Rassegna 9 dicembre

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IL FATTO QUOTIDIANO

Giovedì 9 dicembre 2010 pagina 7

MicroMega invocò

le primarie

per i dipietristi

M i c ro M e g a nel novembre 2009pose la questione delrinnovamento della classe

dirigente dell’Idv, troppo spesso con curriculaopachi e discutibili. Le firme Salvatore Borsellinoe Andrea Scanzi, “tra loro diversissimi per storiepolitiche ma che hanno manifestato entrambigrande interesse e speranza per il contributo

che l’Italia dei valori” formularono domanderispetto a questioni irrisolte, come una richiestadi democratizzazione interna, con tanto disegretario eletto dopo primarie. Di Pietrorispose che il tempo delle primarie, per unpartito così giovane, non era ancora maturo eaggiunse: “Non solo penso che sia giunto iltempo di ‘d e m o c r a t i z z a re ’ il partito, ma lo sto

già realizzando. Come in tutte le cose, c’èsempre qualcuno che all’inizio di tutto mette laprima pietra. Così ho fatto io. In questi anni –dal 2001 ad oggi – ho cercato di costruire unacasa ampia ed aperta a tutti. È ovvio che all’inizionon bastano coloro che portano le pietre, c’èbisogno pure di chi li mette in ordine per fare inmodo che non crolli tutto”.

De Magistris: i candidati dell’Idvnon li può scegliere solo Di Pietro

POLEMICHE DOPO IL POSSIBILE ADDIO DI DUE PARLAMENTARI

di Giampiero Calapà

L uigi De Magistris alza lavoce e chiede di poterfar parte di “una cabinadi regia che scelga i

prossimi candidati, per nonlasciare più solo a Di Pietroquesta grande responsabili-tà”. Risposta ai giorni di bu-fera nell’Idv. “Voterò secon-do le indicazioni di Idv. Finoa quando sarò in Idv”: tra-ducendo dal politichese leparole di Domenico Scilipo-ti si scopre che potrebbe la-sciare il partito anche un mi-nuto prima del voto sulla sfi-ducia al premier Silvio Ber-lusconi, ponendosi così indissenso con il partito di An-tonio Di Pietro, di cui ora faparte, e lasciando in vita ilgover no.

Problema vecchioe irrisolto

INSIEME ad Antonio Razzi,Scilipoti sta agitando la vigiliadi un momento che AntonioDi Pietro e i suoi attendono daanni: la resa dei conti parla-mentare con il Caimano. UnBerlusconi ancora in piedi peril voto favorevole di uno o duetransfughi dell’Italia dei valorisarebbe un colpo non da pocoalla credibilità di un partitoche ha fatto dell’antiberlusco -nismo il suo primo obiettivo.Soprattutto perché in passatoci sono già stati i casi Sergio DeGregorio e Americo Porfidia.Il primo dopo esser stato elet-to con Di Pietro nel 2006 pas-sò poi a Forza Italia, contri-

buendo con il suo voto alla ca-duta del governo-Prodi. L’al -tro, invece, eletto sempre conl’Idv, ne ha lasciato il gruppoparlamentare dopo l’inda ginedella Dda di Napoli nei suoiconfronti per estorsione ag-gravata dal favoreggiamentodella camorra. Addirittura. Pe-rò non lasciò il Parlamento,giusto per cambiare schiera-mento e votare la fiducia a Ber-lusconi all’occorrenza. En-trambi erano uomini portatinel partito da Nello Formisa-no, nonostante nei loro curri-cula ci fossero esperienze po-litiche nell’Udeur di Clemen-te Mastella (Porfidia) e addirit-

tura in Forza Italia (De Grego-rio). Adesso altri due casi. Nel-l’Italia dei valori c’è un proble-ma di selezione della classe di-rigente, più volte sollevato inpassato da M i c ro m e g a di PaoloFlores d’Arcais e anche daquesto giornale, che riapparepuntualmente nei momentidecisivi. Se per il portavocedel partito Leoluca Orlando

“Scilipoti, come qualunquealtro deputato dell’Italia deivalori, non può addurre nes-suna motivazione politica perla scelta di sostenere il gover-no Berlusconi”, l’europarla -mentare Luigi De Magistris vaoltre e ricorda “che il tema del-la selezione della nostra classedirigente è ancora all’o rd i n edel giorno, non abbiamo fini-to di parlarne”. De Magistriscammina su un terreno scivo-loso, perché anche su di lui siscatenò la polemica dopo ilrinvio a giudizio per omissioniin atti d’ufficio: “Ma non sia-mo di fronte a un problemagiudiziario. È una questione di

