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Raduno ISO: la nostra Expo IN QUESTO NUMERO Sposarsi in chiesa “costa” troppo? La filiera della vergogna: c’è cibo per tutti ma... Anno LXXXVI - Numero 6 - Giugno 2015

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Raduno ISO:la nostra Expo

IN QUESTO NUMERO

Sposarsi in chiesa“costa” troppo?

La filiera della vergogna:c’è cibo per tutti ma... Anno LXXXVI - Numero 6 - Giugno 2015

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TRA LE GUGLIE2

Da Facebook Da Twitter

Il National day della Santa Sede a ExpoMilano 2015, giovedì 11 giugno, è carat-terizzato da due appuntamenti, entrambiin programma presso l'Auditorium di

Expo. Il primo, “Non di solo pane”, iniziaalle 11 e vedrà gli interventi del cardinaleGianfranco Ravasi, Commissario Generaledella Santa Sede, di monsignor AngeloBecciu, sostituto per gli Affari Generali dellaSegreteria di Stato, del cardinale AngeloBagnasco, presidente della ConferenzaEpiscopale Italiana, e del cardinale AngeloScola, Arcivescovo di Milano. L’Orchestra

sinfonica Esagramma eseguirà l’Inno Pon-tificio e altri brani musicali.Il secondo, alle 16.30, coordinato dal Cor-tile dei gentili, è un dialogo sul tema “I voltidella terra” tra il cardinale Gianfranco Ra-vasi, il professor Giuliano Amato, presi-dente della Fondazione Cortile dei gentili, eNicolas Hulot, Inviato speciale del Presi-dente della Repubblica francese per la pro-tezione del Pianeta. Modera MonicaMaggioni, direttrice di RaiNews24.

Continua su: www.incrocinews.it

MILANOScola: cibo e acqua, diritto per tuttiNel suo breve saggio “Abitare il mondo. Larelazione tra l’uomo e il creato” edito daEmi, il Cardinale affronta i temi di Expo2015. Pubblichiamo uno stralcio in cuiparla di dignità umana violata, giustizia, an-tropologia ed etica.

1:05 PM – 23 Feb 15 @angeloscola “l’Europarifletta su cosa si sta facendo per una politicafamiliare adeguata”9:42 AM – 23 Mag 15 #tuttiatavola @angelo-scola ai 10mila animatori “Giocatevi in primapersona per imparare ad amare”9:15 AM – 21 Mag 15 @Expo2015Milano lafirma delle religioni sulla @CartadiMilano

11 giugno: il National Day della Santa Sede a Expo

Scene di vita diocesana

La photogallery

Due eventi, “Non di solo pane” e “I volti della terra”: tra gli altri intervengonoRavasi, Bagnasco, Scola e Giuliano Amato. Iscrizioni gratuite online

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3LA PAROLA DEL PARROCO

Quando due giovani si sposano è unagioia per tutti. Il matrimonio infatti èuna ricchissima risorsa per la so-cietà e per la Chiesa. Il motivo sta

qui: con il matrimonio, l’amore da liquido di-venta solido, da emozionale diventa respon-sabile, da semplicemente accaduto diventascelto. Addirittura, nel sacramento, da fragil-mente umano si fortifica del divino. E di unamore così abbiamo tutti bisogno; un amorecosì ha il potere di renderci uomini e donnematuri, cioè saporosi e nutrienti. Energia perla vita, che nutre il pianeta.Spesso annotiamo sui registri parrocchiali chemolte coppie incontrate per i sacramenti deiloro figli sono semplicemente conviventi. È unfatto dei tempi, si usa dire. Ma è spiacevolis-simo registrare il perché di questa scelta permolti di loro: “Sposarsi in chiesa costa troppo”ci vien detto. Non fatichiamo a rispondere loro che sposarsiin chiesa costa un percorso gratuito e una li-bera offerta alla chiesa (e, in verità, non tutti la-sciano qualcosa). Allora l’obiezione di questepur belle persone si fa più precisa: costa l’ad-dio al celibato, addio al nubilato, fiori, foto-grafo, ricevimento, auto d’epoca, abito,bomboniere, viaggio, visage, spa, “trucco eparrucco” in un incredibile crescendo rossi-niano che arriva fino a vere e proprie idiozie.Idiozie: queste sì dispendiose fino allo scan-dalo. Che nulla c’entrano con il matrimonio cri-stiano. Ma che, incredibilmente, identificano losposarsi in chiesa.Ci chiediamo: ma chi mette mai in testa allegiovani generazioni che per sposarsi “bisogna”sottoporsi a questo salasso di intelligenza e disoldi? Non neghiamo certo che i nostri giovani sonospesso inclini a gonfiare di enfasi e di sensa-zioni “il giorno più bello” e che tutto congiuracontro di loro nello spingerli a sostituire cosevecchie di cattivo gusto con cose nuove di

gusto peggiore. E, statene certi, non man-chiamo di strapazzarli nel percorso al matri-monio. Zittiamo in noi il sospetto che certi “obblighi”costosissimi e inutili vengono dai genitori. Inmodi ora soft, ora più espliciti. Siamo certi chenon è così. Ma il pensiero si riaffaccia malignoquando vediamo che sono pochi i genitori –fieri assertori delle nozze “come si deve” – cheal matrimonio dei loro figli si accostano alla co-munione, presi da tutt’altro. Da cosa? La bellafigura coi parenti, forse? Non possiamo permettere che un sacramentosia ridotto a un patetico guscio vuoto: e chetanti giovani, che hanno fiuto fine per la verità,sentano promanare da esso odore di vec-chiume formalistico, e se ne stiano ben lon-tani. Non ci adeguiamo all’idea che la libera, fiera egrata scelta di un amore per la vita, ricono-sciuto come dono di Dio, sia ridotta a una “ce-rimonia” carina e commovente, in una cornicevaporosamente religiosa. E, soprattutto, proprio non ci rassegniamo aveder la storia di molti amori mancare dellagrazia e della scelta perché “costa troppo”.Lanciamo una sfida alle famiglie cristiane, aigiovani che si innamorano e vogliono sposarsi:troviamo forme di festa libere dal consumismoe dal formalismo, che volgarizzano tutto.Forme che dicano la bellezza dell’amore e diDio, che si allarghino alla condivisione, perchéil matrimonio è una gioia per tutti. Ma che noncadano nella trappola dell’apparenza, cheprende il posto della verità e del bene. E per-ciò ci scippano la gioia. Troviamole, senza in-dugio. Siamo pronto a cercare con voi. Perdonate la schiettezza, ma la posta in giocoè alta: è l’amore della famiglia. La perla piùpreziosa della nostra vita, della nostra Chiesa,di una civiltà.

