R&A n. 11 Novembre 2008

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Free Service Edizioni - Falconara M. (AN) - Rivista Mensile di Informazione e Aggiornamento di Cultura Ambientale - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Ancona n° 11 NOVEMBRE 2008 Anno IX 7,00

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MOSTRECONVEGNI

SPETTACOLIBIMBOPOLI

REGIONEMARCHE

Giunta RegionaleAssessorato ai Servizi sociali,Cooperazione allo sviluppo, Immigrazione e Ambiente

5a EDIZIONE

La fiera sull’attenzionesociale, ambientale

e sull’economiasolidale

www.ecoandequo.itOrario 9.30 / 21.00 - Ingresso gratuito

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In copertina: Il Palazzo dell’Alvorada di Oscar Niemeyer a Brasilia e il Trofeo ideato dal famoso architetto per il GP di F1 del Brasile

8 CAMBIAMENTI CLIMATICI

Molta attesa per i provvedimenti dell’Amministrazione Barack ObamaU.S.A. al “verde”Investimenti per 150 miliardi di $ e5 milioni di nuovi posti di lavoro in 10 anni

12Presentati i dati del Reporting UNFCCC 2008Le emissioni continuano a crescereIn Asia preoccupa il fenomeno delle “nuvole marroni”

16 MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

Cremona, 9-10 ottobre 2008 Forum Internazionale degli Acquisti Verdi“Compraverde-Buygreen”Politiche, progetti, beni e servizi diGreen Procurement pubblico e privato

a cura di Micaela Conterio

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18Verona, 21-23 ottobre 2008CREA 2008: una positiva seconda edizioneAlto interesse a Veronafiere per l’Expo Business Forum

di Diana Comari

20Rimini, 5-8 novembre 2008ECOMONDO 2008: successo oltre le più rosee aspettative64.858 visitatori (+12% sul 2007)

a cura di Vinicio Ruggiero

24Palermo, 2-5 dicembre 2008ECOMEDITERRANEAFiera Internazionale dell’Ambiente e delloSviluppo Sostenibile dei Paesi del Mediterraneo

a cura di Fabio Bastianelli

26Fiera di Ancona, 6-8 dicembre 2008“ECO&EQUO” presenta il più grandefarmer’s market delle Marche

a cura di Micaela Conterio

28ECOMONDO 2008Attività convegnistica

a cura di Alberto Piastrellini e Donatella Mancini

40 SERVIZI AMBIENTALI

FISE UNIRE“L’Italia del recupero”Presentato a ECOMONDO l’annuale studio

44PolieCoRibadita a ECOMONDO l’importanza dellaformazione per una rinnovata coscienza ambientale“Intercettare i materiali prima che divengano rifiuti”

di Alberto Piastrellini

48COSMARI“Selezione della specie”: provincia diMacerata al 45% nella raccolta differenziata

di Luca Romagnoli

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50 EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ

È entrata in vigore il 26 settembre la nuova Direttiva UEPile e batterieRaccolta e riciclaggio, ma soprattutto prevenzione e informazione

54 UNO SPAZIO DEDICATO A...

Comune di Monsano (AN)Registrazione EMAS:Traguardo raggiunto dopo un coerente percorso di gestione ottimale del territorio e di salvaguardia dell’ambiente

di Roberto Paoloni

56 INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

Presentato il Rapporto sulle Plastiche in EuropaPlastica: ha più di cent’anni, ma non li dimostra!“Di forma in forma, di vita in vita”

60 AGENDA 21

Verso una produzione e un consumo sostenibili:imprese, consumatori e Pubbliche Amministrazioniinsieme per la sostenibilità

a cura di Luna Beggi, Antonio Kaulard e Daniela Malavolti

62 ACQUISTI E SERVIZI VERDI ED ECOSOSTENIBILI

Una risorsa chiamata ricicloEconomia e ambiente beneficiano delle buone pratiche

di Alberto Piastrellini

64 AMBIENTE E ARTE

“8/Huit/Eight”Dalla Dichiarazione dell’ONU di New York al Festival del film di Roma

68 AMBIENTE E SPORT

Cresce l’interesse dell’Automotive per le bioplasticheAl GP del Brasile un trofeo in polietilene “verde”Il famoso architetto Oscar Niemeyer, non finisce di stupire

di Massimo Lombardi

71 €CO-FINANZIAMENTI

74 I QUESITI DEL LETTORE

74 AGENDA - Eventi e Fiere

AMBIENTE ABRUZZO NEWS

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CAMBIAMENTI CLIMATICI

“Non possiamo permetterci ulteriormente la stessa irresoluta politica quando il futuro del nostro pianeta è in gioco. Il riscaldamento globale non è un problema rinviabile, bensì attuale. Stiamo già battendo i record dell’intensità delle no-stre tempeste, del numero degli incendi boschivi, dei periodi di siccità. Entro il 2050 la fame potrebbe entrare nelle case di 250 milioni di individui… Le calotte glaciali polari si stanno sciogliendo più velocemente di quanto si fosse mai previsto… Non è questo il futuro che voglio per le mie figlie. Non è questo il futuro che qualcuno di noi vuole per i propri figli. E se agiamo ora e agiamo con coraggio, esso non ha motivo di essere.” (Barack Obama)

Questo stralcio del discorso tenuto a Portsmouth (NH), il 10 agosto 2007 dal nuovo Presidente USA, in occasione delle Primarie per il Partito Democratico, è sufficiente a giustificare la decisione di aprire questo numero e questa rubrica con l’elezione del Senatore dell’Illinois alla Casa Bianca.In queste circostanze si sprecano articoli che rasentano il “servo encomio” di manzoniana memoria.Per non essere tacciati di piaggeria verso l’uomo o il partito vincitore, ricordiamo che in passato avevamo dedicato alla clamorosa rielezione di Arnold Schwarzenegger a Gover-natore della California un articolo altrettanto favorevole che si concludeva con “Peccato che la legge americana non consenta ad un cittadino che non è nato negli USA di can-didarsi alla Presidenza!” (cfr: “L’ambientalismo torna alla ribalta della politica americana. Significativa rielezione del Governatore della California” in Regioni&Ambiente, n. 12, dicembre 2006, pag. 37 e segg.), a dimostrazione che la nostra attenzione si concentra in modo bipartisan sui perso-naggi che più di altri dimostrano con azioni e proposte di voler assumere un significativo ruolo per contrastare il riscal-damento globale e promuovere lo sviluppo sostenibile.

Molti editorialisti e commentatori hanno messo in risalto la “storicità” dell’elezione di Obama, perchè:- è il primo Presidente di colore e di umili origini che ha

rinverdito il “mito americano” per cui in questo Paese chiunque, dotato di coraggio e di spirito d’iniziativa, può conseguire il successo;

- è stato eletto tramite una consultazione che ha visto una partecipazione al voto senza precedenti a cui ha contribuito, specialmente, quella fascia di cittadini meno abbienti che in altre occasioni si erano astenuti dal voto, nella convinzione che la loro vita non sarebbe cambiata qualunque candidato avesse vinto;

- il Partito del Presidente eletto si è aggiudicato maggioranza e seggi in alcuni Stati dove mai, finora, l’“Asinello” era prevalso;

- la metodologia elettorale attuata è risultata innovativa dal momento che, oltre ai comizi e al rapporto “porta a porta”

con i cittadini, c’è stato, per la prima volta, un uso mas-siccio di Internet con e-mail, blog e video su You Tube, che ha permesso di raggiungere capillarmente l’elettore, permettendo anche di rimpinguare con modeste, ma nu-merosissime, offerte e donazioni di cittadini la somma a disposizione per la costosa macchina propagandistica.

Oltre a queste ed altre ulteriori ragioni, a noi piace pensare che un peso rilevante nella vittoria di Obama abbia avuto la sua ferma intenzione di “fare della lotta al riscaldamento globale una priorità assoluta”, come è scritto nel pream-bolo del suo Programma.Peraltro, quale Senatore aveva dimostrato in diverse questioni il suo impegno per la salvaguardia ambientale, sponsoriz-zando la proposta di Legge “Climate Security Act” presentata nel 2007 dal Senatore Indipendente Democratico del Con-necticut, Joe Liebermann e dal Senatore Repubblicano della Virginia, John Warner. Tentativo bipartisan di dare una ri-sposta all’aumento incontrollato delle emissioni di gas serra negli USA, la Liebermann-Warner, denominata “Cap and Trade” (Taglia e Vendi) si propone di tagliare del 19% le emissioni totali di gas serra statunitensi entro il 2020 e del 63% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2005, introducendo tasse e acquisti di crediti di carbonio sul mercato globale, per un avvicinamento degli USA ad obiettivi e limiti del Protocollo di Kyoto.Come, con altrettanta forza, Obama aveva sostenuto pre-cedentemente “The Climate Stewardship and Innovation Act” (2003), bocciata dal Senato per pochi voti, egualmente bipartisan, presentata dal Senatore Repubblicano dell’Ari-zona, John McCain (sì, proprio il rivale di Obama per la Presidenza) e lo stesso Joe Liebermann, popolare e singolare figura politica di Democratico che dopo aver appoggiato la guerra in Iraq, è divenuto Indipendente, pur votando su ogni questione come i Democratici, eccezion fatta per le misure relative alla sicurezza nazionale, ma che ha finito, poi, per appoggiare McCain nella corsa alla Casa Bianca.

Abbiamo stralciato alcune parti del Programma elettorale di Obama - Biden (Joe Biden è il nuovo Vicepresidente), relative a “Promozione di un ambiente sano” e “Nuova energia per l’America”, al fine di analizzare gli orientamenti del nuovo Presidente in tema ambientale.

Ridurre le emissioni di carbonioLe emissioni di carbonio dovranno essere ridotte attraverso obiettivi graduali dell’80% entro il 2050, come indicato dagli scienziati, rispetto ai livelli del 1990 che dovranno essere raggiunti già nel 2020.Come si può osservare, la proposta è in sintonia con gli obiettivi del “Pacchetto Energia” dell’Unione europea, con-notato nei suoi aspetti più rilevanti dal numero 20 (20%

Investimenti per 150 miliardi di $ e 5 milioni di nuovi posti di lavoro in 10 anni

Molta attesa per i provvedimenti dell’Amministrazione Barack Obama

U.S.A. AL “VERDE”

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di riduzione dei gas climalteranti; 20% di energia da fonti rinnovabili: 20% di risparmio energetico, entro il 2020), tanto che, incuriositi da questa insolita ricorrenza, avevamo scomodato la Numerologia (Gemetria in ebraico), per dargli un valore simbolico (“Il numero 20: dai sogni all’azione”, in Regioni &Ambiente, n.4 aprile 2007, pag. 31 e segg.).Il Programma di Obama è scandito sorprendentemente da un altro numero: il 10 (10 anni per porre fine alla dipen-denza dal petrolio; 10 anni per ridurre del 15% i consumi energetici; 10% di energia da fonti rinnovabili da produrre entro il 2012).Così, anche in questa occasione, abbiamo indagato e scoper-to che il numero 10 corrisponde alla jota greca e all’ebraico yod, che significano la mano di Dio ed esotericamente la perfezione. Che sia di buon auspicio?Anche lo strumento proposto per raggiungere quegli obiettivi ricalca l’Emission Trading Scheme (ETS) europeo, con la diffe-renza che il “Cap and Trade” di Obama impone alle industrie il pagamento delle quote ad emettere, penalizzando ovviamente quelle del carbone e petrolio, mentre tutti i crediti derivanti

dalla riduzione delle rispettive quote saranno messi all’asta.Il Dipartimento del Commercio dovrà monitorare ogni due anni se il livello dei tagli è stato coerente con gli obiettivi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambia-menti Climatici (UNFCCC), al fine di impedire ogni pericolosa interferenza di origine antropica con il sistema climatico.Investire in economia pulita e creare nuovi posti di lavoroIn 10 anni saranno investiti oltre $150 miliardi nel settore dell’innovazione e delle tecnologie per ridurre il consumo energetico e le emissioni di carbonio, in grado di creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro.Le entrate derivanti dai permessi alle emissioni saranno in-teramente investite per sostenere lo sviluppo e la diffusione delle fonti energetiche pulite, conseguire efficienza energe-tica e aiutare le famiglie nella loro bolletta energetica.Sotto la regia di un Corpo Federale appositamente istituito per i “Green Jobs”, verrà svolto un programma di istru-zione, formazione e addestramento per nuovi addetti nel settore, compresi gli 837.000 veterani dell’Afghanistan e

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Iraq che rientreranno al ritmo di una o due brigate al mese entro il 2010 e che dovranno intraprendere nuove attività e carriere.Ridurre la dipendenza energetica dai combustibili fos-sili e il consumo dei carburanti Entro 10 anni dovrà essere risparmiato più petrolio di quanto ne viene attualmente importato dal Medio Oriente e Vene-zuela insieme.A tal fine, oltre alle implementazioni delle fonti energeti-che rinnovabili e dell’efficienza energetica, entro il 2015 si dovrà avere una produzione interna di un milione di auto ibride all’anno, offrendo crediti di imposta fino al $ 7.000 per l’acquisto di veicoli a tecnologia avanzata, in grado di consumare meno carburante. Quale best practice, entro il 2012, il 50% dei veicoli acquistati dal Governo federale sarà costituito da veicoli ibridi o elettrici.I fornitori di carburanti dovranno immettere sul mercato pro-dotti in grado di ridurre del 10% la produzione di carbonio (Low Carbon Fuel Standard). Un’apposita Autorità nazionale controllerà l’adeguamento delle compagnie.Entro il 2030 saranno prodotti biocarburanti sostenibili per 230 miliardi di litri, investendo risorse federali.Alle compagnie petrolifere verrà imposto di sviluppare l’estra-zione dei 68 milioni di acri (40 milioni sono off-shore) dei quali hanno concessioni e affitti, ma che non sono ancora coltivati, senza che debbano essere intraprese nuove perforazioni in aree protette. Anche in questo caso un’Authority sovrintenderà alla produzione interna di petrolio e gas naturale, individuando tempestivamente causa dei ritardi nell’attività di estrazione.Priorità assoluta verrà data alla costruzione del metanodotto dell’Alaska che, proposto addirittura nel 1976, ha avuto uno stanziamento dal Congresso di $18 miliardi nel 2004, senza che vi sia stato alcun progresso nella costruzione di questa infrastruttura strategica per la sicurezza energetica del paese, che creerà anche migliaia di nuovi posti di lavoro.Diversificare le nostre fonti energeticheIl 10% dell’energia consumata nel 2012 dovrà essere pro-dotta da fonti di energia sostenibile, come solare, eolica e geotermica.Anche se molti Stati si sono incamminati già lungo questo percorso, in questo settore la leadership che verrà assunta dal Governo federale tramite la gestione di un apposito fondo (Renewable Portfolio Standard) stimolerà gli investimenti dei privati, dando vita a nuove opportunità di lavoro, special-mente nelle zone agricole del Paese. Per incentivare, inoltre, la produzione di energia rinnovabile, il credito di imposta (Production Tax Credit) verrà prorogato per cinque anni.Sviluppare e implementare la tecnologia pulita del carbone.Le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio hanno notevole potenziale di riduzione delle emissioni. L’Am-ministrazione Obama prevede incentivi per accelerare gli investimenti del settore privato, creando partenariati pubblico-

privati per 5 impianti pilota di energia prodotta dal carbone, con contemporanea cattura e stoccaggio del carbonio.Energia nucleare prudente e in sicurezza.L’energia nucleare rappresenta oltre il 70% di produzione energetica libera da emissioni, non si può pensare di rag-giungere gli obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici, rinunciando all’opzione nucleare. Tuttavia, prima di incre-mentare l’energia nucleare, debbono essere risolte alcune questioni, come la sicurezza del combustibile e delle scorie, lo stoccaggio delle scorie e la proliferazione nucleare.Il Governo federale si impegnerà a trovare soluzioni basate sulle migliori tecnologie disponibili, a stoccare le scorie in siti scientificamente idonei e a proteggere il materiale nucleare per evitare che possa cadere in mano a terroristi.Ridurre i consumi e i costi dell’energiaDistribuire le più economiche, più pulite, più immediate fonti di energia e di efficienza energeticaMentre i dati attestano come dal 1973 ad oggi il consumo di energia del Paese è triplicato, Obama intende fare degli USA lo Stato più efficiente del mondo.Il Dipartimento di Energia dovrà ridurre la domanda ener-getica del 15% entro il 2020, obiettivo che potrà essere raggiunto fissando limiti alla domanda annuale ed impo-nendo standard di efficienza.Edilizia sostenibileEntro il 2030 tutti gli edifici dovranno essere carbon neutral e nel prossimo decennio i nuovi edifici dovranno miglio-rare l’efficienza energetica del 50% e quelli già esistenti del 25%. Il Governo federale darà esempio, realizzando nei prossimi cinque anni nuovi edifici che aumenteranno del 40% di efficienza energetica e del 25% in quelli esistenti, in modo da ridurre i consumi energetici del 15% entro il 2015, anziché al 2020.Rilanciare gli incentivi per le società energetiche di pubblico servizioAgli Stati che richiederanno incentivi per attuare i cambiamenti verrà offerta un’assistenza tecnica mirata. Di tali misure bene-ficeranno le società pubbliche che miglioreranno l’efficienza energetica piuttosto che incentivare il consumo di energia. Questa “equità regolatoria” inizierà con il disaccoppiamento dei profitti dall’aumentato uso di energia che incentiverà le compagnie ad associarsi con i consumatori e con i governi statale e federale per ridurrre mensilmente le bollette energetiche delle famiglie e delle imprese. Il governo federale avrà un ruolo importante e positivo di rilanciare il modello di profitto verso il settore pubblico in modo che i profitti delle azioni siano basati sull’affidabilità e le prestazioni rispetto alla produzione totale.Preservare la nostra TerraAbbiamo la responsabilità di lasciare ai nostri figli questa Terra migliore di come l’abbiamo trovata.Tutti gli americani hanno il dovere di proteggere e man-tenere i nostri insostituibili “tesori” nazionali. È altrettanto

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vitale che siano pulite l’acqua potabile e l’aria.C’è bisogno di una nuova visione per proteggere il suolo pubblico e risanare foreste, praterie e zone umide per le future generazioni di statunitensi.Fare degli USA il paese leader della lotta ai cambia-menti climaticiPer sviluppare un equo ed efficace programma di contrasto al global warming, gli USA si impegneranno a fare riferi-mento alle decisioni in merito dell’UNFCCC, Forum deputato ad affrontare la questione, assumendosi la responsabilità di sollecitare tutti i principali Paesi emettitori ad unire gli sforzi per ridurre le emissioni climalteranti.

Ovviamente, tra i più entusiasti per la vittoria di Obama è stato Yvo de Boer, Segretario esecutivo dell’UNFCCC che si è subito affrettato a dichiarare alla stampa di aspettarsi di trovare in Polonia, dove a Poznañ dal 1° al 12 dicembre 2008 si svolgerà la 14a Conferenza delle Parti, una delega-zione statunitense che in qualche modo rappresenti anche le posizioni del neo-Presidente, visto che il Capo delegazione Paula Dobrianski, ancor prima del voto aveva annunciato che “sarebbe stata in stretto contatto con il team del Presi-dente subentrante” (AFP, 5 novembre 2008).

L’elezione di Barack Obama ha suscitato un po’ ovunque fervore e interesse politici quali non se ne vedevano da tempo. Ad attrarre sembra essere soprattutto la sua visione globale per uno futuro diverso e migliore ( la parola tedesca weltanschauung esprime meglio il sentimento che è riuscito ad ingenerare). Anche se nell’azione di governo Obama dovrà trovare soluzioni di mediazione, che in democrazia sono inevitabili, non potrà affievolire i punti chiave della sua campagna, pena la perdita di consenso di quella base elettorale che l’ha sostenuto e senza il cui appoggio non potrà essere realizzato alcun cambiamento che, peraltro, i cosiddetti “poteri forti” cercheranno di contrastare.

Se ha una sua ragione l’aforisma di Harry S. Truman, 13° Presidente degli USA (1945-1953), “Un altro problema che ab-biamo… nell’anno elettorale ci comportiamo un po’ come fanno i popoli primitivi durante la luna piena”, è altrettanto vero che l’Amministrazione Bush ha offuscato l’immagine del Paese alla cui azione si guarda come punto di riferimento, e… dopo l’eclissi lunare, totale o parziale, c’è sempre il plenilunio!

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LE EMISSIONI CONTINUANO A CRESCEREIn Asia preoccupa il fenomeno delle “nuvole marroni”

Presentati i dati del Reporting UNFCCC 2008

Anticipando di qualche settimana la pubblicazione dell’annuale Rapporto sulle emissioni, come previsto dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, sono stati resi noti a Bonn i dati sull’anda-mento delle emissioni prodotte dai 40 Paesi industrializzati, inclusi nell’Alle-gato I della Convenzione stessa, 37 dei quali sottoposti a quote obbligatorie.Le motivazioni sono abbastanza ov-vie: c’è bisogno di avere per tempo un documento propedeutico per la Conferenza delle Parti (COP 14) che si svolgerà Poznañ (Polonia) dal 1° al 12 dicembre 2008, tappa intermedia sullo stato dei negoziati per la predisposizio-ne di un nuovo Accordo sulla riduzione delle emissioni di gas serra che sosti-tuisca il Protocollo di Kyoto alla sua scadenza, dopo un anno dall’avvio del Piano di azione (Road Map) definito nella Conferenza di Bali (2007) e ad un anno dalla Conferenza di Copenha-gen (2009), allorché i negoziati stessi dovranno essere conclusi.Il Report si basa sull’informazione degli inventari nazionali di gas serra che il segretariato riceve annualmente entro il 15 settembre e che si riferisco-no all’intervallo compreso tra il 1990 (anno di riferimento sul quale devono essere verificati gli obiettivi di riduzione del Protocollo di Kyoto) e i due anni precedenti (2006) la data di presen-tazione.Le comunicazioni si riferiscono a:- gas responsabili diretti nel provocare

il riscaldamento globale e il cambia-mento climatico (GHGs):

CO2 (biossido di carbonio), C

4 (meta-

no), N2O (protossido di azoto), PFC

(perfluorocarburi), FHC (idrofluoro-carburi) e SF6 (esafluoruro di zolfo);

- gas che svolgono un’azione indiretta: SO

2 (anidride solforosa), NO

X (ossidi

di azoto), CO (monossido di Carbo-nio), COVNM (composti organici volatili non metanici).

Poiché le attività legate all’uso del suo-lo e ai cambiamenti nell’uso del suolo (urbanizzazioni, coltivazioni, pascoli,

deforestazione e riforestazione ecc.), i dati presenti nel Report includono od escludono i LULUCF (Land Use, Land Use Change and Forestry).Nel presentare il Rapporto, il Segretario esecutivo UNFCCC Yvo de Boer ha sotto-lineato “il momento critico per i governanti perché i prossimi negoziati sul clima co-stituiscono il processo più complicato che il mondo abbia mai affrontato”.Riferendosi, poi, all’attuale crisi eco-nomica ha osservato: “È chiaro che la crisi finanziaria e il successivo ral-lentamento della crescita economica avranno implicazioni sui negoziati pri-

ma, ci vorrà tempo per vedere come. In ogni caso, spero che il mondo si unisca sugli obiettivi climatici, basandosi su azioni politiche e non sul totale rifiuto economico”.Giustamente, non è possibile individua-re ora quali ripercussioni si potrebbero avere sull’andamento delle emissioni a seguito di un rallentamento delle produzioni industriali, indotto dalla diminuzione dei consumi per la crisi finanziaria in atto; come, non è altret-tanto automatico che la diminuzione del prezzo del petrolio possa indurre alcuni Paesi a continuare a fare affida-

fonte: UNFCCC - Emissions Reporting 2008

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Quasi in contemporanea con la dif-fusione di tali dati, il Vice segretario esecutivo dell’UNFCCC Richard Kinley, parlando a Beverly Hills (California) alla Conferenza “Governors’ Global Climate Summit”, dichiarava che, “invitato a par-lare sulla necessità di agire”, purtroppo doveva cambiare il tema “in necessità di agire maggiormente”.Ribadendo che il mondo scientifico ha fatto chiaramente intendere che 2050 le emissioni globali dovranno essere ridot-te del 50%, Kinley ha sottolineato che “i Paesi industrializzati devono fare di più, mentre i Paesi in via di rapido sviluppo, come Cina e India, debbono accettare di rallentare la crescita delle emissioni di biossido di carbonio e di altri gas ad effetto serra”.Si è poi complimentato con i Gover-natori e gli Amministratori locali che, a suo dire, sono i veri leaders delle azioni di contrasto ai cambiamenti cli-matici, osservando che “i Governi locali possono influenzare i Governi statali, attraverso l’attività di regolamentazione delle fonti di emissione e l’azione di cooperazione e di reciproco sostegno, che possono costituire un vero modello di cooperazione globale.Il Summit, al quale hanno preso parte i Governatori di 12 Stati statunitensi e alcuni loro colleghi di Canada, Messico, Brasile ed Indonesia, era stato organiz-zato dal Governatore repubblicano della California Arnold Schwarznegger con lo scopo, come lui stesso ha dichiarato all’Associated Press, di dimostrare che le emissioni possono essere tagliate senza danneggiare l’economia.Ricordando che da quando ha assunto l’incarico nel 2003 ha dato vita a parte-nariati avviati con Capi di Governo di 7 Paesi occidentali e Governatori di 4 Province del Canada, nello sforzo co-mune di aiutare le industrie inquinanti ad acquistare crediti derivanti da altre aziende che sono state in grado di ridurre le proprie, il Governatore ha sottolineato che la tecnologia “verde” che in Cali-fornia è stata diffusa quale risposta ai cambiamenti climatici, sta generando occupazione e gettito fiscale: “Possiamo farlo con giustizia ed equità, in modo che tutte le economie prosperino, evitando che qualcuno si tiri indietro. Dobbiamo far entrare la gente in questo dibattito. Non c’è scelta. Alla fine, ci accingiamo a distruggere il mondo!”.

