RAPPORTO VARESE 2006 - Camera di Commercio di Varese · 7 la diffusione delle tecnologie dell’ICT...

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RAPPORTO VARESE 2006

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Il presente report è stato curato da un gruppo di ricerca dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne Gruppo di lavoro Giuseppe Capuano (Responsabile e coordinatore) Corrado Martone Maria Lidia Travaglia Segreteria redazionale Simona Leopardi

L’elaborazione dell’appendice statistica è stata curata da: Servizio Analisi Economiche e Territoriali - Camera di Commercio di Varese

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Presentazione

La quarta edizione della “Giornata dell’Economia” - evento ideato e promosso

dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio contemporaneamente su tutto il territorio

nazionale il 12 maggio - rappresenta l’occasione per diffondere i dati sull’andamento delle

diverse economie locali.

Le varie fonti a disposizione di ciascuna Camera di Commercio vengono utilizzate in

forma integrata per elaborare una “fotografia” delle singole economie il più approfondita

possibile e ricca di chiavi di lettura.

Il grande patrimonio statistico del sistema camerale diventa allora lo strumento per

comprendere la dinamica demografica delle imprese, il processo di creazione e distribuzione

della ricchezza, il livello di internazionalizzazione della provincia, l’andamento del mercato del

lavoro nonché le dinamiche creditizie. Tutti dati che permettono l’approfondimento della

dimensione territoriale dei fenomeni economici e che sono preziosi per gli analisti come per gli

stessi operatori.

Uno studio particolare quest’anno è stato dedicato al tema delle infrastrutture in

provincia di Varese, con una forte attenzione sul ruolo di strade e ferrovie nel favorire - o

rallentare in caso di dotazione carente - lo sviluppo economico.

Gli spunti offerti dal volume acquistano dunque particolare valenza in quanto basati su

statistiche in grado di far emergere le peculiarità del sistema Varese.

Il Presidente

Angelo Belloli

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INDICE

LE TRAIETTORIE DI SVILUPPO DELLA PROVINCIA DI VARESE ................................................ 6

IL PROCESSO DI CREAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA ................................... 11

LE DINAMICHE IMPRENDITORIALI .............................................................................................. 19

IL MERCATO DEL LAVORO............................................................................................................. 23

IL LIVELLO D’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA PROVINCIA .............................................. 26

LE DINAMICHE CREDITIZIE NELLA PROVINCIA........................................................................ 33

LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE IN PROVINCIA DI VARESE ........................................... 38

- La partecipazione camerale nel quadro infrastrutturale ..........................................................43

- La Legge Obiettivo e l’attivazione delle opere strategiche in Lombardia...............................46

ALLEGATO 1: GLI INTERVENTI SULLA RETE STRADALE E FERROVIARIA NELLA

PROVINCIA DI VARESE INQUADRATI NELLA LEGGE OBIETTIVO........................................... 50

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LE TRAIETTORIE DI SVILUPPO DELLA PROVINCIA DI VARESE

Lo sviluppo locale assume un ruolo determinante per la crescita e l’affermazione di ogni singolo territorio in un periodo storico, come quello attuale, caratterizzato da una situazione socio-economica in rapida evoluzione e da un’accresciuta competitività su scala mondiale. I cambiamenti più recenti hanno, infatti, posto in evidenza che i territori non competono più sulla base del principio dei vantaggi comparati, secondo il quale condizione sufficiente per lo sviluppo dell’economia di un territorio è la presenza di determinati fattori della produzione e risorse naturali, e neanche semplicemente sulla base di particolari condizioni politiche-economiche1 (come il livello dei salari, i tassi di cambio, i regimi protezionistici), ma sulla base di vantaggi competitivi, legati ad una serie di fattori di contesto (quali il dinamismo delle imprese che operano in un territorio, le infrastrutture, le relazioni banche-imprese, le relazioni fra imprese, la concertazione fra parti sociali, il dialogo fra Istituzioni locali), legati maggiormente a fattori non di mercato, meno governabili con semplici relazioni contrattuali. Per questo motivo assume centralità l’obiettivo di implementare la formazione di “reti d’impresa in una rete di territori”, secondo l’approccio delle “reti neurali”. Queste rappresentano una metafora ben nota delle relazioni territoriali, sicuramente interessante per comprendere che esistono forme di interazione che hanno esaltato i punti di forza del territorio e hanno consentito la costituzione di relazioni in forma di reti che rendono vitali i territori. Di fatto, il territorio è innervato da reti plurime (trasporti, infrastrutture, tessuto di imprese, relazioni sociali, etc.) che consentono in maniera efficace la trasmissione dei saperi, l'affermarsi dell’economia. Per alcuni autori il conflitto tra reti e luoghi è solo apparente: radicare le reti e reticolare i luoghi rappresenta una possibilità, complessa ma concreta, per agire sui fenomeni del territorio su una scala ampia che superi concettualmente anche le delimitazioni amministrative tra comuni e in qualche caso tra province, avviando un nuovo modello di sviluppo territoriale. Posto quanto sopra, va osservato come in assenza di una robusta “rete” territoriale, la fase di ciclo economico sfavorevole che ha riguardato i Paesi dell’Unione Europea dal 2001, ha influenzato in maniera determinante le non brillanti performance del nostro sistema industriale. Tuttavia, le difficoltà che attualmente si trova ad affrontare il nostro sistema industriale non sono soltanto congiunturali, ma anche strutturali e come tali richiedono nuove politiche industriali. I principali fattori strutturali che hanno determinato il cambiamento e in certi casi la crisi del nostro sistema produttivo negli ultimi anni si possono distinguere in esogeni ed endogeni. Tra i primi annoveriamo:

la forte crescita delle economie del Sud-Est asiatico; la bassa crescita del mercato europeo che ha influenzato negativamente quei territori per i

quali l’Europa rappresenta il maggiore mercato di sbocco; l’introduzione dell’euro che ha reso impossibile il ricorso alle svalutazioni competitive della

moneta nazionale per guadagnare competitività e il processo di globalizzazione che rende meno efficaci le politiche economiche nazionali di tipo classico;

1 Questi fattori non hanno perso totalmente la loro capacità esplicativa dello sviluppo di un territorio e delle localizzazioni delle attività d’impresa, ma non sono più sufficienti a spiegare alcuni fenomeni di sviluppo e concentrazione di alcune attività economiche, soprattutto quelle più avanzate, in determinati luoghi dello spazio globale.

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la diffusione delle tecnologie dell’ICT che hanno un impatto trasversale su tutti i settori produttivi.

Tra gli altri:

l’emergere di nuovi modelli di organizzazione delle imprese alternativi a quello del distretto industriale; le reti lunghe d’impresa (in primo luogo i processi di delocalizzazione), le relazioni formali ed informali, l’organizzazione della produzione in termini di filiera, che hanno trasformato le realtà distrettuali da luoghi prevalentemente di produzione in luoghi di formazione di idee e conoscenza;

la terziarizzazione di alcune fasi produzione prima svolte all’interno dell’impresa ed oggi esternalizzate attraverso apposite società di servizi. Questo fenomeno detto outsourcing produce un effetto statistico di diminuzione del peso del valore aggiunto secondario ed aumento di quello del terziario.

La Lombardia rappresenta il centro delle attività manifatturiere del nostro Paese sia per valore della produzione manifatturiera, che per valore delle esportazioni di beni di questo settore. La realtà produttiva regionale, se si esclude Milano, è fortemente posizionata sulla piccola e media impresa industriale spesso organizzata in distretti (più di 40 nella regione, attivi nei settori della plastica, del tessile abbigliamento, nel settore meccanico, alimentare e dei prodotti per la casa). Inoltre, la regione si caratterizza per l’alto tasso di apertura2, pari al 71,2% (45,1% media Italia), e l’alta propensione all’export (30,5% contro il 22,5% dell’Italia). Questi fattori hanno reso la regione molto sensibile ai fattori esogeni ed endogeni di cui abbiamo detto, per cui l’intensità della crisi che ha colpito il settore manifatturiero è stata medio-alta in quasi tutte le province. In provincia di Varese la crisi ha colpito soprattutto il settore meccanico (ed in particolare l’industria aeronautica). L’analisi degli ultimi dati relativi all’andamento dell’economia della provincia, svolta con riferimento all’andamento dell’ultimo decennio e al contesto regionale e nazionale, mette in luce questo elemento di criticità dell’economia varesina insieme ai punti di forza e alle potenzialità dell’economia provinciale. La provincia di Varese presenta buoni livelli di ricchezza, sia in termini assoluti (è la quarta provincia lombarda dopo Milano, Brescia e Bergamo per valore aggiunto prodotto e, nel 2004, rappresenta il 7,6% del totale regionale), sia in termini pro capite: il valore aggiunto per residente è superiore del 9,8% a quello medio nazionale; tuttavia, questo valore è cresciuto meno della media nazionale, alla quale si è lentamente riallineato dal 1995 ad oggi (con una diminuzione di 4,4 punti del relativo numero indice). Dal 1995 al 2004, inoltre, il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto in termini reali è stato nella provincia varesina leggermente inferiore alla media lombarda (1,3% annuo a Varese a fronte dell’1,4% della Lombardia) e italiana (1,5%). A determinare un tasso di crescita così ridotto, ha concorso in particolare la performance negativa dell’industria in senso stretto, la cui produzione in termini reali è diminuita in media dello 0,13% all’anno. A tal riguardo va detto che la stessa, nel 1995, rappresentava un settore centrale nel sistema produttivo locale, producendo il 40,1% del valore aggiunto varesino, mentre oggi tale incidenza si attesta al 33% (Grafico1). Gli anni in cui la produzione dell’industria in senso stretto ha mostrato la maggiore contrazione sono il 1996 (-2,1%), il 1999 (-4,7%), il 2001 (-2,8%), anni in cui anche a livello regionale e nazionale il tasso di crescita è stato negativo o molto vicino allo zero. Al contrario, nel periodo

2 Il tasso d’apertura esprime il rapporto percentuale fra valore delle esportazioni e valore aggiunto provinciale.

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1995-2004, si è sviluppato il settore terziario, che con un tasso di crescita medio annuo del 2,19%, ha raggiunto un peso del 62,9% nella creazione del valore aggiunto della provincia.

Grafico 1- Composizione del valore aggiunto a prezzi base in provincia di Varese per settore di attività economica (Anni 1995 e 2004; valori percentuali)

1995

0,4

40,1

3,9

55,7

Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi

2004

0,3

33,0

3,862,9

Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati propri

Va osservato inoltre, che le trasformazioni strutturali e le crisi hanno colpito in misura diversa l’apparato produttivo italiano in relazione al modello di sviluppo di un territorio e delle dimensioni delle imprese presenti; il fattore determinante per l’intensità della crisi o della trasformazione sono il settore o i settori di specializzazione presenti e il modo in cui essi si inseriscono nell’economia territoriale. Sono state premiate, in termini di crescita, le province nelle quali l’industria è una componente non “centrale”, ma “sussidiaria”, quelle che hanno puntato sull’integrazione di alcune filiere produttive o su settori manifatturieri di nicchia e ad alto tasso di innovazione, quelle che presentano un tessuto manifatturiero diversificato. A questo proposito va ribadito come l’economia di Varese caratterizzandosi per il contributo forte dell’industria sul processo di creazione di ricchezza e per un folto tessuto di piccole e medie imprese diffuso sull’intero territorio, ha risentito della crisi in misura più accentuata di altri contesti territoriali in cui le integrazioni tra settori sono più intense.

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Tabella 1 - Graduatoria nazionale della variazione medio-annua in termini reali del valore aggiunto ai prezzi base (Valori percentuali; Anni 1995-2004)

Pos. Province Tasso di var. (%) Pos. Province Tasso di var. (%) 1 Crotone 3,6 53 Verona 1,6 2 Ragusa 3,2 54 Potenza 1,5 3 Isernia 2,9 55 Nuoro 1,5 4 Latina 2,7 56 Lecce 1,5 5 Caltanissetta 2,4 57 Terni 1,5 6 Reggio Calabria 2,4 58 Cosenza 1,5 7 Lodi 2,3 59 Rimini 1,5 8 Ravenna 2,3 60 Bologna 1,5 9 Bolzano 2,3 61 La Spezia 1,5

10 Benevento 2,2 62 Cuneo 1,5 11 Padova 2,2 63 Pistoia 1,5 12 Firenze 2,2 64 Arezzo 1,5 13 Bergamo 2,2 65 Genova 1,4 14 Mantova 2,2 66 Reggio Emilia 1,4 15 Caserta 2,2 67 Foggia 1,4 16 Trapani 2,1 68 Oristano 1,4 17 Asti 2,1 69 Livorno 1,4 18 Catania 2,1 70 Rieti 1,4 19 Matera 2,1 71 Verbano-Cusio-Ossola 1,4 20 Vibo Valentia 2,1 72 Pisa 1,3 21 Brescia 2,0 73 Vicenza 1,3 22 Siena 2,0 74 Cagliari 1,3 23 Alessandria 2,0 75 Palermo 1,3 24 Imperia 2,0 76 Sondrio 1,3 25 Cremona 2,0 77 Savona 1,3 26 Massa Carrara 2,0 78 Varese 1,3 27 Sassari 2,0 79 Rovigo 1,3 28 Macerata 2,0 80 Piacenza 1,3 29 Taranto 2,0 81 Chieti 1,2 30 Gorizia 1,9 82 Trento 1,2 31 Grosseto 1,9 83 Lucca 1,2 32 Salerno 1,9 84 Campobasso 1,2 33 Frosinone 1,9 85 Parma 1,2 34 Pescara 1,9 86 Lecco 1,2 35 Enna 1,9 87 Milano 1,1 36 Ascoli Piceno 1,8 88 Pavia 1,0 37 Avellino 1,8 89 Venezia 1,0 38 Teramo 1,8 90 Pordenone 1,0 39 Bari 1,8 91 Ferrara 1,0 40 Roma 1,8 92 Trieste 0,9 41 Ancona 1,8 93 Biella 0,8 42 Messina 1,7 94 Belluno 0,8 43 Pesaro e Urbino 1,7 95 Viterbo 0,8 44 Agrigento 1,7 96 Siracusa 0,8 45 Udine 1,7 97 Vercelli 0,7 46 Treviso 1,7 98 Prato 0,7 47 Catanzaro 1,7 99 Brindisi 0,6 48 Perugia 1,7 100 Como 0,6 49 Modena 1,6 101 Torino 0,4 50 Napoli 1,6 102 Aosta 0,4 51 Forlì 1,6 103 L'Aquila 0,2 52 Novara 1,6

ITALIA 1,5 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati propri

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Il sistema imprenditoriale varesino è, comunque, caratterizzato da uno sviluppo superiore alla media nazionale delle società di capitali (la cui diffusione è aumentata rispetto al 2005) e delle società di persone, indice questo di una trasformazione del tessuto di impresa che cresce qualitativamente. Oltre alla tradizionale classificazione delle imprese basata su di un approccio statistico-quantitativo (la dimensione in termini di addetti) occorre, quindi, leggere le dinamiche aziendali anche con un approccio che valorizzi le relazioni, gli asset qualitativi presenti in una impresa (approccio relazionale-qualitativo). Secondo questa nuova lettura del “fenomeno” d’impresa, che integra il vecchio ma non lo sostituisce, intravediamo i prodomi di un nuovo nucleo denominato “middle class” di impresa che punta sulla crescita della azienda in termini di dimensione “relazionale-qualitativa”. La provincia di Varese è caratterizzata altresì da un livello piuttosto elevato di apertura internazionale del sistema produttivo (tasso di apertura pari al 61,4% contro il 45,1% nazionale) e da un saldo della bilancia commerciale elevato e in miglioramento nel 2005 rispetto al 2004. Nonostante la riduzione della produzione del settore dell’industria in senso stretto, sui mercati esteri le esportazioni della provincia mostrano di mantenere una buona competitività (essendo aumentate del 9,4% nel 2005 rispetto al 2004). In particolare per i prodotti nella cui produzione è maggiormente specializzata, la provincia di Varese mostra saldi positivi piuttosto consistenti: per le macchine e gli apparecchi meccanici si registra, infatti, nel 2005 un leggero miglioramento del saldo commerciale, mentre notevolmente più consistente è il miglioramento del saldo per i mezzi di trasporto (le cui esportazioni sono cresciute del 40,3%); stabile il saldo per gli articoli in gomma e le materie plastiche, mentre maggiori difficoltà le mostrano i prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento, per i quali il surplus commerciale si è ridotto di 22 milioni di euro rispetto al 2004. “L’infrastruttura creditizia” e le relazioni banche-imprese presentano da una parte livelli superiori di qualità rispetto al contesto nazionale, che indicano una buona capacità del sistema bancario di sostenere lo sviluppo del territorio, dall’altra alcuni elementi di criticità nel confronto in particolare con il contesto regionale; in particolare la copertura del territorio della provincia espressa dal rapporto fra il numero di sportelli bancari e gli abitanti è in linea con la media nazionale, ma inferiore alla media regionale (5,2 sportelli ogni 10.000 abitanti contro 6,2 nella regione), mentre il numero di sportelli in relazione alle imprese è più vicino al valore medio regionale (7,2 sportelli per 1.000 imprese contro i 7,6 della Lombardia), indicando una buona rispondenza strutturale del sistema bancario rispetto al sistema imprenditoriale locale. Un aspetto di criticità è il trend che ha caratterizzato la rischiosità degli impieghi bancari: difatti, il rapporto percentuale fra sofferenze ed impieghi ha subito una riduzione tra il 1999 ed il 2001, restando sotto al livello medio nazionale, per poi risalire su un livello medio, a giugno 2005, (4,85%) superiore a quello italiano (4,49%). Va infine osservato come la presenza sul territorio della provincia di Varese di due poli universitari (Università Carlo Cattaneo LIUC e l’Università degli Studi dell’Insubria) sicuramente costituisce un fattore di vantaggio competitivo per il territorio varesino in un’ottica di sviluppo di un modello a rete, soprattutto se i legami di collaborazione e sinergia con il sistema produttivo si intensificheranno.

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IL PROCESSO DI CREAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA

La ricchezza prodotta nella provincia di Varese, espressa in termini di valore aggiunto3, è pari nel 2004 ad oltre 19,8 milioni di euro (ovvero il 7,6% della ricchezza prodotta nella regione Lombardia). Varese si posiziona dopo Milano (che da sola contribuisce a formare il 47,9% del v.a. regionale), Brescia (11,5%) e Bergamo (10,2%). Il contributo della provincia di Varese alla creazione del valore aggiunto regionale è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 1995 (7,7%), come è avvenuto per la maggior parte delle province della Lombardia: solo Milano (essendo cresciuta più lentamente delle altre province) ha perso un punto percentuale rispetto al 1995, mentre Bergamo e Brescia, che sono cresciute più velocemente, hanno guadagnato 0,6 punti percentuali. Tabella 2 - Valore aggiunto ai prezzi base (Anni 1995 e 2004; in milioni di euro)

Province 1995 2004

Incidenza su Lombardia

(%) 1995

Incidenza su Lombardia

(%) 2004

Diff. 2004/1995

(%)

Varese 13.885 19.841 7,7 7,6 -0,1 Como 9.211 12.376 5,1 4,8 -0,4 Sondrio 2.807 4.049 1,6 1,6 0,0 Milano 87.859 124.465 48,8 47,9 -1,0 Bergamo 17.174 26.422 9,5 10,2 0,6 Brescia 19.739 30.005 11,0 11,5 0,6 Pavia 7.802 10.893 4,3 4,2 -0,1 Cremona 5.676 8.506 3,2 3,3 0,1 Mantova 7.186 10.888 4,0 4,2 0,2 Lecco 5.445 7.672 3,0 3,0 -0,1 Lodi 3.080 4.768 1,7 1,8 0,1 Lombardia 179.864 259.883 100,0 100,0 - Nord-Ovest 284.810 406.403 ITALIA 868.271 1.263.432 Fonte: Istituto G. Tagliacarne La formazione del valore aggiunto e la sua dinamica possono essere meglio comprese attraverso un’analisi della composizione settoriale della ricchezza che dia conto dei cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio. Oggi Varese presenta una composizione settoriale della produzione in linea con quella della regione, dove i servizi contribuiscono per più del 60% alla creazione del valore aggiunto; nella provincia, tuttavia, come prima sottolineato, l’industria in senso stretto continua a dare un contributo consistente (33%), superiore al 21,4% nazionale e al 29,4% regionale (nella classifica decrescente delle province italiane per percentuale di valore aggiunto provinciale prodotto dall’industria in senso stretto, sei province lombarde occupano le prime dieci posizioni). Varese si contraddistingue per il peso estremamente ridotto della produzione agricola, inferiore a quello pur basso della regione (lo 0,3% contro l’1,4%; Varese è la penultima provincia italiana, seguita solo da Milano, per peso percentuale dell’agricoltura sul valore aggiunto provinciale). Nel 1995, inoltre, l’industria produceva più del 40% del valore aggiunto provinciale ed il terziario aveva 3 Il valore aggiunto differisce dal prodotto interno lordo (PIL) sostanzialmente in quanto, rispetto a quest’ultimo, i valori monetari sono considerati al netto dell’imposizione indiretta.

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un’importanza inferiore a quella ricoperta a livello regionale. Nell’ultimo decennio, tuttavia, Varese ha vissuto un processo di terziarizzazione intenso; difatti, i servizi, che nel 1995 producevano il 55,7% del v.a. provinciale, nel 2004 ne producono il 62,9%, percentuale più vicina alla media regionale (65,1%) rispetto al 1995. Dal 1995 al 2004 Varese ha superato Como e Lodi per peso percentuale dei servizi sul totale provinciale, diventando la quarta provincia della regione (dopo Sondrio, Milano e Pavia). Tabella 3 - Valore aggiunto ai prezzi base per settore di attività economica in provincia di Varese (Anni 1995-2004; milioni di euro)

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Agricoltura 49 53 61 64 61 61 64 64 62 61 Industria in senso stretto4 5.562 5.652 5.930 5.999 5.729 6.091 6.140 6.280 6.329 6.553 Costruzioni 541 612 596 612 640 714 782 764 718 753 Industria totale 6.103 6.263 6.526 6.611 6.368 6.805 6.922 7.044 7.047 7.305 Servizi 7.734 8.473 8.880 9.376 9.803 10.147 10.579 11.550 12.059 12.475 Totale settori 13.885 14.790 15.467 16.051 16.233 17.013 17.565 18.658 19.168 19.841 Composizione (%) Agricoltura 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,3 0,3 0,3 Industria in senso stretto 40,1 38,2 38,3 37,4 35,3 35,8 35,0 33,7 33,0 33,0 Costruzioni 3,9 4,1 3,9 3,8 3,9 4,2 4,5 4,1 3,7 3,8 Industria totale 44,0 42,3 42,2 41,2 39,2 40,0 39,4 37,8 36,8 36,8 Servizi 55,7 57,3 57,4 58,4 60,4 59,6 60,2 61,9 62,9 62,9 Totale settori 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tabella 4 - Valore aggiunto ai prezzi base per settore di attività economica in Lombardia (Anni 1995-2004; milioni di euro)

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Agricoltura 3.143 3.443 3.595 3.453 3.388 3.566 3.806 3.766 3.707 3.722 Industria in senso stretto 61.141 62.428 64.099 67.191 66.093 68.453 70.862 71.349 72.364 76.382 Costruzioni 7.734 8.531 8.303 8.420 8.489 9.146 9.454 9.604 10.003 10.655 Industria totale 68.875 70.960 72.403 75.611 74.582 77.599 80.316 80.953 82.367 87.036 Servizi 107.846 117.734 123.312 128.800 133.550 142.514 151.382 158.370 164.004 169.125 Totale settori 179.864 192.137 199.309 207.864 211.520 223.679 235.503 243.089 250.077 259.883 Composizione (%) Agricoltura 1,7 1,8 1,8 1,7 1,6 1,6 1,6 1,5 1,5 1,4 Industria in senso stretto 34,0 32,5 32,2 32,3 31,2 30,6 30,1 29,4 28,9 29,4 Costruzioni 4,3 4,4 4,2 4,1 4,0 4,1 4,0 4,0 4,0 4,1 Industria totale 38,3 36,9 36,3 36,4 35,3 34,7 34,1 33,3 32,9 33,5 Servizi 60,0 61,3 61,9 62,0 63,1 63,7 64,3 65,1 65,6 65,1 Totale settori 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne I dati sul valore aggiunto appena esaminati sono valori nominali, che esprimono, in ciascun anno, la somma delle quantità di beni e servizi finali (al netto dei beni intermedi) prodotti moltiplicati per i prezzi dei beni e servizi in quello stesso anno. La variazione del valore aggiunto così espresso dipende, quindi, oltre che dalla variazione delle quantità prodotte, anche da quella dei prezzi. Pertanto, per confrontare l’insieme delle risorse effettivamente prodotte in due anni diversi, è necessario depurare la grandezza nominale dall’effetto del movimento dei prezzi, utilizzando una grandezza reale, calcolata moltiplicando le quantità di ciascun anno per i prezzi di un unico anno

4 L’industria in senso stretto è composta dal comparto estrattivo, dalle attività manifatturiere e la produzione e distribuzione di energia, acqua, gas.