Il prevosto don AngeloI preti di Bresso

Sposarsi in chiesa costa troppo

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Riposano in CristoDI GIORGI Giuseppe di anni 87CALLONI Carlo di anni 88FACCHINETTI Caterina di anni 93BRASCA Sandro di anni 72

GAMBAZZA Fausta di anni 93VILLA Costantino di anni 95BIANCHI Erminio di anni 74

Rinati al fonte battesimaleRODRIGUEZ Beatrice CUSENZA Giulia BESTETTI GaiaCALLONI Emilie COLOMBO Matteo MIDDIONI SamueleMINÀ Eleonora MORA Manuel PANE Nicole

Legati del mese di giugno

1 ore 7 MERONI Cesarina e CASSAMAGNAGHI Riccardo4 ore 7 Consorelle del SS. Sacramento5 ore 7 Famiglie PAROZZI, CAZZANIGA e COMI

ore 9 LEGNANI Giuseppe6 ore 9 LESMA Clemente8 ore 9 LONGHINI Achille e CONTI Maria9 ore 7 ALFIERI Maria e CONSONNI Giuseppe

10 ore 9 CONTI Giovanna e Luigi 12 ore 10 ORIANI Carla15 ore 9 PAGANI Virginio23 ore 9 ZECCHINATO Venerino24 ore 9 COMOTTI Maria25 ore 7 MEANA Adriano, Ambrogio e Carolina26 ore 7 LIMONTA Maria

ore 10 MEANA Rina e Angelo

Legati del mese di luglio

4 ore 18.30 AULETTA Antonio e AGOVINO Saveria -REGONDI Giuseppe e GRANELLO Matilde - ANNONI Angelo

10 ore 9 LOCATELLI Sonia11 ore 9 TAGLIABUE Enrico e STRADA Angela

18 DE PONTI Antonia e STRADA Carlo - PRINA Francesco e SAVINI Agnese

16 ore 9 CHENI Ettore18 ore 18.30 GIUSSANI Ambrogio e DE PONTI Luigia 23 ore 9 STRADA Alessandro e Alberto25 ore 18.30 COMI don Giulio - RISI Innocenta

Per verificare il calendario 2016 dei legati i parenti- qualora non l’avessero già fattogli scorsi anni - passino in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).

Sposati nel SignorePISEDDU Emanuele con LESMA SINDONA JessicaRUSSO Mychol con GAMBALE Daniela

LA NOSTRA COMUNITÀ4

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Anniversari di matrimonioSempre bello questo momento della cele-brazione comunitaria degli anniversari dimatrimonio. Comunitaria, perché la fami-glia non è mai un affare privato, è una gra-zia per tutti. Quest’anno ci sono state 50coppie che hanno ricordato dal 1° al 55°anniversario: vite che si tessono tra gioie edolori, ma tenute insieme dalla solida tramadell’amore, riconosciuto come il dono diDio per la nostra felicità. Il compito, anzi, lamissione della famiglia è proprio questa: ir-rigare con l’amore il campo del mondo,con la quotidianità che ne contraddistinguel’esistenza. Non finiremo mai di benedirequesta cascata di bene: ecco perché ci te-niamo davvero a questo intenso momento.È bello ricordare che i festeggiati hannoraccolto tra loro dei fondi per le popolazioniterremotate del Nepal: così 450 euro sonogià stati versati alla Caritas per chi è nellasofferenza.

Le catechiste di domaniLe catechiste di domani saranno quelle cheincontreranno ragazzi che non sono “naticristiani”; che si rapporteranno con famiglieche non necessariamente conosconol’oratorio né sono cresciute nella fede cri-stiana; che non vivranno in una cultura pla-smata dal Vangelo. Le catechiste didomani sono già le catechiste di oggi: ed èbello che tutta la Comunità sappia chesono in corso esigenti itinerari per formare

catechiste per i nuovi cammini di iniziazionecristiana proposti dalla nostra Diocesi e chefaranno crescere i cristiani di domani. Ungrazie grande per il loro prezioso servizioalla fede delle nuove generazioni: cosa fa-remmo senza le catechiste?

Un amaro sfregioChi passa da via Centurelli vede sul murodel giardino parrocchiale il murales dise-gnato nel 2012 in memoria dell’IncontroMondiale delle Famiglie. Ebbene, da qual-che giorno è stato imbrattato nottetempocon scritte no-Expo. Nulla da dire sulla libertà di espressione;ma non sopra quella altrui, mai. Nulla da dire sulla creatività: ma non adanno della creatività di bimbi, giovani e fa-miglie che con quel murales hanno abbel-lito e non abbruttito la nostra città. Nulla da dire sulla manifestazione di opi-nioni contrarie all’Expo: ma si può farlo adanno della famiglia, vera energia per lavita, che nutre il pianeta d’amore e di fu-turo? Allora il murales fu fatto di giorno,sotto gli occhi di tutti: non c’era da vergo-gnarsi di nulla. Le scritte che lo sfregianoinvece sono state fatte di notte: il che dicemolto, moltissimo.Un triste amaro sfregio di cui gli autori do-vrebbero vergognarsi: solo la bellezza salvail mondo, e il gesto fatto lo rende più bruttoe violento. Che salvezza per il mondo puòvenire da lì?

NOTIZIARIO5

Il 16 settembre inizia il primo

PERCORSO VERSOIL MATRIMONIO CRISTIANO

Le iscrizioni si ricevono in casa parrocchiale (lun-ven, ore 17.30-19)

con un colloquio di conoscenza con il parroco.

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NOTIZIARIO6

ANDIAMO INSIEME ALL’EXPO

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7COMMISSIONE AFFARI ECONOMICI

Rendiconto economico anno 2014

Il bilancio economico della Parrocchia ss Nazaro e Celso

Verso un tempodi grandi ristrutturazioni

a cura del Consiglio degli Affari economici della Parrocchia dei ss Nazaro e Celso

La pubblicazione del bilancio annualeè un momento dovuto, perché unparroco non è il padrone della par-rocchia, tantomeno nei suoi aspetti

amministrativi, ma ne è il responsabile. Eun responsabile.. senza competenza: sonoi membri del Consiglio Parrocchiale degliAffari Economici che l’hanno. E li ringraziodi cuore per il loro servizio gratuito e sag-gio. È in questa sinergia fondata sulla fidu-cia reciproca che scorre il fiumedell’amministrazione parrocchiale. Un percorso placido per l’anno 2014: col-mati i debiti, saldato il mutuo per la partenuova dell’oratorio, come rivelano le cifreabbiamo potuto rinforzarci per quando ilfiume incontrerà le rapide. Che sono in ag-guato già nell’anno in corso: tre grossi in-terventi ci aspettano, come i consiglierieconomici rilevano nelle prospettive per il2015. Interventi non di pura estetica, né

tantomeno di spreco: siamo avveduti suquesto. Si tratta di interventi di straordina-ria manutenzione sulle nostre strutture, cheper fortuna sono non sovrabbondanti etutte ampiamente ben utilizzate per gliscopi essenziali delle parrocchia: il culto(vedi tetto della chiesa e forse anche altro),l’educazione alla fede (il tetto dell’oratorio)e la carità (magazzini san Vincenzo e Movi-mento per la Vita). Una parrocchia, comeuna famiglia, è così: finito un giro di manu-tenzione, si comincia quello successivo.Come in una famiglia, saremo chiamati tuttia dare una mano. Sarà nostra premura in-formare la comunità via via avremo novitàconsistenti e puntualmente preciseremo il..doloroso cammino dei pagamenti e deidebiti che ci terranno impegnati per i pros-simi anni. Ringrazio tutti fin d’ora.

