Rassegna 13 dicembre

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IL FATTO QUOTIDIANO

pagina 4 Domenica 12 dicembre 2010

Tutto cominciò

con la promessa

di un mutuo

Tutto è cominciato con un mutuo. Quello dell’ormaiex deputato dell’Idv Antonio Razzi, che nello scorsosettembre confessò al programma radiofonico LaZanzara di aver ricevuto offerte per passare alcentrodestra: “Ho parlato con 5-6 persone,deputati. Le offerte più concrete sono state laricandidatura e la rielezione sicura ‘così starai aposto per cinque anni, dormirai sogni tranquilli e

pagherai tranquillamente il mutuo’ ”. Nomi deimediatori? “Preferisco non farne” precisava Razzi.Persino spiritoso: “Se mi hanno offerto donne? No,ma se lo facevano non era male”. Poche ore dopo, ildeputato ripeteva il racconto sulle cospicueproposte (battuta esclusa) al blog di MassimoDonadi, capogruppo Idv alla Camera: “Mi hannofatto proposte allettanti, già da prima delle vacanze

estive. Si sono offerti di pagarmi il mutuo, mi hannopromesso la rielezione sicura e qualche carica in più.Si è parlato anche di farmi entrare nel governo”. Inentrambe le interviste, il deputato eletto all’e s t e roassicurava di non voler cadere in tentazione: “Ilmutuo me lo voglio pagare da me. Io sono unoperaio, e me ne vanto: un operaio non si compracosì”. ldc

“ALFANO E FRATTINI: ANCHEI MINISTRI SI SONO MOSSI PER RAZZI”

Parla Massimo Pillera, l’ex portavoce del deputato dipietrista,passato a Noi Sud e pronto a votare la fiducia

di Peter Gomeze Alessandro Ferrucci

“I l motivo della scelta diRazzi? L’ha spiegatolui stesso il 25 novem-bre durante una cena

a Zurigo: Angelino Alfano gliha garantito la rielezione eFranco Frattini gli ha permes-so di segnalare un nome comeprossimo Console onorario diLucerna. Per questo a Razziconveniva appoggiare Berlu-sconi. Anche perché AntonioDi Pietro gli aveva già dato ilbenservito a causa di un pro-cesso pendente”. Ecco qui.Basta una telefonata per risol-

vere il mistero di Antonio Raz-zi, l'ex parlamentare dell'Idv,approdato a Noi Sud, che conil suo voto potrebbe salvare ilgoverno e Silvio Berlusconi. Ebastano dieci minuti di inter-vista con Massimo Pillera, l'exportavoce di Razzi, per capirecome dietro il mercato dei de-putati si muova ormai l'interoesecutivo: dal ministro dellaGiustizia, fino a quello degliEsteri. Del resto Pillera chi siaRazzi, lo sa molto bene: “Hogirato un film sulla sua storiadi operaio e quando è statoeletto gli ho fatto da chioccia,vista la totale inesperienza po-litica. Poi l’ho lasciato e sonotornato al mio lavoro di gior-nalista e direttore del settima-nale svizzero 'La Pagina'”.Aspetti, in ordine cronolo-

gico: partiamo dal procedi-mento in corso. Di cosaparliamo?Dei suoi problemi con ilCram, acronimo di Consultaregionale abruzzesi nel mon-do. Lui ne era presidente.E quindi?È successo che i membri dellafederazione emigrati abruzze-si in Svizzera, lo hanno denun-ciato per appropriazione difo n d i .Quali fondi?Nel 2005 c'è stata un’alluvio-ne a Lucerna, e l’acqua ha dan-neggiato anche la strutturadove ha sede l'associazionedegli abruzzesi. Razzi, come

presidente del circolo, hachiesto un contributo alla Re-gione Abruzzo. Richiesta ac-colta, con una cifra che oscil-lava tra i 60 e gli 80mila euro.Intanto, però, ha fatto siste-mare il centro con i soldi del-l'assicurazione svizzera.Fino a quando...Sia la Regione che l'assicura-zione gli hanno chiesto un do-cumento che attestasse dinon aver ottenuto nessun'al-tro finanziamento.E lui?Ha firmato. E poco dopo,quando è stato eletto in par-lamento, si è dimesso.Come è stato scoperto?