BOCCHINO APRE AL BERLUSCONI BISE IL CAVALIERE CONTA GLI UOMINI

etica pubblica. Io mi sono, in-vece, ritrovato a combatterecontro un sistema che non tistende tappeti rossi. E ricordoche fin qui, chi mi ha rivoltoaccuse, poi si è ritrovato coin-volto in indagini per reati gra-vissimi”. De Magistris hapronta anche la ricetta, da sot-toporre a Di Pietro, sicuro cheil capo dell’Idv capirà: “Quan -do Di Pietro mi propose lacandidatura all’europarla -mento nel 2008 io gli dissi su-bito che mi sarei impegnatoper rinnovare la classe diri-gente del partito. Per me nonè stato facile iscrivermi, mapoi ho pensato che bisogna

metterci la faccia, impegnarsiin prima persona. Per questochiedo a Di Pietro che per leprossime elezioni venga costi-tuita una cabina di regia, di cuimi onorerei di far parte, perselezionare i candidati del par-tito. Per non lasciare solo a DiPietro questa responsabilitàche poi, inevitabilmente, difronte a casi come Scilipoti,porta qualcuno a tirarlo per lag iacchetta”.

“Tengono lontanala gente perbene”

DOLCE e amaro De Magi-stris con Di Pietro, perchéproprio non manda giù quan-to sta avvenendo in questigiorni: “Per carità, tutti possia-mo sbagliare. Ad un certopunto, però, bisogna rendersiconto di chi si ha imbarcato efarne a meno se è il caso. Ri-spetto a questi due personag-gi che adesso minacciano dinon votare la sfiducia a Berlu-sconi posso dire poco, li avròincrociati in qualche esecuti-vo del partito, ma rapporti ze-ro: le loro dichiarazioni sonosconcertanti. È gente che dan-neggia l’Italia dei valori in mo-do gravissimo”.“Questi personaggi – conti -nua De Magistris –ostegg ianola crescita del partito. Impedi-scono l’impegno politico ditanta gente perbene che ma-gari vorrebbe avvicinarsi allapolitica. Io credo al progettodell’Italia dei valori, ma ades-so serve una svolta, per fare inmodo che possano credercisempre più persone”.Luigi De Magistris e, sullo sfondo, Antonio Di Pietro (FOTO EMBLEMA)

TEMPI DI CRISI

Dopo i casidel 2006di De Gregorioe Porfidiaadesso toccaa Razzie Scilipoti

di Sara Nicoli

U na crisi pilotata. Più passano leore e più la trattativa si irrobu-

stisce, anche se il Cavaliere fa fintadi non sentire, né vedere: “Mi pos-sono chiedere tutto, ma non di di-metter mi”. Comunque si tratta ec-come, sensale Gianni Letta, che ieriha convinto, in qualche modo, Ita-lo Bocchino a uscire allo scoperto ea rompere gli indugi con una pro-posta fattiva, anche se lontana daquello che vogliono sentire nel Pdl:“Per noi servono le dimissioni diBerlusconi – ha proposto il luogo-tenente finiano – ma siamo anchedisposti a un reincarico 72 ore do-po”.

A CONDIZIONE che il premieraccetti una “nuova agenda econo-mico-sociale” e una nuova leggeelettorale che preveda l'introduzio-ne di una “soglia minima per farscattare il premio di maggioranza” el'elezione “nei collegi di metà deideputati”. A dire il vero, la colombafiniana per eccellenza, Silvano Mof-fa, si era spinto anche oltre, avan-

zando l’idea che le dimissioni di Ber-lusconi non fossero poi così neces-sarie se solo si fosse dichiarato di-sponibile a “siglare un nuovo pattodi legislatura”, ma Bocchino gli hamandato a dire di volare un po’ piùbasso: “Abbiamo pronta la mozionedi sfiducia, ci vuole un elemento diforte novità per rimetterla nel cas-setto”.Il boccino è di nuovo in mano alCavaliere. Che ieri, per tutta la gior-nata, ha fatto i conti con Bonaiutisull’andamento del mercato parla-mentare. E i risultati, che staseraporterà allo stato maggiore del par-tito che si riunirà a Palazzo Grazioli,sembrerebbero avergli provocatogrande ottimismo. I conti in tasca alCavaliere parlano di una maggioran-za possibile a quota 318-320 (con 15voti in più sicuri al Senato) con ilgioco di qualche assenza strategicatra gli scranni dei centristi. I finianicontinuano a sostenere di avere intasca 316 voti, ma a questo punto sigioca davvero sul filo del rasoio. Egli incerti in campo, anzi “sul mer-cato”, sono ancora tanti; pallottoliealla mano, il Cavaliere può farcela

sul serio. Ecco perché ha respintoancora il canto delle sirene finiane:“Fiducia o voto, l'ipotesi delle dimis-sioni non è stata mai presa in con-s i d e ra z i o n e ” è la strategia di sempreche non si è mossa di una virgola.Secondo i suoi, il Cavaliere si è dettosicuro che stia vacillando propriol'asse tra Fini e Casini e che in Fli sisia aperto uno scontro tra falchi ecolombe. Berlusconi lo sa che la li-nea avanzata da Moffa non troveràgrande sponda nel partito finiano,ma quello che conta per lui adesso èriaprire la partita con Casini che “i n-spiega bilmente” ha chiuso all’i p o-tesi di un Berlusconi bis.