Il parroco don Angelo

Stralcio dei dati di bilancio parrocchiale 2014 presentato in Curia

PARROCCHIAEntrate (offerte S. Messe, contributi e altre offerte) € 307.168,00Uscite (retribuzioni, utenze, manutenzioni, spese generali) 244.031,33Risultato gestione attività istituzionali 63.136,67

CINEMARicavi 45.645,00Costi 47.112,00Perdita di gestione - 1.467,00

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COMMISSIONE AFFARI ECONOMICI8

ORATORIORicavi 307.694,30Costi 332.506,11Perdita di gestione - 24.811,81

Eventi di rilievo del 2014L’anno 2014, così come i due precedenti è stato volutamente orientato al risparmio, riu-scendo a saldare tutti i debiti contratti in passato, al fine di accumulare il necessario per ini-ziare i lavori già programmati da tempo che non possono essere più procrastinati. Si èbadato all’ordinaria amministrazione, dentro il consueto rispetto delle responsabilità, della si-curezza e della legalità che la nostra Parrocchia ha come stelle polari. Costi fissi, utenze,tasse comunali, manutenzioni e riparazioni di tutte le proprietà parrocchiali sono comunquedi tutto rispetto.Il Bando Regionale al quale ab-biamo partecipato al fine di ot-tenere un contributo dellespese sostenute per l’adegua-mento del Cinema al digitale hadato esito negativo, pur per unsoffio. Nel corso del mese digiugno 2014 il Comune diBresso ha accreditato lasomma di €18.944 a saldo deldiritto temporaneo di superficiedel parcheggio di via Galliano.

Prospettive per il 2015Sono tre gli interventi su cui la-voreremo:1) Demolizione dei locali ma-gazzino utilizzati da S. Vincenzo e Movimento per la Vita siti nel cortile della Casa Parroc-chiale. Si trovano in un edificio oggi sostanzialmente inagibile e inadeguato. I depositiverranno trasferiti con una sistemazione provvisoria in un’altra area del giardino in containerattrezzati e più funzionali.2) Rifacimento del tetto dell’Oratorio - ala “vecchia” lungo via Galliano.3) Rifacimento totale del tetto della Chiesa parrocchiale. Sono già stati fatti i rilievi, appenaterminerà il capitolato per l’appalto saranno richiesti i preventivi di alcune ditte.

In sintesiL’impegno per predisporre tutti questi interventi richiede sforzi notevoli: nomine di direzionelavori, responsabile sicurezza, gare d’appalto, cantieri, smaltimento, progetti… Una stimadella somma occorrente per realizzare queste opere è stata calcolata intorno ai€ 450.000/500.000. Di questa cifra abbiamo il necessario per iniziare i lavori, di certo nondisponiamo di una cifra così consistente.

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VITA DELLA COMUNITÀ9

Sui cortei dei funerali

L’essenziale è la Misericordia

Carissimi cristiani bressesi,le nostreParrocchie, unite nel camminocomune della Comunità pasto-rale, vogliono essere sempre vi-

cine in modo evangelico a tutte le famiglie,nella gioia e nel dolore. Cerchiamo di farloanche in tempi nuovi e complessi, che cichiedono di investire sull’essenziale, che èla Misericordia.Vogliamo comunicarvi alcune decisioniprese insieme circa i cortei dei funerali,dopo aver ascoltato la prassi di molte par-rocchie delle città della nostra Diocesi e ilConsiglio Pastorale. Già nel 2009 avevamoriflettuto su questo tema, e riprendiamo al-cuni punti chiave.

1 Ci sta a cuore innanzitutto condividerecon voi il dolore nel momento della morte diun vostro caro. Al momento della morte,dopo aver sentito l’impresa di onoranze fu-nebri, contattate voi stessi i vostri preti,condividendo con loro il dolore e la pre-ghiera, magari anche suggerendo il Van-gelo per la liturgia delle esequie. Può ancheessere l’occasione di accostarsi alla Con-fessione. Se il vostro caro è morto in casa– evento in verità poco frequente – i vostripreti non mancheranno di venire a casa peruna benedizione e una preghiera. I tocchi dicampana dell’ “agonia” coinvolgono tuttala comunità nella preghiera.

2 Alla Parrocchia sta a cuore celebrarebene la liturgia delle esequie: la Parola cheascoltiamo è quella di Gesù, portatrice difiducia e pace; il suo Pane, di cui ci nu-triamo, ci dà la forza di sperare. In quel-l’Eucaristia riascoltiamo la promessa dellavita eterna; quel banchetto è l’anticipoquaggiù del banchetto eterno del Cielo.

L’Eucaristia è la cosa più bella e più grandeche possiamo fare, per noi e per i nostricari. È la “benedizione” più grande che c’è.Ecco perché ci teniamo a curarla bene,sempre, per tutti. Il funerale può essere ce-lebrato anche senza l’Eucaristia, certo: inogni caso, la domenica successiva, in tuttele Messe verrà ricordato al Signore chi èmorto durante quella settimana.

3 Il corteo. Già dicevamo nel 2009: il corteofunebre è un uso antico, che nei tempi hacambiato spesso forma e lo farà ancora nelfuturo. Oggi le condizioni della strada diuna città come la nostra non sono quellepiù adatte per la preghiera e per il raccogli-mento. A ciò va aggiunto che il numero deifunerali in una città che invecchia è semprepiù alto: nel 2014 a Bresso ci sono stati259 funerali; inoltre l’Amministrazione Co-munale ci ha chiesto di dare la disponibilitàdi celebrare funerali in ben quattro orarigiornalieri. In questo contesto diventa in-sostenibile fare il corteo. Non nascondiamonemmeno che la vita di un prete è semprepiù affollata di impegni e l’età mediaavanza...In un contesto così la scelta va all’essen-ziale: la condivisione del dolore e la cele-brazione dell’Eucaristia, che ci fanno viverela Misericordia di Dio.Ecco perché chiediamo alle famiglie di nondomandare alla Parrocchia che ci sia il cor-teo funebre: né dalla casa alla chiesa, nédalla chiesa al cimitero. Già in questi mesi,sentite le imprese, l’abbiamo proposto allefamiglie. Ci si ritrova in chiesa per la liturgia delleesequie e poi, subito dopo, ci si reca inauto direttamente al cimitero, dove il sa-cerdote non mancherà di dare la benedi-

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VITA DELLA COMUNITÀ10

zione alla sepoltura. Non viene menol’onore dovuto a un defunto: ciò che onoranoi e lui è la fede e l’amore, non altro.