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assunto come base. In provincia di Varese, nel periodo 1995-2004, il tasso medio annuo di crescita in termini reali è stato dell’1,3%, leggermente inferiore al tasso di crescita reale della Lombardia (1,4%) e dell’Italia (1,5%). L’Italia è stato uno dei Paesi che nell’ultimo decennio ha risentito di più del rallentamento della crescita che ha riguardato, seppure in misura diversa, i Paesi dell’Unione Europea rispetto agli altri due leader mondiali, Giappone ed Usa, e i nuovi Paesi emergenti. Analizzando l’andamento della regione e della provincia, sembra che anche la loro produzione ha risentito dei veloci cambiamenti del contesto internazionale, fra l’altro per le difficoltà a riconvertire nel breve periodo un modello di sviluppo fondato su settori di piccole e medie imprese spesso organizzate in distretto. Anche all’interno della Lombardia comunque ci sono state dinamiche diverse da provincia a provincia, con province che sono cresciute più della media regionale, come Lodi (in media del 2,3% all’anno), Bergamo e Mantova (in media del 2,2% all’anno). Nell’ultimo decennio la crescita in provincia di Varese è stata guidata dal settore dei servizi, che ha mostrato un tasso di crescita medio annuo del 2,2%, contro l’1,9% dell’Italia e l’1,4% della Lombardia. L’agricoltura, comunque, è stato il settore la cui produzione è cresciuta più velocemente (in media del 2,6% all’anno) ed ha mostrato un’ottima produttività nella maggior parte delle province lombarde; tuttavia, essendo il suo peso nella provincia molto ridotto la sua crescita ha influito solo in misura marginale sulla crescita complessiva del valore aggiunto che ha risentito, invece, fortemente del tasso di crescita negativo dell’industria in senso stretto (-0,13% medio annuo), settore che anche a livello nazionale, regionale e macroripartizionale ha mostrato la crescita più lenta. Tabella 5 - Variazione media annua a prezzi costanti del Valore aggiunto ai prezzi base per settore di attività economica (Anni1995-2004; valori percentuali)

Province Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Industria

totale Servizi Totale settori

Varese 2,56 -0,13 1,44 0,02 2,19 1,28 Como 4,00 -0,11 0,45 -0,05 1,03 0,61 Sondrio 4,14 -0,70 0,00 -0,53 1,93 1,29 Milano 4,28 0,45 0,66 0,47 1,43 1,11 Bergamo 4,08 0,99 1,55 1,07 3,08 2,19 Brescia 1,55 0,65 2,44 0,93 2,86 2,05 Pavia -1,03 0,60 0,91 0,65 1,41 1,04 Cremona 1,70 0,47 4,17 1,04 2,66 2,00 Mantova 1,75 1,87 1,58 1,83 2,54 2,19 Lecco 3,99 -0,06 -0,67 -0,13 2,33 1,18 Lodi 5,41 2,34 3,28 2,49 1,95 2,34 Lombardia 2,02 0,52 1,33 0,62 1,87 1,41 Nord-Ovest 0,80 0,22 1,60 0,40 1,80 1,29 ITALIA 0,82 0,46 1,92 0,70 1,93 1,54 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Nell’ultimo anno di osservazione, inoltre, l’industria in senso stretto è cresciuta in provincia ad un tasso nettamente inferiore alla media della Lombardia: tra il 2003 ed il 2004 a Varese si è registrato un incremento dello 0,3% a fronte del 2,9% della regione. Sempre a Varese, nel 2004, è cresciuto meno della media lombarda anche il settore delle costruzioni (0,5%), ma non i servizi (1,45%) che a livello regionale hanno avuto una crescita più bassa, influenzata in grande misura dal decremento registrato a Milano (-2%).

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Inoltre, nel 2004 il tasso di accumulazione5 nella provincia di Varese è stato del 17,3%, inferiore a quello italiano (20,8%) e lombardo (19,2%), ma leggermente superiore a quello del 2003 (16,8%); nel 2004 il 60,1% degli investimenti lordi è costituito da macchine, attrezzature e mezzi di trasporto ed il restante 39,9% da costruzioni. Appare manifesta una certa correlazione fra tasso di accumulazione del capitale e crescita6. In particolare, le quattro province lombarde che, nel 2004, mostrano un tasso di crescita più alto (Cremona, Bergamo, Lodi e Brescia) hanno avuto, l’anno precedente, un tasso di accumulazione superiore alla media regionale. Tabella 6 - Tassi di crescita a prezzi costanti del Valore aggiunto nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord-Ovest ed in Italia (Anno 2004 rispetto al 2003; valori percentuali)

Province Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Industria

totale Servizi Totale settori

Varese 3,30 0,31 0,49 0,33 1,45 1,02 Como 3,43 -1,16 3,73 -0,61 -0,99 -0,80 Sondrio 8,59 5,53 6,94 5,88 0,31 1,91 Milano 2,08 3,15 -0,12 2,84 -2,04 -0,47 Bergamo 4,48 6,07 -0,93 5,00 6,76 5,97 Brescia 3,67 0,34 7,87 1,53 5,74 4,05 Pavia 14,56 4,23 -1,10 3,45 1,12 2,41 Cremona 5,84 8,79 6,20 8,31 5,83 6,66 Mantova 6,70 5,95 7,57 6,17 -0,67 2,54 Lecco 7,68 0,80 -1,58 0,55 2,41 1,61 Lodi 5,55 2,24 0,68 1,98 5,82 4,34 Lombardia 5,94 2,90 2,06 2,80 0,53 1,43 Nord-Ovest 4,98 2,57 0,86 2,33 0,50 1,19 ITALIA 10,84 0,33 2,72 0,77 1,14 1,31 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Relativamente all’industria, inoltre, e passando ad esaminare il peso delle piccole e medie imprese, all’interno del settore manifatturiero, si nota che le stesse hanno prodotto, nel 2003, in provincia di Varese, un valore aggiunto di oltre 6 miliardi, corrispondente al 77% del totale del settore. L’importanza delle piccole e medie imprese e la loro diffusione nel tessuto imprenditoriale è un tratto caratteristico di molte province lombarde (Como, Brescia, Pavia, Lecco), aree in cui le PMI producono più dell’80% del valore aggiunto manifatturiero. Nella regione complessivamente le PMI producono il 74,8% del prodotto lordo manifatturiero, incidenza superiore alla media nazionale (73,1%) e del Nord-Ovest (71,4%). Tra il 1995 e il 2003 la crescita nominale della produzione delle PMI del settore manifatturiero è stata più veloce di quella delle grandi imprese ed il peso percentuale della loro produzione è aumentato nella provincia varesina passando dal 73,9% al 77%.

5 Il tasso di accumulazione é dato dal rapporto percentuale fra investimenti fissi lordi (cioè comprensivi del capitale che va a sostituire quello ormai obsoleto) e valore aggiunto ai prezzi base. 6 Nella teoria neoclassica della crescita economica (di il cui maggiore esponente è Solow) l’accumulazione di capitale, il progresso tecnologico e la crescita della popolazione sono i tre elementi che determinano la crescita di un’economia. Oggi molti studi stanno mettendo in risalto il ruolo svolto dall’aumento della produttività dei fattori determinato dall’innovazione (vedi E.Helpman, The Mystery of economic Growth, Harvard U.P., 2004 ).

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Tabella 7 - Valore aggiunto manifatturiero delle PMI ai prezzi base (Anni 1995 e 2003; in milioni di euro correnti) Province Piccole e Medie Imprese

1995 2003 TOTALE

1995 2003 Incidenza PMI

1995 2003 Diff. 2003 / 1995 (%)

Varese 3.944,6 4.659,3 5.341,3 6.052,5 73,9 77,0 3,1 Como 2.673,1 3.129,8 3.300,4 3.820,3 81,0 81,9 0,9 Sondrio 366,7 392,3 489,3 561,0 74,9 69,9 -5,0 Milano 14.714,4 19.161,3 23.477,8 27.385,7 62,7 70,0 7,3 Bergamo 4.882,5 5.705,3 6.684,5 7.547,8 73,0 75,6 2,5 Brescia 5.337,5 6.289,6 6.520,0 7.628,5 81,9 82,4 0,6 Pavia 1.376,5 1.707,2 1.861,1 2.077,7 74,0 82,2 8,2 Cremona 1.115,7 1.354,0 1.573,0 1.830,9 70,9 74,0 3,0 Mantova 1.530,6 1.938,0 2.297,6 2.803,5 66,6 69,1 2,5 Lecco 1.968,3 2.323,5 2.325,7 2.688,9 84,6 86,4 1,8 Lodi 638,0 758,0 826,7 982,5 77,2 77,1 0,0 Lombardia 38.547,8 47.418,3 54.697,6 63.379,0 70,5 74,8 4,3 Nord Ovest 53.927,7 65.189,5 80.531,7 91.256,3 67,0 71,4 4,5 ITALIA 135.395,4 167.991,2 192.579,5 229.833,5 70,3 73,1 2,8 Fonte: Istituto G. Tagliacarne L’artigianato non è un vero e proprio settore produttivo ma una modalità di produzione della ricchezza e di conduzione imprenditoriale prevalentemente a carattere familiare, che si caratterizza per la partecipazione attiva del titolare dell’impresa al processo produttivo, anche attraverso il proprio lavoro manuale e per la prevalenza del lavoro sul capitale, come principale fattore della produzione. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2003, indicano che l’artigianato svolge un ruolo importante in provincia di Varese, producendo un valore aggiunto di 2,831 miliardi di euro, pari al 14,8% del totale provinciale e mostrando un peso maggiore di quello che ha a livello regionale (11,6%). Il 50,6% del valore prodotto dall’artigianato provinciale scaturisce dall’industria in senso stretto e il 20,3% dalle costruzioni. Nel periodo 1995-2003, inoltre, la produzione delle imprese artigiane ha mostrato in provincia una buona dinamicità, superiore a quella di tutte le altre province lombarde, crescendo in media ed in termini nominali del 5,2% all’anno, più di quanto abbia fatto a livello regionale (3,3%) e nazionale (4,4%). Una volta effettuata l’analisi delle dinamiche del valore aggiunto provinciale, e del contributo settoriale alla sua formazione, è opportuno concentrare l’attenzione sulla valutazione dello sviluppo del sistema socio-imprenditoriale locale in termini di tenore di vita o qualità della vita, al fine di misurare la reale capacità di un sistema produttivo di crescere in modo equilibrato.

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Tabella 8 - Valore aggiunto ai prezzi base delle imprese artigiane (Anno 2003; milioni di euro correnti)

Industria Altre attività Industria Commercio Trasporti Informatica Servizi alle TOTALE

Province in senso Costruzioni Totale e E e servizi famiglie e Totale SETTORI

stretto riparazioni comunicazioni alle imprese altre attività

Varese 1.433 574 2.006 247 149 186 242 824 2.831 Como 932 366 1.298 181 128 167 121 598 1.896 Sondrio 197 146 343 83 73 54 43 253 596 Milano 4.079 1.423 5.502 908 764 748 854 3.274 8.776 Bergamo 1.835 1.119 2.954 318 255 236 276 1.085 4.039 Brescia 2.438 975 3.413 488 344 199 311 1.343 4.755 Pavia 602 297 899 162 131 107 167 567 1.466 Cremona 471 308 779 106 89 88 97 379 1.158 Mantova 730 445 1.176 179 163 76 108 526 1.702 Lecco 606 200 806 117 92 85 74 367 1.173 Lodi 173 217 390 64 50 32 45 191 580 Lombardia 13.495 6.070 19.565 2.853 2.239 1.977 2.337 9.406 28.971 Nord-Ovest 20.002 10.764 30.765 4.890 4.252 3.359 3.625 16.126 46.891 ITALIA 58.588 35.439 94.026 16.883 15.260 10.899 10.857 53.900 147.926

Fonte: Istituto G. Tagliacarne Passando ad esaminare, quindi, il tenore di vita medio della popolazione della provincia, si prende in esame dapprima la dinamica del valore aggiunto espresso in termini pro capite (indicatore che rappresenta una proxy del livello medio della ricchezza per abitante) che tende a fornire una prima stima del livello di benessere di un dato territorio, dando modo, quindi, di confrontare lo standard medio di vita della provincia varesina con quello di altri contesti territoriali. Tabella 9 - Valore aggiunto pro capite nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord-Ovest e in Italia (Anni 1995-2004; valori in euro correnti e numeri indice; Italia=100) Province

v.a. pro capite

1995

v.a. pro capite

2004

n.i. Italia=100

1995

n.i. Italia=100

2004

Diff. 2004 / 1995

(%)

Posto in grad.

2004 Varese 16.504 22.793 114,2 109,8 -4,4 35 Como 16.581 21.281 114,7 102,5 -12,2 50 Sondrio 15.051 21.418 104,1 103,2 -0,9 49 Milano 22.367 30.629 154,7 147,5 -7,2 1 Bergamo 17.647 24.988 122,1 120,4 -1,7 10 Brescia 17.756 24.627 122,8 118,6 -4,2 12 Pavia 15.065 20.586 104,2 99,2 -5,0 54 Cremona 16.377 23.726 113,3 114,3 1,0 20 Mantova 18.710 26.873 129,4 129,4 0,0 6 Lecco 17.316 22.882 119,8 110,2 -9,6 33 Lodi 15.455 21.992 106,9 105,9 -1,0 46 Lombardia 19.208 26.414 132,9 127,2 -5,6 Nord-Ovest 18.114 25.225 125,3 121,5 -3,8 ITALIA 14.457 20.761 100,0 100,0 0,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Posto, quindi, pari a 100 il valore aggiunto pro capite dell’Italia, si può notare che in tutte le province della Lombardia (eccetto Pavia, che ha un n.i.=99,2) il valore aggiunto pro capite è superiore alla media italiana; complessivamente nella regione il valore aggiunto pro capite è più alto

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del 27,2% della media italiana (su questo valore influisce l’altissimo livello raggiunto dalla provincia di Milano; n.i.=147,5). Varese, con un valore attribuibile in media a ciascun residente di 22.793 euro (n.i.=109,8), è la settima provincia lombarda e la trentacinquesima provincia in Italia; tuttavia, nel periodo 1995-2004 a Varese il valore aggiunto pro capite è cresciuto meno della media italiana, riavvicinandosi a quest’ultima (nel 1995 il numero indice era pari a 114,2, valore più alto dell’attuale 109,8). Questo processo di avvicinamento alla media italiana si riscontra però in tutte le province lombarde (eccetto Cremona). Approfondendo ulteriormente l’analisi del tenore di vita degli abitanti della provincia di Varese, prendiamo in considerazione il reddito disponibile pro capite che dà una misura del reddito a disposizione in media di ciascun residente al netto delle imposte e dei trasferimenti. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2003, mettono in luce un reddito disponibile pro capite di 18.749 euro, inferiore rispetto a quello regionale, ma superiore alla media del Nord-Ovest (18.640 euro) e soprattutto dell’Italia (15.541 euro). Inoltre, nel 2003 la variazione rispetto all’anno precedente (4,8%) è stata superiore a quella registrata in Lombardia (3%), nel Nord-Ovest (3,4%) ed in Italia (3,4%). Tabella 10 - Reddito disponibile pro capite nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord-Ovest e in Italia (Anni 2001-2003; valori in euro)

Province 2001 2002 2003 Var. 2003/2002 (%)

Varese 17.002,6 17.886,9 18.748,8 4,8 Como 16.475,5 17.189,9 17.848,8 3,8 Sondrio 17.069,2 17.879,0 18.485,5 3,4 Milano 19.091,0 19.902,8 20.119,9 1,1 Bergamo 16.541,1 17.302,5 18.319,6 5,9 Brescia 16.989,3 17.422,4 18.277,2 4,9 Pavia 16.801,7 17.783,9 18.373,6 3,3 Cremona 17.170,5 18.155,8 18.723,4 3,1 Mantova 17.577,2 18.409,3 19.194,1 4,3 Lecco 16.776,9 17.746,3 18.744,5 5,6 Lodi 16.346,2 17.160,0 17.406,2 1,4 Lombardia 17.778,8 18.555,4 19.112,3 3,0 Nord-Ovest 17.305,3 18.033,9 18.640,6 3,4 ITALIA 14.465,2 15.031,7 15.540,8 3,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Per esaminare il livello di benessere di una collettività, al valore aggiunto ed al reddito disponibile pro capite è utile affiancare l’analisi di indicatori che tengano conto di aspetti non solo economici quali l’indice di qualità della vita che rappresenta un indicatore sintetico che, riassumendo svariati aspetti economico-sociali, quali tenore di vita, ambiente, lavoro, sicurezza, servizi, tempo libero, inquadra il grado di “vivibilità” di un dato contesto. In base al valore dell’indice, in provincia di Varese la qualità della vita risulta migliore della media italiana, occupando la stessa la 43° posizione su 103 province italiane con un punteggio (487) leggermente superiore alla media italiana (470). Fra i diversi aspetti presi in considerazione nella costruzione dell’indice, Varese ha ricevuto i punteggi più alti nelle misure del tenore di vita: è l’ottava provincia italiana per importo medio delle pensioni e si trova fra le prime trenta per ammontare medio di depositi bancari per abitante, ammontare dei premi assicurativi del ramo vita per abitante e spesa pro capite in auto, moto, elettrodomestici e mobili. Risulta inoltre molto buona la qualità dei servizi, dell’ambiente e la

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salute: è la decima provincia italiana per dotazione infrastrutturale e per qualità delle strutture ospedaliere (con pochi residenti che si fanno ricoverare in province diverse). Varese mostra però delle lacune nell’ambito dell’offerta culturale-ricreativa per il tempo libero a causa del basso numero di associazioni artistiche, culturali, ricreative o sportive presenti ogni 100.000 abitanti (81° posto) e per il basso numero di sale cinematografiche (81° posto). Infine, Varese è al 5° posto nella graduatoria per maggiore densità abitativa (con 703,5 abitanti per Km quadrato). Tabella 11 -Indice di qualità della vita (Anno 2005)

Posizione Province Punti Posizione Province Punti

1 Trieste 570 94 Catanzaro 409 2 Gorizia 568 95 Lecce 408 3 Belluno 560 96 Bari 407 4 Aosta 553 97 Taranto 400 4 Milano 553 98 Trapani 399 4 Ravenna 553 99 Catania 397 7 Bologna 549 100 Foggia 396 8 Bolzano - Bozen 543 101 Palermo 395 8 Trento 543 102 Agrigento 392

10 Reggio Nell'emilia 540 103 Vibo Valentia 389 43 Varese 487 ITALIA 470

Fonte: Il Sole 24 Ore

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LE DINAMICHE IMPRENDITORIALI

Le caratteristiche strutturali del sistema produttivo varesino possono essere comprese, oltre che attraverso l’analisi della ricchezza prodotta, anche mediante l’osservazione delle dinamiche del tessuto imprenditoriale locale. Nel 2005, nella provincia risultano registrate circa 72.440 imprese, di cui circa 62.320, pari all’86%, attive. La quota più rilevante d’imprese attive si concentra nei settori del commercio (circa 15.800 imprese, pari al 25,4% del totale), delle attività manifatturiere (quasi 12.000 imprese, pari al 19,1% del totale) e delle costruzioni (il 18,2% delle imprese attive). In termini percentuali in provincia di Varese le imprese manifatturiere sono più numerose che a livello regionale (dove rappresentano il 15,6% delle imprese attive), mentre le imprese immobiliari, di noleggio, informatica, ricerca e quelle agricole sono meno frequenti (rappresentando rispettivamente il 15,8% e il 3,6% delle imprese attive contro il 17,5% e il 7,4% della regione). Questi dati confermano il profilo della struttura economica provinciale che, seppure in evoluzione, è caratterizzata dal ruolo ancora consistente svolto dall’industria, dal ridottissimo peso del settore primario e da uno sviluppo del terziario leggermente inferiore a quello regionale. Il saldo fra imprese iscritte e cessate nel 2005 risulta positivo e pari a 1.062 imprese; l’aumento più consistente (escluse le imprese non classificate) riguarda le imprese di costruzioni, cresciute di 244 unità, che hanno compensato in parte i saldi negativi di altri settori: attività manifatturiere (-352 imprese), commercio all’ingrosso ed al dettaglio (-229 imprese), attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca (-114 imprese). Tabella 12 - Numerosità e movimento anagrafico imprenditoriale per settore di attività economica in provincia di Varese (Anno 2005; valori assoluti)

SETTORI REGISTRATE ATTIVE ISCRITTE CESSATE SALDO

ISCRITTE – CESSATE

Agricoltura, caccia e silvicoltura 2.316 2.269 276 124 152 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 23 20 0 2 -2 Estrazioni di minerali 33 27 0 0 0 Attività manifatturiere 14.533 11.936 470 822 -352 Prod. E distr. Energ. Elettr., gas e acqua 45 39 0 3 -3 Costruzioni 12.058 11.374 1.056 812 244 Commercio all'ingrosso e al dettaglio 17.735 15.810 981 1.210 -229 Alberghi e ristoranti 3.681 3.000 166 234 -68 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 2.303 2.128 153 160 -7 Intermediazione monetaria e finanziaria 1.666 1.549 131 126 5 Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 11.223 9.859 473 587 -114 Istruzione 234 207 5 15 -10 Sanità e altri servizi sociali 425 370 8 14 -6 Altri servizi pubblici, sociali e personali 3.492 3.311 136 206 -70 Imprese non classificate 2.674 420 1.645 123 1.522 TOTALE 72.441 62.319 5.500 4.438 1.062

Fonte: Unioncamere – Registro imprese In termini di crescita, nella provincia si è avuto un tasso di natalità delle imprese elevato (7,7%), leggermente più alto di quello regionale (7,4%) a cui, però, si è accompagnato anche un tasso di mortalità più elevato (del 6,2% contro il 5,8% della regione); nel complesso i due tassi hanno dato luogo ad un tasso di sviluppo dell’1,5%, pari a quello regionale.