PARE CHE non si capaciti, secon-do i suoi, del perché il leader cen-trista non colga questa “occasioned’o ro ” per mettere all’angolo defi-nitivamente Fini, vendicandosi cosìdel veto espresso a suo tempo dalpresidente della Camera sull’i n gre s-so dei centristi del Pdl. Ma la partitaè comunque già un’altra. E viaggiagià oltre il 14 dicembre. Certo diottenere la fiducia alla Camera,“senza la quale – ha ripetuto anche

ieri – ci sono solo le elezioni”, ilCavaliere conta di stringere un pat-to con Casini aprendo l’esecutivo aicentristi per recuperare i voti cheservono ad una maggioranza stabi-le, persi con lo strappo finiano. Incambio, all’Udc verrebbero dati indote due ministeri di peso (si parladi Difesa e Lavori pubblici per com-piacere il suocero Caltagirone) piùqualche sottosegretariato e, forse, laguida dell’Authority per l’energ ia.In ballo anche la successione diMauro Masi in Rai. Casini tiene altala posta, ma tutto questo tempo pas-sato all’opposizione potrebbe farglicambiare presto idea. Dopo il 14 di-c e m b re .

di Caterina Perniconi

Napolitanonon fail veggenteQUIRINALE DIXIT “Il seguitonessuno è in grado dip reve d e r l o ”, così il presidentedella Repubblica lascia caderela domanda sull’esito del votodel 14. “Può farlo solo chi hauna speciale sfera di cristallo.Non credo ci sia un nesso frala conclusione dell’iter dellalegge di stabilità e la crisipolitica” aggiunge GiorgioN ap o l i t a n o.

LA FIDUCIA DI BONAIUTI Inquesto clima che resta dimassima incertezza, dalle duefazioni partono accuse maanche frasi di speranza. Così ilportavoce del premier, PaoloBonaiuti, che promette: “Il 14 iveggenti resteranno senzalavoro perché il governo avràla fiducia al Senato e allaCamera”.

LA LEGA Torna a parlare. Omeglio, ritrova la voce. Ilcapogruppo alla Camera,Marco Reguzzoni, spiega che“il 14 il Carroccio confermeràil suo voto di fiducia al governoe al premier, rispettando inpieno il mandato degli elettori,a differenza di chi si diceintenzionato a tradire talepatto con inconcepibilimanovre di palazzo”.

di Sara Nicoli

Al premiermancanoquattro votiLA TENTAZIONE DI GUZZANTI.“Se il Cavaliere promette dicambiare la legge elettorale,noi votiamo la fiducia”. Fuga inavanti del Pli e di PaoloGuzzanti. Il grande accusatoredel Cavaliere rimugina sulfuturo e punta all’a b ro g a z i o n edel “Po rc e l l u m ”. In cambiooffre il suo voto positivo equello del presidente,Francesco Nucara.

TRE VOTI PERSI. L’opposizionecontinua a perdere. AntonioScilipoti (Idv) e Bruno Cesario(ex Api) annunciano oggi illoro voto contro la sfiducia alCavaliere. In ballo c’è unarielezione che per entrambiera traballante. Con loro cisarà Massimo Calearo. E sonotre voti di meno, ma la conta èa 316 contro 311.

UN PARCO CHE VALE DUESEGGI. Brugger e Zeller dellaSvp si asterranno, avendoottenuto assicurazioni daCalderoli sui fondi per il parcodello Stelvio; per loro anchericandidatura certa. Ma nelpallottoliere del Cavalieremancano ancora all’ap p e l l oquattro voti per portare a casauna fiducia certa.

Italo Bocchino (FOTO LAPRESSE)

