Rassegna 14 dicembre

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Rimpasto premio

In palio ci sono

undici posti

PANICO AL MERCATOL’inchiesta di Roma frena la compravendita di votiC’è un avvocato “pentito” dietro l’esposto dell’Idv

NO BERLUSCONI DAY

Undici posti: uno da ministro, due da viceministro,ben otto sottosegretariati. Il governo Berlusconi ha giàpronto un “rimpasto premio”. In palio ci sono anche i

posti lasciati liberi dai “f i n i an i ” Andrea Ronchi (exministro alle Politiche comunitarie), Adolfo Urso (che

era viceministro con delega al Commercio estero),Roberto Menia e Antonio Buonfiglio (sottosegretari

all’Ambiente e alle Politiche agricole).

SCUDI AD PERSONAM Anche Fini se n’è accorto

B. e quel bisogno di “legittimo impedimento”

di Paola Zanca

“E h... e adesso non so-no più ferrato suniente, ok?”. Alle seidi pomeriggio Mario

Pepe non ragiona più. È tutto ilgiorno che rimbalza come unatrottola da un lato all’altro diMontecitorio. Avvicina i colle-ghi del Pdl: “Dovremmo essere315 a 312”. Poi è il ministroBrunetta a fermarlo: “Che faCalearo, che fa? Fabrizio (il ca-pogruppo Cicchitto, ndr) èp re o c c u p a t o ”. Tutti si rivolgo-no a lui come se avesse il pal-lottoliere sotto controllo, ep-pure, qualche ora più tardi,quando gli chiedi di fare i con-ti, perde la testa. I sintomi si ap-palesano nel suo intervento inaula, quando chiede al presi-dente Fini di “convocare, sullabase dell’articolo 64 della Co-stituzione, il Parlamento in se-duta segreta, al fine di salva-guardare l’incolumità deimembri del Parlamento”.Ma di cosa ha paura Pepe?Ufficialmente non si sa, ma An-tonio Di Pietro è convinto chesiano stati i suoi due esposti inProcura a fermare i giochi. “Liabbiamo spaventati - spiega - al-trimenti avrebbero continua-to”. Parla della compravendita,del “mercato delle vacche”ch eda settimane sta sconquassan-do gli equilibri della politica.Una decina di nomi, tra “pre -de” e “predator i”, che ora sonoal vaglio del procuratore ag-

giunto Alberto Caperna. I “per -suasi” sono parlamentari, ma afare da mediatori non sarebbe-ro i politici, che si occupereb-bero solo di muovere le acquenella fase iniziale: funzione “adc o l o ra n d u m ”, la chiama Di Pie-t ro .A seguire la compravendita inconcreto, poi, sarebbero altri:ad esempio, la “gola profonda”

che avrebbe fornito prove do-cumentali della presunta cor-ruzione è un avvocato. Sareb-be stato arruolato mesi fa, aitempi dei primi malumori conGianfranco Fini, per “raduna -re ” parlamentari che avrebbe-ro potuto sostituire i “tradito -r i” finiani. L’operazione nonandò in porto: a convincerel’avvocato a parlare, sarebbestata proprio la mancata ricom-pensa per la trattativa fallita.Tra i casi illustrati da Di Pietro

ci sono sicuramente quelli deidue ex Idv, Domenico Scilipotie Antonio Razzi. Tutti e due,nei giorni scorsi hanno abban-donato il partito e sono prontia sostenere il governo Berlu-sconi. Nel caso del primo, po-trebbero aver pesato le pres-sioni di ambienti siciliani, co-me quello di Barcellona Pozzodi Gotto. Nel caso di Razzi,confluito in Noi Sud, potrebbe-ro essere state, almeno standoai racconti del suo ex portavo-

ce, le promesse dei ministriFrattini e Alfano. Raccontal’Idv Francesco Barbato, fino apochi giorni fa compagno dibanco di Razzi, che le pressioniandavano avanti da tempo.Pranzavano insieme, e Razzi glifaceva il resoconto delle avan-ces: “Lo aveva impressionato ilfatto che Berlusconi lo facevaaccomodare sul divano, e poicontinuava a sbrigare i suoi im-pegni: incontri, telefonate, fa-ceva tutto davanti a lui, per far-

lo già sentire uno dei suoi”. IeriBarbato ha provato a chiamar-lo un sacco di volte. Niente dafare. Alla fine gli ha lasciato unmessaggio in segreteria, madubita che servirà a farlo torna-re sui suoi passi. Razzi se n’è an-dato con Noi Sud - come avevagià fatto un altro Idv, AmericoPorfidia, indagato per estorsio-ne aggravata - e voterà la fidu-cia.Non hanno ancora trovato unaposizione unitaria i tre del Mo-

vimento di Responsabilità na-zionale: Cesario vuole votare lafiducia, Scilipoti si è quasi con-vinto, dopo che una troupe diA n n o ze ro , dice, ha fatto sveniresua madre. Calearo è ancoraper l’astensione ed è letteral-mente tartassato dalle telefo-nate del Pd e del Pdl.Non voteranno nemmeno idue del Sudtiroler Volkspartei.L’onorevole (di Bolzano) Mi-caela Biancofiore ha provato aconvincerli a votare la fiducia,

di Antonella Mascali

M eglio tardi che mai. GianfrancoFini si è accorto che il suo al-

leato, fino all’estate scorsa, SilvioBerlusconi “non vuole governare”ma “rimanere a Palazzo Chigi perevitare i processi finché c’è il le-gittimo impedimento” che per lui“è vitale”.Il presidente della Camera, ospitedi Lucia Annunziata, aggiunge chenon ci sta a una riforma della giu-stizia voluta dal premier “solo pernon essere processato”.Tu t t ’altro che faziose le osservazio-ni del co-fandatore del Pdl e orafondatore di Fli, anche se il legit-timo impedimento, così come lealtre leggi pro Berlusconi, sonostate approvate finora da tutti i fi-niani.Dalla discesa in campo del cava-liere nel ’94, è stato un susseguirsi

di leggi ad personam: ex Cirielli,depenalizzazione del falso in bilan-cio, Cirami, condono edilizio, scu-do fiscale, ecc. La mission di av-vocati-parlamentari, consiglierigiuridici, assistenti degli avvoca-ti-parlamentari, è quella di setac-ciare il codice penale, quello di

procedura penale, le sentenze del-la Cassazione, dal dì alla notte, persalvare il grande capo da processiin corso e futuri, da inchieste dioggi e di domani. Attualmente Ber-lusconi è sotto processo a Milanoper corruzione in atti giudiziari aldibattimento Mills e per frode fi-scale a quello Mediaset sulla pre-sunta compravendita falsata dei di-ritti cinematografici. Inoltre è ac-cusato di frode fiscale per fatti cherisalgono appena al settembre2009 e appropriazione indebita,per l’inchiesta fotocopia di Media-set, denominata Mediatrade-Rti, infase di udienza preliminare. Tutti etre i procedimenti sono congelatiper il legittimo impedimento “adpremier e ministri”, evocato da Fi-ni. Una norma ideata in origine so-lo per il presidente del Consiglio,dall’ex deputato dell’Udc e attualevicepresidente del Csm, Michele

Vietti. Approvata a marzo scorsoda Pdl e Lega, con l’astensione deicentristi, è una legge concepitacon il timer (scade a ottobre 2011)in attesa del lodo Alfano costitu-zionale, che giace in Commissioneal Senato. È stata la risposta delcentrodestra alla bocciatura daparte della Consulta, nell’o t t o b re2009, del lodo Alfano e ottenerecosì lo stesso obiettivo: mandare“in sonno” i procedimenti del pre-mier. I giudici di Milano, però, ri-tengono che la norma sia incosti-tuzionale in base all’articolo 3 sul-l’uguaglianza dei cittadini e in baseall’articolo 138 che delinea la pro-cedura per le norme di rango co-stituzionale, pertanto si sono rivol-ti alla Consulta.La discussione sul ricorso era statafissata per oggi, quando ancora il14 dicembre non era diventato ilgiorno della verità per il Berlusco-

ni quater. Poi, un paio di settimanefa, fonti ufficiose della Corte ave-vano fatto sapere che la discussio-ne sarebbe stata rinviata al 15 mat-tina, anche perché gli avvocati-par-lamentari del premier, NiccolòGhedini e Piero Longo, avevanopresentato un’istanza di rinvio. Ve-nerdì scorso il cedimento degli altigiudici: il neo presidente Ugo DeSiervo annuncia che la discussionesul legittimo impedimento si farà agennaio (oggi si saprà la data esat-ta) per evitare “il clima politicosur riscaldato”.

A fine dibattitoil Pdl provaa chiederela “sedutas e g re t a ” pers a l v a g u a rd a rei parlamentari

Deve risponderedi corruzionein atti giudiziari(Mills), frodefiscale (Mediaset)e appropriazioneindebita

La manifestazione dell’Italia dei Valori contro “il mercato delle vacche” dei deputati a Montecitorio

Fini a “In Mezz’o ra ” (FOTO ANSA)

Martedì 14 dicembre 2010

NO BERLUSCONI DAY

Misteri d’ItaliaLa richiesta di Mario Pepe (Pdl) in aula

“I n queste ore le vite private di alcuni parlamentari sonopassate al setaccio da un’inchiesta per reati non ancora

consumati. Questo è un atto di intimidazione sul voto libero didomani. Domani arriveranno dei pullman per far cadere il go-verno dal basso. Per cui chiedo di convocare, sulla base del-l’articolo 64 della Costituzione, il Parlamento in seduta segre-ta, al fine di salvaguardare l’incolumità dei parlamentari”.

di Caterina Perniconi

O ggi il Quarto Stato mar-cerà su Roma. Mentre inParlamento Silvio Berlu-sconi e Gianfranco Fini

misureranno deputati e di-stanze al centimetro, i cittadi-ni scenderanno in piazza. Glistessi che il premier ha invo-cato nel suo discorso come“s ov ra n i ”, arriveranno nellaCapitale per sfiduciarlo “dalbasso”.Non solo studenti, quindi, incorteo verso Montecitorio,ma anche tutti quelli che negliultimi due anni e mezzo han-no pagato un prezzo troppo al-to per la gestione del paeseportata avanti dal governoBerlusconi. Ci saranno rappre-sentative dei terremotati de

L’Aquila, delegazioni dallaCampania con i sacchettid’immondizia al seguito, glioperai di Pomigliano d’A rc o ,gli immigrati asserragliati sullagru a Brescia, precari da tuttaItalia e studenti mobilitati con-tro la riforma Gelmini dell’U-niver sità.

