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Il prezzo della disuguaglianza IN QUESTO NUMERO Giornata dei Migranti e Festa della Famiglia: photogallery Cresce la persecuzione anticristiana nel mondo Anno LXXXVIII - Numero 2 - Febbraio 2017

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Il prezzo delladisuguaglianza

IN QUESTO NUMERO

Giornata dei Migranti e Festa della Famiglia: photogallery

Cresce la persecuzioneanticristiana nel mondo

Anno LXXXVIII - Numero 2 - Febbraio 2017

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VERSO IL 25 MARZOUn sussidio per prepararsi alla visita del PonteficeIl testo, scritto da un comitato di sacerdoti e lai-ci creato in occasione della visita, si scarica gra-tuitamente. “Si rivolge innanzitutto agli operato-ri pastorali - spiegano gli autori - perché possa-no animare adeguatamente le comunità eccle-siali in vista dell’incontro con il Papa”.

9:01 AM – 26 Gen 17 #papamilano2017 Aspet-tando #PapaFrancesco Quante volte abbiamosentito parole sagge, coraggiose, da persone umi-li, da donne umili

12:47 PM – 20 Gen17 @angeloscola La famiglia èsoggetto di annuncio di Cristo se affronta in mododiretto problemi e comunica il dono della fede #vi-sitascola

Scene di vita diocesana

La photogallery

Il Consiglio Episcopale Milanese ha inviato aiparroci delle 1107 parrocchie della Diocesi diMilano una lettera per preparare i fedeli e i cit-tadini ambrosiani alla Visita pastorale di Papa

Francesco a Milano, il 25 marzo 2017. «In que-sta terra, laboriosa fino alla frenesia e forse in-certa fino allo smarrimento, generosa fino allosperpero e forse intimorita fino alla spavento,sentiamo il bisogno e domandiamo la grazia diessere confermati in quella fede che gli Apostolici hanno trasmesso e che attraversa i secoli finoa noi. Ci incamminiamo verso l’evento della visitapapale con il desiderio che non si riduca a espe-rienza di una emozione intensa e passeggera:

sia piuttosto una grazia che conforti, confermi,orienti la nostra fede, nel nostro cammino versola Pasqua, in preghiera con Maria, e offra ragionie segni per la speranza di tutti gli uomini e ledonne della nostra terra. Aspettiamo la visita diPapa Francesco anche quale compimento dellavisita pastorale feriale in atto in Diocesi: siamo incammino per custodire e far risplendere i tratti diuna Chiesa umile, disinteressata e beata, comePapa Francesco stesso ha raccomandato allaChiesa italiana. Prepariamoci a ringraziare il Papaper il dono del Giubileo straordinario della Mise-ricordia annunciato in Misericordiae vultus».Continua su: www.incrocinews.it

Con una lettera alle 1107 parrocchie della Diocesi l’Arcivescovo e i suoi più stretti collaboratorihanno indicato ai fedeli ambrosiani l’atteggiamento con cui accogliere il Pontefice

«La visita del Papa non si riduca a emozione passeggera»

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LA PAROLA DEL PARROCO3

Uno sguardo materno per vedere bene

L’omelia del parroco alla Giornata dei migranti 2017

“Non hanno vino”dice Maria a Gesù.Maria si accorgeche per questi gio-

vani l’inizio dell’avventu-ra più grande della lorovita, il giorno del loromatrimonio, si sta vol-gendo al disastro: unafesta senza vino! È losguardo materno cheguida Maria a ricono-scere cosa sta acca-dendo, e si avvicina aGesù per provvedere. Ilsuo segreto sta nellosguardo materno: perquesto ci vede bene.Uno sguardo dell’invitato medio, preoccu-pato solo di godersela, non si sarebbe ac-corto; e ne avrebbe pagato anche lui, irritato,le conseguenze, scaricando la sua rabbiacontro i due poveri giovani sposi.Questo sguardo materno –sì, materno, an-che in noi maschi– è necessario per vede-re bene. È quello che la Chiesa intera viveoggi, Giornata Mondiale del migrante e delrifugiato. Questo fenomeno lo vive il mon-do intero: nel 2015 si contavano 65,3 milionidi persone costrette alla fuga dai loro Pae-si. In Italia gli extracomunitari sono circa 3,5milioni su 60 milioni di abitanti: sono quasiil 6%, l’8,2% se contiamo anche gli straniericomunitari. La gran parte di loro sono cri-stiani (http://www.lenius.it/quanti-sono-gli-immigrati-in-italia-e-in-europa/ dati Euro-stat).I numeri documentano che non si tratta diuna invasione; ma i numeri non dicono nul-

la delle storie di dolore, di miseria, di sepa-razione, di ansia per il futuro che stanno die-tro il volto di ogni immigrato. Solo uno sguar-do materno lo sa vedere. Per farsi un’idea,accostate questi giovani immigrati: con unsaluto, con quattro chiacchiere e, se abita-no nei nostri caseggiati, condividendo unamerenda o i compiti coi loro figli e i nostri.E se nasce un minimo di rapporto, invitatelia pranzo una domenica: non è difficile. Oggistesso lo facciamo, in oratorio. Lo sguardomaterno sa vedere che senza il vino della si-curezza, della pace, della libertà religiosa, delcibo e dell’acqua, della scuola, della salu-te, della giustizia, del lavoro, dei giusti dirit-ti civili, la vita non è più davvero umana. Unpopolo di migranti come quello italiano nonpuò dimenticarlo.È lo sguardo materno che consolida una fa-miglia, anche la famiglia della città: in una fa-miglia, come è ovvio, non mancano fatichea intendersi, ma c’è la voglia di farlo. È que-

I migranti italiani di cent’anni fa

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LA PAROLA DEL PARROCO4

sto sguardo materno che ci garantirà un fu-turo buono per tutti. Questo sguardo ma-terno è stata la caratteristica dell’Europa nelsuo sorgere e nel suo lento formarsi. La suacapacità di accogliere interi popoli, ancheostili, che vi si accostavano, e di renderli par-te di una sinfonia, nasce da questo sguar-do materno di chi, come Maria, confida inGesù e lo segue anche nei tornanti più in-cogniti della storia, come è quello che stia-mo vivendo. È appunto lo sguardo mater-no di Maria l’apporto insostituibile dei cristianial futuro del mondo.Uno sguardo materno è sempre saggio,concreto e lungimirante. Non mette toppemomentanee, ma provvede per il domani.Per questo dobbiamo esigere – e va scan-dito bene questo verbo: e-s-i-g-e-r-e –che le amministrazioni e i governi nazionalied europei adottino politiche lungimiranti,umane, economicamente sostenibili e lim-pide circa i migranti. Senza una politica cosìsi amplificano emergenze, pericoli e danniper tutti. Certo: il primo aiuto è lo sviluppoa casa loro. Perché non sia un facile slogan,ciò chiede in primis la cessazione della ven-dita delle armi e poi una diversa forma di svi-luppo per una distribuzione più equa dellericchezze. [ndr: vedi dossier sulla povertà inquesto numero]. Non è come dirlo.E perché sia chiaro –anco-ra una volta– che il Papa nonha mai detto ai migranti:“Venite qui, c’è posto pertutti!”, ascoltiamo le sue pa-role al Corpo diplomaticoaccreditato presso il Vatica-no (9-1-2017): Un approccioprudente da parte delle au-torità pubbliche non com-porta l’attuazione di politichedi chiusura verso i migranti,ma implica valutare con sag-gezza e lungimiranza fino ache punto il proprio Paese è