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IL TIRRENO Pagina 5 - Attualità La grande caccia al deputato Che faranno Scilipoti, Calearo e Cesario? E’ giallo ROMA. La campagna acquisti del Cavaliere comincia a produrre risultati. «Non sarò più solo»: Massimo Calearo, ex deputato dell’Api oggi al gruppo misto, non dice di più quando gli chiedono le ragioni della conferenza stampa convocata per oggi con Bruno Cesario e l’esponente dell’Idv, Domenico Scilipoti, medico di Patti che non sembra voler seguire Di Pietro contro Berlusconi. Calearo non si sbilancia ma Scilipoti dovrebbe lasciare il partito di Tonino per unirsi ai due ciolleghi e fare «gruppo». I tre parlamentari, infatti, annunceranno che non vogliono più fare i «cani sciolti» e si metteranno insieme. Voteranno la sfiducia? I tre «battitori liberi» del centrosinistra mantengono la consegna del silenzio ma è probabile che si asterranno dal voto di sfiducia a Berlusconi. La notizia dell’outing dei tre «dissidenti» aggiorna il pallottoliere della Camera in vista del voto del 14. Il quadro politico è in continua evoluzione e la situazione potrebbe cambiare fini all’ultimo minuto. Sulla carta, fino a questo momento, la maggioranza può contare su 307 voti o su 310 se i tre del gruppo misto decideranno di passare dall’astensione al voto di fiducia. Il Pdl ha 235 voti, la Lega 59, Noi Sud-Pid 11. A questi si aggiungono il repubblicano Francesco Nucara e Francesco Pionati dell’Adc. L’opposizione conta invece su 229 voti. Il Pd vale 206 voti, l’Idv senza Scilipoti 23 ai quali vanno aggiunti due deputati del gruppo misto: Beppe Giulietti (non iscritto a nessuna componente) e Roberto Rolando Nicco (minoranze linguistiche). Il Terzo polo, in base alle firme in calce alla mozione di sfiducia depositata a Montecitorio nei giorni scorsi, ha 85 voti. Il gruppo di Futuro e Libertà offre 34 voti (vanno esclusi Fini, che per prassi non vota, e l’indeciso Giampiero Catone). L’Udc conta 35 deputati, l’Api di Rutelli si ferma a 6 mentre l’Mpa di Lombardo ha 5 deputati e 3 sono i Liberaldemocratici (il loro leader Maurizio Tanoni assicura anche il consenso dell’incerto Maurizio Grassano). A questi si aggiungono i due 2 parlamentari del misto, il repubblicano Giorgio La Malfa e Paolo Guzzanti, che potrebbe rivedere la decisione di votare la sfiducia se Berlusconi si impegnerà a riformare la legge elettorale in modo da «restituire all’elettorato il diritto di rappresentanza» e decida di attuare un programma di ampie privatizzazioni». Resta il nodo delle minoranze linguistiche. In occasione del voto di fiducia del 29 settembre scorso i due altoatesini della Svp, Siegfried Brugger e Karl Zeller si astennero, mentre il valdostano Nicco votò contro. Se Calearo, Cesario e Scilipoti vengono messi nel conteggio pro Berlusconi, con Scilipoti fuori dall’Idv, i sì al governo vanno a 310, mentre i voti di sfiducia restano 316. (g.r.)

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IL TIRRENO Pagina 2 - Toscana LA NUOVA APET Peruzzini sarà il direttore FIRENZE. Sarà Alberto Peruzzini, 39 anni, attuale direttore dell’Apt di Prato, a dirigere dal 1º gennaio la nuova divisione turismo di Toscana Promozione, l’Apet, l’agenzia regionale che nasce al posto delle Apt. «Peruzzini - dice l’assessore Cristina Scaletti - possiede la professionalità e l’esperienza per ricoprire l’incarico». Originario di Pesaro, guida l’Apt pratese dal 2000.

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LA NAZIONE Pagina 7 – Arezzo L’incredibile vicenda Sansepolcro. Ma c’è agitazione anche in altre realtà Pd, si aggira lo spettro primarie E’ già caos, rischio di un 2009 bis IL CASO Sansepolcro, i fermenti che da più parti scuotono il partito, la calma apparente che circonda la ricandidatura di Fanfani a sindaco di Arezzo. Non è un momento facile per il partito democratico, in crisi insieme alla politica e con lo strumento delle primarie che da bagno di democrazia rischia di trasformarsi una miscela esplosiva. Sansepolcro, appunto. Lì c’è stata la rovina di una classe dirigente autoreferenziale che ha portato all’implosione del centrosinistra in una città dove, a ogni elezione, questo schieramento supera il 60% dei voti. Ebbene, un margine di assoluta sicurezza è andato in frantumi quattro anni fa consentendo a Polcri di diventare sindaco. ADESSO, in primavera, si torna a votare e il centrosinistra è già un miscuglio impazzito. Succede che il Pd designa Boncompagni, ma che centinaia di persone vanno in processione dal sindaco Pd di Anghiari, Danilo Bianchi, chiedendo a lui di candidarsi. Bianchi, il cui mandato scadrebbe fra un anno e qualche mese, che fa? Ci sta. Annuncia la candidatura sostenuto da Sel, Idv e da una lista civica. Chiede di partecipare alle primarie e riceve un secco rifiuto:con te mai, resta dove sei e non disturbare il manovratore. Commenta Marco Meacci,segretario provinciale del Pd: «E io non posso avallare un sindaco in carica che lascia il mandato, infrange il patto stretto con i cittadini, consegna il suo paese a un commissario, si mette in urto con il partito che autonomamente aveva fatto il suo percorso. Bianchi agisce da esterno, ha serie difficoltà a riconoscersi nel Pd, così si mette fuori». MA SE TUTTO ciò succede, vuol dire ch il malessere esiste. «E’ la crisi della politica» spiega Meacci. Ma è anche una difficoltà del Pd, palesata in pieno nelle elezioni dell’anno passato. Ricorderete il patatrac delle amministrative: il disastro di Bibbiena dopo primarie che furono un bagno di sangue; la resa di Monte San Savino, anche lì annunciata dall’esito delle primarie. Per non parlare poi della commedia di Subbiano dove le solite primarie misero in discussione il sindaco uscente che prese cappello e vinse poi a mani basse con una lista civica appoggiata dal centrodestra. Insomma, un bailamme. Una macedonia che potrebbe essere servita in tavola anche alle prossime elezioni: di Sansepolcro si è detto, a Montevarchi la situazione non è chiara, Anghiari andrà alle urne anticipatamente. Quanto ad Arezzo, da una parte del Pd si invocano ancora le primarie pur se Meacci è esplicito: «Intanto abbiamo un sindaco al primo mandato, inoltre né dal partito né dalla coalizione è giunta una richiesta. Alberto Ciolfi? Non ha avanzato proposte nell’assemblea comunale alla quale non era neanche presente». ANCORA Meacci: «Ma il punto centrale è che ai cittadini interessano i contenuti, le risposte più delle alleanze. Se Comune per Comune saremo in grado di offrire proposte adeguate, allora sì. Altrimenti un cartello di partiti alleati conta veramente poco. E’ in crisi la rappresentanza della politica e molti ormai votano a prescindere dagli schieramenti di riferimento». E intanto il partito democratico si interroga e an che si tormenta: a primavera sarà il solito massacro? sergio rossi

