SIP: Estratto rassegna stampa Dicembre

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Societa' italiana di pediatria Rubrica 42 La Repubblica 02/12/2014 CYBERBULLI (I.D'aria) 2 44 La Repubblica 02/12/2014 MALATTIE RARE. SCREENING (T.Simoniello) 3 21 La Stampa 01/12/2014 Int. a M.Maggio: A OGNI ETA' UNO SPORT DIVERSO: E' COSI' CHE SI CRESCE (L.Castagneri) 4 10/11 Il Sole 24 Ore Sanita' 22/12/2014 A SCUOLA IN CORSIA CON I TABLET 7 18 Il Sole 24 Ore Sanita' 08/12/2014 LEGAME VACCINI-AUTISMO, "MURO" DEI MEDICI CONTRO L'ULTIMA SENTENZA 11 Ilgiorno.it 18/12/2014 BAMBINI SIRIANI A MILANO, UN PROGETTO DI ACCOGLIENZA E UNA RICERCA SULLA LORO RESILIENZA 12 Ilmessaggero.it 14/12/2014 ANGELINA JOLIE HA LA VARICELLA E SOSPENDE TOURNE'EUN VACCINO CONTRO L'HERPES ZOSTER PROTEGGE GLI ANZ 14 Ilfattoquotidiano.it 15/12/2014 SOCIAL NETWORK E MINORENNI, 'I NEED LIKE': SE NON SEI SOCIAL, NON ESISTI 15 3 Il Mattino 21/12/2014 "LO STRESS DA VIOLENZA PUO' CAUSARE DANNI PERMANENTI" (E.Avellino) 18 Huffingtonpost.it 19/12/2014 REGIONE CHE VAI, DIRITTI CHE TROVI 20 13 Giornale di Sicilia 02/01/2015 TABLET O E-BOOK PRIMA DI DORMIRE? IL SONNO DIVENTA PIU' DIFFICILE (D.Parrinello) 23 28 Gazzetta del Sud - Ed. Catanzaro 29/11/2014 DALLA STRADA AL WEB SI MOLTIPLICANO LE INSIDIE IN DANNO DELL'INFANZIA 25 Corriereadriatico.it 14/12/2014 ANGELINA JOLIE HA LA VARICELLA E SOSPENDE TOURNE'EUN VACCINO CONTRO L'HERPES ZOSTER PROTEGGE GLI ANZ 27 45 Il Quotidiano del Sud 11/01/2015 SEXTING, OGGI GLI ADOLESCENTI SI DIVERTONO COSI' 28 16 Corriere Romagna di Forli' e Cesena 17/12/2014 IL 43% DEGLI STUDENTI CONOSCE VITTIME DI CYBER-BULLI (L.Pieri) 29 13 Corriere Romagna di Forli' e Cesena 16/12/2014 STILI DI VITA A CAVALLO TRA ONLINE E OFFLINE 30 14 Corriere Romagna di Forli' e Cesena 02/12/2014 STUDIO SUGLI STILI DI VITA DEGLI ADOLESCENTI 31 11 Il Giornale - Ed. Milano 10/01/2015 PROFUGHI IN CENTRALE, RIAPRE L'AMBULATORIO ASL (M.Bravi) 32 68/71 Il Venerdi' (La Repubblica) 19/12/2014 QUANDO LE MADRI VOGLIONO CHE I FIGLI SIANO MALATI (A.Simone) 34 38/40 Panorama della Sanita' 01/12/2014 E' ALLARME CYBERBULLISMO 37 20 Bimbisani & Belli 01/01/2015 BIMBI TROPPO COPERTI, RISCHIO RAFFREDDORE 40 Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata Data Titolo Pag.

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Societa' italiana di pediatriaRubrica

42 La Repubblica 02/12/2014 CYBERBULLI (I.D'aria) 2

44 La Repubblica 02/12/2014 MALATTIE RARE. SCREENING (T.Simoniello) 3

21 La Stampa 01/12/2014 Int. a M.Maggio: A OGNI ETA' UNO SPORT DIVERSO: E' COSI' CHE SICRESCE (L.Castagneri)

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10/11 Il Sole 24 Ore Sanita' 22/12/2014 A SCUOLA IN CORSIA CON I TABLET 7

18 Il Sole 24 Ore Sanita' 08/12/2014 LEGAME VACCINI-AUTISMO, "MURO" DEI MEDICI CONTRO L'ULTIMASENTENZA

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Ilgiorno.it 18/12/2014 BAMBINI SIRIANI A MILANO, UN PROGETTO DI ACCOGLIENZA E UNARICERCA SULLA LORO RESILIENZA