Qualche giorno prima, l’ONU, in questa occasione l’Agenzia UNEP (United Na-

hanno ridotto soltanto dello 0,1% le loro emissioni, percentuale così irrisoria che, seppur significativa, non può certo far ben sperare per il conseguimento degli obiettivi previsti per il 2012, anche in considerazione che non ci sono i dati di due giganti emettitori di gas serra, quali Cina e India, le cui economie negli ultimi anni hanno continuato a crescere con numeri a due cifre.Dai dati del Rapporto si osserva che l’Unione Europea, complessivamente, nel periodo 1990-2006 ha ridotto del 2,2% le sue emissioni; l’Italia le ha aumentate del 9,9%. Molti altri Paesi europei hanno fatto ancora peggio: Turchia (+95,1%), Spagna (+50,6%), Portogallo (+40%), Gre-cia (+27,3%), Irlanda (+25,6%); mentre sono risultati virtuosi, oltre i Paesi dell’ex blocco sovietico per le motivazioni sopra accennate e la stessa Russia (-34%), Ger-mania (-18,2%), Gran Bretagna (-15,1%), Svezia (-8,6%), Belgio e Croazia (-5,2%), Francia (-3,5%).

mento sui combustibili fossili.Perciò, è meglio uscire dalla crisi riorien-tando l’economia ed investendo subito su innovazione e tecnologie “verdi”, piutto-sto che rimanere più o meno a lungo in “stand by”, stretti tra incertezza ed irresolu-tezza che potrebbero risultare gravi colpe agli occhi delle future generazioni.

Dal documento si evince che nel perio-do 1990-2006 le emissioni di gas serra sono diminuite del 4,7%, ma nel periodo 2000-2006 sono aumentate del 2,3%.Tale dato è solo apparentemente con-traddittorio perché, come messo in luce nel comunicato stampa diffuso, il calo nel decennio 1990-2000 era imputabile al crollo industriale dei Paesi dell’Est europeo (-37,6%), così come l’aumento nel periodo 2000-2006 deve essere in-terpretato con la ripresa economica di questi stessi Paesi che ha determinato una crescita delle emissioni (+7,4%).Rispetto al 2005, nel 2006 i 40 Pae-si industrializzati oggetto di indagine

fonte: UNFCCC - Emissions Reporting 2008

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tions Environment Programme), aveva diffuso “Atmospheric Brown Clouds - ABC”, Rapporto con focus sulla regione asiatica del fenomeno delle “Nubi Mar-roni” che, studiato circa 10 anni fa, aveva dato avvio nel 2002 ad uno specifico progetto, INDOEX (Indian Ocean Ex-periment), con lo scopo di verificare e monitorare l’impatto che la formazione di queste dense nubi provoca sulla Terra, impedendo alla luce del sole di raggiun-gere la superficie terrestre, rischiando di cambiare i modelli meteorologici globali, di minacciare la salute umana e l’approv-vigionamento alimentare.Le brown clouds sono il risultato dell’ef-fetto combinato del rilascio in atmosfera di gas serra e della combustione di fonti energetiche fossili e di biomasse.Achim Steiner, Direttore esecutivo UNEP, presentando a Pechino il Rap-porto ha dichiarato che “la lotta contro il crescente livello di CO

2 e i cambia-

menti climatici è la miglior scommessa mondiale per la crescita dell’economia

verde, compresi i nuovi posti di lavoro e le nuove imprese. I paesi sviluppati devono agire in fretta, aiutando an-che le economie in via di sviluppo con finanziamenti e tecnologie puliti, ne-cessari per far crescere l’economia e generare energia pulita”.“Uno dei mandati principali dell’UNEP è la precoce attenzione, basata su dati scientifici di serie e significative sfide ambientali - ha proseguito Steiner - ora mi aspetto che la relazione odierna costituisca un punto fermo di azione della comunità internazionale”.L’Asia Meridionale è la regione più col-pita dal fenomeno, sia perché il suo clima è estremamente variabile, anche a causa dei monsoni, sia perché vi vive circa la metà della popolazione mon-diale ovvero perché è l’area dove la crescita economica è stata più forte.Sono soffocate dalle ABC tredici me-tropoli, di cui undici in Asia: Bangkok, Beijing (Pechino), Dhaka (Dacca), Karachi, Kolkata (Calcutta), Mumbai

(Bombay), New Delhi, Seoul, Shanghai, Shenzhen (vicino a Hong Kong) e The-ran; altre due in Africa: Cairo e Lagos.Tuttavia, secondo il Rapporto le ABC coinvolgono molte altre aree conti-nentali come il Medio Oriente, l’Africa australe, il Nord America, lungo la fascia costiera orientale e la stessa Eu-ropa, Pianura Padana inclusa.Secondo il Prof. Veerabhadran Rama-nathan, Direttore del gruppo di ricerca dell’UNEP, “Il Rapporto preliminare del 2002 ha creato sensibilizzazione ma anche scetticismo. Crediamo che la relazione odierna porti maggior chia-rezza sul fenomeno delle ABC, in grado di contrastare l’aumento delle emissioni di gas serra che è ad esso associato, a causa di uno sviluppo insostenibile”.

Ecco alcuni aspetti salienti che emer-gono dal Rapporto.

Effetto oscuramentoL’oscuramento prodotto dalle ABC su

fonte: NASA

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alcune regioni agisce in termini di ridu-zione delle precipitazioni ed aumento di fenomeni estremi. Se le nuvole incrimi-nate sparissero nel giro di una notte, si potrebbe verificare un rialzo di tempera-tura globale di 2 °C. Tale “mascheratura” potrebbe, oltre che spiegare lo scarso aumento della temperatura in India, durante la stagione secca (gennaio-mag-gio), rispetto agli anni di metà del XX secolo, occultare gli impatti del global warming tra il 20% e l’80%.

Impatto su ghiacciai e idrografiaLe particelle carboniose che si deposita-no sulla superficie dei ghiacciai riducono il loro effetto riflettente ed assorbono di più i raggi solari. Questo fenomeno, combinato con le emissioni di gas serra, determina uno scioglimento più rapido dei ghiacciai dell’Hindu Kush-Himalaya-Tibet, che hanno un ruolo determinante nell’equilibrio dei sistemi idrografici della regione, tra cui i fiumi Gange, Brahma-putra, Yangtze e Mekong.

Impatto sull’agricolturaNella relazione si afferma che le ABC determinano un maggior livello di ozo-no al suolo, che incide sulle colture, con una diminuzione delle produzioni di grano, riso, mais e soia tra il 10% e il 40%, che un recente studio sulle perdite economiche per Cina, Corea e Giappo-ne sono state stimate in 5 miliardi di euro all’anno. Se alcuni cultivar tipici della regione sono più sensibili al feno-meno, in generale tutte le produzioni agricole risentono negativamente delle ABC, sia per i danni relativi al deposito sulle piante di acidi e particelle tossiche sia per i ridotti livelli di fotosintesi a causa dell’oscuramento.

Impatto sulla saluteL’esposizione all’aerosol tossico e can-cerogeno, nonché le concentrazioni di particolato atmosferico (PM) inferiore a 2,5 micron, dovuti alle ABC, potrebbero provocare circa 340.000 morti all’anno in Cina ed India, che si assommereb-

bero agli oltre 780.000 decessi previsti dall’OMS per l’uso domestico di com-bustibili solidi (carbone e biomasse legnose). La perdita economica causata dall’esposizione alle ABC, correlata al PM 2,5 è stata stimata pari al 3,6% del PIL per la Cina e del 2,2% per l’India.

Le ABC, sono ritornate alla ribalta a seguito del Rapporto presentato a Pe-chino dall’UNEP, ma in realtà, come si accennava, sono oggetto di studio da oltre un decennio, grazie al progetto INDOEX (Indian Ocean Experiment), supportato dai Governi di Italia, Svezia, Stati Uniti. Fondamentali a tal riguar-do sono le stazioni di monitoraggio climatico-ambientale collocate in alta quota e facenti parte dell rete SHARE (Stations at High Altitude for Research on Environment), che forniscono indi-cazioni uniche perché provenienti da punti di osservazione privilegiati per descrivere i meccanismi e le entità di trasporto degli inquinanti a scala glo-bale sulle montagne, che costituiscono ben il 25% delle terre emerse.A questa rete dà un contributo diretto il Comitato Ev-K2-CNR, in particolare il Laboratorio-Osservatorio Piramide in Ne-pal (Nepal Climate Observatory Pyramid), installato a quota 5.079 metri s.l.m. che ne è un Complementary Site, che registra in modo continuativo i dati atmosferici, meteorologici e degli inquinanti dell’Hi-malaya e dell’Asia Centrale, fornendo indicazioni proprio sull’area interessata dalle “nubi marroni”.Proprio per la comprovata esperienza ac-quisita dal Ev-K2-CNR, l’UNEP ha chiesto al Comitato di cordinare e implementare quella parte del Progetto ABC che ri-guarda le aree montane e a volere quale membro del Science Team il Prof. Sandro Fuzzi dell’ISAC-CNR di Bologna.In occazione dell’inaugurazione dell’An-no Internazionale del Pianeta Terra (IYPE), svoltasi il 30 maggio scorso ai Giardini del Quirinale, durante il col-legamento in diretta con la stazione meteorologica di monitoraggio, instal-lata a 8.000 metri di quota sul monte Everest, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha sottolineato che: “L’attività del Comitato Ev-K2-CNR riempie di orgoglio, fa onore all’Italia e regala una speranza di salvezza al Pia-neta Terra. È bello sapere che grazie alla nostra stazione, l’Italia sarà in grado di dare un grosso contributo all’impegno per conoscere e fronteggiare le emergen-ze climatiche ambientali”.

La stazione Pyramid sul Monte Everest a 5.079 metri s.l.m. (fonte: Comitato Ev-K2-CNR)

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MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

a cura di Micaela Conterio

Politiche, progetti, beni e servizi di Green Procurement pubblico e privato

Cremona, 9-10 ottobre 2008 Forum Internazionale degli Acquisti Verdi

Si è chiusa con un bilancio oltremodo positivo la II edizione di “CompraVerde-BuyGreen”, Forum Internazionale degli Acquisti Verdi, raccogliendo ampi consensi presso gli operatori del settore e notevole interesse da parte del pubblico.L’innovativa Mostra-convegno dedica-ta al Green Procurement pubblico e privato, svoltasi alla Fiera di Cremona lo scorso 9 e 10 ottobre, ha visto in rassegna oltre 100 realtà rappresentate (Comuni, Province, Regioni, Associa-zioni, Reti e Coordinamenti, Aziende e Associazioni di imprese,...) in un ca-lendario di 35 appuntamenti culturali tra Convegni, Seminari e Workshop, con più di 200 relatori. Ancora, ci sono state presentazioni di libri, laboratori interat-tivi per sensibilizzare sui temi anche i più piccoli, mostre sul riciclo, vita degli oggetti in plastica, utilizzo di energie rinnovabili, architettura sostenibile... “CompraVerde-BuyGreen” è stato promosso da Provincia di Cremona, Coordinamento Nazionale delle Agende 21 Locali Italiane, Regione Lombardia insieme a Ecosistemi-SDI Group e Ade-scoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c.,

con la collaborazione e il patrocinio di numerose e importanti realtà, tra cui l’Uf-ficio del Parlamento europeo per l’Italia, il Comune di Cremona, ANCI Lombardia, UNCEM e con il patrocinio di Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territo-rio e del Mare, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, CONSIP.

Il Forum è stato scelto da molte re-altà della Pubblica Amministrazione come vetrina d’eccellenza per pre-sentare nuovi progetti ed esperienze di Green Public Procurement (GPP), ma è stato anche un’occasione per confrontarsi e fare il punto della situa-zione rispetto all’attuazione del Piano d’Azione Nazionale (PAN) per il GPP, di recente approvazione in Italia (ndr: per un’analisi approfondita si veda “Un altro passo verso la sostenibi-lità” e l’Inserto normativo relativo, in Regioni&Ambiente, n. 5 maggio 2008, pag 34 e segg.).Proprio a Cremona la Rete GPPnet, il gruppo di lavoro sugli acquisti verdi del Coordinamento nazionale Agenda21 Locali, si è presentata ufficialmente nel

proprio ruolo di attore e promotore del PAN, con l’obiettivo di “vigilare” sulla realizzazione del PAN stesso. Oggi al-la rete aderiscono: 193 realtà, tra cui 58 comuni, 21 province, 7 regioni, 4 parchi, 2 comunità montane, 4 reti e unioni comunali, 12 ARPA, 2 PP.AA. centrali, 3 centrali di committenza, 6 agenzie pubbliche, 7 università, 8 scuole ed enti di formazione, 14 imprese e asso-ciazioni di categoria, 1 banca, 28 realtà di consulenza e servizi, 12 associazioni del terziario, 4 persone fisiche.Il Forum e il suo dibattito culturale, si sono inevitabilmente allargati all’Euro-pa, grazie anche alla partecipazione di rappresentanti internazionali.“Non sono immediati i tempi per una delibera europea che renda obbligatori gli acquisti verdi per la Pubblica Am-ministrazione - ha dichiarato Herbert Aichinger, della Direzione generale Ambiente della Commissione europea, intervenuto al Forum - C’è forte atten-zione: sono state disegnate le linee guida e intensa è stata la spinta da parte della Commissione europea per promuovere una cultura e sensibilizzare gli enti a

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ne al Comune di Seriate (Bergamo).È stato premiato per il miglior bando in Italia, il Comune di Avigliana (Torino) per l’affidamento del servizio di pulizia dei locali comunali attraverso un bando che integra i criteri ambientali e che denota attenzione alle tematiche etico-sociali.

La miglior politica in Italia per l’attua-zione del protocollo Acquisti Pubblici Ecologici (a cui aderiscono ben 23 enti del territorio che si sono impegnati a inserire criteri ecologici nei bandi per l’acquisto di 10 tipologie di prodotto: dalla carta agli alimenti, dagli edifici ai motoveicoli) è risultata quella della Provincia di Torino che nel 2006 ha speso 4,6 milioni di euro per prodot-ti che rispettano i criteri definiti dal protocollo, pari al 66% dei prodotti acquistati per quelle tipologie.Anche il Comune di Reggio Emilia è stato premiato per l’integrazione dei criteri ecologici nelle procedure di gara e per le azioni di sensibilizzazione sugli acquisti verdi e il consumo sostenibi-le rivolte sia all’interno che all’esterno dell’ente, in particolare con progetti rivolti alle scuole (2007: 27 scuole pri-marie per 5.250 bambini coinvolti). È la Toscana la regione con il maggior numero di progetti partecipanti, seguiti da Emilia-Romagna, Piemonte, Marche e Veneto.

La III edizione di “CompraVerde-Buy-Green” è già in calendario per l’8-10 ottobre 2009.

voli effetti sull’economia sostenibile.“Comprare verde”, insomma, è una pra-tica che può riguardare tutti (pubblica amministrazione, imprese e società civi-le), ma gli enti pubblici, di fatto, sono da tempo tra i principali soggetti coinvolti: e a Cremona a più voci si è messo in ri-salto come incentivare gli acquisti verdi nella PA possa incrementare il mercato sostenibile e stimolare le imprese a inno-vare se stesse e i propri prodotti.Numerosi gli enti che già stanno inse-rendo nei propri bandi di gara e nelle procedure di acquisto di prassi i criteri ambientali.A loro è stato dedicato il “Premio an-nuale Compraverde per il miglior bando verde e la migliore politica per il GPP”, teso a valorizzare le pub-bliche amministrazioni che attivamente hanno contribuito alla diffusione degli Acquisti Verdi.Quattro i vincitori e dodici le menzioni speciali dell’edizione 2008.A vincere per la miglior politica di GPP in Lombardia è risultato il Comune di Brescia, per la forte attenzione a sensibilizzare agli Acquisti verdi e a ri-durre gli impatti ambientali dei consumi all’interno dell’amministrazione, l’atten-to monitoraggio dei risultati, infine la predisposizione alla messa in rete delle esperienze con altri enti. Il Comune, nel corso del 2007, ha visto crescere i propri acquisti verdi fino al 31,64% sul totale degli acquisti, pari a 1.341.074,00 euro (escluse le forniture informatiche).Segnalazione speciale per questa sezio-

muoversi in tale direzione, ma ad oggi ancora non esistono vincoli”.“A giugno 2009 le elezioni europee rinnoveranno il Parlamento, perciò occorrerà attendere la prossima Com-missione per sapere se sarà vincente la linea della obbligatorietà - ha aggiunto Aichinger, sottolineando che impor-tante passo nella direzione - sarà la Direttiva sull’efficienza energetica dei prodotti, un pacchetto in approvazione entro aprile 2009, in cui sarà, intanto, inserita una clausola che definisce un livello minimo di efficienza energetica dei prodotti acquistati dalla PA”.Lo scorso luglio la Commissione euro-pea ha presentato una serie di proposte sul consumo e sulla produzione soste-nibili che contribuiranno a elevare le performance dei prodotti e ad aumen-tarne la domanda, insieme a quella di nuove tecnologie sostenibili. Si tratta del Sustainable Consumption and Production Action Plan.Anche rispetto all’Ecolabel europeo la Commissione sta intensificando i pro-pri sforzi.

Se si pensa poi che gli acquisti della PA italiana ammontano oggi a 130 miliardi di euro l’anno (pari al 17% del PIL, ri-spetto a un 16% della media europea) e che il 30% di questi dovrà essere convertito in acquisti verdi - come in-dicato dalla Commissione europea quale obiettivo da raggiungere entro il 2009 - saranno mobilitati 40 miliardi di euro l’anno, cosa che avrebbe evidenti note-

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di Diana ComariUffi cio Stampa EIOM

CREA 2008:UNA POSITIVA SECONDA EDIZIONEAlto interesse a Veronafiere per l’Expo Business ForumInternazionale Condizionamento Riscaldamento Energia Ambiente

Verona, 21-23 ottobre 2008

La seconda edizione di CREA - Ex-po Business Forum Internazionale Condizionamento, Riscaldamento, Energia, Ambiente - focus EA Ener-gia e Ambiente, svolta a Verona dal 21 al 23 ottobre 2008, ha confer-mato i consensi già espressi nella prima edizione per format e moda-lità specifiche di svolgimento.

Ben 6.021 sono risultati gli ope-ratori qualificati giunti in fiera, a Verona, nei tre giorni di manife-stazione (11.690 erano stati invece i preregistrati on-line), un dato per cui EIOM anche per il 2008, a garanzia di aziende ed opera-tori partecipanti, ha richiesto la certificazione alla ISF (Istituto di Certificazione Dati Statistici Fieri-stici).

Il dato dei partecipanti conferma l’elevato interesse dei visitatori per la manifestazione e per il format, anche grazie alle strette sinergie tra gli eventi in programma e i collega-ti settori di attività, e risulta ancora più importante considerando il tar-get molto qualificato degli operatori in visita (CREA si rivolge, infatti, ad un pubblico di soli operatori professionali, quali progettisti, in-gegneri, impiantisti, integratori di sistema, prescrittori, distributori, imprese edili ecc.).Tra gli eventi verticali che si sono svolti in concomitanza con CREA/EA, sempre organizzati nella mo-dalità della Mostra Convegno, ricordiamo Home and Building (Building Technologies), SAVE/SAF (Automazione, Strumentazio-ne, Sensori), MCM (Manutenzione Industriale), Futurelab (Laborato-rio Chimico).

I riscontri da parte degli operatori, arrivati in fiera di Verona sia per gli appuntamenti in programma (convegni e workshop a cura di associazioni ed aziende) che per i tanti approfondimenti con i parte-cipanti, sono stati positivi.Tante le tematiche specifiche trat-tate, come i nuovi sviluppi e le applicazioni dell’idrogeno (in un approfondimento a cura di H2IT - Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile) o delle bio-masse e delle bioenergie (in un incontro organizzato da FAST - Fe-derazione Nazionale Associazioni Scientifiche e Tecniche); oppure la digestione anaerobica in relazione alla produzione di energia (AIAT - Associazione degli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio) e ancora le problematiche della certificazione energetica degli edifici, (ANIT -As-sociazione Nazionale Isolamento Termico).

Di grande rilievo anche i due ap-puntamenti mcTER, a cura del CTI Comitato Termotecnico Italiano), dedicati alle opportunità per la co-generazione nell’attuale panorama energetico (il giorno 22 ottobre) e agli aspetti normativi del risparmio energetico e il condizionamento estivo dell’aria (23 ottobre).

Hanno riscosso un elevato interesse anche un momento di approfon-dimento dedicato alle tecnologie, normative e applicazioni del so-lare fotovoltaico (CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano), così come i convegni incentrati sulla Buil-ding Automation per il risparmio energetico, organizzato da ANIPLA (Associazione Nazionale per l’Auto-

mazione) e l’efficienza energetica in un progetto di building automation (curato da LonMark Italia).

Senz’altro positivi anche i riscontri delle 98 aziende espositrici, con importanti presenze anche dall’este-ro (10 i Paesi di provenienza), che in occasione del CREA 2008 hanno organizzato ben 21 workshop tec-nico applicativi, molto apprezzati dagli operatori e le cui tematiche hanno spaziato dalla cogenerazio-ne alle energie rinnovabili (solare fotovoltaico, solare termico, bio-masse), dalla teleclimatizzazione al risparmio energetico, fino alla strumentazione e componentistica per impianti.

L’appuntamento con la nuova edizione di CREA è dal 20 al 22 ottobre 2009 presso i padiglioni di Fiera Verona.

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a cura di Vinicio Ruggiero

ECOMONDO 2008:SUCCESSO OLTRE LE PIÙ ROSEE ASPETTATIVE64.858 visitatori (+12% sul 2007)

Rimini, 5-8 novembre 2008

È calato il sipario sulla grande kermes-se dell’ambiente. Dal 5 all’8 novembre Rimini Fiera ha ospitato la XII edizione di ECOMONDO, Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo sostenibile.Alessandra Astolfi, Project manager della Manifestazione, ha commentato: “Le rosee aspettative della vigilia sono state ampiamente superate. Rivolta sia agli addetti ai lavori, sia al pubblico, la manifestazione ha ospitato 1.000 azien-de su 70.000 metri quadrati, articolati in 13 padiglioni: la più ampia gamma di opportunità tecnologiche, sistemi, attrezzature e servizi che, partendo da una vetrina dedicata al tema centrale del recupero e riutilizzo dei rifiuti, si è allargata ad ampio raggio su tutte le tematiche ambientali e della sostenibi-lità, con approfondimenti dedicati ai singoli temi”.In contemporanea a ECOMONDO si sono svolti SA.L.VE, III Salone triennale del vei-

colo per l’ecologia; la IV edizione di RI 3 (RIgenera RIcarica RIusa) sul recupero dei rifiuti informatici e la II di KEY ENERGY sull’Energia sostenibile. In totale, la Fiera ambientale di Rimini Fiera ha richiamato 64.858 visitatori (+12% sul 2007).Grandi sono risultati anche i numeri dei media: 429 i giornalisti accreditati in sala stampa (381 nel 2007); copertura totale della stampa specializzata; grande e quotidiana attenzione della stampa locale e regionale; platea mediatica na-zionale d’eccezione; telecamere delle reti nazionali e regionali.

“ECOMONDO - aveva ricordato al taglio del nastro il Presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni - è l’evento fieristico leader italiano dedicato all’ambiente, punto di riferimento per il recupero e riuso di materia ed energia, organiz-zato in collaborazione con i più alti organismi istituzionali e associativi, a cominciare dal Ministero dell’Ambiente

e la Tutela del Territorio e del Mare e dal CONAI. Una fiera del fare, il termometro di un’economia italiana che ha consoli-dato saperi e tecnologie e che è orientata all’innovazione”.L’onore di aprire la Manifestazione è toccato a Roberto Menia, Sottosegreta-rio di Stato all’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare, che ha dichiarato: “Il mio apprezzamento per questa Mani-festazione è sincero, si tratta infatti della fiera del fare, come ha ricordato giu-stamente ed efficacemente il Presidente Cagnoni, che tocca temi fondamentali per il nostro presente e per il nostro futu-ro. Ognuno di noi ha un impegno verso l’ambiente e, quindi, verso i nostri figli. Dobbiamo non solo tutelare il territo-rio, ma anche valorizzarlo. In questo senso il Salone che oggi inauguriamo è da guardare con ammirazione e da invidiare, perché vanta il grande me-rito di portare alla ribalta le soluzioni ad uno dei problemi più importanti del

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Germania e Austria”.

I GRANDI PERCORSI A TEMAQueste in sintesi le principali novità te-matiche dell’edizione 2008.COOPERAMBIENTE: è stata la prima Fie-ra dell’offerta cooperativa di energia e servizi per l’ambiente, in collaborazio-ne con Legacoop e che ha ospitato il prestigioso intervento dell’economista Jeremy Rifkin.RECLAIM EXPO: il primo Salone italiano sulle bonifiche ambientali che ha fatto il punto su due recenti novità sul piano istituzionale-normativo che hanno dato impulso ad un’attività per la quale sono stati stanziati oltre tre miliardi di euro.ORO BLU: il primo Salone dedicato alle tecnologie di recupero e riuso delle acque.INERTECH: focus sul mercato delle de-molizioni e grandi ri-qualificazioni del riciclaggio dei materiali da co-struzione e loro reimpiego, dove è stato diffuso lo studio di Prometeia sul mercato dei rifiu-ti da costruzione e demolizione che

Gianni Silvestrini, Coordinatore Comi-tato Scientifico Key Energy, ha osservato che “Ora che sappiamo chi è il nuovo presidente degli Stati Uniti, dobbiamo tutti sentirci stimolati ad incrementare l’uso delle energie rinnovabili. Obama ha infatti fortemente sostenuto nel suo programma elettorale il rilancio delle fonti alternative, prevedendo un incre-mento del 25% del loro sfruttamento entro il 2020. L’Europa deve saper ac-cogliere questa sfida virtuosa e credo che ECOMONDO e Key Energy possano dare una spinta decisiva in tal senso”.Luciano Morselli, Coordinatore Co-mitato Scientifico ECOMONDO, che per questa edizione ha scelto come indicatore biologico rappresentativo dell’ambiente degradato l’ape verde, terza mascotte dopo la rana blu e la rondine rossa delle precedenti edizioni declinata anche in un gadget realizzato appositamente in collaborazione con la Tetra Pak, ha precisato che in futu-ro “Focalizzeremo la nostra attenzione sull’ecodesign, nuovo paradigma del ri-ciclo dei materiali e sulla responsabilità, cultura da diffondere come comporta-mento etico che si affina nelle tecniche qui in esposizione. Il tutto per arrivare ad un’Europa del recupero che qui è già ben rappresentata dagli studenti di alcuni corsi ambientali organizzati da famose università di Spagna, Romania,

mondo contemporaneo, quello appunto della sostenibilità. Qui si dimostra con i fatti come i problemi possono diventare opportunità”.Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso, presente anche lui alla inaugurazione, ha tenuto a precisare che “Oggi sono qui come cittadino di un paese che in questo settore deve crescere e capire che è proprio attraverso queste tematiche che si gioca il nostro futuro”.Il Senatore Antonio D’Alì, Presidente Commissione Territorio e Ambiente al Senato della Repubblica, ha sottolineato che “gli industriali di questo comparto mostrano le loro grandi capacità e la loro encomiabile creatività. Assicuro anche l’impegno della Commissione che presiedo affinché siano esaminati con attenzione i tanti provvedimenti allo studio in materia ambientale”.Lino Zanichelli, Assessore all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile Regione Emilia-Ro-magna, ha portato i saluti della Regione Emilia-Romagna, del Presidente Errani e di tutta la Giunta, esprimendo “l’or-goglio per questa fiera organizzata da 12 edizioni con successo crescente sul nostro territorio e che, ogni anno di più, aiuta a focalizzare meglio l’attenzione sulle tematiche del riuso, per un futuro davvero sostenibile”.