in grado, senza ledere il bene comune deicittadini, di offrire una vita decorosa ai mi-granti, specialmente a coloro che hanno ef-fettivo bisogno di protezione. I migrantisono persone, con nomi, storie, famiglie enon potrà mai esserci vera pace finché esi-sterà anche un solo essere umano che vie-ne violato nella propria identità personale eridotto a una mera cifra statistica o a oggettodi interesse economico.Infine uno sguardo materno è anche vigileed energico. Una madre si accorge se il fi-glio che torna a casa porta un odore di fumostrano o se frequenta brutta gente… Losguardo materno non è un sentimentalismoinconcludente e improvvido: sappiamobene che non tutti i migranti sono degli an-gioletti e chi è delinquente –migrante o no–deve essere messo nella condizione di nonnuocere. Non c’è dubbio alcuno. È lo stes-so sguardo materno che lo chiede: e nonscordiamo che lo sguardo materno sa ri-scattare anche il peggior figlio.Uno sguardo materno sensibile ai bisogni vi-tali, concreto e vigile: abbiamo bisogno diquesto. Chiediamo a Maria la grazia del suosguardo, perché, anche in questo tempocosì inquietante ed esigente, una mammanon sbaglia mai.

Il prevosto don Angelo

I migranti di oggi

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5LA NOSTRA COMUNITÀ

Riposano in Cristo

LONARDI Adriano di anni 95MEMEO Antonella di anni 47CONCIA Alessio di anni 49MARELLI Francesca di anni 88MARTINO Andrea di anni 79

FORMAGLIO Ida di anni 94LOCURCIO Agnese di anni 86MURA Paolo di anni 83DI BELLO Stefania di anni 49CAPUZZO Pietro di anni 95

Legati del mese di febbraio

3 ore 7 TAGLIABUE Natale e RISI Mariaore 9 CINISELLI Pietro e TAGLIABUE Angela

11 ore 9 Famiglia BIANCHI Giuseppe, 13 ore 7 DONZELLI Pierina e LIBANORE Bruno18 ore 9 BIANCHI Edoardo e FUMAGALLI Ines

ore 18,30 DONZELLI Angelo e LECCHI Letizia, RIBOLDI Lucia e Carlo20 ore 9 LECCHI Suor Onorina e Giuditta21 ore 7 MAZZOLA Enrico, Arturo e Olga23 ore 7 DI STEFANO Rosa e Antonio24 ore 7 Mons. RE DIONIGI Giuseppe, Felice e Adele

ore 9 LESMA Giuseppe, Guido e PACCHETTI Giuseppina25 ore 18,30 LAMANNA Ettore e CAFERRO Rosina27 ore 9 LESMA Colomba, ANNONI Anna e LESMA Carlo28 ore 7 RECALCATI Angelo, ORIANI Enrichetta e figli

Legati del mese di marzo

4 ore 9 CAPPELLETTI Luigi e CONSONNI Santina11 ore 9 BERETTA Felice e ORIANI Maria Dolores14 ore 7 Famiglia. PAROZZI Pia, Angelo e figli18 ore 9 RECALCATI Augusto, Maria e Angelina25 ore 9 COLOMBO Ambrogio e Augusta27 ore 7 COSTARDI Giulio e MANENTI Adelaide28 ore 9 LECCHI Enrico e Alessandra30 ore 7 MAZZOLA Emanuela e Paolo

Per verificare il calendario 2017 dei legati i parenti - qualora non l’avessero già fattogli scorsi anni - passino in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19.00).

Nel 2016 sono scaduti i legati 25ennali di: COSTARDI GIULIO e MANENTI ADELAIDE; STRADA INNOCENTE e SAVINO VITTORIO; COMOTTI PIERINA e ROSSONI GIUSEPPE.

Se le famiglie intendono rinnovarlo, parlino col parroco.

Sposati nel Signore----------

Rinati al fonte battesimaleLESMA Bianca Maria LESMA Tommaso QUINTANO Bruno Edoardo

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NOTIZIARIO6

Come ci mancano le campane!In questi mesi le campane non suonano.Da novembre, infatti, l’avvio dei lavori nellachiesa parrocchiale le ha necessariamentezittite. Questioni di sicurezza nel cantieresul tetto. Ma come ci mancano le cam-pane! Quel sentirci accompagnati nelloscandire le ore del giorno, quell’essere ri-chiamati alla solerzia del lavoro o al mo-mento del riposo, quel sentirci vegliati dalloro rintocco, quel richiamo al guardare piùin Alto, quel sentire buona aria di paese…ebbene, questo ci manca. Purtroppo cimancherà ancora, fino al termine dei lavorialla fine di marzo. Pazienza. Ma le cam-pane ci mancano. Anche il prevosto lo con-fessa: più di una volta è arrivato in chiesa inritardo perché attendeva il richiamo dellecampane!

Freddo gennaioIl grande freddo di questo mese ci spingevolentieri sul divano. È perciò davvero con-solante vedere chi, anche con un clima daSiberia, è capace di vincere la pigrizia; efare cose che, ascoltandola, trascure-remmo. Alcuni esempi della nostra vita co-munitaria: la presenza alla Messaquotidiana delle 7 di mattina, alla quale nonmancano mai dei giovani; oppure la fre-quenza sempre solida alla Messa delle 9, eal fedele manipolo della preghiera del Ro-sario che vi segue. Oppure il folto gruppopresente in oratorio per la Scuola genitorio chi frequenta l’adorazione eucaristica delvenerdì sera. O i chierichetti alla Messa do-menicale delle 7.30. E molti altri segni diuna vita cristiana non di convenzione, madi convinzione. Provata dal gelo.

A un anno dalla morte di don GianfrancoRadiceIl tempo scorre, ma non cancella gli affettie la gratitudine. Si è visto dalla commo-zione nelle celebrazioni delle Messe per ilprimo anniversario della morte di don Gian-franco Radice.Gli siamo ancora tutti grati e siamo certiche non ci perda di vista dal Cielo. I noiosi,ma vincolanti, passaggi burocratici del-l’esecuzione testamentaria ci permettonosolo ora di sistemare in modo definitivo illuogo della sua sepoltura. Vogliamo qui ri-spondere alle domande di molti che si re-cano alla sua tomba, sempre affollata dilumi e fiori: per metà febbraio dovremmovedere compiuto il tutto.Per i lettori de “La Squilla” che gli voglionobene e che per l’età o la malattia non pos-sono uscire, non mancheremo di pubbli-carne le foto.