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Ilmessaggero.it 14/12/2014 ANGELINA JOLIE HA LA VARICELLA E SOSPENDE TOURNE'EUNVACCINO CONTRO L'HERPES ZOSTER PROTEGGE GLI ANZ

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Ilfattoquotidiano.it 15/12/2014 SOCIAL NETWORK E MINORENNI, 'I NEED LIKE': SE NON SEI SOCIAL,NON ESISTI

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3 Il Mattino 21/12/2014 "LO STRESS DA VIOLENZA PUO' CAUSARE DANNIPERMANENTI" (E.Avellino)

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Huffingtonpost.it 19/12/2014 REGIONE CHE VAI, DIRITTI CHE TROVI 20

13 Giornale di Sicilia 02/01/2015 TABLET O E-BOOK PRIMA DI DORMIRE? IL SONNO DIVENTA PIU'DIFFICILE (D.Parrinello)

23

28 Gazzetta del Sud - Ed. Catanzaro 29/11/2014 DALLA STRADA AL WEB SI MOLTIPLICANO LE INSIDIE IN DANNODELL'INFANZIA

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Corriereadriatico.it 14/12/2014 ANGELINA JOLIE HA LA VARICELLA E SOSPENDE TOURNE'EUNVACCINO CONTRO L'HERPES ZOSTER PROTEGGE GLI ANZ

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45 Il Quotidiano del Sud 11/01/2015 SEXTING, OGGI GLI ADOLESCENTI SI DIVERTONO COSI' 28

16 Corriere Romagna di Forli' e Cesena 17/12/2014 IL 43% DEGLI STUDENTI CONOSCE VITTIME DI CYBER-BULLI (L.Pieri) 29

13 Corriere Romagna di Forli' e Cesena 16/12/2014 STILI DI VITA A CAVALLO TRA ONLINE E OFFLINE 30

14 Corriere Romagna di Forli' e Cesena 02/12/2014 STUDIO SUGLI STILI DI VITA DEGLI ADOLESCENTI 31

11 Il Giornale - Ed. Milano 10/01/2015 PROFUGHI IN CENTRALE, RIAPRE L'AMBULATORIO ASL (M.Bravi) 32

68/71 Il Venerdi' (La Repubblica) 19/12/2014 QUANDO LE MADRI VOGLIONO CHE I FIGLI SIANO MALATI (A.Simone) 34

38/40 Panorama della Sanita' 01/12/2014 E' ALLARME CYBERBULLISMO 37

20 Bimbisani & Belli 01/01/2015 BIMBI TROPPO COPERTI, RISCHIO RAFFREDDORE 40

Sommario Rassegna Stampa

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Bambini siriani a Milano, un progetto diaccoglienza e una ricerca sulla loro resilienzaq Commenti

Fondazione L’Albero della Vita e Università Cattolica del Sacro Cuore hanno presentato a Milano “In viaggio verso ilfuturo”: i dati emersi parlano chiaro: percepire la vicinanza, investire su scuola ed educazione significa inciderepositivamente sullo sviluppo resiliente Milano, 18 dicembre 2014 –

Milano, 18 dicembre 2014 - Il “trauma in transito”, èquesto l’oggetto della ricerca nata dallacollaborazione tra Fondazione L’Albero dellaVita onlus e l’Università Cattolica presentata nellasede della Casa dei Diritti di Milano. Obiettivo di questaindagine, condotta dall’Ateneo di largo Gemelli, è statoquello di promuovere la resilienza nei bambini nelcontesto di migrazione forzata, rilevando i fattoridi rischio e i fattori protettivi al fine di individuarebuone pratiche di lavoro con i bambini cheincrementino il loro benessere, allontanandopaure e insicurezze.

Lo studio, realizzato tra giugno e ottobre 2014, ha coinvolto 271 profughi siriani di età compresa tra i 6 e i14 anni, ospiti presso i centri di accoglienza milanesi di via Aldini e via Salerio, gestiti rispettivamentedalla Fondazione Progetto Arca e dalla Cooperativa Farsi Prossimo per conto del Comune di Milano. È, infatti,proprio in questi centri che nell’ottobre 2013 - con l’inasprirsi della guerra civile e il crescere delle ondate diprofughi - è nata l’azione “Emergenza Siria” di Fondazione L’Albero della Vita onlus a sostegno deiminori siriani in arrivo a Milano, e che da maggio 2014 è attivo lo studio della Fondazione condottocon l’Unità di Ricerca sulla Resilienza del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano.All’interno dei centri di accoglienza di via Aldini e via Salerio, hanno lavorato un gruppo dioperatori e volontari di Fondazione l’Albero della Vita, studenti dell’Università Cattolica e studenti arabiiscritti a diverse facoltà degli atenei milanesi, appartenenti al gruppo SWAP (Share With All People), ma anchesingoli cittadini, ragazzi e ragazze che, accomunati da un forte senso di cittadinanza attiva, hanno messo adisposizione il proprio tempo in favore dei bimbi siriani accolti.