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nel 2007 ha messo insieme circa 57 milioni di tonnellate.L’ISOLA DEGLI ACQUISTI SOSTENI-BILI: uno straordinario arcipelago di aziende produttrici di prodotti green

per il consumo quotidiano, un impor-tante momento di inconìtro tra l’offerta di acquisti verdi e la domanda da parte della P.A. e delle Aziende private.METAL-ECO: la Mostra-convegno dove il mondo dei metalli ferrosi e non ferrosi, ha discusso il miglior utilizzo degli scarti di produzione e del reimpiego dei mate-riali riciclati, presentando le tecnologie più innovative dei sistemi di recupero.CITTÀ SOSTENIBILE: tema discusso nei suoi molteplici aspetti, da quello legato alla quotidianità fino all’abbattimento delle emissioni in atmosfera per un rapporto più equilibrato tra industria e ambiente, che ha presentato una ricca vetrina di progetti, tecnologie, materiali, metodologie e buone pratiche presentata a professionisti e amministratori pubblici per pianificare, progettare e realizzare interventi ed opere basati sulla tutela del paesaggio, il risparmio energetico e lo sviluppo consapevole.Area RAEE: dove i Consorzi nati di re-cente e i produttori ed importatori di apparecchiature elettriche ed elettro-

niche si sono dati appuntamento per presentare un sistema efficiente e se-lettivo di raccolta e riciclaggio di tali rifiuti.

I SEMINARI SCIENTIFICIMolto soddisfatto il prof. Morselli, per l’attenzione e la partecipazione che si sono registrate nei numerosissimi ap-puntamenti proposti nei quattro giorni di Fiera: 250 relazioni scientifiche (15% di carattere internazionale), 700 relatori e oltre 100 istituzioni rappresentate fra dipartimenti universitari, centri ricerche e istituzioni nazionali.“ECOMONDO ha centrato l’obiettivo - ha commentato il Coordinatore scientifico - nello scegliere una mission alta riguar-dante la cultura della responsabilità. I contributi offerti contenevano in gran parte il messaggio riguardante la necessi-tà di un ambiente sostenibile, solidale ed etico che preveda l´adozione di modelli innovativi a carattere sociale, giuridico ed economico derivanti da una nuova cultura della responsabilità tra ambiente, tecnica ed etica. Alcuni passaggi, penso agli interventi di Jeremy Rifkin e Giorgio Celli, hanno ulteriormente sottolineato questo passaggio culturale”.Da rammentare, anche, i dibattiti e le

presentazioni di libri che si sono alter-nati, fuori da formalismi, pubblico ed esperti internazionali su temi emergenti della società contemporanea, all’inter-no di Caffè Scienza (Hall Sud) il cui geniale allestimento, sponsorizzato dal PolieCo (Consorzio per il Recupero e Ri-ciclaggio di beni in polietilene), è stato particolarmente apprezzato.

Simone Castelli, Direttore business Unit 2 di Rimini Fiera, ha ricordato come la chiave del successo per ECOMONDO è l’orizzonte estero. “È una priorità sia per l’attività che svolgiamo in funzio-ne dei nostri prodotti fieristici interni, con la presenza organizzata in fiera di numerose delegazioni straniere, così co-me per l’attività esterna con le edizioni tradizionali di ECOMONDO in Russia e in Cina. Ora pensiamo a Dubai, dove abbiamo già l´esperienza maturata con Sia Guest, per rendere disponibile alle aziende una formidabile opportunità di business. Sono quindi orgoglioso dei risultati ottenuti da ECOMONDO, oggi la prima fiera italiana del settore”.

La prossima edizione di ECOMONDO si svolgerà sempre a Rimini Fiera dal 28 al 31 ottobre 2009.

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La società moderna è caratterizzata da un costante aumento di rifiuti immessi sul suolo e in atmosfera, dovuto non solo ad un aumento dei consumi per un cresciuto benessere, ma anche a modelli di comportamento poco responsabili e rispettosi dell’ambiente, e alla diffusione di prodotti usa e getta, quasi tutti scarsamente biodegradabili e, quindi, con tempi di decomposizione lunghissimi.In Italia, in particolare, si producono circa 33 milioni di ton-nellate di rifiuti ogni anno la maggior parte dei quali potrebbe in vario modo essere riciclata, mentre purtroppo moltissimi di questi materiali vengono destinati alla discarica.Proprio per questo è necessario promuovere una cultura consapevole dei problemi che esistono e rispettosa dell’am-biente, favorendo tutte le iniziative volte a diffondere una coscienza ambientale nelle Pubbliche Amministrazioni e nei cittadini.In quest’ottica, si terrà a Palermo, dal 2 al 5 dicembre 2008, presso l’Ex deposito delle locomotive di Sant’Erasmo, la II edizio-ne di Ecomediterranea, Fiera Internazionale dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile dei Paesi del Mediterraneo.Ecomediterranea 2008 è a Zero Emissioni di CO

2 grazie al

progetto di Efficienza energetica Stufe a Basso Consumo, realizzato da co2balance in Kenya.La Manifestazione si propone come vetrina delle tecnologie, delle realtà industriali, delle politiche e dei programmi a favore dell’ambiente e come luogo di incontro per gli ope-ratori del settore. Nel corso della Fiera si terranno convegni e workshop relativi alla tutela dell’ambiente, durante i quali saranno affrontate le tematiche che più da vicino riguarda-no le realtà dei Paesi dell’area mediterranea: dal corretto smaltimento dei rifiuti, alla pianificazione di uno sviluppo sostenibile, fino all’agricoltura e alle energie alternative.Ecomediterranea 2008 si rivolge alle Aziende, alle As-

sociazioni e agli Enti pubblici, che operano nell’ambito dell’agricoltura, dell’ambiente, delle energie alternative ed in generale a tutto ciò che è collegato alla qualità della vita, ospitando varie categorie di operatori di settori quali riciclaggio, trattamento delle acque, mobilità sostenibile, parchi e natura, ingegneria ambientale.Grande attenzione verrà riservata anche ai più giovani: ad essi, infatti, è dedicata la II edizione di “AmbienteMediterra-neo”, Concorso regionale rivolto alle scuole primarie, medie e superiori. Saranno inoltre attivati laboratori educativi e percorsi didattici per le scuole.Lo svolgimento della Fiera sarà supportato ed accompagnato da una serie di attività di comunicazione e pubbliche rela-zioni, coniugando mezzi tradizionali e tecniche più avanzate di advertising; è già attiva e consultabile una pagina web dedicata all’edizione in corso, visionabile al seguente indi-rizzo: www.areasicilia.com/ecomediterranea.htm.Il Programma di Ecomediterranea, scaricabile dal sito, preve-de, oltre all’esposizione ed alle mostre permanenti, convegni, workshop e diverse attività collaterali di notevole interesse per il pubblico e per gli addetti ai lavori:- 2 dicembre, Convegno “Le energie alternative: conve-

nienza ed opportunità per uno sviluppo sostenibile” e la Mostra-workshop “Architettura naturale = vivere sosteni-bile” a cura di ANAB;

- 3 dicembre, Convegno “Agricoltura e salute….. L’impor-tanza di mangiare bene”;

- 4 dicembre, Convegno “Pianificazione e sviluppo soste-nibile: i parchi del Mediterraneo- II edizione”;

- 5 dicembre, Premiazione del Concorso “AmbienteMediter-raneo”, il Convegno “La situazione dei rifiuti nei paesi del Mediterraneo: quali prospettive” e, nuovamente, la Mostra-workshop “Architettura naturale = vivere sostenibile”.

a cura di Fabio Bastianelli

Fiera Internazionale dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile dei Paesi del Mediterraneo

Palermo, 2-5 dicembre 2008

ECOMEDITERRANEA

R

Segreteria organizzativa:A.R.E.A. SrlVia Houel, 17 - 90138 PalermoTel. 0916196242 - Fax [email protected] - www.areasicilia.com

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Prodotti di alta qualità, al giusto prezzo, offerti direttamente al consuma-tore e a basso impatto ambientale, sono quelli garantiti dai “farmer’s markets”, i mercati di vendita dai produttori ai consumatori. Sarà questa la novità della V edi-zione di “Eco&Equo”, la Fiera dell’attenzione sociale, ambientale e dell’economia alternativa e solidale.Organizzata dall’As-sessorato ai Servizi sociali, Cooperazione allo sviluppo, Immi-grazione e Ambiente della Regione Marche, in collaborazione con l’Ente regionale per le manifestazioni fieristiche (ERF), si svolgerà dal 6 all’8 dicembre dalle 9.30 alle 21 alla Fiera di Ancona ad ingresso gratuito.

“Nelle scorse edizioni vissute in crescendo - ha osservato l’As-sessore, Marco Amagliani - la Manifestazione ha cercato di mettere radici alla pianta della sostenibilità e dell’equità sociale, volontà che proseguirà anche nell’edizione 2008 con un padiglione pieno di espositori per continuare a sensibi-lizzare ed educare i giovani alla tutela del nostro Pianeta, all’uguaglianza fra i popoli, alla solidarietà e al rispetto dei diritti umani”.Ricordando una frase del poeta e scrittore cubano José Martì (1853-1895), considerato il più grande eroe nazionale: “Una trincea di idee vale più di una trincea di pietre”, l’Assessore ha dichiarato che su tale valore “ad Eco&Equo verrà celebrato il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ponendo ancora maggiore attenzione al sostegno di ogni forma di lotta contro il razzismo la xenofobia e tutte le forme di discriminazione”.La filiera corta o a circuito breve ovvero quell’insieme di attività che prevedono un rapporto diretto tra produttore e consumatore, singolo o associato, riducendo il numero degli intermediari commerciali e diminuendo il prezzo finale, avrà l’occasione ad “Eco&Equo”, di presentarsi con circa 100 produttori dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica e di Coldiretti Marche.In questa che sarà il più grande Farmer’s Market delle Marche, sarà possibile fare una spesa a chilometri zero ac-quistando frutta, verdura, latte, formaggi, salumi, conserve, miele, olio della propria terra direttamente dai produttore, sia biologici sia convenzionali.E di “Cibo, prezzi, ambiente” si parlerà nella Tavola rotonda

a cura di Micaela Conterio

Si parlerà di “Cibo, prezzi, ambiente” con i produttori e consumatori in un incontro moderatodal giornalista e conduttore della trasmissione “Racconti di vita”, Giovanni Anversa

Fiera di Ancona, 6-8 dicembre 2008

“ECO&EQUO” PRESENTA IL PIÙ GRANDEFARMER’S MARKET DELLE MARCHE

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di sabato 6 dicembre, alle 9.30 all’Auditorium della Fiera, in cui si confronteranno le esperienze di chi ha fatto sua la necessità di un nuovo stile di vita sia nella produzione agricola sia nel consumo consapevole.“Vogliamo far passare il messaggio - spiega Marco Amaglia-ni - che è possibile realizzare esperienze di produzione e di consumo di prodotti di qualità, economiche e a bassissimo impatto ambientale”.L’incontro sarà moderato da Giovanni Anversa, giornalista, autore e conduttore del programma televisivo di Rai Tre, “Racconti di vita”.Oltre all’Assessore Amagliani, vi parteciperanno Paolo Pe-trini, Vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Agricoltura, Giannalberto Luzi, Presidente di Coldiretti Marche, Luigi Pelliccia, Responsabile Ufficio studi Federa-limentare, Vladimiro Rapini, Direttore Area Sud divisione Ipermercati Coop Adriatica, Andrea Ferrante, Presidente federale AIAB, Paola Cicchese, Presidente Consorzio Far-mer market di Fermo, Floro Bisello, Responsabile Adusbef Marche, Caterina Francioni, Gruppo di Acquisto Solidale (GAS).La tavola rotonda, grazie alla collaborazione di Etv Marche, sarà in collegamento con gli stand dei produttori presenti ad “Eco&Equo”.Per chi visiterà la Fiera, ci sarà inoltre la possibilità di be-re latte crudo alla spina a chilometri zero. Sarà presente, infatti, un distributore dal quale, portando una bottiglia da casa o prendendo quella in vetro regalata dall’Assessorato regionale all’Ambiente e da Coldiretti Marche, i visitatori potranno acquistare latte prodotto sul nostro territorio a un euro al litro.In Italia, sono sempre più diffusi i distributori alla spina di latte crudo, tramite i quali il consumatore con la sua bottiglia, porta sulla tavola latte di alta qualità, prodotto sul proprio territorio, riducendo anche l’impatto ambientale per le basse

emissioni, grazie alla minore distanza e ai minori passaggi tra produzione e consumo, nonché per la riduzione dei rifiuti perché viene riutilizzato lo stesso contenitore.Nelle Marche, ci sono 25 distributori del latte: 5 in provincia di Ancona, 6 a Macerata, 6 ad Ascoli Piceno e 8 in provincia di Pesaro e Urbino.“Eco&Equo” dedicherà spazio ai giovanissimi e ai bambini, che saranno al centro della Manifestazione e protagonisti nel padiglione espositivo dove sarà allargata l’area dedicata a “Bimbopoli” con laboratori e attività ludiche per tutta la durata della Fiera.Si potranno inoltre visitare mostre fotografiche, fra cui “Il mondo in una regione” prima e unica del suo genere, pre-sentata in esclusiva, che raccoglie una selezione di foto sull’immigrazione, realizzate da Daniele Maurizi, per rac-contare gli aspetti culturali, sociali e religiosi delle tante comunità di migranti presenti sul territorio.In visione ci sarà anche la mostra “Amazzonia, quale futuro per i suoi abitanti e le sue risorse naturali” composta da 24 pannelli di grandi dimensioni con fotografie del WWF.Greenpeace sarà presente con una mostra che testimonia gli effetti dell’incidente nucleare dell’incidente di Chernobyl sulla popolazione.“Eco&Equo” sarà anche musica e spettacolo:- sabato 6 dicembre, alle 21.15 ci sarà il concerto spettacolo

de “I notte fonda”, con un omaggio a Fabrizio de André nel 10° anniversario della scomparsa del cantautore ge-novese;

- domenica 7 dicembre, andrà in scena “Il gesto, il suono, la parola”, un’improvvisazione fra teatro, danza e musica dell’Associazione Teatro Terra di Nessuno;

- lunedì 8 dicembre, è la volta di “Dedicato (... a tutte le donne)”, ideato e messo in scena da un Ponte tra le culture per far riflettere sulla Campagna promossa da Amnesty International “Mai più violenza sulle donne!”.

Eco&Equo è “100% Energia Pulita”Eco&Equo sarà la prima Fiera delle Marche ad essersi certifi cata “100% Energia Pulita Multiutility”. Questo signifi ca che tutta l’energia elettrica, utilizzata per le varie fasi di preparazione e svolgimento dell’intero evento, proviene esclusivamente da fonti energetiche rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico etc.).L’importante certifi cazione, curata e gestita dalla Multiutility S.p.A. di Verona, sarà consegnata all’Assessore all’Ambiente della Regione Marche, Marco Amagliani, il prossimo 4 dicembre, in occasione della Conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2008 di Eco&Equo.

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a cura di Alberto Piastrellini e Donatella Mancini

ATTIVITÀCONVEGNISTICA

ECOMONDO 2008

L’attività convegnistica di ECOMONDO 2008, svoltasi durante i quattro giorni della Manifestazione, è stata ampia e intesa: 250 tra Conferenze, Convegni, Seminari e Workshop, a cui hanno dato il proprio contributo 700 oratori.Le tematiche hanno spaziato su tutto il fronte delle emergenze ambientali e delle pratiche per la sostenibilità. Non è stato possibile seguire tutti gli eventi. Ab-biamo concentrato la nostra presenza, in special modo, su quelli che si sono svolti nella Sala Convegni dell’Area Abruzzo e Area Marche.Per quanto riguarda altri eventi, oltre quello di apertura, di cui diamo ampio spazio qui di seguito, si rinvia ad altre pagine di questo stesso numero:“L’Italia del recupero”, Rapporto 2008 di FISE UNIRE, vedi pag. 40 e segg.“Aspetti pratici in materia di discipli-na dell’ambiente - Tendenze del diritto comunitario e domestico in materia di rifiuti”, Seminario a cura del Consor-zio PolieCo, vedi pag. 44 e segg.;“Verso una produzione e un consu-mo sostenibili. Imprese, consumatori e Pubbliche Amministrazioni insie-me per la sostenibilità”, Convegno a cura della Regione Emilia-Romagna, vedi pagg. 50-51.

EMERGENZA RIFIUTI:RIPARTIRE DA MODELLI TECNICI, ECONOMICI E COMPORTAMENTALIL’evento di apertura di ECOMONDO 2008, a firma CONAI e MATTM ha pro-posto nuove strategie per combattere l’emergenza rifiuti

di Alberto Piastrellini

Al Seminario: “Il Sud oltre l’emer-genza: modelli tecnici, economici , comportamentali”, a cura di CONAI e Rimini Fiera, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono stati, an-cora una volta, i numeri a parlar chiaro e a definire i contorni di un’emergenza diffusa, non solo localizzata nella tor-

mentata Regione Campania.L’alternarsi storico di innumerevoli re-gimi commissariali per quanto riguarda la gestione dei RSU non è ancora riu-scita ad allineare su un unico dato i tre “motori” del Bel Paese, che, a tutt’og-gi, viaggiano ancora a tre velocità: un Nord virtuoso che si attesta sugli 84,3 Kg di imballaggi raccolti e riciclati per abitante in un anno; un Centro piutto-sto variegato ma che arriva ai 48,1 Kg/abitante ed un Sud ancora più indietro con solo 27,9 Kg/abitante.Molto emblematica la situazione dei costi sostenuti dallo stato centrale per il funzionamento dei regimi commissa-riali: in 14 anni sono stati erogato circa 2.200 milioni di Euro e ne sono stati spesi 1.880, peccato che in quasi nes-suna delle Regioni beneficiate sono stati raggiunti dei risultati soddisfacenti.Sono cifre che fanno male a guardarle, e, ancora di più se si pensa in termi-ni di occasioni sprecate, infatti se la raccolta degli imballaggi al Sud arri-vasse al 15%, grazie ai corrispettivi che CONAI riconosce alle Amministrazioni comunali ed ai costi non sostenuti per il mancato conferimento in discarica, queste regioni potrebbero beneficiare di 411 milioni di Euro, che salirebbero a 547 milioni qualora la raccolta rag-giungesse la percentuale del 20%!È a partire da questa disamina dei da-ti forniti dal CONAI che il Seminario inaugurale di ECOMONDO 2008 ha preso il via, dopo l’introduzione di Ja-copo Giliberto, giornalista de Il Sole 24 Ore e i saluti introduttivi di Lorenzo Cagnoni, Presidente Rimini Fiera.“Oggi la situazione è sotto controllo e sono tranquillo per il futuro” ha affer-mato Guido Bertolaso, Sottosegretario per l’emergenza dei rifiuti in Campania, portando l’attenzione della platea alla problematica che, oggettivamente, ha catalizzato per molto tempo l’attenzio-ne dei media nazionali.“Oggi - ha proseguito - anche grazie al lavoro splendido delle forze delle For-ze Armate, sono state realizzate varie discariche che sono la prima medicina

per la cura del male”.“Ora stiamo guardando oltre - ha con-tinuato - i prossimi obiettivi saranno i termovalorizzatori nelle provincie di Napoli, Salerno e Caserta; gli impianti di compostaggio e l’avvio della raccolta differenziata”.Ricordando come, nel territorio campano esistano anche amministrazioni virtuose che risultano dalla nota competizione ambientale de: “I Comuni Ricicloni”, il sottosegretario Bertolaso ha ammesso che, in Campania: “il problema princi-pale è Napoli… Bisogna lavorare duro e sodo per far funzionare il sistema”.Se “Da gennaio partirà l’inceneritore di Acerra - come ha tenuto a ricordare e i nuovi impianti di termovalorizzazione saranno garantiti dai finanziamenti del CIP6 - il sogno che ci prefiggiamo è quello di avviare la raccolta differenziata nel comune di Napoli e portarla al 50%”.Questo obiettivo ambizioso, secondo Bertolaso, si raggiungerà con: “il coinvolgi-mento serio dei cittadini, il miglioramento delle infrastrutture e il collegamento più forte tra cittadini ed istituzioni”.“Oggi c’è voglia di differenziare e ter-movalorizzare - ha dichiarato Bertolaso - quindi c’è un terreno fertile per af-frontare e risolvere i problemi; ovvio che le Istituzioni non devono deludere i cittadini”.In questo senso, anche “il provvedi-mento del Governo che manda a casa i sindaci inadempienti, sarà un ottimo deterrente - ha dichiarato avviandosi alla conclusione del suo intervento - in una regione dove per 14 anni è succes-so di tutto, non ci sono provvedimenti eccessivi, neanche quelli che coinvolgo-no direttamente le famiglie”.“Sulla nuova normativa - gli ha fatto eco Roberto Menia, Sottosegretario MATTM - viene introdotto un mecca-nismo premiale per chi ricicla”.“Con il primo decreto sull’emergenza ri-fiuti - ha proseguito - abbiamo lavorato per risolvere una situazione di gravita in appena 58 giorni; però è evidente che tolti i rifiuti dalla strada, abbiamo la necessità di eliminare quelli stoccati,

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di rifiuto l’anno - ha dichiarato - oltre alla Campania ci sono regioni del Sud, come Puglia, Calabria e Lazio, che sono in emergenza da lungo tempo e ancora non ne sono uscite nel loro complesso”.In questo contesto, “L’approccio al-la raccolta differenziata è culturale, ma anche economico”, ha affermato, e ancora: “Ci sono mercati potenziali del riciclo che funzionano, per esempio quello della carta di cui l’Italia è diven-tata addirittura esportatrice, ma ci sono anche circuiti virtuosi di Comuni che differenziano, ma il cui rifiuto differen-ziato finisce comunque negli inceneritori o in discarica perché il sistema si ferma alla raccolta differenziata”.Riportando la discussione alla novità of-ferta dal nuove Decreto per l’emergenza rifiuti in Campania, il Sottosegretario Menia ha puntualizzato come: “Il nuo-vo Decreto per la Campania che sarà tra poco all’esame del Governo punta molto sugli aspetti culturali e compor-tamentali, per esempio introducendo la possibilità di un meccanismo che premia in termini concreti i cittadini che smaltiscono in modo corretto i loro imballaggi e incentivando le attività di informazione e di educazione nelle scuole del territorio, dando maggior ri-salto a tutte le attività svolte e ai servizi attivati a favore della popolazione”.Allo stesso tempo, lo strumento normativo, “contiene sanzioni forti per le ammini-strazioni inadempienti e provvedimenti restrittivi molto pesanti per chi commette il reato di abbandono di rifiuti”.Avviandosi alla conclusione del suo in-tervento, Menia ha voluto anche fare una battuta esplicativa sul processo di revisione-modificazione del Testo Uni-co Ambientale: “Sulla revisione del 152 credo sia importante mettere mano su-bito a quelle norme che creano conflitto e incomprensione… il meccanismo di delega potrebbe essere pericoloso per-ché andrebbe a rallentare il lavoro e forse occorrerebbe agire subito per via parlamentare”.

su tutto il territorio nazionale), che sta dando risultati positivi se è vero che negli ultimi quattro anni l’incremento dei rifiuti di imballaggio raccolti e rici-clati a livello urbano è stato di quasi 1 milione di tonnellate, con un aumento del 40% dei quantitativi di imballaggi conferiti al sistema consortile, Bernoc-chi ha sottolineato che: “L’esperienza è indubbiamente positiva e siamo pronti ad intervenire con maggiore forza nelle realtà locali in cui i risultati non sono ancora soddisfacenti, ma ricordiamoci che il problema della raccolta differen-ziata è anche un problema di risorse”.“8 miliardi di euro l´anno - ha ricor-dato - vengono spesi dai Comuni per la RD e il contributo CONAI è una cifra minima nel totale delle spese sostenute dai Comuni”. Sull’evoluzione del fronte normativo nazionale e comunitario, la riflessione è stata condotta dal Presidente della Commissione Territorio e Ambiente al Senato della Repubblica, Antonio D’Alì, il quale ha rimarcato come: “La nuova Direttiva Comunitaria su sotto-prodotti e materiali da riciclo presenta un’apertura maggiore per una loro dif-fusione attraverso il riutilizzo nei cicli produttivi, per quanto riguarda la ri-forma del D. Lgs n. 152/2006 abbiamo individuato un doppio binario: da una parte la delega al Governo per i neces-sari correttivi migliorativi, dall’altra, interventi parlamentari più rapidi per risolvere aspetti puntuali di maggiore urgenza”.“Contiamo di approvare il decreto nei tempi più rapidi consentiti dalla Costi-tuzione - ha dichiarato - per poi andare sul campo e misurare la normativa, e aggiornarla, alla prova dei fatti”.Le conclusioni del Seminario sono state affidate al Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territo-rio e del Mare, Roberto Menia, il quale ha ricordato come nel nostro Paese, si cresciuta l’attività di riciclo, tuttavia, contestualmente sia cresciuta anche la capacità di produrre rifiuti pro-capite.“Oggi ognuno di noi produce 550 kg

oltre 7 milioni di ecoballe”.“Non è pensabile che ci si possa approc-ciare alla problematica dei rifiuti con modelli comportamentali vecchi e su-perati - ha concluso il Sottosegretario - con questo nuove decreto, tentiamo, anche attraverso l’introduzione di mec-canismi premiali, di riconquistare delle virtù civiche”. Qualche perplessità è stata sollevata dal Presidente CONAI, Piero Perron, che tut-tavia ha ribadito la volontà del Consorzio di supportare le amministrazioni locali nei processi di raggiungimento degli obiettivi di raccolta ed avvio al riciclaggio.“Occorre, prima di tutto, definire le singole responsabilità della gestione di rifiuti di Regioni, Province, Comuni, ATO e Consorzi di Bacino - ha afferma-to Perron - senza prescindere da una concreta pianificazione, che si traduca in regole, progetti, da realizzare con l’obiettivo di valorizzare al massimo i materiali riciclabili, da un lato, e abbat-tere il ricorso alla discarica, dall’altro, così da consentire il raggiungimento degli obiettivi di legge”.“La sfida è grande - ha proseguito - perché si chiede ad un sistema che lavora “all’ingrosso” di organizzare una raccolta “al dettaglio”… tuttavia non dobbiamo deludere i cittadini e il CONAI farà tutto quello che è in suo potere per raggiungere gli obiettivi”.Su quest’ultimo punto è intervenuto an-che il Presidente Legacoop Nazionale, Giuliano Poletti, il quale ha tenuto a precisare che: “i cittadini non sono mai da soli… è vero che c’è un problema di rapporto fiduciario da riconquistare e pertanto dobbiamo puntare tutti al coinvolgimento del cittadino”. “In questo senso - ha concluso - Lega-coop può essere un valido strumento di tramite”.Anche gli Enti Locali sono entrati nel di-battito, grazie all’intervento di Filippo Bernocchi, delegato ANCI nazionale alle politiche ambientali.A partire da un esame dell’Accordo AN-CI-CONAI (nato nel ´99 per sviluppare la raccolta differenziata degli imballaggi

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A seguire viene dato il resoconto dell’attività convegnistica dell’Area Marche.