Giornata dei migranti e festa della famiglia:diastole e sistoleNelle nostre parrocchie in questo mese ab-biamo vissuto due domeniche intense: laGiornata dei migranti e la festa della fami-glia (vedi foto e articoli). Apparentementedue realtà molto lontane, ma vicinissime alcuore di Dio. E di conseguenza al nostrocuore di discepoli. Sono vicinissime perchéil cristiano –che vorrebbe avere il cuore diDio...– vive dell’allargarsi fino alle estremeperiferie dell’umano e insieme si prendecura del prossimo più vicino.Si estende alle povertà più estreme e sistringe attorno agli affetti più intimi. Il cuorefunziona bene così, dicono gli esperti: conla diastole che dilata e la sistole che stringe.

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NOTIZIARIO7

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8NOTIZIARIO 3

aETÀ

Gruppo parrocchiale Terza EtàProgramma attività mese di febbraio

Giovedì 2: RaccontiamociGiovedì 9: TombolataGiovedì 16: Arte e Cultura: Scopriamo Milano: La Casa ManzoniGiovedì 23: Incontro con il Medico

Tutti i mercoledì alle ore 15, si può partecipareai lavori a maglia e in stoffa a favore dei nostri missionari.

7 BUONI CONSIGLI SU COME COMBATTERE IL FREDDO

Il grande freddo si combatte anche a tavola: una corretta alimentazione è fon-damentale per mantenersi in buona salute quando è più facile ammalarsi.1 - Consumate almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, alimenti ricchi divitamina.2 - Non fatevi mai mancare pasta, carne, legumi, latte e pesce, necessari per il giustoapporto di fibre e proteine.3 - Ricordate di bere tanta acqua, e se proprio non avete molta sete cercate almenodi reintegrare i liquidi con le tisane.4 - Evitate infine gli alcolici, perché possono causare una eccessiva dispersione del ca-lore prodotto dal corpo e favorire l’insorgere di ipotermia.E quando uscite…5 - Se possibile, evitate di uscire nelle ore più fredde della giornata, in particolar modoal mattino presto e lasera, soprattutto sesoffrite di particolaripatologie come ma-lattie cardiovascola-ri o respiratorie.6 - Indossate un ab-bigliamento ade-guato e non dimen-ticate mai a casaguanti, sciarpa ecappello.7 - Cercate di pro-teggervi dagli sbalzidi temperatura an-che quando passateda un ambiente cal-do a uno freddo eviceversa.

Anche il Papa ha freddo

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9COMMISSIONE AFFARI ECONOMICI

di Roberto Cassamagnaghi a nome della Commissione degli Affari economici parrocchiale

Come promesso all’inizio del mesedi gennaio sono state prese le de-c i s i o n ioperative

per continuare i la-vori. Questo perchéqualsiasi interventoviene fatto, deve es-sere preventivamen-te approvato dallasoprintendenza chevigila su tutto.Sono arrivati i risultatidelle analisi dei legnistrutturali del tetto(capriate, terzere,travi di colmo, ecc.)ed il dato è tra ilbuono e sufficiente.Manca ancora il ri-sultato sulla data-zione dei legni che,fatto con il carbonio 14, ci verrà comunica-to non prima della metà di marzo. In basea queste analisi verranno sostituiti alcuni le-gni importanti insieme con tutti i travetti del-la navata centrale della Chiesa. Procedere-mo poi con la posa dell’assito che è fattocon tavole di larice dello spessore di 25mm.La soprintendenza, dopo presa visione inopera dei campioni specifici, ci ha chiestodi ridurre lo sporto di gronda della parte vec-chia della Chiesa (ved. foto 1) per uniformarlaa tutto il resto e questa sporgenza sarà a vi-sta senza la perlinatura come era prima; que-sto ci obbliga a sistemare tutta la muratu-ra tra i vari travetti ed a ripristinare tutto l’in-tonaco prima della tinteggiatura.

Si è anche proceduto alla sistemazione deivari pilastrini in muratura di mattoni pieni ed

al riposizionamento delle terzere (dormien-ti) per allineare tutta la struttura portante.Stiamo definendo il particolare per il riutiliz-zo dei canali di gronda in rame modifican-doli per adattarli alla nuova struttura del tet-to “ventilato” (ved. foto 2) in modo da po-ter contenere tutta l’acqua piovana nelle con-dizioni sfavorevoli di forti precipitazioni.Il lavoro di installazione del sistema antivo-latili con la centralina specificanella torre campanaria si sta concludendoe quindi questa miglioria molto necessariavolge al termineLa soprintendenza ci ha chiesto di fare nonpiù su pannelli ma direttamente sui muri del-

Foto 1

C’è molta vita sopra di noi

Cantieri in movimento

Proseguono senza intoppi i lavori sul tetto

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10COMMISSIONE AFFARI ECONOMICI

la Chiesa i campioni di colore per valutarnemeglio la scelta che comunque verrà fattaquanto prima per dare continuità al lavoro.Anche il nostro Parroco è salito sul ponteggio

per vedere da vicino i lavo-ri ed è rimasto molto con-tento e ragguagliato su tut-to. Ha potuto vedere i variparticolari quali ad esempiole grandi capriate, le volte inmattoni della chiesa, il si-stema guida del cavo chedall’inizio del ‘900 fa da sa-liscendi per i grandi para-menti dell’altare maggiore, itiranti in ferro della capriatasopra l’altare esempio dirarissima perfezione esecu-tiva di chi ha fatto que-st’opera. Ora l’obiettivo èchiudere in fretta il tetto conil nuovo assito ed il materialeisolante per rendere sicura la

protezione alla Chiesa e permetterci di la-vorare con più tranquillità anche su tutte lecoperture più basse. Ma questo lo raccon-teremo nel prossimo numero.

Foto 2

Offerte per il tetto della chiesa (gennaio 2017)NN € 50,00 NN € 50,00NN € 500,00 NN € 50,00NN € 10,00 NN € 2000,00Ass. N. Alpini Bresso € 3000,00 NN € 1000,00NN € 1000,00 NN € 100,00NN € 50,00II settimana del mese € 4523,00 Totale bonifici giunti €1750,00Totale offerte al 31 gennaio 2017: € 100.100

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COME CONTINUARE A CONTRIBUIRECON UN BONIFICO BANCARIO

IBAN: IT 38 T 05216 32620 0000 000 18880Parrocchia dei santi Nazaro e CelsoCREDITO VALTELLINESE AG. DI BRESSO indicando “Lavori tetto chiesa ”

OFFERTE DEDUCIBILI DAL REDDITO

Se hai una ATTIVITÀ la tua offerta è interamente deducibile dal reddito d’impresa. Se seiuna PERSONA FISICA la tua donazione ti consente una detrazione d’imposta del 19 % del-l’onere sostenuto.Rivolgiti in parrocchia per il contributo e riceverai la ricevuta fiscale