L’accoglienza è dunque il tratto connotativo dell’intervento e dell’agire della Fondazione L’Albero dellaVita onlus che, in questi spazi, vede offrire dei “luoghi positivi” di ospitalità educativo-culturale in gradodi valorizzare le diversità di ogni bambino – senza discriminazione alcuna - per costruire l’armonia. Illavoro di ricerca-azione nei due centri di accoglienza è stato sostenuto da un approccio metodologico

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Bambini siriani dormono su cartoni in StazioneCentrale a Milano (foto Silvia Sardone Facebook)

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C Bambini siriani per terra in StazioneCentrale, Unicef: "Il governo intervenga"

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multi-metodo. Gli strumenti quantitativi utilizzati sono stati una scheda socio-demografica, un questionarioper misurare l’esposizione del bambino alla guerra, alla violenza e alla migrazione forzata, una check-list pervalutare la presenza di sintomi di stress post-traumatico in bambini e adolescenti, un questionario perindagare il disfunzionamento sociale del bambino e una scala quantitativa per analizzare la resilienza nelminore. L’indagine qualitativa è stata realizzata attraverso la realizzazione di Atelier Creativi-Espressivi -strumenti di lavoro realizzati dal team dell’Unità di Ricerca sulla Resilienza - con il fine di identificare i fattori dirischio e i fattori protettivi caratteristici dei bambini vittime di guerre, violenza e migrazione forzata, conparticolare interesse rivolto al tema delle emozioni e all’elaborazione del trauma. La ricerca, sulla promozionedella resilienza nel bambino ha evidenziato come i minori esposti a molteplici eventi traumatici di guerra,violenza e migrazione forzata presentano un’occorrenza maggiore di sintomatologia post-traumatica edelevate difficoltà comportamentali e sociali.

«Emergono dati interessanti dai risultati della ricerca condotta dall’Equipe dell’Università Cattolica (e inparticolare dalla dottoressa Alessandra Cipolla che ha svolto la tesi di laurea su questo studio) - spiega laprofessoressa Cristina Castelli, coordinatrice del progetto per l’Unità di ricerca sulla Resilienza della Cattolica -.Disegni e narrazioni raccontano episodi legati alla guerra vissuta come la morte di persone care, lasolitudine provocata dall’abbandono del proprio paese, la paura del viaggio come incognita. I fattori piùcitati che hanno aiutato i bambini e li hanno protetti durante il percorso migratorio sono stati lafamiglia, la fede, speranze vive per il futuro come ad esempio il desiderio di tornare tra i banchi discuola». «Il nostro impegno da sempre a difesa dei diritti dell’infanzia ha dedicato in questo interventoun’attenzione particolare al tema della normalizzazione, intesa come possibilità di creare uno spaziointeriore che ci permetta di collocare correttamente le esperienze della vita, fino a saperne trarre un vantaggio-sottolinea Ivano Abbruzzi, Presidente di Fondazione L’Albero della Vita onlus -. E questo può avvenire, in unafase di breve passaggio come nel caso dei bambini e delle famiglie siriane in transito a Milano, con piccoli gestiquotidiani, sostenendo una rilettura orientata della propria storia e facendo sentire il calore di una presenzasicura. Restituendo dignità, senso e valore all’infanzia, cerchiamo di fornire nuovi importanti riferimenti per ilproprio personale lavoro di costruzione di una vita futura, di una vita migliore».