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Tabella 13 - Tassi di natalità*, mortalità** e sviluppo*** delle imprese in provincia di Varese e in Lombardia per settore di attività economica (Anno 2005; valori percentuali) VARESE LOMBARDIA

Settori Tasso di Tasso di Tasso di Tasso di Tasso di Tasso di

natalità mortalità sviluppo natalità mortalità sviluppo

Agricoltura, caccia e silvicoltura 12,8 5,8 7,1 5,0 4,8 0,2

Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0,0 8,3 -8,3 5,1 4,6 0,5

Estrazioni di minerali 0,0 0,0 0,0 0,8 3,5 -2,8

Attività manifatturiere 3,2 5,6 -2,4 3,2 5,1 -1,9

Prod. E distr. Energ. Elettr., gas e acqua 0,0 6,4 -6,4 2,9 9,3 -6,4

Costruzioni 9,1 7,0 2,1 8,5 6,5 2,0

Commercio all'ingrosso e al dettaglio 5,6 6,9 -1,3 5,4 6,5 -1,1

Alberghi e ristoranti 4,7 6,6 -1,9 4,9 6,6 -1,7

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 6,7 7,0 -0,3 5,9 6,2 -0,3

Intermediazione monetaria e finanziaria 8,1 7,8 0,3 6,2 6,6 -0,4

Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 4,4 5,5 -1,1 4,9 5,3 -0,3

Istruzione 2,1 6,3 -4,2 4,3 4,9 -0,6

Sanità e altri servizi sociali 2,1 3,6 -1,5 3,0 4,1 -1,1

Altri servizi pubblici, sociali e personali 3,9 5,9 -2,0 4,3 5,5 -1,2

Imprese non classificate 57,8 4,3 53,5 31,9 5,6 26,3

TOTALE 7,7 6,2 1,5 7,4 5,8 1,5

* Il tasso di natalità esprime il rapporto fra imprese iscritte nel periodo di riferimento (2005) e il numero d’imprese registrate all’inizio del periodo di riferimento. ** Il tasso di mortalità esprime il rapporto fra imprese cessate nel periodo di riferimento (2005) e il numero d’imprese registrate all’inizio del periodo di riferimento. *** Il tasso di sviluppo esprime il rapporto fra il saldo delle imprese iscritte e cessate nel periodo di riferimento (2005) e il numero d’imprese registrate all’inizio del periodo di riferimento. Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Unioncamere – Registro imprese

Ulteriori indicazioni sulla struttura imprenditoriale vengono dall’analisi della forma giuridica delle imprese. Dall’osservazione dei rapporti di composizione percentuale, emerge che rispetto alla media nazionale il tessuto imprenditoriale varesino e lombardo è caratterizzato da una presenza maggiore di società di persone e capitali: in particolare nella provincia di Varese le società di persone (il 25,3% delle imprese attive) sono più numerose di quelle di capitali (il 18,8% delle imprese attive), mentre a livello regionale c’è equilibrio tra le due forme di società (ciascuna delle quali rappresenta il 21,9% delle imprese attive). La scelta di una forma d’impresa collettiva, in particolare di una società di capitali, offre l’opportunità di suddividere il rischio fra più soggetti, di disporre di maggiori fonti di capitali e di conoscenze e competenze diversificate ed è più adatta dunque allo svolgimento di quelle attività che presentano un maggior rischio (fra cui anche quelle più innovative), che necessitano di un maggior fabbisogno finanziario iniziale e che mostrano una maggiore apertura a relazioni commerciali e produttive, più o meno formalizzate, con le altre aziende. In particolare le società di capitale sono quelle che presentano questi caratteri in misura più accentuata e presentano anche le maggiori potenzialità per quanto riguarda il ricorso al finanziamento esterno dell’attività economica. Da questo punto di vista Varese mostra una diffusione delle società di capitali ancora non così accentuata come nella regione, ma comunque alta rispetto alla media nazionale. Di conseguenza le ditte individuali in Lombardia ed a Varese hanno un peso più contenuto che a livello nazionale; difatti, sia a Varese che in Lombardia, rappresentano il 54,2% delle imprese (67,3% dell’Italia).

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Tabella 14 - Distribuzione delle imprese per forma giuridica in provincia di Varese, in Lombardia e in Italia (Anno 2005; valori assoluti e percentuali) Varese

N % Lombardia

N % Italia

N % Società di capitale 11.714 18,8 174.652 21,9 670.953 13,1

Società di persone 15.760 25,3 174.589 21,9 898.497 17,6

Ditte individuali 33.804 54,2 432.614 54,2 3.445.265 67,3

Altre forme 1.041 1,7 16.545 2,1 103.783 2,0

Totale 62.319 100,0 798.400 100,0 5.118.498 100,0

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Unioncamere – Registro imprese

Nel periodo 1996-2005, il processo che ha caratterizzato il tessuto imprenditoriale provinciale è stato un aumento molto consistente del numero di società di capitali ed uno più moderato di quelle di persone e delle ditte individuali, cosicché la provincia di Varese risulta caratterizzata, rispetto al 1996, da una più alta percentuale di società di capitali (+4,5 punti percentuali) e da una più bassa percentuale di società di persone (-2,8 punti percentuali) e di ditte individuali (-2,2 punti percentuali). Anche le imprese con altre forme giuridiche (cooperative a responsabilità limitata o illimitata, cooperative consortili, cooperative sociali e società consortili cooperative a responsabilità limitata) hanno leggermente aumentato in percentuale la loro presenza, rimanendo però ad un livello inferiore alla media italiana (1,7% contro il 2,0%). A livello regionale si riscontrano le stesse tendenze provinciali per quanto riguarda lo sviluppo delle diverse forme giuridiche, anche se l’aumento percentuale delle società di capitali è stato leggermente più basso e la diminuzione percentuale di società di persone più accentuata. Grafico 2- Distribuzione delle imprese per forma giuridica in provincia di Varese, in Lombardia ed in Italia (Anni 1996-2005; valori percentuali)

25,320,6

17,6

56,4 54,2 56,3 54,2

66,7 67,3

1,2 1,7 1,8 2,1 2,1 2,0

14,3 13,110,5

21,918,218,8

28,121,923,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

1996 Varese2005 Varese

1996 Lombardia2005 Lombardia

1996 Italia2005 Italia

scietà di capitalesocietà di personeditte individualialtre forme

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Unioncamere – Registro imprese

Abbiamo prima evidenziato l’importanza dell’artigianato nella formazione della ricchezza della provincia. Giova, a tal proposito, rimarcare come il settore rivesta un ruolo fondamentale nel tessuto di impresa della provincia, tanto da rappresentare le aziende artigiane, a fine 2005, oltre il 38% delle imprese attive sul territorio varesino. Tale incidenza risulta, altresì, di gran lunga superiore

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alla media italiana da cui si discosta di circa 10 punti percentuali, sopravanzando anche la media della Lombardia di oltre 5 punti. Tabella 15 – Imprese artigiane attive e incidenza sul totale imprese, in provincia di Varese, in Lombardia ed in Italia (Anno 2005; valori assoluti e percentuali)

Imprese artigiane Totale imprese Incidenza imprese artigiane / Totale

imprese (%) Varese 23.961 62.319 38,4

Lombardia 264.020 798.400 33,1

ITALIA 1.463.532 5.118.498 28,6 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Unioncamere – Registro imprese

Da ultimo è rilevante osservare, nell’analisi del tessuto imprenditoriale, il fenomeno della aggregazione in gruppi di impresa. L’attenzione rivolta allo sviluppo di reti e gruppi aziendali si inserisce nel dibattito, più che mai attuale nel nostro Paese, relativo all’individuazione delle migliori forme organizzative d’impresa che possano consentire il superamento dei vincoli strutturali imposti dalle ridotte dimensioni economiche delle singole unità e il raggiungimento di adeguati livelli di competitività sui mercati, soprattutto internazionali. Posto quanto sopra, si nota come si contino nel 2003 a Varese 1.310 gruppi che concentrano oltre 3.000 imprese, che danno lavoro ad oltre 80,2 mila addetti e generano ricchezza per oltre 4 miliardi di euro. Pur tuttavia, ragionando in termini relativi, si nota come il peso delle imprese in gruppo sui livelli occupazionali e sulla ricchezza prodotta, si attesti nella provincia di Varese sul 21-22% del totale a fronte di una media lombarda rispettivamente del 33,1% (per gli addetti) e del 39,3% (per il valore aggiunto prodotto). Sulla media della regione incide, comunque, fortemente il peso di Milano, dal momento che 7 province su 10 presentano livelli inferiori a Varese. Tabella 16 - Distribuzione dei gruppi (capogruppo e controllate) ed incidenza rispetto al totale economia, in termini di addetti e valore aggiunto (Anno 2003; valori assoluti e percentuali)

Province Gruppi per sede

Imprese capogruppo

per sede

Controllate per sede

Imprese capogruppo e controllate

per sede

Addetti totali in gruppo

Valore aggiunto imprese

in gruppo (milioni di euro)

% sul totale addetti del territorio**

% sul valore

aggiunto del territorio**

Varese 1.310 345 2.707 3.052 80.279 4.054 21,8 21,0 Como 947 263 1.816 2.079 47.983 2.395 20,5 19,6 Sondrio 197 67 422 489 24.529 446 32,5 11,3 Milano 12.842 3.424 24.220 27.644 1.000.430 72.605 48,2 60,1 Bergamo 2.052 516 4.432 4.948 131.037 6.909 28,3 28,7 Brescia 2.059 742 4.400 5.142 99.950 5.678 18,8 19,8 Pavia 551 144 1.175 1.319 19.133 1.030 9,5 9,7 Cremona 357 112 787 899 18.476 1.097 13,3 13,8 Mantova 436 154 956 1.110 31.198 1.761 17,1 17,6 Lecco 426 149 829 978 22.550 1.285 16,0 17,0 Lodi 164 62 314 376 11.096 661 14,4 15,3 Lombardia 21.341 5.978 42.058 48.036 1.486.661 97.922 33,1 39,3 Nord -Ovest 27.758 8.644 54.494 63.138 2.058.403 135.159 28,7 34,6 ITALIA 71.287 22.686 147.831 170.517 4.800.657 306.766 19,8 25,2 **I dati relativi all'occupazione e al valore aggiunto del territorio si riferiscono al totale, compresa la Pubblica Amministrazione; i dati relativi all'occupazione e al valore aggiunto delle imprese in gruppo non comprendono la PA Fonte: Unioncamere - Osservatorio sui gruppi d'impresa, 2006

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IL MERCATO DEL LAVORO

Tratteremo ora i principali aggregati del mercato del lavoro relativi all’anno 2005. Il mercato del lavoro nella provincia di Varese è composto da circa 374,3 mila occupati e da 20 mila disoccupati per un totale della forza lavoro che supera di poco le 394,3 mila unità. Tabella 17 - Principali aggregati del mercato del lavoro nelle province lombarde, ed in Italia per sesso (Valori in migliaia; Anno 2005)

Maschi Femmine Totale

Occupati Disoccupati Forze di lavoro Occupati Disoccupati Forze di

lavoro Occupati Disoccupati Forze di lavoro

Varese 216,0 9,5 225,5 158,3 10,5 168,8 374,3 20,0 394,3 Como 144,7 5,9 150,6 101,6 4,6 106,2 246,3 10,5 256,8 Sondrio 45,0 1,2 46,3 29,2 1,8 31,0 74,2 3,1 77,3 Milano 997,4 36,8 1.034,1 758,7 39,6 798,3 1.756,1 76,3 1.832,4 Bergamo 284,3 5,3 289,6 174,7 9,8 184,5 459,0 15,1 474,1 Brescia 311,5 8,9 320,5 199,6 13,3 212,9 511,2 22,2 533,4 Pavia 128,9 3,9 132,7 91,5 6,1 97,5 220,3 9,9 230,2 Cremona 89,5 2,6 92,0 56,4 4,2 60,6 145,9 6,7 152,6 Mantova 105,9 2,8 108,7 67,0 4,2 71,1 172,9 7,0 179,8 Lecco 86,7 1,6 88,2 56,9 3,2 60,1 143,6 4,7 148,3 Lodi 55,1 1,4 56,5 35,1 1,8 36,9 90,2 3,2 93,4 Lombardia 2.464,9 79,8 2.544,8 1.729,0 98,9 1.827,9 4.193,9 178,7 4.372,6 ITALIA 13.737,9 902,4 14.640,3 8.825,0 986,2 9.811,1 22.562,8 1.888,6 24.451,4

Fonte:Istat L’analisi dei principali indicatori del mercato del lavoro dipinge il panorama di una provincia abbastanza integrata, sotto il profilo occupazionale, nel contesto regionale di appartenenza, con risultati decisamente migliori rispetto al dato Italia. Il tasso di occupazione7 totale della provincia (65,3%) è sostanzialmente pari a quello regionale ed è inferiore solo ai tassi presenti nelle province di Milano (66,7%), Mantova (66%), Lecco e Bergamo (65,5%). Tuttavia, distinguendo fra tassi di occupazione per sessi, si evidenzia un consistente differenziale di genere, pari a 18,4 punti percentuali in provincia, leggermente meno accentuato rispetto alla media regionale, poiché il tasso di occupazione femminile nella provincia (56,1%) è superiore alla media regionale (55,1%), mentre quello maschile (74,5%) è inferiore alla stessa (75,6%). Il tasso di occupazione, misurando il rapporto fra occupati e popolazione in età lavorativa, è legato sia al tasso di attività8, che misura quanta parte della popolazione in età lavorativa è effettivamente in cerca di lavoro o lavora, sia al tasso di disoccupazione9. La presenza nella provincia di un tasso di occupazione femminile superiore alla media regionale dipende da una partecipazione più

7 Il tasso di occupazione esprime il rapporto fra occupati e popolazione in età lavorativa, dove per popolazione in età lavorativa si intende la popolazione di età compresa fra i 15 e i 64 anni. 8 Il tasso di attività esprime il rapporto fra forze di lavoro e la popolazione in età lavorativa, dove per popolazione in età lavorativa si intende la popolazione di età compresa fra i 15 e i 64 anni. 9 Il tasso di disoccupazione esprime il rapporto fra disoccupati e forze di lavoro.

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cospicua delle donne in età lavorativa al mercato del lavoro; difatti, il tasso di attività femminile provinciale è circa pari a 60 punti percentuali, a fronte del 58,3 della Lombardia. Tabella 18 - Principali aggregati del mercato del lavoro nelle province lombarde, in Lombardia ed in Italia per sesso (Valori in migliaia; Anno2005)

Tasso di attività 15-64 anni Tasso di occupazione 15-64 anni Tasso di disoccupazione

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Varese 77,8 59,8 68,9 74,5 56,1 65,3 4,2 6,2 5,1 Como 77,9 56,9 67,5 74,8 54,5 64,7 3,9 4,3 4,1 Sondrio 74,6 52,3 63,7 72,6 49,2 61,1 2,7 5,9 4,0 Milano 77,9 61,3 69,6 75,1 58,2 66,7 3,6 5,0 4,2 Bergamo 80,3 54,3 67,7 78,9 51,4 65,5 1,8 5,3 3,2 Brescia 77,6 55,2 66,7 75,4 51,7 63,9 2,8 6,2 4,2 Pavia 76,6 59,0 67,9 74,3 55,3 64,9 2,9 6,2 4,3 Cremona 77,1 54,3 66,0 74,9 50,6 63,0 2,8 6,9 4,4 Mantova 81,0 56,0 68,7 78,8 52,7 66,0 2,6 5,9 3,9 Lecco 78,5 56,4 67,6 77,1 53,4 65,5 1,8 5,3 3,2 Lodi 77,2 52,8 65,2 75,2 50,2 63,0 [2.5] 4,9 3,5 Lombardia 78,1 58,3 68,3 75,6 55,1 65,5 3,1 5,4 4,1 ITALIA 74,4 50,4 62,4 69,7 45,3 57,5 6,2 10,1 7,7

Fonte:Istat Andando a vedere il tasso di disoccupazione complessivo, Lecco e Bergamo sono le province lombarde con i tassi più modesti (3,2% contro una media regionale del 4,1% e nazionale del 7,7%), mentre Varese presenta la più alta incidenza in Lombardia tra disoccupati e forza lavoro (5,1% è il livello registrato nel 2005). Inoltre, la composizione dell’occupazione per settori di attività economica nel 2005 mette in luce, a livello provinciale, l’importante ruolo del settore industriale, con una concentrazione di occupati nell’industria del 41,4%, valore superiore alla media regionale (38,6%) ed alla media nazionale (30,8%). Specularmene, nei servizi è impiegata una percentuale di occupati del 57,7%, inferiore alla media regionale (59,7%) e nazionale (65%). Tabella 19 - Composizione dell’occupazione per settore di attività economica nelle province lombarde ed in Italia (Valori in migliaia e percentuali; 2005) Agricoltura Industria di cui: in senso stretto Servizi Totale settori V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % Varese 3,5 0,9 155,0 41,4 119,2 31,9 215,8 57,7 374,3 100,0 Como 2,0 0,8 106,7 43,3 86,5 35,1 137,6 55,9 246,3 100,0 Sondrio 2,5 3,4 24,2 32,6 15,0 20,2 47,5 64,0 74,2 100,0 Milano 4,9 0,3 544,8 31,0 442,8 25,2 1.206,3 68,7 1.756,1 100,0 Bergamo 4,6 1,0 241,2 52,6 181,7 39,6 213,2 46,4 459,0 100,0 Brescia 20,1 3,9 230,8 45,1 182,3 35,7 260,2 50,9 511,2 100,0 Pavia 7,4 3,3 77,8 35,3 58,2 26,4 135,2 61,3 220,3 100,0 Cremona 9,5 6,5 59,3 40,6 50,1 34,3 77,1 52,8 145,9 100,0 Mantova 11,4 6,6 76,4 44,2 62,8 36,3 85,1 49,2 172,9 100,0 Lecco 1,8 1,3 67,7 47,1 55,8 38,9 74,1 51,6 143,6 100,0 Lodi 3,3 3,6 33,9 37,5 24,6 27,3 53,1 58,8 90,2 100,0 Lombardia 71,0 1,7 1.617,7 38,6 1.279,0 30,5 2.505,2 59,7 4.193,9 100,0 ITALIA 947,3 4,2 6.940,1 30,8 5.027,6 22,3 14.675,4 65,0 22.562,8 100,0

Fonte:Istat

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Da ultimo è interessante rilevare come la provincia presenti una forte attrattività insediativa, visto che circa il 24% dei dipendenti che presta la propria attività in unità locali presenti sul territorio lavora per imprese non varesine, mentre, al contrario, le aziende della provincia di Varese sono poco “delocalizzate” visto che solo l’11% dei propri dipendenti lavora in unità locali poste in altri contesti territoriali.

Tabella 20 – Dipendenti di imprese con sede dentro e fuori il territorio provinciale (Valori assoluti; Anno 2003)

ATTRAZIONE DELOCALIZZAZIONE

Dipendenti in UL di imprese con sede fuori dal territorio

Dipendenti in UL fuori territorio di imprese con sede nel territorio

Province

V.A. % V.A. % Varese 48.656 24,2 22.071 11,0 Como 29.687 23,0 13.090 10,2 Sondrio 7.899 22,7 2.935 8,4 Milano 190.059 15,8 578.778 48,1 Bergamo 43.030 15,8 40.688 15,0 Brescia 44.290 14,7 22.668 7,5 Pavia 24.274 28,8 7.846 9,3 Cremona 15.620 24,5 4.510 7,1 Mantova 19.092 21,3 14.155 15,8 Lecco 17.087 22,7 5.956 7,9 Lodi 12.051 33,9 7.078 19,9 Lombardia 249.044 10,0 517.074 20,8 Italia** 2.167.142 19,6 2.167.142 19,6

Fonte: Unioncamere, Elaborazione su Registro delle Imprese e REA 2003

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IL LIVELLO D’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA PROVINCIA

Parlando di competitività delle imprese non va trascurato il territorio in quanto attualmente le imprese competono con i territori e se il territorio è “competitivo” anche il sistema di impresa ha un migliore posizionamento internazionale. Sul mercato internazionale dei beni e dei fattori produttivi, infatti, i territori competono sulla base del principio di vantaggio assoluto e non di vantaggio comparato; ciò significa che non esiste nessun meccanismo automatico efficace che possa garantire a ciascun territorio un ruolo nella divisione spaziale del lavoro, quale che sia la sua performance relativa. Per questi motivi i territori più deboli in termini di competitività delle imprese, di qualità del capitale umano, di capacità di “apprendimento collettivo”10, rischiano l’esclusione e il declino in misura maggiore rispetto al passato. Al riguardo va detto che la provincia di Varese si caratterizza per un livello delle esportazioni decisamente superiore a quello delle importazioni e si colloca nel 2005 al 4° posto tra le province lombarde (dopo Milano, Bergamo e Brescia) sia per ammontare di importazioni (con un contributo pari al 5% del valore totale dell’import regionale) che di esportazioni (pari all’8,9% del valore totale dell’export regionale). Non solo l’export ma anche l’import ha seguito un trend di crescita positiva dal 2003 al 2005, ed in particolare nell’ultimo anno, con una crescita rispettiva del 7,4% per le importazioni (4,3% regionale) e del 9,4% per le esportazioni (6,6% regionale), incrementi questi maggiori sia della media della Lombardia che del Paese. Tabella 21 - Esportazioni nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord-Ovest ed in Italia (Anni 2003-2005; valori in euro e percentuali) Province 2003 2004 2005 var. 2004/ 2003

(%) var. 2005/ 2004

(%) Varese 6.844.126.535 7.073.604.914 7.737.616.164 3,4 9,4 Como 4.425.304.799 4.488.185.977 4.441.367.717 1,4 -1,0 Sondrio 446.478.410 446.366.380 508.271.795 0,0 13,9 Milano 35.945.733.099 35.989.876.265 38.760.550.465 0,1 7,7 Bergamo 8.264.495.947 9.605.428.165 10.294.002.552 16,2 7,2 Brescia 8.936.627.161 9.724.194.226 10.080.178.682 8,8 3,7 Pavia 2.465.567.048 2.650.777.934 2.702.923.851 7,5 2,0 Cremona 1.684.169.475 1.864.410.980 1.969.971.938 10,7 5,7 Mantova 3.830.843.892 3.898.543.821 4.067.536.831 1,8 4,3 Lecco 2.353.868.682 2.544.834.321 2.819.080.101 8,1 10,8 Lodi 797.334.875 916.072.831 1.037.685.238 14,9 13,3 Lombardia 75.994.549.923 79.202.295.814 84.419.185.334 4,2 6,6 Nord-Ovest 110.131.471.100 114.535.059.110 120.895.381.015 4,0 5,6 ITALIA 264.615.606.357 284.413.361.016 295.738.934.239 7,5 4,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat

10 Sul concetto di “apprendimento collettivo” si veda : Aydalot Ph. (1986), Milieux innovateurs en Europe, GREMI, Paris ; Camagni R. e Capello R. (a cura di) (2002), Apprendimento collettivo e competitività territoriale, Franco Angeli, Milano.