Seminario DAMAC - ARPAM“ADRIATICO: UN PORTO CON TANTE BANCHINE”

di Donatella Mancini

L’inquinamento del mare non è legato solo ai grandi disa-stri ecologici causati dal naufragio delle petroliere, che è l’aspetto più eclatante del problema, ma anche agli inqui-namenti giornalieri, ossia i rifiuti di ogni genere scaricati in mare dalle navi, che sono altrettanto pericolosi quanto lo sversamento di idrocarburi. Naturalmente, non va sottovalutato il potenziale pericolo di affondamento di navi che trasportano carichi nocivi, soprattut-to nell’Adriatico, area particolarmente vulnerabile dal punto di vista ambientale per la caratteristica di mare chiuso.Dalla necessità di porre un freno agli scempi ecologici che si compiono in ambito marittimo, a sostegno di uno sviluppo so-stenibile, è nata l’iniziativa D.A.M.A.C. (Difesa Ambientale Mare Adriatico e Comunicazione), con lo scopo di avviare interventi concreti tra la zona costiera marchigiana e quella croata. Questa iniziativa, promossa dalla Regione Marche e dalla Contea di Zara, è composta da tre progetti concatenati tra loro e finanziati dall’Unione Europea, che prevedono:• l’attivazione di Sistemi di Sicurezza per la Difesa Ambien-

tale del Mare Adriatico (SecurSea);• la costruzione di un ponte strategico di telecomunicazioni

tra Ancona, Sebenico e Zara (TacLine);• la formazione di personale italiano e croato per la gestione

di SecurSea e Tac Line (Task - Force).

Di “Nuovi piani e metodologie per la protezione dall’in-quinamento marino”, si è parlato nel corso del seminario organizzato da DAMAC e ARPAM, svoltosi presso la Sala Convegni dell’Area Marche.“L’Adriatico - ha detto Leonardo Polonara, Dirigente P.P. Difesa e Sicurezza del Mare, Regione Marche - è un porto con tante banchine che si affacciano sulla costa. La maggior parte dei porti non sono attrezzati a ricevere le acque di zavorra e le acque di sentina (oil spills) che generalmente vengono scaricate in acqua. Per quanto riguarda le acque di zavorra, queste andrebbero riversate in acqua fuori dal canale di Otranto, in modo da non far entrare in Adria-tico agenti estranei. La Riviera del Conero (AN), infatti, a fine stagione è stata colpita dalla presenza dell’alga tossica Ostreopsis Ovata, tipica dei mari tropicali”.Di seguito ha preso la parola Gisberto Paoloni, Direttore generale ARPA Marche.

“L’Ostreopsis Ovata - ha commentato - è arrivata nel Medi-terraneo negli anni ’90. Nel 2005 ha creato grossi problemi al litorale ligure creando disturbi respiratori ai bagnanti, soprattutto nella zona di Genova. Nelle coste marchigiane è stata avvistata nel 2006, è ricomparsa nel 2007 ed è esplosa nel 2008. Poi esiste il problema dell’inquinamento da idro-carburi. Nella Primavera del 2007 lungo la costa che va da Falconara Marittima (AN) a Senigallia (AN), la raffineria Api ha provocato lo sversamento di alcune tonnellate di greggio. La stagione balneare sembrava compromessa, ma l’intervento della Protezione Civile è stato provvidenziale. L’impiego di cen-tinaia di operatori per la bonifica ha consentito la ripulitura totale del litorale interessato, prima dell’inizio dell’Estate”.È poi intervenuto Nazareno Re, Responsabile della Comu-nicazione ARPAM, il quale ha posto l’attenzione sul sistema di monitoraggio del Mar Adriatico.“Esistono - ha informato - due tipi di radar di rilevamento da oil spills: orizzontale e verticale. Mentre quello orizzontale è statico, il verticale è in grado di identificare l’inquinatore nel momento in cui commette il reato. Si sta, dunque, cercando di costruire un sistema di sensori per la tutela dell’Adriatico. I porti vanno attrezzati per ricevere non solo gli oil spills, ma anche i normali rifiuti”.In definitiva, dai risultati di 3 anni di studio e confronti inter-disciplinari dell’iniziativa italo-croata DAMAC, sono emerse le Linee Guida per una proposta di gestione integrata del Bacino adriatico-ionico:• istituzione delle Autostrade del Mare con corsie separate, ben

definite in modo che le navi siano maggiormente controllate;• completamento dell’oleodotto che dai terminali petroliferi

del Mar Nero arrivi fino a Trieste, in modo da ridurre il traffico delle petroliere in Adriatico;

• completamento dell’Autostrada Adriatica Est per collegare Dalmazia, Albania e Grecia (il tratto Trieste-Spalato è già pronto);

Ing. Leonardo Polonara,Dirigente P.P. Difesa e Sicurezza del Mare, Regione Marche

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• raddoppio della linea ferroviaria Ancona-Roma Civita-vecchia.

L’unione fa… la costaFORUM TEMATICO SULLA GESTIONE INTEGRATA DEL MARE ORGANIZZATO DALLA REGIONE MARCHE

di Donatella Mancini

La Regione Marche ha organizzato a ECOMONDO, per la seconda volta consecutiva, Giovedì 9 Novembre presso la Sala Città Sostenibile, un forum tematico sulla gestione integrata delle coste per discutere circa gli strumenti a di-sposizione delle Regioni della fascia adriatica e ionica per affrontare, in maniera sinergica, l’argomento della difesa delle spiagge, della qualità ambientale e delle acque costiere, nonché contrastare il fenomeno dell’erosione Il problema è diventato più preoccupante quando lo Stato ha trasferito le competenze alle Regioni, senza però desti-nare loro fondi.L’incontro è stato aperto dall’Assessore Lavori pubblici, Difesa del Suolo e della Costa della Regione Marche, Gianluca Carrabs.“Fino a qualche anno fa - ha detto - la manutenzione del territorio non veniva considerata opera pubblica. Ora, invece, è possibile reperire fondi CIPE (Comitato Intermini-steriale per la Programmazione Economica) per il territorio con i quali è necessario avviare dei progetti interregionali per pianificare interventi strategici. Nelle Marche, una delle regioni col maggior numero di Bandiere Blu, il 70% della popolazione vive sulla costa e il 12% del PIL regionale deriva dal turismo, quindi per noi risulta vitale la difesa della costa. I sistemi dinamici naturali non funzionano più, per cui il ripascimento della costa deve essere per forza artificiale”. Per la Regione Puglia era presente l’Assessore Lavori pubblici, Difesa del Suolo e Risorse naturali, Onofrio Introna.“La Puglia è una penisola - ha osservato - con 700 km di costa che presenta una casistica molto varia legata alla diversità del suolo. Ad esempio lungo l’alta costa del Gargano, connessa a fenomeni carsici, Mattinata (FG) è particolarmente soggetta al rischio di erosione, mentre la Grotta Palazzese di Polignano a Mare (BA) è a rischio crolli. A Marina di Lesina (FG) il fenomeno di intrusione delle acque marine nella roccia determina lo scio-glimento del gesso, provocando delle voragini, una delle quali si è aperta la scorsa Estate davanti al sagrato della chiesa del paese. Lo scorso anno, durante ECOMONDO 2007, avevamo lanciato, un progetto di un accordo di programma tra le regioni dell’Adriatico per la difesa della costa, ma il cambio di Governo non lo ha fatto progredire, tuttavia con la Regione Basilicata stiamo discutendo circa un progetto per l’intero arco ionico”. “La Protezione civile non finanzia più interventi di manu-

tenzione della costa: le Regioni sono state lasciate da sole! Il Governo, a caccia di risorse, ha utilizzato il FAS (Fondo per le Aree Sottoutilizzate) per compiti e competenze che non si riconducono alla missione di questi fondi, come il salvataggio - ha concluso - del Comune di Catania”.L’ing. Donato Grieco, Dirigente della Regione Basilicata, ha illustrato la situazione della costa lucana.“La Basilicata - ha detto - ha un litorale molto meno esteso rispetto a quello pugliese, ma nonostante la brevità della costa è bagnata da due mari, Tirreno e Ionio, e presenta una situazione di erosione tra le più accentuate d’Italia. Il fenomeno è stato causato da diversi fattori: • costruzione di dighe con conseguente riduzione del tra-

sporto di ghiaia da parte dei fiumi;• sistemazione idraulico-forestale che nonostante abbia

diminuito il fenomeno delle frane ha però ridotto l’apporto al mare;

• la costruzione di nuove strade che ha richiesto l’estrazione di ghiaia dai fiumi”.

“Tra il 1987 ed il 1997 c’è stata un’accelerazione del fenomeno dell’erosione con un arretramento anche di centinaia di metri della costa in alcune zone, tanto da portare alla creazione di un apposito Ufficio del Genio civile per gli interventi. La Basi-licata ha promosso un gemellaggio con l’Emilia Romagna con tanto di proposta al Ministero dell’Ambiente, al fine di ottenere finanziamenti da investire nella risoluzione del problema, ed auspica - ha concluso - che la stessa cosa sia realizzabile anche con Marche, Puglia, Calabria e Campania”.Era presente al forum Francesco Ciaprini dell’ISPRA (Isti-tuto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ex APAT, con il quale le Marche hanno firmato un protocollo di intesa per la realizzazione degli interventi per la salva-guardia della costa, avallato dal Ministero dell’Ambiente e

L’Assessore Lavori pubblici, Difesa del Suolo e della Costa della Regione Marche, Gianluca Carrabs (a destra) con accanto l’Ing. Vincenzo Marzialetti - PF Difesa della Costa

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della Difesa del territorio e del Mare.“Il primo intervento di ripascimento lungo la costa marchigiana - ha detto Ciaprini - è stato realizzato utilizzando sabbia sottoma-rina. Ora è in corso di realizzazione un secondo intervento lungo la Riviera del Conero con l’impiego di ciottoli e ghiaia”.

Camera di Commercio di AnconaIMPRESE CON I PIEDI PER TERRA

di Donatella Mancini

La Camera di Commercio di Ancona, habituèe di ECO-MONDO, ha organizzato, Giovedì 7 Novembre presso la Sala Convegni dell’Area Marche, una Tavola rotonda nel corso della quale Luca Pagliari, giornalista RAI esperto in tematiche ambientali, ha cercato di capire, attraverso do-mande agli imprenditori presenti, gli equilibri che regolano la crescita sostenibile delle Aziende.L’incontro è stato aperto da un video nel quale il pro-tagonista Ferruccio De Bortoli, Direttore del Sole24Ore, ammonisce i cittadini a non inquinare, attribuendo poi la colpa esclusivamente alle aziende.Luca Pagliari ha domandato ad alcuni ospiti presenti quale fosse la loro opinione in proposito.Ecco come hanno risposto:Luca Alfieri - Gruppo Gola Della Rossa (Attività estrattiva).

“La mia azienda lavora all’interno di un Parco, quindi il rispetto della natura è implicito”.Rossana Cerioni - SIBE Srl (Sistemi Innovativi Biomasse Energetiche) “L’ambiente è l’oggetto della nostra attività. L’azienda nasce all’interno della Facoltà di Agraria, quindi a contatto diretto e continuo con l’ambiente. Per quanto riguarda l’atteggiamento dei cittadini, ancora non c’è ab-bastanza rispetto nei confronti dell’ambiente”. Poi, Pagliari ha chiesto a Laura Filonzi del Consorzio In-tercomunale CIR33 (Gestione Rifiuti Urbani) quali sono state le reazioni dei cittadini all’introduzione del sistema di raccolta “Porta a porta”.“Gli abitanti coinvolti nella raccolta “Porta a porta” - ha ri-sposto - sono circa 120.000 che ancora non dimostrano, però, una totale consapevolezza della necessità di questo sistema. Molti lo vivono come una costrizione. Stiamo lavorando nelle scuole con i bambini in modo da far percepire fin dalla tenera età l’importanza della Raccolta Differenziata”.A Marcello Romagnoli di Atena Snc (Costruzioni Tecno-logiche), il giornalista RAI ha chiesto se per gli acquirenti di abitazioni l’uso del materiale riciclato è importante.“Il cliente - ha commentato - oltre ad essere molto interessato al prezzo e al tipo di mattonelle, segue la moda. Ora, ad esempio, il pannello solare è molto trendy, ma noi cerchiamo di far capire che è inutile installarlo se poi la casa risulta dissipatrice di calore”.A Gabriele Litargini di Litargini Teloneria (coperture in pvc, gazebo, tensostrutture) è stato chiesto come ha fatto un’azienda

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nata nel 1968, periodo in cui vigeva l’anarchia nel campo del rispetto dell’ambiente, ad adeguarsi a parametri di sostenibilità.“Ci siamo evoluti nel tempo - ha risposto - tanto che oggi usiamo membrane riciclabili al 100%”.Di seguito ad Alessandro Aquilini di Andelini Spa (pro-dotti eco-compatibili, biodegradabili e compostabili) è stato domandato in che modo l’azienda si è adeguata alle nuove norme ambientali.“Le grandi multinazionali - ha detto - stanno andando via non solo dall’Italia, ma anche dall’Europa con conseguente mancata produzione di materia prima nel vecchio continen-te vanno trovate, quindi, delle alternative a questa carenza. Dal 2010, ad esempio, non sarà più possibile produrre gli shopper tradizionali, ma solo biodegradabili”.A questo punto è stato mandato in onda il video con il Senatore Antonio Dalì, Presidente della Commissione Am-biente del Senato, il quale ha messo in relazione la tutela dell’ambiente ed il risparmio economico.Allora Pagliari provocatoriamente ha chiesto a Litargini: “Il profitto può essere legato al rispetto dell’ambiente?”.“Il profitto - ha asserito - non va sempre visto in un’ottica negativa, perché può essere ottenuto nel modo giusto, cer-cando di sottrarre il meno possibile all’ambiente”.Alla questione “Esistono sistemi per riciclare gli scarti?”, Alfie-ri ha risposto: “l’attività estrattiva del passato è stata ridotta ed ora si pensa anche alla possibilità di poter utilizzare il carbonato di calcio”.

Rivolgendosi, quindi, a Romagnoli, Pagliari ha chiesto “Qual è la sfida di Atena?”.“Innanzitutto, ridurre la produzione dei rifiuti - ha detto. Noi utilizziamo il legno, ad esempio, perché è un materiale che dura per secoli. Alcuni importanti traguardi sono già stati raggiunti, tanto che siamo in grado di costruire case dove non è necessario l’impianto di riscaldamento, a patto che l’inquilino collabori ad evitare dispersioni di calore. L’edilizia del futuro è nel passato: dobbiamo creare una casa che si comporti come un albero”. Di nuovo De Bortoli, in un altro video, sottolinea che una volta l’ecologia era appannaggio di una minoranza, ora fortunatamente non è più una questione elitaria: il rispetto dell’ambiente sta diventando uno status. Pagliari chiede, quindi, dove si indirizzi la ricerca.“Oltre al settore primario - ha risposto Rossana Cerioni - ci stiamo occupando di produzione di biocombustibili a livello sperimentale”. “Verso la produzione di bioplastiche - ha detto Aquilini - dobbiamo competere con il mercato asiatico, perché dal 2009 tutte le multinazionali andranno via dall’Europa”.“Come far capire alla gente la necessità della raccolta Porta a porta?”, chiede, infine, Pagliari.“Siamo all’inizio - ha affermato Filonzi - di un cambiamento culturale: tra 10 anni la Raccolta Differenziata diventerà na-turale, come già accade in alcune realtà più avanzate”.

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Nelle pagine seguenti viene dato spazio ad alcune delle atti-vità convegnistiche svoltesi all’interno dell’Area Abruzzo.

FONTI RINNOVABILI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILELa Regione Abruzzo porta ad ECOMONDO l’esperienza ma-turata all’interno dei suoi progetti specifici.

di Alberto Piastrellini

Anche quest’anno, ad ECOMONDO, si è distinta la presenza puntuale della Regione Abruzzo che, all’interno dell’Area appositamente dedicata, ha promosso l’incontro e il dialo-go, non solo al suo “interno”, grazie al confronto continuo fra Istituzioni ed Enti Locali, imprese e cittadini, ma anche all’esterno, mercè la volontà di creare occasioni di contatto con il più vasto pubblico.In questo senso va intesa la volontà dell’Assessorato Parchi,

Territorio, Ambiente, Energia, che, tramite il Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINA ha voluto pro-muovere, nella giornata del 5 novembre, il forum tematico: “Lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nella Regione Abruzzo: Autorizzazione generalizzata per lo sviluppo del fotovoltaico e distributori di idrogeno sotto casa”.Da tempo, la “Regione Verde d’Europa” ha intrapreso un cammino di rinnovamento e adeguamento normativo e tecnologico per allinearsi agli standard nazionali ed europei, soprattutto nel settore rifiuti ed energia.Quest’ultimo punto rappresenta, infatti, il fiore all’occhiello dell’imprenditoria abruzzese, attenta alle novità, soprattutto quando quest’ultime rappresentano la soluzione giusta per integrare le esigenze dell’esercizio d’impresa con la tutela del patrimonio naturale e del territorio.

In attesa di un nuovo Piano Energetico Regionale, tuttavia, la programmazione e la progettazione volte nella direzione di accettare le nuove sfide nel campo della ricerca energe-tica e dell’innovazione per il conseguimento dello sviluppo sostenibile, sono già partite e hanno dato i loro frutti, so-prattutto su tre fronti:1. Energia fotovoltaica “pronta all’uso”. In Abruzzo sono

stati tolti tutti gli impedimenti per la realizzazione degli impianti fotovoltaici di potenza tra 20 e 200 kWp. Basta una semplice comunicazione da inviare al Servizio Regio-nale competente e si possono immediatamente realizzare gli impianti fotovoltaici da installare su elementi di arredo urbano e viario, sulle superfici esterne degli involucri di edifici, di fabbricati e strutture edilizie di qualsiasi funzio-ne e destinazione, anche non integrati ai sensi del D. M. 19/02/2007. Una importante azione varata dalla Giunta Regionale nella seduta del 12/08/2008 per sviluppare la produzione di energia da fonti rinnovabili.

2. Lo sviluppo dell’idrogeno. La Regione Abruzzo, in applicazione delle politiche energetiche regionali e delle esigenze di risanamento della qualità dell’aria in ambito urbano (soprattutto tenendo conto della procedura di infrazione comminata alla Regione per l’area Chieti-Pescara), ha predisposto un Accordo di Programma per l’utilizzo dell’idrogeno nella mobilità urbana. L’accordo è di immediata applicazione in quanto prevede l’utiliz-zo di tecnologie mature ed economicamente sostenibili. Le azioni previste dall’Accordo sono: la costituzione di una rete di distributori di carburante multifuel compreso idrogeno puro e miscele metano-idrogeno, diffusione di una mini flotta di autoveicoli alimentati a miscela metano-idrogeno, produzione dell’idrogeno in loco da fonte rinnovabile.

3. La partenership ai 3 Progetti Comunitari: ENERSUN, PROBIO e BIOGAS REGIONS.

Il primo è rivolto allo sviluppo e alla sperimentazione congiunta di un sistema di generazione e stoccaggio di energia dal sole, favorendo la cooperazione fra gli Enti pubblici, le imprese e le associazioni dei Paesi tran-sfrontalieri (Albania e Slovenia). Il secondo, incoraggia l’integrazione tra produzione e consumo nella catena del biodiesel tramite lo sviluppo di iniziative concre-te di mercato a livello locale, attività di promozione e formazione. Il terzo progetto intende sviluppare una strategia per la diffusione del biogas attraverso attività di sensibilizzazione e formazione, nonché promuovere strumenti decisionali atti alla creazione di nuovi impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas nelle regioni partecipanti.

Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINA

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“In Abruzzo, già da tre anni, è operativo, per una utenza didattica, il primo impianto nazionale per la produzione/stoccaggio di idrogeno che utilizza una tecnologia fuel-cell per generare circa 7kW”, così ha dichiarato in apertura del Forum, la Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio Poli-tica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINA.Parlando di come la Regione Abruzzo abbia già da tempo individuato nella filiera dell’idrogeno puro e in miscela, una soluzione sostenibile per la risoluzione parziale dei problemi legati alle emissioni derivanti dal traffico veicolare, la Flacco ha spiegato che: “Per diffondere questa tecnologia è necessario risolvere il problema dello stoccaggio e della compressione del gas, processi che finora non sono normati da apposite vali-dazioni nazionali”. “Inoltre - ha proseguito - non è ancora possibile omologare l’autoveicolo che utilizzi questo carburan-te, di fatto si potrebbe circolare solo con una targa di prova e, pertanto, il problema si sta cercando di affrontarlo in sede comunitaria, anche nell’ambito della strategia 20-20-20”.Tuttavia, ha tenuto a ricordare la dott.ssa, “Da aprile 2008 anche le Regioni possono, con lo Stato, scrivere le regole ed applicare autonomamente le Direttive EU, ed è per questo che l’Unione ha sottoscritto un Accordo con le Regioni europee che, di fatto, si ritrovano ad essere protagoniste in prima linea nel cambiamento verso le nuove strategie energetiche da implementare nei rispettivi Paesi”.Entrando nello specifico dell’idrogeno per autotrazione, la Dirigente regionale ha precisato come: “prima di parlare di piattaforma dell’idrogeno, occorra sviluppare una apposita rete di distributori che stimoli il mercato automobilistico e gli acquirenti, ad investire su automezzi innovativi”. “Per andare in questa direzione - ha continuato - proprio in Abruzzo abbiamo ipotizzato di installare questi termina-

li di distribuzione nelle stazioni che già distribuiscono il classico metano”.“Non solo - ha proseguito, ulteriormente - grazie alla collabo-razione con Fiat ricerche e Fiat-Iveco, stiamo sperimentando la possibilità di immettere auto a trazione diretta e bi-fuel che, grazie all’utilizzo della miscela metano-idrogeno, sarebbero in grado di abbattere del 40% le emissioni derivanti dal traffico veicolare”.Anticipando un progetto che potrebbe vedere la luce entro pochi mesi, la dott.ssa Flacco ha concluso il suo intervento spiegando che: “già per il 2009, in occasione dei Giochi del Mediterraneo, vorremmo mettere in mostra due impianti di distribuzione e alcuni automezzi, onde concorrere, seppur in maniera marginale al miglioramento della qualità dell’aria della nostra area costiera, soggetta a procedura di infrazione per la quantità di particolato atmosferico”.Il Forum, è poi proseguito con gli interventi tecnici delle dott.sse Assunta Iacco, che ha relazionato sulla Autorizza-zione Unica - DGR n. 760 del 12 agosto 2008 e Alessandra Fantini che ha compiuto una puntuale panoramica dei Progetti comunitari che vedono partner istituzionale la Re-gione Abruzzo stessa.