«Dall’ottobre del 2013 ad oggi sono transitati dalla Stazione Centrale e dalle strutture di accoglienzaallestite dal Comune, da Caritas Ambrosiana e dalle Associazioni del Privato sociale oltre 12.000 minori, lamaggior parte dei quali bambini di età inferiore ai 10 anni - spiega l’Assessore alle Politiche sociali e Culturadella Salute, Pierfrancesco Majorino -. Li abbiamo soccorsi appena arrivati in Stazione cercando dialleviare i segni più o meno evidenti del lungo viaggio, delle privazioni, della stanchezza, dando loroaccoglienza e un posto sicuro dove potersi finalmente riposare. Tutto questo è stato possibile graziealla presenza costante dei Medici Volontari e dei Pediatri del Sip Lombardia che hanno prestato leprime cure, degli operatori di diverse associazioni e dei tanti volontari che alla Centrale e presso le strutturenon hanno fatto mai mancare vicinanza e concreta solidarietà ai bambini e alle loro famiglie. Da loro nonabbiamo ricevuto alcuna richiesta ma abbiamo avuto in cambio sorrisi, allegria riconquistata, giochi e tantidisegni che restano per noi, insieme alla consapevolezza di non averli lasciati soli, il ricordo più bello». Daottobre questi centri sono stati frequentati da 2200 bambini, lavorando ogni giorno con un numero di ragazzi,tra i 5 e i 14 anni, variabile tra 10 e 40 per ogni centro.

Grazie alla collaborazione con l’Unità di Ricerca sulla Resilienza dell’Università Cattolica sono stati utilizzatistrumenti di edutainment, come il disegno e la manualità, per cercare di individuare le paure e le difficoltàincontrate dai bambini, scoprire le risorse interne che aumentano l’autostima e la condivisione con gli altri,percepire la propria storia attraverso ricordi positivi e negativi, esprimere sogni e desideri, fornire unarappresentazione positiva di sé nel futuro, descrivendo così il periodo post migratorio per rafforzare la propriaidentità culturale.

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MEDICINA

Angelina Jolie ha la varicella e sospendetournéeun vaccino contro l'herpes zosterprotegge gli anziani

Angelina Jolie è stata colpita dalla varicella e ha deciso di annunciarlo in un videomessaggio che stafacendo il giro del mondo. «Starò a casa a grattarmi!», dice la Jolie, spiegando che non potrà parteciparealla première del uo film “Unbroken” e agli altri eventi promozionali programmati nei prossimi giorni negliUsa, proprio a causa della sua varicella. Joile, nel video diffuso dalla Universal Pictures, apapre sorridente e con un look semplicissimo e pocotrucco, fa anche vedere i puntini della varicella.«Volevo essere solo chiara e onesta sul perché saròcostretta a mancare agli eventi legati a Unbroken. Starò a casa a gratatrmi e perderò tutto. Non possocrederci, perché questo film significa davvero molto per me. Non riesco davevro a crederci, ma così è lavita. Mando a tutti il mio amore e spero che tutto vada bene» ha detto l'attrice.

«Uno dei periodi di picco della varicella - spiega Giovanni Corsello, presidente della Società italiana dipediatria - è proprio il mese di dicembre. Si tratta della malattia infettiva più frequente in Italia, conun'incidenza di 40 casi per 1000 abitanti, come testimoniano i dati dell'Istituto superiore di sanità.

E' una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal virus della varicella, della famiglia degliHerpes virus. Insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite è fra le malattie che si trasmettono durantel'infanzia. generalmente sotto i dieci anni. «Ma non è raro - aggiunge Corsello - vedere adulti che nonl'hanno mai avuta e non sono vaccinati, contagiati dai figli. Negli adulti la malattia può essere piùaggressiva ed esporre a un maggior rischi di complicanze», avverte il pediatra.

Ammalarsi di varicella da ambibi è sufficiente per essere suscettibili di ammalarsi di herpes zoster: ilvirus, infatti, si annida nell'organismo in uno stadio di latenza nei gangli nervosi per poi rendersi visibile adistanza di anni sotto forma di Fuoco di Sant'Antonio. Come conseguenza, dopo i 50, del declinofisiologico delle difese immunitarie. Circa una persona su 4 in Europa è destinata a soffrire di herpeszoster, in due casi su 3 dopo i 50 anni. Complicanza maggiore: nevralgia post erpetica, dolore intenso.

L'unico modo per prevenire il Fuoco di Sant'Antonio e delle sue complicanze è un vaccino perl'imminizzazione di chi ha più di 50 anni. Riduce dal 50 al 70% il rischio di sviluppare la patologia.«Vaccinare significa prevenire la presenza di condizioni croniche potenzialmente invalidanti e comunquead alto impatto sulla qualità di vita dell'anziano» spiega Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva.