Aggiungiamo infine quanto già comunicatonel 2009.4 La cremazione. Oggi, questo gesto nonè più scelto come segno di materialismo edi rifiuto della fede nella resurrezione. E laChiesa, pur non dimenticando l’anticaprassi della inumazione della salma, non visi oppone in alcun modo. Dopo le esequiein chiesa, prima che la salma sia portataalla cremazione, viene data l’ultima bene-dizione alle porte della chiesa. La famigliapuò chiedere all’impresa la presenza delprete anche alla successiva sepoltura delleceneri. Ma è bello pensare che, in quelsemplice momento, come famigliari, in

quanto battezzati, siete in grado di affidareil vostro caro a Dio, pregando insieme lapreghiera del Padre Nostro, segno di fidu-cia nelle promesse di Gesù, e dell’EternoRiposo, segno della nostra speranza, piùforte della morte; per questo un semplicecartoncino vi sarà dato dal vostro prete almomento delle esequie.Siamo certi che per tutti noi la centralità diGesù sia più importante delle tradizioni edegli usi, e che ogni generazione possa vi-vere con il suo tempo la fede e la speranzadi sempre. Per questo siamo certi che que-ste rinnovate forme di vivere la morte inGesù saranno accolte con fiducia dalla no-stra gente.

I vostri preti della Comunità pastorale“Madonna del Pilastrello”

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VITA DELLA COMUNITÀ11

Una chiesa a Cormanoper i fratelli romeno - ortodossi

una decisione della diocesi e della chiesa locale

dalla redazione

“La chiesetta di S. Cristoforo inOspitaletto (sita sulla S.S. deiGiovi n.170) diventerà ChiesaEcumenica per la Zona Pasto-

rale VII.Nelle settimane scorse è stata infatti rivoltaalla parrocchia Buon Pastore una richiestada parte della Chiesa Ortodossa Romenadi avere un luogo di preghiera per il cultocristiano. Dopo i primi contatti e confronticon il sacerdote ortodosso responsabile (p.Sergio Arcaleanu), il decano ortodosso ru-

meno e il responsabile cattolico per l’ecu-menismo della Diocesi di Milano, il Consi-glio Pastorale della Comunità pastorale diCormano ha approvato all’unanimità la ri-chiesta della Chiesa Ortodossa Romena.L’uso della chiesa (che rimarrà di proprietàdella Parrocchia Buon Pastore) sarà rego-lato civilmente e canonicamente dalle Con-venzioni e Accordi specifici previsti dallaCuria di Milano, nel rispetto anche delle esi-genze del culto cattolico.La valorizzazione della chiesa S. Cristoforo

come luogo di preghiera ordinaria per ilculto ortodosso romeno sarà l’occa-sione per tutta la Comunità Pastorale edecanale di crescere insieme nella fedesecondo gli insegnamenti del ConcilioVaticano II, costruendo anche local-mente l’unità della Chiesa universale,come richiesto nel Vangelo. Ai nostrifratelli ortodossi auguriamo un sinceroaugurio di “benvenuti”, nel SignoreGesù Cristo”.Fin qui il comunicato letto nelle chiesedi Cormano domenica 31 maggio. Aquesto si aggiunge la nostra gioia dibressesi, che abbiamo accompagnatoi primi passi di questa chiesa sorella incittà. I tempi del trasferimento dalla saladi via Bologna non sono ancora noti:nel frattempo domenica 31 la comunitàromena ha festeggiato in oratorio sanGiuseppe il primo anno di vita della suaparrocchia, dedicata a san Giustinomartire, che il calendario ricorda il 1°giugno. Possiamo solo augurare ogni bene inun fraterno cammino di chiese.

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VITA DELLA COMUNITÀ

La Sala della Comunitàsi riempie di vita... e pulsa!

Cineforum, ultima stagione

a cura del Circolo Cinematografico di Bresso

Un’altra rassegna del Cineforum è ter-minata, ormai, fa un po’ paura dirlo,sono quasi venticinque anni che il gio-vedì sera si rinnova il consueto appun-

tamento con il Cinema d’autore in Sala S.Giuseppe. Anche quest’anno ventiquattro pelli-cole ci hanno accompagnato offrendoci ognivolta un prezioso spazio di riflessione strappatoalla vita frenetica di ogni giorno.A volte, scostando le tende che separano l’atriodalla platea, abbiamo scorto pochi spettatoriche si perdevano fra le poltrone vuote; quasisempre invece un buon numero di persone,adatto per augurarsi una buona e fruttuosa di-scussione al termine della pellicola. Ma forsemai ci è capitato, prima ancora di entrare, di tro-vare il cinema assediato da giovani in coda sullavia Isimbardi ed in platea tutte le poltrone occu-pate con persone in piedi: ragazzi del liceo, delleterze medie accompagnati dai loro genitori e dailoro professori.. E, purtroppo, qualcuno non ènemmeno riuscito ad entrare!Così è successo qualche giovedì fa, in occa-sione della serata organizzata dal nostro CircoloCinematografico sul mondo dei Social Network.Ovviamente il silenzio abituale della sala erastato sostituito da ondate di sonore e fragoroserisate, da cellulari in azione una poltrona sì eduna sì, ma d’incanto quando le luci si sonospente e la pellicola, Disconnect, ha iniziato ascorrere sullo schermo, in sala è sceso un si-lenzio coinvolgente così inteso da spingere,anche chi avrebbe voluto continuare a chiac-chierare, a restare muto, attento, catturato dalleimmagini, ma soprattutto dai significati profondiche queste ci stavano suggerendo. Un silenzioche, non lo nascondiamo, ci ha sorpreso e gra-tificato.

Poi le luci si sono riaccese e Luigi Ballerini, psi-coanalista esperto di tematiche giovanili, cheaveva già ampiamente introdotto la pellicola, ciha guidato in un primo tentativo di discussionesulle numerose provocazione lanciateci dal re-gista: l’invadenza dei media, i pericoli dei socialnetwork, ma soprattutto la crisi delle re lazioni.Nei giorni seguenti la discussione è continuataa scuola, in oratorio, nelle nostre case a tavola,sui cellulari di genitori e ragazzi. Un miracolo? No. Il frutto di un intenso lavoropartito da lontano, dalla collaborazione cercatafra il Circolo Cinematografico Bresso, le ScuoleMedie di Bresso, il Liceo Casiraghi e gli Oratori.Dall’incontro non tanto con Istituzioni, ma conprofessori ed educatori in carne ed ossa, attenti,sensibili alle esigenze dei loro studenti, tanto daproiettare le loro ore di lezione al di fuori dal-l’orario scolastico canonico, tanto da immagi-narsi i loro studenti anche senza un bancodavanti, tanto da invitarli ed accompagnarli amangiare una pizza veloce in una tavola caldaprima della serata, tanto da aspettare fuori dalcinema che tutti i genitori fossero passati a re-cuperare i propri figli.Già negli anni precedenti avevamo organizzatoanaloghe serate, e quest’anno abbiamo propo-sto ai giovani delle Terze Medie anche “La ladradi libri”, in occasione del Giorno della Memoriae “Il capitale umano” ai liceali del Casiraghi. Insomma una preziosa collaborazione, unagrande risorsa di idee ed iniziative per far pul-sare la nostra Sala della Comunità, per renderlaun centro vivo a cui legare le diverse relazioniculturali sociali ed umane che convivono intornoa noi.Vi aspettiamo dunque ad ottobre, per l’iniziodella nuova stagione cinematografica.

