che sviluppanoteorie sostantive.

!. ,ase Em#iri a: s’intende quelladei concetti scientifici sviluppati, chedevono essere coerenti con le

osservazione e i casi empirici da cuisono stati ricavati.

#. Per guadagnare Credi"ilit.S ientifi a il ricercatore deve fornire unadeguato resoconto delle modalit& con

cui ha svolto il proprio studio: deve

chiarire le procedure e gli strumentiutilizzati, deve infine rendere conto deimetodi di analisi usati nelle fasi

precedenti.

+ INTERA%IONISMO RADICALE: la

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nozione di comunit& fantasma sostituiscequella dell’altro generalizzato.

3 7 CRITICA DI AT?ENSA MEAD: CON&ORMITA-ED INDIVID'ALISMO- Per ead l’altro generalizzato "l’insieme degli atteggiamenti altruiinternalizzati, quando noi comunichiamocon gli altri diamo a loro ci) che nelfrattempo stiamo dicendo a noi.- Per "thens invece noi non possiamomai assumere i ruoli degli altri,dobbiamo aspettare le risposte altrui ainostri commenti per assumere i loroatteggiamenti e il linguaggio permette di

farlo solo successivamente, poich% " unprocesso alternato: pi' che metterci neipanni degli altri siamo noi a rivestire neinostri panni gli atteggiamenti altrui, cos@che il significato attribuito " un nostro

significato e nostre saranno le aspettative

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di comportamento.

+ COM'NITA- &ANTASMA ESOLILO)'IO: thens elabora ilconcetto di comunit& fantasma che pu)essere inteso comel’interlocutore deinostri solilo6ui . un’interazione socialenella quale la persona si indirizza a sestesso e si d& risposte; per Mead invecel’interlocutore principale del self rimaneil Me.- Per thens, lGinterlocutore principaledel +elf " la comunit& fantasma,quell’insieme di persone reali o non difronte alle quali si cerca di migliorare lapropria reputazione. *a comunit&

fantasma che esiste dentro di noi e allaquale si fa riferimento per consigli inmerito a determinate situazioni, non "mai per) lo specchio della comunit&fisica in cui siamo collocati: essa il

distillato delle es#erienze #assate .

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- Inizialmente i nostri significati vengonopresi da persone che sono vicine a noi,come amici e genitori; essi sono gliinterlocutori fantasma.+ COM'NITA- &ANTASMA ES'PER IO: Per 5reud il super io " ilcensore morale della personalità , che siforma tramite l’identificazione con lefigure genitoriali. Il fatto che il super iosi formi definitivamente entro il R o Fanno di et& del bambino, non significache egli non potr& pi' essere educato; siritiene soltanto che le esperienze e lerelazioni intrattenute in quell’arco ditempo saranno le pi' durevoli nellaformazione della personalit&.

- i) che differenzia il super io dallacomunit& fantasma " che, mentre il primosi basa su relazioni instaurate con iparenti, la seconda pu) essere formata daqualsiasi persona significativa per quel

soggetto: la comunit& fantasma " dunque

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destinata a mutare durante tutto il corsodell’esistenza.- *’attivit. riflessiva e o#era nelsolilo0!io , secondo thens, pu) esserescandita da 1# principi:12 le persone conversano con s% stessecome se stessero con qualcun altro, soloche parlano ellitticamente!2 quando le persone dialogano tra loronon possono comprendersi senzaconversare contestualmente anche con s%stesse: per comprendere ci) che stiamodicendo dobbiamo comunicare a noistessi ci) che contemporaneamentestiamo enunciando agli alti#2 quando qualcuno si rivolge a noi

dobbiamo raccontarci simultaneamenteci) che gli altri ci stanno dicendo: se nonsi segue cosa l’altro sta pronunciandonon si possono comprendere le sueaffermazioni

D2 nel soliloquio noi trasformiamo le

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sensazioni in emozioniR2 nel soliloquio tutto ci) che viene detto,compreso ci) che diciamo a noi sessi,proviene da un altro interlocutore: inostri interlocutori diretti sono le personecon cui stiamo effettivamente parlandoF2 nel corso del soliloquio siamo in gradodi dialogare con un solo compagnofantasma alla voltaO2 il soliloquio opera sia in superficie chein profondit&: in superficie riusciamo adessere consapevoli di ci) che diciamo,ma per individuare chi abita la comunit&fantasma " necessario andare inprofondit& sulla loro presenzaE2 gli altri fantasmi sono la sorgente

nascosta delle nostre emozioni; essipossono accrescere la nostra sensibilit&verso certe esperienze di vita<2 il soliloquio consente di comporrea!toritratti : essi sono composta da !

fasi: nella prima il soggetto considera ci)

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che familiari e amici pensano e provanonei suoi confronti e l’immagine che nederiva. 4ella seconda fase, assumendo laprospettiva della propria comunit&fantasma, egli rivede l’immagine checostoro hanno di lui e solo dopo questogiudizio mette a fuoco l’immagine cheegli ha di s%. 4e deriva che se lacomunit& " frammentata si avr&un’imma1ine ontraddittoria di s%1>2 la comunit& fantasma ha un ruolosempre principale nel soliloquio112 i soliloqui sono sempre dialoghi a pi'voci dove sar& facile che emerganoconflitti di opinioni, in ogni caso "sempre la comunit& fantasma a

influenzare maggiormente il self1!2 gli individui possono esserecamaleonti o creativi a seconda di ci) chela comunit& suggerisce1#2 l’es#erienza so iale " lo scultore

occulto della nostra comunit& fantasma.

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+ IL &L'SSO TEMPORALE DELSEL&: il self " un oggetto orientato alpassato e al futuro; la continuit&rappresenta una parte centraledell’esperienza di s%: noi tendiamo adinterpretare cosa stiamo facendo oracome collegato a ci) che stavamofacendo prima e che faremo in futuro. +e" vero che la continuit& del self provienedalla stabilit& dell’altro con cui stiamodialogando, esso mantiene una costatefluidit&. Il self tende ad unificare iframmenti delle diverse esperienze percostituire una scena unitaria.