PER L’OCCASIONE la cittàsarà inevitabilmente bloccatae blindata con un piano straor-dinario senza precedenti: piùdi duemila uomini circonde-ranno il centro di Roma, conuna “zona rossa”che la Questu-ra definisce “f lessibile” a se-conda delle necessità e “del -l’atteggiamento dei manife-stanti”, che si prevede sianopiù di centomila. Di certo, nel-l’unica occasione in cui il no-stro paese si è trovato a doverfronteggiare una situazione ditensione simile, con una “zonaro s s a ” così ampia, non è statoall’altezza. E il G8 di Genova èancora una ferita aperta.Il blocco vuole impedire ai ma-nifestanti di raggiungere i Pa-lazzi del potere. Ai parlamen-tari è stato chiesto di affrettarsinel raggiungere il Senato e laCamera per non incontrare icontestatori. I cortei sarannomolteplici: l’appuntamento èper gli studenti “medi” alle9:30 in piazza della Repubbli-

ca, per gli universitari alla stes-sa ora in piazzale Aldo Moro, difronte all’ingresso de La Sa-pienza, mentre la società civilesi raccoglierà al Colosseo alle10:30, guidata dal Popolo Vio-la.“Sono in arrivo 60 pullman datutta Italia –spiega Claudio Ric-cio, del coordinamento univer-sitario Link – sarà una manife-stazione importante, non lega-ta solo ai temi studenteschi, maa quelli del futuro del paese”.In piazza scenderanno anche iricercatori della Rete 29 aprileche hanno protestato sul tettonelle ultime settimane.“Cercheremo di avvicinarciquanto più possibile al centro– ha detto Stefano Vitale, del-l’Unione degli studenti – per -ché vogliamo portare i nostriregali al governo, pacchi pienidi soldi fasulli, come le lorop ro m e s s e ”.

LE PROTESTE non si svolge-ranno solo a Roma. Sit-in e fla-sh mob caratterizzeranno tuttele più importanti piazze italia-ne. Atteso a Milano un corteodi studenti e di precari che par-tirà alle 9:30 da largo Cairoli. ATorino l’appuntamento è alle 9a piazza Arbarello. Alla stessaora concentramenti anche aNapoli e Palermo. Per dire “ba -sta” all’era berlusconiana.

Il Quarto Statomarcia su Roma

MENTRE CONTINUANO I GIOCHI DI PALAZZOI CITTADINI ASSEDIANO LA CAMERA: “ORA BASTA”

ma ha ottenuto solo una rifles-sione sulle “alleanze organichef u t u re ”.Si cerca consenso in ogni ango-lo di Montecitorio. Addirittu-ra, a un certo punto della gior-nata, si diffonde la voce che og-gi il governo potrebbe porre lafiducia su un provvedimentoqualsiasi: in quel caso, avrebbela precedenza sulle mozioni disfiducia, e soprattutto ci sareb-bero state altre 24 ore di tempoprima del voto. Ipotesi fallita

per un motivo banalissimo: nelvoto di sfiducia la parità di votivale come una vittoria (il go-verno non cade), in quello difiducia, il pareggio è una scon-fi t t a .Strategie che raccontano il pa-nico che si è diffuso a macchiad’olio nella maggioranza, do-po che i finiani hanno serratole fila. Santanchè e Verdini siaggirano per il Transatlanticocon volti spettrali. A SimoneBaldelli viene ordinato di chia-

mare una trentina di parlamen-tari e affidare ad ognuno ilcompito di controllare che glialtri colleghi siano presenti.“Guzzanti che fa?” è il tormen-tone della giornata. Pare stiacon l’opposizione. FrancescoPionati riceve una telefonatadietro l’altra. “Onorevole, di-cono che Grassano abbia cam-biato idea...”. “Ma come! Me loso’ mangiato un’ora fa!”. “Pre -go ? ” “Volevo dire che abbiamopranzato insieme”.

Anche i poliziotti non ne possono piùPRESIDIO SINDACALE SOTTO MONTECITORIO: “IL GOVERNO NON HA MANTENUTO LE PROMESSE”

di Silvia D’Onghia

O ggi saranno schierati in massa a garan-tire la sicurezza dei “palazzi” e a far ri-

spettare la zona rossa. Ieri, invece, sottoMontecitorio, c’erano proprio i poliziot-ti, i vigili del fuoco, la guardia forestale, lapenitenziaria. La verità è che non ne pos-sono più neanche loro, i tutori dell’o rd i -ne, presi in giro da un governo che –dopoaver vinto la campagna elettorale sulla si-curezza – ha voltato loro le spalle. Oltreun anno di promesse vane, oltre un annodi proteste del popolo in divisa.Ieri c’erano tutte le sigle sindacali, ban-diere al vento sotto il cielo terso ma gelidodi Roma. Cartelli contro Berlusconi e sa-gome di poliziotti accoltellati alle spalle.Hanno le facce stanche, questi “ser vitoridello Stato”, facce di chi sta perdendopian piano anche il senso del dovere: “Èl’undicesima volta che scendiamo in piaz-za, inutilmente”, confessano. Ma tantonessuno li ascolta, sono pochi anche i par-

lamentari che scendono a portare solida-rietà. E loro fischiano il ministro La Russache poi li addita: “C o mu n i s t i ! ”. Ci sonotutti, dagli agenti ai vice questori: prote-stano perchè alla Camera è sparito unemendamento che riconosceva la speci-ficità delle forze dell’ordine (modifican-do il decreto Tremonti). Ma non solo.“Dall’insediamento del governo Berlu-sconi sono stati sottratti un miliardo e 700milioni di euro al comparto sicurezza, di-fesa e giustizia”, commenta amaro il se-gretario generale dell’Associazione na-zionale funzionari polizia, Enzo Marco Le-tizia. Soldi che non pesano soltanto sulfine-mese degli interessati, ma che vannoad incidere direttamente sulla sicurezzadei cittadini: “Sono aumentate in manieraesponenziale le rapine in villa”, prosegueLetizia. È vero, come dice Maroni, che indue anni sono stati arrestati molti latitan-ti, ma il merito - dicono i poliziotti - è sol-tanto delle forze dell’ordine e dei magi-strati. “Se il 31 dicembre passerà, come la

legge prevede, il tetto massimo aglistraordinari –puntualizza il segretario delSilp, Claudio Giardullo – verranno menouna serie di attività di ordine pubblico,anti terrorismo, anti mafia, oppure i po-liziotti lavoreranno gratis. E questo sichiama sfruttamento”. “Il governo è trop-po lontano dai problemi reali del paese.La sicurezza, intesa come legalità, è il mo-tore per far ripartire l’Italia”, ribadisce Fe-lice Romano, segretario del Siulp. “Chie-diamo che l’emendamento venga ripro-posto domani al Senato”, chiede il segre-tario del Sap, Nicola Tanzi.In mezzo alle divise, ieri c’era anche unaclasse di studenti, che faceva lezione diCostituzione. “Manifestare pacificamen-te è un diritto sacrosanto, ed è anche unnostro diritto – spiega ai ragazzi Giusep-pe Tiani, segretario del Siap –. Non siamodei manganellatori e se siamo qua è ancheper tutelare le vostre future proteste”.Un’immagine che, però, difficilmente og-gi non si potrà ripetere.

Assiemeagli studentiscenderannoin piazzatutti i delusidai due annidi governo

P rev i s i o n i

Chi verrà dopo? Vendola,Tremonti e Montezemolo

L’ORA DELLA VERITÀ e compagnia bella:la stampa estera ha titoli un po’ scontatisulla politica italiana, Berlusconi, Fini,Casini e i soliti noti.Ma c’è chi, in attesa della crisi, se ci sarà,e delle elezioni, se ci saranno, guardacomunque alle alternative del presente oagli outsider del futuro. Per un ‘dopoBerlusconi’ che non sia, però, unBerlusconi bis, il candidato quasi unico èGiulio Tremonti, ministro dell’Economia

dalla pagella europea modesta - stando,almeno, al recente giudizio del FinancialTimes -, ma ugualmente un giganterispetto ai suoi colleghi. Stranamente, imedia internazionali tendono a ignorarel’ipotesi Letta, forse perché lo ‘zioGianni’ di Mr B. ha una visibilitàcircoscritta all’orizzonte nazionale.Se, invece, il dopo passasse attraverso leelezioni, ecco alternative di sinistra, manon Bersani, e di centro, ma non Casini e

tanto meno Rutelli. La Bbcindividua l’Obama italianoin Nichi Vendola,governatore della Puglia aiblocchi di partenza delleprimarie, mentre altricitano, o meglio citavano,a sinistra, Matteo Renzi,sindaco di Firenze, un po’ s c re d i t a t odopo l’omaggio al premier ad Arcore.Al centro, piace, o almeno riesce a fareparlare di sé, Luca di Montezemolo“pronto a lasciare la Ferrari - scrivevarecentemente The Times - e a sfidareBerlusconi”.Una ‘candidatura’ s o s t e nu t aanche da The Telegraph e dal Daily Mail,oltre che da Par ismatc h.

Giampiero Gramaglia

LA ZONA ROSSA

COSTITUZIONEe “s eg re t e z z a ”

“L e sedute sono pubbliche: tuttavia ciascuna del-le due Camere e il Parlamento a Camere riunite

possono deliberare di adunarsi in seduta segreta”.Nell’articolo 64 della Costituzione, al comma 2, esi-ste effettivamente l’opzione della “seduta segreta”,ma la possibilità “eccezionale”, ricorda il sentatorePd e costituzionalista Stefano Ceccanti, “di una se-duta segreta fu inserita su particolare sollecitazionedel democristiano Giovanni Uberti motivandolasulla base di un precedente relativo alla prima guer-ra mondiale per affrontare questioni di politica este-ra che non potevano essere trattate in pubblico”. Il20 settembre del 1946, il padre costituente Uberti,che sarà anche sindaco di Verona all’inizio degli an-ni ‘50, ritenne che si dovesse tenere aperta questaopzione proprio ricordando la specificità di alcunedecisioni di politica estera. “Con tutta evidenza -chiosa Ceccanti - essa non è in alcun modo utiliz-zabile per una seduta relativa a voti di fiducia e sfi-ducia per i quali la Costituzione (art. 94, comma 2)prevede l’appello nominale, collegata indissolubil-mente alla pubblicità della scelta”.

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Montecitorio, rischio

pareggio: 313 a 313,

ma si aspettano sorprese

NO BERLUSCONI DAY

Qui a fianco, la situazione numerica a Montecitorio:sarà un voto al fotofinish, e comunque alla fine

fiducia e sfiducia saranno decise da un pugno di voti.Secondo i conteggi febbrili delle ultime ore la

situazione sarebbe in parità: 313 per la fiducia, 313per la sfiducia, 1 incerto e 2 astenuti. Mentre il

presidente della Camera Fini non partecipa al voto.Ma si aspettano sorprese dell’ultimo minuto

L’accusa di Zanda“Affari privati con Putin e Libia”

“N essuna protesta per Anna Polikov-skaja. Perché Berlusconi non ha

mai discusso in Parlamento queste sue po-sizioni? Per amicizia disinteressata conPutin e Gheddafi? Oppure per un reticolodi interessi personali?”: così Zanda del Pd.

di Alessandro Ferrucci

C’ è chi cammina ai lati delTransatlantico di Monteci-

torio, come Dario Franceschini,e urla al telefono: “Questi stan-no portando a termine la com-p ra v e n d i t a ! ”; chi abbozza unsorriso e, tra il serio e il faceto,la butta lì: “Cosa faccio se pas-sa la sfiducia? Sarò costretta adandare via dall’I t a l i a . . .”. Paroladi Daniela Santanchè. E anco-ra chi mentre pronuncia il suoprimo discorso durante il dibat-tito, si sente male ed è costret-ta ad abbandonare. È successoalla pidiellina, fedelissima delpremier, Nunzia Di Girolamo.Ecco, questo è un abbozzo del-la prima giornata di passionedel quarto governo Berlusconi:tra isterismi, preoccupazioni,riunioni, persone che si dedi-

cano ai conteggi (“siamo so-p ra ”, “no, cade”) e altri chechiamano colleghi per avere ilquadro della situazione.