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Tabella 22 - Importazioni nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord-Ovest ed in Italia (Anni 2003-2005; valori in euro e percentuali) Province 2003 2004 2005 var. 2004/ 2003

(%) var. 2005/ 2004

(%) Varese 4.945.493.153 5.107.056.670 5.486.653.238 3,3 7,4 Como 2.458.264.726 2.593.683.797 2.552.972.698 5,5 -1,6 Sondrio 329.054.530 396.904.376 422.317.502 20,6 6,4 Milano 67.450.614.151 72.282.180.083 74.377.290.963 7,2 2,9 Bergamo 5.649.566.753 6.321.634.325 7.052.226.218 11,9 11,6 Brescia 5.813.734.812 6.245.251.677 6.649.366.630 7,4 6,5 Pavia 4.135.722.754 4.860.484.640 4.973.524.380 17,5 2,3 Cremona 2.264.554.550 2.441.907.384 2.803.635.654 7,8 14,8 Mantova 2.796.369.373 2.795.135.857 2.980.626.224 0,0 6,6 Lecco 1.245.314.522 1.481.389.507 1.596.910.652 19,0 7,8 Lodi 1.168.193.691 1.287.624.260 1.429.306.124 10,2 11,0 Lombardia 98.256.883.015 105.813.252.576 110.324.830.283 7,7 4,3 Nord-Ovest 127.562.680.179 136.489.376.429 142.120.547.578 7,0 4,1 ITALIA 262.997.973.848 285.634.441.583 305.685.535.036 8,6 7,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat Il saldo della bilancia commerciale di Varese è largamente positivo (con un valore delle esportazioni pari al 141% di quello delle importazioni), al contrario di quello regionale che è negativo e dà luogo ad un tasso di copertura regionale del 76,5%. Sul saldo complessivo della bilancia commerciale regionale pesa soprattutto il saldo negativo della provincia di Milano, le cui importazioni rappresentano, da sole, il 67,4% dell’import regionale, ma sono coperte solo per il 52,1% dalle esportazioni della provincia stessa. Mentre nella regione considerata complessivamente, nel 2004, il tasso di copertura è diminuito rispetto al 2003, in provincia di Varese è rimasto stabile; nel 2005 anche a livello regionale c’è stato un miglioramento del tasso di copertura, ma non sufficiente a riportare il valore al livello del 2003, mentre a Varese il miglioramento ha permesso di superare il tasso di copertura del 2003. Tabella 23 - Tasso di copertura nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord-Ovest ed in Italia (Anni 2003-2005; valori percentuali)

Province 2003 2004 2005

Varese 138,4 138,5 141,0 Como 180,0 173,0 174,0 Sondrio 135,7 112,5 120,4 Milano 53,3 49,8 52,1 Bergamo 146,3 151,9 146,0 Brescia 153,7 155,7 151,6 Pavia 59,6 54,5 54,3 Cremona 74,4 76,4 70,3 Mantova 137,0 139,5 136,5 Lecco 189,0 171,8 176,5 Lodi 68,3 71,1 72,6 Lombardia 77,3 74,9 76,5 Nord-Ovest 86,3 83,9 85,1 ITALIA 100,6 99,6 96,7 Fonte:Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat

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Tabella 24 - Tasso di apertura nelle province lombarde, in Lombardia ed in Italia (Anni 2003-2004; valori percentuali) Province 2003 2004

Varese 61,5 61,4 Como 56,7 57,2 Sondrio 19,9 20,8 Milano 84,8 87,0 Bergamo 57,3 60,3 Brescia 52,5 53,2 Pavia 63,0 69,0 Cremona 50,0 50,6 Mantova 63,6 61,5 Lecco 49,1 52,5 Lodi 43,9 46,2 Lombardia 69,7 71,2 Nord-Ovest 60,7 61,8 ITALIA 43,3 45,1 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat Il tasso di apertura, che esprime il rapporto fra valore degli scambi commerciali e valore aggiunto, è, nella provincia di Varese, pari al 61,4%, nettamente superiore alla media italiana del 45,1% ed esprime, unitamente al dato sul tasso di copertura, la buona capacità del sistema economico provinciale di intessere relazioni con il resto del mondo e d’integrarsi in modo positivo nel contesto internazionale. Il tasso di apertura provinciale è però inferiore alla media regionale (71,2%), sulla quale influisce l’elevato tasso di apertura milanese, ma è in linea con la media del Nord-Ovest. L’analisi settoriale del commercio estero della provincia di Varese consente, inoltre, di mettere in luce i punti di forza e di debolezza dei comparti economici del territorio. Nel 2005 il settore maggiormente attivo nelle esportazioni di merci è quello delle macchine ed apparecchi meccanici (per un valore superiore a 2,36 miliardi di euro); le esportazioni di questo settore rappresentano il 30,6% del valore delle esportazioni provinciali, ma il loro peso si è leggermente ridotto rispetto al 2004 (passando dal 32% al 30,6% delle esportazioni), essendo cresciute nel 2005 del 4,4%, meno della media delle esportazioni. Seguono per valore le esportazioni dei mezzi di trasporto (14,5% delle esportazioni provinciali) e dei prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento (10,8% delle esportazioni provinciali). Mentre, le esportazioni di mezzi di trasporto sono cresciute del 40,3% nel 2005 rispetto al 2004 ed hanno aumentato la loro importanza, quelle dei prodotti dell’industrie tessili e dell’abbigliamento hanno visto una riduzione molto lieve (dello 0,9%). Le merci più importate nella provincia di Varese sono invece i prodotti chimici e le fibre sintetiche e artificiali (30,0% delle importazioni), le macchine e gli apparecchi meccanici e le macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche (12,2% delle importazioni). Per tutte e tre queste categorie di merci nel 2005 la crescita delle importazioni non è stata superiore al 6%, mentre sono cresciute a tassi elevati le importazioni di prodotti il cui peso resta però più marginale: i prodotti dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura (del 30,9%), dei minerali energetici e non energetici (del 181,8%), di energia elettrice acqua e gas (44,2%).

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Tabella 25 - Esportazioni per settore in provincia di Varese (Anni 2004-2005; valori in euro e percentuali)

2004 2005 Composzione 2004 (%)

Composizione 2005 (%)

Var. 2005/2004

(%)

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura 3.905.454 3.306.764 0,1 0,0 -15,3 Prodotti della pesca e della piscicoltura 1.710.643 654.979 0,0 0,0 -61,7 Minerali energetici e non energetici 5.184.137 7.530.881 0,1 0,1 45,3 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 147.389.895 161.634.572 2,1 2,1 9,7 Prodotti delle industrie tessili e dell'abbigliamento 846.699.409 838.912.412 12,0 10,8 -0,9 Cuoio e prodotti in cuoio, pelle e similari 37.063.531 48.588.837 0,5 0,6 31,1 Legno e prodotti in legno 10.974.025 8.978.348 0,2 0,1 -18,2 Pasta da carta, carta e prodotti di carta; prodotti dell'editoria e della stampa 141.599.199 145.757.168 2,0 1,9 2,9

Coke, prodotti petroliferi raffinati e combustibili nucleari 181.429 416.232 0,0 0,0 129,4 Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali 738.670.800 786.802.561 10,4 10,2 6,5 Articoli in gomma e materie plastiche 656.537.741 671.827.550 9,3 8,7 2,3 Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 59.320.827 57.423.772 0,8 0,7 -3,2 Metalli e prodotti in metallo 565.225.652 662.505.290 8,0 8,6 17,2 Macchine ed apparecchi meccanici 2.264.637.218 2.363.955.982 32,0 30,6 4,4 Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche 689.631.617 751.705.224 9,7 9,7 9,0

Mezzi di trasporto 800.759.920 1.123.775.174 11,3 14,5 40,3 Altri prodotti delle industrie manifatturiere 102.190.891 100.230.229 1,4 1,3 -1,9 Prodotti delle attivita' informatiche, professionali ed imprenditoriali 1.564.675 1.855.003 0,0 0,0 18,6

Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali 93.021 871.220 0,0 0,0 836,6 Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie 264.830 883.966 0,0 0,0 233,8

TOTALE 7.073.604.914 7.737.616.164 100,0 100,0 9,4

Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat

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Tabella 26 - Importazioni per settore in provincia di Varese (Anni 2004-2005; valori in euro e percentuali)

2004 2005 Composizione 2004 (%)

Composizione 2005 (%)

Var. 2005/2004

(%)

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura 26.812.756 35.092.950 0,5 0,6 30,9 Prodotti della pesca e della piscicoltura 8.578.234 10.161.982 0,2 0,2 18,5 Minerali energetici e non energetici 12.256.571 34.533.984 0,2 0,6 181,8 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 315.780.455 332.353.012 6,2 6,1 5,2 Prodotti delle industrie tessili e dell'abbigliamento 415.811.538 430.116.319 8,1 7,8 3,4 Cuoio e prodotti in cuoio, pelle e similari 21.982.870 28.073.380 0,4 0,5 27,7 Legno e prodotti in legno 25.578.299 28.235.234 0,5 0,5 10,4 Pasta da carta, carta e prodotti di carta; prodotti dell'editoria e della stampa 183.407.990 170.022.615 3,6 3,1 -7,3

Coke, prodotti petroliferi raffinati e combustibili nucleari 2.459.113 3.387.339 0,0 0,1 37,7 Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali 1.578.851.058 1.646.250.772 30,9 30,0 4,3 Articoli in gomma e materie plastiche 195.052.528 209.437.411 3,8 3,8 7,4 Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 55.099.075 57.524.143 1,1 1,0 4,4 Metalli e prodotti in metallo 407.916.934 527.586.393 8,0 9,6 29,3 Macchine ed apparecchi meccanici 668.461.178 706.381.424 13,1 12,9 5,7 Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche 628.965.783 666.895.589 12,3 12,2 6,0

Mezzi di trasporto 436.625.273 464.208.367 8,5 8,5 6,3

Altri prodotti delle industrie manifatturiere 72.882.032 88.510.105 1,4 1,6 21,4 Prodotti delle attivita' informatiche, professionali ed imprenditoriali 17.428.203 25.123.984 0,3 0,5 44,2

Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali 31.640.308 20.829.800 0,6 0,4 -34,2 Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie 445.680 847.278 0,0 0,0 90,1

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura 1.020.792 1.081.157 0,0 0,0 5,9

TOTALE 5.107.056.670 5.486.653.238 100,0 100,0 7,4

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Andando a vedere i saldi per le diverse categorie di merci, la provincia di Varese mostra surplus commerciali particolarmente consistenti per le macchine e gli apparecchi meccanici (1.658 milioni di euro), per i mezzi di trasporto (660 milioni di euro), per gli articoli in gomma e le materie plastiche (462 milioni di euro) e i prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento (409 milioni di euro). Tranne che per quest’ultima categoria di beni (per la quale si è registrato un peggioramento del saldo di 22 milioni di euro, dovuto ad una leggera diminuzione delle esportazioni accompagnata da un aumento delle importazioni del 3,4%), per tutte le altre categorie si è registrato un miglioramento dei saldi nel 2005 rispetto al 2004: il miglioramento più evidente riguarda i mezzi di trasporto, derivante soprattutto dall’aumento delle esportazioni del 40,3%. Il deficit commerciale maggiore in provincia di Varese si registra per i prodotti chimici e le fibre sintetiche ed artificiali (-859 milioni di euro nel 2005) e per i prodotti alimentari le bevande ed il tabacco (-171 milioni di euro), mentre per le altre categorie di beni si registrano saldi negativi più contenuti. Per i principali beni di cui la provincia è importatrice netta si sono registrati dei peggioramenti dei saldi, ma nel complesso meno importanti dei miglioramenti dei surplus commerciali, che indicano una buona capacità della provincia di rispondere ai cambiamenti del mercato internazionale e alla crescente concorrenza.

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Grafico 3 - Evoluzione dei surplus e deficit commerciali più consistenti in provincia di Varese (Anni 2004 -2005; valori in milioni di euro)

1.596

364

-7 -17

660461

-840

-168-23

431

157

-27 -25

-859

-171-32

1.658

462409

135

-1000

-500

0

500

1000

1500

2000

M ACCHINE EDAPPARECCHIM ECCANICI

M EZZI DI TRASPORTO ARTICOLI IN GOM M A EM ATERIE PLASTICHE

PROD. INDUSTRIETESSILI E

DELL'ABBIGLIAM ENTO

M ETALLI E PRODOTTIIN M ETALLO

PROD. CHIM ICI E FIBRESINTETICHE EARTIFICIALI

PROD. ALIM ENTARI,BEVANDE E TABACCO

PROD.DELL'AGRICOLTURA,

DELLA CACCIA E DELLASILVICOLTURA

M INERALI ENERGETICIE NON ENERGETICI

ENERGIAELETTRICA,GAS E

ACQUA

2004

2005

Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat Il principale mercato di esportazione ed importazione della provincia di Varese è quello europeo, dal quale proviene il 78,4% delle importazioni ed al quale è destinato il 72,6% delle esportazioni provinciali; tuttavia, anche gli scambi con Paesi degli altri continenti, in particolare dell’America e dell’Asia costituiscono una quota importante del commercio estero varesino e stanno crescendo più velocemente degli scambi intraeuropei. Tabella 27 - Esportazioni della provincia di Varese per Paese di destinazione (Anni 2004-2005; valori assoluti in euro e percentuali)

Paesi 2004 2005 Composizione

2004 (%) Composizione

2005 (%)

Var.2005/2004 (%)

EUROPA 5.327.619.595 5.618.304.154 75,3 72,6 5,5 UE15 4.078.813.092 4.261.346.163 57,7 55,1 4,5 UE25 4.457.331.174 4.675.116.501 63,0 60,4 4,9 Europa centro orientale 602.512.828 679.354.539 8,5 8,8 12,8 Altri paesi europei 646.293.675 677.603.452 9,1 8,8 4,8 AFRICA 261.534.982 291.747.725 3,7 3,8 11,6 Africa settentrionale 155.953.883 151.466.249 2,2 2,0 -2,9 Altri paesi africani 105.581.099 140.281.476 1,5 1,8 32,9 AMERICA 646.884.231 798.930.326 9,1 10,3 23,5 America settentrionale 486.249.911 616.137.545 6,9 8,0 26,7 America centro meridionale 160.634.320 182.792.781 2,3 2,4 13,8 ASIA 756.023.345 956.158.154 10,7 12,4 26,5 Medio oriente 287.960.678 360.002.163 4,1 4,7 25,0 Asia centrale 63.527.770 113.502.312 0,9 1,5 78,7 Asia orientale 404.534.897 482.653.679 5,7 6,2 19,3 OCEANIA E ALTRI TERRITORI 81.542.761 72.475.805 1,2 0,9 -11,1

MONDO 7.073.604.914 7.737.616.164 100,0 100,0 9,4 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat In particolare all’interno dell’Europa i maggiori partner commerciali sono i “vecchi” Paesi membri dell’UE (ai quali è destinato il 55,1% delle esportazioni provinciali e dai quali proviene il 59,4% dell’importazioni provinciali). Nel 2005, però, gli scambi con i 10 “nuovi” Paesi membri dell’UE

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sono cresciuti più velocemente di quelli con i precedenti 15 membri sia dal lato delle importazioni (cresciute del 16,9% contro il 4,1%) che delle esportazioni (cresciute del 9,3% contro il 4,5%). Gli aumenti più consistenti, tuttavia, si sono registrati negli scambi con Paesi di altri continenti: sono cresciute particolarmente le importazioni dagli “altri Paesi africani” (+ 61,8%), dai Paesi dell’America centro meridionale (+40%) e dai Paesi dell’Asia centrale (+20%) e le esportazioni rivolte agli “altri Paesi africani” (+32,9%), all’America settentrionale (+26,7%), al Medio Oriente (+25%) e all’Asia centrale (+78,7%). Tabella 28 - Importazioni della provincia di Varese per Paese di destinazione (Anni 2004-2005; valori assoluti in euro; valori percentuali e variazioni percentuali)

Paesi 2004 2005 Composizione

2004 (%) Composizione

2005 (%) Var.2005/2004(%)

EUROPA 4.087.095.710 4.302.991.436 80,0 78,4 5,3 UE15 3.131.067.017 3.258.391.372 61,3 59,4 4,1 UE25 3.353.061.225 3.517.880.154 65,7 64,1 4,9 Europa centro orientale 331.671.187 381.293.594 6,5 6,9 15,0 Altri paesi europei 624.357.506 663.306.470 12,2 12,1 6,2 AFRICA 83.028.297 104.189.331 1,6 1,9 25,5 Africa settentrionale 60.556.352 67.833.120 1,2 1,2 12,0 Altri paesi africani 22.471.945 36.356.211 0,4 0,7 61,8 AMERICA 376.689.069 451.061.173 7,4 8,2 19,7 America settentrionale 327.754.506 382.546.515 6,4 7,0 16,7 America centro meridionale 48.934.563 68.514.658 1,0 1,2 40,0 ASIA 550.369.375 619.256.478 10,8 11,3 12,5 Medio oriente 30.231.904 35.340.657 0,6 0,6 16,9 Asia centrale 55.202.916 66.252.207 1,1 1,2 20,0 Asia orientale 464.934.555 517.663.614 9,1 9,4 11,3 OCEANIA E ALTRI TERRITORI 9.874.219 9.154.820 0,2 0,2 -7,3

MONDO 5.107.056.670 5.486.653.238 100,0 100,0 7,4 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Istat

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LE DINAMICHE CREDITIZIE NELLA PROVINCIA

Il sistema bancario può essere considerato, indistintamente dal luogo geografico e dallo spazio temporale di osservazione, un pilastro portante del più generale sistema economico. Il potere, la struttura, la capacità del sistema bancario di permeare l’economia e di risultare a sua volta permeabile dagli operatori economici, sono tutte variabili capaci di influenzare ed influire nella vita delle imprese e dei cittadini.

Va quindi osservato come in ciascun contesto territoriale, un equilibrato sviluppo economico non può prescindere dalla presenza di un sistema bancario e creditizio in grado non soltanto di sostenere ma soprattutto di promuovere lo sviluppo, inteso sia nei più comuni termini monetari, sia nei termini delle capacità di creare un contesto economico che stimoli la voglia di fare impresa all’interno di un determinato contesto territoriale. L’analisi della situazione creditizia caratterizzante la provincia di Varese risulta, dunque, essere un mezzo strategico per la comprensione del più generale sistema economico provinciale.

Posto quanto sopra, va sottolineato come tra il 1999 ed il 2004 vi sia stato, in Italia, un processo di riduzione del numero di istituti di credito (da 875 a 778). La diminuzione osservata può essere letta alla luce di una scelta intesa a superare una dimensione minima ritenuta non profittevole o a risolvere situazioni di difficoltà in cui alcune banche si sono venute a trovare nel corso degli ultimi anni. Se il processo di concentrazione tra istituti di credito attuato negli ultimi anni può dunque essere visto in chiave positiva, come scelta strategica volta a rafforzare la solidità del sistema bancario italiano, dall’altro ha, in negativo, impoverito la consistenza di strutture bancarie locali in diverse aree del Paese.

Va poi osservato come in realtà il fenomeno della concentrazione tra banche non è solo italiano ma questo processo è stato, però, caratterizzato dalla univocità nel processo di aggregazione da parte delle banche del Centro Nord rispetto a quelle meridionali. All’interno di questo contesto, inoltre, il meccanismo di accesso al credito non è stato e non è esente da differenze territoriali che potrebbero contribuire alla nascita, od alla persistenza, di squilibri regionali. Non a caso, nel rapporto tra valore aggiunto pro capite e tassi d’interesse provinciali, le aree del Mezzogiorno si collocano nella parte inferiore del grafico, mentre Varese si colloca nella parte alta, cioè nell’area che associa un basso tasso di interesse e più alti livelli del valore aggiunto.

Dal lato dell’operatività del sistema bancario, è opportuno poi esaminare l’adeguatezza della rete bancaria rispetto alla domanda di servizi finanziari espressa dal tessuto socio-economico provinciale. A tal fine si procede operando un confronto tra la dotazione di strutture bancarie, data dal numero di sportelli, e la numerosità della popolazione residente e delle aziende operanti nel territorio.

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Grafico 4 - Rapporto tra il valore aggiunto pro capite e i tassi di interesse provinciali a breve (Anno 2004)

y = -18,312x + 221,18R2 = 0,6653

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00

Tassi di interesse a BT (in %)

N.i.

v.a

. pro

-cap

ite (I

talia

= 1

00)

VA

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati propri e Banca d’Italia

La dotazione complessiva di sportelli per 10 mila abitanti è pari a giugno 2005, per la provincia di Varese, a 5,2. Tale valore si colloca sostanzialmente in linea con quello nazionale (5,3) e al di sotto della media lombarda (6,4). Maggiore risulta, invece, la dotazione di sportelli commisurata al numero delle imprese operanti in provincia. (7,2 sportelli ogni 1.000 aziende), valore in linea col dato medio della Lombardia (7,6) e superiore a quello dell’Italia e del Nord-Ovest, segno questo di una buona rispondenza strutturale del sistema bancario rispetto al sistema imprenditoriale locale.

Passando poi alla valutazione dell’operatività del sistema, e quindi dei singoli sportelli, in termini di capacità e portata della veicolazione finanziaria, risulta opportuno mettere in relazione le grandezze dei depositi e degli impieghi con il numero degli sportelli bancari della provincia. Otteniamo in tal modo due indicatori di fondamentale importanza per la valutazione dell’operatività del sistema bancario locale. A tal riguardo, i dati del giugno 2005 mostrano come la provincia di Varese presenti per i depositi per sportello valori superiori al dato nazionale: a fronte di una media italiana pari a 21,2 milioni di euro, il dato provinciale si attesta a circa 22 milioni, segno questo di una buona operatività media nel territorio nella fase di reperimento delle risorse per far fronte, in seguito, agli impieghi. Nella relativa graduatoria nazionale decrescente, Varese si colloca infatti nella fascia alta occupando il 12° posto per livello medio di depositi per sportello. Il livello medio degli impieghi per sportello risulta, invece, inferiore al dato nazionale e regionale (32,5 milioni a Varese a fronte dei 38,4 in Italia e dei 59 circa della Lombardia), denotando una minor veicolazione media di risorse appannaggio del sistema socio-imprenditoriale locale rispetto ad altri contesti del Centro-Nord. Va però detto che sul dato medio della Lombardia pesa il capoluogo di regione che presenta una veicolazione media superiore a 94 milioni di euro per sportello e che Varese si posiziona comunque nella fascia medio-alta (28° posto) della graduatoria nazionale per impieghi medi per sportello, precedendo in Lombardia quattro province.

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Tabella 29 - Principali indicatori di dotazione degli sportelli nelle province della Lombardia ed in Italia (Giugno 2005) Depositi per Impieghi per Sportelli per Sportelli per Province Sportello Sportello 10.000 abitanti 1.000 imprese (Migliaia di euro) (Migliaia di euro) Varese 21.983 32.579 5,2 7,2 Como 18.095 31.896 6,1 7,9 Sondrio 17.646 25.658 6,8 7,7 Milano 40.233 94.443 6,1 7,1 Bergamo 20.295 38.996 6,4 7,9 Brescia 17.649 48.977 7,1 7,9 Pavia 17.537 23.967 6,2 7,4 Cremona 14.265 25.664 7,5 9,4 Mantova 12.896 33.244 8,1 8,0 Lecco 18.283 29.977 6,6 9,1 Lodi 22.257 34.915 6,5 8,9 Lombardia 26.899 58.985 6,4 7,6 Nord-Ovest 24.082 49.025 6,2 7,1 ITALIA 21.180 38.445 5,3 6,1 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, Istat e Infocamere

Le considerazioni fatte in merito agli impieghi vanno lette, inoltre, alla luce di alcune limitazioni poste dal fatto che l’aggregato comprende le sofferenze bancarie11. Le sofferenze rappresentano una variabile importante per la comprensione non solo delle dinamiche in atto all’interno del sistema creditizio e finanziario locale, ma soprattutto, va sottolineato come le banche in presenza di un livello elevato di crediti in sofferenza siano in genere portate a rivedere la propria attività di finanziamento, determinando spesso un restringimento del credito che può interessare anche operatori economici virtuosi.

Si comprende, dunque, l’importanza di analizzare la consistenza di detto aggregato nella valutazione della rischiosità di un sistema creditizio ovvero nella comprensione delle dinamiche di sviluppo che lo caratterizzano. A tal proposito, si considera il rapporto tra le sofferenze e gli impieghi bancari (la cui evoluzione temporale è presentata nel grafico seguente) che può essere considerato una prima proxy del livello di rischiosità del credito nel sistema locale e regionale.

11 I dati relativi alle sofferenze si riferiscono, secondo la definizione dalla Banca d’Italia, alla “totalità dei rapporti per cassa in essere con soggetti in stato d'insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili, a prescindere dalle garanzie che li assistono, al lordo delle svalutazioni operate per previsioni di perdita”. Tecnicamente, per crediti in sofferenza si intendono quei “crediti vantati nei confronti di soggetti in stato di insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in una situazione sostanzialmente equiparabile, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall’intermediario. Si tratta sostanzialmente di crediti il cui realizzo è incerto o quantomeno richiede tempi lunghi”.

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Grafico 5 – Sofferenze in rapporto agli impieghi totali in provincia di Varese, in Lombardia, nel Nord-Ovest ed in Italia (Valori percentuali; Anni 1999 - Giugno 2005)

5,49

4,85

4,16

2,70 2,74 2,66

7,55

5,93

4,704,49

4,544,384,79

4,16

4,75

3,85

2,342,402,442,442,33

2,94

3,15

2,592,68

4,464,70

4,64

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

6,5

7,0

7,5

8,0

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Varese Lombardia Nord-Ovest Italia

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

La provincia di Varese risulta caratterizzata da un’evoluzione delle sofferenze (rispetto al totale degli impieghi bancari) decrescente fino al 2001, per poi presentare un trend di crescita fino a giugno 2005. Il confronto con l’andamento regionale e nazionale, mostra altresì come nella provincia il livello di crediti in sofferenza (4,85%) sia superiore sia alla media della Lombardia, sia del Nord-Ovest che dell’Italia. Si registrano, quindi, in provincia situazioni di maggiore difficoltà nella fase di restituzione dei capitali presi a prestito rispetto all’area di riferimento. La lettura del precedente grafico aiuta certamente a comprendere come il trend del rapporto tra sofferenze e impieghi sia il risultato della variazione “positiva” tanto del numeratore quanto del denominatore e che una riduzione del rapporto possa rappresentare un miglioramento della rischiosità del credito. E’ opportuno però ricordare che il fenomeno delle cartolarizzazioni12 può aver contribuito in maniera non trascurabile in molte aree del Paese alla riduzione dei crediti in sofferenza.