14 Dic 2014 20:15 - Ultimo aggiornamento: 20:17© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sani & Salvidi Carla Massi

I vegetariani non sono fedeli: 1 su5 cede alla bistecca

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Social network e minorenni, ‘I needlike': se non sei social, non esisti

SOCIETÀ

di Elisa D'Ospina | 15 dicembre 2014

Non occorrono indagini o studi particolari per vedere che molti di

noi vivono ossessivamente sui social network; si posta di tutto:

dal cibo, ai luoghi frequentati, ai programmi della giornata ma su

tutti, impazza la mania dei selfie.

Anche quest’anno la Società Italiana di Pediatria (Sip) ha

condotto uno studio su un campione nazionale di 2107 studenti

(1073 maschi – 1034 femmine) frequentanti la classe terza media

inferiore, e come sempre, i dati fanno molto riflettere. Rispetto al

2008 che solo il 42% del campione utilizzava internet oggi i dati ci

dicono che la percentuale è salita all’81%. Ma cosa vogliono i ragazzi

di oggi? Vogliono i like. Ad oggi quasi il 90% del campione utilizza

internet dal cellulare e non esclusivamente dal computer. Il 15%

ammette di avere postato un selfie provocante: percentuale

sottostimata se si pensa che il 48% dichiara di avere almeno un

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Più informazioni su: Adolescenti, Facebook, Genitori, Internet, Minorenni, Selfie, Sesso,

Social Network

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Elisa D'OspinaScrittrice

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DIRETTORE TESTATA ONLINE: PETERGOMEZ

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LONDRA, IN 200 AWESTMINSTER PER DIRE NOALLA CENSURA DI STATO NELPORNO

LORIS STIVAL, L’INDIFFERENZAÈ COMPLICE

POLITICHE ANTIDROGA, DA 7MESI GOVERNO NON NOMINAIL CAPO DEL DIPARTIMENTO

amico che posta foto sensuali.

Nel rapporto si legge: “Tra gli altri comportamenti a rischio rivolti a

sconosciuti (dove sconosciuto non equivale necessariamente a

pedofilo, questo va precisato) il 19% ha dato il telefono, il 16,8% ha

inviato una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l’11,6%

si è incontrata con lui, il 5,2% ha accettato proposte di sesso

online. E se all’87,6% piace internet perché si può stare in contatto

con gli amici, per il 60,2% internet è addirittura irrinunciabile”.

Sesso online già a 14 anni. Spiega Giovanni Corsello, Presidente

della Sip: “I social network non vanno demonizzati, perché hanno

anche aspetti di grande utilità e socializzazione. Il problema come

sempre è l’abuso. La migrazione degli adolescenti dal computer al

telefonino rende difficilissimo per i genitori rendersi conto del

tempo effettivamente speso dai loro figli sui social. È inoltre difficile

dettare regole di comportamento dal momento che la stragrande

maggioranza degli adulti non ha idea di come si sviluppa la socialità

sui nuovi social network, di come si strutturano le relazioni, non

conosce il linguaggio utilizzato. In questo contesto parlare di

controllo non ha più molto senso. Le nostre risorse per prevenire

comportamenti a rischio sono il dialogo, l’ascolto, l’etica

comportamentale che noi adulti di riferimento abbiamo insegnato ai

figli. I quali prima di essere adolescenti sono stati bambini”.

Dialogo, ascolto ed etica

comportamentale: tre

parole chiave per salvare i

giovani dall’ossessione del

“like it”. Ho chiesto

durante una delle

mattinate nelle scuole

perché avessero bisogno di

denudarsi e una ragazza

mi ha risposto: “Beh, si sa,

se metto il culo, come fa

Belen, posso avere più like”. Alla domanda: “Cosa ti portano i like?”,

lei mi ha risposto: “Oggi senza like sei una sfigata, non esisti”.

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“IL SARDO È UNA LINGUA,LECITO RICHIEDERE UNINTERPRETE IN OGNIPROCEDIMENTO”

di Elisa D'Ospina | 15 dicembre 2014 COMMENTI

Ripenso ai miei tempi, che non sono poi così lontani, quando in

classe sfigata era una che studiava troppo, una che non aveva una

vita sociale, una che non era vestita alla moda. Oggi, se non hai like,

non esisti. Ecco allora che si spinge sempre di più l’acceleratore e il

sesso, il corpo, la smania di apparire arrivano sempre prima.

“Bisogna educarli”, dicono. Eppure, non è prerogativa dei giovani.

Sempre più donne e uomini cercano il consenso sui social postando

di tutto e di più e quelle immagini, poi, diventano della rete e chissà

se tra qualche anno rivendendole non ci pentiremo o ci rideremo su.