Eppoi c’è lui, il “t ra d i t o re ” digiornata, l’ex Idv Domenico Sci-lipoti: cammina, cammina e an-cora cammina. Entra ed escedall’aula, si guarda attorno, nonosa avvicinarsi agli ex amici enon sa se può salutare i nuovi.Vaga. Tanto da restar a lungo inpiedi davanti alla presidenza diFini in attesa che qualcuno gliindichi dove andare a sedersi.“Se voto la fiducia? – spiega al‘Fa t t o ’ – Dopo quello che mi hacombinato le truppe di ‘A n n o-ze ro ’, non ho più dubbi: appog-gio il governo”. Sì, ma cosa èsuccesso? “Sono andati nel miopaesino – continua – per par-lare con mamma e lei si è tal-

mente spaventata da svenire.Ma vi rendete conto?”. Insom-ma, se Berlusconi ce la fa, ètutta colpa o merito di Santoro.Potere della tv. “Poverino, nonregge lo stress, ha i nervi a pez-zi, non sa quello che dice”, ghi-gna un deputato dell’Idv men-tre lo ascolta.Gli stessi che portano un vete-rano come il ciellino MaurizioLupi a confondere i leader del Pddurante un momento del suo in-tervento, quello con maggiorepathos: “...Massimo D’Alema èsalito sui tetti delle università percriticare la riforma!”. Peccatoche era Pier Luigi Bersani. Risatedall’opposizione, e non solo.Quindi Alessandra Mussolini,pantera nello scagliarsi controPiero Fassino reo di averle detto:“Onorevole, il ministro Carfagnal’ha già definita egregiamente”.

E ancor più pantera nel rivolgerenuove minacce alla stessa mi-nistra (“C re t i n a ! ”). Solo perchénon l’ha difesa. Infine micia nelcercare l’abbraccio e la com-prensione di Berlusconi: le si av-vicina e lo bacia.Non solo. In una giornata comequesta, dove si respira l’aria del“tutto vale, l’importante è por-tare a casa il risultato”, accadeanche che uno degli onorevoliutilizza un piccolo escamotageper ottenere un minuto in più,da dedicare al proprio interven-to. Così il siciliano dell’Udc Sa-verio Romano, politicamentemolto vicino a Totò Cuffaro, lestonel “t r u f fa re ” lo stesso Fini chegli chiedeva di interrompere ildiscorso: “Onorevole è termina-to il tempo a sua disposizione”.E Romano: “Presidente, sonod’accordo con il collega che ri-

nuncia al suo, di tempo”. “Bene ,p ro s e g u a ”. Salvo poi scoprireche nessun “collega” doveva in-tervenire. Rispetto per le istitu-zioni? Poco.

Così Mariarosaria Rossi,giovane e procace pidiellina, tro-va anche il tempo di mimare allecolleghe alcune mosse da disco-teca, modello cubista. O l’a l t raprediletta del premier, GabriellaGiammanco, più preoccupata alisciarsi i capelli e chiacchierare

Oggi la veritàin Parlamento

“‘No ai diktat’:l’appellodel Caimanoai moderatidura un paiod’o re

FIDUCIA O MORTEIL RISCHIATUTTO DI B.No alla pace di Fli, Bossi vuole le elezioni

di Wanda Marra

“C redo che la mozione disfiducia sarà respinta”.Galvanizza le truppe esi auto-galvanizza an-

cora una volta Silvio Berlusconi,replicando in aula alla Camera.Un’altra volta si pone come vin-citore rispetto all’avver sario,Gianfranco Fini, che, rimangian-dosi l’orgoglio, gli aveva offertoun accordo in extremis. È la finedi una lunga giornata istituziona-le, iniziata in Senato alle 9, conun discorso tanto sottotono,quanto abile, per chiedere anco-ra una volta la fiducia per il suogoverno e finita a Montecitorio,con toni diversi, ma identici con-tenuti, che si permettono il lussodi ignorare più di 3 ore di dibat-

tito in aula. Il Cavaliere a PalazzoMadama legge qualche paginet-ta, parla 31 minuti. Si tiene su po-chi punti fermi. Il richiamo allaresponsabilità e al “bene dell’I-talia”: “La sfiducia deve esserecostr uttiva” e “serve continuità,non crisi al buio”.

UNA STOCCATA a Fli (“non sipuò tradire il mandato degli elet-tor i”) con la condanna di un “go -verno con l’opposizione”. E poi,soprattutto, le aperture. Calcola-te, per prendere voti. La prima “adper sonam” per Paolo Guzzanti,che fino all’ultimo era dato in bi-lico: “Terremo conto delle propo-ste del Partito liberale, a comincia-re dalle privatizzazioni". Unicorappresentante del Pli alla Came-ra, appunto Guzzanti. Poi, soprat-

tutto, all’Udc: “A tutti i moderati diquesto Parlamento propongo unpatto di legislatura rinnovandocosa c’è da rinnovare nel pro-gramma e nella compagine del go-ver no”. Un messaggio a Casini,che ancora una volta vuole anchestringere nell’angolo Fini. E poi, ilcambiamento della legge elettora-le: unico punto fermo, la difesadel bipolarismo. Un discorso allaLetta, che volutamente non alza itoni e tiene il profilo dello statistaresponsabile. Ma l’impressione èche tutto accada sottotraccia, lon-tano dal Parlamento. Cosicché ilCavaliere si può anche permette-re un sonnellino in aula. CosicchéBossi non ci sta e avverte: “O fi-ducia o voto. Nessun allargamen-to”. Durante la replica, il premierregala qualche momento da Cai-

mano. Punto dolente, i suoi rap-porti con la Russia. Se la prendecon Pancho Pardi (“matto”), chericorda quando, durante una con-ferenza stampa congiunta tra Ber-

Come una corrida Il dibattito

Svenimenti, insulti e tetti sbagliati

lusconi e Putin, a una domanda diuna giornalista russa, rispose mi-mando con le mani il gesto di spa-rare con un fucile mitragliatore. Epoi, ribatte a Luigi Zanda, quandorivendica il suo ruolo nel favorire irapporti tra Italia e Russia, nell’in -teresse delle aziende italiane.“Stavate con l’Unione sovieticaquando non dovevate starci eadesso che dovreste avere a cuorela Russia siete contro la Federazio-ne russa”.

MA LA VERA partita si giocaalla Camera. Dopo il pranzo conle “colombe”, costretto al com-promesso con i suoi, Fini offre alpremier l’estremo accordo: si di-metta dopo il voto del Senato.Un’apertura al Berlusconi bis.Ipotesi che non dispiacerebbe al

presidente della Repubblica. Maalla quale ancora una volta Bossidà uno stop: “Offerta tardiva”. E ilportavoce del capo del governo,Bonaiuti lo respinge ufficialmen-te: “No a diktat”. In un clima difibrillazioni e di conte, il dibattitoalla Camera va avanti per tutto ilpomeriggio. Si fa strada sempredi più la consapevolezza che vo-tare la sfiducia è un modo per evi-tare le elezioni. In aula, in un cli-ma infuocato, si ribadiscono le ra-gioni del sì e del no. Chiudel’Udc, senza appello, con Cesa,con Buttiglione, con Adornato.Berlusconi arriva in ritardo. Poinon resiste, se ne va. Torna perintervenire. È già un altro, rispet-to alla mattina. Viene accolto dauna standing ovation. E lui, para-frasando una critica di Casini:

Domenico ScilipotiL’ex Idv si muove perso in Transatlantico

dopo il “t ra d i m e n t o ” (FOTO ANSA)

Solo per amore“Nemmeno un

dollaro dalla Russia”

“D alla Russia non hopreso un dollaro - ri-

sponde B. alle accuse dell’op -posizione - . Voi stavate conl’Unione sovietica quandonon dovevate starci e adessoche dovreste avere a cuore laRussia siete contro la Federa-zione russa”.

Proposte e promesse“Cari liberali”: invito

ad personam

“T erremo conto delleproposte del

Partito liberale, a comincia-re dalle privatizzazioni” as -sicura il premier. Invito ri-volto all’unico liberale, Guz-zanti. Il partito ieri sera hadato la linea: sfiducia al go-ver no.

Applausi pericolosi“Ho un’età

catacombale”

“V i ricordo che houna certa età che,

anzi, ho un’età catacom-bale e questi applausi po-trebbero farmi male... ”:così ieri il premier al mo-mento di prendere la pa-rola in sede di replica allaCamera.

che seguire i lavori dell’aula. Perquesto non c’è da stupirsi se lostesso Fini dà il buon esempio eriprende uno dei suoi, Adolfo Ur-so: “La prego di non dare le spal-le alla presidenza quando c’è uncollega che parla”. Una quisqui-lia, rispetto a tutto il resto. Comea dire: almeno voi siate impec-cabili, a differenza loro. Anchequesto conta. Come il voto deldipietrista Francesco Barbato:cammina nel Transatlantico e cirivela: “Mia suocera sta per mo-

Nunzia Di GirolamoLa fedelissima del premier si sentemale durante l’intervento (FOTO ANSA)

ALL’ULTIMO VOTO

Pd

Idv

Udc

Fli

Api

Lib - dem

Mpa

Unione Valdotaine

Altri

Pdl

Lega Nord

Noi SudRazzi (ex Idv)

Cesario (ex Api)

Calearo (ex Api)

Catone (ex Fli)

Scilipoti (ex Idv)

Siliquini (Fli)La Malfa (Pri)

Giulietti (Misto)

Guzzanti (Pli)

Pri - Adc

Altri

20622353362513

2355912

25

2 Svp1 2

ALLA FIDUCIA

630Seggi totali SÌ

313ALLA FIDUCIA

ASTENUTIINCERTI

313NO

Il presidente Fini per prassi non partecipa al voto

Maggioranza assoluta 316

Grassano (Lib Dem)

Martedì 14 dicembre 2010

NO BERLUSCONI DAY

La lite sulla CarfagnaMussolini “telefona” a Fassino

F assino attacca il governo, la Mussolini in-terrompe, lui dice: “Onorevole, Carfagna

l’ha già definita egregiamente...”, evocandol’appellativo di “vajassa”. La nipote del Duceprova a tirargli un telefonino e poi va controla Carfagna: “Hai visto cosa hai fatto, cretina”.