12 Quando si analizza l’andamento delle sofferenze occorre tener conto anche delle cartolarizzazioni. Infatti, la dinamica delle sofferenze negli ultimi anni è stata condizionata dall’utilizzo di questa tecnica finanziaria che consiste nella cessione di credito o di altre attività finanziarie non negoziabili capaci di generare flussi di cassa pluriennali e nella loro conversione in titoli negoziabili sui mercati. Con l’emanazione della legge n.130 del 30 aprile 1999, la cartolarizzazione è entrata a pieno titolo in Italia tra le tecniche di finanziamento alternative all’indebitamento e al ricorso ai mezzi propri. Per ulteriori approfondimenti sul tema: Gli strumenti e i servizi finanziari, Fabrizi, Forestieri e Mottura (a cura di), EGEA, 2000, Milano.

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Tabella 30 – Graduatoria provinciale delle sofferenze bancarie in rapporto agli impieghi (Giugno 2005)

Posizione Province Sofferenze (in % degli impieghi) Posizione Province Sofferenze (in % degli

impieghi)

1 FROSINONE 22,30 53 MACERATA 5,29 2 POTENZA 19,16 54 ALESSANDRIA 5,28 3 REGGIO CALABRIA 18,39 55 GENOVA 5,24 4 LATINA 16,85 56 PIACENZA 5,12 5 COSENZA 16,49 57 VERCELLI 5,03 6 PARMA 15,43 58 VARESE 4,85 7 VIBO VALENTIA 15,05 59 MASSA CARRARA 4,74 8 ISERNIA 14,52 60 PISA 4,67 9 MESSINA 13,84 61 LECCO 4,44

10 BRINDISI 13,70 62 ASTI 4,28 11 VITERBO 13,32 63 SONDRIO 4,25 12 CROTONE 13,24 64 COMO 4,09 13 FOGGIA 13,18 65 PISTOIA 3,94 14 TARANTO 12,84 66 NOVARA 3,90 15 MATERA 12,69 67 AREZZO 3,90 16 TRAPANI 12,21 68 AOSTA 3,77 17 PALERMO 12,10 69 PESARO E URBINO 3,51 18 BARI 12,04 70 CREMONA 3,37 19 CATANZARO 11,98 71 GORIZIA 3,27 20 CAMPOBASSO 11,50 72 PADOVA 3,13 21 SASSARI 11,23 73 PRATO 3,09 22 LECCE 10,99 74 VERONA 3,08 23 AGRIGENTO 10,87 75 MODENA 3,06 24 CATANIA 10,78 76 FIRENZE 2,98 25 CALTANISSETTA 10,76 77 LIVORNO 2,83 26 NUORO 10,71 78 BERGAMO 2,82 27 BENEVENTO 10,58 79 FORLI' 2,81 28 RAGUSA 10,58 80 ANCONA 2,78 29 SIRACUSA 10,18 81 UDINE 2,78 30 ORISTANO 9,89 82 LUCCA 2,78 31 SALERNO 9,61 83 BIELLA 2,71 32 ENNA 9,58 84 CUNEO 2,65 33 L'AQUILA 9,46 85 MANTOVA 2,63 34 RIETI 9,12 86 GROSSETO 2,62 35 CAGLIARI 8,83 87 BELLUNO 2,57 36 CASERTA 8,62 88 VICENZA 2,43 37 AVELLINO 8,23 89 TORINO 2,42 38 FERRARA 7,98 90 RIMINI 2,39 39 IMPERIA 7,85 91 LODI 2,35 40 PESCARA 7,71 92 BRESCIA 2,32 41 SAVONA 7,08 93 VENEZIA 2,30 42 ASCOLI PICENO 6,89 94 PORDENONE 2,22 43 TERNI 6,67 95 SIENA 2,15 44 CHIETI 6,43 96 BOLZANO 2,11 45 TERAMO 6,39 97 REGGIO EMILIA 1,99 46 NAPOLI 6,38 98 BOLOGNA 1,98 47 LA SPEZIA 6,34 99 TREVISO 1,96 48 ROVIGO 5,82 100 TRIESTE 1,94 49 PAVIA 5,72 101 MILANO 1,80 50 VERBANO CUSIO OSSOLA 5,55 102 RAVENNA 1,70 51 PERUGIA 5,36 103 TRENTO 1,51 52 ROMA 5,31 ITALIA 4,49

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE IN PROVINCIA DI VARESE

Le analisi degli economisti inquadrano il sistema infrastrutturale come elemento fondamentale per lo sviluppo economico-sociale di ciascun contesto territoriale. Le infrastrutture, infatti, sono da considerarsi come una precondizione dello sviluppo o, comunque, un fattore che accompagna la crescita di una economia13, fermo restando che molteplici altri elementi contribuiscono al take-off di una regione o di una realtà sub-regionale. A tal proposito, si sottolinea come già Hirschmann individuava una dipendenza della capacità di sviluppo di un territorio non solo dall’offerta, accanto ai tradizionali fattori produttivi, di infrastrutture, ma anche dall’ubicazione geografica, dal livello di agglomerazione (struttura urbana) e dal peculiare “mix” settoriale che caratterizza il territorio stesso. In tempi più recenti, inoltre, l’approccio dello “sviluppo regionale potenziale” (fatto giustamente notare anche da Biehl14) ha mostrato, inoltre, come investimenti anche ingenti in infrastrutture per il territorio che non siano coerenti con le esigenze delle realtà produttive locali, non sono in grado di generare impatti significativi sulle dinamiche di sviluppo delle aree considerate. Posto quanto sopra, va comunque osservato come una migliore dotazione infrastrutturale favorisca generalmente l’aumento del livello di produttività dell’area di influenza (effetto di gravitazione del territorio rispetto a n infrastrutture), e quindi un elevato tasso di crescita; al contrario una bassa dotazione infrastrutturale contribuisce di solito alla formazione di una bassa produttività del lavoro e, quindi, ad una mancata riduzione della disoccupazione (ovvero un mancato aumento dell’occupazione) e ad un basso tasso di crescita in termini di Pil. Ciò significa che il livello di dotazione infrastrutturale di un territorio è un fattore “materiale” che contribuisce allo sviluppo economico locale. In sostanza, un sistema infrastrutturale efficiente ed adeguato alle esigenze della struttura sociale e produttiva locale costituisce non solo un fattore essenziale per l’aumento della produttività delle realtà economiche presenti in loco, ma anche una spinta decisa alla localizzazione di nuove iniziative imprenditoriali, configurandosi, di fatto, come una esternalità positiva. Quest’ultimo assunto trova adeguato riscontro empirico in una analisi grafica effettuata dall’Istituto Tagliacarne da cui emerge una stretta relazionalità tra il livello di dotazione infrastrutturale di ciascuna regione ed il relativo valore indicizzato (Italia = 100) del reddito pro capite (il reddito pro capite rappresenta una proxy del livello di sviluppo mediamente raggiunto dal singolo contesto territoriale): ad alti livelli di infrastrutturazione corrispondono, infatti, alti valori di reddito pro capite e viceversa nel caso di basso sviluppo infrastrutturale il reddito regionale è inferiore alla media del paese. In questo scenario la Lombardia si presenta come una delle regioni in cui la dotazione infrastrutturale si posiziona su livelli superiori alla media del paese assumendo il ruolo di “catalizzatore” per il decollo dell’economia del territorio.

13 Tra i differenti contributi riscontrati a livello internazionale, citiamo: World Bank (1996), Infrastructure and Growth: a multicountry panel study, Washington D. C., World Bank (1996), The social rate of return on infrastructure investment, Washington D. C., Canning D. (1999), The contribution of Infrastructure to aggregate output, World Bank, Washington D. C.; per riferimenti riguardanti la specifica realtà italiana, si vedano, tra gli altri, Bracalente, B. – Di Palma, M. (1982), “Infrastrutture e sviluppo regionale in Italia: un’analisi multidimensionale”, in Note Economiche, n. 4, Biehl D. - Bracalente, B. – Di Palma, M. – Mazziotta, C. (1990), “La diffusione territoriale delle infrastrutture: un’analisi per l’Europa e per l’Italia”, in Di Palma, M. (ed.), Le infrastrutture a rete, CSC, Roma, Istituto G. Tagliacarne (2001), La dotazione di infrastrutture nelle province italiane 1997-2000, ciclostilato. 14 Biehl D. (1991), “Il ruolo delle infrastrutture nello sviluppo regionale”, in Boscacci, F. – Gorla, G. (a cura di), Economie locali in ambiente competitivo, Franco Angeli, Milano.

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Grafico 6 - Relazione esistente fra grado di sviluppo economico (misurato tramite il Valore aggiunto pro capite) e dotazione media di infrastrutture (al netto dei porti) – Anno 2004

Varese

PIE

VDA

LOM

TAA

VEN

FVG

LIG

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UMBMAR

LAZ

ABR

MOL

CAM

PUG

BAS

CALSIC

SAR

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 110,0 120,0 130,0 140,0

Valore aggiunto pro capite (n.i. Italia=100)

Dota

zio

ne infr

astr

utt

ura

le (

n.i. It

alia=

100)

Fonte: Istituto G. Tagliacarne Rispetto alla media regionale, invece, la provincia di Varese presenta un livello di sviluppo leggermente più basso, pur presentando un indice complessivo di infrastrutturazione molto elevato, segno questo che il modello economico varesino è stato probabilmente meno efficacemente influenzato dalle politiche di contesto rispetto al contesto medio lombardo. Va a questo punto osservato come parlando di sistema infrastrutturale non ci si riferisce soltanto alle infrastrutture cosiddette pesanti (strade, ferrovie, aeroporti, sistemi idrici ed elettrici, etc.), ma ad un complesso di reti e servizi immateriali che va sotto il nome si infrastrutturazione leggera. L’Istituto Tagliacarne ha provveduto nel corso del 2004 ad un aggiornamento del monitoraggio della dotazione infrastrutturale delle province italiane, riproponendo una griglia di analisi simile a quella adottata in passato che permette l’effettuazione di un confronto temporale dall’inizio degli anni novanta ad oggi. Seguendo, quindi, questa impostazione le infrastrutture vengono ripartite in 10 categorie riconducibili sostanzialmente a due gruppi: - Infrastrutture economiche - Infrastrutture sociali Tra le prime si trovano le infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie, etc.), gli impianti e reti energetico-ambientali o le reti telematiche, etc., che rispondono ad una potenziale domanda attivata sia dal settore imprese che dalle famiglie, mentre nel secondo gruppo si posizionano tipologie che rispondono esclusivamente ad una potenziale domanda delle famiglie quali, ad esempio, le strutture per l’istruzione, quelle sanitarie, etc. Osservando in dettaglio, dapprima, le diverse tipologie di reti e strutture di trasporto (strade/ferrovie, porti, aeroporti, etc.), si nota innanzitutto come la rete stradale rappresenti il vero

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punto nevralgico del sistema infrastrutturale della provincia di Varese. Nel 2004, infatti, l’indice relativo risulta nettamente al di sotto della media regionale e nazionale (56,6 a Varese; Italia =100). Negli ultimi quindici anni, inoltre, l’indice presenta una diminuzione (dal 63,5 del 1991 al 56,6 del 2004) segno che altre realtà locali hanno mostrato uno sviluppo del sistema viario, in particolare sul versante autostradale, più consistente della provincia ed in grado di soddisfare una domanda potenziale superiore a quella del tessuto socio-imprenditoriale locale. Vedremo più avanti in dettaglio sia la struttura degli indicatori sia i punti di forza e debolezza delle diverse tipologie infrastrutturali della provincia di Varese, va comunque osservato, come sottolineato in precedenza, che il livello complessivo di infrastrutturazione del territorio provinciale risulta nel complesso più elevato della media della regione (n.i. 2004 al netto dei porti in provincia di Varese 188,9 a fronte di una media della Lombardia di 136,6), soprattutto grazie a livelli rilevanti di dotazione nelle infrastrutture economiche, quali quella aeroportuale o quella degli impianti e reti energetico-ambientali, e delle infrastrutture sociali. Per quanto concerne, infatti, il sistema aeroportuale va osservato come l’elevato livello raggiunto in provincia e l’incremento registrato dall’indice nel periodo considerato (dal 580,5 del 1991 al 714,4 del 2004) è conseguenza non solo della presenza dello scalo di Malpensa e del suo potenziamento negli ultimi anni, ma anche della capacità dello stesso di rispondere alle possibili esigenze della provincia e di altri territori. A tal proposito, va ricordato che il criterio che ha guidato la costruzione dell’indice non si ispira, infatti, al principio della mera “territorialità”, consistente nell’attribuire a ciascuna provincia le sole opere in essa materialmente ubicate, escludendo quelle (o, per meglio dire, una quota di quelle) che, pur essendo dislocate in province limitrofe, estendono i benefici anche a quella in esame, bensì considerando la capacità di attrazione del singolo aeroporto (o porto) non solo all’interno della provincia, ma anche nei riguardi delle province limitrofe che riflettono più realisticamente la distribuzione territoriale dell’utenza e la maggiore o minore convenienza che essa ha di usufruire dei servizi resi dall’infrastruttura. Posto quanto sopra, dall’esame dei valori emerge come mentre per gli aeroporti la provincia di Varese presenta un elevato bacino di “gravitazione” su altre province, per le infrastrutture portuali al contrario la provincia risulta gravitare in misura marginale su infrastrutture ubicate in altre province vista la distanza e la scarsa accessibilità alle stesse. Le altre tre categorie di indicatori economici (impianti e reti energetico-ambientali, strutture e reti per la telefonia e telematica, reti bancarie e di servizi vari) mostrano valori dei rispettivi indici nettamente superiori alle media Paese. Inoltre, mentre le reti energetico-ambientali mostrano un livello medio superiore alla media lombarda, le infrastrutture telematiche e le reti e servizi bancari presentano un valore inferiore alla media regionale.

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Tabella 31 – Indici di dotazione infrastrutturale nelle province lombarde (Anni 1991- 2004; Italia = 100)

1991 Lecco Varese Como Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Cremona Mantova Lodi LombardiaRete stradale 32,7 63,5 59,5 47,1 70,3 74,1 92,5 122,4 71,7 77,6 184,4 77,7 Rete ferroviaria 142,7 168,1 88,5 98,9 76,4 65,9 60,5 137,6 143,7 68,9 144,6 93,7 Porti (e bacini di ut.) 12,6 5,4 9,0 3,4 2,8 7,6 5,2 17,4 18,2 16,9 37,6 8,2 Aeroporti (e bacini di ut.) 124,2 580,5 228,3 22,2 125,6 172,7 33,4 71,1 46,2 56,5 853,1 159,9 Impianti e reti energetico-ambientali 178,9 203,5 157,2 58,0 212,5 201,2 138,2 130,7 121,5 163,0 182,5 173,1

Strutture e reti per la telefonia e la telematica 129,4 157,2 140,9 49,8 250,7 129,6 110,9 97,4 98,6 92,7 105,5 157,1

Reti bancarie e di servizi vari 89,7 105,6 117,2 69,7 205,9 98,8 83,6 87,6 90,6 90,2 84,0 128,1

Indice di dotazione infrastrutture economiche n.d

Strutture culturali e ricreative 58,0 65,6 62,9 43,6 129,9 55,5 41,9 149,2 202,2 61,0 51,1 92,5

Strutture per l'istruzione 68,7 102,1 96,4 39,7 171,4 90,9 98,0 135,7 66,5 64,5 74,1 115,0 Strutture sanitarie 109,6 182,6 126,5 103,5 217,2 128,8 116,8 120,0 117,7 81,2 85,5 151,3 Totale 92,5 161,2 106,6 53,2 142,6 101,0 76,8 105,8 96,4 76,5 178,9 113,6 Totale senza porti 101,4 178,5 117,5 58,7 158,2 111,4 84,7 115,6 105,1 83,2 194,6 125,3

1999 Lecco Varese Como Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Cremona Mantova Lodi Lombardia

Rete stradale 55,2 56,3 54,5 52,9 78,8 87,9 108,1 111,4 75,3 75,9 129,0 82,2 Rete ferroviaria 105,4 123,2 60,9 68,0 86,1 49,8 58,6 112,7 134,1 87,7 104,5 84,3 Porti (e bacini di ut.) 14,5 6,1 10,5 3,9 3,2 8,8 6,4 19,4 20,0 19,1 42,8 9,4 Aeroporti (e bacini di ut.) 147,1 693,3 248,3 26,1 162,4 198,9 28,2 90,0 46,2 49,3 989,1 189,6 Impianti e reti energetico-ambientali 187,0 188,2 163,4 51,9 196,4 178,2 140,8 139,4 121,7 152,8 192,0 165,4

Strutture e reti per la telefonia e la telematica 131,2 128,8 106,1 33,9 345,2 118,7 101,7 90,6 83,4 92,8 93,3 177,1

Reti bancarie e di servizi vari 104,2 119,5 127,5 69,9 241,2 113,5 98,8 70,5 82,9 87,0 92,8 143,1

Indice di dotazione infrastrutture economiche 106,4 187,9 110,2 43,8 159,0 108,0 77,5 90,6 80,5 80,7 234,8 121,6

Strutture culturali e ricreative 74,2 95,1 86,9 70,5 129,5 67,2 69,1 129,6 145,3 91,5 66,2 100,7

Strutture per l'istruzione 87,9 123,1 115,3 43,0 165,7 104,0 99,5 110,6 87,5 71,2 76,9 117,7 Strutture sanitarie 119,8 176,4 124,4 78,3 228,5 134,5 117,9 129,8 108,6 85,8 92,4 154,4 Indice di dotazione infrastrutture sociali 94,0 131,5 108,9 64,0 174,6 101,9 95,5 123,4 113,8 82,9 78,5 124,2

Totale 100,7 168,1 108,3 49,5 159,8 104,0 81,6 99,6 89,6 80,2 186,8 120,3 Totale senza porti 110,3 186,2 119,2 54,5 177,2 114,6 89,9 108,5 97,3 87,0 202,8 132,6

2004 Lecco Varese Como Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Cremona Mantova Lodi Lombardia

Rete stradale 34,5 56,6 49,8 38,0 90,0 91,1 116,3 116,2 63,1 69,7 154,8 85,7 Rete ferroviaria 104,6 123,4 59,5 70,4 80,7 46,2 61,1 105,1 111,4 60,3 98,6 79,2 Porti (e bacini di ut.) 15,1 6,3 11,0 4,2 3,3 8,7 6,0 19,3 19,2 18,8 43,0 9,4 Aeroporti (e bacini di ut.) 147,9 714,4 250,4 26,5 161,4 193,8 41,3 88,7 46,2 54,0 959,0 192,1 Impianti e reti energetico-ambientali 192,8 176,9 167,2 67,4 182,7 185,9 162,6 118,3 151,4 165,8 194,1 166,0

Strutture e reti per la telefonia e la telematica 121,8 128,0 105,6 34,8 386,7 119,2 98,3 91,9 76,7 77,6 79,1 187,1

Reti bancarie e di servizi vari 123,3 135,9 135,3 67,7 274,2 115,9 123,5 86,2 96,6 91,3 98,5 161,4

Indice di dotazione infrastrutture economiche 105,7 191,6 111,3 44,1 168,4 108,7 87,0 89,4 80,7 76,8 232,5 125,8

Strutture culturali e ricreative 81,7 94,2 82,3 53,3 150,0 94,0 73,2 141,7 128,8 85,6 84,5 109,5

Strutture per l'istruzione 69,2 123,9 100,2 38,4 174,5 97,0 90,3 120,5 68,7 56,3 69,2 115,0 Strutture sanitarie 110,9 174,2 108,6 68,2 236,0 125,4 108,6 143,5 108,8 81,2 90,1 152,8 Indice di dotazione infrastrutture sociali 87,3 130,8 97,0 53,3 186,8 105,4 90,7 135,2 102,1 74,4 81,3 125,8

Totale 98,9 170,6 105,7 46,6 169,9 106,4 87,1 101,7 86,1 75,2 186,0 123,9 Totale senza porti 108,2 188,9 116,2 51,3 188,4 117,2 96,1 110,9 93,5 81,5 201,9 136,6 Fonte: Unioncamere - Istituto G. Tagliacarne

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In particolare per le reti telematiche si osserva un netto peggioramento rispetto al 1991 (indice pari a 157,2 nel 1991 e a 128 nel 2004) nell’area provinciale che può costituire fonte di preoccupazione poiché, come noto, una inadeguata rete di telecomunicazioni, in un’epoca in cui le transazioni economiche e la raccolta delle informazioni avvengono soprattutto per il tramite di Internet, potrebbe costituire un grave handicap competitivo per Varese nei confronti delle altre province del Nord-Ovest e della Lombardia in particolare. E’ infatti noto che le nuove modalità di commercializzazione e di gestione logistica dei prodotti, che transitano sempre più sul web, necessitano di una copertura informatica capillare e veloce su tutto il territorio; pertanto disporre di una buona rete di telecomunicazioni diviene indispensabile. Soltanto grazie alla presenza di una solida rete la provincia potrà sfruttare tutti i vantaggi – in termini di investimenti e creazione di occupazione – derivanti dalla cosiddetta “new economy”. Per quel che riguarda questo punto, potrebbe essere utile stringere rapporti con le strutture universitarie e di ricerca dell’area che “invadendo” territorialmente la provincia potrebbero garantire l’adeguato background conoscitivo necessario per instaurare un adeguato processo di infrastrutturazione di tutto il territorio. L’osservazione della dotazione infrastrutturale relativa alla sfera sociale (cultura, istruzione, sport, sanità, etc.) mostra, infine, come Varese, pur disponendo di un livello superiore alla media regionale e nazionale presenti negli ultimi cinque anni una sostanziale stasi rispetto ad altri contesti territoriali. Entrando, quindi, nel dettaglio delle componenti che determinano il livello degli indicatori di infrastrutturazione, si nota per le infrastrutture di trasporto che nel caso della rete stradale la provincia di Varese si colloca all’88° posto della graduatoria decrescente nazionale in quanto i cinque principali indicatori di base che determinano il livello medio hanno un valore inferiore alla media nazionale. In particolare, si segnala la modesta estensione della rete stradale di grande collegamento (circa il 40% in meno alla media nazionale in rapporto alle dimensioni provinciali); a questa si aggiunge una relativamente modesta capacità di accesso alla rete autostradale, vista la presenza di uno scarso numero di punti di accesso. L'accesso alla Milano-Varese dalla provincia è, infatti, possibile solamente da Gallarate (sia pure con più di un accesso), Besnate e Sesto Calende dislocati tutti nella parte meridionale della provincia. Vedremo più avanti con maggior dettaglio gli interventi programmati e quelli in corso di realizzazione in ambito provinciale per lo sviluppo della rete viaria locale e delle arterie di grande collegamento. In tema di rete ferroviaria occorre, invece, sottolineare come la provincia di Varese si collochi al 31° posto della graduatoria decrescente nazionale, grazie soprattutto alla buona dotazione complessiva della rete elettrificata. Sul piano della tipologia di collegamenti ferroviari occorre evidenziare come negativa risulti invece la frequenza di treni ETR 500 se confrontata con la media Paese. Inoltre, come per la rete stradale, anche nel caso della rete ferroviaria si analizzerà a breve il quadro degli interventi finalizzati all’irrobustimento del quadro infrastrutturale provinciale.