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COLORI DEGLI ORATORI13

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GRUPPI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI

A 100 anni dalla 1ªguerra mondiale

Un viaggio della memoria organizzato dall’Azione Cattolica

Non è pensabile in un breve reso-conto approfondire adeguata-mente le motivazioni cheindussero l’Italia a entrare in

guerra contro l’Impero Austro-Ungarico(peraltro in precedenza era a esso unita daun patto militare difensivo denominato “Tri-plice Alleanza”); ci basti l’autorevole defini-zione data dal Papa di allora, BenedettoXV, di “inutile strage”. Tale perentoria affer-mazione portava con sé tutta la sofferenzadi un Papa che sapeva bene che, dietro iretorici proclami del tempo, in realtàc’erano in gioco interessi meno nobili,come le promesse da parte della Triplice In-tesa (Francia, Inghilterra e Russia) di con-cedere all’Italia, in caso di vittoria, unaposizione dominante su gran parte dellenazioni che si affacciavano sulla spondaest dell’Adriatico, ovviamente a scapito diVienna. Infatti, solo in un secondo tempo,precisamente dopo la disfatta di Caporetto(1917), i nostri fanti si attestarono lungo ilPiave a difendere “i sacri confini dellaPatria”, ma all’inizio non fu così. Fu-rono gli italiani per primi, il 24 maggio1915, a invadere le terre a quel tempoappartenenti all’Impero Austro-Unga-rico.Ma l’intento dei pellegrini non è statoquello di percorrere un itinerario cele-brativo dell’evento vittorioso. Se-condo una saggia definizione delpresidente cittadino dell’Azione Cat-tolica, Enrico Padoan, “è stato piutto-sto una sorta di viaggio-riflessione perridare un senso alla commemorazione

attraverso una lettura della storia che ci aiu-tasse a comprendere l’oggi, in quanto larecrudescenza dei nazionalismi (degenera-zione del positivo concetto di identità na-zionale, che è valorizzazione delle diversitànell’unità), unitamente al persistere dellagrave crisi economica, sta mettendo in di-scussione l’idea stessa di Europa e per-tanto deve indurci a riflettere sui possibilirischi di un ritorno al passato”. È vero, come dissero autorevoli padri fon-datori dell’Europa, che non avendo fattol’unità europea abbiamo avuto la guerra(anzi, ci permettiamo di aggiungere, bendue guerre mondiali e lunghe dittature diogni colore politico); ma, forse, oggi que-sto non basta più. Dopo 65 anni, l’UnioneEuropea esiste e la moneta unica è la va-luta comune in gran parte degli Stati mem-bri, ma il concetto di solidarietà tra i popoliè stato progressivamente sostituito daquello di rigore economico, talune leggi eregolamenti sono visti come burocratici e

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Gorizia e la Valle dell’Isonzo, Caporetto, i cimiteri di Redipuglia el’incontro con l’Arcivescovo Carlo Redaelli sono state le tappeprincipali del viaggio

di Ambrogio Giussani

Il Prevosto don Angelocon l'Arcivescovo di Gorizia

Mons. Carlo Redaelli

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GRUPPI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI

opprimenti, la politica estera europea simostra incapace di intervenire unitaria-mente ed efficacemente nelle varie situa-zioni di crisi come, per esempio, quella deiflussi migratori… Insomma, ci sembra che i valori fondantisiano in crisi e che manchi un progetto po-litico di ampio respiro in grado di dare si-gnificato allo stare insieme. Forse nonaveva torto chi diceva che l’Europa unita “oè cristiana oppure non è”… (e, non a caso,quasi tutti i padri fondatori avevano una for-mazione cristiana). Anche la diretta testimonianza dell’Arcive-scovo di Gorizia, Mons. Carlo Redaelli, equella dell’assistente diocesano di A.C.don Lorenzo Boscariol sono state stimo-lanti per la riflessione poiché hanno avutoun taglio più “personale”, cioè legato al vis-suto quotidiano della gente di frontiera,raccontando di episodi della grande guerranei quali si sono combattuti perfino appar-tenenti alla medesima famiglia arruolati sudue fronti diversi e descrivendo il massacrodelle foibe di vent’anni dopo, nelle quali fu-

rono gettati i corpi delle vittime, molti deiquali ancora vivi. Dice ancora Enrico Pa-doan: “L’incontro con la Chiesa di Gorizia,che ha vissuto e in parte ancora vive leconseguenze di quella contrapposizioneinter-etnica frutto della follia della guerra, ciha aiutato a visitare con occhi diversi sia ilmuseo di Caporetto, sia Redipuglia e Fo-gliano, due grandi Cimiteri, come dichiaratoda Papa Francesco, piuttosto che monu-menti celebrativi di gesta eroiche”. Oggi, forse, il rischio diretto di una terzaguerra mondiale non c’è; tuttavia PapaFrancesco richiama la nostra attenzione suimolteplici focolai esistenti sul pianeta affer-mando che “forse si può parlare di unaterza guerra combattuta a pezzi, con cri-mini, massacri, distruzioni...”. Si conclude così il viaggio-riflessione su unpezzo della nostra storia che va ad arric-chire la serie degli itinerari artistico-spiritualiche avevano caratterizzato le uscite degliscorsi anni a Roma, Porlezza, Venezia,Siena e Arezzo, sempre a cura dell’AzioneCattolica bressese.

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Nel chiostro dell'arcivescovado - al centro Mons. Carlo Redaelli

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Da bambina volevo essere un maschioMeno male che alloranon c’era il gender

Mi chiedo: ma non è che stiamo esagerando? Non è che finiamo per confondere leidee ad adolescenti che vivono una fase delicata e non sanno neanche loro benecosa sono?

di Monica Ricci Sargentini

Io so cosa vuol dire non riconoscersi nelproprio sesso di nascita, perché tra i 5 ei 14 anni volevo essere un maschio. Nonun maschiaccio, come si dice bonaria-

mente delle bambine più vivaci, ma proprioun maschio. Odiavo merletti e fiocchi, por-tavo solo pantaloni ed ero così contentaquando la gente mi scambiava per unbambino. Cercavo di camminare in modonon aggraziato e passavo ore a chiedermiperché mi era toccata la sorte tragica dinon avere il pisellino. Giocavo a pallone, di-cevo parolacce perché mi sembrava più vi-rile, schifavo le bambole, il colore rosa mifaceva orrore. I miei ebbero l’intelligenza diassecondarmi senza ingigantire la cosa.Ma quando sono entrata nell’era della pu-bertà non potevo più fingere di esserequello che non ero. Ero letteralmente di-sperata. Mi ricordo ancora la tristissimagonna salopette jeans che mia mamma micomprò a 14 anni. Mi sentivo brutta, goffa,sbagliata. Eppure oggi sono super con-tenta di essere femmina/mamma e nonvorrei proprio per nulla essere un uomo.A quel tempo, però, nessuno parlava di«disforia di genere» o proponeva di so-spendere la pubertà a quei ragazzi/e chenon si riconoscono nel proprio sesso comefanno ora in una clinica olandese. Michiedo: ma non è che stiamo esagerando?Non è che finiamo per confondere le ideead adolescenti che vivono una fase delicatae non sanno neanche loro bene cosa