Guzzanti e segreti“Ho deciso, ma non parlo”

“H o deciso da ventiquattro ore qualesarà il mio voto domani, ma non

lo dico e non do neanche indizi. Posso so-lo dire che l’astensione è esclusa”: cosìPaolo Guzzanti, deputato del Gruppo Mi-sto e vice segretario del Partito Liberale.

LA NOTTE DELLA ROULETTE

L’ULTIMA OFFERTA ALLA SILIQUINI: “S O T T O S E G R E TA R I A”di Sara Nicoli

E rano quasi scoccate le dieci,ieri sera, ma di Maria Grazia

Siliquini dentro la sede di Fare-Futuro non c’era ancora traccia.Certo, la deputata finiana, co-lomba malpancista dell’ultimaora, legatissima a Silvano Moffa,questa diserzione della riunioneconvocata da Gianfranco Finiprima dello show down di oggi,l’aveva annunciata. Non c’e raneppure il senatore Franco Pon-tone, ma non era grave. Invece,quella della Siliquini è stata co-munque un’assenza pesante.Perché malgrado avesse allon-tanato da sé con forza il sospet-to di essere stata vittima di unalusinga del Cavaliere, è tornatosubito ad aleggiare sul suo nomeil sospetto che quell’offerta di un

sottosegretariato nel prossimoesecutivo targato Pdl alla fine l’a-vesse accettata. Un sospettoche la finiana potrà risolvere so-lo questa mattina. Ma quandoormai tutto si sarà consumato.“Noi abbiamo messo in campola nostra proposta chiara, linea-re e responsabile – ha detto l’exsottosegretario Adolfo Urso – almomento non mi pare che dal-l'altra parte ci sia una rispostaall'altezza della responsabilitàche il Paese merita”. Eppure ierimattina fra il ministro Alfano ealcuni “pontier i” Fli e Pdl si eraipotizzata una possibile soluzio-ne. Berlusconi era disponibile afarsi rimettere il mandato di tuttii ministri e ad azzerare il go-verno. Niente dimissioni ma lapossibilità di “r icontrattare” tut-ta la struttura dell'esecutivo. Laproposta è arrivata sul tavolo di

Fini che l’ha rifiutata consideran-do irrinunciabili le dimissioni delCavaliere. A quel punto ci sonostati altri due tentativi di media-zione, entrambi andati a vuoto.Alla conta, dunque. Anche se,ancora ieri sera Silvano Moffa,scuro in volto, continuava a spe-rare: “Medierò tutta la notte, fin-ché avrò la forza di farlo”.

Se la notte avrà portato con-siglio lo si vedrà. I finiani sonoconvinti che la mozione di sfi-ducia passerà di un voto, di pa-rere opposto il Pdl: “Super iamol'ostacolo di Montecitorio di dueo tre voti”, si sosteneva ieri allafesta organizzata dal premierper i deputati nella galleria delCardinal Colonna, nel cuore diRoma. Sulla carta le opposizionipossono contare su 314 voti. Pervotare contro Berlusconi è tor-

La mossa di Fini:in gabbia le colombeMOFFA E GLI ALTRI “RIPE SCATI”ORA NON DOVREBBERO TRADIRE

nato dall’Australia Marco Fedi,deputato Pd affetto da una gra-ve malattia, così come Giulia Co-senza, finiana in attesa di unbambino, è da ieri notte rico-verata a Roma pur di votare. Co-sì anche Giulia Bongiorno, sem-pre ricoverata, e Federica Mo-gherini. Che potrebbe partorireproprio oggi, tanto che è stataallertata l’infermeria della Ca-mera. Anche Pannella, alla fine,ha deciso di far votare la sfiduciaai suoi, ma si è sempre appesi aun voto. La maggioranza do-vrebbe infatti arrivare a 313 vo-ti, in virtù dei 235 deputati delPdl; dei 59 della Lega, dei 12 diNoi Sud, di Francesco Nucara,Francesco Pionati, MaurizioGrassano e Gianpiero Catone.Ad essi, salvo sorprese, dovrebbeaggiungersi Domenico Scilipoti,Bruno Cesario e Massimo Ca-

learo, che dovrebbero compat-tarsi sul no alla sfiducia, magariaspettando per votare la secon-da chiamata. Se uno di questi tresi asterrà, si potrebbe arrivare alpareggio. A quel punto, per re-golamento, la mozione di sfidu-cia decadrebbe. Andrà così? Per-ché poi bisogna anche metterein conto aerei in ritardo, sloga-ture alle caviglie, problemi fami-liari e… una notte passata inbianco a giocare con il pallot-toliere .

“Ho un’età catacombale e questiapplausi potrebbero farmi ma-le... ”. Prova a deresponsabilizzar-si: “Non è un voto sulla mia per-sona”. E resiste anche alle provo-cazioni dell’opposizione(“nooo”, lo irridono). Poi, rileggeil discorso della mattina. Al cen-tro, ancora, l’appello ai moderati.Di fatto, un no a Fini. Alla fineFranceschini fa notare l’ennesi -mo sgarbo al Parlamento: “Pote -va almeno farsi scrivere un altrodiscorso e non ripetere la fotoco-pia di quello di stamattina, igno-rando ore di dibattito”. Dai ban-chi della maggioranza gli urlano“scemoooo”. La notte è lunga. Ese in aula appare il cartello “no almercato delle vacche”, l’impres -sione è che nessuno sappia anco-ra come andrà a finire.

“No, grazie”Fini e Gianni Letta ieri

alla Camera (FOTO ANSA)

rire, forse domani non ce la fa.Non so che fare. Ma, nel caso,resto qui e voto la sfiducia, per-ché Berlusconi deve andare acasa”. Tutto chiaro. Peccato chesubito dopo inizia a circolare lavoce del possibile tradimento diun democratico, pronto a man-care l’appuntamento con la“stor ia”. Tutto falso. Il deputatoin “bilico” è sempre e solo Bar-bato. Anche in questo caso, l’i n-comprensione, è stato solo figliadei nervi.

Francesco BarbatoIl suo voto di sfiducia è a rischioper problemi in famiglia (FOTO ANSA)

di Luca Telese

S ilvano Moffa al telefonocon Silvio Berlusconi, Sil-vano Moffa che si incon-tra nel suo ufficio con

Gianfranco Fini, Silvano Moffache si vede con i falchi del Pdl,che parla con Augello, che poisi rivede di nuovo con Fini, Sil-vano Moffa alla Camera, inse-guito da uno sciame di giorna-listi, Silvano Moffa, che vedeFranco Frattini ed Angelino Al-fano, e poi riferisce a Fini in uncolloquio al quale prende par-te - bontà sua - anche Alessan-dro Ruben. Silvano Moffa in au-la con le sue guance alla zuavarosee, le labbra rosso fuoco,l’incarnato pallido, la pupilladilatata e lo sguardo triste.“Oggi - scherza perfido ma ef-ficace Francesco Storace - Mof-fa ha incontrato Fini, in un sologiorno, più volte di quantonon abbia fatto con il suo mae-stro Rauti in tutta la vita”. È il“Moffa day”, titola l’AdnKro -nos, mentre lui - l’uomo delgiorno, concludendo la gior-nata con tono enigmatico e si-billino diceva: “La notte è lun-ga per trovare una via di uscita.La strada è stretta ma la capa-

cità dei leader in questi mo-menti sta proprio nel trovareun accordo”.

APRITI CIELO. Insomma,dopo quello del voltagabbana,dei radicali titubanti, dei tre te-nores e dopo quello dei vendutinel grande bestiario di Monte-citorio, dentro questo acquariosigillato, spumeggiante e asfit-tico che ormai è la Camera - èstato ieri il giorno delle “colom -be” futuriste. Un lungo giornodi urla, di fischi, di cori da stadio

in aula. Un ennesimo giorno diequilibrio precario fra la farsa eil dramma, se è vero che l’ono -revole Mario Pepe si concedeval’ultimo intervento della gior-nata per gridare a Fini: “Presi -dente! Stanno arrivando deipullman per influenzare il voto,chiedo che domani si voti in se-duta segreta!”. Fini ci scherzapersino su: “Vado a rifletteresulla seduta segreta...”. I Radica-li adesso votano la sfiducia, Sci-lipoti dice che adesso non puòche votare la sfiducia, le gravidesono tre e restano una incogni-ta, ma la giornata porta questosegno, il segno delle colombe.Ovvero quello dei finiani mode-rati (almeno tre, oltre allo stessoMoffa, Giuseppe Consolo, Ca-tia Polidori e Maria Grazia Sili-quini) che sono tornati improv-visamente in ballo. È il giornodei “r ipensisti” dell’ultimo mi-nuto, dei pontieri che si spor-gono nel vuoto, il giorno che siè aperto con la quasi certezzache Moffa non avrebbe votato lasfiducia, e si è chiuso con la qua-si certezza che Moffa avrebbevotato la sfiducia.Ci avete capito qualcosa? Pro-babilmente no. Ma non è colpavostra. E allora proviamo a rias-sumere. Domenica sera, comeun fulmine a ciel sereno, trapelala notizia che l’ex presidentedella Provincia di Roma ha an-

nunciato di aver deciso di nonandare alla riunione del suogruppo. Ma se non va alla riu-nione - deducono subito tutti -vuol dire che non vota nemme-no con loro. E così esultava, nel-la notte, Maurizio Gasparri: “Sil -vano non ha retto la radicalizza-zione di Fini, e il suo annunciodi essere passato all’opposizio -ne”.

È DAVVERO COSÌ? Sta di fat-to che ieri mattina GianfrancoFini applica la contromossa.Apre la sua giornata di incontricon Moffa, e offre a Berlusconiquesto ennesimo accordo: do-po aver ottenuto la fiducia al Se-nato (dove il premier dovrebbepassare quasi sicuramente) si di-metta senza sottoporsi al voto difiducia alla Camera. Una mossadi cui costituzionalmente si fa-tica a trovare la spiegazione, eche logicamente è ancora menocomprensibile: perché mai unpresidente del Consiglio che haavuto il quorum dovrebbe getta-re la spugna? La spiegazione pe-rò è un’altra: facendo questa of-ferta, Fini “re c u p e ra ” le colom-be, e gli fornisce un alibi per vo-tare insieme al suo gruppo. Ave-te visto? È il Cavaliere che non cista, la colpa è sua, noi ci abbiamoprovato fino all’ultimo. Ed infat-ti, come era prevedibile, Berlu-sconi risponde picche all’of fer-

ta, facendo felice il presidentedella Camera. Basta sentire la re-plica algida di Ignazio La Russa:“La proposta arrivata in extre-mis dal partito di Fini - spiega ilministro - non ha prodotto nes-suna novità È la richiesta di di-missioni reiterata e l'unica rispo-sta è che Berlusconi non si di-mette, non deve dimettersi!”.