+ CAM,IAMENTO DRAMMATICODI SE-: on questa espressione thensindica quei mutamenti del self assaisimili ai processi che accadono nel corsodi una conversione, ma che sono drastici

e improvvisi.

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- 7 &ase: &rammentazione: perconsentire la costruzione di un nuovoself, quello vecchio dovr& spezzarsi,aprendo un periodo tormentato diautoesame, durante il quale il livello diautostima si abbassa vertiginosamente.- ; &ase: 'nit. Provvisoria: %necessario prendere consapevolezzedell’inadeguatezza del proprio self edell’impellenza del nuovo self, chesostituisce le certezze passate con quelleprovvisorie, con una nuova comunit&composta da soggetti fantasma differentida quelli precedenti.- 9 &ase: Pra is: il nuovo self "provvisorio e sottoposto alla prova

cruciale dell’esperienza. 6 qui che sitesta il definitivo affermarsi o fallimentodel self provvisorio. In questa fase si "avvolti da ansia e disperazione, dalmomento che non si padroneggia n% il

self vecchio n% quello nuovo. $ueste

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forme di disorganizzazione, nei casi pi'gravi, posso generare patologie dicarattere psicotico.- < &ase: Consolidamento: la vecchiacomunit& viene sostituita definitivamenteda quella nuova, grazie alla quale siposso riordinare i pensieri e le emozioni.Il cambiamento drammatico di s% " ormaiquasi compiuto. I nuovi compagnifantasma vengono internalizzati fino aradicarsi nel self.

+ TRA'MA E CAM,IAMENTODRAMAMTICO DI SE-: la cadutarepentina del proprio status socialedovuta alla perdita del patrimonio pu)

risultare sconvolgente, soprattutto per chiha sempre vissuto negli agi, portandoanche a gesti di suicidio.- Il superamento di questa fase per+hibutani " inaugurato dallarivelazione ,

che pu) aver luogo nel corso di un

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evento shocS. - (enzin invece affermache il cambiamento drammatico di s% "un’es#erienza s io ante e chiunque laprovi non sar& pi' la stessa persona.- thens critica sia +hibutani che (enzinper non aver individuato che l’elementodeciso del cambiamento di s%, checonsiste sempre in un eventotra!mati o . Il trauma " un evento che inun breve lasso di tempo apporta alla vitapsichica degli stimoli cos@ forti che non siriesce ad liquidarli ed elaborarli nelmodo usuale.

F ; CRITICA DI AT?ENSA MEAD: SOCIALITA- /DOMINIO

+ LA SOCIALIT. MEADIANA: perMead l’atto sociale " costituito da quella

classe di atti che implicano la

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cooperazione di pi' di un individuo il cuioggetto " un oggetto sociale.- Il principio organizzativo dell’attosociale " denominato socialit&, ovvero lacapacit& di essere parecchie cose allavolta. Perch% ci sia laso ialit. unindividuo deve occupare almeno !sistemi differenti, che sono il proprioruolo e il ruolo di un altro individuoall’interno di un sistema, che " l’attosociale. 4e deriva che ogni cambiamentodi un sottosistema comporter& ilcambiamento dell’altro e del sistema pi'esteso che li comprende. Cn es. " larelazione tra attore violento e vittima.- Mead scompone l’atto sociale in R parti:

ruoli, atteggiamenti, linguaggiosignificativo comune per tutte le particoinvolte in un atto sociale.- Il role ta in1 " il mezzo insostituibileper rendere possibile l’assunzione di un

atteggiamento altrui. - +olo dopo aver

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assunto i reciproci ruoli gli attori possonoformare un oggetto di un atto sociale.

- CRITCA DI AT?ENS ALMANCATO RICONOSCIMENTODEL DOMINIO DELLADIMENSIONE TEMPORALEDEGLI ATTI SOCIALI: il primolimite che thens riscontra nella visionedi Mead " l’aver fondato la sua analisisulla socialità piuttosto che suldominio .+enza dominio gli atti sociali complessi ele istituzioni non ci sarebbero stati; il suoimpatto si estende sul linguaggio,famiglia, religione.. " onnipresente.- Per parlare di natura sociale del self "

necessario considerare che esso emergedai rapporti di dominio e dai conflitti. Perthens essi sono sempre scatenati daquestioni relative a chi prender& ruolisovraordinati e non all’incapacit& di

assumerli. i) che Mead " arrivato a

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scorgere " che le persone assumonoreciproci ruoli senza dover formare unostesso oggetto di un futuro atto sociale.- iguardo all’estensione tem#oralede1li atti so iali , passato " futuroinfluenzano, in eguale misura,l’esecuzione dei ruoli da parte degliindividui.- *a spiegazione di Mead circal’estensione temporale di un atto " chequando le persone astraggono gliatteggiamenti degli altri partecipanti adun atto sociale per formare un piano diazione comune, esse rimangonocongelate in un presente senza tempo chenon influisce nel passato e non scivola

verso il futuro.- thens critica anche la nozione dioggetto sociale e di piano d’azionecomune in esso contenuto: per thensinfatti i piani d’azione possono essere

solo congruenti'compatibili o

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incongruenti' incompatibili , dalmomento che i partecipanti ad un attosociale svolgono ruoli differenti. quindi la diversit& a non permetterel’indicazione di un oggetto socialecomune per tutti i partecipanti, ma solotanti oggetti sociali differenti della futuraazione comune.- Cn ultima considerazione riguarda ilprocesso di role-taSing - thens affermache le persone non prendonoletteralmente il ruolo di altri, ma nedivengono consapevoli.

+ CONCETTO DI DOMINIO:&O'CA'LT* ,O'RDIE' E

SIMMEL: i sociologi palano di dominioriferendosi ad un rapporto sociale di superiorità che un soggetto esercita suuno o pi' individui nell’ambito delsistema sociale che li comprende.