sono? Cosa sarebbe successo se qual-cuno allora mi avesse detto che potevo ve-ramente fare la transizione e diventaremaschio? Io temo proprio che in quel mo-mento avrei detto di sì. E sarei stata infe-lice per la vita.Ultimamente siamo bombardati da notiziesui transgender, otto articoli dall’inizio del-l’anno solo sul Corriere, e mai si profila ilcaso che la «disforia di genere» sia solo unmomento di crescita dell’adolescenza. Aquesto si associa un altro dibattito, per mealtrettanto spinoso. Un’amica di vecchiadata mi scrive: «Firma per favore visti gli at-tacchi di un certo integralismo cattolico». Illink rimanda a una petizione per introdurrenelle scuole la cosiddetta teoria del gender,quella che, per riassumerla in poche pa-role, distingue tra il sesso di nascita e il ge-nere con cui una persona si identifica. «No,non firmo – rispondo – perché da femmini-sta sono contraria a una teoria che annullale differenze tra uomo e donna». I mieiamici della comunità Lgbt mi perdonerannoma la strada che alcuni di loro hanno intra-preso mi sembra sia nociva anche alla lorocausa. È come se si stesse perdendo ilcontatto con la realtà e si volesse calaredall’alto un modello fissato a priori che cirende forzatamente tutti uguali cancellandoquelle differenze che invece sono la nostraforza. Una cosa mi sembra abbastanza ac-clarata: noi umani nasciamo maschi o fem-mine. E, al di là degli stereotipi e dei

APPROFONDIAMO16

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APPROFONDIAMO17

condizionamenti, i due sessi sono fonda-mentalmente diversi per sensibilità e mododi ragionare, oltre che fisicamente. Lo sap-piamo bene noi femministe che tanto ab-biamo insistito sul valore della differenza.Parità sì ma di certo non per appiattirci sulmodello maschile, non per diventare comegli uomini bensì per esaltare le nostre ca-pacità e rivendicare il valore di un nostromodo di sentire, di ragionare. La nostraemotività, per esempio, è un punto di forza,non una debolezza. La possibilità di usciredai binari della razionalità per far parlarel’istinto, le emozioni, la pancia, è una ca-pacità di cui andiamo fiere.Per questo la cosiddetta teoria gender misembra addirittura pericolosa là dove vuoleannullare queste diversità. Perché se miafiglia apre l’armadio e guarda tutti i vestitiprima di sceglierne uno, di certo io non civedo un effetto malvagio dello stereotipoche vuole le bambine leziose e carine mauna manifestazione della sua innata fem-minilità. Esattamente come il mio secondofiglio maschio va in brodo di giuggiole ognivolta che vede una palla o una macchinina.E di sicuro non sono io ad averglielo inse-gnato. Una come me che da bambina di-sdegnava le bambole e si ostinava avestirsi come un maschio. Proprio a medoveva capitare la figlia tutta trucchi e fioc-chettini. Una bambina che vede il mondodipinto di rosa. Ma non la contrasto, es-sendo sicura che crescendo ap-prezzerà anche altri colori,smetterà di sognare principesse escalerà il mondo senza paura.E quelli che non si ritrovano in que-sto schema? Si sentiranno diversi?Esclusi? Emarginati? Penso chequesto sia un falso problema per-ché il nostro compito è di educarei bambini a rispettare le diversità, anon discriminare, a essere tolle-ranti, ad aiutare gli altri. Un princi-

pio generale che vale per tutti: gli omoses-suali, i migranti, i neri, gli obesi, i portatori dihandicap. Non serve un’educazione miratacontro l’omofobia, serve un’educazione ebasta.Mio figlio Simone a tre anni aveva una fi-danzatina e io, come tutti i genitori, mi di-vertivo a raccontare le loro gesta: «Vogliono11 figli, anzi 99». Tutti ridevano. Finché unmio amico omosessuale, scandalizzato, miapostrofò così: «Monica, ma che fai, lo cre-sci come un eterosessuale?». Ecco, que-sta domanda racchiude tutte le mieperplessità sulla teoria di genere. Quandouno ha un figlio cerca di allevarlo nel mi-gliore dei modi ma certo a tre anni non gliprospetta tutte le diverse opzioni di una suafutura sessualità come se fosse un menu àla carte. È folle anche il solo pensarlo.Amici della comunità Lgbt è possibile direquello che sto dicendo senza essere tac-ciata di omofobia? Non pensate che volerimporre una simile sovrastruttura possa ot-tenere l’effetto contrario a quello deside-rato? Veramente vogliamo imitare queigenitori canadesi che si rifiutavano di rive-lare il sesso del figlio/figlia di 3 anni perchénon subisse condizionamenti di genere?Una simile ipotesi mi fa orrore.

http://27esimaora.corriere.it/articolo/da-bambina-volevo-essere-un-maschio-meno-male-che-allora-non-cera-il-gender/

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La FAO ha calcolato che i quasi 7 mi-liardi di abitanti del mondo hannooggi una disponibilità di cibo supe-riore del 15% a quella su cui pote-

vano contare i 4 miliardi degli anni ’80 einvece abbiamo circa 800 milioni di denu-triti e per contro ben 1,4 miliardi di obesi.La battaglia contro la malnutrizione si vincenon tanto aumentando ancora le quantitàprodotte e quindi sfruttando laterra e le risorse senza limite al-cuno, quanto ripensando afondo l’attuale sistema alimen-tare ed economico che incidesulla distribuzione del cibo trale diverse popolazioni, ridimen-sionando le varie disegua-glianze che spaziano da quelle di naturaeconomica, come l’ineguale distribuzionedel reddito, a quelle di carattere sociale,come il livello delle infrastrutture e del-l’istruzione pubblica.A ciò si aggiunge che lungo la filiera agroa-limentare mondiale si perde circa un terzodella produzione: 1,6 miliardi di tonnellatedi cibo ogni anno. Di questo terzo, il 32% sispreca durante la produzione agricola acausa di surplus produttivi, inadeguate in-frastrutture di stoccaggio o di trasporto, il33% durante la fase di trasformazione in-dustriale, il 13% nella distribuzione (più iluoghi di produzione sono lontani dal con-sumatore e più elevato è il rischio di dete-rioramento) e il 22% per colpa dei clientifinali, ristorazione compresa. Solo in Italia,buttiamo via 149 chili di cibo a testa al-l’anno a causa di letture sbagliate delle eti-chette di scadenza, errori nella