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11VITA DELLA COMUNITÀ

Sono le otto del mattino. Pedalo ve-locemente per non arrivare tardi allavoro. Mi cade lo sguardo su unmanifesto. Rileggo ancora, come

ogni mattina da qualche tempo, “Tu sei unbene per me”.Timbro il cartellino e ancora quelle parole mitornano alla mente. Penso che sarebbe bel-lo ricordarmene quando mi imbatterò nellaprima faccia che mi si farà incontro.Ed è così ogni mattina. Si ricomincia. Ma-gari con un po’ più di coscienza e sicura-mente con un desiderio rinnovato. Mi sen-to arricchita dall’esperienza che è stata pro-posta ai genitori quest’anno a partire da untema tanto essenziale, quanto affascinante.Mentre scrivo, mi rendo conto che è diffici-le sintetizzare cosa ho ricevuto da questaesperienza, che come ogni anno mi sor-prende anche solo per il fatto che così tan-te persone abbiano deciso di uscire per tresere, mosse sicuramente da un desiderio dibene per la propria vita.Lo scrittore Luca Doninelli, che ci ha ac-compagnato nella prima serata, ha seguitoun percorso a partire dal celebre episodio

della “notte dell’Innominato”. Dopo tanti tor-menti e dopo essersi reso conto che Luciaè totalmente altro da sé, qualcosa di irridu-cibile e totalmente imprevisto, sente dellevoci festose e delle campane. Si affaccia allafinestra e grida: «Che c’è d’allegro in que-sto maledetto paese?». C’è la gente checammina contenta, le campane che suo-nano. Si rende conto che quel “tu” diventasopportabile perché è bello. Qual è il vero mi-racolo dell’Innominato? Che accetta sestesso, si rende conto che il grande nemi-co della sua vita era lui. Attraverso l’espe-rienza di bellezza, di bontà, di gratuitàcomprende se stesso. E in quel momento,si spalanca la sua vita.E’ esattamente l’esperienza dell’educare:quando si incontra la Bellezza, la Bontà, laGratuità la vita rifiorisce e ti scopri capacedi uno sguardo nuovo su tuo marito, tuo fi-glio, su chi incontri nel quotidiano.Don Claudio Burgio, cappellano del Bec-caria, nel secondo incontro, ha esordito ci-tando le prime parole che Dio dice adAdamo “Tu potrai”. Nell’esperienza del-l’educare questo “Tu potrai” significa rico-

Tu sei un bene per meRiflessioni sugli “Incontrì genitori 2017”

di Elena Chrappan Soldavini

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VITA DELLA COMUNITÀ12

noscere che l’altro, tuo figlio è un bene ori-ginario. Sempre. Può sbagliare, può esse-re diverso dalla tua aspettativa, ma è crea-to per il bene. Il riconoscimento di questapossibilità è una misericordia che genera. At-traverso il racconto dell’esperienza cheDon Claudio vive con i ragazzi che incontrain carcere e in comunità, siamo stati aiuta-ti a riconoscere ancora una volta quale siail ruolo dell’adulto.L’esperienza che facciamo, la Fede che vi-viamo è quel Bene che non possiamo noncomunicare. Vivi e vivendo fai vedere chi sei.Tuo figlio ti guarda, ti osserva. Sei altro e pro-prio per questo ti può guardare. E attendicon pazienza e nel frattempo ci sei. Prendisul serio la vita, le domande che hai, le cir-costanze di ogni giorno. Vivere da adulti èla sola possibilità che vedano in noi “un al-tro mondo”. Con i tempi che certo non sonoquelli che decidiamo noi: il punto è esser-ci. Nell’ultima serata abbiamo incontrato Ma-rina Figini e suo figlio Alessandro che ci han-no raccontato con assoluta semplicità e con-cretezza l’esperienza di Cometa, associa-zione che a Como accoglie per educarebambini e ragazzi, con particolare attenzione

ai minori allontanati temporaneamente dal-la propria famiglia.Dando credito al desiderio già presente aitempi del fidanzamento, Marina e suo ma-rito hanno deciso di andare a vivere conun’altra famiglia condividendo la quotidianità.Nel tempo questa esperienza si è dilatata inun modo straordinario e certamente guidatodalla Provvidenza, coinvolgendo altre fami-glie in una esperienza di accoglienza direi il-limitata.Mi ha molto colpito il modo con cui Marinaci ha parlato di suo marito: il primo bene perla sua vita, un aiuto ad andare sempre al-l’essenziale, un richiamo costante alla veri-tà della vita. Poi il racconto del bene che èla presenza di altre famiglie, una compagniache rassicura. Nel testimoniare i vari fatti ac-caduti, le diverse esperienza di accoglien-za fatte da queste famiglia abbiamo coltochiaramente il bene di fidarsi, di accoglierechi ti è stato donato. Senza limiti. Perso-nalmente sono stata provocata da questatestimonianza vera di speranza, di apertu-ra all’altro, di uno sguardo positivo sul quo-tidiano. Alessandro diceva “Più ci si allarga,più ci si sposta dalla propria misura”.

Sono tornata a casacon il cuore pienodella bellezza gu-stata e grata per ilbel dialogo ed il cli-ma che ho respira-to durante i tre in-contri. Un camminoche prosegue neltempo e che ognivolta mi fa deside-rare di più un’amici-zia che sostenga lavita e riconosco cheposso incontrarlanella nostra comu-nità, che è propriouna casa per tutti.

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13VITA DELLA COMUNITÀ

Insieme è possibile.E bello…

La Giornata dei Migranti (15 gennaio) nella nostra Comunità pastorale

Una giornata all’insegna della fraterna vicinanza tra i popoli con pranzo, arte e risate!

dalla redazione

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14VITA DELLA COMUNITÀ

L’accoglienzacome stile di vita

La giornata della famiglia (29 gennaio 2017)

La famiglia, anche quella feritaha mille risorse per la vita del mondo

dalla redazione

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15VITA DELLA COMUNITÀ

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16COLORI DEGLI ORATORI

Il gioco del silenzio

Don Andrea ci scrive dagli esercizi spirituali

Forse ricordiamo tutti quel semplicegioco che si faceva a scuola... chi riu-sciva a stare meglio in silenzio veni-va chiamato a nascondere il gesset-

to in una mano per farlo trovare agli altri. Eraun passatempo, ma ci educava al silenzioe ci spronava a metterci in gioco. Non so se ancora oggi si ripete questo gio-co, ma una cosa è certa: facciamo molta piùfatica a vivere il silenzio! Ci fa quasi paura,o comunque ci mette soggezione. Per tut-to l’Avvento abbiamo più volte sentito il ri-chiamo all’attesa, a quella vera, tipica di chiè in tensione e freme finché non accadequalcosa di davvero importante. Anche nelNatale di Gesù e nell’adorazione dei Magi edei pastori c’è il silenzio tipico di chi si stu-pisce di un gesto così semplice ma così de-cisivo: Dio, che poteva fare a meno di noi,sceglie di condividere la nostra natura mor-tale. E ora siamo già inseriti nella nostra quoti-dianità, in quella “normalità” ricca di impe-gni, programmi e parole... Cosa è rimastodi tutto quello che abbiamo vissuto? Siamo

ancora in tensione nell’attesa di vederlo vivoogni giorno? Quel Gesù che abbiamo accolto, forse, nel-la nostra vita, nella nostra carne, affinchéprendesse dimora dentro di noi, ora cichiede di continuare a scorgerlo nella nostrarealtà, nelle pieghe della nostra quotidiani-tà. Occorre quindi avere occhi spalancati perintravederlo, orecchie aperte e libere, manie piedi pronti ad agire scegliendo il bene. Il silenzio diventa quindi l’unica forma diascolto vero, l’unico modo per accorgersi dichi si ha di fronte, l’unica occasione per ten-tare di rispondere realmente alla chiamatache ciascuno di noi sente per sé in ogni cir-costanza della vita. Ma come si fa a vivere il silenzio? Sempli-cemente accorgendosi che uno di fronte anoi sta parlando! Riconoscendo nelle varievicende della vita la presenza e l’affetto pa-terno di un Dio che dà senso anche al do-lore e alla sofferenza di ogni giorno. Desi-derando di entrare in relazione con Colui chefa davvero battere il nostro cuore esaudendola nostra sete di felicità.