- &o! a!lt afferma che la violenza verte

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sui corpi distruggendone la forma.*’oggetto della forza " dato dal suorapporto con altre forze. Il potere derivada questo intersecarsi di forze: ognirapporto di forze " un rapporto di potere.In gioco allora sono i regimi di verit&,ovvero le strategie di potere. Il sapere "quindi collegato al potere per 5oucault,ovvero si incrementano a vicenda;l’espressione potere-sapere divienefondamentale per descrivere talirelazioni. *’abbandono della concezionegiuridica di un potere che reprime, invitaa dimenticare le repressioni; essodevGessere pensato come una reteproduttiva che passa attraverso il corpo

sociale: " qui che si verifica l’eccedenzadel potere rispetto alla violenza. Il poteredunque transita, non si applica agliindividui.- ,o!rdie! afferma invece che il potere

simbolico di creare la rappresentazione

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del mondo che s’impone comeoggettivit& costituisce il principalestrumento di legittimazione del dominioe la pi' efficace forma di violenza-quella di costringere i dominati acollaborare alla loro dominazione. 6gliconcepisce la societ& come costituita daun insieme di microcosmi autonomi, cheimpongono le loro determinazioni neiconfronti di coloro che ne hanno accesso.8gni microcosmo ha le proprie regole eforme di autorit&, ma " anche sede diconflitti in cui gli individui lottano persancire l’autorit&.- *a riflessione di Simmel verte sulrapporto dicomplicità tra dominante e

dominato ; egli afferma che sottol’apparenza di pura superiorit& di unsoggetto rispetto ad un altro passivo chesi lascia guidare dall’altro, si nascondeun’interazione di forze spontanee. Per

+immel " infatti impossibile negare la

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spontaneit& dei rapporti di dominio,poich% anche la tirannia consiste nel nonvolersi sottrarre alle pene e alleconseguenze della disobbedienza

- IL DOMINIONELL6INTERA%IONISMORADICALE DI AT?ENS: adaccomunare thens e +immel " laconvinzione " che ogni manifestazione didominio " collocata nell’azione sociale esi esprime nel corso di un’interazionesociale.- thens afferma inoltre che i rapportisociali non sono espressione di un ordinedelle cose che ci precede, ma che sono

lGesito di un incessante processointerpretativo ad opera degli attorisociali.- thens organizza in un tutto invisibile itemi della socialit& meadiana del dominio

e della predominanza, con la quale

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s’intende l’atto di piegare le azioni di unaltro organismo coinvolto in qualcheattivit& comune, senza assumerneconsapevolmente il ruolo. (ato quindiche il dominio opera attraverso illinguaggio, esso incorpora la socialit&l’assunzione di atteggiamenti altrui.- (urante la costruzione di un attosociale, senza una reciproca assunzionedi ruoli sovraordinati, nessuno saprebbecosa fare e quando farlo. *e regoleriguardati i ruoli di dominio sono dunquele regole pi' importanti nella costituzionedella comunit& fantasma.- onvincimento che la violenza sia unmale che s’irradia sottoponendo

qualcuno a un gesto meccanico ches’impone dall’alto verso il basso inassenza di una conversazione interiorecon la comunit& fantasma.

+ ATTI CRIMINALI VIOLENTI E

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ATTORI: thens afferma: /+apevo chesi poteva essere malati di mente e nonviolenti. 6 sapevo che si poteva essereviolento senza essere malato di mente.4on c’" alcun rapporto diretto.- PRESA DI DISTAN%A DI AT?ENSDALLE RICERC?ECRIMINOLOGIC?E S'I CRIMINIVIOLENTI: la categoria dei criminiviolenti ricopre una vasta gamma dicondotte: omicidio, violenza sessuale,aggressione fino a condotte di violenzacollettiva come atti terroristici, genocidie linciaggi.- +i tratta di atti individuali o collettivi acontenuto violento che hanno come

bersaglio il corpo di uno o pi' individui.Il contenuto violento di questi atticriminali risiede nell’attacco al corpo . Ilcorpo " caratterizzato daun’ambivalenza: ha il potere di ferire ed

" esposto al ferimento; % questa sua

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problematiche.!2 ')*#%4"L(/"0

#3* //"/*( (: agisconoviolentemente a causa della loro naturaeccessivamente egocentrica, il che lirende incapaci di riconosce i bisognidegli altri.

- CnGaltra teoria contrastata da thensriguarda l’a##ro io interdis i#linare :l’ipotesi della sottocultura della violenzasuggerisce soltanto che un tema potentedi violenza esista nel gruppo di valoricostituenti lo stile di vita ed i rapportiinterpersonali di individui che vivono incondizioni similari.

- Sotto !lt!ra e #ersonalit. vengonofatte interagire sulla base di unadistinzione:

a. rimini -iolenti (diopatici: sonocommessi da persone con problemi

mentali

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delinquenza tiene dunquenecessariamente conto del tipo dimotivazione, del livello di inibizioni edell’intensit& dell’abitudine delcomportamento deviante. I fattorisituazionali riguardano la disponibilit&delle armi.- thens avanza anche delle critichecontro quelle teorie che lui identificacome positive, affermando che: esse sonosbilanciate perch% privilegiano l’aspettopsicologico degli attori violenti, essepartono dal presupposto cheesisterebbero ! tipi di persone: i violentie i non violenti, ma questo risulterebbeuna semplificazione grave, e che ogni

ipotesi manca di un supporto empirico.

$ TIPI DIINTERPRETA%IONE

DELLA SIT'A%IONE :una

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volta individuati i soggetti su cuisvolgere lo studio, thens spiegava iltipo di studio svolto e chiedeva ilconsenso a parteciparvi. *e intervisteprevedevano domande personalizzate edomande standard, lo scopo era quello dicogliere ilflusso di coscienza , aperto aipensieri e alle emozioni vissute dalsoggetto al momento della commissionedel crimine violento. thens ha catturatola coscienza dei detenuti da lui incontratied " stata delimitata da domanderiguardanti D temi principali: lasit!azione in cui essi avevano commessol’atto criminale, le sit!azioni 0!asiviolente , l’imma1ine di sH che essi

avevano al momento della commissionedel crimine e laarriera violenta .- *’evento delittuoso cos@ come riportatodal verbale della polizia veniva poiconfrontato con il resoconto fornito

dall’intervistato. thens riprende quanto

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detto da =lumer, sono due i momenti cheformano l’indagine naturalistica:esplorazione ed ispezione.4ell’esplorazione il ricercatore raccogliei dati e forgia le prime idee. (urantel’ispezione i dati raccolti sono analizzatial fine di ricavare le caratteristichecomuni.