ACIAM SpALA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI NELLA MARSICA

di Donatella Mancini

Venerdì 7 Novembre, presso la Sala Convegni dell’Area Abruzzo, si è svolto il Seminario informativo dal titolo “La Gestione dei rifiuti urbani nella Marsica: assetto im-piantistico attuale e sviluppi futuri”, curato da ACIAM S.p.A., Servizi Energetici Ambientali, ed Enìa S.p.A, operante

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in Emilia Romagna, che fornisce servizi di pubblica utilità. Nel corso del Convegno è stato tracciato lo scenario attuale del trattamento rifiuti nell’Impianto di Compostaggio di Aielli e le future implementazioni impiantistiche per il recupero dei gas di processo all’interno dello stesso impianto. Per conto di Enìa è intervenuto l’Ing. Nicola Castellini che ha decritto il funzionamento e le potenzialità dell’im-pianto di Termovalorizzazione di Parma, sia in termini di smaltimento che di recupero energetico, attraverso il tele-riscaldamento.All’Ing. Antonello Di Matteo è spettato il compito di de-scrivere l’attuale quadro impiantistico della Marsica e il suo funzionamento.“ACIAM Spa - ha detto - copre il servizio di trattamento rifiuti per 37 Comuni della provincia dell’Aquila, di cui Avezzano è il più esteso, per un totale di circa 120.000 utenti. Attual-mente su un totale di 55.000 ton/a di RSU il 90% è destinato alla discarica con obbligo di trattamento (D.Lgs 13/01/2003, n. 36) che riduce la pericolosità del rifiuto. L’impianto di Aielli adotta il Trattamento Meccanico Biologico (TMB), una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati che sfrutta l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici. Appositi macchinari separano la frazione umida dalla frazione secca che viene in parte riciclata (metalli) e/o usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR). Ciò che rimane viene smaltito in discarica. Con l’avvio della Raccolta Differenziata in Abruzzo, il quantitativo di rifiuti da trattare dovrebbe diminuire. Uno degli obiettivi di ACIAM è di produrre materiale ammendante, quindi, la società dovrà iscriversi al “Registro dei fabbricanti di fertilizzanti” e tenere un sistema di registrazione al fine di garantire la tracciabilità dei fertilizzanti prodotti”.“I punti di forza dell’impianto di Aielli - ha dichiarato l’Am-ministratore delegato ACIAM, Alberto Torelli - sono:• la produzione di un compost di qualità;• la capacità di poter trattare le due frazioni, umida e sec-

ca, con lo stesso sistema tecnologico (biocelle ed aia di maturazione);

• la posizione baricentrica rispetto al bacino di produzione dei rifiuti della provincia e degli scarti agroindustriali del Fucino;

• è facilmente raggiungibile dal sistema di comunicazione stradale;

• dispone un’area attigua per eventuali ampliamenti”.

“È in progetto - ha proseguito - l’integrazione dell’impianto di Aielli con una linea di digestione anaerobica che è un processo di degradazione della sostanza organica ottenuta dagli scarti alimentari e dai rifiuti umidi e di trasformazio-ne in un gas contenente metano ed anidride carbonica, il quale, inviato ad un cogeneratore, produce energia elettrica e calore, attraverso 4 fasi:

• spremitura;• digestione;• spillatura biogas e cogenerazione;• disidratazione”.

“Il punto debole della provincia dell’Aquila - ha concluso - è la mancanza di impianti capaci di trattare i percolati”.L’ing. Nicola Castellini della società Enìa ha presentato, poi, il progetto PAI (Polo Ambientale Integrato) di Parma, una sorta di sede centralizzata di tutto lo smaltimento rifiuti che, localizzata su un’area di circa 58 ettari, includerà sia un impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico), sia un termovalorizzatore cogenerativo per la produzione annua di energia termica, utilizzata per il teleriscaldamento, e di energia elettrica da immettere nella rete di distribuzione.“Tutto è iniziato - ha commentato - il 22 Marzo 2005 quan-do venne approvato il Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti che prevede una RD media provinciale del 56,4% entro il 2012 e la realizzazione di un impianto dedicato all’utilizzo energetico della frazione residua. Per la rea-lizzazione del progetto è previsto un investimento di 135 milioni di Euro di cui il 78% andranno alla costruzione del termovalorizzatore che dovrà garantire l’autosufficienza energetica alla provincia di Parma. In Europa, tutti quegli Stati che come la Germania e la Svezia costituiscono un esempio di sostenibilità, hanno una media molto alta di RD ed utilizzano termovalorizzatori al posto delle discariche. Nel rapporto del Ministro tedesco per l’ambiente (Settembre 2005) si legge che in Germania le emissioni da inceneritori, rispetto a quelle prodotte da altre attività sono:• diossine meno dell’1%;• particolato meno dell’1,75%,• metalli pesanti meno dello 0,02%”.

“In definitiva, l’impatto dei termovalorizzatori sull’ambiente e quindi sulla salute è ininfluente rispetto alle altre fonti di inquinamento. Le stesse considerazioni possono essere applicate - ha concluso - anche al termovalorizzatore di Bolzano”.

L’ECCELLENZA DI ARTA ABRUZZO AD ECOMONDOL’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale fa il punto sullo stato dell’arte del monitoraggio e dei controlli ambientali.

di Alberto Piastrellini

L’importanza e l’unicità del Sistema Agenziale per la pro-tezione dell’ambiente, organo terzo di supporto tecnico per gli Enti territoriali, è una prerogativa tutta italiana, una eccellenza particolare in un settore - quello ambientale - che

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spesso non brilla, almeno nel nostro Paese, per vivacità e attenzione da parte degli organi competenti.Tuttavia, in questi anni in cui il sistema APAT (oggi ISPRA) - ARPA - APPA ha avuto modo di svilupparsi e radicarsi nel territorio, sono cresciute tante competenze e tante professiona-lità al servizio del monitoraggio e del controllo ambientale.Ne è un esempio l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente della Regione Abruzzo, ARTA, che, già con L. R.. 64/98 ha visto riconosciute le attività di preven-zione, protezione e tutela ambientale nello specifico delle seguenti competenze istituzionali:• Compiti e funzioni in materia di controlli e monitoraggio

ambientale di fattori fisici, chimici, geologici e biologici, in materia di rifiuti, inquinamento acustico, di qualità dell’aria, delle acque e del suolo;

• Compiti e funzioni in materia di formazione ed educa-zione ambientale;

• Predisposizione di studi, ricerche, pareri in materia di prevenzione, protezione e tutela ambientale anche in collaborazione con le Università della Regione, in appli-cazione del D.P.R. 203/88, del D.Lgs. 22/97, del D. Lgs. 152/99 ecc.;

• Attività di studio, ricerca e controllo dell’ambiente marino e costiero; degli aspetti fitosanitari del verde pubblico e delle Aree Naturali Protette nonché dei prodotti agricoli esposti ad inquinamento;

• Svolgimento di attività di supporto tecnico scientifico per conto della Regione, Enti Locali (Province e Comuni), per le attività connesse all’approvazione di progetti e al rilascio di autorizzazioni in materia ambientale;

• Rilascio di certificazioni ambientali quali: EMAS, ISO 14001, V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica), V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale;

• Collaborazione con l’ANPA e partecipazione a programmi comunitari e nazionali di ricerca e sviluppo in campo ambientale;

• Funzioni inerenti le attività di laboratori deputati al con-trollo ufficiale dell’acqua destinata ad uso umano;

• Gestione del sistema telematico di documentazione legi-slativa e tecnico-scientifica in materia di prevenzione e tutela dell’ambiente;

• Prestazioni a favore di privati purchè le stesse non risul-tino incompatibili dal punto di vista dell’imparzialità che l’Agenzia è tenuta a garantire nell’esercizio dei compiti di istituto;

• Erogazione di servizi per il conseguimento dei fini istitu-zionali anche in rapporto a progetti predisposti da Enti territoriali che prevedono oneri a carico dell’utente.

Quest’anno, per la seconda volta, l’ARTA ha voluto essere presente alla manifestazione ECOMONDO di Rimini, attra-verso un evento seminariale ospitato all’interno dell’Area Abruzzo.Scopo del Seminario, come ricordato dal dott. Raimondo Micheli dell’ARTA: “Presentare una panoramica delle atti-vità e dei risultati ottenuti dall’Agenzia Regionale in questi due ultimi anni di attività”.In questo senso, ad aprire i lavori della mattinata, non po-teva non essere che il Direttore Generale ARTA Abruzzo, Dott. Gaetano Basti, il quale, pur sottolineando con una nota di amarezza “la mancanza di presenze istituzionali e decisori politici, senza i quali noi non possiamo andare molto lontano”, ha voluto comunque rimarcare come: “La forza del Sistema Agenziale risisede tutta nella capillarità dei laboratori che consentono ovunque un monitoraggio efficace”.“Come Agenzia - ha ricordato il Direttore Generale - ab-biamo la capacità di ottenere dati certificati che sono una garanzia per gli utenti e le amministrazioni, le quali, senza dati, non possono, ad esempio, neanche far partire le bonifi-che qualora se ne presenti l’opportunità e la necessità”. Avviandosi alla conclusione del suo intervento, il dott. Basti ha voluto riportare la discussione sul terreno più congenia-le della situazione ambientale regionale: “L’Abruzzo - ha chiosato - è stato considerato per troppo tempo una sorta di tappeto sotto il quale nascondere i rifiuti indesiderati, però, lo stesso Abruzzo si presenta come Regione Verde d’Europa… Questa contraddizione ci stimola a prendere coscienza di una problematica per risolverla al più presto”.“Infatti - ha concluso - fra la grandi opere strutturali che la Regione deve mettere al più presto in cantiere, la più importante è la bonifica del suolo e del territorio”.A questo punto, esaurita la sessione istituzionale, il seminario ha assunto definitivamente la sua configurazione informativa per macro aree di interesse. Il primo intervento, legato alla disamina dello stato dell’arte del rilevamento e bonifica amianto in Abruzzo, è stato curato dai Dott.ri Mauro Campanella e Pierino Di Pietro.

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Sviluppando la tematica relativa al sistema dei controlli am-bientali per la rilevazione dell’amianto, il dott. Campanella ha fatto il punto degli effetti sulla salute derivanti dall’espo-sizione all’elemento e sulle normative di riferimento.“Negli ambienti di lavoro outdoor - ha affermato Campanella - non esiste alcuna normativa che preveda l’accertamento di questo elemento”.“ARTA Abruzzo, in collaborazione con l’Università di Bo-logna, ha messo a punto una metodologia, attualmente in fase di brevetto, per il rilevamento di tali fibre nel suolo”.Tale metodologia, che consiste nella determinazione di basse concentrazioni di amianto crisotilo nel suolo mediante dif-frazione a raggi X (XRD) e spettroscopia infrarossa (FTIR), è stata illustrata dal dott. Di Pietro, che ne ha sottolineato l’efficacia, anche alla luce del T. U. Ambientale.Altra attività pressa in esame dal Seminario ARTA è sta-ta quella relativa alla mappatura del radon nel territorio abruzzese.“L’esposizione prolungata alle radiazioni emesse dal deca-dimento del radon - ha ricordato il dott. Sergio Palermi - è responsabile del 10% dei casi di tumore nel nostro Paese, per un totale di 3.000 casi censiti”.“La legislazione italiana ha fissato dei limiti per quanto concerne l’ambiente di lavoro, purtroppo tali limiti non esistono per le abitazioni”.“A breve - ha spiegato Palermi - una Direttiva europea colmerà questo vuoto e l’Italia dovrà recepirla”.Analizzando i dati raccolti a livello nazionale e scendendo nello specifico della realtà abruzzese, Palermi ha ricordato dapprima come la campagna di misurazione del radon sia iniziata alla fine degli anni ’80, poi, analizzando i rilevamenti attuati dall’ARTA in Abruzzo, ha chiarito che: “nella nostra regione i dati sono molto confortanti; pochi i punti caldi, ubi-cati soprattutto nelle zone interne montuose e collinari”.Tuttavia, malgrado una importante diversificazione sia riscon-trabile fra zona costiera e zona appenninica, il dott. Palermi ha voluto sottolineare come: “anche all’interno dell’area più soggetta alla presenza di questo gas nel sottosuolo, sia riscontrabile una forte variabilità, anche fra aree vicine”.Di qui la necessità di effettuare controlli e monitoraggi di cui l’ARTA si fa carico.Terzo argomento toccato dai tecnici dell’Agenzia è stato quello relativo alle discariche per rifiuti solidi urbani, va-lutazione delle volumetrie residue e ipotesi di saturazione; relazione a cura dell’Ing. Marco Giansante.Dopo una panoramica sulla metodologia di calcolo e la pre-sentazione dei dati, così come derivati dall’analisi dei MUD e dal catasto regionale dei rifiuti su format APAT-ISPRA, l’ing. Giansante ha dichiarato che: “con i dati attualmente dispo-nibili circa le volumetrie ancora disponibili nelle discariche ancora attive, sarà possibile conferire nei siti appositi fino al prossimo 31/05/2011”.

Un dato di per sé piuttosto allarmante che assume ulteriore pesantezza se si pensa che: “i dati vanno letti per ATO e, da questo punto di vista la situazione è molto più grave, soprattutto per la provincia di Teramo”.A conclusione della panoramica, non poteva mancare una trattazione relativa al monitoraggio delle acque superficiali, argomento sviluppato dal dr. Pierluigi Tribuiani e dai dott.ri a Giovanna Mancinelli e Giovanni Desiderio, che, nello specifico, hanno curato la relazione relativa al monitoraggio delle sostanze pericolose, prodotti fitosanitari e direttiva nitrati.

MAIO GUGLIELMOL’ACCETTAZIONE DEI RIFIUTI IN DISCARICALE RESPONSABILITÀ DEL GESTORE DELL’IMPIANTO

di Donatella Mancini

Il Gruppo Maio ha organizzato un seminario, svoltosi Sa-bato 8 Novembre presso la Sala convegni Area Abruzzo, per analizzare il tema controverso dell’accettazione dei rifiuti in discarica, analizzando, in particolar modo, le implicazioni che deriveranno dall’entrata in vigore del D.M. 03/08/2005.Il seminario “L’accettazione dei rifiuti in discarica: il passag-gio dalla delibera 27/07/1984 e s.m.i. al D.M. 03/08/2005 i limiti e le eventuali deroghe. Profili di responsabilità per il gestore dell’impianto” è stato introdotto e moderato da Ca-millo Romandini, Magistrato presso il Tribunale di Pescara che ha osservato come in materia di rifiuti regni una grande confusione nell’interpretazione della normativa, soprattutto

per quanto riguarda quella dell’Unione Europea.Di seguito Mauro Sanna, Chimico esperto in materia am-bientale, ha introdotto il discorso sui limiti italiani ed europei per i rifiuti ammissibili in discarica.“Gli adempimenti previsti dalla Direttiva del Consiglio 26 Aprile 1999/31/CE - ha detto - relativa alle discariche di

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rifiuti, al fine di uniformare in tutta l’Unione europea gli impianti già esistenti alla sua entrata in vigore, si articolano in 3 momenti distinti, ma tra loro complementari:• adeguamento progressivo degli impianti;• trattamento dei rifiuti prima della loro collocazione in

discarica;• rispetto dei criteri di ammissione specifici”.“I rispetti dei limiti dell’accettabilità è competenza del gestore della discarica, infatti, sebbene è il detentore a catalogare i rifiuti è poi il gestore che ne dichiara la conformità. Prima bisogna verificare che i rifiuti siano ammissibili da un punto di vista giuridico e poi appurare che non siano pericolosi. L’individuazione del codice e della tipologia del rifiuto è molto importante, tanto che alcune vicissitudini processuali scaturiscono proprio - ha concluso - da una mancata indi-viduazione del prodotto”.Secondo Giuseppe Mininni, Dirigente di Ricerca del CNR, la disciplina è particolarmente lacunosa sui rifiuti biode-gradabili. “Si assiste - ha commentato - ad un sostanziale stallo nell’ap-plicazione delle nuove norme per effetto delle proroghe che sono state di anno in anno concesse allo smaltimento nelle discariche già autorizzate con la preesistente disciplina. Entro il 16 Luglio 2003 si sarebbe dovuto provvedere all’ela-borazione di una strategia nazionale per la riduzione dello smaltimento in discarica di rifiuti biodegradabili, mentre il 16 luglio 2009 è il termine ultimo per l’adeguamento alla nuova disciplina delle discariche esistenti. L’art. 7 defini-sce la disciplina per i rifiuti che possono essere ammessi in discarica: in primo luogo, tutti i rifiuti devono essere pre-ventivamente trattati, con la sola eccezione dei rifiuti inerti il cui trattamento non sia tecnicamente fattibile, e di tutti gli altri rifiuti il cui trattamento non contribuisca al perse-guimento degli obiettivi del decreto stesso. Nelle discariche di rifiuti non pericolosi non possono essere smaltiti rifiuti biodegradabili, con l’eccezione di quelli urbani trattati, ne consegue il divieto di smaltimento nelle discariche di rifiuti non pericolosi di tutti i rifiuti biodegradabili, e tra questi della frazione organica stabilizzata (FOS), nonché dei fan-ghi di depurazione, sia urbani che industriali. Si registra al riguardo un vero paradosso: il rifiuto urbano per essere smaltito in discarica deve essere preventivamente tratta-to. Dopo il trattamento sarebbe consentito lo smaltimento, tuttavia, la FOS non può più essere codificata come rifiuto urbano (CER 20) bensì con il codice 19, perdendo così la corsia preferenziale che soltanto i rifiuti urbani hanno per lo smaltimento in discarica senza preventiva caratterizza-zione. Il pericolo è che i rifiuti interdetti dallo smaltimento in discarica, siano comunque smaltiti in forme incontrollate con maggior danno per l’ambiente”.A questo punto del seminario, ha preso la parola Pasquale Fimiani, Magistrato presso la Corte di Cassazione.

“Una norma incerta - ha dichiarato - crea interpretazioni difficili e di conseguenza il giudice deve trovare soluzioni di buonsenso. Fino al 2003, la tutela delle regole di gestione delle discariche era affidata esclusivamente alla contravven-zione di violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione. Con il D.lgs. n. 36 sono state introdotte altre figure di ille-cito:• violazione dei criteri di ammissibilità in discarica;• violazione delle procedure di ammissione dei rifiuti in

discarica;• violazione dei divieti di diluizione o miscelazione dei

rifiuti al solo fine di renderli conformi ai criteri di am-missibilità”.

“L’onere di classificare il rifiuto - ha osservato il Magistrato - grava sul produttore, ma il detentore-trasportatore deve farsi carico del controllo almeno documentale. La difficoltà consiste nel riuscire a conciliare la normativa europea con quella nazionale, che a volte è anche più severa, ma diffi-cilmente applicabile. Poi si tende ad essere poco indulgenti nei confronti dei gestori onesti, mentre dalla produzione al conferimento del rifiuto esistono delle zone grigie in cui agisce la malavita, ma che sfuggono al controllo”“Ed è proprio lì - ha concluso - che dovrebbe focalizzarsi l’attenzione degli investigatori”.L’intervento conclusivo è stato affidato all’Avv. Michele Laforgia, esperto di Diritto ambientale. “Nel 2007 - ha commentato - sono stati smaltite in discarica 17 milioni di tonnellate di rifiuti che corrispondono al 54% del totale: anche se la percentuale dei rifiuti conferiti in discarica diminuisce, la quantità aumenta. In Italia non c’è un’emergenza rifiuti che possa prescindere dall’utilizzo delle discariche. Nel 1999, l’Europa, prima, e l’Italia, poi, hanno enunciato il principio secondo il quale è necessario produrre meno rifiuti e soprattutto usare meno le discari-che, ma questo concetto è stato applicato soltanto nel 2005. Nell’attuazione del D.lgs. n. 36 si è andati oltre la richiesta ed i limiti per il conferimento in discarica sono molto rigo-rosi, ma in Italia sono proliferate le discariche abusive. La vicenda campana è stata gestita con le deroghe, applicando una disciplina diversa dal resto dell’Italia: alla fine tutta la nazione è stata condannata a pagare. La legge italiana non è chiara nel ripartire le responsabilità e alla fine chi rimane con il rifiuto in mano, quindi il gestore della discarica, paga tutte le conseguenze di un eventuale percorso non a norma. Se la legge equipara l’attività normale con quella abusiva o addirittura illecita, chi svolge un’attività corretta finisce con il correre gli stessi rischi del disonesto”.

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SERVIZI AMBIENTALI

Anche quest’anno FISE (Federazio-ne Imprese di Servizi) ha presentato a ECOMONDO il 7 novembre 2008 “L’Italia del recupero” l’annuale Rap-porto sullo stato del riciclo dei rifiuti in Italia, giunto alla sua IX edizione.Promosso dall’UNIRE (Unione Imprese di Recupero), l’Associazione che aderi-sce a FISE, lo studio è stato realizzato con il patrocinio del Ministero dell’Am-biente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo eco-nomico e dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambienta-le), in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti e con il contributo di CONAI ed ECOMONDO.

Traendo occasione dalle innovazioni introdotte dalla nuova Direttiva UE sui Rifiuti (ndr: non c’è ancora la numera-zione poiché al momento non è stata ancora pubblicata sulla GUE, essendo stata approvata definitivamente dal Consiglio europeo il 20 ottobre 2008) che mira a considerare i rifiuti non più come un costo, bensì come una risorsa preziosa in sostituzione delle materie prime, “FISE UNIRE ha scelto di far pre-cedere gli approfondimenti settoriali (carta, plastica, acciaio, alluminio, le-gno, gomma, batterie, rifiuti inerti) da uno studio intersettoriale che metta in risalto il contributo che ciascun settore del riciclo offre al sistema economico nazionale, nel suo complesso e per ciascuno comparto produttivo - ha os-servato nella premessa del Rapporto il Presidente UNIRE Corrado Scapino - Dallo studio si evince come l’industria del riciclo rappresenti un importante settore dell’economia nazionale con una dinamica in crescita, strettamente legata ai settori produttivi che riutiliz-zano le materie seconde. I settori del riciclaggio si devono confrontare con nuovi prodotti per utilizzare al meglio le opportunità di uso di un materiale recuperato sempre più conveniente in un mercato mondiale che negli ultimi anni ha mostrato una crescita della do-manda e dei prezzi delle materie prime,

e che ha conseguentemente incentivato le materie prime seconde”.

Aumentano i quantitativi di rifiuti avviati al riciclo; continuiamo ad im-portare dall’estero “materie prime riciclate”; il settore dei “recuperato-ri” conferma un ruolo strategico per lo sviluppo dell’industria nazionale, ma oggi sta già subendo i primi ef-fetti negativi della crisi dei prezzi delle materie prime.È questa, in sintesi, la fotografia del comparto del recupero che emerge dallo studio.Il Rapporto evidenzia l’importanza del settore del riciclo, confermata dalla sua continua crescita: se negli ultimi an-ni la produzione industriale ha subito una contrazione dell’1,6%, le attività di recupero sono cresciute complessiva-mente dell’8,2%.Il mercato del riciclo produce ogni anno 35 milioni di tonnellate di materiali recuperati sostitutivi delle materie prime vergini e di cui, in parti-colare: 20 sono costituiti da metalli; 5,5 da carta e cartone; 4,8 da legno; 1,8 da vetro; 1,3 da plastica. I recuperatori privati agiscono su un quantitativo di rifiuti raccolti di oltre 23 milioni di tonnellate.L’Italia si conferma anche nel 2007 un Paese importatore di materie prime seconde riciclabili. I quantitativi di rifiuti avviati a recupero sono, in-fatti, ancora superiori al totale della raccolta differenziata in quasi tutti i settori industriali; discorso a parte vale per la carta, comparto in cui da qual-che anno si registra un’esportazione del macero raccolto.La costante importazione dei materiali recuperati indica che esistono ulteriori spazi per lo sviluppo della raccolta dei rifiuti. Inoltre, le alte percentuali di riu-tilizzo del materiale recuperato rispetto a quello vergine (generalmente più costoso sia economicamente che in ter-mini di impatto ambientale) segnalano che il settore del recupero costituisce un giacimento potenzialmente in forte

crescita di materie seconde, che occor-rerebbe altrimenti importare.“Se dobbiamo fare raccolte differenzia-te per poi mandarle in Cina, è meglio che facciamo altro - ha osservato po-lemicamente il Presidente FISE UNIRE - il settore del recupero delle frazioni che provengono dalla raccolta dei ri-fiuti nella loro totalità è la miniera del nostro paese povero di materie prime. Il problema sta allora nell’alimentare un mercato interno capace di assorbire quello che proviene dalle raccolte diffe-renziate, che rappresenterebbe anche un sistema garanzia delle variazioni di mercato e delle crisi congiunturali”.Il settore del recupero è oggi rap-presentato soprattutto da imprese di medio-piccole dimensioni che neces-sitano di adeguate regole di mercato e di garanzie su condizioni di libera concorrenza per potersi sviluppare. La diffusa prassi da parte degli enti locali di affidare servizi in maniera non tra-sparente (tramite applicazioni distorte dell’affidamento in-house) continua, invece, a condizionare la presenza sul mercato degli operatori privati, come testimonia anche la recente indagine conoscitiva sul settore degli imballag-gi da parte dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato.

“A fronte di un quadro tendenzialmen-te positivo nel recente passato - dichiara Corrado Scapino, Presidente di FISE UNIRE - le imprese del settore vivono oggi criticità legate alla situazione di mercato, contraddistinta da forti flessio-ni nelle quotazioni delle materie prime, che stanno determinando condizioni di incertezza per il futuro del settore. Alla luce della crisi attuale, è evidente che il mercato non può costituire l’unico vo-làno per lo sviluppo di questo comparto: appare, quindi, ancor più necessario puntare sull’efficienza, sulla qualità, sul contenimento dei costi dei servizi e considerare per le filiere di recupero la cui responsabilità ricade sui produttori iniziali dei beni più stringenti mecca-nismi di “polluter pays” (chi inquina

Presentato a ECOMONDO l’annuale studio“L’ITALIA DEL RECUPERO”

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dizioni per favorire questa crescita: normative e procedure chiare e stabili per l’export, infrastrutture logistiche, in particolari portuali, adeguate ed efficienti. Sono queste le principali condizioni necessarie per la crescita e la competitività delle imprese italiane in questo settore, sempre più globa-lizzato ed esposto alla concorrenza mondiale.

PlasticaNel 2007 circa 598.000 tonnellate di materie plastiche post-consumo sono state avviate a recupero in Italia, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Per ogni tonnellata di plastica avviata a riciclo si evita la pro-duzione di circa 3 tonnellate di CO

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equivalenti rispetto all’incenerimento, o si evita la produzione di circa 2 ton-nellate dello stesso gas rispetto all’avvio a discarica.Non mancano difficoltà e contrad-dizioni, con riferimento al riciclo meccanico di materie plastiche, quale l’applicazione del Regolamento eu-ropeo REACH. Se, infatti, il REACH esclude espressamente i rifiuti dal campo di applicazione non è chiaro come esso si applichi a materiali deri-vanti dalle operazioni di recupero. Nel caso che le materie prime secondarie non fossero escluse con chiarezza dagli obblighi di registrazione, una corretta attività di reciclo della plastica risulte-rebbe problematica, se non addirittura proibitiva.