IL SENATORE

“L’IDV DEVE CAMBIARE”

Grazie al nuovo tesoriere del-l’associazione che appena ar-rivato è andato a verificare ivari scontrini e ha trovato lericevute del dentista e le spe-se di acquisto di alcuni tele-visori, uno dei quali è dentrocasa-Razzi. Allora, partendoda questa anomalia, lo hannoconvocato. E lui ha reagitospiegando che erano fondidella Regione che lui aveva an-ticipato. Insomma, è cadutoin continue contraddizionitanto da portare l’associazio-ne a scoprire che l’Abr uzzoaveva realmente dato un con-tr ibuto.Bè, però aveva dei graviproblemi di denti......ah, sì! Il suo dente argentatoin bella evidenza nei primimanifesti elettorali, è stato so-stituito da un sorriso biancoin quelli successivi.Quale è stata la reazionedell’o n o revo l e ?Ha portato via il computercon dentro il bilancio. Poi èpartito il procedimento con-tro di lui.E allora torniamo alla ce-na...Sì, giovedì 25 novembre c’èstata una cena a Zurigo con al-cuni amici e aderenti all’Idvabruzzese, dove Razzi ha rive-lato che era pronto a lasciare ilpartito e che aveva intenzionedi votare la fiducia a Silvio Ber-lusconi.Ma come, proprio lui che asettembre aveva detto“Hanno provato a com-prarmi, ma ho rifiutato”?C’è un fatto: Di Pietro gli ave-va da poco comunicato chenon lo avrebbe più ricandida-to a causa dei problemi con lagiustizia. Quindi lui ha riferitodella proposta del ministro Al-fano per un posto sicuro in Ita-lia. Anche perché ha un mu-tuo di due mila euro. Non so-lo...Cosa?Contestualmente, durante lacena, ha alzato il telefono e hachiamato una collaboratricedi Frattini. Ha preso appunta-

mento per il lunedì successi-vo a Roma (il 29 novembre).Sede: il ministero. Ai presentiha detto che lì volevano darglil’opportunità di scegliere ilConsole onorario di Lucerna.Lui, Razzi, aveva una rosa diquattro nomi. Tenga contoche questa è una prassi total-mente fuori da ogni regola: ilConsole deve essere nomina-to dall’ambasciatore e non dalp a r l a m e n t a re .Ci definisca Razzi, comeu o m o. . .È una persona incapace diogni ragionamento politico.Vede, io sono un giornalistache tempo fa ha realizzato una

pellicola sulla sua vita da ope-raio del settore tessile. Poi gra-zie alla conoscenza con DiPietro, nata in Canada quandoil leader dell’Idv era ancora unpm di Mani Pulite, ha fatto ilsalto dentro Montecitorio. Pe-rò, è rimasto ancora lì.In che senso?Non ha approfondito, non si èdato da fare, non ha cercato dicapire, di migliorare. Era ed èinteressato ad altro. Vuole unesempio?P re go. . .Un giorno, quando ero il suoportavoce, ho ricevuto una te-lefonata mentre era su un pal-co a consegnare una meda-glia.E allora?Arrivava dalla Rai e mi confer-mavano la possibilità di farpartecipare la moglie alla tra-smissione dei pacchi.E lei?Mi sono avvelenato. E Razzi har inunciato.Bene, grazie. Buonasera...No, no, aspettate, voglio ag-giungere una cosa...P re go. . .All’estero c’è il sistema dellepreferenze. Vuol dire che glielettori hanno scritto il nomeRazzi sulla scheda, vuol direche chi l’ha scelto, l’ha fattoperché profondamente anti-berlusconiano. Quindi c’èdietro un tradimento profon-do della volontà degli eletto-r i.Quanti voti?Circa 3200 in Svizzera.Razzi si è più fatto vedere?No! Assolutamente. Per que-sto e gli altri motivi, non è piùmolto gradita la sua presenzadalle nostre parti.