+ COMPORTAMENTOSOSTAN%IALMENTE VIOLENTO:si riferisce a quelle situazioni nelle qualila vittima " stata aggredita fisicamente inmodo grave e non in modo accidentale,oppure violentata in modo grave.- $ueste condotte sono quelle tenute da

soggetti che hanno commessi omicidi,lesioni gravi o violenze sessuali.- on tale analisi si arriva a sostenere chele persone violente costruisconoconsapevolmente dei piani di azione

prima di commettere atti violenti .

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- 4ella 1 fase DE&INI%IOne 2,assumendo l’atteggiamento della vittima,il soggetto indica a se stesso il significatodei gesti che la vittima pone in essere.- 4ella seconda fase GI'DI%IO5 , ilsoggetto assume l’atteggiamento dellapropria comunit& fantasma e indica a sestesso che dovr& agire violentementenell’ambito della situazione che haprecedentemente interpretato.

A (4/)*'*)/"7(%4) 3(#( " )4/) D(3)4#(-": sonopresenti ! fasi:

1. l’attore assume l’atteggiamentodella vittima , indicando a se stesso che la

vittima aggredir& una persona cara!. assumendo l’atteggiamento dellacomunit& fantasma, decide che "necessario intervenire con la violenza e

prepara un piano di azione . $ui

l’attore interpreta i gesti dell’altro come

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un’aggressione e decide che l’unicasoluzione " reagire con la violenza per

sopravvivere al dominio altrui. +i trattadi un’azione preventiva di fronte ad unpericolo imminente. Il sentimento che loconnota " la#a!ra .- $ueste sono situazioni in cui la vittimacon il proprio comportamentocontribuisce a spingere l’attore versol’aggressione. *’interpretazionefisicamente difensiva costituisce quindi ilsostrato del concetto di legittima difesa.- thens arriva quindi a formulare #ipotesi differenti:

12il gesto violento deriva daun’interpretazione fisicamente

difensiva;" la vittima N prima a ricorrerealla violenz!2 il gesto violento non " fisicamente

difensivo, la vittima reagisce per primama il suo gesto non " finalizzato a

prevenire un attacco del reo.

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#2 il gesto violento della vittima "l’unico modo per essa per incrociare ilgesto dell’altro.

$. (4/)*'*)/"7(%4( 3* #/"/(-) : inizialmente l’attore,mediante l’assunzione dell’atteggiamentodella vittima, indica a s% stesso ilsignificato da attribuire ai suoi gesti.4ella seconda fase assumendol’atteggiamento della comunit& fantasma,l’attore decide che deve agire conviolenza e prepara un piano d’azione.- *a violenza qui " inteso come l’unicomezzo per: portare a termine un’azioneostacolata dalla vittima vincendo il

tentativo di dominio; opporsi adunGazione alla quale egli dovrebbecooperare, resistendo ai tentavi didominio altrui. *ara""ia " il sentimentopredominante.

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resister& al piano d’azione o che nonintende cooperare ad un piano in cuidovrebbe cooperare,!2 poi assumendo l’atteggiamentodella comunit& fantasma indica che lavittima sta ponendo in essere atti malvagie quindi decide di intervenire conviolenza preparando un piano d’azione.- 6ssa inizia come frustrativa per poiterminare come malefica; qui la vittimanon " vista solo come un ostacolo alproprio dominio, ma " vista comeparticolarmente odiosa.- $uesta fase " caratterizzata dallara""ia nella fase frustrativa per poilasciare spazio all’odio nella fase

malefica.+ PRO,LEMI NELLAREALI%%A%IONE DELL6ATTO:thens arriva a sostenere che anche in

casi in cui l’attore era giunto in

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fare ricorso alla violenza .- Per thens ci sono R motivi per cui unsoggetto opera un giudizio dicontenimento:

12 l’attore teme ilfallimento dellapropria azione - assumendol’atteggiamento della vittima prevede chequesta si opporr& al tentativo di dominioe assumendo l’atteggiamento dellacomunit& fantasma decide di non ricorrealla violenza perch% prevede di uscireperdente in caso di scontro.

!2 l’attore decide dimutare il propriopiano d’azione, poich% si rende conto chei gesti dapprima interpretati comemalvagi sono stati abbandonati e decide

di evitare il ricorso alla violenza.#2 l’attore temere didanneggiare odistruggere la relazione che lo lega allavittima, decide cos@ di abbandonarel’azione violenta per non mettere a

repentaglio il rapporto affettivo.

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D2 lGattore assume la posizione di un soggetto molto stimato indica a se stessoche sar& contrario all’azioneprogrammata e decide di rinunciarvi perrispettare i desideri di quest’ultimo.

R2 lGattore teme uncontrollo da partedella polizia - egli ritiene che la vittimatestimonier& contro di lui e per evitare diessere arrestato decide di abbandonare ilpiano d’azione violenta.

+( D(7(% D( %-)**(D(4+: " il1i!dizio di ann!llamento - tale giudiziodi sovrappone all’intenzione di evitare laviolenza, annullandola in forza di unanuova situazione che ristabiliscel’intenzione iniziale di ricorrervi.

- nche in questo caso ci sono ! fasiprincipali: l’attore ritiene che gliatteggiamenti della vittima siano malvagie a seguito di un assunzione diatteggiamenti della comunit& decide di

intervenire con violenza poich% sono

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divenuti intollerabili. 4e deriva quindiche, se nel corso dell’interpretazionel’attore si imbatter& in un giudizio dicontenimento, l’azione sar& quasiviolenta.- thens ritiene che " molto pi' frequenteche le persone mettano in atto giudizi dicontenimento che di overriding, quindi "sicuramente pi' probabile che molti pianidGazione violenti non vengano portati acompimento.