AcciaioA fronte di un immesso a consumo nel 2007 di imballaggi in acciaio pa-ri a 563.000 tonnellate, i quantitativi di acciaio raccolti hanno raggiunto le 411.000 tonnellate, con un avvio al rici-clo di 391.000 tonnellate e una crescita, rispetto al risultato ottenuto nel 2006, di circa 22.400 tonnellate (pari al 6%). Il riciclo in Europa di circa 2,5 milioni di tonnellate di imballaggi in acciaio ha evitato il rilascio nell’ambiente di circa 4,7 milioni di tonnellate di CO

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elevati che finora questi mercati han-no assicurato. Solo la Germania sta puntando maggiormente sulla nuova capacità produttiva a base di macero domestico e meno sull’export. In Italia il mercato negli ultimi anni sembra assestarsi progressivamente verso un maggior equilibrio. Lo sviluppo dell’export non pare avere portato sensibili rischi sugli approvvi-gionamenti di maceri per l’industria italiana, grazie alla crescita della rac-colta, all’effetto di stabilizzazione della raccolta differenziata, alla domanda in-terna costante (delocalizzazione delle produzioni). Se da un lato, le imprese del settore necessitano di maggiori dimensioni, di nuove strategie e di migliori livelli manageriali, dall’altro, il sistema italiano deve creare le con-

paga) e, comunque, basati sul principio di sussidiarietà”.

Queste le principali evidenze (in ci-fre) emerse dal Rapporto per i singoli settori:

CartaCome per l’Europa, anche per l’Italia il 2007 è stato un anno positivo per rac-colta e recupero. Il settore dei maceri è in forte espansione a livello mondiale, trainato dalla crescente raccolta diffe-renziata dovuta a obiettivi ambientali sempre più ambiziosi in tutti i paesi europei e dalla forte crescita del settore packaging nel Far East. La tendenza generale dei principali Paesi occidentali è un focus sempre maggiore sull’ex-port, anche per godere dei prezzi più

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equivalenti più o meno a quelle emesse da 2 milioni di auto guidate per 15.000 chilometri.

AlluminioA fine 2007 la quota di recupero di imballaggi di alluminio ammonta al 59% dell’immesso al consumo, pari a 43.400 tonnellate di materiale di allu-minio, 38.600 delle quali riciclate come materia prima. Il riciclo, giunto al 52,5% dell’immesso al consumo, è cresciuto di oltre il 15% nell’ultimo biennio. Grazie alle quantità riciclate sono state evitate emissioni serra per 400.000 tonnella-te di CO2 e risparmiata energia pari a 144.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio).

LegnoIn Italia sono state recuperate comples-sivamente 1.739.205 tonnellate di rifiuti da imballaggio in legno, pari al 60,82%

sul totale degli imballaggi in legno cir-colanti sul territorio nazionale nel 2007 (2.859.574 tonnellate).Tali quantitativi superano ampiamen-te quelli indicati dalla legge (35%). I risultati di recupero attesi per il 2008 lasciano presagire quantitativi in linea con quanto conseguito nel 2007, con un leggero calo dell’immesso a con-sumo.

GommaLa situazione italiana dei pneumatici fuori uso nel 2007, al pari di quella eu-ropea, mostra un trend stabile rispetto a quello dello scorso anno, con circa 400.000 tonnellate di pneumatici fuori uso prodotti. Di queste il 24% è avviato a recupero energetico, il 12,5% serve co-me materia prima seconda, il 2% viene esportato, il 12,5% viene utilizzato per la ricostruzione e il 49% non viene trattato o è soggetto a destinazioni non censite. Dal riciclaggio dei pneumatici non si producono pneumatici, ma una nuova materia prima: un granulato di gomma, materia prima ecologica ed impiegata in molteplici settori, dall’industria edilizia, dall’arredo urbano allo sport.

BatterieNel 2007 la raccolta di batterie a fine vita avviate a riciclo dal COBAT si è attestata sulle 187.623 tonnellate, con un calo pari al 2% rispetto all’anno precedente. Le ragioni della riduzione devono essere ricercate non solo nel-

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la riduzione dell’immesso al consumo ma anche dalla quotazione del piom-bo che ha determinato la presenza di raccoglitori esterni al Consorzio il cui gettito complessivo di batterie esauste è stato pari a 10.675 tonnellate, dato ben più alto di quello rilevato nel 2006, che indicava per la raccolta di terzi un gettito di circa 5.840 tonnellate.La totalità delle batterie conferite co-pre solo parzialmente la capacità di trattamento degli impianti. Le batterie avviate a riciclo producono piombo ol-tre il 40% del fabbisogno nazionale e la reimmissione nel circuito industriale si traduce in un risparmio annuale di circa 200 milioni di euro.

Rifiuti tecnologiciIl quantitativo totale di RAEE di prove-nienza urbana recuperati nell’anno 2006 è stato di 107.000 tonnellate, con una crescita continua negli anni; tuttavia esso è ancora lontano dall’obiettivo di 4 kg/abitante/anno da raggiungere a fine 2008 pari a circa 240.000 tonnellate, se-condo la Direttiva europea RAEE. Con il D. Lgs. 151/05 si è avviato un nuovo sistema di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici che ha rivoluzionato le condizion di mercato, in particolare di quelli domestici. A differenza di quanto finora riscontrato per altre categorie di rifiuti sono nati numerosi consorzi di gestione dei RAEE che, tramite un ac-cordo con l’ANCI, potrà essere messa pienamente a regime.I grandi elettrodomestici (come fri-goriferi, congelatori, lavatrici etc.) costituiscono la parte preponderante (40% circa).

Rifiuti inertiIn Italia vengono prodotte annualmente circa 46 milioni di tonnellate di rifiuti inerti. Di questi, solo il 10% viene rici-clato. L’introduzione di un obiettivo di riciclaggio a livello comunitario pari al 70% appare oggi difficilmente raggiun-gibile, anche nei tempi lunghi (2020) previsti dalla Commissione europea.

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di Alberto Piastrellini

RIBADITA A ECOMONDO L’IMPORTANZADELLA FORMAZIONE PER UNARINNOVATA COSCIENZA AMBIENTALE“Intercettare i materiali prima che divengano rifiuti”

PolieCo

La 12a edizione di ECOMONDO 2008, la Fiera Internazionale del Recupero di Rifiuti, Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile, si è svolta sotto la risonanza mediatica della neo-licenziata nuova Direttiva europea sui rifiuti, pun-to di riferimento per i 27 partner di “Eurolandia”, nonché di tutto il sistema produttivo e della filiera del recupero, trattamento, riciclo e riutilizzo.In questo contesto, tenuto conto che il diritto ambientale del nostro Paese è direttamente subordinato alle indi-cazioni di Strasburgo e che, qualsiasi recepimento nel diritto nazionale, qua-lora non fosse confacente al dettato europeo, dovrebbe essere disapplica-to, grande attenzione, da parte degli operatori della filiera dei rifiuti, è stata posta al dibattito iniziato all’indomani

dell’approvazione definitiva della nor-mativa, dibattito rinfocolato dai nuovi provvedimenti d’urgenza per la regio-ne Campania che potrebbero essere applicati anche in altri territori del Bel Paese.In questo scenario che si apre ad un futuro incerto su cui la crisi economi-ca e la conclamata recessione hanno posto una pesante ipoteca, le politi-che ambientali abbisognano di nuovo entusiasmo e il comparto produttivo si dimostra ogni giorno di più atten-to alle problematiche dell’ambiente e della sostenibilità, non fosse altro che per una semplice risposta strategica alle difficoltà incontrate durante l’attività d’impresa.Ora, in Italia, già nel 1997 il “Decreto Ronchi”, aveva riconosciuto quello che

la cultura mediterranea aveva prodotto nei secoli: il concetto di consortium quale singolare raggruppamento di imprese che si mettevano insieme per raggiungere un obiettivo comune. Quindi, nello specifico dell’ambiente erano stati creati i Consorzi per la rac-colta, recupero e riciclaggio, operanti a più livelli nei vari settori della società, con le relative specifiche merceologi-che.Fra questi, il Consorzio PolieCo - Con-sorzio Nazionale per il Riciclaggio dei Rifiuti di Beni in Polietilene è quello che, più di ogni altro ha avuto una storia di difficile implementazione, ma, forte delle capacità imprenditoriali della sua base e delle professionalità tecni-che dei propri vertici, ha saputo sempre mantenere una posizione di prima linea

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(che fa riferimento ai dati 2007), dove si evidenzia l’avvenuto riciclaggio di oltre 350.000 tonnellate dell’immesso al consumo di polietilene a livello na-zionale), che il PolieCo, si è presentato alla quattro giorni di Rimini.Parola d’ordine per l’edizione 2008 di ECOMONDO era: “Industriarsi corret-tamente” e per PolieCo questo slogan si è tradotto nel doppio percorso dell’essenzialità legata all’immagine, (veicolata quest’anno dalla sponsoriz-zazione della prestigiosa Area Caffè Scienza e da un accogliente spazio istituzionale all’interno dell’Area del Riciclo) e dalla buona pratica della formazione (grazie al corposo semi-nario: Aspetti pratici in materia di disciplina dell’ambiente - Tendenze del diritto comunitario e domestico in materia di rifiuti, offerto ai propri Soci e agli Organi di controllo, durante l’intera giornata del 7 novembre).Oltre 300 le presenze registrate dalla Segreteria Organizzativa al desk della Sala Neri 1, una platea titolata formata da Imprenditori, agenti della Guardia di Finanza, dei Comandi Carabinie-ri per la Tutela dell’Ambiente (ex NOE), del Corpo Forestale dello Sta-

vato processo di dialogo e confronto costruttivo con le Istituzioni e gli Or-gani di controllo, promotrici, le prime, delle norme applicative, esecutori e verificatori, i secondi, della corretta applicazione delle norme stesse.In questo senso, con lungimiranza, il PolieCo, già dall’autunno del 2007, proprio in occasione dell’11a edizio-ne di ECOMONDO, aveva intuito la necessità di creare una piattaforma formativa da offrire ai portatori di in-teresse della filiera, implementando l’operato del proprio Centro Studi PolieCo e attivando, all’uopo, una proficua collaborazione fra questo e “Diritto all’Ambiente - Corsi & For-mazione”.Dall’esperienza di fine 2007, è scaturito, pochi mesi dopo, un ciclo di Forma-zione che ha toccato 7 Capoluoghi di Provincia per 8 Giornate di Formazio-ne e, contestualmente, si è proceduto alla trasformazione del Centro Studi PolieCo nella nuova struttura denomi-nata: Fondazione Santa Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente.È con questo “pedigree” e con la forza dei numeri scaturiti dal Report 2008

nel dibattito nazionale ed europeo sul riciclo delle materie plastiche e, pur lavorando in un sistema-Paese che non sempre ha appoggiato e sostenuto adeguatamente i processi virtuosi della filiera dei rifiuti, ha sempre raggiunto e superato ampiamente gli obiettivi di riciclaggio imposti dalla normativa di riferimento.Tutto questo è stato possibile, non so-lo grazie alla scelta di non intervenire direttamente nella gestione del bene-rifiuto (gestione che viene lasciata alla responsabilità dell’imprenditore-detentore), bensì di garantire tutti quei servizi di coordinamento, informazione, formazione, necessari al buon anda-mento della filiera stessa che raccoglie professionalità diverse nei comparti della produzione, del recupero, del trasporto e del riciclo.Orbene, stante una normativa “dome-stica” che sin dal suo licenziamento, nel 2006 (D. Lgs n. 152 - Testo Unico Ambientale) ha prodotto sconcerto e difficoltà interpretative negli stakehol-ders della filiera, si è reso necessario implementare non solo la formazione della base imprenditoriale coinvolta dalla normativa, ma anche un rinno-

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to, senza contare i tanti Professionisti del Diritto dell’ambiente, i Consulenti e i Rappresentanti delle Istituzioni.“I nostri Corsi di Formazione nascono dall’esigenza di creare un dialogo positivo fra Aziende e Organi di controllo - ha di-chiarato in apertura Claudia Salvestrini, Direttore PolieCo; Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles - e proprio per meglio conseguire questo ri-sultato che il Consorzio si è dotato della nuova struttura di Fondazione”.Sottolineando, quindi, i risultati rag-giunti nell’ultimo anno, la dott.ssa Salvestrini ha puntualizzato come: “malgrado la situazione contingente nel comparto del recupero/riciclo, siamo ri-usciti a riciclare una ingente quantità di polietilene, sottraendola a flussi poco virtuosi verso l’estero e contenendo, nel contempo, la spesa complessiva nell’or-dine dei due milioni di Euro”.“La questione ambientale è la vera sfi-da di questo secolo “ ha dichiarato nel suo intervento Tommaso Marvasi, Avvocato del Foro di Roma, Universi-tà Cattolica del Sacro Cuore di Roma; Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles, che, rimarcando come proprio da un rinnovato approc-cio culturale alle tematiche ambientali nascano le risposte giuste alle proble-matiche contingenti, ha proseguito nel suo intervento affermando: “è un onore presentare la Fondazione Santa Chia-ra che rappresenta il risultato finale di un percorso virtuoso. Dal Centro Studi PolieCo, nato per promuovere cultura ambientale, alla Fondazione che rac-coglie l’esperienza e la professionalità

di tanti addetti ai lavori che si sono messi insieme creando un’equipe unica nel panorama nazionale, soprattutto in riferimento a quanto altri Consorzi analoghi al PolieCo, non sono riusciti a costruire”. A portare la voce delle massime Isti-tuzioni nazionali è stato l’On. Angelo Alessandri, Presidente VIII Commis-sione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, che ha ricordato ai presenti come: “L’obbligo assunto da questo Governo è quello di conseguire un benessere dif-fuso, affinché si persegua il binomio salute-ambiente”“Non abbiamo molte risorse da destinare ai vari settori - ha ricordato - dobbiamo certamente fare i conti con le spese fisse, tuttavia, ci sono tante risorse di privati che possono intervenire nel settore pubblico, a patto che il pubblico sappia dettare regole chiare, condivise e non frapponga impedimenti politici o vincoli”.“Dobbiamo dare modo agli attori del settore di operare correttamente e tempe-stivamente”, ha dichiarato il Presidente PolieCo, Enrico Bobbio, sottolinean-do come: “il problema della raccolta differenziata debba essere affrontato a priori, recuperando i diversi materiali prima che questi divengano rifiuti”.“Abbiamo 3.500 operatori disposti a la-vorare in questo senso ha ricordato il Presidente a chiusura del suo interven-to - consentendo pure un sostanziale abbattimento dei costi”.Voce dell’Associazionismo ambientale è stato Gaetano Benedetto, esponente del WWF Italia che, ha iniziato il suo intervento affermando che: “Quello dei

rifiuti è un settore strategico offusca-to da 4 normative molto farraginose e poco interpretabili… Molte norme, quand’anche giuste, non risolvono il problema se, all’aumentare della ca-pacità di recupero in termini di RD, aumentano anche le quantità di rifiuti immessi sul mercato”. “Dobbiamo ripartire da una rinnovata cultura ambientale - ha proseguito - e da un diverso senso di responsabilità che deve interessare, in primo luogo, le Pubbliche Amministrazioni, che, in questi ultimi anni,sono state derespon-sabilizzate”.“Se non si avrà la capacità di creare meccanismi di mercato che invoglino le imprese e le PP. AA. ad interessarsi dei prodotti derivanti dal riciclato - ha concluso - non si realizzerà mai una corretta filiera del rifiuto”.In seguito, è intervenuto Salvatore Adamo, Assistente tecnico dell’On. Mar-cello Vernola - Vice Capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, che ha spostato l’attenzione dell’uditorio sugli aspetti innovativi che le redigen-de nuove normative europee in materia ambientale, porteranno al settore.A questo punto, è intervenuto, fuori programma, l’ex Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Ma-re, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha voluto portare un suo messaggio nel merito dell’auspicabile aderenza delle norme nazionali sull’ambiente, ai dettati che pervengono dall’UE. “Certi meccanismi e certi privilegi van-no superati - ha affermato l’ex Ministro - tuttavia, l’esperienza e l’iniziativa del PolieCo, dimostrano che qualcosa di buone c’è nel sistema”.

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Concluso l’ultimo intervento istituzio-nale, l’incontro è entrato nel vivo del suo oggetto, con la lunga teoria di in-terventi mirati.Ad aprire i lavori è stato Maurizio Santoloci, Magistrato di Cassazione, già Membro della Commissione Mini-steriale per la revisione del Testo Unico Ambientale; Consulente Giuridico del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per la cri-minalità ambientale, nonché Direttore della testata giornalistica on-line:www.dirittoambiente.net, il quale ha re-lazionato sul profilo penalistico (deviato) del rifiuto, a partire dalle sollecitazioni del D. Lgs. n. 152/2006 così come mo-dificato dal D. Lgs. n. 4/2008.A seguire, la gradevole, seppur tecnica, trattazione sulla concorrenza nella ge-stione dei rifiuti, a partire dall’esperienza del PolieCo, svolta dal prof. Franco Silvano Toni di Cigoli, Università de-gli Studi di Padova - British Institute of International and Comparative Law (BI-ICL) di Londra - Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles.La sessione pomeridiana della Giornata di Formazione, si è aperta con la pro-lusione del Presidente PolieCo, Enrico Bobbio, il quale, ha inquadrato il focus della discussione riportando l’attenzio-ne dei presenti alle problematiche che vive il comparto del riciclo.“La grande differenza delle regole e la diversa interpretazione delle stesse, sconcerta il mondo dell’impresa”, ha affermato e, alludendo alla nuova Di-rettiva europea sui rifiuti, si è chiesto come questa sarà recepita nell’ordina-mento italiano.

“Ci aspetta una stagione interessante dal punto di vista politico - ha pro-seguito - speriamo che non trascorra inutilmente”.Tornando sulla questione della riduzione dei rifiuti, di cui i soli imballaggi rappre-sentano 1/3 della quantità totale prodotta in Italia, il Presidente Bobbio ha riporta-to, a titolo di esempio: “come il 30% del costo riferibile al food, sia imputabile alla sola massa degli imballaggi”.“Se l’intero sistema della grande di-stribuzione, finora, ha beneficiato dei vantaggi degli imballaggi - ha dichia-rato - è il caso che lo stesso sistema intervenga nel ciclo dei rifiuti prodotti e, in questo senso, i nostri operatori so-no pronti a collaborare”.Concludendo il suo intervento con una nota propositiva, il Presidente PolieCo ha ribadito l’impegno del Consorzio a lavorare affinché i proprio associa-ti siano stimolati a captare i materiali prima che questi diventino rifiuti a tut-ti gli effetti. “Come per certi alimenti le organizzazioni sindacali di cate-goria stanno promuovendo il cibo a Km zero - ha concluso il Presidente Bobbio - anche per quanto concerne i rifiuti, il nostro sistema industriale è pronto a rinunciare al “turismo dei rifiuti””.Successivamente i lavori della seconda parte della giornata sono proseguiti con gli interventi in programma, a partire da quello dell’ing. Ernesto dello Vicario, Coordinatore Area Rifiuti www.diritto-ambiente.net - testata giornalistica on line; Dirigente Area Ambiente del Co-mune di Fiumicino, che ha relazionato sul recupero dei rifiuti in procedura semplificata.

A proseguire, è stato il dott. Rober-to Rossi, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari - Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles, che ha portato la propria esperienza di Pubblico Ministe-ro nel merito del diritto penale nelle spedizioni transfrontaliere di rifiuti.Infine, a cura del dott. Alberto Pie-robon, Consulente ambientale; Componente della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Fon-dazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles, è stata sviluppata una corposa trattazione delle questioni relative all’assimilabilità nella gestio-ne dei rifiuti, ponendo l’accento sulle problematiche della disciplina di riferi-mento e sulle questioni operative.A conclusione della giornata la Dott.ssa Claudia Salvestrini ha tenuto a precisare come: “con l’incontro di oggi si chiude il Ciclo di Formazione 2008 che, nelle sue varie declinazioni locali ha riscosso, ovunque, un grande suc-cesso in termini di presenze”.“Se durante l’anno in corso - ha prose-guito - abbiamo privilegiato i Capoluoghi di Provincia quali luoghi dove proporre i nostri Corsi, a partire dal 2009, cerche-remo di arrivare più a fondo nel cuore del territorio del Paese”.“Vogliamo raggiungere controllati e controllori, là dove essi operano quotidia-namente - ha concluso, infine - e proprio per questo intendiamo ripetere il nostro ciclo formativo con un nuovo calendario che sarà comunicato quanto prima”.

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Raccolta differenziata: 45% su base provinciale.Con questo risultato il COSMARI e la Provincia di Ma-cerata si pongono a livelli altissimi sia a confronto delle altre province marchigiane sia delle altre dell’Italia centrale, raggiungendo, in anticipo, quelli che sono i limiti fissati dalla legge.Questo importante risultato si deve ad una politica dei rifiuti congegnata in maniera unitaria tra Provincia, Comuni e CO-SMARI, ma deve essere ascritto, soprattutto, ai 15 Comuni dell’ATO, che hanno avviato sul proprio territorio il servizio di raccolta “porta a porta”, promuovendo una vera e propria rivoluzione nel modo di pensare ai rifiuti.I cittadini, infatti, hanno ben compreso come plastica, carta e cartone, vetro, alluminio, barattolame metallico, contenitori in tetrapak, organici e oli vegetali esausti possono essere una risorsa, ossia materiale da riciclare e riutilizzare, con innegabili vantaggi per l’ambiente.A conferma di ciò c’è il dato oggettivo che i Comuni che hanno adottato il “porta a porta”, stanno raggiungendo per-centuali comprese tra il 56% e l’80%.È da sottolineare, inoltre, che con questa nuova metodologia di differenziazione e raccolta domiciliare si è riusciti ad invertire i risultati raggiunti con il tradizionale sistema di

raccolta effettuata con i cassonetti stradali. Acquisendo cono-scenze ed esperienze nell’utilizzazione di sacchetti blu, per il multimateriale leggero (plastica, alluminio e barattolame metallico), sacchetti di carta (carta, cartone e tetrapak), sacchetti in mater-bi (rifiuti organici) e sacchetti gialli (tutto quello che non si può ricilare), i cittadini, di fatto, adottano con grande scrupolo quelle buone pratiche utili per far funzionare il sistema:- aumento della percentuale di raccolta differenziata;- mantenimento della pulizia nella propria città;- riduzione della produzione pro-capite di rifiuti.La sensibilità dei Cittadini, l’identità di politica gestionale tra Comuni e Consorzio, la stretta collaborazione tra gli Assessorati all’Ambiente della Regione Marche e della Pro-vincia di Macerata, i servizi di qualità erogati da Sintegra e dalle Cooperative sociali coinvolte, associate al sistema integrato di trattamento e smaltimento dei rifiuti praticato con la complessa e moderna impiantistica del COSMARI, tutte queste azioni disegnano il quadro completo di un modello che viene osservato e analizzato da più parti con estrema attenzione.Non è casuale che alcune importanti città degli Emirati Arabi e dell’Albania, oltre a terrritori di altre regioni italiane,

di Luca Romagnoli

COSMARI“SELEZIONE DELLA SPECIE”:PROVINCIA DI MACERATA AL 45%NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Il Presidente del COSMARI, Fabio Eusebi riceve dall’Assessore all’Ambiente della Regione Marche, il Premio Comuni Ricicloni

Gli attori degli eccellenti risultati conseguiti dal COSMARI

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abbiano chiesto al COSMARI di ideare specifici progetti volti a migliorare il loro sistema di conferimento e raccolta dei rifiuti.

Anche nel corso di ECOMONDO, la Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, che si tiene ogni anno a Rimini, il COSMARI è stato al centro di diverse iniziative promosse con l’intento di presentare ad un vasto pubblico il 2° Rapporto sulla raccolta differenziata “porta a porta”.Non meno importante è risultato il Convegno promosso con l’obiettivo di far conoscere la “Proposta di nuova legge regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti”, che ha visto la partecipazione e gli interventi di Marco Amagliani Assessore alle Politiche Ambientali della Regione Marche, dei Consiglieri regionali Francesco Comi e Franco Capponi relatori della legge, rispettivamente, per la maggioranza e minoranza, di Carlo Migliorelli Assessore all’Ambiente della Provincia di Macerata, di Fabio Eusebi Presidente COSMARI, di Isarema Cioni Dirigente Servizio Ambiente Regione Mar-che e di Giuseppe Giampaoli Direttore COSMARI.Molto seguita è stata pure la Premiazione dei Comuni Vir-tuosi nella raccolta differenziata “porta a porta” che ha visto la consegna di importanti riconoscimenti a tutti i Comuni del maceratese che si sono distinti per i risultati raggiunti.Erano presenti a ECOMONDO molti amministratori e tecnici dei Comuni che hanno potuto vivere un momento privi-legiato di confronto e di studio, così da approfondire tutti gli argomenti e tutte le esperienze presentate dalle varie realtà italiane. Anche gli studenti di scuole elementari, medie e superiori, provenienti dalla provincia di Macerata, hanno affollato durante i 4 giorni di fiera lo stand del COSMARI e l’Area

Marche.In definitiva, questo 2008 che sta per chiudersi ha registra-to nuovi record e ottime performances in diversi ambiti, confermando il COSMARI come realtà in continua crescita ed evoluzione, sempre al passo con i tempi, che ha saputo investire adeguatamente ed opportunamente per l’ammo-dernamento degli impianti e il miglioramento dei servizi erogati.Questa dinamica realtà, sempre pronta a rispondere ai bi-sogni dei cittadini e dei Comuni soci, è ormai preparata per intraprendere collaborazioni e sperimentazioni insieme a Università, Enti e Partner privati.La riconferma del Consiglio d’Amministrazione e del Presi-dente Fabio Eusebi, la nomina a Vicepresidente di Daniele Sparvoli consentiranno di elaborare nuove strategie e il nuovo piano industriale, proseguendo, ovviamente, lungo la strada già intrapresa di ampliare il servizio di raccolta dif-ferenziata “porta a porta” ad altri Comuni maceratesi. Dopo il completamento a Civitanova Marche e Recanati nei primi mesi del 2009, il servizio verrà esteso ai Comuni di Treia, Castelraimondo, Morrovalle e Monte San Giusto.Tutto questo per un unico obiettivo: migliorare la “selezione della specie”... dei rifiuti ovviamente... riciclando sempre più plastica, carta, vetro, alluminio e organico.