Antonio Razzi, in un’elaborazione da foto Emblema

A R R E S TAT E L I

di Wanda Marra

Per B.è l’oradell’eufor iaTRATTATIVA IN EXTREMISC’è chi cerca fino all’ultimodi evitare il muro contromuro. “È nostra convinzioneche si debba procedere, unavolta acquisita ladisponibilità di Berlusconi edi Fini, ad avviare unconfronto superando loscoglio del voto di fiduciaattraverso la nonpartecipazione deiparlamentari di Futuro eLibertà al voto del 14D i c e m b re ”: è un passaggiodel “documento politico”inviato da 16 parlamentari(sei di Futuro e Libertà e 10del Pdl) ai rispettivi leader

“AMORE E VERITÀ”Berlusconi arriva ad aprire:dopo il 14 si dice pronto acambiare la legge elettorale.E poi: "Non avrà altro futurochi vota la sfiducia se nonquello di finire in un listonecon le sinistre". E definisce lamanifestazione del Pdl “unagrande operazione di amoree di verità”

NESSUN PASSO INDIETRO”Il gruppo di Futuro e libertàper l’Italia non si divide,voteremo compatti lasfiducia sia alla Camera sia alSenato”, Gianfranco Finichiude a ogni possibilemediazione

di Sara Nicoli

Vo t ifutur istiin bilicoW I VOLTAGABBANA La difesadi Fabio Rampelli: “Se questicambi di casacca fosseroproprio una competenzadella magistratura, midomando come mai, al solito,la Procura si sia destata dalletargo a tre giorni dal voto".

CHE FA BELLOTTI? Dice:"Non ho mai firmato alcundocumento, indirizzato a Finie Berlusconi, per evitare ledimissioni del premier”. Poi,però, si continuano a sentirevoci che vogliono LucaBellotti, deputato eresponsabile Enti Locali diFli, come uno dei votitrabollanti. Lui nega.

LA POLIDORI RIMUGINA“Cosa succederà martedì 14dipende dalle mosse che cisaranno, ma mi auguro cheBerlusconi e Fini sidimostrino veramenteleader e tirino fuori l'assodalla manica”. Come lomette un voto contrario aBerlusconi con il favore che ilha fatto al cugino Francesco,patron del Cepu, con lariforma dell’U n i ve r s i t à ?

Pan ch oPa rd i ,

s e m at o redell’I dv

di Pancho Pardi

D ue deputati escono da Idv. Nellasituazione attuale è fatto gravissi-

mo. Ma assai più grave è che vadano asostenere Berlusconi. Interessi perso-nali, crisi di coscienza, opinioni diver-se sono cose ammissibili in politica.Ma ora due eletti nel partito che più ditutti ha combattuto l'anomalia italianane diventano sostenitori nel momentopiù critico e rischiano perfino di es-sere decisivi nel conteggio dei voti.Fanno l'esatto contrario di ciò chehanno promesso ai loro elettori. In-crinano la credibilità del partito. Sug-geriscono agli elettori che anche i col-leghi restati al loro posto possono es-

sere sospettati. Il loro comportamen-to da farsa grottesca pone una doman-da che già ora gli elettori ci rivolgono:come fate a stare in un partito che haeletto due tipi così?La nostra risposta deve essere chiaris-sima. Non basta constatare l'enormepotenza corruttiva di Berlusconi, per-ché noi avevamo il dovere di essereinsensibili alla corruzione. E' neces-sario ripensare e modificare i critericon cui si costruisce il partito, dal ter-ritorio al Parlamento.Tesseramento, verifica dell'impegnodegli iscritti, selezione dei militantiper gli impegni amministrativi e isti-tuzionali, scelta della candidatura aiParlamenti italiano ed europeo: tutto

deve essere ridiscusso.Fino a che una nuova legge elettoralenon imporrà nelle mani dei cittadini ildiritto di scelta, il nostro dovere è ditrovare una via di valutazione colle-giale dei candidati.Questa dovrà verificare la caratura in-dividuale, la storia personale, le com-petenze, la capacità, per giungere allaformulazione di candidature che ab-biano superato il vaglio dell'esame piùse vero.