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•• 14 ORBETELLO GIOVEDÌ 9 DICEMBRE 2010

«Una torre senza orologioChe tristezza i lavori infiniti»

Il caso sollevato da Aldi e Paffetti (Pd)

Autostrada, sei d’accordocon l’ipotesi di un percorsosulle colline di Orbetello?Vota, clicca su

«ANCHE per questo Natale l’imma-gine del nostro paese sarà triste, pri-vata dei suoi simboli nella sua piazzaprincipale, cioè l’orologio e il bustodi Garibaldi». I consiglieri comunalidel Pd Luca Aldi e Monica Paffetti,dopo l’interrogazione consiliare pre-sentata insieme al consigliere MauroBarbini, tornano sulla questione dipiazza Eroe dei due mondi e della si-tuazione dei lavori di restauro. Lavo-ri che sembrano veramente infiniti,viste le interruzioni. E la polemica aquesto punto divampa.

«DOPO DUE ANNI di cantieri —afferma la Paffetti — sono stati tolti iponteggi e adesso abbiamo una torresenza orologio e senza il busto di Ga-ribaldi. Eppure i lavori per il restau-ro della piazza iniziarono a fine giu-gno, nel 2009, in pieno periodo turi-

stico, tra le proteste dei commercian-ti, dopo i ritardi legati alla definizio-ne della ditta vincitrice dell’appaltoper circa 226 mila euro, con un limi-te di 150 giorni per concluderli. Adoggi quegli interventi, che riguarda-no monumenti importantissimi del-la città, non sono ancora finiti e anzi

sono stati interrotti». Problemi conla ditta inadempiente, con la quale ilcontratto è stato rescisso, e lungaggi-ni che hanno consentito soltanto direcente all’amministrazione di rien-trare in possesso del cantiere, per to-gliere le impalcature e preparare unnuovo appalto per completare l’inter-vento, che prevederà anche l’apertu-ra dell’arcata centrale per restituire alpalazzo il suo aspetto originario.«Tutto questo quando?» chiedel’esponente del Pd.

«QUANTO dobbiamo ancora aspet-tare per rivedere la statua di Garibal-di e l’orologio nella loro sede storica?Speriamo davvero a questo puntoche i tempi non si allunghino comeper il palazzo di piazza del Popolo —conclude la Paffetti — che viene aper-to solo 4 giorni all’anno per Gusta-tus».

IL SONDAGGIO«PERCORSO dopo percorso, tracciato dopo traccia-to, quello che è certo è che il tracciato autostradale sipreoccuperà di salvaguardare ancora e soltanto qual-che dimora vip adagiata oltre i poggi». Così Anna Ma-ria Carbone, consigliere provinciale dell’Italia dei Va-lori, sulla querelle che interessa l’Autostrada Tirreni-ca. Il tracciato continua a essere motivo del contende-re con la maggioranza. «Il vicesindaco Rolando DiVincenzo — dice Anna Maria Carbone — in qualitàdi candidato sindaco per la prossima tornata elettora-

le è riuscito ancora una volta a dire tutto e dire niente.Se come sostiene ha preso atto che il ‘tracciato prelimi-nare’ comporta difficoltà per la salvaguardia idrica,ambientale e delle realtà abitative, produttive e agrico-le e ha anche dei costi insostenibili, perché insiste ariproporre un tracciato nell’area del massiccio calca-reo».Per Carbone «è proprio in quell’area in cui sono pre-senti molti dei problemi ambientali ed economici concui dovrà fare i conti il progetto definitivo».