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Tabella 32 - Principali indicatori15 e loro livello di forza delle infrastrutture di trasporto della provincia di Varese (Anno 2004)

Categoria Infrastrutturale Principali Inidcatori di Base

Livello di Forza dell'indicatore

(il segno + o – è riferito alla media nazionale)

Peso indicatore (%)

Tipologia di Indicatore

RETE STRADALE Km di autostrade - 39,0 Quantitativo Km di autostrade a 3 corsie - 24,9 Qualitativo Km di strade statali - 21,4 Quantitativo Numero di porte viacard - 20,9 Qualitativo Km di strade comunali - 20,7 Quantitativo Piazzamento 88 Valore dell'indicatore (Italia=100) 56,6 RETE FERROVIARIA Lunghezza binari doppi elettrificati totale + 42,6 Quantitativo Lunghezza binari semplici elettrificati totale + 35,1 Quantitativo Numero ETR 500 in transito - 24,9 Qualitativo Lunghezza rete ferroviaria totale + 22,3 Quantitativo Giorni di transito degli Eurostar - 18,7 Qualitativo Piazzamento 31 Valore dell'indicatore (Italia=100) 123,4 AEROPORTI Dimensioni dell'area sedime + 18,2 Quantitativo

Superficie area parcheggio aerei + 39,3 Quantitativo Lunghezza piste + 10,8 Quantitativo Larghezza piste + 4,7 Quantitativo Superfici piste + 27,1 Quantitativo Piazzamento 2 Valore dell'indicatore (Italia=100) 714,4

Fonte: Unioncamere – Istituto G. Tagliacarne Per chiudere il quadro degli indicatori relativi alle infrastrutture di trasporto, la nostra attenzione si è concentrata sulle infrastrutture aeroportuali; come risultante dalla relativa tabella, emerge che la provincia di Varese si posiziona al 2° posto della graduatoria decrescente nazionale degli aeroporti. In particolare determinano tale posizionamento sia l’indicatore relativo alla superficie dell’area parcheggio aerei che la superficie delle piste. Come in precedenza sottolineato, l’ubicazione dell’aeroporto di Malpensa nel territorio provinciale rappresenta ovviamente un vantaggio competitivo di Varese nel confronto con le altre province. Va, infatti, ricordato come nella costruzione dell’indicatore è rilevante la quantificazione di un indice di offerta della infrastruttura stessa rapportato alla domanda “potenziale” di infrastrutture attivata dal tessuto socio-imprenditoriale locale.

- La partecipazione camerale nel quadro infrastrutturale

Nell’analisi del quadro infrastrutturale è interessante focalizzare l’attenzione sul ruolo del sistema camerale. Giova, infatti, ricordare a tal proposito come tra i compiti delle Camere di Commercio, rientrano, oltre allo studio e alla ricognizione delle iniziative avviate in ambito locale, anche le attività di promozione, sviluppo e interscambio tra le singole aree (in termini di merci, persone, risorse finanziarie e informazioni) che le infrastrutture in questione assicurano.

15 Gli indicatori considerati riguardano: - aggregati grezzi, o in termini fisici, che forniscono la dimensione del fenomeno soltanto dal punto di vista quantitativo, senza tener conto del livello qualitativo delle infrastrutture considerate. Appartengono agli indicatori di questo tipo la lunghezza complessiva della rete stradale, l’estensione delle piste aeroportuali, la disponibilità di aule, ecc.; - aggregati che arricchiscono di contenuto qualitativo le risorse considerate arricchendone il servizio fornito, come ad esempio la presenza di tre corsie nelle autostrade, la disponibilità di macchinari sofisticati per gli ospedali, la presenza di servizi specifici nelle scuole (mense, servizi per portatori di handicap, ecc.).

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Va poi osservato come alla luce della legge 166/2002 (che ha innovato la cosiddetta legge Merloni – n.109/94 –) le Camere di Commercio sono state inserite tra gli enti “promotori” di opere da realizzare con la finanza di progetto (project financing), presentando studi di fattibilità o proposte di intervento, ovvero compartecipando con altri soggetti alla presentazione di proposte di realizzazione di lavori pubblici, per opere che siano inserite all’interno di strumenti di programmazione formalmente approvati dall’amministrazione aggiudicatrice dell’opera. Alla luce di quanto brevemente esposto appare, quindi, chiaro come possa risultare interessante monitorare il grado di impegno finora profuso dalle Camere di Commercio ed in particolare da quella di Varese nelle aree infrastrutturali ed in particolare in quella di trasporto e intermodale ed in quella di supporto all’economia. A tale proposito, va sottolineato come in questa seconda categoria entrino il sistema fieristico-espositvo e la rete dei mercati all’ingrosso che sono espressione di un sistema di rete di servizi rivolti principalmente al sostegno e sviluppo del mondo imprenditoriale di cui, ovviamente, il sistema camerale è il naturale punto di riferimento. Osservando, innanzitutto, lo scenario nazionale si nota come negli anni la presenza del mondo camerale nelle infrastrutture si concentri soprattutto in quelle di supporto all’economia (oltre il 60% del capitale sottoscritto dal sistema delle Camere di Commercio confluisce in questa tipologia). Inoltre, è il sistema fieristico ed espositivo a detenere il peso maggiore (45,5% del totale) con un valore medio di capitale sottoscritto per singola partecipazione pari a 2 milioni di euro. Va, però, sottolineato come su tale valore incida fortemente il ruolo della capitale che, da sola, partecipa con oltre 62 milioni di euro. A seguire, si collocano le infrastrutture aeroportuali e stradali le cui partecipazioni, sebbene modeste paragonate al sistema fieristico ed espositivo, risultano, comunque, di vasta portata. A livello territoriale, inoltre, si percepiscono profili di intervento diversi. Nel Mezzogiorno si nota, infatti, una maggiore incidenza delle partecipazioni sulle infrastrutture di trasporto con una spiccata concentrazione nel sistema aeroportuale, mentre il sistema fieristico assorbe solo una quota marginale. Al contrario nel Centro, grazie soprattutto alla presenza trainante di Roma, il sistema fieristico assorbe circa il 69% del totale, mentre il sistema dei trasporti si situa su una quota del 14%. Più equilibrata la situazione nelle camere del Nord-Est e del Nord-Ovest dove i trasporti e le infrastrutture di supporto all’economia assorbono quote più o meno equivalenti di capitali di partecipazione. Il sistema fieristico ed espositivo resta comunque l’area settoriale in cui si investe di più: nel Nord Ovest, infatti, le Camere di Commercio investono prevalentemente il proprio capitale in società appartenenti al sistema fieristico ed espositivo (45,3% del totale del capitale investito) ed anche nel Nord Est si registra una quota più elevata di investimenti in detto settore (32,6% del totale). Osservando, quindi, nel dettaglio il quadro partecipativo infrastrutturale della Camera di Commercio di Varese si vede come la stessa presenti, a giugno 2005, 4 partecipazioni per un importo versato complessivo di oltre 1,34 milioni di euro ed una quota partecipativa media nel capitale sociale delle società partecipate del 17,8%. Va però sottolineato come, nel quadro regionale si registri un basso posizionamento di Varese sia in termini di capitale complessivo che medio versato.

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Tabella 33 – Partecipazione C.C.I.A.A. della Lombardia nel sistema infrastrutturale complessivo (Giugno 2005)

Partecipazioni (numero)

Quota partecipazione media (in %)

Capitale CCIAA medio versato

(euro)

Capitale CCIAA versato totale

(euro)

Quota associativa media (euro)

CCIAA Bergamo 10 10,59 1.485.553 13.369.981 775 CCIAA Brescia 12 9,95 1.767.089 19.437.974 25.822 CCIAA Como 6 12,52 1.248.014 7.488.084 CCIAA Cremona 7 3,13 441.202 3.088.413 CCIAA Lecco 3 28,04 682.222 2.046.667 CCIAA Lodi 1 25,00 25.822 25.822 CCIAA Mantova 8 3,17 211.055 1.688.441 CCIAA Milano 15 8,58 696.141 9.049.829 CCIAA Pavia 5 9,55 336.818 1.684.089 CCIAA Sondrio 1 0,08 258 258 CCIAA Varese 4 17,84 335.362 1.341.446 Totale Lombardia 72 9,81 870.897 59.221.004 13.299 Nord Ovest 138 10,25 582.253 76.275.178 113.248 Italia 507 11,26 706.141 341.772.141 50.678 Fonte: Unioncamere, Camere di Commercio La Camera di Commercio di Varese canalizza, inoltre, le risorse versate principalmente nel sistema infrastrutturale di supporto all’economia (99% del totale), mentre solamente 12 mila euro sono destinati alle infrastrutture di trasporto e intermodale. Tabella 34 – Partecipazione C.C.I.A.A. della Lombardia nel sistema infrastrutturale di trasporto e intermodale (Giugno 2005)

Partecipazioni (numero)

Quota partecipazione media (in %)

Capitale CCIAA medio versato

(euro)

Capitale CCIAA versato totale

(euro)

Quota associativa media (euro)

CCIAA Bergamo 7 6,15 928.897 5.573.381 775 CCIAA Brescia 7 5,01 1.103.356 7.723.494 CCIAA Como 3 0,78 560.463 1.681.390 CCIAA Cremona 5 2,38 596.924 2.984.621 CCIAA Lecco 1 33,33 135.000 135.000 CCIAA Mantova 6 1,10 277.699 1.666.191 CCIAA Milano 7 3,81 1.011.883 7.083.183 CCIAA Pavia 5 9,55 336.818 1.684.089 CCIAA Sondrio 1 0,08 258 258 CCIAA Varese 2 0,18 5.994 11.988 Totale Lombardia 44 4,67 663.805 28.543.595 775 Nord Ovest 82 5,18 459.470 37.217.061 775 Italia 311 8,02 432.773 131.130.118 16.069 Fonte: Unioncamere, Camere di Commercio Per quanto concerne quindi il sistema delle infrastrutture di trasporto e intermodali, si osserva come una quota di risorse viene destinata al sistema aeroportuale (la Camera di Commercio di Varese possiede quote partecipative nella S.E.A. Spa, società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa) e l’altra ai centri intermodali. Su questa seconda categoria infrastrutturale giova osservare come la C.C.I.A.A. di Varese partecipa al capitale della Hupac, società che gestisce il Terminal Busto Arsizio-Gallarate (interfaccia per il trasbordo strada/rotaia) il quale, con una superficie complessiva di 250.000 m2, è lo snodo decisivo della rete intermodale Shuttle Net: ogni giorno 40 treni lo collegano con Italia, Germania, Svizzera,

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Belgio, Danimarca e Svezia; in più è una piattaforma “gateway” per la rete italiana e transalpina: le unità di carico provenienti da sud vengono trasferite su treni shuttle diretti verso l’Europa centro-settentrionale, e viceversa16. Per quanto riguarda, invece, le reti di supporto all’economia si nota come la partecipazione della camera varesina sia sostanzialmente orientata al sistema fieristico ed espositivo cui vengono destinati oltre 1 milione di euro veicolati nella società Malpensafiere, soggetto che opera nella gestione del Centro Espositivo Polifunzionale “Malpensafiere” ufficialmente inaugurato il 23 febbraio 2002. MalpensaFiere, collocato al centro di un bacino imprenditoriale tra i più importanti in Italia, si pone come essenziale elemento di sostegno e di promozione dell’economia del territorio con l’obbiettivo di diventarne cuore pulsante17.

Tabella 35 – Partecipazione C.C.I.A.A. della Lombardia nel sistema infrastrutturale di supporto all’economia (Giugno 2005)

Partecipazioni (numero)

Quota partecipazione media (in %)

Capitale CCIAA medio versato

(euro)

Capitale CCIAA versato totale

(euro)

Quota associativa media (euro)

CCIAA Bergamo 1 53,24 7.750.000 7.750.000 CCIAA Brescia 2 36,93 5.830.683 11.661.366 CCIAA Como 2 35,63 2.886.273 5.772.546 CCIAA Cremona 1 10,00 103.292 103.292 CCIAA Lecco 1 50,00 1.894.593 1.894.593 CCIAA Lodi 1 25,00 25.822 25.822 CCIAA Mantova 1 12,50 19.250 19.250 CCIAA Milano 5 20,58 541.552 1.624.656 CCIAA Varese 2 35,50 664.729 1.329.458 Totale Lombardia 16 30,61 2.155.785 30.180.983 Nord Ovest 36 24,02 1.123.118 37.062.897 86.743 Italia 141 19,78 1.582.311 207.282.764 46.944 Fonte: Unioncamere, Camere di Commercio

- La Legge Obiettivo e l’attivazione delle opere strategiche in Lombardia

Il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGT), varato all’inizio del 2001, ambisce ad essere un ambizioso programma di recupero del deficit infrastrutturale che caratterizza il nostro rispetto ad altri Paesi. Esso, in conformità con le direttive comunitarie, riserva attenzione prioritaria ai temi del riequilibrio modale e del rilancio equilibrato degli investimenti infrastrutturali. In tale ottica, il PGT presenta, con un riferimento temporale di dieci anni, un insieme organico di metodologie di individuazione, valutazione e coordinamento degli investimenti e la sua attuazione viene sottoposta ad un sistematico monitoraggio.

16 Oggi il terminal di Busto Arsizio-Gallarate è uno dei centri intermodali più importanti a sud delle Alpi per il trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia. L’impianto nasce dall’ampliamento del terminal di Busto Arsizio, risalente al 1992, su un’area confinante nel territorio di Gallarate. La capacità operativa a medio termine è di 30 coppie di treni al giorno, pari al trasbordo giornaliero di 1.500 spedizioni stradali. 17 MalpensaFiere è una struttura nata per dare visibilità al made in Varese, ma anche per portare sul territorio investitori, conoscenze, informazioni e dare la possibilità di scambio culturale ed economico. Sorge infatti con il proposito dichiarato di servire non solo l'economia e gli scambi commerciali, ma anche il territorio, soddisfacendo una domanda di spazio per grandi manifestazioni culturali e di spettacolo.

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La norma attuativa che recepisce in pieno la valenza di strumento di programmazione del PGT, citandolo come riferimento esplicito per la definizione del programma delle Infrastrutture Strategiche, è la Legge delega 443/2001 (detta comunemente “Legge Obiettivo”). Questa stabilendo principi innovativi per la progettazione, approvazione e attuazione delle grandi opere strategiche, fornisce una concreta risposta agli indirizzi programmatici del governo, sintetizzati nel DPEF 2002-2005, che contemplavano una serie di interventi per il potenziamento dei collegamenti stradali e ferroviari, delle telecomunicazioni, delle reti acquedottistiche, degli impianti energetici, delle linee metropolitane. Nel pieno rispetto dei principi comunitari, la finalità della Legge Obiettivo e di altre nuove norme è essenzialmente quella di semplificare ed accelerare le procedure di aggiudicazione dei grandi interventi infrastrutturali. Tale finalità viene perseguita soprattutto mediante l’accentramento dei relativi processi decisionali nel CIPE, integrato di volta in volta dai Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome interessate alle singole iniziative. E’ tale organo, infatti, che ha il compito di valutare le eventuali proposte dei promotori, di approvare il progetto preliminare e quello definitivo, di vigilare sullo stato di avanzamento dei lavori, di reperire i fondi per il loro finanziamento e di adottare i provvedimenti concessori e autorizzatori necessari. Posto quanto sopra si sottolinea come conformemente con le disposizioni della Legge Obiettivo, con delibera 121/2001, il CIPE ha approvato il 1° Programma per la realizzazione di 127 grandi opere di interesse nazionale per un costo stimato nel 2002 di circa 125 miliardi di euro.

Tabella 36 – Infrastrutture strategiche: prime previsioni di costo (Anno 2002) COSTO TOTALE COSTO MEDIO INFRASTRUTTURE

STRATEGICHE NUMERO

In miliardi di euro Opere prioritarie 21 78,5 3,7 Altre opere 106 46,5 0,4 Totale 127 125,0 1,0 Fonte: Nostra elaborazione su dati DPEF 2003-2006 Inoltre, tra i 127 interventi infrastrutturali contenuti nel Programma, 21 sono considerati di primaria importanza e riguardano principalmente i settori del trasporto ferroviario, stradale e autostradale, nonché i sistemi portuali e urbani. Per essi è stata inizialmente prevista una spesa globale di oltre 78 miliardi di euro. Osservando, inoltre, la figura 1 si nota come il CIPE ha deliberato al 3/8/2005 (Fonte: Ministero Infrastrutture e Trasporti) una serie di interventi che impattano fortemente sul sistema di trasporto della regione Lombardia e della provincia di Varese in particolare. Per una disamina dettagliata delle opere deliberate con le procedure della Legge Obiettivo che investono la provincia di Varese si rimanda all’allegato 1. In questa fase giova comunque tracciare un quadro di sintesi dei principali interventi sulla rete stradale e ferroviaria in corso di realizzazione che coinvolgono il territorio varesino: 1) Accessibilità stradale al nuovo polo Fiera Milano. L’intervento è finalizzato a creare un sistema di accessibilità stradale a servizio del nuovo polo fieristico Rho/Pero di Milano; 2) Sistema viabilistico pedemontano. Il progetto è nato dall'esigenza di realizzare un sistema alternativo per il collegamento sull'asse Est-Ovest del Nord Italia rispetto alla polarizzazione dell'area milanese. L'intervento è finalizzato a realizzare una rete viabilistica alternativa all'asse Bergamo - Milano - Como - Varese lungo il sistema autostradale A4/A8/A9, sviluppandosi a nord del capoluogo lombardo.

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3) Interventi sulla S.P. nr.46 “Rho-Monza”. L’opera è stata inserita dalla Regione Lombardia tra le opere viabilistiche di interesse per il collegamento all’aeroporto di Malpensa. 4) Variante di Somma Lombardo. E’ prevista la realizzazione di una variante all’attuale tracciato della S.S. nr.33 in corrispondenza dell’abitato di Somma Lombardo. L’opera è stata inserita nel quadro degli interventi della Lombardia – Corridoi autostradali e stradali: Accessibilità a Malpensa. Figura 1 – Opere strategiche deliberate dal CIPE al 03/08/2005

Fonte: CIPE, Ministero Infrastrutture e Trasporti

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5) Variante alla S.S. nr.33 (Rho-Gallarate). 6) Raccordo autostradale A8 – S.S. nr.336. L’intervento prevede la realizzazione di una bretella che colleghi l’autostrada A8a Gallarate con la S.S. nr.336 in direzione di Malpensa. 7) Completamento raccordo tra A4 e l’aeroporto di Malpensa. 8) Gronda intermedia. L’intervento è finalizzato ad offrire un collegamento tra le autostrade A4, A8 e A9 e le superstrade “Milano-Meda” e “Valassina”. 9) Nuovo Polo Fiera Milano: nodo di interscambio AC/ SFR /MM / trasporto pubblico e privato. Il progetto prevede la realizzazione di un nodo di interscambio multimodale in corrispondenza del nuovo polo esterno Rho/Pero della Fiera di Milano. 10) Nuova linea Malpensa-Gallarate e connessione con linea del Sempione. L’obiettivo dell’intervento è collegare l’aeroporto di Malpensa con la stazione di Gallarate e con la linea del Sempione in modo da creare una connessione ferroviaria all’aerostazione da nord con le linee RFI. 11) Collegamento Saronno – Malpensa (II° lotto). L’intervento è finalizzato a completare l’infrastruttura ferroviaria per consentire il collegamento tra Milano e l’aeroporto di Malpensa, comprendente la linea Milano-Saronno, Saronno-Busto Arsizio e la nuova tratta Busto-Malpensa. 12) Integrazione FS/FNME Varese. L’intervento è finalizzato all’integrazione delle stazioni ferroviarie FS e FNME di Varese, alla realizzazione di un nodo di interscambio ferrro-ferro/ferro-gomma.

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ALLEGATO 1: GLI INTERVENTI SULLA RETE STRADALE E FERROVIARIA NELLA PROVINCIA DI VARESE INQUADRATI NELLA LEGGE OBIETTIVO

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Accessibilità stradale al nuovo polo Fiera Milano

Obiettivo dell'intervento

L'intervento è finalizzato a creare un sistema di accessibilità stradale a servizio del nuovo polo fieristico Rho/Pero di Milano

Descrizione dell'intervento

Il progetto prevede un tracciato di collegamento tra S.P.46 Rho-Monza e S.S.33 del Sempione su Corso Europa in Rho, comprensivo di 6 svincoli di collegamento e localizzazione di nuove aree di servizio. Si tratta di un collegamento a 4 corsie di 4.510 metri di lunghezza complessiva, di cui circa 2 km in trincea e circa 2,2 km in rilevato, comprendente due gallerie artificiali lunghe complessivamente circa 1.000 metri, un viadotto di 1.500 metri, e due sottopassi. Le opere inerenti le rampe di svincolo, hanno lunghezza complessiva di circa 2.700 metri e comprendono 10 viadotti, 3 gallerie artificiali e 2 sovrappassi.

Comuni Interessati

MILANO (MI) LAINATE (MI) LEGNANO (MI) MELEGNANO (MI) RHO (MI) VARESE (VA) CASTELLANZA (VA) GALLARATE (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate

A 50 - Tangenziale Ovest di Milano Autostrada A4 Torino - Trieste (tratta Torino-Milano) Autostrada A8 Milano - Varese SS n° 33 del Sempione

Stato di avanzamento

L’approvazione del progetto ha seguito il seguente iter: 30 novembre 2001: La Conferenza di Servizi approva il progetto preliminare fornendo indicazioni per il progetto definitivo; 30 gennaio 2003: viene approvata dalla regione Lombardia, la Valutazione di Impatto Ambientale, con prescrizioni da rispettare in sede di progettazione esecutiva; 31 gennaio 2003: la Conferenza di Servizi, indetta dalla Regione Lombardia ai sensi dell’art.3 del D.Lgs.190/2002 (decreto attuativo della Legge Obiettivo), dà l’assenso al progetto definitivo presentato dalla Provincia di Milano; la Conferenza ha fornito determinazioni relative al nuovo tracciato di Corso Europa in Comune di Rho ed alla nuova localizzazione dell’area di servizio a sud dell’autostrada A4; la Provincia di Milano, in relazione agli esiti della Conferenza, ha emesso delibera di “riapprovazione in linea tecnica” del progetto definitivo;15 aprile 2003: viene stipulata una convenzione per la realizzazione delle opere tra Regione, Provincia di Milano, ANAS e Società autostradali; 22 aprile 2003: la Provincia di Milano pubblica un secondo avviso di avvio del procedimento ai fini della dichiarazione di pubblica utilità, al seguito del quale sono pervenute osservazioni da parte degli Enti interessati, fatte poi proprie dal Ministero delle Infrastrutture e dal CIPE come prescrizioni da recepirsi da parte del soggetto aggiudicatore in sede di progetto esecutivo; 20 giugno 2003: la Regione Lombardia, con Delibera di G.R. n. VII/13420 formalizza le risultanze della Conferenza di Servizi, indicando l’effettiva localizzazione dell’opera come previsto dal citato art.3 D.Lgs. n.190/2002;27 giugno 2003: il CIPE approva il progetto definitivo, stanziando anche le somme sopra citate (si ricorda come l’approvazione del progetto definitivo di un’opera “Legge Obiettivo”, art.4 D.Lgs. n.190/2002, comporta l’automatica approvazione

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di varianti urbanistiche e dichiarazione di pubblica utilità);Luglio 2003: la Provincia di Milano presenta ad ANAS e Ministero delle Infrastrutture il progetto esecutivo, contenente le prescrizioni di cui sopra, e inizia la procedura di esproprio delle aree interessate dall’intervento;26 settembre 2003: Il consiglio di amministrazione dell’Anas, dopo aver approvato le convenzioni aggiuntive con le società concessionarie interessate (la Società Autostrada Torino Milano S.p.A., la Società Autostrada Serravalle Milano Ponte Chiasso S.p.A. e la Società Autostrade per l’Italia Spa), ha approvato il progetto esecutivo.Il CdA della società Milano Mare – Milano Tangenziali ha approvato il primo stralcio di lavori relativi all’accessibilità stradale al nuovo polo fieristico di Rho-Pero. Per l’intero progetto sarà indetta una gara europea.I lavori relativi ai lotti assegnati ad Autostrade per l’Italia e a SATAP sono iniziati rispettivamente nel febbraio e nel marzo 2004. Il 20 aprile 2004 sono stati avviati i lavori relativi al lotto di competenza della società Milano-Mare. La prima fase dei lavori prevede la realizzazione di 12,5 km di viabilità. I lavori relativi alla seconda fase sono stati assegnati in data 24 febbraio 2005. L’A.T.I. capeggiata da De Lieto Costruzioni S.p.A. si è aggiudicata la gara, per un importo di poco inferiore ai 64.000.000 Euro. I lavori, che inizieranno entro 10 giorni dalla aggiudicazione, dovranno essere conclusi entro 610 giorni, come stabilito dal contratto. I lavori relativi alla prima fase, sono stati ultimati entro il 31 marzo 2005, data di inaugurazione del nuovo polo fieristico. Il completamento risulta in corso al gennaio 2006.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Sono state individuate le seguenti fonti di finanziamento e le seguenti somme da trasferire alla Provincia di Milano, nella sua qualità di “soggetto aggiudicatore”: 109.909.000.000 Euro a carico delle Società concessionarie delle autostrade con cui si interconnettono le opere in questione, come stabilito dall’Intesa Generale Quadro. La ripartizione degli oneri, come riportata dalla Delibera CIPE n.22 del 27/06/2003, è ripartita per tratti di competenza e sulla base delle indicazioni della Regione come segue: Società Autostrada Serravalle-Milano-Ponte Chiasso 31% (31.195.950 Meuro), Società Autostrada Torino-Milano 47% (60.495.150); Società Autostrade 22% (18.218.400). 182.755.000.000 Euro individuati ed assegnati dal CIPE a valere sulle risorse “Legge Obiettivo” ex art.13 della Legge n.166/2002; l’onere è ripartito in due annualità: 61.960 Meuro sono da imputarsi nel 2003 e 120.795 nel 2004 (essendo tali contributi erogati con il sistema dei limiti di impegno quindicennali, la quota annua di contributo non potrà comunque superare l’importo di 5.678.000 Euro per il limite decorrente dal 2003 e di ulteriori 11.071.000 Euro per il limite decorrente dal 2004). La Del.CIPE n.22 del 27/06/2003 stabilisce chiaramente che lo stanziamento risulta il limite massimo di spesa finanziabile a carico delle risorse ex art.13 della Legge n.166/2002. Si stabilisce altresì che l’assegnazione è condizionata all’individuazione dell’onere residuo da parte del soggetto aggiudicatore, certificata da un atto formale di impegno da parte dello stesso. I restanti 94.475.000.000 Euro per il completamento delle opere saranno finanziati dalle società autostradali, in forza delle convenzioni aggiuntive stipulate con ANAS. Tale ulteriore esborso potrà comportare un innalzamento dei pedaggi, il cui livello generale sulla rete autostradale nazionale è oggetto di revisione da parte del CIPE. L’intervento è compreso nell'Intesa Generale Quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003.