“Ha usatoi soldiricevutiper l’alluvionedi Lucernaper rifarsii denti”

“Av e v aaddiritturabrigato per unapartecipazionedi sua moglieai ‘pacchi’in Rai”

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LA REPUBBLICA Pagina 23 - Cronaca Pisa, ridotti del 90 per cento i fondi per il museo delle navi antiche Rischio collasso per la Pompei del Mare Il direttore: i soldi bastano solo per la vigilanza. Appello per ottenere la tutela dell´Unesco CINZIA DAL MASO PISA - «Siamo al limite dell´emergenza. Altri sei mesi senza scavare, e quest´estate ci sarà il collasso». È disperato Andrea Camilli, direttore scientifico del Cantiere delle navi antiche di Pisa. E arrabbiato per la mancanza di fondi che da due anni blocca pericolosamente i lavori nel cosiddetto "porto delle meraviglie", la "Pompei del mare". Il più grande giacimento di navi antiche mai rinvenuto: 30 imbarcazioni di cui 10 quasi integre, e con tutto il carico perfettamente conservato, persino le corde, le reti, gli oggetti personali dei marinai. Tutto sigillato dalle sabbie umide che, nelle molte alluvioni dell´Arno, hanno travolto quell´approdo fluviale per mille anni fino alle soglie del Medioevo. «La scoperta più importante di fine millennio», si gridò nel 1998 quando venne alla luce durante i lavori per un centro direzionale delle ferrovie. Si mobilitarono tutti, nell´entusiasmo generale. Le Ferrovie migrarono altrove e si scavò alla grande grazie ai proventi del gioco del Lotto. Ma, spente le luci e terminate le passerelle dei politici, la situazione cambiò. Si risollevò un poco nel 2001 e 2002 quando vennero asportate le prime due navi, emerse dal fango tutte intere con grande spettacolo. Poi di nuovo l´oblio. Mentre le navi e tutto il resto, un po´ scavati e un po´ no, rischiavano di svanire. «Il problema è che si è voluto aprire tutto lo scavo subito, anziché scavare poco alla volta», spiega Camilli. Si è insomma scoperchiato tutto insieme il sigillo che ha conservato fino a oggi quei materiali delicatissimi in assenza di ossigeno. Per questo bisognava poi recuperare tutto al più presto. «Finora siamo sempre riusciti a tenere comunque la situazione sotto controllo - continua Camilli - Ora non più. E l´anno scorso il cantiere è stato pure travolto dall´alluvione». Nel 2002, coi riflettori puntati, al Ministero dei beni culturali si decise di proseguire lo scavo come cantiere-scuola aperto a studenti da tutto il mondo. Finanziamento previsto: un milione di euro l´anno per dieci anni. «Ma sono diminuiti sempre più, e i 300mila euro l´anno degli ultimi due anni sono bastati appena per le spese vive. Per l´anno prossimo, poi, sono previsti solo 20mila euro. Non ci si paga neppure la guardiania». Anche perché dal 2005 quei soldi hanno tenuto in vita pure l´annesso Centro di restauro del legno bagnato, dove si studia e conserva tutto quel che viene alla luce. Realizzato solo allora (con 1.200.000 euro di fondi Cipe) grazie al ministro Urbani, dopo anni di commissioni speciali e riunioni con enti locali, università, possibili sponsor. Con la scoperta delle navi antiche, Pisa pareva aver ritrovato la sua vocazione marinara. Si progettavano sia un Centro di restauro di caratura mondiale che un grande Museo delle navi agli Arsenali Medicei. Si pensava di offrire una seconda importante attrattiva turistica a chi oggi visita solo il Campo dei Miracoli o poco più. L´università Bocconi e la Normale di Pisa elaborarono un piano di ampio respiro per una spesa di 25 milioni di euro. Poi però il ministero dovette limitarsi a un progetto da soli 2,5 milioni di euro. La prima sezione del museo (1 milione di euro da Arcus) doveva aprire in questi giorni ma, assicura Camilli, «mancano solo gli ultimi ritocchi». Aprirà probabilmente col nuovo anno. Rischiando però di diventare uno dei tanti musei statali al limite della sopravvivenza. Non erano questi i progetti, le idee, i sogni. Mauro Del Corso, presidente nazionale degli Amici dei Musei, ha lanciato un appello per candidare scavi e museo come sito Unesco (da oggi sul sito www.iltirreno.it). Si preparano interrogazioni parlamentari di deputati Pd (Realacci e Fontanelli) e Idv (Evangelisti). Si sta insomma tentando di tutto per attirare l´attenzione dell´Italia e del mondo. Perché la Pompei del mare non merita di finire così.