«Autostrada, ci si preoccupa solo delle dimore vip»

VEDUTA Piazza Eroe dei due Mondi. I cantieri per gliinterventi, che sembrano destinati a non finire, hannospinto il Pd ad interrogare il sindaco

www.lanazione.it/grosseto

PRENDE il via ad Orbetellola stagione invernale di jazz.Primo appuntamento domani.Il Circolo musicale e club deljazz cittadino Gruppo «2 steps2» in corso Italia organizza alle21 una serata con Mimmo Lan-gella e il suo trio.

La stagionedel grande jazz

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LA NAZIONE

•• 4 CRONACAPRATO GIOVEDÌ 9 DICEMBRE 2010

FINANZAA CONSIAG

La difesa della società:«Non diamo i dati sul gas

per tutelare tutti i soci»

IL CASO HA PRESENTATO UNA MOZIONE RESPINTA DALLA MAGGIORANZA

«Partecipate, no ai parenti»Donzella (Idv) attacca: «Anche in Comune niente nepotismo»

ESTRA E ESTRA RETI GAS hannosette giorni di tempo per presentarememorie difensive all’Antitrust prima chela stessa Autorità per la concorrenza,nell’ambito dell’istruttoria aperta sulservizio di distribuzione del gas (si devechiudere entro il 31 gennaio 2012), decidaeventuali azioni cautelari per evitare che le«condotte delle sue società siano in gradodi determinare danni gravi e irreparabilialla concorrenza».L’indagine dell’Autorità vuole accertare sele partecipate di Consiag hanno abusatodella propria posizione dominanterifiutandosi di fornire al Comune i datiper il bando di assegnazione del servizio.Un bando che infatti è ancora bloccato.Nelle carte della delibera che ha sancitol’apertura dell’istruttoria, comunque, c’ègià una prima difesa di Estra Reti. Inparticolare la società, lo scorso 9 giugno,ha comunicato al Comune il rifiuto atrasmettere le informazioni motivandolosulla base dei seguenti elementi:l’impianto di distribuzione del Comune diPrato copre anche altricomuni, quindi la trasmissione dei datipregiudicherebbe «il correttosvolgimento della futura gara d’ambitorelativa ai comuni limitrofi»; i comunilimitrofi avrebbero avanzato esigenze diriservatezza, chiedendo a Consiag di nondivulgare le informazioni richieste;la diffusione dei dati in tempi antecedentialla gara d’ambito secondo Estra Reti«pregiudica anche l’interesse della societàstessa a partecipare alla futura gara, inquanto sarebbero previamente svelatialcuni dati riservati»; infine l’incaricatodel Comune avrebbe dovuto in ogni casoassumere specifici obblighi di riservatezza.

«HO PRESENTATO una mozione antinepotismo in Comune, ma la maggioran-za ha avuto paura e l’ha respinta. Questaè la risposta del centrodestra alle parente-le del Consiag. Per quanto ci riguarda,siamo contrari alla presenza di familiaridi amministratori e politici in Comune enelle partecipate». Il presidente dell’Ita-lia dei valori, Aurelio Donzella, va all’at-tacco sul sistema di parentele nelle socie-tà pubbliche all’indomani della nuovapuntata della guerra fra Consiag e Comu-ne, con l’Antitrust che ha aperto un’in-chiesta su Estra e Estra Reti Gas per il ser-vizio di distribuzione del metano.In particolare il capogruppo va all’attac-co del centrodestra, perché non ha appro-vato la mozione «forse temendo di perde-re qualche posto in futuro»; del Pd, an-che se indirettamente, perché è il partitoall’interno del quale ci sono molti casi di

politici ed ex amministratori con parentiassunti nelle società della galassia Con-siag; e a posteriori, in qualche modo,«censura» anche l’ex leader dell’Idv, Lo-redana Ferrara, che da assessore in Co-mune fece assumere la nuora.

Dal canto suo Donzella ricorda che «du-rante la passata amministrazione» si op-pose «all’osservatorio sulle partecipateformato da consulenti esterni», mentrefece accettare «che la commissione di stu-dio sulle partecipate fosse presieduta daun consigliere d’opposizione e non dimaggioranza, come volevano altri, per-

ché il controllore non coincidesse con ilcontrollato». Non solo, nella sua mozio-ne il capogruppo Idv scrive che «è difficil-mente coniugabile valorizzare i meriticon trasparenza ed imparzialità se esisto-no e persistono vincoli di parentela, affi-nità e convivenza tra personale dipenden-te che presti servizio in rapporto di subor-dinazione gerarchica nell’ambito dellastessa struttura organizzativa» ed eviden-zia che «in un ente pubblico è doverosonon mischiare famiglia e lavoro».Per questo la mozione impegnava il sin-daco e la giunta ad accogliere nel regola-mento degli uffici e dei servizi «l’indiriz-zo di adottare tutte le misure necessarieper evitare che i dipendenti legati da vin-coli di parentela o affinità, fino al terzogrado, o che siano coniugi o conviventi,prestino servizio in rapporto di subordi-nazione gerarchica nella stessa strutturaorganizzativa».