Se, invece, ci accontentiamo disemplici stimoli, di emozioni fortiche però passano subito, o di im-magini accattivanti ma false, avre-mo l’impressione di essere vivi, main realtà “tiriamo a sera”.Forse non si gioca più al gioco delsilenzio, ma se impariamo a viverloseriamente, mettendoci in ascol-to di quella Parola che salva, o nel-l’adorazione del suo Corpo nel-l’Eucaristia, allora, solo allora, po-tremo dire di essere vivi, perché instretta sintonia con Colui che ci dàla vita.

di don Andrea

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17GRUPPI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI

Donne e uomini per la vita nel solco di santa Teresa di Calcutta

Il messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata della vita 2017

Alla scuola di Papa Francesco s’im-para a sognare. Spesso nelle udien-ze fa riferimento ai sogni dei bam-bini e dei giovani, dei malati e de-

gli anziani, delle famiglie e delle comunità cri-stiane, delle donne e degli uomini di frontealle scelte importanti della vita. Sognare conDio e con Lui osare e agire! Quando il Papacommenta la Parola di Dio al mattino o quan-do tiene discorsi nei vari viaggi apostolici, nonmanca di incoraggiare a sognare in grande.È nota la sua devozione a san Giuseppe, checonsidera uomo del “sogno” (cfr. Mt 1,20.24). Quando si rivolge alle famiglie, ricordaloro che il sogno di Dio “continua a realizzarsinei sogni di molte coppie che hanno il co-raggio di fare della loro vita una famiglia; il co-raggio di sognare con Lui, il coraggio di co-struire con Lui, il coraggio di giocarci con Luiquesta storia, di costruire un mondo dovenessuno si senta solo, nessuno si senta su-perfluo o senza un posto”.Per Papa Francesco il sogno di Dio si rea-lizza nella storia con la cura dei bambini e deinonni. I bambini “sono il futuro, sono la for-za, quelli che portano avanti. Sono quelli incui riponiamo la speranza”; i nonni “sono lamemoria della famiglia. Sono quelli che cihanno trasmesso la fede. Avere cura dei non-ni e avere cura dei bambini è la prova di amo-re più promettente della famiglia, perché pro-mette il futuro. Un popolo che non sa pren-dersi cura dei bambini e dei nonni è un po-polo senza futuro, perché non ha la forza enon ha la memoria per andare avanti”.Una tale cura esige lo sforzo di resistere allesirene di un’economia irresponsabile, che ge-nera guerra e morte. Educare alla vita significaentrare in una rivoluzione civile che guarisce

dalla cultura dello scarto, dalla logica della de-natalità, dal crollo demografico, favorendo ladifesa di ogni persona umana dallo sbocciaredella vita fino al suo termine naturale. È ciòche ripete ancora oggi santa Teresa di Cal-cutta con il famoso discorso pronunciato inoccasione del premio Nobel 1979: “Faccia-mo che ogni singolo bambino sia desidera-to”; è ciò che continua a cantare con l’innoalla vita: “La vita è bellezza, ammirala. La vitaè un’opportunità, coglila. La vita è beatitu-dine, assaporala. La vita è un sogno, fanneuna realtà. […] La vita è la vita, difendila”.Lasanta degli ultimi di Calcutta ci insegna adaccogliere il grido di Gesù in croce: “Nel suo‘Ho sete’ (Gv 19, 28) possiamo sentire lavoce dei sofferenti, il grido nascosto dei pic-coli innocenti cui è preclusa la luce di que-sto mondo, l’accorata supplica dei poveri edei più bisognosi di pace”. Gesù è l’Agnel-lo immolato e vittorioso: da Lui sgorga un “fiu-me di vita” (Ap 22, 1.2), cui attingono le sto-rie di donne e uomini per la vita nel matri-monio, nel sacerdozio o nella vita consacratareligiosa e secolare. Com’è bello sognare conle nuove generazioni una Chiesa e un Pae-se capaci di apprezzare e sostenere storiedi amore esemplari e umanissime, aperte aogni vita, accolta come dono sacro di Dio an-che quando al suo tramonto va incontro adatroci sofferenze; solchi fecondi e accoglientiverso tutti, residenti e immigrati. Un tale sti-le di vita ha un sapore mariano, vissuto come“partecipazione alla feconda opera di Dio, eciascuno è per l’altro una permanente pro-vocazione dello Spirito. I due sono tra lororiflessi dell’amore divino che conforta con laparola, lo sguardo, l’aiuto, la carezza, l’ab-braccio”.

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18APPROFONDIAMO

La forbice tra ricchi e poveri si è fatta ancora più “larga”

Rapporto Oxfam

Nel mondo, 8 super ricchi possiedono beniquanto 3,6 miliardi di persone

di Eugenio Fatigante

Puntuale come ogni anno, alla vigiliadel Forum mondiale di Davos (chedal 17 al 20 gennaio riunisce il go-tha dell’economia e della finanza)

Oxfam, una delle principali agenzie non go-vernative [ndr: vedi www.oxfamitalia.org/],mette nero su bianco lo stato delle dise-guaglianze nel pianeta. In un mondo checambia e che si appresta a vivere l’eraTrump, il miliardario-tycoon portato allapresidenza Usa anche dalle classi operaie,l’organizzazione britannica torna ad ac-cendere i riflettori sulla crescita delle dispa-rità, additate come fattore per cui il mondonon riesce a uscire dalla povertà più estre-ma. Il dato più sintetico del rapporto (inti-tolato quest’anno “Un’economia per il 99%”)è che otto super-miliardari detengono da solila stessa ricchezza netta (426 miliardi di dol-lari) di metà della popolazione più povera delmondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone.Lo scorso anno questi super-ricchi con metàdel patrimonio mondiale erano 62 e 388 nel2010, segno che la concentrazione va ac-celerando. Pur facendo la tara alla validitàstatistica di questi raffronti (da sempre Ox-fam si basa sulla rielaborazione del “GlobalWealth Databook” di Credit Suisse, abbinatoalla lista di Forbes sui 1.810 miliardari pre-senti nel mondo, in possesso di 6.500 mi-liardi di dollari, un terzo dei quali è eredita-ta), è la conferma che la forbice tra ricchi epoveri si sta estremizzando oltre ogni ra-gionevole giustificazione. E questo fa riba-

dire a Oxfam che è necessario un profon-do ripensamento dell’attuale sistema eco-nomico, che fin qui ha funzionato a benefi-cio di pochi fortunati e non della stragran-de maggioranza della popolazione mondiale.Per questo Oxfam ha lanciato la petizione“Un futuro equo, per tutti: sfida l’ingiustiziadella disuguaglianza estrema”, con le ri-chieste ai governi nazionali per dar vita a po-litiche rivolte a un diverso modello di “humaneconomy”.