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IL TIRRENO Pagina 9 - Attualità Allarme della Cgil: già più di un miliardo di ore, servono nuovi fondi Cassa integrazione record Persi da 600mila lavoratori 7.500 euro di salario ROMA. Sono numeri che fanno impressione. Oltre 1 miliardo e cento milioni di ore di cassa integrazione, quasi 600mila lavoratori coinvolti, con un taglio alla busta paga mediamente superiore ai 7mila 500 euro. Per un ammontare complessivo che supera i 4 miliardi di euro. Le cifre della cassa integrazione guadagni (Cig), elaborate dalla Cgil sui dati dell’Inps, nei primi undici mesi del 2010 non lasciano molti dubbi sulla profondità della ferita inferta dalla crisi al mondo del lavoro, in particolar modo nella meccanica, nel commercio e nell’edilizia, ovvero nei settori che da soli hanno fatto richiesta per oltre 650 milioni di ore di Cig, lasciando a casa oltre 300mila lavoratori. Ma se i dati di novembre mostrano una flessione del 10% rispetto al mese di ottobre, l’incremento dei primi 11 mesi del 2010 sullo stesso periodo del 2009 rimane deciso: +37,8%. E se sul totale delle ore si registra una progressiva diminuizione degli strumenti ordinari, la cassa in deroga (cigd) copre una fetta rilevante del totale del monte ore. Ed è per questo che la Cgil, attraverso il segretario confederale, Vincenzo Scudiere, lancia un allarme proprio per il finanziamento della cassa in deroga: «Per l’anno in corso sono molti i lavoratori che non ricevono il contributo economico nei tempi previsti e lo stanziamento autorizzato per il prossimo potrebbe non coprire i costi, visto che le ore di cassa in deroga sono aumentate del 248,8%, mentre lo stanziamento riflette la stessa cifra del 2009». Il 2010, secondo il sindacalista, «è stato l’anno in cui lavoratori e imprese hanno raschiato il fondo del barile e le prospettive, senza scelte di politica economica e industriale, non sono positive». Negli 11 mesi, considerando un livello medio di ricorso alla Cig, circa 1 milione e 630mila lavoratori sono finiti in cassintegrazione ordinaria, straordinaria e in deroga. Se invece si considerano i lavoratori a zero ore per tutto il 2010, non hanno varcato i cancelli delle fabbriche in 569.992 lavoratori (come se fossero restate a casa tutta Firenze e tutta Trieste), 179.197 di questi lavoratori erano in cassa in deroga. Si tratta di una «situazione economica e sociale insostenibile per milioni di lavoratori», come denuncia il rapporto della Cgil, visto che ogni lavoratore a zero ore ha perso in questo periodo oltre 7.516 euro. «Dati spaventosi», per i consumatori, che chiedono al governo di mettere mano con decisione a politiche economiche adeguate, mentre per l’Idv la realtà è ancora peggiore. «L’uso sistematico della Cig - dice Maurizio Zipponi, Italia dei Valori - ha portato la disoccupazione reale al 12%, la soglia più alta d’Europa dopo la Spagna».