Leonardo Biagiotti

FRONTE CALDOLa sede del Consiag in

via Panziera, quella delComune e il

capogruppo dell’Italiadei valori Aurelio

Donzella

LE CONSEGUENZEL’accusa:«Centrodestra impaurito»Lesue parolemettononelmirinoanche il Pd. E l’ex leader Ferrara...

DA OGGI gli extracomunitaricon più di 14 anni che richiede-ranno il rilascio del permesso disoggiorno per soggiornanti di lun-go periodo (la vecchia carta di sog-giorno) dovranno dimostrare diconoscere la lingua italiana conun apposito test. In particolareper sostenere il test, dopo averinoltrato la richiesta del permes-so di soggiorno alla questura, biso-gnerà collegarsi al sito www.testi-taliano.interno.it e richiedere dipoter svolgere la prova.Una volta acquisite le richieste, ilministero dell’Interno le comuni-cherà alla prefettura ed entro 60

giorni la prefettura convocheràgli immigrati interessati per soste-nere l’esame. A Prato questo itersi tradurrà in un ritmo molto ser-rato di esami, circa 150 al mese inbase ai flussi di domande di per-messi di lungo periodo presentateprima dell’entrata in vigore dellanuova norma. I test si svolgeran-no all’istituto comprensivo Maz-zoni di Prato in via S. Silvestro11.L’esito corretto del test sarà co-municato in via telematica allaquestura e, in caso di esito negati-vo, l’interessato potrà chiedere disostenere un nuovo esame.

PREFETTURA

Da oggi test d’italianoper 150 stranieri al mese

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LA NAZIONE Pagina 13 – Prato Carmignano Libertà d’informazione: un incontro stasera nella sale del Consiglio LIBERTÀ d’informazione al centro del dibattito che si svolgerà questa sera alle 21.30 nella sala del Consioglio Comunale di Carmignano. All’incontro, organizzato dai rappresentanti locali dell’Italia dei valori, si parlerà della proposta di legge sulle intercettazioni telefoniche, delle gravi ingerenze della politica nella televisione pubblica, della chiusura del Corriere di Livorno, delle difficoltà economiche dell’Unità e di Canale Dieci. Ma sono solo alcuni degli argomenti che verranno trattati nel corso della serata-dibattito, alla quale interverrà anche il senatore dell’Italia dei valori, Francesco Pancho Pardi e che vedrà la partecipazione del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, Carlo Bartoli. Titolo dell’incontro è «Libertà di informazione fra leggi bavaglio e crisi economica» e sarà moderata da Pasquale Petrella. Nel salone dove solitamente si svolge il consiglio comunale di Carmignano, saranno presenti anche altre figure istituzionali, come il primo cittadino della cittadina, Doriano Cirri, che porterà i saluti istituzionali, ed il segretario provinciale dell’Italia dei valori di Prato, Salvo Ardita. L’ingresso alla serata sarà libero.

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LA NAZIONE Pagina 12 – Pisa Comune. L’ufficio non è stato rinnovato in tempo Addio al difensore civico E’ subito scontro duro Sarebbe rimasto in carica fino alla fine della legislatura CALCI - AVEVANO puntato il dito sulla Finanziaria dell’anno scorso che aveva eliminato la figura del difensore civico, ma in realtà il taglio per Calci è avvenuto perché il Comune non ha rinnovato in tempo la carica che sarebbe comunque rimasta fino al termine della legislatura. «I calcesani perderanno la tutela giuridica che negli anni passati ha consentito a tanti di loro di avere giustizia e rimborsi», aveva tuonato l’Idv attaccando il governo. Dopo pochi giorni, un’interrogazione delle opposizioni ha però costretto il Comune ad ammettere come sono andate veramente le cose. E così il capogruppo di “Calci nel cuore” Paolo Lazzerini e il collega di “Una valle un sogno” Andrea Begliomini, parlano di “ennesimo pasticcio del sindaco e della giunta”. “A seguito delle norme riguardanti le soppressioni previste dalla Finanziaria, approvata nel novembre 2009 – spiegano Lazzerini e Begliomini – il difensore civico della Toscana inviava una lettera ai colleghi locali fornendo loro l’interpretazione della norma che doveva divenire operante solo dopo il successivo rinnovo dei consigli comunali”. IN altre parole in caso di scadenza del mandato del difensore civico i consigli comunali potevano procedere alla sua elezione o rielezione fino alla scadenza della legislatura, ovvero, a Calci, teoricamente fino al 2014. “Nel febbraio scorso – rivelano ancora i leader dell’opposizione – il nostro difensore civico, l’avvocato Sandra Munno informò il sindaco di tale possibilità e lui rispose di essere disponibile alla riconferma”. Ma così non è andata. “A oggi, nonostante gli impegni verbali presi, il sindaco e la giunta hanno inspiegabilmente ritenuto opportuno sopprimere il difensore civico “cavandosela” con una semplice comunicazione in consiglio, al quale invece spetta la decisione di sopprimere tale figura».