E QUINDI? L’idea delle dimis-sioni dopo una fiducia monoca-merale sono un meravigliosogioco per azzeccagarbugli. Unastraordinaria trovata di tatticaparlamentare, che però ha an-che un limite, esattamente co-me il colloquio “s e gre t o ” di Ita-lo Bocchino con il premier dellasettimana scorsa. Futuro e li-bertà, continua a radicalizzarela propria posizione, ma pro-prio mentre si spinge in avantiin questa operazione, continuaa trattare un “piano B”. O alme-no, continua a dare questa im-pressione, oppure è costretta adarla - e non c’è differenza - perprovare a portarsi dietro tutta lasua pattuglia. Il “Caimano”, in-vece, appare molto più graniti-co e coerente. Ieri leggeva undiscorso precotto per la secon-da volta (lo stesso del Senato)gli si impappinavano le parole,saltavano gli enjambements ne-gli accapo e rischiava il ridicoloquando si alzava il coro ironicodall’emiciclo dell’opposizionealle sue sparate: “Uuuhhh!!!”. Ilpremier sembrava dimenticarsiper un attimo il nome “Italiadei... valori”, e disturbato dalleinterruzioni, arrivava a fare ungesto di molletta con le dita sul-le labbra, come a dire: “Nonposso rispondervi”.. Però, me-diaticamente, la sua posizionenon è mai cambiata: i finiani so-no traditori, io non mi dimetto,devono sfiduciarmi se ne han-no la forza. E così i due duellantisembrano combattere legati daun elastico, si allontanano e siavvicinano, e i rapporti di forzacon cui dovranno trattare, do-po il voto, li deciderà il pallot-toliere di stamattina.

D ario Franceschini ha chiuso la sedutadella Camera con una battuta indirizza-

ta a Berlusconi: “Visto che potrebbe esserel'ultimo discorso da presidente del Consi-glio in quest’aula, avrebbe almeno potutoper eleganza leggere un discorso diversoda quello tenuto stamane al Senato, tenen-do conto delle quattro ore di dibattito chesi sono svolte in quest’aula”. Ad esprimereil parere del Partito democratico in aula ieriera stato per primo Massimo D’Alema, rim-proverato dal presidente Fini per aver “s fo -ra t o ” di un minuto sui nove previsti per il

suo intervento. “In momenticome questi – ha affermatoD’Alema – la statura di uomodi stato si misura non solo dai

discorsi moderati, ma dalla capacità di farel’interesse del Paese e lei, se fosse generosodovrebbe aiutare Italia, facendosi da par-te”. Dopo di lui, il primo segretario demo-cratico Walter Veltroni, che ancora una vol-ta ha citato De Gasperi e il suo ultimo di-scorso in Parlamento: “Lei sta facendo esat-tamente il contrario di quello a cui De Ga-speri richiamava”, ovvero far prevalerel’interesse generale su quello di parte. Poiuna scena che non si ripete tutti i giorni:D’Alema si alza e va a stringergli la mano.Addir ittura.

SFORZO ZERO “Stessotesto tra Camera e Senato”

I Radicali:no al premierMogherini,Cosenza eBongiornovoterannocon il pancione

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IL TIRRENO Pagina 4 – Attualità IL MERCATO DEI VOTI Di Pietro in Procura: ecco i mandanti ROMA. Torna in Procura Antonio Di Pietro e indica anche i «mandanti» della presunta compravendita dei parlamentari. «Ho indicato fatti, circostanze e nomi», dice. Nel suo incontro con i magistrati il leader dell’IdV ha fatto riferimento a più di una persona, ma il riserbo è massimo su numeri e nomi. «Sono tenuto al segreto istruttorio, e oltretutto siamo in un momento delicatissimo. Non posso assolutamente aggiungere altro», ha sottolineato. In Procura, Di Pietro era già stato venerdì scorso, affiancato dal penalista Sergio Scicchitano, che ieri ha spiegato il contenuto del nuovo esposto: «Vengono denunciati fatti dettagliatissimi, è un esposto fortemente documentato con moltissimo materiale allegato. E non si tratta solo di articoli di giornale». A proposito dei mandanti, nell’esposto sarebbero indicati nominativi di personaggi di secondo piano che avrebbero avvicinato i parlamentari per sondare il terreno e verificare la possibilità di un passaggio nelle file della maggioranza. Nell’esposto, depositato nell’ufficio del procuratore aggiunto Alberto Caperna, si chiedono «interventi cautelativi», ossia l’acquisizione «ai fini probatori» di atti che dimostrerebbero la fondatezza delle sue accuse. Al riguardo, Di Pietro ha anche chiarito che nell’esposto non si fa riferimento solo ai due deputati che hanno lasciato il gruppo Idv alla Camera, Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, ma anche a esponenti di altre formazioni politiche.

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pagina 6

RECORD Sempre piùcassa integrazione

L’ULTIMO DATO sulla cassa integrazione diffuso ieri dal-l’Inps indica che ci sono 287 mila lavoratori in cassa a zero oreche, cioè, ricevono un salario ridotto ma non lavorano. Diquesti 82 mila sono in cassa ordinaria, cioè dovuta a una dif-ficoltà temporanea dell’impresa. Altri 114 mila sono in cassastraordinaria, la loro impresa è in una crisi strutturale ed èpoco probabile che la loro situazione lavorativa torni alla nor-malità. Gli altri sono in cassa integrazione in deroga, che vienedecisa volta per volta dal governo e sarà prorogata anche nel2011. Il governo ha puntato sulla cassa integrazione come

unico ammortizzatore contro la crisi dell’oc-cupazione, anche perché la sua erogazione èin parte discrezionale (cioè decisa dal gover-no stesso). Risultato: professionisti, partiteIva e precari sono stati abbandonati a sestessi.

PIL Il grande crollosenza vera ripresa

CA L C O L A R E quanto è variato il Prodotto interno lordodall’arrivo del governo Berlusconi richiede qualche passaggio.Se si considera 100 il Pil del 2007, la recessione del 2008 loporta a 98,7 (-1,3 per cento). Poi arriva il grande crollo del2009 che, secondo la Banca d’Italia, riporta indietro la pro-duzione industriale di 100 trimestri, ai livelli degli anni Ot-tanta. E il Pil, sempre considerando 100 il livello del 2007,arriva a 93,8. Poi inizia quella che gli ottimisti chiamano ri-presa. Nel 2010 la crescita dovrebbe essere dell’1,1 per cento.E il Pil arriverà così a 94,8. Cioè ancora il 5,2 per cento piùbasso del livello del 2007, a cui si tornerà (forse) tra almenoquattro anni se non ci sa-ranno sviluppi negativiimprevisti. Il governo hasempre accreditato latesi che, per quanto ri-guarda la crescita, “noistiamo meglio degli altri”(e non è vero). Ma poi hasempre dovuto rivederele stime al ribasso.

Giochi di prestigio

del presidente

dei miracoli patacca

IL PAESE PARALIZZATOLa crisi non basta a spiegare perché le promesse

elettorali della maggioranza sono rimaste sulla carta

BILANCIO DI UN FLOP

Facce e simboli del “governo del fare” che subitotradisce i suoi elettori: prima il ministro Tremonti

inventa la “social card” per i più poveri, mairinnovata, poi fa scudare con lo sconto i capitaliall’estero. Mentre restano le macerie a L’Aquila

e i rifiuti a Napoli, ma nessun pilone del Ponte sulloStretto o passante delle autostrade tanto celebrate.

Testi a cura di Stefano Caselli.

Social CardL’inganno per i poveri

A nnunciata nell’ottobre 2008, la socialcard da 40 euro al mese, doveva agevola-

re i consumi di pensionati e famiglie disagia-te. Ha raggiunto solo 450 mila persone (su 1,3milioni potenziali). Non è stata rifinanziatanel disegno di legge di Stabilità 2011

Le rondeSicurezza fatta in casa

F ortemente volute dalla Lega e dal mi-nistro dell’Interno Maroni nel Pac-

chetto sicurezza del luglio 2009, le rondedi cittadini, autorizzate a pattugliare ilterritorio e a segnalare situazioni di peri-colo alle forze dell’ordine, sono un flop.

Piano casaSolo 3 mila richieste

E ra la soluzione alla crisi, il rilancio dell’e-conomia attraverso l’edilizia. Ma il Piano

casa, che prevedeva meno burocrazia per leristrutturazioni e la possibilità di aumentaredel 35% le volumetrie, è stato un fallimento:meno di 3.000 le richieste in tutta Italia.

A d Avellino. Ecco dov'erafinito l'immaginifico pro-

gramma di governo. A pen-sarci prima, il presidente delConsiglio avrebbe ripulitoNapoli, ricostruito L'Aquila,moltiplicato il Prodotto in-terno lordo, cancellato la di-soccupazione, inaugurato ilPonte sullo Stretto e unadozzina di centrali nucleari.Nulla di strano, si tratta di unritorno alle origini: Gian-franco Rotondi, ministroper l'Attuazione, ha speditoil programma ad Avellino, lasua città di nascita e residen-za. Anche se eletto tanti chi-

lometri più a Nord, a Milano,il segretario di Democraziacristiana per le autonomienon dimentica amici di ban-co e di famiglia, dirigenti efunzionari di partito (ilsuo).Per un ministero inutile checosta 8 milioni di euro l'an-no e registra il 52 per centodi assenteismo (dati rilevatidal collega Renato Brunet-ta), Rotondi ha arruolato 17persone – in gran parte ir-pine – per consulenti di “altap ro fe s s i o n a l i t à ”, esperti avario titolo e ricercatori distudio per un totale di 170

mila euro per il 2010. Per iconsigli giuridici, ammisetempo fa, il ministro avelli-nese-milanese chiamò Au-gusto Pistolesi, compagnodi scuola. Per una “consu-lenza in materia di politichegovernative sull'integrazio-ne europea”, stavolta hascelto Rossella Caputo,moglie di Raffaele, dentista,sempre ex compagno discuola: 18 mila euro. Dop-pio contratto per 12 mila aRoberta Piano, figlia del se-gretario al comune di Avel-lino, incaricata di studiare le“principali politiche gover-

native adottate dall'esecuti-vo riguardanti i rapporti coni Paesi europei”. L'ex re-sponsabile commercialedell'Avellino calcio, Anto-nio Eder Pirrello, per 7 mi-la analizza i “p rov ve d i m e n t iadottati e i conseguenti ri-sultati ottenuti nell'ambitodelle azioni intraprese”. Enon sarà una facile analisicon un titolo così chiaro. LaDc di Rotondi sarà pure pic-cina, ma nel ministero perl'Attuazione ha la maggio-ranza. Ricordate Fa u s t oSacco, già coordinatore diDc per le Autonomia ad

DE B I T O Rigore senzar i s an a m e n t o

TREMONTI ama presentarsi come la vestale del rigorecontabile. In realtà, si è limitato a evitare che la spesa pub-blica aumentasse. Il principale problema della finanza pub-blica italiana, il debito pubblico, non è stato affrontato (an-che se è stato messo in sicurezza, allungandone la scadenzaed evitando che ci fossero problemi alle aste dei titoli diStato). Nel 2009 era il 115,9 per cento del Pil, nel 2010 il118,5. Nel 2011, nonostante a manovra di risanamento da25 miliardi, sarà il 119,2, per poi ricominciare a scendere unpoco nel 2012 (117,5) e nel 2013 (115,2). Il peggioramentodel rapporto dipende anche dal fatto che il Pil cresce poco.Il governo ha faticato molto per evitare che il deficit esplo-

desse, ma non ha neanche provato a ri-durre lo stock di debito anche se il pro-gramma elettorale prevedeva di usare ilfederalismo e la vendita dei beni delloStato per ridurlo. Con le nuove regoleeuropee, che prevedono una riduzionemolto rapida della quota che eccede il 60per cento del Pil, il problema del debito èla principale incognita sull’operato diqualunque governo ci sarà da domani.