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IL TIRRENO Pagina 3 - Toscana Sorpresi i lavoratori del settore, dopo le polemiche sulle aperture indiscriminate La Regione contro lo shopping festivo ma poi fa scattare le svendite a Befana Per la prima volta la Toscana non sarà l’ultima a partire FIRENZE. Se il grande freddo quest’anno si è abbattuto sulle vendite prenatalizie, il grande caldo della polemica continua a divampare nel commercio sul tema delle aperture nelle domeniche e nei giorni festivi e sull’avvio ufficiale della stagione dei saldi. Un avvio che, quest’anno, è stato anticipato di un giorno, al 6 gennaio. La decisione della Regione di anticipare alla Befana l’avvio dei saldi delude e accontenta allo stesso tempo i commercianti. La divisione si motiva soprattutto sulla base delle appartenenze geografiche. L’anticipo alla Befana, infatti, spiega l’assessore regionale al Commercio Cristina Scaletti, viene incontro a un’esigenza molto sentita e reclamata da tempo. Soprattutto nelle aree di confine e nelle zone turisticamente e commercialmente meno attrattive. L’anticipo dell’avvio dei saldi alla Befana, infatti, è frutto di una decisione concordata tra le Regioni italiane e permette alla Toscana, che storicamente dava il via alle svendite per ultima, di non soffrire del fenomeno dell’esodo da saldo. Con la Lombardia, il Lazio e la Liguria che iniziavano il 2 gennaio, i commercianti toscani, soprattutto delle zone di frontiera, erano costretti a subire cinque giorni di concorrenza legalizzata. L’accordo a livello nazionale, però, non è stato trovato sul sette gennaio, data canonica per l’avvio dei saldi in Toscana, ma si è optato per il sei. La decisione non è piaciuta alla Confesercenti e in particolare a Enrico Nigi, presidente dell’organizzazione nell’Empolese Valdelsa. Nigi avrebbe voluto che la data unica fosse spostata in avanti e non anticipata e, soprattutto, critica il fatto che la decisione arriva a poco più di un mese dall’entrata in vigore dei saldi, «costringendo a rimettere rapidamente mano ai calendari e a modificare decisioni già assunte su aperture domenicali e deroghe alla chiusura». La decisione di fissare il via ai saldi il 6 gennaio, inoltre, piomba in maniera inattesa sui contendenti della disfida fiorentina. Proprio nel capoluogo regionale, infatti, è in atto un confronto molto aspro tra l’amministrazione comunale, che vorrebbe giungere a un regime di apertura continua, e i sindacati che invece reclamano il rispetto di almeno alcune delle festività e il diritto dei lavoratori a godere del giorno di riposo il 2 gennaio e la Befana dopo un dicembre di aperture indiscriminate. Dopo che la Regione era scesa in campo a fianco dei lavoratori, la notizia dell’avvio dei saldi il giorno della Befana ha spiazzato i sindacati che, a questo punto, come alleato si trovano «solo» l’arcivescovo Betori.

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LA NAZIONE Pagina 3 – Prato Cas Ardita: “I democratici parlino con noi, non con il Pdl” L’Idv: «Presidenza Consiag Niente inciuci col centrodestra» Attacco a Bugetti e al Pd. Carlesi: «Decide l’assemblea» L’IDV picchia duro sugli «inciuci», il capogruppo Carlesi precisa che gli accordi su Consiag si fanno in assemblea dei soci e il sostenitore di Ciuoffo, Rocchi, sottolinea che «il Pd non può promettere nulla». Continua ad essere indigesta l’apertura del segretario del Pd, Ilaria Bugetti, ad una possibile presidenza del Consiag del centrodestra, con il rientro nel cda del Comune di Prato e le dimissioni di Paolo Abati. Un’apertura che presuppone però «la fine della bassa guerriglia» messa in atto dallo stesso centrodestra contro la holding, come ha detto Bugetti nell’intervista a «La Nazione». Le sue parole hanno suscitato forti reazioni in entrambi gli schieramenti, ma è nel centrosinistra che si registrano i mal di pancia più forti, anche se c’è chi condivide la linea della segretaria. Nel centrodestra invece si aspetta, lasciando al Pd la prossima mossa, mentre i sindaci soci di Consiag sono già in fibrillazione. IERI È STATA l’Italia dei valori a scagliarsi con forza contro Bugetti: «E’ davvero singolare la sua presa di posizione — ha detto il segretario provinciale, Salvo Ardita — La sua dichiarazione pubblica circa un eventuale accordo col centrodestra sulla presidenza del Consiag appare una risposta di comodo per far cessare la guerriglia scatenata dallo stesso centrodestra sul familismo nell’azienda. Bugetti non deve accogliere l’invito al dialogo del coordinatore provinciale del Pdl, Mazzoni». Poi le parole più velenose: «Il Pd semmai dialoghi di più con i partiti della coalizione anziché cercare incontri con l’avversario politico. Le eventuali dimissioni del presidente Abati non possono essere intese quale esclusiva responsabilità del Pd pratese. La decisione sulla presidenza di Abati è stata presa a suo tempo e noi la rispettiamo. Se va cambiata, che siano gli stessi protagonisti di allora a farlo, sentendo tutti i partiti di coalizione. Ci opponiamo a qualsiasi tipo di inciucio di palazzo e quello prospettato da Bugetti ci sembra uno dei questi». PAROLE CHIARE che testimoniano la tensione all’interno del centrosinistra. Dal canto suo il capogruppo in Comune, Massimo Carlesi, sottolinea che ogni discorso sulla presidenza di Consiag «passa dal confronto e dall’accordo con tutti i sindaci soci» e precisa: «Se il ragionamento di Bugetti è di più largo respiro lo condivido, diversamente non ha molto senso. Il futuro di Consiag, dalla missione aziendale alla governance, deve essere discusso e deciso in assemblea». Carlesi poi non rinuncia ad attaccare la giunta e il centrodestra sulle partecipate: «Non si capisce qual è la linea. Da una parte ci sono attacchi continui da parte della maggioranza e dell’assessore Bernocchi, dall’altra il sindaco dice che vanno valorizzate. Insomma, cosa vuole fare il Comune?». Una domanda chiave, visto che il quadro è complesso: «Bernocchi e la maggioranza parlano della vendita di Consiag ma Cenni non è d’accordo, poi si parla di dividere Gida, forse con l’obiettivo non dichiarato di vendere la parte industriale, ma si rischia di far pagare di più famiglie e imprese, infine c’è Sori, che forse perderà anche la gestione della Tia che tornerà ad Asm: insomma, che cosa pensa davvero il Comune di Prato? La stessa domanda vale per Consiag. Per me va fatto un ragionamento fra tutti i sindaci, non esistono scenari diversi. Ma se si parla di vendita delle quote e ci si spara addosso, sarà difficile arrivare ad un accordo». INFINE il «ciuoffiano» Lorenzo Rocchi: «In direzione non abbiamo mai parlato di rimettere in discussione la presidenza di Consiag, concordando invece sulla difesa delle partecipate. Non credo che il Pd di Prato possa promettere nulla — è la critica alla segretaria — ma forse Bugetti voleva solo dire che non è giusto che il socio di maggioranza relativa della società ne resti fuori». Leonardo Biagiotti