IL PIL NON MISURA LE DISUGUAGLIAN-ZE - È un altro “mattone” a favore di queglieconomisti che sostengono che occorreguardare a una molteplicità di indicatori delbenessere dei cittadini (come il Bes) e nonpiù al semplice Pil. Il rapporto fa l’esempiodi uno Stato africano, lo Zambia, dove no-nostante una crescita media del Prodotto del

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19APPROFONDIAMO

6% l’anno tra il 1998 e il 2010 (ultimo annoper cui sono disponibili dati aggiornati), la fa-scia di povertà ha raggiunto 4 milioni di per-sone in più.

COME CAMBIA LA DISTRIBUZIONEDELLA RICCHEZZA GLOBALE - Secondole nuove stime, pur basate su dati migliorirelativi alla condizione delle fasce di popo-lazione meno abbienti in mega-Paesi comeCina e India, la metà più povera del pianetaè ancora più misera del passato. Fra il 1988e il 2011 il reddito medio del 10% della po-polazione mondiale con meno denaro èaumentato di appena 65 dollari, vale a diremeno di 3 dollari l’anno. «È osceno checosì tanta ricchezza sia nelle mani di unamanciata di uomini – ha detto Roberto Bar-bieri, direttore generale di Oxfam Italia –. Ladisuguaglianza stritola centinaia di milioni dipersone, rende le nostre società insicure einstabili, compromette la democrazia. Intutto il mondo – ha aggiunto Barbieri – lepersone vengono lasciate indietro. Alla lo-gica della massimizzazione dei profitti, sicontrappone una realtà di salari stagnanti einadeguati, mentre chi è al vertice vienegratificato con bonus miliardari. La vocedel 99% rimane inascoltata perché le poli-tiche continuano a fare gli interessi dell’1%più ricco: le grandi corporation e le élites piùprospere».

PRIMO “TRILLIONAIRE” NEI PROSSIMI25 ANNI - I mega-paperoni dei nostri gior-ni si arricchiscono a un ritmo così spaven-tosamente veloce che potremmo vedernascere nei prossimi 25 anni il primo “tril-lionaire”, ovvero un individuo che possiederàpiù dell’iperbolica cifra di 1.000 miliardi di dol-lari (la parola non è ancora nei vocabolari).Per avere solo una vaga idea, bisognapensare che per consumare un trilione didollari è necessario spendere 1 milione didollari al giorno per oltre 2 mila anni. Nel frat-tempo, 7 persone su dieci vivono in Paesidove la disuguaglianza è cresciuta negli ul-timi 30 anni, durante i quali il reddito mediodell’1% più ricco del pianeta è salito di11.800 dollari.

DONNE E DISUGUAGLIANZA - In questoquadro, le donne sono particolarmentesvantaggiate perché trovano prevalente-mente lavoro in settori con salari più bassie hanno sulle spalle la gran parte del lavo-ro domestico e di cura non retribuito. Di que-sto passo ci vorranno 170 anni perché unadonna raggiunga gli stessi livelli retributivi diun uomo.

DISUGUAGLIANZA ITALIA - Gli stessi fe-nomeni si riscontrano nel Belpaese. Nel2016 la ricchezza dell’1% più ricco degli ita-liani (in possesso oggi del 25% di ricchez-za nazionale netta) supera di oltre 30 voltequella del 30% più povero e di ben 415 vol-te quella detenuta dal più ristretto 20% in po-vertà. Per quanto riguarda il reddito tra il1988 e il 2011, il 10% più ricco della po-polazione ha accumulato un incremento direddito superiore a quello della metà più po-vera degli italiani.

LE LEVE DELL’ESTREMO DIVARIO - Nonsolo: i “vincitori” di questo sistema econo-mico (grandi corporation – delle quali le 10

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20APPROFONDIAMO

maggiori hanno generato nel 2015-16 pro-fitti superiori a quanto raccolto dalle cassepubbliche di 180 Paesi poveri – e straricchi)alimentano essi stessi la crisi attraverso l’elu-sione fiscale, la riduzione dei salari e dei prez-zi pagati ai produttori, i mancati investimentiper massimizzare i profitti degli azionisti. InVietnam, ad esempio, Oxfam ha raccolto te-stimonianze di donne impiegate in fabbrichedi abbigliamento che lavorano 12 ore al gior-no per 6 giorni a settimana con una paga di1 dollaro l’ora. Dal rapporto emerge inoltreche i ricchi fanno ricorso a una fitta rete di“paradisi fiscali” per evitare di pagare la lorogiusta quota di tasse: se questi proventi fos-sero recuperati, sono decine di milioni i bam-bini che potrebbero andare a scuola. A chiu-dere il cerchio c’è l’uso di denaro e relazio-ni da parte dei ricchissimi per influenzare ledecisioni politiche a loro favore. Un esem-pio eclatante viene dal Brasile, dove i citta-dini più facoltosi sono riusciti a ottenere dalgoverno cospicui tagli fiscali in una fase incui il governo inaugurava un piano venten-nale di congelamento della spesa pubblicain sanità e istruzione. Il Fondo monetario in-ternazionale ha rilevato che, a partire daglianni ’80, i sistemi fiscali in tutto il mondosono diventati meno progressivi, mentre lealiquote massime (anche sulle eredità) sonocalate.

CHI SONO I PIÙ RICCHI DEL MONDO - Edecco chi sono, secondo la classifica stilatada Forbes nel marzo 2016, gli 8 Paperoni delmondo che detengono la stessa ricchezza

netta (426 miliardi di dollari) della metà piùpovera della popolazione del mondo, vale adire 3,6 miliardi di persone.- BILL GATES: fondatore di Microsoft, 61anni, originario di Seattle, ha un patrimoniodi 75 miliardi di dollari;- AMANCIO ORTEGA: fondatore della ca-tena di negozi di abbigliamento Zara, spa-gnolo di Busdongo, ha un patrimonio di 67miliardi di dollari;- WARREN BUFFETT: americano del Ne-braska, 86 anni, ha creato la sua fortuna congli investimenti finanziari. Il suo patrimonioè stimato in 60,8 miliardi di dollari;- CARLOS SLIM: messicano del 1940, im-prenditore del settore delle telecomunica-zioni, ha un patrimonio di 50 miliardi di dol-lari;- JEFF BEZOS: fondatore di Amazon ed edi-tore del Washington Post, ha un patrimoniodi 45,2 miliardi di dollari;- MARK ZUCKERBERG: fondatore di Fa-cebook, ha 32 anni ed è il più giovane delgruppo. Ha un patrimonio di 44,6 miliardi didollari;- LARRY ALLISON: americano di NewYork, nato nel 1944, è il cofondatore di Ora-cle Corporation. Ha un patrimonio di 43,6miliardi di dollari;- MICHAEL BLOOMBERG: nato a Bostonnel 1942, sindaco di New York dal 2002 al2013, è il fondatore della media companyche porta il suo nome. Ha un patrimonio di40 miliardi di dollari.Tratto da Avvenire, 17 gennaio 2017