-5,2%IL PIL DAL 2008

L AVO R O I giovanisenza speranza

SECONDO L’I S TAT il tasso di disoccupazione, a metà del2010, è arrivato all’8,5 per cento. Un numero che non sembraneppure catastrofico, visto che quello europeo è intorno al 10per cento. Purtroppo bisogna considerare anche i cassinte-grati, soprattutto quelli in cassa integrazione straordinaria chedifficilmente torneranno a lavorare e gli scoraggiati. Cioè quel-li che escono per un periodo dalmercato del lavoro. Si arriva cosìa oltre l’11 per cento. La situazio-ne è più critica tra i giovani: il tas-so di disoccupazione tra i ragazzidi 15-24 anni è del 27,9 per cento,con picchi nel Sud del 39,3 percento. E la situazione sta peggio-rando, visto che i giovani disoc-cupati sono in aumento del 4 percento rispetto al 2009. Questidati sono in gran parte colpa dellacrisi internazionale, ma resta il fatto che il governo ha provatopiù volte a negarli, polemizzando con la Banca d’Italia che nedenunciava la gravità. E non si ricordano politiche mirate perrisolvere il problema dell’occupazione giovanile se non l’ab -bassamento dell’obbligo scolastico da 16 a 15 anni, in con-trotendenza con il resto del mondo occidentale.

di Stefano Feltri

O rmai è un reperto d’ar -cheologia politica, ma ilprogramma elettorale delPopolo della libertà nel

2008 aveva sette punti. Quellieconomici erano questi: rilan-ciare lo sviluppo (al primo po-sto), sostenere la famiglia, ilSud, il federalismo, un pianostraordinario di finanza pubbli-ca. Il bilancio di metà legislatu-ra (forse di tutta, dipende da co-me si concluderà il voto di og-gi) può vantare soltanto la so-stanziale tenuta dei conti pub-blici, rivendicata dal ministrodel Tesoro Giulio Tremonti, do-vuta in gran parte al fatto chenon c’è stato bisogno di salvarele banche. Per il resto, molto èstato promesso, quasi nienteconcesso.La grande riforma fiscale nonesiste, ci sono solo le stesseidee del 1994 (ripresentate pe-riodicamente come inedite),l’Irap non è stata cancellata co-me prevedeva il programma,

l’Ici è sparita ma solo sulla car-ta, ci sono comunque trasferi-menti ai Comuni finanziati conaltre entrate, è solo diminuital’autonomia degli enti locali. Lemille idee per “rilanciare lo svi-luppo” sono rimaste tali: il fan-tomatico “Piano Sud” da70-100 miliardi viene annun-ciato da oltre un anno, la Bancadel Mezzogiorno per distribui-re credito a tassi vantaggiosinon è ancora partita. C’è stata ladetassazione degli straordinaripromessa, ma in tempo di crisili fanno in pochi. Le liberalizza-zioni, uno dei punti cardine delprogramma elettorale, si sonotradotte nel ripristino di rigidi-tà nel settore delle professioniche erano state abolite dal cen-trosinistra. La legge sulla difesadei prodotti Made in Italy è sta-

ta in gran parte svuotata dall’U-nione europea. La finanza pub-blica è effettivamente cambia-ta, secondo quanto auspicava ilcentrodestra. Ma è discutibilese in meglio: rivista la sequenzatradizionale della Finanziaria,ora si procede quasi solo perdecreto e il Parlamento può in-cidere sulla politica economicasoltanto con i maxi-emenda-menti nelle commissioni. Il re-sto è blindato, deciso a PalazzoChigi. Il sostegno alla famiglia,anche per colpa della crisi, èevaporato: i fondi statali di ca-rattere sociale, secondo il cen-tro Nens, sono calati del 30,4per cento nel 2009 rispetto al2008 e del 16,2 nel 2010. Nel2011, per via dei tagli nella ma-novra di luglio, scenderannoaddirittura del 63,4 per cento.

290.000C A S S I N T E G R AT I

119%DEBITO/PIL 2011

8,5%D I S O C C U PAT I

L’Attuazione del programma secondoRotondi: assumere gli amici di Avellino

Martedì 14 dicembre 2010

“LA PASSIONE di Berlusconi per le fe-ste ha minato la sua salute”, si legge in unodei dispacci inviati dall'ambasciata Usa nel-l'ottobre 2009 e pubblicati da Wikileaks. Ilsuo stile di vita è fonte di preoccupazione. Ilprimo scandalo risale all'aprile 2009, quan-do il presidente del Consiglio arriva a Ca-soria per il 18esimo compleanno di NoemiLetizia. Pochi mesi dopo esplode il caso “Pa -trizia D'Addario”: la donna barese rivela diaver trascorso una notte con Berlusconi e siscopre un lungo elenco di ragazze pagate,per incontrare il premier, dall'imprenditorepugliese Gianpi Tarantini. Un'altra minoren-ne irrompe sulla scena a ottobre di quest'an-no: il suo nome è Ruby ed è il Fatto Quotidiano

a rivelare la sua storia. Diciotto anni compiuti da poco, hapartecipato alle feste con Berlusconi, senza alcun rappor-to sessuale, precisa, ma il premier s'interessa a lei, quandoviene portata in questura, senza documenti e accusata di

furto, raccontando che si tratta d'una ni-pote del presidente egiziano Hosni Mu-barak. Passano pochi giorni e un'altra don-na, Nadia Macrì, parlando con i magistratipalermitani in merito a un'indagine sulnarcotraffico, rivela di essere stata con ilpremier in cambio di soldi e di aver spessoincontrato ragazze minorenni. Ant. Mas.

Due anni e mezzodi nulla

IL GOVERNO DEL FARE INCHIODATOA FESTINI E PROCESSI DI B.

di Carlo Tecce

O tto maggio 2008. La foto uf-ficiale al Quirinale per il giu-

ramento dei ministri è il primo eultimo momento di stabilità, an-che plastica, di un governo fra-gile. Silvio Berlusconi ha fonda-to il suo quarto esecutivo supromesse enormi, scadute po-co a poco, cancellate da scan-dali, inchieste e scissioni. Era ilgoverno di Renato Brunetta ilcacciatore di fannulloni, di Ro-berto Calderoli il semplificato-

re, di Umberto Bossi il federali-sta. L'effetto bacchetta magicaè durato un attimo: i rifiuti di Na-poli scomparsi e ricomparsi, lemacerie de L'Aquila sempre lì. Ilgoverno del fare ha singhiozza-to per due anni e mezzo: legit-timi impedimenti, processi bre-vi, lodo Alfano bis compreso.Non c'è più traccia del program-ma che annunciava ponti, pianicasa, autostrade e nucleare. Re-stano soltanto curiosi record: ilministro più veloce del mondo,Aldo Brancher (17 giorni); il mi-

nistro con una casa a sua insa-puta, Claudio Scajola; il sottose-gretario indagato per associa-zione camorristica, Nicola Co-sentino. E poi Guido Bertolaso,il salvatore inciampato nell'in-chiesta Grandi Eventi. La legi-slatura è nata con zero-sbavatu-re-zero: larga maggioranza inParlamento, grazie a una leggeelettorale porcata; due partiti alcomando, il Pdl azionista dimaggioranza, Lega Nord di mi-noranza. I leghisti trasformanoil controllo politico del Nord indominio culturale. E Gianfran-co Fini molla il Capo. Il palco èdesolante: c'è chi scappa (Fini),c'è chi protesta (Carfagna), c'èchi tace (Tremonti). Il (re-tro)palco è stravagante: le cenee le farfalline, il lettone di Putine i festini in villa. Le donne e ra-gazze di papi: Patrizia, Noemi,Ruby, Nadia. Forse è davvero ilgoverno del fare, annotano gliamericani nei documenti Wiki-leaks. Fare bisboccia.

BILANCIO DI UN FLOP

Terremoto L’AquilaFuturo sotto le macerie

N on bastano gli appartamenti prefab-bricati in legno per 18 mila persone.

La ricostruzione è ancora un miraggio. 40mila aquilani vivono ancora sparsi tra casein affitto, alberghi sulla costa e caserme. Idisoccupati sono 12mila.

Rifiuti a NapoliIl gallo sulla monnezza

L’ emergenza rifiuti a Napoli, dichiarata“risolta” da Berlusconi nel luglio 2008,

è riemersa tale e quale: “Dopo due anni la si-tuazione non è diversa – ha dichiarato loscorso 22 novembre l’Ue – I rifiuti sono per lestrade, non c’è ancora un piano di gestione”.

Avellino? Casco in testa, in-tervista sul motorino e or-ganizzatore del premio pergiornalisti “Balena Bianca”(di Rotondi, ovviamente):“Una manifestazione volutaper mettere in evidenza igiornalisti a livello di diret-tori responsabili di organinazionali, curato da unagiuria a 360 gradi”. Saccos'accontenta di 6 mila europer “il monitoraggio dellepolitiche governative”. Enon poteva mancare il su-periore di Sacco, l'ex segre-tario provinciale di Dc perl'Autonomie, GianfrancoPicariello: 10 mila europer le “problematiche turi-stiche e il rilancio dello svi-luppo”. Il programma c'è, ilgoverno più o meno.

Car. Tec.

Leggi su misura

INSEGUENDO IL LODO ALFANO“LODO” Alfano e legittimo impedimento sono le due leggi che la mag-gioranza (anche gli attuali membri di Fli) ha approvato, pur di congelare iprocessi di Berlusconi (Mills, Mediaset e Mediatrade). Il “lodo”, varato nelluglio 2008, è stato bocciato dalla Consulta a ottobre 2009. Ad aprile scor-so ecco un altro salvacondotto per Berlusconi e ministri. Su proposta del-l’Udc, è passato il legittimo impedimento, una norma a tempo (scade aottobre 2011) in vista di uno scudo costituzionale che, al momento, giacein Commissione al Senato. Alla Camera invece sono ferme, perché si sonomessi di traverso i finiani, altre due “leggi vergogna”: il processo breve e ilddl intercettazioni (o legge bavaglio). Il cosiddetto processo breve can-cellerebbe i procedimenti del premier e con essi altre decine di migliaia, lalegge bavaglio, invece, rappresenta una sciagura per le in-dagini. Il pm può ottenere l’autorizzazione a intercettaresolo dopo una trafila molto complicata, che prevede l’okdi tre giudici. Inoltre censura l’informazione: oltre al di-vieto di pubblicare le intercettazioni, se non a udienza pre-liminare conclusa (in media dopo un paio d’anni) prevedeche degli atti processuali si possano pubblicare solo opi-nabili riassunti. Previste multe salate per gli editori.