+ IMMAGINI DI SE-:7( Imma1ine Violenta: l’attore vede

s% stesso, ed " visto dagli altri, comecaratterizzato da una disposizione

violenta - una propensione ad aggredirealtre persone con l’intenzione di ferirleseriamente. 6ssi commettono atti moltoviolenti in qualsiasi tipo diinterpretazione violenta della situazione.

;( Imma1ine Inizialmente Violenta:

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ha in come con quella violenta il fattoche l’attore si vede ed " visto comeimprontato alla violenza; la differenza stanel fatto che qui l’attore non " percepitocome decisamente violento. 4e lui n% glialtri sanno se egli dimostra pi' di quelloche realmente ". 6ssi commettono attiviolenti solo in situazioni in cuielaborano interpretazioni fisicamentedifensive o frustrative-malefiche

9. Imma1ine Non Violenta: l’attorevede se stesso ed " visto dagli altri comeuna persona con tratti personali siapositivi che negativi, ma nel complessonon violenti. thens ha riscontrato chequeste persone agivano con violenza

soltanto in situazioni in cui avevanoformato interpretazioni fisicamentedifensive.

$ CARRIERE VIOLENTE :BcarrieraB fa riferimento ad una

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successione di fasi, una serie dispostamenti temporali da una posizionesociale all’altra.- 4el corso dell’interazione sociale,l’individuo assume gli atteggiamenti dialtri non convenzionali; ci) cheavvierebbe la carriera violenta sarebbeproprio lo stigma applicato 6uando si è

sorpresi a violare una norma .- +e la reazione della societ& " drasticaallora pu) esserlo anche lo slittamentoverso un’identit& negativa. Il percorsodeviante per), per thens, pu) subire unarresto grazie ad una ridefinizionesimbolica dell’esperienza vissuta. Ilconcetto di carriera " inteso per thens

come una storia di vita che ripercorre i passaggi più significativi cheavvengono nel self e nelle azioni delle

persone nel corso della vita .- *’esperienza " una realt& in continuo

divenire, di per s% neutra del punto di

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atti non sostanzialmente violenti e di attisostanzialmente violenti che per) sonoprovocati dalla vittima. li atti nonsostanzialmente violenti sono quelli incui il soggetto ha ferito la vittima ma nonsi necessita di un intervento medico, ilsoggetto ha violentato la vittima in modomeno invasivo, il soggetto non ha feritola vittima ma l’ha minacciata con dellearmi.

c. periodi trascurabilmente violenti:sono quelli in cui non ci sono atti violentie nemmeno atti sostanzialmente violentiinnescati dalla vittima.- 4e deriva che se un soggetto haun’immagine violenta di s%, vivr& periodi

sostanzialmente violenti, se haun’immagine inizialmente violenta vivr&periodi non sostanzialmente violenti e seha un’immagine non violenta vivr&periodi trascurabilmente violenti.

3 +ulla base della scansione temporale

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dei periodi e sulla gravit& degli atti,nonch% sulla crescita o decrescita di essithens individua carriere stabili,crescenti e decrescenti.

. "**()*" #/"$(L)-(%L)4/": in questa carriera, che pu)essere violenta o non violenta, il soggettoha sempre la stessa immagine di s%, "riconoscibile un unico periodo nella suabiografia.

!. "**()*" #/"$(L) 4%4-(%L)4/" & " caratterizzata daun’immagine non violenta di s% e da unperiodo trascurabilmente violento.

#. "**()*" #/"$(L)

"*+(4"L )4/) -(%L)4/":caratterizzata un’immagine si s%inizialmente violenta costate nel tempo,con periodi non sostanzialmente violenti.thens per) afferma di non aver mai

riscontrato la presenza di questa

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categoria.D. "**()*) -(%L)4/)

*)# )4/( : qui l’immagine di s% ed iperiodi sono pi' violenti.a. arriere (nteramente

rescenti: v edono il doppio passaggiodell’immagine di s% da non violenta a

inizialmente violenta e dainizialmente violenta a violenta.

b. arriere 'arzialmenterescenti: il passaggio " uno solo:l’immagine non violenta divieneinizialmente violenta e il periodomuta da trascurabilmente violento mutain non sostanzialmente violento

R. "**()*) -(%L)4/)

D) *)# )4/( & qui l’immagine di s% ei periodi che hanno fatto parte della vitadel soggetto diventano sempre menoviolenti. I ! sottotipi di questa categoriasono:

a. arriere (nteramente

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- $ui la vittima disinnesca ognireazione attiva, che causa la fine delleviolenze. Il soggetto " avvoltoinizialmente da stupore che poidiventa !miliazione per essere statipestati senza piet&. $uesta lascia subito

spazio alla ra""ia che diventainfine vendetta animata da fantasiedistr!ttive ontro il #er#etratore .

b. L0%**(3( "7(%4)')*#%4"L): non si subisce unasottomissione violenta, ma si èunicamente testimoni di una scenaviolenta - Ki si pu) assistere direttamenteo udirne solo i suoni - questo pu) essereancora pi' scioccante, perch% chi sente

riempie i vuoti con la suaimmaginazione.- 4on " necessario che chi agisceaggressivamente appartenga allo stessogruppo primario del testimone: ci) che

conta nel determinare l’effetto traumatico

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" che lavittima e il testimone fa iano#arte dello stesso 1r!##o #rimario . Iltestimone realizza paura e rabbia neiconfronti di chi infierisce; l’ira cresceinsieme a desideri distruttivi neiconfronti dell’aggressore. *a causa dellasottomissione della vittima vieneimputata alla propria passivit&. *acolpae la vergogna si manifestano quando si "stati testimoni della morte di altrepersone.

c. L’"DD)#/*" )4/%-(%L)4/% & gli addestratori di coloroche potranno divenire soggettipotenzialmente devianti sono personenormalmente più adulte del novizio.