Siamo tutti un po’ così “socialcosi” perché forse ha ragione quella

ragazza: se non sei social, non esisti. Inizio a pensare che i veri

rivoluzionari sono quelli che una vita ce l’hanno e non sentono il

bisogno di raccontare e raccontarsi attraverso un computer.

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Stefano Semplici Diventa fan

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Pubblicato: 19/12/2014 18:07 CET Aggiornato: 11 minuti fa

Regione che vai, diritti che trovi

L'Italia promessa da Matteo Renzi sarà più governabile, più semplice, più giusta.L'ultimo obiettivo qualifica e legittima i primi due ed esso dipende in buona misura daquanto la politica riuscirà a fare per tutelare e promuovere per tutti i diritti socialifondamentali. Furono scuola e salute ad essere indicati dal "primo" Costituente -insieme alla famiglia, all'arte e alla scienza - come pilastri appunto dei rapporti etico-sociali. Sono sempre scuola e salute, oggi, la prova evidente di un fallimento e, inparticolare, del fallimento della riforma del Titolo V realizzata nel 2001, che halasciato intatte o addirittura allargato le disuguaglianze fra i cittadini delle diverseregioni, aggiungendo l'ulteriore costo di una confusione che ha dato non poco lavoroalla Corte Costituzionale. Il "nuovo" Costituente, oltre a liberarci dal fardelloinsopportabile del bicameralismo perfetto, sta riscrivendo anche l'articolo 117, semprecon l'obiettivo di lasciare ai nostri figli un paese più bello e finalmente unito da solidivincoli di equità e solidarietà. Sarà così? È lecito, purtroppo, dubitarne.

La riforma del 2001 aveva previsto in effetti due percorsi diversi per sanità eistruzione, anche se con esiti potenzialmente convergenti. La prima non è menzionatafra le materie nelle quali lo Stato ha "legislazione esclusiva". Essa è, in linea diprincipio, oggetto di legislazione concorrente, sebbene nel contesto delineato dallalettera m) dell'articolo 117, che allo Stato lascia la determinazione dei "livelli essenzialidelle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tuttoil territorio nazionale". Per l'istruzione, anch'essa materia di legislazione concorrente,resta invece allo Stato in via esplicitamente esclusiva, coerentemente con quantoindicato dall'articolo 33 della Costituzione, il compito di dettare le "norme generali".Nelle materie di legislazione concorrente, "spetta alle Regioni la potestà legislativa,salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazionedello Stato". Livelli essenziali, norme generali, principi fondamentali. Linguisti egiuristi hanno avuto materia per confronti eruditi e appassionanti. Si legga, a titolo diesempio, la sentenza n. 200 del 2009 della Corte Costituzionale, con la quale le normegenerali sull'istruzione vengono definite come "quelle disposizioni statali chedefiniscono la struttura portante del sistema nazionale di istruzione e che richiedonodi essere applicate in modo necessariamente unitario ed uniforme in tutto il territorionazionale, assicurando, mediante una offerta formativa omogenea, la sostanzialeparità di trattamento tra gli utenti", anche al fine di assicurare "l'identità culturale delPaese".