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21OLTRE IL CAMPANILE

Cresce ancora la persecuzione an-ticristiana nel mondo: sono oltre215 milioni i cristiani perseguitati.È il dato pubblicato oggi da Por-

te Aperte, nella World Watch List 2017(WWList), la nuova lista dei primi 50 Paesidove più si perseguitano i cristiani al mon-do. L’oppressione islamica costituisce an-cora la fonte principale di persecuzione an-ticristiana, non solo per i fe-nomeni radicali di gruppiestremisti come Boko Ha-ram (Nigeria, Niger, Chad,Camerun), Al Shabaab (So-malia, Kenya, Uganda) o ilDaesh, ma per il fatto chein ben 35 dei 50 Paesi del-la lista la generale oppressione esercitata dal-l’islam sulle minoranze fa crescere l’intolle-ranza anticristiana a tutti i livelli.Particolarmente in ascesa in termini di fon-te di persecuzione è il nazionalismo religio-so, che di fatto infiamma alcune nazioni del-l’Asia (India in testa, salita addirittura al 15°posto a causa dell’influenza del nazionalismoinduista). A tal proposito Laos, Bangla-desh, Vietnam e Bhutan hanno visto un de-terioramento della situazione dei cristiani, eil nazionalismo buddista ha riportato lo SriLanka fra i 50 Paesi della WWList.Quella che il rapporto definisce come “pa-ranoia dittatoriale” alimenta l’odio anticri-stiano nella Corea del Nord di Kim Jong-un,che per il 15° anno di fila si presenta comeil peggior Paese al mondo dove essere cri-stiani (anche il solo possedere una Bibbiapuò portare al carcere, alla tortura o alla pena

di morte).I Paesi africani continuano a essere scena-rio di odio anticristiano: ben 16 sono nellalista della WWList. Le cause sono la radi-calizzazione islamica dell’Africa sub-saha-riana come tendenza dominante e la pola-rizzazione tra regimi radicali e autocratici delMedio Oriente. Le new entry della WWListdi quest’anno sono Sri Lanka e Mauritania.

Ancora martiriSono 1.207 i cristiani uc-cisi nel 2016 per motivi le-gati alla fede, e 1.329 lechiese attaccate. Il nu-mero diminuisce rispettoall’anno prima per almenotre ragioni: la reazione mi-

litare del governo nigeriano (e degli alleati)contro i Boko Haram in Nigeria, che ha li-mitato le devastanti azioni di sterminio con-tro i villaggi cristiani avvenute con più fre-quenza nel 2015; l’avanzata del Daesh è sta-ta fermata, anzi ampie aree sono state li-berate dal suo dominio; è, infine, sempre piùdifficile ottenere dati completi in situazioni diconflitto civile. “Nell’epoca delle immagini fapiù eco un assassinio ripreso con un cellu-lare che un milione di persone trattatecome animali. Un cristiano ogni 3 subisceuna grave forma di persecuzione nei 50 Sta-ti della nostra ricerca. C’è molto di più del-le morti e degli attentati alle chiese: in fon-do, stiamo parlando di milioni di vite vessatee oppresse a causa di una scelta di fede”,dichiara Cristian Nani, il direttore di PorteAperte.Tratto da Avvenire, 11 gennaio 2017

Cresce nel mondo la persecuzione anticristiana

215 milioni i cristiani perseguitati

In 50 Paesi viene oppresso un cristiano su 3

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22CIVICA

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23MEMORIE BRESSESI

Ifamigliari hanno annunciato al parroco lamorte di don Otello Carzaniga, avvenutaa La Spezia il 19 gennaio scorso. I bres-sesi più… storici lo ricordano: originario

della Brianza, si trasferì con i suoi famiglia-ri a Bresso neppure ventenne; e amò sem-pre la nostra cittadina, vi celebrò la sua pri-ma Messa e ai suoi cari aveva confidato ildesiderio di poter essere, un giorno, sepoltonel nostro cimitero. I suoi parrocchiani ligu-ri lo hanno amato sino alla fine, ricambian-do una dedizione di pastore mai venutameno, anche negli ultimi anni di malattia.Padre Otello CarzanigaNasce a Verderio Inferiore, in provincia diLecco ma in diocesi di Milano, il 21 luglio1934. Nel 1945, al termine delle scuole ele-mentari, entra nell’Istituto dei Padri della Ma-donna della Consolata, che aveva cono-sciuto a Montevecchia di Missaglia, inBrianza, dove i Padri avevano una casa apo-stolica. Inizia così quel percorso di forma-zione che più tardi lo porterà al semi-nario maggiore dello stesso istituto aTorino, a completare gli studi e aemettere la solenne professione reli-giosa. Venuto ad abitare nella parroc-chia dei SS. Nazaro e Celso con isuoi famigliari nel 1953, si affezionasubito alla comunità bressese comese fosse sempre stato del luogo, finoal punto di manifestare il desiderio dicelebrare a Bresso la sua prima S.Messa, pur essendo la sua vocazionescaturita nell’oratorio di Ronco Brian-tino (nei pressi di Merate).

Il desiderio si avvera proprio il giorno di Pa-squa del 1962, dopo aver ricevuto qualchegiorno prima (il 7 aprile a Torino) la sacra or-dinazione sacerdotale. Il 27 settembre del-lo stesso anno salperà dal porto di Geno-va per la terra di missione argentina, doveeserciterà l’insegnamento presso il seminariodi Cordoba; successivamente sarà vicarioparrocchiale a Rosario e poi parroco aCampana. Rientrato in Italia nel 1969 per ra-gioni di salute, viene esonerato dal suo or-dine religioso e incardinato come sacerdo-te nel clero della diocesi di La Spezia- Sar-zana-Brunato. Diviene parroco di Pegazzano(tra il 1970 e il 1974) e Zignago (dal 1974 al1979), poi per 29 anni di Arcola (San Roc-co) e di La Serra (frazione di Lerici) dal 2008al 2010. Infine è posto in pensione, svol-gendo il servizio di cappellano presso la par-rocchia S. Barbara della città di La Spezia.Tratto da: A. Giussani, Una scuola di vita,80° Oratorio 1932-2012

È morto don Otello Carzaniga

Scompare a 82 anni un prete cresciuto a Bresso

Traferito a Bresso già ventenne con la sua famiglia celebrò tra noi la sua prima S. Messa nel 1962

dalla redazione

Don Otello al suo 50° di sacerdozio con il fratello Peppino

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24RECENSIONI

Fra i titoli imperdibili della rassegna diquest’anno, Io, Daniel Blake è un’ope-ra sincera e appassionata, con cui Lo-

ach ragiona sulla realtà odierna con tutte lesue falle burocratiche, e soprattutto sul di-sagio (individuale prima ancora che econo-mico) provato da coloro che vivono ai mar-gini della società. Raccontando l’incontro fradue solitudini differenti ma complementari(una giovane donna con a carico due figli,un uomo ormai anziano senza relazioniumane da coltivare o mantenere), il registabritannico si rende portavoce di un mes-saggio di solidarietà semplice e genuino, an-corato a valori innati in ognuno di noi, ma di-venuti sempre più rari e reconditi per via delcinico individuali-smo tipico delmondo di oggi.Riuscito e coin-volgente, è il filmche ha trionfatoall’ultimo Festivaldi Cannes vin-cendo la Palmad’oro. Un lungo-metraggio senti-to, necessario,assolutamenteda non perdere, che mostra il grande talentodi un autore (classe 1937) che ha fatto la sto-ria del cinema inglese.