*’essenziale " che il dominatea##arten1a al 1r!##o #rimario eritenga di avere diritto?dovere di istruiresu come ci si deve comportare in alcunesituazioni. +ebbene l’addestramento

violento sia informale o implicito, il suo

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obbiettivo di generare una condottaviolenta " chiaro. necessario inoltre chel’addestratore sia credibile agli occhi delnovizio e che crei il convincimento cheesisto persone che devono essereaggredite e dominate.F Te ni e motivazionali a rea1ireon violenza alle #rovo azioni :

12 K 4 *8 I5I 7I846:l’addestratore esalta la ferociaraccontando aneddoti personali violenti .Il messaggio morale " che altri sonodiventati eroi facendo ricorso allaviolenza, anche i novizi potrannoaspirare a ci)

!2 (6 I+I846 del novizio per la sua

indecisione o il suo rifiuto ad attaccarefisicamente chi lo provoca. Il noviziorealizza quindi di essere inferiore rispettoall’altro - pi' andr& avanti la derisione "pi' aumenter& la probabilit& di ricorrere

alla violenza per far cessare

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fare serialmente del male o di uccidere sipresenta solo nel caso in cui la violenzasia assolutamente necessaria per ilproprio benessere fisico-psichico e siabbia almeno una parziale possibilit& disuccesso.

95 '*)#/"7(%4( -(%L)4/) %# %4/*( -(%L)4/( ')* (L

D% (4(%: i crimini definiti efferatisono soprattutto quellicommessi senzaun’apparente provocazione 2 si "disarmati di fronte ad una violenzagratuita.- hi " coinvolto in contesti privi diprovocazione non li canalizza di fatto in

gesti violenti. *’esito dello scontroviolento avr& comunque conseguenzedecise nella vita dei protagonisti. *aprestazione violenta potr& assumere iconnotati di una rivolta personale

violenta ogni qualvolta l’antagonista "

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uno degli attuali dominatori di chi agir&con violenza o una persona cara aquest’ultimo. (l gesto di rivolta neiconfronti dell’oppressore apparirà comeuna sfida: se si vincer& si potr& evitare unulteriore dominio, se si perdel’oppressione potrebbe farsi ben pi'pesante

<; -(* L)47": qui il soggetto deveaver ottenuto in precedenza una vittoriasignificativa, al termine della quale ha

prevalso nei confronti del proprioantagonista .- *a notizia di gesti violenti di unapersona inizia a circolare all’interno del

gruppo primario e secondario. *’attoreviolento prende coscienza del fatto che leopinioni che gli altri hanno di lui mutanoin fretta alla luce della sua impresaviolenta, accanto a questo si accompagna

l’idea anche di mentalmente squilibrato.

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questo punto egli " percepito come pericoloso ed " necessario nonoffenderlo.- *a ragione che porta a percepire ilsoggetto come mentalmente squilibrato,secondo thens si basa sulla quantit& diviolenza inflitta alla vittima. I gruppipossono ritenere che la vittima andavapunita ma non cos@ violentemente.- *’attore violento registra lapreoccupazione degli altri nei suiconfronti, egli " costretto ad accogliere orifiutare questo suo slittamentod’immagine sul piano personale.iconosciuti come pericolosi si pu)esercitare un dominio maggiore

sull’ambiente sociale, accade per) digiungere troppo presto alla conclusionedi essere divenuti invincibili.ll’improvviso ci si ritrova più

coraggiosi e più aggressivi . Per thens

questo prende il nome dies#erienza di

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malevolenza .- Il processo di violentizzazione trovacompimento in una tragica circolarit&:l’attore ha completato il tragitto e davittima indifesa della brutalizzazione sicomporta ora da sfrenato aggressore.- *’ultima sequenza per completare unself ultra violento " laSEGREGA%IONE : accade che coloroche appartengono al gruppo primario delsoggetto, iniziano a evitarlo per nontrovarsi in uno stadio perenne diintimidazione ed egli sar& quindi unemarginato fino a quando non verr&riconosciuto in gruppi male volenti per iquali avere una reputazione violenta " un

requisito necessario.+ ATTI VIOLENTI IN ASSEN%A DIVIOLENTI%%A%IONE: quando siparla di rimini efferati si pensa aireati

d’impeto - thens afferma invece che

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sono l’esito didecisioni accurate presein pochi istanti e sempre revocabili . Cnaquota significativa delle condotte efferatesono messe in atto da soggetti che nonhanno mai fatto ingresso nellaviolentizzazione. Cn caso " quello delleinterpretazioni fisicamente difensive,ovvero l’attore crede di essere aggreditoe ritiene che l’unico mezzo per difendersisia il ricorso alla violenza.+ LA,ELLING APPROAC? EDEVIAN%A PRIMARIA: ilcomportamento deviante " il prodotto diripetute violazioni delle norme= thensper) si sottrae al labelling approach e simuove in una direzione interpretativa.

- Il problema dell’etichettamento "proprio quello di aver tralasciato ilproblema delle cause che conducono allaprima infrazione della norma sociale openale, per concentrarsi sugli effetti

negativi e sull’assunzione della devianza,

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che viene data per scontata. i> cheviene criticato è il fatto di nonconcentrarsi sulla spiegazione dei gestidevianti tenuti dall’attore ; thens infatticontesta di non aver considerato che unsoggetto quando delinque si trova gi& nelsentiero che lo conduce a divenire uncriminale violento, e ci) accade moltotempo prima che egli venga etichettatocome pericoloso. infatti solo nel corsodella vir!lenza che il criminale, fino adallora deviante primario, viene etichettatocome pericoloso e diviene in tal modo uncriminale violento secondario.+ PREVEN%IONE E STRATEGIE DIINTERVENTO: i l processo di

violentizzazione permette di affermareche criminali non si nasce, ma sidiventa - il miglior strumento diprevenzione per thens " dunque quellodi arrestare il processo di

violentizzazione.