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In che cosa si è tradotta, dal punto di vista della vita quotidiana dei cittadini, questaesigenza inderogabile di uniformità e omogeneità? Anche solo il citarla, oggi, appareuna provocazione. Per quanto riguarda l'istruzione, l'indagine Ocse-Pisa del 2012 haevidenziato un livello medio di rendimento degli studenti, rispetto alle competenzenell'ambito della lettura, che varia fra il valore di 521 raggiunto in Lombardia, Venetoe nella Provincia Autonoma di Trento e il valore di 434 della Calabria. Il primo dato ènettamente superiore alla media Ocse e colloca i fortunati studenti di queste aree delpaese nelle primissime posizioni della graduatoria, più avanti di quelli di Francia,Germania e Regno Unito e immediatamente alle spalle dei loro coetanei finlandesi,irlandesi, canadesi e cinesi di Taipei. Il dato della Calabria si confronta con quelli diBulgaria e Romania per restare in Europa e con il Messico se si vuole guardare piùlontano. Per quanto riguarda la tutela della salute, è lo stesso Ministero, nel rapportosulla Verifica adempimenti Lea per l'anno 2012, pubblicato all'inizio di luglio diquest'anno, ad evidenziare come solo il Veneto, fra le 16 regioni prese in esame (tuttequelle a statuto ordinario più la Sicilia), risulti in regola "per tutti gli adempimentioggetto di verifica". Nella proposta di documento conclusivo della "Indagineconoscitiva" sulla sfida della tutela della salute elaborata dalle Commissioni riunite V eXII della Camera dei Deputati e datata 16 maggio 2014 si trova una constatazioneancora più cruda: "Le regioni sottoposte a piano di rientro e, più in generale, la quasitotalità delle regioni meridionali, versano in una condizione notevolmente diversarispetto alle altre regioni, posto che le prime lamentano sensibili ritardi infrastrutturalida cui derivano inaccettabili differenze nell'erogazione dei livelli essenziali diassistenza, che mettono a rischio l'universalità del sistema". Non è colpa della riformadel 2001, perché le differenze c'erano anche prima. La riforma non ha però raggiuntolo scopo di ridurre in modo sostanziale queste disuguaglianze intollerabili (anche se èvero che i dati Pisa relativi al 2000 segnalavano una distanza leggermente superiorefra le regioni meridionali e il resto del paese). La percezione di questa asimmetria è datempo consapevolezza diffusa. Lo dimostrano, giusto per citare un paio di esempi, ilnumero degli studenti universitari che lasciano il Sud e gli indici della mobilitàospedaliera, che rimangono costantemente sbilanciati nella stessa direzione. L'indice"di fuga" cresce in molte regioni meridionali. L'indice "di attrazione" cresce in quasitutte le regioni settentrionali. E non c'è bisogno di aggiungere che proprio suistruzione e sanità si allarga in questo modo la frattura di cittadinanza fra i ricchi (chesi spostano liberamente) e i poveri (che sono costretti a studiare e a curarsi dove ècapitato loro di vivere).

Di fronte a questa situazione drammatica, qual è la soluzione proposta dal governo alparlamento? Il colpo secco della bacchetta magica della semplicità è caduto, come ènoto, sulla legislazione concorrente: resterà solo l'elenco delle materie sulle quali loStato ha "legislazione esclusiva" e quello delle materie per le quali "spetta alle Regionila potestà legislativa". Non basta, tuttavia, togliere un aggettivo per eliminare ilproblema dei conflitti di competenze che hanno caratterizzato questi anni, mentre leambiguità che hanno creato e alimentato quel problema rimangono irrisolte. Tantoper la tutela della salute quanto per l'istruzione sono le "disposizioni generali ecomuni" ad essere adesso riportate sotto la potestà legislativa esclusiva dello Stato.Questo si aggiunge alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e non puòdunque essere considerato semplicemente un altro modo per dire la stessa cosa. Machi traccerà la linea di confine fra il generale e il particolare, fra quel che deve esserecomune e quanto può essere lasciato alla autonomia delle regioni? Come si concilial'esplicita costituzionalizzazione di questo criterio nell'ambito della tutela della salutecon le vistose disuguaglianze nell'offerta pubblica di interventi di prevenzione,diagnosi e cura che sono state legittimate dall'introduzione appunto dei Lea (Livelliessenziali di assistenza)? Il testo adesso in discussione alla Camera è un passo indietro(a mio avviso assolutamente auspicabile) rispetto alla regionalizzazione esasperata delsistema sanitario? Se questa è l'intenzione del governo, le regioni sono d'accordo esono pronte ad accontentarsi della funzione di "programmazione e organizzazione"che resterebbe loro affidata?

Tutte queste domande, ad oggi, rimangono senza risposta. Nel frattempo, il parere delComitato per la legislazione, incluso nella relazione con la quale la Commissioneaffari costituzionali della Camera ha presentato il 13 dicembre alla Presidenza il testoche l'Aula ha iniziato a discutere, lancia un forte segnale di allarme: ci sono "problemidi tipo definitorio in relazione all'individuazione del significato delle categorie