Al Cinema San Giuseppe Giovedì 16 febbraioOre 21

Lucrezia Borgia è uno dei personaggistorici più noti, da sempre caratterizzatoda un alone perverso e perfettamente

aderente al cupo periodo rinascimentale incui si consumò la sua breve esistenza(morì a 39 anni). L’autrice Maria Bellonci,squisita scrittrice nonché attenta ricercatri-ce storica, la avvicina con curiosità, rispet-to e tenerezza, con quei sentimenti, cioè, checi pervadono quando ci accostiamo agliadolescenti. È sicuramente attratta da que-

sto enigmaticopersonaggio e,dopo una scru-polosa ricerca euna fedele rico-struzione degliavvenimenti, ciconsegna (omeglio ci dona)l’immagine del lafanciulla Lucre-zia, vittima delpadre e del fra-

tello, invischiata nei loro intrighi e sempre sa-crificata in nome del potere, senza mai al-cun riguardo per la sua sensibilità e la suasofferenza. Pochi sanno che la famigerataLucrezia Borgia è morta terziaria france-scana. Chissà se sono riuscita a suscitarela vostra cu riosità. Me lo auguro, perché spe-ro che questa lettura vi regali un sentimen-to “rivoluzionario” di affettuosa “compas-sione” per Lucrezia Borgia.

Maria Bellonci Lucrezia Borgia Mondadori Editore

Una sorpresa oltre il pregiudizio

Lucrezia BorgiaUn bel messaggio di solidarietà

Io, Daniel Blakedi Andrea Chimento

de il Circolo Cinematografico Bressodi Serenella Luraschi.

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25CALENDARIO LITURGICO

FEBBRAIO 2017

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26FARMACIE DI TURNO

GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30DEL GIORNO SUCCESSIVO

FEBBRAIO 2017 (Bresso - Cormano - Cusano)a cura della Farmacia Rivolta - Cormano

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MercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedì

MODERNA - BressoTESTI - Ospitaletto di CormanoCOMUNALE N°5 Bresso MORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 Bresso BRUSUGLIO GIUGLIANO - Cusano M.COMUNALE N°1 Bresso DEL CORSO - Cusano M.FORNASÉ - CormanoRIVOLTA - CormanoCOMUNALE N°5 Bresso PALTRINIERI - Cusano M.SCOTTI - BressoSORRENTINO - CormanoBAIO - BressoCOMUNALE N°5 - Bresso COMUNALE - Cusano M.MODERNA - BressoTESTI - Ospitaletto di CormanoCOMUNALE N°4- Bresso MORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 Bresso BRUSUGLIO GIUGLIANO - Cusano M.COMUNALE N°5 - Bresso DEL CORSO - Cusano M.FORNASÉ - CormanoRIVOLTA - CormanoCOMUNALE N°2 Bresso PALTRINIERI - Cusano M.SCOTTI - BressoSORRENTINO - CormanoBAIO - BressoCOMUNALE N°3- Bresso COMUNALE - Cusano M.MODERNA - BressoTESTI - Ospitaletto di CormanoCOMUNALE N°5 - Bresso MORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 Bresso

Via Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 14Via Vittorio Veneto, 26Viale Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26Via V. Veneto, 27 - BrusuglioVia C. Sormani, 89Via Roma, 87Piazza Trento e Trieste, 4P.zza Bernini, 1/AVia Caduti della Libertà, 10Via Vittorio Veneto, 26Via Cooperazione, 20Via A. Manzoni, 14Via Gramsci, 44Via Vittorio Veneto, 5/DVia Vittorio Veneto, 26Via Ticino, 5Via Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 14Via Papa Giovanni XXIII, 43Viale Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26 Via V. Veneto, 27 - BrusuglioVia C. Sormani, 89Via Vittorio Veneto, 26Piazza Trento e Trieste, 4P.zza Bernini, 1/AVia Caduti della Libertà, 10Via A. Strada, 56Via Cooperazione, 20Via A. Manzoni, 14Via Gramsci, 44Via Vittorio Veneto, 5/DVia Piave, 23Via Ticino, 5Via Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 14Via Vittorio Veneto, 26Viale Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26

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27PAROLE D’AUTORE

Febbraio

Se ti dicon, febbraietto,che sei corto e maledetto,non avertene per male:è un proverbio che non vale.Il tuo gelido rovaio,un ricordo di gennaio,presto viene e presto vae paura non ci fa.Oh, nemmen quella tua neveci sgomenta, così lieveche un respiro di teporebasta a scioglierne il rigore.E se ancor ti coglie il geloe s’addensan nubi in cielo,basta un raggio del tuo solea dar vita alle viole.Poco dura la buferase alle porte è primavera;non è vero, febbraietto,che sei corto e maledetto.

(F. Castellino)

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28I NUMERI DELLA COMUNITÀ

Direttore: Don Angelo Zorloni Redazione: Ambrogio Giussani - Luca BaraggiaWalter Baraggia - Flavio Campetti - Valentina VillaDario Landreani - Francesco Boso

Foto: Bruno Vanetti, Autori vari Copertina: Realizzazione grafica a cura della redazione

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 405 del 18-11-1978Grafiche Baraggia s.r.l. - Via Ornato, 14 - MILANO - Tel. 02.6425737 - Fax 02. 66104118 - e-mail: [email protected]

Direttore: ANGELO ZORLONI

Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celsoferiali: ore 8.45 - 9.30sabato: ore 16-19

Indirizzovia Roma, 12 - 20091 Bresso

www.madonnadelpilastrello.it.e-mail: [email protected]

Numeri utiliPrevosto - don Angelo ZorloniOrari segreteria parrocchiale: dal lun. al ven. 17.30 - 19Oratorio - don Andrea CarrozzoCarabinieri BressoVigili del FuocoCroce RossaAmbulanzaServizio di guardia medicaComunePolizia LocaleOspedale BassiniAcliAssociazione Centro sociale anzianiAVISBiblioteca ComunaleCasa dell’AnzianoCentro della FamigliaCentro di ascolto CaritasCinema-Teatro San GiuseppeParrocchia San CarloParrocchia Madonna della Misericordia

02 610 08 82

02 610 17 6802 610 89 51

11502 610 73 68

11802 34567

02 614 55102 614 554 00

02 5799.102 66 50 10 72

02 610 72 3602 614 00 95

02 614 55 34902 66 50 30 7002 66 50 34 39

366 489234302 66 50 24 94

02 614 26 6002 610 09 96

Orari delle SS. Messe in BressoSS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 7.30 - 9 - 10.15 - 11.30

Santuario della Madonna del Pilastrellosabato e vigiliari: ore 17.30

SAN CARLO - feriali: ore 8 - 18.30sabato e vigiliari: ore 19festivi: ore 8.30 - 10.30 - 19

MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30sabato e vigiliari: ore 17.15festivi: ore 10 - 17.30

Chiesa di San Francesco - feriali: ore 9 (escluso il sabato)sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 11,15

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