Ant. Masc.

Le mani sulla tv

LE PRESSIONIPER CHIUDERE ANNOZERO

Da Scajola a Brancher

MINISTRI DA SCANDALOIN POCO più di due anni svariate disavventurehanno toccato ministri e sottosegretari del governoBerlusconi. In principio fu Claudio Scajola, dimes-sosi da ministro dello Sviluppo economico il 4 mag-gio 2010 perché coinvolto (ma non indagato) nel-l’inchiesta sugli appalti del G8 alla Maddalena. Il suoappartamento sarebbe stato pagato “a sua insaputa” dal-l’imprenditore Diego Anemone. Poi toccò ad Aldo Bran-cher, ministro per l’Attuazione del federalismo per soli 17giorni: sotto processo a Milano per la scalata Antonveneta,si avvalse del legittimo impedimento appena nominato. Sidimise il 4 luglio e il 24 fu condannato a due anni di re-clusione e a 4 mila euro di multa. Ultimo, il 21 luglio 2010,Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia. Su dilui pende una richiesta di arresto da parte della Procura diNapoli (negata dal Parlamento) per concorso esterno inassociazione camorristica. Il ministro Raffaele Fitto, poi, èstato rinviato a giudizio, un anno fa, per corruzione a Bari.Il processo a carico del ministro Altero Matteoli, indagatoper favoreggiamento per una vicenda di abusi edilizi all’Isolad’Elba, è bloccato alla Consulta (dopo una serie di rimpalli)che deve dirimere il conflitto di attribuzione tra Camera eTribunale di Livorno. Infine, il sottosegretario Guido Ber-tolaso, indagato per corruzione nell’inchiesta di Firenzesugli interventi eseguiti alla Maddalena per il G8, poi spo-stato a L’Aquila.

Ste. Cas.

PRESSIONI di Silvio Berlusconi all'Agcomper far chiudere A n n o ze ro : lo scopre il pm Mi-chele Ruggiero della Procura di Trani, indagan-do sull'utilizzo delle carte di credito revolving,quando intercetta l'ex membro dell'AgcomGiancarlo Innocenzi e il direttore del Tg1 Au-gusto Minzolini. È il Fatto Quotidiano, a marzo, arivelare i contenuti dell'indagine che, nel frat-tempo, è prima transitata al Tribunale dei mi-nistri e, da pochi giorni, è stata trasmessa allaProcura di Roma. Il presidente del Consiglio ètuttora indagato per concussione e minaccia aun corpo politico, amministrativo o giudiziario,proprio a causa delle pressioni esercitate su In-

nocenzi (che s'è dimesso dall'Agcom a giugno)per bloccare la trasmissione di Michele Santo-ro. Il fascicolo è ora nelle mani del procuratorecapo di Roma Giovanni Ferrara, dell'aggiuntoAlberto Caperna e dei pm Ilaria Calò e RobertoFelici. In quest'inchiesta sia Inno-cenzi, sia il direttore generale del-la Rai, Mauro Masi, risultano partioffese. Nell'inchiesta è indagatoanche il direttore del Tg1: Minzo-lini è accusato di violazione delsegreto istruttorio. E ora la Rai in-daga sulle sue spese pazze (86 mi-la euro in 14 mesi), le trasferte e lapubblicità occulta.

Ant. Mas.

Le ragazze di papi

PATRIZIA, NOEMI, RUBYE SORELLE

Da sinistra a destra: Angelino Alfano,Claudio Scajola, Augusto Minzolini

e Ruby Rubacuori

Residui I buoni propositidimenticati dal premier e gli

scandali di Palazzo tra ragazzee lodi nell’i l lu s t ra z i o n edi Emanuele Fucecchi

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••3PRIMOPIANOMARTEDÌ 14 DICEMBRE 2010

DRAMMALAVORO

«Acquisteremo l’area della Eaton»La proposta del sindaco dopo che gli operai avevano bloccato l’Aurelia in centro

di MANUELA D’ANGELO— MASSA —

IL COMUNE è disposto a com-prare area e stabilimento Eaton: loha annunciato il sindaco RobertoPucci che in cambio chiedeall’azienda 12 mesi di cassa integra-zione in deroga per i 304 operai inmobilità da domani. Una notiziache ha lasciato senza parole anche isindacati, tornati in piazza, assie-me ai lavoratori, ieri pomeriggio,per chiedere un’ultima speranza.La speranza gliela dà il primo citta-dino: «Non abbiamo vinto al Supe-renalotto — ha dichiarato Pucci— e non sarà una manovra indolo-re, anzi, impegnerà il Comune peroltre 10 anni, ma era l’unica cosada fare per sbloccare la vertenza epermettere l’avvio della reindu-strializzazione». Pucci non sarà so-

lo: «Ho il supporto, anche finanzia-rio, della Regione, ho la parola delgovernatore Rossi ad aiutarcinell’acquisto delle aree». . Oggi alle16 la proposta sarà formalizzata alministero dello Sviluppo Economi-co, davanti al rappresentante delGoverno e alla Eaton, che deve so-lo accettare di concedere 12 mesidi cassa.

LA NOTIZIA del possibile acqui-sto da parte di Comune e Regionearriva dopo un pomeriggio convul-so e teso: Aurelia bloccata da centooperai della Eaton, con un sit-inche ha lo sfondo di un grande albe-ro di Natale, quello di Piazza Libe-razione, dove i lavoratori si sonofermati mandando in tilt il trafficocittadino per oltre un’ora. Non so-no mancate tensioni e proteste de-gli automobilisti massesi, mentre

Giovacchino Pitanti della Rsu conil megafono li informava che nessu-no si sarebbe mosso dall’asfalto pri-ma dell’arrivo del prefetto. Duran-te l’assemblea in fabbrica i lavora-

tori con i loro rappresentanti sinda-cali e la Rsu, avevano deciso di pro-vare l’ultima mediazione, parlareancora una volta con la Eaton echiedere un accordo più equo e piùumano: i sindacati hanno stilatoun documento in cui chiedono 12mesi di cassa in deroga; un docu-

mento che dovrà essere inviato aRoma dal prefetto Giuseppe Me-rendino. Il prefetto ha infatti in-contrato i lavoratori nel cuore del-la protesta: ha accolto il documen-to, ha promesso di inviarlo entroun’ora e si è stretto attorno agli ope-rai, annunciando che non organiz-zerà la tradizionale festa degli augu-ri, che ogni anno si svolge a Palaz-zo Ducale, in segno di solidarietàverso le famiglie dei lavoratori. «Sa-rà un Natale triste — ha detto Me-rendino — e per questo non vogliosfarzi, né festeggiamenti ufficiali;mi stringo attorno a voi e alle vo-stre famiglie augurandovi serenitàe lavoro; ora vi chiedo di non passa-re dalla parte del torto e di permet-tere ai vostri concittadini di passa-re». E’ così che gli operai si sonocalmati e hanno abbandonato illuogo della protesta.

— MASSA —

«ASPETTEREMO senza man-giare le decisioni che verrannoprese al ministero dello SviluppoEconomico». Gli operai della Ea-ton non rinunciano all’ultima for-ma di protesta pensata per tenerealta l’attenzione sulla loro verten-za occupazionale. Sciopero dellafame, annunciato ed eseguito apartire dalle 20 di ieri sera. Si so-no chiusi in fabbrica, occupatadal 6 ottobre scorso, e hanno deci-so di non mangiare più finchél’azienda non firmerà la loro cassaintegrazione in deroga. Da doma-ni saranno licenziati e sono dispo-sti a prolungare lo sciopero dellafame anche a Natale. «Non ci fapaura più nulla — hanno detto —e siamo disposti a tutto». Hanno

grande forza d’animo e determina-zione, benché la notizia del possi-bile acquisto delle aree da partedel Comune e la convocazioneall’ultimo minuto al ministero

dello Sviluppo Economico per de-finire i dettagli, avrebbero potutodissuaderli. Ci ha provato ancheil prefetto Giuseppe Merendino:«Non fate sciocchezze — gli hadetto ieri pomeriggio in piazza Li-berazione, luogo dell’ultima pro-testa, mentre bloccavano il traffi-

co — , non fate nulla che possacompromettervi: siamo tutti dal-la vostra parte». Gli operai non ab-bassano la guardia: «Dalla Eatonpossiamo aspettarci di tutto. Sa-rebbe assurdo se l’azienda rifiutas-se anche questo accordo — dichia-rano le Rsu — : oggi si vedranno iveri intenti della proprietà». Sod-disfazione, nonostante tutto, perla proposta del sindaco: «E’ statoun grande gesto — hanno dichia-rato i lavoratori — speriamo chenon vada perduto». L’idea del sin-daco ha trovato il plauso immedia-to di Sel: «Pieno sostegno, Eatonnon ha più alibi — dichiara CarloPaolini —. Ora si lavori per lareindustrializzazione». Anche ilpartito dei Carc dichiara che «be-ne ha fatto il sindaco a fare la pro-posta di acquisto delle aree».

MAQUANTO spenderà il Comune? La Eaton, per i suoi 80mila metriquadrati di area industriale a Romagnano, di cui 35 mila coperti, avevachiesto un prezzo di circa 9milioni di euro, trattabili, disse, in caso diacquirente certo e disposto a mantenere il sito produttivo.

LA STIMA SERVONONOVEMILIONI DI EURO “TRATTABILI”

DISPERAZIO-NEIl corteo deglioperai,l’incontro conil prefetto econ il sindacoPucci (foto diPaola Nizza)

— MASSA —

«IL TEMPO è scaduto –scrive l’on. Fabio Evangelisti(Idv) in una lettera indirizzataal presidente della CameraGianfranco Fini – e non èpossibile che non sia stataancora trovata una soluzionealla vertenza Eaton. Esistonodegli investitori pronti asubentrare alla multinazionale.La prego di farsi promotorepresso il governo, perché èurgente che il ministro dellosviluppo economico Romaniconvochi ancora una volta leparti per far fare una passoindietro all’azienda, che con lasua arroganza tiene in scacco304 lavoratori, le loro famiglie eun intero territorio. Perpermettere alle istituzioni, aInvitalia e a Fiditoscana ditrovare una soluzione che nonsia il licenziamento». Anche ilcapogruppo della Federazionedella sinistra - Verdi inconsiglio regionale, MonicaSgherri rimarca che «di fronteall’atteggiamento irresponsabiledella proprietà è necessario unintervento delle istituzioni checoniughi intransigenza edefficacia. Ribadiamo lanecessità che l’azienda ritiri lelettere di licenziamento econceda la cassa integrazione.Se così non sarà riteniamodebba essere preso sul serioquanto ipotizzato dalleistituzioni e dal presidente dellaRegione Rossi, di procedereall’esproprio del sito aziendale».