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- *a fase pi' adatta per interveniresarebbe la brutalizzazione, ossia quandol’educazione alla violenza e alla paurapone le sue fondamenta motivazionali.+econdo thens lo strumento adatto "una presa di coscienza volta ariorganizzare i pensieri e le emozioni; unruolo importante pu) essere svolto dallascuola, alla quale dovrebbe essere dato ilcompito, dopo aver individuato i ragazzipi' difficili, di progettare programmieducativi finalizzati a formare comunit&fantasma non violente.- $uando per) le persone entrano nelprocesso di violentizzazione, entranonella performance violenta ed " quindi

necessario un intervento pi' energico -bisogna ricorrere ad unariso ializzazione s#e iale all’interno diun gruppo primario non violento edinsegnare a rispondere ai futuri

antagonisti in modo non violento; il

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comunità ed il fenomeno criminale simanifesterebbe proprio comeconseguenza dell’ineffi ienza di talinorme. $ui si instaura sempre l’eserciziodel dominio.

A + SEGREGA%IONE ECOM'NITA- &ISIC?E MINORI:ogni societ& sviluppa al proprio internoun numero di comunit& fisiche minori inforza del processo di segregazione, cio%le persone gravitano verso dei gruppi peri quali le loro esperienze sono pi'adeguate. 8gni comunit& fisica minorepu) identificarsi in base a delle proprienorme; ne consegue che colui che "considerato un eroe altrove potrebbe non

esserlo., + LE COM'NITA- MINORICIVILI: 0 ui il soggetto predominante "il #a ifista : egli dialoga con unacomunit& fantasma non violenta e rifiuta

qualsiasi scontro fisico, anche nelle

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manifestazione sar& rara. Individuiviolenti potrebbero trovarsi a passare di l@e cercare di stabilirvisi; essi sarannopercepiti come disadattati e l’incoerenzache deriva fra la loro comunit& diriferimento e quella non violenta liporter& ad uncambiamento drammaticodi s% verso la non violenza.

C + COM'NITA- MINORIMALE&IC?E: qui il soggettopredominante " una #ersona !ltraviolenta , con unacomunità fantasma diviolenza non attenuata - egli " percepitocome sempre pronto ad aggredirefisicamente in modo grave o uccidere inrisposta ad una provocazione .

- In queste comunit& il principio cardinesancisce che il mezzo pi' efficace perrisolve i problemi sul dominio deveessere la violenza fisica. 9uttavia thensafferma che il modello civile di comunit&

prevale su quello malefico.

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D + COM'NITA- MINORIT'R,OLENTE: 0 ui vi " unamescolanza di tipi: individ!i nonviolenti , mar1inalmente violenti e !ltraviolenti convivono; ne deriva chel’ambiente circostante " sempreproblematico. 4on vi sono regole precisecirca le modalit& per regolare i conflitti didominio, quindi essi si troveranno adesplodere in modo disordinato e nonriusciranno a stabilire nemmeno lemodalit& risolutive del conflitto.

+ DIMAMIC?E DICAM,IAMENTTO SOCIALE EORGANI%%A%IONE SOCIALE

DELLA VIOLEN%A- +e i criminali ultra violenti e i violentivarcano la soglia delle comunit& minoricivili con successo i pacifisti se neallontanano, esse degenereranno

lentamente in comunit& malefiche.

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Perch% si verifichi " necessarioattraversare la fase della turbolenza.+ IL DOMINIO VIOLENTONELL6INTERA%IONE SOCIALE: igesti degli attori sociali assumono unospessore simbolico a partire dall’essercidegli altri e dalla condivisione di unacomunit& di spazio e di tempo.

12 % $"//( )4/%-(%L)4/%: indica l’interazione cheavviene tra un preparatore e unavittimaquando si ricorrere alla forza fisica per

stabilire la posizione di dominio .- 8gni attore deve decidere comeimpiegare la forza fisica per risolvere laquestione del dominio. 4ella prima fase

. Affermazione del R!olo :sentendo di poter occupare il ruologerarchico maggiore all’interno di unacomunit&, si decide di rivendicarlo e diassegnare a qualcun altro quello di

subordinato.

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=. Rifi!to del R!olo: il subordinatopu) decidere se opporsi o meno: eglipotr& decidere per unaresistenza

passiva , con gesti che comunicano solol’intenzione di non accettare il ruolosubordinato, oppure per una resistenzaattiva che pretende invece di ribaltare lapretesa di dominio.

. S am"io di Gesti #er il R!olo : siraggiunge solo se nelle precedentinessuno ha conquistato il dominiodesiderato, i rivali pongono in essereulteriori gesti di rivendicazione o dirifiuto del ruolo per comunicare conforza le proprie intenzioni.

6. Im#osizione del R!olo : almeno

uno dei due decide che deve utilizzare laforza fisica per ottenere il dominio.5. Determinazione dei R!oli: si

stabilisce la configurazione definitiva deiruoli che pu) consistere in una vittoria o

in una sconfitta o un pareggio.

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!2 # 9)* "+L() -(%L)4/) : indicano che nel corso di un’interazionesi sta per ricorrere alla forza fisica, ma difatto essa non viene impiegata. +i trattadi un combattimento violento appenainiziato, % lo scontro che si arresta alla Dfase, quando uno dei due decide dirinunciare all’uso della violenza e alleproprie pretese di dominio.

?; D(#' /) ')* D% (4(%: indicache l’interazione non si traduce in unaschermaglia violenta e i confliggenti nonprocedono oltre, perch% uno di loro siritira dalla contesa.