Consorzio Obbligatorio Smaltimento RifiutiSede legale e operativaLoc. Piane di Chienti - 62029 Tolentino (MC)Tel. 0733 203504 - fax 0733 [email protected] - www.cosmari.sinp.net

I Sindaci dei Comuni della Provincia di Macerata che sono stati premiati da “Comuni ricicloni” di Legambiente perl’eccellenza nella raccolta differenziata, insieme al Presidente Fabio Eusebi e all’Assessore all’Ambiente Carlo Migliorelli

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EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ

Raccolta e riciclaggio, ma soprattutto prevenzione e informazione

È entrata in vigore il 26 settembre la nuova Direttiva UE

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in data 23 Settembre 2008 il D. Lgs. che recepisce la Direttiva europea 2006/66/CE sulla raccolta e il ri-ciclaggio delle pile e batterie, che abroga la precedente Direttiva 91/57/CEE (cfr: “Nuovo corso per pile e accu-mulatori” in Regioni&Ambiente n. 10 ottobre 2006, pag. 46 e segg.).La nuova Direttiva fissa obiettivi rigoro-si per gli Stati membri che debbono:- riciclare almeno il 25% entro il 2012

e il 45% entro il 2016 delle pile e bat-terie immesse sul mercato;

- vietare lo smaltimento in discarica o negli inceneritori delle pile industriali e batterie delle automobili;

- imporre un uso ridotto di mercurio e cadmio nelle pile portatili.

L’Italia ha licenziato il Decreto di at-tuazione in extremis (la scadenza era prevista per il 26 Settembre), ma pas-serà altro tempo prima che si concluda l’iter legislativo.Si sono adeguati finora solo 7 paesi e al-tri 4 hanno recepito solo parzialmente la Direttiva, tanto che la Commissione ha lasciato intendere che concederà anco-ra qualche settimana di tempo, per poi intervenire con le procedure di messa in mora nei confronti dei ritardatari.Il 20 Ottobre 2008 la Commissione UE ha approvato un provvedimento che introduce espressamente nella direttiva succitata l’obbligatorietà del ritiro dal mercato di pile e accumulatori immessi sul mercato solo dopo il 26 Settembre 2008, non rispondenti alle nuove ca-ratteristiche costruttive, mentre quelli immessi prima di tale data potranno

continuare ad essere commercializza-ti.Nel frattempo la Commissione stessa con decisione del 29 Settembre 2008 (G.U.E. n. 262/L del 1° Ottobre 2008) in ottemperanza all’Art. 10, par. 4, lettera b), ha definito la metodologia comune per calcolare le vendite annuali di pile e ac-cumulatori portatili agli utilizzatori finali in un determinato anno nel territorio.Gli Stati membri dovranno calcolare le vendite senza tener conto delle pile e batterie portatili, uscite dal loro terri-torio in un determinato anno, prima di essere vendute agli utilizzatori finali. Il suddetto calcolo serve per stabilire la cifra a cui applicare le percentuali di raccolta delle pile vendute.

Elemento innovativo della Direttiva 2006, così come modificata dalla Di-rettiva 2008/12 (G.U.E. n. 76/L del 19/3/2008), è l’obbligo derivante agli Stati membri di provvedere, mediante adeguate campagne, ad informare gli utilizzatori finali su:• potenziali effetti sulla salute umana e

sull’ambiente delle sostanze utilizzate nelle pile e negli accumulatori;

• necessità di non smaltire i rifiuti di pile e accumulatori come rifiuti urbani non differenziati e di parte-cipare alla raccolta differenziata in modo da agevolare il trattamento e riciclaggio;

• sistemi di raccolta e riciclaggio a loro disposizione;

• ruolo che essi possono svolgere nel riciclaggio dei rifiuti di pile e accu-mulatori;

• significato del simbolo raffigurante il bidone della spazzatura con ruo-te barrato da una croce, riportato nell’allegato II, e dei simboli chimi-ci Hg (Argento), Cd (Cadmio) e Pb (Piombo).

Inoltre, i singoli Stati possono imporre agli operatori economici di fornire inte-ramente o parzialmente le informazioni sopra elencate.Qualora gli Stati membri impongano ai distributori di recuperare i rifiuti di pile e accumulatori portatili a norma dell’articolo 8, essi assicurano che detti distributori informino gli utilizzatori fi-nali della possibilità di lasciare presso i loro punti vendita i rifiuti di pile e accumulatori portatili.Gli Stati membri debbono esigere che i produttori, ovvero terzi che agiscono per loro conto, prendano a proprio ca-rico tutti i costi netti delle campagne pubbliche d’informazione sulla raccolta, il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori portatili.

Se l’informazione sulla pericolosi-tà per la salute e per l’ambiente dei componenti di pile e batterie, qualora questi siano abbandonati sul terreno o conferiti in discarica, è essenziale per permetterne la raccolta differenziata e, quindi, sottoporli a riciclaggio e smalti-mento appropriati, non c’è dubbio che la prevenzione ed il corretto utilizzo sono ancora più importanti.È bene sapere che la piccola batteria o bottone del nostro orologio ha lo stesso impatto ambientale della batteria di un

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utilizzare al meglio le batterie, che fa parte della serie “Green Eight”, dove si propongono 8 consigli “verdi” per vari settori di attività, in modo da creare me-no rifiuti di questi importanti prodotti che ci permettono di far funzionare vari dispositivi mobili, dall’auto al telefono cellulare, i cui componenti, però hanno effetti devastanti, se abbandonati sul terreno o conferiti in discarica.

1. Sostituirle una alla volta Se il dispositivo ha smesso di fun-

zionare e necessita di 4 batterie AA. Probabilmente si acquistano 4 nuove batterie per reinserirle in luogo di quelle. In realtà solo una potrebbe essere esausta. Comperan-do un tester per batterie, si potrebbe individuare quali batterie non han-no carica e rimpiazzare solamente quelle. Alcune pile sono immesse sul mercato anche hanno anche il

tester sulla batteria stessa.

2. Miscuglio di metalli pesantiNella maggior parte dei casi, la ri-cerca di un prodotto con minor numero di materiali pericolo-si risulta più sostenibile. Nel caso di batterie, i componenti

pericolosi fanno aumentare le possibilità di trovare opzioni di ri-ciclaggio. Si consideri che:

• le batterie per auto contengono piom-bo e acido solforico e hanno una percentuale di riciclaggio attorno al 90%;

• le batterie monouso a cella asciutta sono state private del mercurio negli ultimi anni ed ora è assai più diffici-le trovare siti dove vengono riciclate rispetto a quelle ricaricabili;

Se le batterie hanno elementi quali piombo, mercurio o litio, ci sarà mag-giore vantaggio per un riciclatore che può recuperare questi metalli. Si de-ve fare in modo di tenerli fuori dalla portata dei bambini e degli animali domestici.

zazioni, senza alcun costo per l’utente o il contribuente o con Associazioni di categoria per educare i propri membri sulle migliori pratiche e raggiungere un più vasto pubblico su tematiche ambientali.L’innovazione che ne ha decretato il successo consiste, non solo nell’offrire informazioni per la sostenibilità, ma sul suo sito web si svolgono servizi rivolti agli utenti che digitando la propria città o il codice di avviamento postale, per identificare più dettagliatamente la

zona, è possibile individuare i depo-siti di riciclaggio più vicini e anche i luoghi per il riutilizzo dei vari tipi di rifiuti prodotti.Inoltre, mette a disposizione i suoi esperti per convegni e seminari e for-nisce elementi contenutistici per articoli e redazionali per i media su temi am-bientali.Nel mese di ottobre è stato pubblicato un vademecum di “8 azioni verdi” per

camion, ma è altrettanto necessario che gli utilizzatori sappiano usarle corret-tamente ed evitare che finiscano nelle discariche o inceneritori.

Negli USA dove è stata promulgata nel 1996 la legge per ridurre i metalli pesanti delle pile e sulla loro raccolta, smaltimento e riciclaggio (Recharge-able Battery Management Act), l’EPA (Agenzia di Protezione Ambientale) ha calcolato che nel Paese ogni anno:• gli Americani acquistano 3 miliardi

di pile di cui 350 milioni ricaricabili; eliminano 180.000 tonnellate di cui 14.000 tonnellate a fine vita;

• 99 milioni di batterie prodotte per auto ed imbarcazioni, prevalente-mente a celle acide che contengono dal 60% all’80% di piombo e il restante plastica, riciclabi-li.

L’EPA ha avviato accor-di con l’organizzazione Earth 911 che gestisce un sito web creato da Chris J. Warner, per diffondere, ini-zialmente, le informazioni per i residenti dell’Arizona in modo di permettere alle persone di contribu-ire attivamente alla sostenibilità.Il suo ideatore prima di morire lo scorso anno aveva dichiarato che “la missione più importante di queste reti è quella di responsabilizzare e coinvol-gere il pubblico a pensare globalmente e agire localmente”.A poco a poco si è esteso nei vari Stati limitrofi, per poi coprire l’intero terri-torio statunitense, dal 2000 anche in Canada, per distribuire informazioni a livello locale, nonché promuovere conoscenze su tematiche ambientali.Earth 911 funziona anche come par-tenariato pubblico-privato, tramite accordi con enti pubblici per mettere insieme risorse e servizi, che il privato (Earth 911), offre ad un ente pubbli-co (EPA ad esempio), ma anche del settore privato che offrono sponsoriz-

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3. I computer portatili non sono adatti per stare sulle ginocchia

Come ben si sa le batterie e il ca-lore non vanno d’accordo. Ebbene, il computer genera internamente una congrua quantità di calore che è il motivo per cui viene dotato di un ventola. Utilizzando il computer portatile su una superficie morbida (come ad esempio le ginocchia) si limita il flusso d’aria, determinando il riscaldamento della batteria.

4. Tenere le batterie al freddo È possibile aver sentito dire che le

batterie devono essere messe nel frigorifero o nel congelatore per ren-derle più longeve. Sebbene questo sia possibile, dovranno essere scon-gelate prima di usarle per evitare la condensa nei dispositivi. Indipen-dentemente si dovrebbe evitare di conservare le batterie in luoghi caldi, perché potrebbero perdere i fluidi.

5. Attendere per aver una buona ricezione

“Mi senti ora?”. Questo è l’atteggia-mento più diffuso quando si usa un cellulare. Quando il cellulare ha una scarsa ricezione utilizza maggior poten-za della batteria per ricercare segnali più forti. Attendere per avere una rice-zione migliore, permetterà alla batteria del cellulare di durare più a lungo.

6. Isolare la batteria dell’auto Si rifletta sul fatto che un’auto su-

bisce più variazioni di temperatura di qualsivoglia altro oggetto per-sonale. Affronta condizioni di tempo caldo e freddo viene riscaldata e raffreddata durante ogni viag-gio e finisce col

trascorrere la notte in un garage non ben isolato (se è fortunata).

Si potrebbero trovare coperture di iso-lamento per consentire alle batterie di adeguarsi meglio alle diverse condi-zioni di temperatura. Quando capita di aprire il cofano si verifichi se la bat-teria è isolata o la si faccia controllare ad un professionista qualificato.

7. Avviare manualmente le batterie I tempi per generare potenza con

le manovelle sono trascorsi. O no? È possibile attualmente trovare dei congegni manuali per ricaricare ogni dispositivo, dai cellulari ai lettori mp3. Oltretutto è possibile fare un piccolo esercizio. Un’altra soluzio-ne consiste nel ricaricare il gadget con l’energia solare. Sono entrambe forme di energia rinnovabile in mo-do da non dover utilizzare energia elettrica non rinnovabile per dare potenza alle batterie.

8. Optare per un inserimento alla corrente

Molti dispositivi sono dotati di compartimenti a batterie e di un tra-sformatore di corrente A/C, incluse sveglie e lampade. Si può rispar-miare energia adoperando batterie, ma si producono rifiuti quando le batterie si esauriscono. Non si di-mentichi che si deve consumare energia anche per ricaricare le

batterie. Se se ne ha l’opportunità l’inserimento alla rete elettrica farà risparmiare risorse.

Sempre sul sito di Earth 911 ci sono le informazioni sulle varie tipologie e caratteristiche di composizione di pile e batterie è presupposto determinan-te per il loro corretto smaltimento e riciclaggio.Le pile contengono sostanze tossiche e le ricaricabili, metalli pesanti come il cadmio.Alcuni di questi metalli contenuti nelle pile possono provocare danni all’am-biente, ma negli USA non tutti gli Stati li considerano rifiuti pericolosi.La prima distinzione da fare è tra:- Batterie monouso (Primarie)

• Alcaline• Carbonio-zinco e cloruro di zinco• Litio-manganese• Zinco• Ossido di argento e ossido di mer-

curio- Batterie ricaricabili (Secondarie)

• Nichel-cadmio• Nichel metallico• Litio ioni e Litio ioni-polimeri• Piombo

PrimarieLe alcaline sono le batterie più scelte dai consumatori. Durano più a lungo ed hanno un rendimento migliore ad alte e basse temperature. Si conservano per due anni a temperatura ambiente e trattengono il 90% della loro poten-za originale. Inizialmente erano più costose degli altri tipi, ma ora la loro maggior produzione ha fatto abbassare i prezzi in modo tale da renderle com-petitive con le altre.In commercio ne esistono due tipi:• alcaline standard, usate per disposi-

tivi a bassa-moderata potenza come radio portatili, scanner e comandi a distanza;

6. Isolare la batteria dell autoSi rifletta sul fatto che un’auto su-bisce più variazioni di temperatura di qualsivoglia altro oggetto per-sonale. Affronta condizioni ditempo o caldl o o e e e e ffffreddodoodo vvvviei nenee rir sccscscalalaldadadaatatat eee r r rrrrafafaffrfrfredededdddddadadaaddatatatat dudududududududurarararaaararantntnntntntntnteeee eee e ogogogogogoogo nnnininin viaag-gggg-ggggigio o e fiffininiiscee e col

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• alcaline premium, utilizzate in di-spositivi che necessitano di maggior potenza come fotocamere digitali e lettori CD.

La riduzione del loro contenuto in mercurio iniziata nel 1984, ha fatto sì che oggi le batterie alcaline conten-gano 1/10 del mercurio presente in precedenza ed alcune sono addirittura mercury-free.Tuttavia, secondo l’EPA, l’idrossido di potassio, l’alcale contenuto nell’interno può fuoriuscire se le pile vengono dan-neggiate o usate male, causando gravi ustioni chimiche se la sostanza entra in contatto con la pelle e gli occhi.

Le pile al carbonio-zinco e cloruro di zinco sono batterie che vengono ormai sostituite dalle alcaline, dal mo-mento che non hanno una lunga durata e soffrono le alte e basse temperature. Vengono utilizzate per lo più per stru-menti ad uso intermittente come flash, calcolatrici, giocattoli, ed essendo poco costose, sono scelte dai produttori di strumenti venduti con incluse le batterie. Lo zinco contenuto in queste batterie può essere opportunamente riciclato.

Le pile al litio-manganese, a for-ma per lo più di bottone, hanno una maggior durata rispetto alle altre pile e offrono prestazioni di gran lunga su-periori, non risentendo di temperature estreme. Sono molto utilizzate in dispo-sitivi esterni (meteorologici) o interni (pacemaker) e soprattutto in prodotti di basso spessore (videogiochi palmari, rasoi, spazzolini da denti elettrici). Il litio e il manganese in esse contenuti possono essere recuperati.

Le pile zinco-aria si differenziano, ol-tre che dalle ridotte dimensioni, dalla necessità di ossigeno esterno per poter

funzionare, riducendo notevolmente i componenti, ma si decurta notevolmen-te la loro durata qualora non esposte all’aria prima della loro utilizzazione o quando necessita. Anche in questo caso il metallo può essere ritrattato.

Le batterie all’ossido di argento e os-sido di mercurio.Le prime sono utilizzate in orologi analogici digitali, quelle con l’idrossi-do di sodio, e in orologi con mercury free LCD (idrossido di potassio), in apparecchi acustici, calcolatrici, in cercapersone, nelle telecamere elettro-niche e nelle macchine fotografiche. L’argento contenuto, poiché costoso, dopo che sono stati neutralizzati gli elettroliti, può essere recuperato.Le seconde dovrebbero essere via via eliminate, per essere sostituite da quel-le a zinco-aria e all’ossido di argento. Il loro smaltimento deve essere effettuato in sicurezza.

SecondarieLe batterie al nichel-cadmio (NiCd) sono state le prime batterie ricaricabili immesse sul mercato a prezzi ragio-nevoli e disponibili nelle dimensioni cilindriche standard (AA, AAA, ecc.).Sono di due tipi:- con cellula a sfiato, che debbono es-

sere posizionate in modo da poter essere rimboccate con acqua per la loro manutenzione;

- a cellule sigillate, che non hanno bi-sogno di manutenzione e, quindi, di un adeguato posizionamento.

Vengono utilizzate le prime per appli-cazioni militari, mentre le seconde in dispositivi che necessitano di scarsa po-tenza quali scanner, radio portatili cordless ed utensili elettrici domestici. Contenendo cadmio, un metallo pesante tossico, ri-chiedono un corretto smaltimento, tanto che negli USA vi è una tassa inclusa nel

prezzo di queste batterie, classificate co-me rifiuti pericolosi e con l’obbligo del riciclaggio per recuperare i metalli utiliz-zati per la produzione di acciai.

La principale differenza tra le batterie a nichel-cadmio e quelle nichel me-tallico (NiMH) è la sostituzione del cadmio con idruro metallico. Sono anche queste disponibili nella forma cilindrica standard e sono due-tre volte più durevoli di quelle al nichel-cadmio, ma devono essere ciclicamente scarica-te per evitare un rapido degrado delle prestazioni (lazy-battery).Vengono utilizzate in dispositivi portati-li, come computer, fotocamere digitali, telefoni cellulari.

Le batterie a litio-ioni (Li-ion) e al litio-ioni polimeri possono essere ri-caricate prima di essere completamente scariche, senza compromettere la loro capacità energetica. Di forma cilindrica o rettangolare sono più piccole e più leggere ed in grado di fornire maggior potenza di quelle al cadmio-nichel e nichel idruro metallico. Sono impiegate per lo più in telefoni cellulari, dispo-sitivi portatili computerizzati, che non debbono essere lasciati in auto durante l’estate, perché raggiungendo elevate temperature, le batterie possono in-cendiarsi o esplodere. Per cui non è opportuno manometterle od intaccarne il telaio. Sono riciclabili e il metallo può essere opportunamente recuperato.

Le batterie al piombo-acido sono state le prime ad essere ricaricabili, tuttavia non dovrebbero mai essere comple-tamente scariche perché ciò potrebbe comprometterne il funzionamento. Sono le batterie utilizzate per le auto e per le imbarcazioni e quantunque il loro recupero e riciclaggio siano stati i programmi più riusciti al mondo (negli USA viene riciclato il 97% delle batterie immesse sul mercato), è auspicabile che la tecnologia sia in grado di sostituir-le per il rischio che il loro improprio smaltimento possa provocare gravi danni ambientali.

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di Roberto Paoloni

Comune di Monsano (AN)

TRAGUARDO RAGGIUNTO DOPO UN COERENTE PERCORSO DI GESTIONE OTTIMALE DEL TERRITORIO E DI SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE

UNO SPAZIO DEDICATO A...

La sezione EMAS Italia del Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit, nella se-duta del 19 Settembre, ha deliberato la Registrazione EMAS (n. IT-000968 con validità fino al 28 Febbraio 2011) del Comune di Monsano. Si tratta di un grande, prestigioso traguardo, conseguito attraverso la realizzazione di un percorso virtuo-so, iniziato alcuni anni fa, attento alle tematiche ambientali e alla gestione del proprio territorio: dal Biodiesel utilizzato per gli automezzi comunali alle iniziative sul risparmio energetico rivolte ai cittadini, dal fotovoltaico nel-la scuola materna ed il 65% di raccolta differenziata raggiunto con il sistema di raccolta degli RSU attraverso il me-todo “Porta a porta”. In Italia, lo scorso Giugno circa un mi-gliaio tra Imprese ed Enti locali hanno ottenuto la Registrazione EMAS, tra cui 92 Comuni. Il Comune di Monsano è il primo nella provincia di Ancona ad ottenere questo importante, signi-ficativo risultato; nelle Marche segue alle Registrazioni di Camerino e Pie-vebovigliana.Socio fondatore della “Associazio-ne Nazionale dei Comuni Virtuosi”, Monsano raggiunge così anche l’altro Comune socio, Ponte nelle Alpi (BL), certificato EMAS e fresco vincitore del Premio nazionale “Comuni a 5 stelle”, svoltosi a Capannori (LU) lo scorso Settembre.“Con la registrazione EMAS abbiamo raggiunto un eccellente risultato – af-ferma il Sindaco Gianluca Fioretti, nonché Presidente dell’Associazione - Monsano, pur trovandosi, ancora a gestire un grave caso di inquinamento da cromo nella zona industriale ri-entrante nell’AERCA (Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale) della bassa e media Vallesina, riuscendo a certi-ficarsi EMAS ha dimostrato di saper gestire al meglio il proprio territorio. Ringrazio naturalmente la Giunta, il personale comunale e la precedente

Amministrazione, che aveva già intra-preso il percorso verso EMAS”.Al Sindaco e alla Giunta sono arrivati, inoltre, gli apprezzamenti e le congra-tulazioni della Sen. Silvana Amati, la quale ha detto: “così si conferma la buona, anzi ottima, gestione del terri-torio realizzata dall’Amministrazione da Lei presieduta, requisito essenziale per ottenere l’adesione”.Introdotto dal Regolamento (CE) n 761 del 2001, EMAS (Eco Management and Audit Scheme - Sistema Comunitario di Ecogestione e Audit) si presenta come uno strumento formidabile ad ampio spettro per attuare concretamente i principi dello sviluppo sostenibile. Si propone, infatti, l’obiettivo di favorire, su base volontaria, una razio-nalizzazione delle capacità gestionali dal punto di vista ambientale delle organizzazioni, basata non solo sul rispetto dei limiti imposti dalle leggi, che rimane comunque un obbligo do-vuto, ma sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali, sulla creazione di un rapporto nuovo e di fiducia con le istituzioni e con il pubblico e sulla partecipazione attiva dei propri dipendenti.Per arrivare alla Registrazione EMAS, il Comune di Monsano ha intrapreso questo percorso: • redazione di una Analisi Ambien-

tale con la quale è stata stabilita la posizione iniziale dell'organiz-zazione rispetto alle condizioni ambientali;

• redazione e pubblicazione del docu-mento di Politica Ambientale, cioè gli obiettivi e i principi generali di azione rispetto all'ambiente, con la definizione del quadro di riferi-mento per fissare obiettivi specifici e target;

• elaborazione del Programma Am-bientale, con una descrizione delle misure adottate per raggiungere gli obiettivi specifici ed i target, conse-guenti alla politica ambientale;

• redazione e attuazione del Siste-ma di Gestione Ambientale (SGA), cioè quella parte del sistema com-plessivo di gestione (struttura, pianificazione, responsabilità, pra-tiche, procedure, processi e risorse) che consente di sviluppare, mettere in atto, realizzare e mantenere la Politica ambientale.

• effettuazione di auditing: (valutazione sistematica, periodica, documentata e obiettiva delle prestazioni dell'or-ganizzazione, del SGA e dei processi destinati a proteggere l'ambiente);

• redazione della Dichiarazione Am-bientale pubblica, che comprende la Politica ambientale, una breve descrizione del SGA, dell'organiz-zazione, degli aspetti ambientali significativi, degli obiettivi e target ambientali ed in generale delle pre-stazioni ambientali dell’Ente.

L’adesione ad EMAS da parte del Co-mune di Monsano produrrà una serie di vantaggi, tra cui: • riorganizzazione interna e conse-

guente crescita dell'efficienza;• riduzione dei costi a seguito di una

razionalizzazione nell'uso delle ri-sorse e nell'adozione di tecnologie più pulite;

• creazione di un rapporto di maggio-re fiducia con gli organismi preposti al controllo ambientale e con quelli che rilasciano le autorizzazioni;

• riduzione delle probabilità di eventi che possono arrecare danno all'am-biente;

• maggiori garanzie in termini di certezza del rispetto delle normative ambientali;

• riconciliazione con i cittadini che percepiscono l'impegno al mi-glioramento ambientale da parte dell'organizzazione;

• crescita delle conoscenze tecni-co-scientifiche e loro uso per il miglioramento continuo delle pre-stazioni ambientali;

REGISTRAZIONE EMAS:

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Il Certifi catore Baldoni: “EMAS un autorevole riconoscimento per l’impegno dell’Amministrazione”

La tutela dellíambiente e del paesaggio necessita di attenzione continua per il territorio e i suoi abitanti.Ma occorrono strumenti adeguati per la gestione dei rapporti e delle responsabilità dei diversi interlocutori pubblici e privati, qualiil Comune, la Provincia e ARPA Marche da un lato e le aziende produttive e di servizio ma anche i cittadini, i sindacati e le aziendeextraterritoriali dallíaltro lato.La Registrazione EMAS prevista dal Regolamento CE 761/01, strumento della Comunità Europea, conseguita dal Comune di Monsanomediante líavvenuta convalida della Dichiarazione Ambientale da parte del Verifi catore Accreditato, poi confermata dal Comitato EMAS(composto da rappresentanze di 4 Ministeri), anche tramite il controllo di ARPA Marche, rappresenta líautorevole riconoscimentoallíimpegno dellíAmministrazione comunale che ha voluto avviare un percorso impegnativo, basato sui fatti, verifi cato da una parteterza e verifi cabile dallíopinione pubblica.L’impegno dell’Amministrazione comunale di dotarsi di regole interne per il rispetto delle leggi ambientali, l’organizzazione internadelle attività, il miglioramento di alcune importanti caratteristiche ambientali del territorio e la comunicazione ai Cittadini della qualitàambientale del loro territorio, rappresenta un signifi cativo atto a tutela del territorio e della popolazione.

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• riequilibrio sul territorio tra necessità di sviluppo e difesa dell'ambiente;

• maggiori garanzie di successo nel-le azioni che vengono intraprese in materia ambientale, a seguito di una più attenta valutazione;

Area/U.O.