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IL TIRRENO Pagina 3 - Prato PROVINCIA Nasce il Forum del terzo settore PRATO. Il Consiglio provinciale ha approvato a maggioranza l’istituzione del Forum del terzo settore. A favore hanno votato Pd e Idv, si sono astenuti i gruppi Pdl e Udc. L’adesione al Forum è aperta a tutte le associazioni di volontariato e di promozione sociale e alle cooperative sociali, previa iscrizione agli Albi e Registri Provinciali. «Del Forum faranno parte le 170 associazioni iscritte all’albo provinciale - ha spiegato Loredana Ferrara, assessore alle Politiche sociali - ma l’obiettivo è mettere in rete tutte le esperienze attraverso uno strumento di partecipazione che consenta ai soggetti non profit di scambiare informazioni, sviluppare progettualità condivise, esprimere pareri e presentare proposte».

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IL TIRRENO Inaugurato il circolo Idv presidente è Massimo Menghetti GROSSETO. Inaugurato nei giorni scorsi il circolo Idv Grosseto in via Manetti n. 29. Massimo Menghetti, presidente del circolo, ha espresso entusiasmo per una realtà che, pur essendo in fase embrionale, sta già raccogliendo tanti consensi, sia in termini di iscrizioni che di manifestazioni di stima ed interesse. «Il circolo Idv Grosseto ha deciso di dotarsi di una sede che non vuol essere un ufficio; bensì uno spazio aperto dove chiunque può chiedere e partecipare a tavoli di discussione, incontrare i membri del circolo ed anche rappresentanti dell’Idv nelle istituzioni, fare proposte, o anche domande e esporre problemi. È doveroso un ringraziamento non solo a quanti hanno sin da subito riposto fiducia stimolando l’inizio di un percorso importante e impegnativo, ma anche a coloro (Pietro Coradeschi, Renata Fortunati, Antonella Gedda, Roberta Papi, Antonio Rossi, Carla Semplici, Alfonso Tarquini, Francesco Falletti e Emilio Falletti) che con passione stanno dedicando il loro tempo». Contatti: recapito telefonico cell. n. 3277421370, indirizzo email: [email protected], profilo Facebook: Idv Grosseto.

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