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utilizzate" e questi problemi possono "riproporre gli elementi di criticità legati alladistinzione tra principi fondamentali e norme di dettaglio, riferita al vigente testodell'articolo 117 in relazione alla potestà legislativa concorrente, qui soppressa".Questo invito ad usare parole chiare e distinte, in ogni legge e a maggior ragione nellaCostituzione, meriterebbe di essere raccolto. Basterebbe forse sostituire il riferimentoai livelli essenziali, bizzarro nel caso dei diritti civili e fonte di ambiguità rispetto aquelli sociali, con quello ai livelli appropriati e inderogabili suggerito in un recentedocumento della Società italiana di pediatria o anche, più semplicemente e senzaaggettivi, con l'indicazione "degli interventi e dei livelli delle prestazioni necessari agarantire in modo uniforme e omogeneo su tutto il territorio nazionale la sostanzialeparità di trattamento di tutti i cittadini in materia di diritti civili e sociali", sulla linea diquanto stabilito dalla Corte Costituzionale. Solo così anche la riconduzione allapotestà legislativa esclusiva dello Stato delle "disposizioni generali e comuni" inmateria di sanità e istruzione acquisterebbe un significato univoco. I livelli appropriatidi prestazioni che la Repubblica offre in Lombardia e in Veneto ai suoi cittadini per latutela della salute devono essere gli stessi offerti necessariamente, inderogabilmenteanche in Calabria e in Sicilia. Certamente attraverso le regioni, responsabili dellaprogrammazione e dell'organizzazione del servizio. Ma non possono essere le singoleregioni a decidere se vaccinare o no i bambini contro un particolare ceppo dellameningite, non più di quanto possano essere libere di decidere a che età si va a scuola.Queste ambiguità nella Costituzione alimentano la confusione e produconoingiustizia. E una riforma che produce ingiustizia non diventa un titolo di merito soloperché è stata fatta in fretta. Questa è semmai un'aggravante politica e morale.

Política, Italia, Costituzione, Riforma Costituzione, Riforma Costituzionale, Riforma Articolo 117

Costituzione, Articolo 117 Costituzione, Modifica Articolo 117 Costituzione, Riforma Senato, Senato

Riforma, Stato, Regioni, Stato Regioni, Regioni Stato, Conflitto Attribuzione Stato Regioni, Stato Regioni

Conflitto Attribuzione

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MEDICINA

Angelina Jolie ha la varicella e sospendetournéeun vaccino contro l'herpes zosterprotegge gli anziani

Angelina Jolie è stata colpita dalla varicella e ha deciso di annunciarlo in un videomessaggio che stafacendo il giro del mondo. «Starò a casa a grattarmi!», dice la Jolie, spiegando che non potrà parteciparealla première del uo film “Unbroken” e agli altri eventi promozionali programmati nei prossimi giorni negliUsa, proprio a causa della sua varicella. Joile, nel video diffuso dalla Universal Pictures, apapre sorridente e con un look semplicissimo e pocotrucco, fa anche vedere i puntini della varicella.«Volevo essere solo chiara e onesta sul perché saròcostretta a mancare agli eventi legati a Unbroken. Starò a casa a gratatrmi e perderò tutto. Non possocrederci, perché questo film significa davvero molto per me. Non riesco davevro a crederci, ma così è lavita. Mando a tutti il mio amore e spero che tutto vada bene» ha detto l'attrice.

«Uno dei periodi di picco della varicella - spiega Giovanni Corsello, presidente della Società italiana dipediatria - è proprio il mese di dicembre. Si tratta della malattia infettiva più frequente in Italia, conun'incidenza di 40 casi per 1000 abitanti, come testimoniano i dati dell'Istituto superiore di sanità.

E' una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal virus della varicella, della famiglia degliHerpes virus. Insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite è fra le malattie che si trasmettono durantel'infanzia. generalmente sotto i dieci anni. «Ma non è raro - aggiunge Corsello - vedere adulti che nonl'hanno mai avuta e non sono vaccinati, contagiati dai figli. Negli adulti la malattia può essere piùaggressiva ed esporre a un maggior rischi di complicanze», avverte il pediatra.

Ammalarsi di varicella da ambibi è sufficiente per essere suscettibili di ammalarsi di herpes zoster: ilvirus, infatti, si annida nell'organismo in uno stadio di latenza nei gangli nervosi per poi rendersi visibile adistanza di anni sotto forma di Fuoco di Sant'Antonio. Come conseguenza, dopo i 50, del declinofisiologico delle difese immunitarie. Circa una persona su 4 in Europa è destinata a soffrire di herpeszoster, in due casi su 3 dopo i 50 anni. Complicanza maggiore: nevralgia post erpetica, dolore intenso.

L'unico modo per prevenire il Fuoco di Sant'Antonio e delle sue complicanze è un vaccino perl'imminizzazione di chi ha più di 50 anni. Riduce dal 50 al 70% il rischio di sviluppare la patologia.«Vaccinare significa prevenire la presenza di condizioni croniche potenzialmente invalidanti e comunquead alto impatto sulla qualità di vita dell'anziano» spiega Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva.

14 Dic 2014 20:15 - Ultimo aggiornamento: 20:17© RIPRODUZIONE RISERVATA

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