conservazione dei cibi freschi e nella ge-stione degli avanzi. Bisogna inoltre considerare il ruolo, semprepiù cruciale, svolto dalle multinazionaliagroalimentari nel governo mondiale delcibo, la cui influenza sta minando la sovra-nità alimentare delle comunità locali e deipiccoli produttori come sta già accadendonel settore della pesca, dove un sistema di

quote e concessioni delle ri-sorse ittiche libere, deciso danumerosi Stati, sta tagliandofuori i piccoli pescatori nel Nordcome nel Sud del mondo: in Is-landa, dieci compagnie con-trollano il 50% delle quote; inCina, 127 mila pescatori de-

vono dividersi il 10% del mercato mentre 4grandi aziende detengono il 90% delle con-cessioni; in Sud Africa, le quote introdottenel 2005 hanno portato all’esclusione di 50mila piccoli pescatori… Non solo, ma i“megapescherecci” di queste multinazio-nali sono i massimi responsabili dei dannialle specie marine e della distruzione di ri-sorse ittiche che potrebbero essere impie-gate per combattere la fame nel mondo: sipensi solo al fatto che tra gli otto e i 20 mi-lioni di tonnellate di pesce pescato vienescartato e quindi ributtato in mare mortoperché considerato di scarso valore com-merciale (specie non pregiate o di piccolotaglio). Per non parlare poi dei danni am-bientali prodotti da costoro… ma questo èun altro capitolo.Rielaborazione e sintesi a cura di Ambro-gio Giussani tratta dalla rivista “Valori” deimesi di febbraio, aprile e maggio 2015

La filiera della vergognaNumeri su cui riflettere

Abbiamo cibo per sfamare l’intera popolazione mondiale ma diseguaglianze di varia natura impediscono di raggiungere l’obiettivo

OLTRE IL CAMPANILE18

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CIIVICA

Un’ epopea bressese che non finisce di stupire

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Iso-Ecspo

Sabato 9 maggio alle ore 11 dellamattina ha avuto inizio Iso-Ecspo,il grande raduno delle auto chehanno fatto la storia di Bresso,

ossia le mitiche Iso Rivolta, Isetta e Iso-moto/scooter. Iso-Ecspo è nata grazie aRoberto Ghezzi e Flavio Campetti del co-mitato Iso Millennium di Bresso, a cuivenne l’idea di orga-nizzare una manife-stazione nei giornidell’Expo che avessecarattere internazio-nale, come l’esposi-zione, ma chevalorizzasse il patri-monio storico dellaIso. Il raduno, dovendorappresentare l’Expodelle Iso, non potevache ricalcare questonome: così Ghezzi ebbe l’intuizione di de-nominarlo Iso-Ecspo, in modo che la pro-nuncia risuonasse con il suono dell’Expoma la parola potesse essere incrociata,come un cruciverba, con la parola Iso me-diante la lettera S. Iso-Ecspo voleva essereprima di tutto una festa, e lo è stata. Tutta-via, nel medesimo tempo ha dato un nuovoslancio all’elevato interesse storico e cultu-rale attorno alle realizzazioni della Iso e deisuoi designer, per cui ha assunto anche lavalenza di richiamo al futuro del museo sto-rico presso i capannoni. In tale occasione ilsindaco di Bresso ha aperto decisamenteai privati che fossero interessati a contri-

buire al progetto, in modo che il museo IsoRivolta possa diventare realtà il più prestopossibile. Hanno partecipato al radunoanche Piero Rivolta e la moglie Lele, la cuipresenza ha gratificato i partecipanti italianied esteri giunti in forze. Sabato mattina, presso Oxygen, l’avveniri-stico padiglione di via Campestre, ha avuto

luogo la Grifo cele-bration, per i 50 annidalla messa in produ-zione dell’auto spor-tiva più famosaprodotta a Bresso.Flavio Campetti haeffettuato un’ottimapresentazione del-l’evento alternandoinglese e italiano, inmodo da farsi com-prendere anche dagliospiti provenienti da

Stati Uniti ed Europa. È stato inoltre proiet-tato un video che ha ripercorso la storiadella Iso di Bresso, dei suoi protagonisti e

Una festa per appassionati di tutto il mondoe cittadini bressesiche è un richiamo al futuro museo storico

di Francesco Boso

A sinistra l’Ing. Piero Rivolta intervistatodall’Ing. Flavio Campetti

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CIVICA

che soprattutto ha mostrato vecchi e nuovimodelli di auto. La partecipazione all’evento è stata note-vole, visto che oltre a partecipanti da tuttaItalia Iso-Ecspo ha acceso l’interesse dimolti appassionati ed esperti del settoreche sono arrivati da molti Paesi esteri, tra iquali Germania, Olanda, Francia, Belgio,

Stati Uniti, Ungheria e Svizzera. Le auto e imotocicli a marchio Iso esposti nel corsodel raduno sono stati: Isomoto 125, Iso-scooter 125 e 150, Iso 200, 150, Isosport,Iso Diva, le Isette ISO, le GT, le Grifo, laFidia, le Lele, le A3C, la Grifo 90, IsettaBMW, Isetta Velam e molte altre. Tuttavia il vero successo di Iso-Ecspo èstata la soddisfazione che si poteva leg-gere negli occhi dei presenti, il fatto di riu-nire appassionati di qualunque Paese orango sociale, dai vecchi lavoratori della Isoa imprenditori europei e statunitensi. Ma lacosa più bella è che tutti sono usciti con-tenti dai capannoni della Iso Rivolta dopoaver ripercorso un pezzo di storia della Isoe della stessa Bresso. Ogni tanto anche re-

altà apparentemente piccole, come la no-stra città, possono rappresentare una fine-stra sul mondo, nel caso specifico perquanto riguarda l’arte, lo stile e la passionedi produrre automobili. Un altro aspetto po-sitivo di Iso-Ecspo è stato che benchémolti non si conoscessero sembravano in-vece amici che si sono rincontrati dopotanto tempo, e non estranei: questo dimo-stra come certi interessi e passatempi pos-sano unire le persone. Alla fine della manifestazione molte per-sone hanno rivolto lo sguardo indietroverso i capannoni, con emozione maanche con un filo di nostalgia, poiché essierano divenuti per tre giorni la loro casa.Solo una cosa singolare: il comune diBresso ha patrocinato e contribuito allamanifestazione fornendo spazi e servizi,tuttavia in concomitanza ha la promossouna biciclettata sulle nuove piste ciclabili,della quale si è letto sugli avvisi comunali esui giornali; così Iso-Ecspo non ha ricevutoquell'attenzione che forse meritava vista lasua unicità.L'evento ha dimostrato che la passione perla ISO è ancora molto forte. Quindi non cirimane che augurarci che ci saranno altriincontri ed altre occasioni per rivivereun'esperienza fuori dall'ordinario comequella di Iso-Ecspo, ma molto dipende daquello che nel frattempo accadrà, ovverose si troveranno investitori privati capaci diconcludere il progetto dell'area ISO.

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Genesio e Francesco: una, anzi due vitepassate a lavorare alla vecchia cara Iso!È stato fantastico avervi all'Iso-Ecspo!