LABATTAGLIA FINCHE’ NON CI SARA’ L’ACCORDO SULLA CASSA INTEGRAZIONE

In fabbrica inizia lo sciopero della fame

LA SFIDA«Ormai non ci fa paurapiù nulla e siamoprontia tutto per i nostri posti»

Evangelisti (Idv)lancia unappelloa Fini: «Intervenga

sulministro»

LA SOLIDARIETA’Il prefetto Merendino annullala tradizionale festa di auguri«Questo è unNatale triste»

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••11MONTEVARCHI/VALDARNOMARTEDÌ 14 DICEMBRE 2010

STOP AI CARROZZONI che, anzichéprodurre economie di scala ed efficienza,fanno moltiplicare i costi. L’idea di affida-re all’Unione dei Comuni la gestione deiservizi sociosanitari, dopo il definitivo nau-fragio delle società della salute, non piace aPrima Montevarchi, il neonato movimen-to cittadino che, sulla proposta lanciata dalsindaco Giorgio Valentini ai consiglieri co-munali, ha spiegato le ragioni del no: «Direcente, si è parlato tanto della creazione diun comune unico del Valdarno, percorso

abortito rapidamente, prima ancora che siuscisse dalla fase progettuale. L’idea, inno-vativa e ambiziosa, era in grado di ridurrein modo drastico il numero di poltrone, in-carichi e strutture e di rendere l’ammini-strazione pubblica certamente più efficien-te, snella ed economica. Ma il progettoavrebbe minato l’interesse delle oligarchiedi potere locale. Quindi non ha avuto segui-to. Adesso ci vengono a parlare di unionedei comuni, ma solo per gestire i servizi so-cio-sanitari. Non ha senso creare un nuovo

ente, con tanto di sedi, personale, dirigenti,presidente, giunta e consiglio per esercita-re un’unica funzione.

E IN OGNI CASO – dice la segreteria delmovimento – il passaggio non può esserecompiuto senza dare la parola ai cittadini.Basta con le scelte verticistiche. Da troppotempo assistiamo alla morte di enti, consor-zi e società che nascono con la chimera diprodurre economie di scala ma che, di fat-to, finiscono per far lievitare i costi di ge-

stione dei servizi. Tanto vale continuarecon un’associazione tra i comuni comequella sperimentata finora. Il tema vero èun altro: il mantenimento e il recupero del-le potenzialità del nostro ospedale, l’abbat-timento delle liste d’attesa, il freno alla cor-sa verso altri presidi ospedalieri e altri cen-tri diagnostici per avere risposte sanitarieche una comunità di quasi centomila abi-tanti deve trovare sul territorio», concludela nota diffusa da Prima Montevarchi

PS

di MARCO CORSI

NON SI PLACANO le polemiche sulledimissioni di Samuele Falsetti da presi-dente della Pluriservizi, la società pubbli-ca che gestisce, tra le altre cose, il servi-zio mensa e i festeggiamenti del Perdo-no. La lettera con cui l’ex presidente haannunciato le sue dimissioni e le reazio-ni conseguenti rischiano di portare aconseguenze di natura politica e di pro-vocare una crisi tra il Partito Democrati-co e l’Italia dei Valori, di cui Falsetti èuno dei rappresentanti. Il sindaco Mau-ro Amerighi, infatti, venuto a conoscen-za dei fatti, ha chiesto un confronto poli-tico per verificare se ci sono ancora lecondizioni per un’alleanza nella maggio-ranza che governa Terranuova.L’Idv non ha consiglieri, ma fa comun-que parte dell’area di centro sinistra.«Dopo questa vicenda – ha detto il pri-mo cittadino – i rapporti con i dipietristiterranuovesi sono deteriorati e chiedo uf-ficialmente una verifica politica a tuttotondo sul programma per valutare se ci

sono ancora i presupposti perché l’Idv ri-manga in maggioranza».Insomma, dalla Pluriservizi la polemicascende sul piano politico, anche se Ame-righi ha voluto puntualizzare altri aspet-ti della vicenda, chiamando in causa di-rettamente Falsetti. «Credo che abbia fat-to bene a rassegnare le dimissioni, anchese l’ha fatto in modo irrituale. Sono di-missioni doverose in quanto motivateda logiche esclusivamente politiche. Fal-setti non si è mai ritrovato sulla lineascelta dai soci, ma ha seguito una serie diindirizzi orientati dai suggerimenti poli-tici dell’Idv».Amerighi ha ricordato che la Pluriservi-zi è una società pubblica che deve rispon-dere a delle regole ben precise. Non gesti-sce servizi di mercato, ma servizi pubbli-ci e quindi non può fare profitti, perchéper fare profitti bisognerebbe metterla acarico dei cittadini.«E’ scorretto parlare di perdite quandoperdite non ci sono – ha continuato ilsindaco — ed esiste infatti una gestioneefficiente del servizio mensa e questi co-

sti, che assicurano un’alta qualità del ser-vizi, sono coperti sia dalle rette dei citta-dini, che dai bilanci dei comuni». Ri-guardo poi l’accusa di scarsa correttezzadelle procedure di comunicazione al con-siglio comunale, Mauro Amerighi ha te-nuto a precisare che sono state seguite re-gole ben precise.«Quando Luca Trabucco come consiglie-re comunale e capogruppo Pdl ha chie-sto alla Pluriservizi la relazione sulla vi-cenda, ho fatto presente che questa ri-chiesta doveva passare direttamente dasindaco e giunta», ha aggiunto il primocittadino, contrariato per una vicendache rischia di creare malumori in senoalla maggioranza. Intanto, in un proces-so di riorganizzazione della Pluriservizi,l’idea è scorporare dalla gestione societa-ria le attività del Perdono e delle variemanifestazioni organizzate nell’anno,che dovrebbero tornare di competenzadi comune e Pro Loco. La Pluriservizi,in futuro, continuerà a gestire esclusiva-mente il servizio mensa per Terranuova,San Giovanni e Montevarchi.

TERRANUOVA DOPO LE DIMISSIONI DI SAMUELE FALSETTI DALLA PLURISERVIZI

Maggioranza, si apre la verificaMossa del sindaco Amerighi: «Rapporti con l’Idv deteriorati»

MONTEVARCHI IL NUOVO MOVIMENTO CITTADINO RIPROPONE INVECE IL DIBATTITO SULL’UNIONE AMMINISTRATIVA TRA I VARI CENTRI

«Sanità ai comuni? Basta carrozzoni, combattiamo gli sprechi»

IL SINDACO Mauro Amerighi apre la verifica dimaggioranza dopo le ultime mosse dell’Idv

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CORRIERE DI MAREMMA Ex Mabro I vertici locali dell’Idv hanno incontrato la Rsu aziendale I vertici Idv all’ex Mabro: “Serve un piano industriale adeguato”. Una delegazione del partito ha incontrato la Rsu aziendale promettendo il massimo impegno. GROSSETO - Si è tenuto giovedì allaa ex Mabro un incontro tra l’Idv e la Rsu. All’incontro hanno partecipato il consigliere regionale Marco Manneschi, il responsabile regionale Lavoro-welfare Roberto Rizzo e una numerosa rappresentanza del direttivo dell’Idv grossetana. La prima esigenza manifestata dalle lavoratrici è stata quella di vedere il coinvolgimento delle Istituzioni, a tutti i livelli (Comune, Provincia, Regione), nella ricerca delle soluzioni; cominciando dal reperimento sul mercato di un imprenditore disponibile all’acquisto, affidabile e responsabile, che apporti capitali veri e capacità imprenditoriali certe. Su questo aspetto le lavoratrici e i lavoratori della ex Mabro, che sono consapevoli delle difficoltà derivanti dalla crisi in atto, che colpisce l’intero comparto tessile, in particolare richiedono che le istituzioni pongano la massima attenzione nel trattare il futuro della fabbrica, per evitare di cadere “dalla padella nella brace” ed evitare che si ripeta l’infelice esperienza pregressa della Royal Tuscany Fashion Group, in cui pur con il coinvolgimento della Fidi Toscana (25 per cento del capitale) l’andamento gestionale dell’azienda non ha mai goduto di controlli efficienti. Ogni soluzione, comunque, per la Rsu non deve prescindere dal mantenimento del livello occupazionale e degli ammortizzatori sociali quali il contratto di solidarietà, perché le lavoratrici e i lavoratori con la loro professionalità, frutto di anni di impegno in un lavoro altamente specializzato, restano la vera e unica ricchezza dell’azienda. In tal senso anche l’Idv ritiene che le ragioni e le prospettive espresse dalla Rsu di azienda, siano perfettamente condivisibili e aggiunge alle loro dichiarazioni e richieste anche l’impegno del partito a compiere in tutte le sedi istituzionali i passi necessari a garantire nuovi acquirenti, un piano industriale adeguato alle capacità professionali e produttive dell’azienda, ed all’intervento pubblico per risolvere in modo definitivo il caso ex Mabro.

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CORRIERE DI MAREMMA Scavalcato il sindaco Bonifazi. Cavallari imprendibile a Gavorrano Ribaltone Falletti a Grosseto Novità anche a Castiglione con il sorpasso di Michele Leone. GROSSETO - Terzo appuntamento con il concorso del Corriere “Vota il tuo sindaco”. Parlare di fuga dopo una settimana dalla partenza dell’iniziativa è prematuro, ma a Grosseto, Gavorrano e Scansano, ad esempio, Francesco Falletti Mauro Cavallari e Stefano Rosini allungano decisamente sui secondi. A Gavorrano l’ex presidente dell’Auser e dipendente comunale, pure restando a quota 17 voti vede immutato il distacco con Alessandro Baldasserini, anche lui stazionario. A Scansano l’insegnante in quota Idv, si conferma in testa mentre al secondo posto si è piazzata un’altra new entry, Gianluca Mazzuoli. Nulla di nuovo a Roccalbegna dove Antonio Rossi, ex segretario provinciale dell’Idv, pur non incassando consensi in questa tappa, resta in testa a scapito del sindaco uscente Aldo Scoccati. Il Comune dove la battaglia sempre incendiarsi è Grosseto : nel capoluogo il sindaco uscente Emilio Bonifazi aveva piazzato il primo sorpasso della maratona di “Vota il tuo sindaco” ai danni di Mario Lolini, uno dei 5 aspiranti candidati sindaco del Pdl, ma l’ultima tornata ha visto prepotente l’ascesa di Francesco Falletti che con ben 10 consensi si colloca alla testa provvisoria della classica davanti appunto al sindaco attuale. Terzi a pari merito Amedeo Grabrielli e Mario Lolini. Cambio della guardia anche a Castiglione della Pescaia dove si registra un ribaltone in testa alla classifica con Michele Leone che scalza l’ex sindaco ed ex assessore provinciale Giancarlo Farnetani, dipendente di Confesercenti. A Orbetello vetta immutata: comanda sempre Cristiano Vadi, segretario comunale del Pd, ma dietro la classifica vede anche la new entry rappresentata da Adriano Bertaggia. Partecipare al concorso del Corriere è semplicissimo: basta compilare il tagliando che viene pubblicato ogni giorno, scrivendo nome e cognome del sindaco prescelto e barrando la casella del comune per il quale si vuole esprimere il voto, e inviarlo (o consegnarlo a mano) alla redazione, in via Oberdan 17, 58100 Grosseto. Naturalmente non saranno accettate fotocopie o fax.

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