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Sistema viabilistico pedemontano

Obiettivo dell'intervento

Il progetto è nato dall'esigenza di realizzare un sistema alternativo per il collegamento sull'asse Est-Ovest del Nord Italia rispetto alla polarizzazione dell'area milanese. L'intervento è finalizzato a realizzare una rete viabilistica alternativa all'asse Bergamo - Milano - Como - Varese lungo il sistema autostradale A4/A8/A9, sviluppandosi a nord del capoluogo lombardo. Il collegamento Pedemontano è pensato quale asse portante e collettore della viabilità ordinaria, da svilupparsi insieme alla riqualifica della viabilità esistente, pertanto è progettato per integrarsi con tutti gli altri collegamenti regionali e non si pone nè in alternativa nè in antitesi con le altre infrastrutture prime fra tutte quelle ferroviarie. Dato il sostanziale parallelismo con la Milano - Venezia e, grazie alla connessione con le molteplici arterie di penetrazione intercettate (A8-A26, A8, SS233, "Varesina", A9, SS35 "dei Giovi", SS36 "del lago di Como e dello Spluga", Tangenziale Est di Milano,ecc....), la realizzazione di questo nuovo asse trasversale ha lo scopo di drenare il traffico che si genera a nord del capoluogo e che pertanto non avrà più la necessità di gravitare sul sistema viabilistico milanese e sul tratto urbano della A4. L'opera consentirà, altresì, di potenziare in modo agevole ed efficace il sistema dei collegamenti del tessuto produttivo lombardo con i tre aeroporti della Malpensa, di Linate e di Orio al Serio.

Descrizione dell'intervento

Il progetto infrastrutturale di un sistema viabilistico a scorrimento veloce a Nord di Milano ha avuto diverse fasi di proposte realizzative. Inizialmente era stato presentato un progetto che prevedeva la realizzazione di un'arteria autostradale denominata "Pedemontana". Successivamente, a causa della forte opposizione degli Enti territoriali interessati al tracciato, è stata avanzata una nuova proposta di progetto denominata "Gronda Intermedia". La fusione delle due alternative di tracciato ha dato luogo alla proposta denominata "Pedegronda", un ampio sistema autostradale, formato da tre collegamenti o 'sottosistemi', come sono definiti dallo studio di fattibilità elaborato dalla Società Pedemontana: il sub-sistema della Gronda Intermedia, da Legnano (A8) a Dalmine (A4), di Km 54; il sub-sistema comasco, comprendente i collegamenti da Varese a Como e da Como a Cesano Maderno (intersezione con la Gronda), oltre alla tangenziale di Como (da Casnate a Tavernerio SS 342), per uno sviluppo totale di Km 45; il sub-sistema varesino, comprendente la tangenziale di Varese, da Gazzada (A8) a Folla di Malnate, e il collegamento da quest'ultima località al valico svizzero del Gaggiolo (direzione Mendrisio), per un totale di Km 14. A questi tre sottosistemi c'è da aggiungere il collegamento Lecco-Bergamo tra Usmate Velate - Cisano Bergamasco e Cisano Bergamasco - Ponte San Pietro, di Km 30 che porta l'intero sistema ad uno sviluppo complessivo di Km 144. Per quanto riguarda l'intero sistema, è stata fatta la scelta del "sistema autostradale aperto", a pedaggio sulle medio-lunghe distanze, ad utenza libera per il traffico locale. Anche questo progetto risulta superato. Con l'apertura dell'hub di Malpensa la Regione Lombardia, le province interessate, unitamente alla società concessionaria (la Società Autostrada Pedemontana) hanno avanzato una nuova proposta di progetto così come concordato dal Protocollo d'Intesa del gennaio 1999, noto come "Itinerario viabilistico pedemontano" di cui esiste uno studio di fattibilità redatto dalla spea autostrade con la consulenza del Centro Studi Pim. Itinerario viabilistico pedemontano lombardo Tale proposta, che riprende il "sistema autostradale aperto", integra elementi viari esistenti, sia autostradali (A8 e A9) che ordinari (tangenziale di Varese , variante di Lentate della SS 35 dei Giovi, SS 336 Busto Arsizio - Malpensa) con tratti autostradali di nuova realizzazione, in particolare la nuova soluzione prevede: 1. il completamento del sistema tangenziale di Varese a Nord, dallo svincolo di Gazzada fino al valico svizzero del Gaggiolo; 2. la realizzazione della tangenziale di Como, di collegamento fra la SS 342 Briantea (di cui è prevista una riqualificazione), l'A9 Milano Chiasso, e la SP 36 Cantù-Como; i due elementi viari sopra citati risultano connessi al terzo rispettivamente grazie ai tratti esistenti Gazzada - Busto Arsizio dell'A8 e Grandate - Rovello Porro (Turate) dell'A9 andranno potenziati in modo opportuno; 3. la realizzazione dell'asse autostradale di collegamento fra i densi bacini di utenza posti ad Ovest (Malpensa, Gallarate, Busto e Legnano) e a Est (Monza, Vimercate, Bergamo) dell'area milanese, che si snoderà nel pieno della conurbazione Nord del capoluogo lombardo (media e bassa Brianza). Il nuovo tracciato avrà inizio sulla "bretella di Gallarate" tra l'A8 e la SS 336 per Malpensa, prevista dal Piano Territoriale d'Area Malpensa, e si collegherà quindi, in prossimità di Cermenate, alla Variante di Lentate (di recentissima apertura) della SS 35 dei Giovi e proseguirà poi in direzione di Desio (Cesano Maderno), utilizzando un tratto - appositamente potenziato - della superstrada Milano Meda (SS 35) con un raccordo tramite la Novedratese per assicurare un collegamento del bacino lecchese a Malpensa. Da questo punto è prevista la partenza della nuova direttrice autostradale Desio - Vimercate (tangenziale est di Milano) sino all'innesto sull'A4 Milano - Venezia a ovest dell'Adda, consentendo altresì l'allacciamento con il sistema tangenziale di Bergamo in costruzione.

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Comuni Interessati

BERGAMO (BG) DALMINE (BG) SERIATE (BG) BRESCIA (BS) PALAZZOLO SULL'OGLIO (BS) ROVATO (BS) COMO (CO) MILANO (MI) AGRATE BRIANZA (MI) CINISELLO BALSAMO (MI) GIUSSANO (MI) LAINATE (MI) LEGNANO (MI) MONZA (MI) VARESE (VA) GALLARATE (VA) SARONNO (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate

Autostrada A4 Torino - Trieste (tratta Milano-Bergamo-Brescia) Autostrada A8 Milano - Varese Autostrada A9 Lainate - Como - Chiasso SS n° 35 dei Giovi SS n° 36 del Lago di Como e dello Spluga

Interventi correlati

Tangenziale di Como

Stato di avanzamento

Il 18 febbraio 2005 la Giunta regionale lombarda ha fornito parere favorevole in merito al progetti preliminare relativo al potenziamento del tratto Lentate sul Seveso – Desio della Milano – Meda. L’8 marzo 2005 la Commissione Speciale V.I.A. del Ministero dell'Ambiente, integrata dal Commissario della Regione Lombardia, ha espresso parere favorevole al progetto, con prescrizioni volte a garantire un migliore inserimento ambientale dell’opera. Nel luglio del 2005 il CIPE ha approvato in linea tecnica il progetto preliminare.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Il costo dell'intervento, secondo quanto stimato nel Piano Regionale dei Trasporti è di 2.324.056.045,90 Euro (4.500 miliardi di lire), di cui: 1.162.028.022,95 Euro a carico dello Stato, 581.014.011,47 Euro a carico della Regione Lombardia e 581.014.011,47 Euro a carico dei privati. Il finanziamento statale non può superare il 50%, come previsto dalla legge Merloni-ter: "per le autostrade il concedente (Stato - Anas) non può finanziare più del 50% dell'infrastruttura". Sono stati stanziati 74.886.250,37 Euro dallo Stato (Anas), con la prima concessione alla Pedemontana. La Finanziaria 2001 prevede un finanziamento di 51.645.689,91 Euro, così ripartiti: 15.493.706,97 Euro nel 2001, 15.493.706,97 Euro nel 2002 e 20.658.275,96 Euro nel 2003. Il Piano Generale dei Trasporti stima un costo di 1.962.536.216,54 Euro. L'opera è inserita fra gli interventi previsti per la Lombardia dalla Legge Obiettivo con un importo pari a 852.153.883,49 Euro per gli anni 2002/2004. L'importo si riferisce all'Asse stradale pedemontano piemontese - lombardo - veneto. Il Piano Straordinario per lo Sviluppo delle Infrastrutture Lombarde 2003 - 2011, prevede, per la realizzazione dell'opera un costo complessivo pari a 2.150.000.000,00 Euro, di cui 150.000.000,00 Euro sono da recuperare con fondi regionali; mentre i restanti 2.000.000.000,00 Euro, devono essere recuperati da altre fonti. L'intervento è inserito nell'elenco delle "Infrastrutture di interesse prioritario" di cui la Regione Lombardia (comunicazione del Presidente e dell'Assessore alle

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Infrastrutture e Mobilità alla Giunta nella seduta dell'11 dicembre 2001) chiede l'inserimento nella delibera CIPE che attiva la c.d. "Legge Obiettivo". L'opera è stata inserita, nell'elenco degli "Interventi strategici di preminente interesse nazionale" (Legge Obiettivo n. 443 del 21 dicembre 2001), articolati per Regioni e per macrotipologie; Lombardia - Corridoi autostradali e stradali: Sistema Pedemontano e opere complementari (compreso Bergamo - Lecco).L’intervento è considerato nell'Intesa Generale Quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003.

Interventi sulla S.P. n.172 "Baggio – Nerviano"

Descrizione dell'intervento

La riqualificazione del tracciato della SP172 Baggio - Nerviano consta di tre interventi successivi, miranti al miglioramento dell'itinerario mediante la realizzazione di varianti ai centri abitati ora attraversati dalla strada provinciale. La Provincia di Milano ha in esecuzione o in programma tre stralci di intervento nel tratto della SP172 compreso tra Vanzago e Cornaredo (incrocio con la SS11 Padana Superiore), che di seguito si sintetizzano, partendo dal più settentrionale. Variante di Vanzago. La Provincia prevede la realizzazione di una nuova sede della strada provinciale tra la SP229, nel Comune di Vanzago, e il confine comunale di Pregnana Milanese. L'opera permetterà di evitare l'attraversamento dell'abitato di Vanzago negli spostamenti nord-sud, iniziando a costituire un itinerario alternativo verso/da Milano a ovest di Rho e della SS33 del Sempione. La realizzazione di questo tracciato alternativo si rende necessaria per consentire il tragitto dai comuni a sud ovest dell'asse del Sempione (Busto Garolfo, Parabiago, Nerviano), verso la SS11 e la Tangenziale Ovest di Milano, che già oggi avviene in alternativa alla SS33 del Sempione mediante l'utilizzo della SP109 "Lainate - Busto Garolfo" e del tracciato urbano della SP172. Questo stralcio di intervento è nella fase di redazione del progetto esecutivo da parte della Provincia ed ha ottenuto il finanziamento necessario di 2.065.827,60 Euro. Si prevede l'ultimazione dei lavori entro il 2001. Variante est di Pregnana Milanese L'opera è il naturale proseguimento dello stralcio precedente. Attraverso l'aggiramento ad est dell'abitato di Pregnana, il progetto prevede il raggiungimento dello svincolo di Rho dell'autostrada A4 Milano - Torino. L'opera è stata finanziata dalla Provincia mediante l'accesso a fondi regionali FRISL per un importo pari a 3.098.741,39 Euro. Variante est di Cornaredo A completamento degli interventi sulla SP172, la Provincia ha previsto la realizzazione di un tracciato alternativo all'attraversamento dell'abitato di Cornaredo, tra lo svincolo A4 di Rho e la SS11, tra questo Comune e Settimo Milanese, pressochè in corrispondenza dell'inizio del raccordo a 4 corsie SS11-Tangenziale Ovest-SS33. L'opera è in fase di progettazione esecutiva da parte della Provincia e ha ottenuto un finanziamento di 3.356.969,84 Euro.

Comuni Interessati

MILANO (MI) LEGNANO (MI) RHO (MI) CASTELLANZA (VA)

Rilevanza Geografica Provinciale

Infrastrutture interessate Autostrada A4 Torino - Trieste (tratta Torino-Milano) SS n° 11 Padana Superiore SS n° 33 del Sempione

Stato di avanzamento

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Costo totale delle opere: 8.521.538,83 Euro.

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Nuovo Polo Fiera Milano: nodo di interscambio AC / SFR / MM / trasporto pubblico e privato

Obiettivo dell'intervento

Il progetto si propone di realizzare un nodo di interscambio multimodale in corrispondenza del nuovo polo esterno Rho/Pero della Fiera di Milano.

Descrizione dell'intervento

Le linee progettuali di massima della nuova fermata prevedono banchine su 6 binari, sottopassi di collegamento alla stazione della metropolitana e ai parcheggi di interscambio. L’inserimento dell’opera nel sistema delle linee ad alta velocità ha comportato una prima rivisitazione tecnica del progetto, con l’aggiunta di due binari dedicati alle linee veloci, in aggiunta ai 4 originariamente previsti.

Comuni Interessati

MILANO (MI) LEGNANO (MI) MELEGNANO (MI) PARABIAGO (MI) RHO (MI) BUSTO ARSIZIO (VA) CASTELLANZA (VA) GALLARATE (VA) SESTO CALENDE (VA)

Rilevanza Geografica Regionale

Infrastrutture interessate

A 50 - Tangenziale Ovest di Milano Autostrada A4 Torino - Trieste (tratta Torino-Milano) FS linea Milano Centrale - Rho FS linea Rho - Arona SS n° 33 del Sempione

Stato di avanzamento

Il 27 maggio 2005 è stato approvato dal CIPE (con prescrizioni) il progetto preliminare delle opere relative al nodo di interscambio. Il finanziamento dell’opera è stato rinviato all’approvazione del progetto definitivo.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Non si conosce ancora il costo complessivo dell’opera. L’Accordo operativo tra Regione, Provincia di Milano, Comuni di Milano, Rho e Pero e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) per la realizzazione della fermata ferroviaria di Rho-Pero in corrispondenza del nuovo polo fieristico , indica che l’opera dovrà essere realizzata dal Comune di Milano, per opera di MM S.p.A., per un costo valutato in 80 milioni di euro. L’intervento è inserito nell'Intesa Generale Quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003.

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Variante alla S.S. n. 33 (Rho - Gallarate)

Obiettivo dell'intervento

L'intervento è finalizzato a potenziare il collegamento tra la S.S. n° 33 e l'Aeroporto di Malpensa.

Descrizione dell'intervento

La Variante consiste in una strada a due corsie per senso di marcia di 28 km di lunghezza tra Pogliano Milanese (tracciato storico della S.S.33) e la prevista Variante alla S.S.341 in Gallarate. L’arteria sarà connessa con svincolo alla S.S.336 dell’Aeroporto della Malpensa.

Comuni Interessati

MILANO (MI) CASTANO PRIMO (MI) LEGNANO (MI) RHO (MI) TURBIGO (MI) CASTELLANZA (VA) SOMMA LOMBARDO (VA)

Rilevanza Geografica Regionale

Infrastrutture interessate

SS n° 33 del Sempione SS n° 336 dell'Aeroporto della Malpensa SS n° 341 Gallaratese

Stato di avanzamento

Approvati il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale dalla Regione Lombardia il 30 Settembre 2003, con relative prescrizioni. Nel corso del 2005 la Commissione VIA ha espresso parere favorevole sul progetto.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Il costo dell'opera previsto dall'Accordo di Programma Quadro Malpensa era al momento della stipula pari a 72.303.965,87 Euro. Il rapporto di monitoraggio sull'AdPQ Malpensa del 31 gennaio 2001 riporta il costo aggiornato pari a 178.177.630,18 Euro. L’intervento è compreso nell'Intesa Generale Quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003.

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Interventi sulla S.P. n.46 "Rho - Monza"

Descrizione dell'intervento

Tutti gli interventi di seguito descritti fanno parte di un programma viabilistico che vede ormai da due decenni coinvolti gli Enti Locali, la Provincia di Milano, la Regione Lombardia e il Ministero di Grazia e Giustizia. La realizzazione dell'intero tracciato della SP 46 "Rho - Monza", diventata autostrada A52 tra Paderno Dugnano e Monza, permetterà il completamento di un itinerario alternativo "autostrada + superstrada" a nord dell'A4 per i traffici diretti dalla A4 Milano - Bergamo alle autostrade dei Laghi (A8 e A9) e viceversa, consentendo nel contempo di raggiungere più celermente da est l'Aeroporto intercontinentale di Malpensa. Per arrivare a questi obiettivi è stato progettato il completamento del tracciato da Paderno Dugnano (innesto alla SS35) a Rho a 4 corsie, con svincolo sulla A8 a sud della barriera di Milano Nord. Gli interventi non ancora completati sono funzionalmente aggregati in tre lotti. L'opera è stata inserita, dalla Regione Lombardia, fra le opere viabilistiche di interesse per il collegamento all'aerostazione di Malpensa. 1° e 2° lotto, 1° stralcio: sovrappasso A8 e collegamento tra SS233 Varesina e Mazzo di Rho Per arrivare a completare l'itinerario Paderno - Rho, la Provincia ha dapprima previsto la realizzazione dell'unico tratto tuttora mancante, dall'intersezione con la SS233 Varesina (Baranzate) a Mazzo di Rho (Via De Gasperi). L'opera prevede la costruzione di un sovrappasso per il superamento dell'autostrada A8. La Provincia ha stanziato 6.894.699,60 Euro, con base d'appalto 3.925.072,43 Euro. I lavori sono in corso. 1° e 2° lotto, 2° stralcio: realizzazione svincolo A8 di Baranzate e realizzazione tratto SS233-sottopasso Via N.Sauro di Baranzate in trincea Successivamente alla realizzazione del 1° stralcio, la Provincia prevede l'inizio dei lavori di ampliamento della sede stradale già esistente in Baranzate, mediante la costruzione del sottopasso alla SS233 Varesina, il "raddoppio" e l'abbassamento in trincea della carreggiata tra la SS233 e il sottopasso di Via N.Sauro, con tratto in galleria ad Ovest di Via N. Sauro della lunghezza da definirsi in sede di approvazione del progetto preliminare. Il 2° stralcio permetterà inoltre il collegamento della SP46 con l'A8 grazie alla realizzazione di uno svincolo a quadrifoglio completo. Lo stanziamento è di 6.713.939,69 Euro, finanziati con risorse proprie dalla Provincia e con il contributo del Ministero di Grazia e Giustizia pari a 1.549.370,70 Euro. Quest'ultima fonte di finanziamento si giustifica in quanto lo svincolo A8-SP46 permetterà il collegamento rapido con il nuovo carcere (in via di ultimazione) sito nel Comune di Milano al confine con i territori di Bollate (Baranzate) e Rho. La prossima fase dell'opera prevede l'approvazione della progettazione preliminare e definitiva da parte della Provincia di Milano. Su questo tratto sarà inoltre da verificare la possibilità di innesto da nord della "Variante di Bollate" della SS233. 3° lotto: realizzazione in galleria artificiale e ampliamento tratto Baranzate (Via N.Sauro) - Novate Mil. (cavalcavia FNM) L'ultimo lotto di lavori di cui è prevista la realizzazione è l'ampliamento del tratto Baranzate - cavalcavia FNM (al confine tra Bollate e Novate Milanese). Questo segmento, oggi in parte in trincea, è adiacente al nucleo abitato di Baranzate, e verrà realizzato a 4 corsie in galleria artificiale della lunghezza da definirsi in sede di programmazione preliminare, onde mitigare l'impatto ambientale. Superata la conurbazione baranzatese, la strada proseguirà in trincea a 4 corsie per poi connettersi al tratto a 2 carreggiate esistente, in corrispondenza del cavalcavia della linea ferroviaria FNM Milano - Saronno. Lo stato di avanzamento è allo stadio preliminare, in quanto è stato appena completato lo studio di fattibilità e di compatibilità ambientale. Seguirà l'approvazione del progetto preliminare. E' comunque prevista l'apertura di una Conferenza fra gli Enti Locali coinvolti per addivenire alla stipula di un Accordo di Programma.

Comuni Interessati

MILANO (MI) LAINATE (MI) LEGNANO (MI) PADERNO DUGNANO (MI) SESTO SAN GIOVANNI (MI) VARESE (VA) GALLARATE (VA) SARONNO (VA)

Rilevanza Geografica Provinciale

Infrastrutture interessate A 52 - Tangenziale Nord di Milano Autostrada A8 Milano - Varese

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SS n° 233 Varesina

Stato di avanzamento

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Costo totale delle opere: 26.520.061,77 Euro (stimato). L'intervento è compreso nel Piano Straordinario per lo Sviluppo delle Infrastrutture Lombarde 2003 - 2011, sotto la voce "Interventi viabilistici per l'accessibilità al polo fieristico Rho - Pero", con un costo previsto di 27.398.038,50 Euro di cui ne sono disponibili 14.125.096,19 Euro, mentre i restanti 13.272.942,31 Euro sono da recuperare con risorse regionali. L'intervento è inserito nell'elenco delle "Infrastrutture di interesse prioritario" di cui la Regione Lombardia (comunicazione del Presidente e dell'Assessore alle Infrastrutture e Mobilità alla Giunta nella seduta dell'11 dicembre 2001) chiede l'inserimento nella delibera CIPE che attiva la c.d. "Legge Obiettivo". La Provincia di Milano ha pubblicato il bando per l'"Incarico relativo alla progettazione definitiva ed esecutiva di opere strutturali e impianti nell’ambito del progetto per il raddoppio della carreggiata della S.P. n. 46 “Rho – Monza” - 3° lotto – compreso sottopasso rotatoria alla S.S. n.233 “Varesina” in Baranzate e raccordo in trincea all’attuale “Rho – Monza” (ex 2° stralcio 1° e 2° lotto)". L'importo a base d'appalto per i servizi richiesti è pari a 375.102,03 Euro, mentre l'importo stimato dei lavori cui si riferiscono i servizi di progettazione richiesti è di 12.962.000 Euro.