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RECENSIONI21

Gli itinerari proposti in questo volumeoffrono uno sguardo sia alla Milanodel passato sia a quella presente. Il

capoluogo lombardo infatti non era cri-stiano un tempo: oggi è cristiano o meglio,anche cristiano. E oggi nella metropoli ven-gono compiute scelte ed esistono luoghi lacui radice è nel Vangelo.La guida suggerisce anzitutto monumenti,dipinti, sculture: inviti ad assaporare, quar-tiere dopo quartiere, una città forse non ab-bastanza nota e certo mai scontata. Einsieme presenta istituzioni, persone e sto-rie che esprimono il volto di una Milano vivae solidale.Il volume è divisoin dieci percorsiispirati soprattuttoalla cerchia deiNavigli, ma anchealle zone civicheche dal centrostorico si prolun-gano versol’esterno a com-prendere le areeche nel corsodelle epoche si sono aggiunte al territoriocomunale. Concludono alcune possibiliesplorazioni fuori porta. Ogni tragitto puòessere svolto in una giornata intera. In ap-pendice, gli indirizzi delle Comunità cattoli-che di lingua straniera dove si celebral’Eucaristia domenicale.

Paolo Sartor - Massimo PavanelloGuida alla Milano cristianaEditrice San Paolo, € 9,90

Voilà! Dopo tanto lavoro, preparativi eaffanni, l’Expo è partito. Milano si po-pola di turisti e i media trasmettono i

loro commenti. Fra questi mi è parso inte-ressante il consiglio di visitare a piedi lagrande città per poterne scoprire meglio labellezza. Il mio pensiero è subito corso alvolume “Milano in mano”, pubblicato daMursia nella sua 18a edizione in occasionedel 50° dalla prima risalente all’aprile 1965,a cura del giornalista e scrittore GuidoLopez. Il figlio dell’autore, Fabio, architetto,

con un lavoroimmane duratoanni (Milanonon è certo unacittà statica) harivisto e aggior-nato tutto il ma-teriale e gli

appunti fino all’ultimo raccolti da suo padree, mantenendo la struttura della prima edi-zione, ci ha regalato un preziosissimo sup-porto alla visita della metropoli attraverso14 itinerari. Non leggerete una guida pura-mente turistica, ma sarete sorpresi dallaricchezza di notizie storiche, personaggi,aneddoti e curiosità. Per questo a suotempo Dino Buzzati definì il volume “unvero romanzo”.

Guido Lopez - Silvestro SevergniniMilano in manoNuova edizione aggiornata a cura di Fabio LopezMursia editore

Expo e la grande metropoli/1

Milano in manoExpo e la grande metropoli/2

Guida alla Milano cristianadi Serenella Luraschi di M.P.

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CALENDARIO LITURGICO

GIUGNO 2015

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FARMACIE DI TURNO

GIUGNO 2015 (Bresso - Cormano - Cusano)a cura della Farmacia Rivolta - Cormano

GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30DEL GIORNO SUCCESSIVO

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TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N. 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26MORETTI - Cusano M. V.le Matteotti, 2COMUNALE N. 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26BRUSUGLIO - Cormano Via V. Veneto, 27GIUGLIANO - Cusano M. Via C. Sormani, 89COMUNALE N. 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26DEL CORSO - Cusano M. P.za Trento e Trieste, 4FORNASÈ - Cormano P.za Bernini, 1/ARIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10COMUNALE N. 2 - Bresso Via Ambrogio Strada, 56PALTRINIERI - Cusano M. Via Cooperazione, 20SCOTTI - Bresso Via A. Manzoni, 14FORNASÈ - Cormano P.za Bernini, 1/ABAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/DCOMUNALE N. 3 - Bresso Via Piave, 23COMUNALE - Cusano M. Via Ticino, 5BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/DTESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N. 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26MORETTI - Cusano M. V.le Matteotti, 2COMUNALE N. 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 51GIUGLIANO - Cusano M. Via C. Sormani, 89COMUNALE N. 1 - Bresso Via Roma, 87DEL CORSO - Cusano M. P.za Trento e Trieste, 4FORNASÈ - Cormano P.za Bernini, 1/ARIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10COMUNALE N. 2 - Bresso Via Ambrogio Strada, 56PALTRINIERI - Cusano M. Via Cooperazione, 20SCOTTI - Bresso Via A. Manzoni, 14SORRENTINO - Cormano Via A. Gramsci, 44BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/DCOMUNALE N. 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26COMUNALE - Cusano M. Via Ticino, 5BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/DTESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N. 4 - Bresso Via Papa Giovanni XXII, 43MORETTI - Cusano M. V.le Matteotti, 2COMUNALE N. 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26BRUSUGLIO - Cormano Via V. Veneto, 27

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I NUMERI DELLA COMUNITÀ

Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celsoferiali: ore 8.45 - 9.30sabato: ore 16-19

Indirizzovia Roma, 12 - 20091 Bresso

www.madonnadelpilastrello.it.e-mail: [email protected]

Direttore: Don Angelo Zorloni Redazione: Ambrogio Giussani - Luca BaraggiaWalter Baraggia - Flavio Campetti - Valentina VillaDario Landreani - Francesco Boso

Foto: Autori vari, Roberto Calmi Copertina: Realizzazione grafica a cura di Luca Baraggia

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 405 del 18-11-1978Grafiche Baraggia s.r.l. - Via Ornato, 14 - MILANO - Tel. 02.6425737 - Fax 02. 66104118 - e-mail: [email protected]

Direttore: ANGELO ZORLONI

Orari delle SS. Messe in Bresso

Numeri utili

SS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 7.30 - 9 - 10.15 - 11.30 - 18

Santuario della Madonna del Pilastrellosabato e vigiliari: ore 17.30

SAN CARLO - feriali: ore 8 - 18.30sabato e vigiliari: ore 19festivi: ore 8.30 - 10 - 11.30 - 19

MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30sabato e vigiliari: ore 17.30festivi: ore 10 - 17.30

Chiesa di San Francesco - feriali: ore 9 (escluso il sabato)sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 11

Prevosto - don Angelo ZorloniOrari segreteria parrocchiale: dal lun. al ven. 17.30 - 19Don Gianfranco RadiceOratorio - don Pierpaolo ZanniniCarabinieri BressoVigili del FuocoCroce RossaAmbulanzaServizio di guardia medicaComunePolizia LocaleOspedale BassiniAcliAssociazione Centro sociale anzianiAVISBiblioteca ComunaleCasa dell’AnzianoCentro della FamigliaCentro di ascolto CaritasCinema-Teatro San GiuseppeParrocchia San CarloParrocchia Madonna della Misericordia

02 610 08 82

02 610 17 7902 610 17 6802 610 89 51

11502 610 73 68

11802 34567

02 614 55102 614 554 00

02 5799.102 66 50 10 72

02 610 72 3602 614 00 95

02 614 55 34902 66 50 30 7002 66 50 34 39

366 489234302 66 50 24 94

02 614 26 6002 610 09 96

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