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LA NAZIONE Pagina 7 – Livorno ROSIGNANO Bus, finalmente la corsa «utile» ROSIGNANO — L’ASSESSORE ai paesi collinari Luca Simoncini ha ricevuto dal responsabile dei servizi Atl, Bruno Bastogi, la comunicazione che a partire da oggi, giovedì, la corsa in partenza da piazza Musselburgh per Marittimo, Castelnuovo e Gabbro delle 13.55, utile per gli studenti in uscita alle 14, transiterà direttamente da via della Repubblica, nei pressi dell’istituto «Mattei». In questo modo viene data definitivamente risposta alle richieste delle famiglie degli studenti delle frazioni collinari che chiedevano di poter avere un mezzo di trasporto al termine delle lezioni per raggiungere il proprio paese, senza uscire anticipatamente. Delle esigenze degli studenti delle frazioni collinari si era fatto portavoce proprio l’assessore Simoncini che, insieme all’assessore Donati, aveva più volte Atl contattato l’Atl.

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LA NAZIONE Pagina 3 – Pistoia L’assessore provinciale Parronchi «No all’esclusione preventiva dei soci» «RIMANGO esterrefatto. E’ questa l’unica sensazione che mi invade dopo aver appreso della decisione dell’attuale commissario dell’ Aias in merito all’azzeramento dell’elenco dei soci». Parola di Michele Parronchi, assessore provinciale alle politiche sociali e addetto Aias, fino al giorno del suo mandato pubblico. Fra i primi a prendere posizione sulla bufera che si è scatenata sull’associazione di San Biagio, l’esponente Idv torna a polemizzare con il commissario Giulio Francesco Bagnale. «Con quale capacità discrezionale — si chiede — si ritiene di decidere chi può essere socio o meno anche nei confronti di quei genitori che l’Aias l’hanno fondata e giorno dopo giorno costruita? Senza parlare — aggiunge Parronchi — di tutti quei lavoratori che hanno prestato la propria opera senza preoccuparsi degli orari, delle feste consapevoli che non è possibile svolgere certe mansioni con l’orologio al polso. Io stesso ho lavorato, assieme ai miei colleghi che molto mi hanno insegnato, tutti i fine settimana per circa tre anni, per garantire una continuità del servizio». Aggiunge Parronchi: «Ora giunge qualcuno da lontano, che niente conosce di una bella storia che dura da circa quaranta anni, e ritiene giusto nel decidere o far decidere (ipoteticamente) dal nazionale chi è deputato a far parte dell’assemblea. Ma quali sono i parametri che permettono la scelta? Quali sono i trasparenti indicatori che disinteressatamente definiranno l’elenco dei soci? A quanto pare non è dato saperlo», conclude Parronchi.

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LA NAZIONE Pagina 9 – Empoli L’Italia dei Valori boccia l’ipotesi dell’indipendenza di Ponte a Egola da San Miniato Meglio un comune unico per il comprensorio SAN MINIATO. Un altro comune, quello di Ponte a Egola? No, meglio accorpare più comuni. È la posizione dell’Italia dei Valori, che interviene sull’opportunità avanzata da alcuni cittadini circa l’ipotesi dell’indipendenza di Ponte a Egola da San Miniato. «Premesso che concordiamo con i cittadini - afferma l’Italia dei Valori - come troppo spesso le frazioni si sentano abbandonate e il degrado e i problemi siano sotto gli occhi di tutti, riteniamo indispensabile l’abbattimento dei costi della politica, in modo da detrarre minori risorse ai bisogni dei cittadini, sempre più gravati dalla drammatica crisi economica». Gli esponenti sanminiatesi del partito di Di Pietro pensano invece ad un unico comune per il comprensorio del Cuoio. «In questo modo - dicono - si potrebbe portare avanti una politica comune di sviluppo economico e un più razionale assestamento dello sviluppo urbanistico. Un comune unico, che potrebbe comprendere San Miniato, Castelfranco di Sotto, Santa Croce e Montopoli Valdarno, potrebbe mettere insieme delle sinergie importanti e a avere una voce di rilievo non solo nel panorama regionale ma anche a livello nazionale, diventando il cuore pulsante dell’economia toscana. Le varie amministrazioni dovrebbero mettere da parte una fetta consistente del loro potere acquisito col tempo, ma si potrebbero dare dei servizi migliori ai cittadini e con un risparmio non indifferente per le varie famiglie». L’Italia dei Valori è convinta che esista l’esigenza di abbandonare la politica che coltiva il proprio orticello portando invece avanti un progetto di sviluppo comune nell’interesse dei cittadini. «Come Italia dei Valori - concludono i rappresentanti dell’IdV di San Miniato - abbiamo portato avanti nel Parlamento l’abolizione delle province, ma siamo stati l’unico partito che si è battuto per la riduzione dei costi della politica e la nostra proposta è stata bocciata».

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