Variante di Somma Lombardo

Obiettivo dell'intervento

L’intervento è finalizzato a eliminare l’attraversamento dell’abitato di Somma Lombardo da parte della SS 33.

Descrizione dell'intervento

Il progetto prevede la realizzazione di una variante all’attuale tracciato della SS 33 in corrispondenza dell’abitato. Il Comune interessato dall'intervento è quello di Somma Lombardo.

CASTANO PRIMO (MI)

TURBIGO (MI) SOMMA LOMBARDO (VA)

Rilevanza Geografica Regionale

Infrastrutture interessate

SS n° 33 del Sempione

Stato di avanzamento

L'iniziativa dell'intervento e la stessa progettazione preliminare è del Comune di Somma Lombardo.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

La Regione Lombardia ha stimato per questo intervento un costo complessivo di 5.164.000,00 Euro. Il Piano Straordinario per lo Sviluppo delle Infrastrutture Lombarde 2003 - 2011, sotto la voce "Interventi viabilistici" prevede, per la realizzazione dell'intervento denominato "Variante tra Luino e confine svizzero", un costo complessivo di 20.658.275,96 Euro; da reperire.

L'opera è stata inserita, nell'elenco degli "Interventi strategici di preminente interesse nazionale" (Legge Obiettivo n. 443 del 21 dicembre 2001), articolati per Regioni e per macrotipologie; Lombardia - Corridoi autostradali e stradali: Accessibilità a Malpensa.

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Raccordo autostradale A8-S.S. n. 336

Obiettivo dell'intervento

L'intervento è finalizzato a potenziare e a migliorare il collegamento tra l'autostrada A8 e l'aeroporto di Malpensa.

Descrizione dell'intervento

Il progetto prevede la realizzazione di una bretella che colleghi l'autostrada A8 a Gallarate con la S.S. n. 336 in direzione dell'aeroporto di Malpensa.

Comuni Interessati

MILANO (MI) LAINATE (MI) LEGNANO (MI) VARESE (VA) GALLARATE (VA) SOMMA LOMBARDO (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate

Autostrada A8 Milano - Varese SS n° 336 dell'Aeroporto della Malpensa

Stato di avanzamento

Nel settembre 2003 sono stati approvati con relative prescrizioni il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale da parte della Regione Lombardia.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Il costo dell'intervento è stato stimato in 12.911.422,48 Euro, di cui: 51.645,69 Euro da realizzare nel 1999; 464.811,21 Euro da realizzare nel 2000; 6.197.482,79 Euro da realizzare nel 2001 e 6.197.482,79 Euro da realizzare oltre il 2001. La Copertura finanziaria è prevista dalla legge 345/97 per l'intero importo. L’intervento è compreso nell'Intesa Generale Quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003.

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Completamento del raccordo tra l'A4 e l'aeroporto di Malpensa

Obiettivo dell'intervento

L'intervento è finalizzato a potenziare e a migliorare il collegamento tra l'autostrada A4 e l'aeroporto di Malpensa.

Descrizione dell'intervento

Il progetto prevede la realizzazione di un raccordo autostradale tra la SS 527 "Bustese" e la SS 11 "Padana Superiore", con connessione all'autostrada A4 nei pressi di Boffalora. Il tracciato proposto si dovrebbe sviluppare per una lunghezza complessiva di km 18+900 e con caratteristiche tipologiche a doppia carreggiata con quattro corsie, rientrante nel tipo III della classificazione delle strade del CNR/80. Il tracciato dovrebbe snodarsi dall'intersezione tra le Statali n. 336 e n. 527 nel Comune di Lonate Pozzolo, e proseguire verso Sud, lungo il confine del Parco del Ticino, tra gli abitati di Cuggiono, Inveruno e Mesero, sovrapassando l'autostrada A4 presso il casello di Boffalora, ed innestandosi nella SS 11 in Comune di Magenta. Altimetricamente il progetto si sviluppa al piano-campagna, ad esclusione del tratto nel Comune di Castano Primo, lungo il quale l'intervento verrà realizzato in trincea, ad una profondità di 6-7 metri. Sono previsti 8 svincoli a livelli differenziati, ubicati in corrispondenza della viabilità principale intersecata dalla nuova arteria: tali svincoli interesseranno, nell'ordine, la SS 527, SP 32, SS 341, SP 34, SP 117, SP 31, autostrada A4, SS 11.

Comuni Interessati

CASTANO PRIMO (MI) TURBIGO (MI) SOMMA LOMBARDO (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate

Autostrada A4 Torino - Trieste (tratta Torino-Milano) SS n° 11 Padana Superiore SS n° 336 dell'Aeroporto della Malpensa SS n° 341 Gallaratese SS n° 527 Bustese

Stato di avanzamento

Nel mese di aprile 2001 la Conferenza dei servizi ha dato approvato il progetto. Il via libera è arrivato dopo l'approvazione della Valutazione di impatto ambientale condotta dalla Regione Lombardia in collaborazione con gli Enti locali ed il Parco del Ticino; parere unanime dei Ministeri dei Lavori Pubblici, dell'Ambiente e dei Trasporti. Rispetto alle previsioni del Piano d'Area di Malpensa sono state apportate alcune modifiche di carattere ambientale. Nel maggio 2002 il Consiglio di Amministrazione dell'Anas ha approvato il progetto, dando il via libera alla realizzazione dell'intervento. Nel mese di dicembre 2002 è stata aperto al traffico il primo tratto da Malpensa a Lonate Pozzolo. Si segnala che il 30 Settembre 2003 la Regione Lombardia ha approvato il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale per il collegamento tra S.S. n. 11 “Padana Superiore” a Magenta e la Tangenziale Ovest di Milano, opera che costituisce la continuazione verso SE del presente intervento. Nel febbraio 2004 è stato stipulato tra Anas Spa e la l’A.T.I. Adanti S.p.A. – Consorzio Ciro Menotti (società aggiudicataria) il contratto per il completamento del raccordo. Il tempo previsto per l’esecuzione è di 670 giorni. Si prevede dunque che i lavori termineranno nel 2006.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

L'intervento è previsto, nell'ambito dell'Accordo Quadro per l'accessibilità a Malpensa, nell'Intesa Istituzionale di programma tra Stato e Regione Lombardia sottoscritta il 3/3/99 dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Presidente della Giunta regionale. Lo stanziamento previsto è stato di

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180.759.914,68 Euro a carico dello Stato. Il Piano Straordinario per lo Sviluppo delle Infrastrutture Lombarde 2003 - 2011, sotto la voce "ADPQ Malpensa" prevede, per la realizzazione dell'intervento: "Collegamento Malpensa - Boffalora", un costo complessivo pari a 216.395.441,00 Euro, di cui 180.795.915,00 Euro è la copertura finanziaria precedentemente prevista (risorse statali); mentre i restanti 35.635.526,00 Euro, devono essere stanziati dalla Regione (risorse da recuperare). L’intervento è compreso nell'Intesa Generale Quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003. L’importo per la realizzazione del completamento, a seguito del contratto stipulato tra Anas Spa e la l’A.T.I. Adanti S.p.A. – Consorzio Ciro Menotti (società aggiudicataria), dell’opera è di 117.000.000 Euro.

Gronda intermedia

Obiettivo dell'intervento

L’intervento è finalizzato ad offrire un collegamento trasversale Est-Ovest, necessario alle imprese insediate nell’area a Nord di Milano, ed a sgravare il traffico sull’autostrada A4, ormai giunta al limite della saturazione nel tratto tra Dalmine e l’allacciamento con la Milano-Torino. Questa infrastruttura permetterà di collegare tra loro le autostrade A4, A8 e A9, e le superstrade “Milano-Meda” (S.P. n. 44) e “Valassina” (S.P. n. 9). Questo nuovo tracciato faciliterà inoltre l’accesso all’aeroporto intercontinentale di Malpensa per i veicoli provenienti da Est (Lombardia e Veneto).

Descrizione dell'intervento

La Gronda Intermedia intende realizzare un collegamento tra Dalmine (BG) e Legnano (MI), attraverso Vimercate (MI), Desio (MI) e Saronno (MI). Il tracciato si snoda per una lunghezza di 54,35 km a Nord di Milano, attraversando l’area brianzola, densamente abitata e ricca di insediamenti produttivi. L'intervento sarà presumibilmente articolato in quattro lotti significativi: da Legnano A8 a Cesano Maderno - superstrada SS 35 (Km 18,37); da Cesano Maderno a Desio-Lissone-SS 35 (km 5,25); da Desio-Lissone a Usmate-Velate, Tangenziale Est Milano (Km 11,21); da Usmate-Velate a Dalmine - A4 (Km 19,52). In considerazione della dimensione degli interventi, delle difficoltà costruttive e della capacità di ogni singolo lotto di soddisfare la domanda di traffico è possibile individuare nel lotto centrale tra Cesano e Desio-Lissone quello al quale andrebbe assegnata la priorità assoluta di realizzazione. Si tratta infatti di un tratto breve, senza particolari difficoltà costruttive, che utilizzerebbe lo svincolo a quadrifoglio già esistente sulla SS 36 e che, una volta realizzato, permetterebbe di collegare tra di loro due radiali di grande importanza: la SS 35 (superstrada) e la SS 36. La realizzazione del lotto orientale - da Lissone-Desio a Usmate-Velate - permetterebbe di ottenere risultati ottimali in termini di attrazione di traffico, se attivata contestualmente al lotto Usmate-Velate - Dalmine, in quanto si avrebbe il massimo effetto di integrazione di rete. Sulla base delle verifiche effettuate dalla Regione Lombardia è risultato che i volumi di traffico acquisibili con l'intervento sul solo tratto da Lissone-Desio a Usmate-Velate sarebbero comunque molto rilevanti e giustificherebbero ampiamente una realizzazione in prima fase, anticipata rispetto alla tratta fino a Dalmine. Per quanto riguarda infine il lotto occidentale - da Cesano Maderno (SS 35) a Legnano (A8) - indispensabile per mettere in relazione la Gronda con l'Alto Milanese e Malpensa 2000, la tempistica degli interventi sarà necessariamente condizionata dalla particolare complessità delle fasi di cantiere, segnatamente per i passaggi negli ambiti urbani di Saronno, Cesano Maderno-Bovisio Masciago e del Villaggio Brollo a Solaro.

Comuni Interessati

BERGAMO (BG) DALMINE (BG) SERIATE (BG) BRESCIA (BS) PALAZZOLO SULL'OGLIO (BS) ROVATO (BS) COMO (CO) MILANO (MI) AGRATE BRIANZA (MI) CINISELLO BALSAMO (MI)

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GIUSSANO (MI) LAINATE (MI) LEGNANO (MI) MONZA (MI) VARESE (VA) GALLARATE (VA) SARONNO (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate Autostrada A4 Torino - Trieste (tratta Milano-Bergamo-Brescia) Autostrada A8 Milano - Varese Autostrada A9 Lainate - Como - Chiasso SS n° 35 dei Giovi SS n° 36 del Lago di Como e dello Spluga

Stato di avanzamento

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Secondo un primo studio di fattibilità il costo dell’opera dovrebbe ammontare a 909.651.000,00 Euro circa.

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Nuova linea Malpensa - Gallarate e connessione con linea del Sempione

Obiettivo dell'intervento

L’intervento è finalizzato collegare con l'aeroporto internazionale di Milano Malpensa con la stazione di Gallarate e con la linea del Sempione, in modo da creare una connessione ferroviaria all'aerostazione da nord con le linee RFI.

Descrizione dell'intervento

Il progetto prevede la realizzazione di una nuova tratta ferroviaria.

Comuni Interessati

LEGNANO (MI) PARABIAGO (MI) RHO (MI) VARESE (VA) BUSTO ARSIZIO (VA) GALLARATE (VA) LAVENO-MOMBELLO (VA) SESTO CALENDE (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate

FS linea Gallarate - Laveno FS linea Gallarate - Varese FS linea Rho - Arona

Stato di avanzamento

L'intervento è inserito tra le "Opere strategiche di preminente interesse nazionale relative al territorio lombardo (Delibera CIPE n.121/2001 , Allegato 2)" (Legge Obiettivo), sia per quanto riguarda la fase di progettazione che per la realizzazione delle seguenti opere: - Riattivazione raccordo Busto FS-FNM (raccordo x); - Sempione Valico Luino/Varese collegamento con Malpensa. La fase di progettazione, denominata "Connessione collegamento ferroviario Malpensa con linea del Sempione I° fase progettazione", fa parte dell' "Intesa generale quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003".

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

L'intervento è da includere nel nuovo CdP. Il 3 marzo 1999 è stata firmata l'Intesa istituzionale di programma tra la Regione Lombardia e lo Stato che prevede, per la realizzazione dell'intero progetto Sempione - Luino raccordo Busto FS, uno stanziamento di 20.658.275,96 Euro stanziati con la L.354.

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Potenziamento del Sistema Gottardo: quadruplicamento tratta Chiasso - Monza

Obiettivo dell'intervento

La realizzazione del progetto ferroviario ad Alta Velocità Sud Gottardo rappresenta una delle possibili soluzioni ai problemi inerenti gli attraversamenti alpini. In questo modo infatti, viene realizzata l'integrazione della Svizzera nella rete europea dei trasporti aumentando l'efficienza della direttrice Lugano-Milano.

Descrizione dell'intervento

L'intervento costituisce la tratta italiana del potenziamento della linea ferroviaria Milano - Zurigo. I comuni interessati dalla realizzazione dell'opera sono: Casnate con Bernate, Senna Comasco, Fino Mornasco, Cucciago, Vertemate con Minoprio, Carimate, Cermenate, per la provincia di Como; Lentate sul Seveso, Meda, Barlassina, Seveso, Seregno, Desio, Sovica, Albiate, per la provincia di Milano. Il nuovo tracciato inizia nel Comune di Carnate con Bernate, in corrispondenza con lo sbocco della galleria esistente Monte Olimpino 2 (progressiva km 7+899), e si sviluppa fino alla progressiva km 29+402 per il tratto in direzione Monza, e fino alla progressiva km 5+572 per il tratto in direzione Carnate (in Comune di Sovico). La nuova infrastruttura risulterà in parte in affiancamento alla linea esistente (circa 7 km) ed in parte realizzata in variante (20 km circa, di cui 16 in sotterraneo). Quest'ultima parte sarà comprensiva delle interconnessioni con la linea Ponte S. Pietro – Seregno. Le opere principali del progetto saranno costituite da due gallerie nei comuni di Vertemate con Minoprio e Seregno, a doppia canna e rispettivamente di km 3,5 e 8,5, da nuove interconnessioni, viadotti ed opere in sede. Sono inoltre previsti interventi per la sostituzione dei passaggi a livello esistenti, viabilità alternative ed adeguamenti delle viabilità interferite, insieme a nuove sottostazioni elettriche nei comuni di Como, Lentate sul Seveso e Seregno.

Comuni Interessati

CANTU' (CO) MILANO (MI) DESIO (MI) LEGNANO (MI) MONZA (MI) PARABIAGO (MI) RHO (MI) SEREGNO (MI) VARESE (VA) BUSTO ARSIZIO (VA) GALLARATE (VA) SESTO CALENDE (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate

FS Cintura ferroviaria di Milano FS linea Gallarate - Varese FS linea Milano - Chiasso FS linea Milano Centrale - Rho FS linea Rho - Arona

Stato di avanzamento

Nel giugno 2003 la società ITALFERR S.p.A. in nome e per conto di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. ha comunicato l'avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sul Progetto Preliminare.

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Agli inizi del mese di maggio 2001 è stato firmato, dal Ministro dei Trasporti e dall'Amministratore

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delegato delle Fs, il Contratto di Programma 2001 - 2005, con un finanziamento di 24.575.601.543,17 Euro, di cui sono "coperti" 3.615.198.293,63 Euro con lo stanziamento della Finanziaria 2001. Ai 24.575.601.543,17 Euro del CdP, vanno aggiunti i 26.409.539.991,84 Euro miliardi di finanziamenti già disposti in attuazione del vecchio CdP in scadenza al 2000. Pertanto il programma globale degli investimenti Fs prevede una spesa complessiva di 50.984.625.078,11 Euro, coperta per 30.024.738.285,47 Euro e con un fabbisogno finanziario residuo di 20.959.886.792,65 Euro. La spesa di 50.984.625.078,11 Euro del Piano di cui: 2. 25.379.208.478,16 Euro (49.141 miliardi di lire) per quanto resta da realizzare del piano Alta Velocità Torino - Milano - Napoli 3. 2.582.284.495,45 Euro (5.000 miliardi di lire) di nuovi investimenti per l'Alta Velocità, previsti dal PGT. Il Piano Straordinario per lo Sviluppo delle Infrastrutture Lombarde 2003 - 2011, sotto la voce "Alta Capacità Ferroviaria: MI-VR e Gottardo", prevede per questo intervento un costo complessivo di 2.659.703.030,31 Euro; 77.468.534,86 Euro sono disponibili, 2.582.284.495,45 Euro da recuperare con finanziamenti extra - regionali. L'opera è stata inserita (solo ai fini dell'accelerazione delle procedure), nell'elenco degli "Interventi strategici di preminente interesse nazionale" (Legge Obiettivo n. 443 del 21 dicembre 2001), articolati per Regioni e per macrotipologie; Lombardia - Corridoi ferroviari: Potenziamento del Sistema Gottardo. L’intervento è inoltre inserito nell'Intesa Generale Quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia dell’11 aprile 2003.

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Collegamento Saronno - Malpensa (II° lotto)

Obiettivo dell'intervento

L'intervento è finalizzato a completare l'infrastruttura ferroviaria per consentire il collegamento tra Milano e l'aeroporto di Malpensa, comprendente la linea Milano - Saronno, la linea Saronno - Busto Arsizio e la nuova tratta da realizzare Busto - Malpensa.

Descrizione dell'intervento

Dopo la realizzazione del doppio binario tra Saronno e Rescaldina, che ha costituito il I° lotto - le restanti opere costituenti il II° lotto prevedono: a). l'ammodernamento del piazzale di Saronno e la nuova tratta Busto - Malpensa; b). il completamento della tratta (escluso Castellanza) e della stazione di Busto Arsizio; c). l'interramento della tratta di Castellanza; d). il raddoppio della tratta Busto - Vanzaghello. L'intervento di cui al punto a). ha comportato il rifacimento completo del piazzale ferroviario di Saronno (8 binari) sia per gli interventi civili (nuove banchine, pensiline e sottopassi viaggiatori) sia per gli impianti tecnologici ferroviari di armamento, segnalamento, trazione elettrica e telecomunicazioni. E' stata inoltre realizzata una nuova linea a doppio binario (Km 8 + Km 4 interni al sedime aeroportuale) comprendente una stazione in galleria (Km 1,200), numerose opere di attraversamento veicolare (in particolare: 2 cavalcavia su strade statali, 4 opere su strade provinciali/comunali, 4 attraversamenti campestri), un ponte ferroviario in ferro a campata unica di m 58. La linee è elettrificata, completa di impianti di segnalamento e telecomunicazioni, attrezzata con due sottostazioni elettriche di conversione. L'intervento di cui al punto b). ha comportato il completamento delle finiture del fabbricato viaggiatori di Busto Arsizio con relativo impianto antincendio, delle opere di armamento ferroviario, degli impianti di trazione elettrica e realizzazione degli impianti di sicurezza e segnalamento (ACEI) e di telecomunicazione. L'intervento di cui al punto c). prevede il raddoppio e l'interramento della tratta di linea che attraversa il territorio del comune di Castellanza per una lunghezza di Km 4,5 (attualmente la linea è a raso e a binario unico); in particolare la parte urbana di Castellanza e l'attraversamento del fiume Olona, avverranno in galleria profonda circa m 20 sotto l'attuale piano campagna. Verrà realizzato anche il raccordo con la stazione FS di Busto Arsizio. L'intervento di cui al punto d). consiste nella realizzazione del raddoppio a raso della linea tra Busto e Vanzeghello sulla tratta Novara - Seregno. Su questa tratta saranno realizzate le opere di attraversamento veicolare necessarie alla soppressione degli attuali passaggi a livello, nonchè tutti gli impianti ferroviari di armamento, segnalamento, trazione elettrica e telecomunicazioni.

Comuni Interessati

MILANO (MI) BOLLATE (MI) CESATE (MI) GARBAGNATE MILANESE (MI) NOVATE MILANESE (MI) RESCALDINA (MI) BUSTO ARSIZIO (VA) CASTELLANZA (VA)

Rilevanza Geografica Sovraregionale

Infrastrutture interessate FNM Tronco Milano - Saronno FNM Tronco Saronno - Novara

Stato di avanzamento

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

Gli interventi di cui ai punti a), c), e d) sono stati finanziati con L. 505/94 per un importo complessivo di 188.506.768,17 Euro. Per l'intervento c) è stato ottenuto un finanziamento

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integrativo di circa 56.810.258,90 Euro così ripartiti: Ministero dei Trasporti 39.250.724,33, Regione Lombardia 13.944.336,27 Euro, provincia di Varese 1.549.370,70 Euro, comune di Castellanza 2.065.827,60 Euro. L'intervento di cui al punto b) è stato finanziato con L.385/90 per 16.268.392,32 Euro e per 413.165,52 Euro con fondi propri di FNME. In totale, quindi, il complesso degli interventi previsti nell'ambito di questo lotto ha un costo previsto di circa 261.843.647,84 Euro. Nell'ambito degli impegni finanziari assunti dal Governo a sostegno di Malpensa 2000 è stato ricompreso il finanziamento a FS per ripristinare il collegamento tra la linea FS del Sempione e le FNM in direzione Malpensa a Busto Arsizio. Il Piano Straordinario per lo Sviluppo delle Infrastrutture Lombarde 2003 - 2011, sotto la voce "ADPQ Malpensa", prevede per l'intervento "Malpensa Express: opere connesse e interramento di Castellanza" un costo di 164.791.067,00 Euro, la Regione ha stanziato 1.600.499,93 Euro, 130.083.097,92 Euro sono risorse disponibili da altre fonti e 33.107.469,16 Euro devono essere recuperati da risorse regionali. Inoltre il Piano prevede, per l'intervento "Malpensa Express: Saronno - Busto - Malpensa" un costo di 149.256.043,84 Euro, che come precedentemente detto risulta essere interamente finanziato da risorse statali. L'opera è stata inserita (solo ai fini dell'accelerazione delle procedure), nell'elenco degli "Interventi strategici di preminente interesse nazionale" (Legge Obiettivo n. 443 del 21 dicembre 2001), articolati per Regioni e per macrotipologie; Lombardia - Corridoi ferroviari: Accessibilità Malpensa - Itinerario Nord merci.

Integrazione FS/FNME Varese

Obiettivo dell'intervento

L'intervento è finalizzato alla integrazione o unificazione delle stazioni ferroviarie FS e FNME di Varese; alla realizzazione di un importante nodo di interscambio ferro-ferro/ferro-gomma (pubblico-privato); alla riqualificazione urbana di un'ampia zona nell'area centrale cittadina con recupero funzionale di aree pregiate; al miglioramento della viabilità cittadina.

Descrizione dell'intervento

Le ipotesi di intervento ancora al vaglio dei decisori istituzionali (Regione Lombardia e Comune di Varese) sono due: la prima prevede la realizzazione di un unico fabbricato viaggiatori con il mantenimento delle attuali infrastrutture ferroviarie separate e la predisposizione di connessioni pedonali meccanizzate; la seconda prevede il rifacimento dell'attuale piano del ferro della stazione FNME (unica stazione) e contestuale connessione della linea FS con il nuovo piazzale di stazione, oltre alla realizzazione del nuovo fabbricato di stazione FNM/FS.

Comuni Interessati

VARESE (VA) CISLAGO (VA) GERENZANO (VA) MALNATE (VA) TRADATE (VA) VEDANO OLONA (VA) VENEGONO INFERIORE (VA) VENEGONO SUPERIORE (VA)

Rilevanza Geografica Regionale

Infrastrutture interessate FNM Tronco Saronno - Varese

Stato di avanzamento

Schema dell'iter procedurale

Tipo: Legge Obiettivo

Finanziamento

La previsione di spesa per la seconda ipotesi progettuale è di 72.304.000,00 Euro circa, ma fino ad ora non è stata formalmente stanziata alcuna somma.