+ VIOLEN%E COLLETIVE: 4el corso

di un atto sociale collettivo saranno igruppi a disputarsi la questione deldominio. 6sistono forme diverse diviolenza collettiva: in quelle spontaneecome ilin ia11i il gruppo svolge un vero

controllo sociale nei confronti di chi "

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percepito come diverso. 8gni singoloattore si sente parte dell’organismomorale che riafferma il principio digiustizia violato.- *’azione collettiva violenta pu) essereintesa sia come atto deviante, irrazionalee immorale, quanto come il suo esattoopposto e cio" come un tentativo diristabilire l’ordine morale nel punto incui " stato violato. 6merge qui con forzail doppio messaggio della violenza:maleestremo e ontrollo so iale .- COSMOLOGIA E VIOLEN%A: lacosmologia " unconcetto sensibilizzantefinalizzato a restituire senso allecondotte umane violente . I principali

studi convergono nell’affermare che,pure esistendo una moderata masignificativa associazione tra violenza edisturbo mentale, essa non " creata dallamalattia, ma " una caratteristica

temperamentale o di una personalit& che

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+ L6E&&ICACIA PROCESS'ALEDEL SOLILO)'IO: Il processodeliberativo si suddivide in diverse fasi:

@ l’individuo biologico, lo slanciovitale e l’( come individui biologicisiamo formati daimpulsi che ci rendonosensibili agli stimoli. questo checostituisce un’esperienza viva, il propriosentirsi in relazione col mondo. *’iobiologico o il s% corporeo " sempreimmerso nell’immane concretezza dei

fenomeni vitali.- 4el corso della crescita, andando oltreal s% corporeo si comincia a guardare ilmondo e se stessi attraverso i simboli e sid& forma a un proprio peculiare tempo e

spazio di mondo che " individuale.- Il simbolo implica un senso possibile,una costruzione di s%.- +i pu) parlare per ogni uomo di unasoggettivit& irripetibile che possiamomettere a fuoco indagando il campo

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relazionale in cui si " gettati dallanascita. Il mondo personale di ogniindividuo " centrato attorno a s%; nelformulare giudizi e prendere decisioniognuno utilizza se stesso quale puntocentrale di riferimento.- *’I " quel serbatoio che contiene ildinamismo vitale ad agire; e gettarlo nelmondo " uno slancio per sua naturagenerale e indefinito. *o slancio vitalenon determina la direzione di un atto, madice solo che qualcosa accadr&.

8@ percezioni e sfondi prospettici leprospettive non sono percezioni, bens@ leloro guide: sono visioni ordinate del

mondo date per scontate checostituiscono la matrice selettivaattraverso cui percepiamo l’ambiente checi circonda. $uesti sfondi prospetticicontengono repertori di interpretazioni,risposte e norme sociali ai quali

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persone dalla loro prospettiva.- li attori violenti, quando assumono ilpunto di vista della vittima, per attribuireil significato ai loro gesti, non sentono n%comprendono necessariamente i lorovissuti ed i loro sentimenti.- 4on si possono mai assumereperfettamente i ruoli degli altri a causadella ciascunit& dei legami chi siinstaurano con gli sfondi prospettici, imondi sociali in ragione dellecomponenti dell’I.

<@ emozioni e role talAingpensiamo alle emozioni come a quellaparte dell’espressivit& umana che si

manifesta insieme al processo ditipizzazione, alle quali si pu) ricorrereper restituire un senso al nostro attualesentire; le descriviamo agli altriattraverso parole e discorsi cheraccontano il mondo sociale nel quale

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- Il senso del desiderio trova nell’altro leproprie chiavi perch% questi, pi' chemostrarci un oggetto irrinunciabile sar&innanzitutto colui che pu) soddisfare ilnostro bisogno simbolico diriconoscimento rivolto all’altro. nelcorpo a corpo con l’altro che il desiderioumano gioca la sua partita mortale.$uesto corpo a corpo con l’altro si rivelaal contempomortale poich% oltrepassa lasoddisfazione simbolica dell’esigenza diessere riconosciuti e si insinua comecondizione dell’angoscia.- Mentre conversiamo con noi stessi, levoci che prendono corpo, sono quelle chenon hanno pi' peso nel parlamento della

nostra comunit& fantasma; ad esse siaffiancano quelle che traducono glisguardi dei mediatori in parole seducenti,imperative a progettare linee d’azionesolo verso alcuni oggetti. *a nostra

cosmologia sar& cos@ costellata sia di altri

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l’emergere di un sistema d’informazioneunico su scala globale sempre accessibilea tutti ha avuto profonde ricadute suidiversi gruppi sociali che fino alla suacomparsa erano stati fondamentalmenteinfluenzati dalle loro culture diappartenenza ad una classe, ad un gruppoetnico e ad un’area territoriale.- 6ssendo in grado di proporre gli eventireali in modo visivo, la televisione offrela possibilit& di mostrare come il mondoappare e cosa il mondo sente in latriluoghi e da altre prospettive di ruolooffrendo loro una visione pi' ampiarispetto a quella espressatradizionalmente dai gruppi di

riferimento.- I media contribuiscono a ridefinirealcuni processi di socializzazione e diviolentizzazione: le immagini, i mondi, ipersonaggi reali o immaginari delle

fiction violente possono essere

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internalizzate ad animare i nostrisoliloqui in concorrenza con quelliincorporati nelle interazioni socialifaccia a faccia.

@ il tempo della riflessività e del solilo6uio Mead sosteneva che il flussodell’esperienza nel presente non pu)ricomprendere un passato n% includere unfuturo fin tanto che la riflessivit& nonconferisce questi caratteri a certe parti

dell’esperienza. 6sperienze vissute ericordi si riversano cos@ nelle nostredefinizioni della situazione e sonoutilizzati per immettere il presente nellatrama narrativa formata da quei copioni

che ci costituiscono e che noi stessicontinuiamo a reinterpretare e ariscrivere alla luce di nuovi accadimenti.

+ L-AM,IG'ITA- DEL MALE: *aricerca a volte maniacale di strumenti

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capaci di immunizzarsi e di espellere ilmale deriva proprio dall’eccedenza che ilsuo dilagare produce dentro le nostrecosmologie e nelle nostre istituzioni. +e "vero dunque che si pu) sperare diarginare alcune forme del male, le derivepi' violente e devastanti si sonomanifestate storicamente proprio quandosi " avuta la pretesa di operare un suototale e definitivo sradicamento. Ilsuggerimento " di non espellere il male,ma di trattarlo mettendo a disposizionedella societ& una sufficiente complessit&interna per il trattamento dei conflitti. *a