Tipo di Aspetto Comparto Ambientale Descrizione aspetto Descrizione impatto Condizioni

(N/A/E)

1 Tecnica/A-E

D Acque Ristagno di acqua nel parco urbano in via Puglie Saturazione del terreno, impraticabilità ed insalubrità dei luoghi, allagamento dei parcheggi circostanti

N

2 Tecnica/E

D Suolo ed acque sotterranee: Uso e Contaminazione

Sversamenti di sostanze pericolose (Cr6+, Cr Totale, metalli, ecc.) derivanti dal ciclo produt-tivo di origine industriale/artigianale

Incremento concentrazione inquinanti nel ter-reno, nelle acque sotterranee, superfi ciali e in pubblica fognatura

A/E

3 Tecnica/E

IT Rifi uti Produzione rifi uti solidi urbani derivanti dalle attività della popolazione residente Aumento della quantità dei rifi uti nell’ambiente N

4

Tecnica/D

D Suolo: Uso e Contamina-zione Destinazione d’uso delle aree come da PRG Variazione assetto territorio, impermeabiliz-

zazione del suoloN

Tecnica/D-E

D Questioni locali Pianifi cazione territorialePotenziale impatto negativo delle costruzioni a carico delle matrici ambientali suolo, acqua, aria, paesaggio

N

5 Tecnica/E

D Suolo: Uso e Contamina-zione

Dispersione nel suolo di sostanze inquinanti derivanti dalla gestione ex discarica.Scarico di acque refl ue da sedimentazione primaria di percolato

Aumento della concentrazione di sostanze inquinanti nel suolo.Inquinamento dei corsi d’acqua o della falda

N

6 Tecnica/E

D Energia Consumo di energia elettrica Sfruttamento di risorse non rinnovabili N

7 Tecnica/G

D Suolo, Ambientee Sicurezza Sversamento di sostanze pericolose in offi cina Inquinamento del suolo, pericolo di incendio/

esplosioneA

8 Tecnica/E

IT RumoreRumore prodotto da macchinari e attrezzature durante il ciclo produttivo, industriale, agricolo, traffi co, manifestazioni, lavori stradali, ecc.

Aumento dell’inquinamento acustico N

9 Tecnica/E

IT Rifi uti Produzione rifi uti abbandonati pericolosi e non derivanti dalle attività industriali/artigianali

Aumento della quantità dei rifi uti pericolosi nell’ambiente, potenziale rischio di formazione di siti inquinati

N

DICHIARAZIONE AMBIENTALE - ASPETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI

• incremento del valore patrimoniale per la garanzia di una corretta ge-stione ambientale che ne esalta la valutazione.

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INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

Quando Leo Hendrick Baekeland, chimico belga trasferitosi alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti, riuscì nel 1907, do-po varie sperimentazioni, a miscelare ad alte temperature, controllandone la pressione di reazione, fenolo e formaldei-de, non pensava certo che la sua invenzione avrebbe dato l’avvio a una vera e propria rivoluzione nel modo di vivere delle persone conosciuta con l’Età delle Materie Plastiche.

Il suo obiettivo era di trovare un sostituto della gommalacca, una resina termoplastica naturale che veniva prodotta dalle secrezioni della femmina di un coleottero (Kerria lacca) che vive nel Sud-Est asiatico e prelevata sulla corteccia degli alberi dove venivano depositate.Baekeland chiamò il prodotto Oxybenzylmethylengeyco-lanhydride, depositandone il brevetto il 13 luglio 1907, riconosciutogli il 7 dicembre 1909 e subito commercializzato con il conosciutissimo marchio Bakelite (Bachelite).Non è stata la prima “plastica” ad essere utilizzata, ma è stato il primo prodotto sintetico, antenato delle moderne plastiche che si sono imposte sui mercati internazionali nei decenni successivi e divenute simboli dei consumi di massa.Seguiranno cellophane, rayon, polivinilcloruro (PVC), nay-lon, polistirene e EPS (polistirolo espanso), polietilene e polipropilene, conosciuto in Italia come moplen e nato dalle intuizioni di Giulio Natta che per questa scoperta, effettuata nel 1954, ebbe nel 1963 il premio Nobel per la Chimica.Insomma l’elenco delle plastiche esistenti sarebbe difficil-mente contenibile in poche righe.Tutte hanno in comune il fatto che sono costituite da poli-meri artificiali, cioè da molecole lunghe come catene, i cui

anelli sono altrettante unità chimiche.I polimeri si dividono in:• termoindurenti (con l’aumentare della tempera-tura passano dalla plasticità alla durezza), oggi meno utilizzati;

• termoplastiche (la plasticità acquisita alle alte temperature diminuisce in fase di raffreddamento) che sono ormai domi-nanti.

Quantunque l’innovazione nelle plastiche di base può considerarsi conclusa, quella relativa alle plastiche speciali sembrano avere un futuro altrettanto secolare. Ci riferiamo alle plastiche biodegradabili e a quelle connesse a settori chiave delle biotecnologie e nanotecnologie, dei processori e cristalli liquidi, che avranno un ruolo determinante nel ridurre le emissioni in atmosfera, e approntare a fonti alter-native di energia e nel produrre strumenti e apparecchiature nel campo medico.Per molti, ancora, sono pregiudizialmente odiate, quale simbolo di inquinamento, poiché essendo indistruttibili determinano un notevole impatto ambientale per la loro persistenza nei luoghi dove vengono smaltite.Non sono tuttavia le plastiche che vanno demonizzate, ma il loro cattivo uso.Proprio la loro durevolezza consente alle plastiche di poter essere riciclate senza perdere caratteristiche, trasforman-dosi in materia prima secondaria per tutta una serie di applicazioni: dall’edilizia all’industria tessile; dagli arredi urbani ai sacchetti della spazzatura; dai mobili ai parchi giochi; dalle moquette agli oggetti sportivi e di design (non

“Di forma in forma, di vita in vita”

Presentato il Rapporto sulle Plastiche in Europa

PLASTICA: HA PIÙ DI CENT’ANNI,MA NON LI DIMOSTRA!

Il sunsecvivalbBalanriccoNoil pchsucSeglonpointneInsmeTume

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Qucosemallchie cridnatnePesimdeTelefono in bakelite su mobile (1926)

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dobbiamo dimenticare che la plastica è stato il materiale più utilizzato da quel movimento artistico del Novecento, de-nominato Art Déco).Le plastiche sono come l’araba Fenice, in grado di rinascere a nuova vita dopo la morte.Viene in mente lo slogan, ben ideato per il PolieCo (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclaggio dei Rifiuti di Beni in Polietilene) con il quale viene sottolineata l’importanza e la necessità del recupero e riciclaggio del polietilene, ma vale per tutte le plastiche in gene-rale, che passa “Da forma a forma, di vita in vita”.

L’importanza e la dinamicità del settore delle Plastiche, vengono ben sintetizzate in “The Compelling Facts About Plastics 2007”, il 18° Rapporto sulla produzione, domanda e recupero delle plastiche in Europa, presentato il 21 ottobre 2008 e prodotto in collaborazione tra Pla-sticsEurope, EuPC, EuPR e EPRO, le Associazioni europee dei produttori, trasformatori, recuperatori e riciclatori delle materie plastiche.

Domanda di plastiche da parte dei Paesi trasformatori europei(in migliaia di tonnellate/anno)Domanda di plastiche da parte dei Paesi ttrasformatori (i i li i di t ll t / )(in migliaia di tonnellate/anno)

“Fit Feet”, teli da bagno portatili in polipropilene della Armor

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Dal rapporto, infatti, si evidenzia che:• la produzione mondiale annua è stata pari a 260 milioni

di tonnellate con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente;

• la domanda di materie plastiche è cresciuta del 3% rispetto al 2006, superiore quindi alla crescita del PIL;

• la maggior parte (50%) dei polimeri processati sono stati poliolefine: 29% polietilene (17% LLDPE - LDPE e 12% HDPE) e 18% polipropilene; seguono con il 12% il PVC, con l’8% polistirene e EPS, al 7% il PET e al 7% è anche il poliuretano.

• i settori principali d’impiego delle materie plastiche risul-tano essere stati:- imballaggi (37% del totale);- edilizia e costruzioni (21%);- automotive (8%);- elettrico-elettronico (6%).

• 27 Paesi membri dell’UE, più Svizzera e Norvegia, hanno trasformato 52,5 milioni di tonnellate di materie plastiche in crescita del 3%, con Germania e Italia che si confer-mano principali Paesi di consumo (40% ciascuno della produzione europea);

Percentuali di riciclaggio e recupero energetico nei Paesi europei

• 27 Paesi UE + CH e NO hanno prodotto 65 milioni di tonnellate, con Germania in testa (7,5% della produzione mondiale), seguita da Benelux (4,5%), Francia (3%) e Italia (2%);

• l’industria del settore ha raggiunto un fatturato di 300 miliardi di euro, dando lavoro a 1,6 milioni di addetti distribuiti su circa 50.000 imprese (soprattutto piccole e medie imprese di trasformazione);

• il tasso di recupero post-consumo è cresciuto di un punto per-centuale, raggiungendo il 50% tra recupero energetico (+3%) e riciclaggio vero e proprio (+11%), su un totale di 24,6 milioni di tonnellate di rifiuti plastici (23,7 milioni nel 2006);

• in 9 Paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Lussembur-go, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Svizzera) che rappresentano il 29% della popolazione interessata dall’indagine, si è re-cuperato oltre l’80% dell’immesso a consumo, avvicinando l’obiettivo di zero rifiuti plastici in discarica, mentre la metà dei Paesi membri dell’UE non arriva a recuperare il 30%;

• la quantità di rifiuti in plastica finita in discarica è stata pari a 12,4 milioni di tonnellate, cifra pressoché uguale all’anno precedente, anche se c’è stato un aumento nei consumi di polimeri;

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Produzione e ripartizione mondiale delle plastiche

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“Slim”, sedie prodotte da Softline in Luran, fabbricato dalla BASF (foto BASF 2007)

• continua a crescere l’esportazione di rifiuti plastici post consumo, che ha toc-cato le 650.000 tonnellate (+3% rispetto all’anno precedente).

Importante, seppur poco conosciuto, è il contributo che le industrie delle plastica danno all’uso sostenibile delle risorse e alla riduzione delle emissioni di gas serra, grazie al loro riutilizzo.Purtroppo, le imprese non riescono a dialo-gare, efficacemente sul questo aspetto con i vari stakeholders e, soprattutto, non riescono a comprendere che le azioni basate sul principio fondamentale dello sviluppo sostenibile e quelle per una adeguata e corretta informazione sono fondamentali per sviluppare ed attuare efficaci strategie di mercato per affrontare le sfide globali ed ambientali.

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a cura di Luna Beggi e Antonio Kaulard gruppo di lavoro Vetrina della Sostenibilità,e Daniela Malavolti Serv. Comunicazione, Educazione alla sostenibilità della Regione Emilia-Romagna

VERSO UNA PRODUZIONE E UN CONSUMO SOSTENIBILI.IMPRESE, CONSUMATORI E PUBBLICHEAMMINISTRAZIONI INSIEME PER LA SOSTENIBILITÀ

AGENDA 21

Esiste una galassia di realtà imprendito-riali, di ricerche sul campo, di progetti già operativi che hanno messo al centro l’azione sostenibile. Esperienze inno-vative virtuose e buone pratiche che dimostrano come si possano orientare produzioni e consumi in una direzione responsabile, solidale e attenta all’am-biente. È un coro di voci, eterogenee e a volte poco conosciute, quello messo insieme dalla Regione Emilia-Romagna in occasione dell’incontro “Verso una produzione e un consumo sostenibili. Imprese, consumatori e pubbliche ammi-nistrazioni insieme per la sostenibilità”. L’incontro, tenutosi il 5 novembre ad ECOMONDO, è stato introdotto dall’as-sessore regionale all’Ambiente e sviluppo sostenibile, Lino Zanichelli, che ha illu-strato i punti qualificanti del Piano di Azione Ambientale 2008-2010, sottoli-neando come “lo sviluppo sostenibile sia il pilastro fondamentale del futuro della nostra regione”.Con la formula di brevi interviste, curate dal giornalista di E’TV, Stefano Catel-lani, si sono succeduti imprenditori, docenti universitari, associazioni dei consumatori e ambientaliste, ma anche

attori pubblici e privati che propongono buone pratiche per raccontare “cosa” e “come” si può fare sostenibile. “Tante belle storie lungo la Via Emilia - com-menta il giornalista - tante eccellenze dove si coniuga sostenibilità con bu-siness. Ma molte di queste ancora si conoscono troppo poco.”È il caso di Landi Renzo spa, azienda di Cavriago (RE) fondata nel 1954 ed oggi quotata in borsa, realtà di primo piano a livello internazionale nella produzione di sistemi di alimentazione alternativi a gpl e metano per autotrazione e che collabora con le più importanti case automobilistiche mondiali, cui fornisce componenti o sistemi completi. Corrado Storchi, Marketing & Communication Manager dell’azienda: “Il futuro è l’idro-geno per alimentare un motore elettrico; ci stiamo lavorando e nel frattempo ab-biamo investito in ricerca e sviluppo per l’impiego di metano e gas per trazione. I frutti di questo impegno li raccoglia-mo soprattutto all’estero, dove maggiore che in Italia sembra essere la capacità di intraprendere scelte importanti per la sostenibilità. Alcuni esempi: il pro-gramma di metanizzazione voluto da

Chavez per contrastare l’inquinamento atmosferico o il caso del Pakistan dove in 5 anni i veicoli a metano sono pas-sati da 300.000 a 1.600.000, pari al 20% del parco auto circolante, mentre in Italia siamo fermi all’1%.”Altrettanto stimolante il percorso di Arturo Malagoli, Italgraf-Raggio Verde, che ha raccontato come dall’esigenza concreta di abbattere i costi per l’ac-quisto della carta sia arrivata l’idea di produrre in proprio la materia prima reintroducendo la coltivazione della canapa, di cui l’Emilia-Romagna era, fino al secondo conflitto mondiale, uno dei principali produttori mondiali. Dalla canapa oggi è possibile ricavare ben 150 prodotti con applicazioni che spaziano dal packaging al mondo della moda alla cosmesi.Estremamente interessanti le buone pra-tiche nate all’interno delle università emiliano romagnole. In particolare, alla facoltà di Agraria di Bologna, il Last Minute Market, “che - come ha spiegato il suo ideatore, Andrea Segrè - agisce all’interno di un fallimento del mercato: ciò che viene buttato via è un’offerta con un meno davanti, con un costo

Numerosa la partecipazione al convegno

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mostrato di funzionare. Quattro sono le condizioni per muovere l’intero sistema economico italiano verso un modello di business sostenibile, superando una certa rigidità del mondo imprenditoriale fin qui mostrata nel fare sistema sulla sostenibilità:1) convenienza economica: gli stru-

menti volontari devono diventare opportunità di sviluppo strategico;

2) il mercato va orientato: un grande operatore come il pubblico muove un importante (quantitativamente) seg-mento della domanda complessiva e, inoltre, può con le sue scelte dare il buon esempio, ovvero facilitare il percorso ad altri soggetti;

3) correttezza e trasparenza: ovvero concorrenza reale per trovare un giusto equilibrio tra prezzo, qua-lità e sostenibilità del prodotto; la sostenibilità oggi non è una varia-bile di scelta ma è una variabile di soddisfazione: non è un fattore fon-damentale e quindi rimane riservato a una nicchia di consumatori;

4) coinvolgimento dei consumatori: consumatore consapevole non si nasce, si diventa. Il consumatore va educato (magari con uno stru-mento efficace come l’IVA agevolata sui prodotti ecologici). In partico-lare su quest’ultimo punto, dove il Piano d’Azione UE presenta vistose lacune, deve subentrare il governo nazionale. In tal senso, il ruolo delle Regioni sarà cruciale nell’attivare le leve capaci di orientare al consumo sostenibile.”

“Una cosa è bene chiarire: noi non sia-mo missionari dell’ecologia… Ma il fatto è che in questo caso c’è una magnifica coincidenza tra interesse collettivo e in-teresse privato, ed è sorprendente che tanti ancora non se ne siano accorti. Non è generosità, è business.”Sono le parole dell’Ing. Pasquale Pistorio, presidente onorario STMi-croelectronics, riportate dall’Assessore all’Ambiente e sviluppo sostenibile della Regione Emilia-Romagna, Lino Zanichelli, in chiusura del proprio in-tervento.

Per maggiori info: [email protected]

del territorio. Nel 2006 il risparmio in termini di CO

2 ottenuto dagli operatori

turistici nostri associati è stato di circa 20.000 TEP, ottenuto proprio appli-cando il codice di comportamento per qualificarsi come ‘Albergo consigliato da Legambiente”.Originale il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra Provincia di Rimini, Federalberghi e le Associazioni Alber-gatori del territorio e presentato da Luca Cevoli, direttore dell’Associazione Albergatori di Riccione: “Gli Acquisti Verdi degli Alberghi sono un gruppo di acquisto sul web per operatori e ge-stori turistici, che diffonde e facilita il rifornirsi di prodotti sostenibili: riduce i tempi e le distanze e abbassa anche i costi.”Nell’ambito del Green Public Pro-curement, Anna Fiorenza, direttore dell’agenzia Intercent-Er, ha illustrato le politiche in materia di acquisti di beni e servizi per la pubblica amministrazione con parametri ecosostenibili, iniziative che hanno permesso anche una razio-nalizzazione della spesa pubblica, con un risparmio del 19%.Alessandro Bosso di ERVET spa, pre-senta Emas Club: “Si tratta di una iniziativa della Regione e di Confin-dustria Emilia-Romagna che si pone l’obiettivo di valorizzare le imprese cer-tificate EMAS, promuovendo i marchi EMAS ed Ecolabel e facendo rete, grazie anche ad un sito internet dedicato e a strumenti quali un software per fa-cilitare l’adozione della certificazione EMAS”.Anche le Associazioni dei consumatori sono impegnate in importanti iniziati-ve, realizzate in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna (Campagna ConsumAbile), per sensibilizzare ed orientare i cittadini all’uso attento ed al risparmio delle risorse, in particolare sui temi acqua ed energia. Mauro Zanini, portavoce di 7 sigle consumeristiche, ha affermato che il consumo responsabile e sostenibile è centrale anche per af-frontare la crisi economica in corso.È toccato, quindi, a Fabio Iraldo della Scuola superiore di Studi Universitari Sant’Anna di Pisa, il compito di tirare le fila: “Non è più necessario stimolare la sostenibilità dell’economia: gli esempi, le buone pratiche ci sono e hanno di-

energetico e di risorse; c’è anche una domanda negativa: quella del consu-matore indigente. Lo sforzo è quello di incrociare le due curve creando un nuovo legame (p, il prezzo, esce dal circuito) che è la reciprocità: tutti gli stakeholder coinvolti hanno un piccolo tornaconto. Da qui la lezione per far crescere la sostenibilità, ovvero sia il bu-siness che la solidarietà: è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori”.L’altro esempio è la collaborazione sperimentale tra il Dipartimento di In-gegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università di Modena e Reggio Emi-lia e due aziende, Relight srl, impianto di trattamento rifiuti da apparecchia-ture elettriche ed elettroniche, e Polis Manifatture Ceramiche spa. “Da questa collaborazione - spiega Luisa Barbieri - nasce una piastrella in gres porcellanato smaltato, contenente uno smalto compo-sto dal 40% di vetro ad alte prestazioni tecniche di lampade fluorescenti ‘a fine vita’ bonificate, che unisce l’alta qualità del prodotto con un ridotto impatto am-bientale (riduzione sfruttamento materie prime, trasporti, consumo energia e smal-timento rifiuti, recupero materiali di alta qualità) in linea con la Politica Integrata dei Prodotti (IPP)”. Le piastrelle Relux della Polis hanno ottenuto quest’anno la certificazione Ecolabel mentre nel 2007 hanno ricevuto una menzione speciale, quale Miglior Prodotto, nell’ambito del Premio Impresa Ambiente promosso dal Ministero dell’Ambiente (selezione italia-na dell’European Business Awards for the Environment istituito dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea nel 1987).Interessanti anche le testimonianze sul fronte del turismo sostenibile.Luigi Rambelli, presidente Legam-biente Emilia-Romagna: “347 sono gli associati a Legambiente Turismo tra alberghi, bed&breakfast e campeggi in 14 regioni per un totale di 55.000 posti letto e 5.000.000 di presenze annue. Legambiente Turismo è socia della re-te europea VISIT e insieme lavoriamo anche con associazioni egiziane e brasiliane. Non seguiamo una logica di command&control ma ci avvaliamo di protocolli di intesa con operatori turi-stici ed enti locali, assumendo il ruolo di mediatori tra imprese ed ente di governo

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ACQUISTI E SERVIZI VERDI ED ECOSOSTENIBILI

La notizia non è certo di quelle da prima pagina, nel senso che, qualche ecologista da sempre in prima linea e diversi organi di informazione impegnati su questo fronte, già da parecchi anni riempivano comunicati stampa e colonne di articoli, riflessioni ed appelli per il “rilancio”, o meglio, il “lancio” del riciclo.Convegni, Seminari, Tavole Rotonde, dibattiti pubblici e concertazioni private, sin dai primi anni ’90 hanno sviscerato la questione da tutti i punti di vista possibili, limitandosi, però, molto spesso, a produrre semplici dichiarazioni di intenti e tonitruanti slogan buoni solo per riempire striscioni, manifesti, o la cassetta delle lettere di cittadini locupletati dalle possibilità lasciate intravedere da amministratori locali, magari pure interessanti, in linea di principio, tuttavia impe-golati in mille questioni burocratiche e di ordine politico.Eppure, già con la ratifica del Protocollo di Kyoto (nel 2002) il nostro Paese si è impegnato a ridurre la propria quota di emissioni di gas-serra e, una delle strategie perseguibili, accanto alla riduzione dei consumi energetici, al rinnova-mento delle fonti energetiche stesse, ad una ridefinizione dei livelli di mobilità secondo logiche di sostenibilità ambientale, è proprio quella del riciclo, inteso come opportunità di captazione di materiale da reintrodurre nei cicli produttivi, senza partire dall’acquisto e dalla trasformazione di nuova materia prima (con enorme dispiego di energia).Se per troppo tempo il settore pubblico ha peccato di ritardi, mancati incentivi economici e propulsivi (si pensi all’enorme ritardo con cui l’Italia ha recepito e reso operativa la Direttiva UE sul Green Public Procurement o “Acquisti Verdi” che dir si voglia), è pur vero che una spinta alla buon pratica del riciclo è venuta proprio dal settore privato, da quel comparto industriale ed artigiano, che, anche solo per mere questioni di risparmio e profitto, da sempre cerca di ottimizzare i costi, producendo anche benefici ambientali.Col tempo anche gli Enti Locali, ormai gestiti come vere e proprie imprese pubbliche, hanno intuito la necessità di spingere verso questa pratica, non foss’altro che per miglio-rare i propri servizi di nettezza urbana ed incidere meno invasivamente sulle tasche dei cittadini.Ebbene, nel mese di ottobre è stato presentato il Rapporto: Il riciclo ecoefficiente: performance e scenari economici, ambientali ed energetici, di cui riportiamo una sintesi ragionata, tentando di offrire ai lettori del Notiziario una più ampia informazione circa lo stato dell’arte del riciclo nel Bel Paese.

Il riciclo ecoefficiente: performance e scenari econo-mici, ambientali ed energeticiIl Rapporto, curato da Duccio Bianchi, dell’Istituto di Ricer-che Ambiente Italia nell’ambito di Kyoto Club e promosso da CIAL, COBAT, COOU, CNA, COREPLA, FEDERAMBIEN-TE, FISE UNIRE e MP AMBIENTE, in collaborazione con la XIII Commissione Ambiente, Territorio e Beni Am-bientali del Senato della Repubblica, è stato presentato il 21 ottobre presso la Sala dell’ex Hotel Bologna (Roma) e consta di una ricerca sull’economia del riciclo nel mercato globale, in riferimento alla situazione italiana.Orbene, dallo studio emerge che l’industria del riciclo italia-na, nel 2007 è cresciuta del 17,2%, in netta controtendenza con gli altri comparti e, nel quinquennio 2000-2005, ha visto aumentare le imprese del 13%.Se queste si attestano, oggi, sulle 2.500 unità, anche dal punto di vista occupazionale i trend sembrano seguire le più rosee previsioni, infatti i 13.000 occupati nel settore nell’anno 2005, sono aumentati, nel 2007, del 47%.“Le attività di recupero e riciclo costituiscono oggi una risorsa fondamentale del sistema industriale, a livello italiano ed internazionale - si legge nella sintesi del Rapporto – negli ultimi anni si è assistito a un vero e proprio “boom” della commercializzazione delle “materie prime secondarie” e, grazie agli effetti della globalizzazione dei mercati, alla nascita di un flusso di esportazione di queste ultime verso i Paesi emergenti (Cina e India fra tutti)”.Sempre secondo il Rapporto, i dati 2007 vedono, nel no-stro Paese, avviate a recupero e riciclo circa 52 milioni di tonnellate di rifiuti (una cifra pari al doppio della quantità di RSU prodotti annualmente).Sono evidenti, a questo punto, i vantaggi per l’ambiente derivanti dalla riduzione indotta di risorse rinnovabili e non, dalla riduzione di consumi energetici e idrici utilizzati nei processi produttivi, e dalla riduzione delle emissioni climalte-ranti, più o meno direttamente imputabili a questi ultimi.“Basti pensare - cita il Rapporto - che per la produzione di acciaio, alluminio piombo e carta, oltre il 50% degli input produttivi è costituito da scarti o rifiuti avviati a riciclo, mentre per alcuni tipi di vetro si può raggiungere anche il 95%”.Analizzando, poi, i dati relativi all’incidenza che la filiera del recupero/riciclo determina sui consumi energetici, il Rapporto indica che la quantità di rifiuti avviati a recupero e riciclo sono equivalenti ad un minor consumo di energia per 15 milioni di TEP (tonnellata di petrolio equivalente)

di Alberto Piastrellini

Economia e ambiente beneficiano delle buone pratiche

UNA RISORSACHIAMATA RICICLO

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che si traducono in minori emissioni di CO2 per 55 milioni

di tonnellate equivalenti.Spingendosi oltre, lo studio “Il riciclo ecoefficiente” prende in considerazione gli apporti decisivi che l’attività virtuosa po-trebbe garantire in vista degli ambiziosi obiettivi stabiliti per l’Italia dal programma “20-20-20” dell’Unione Europea.Infatti, ipotizzando per il 2020 un ulteriore sviluppo dell’in-tero comparto e dei suoi volumi con una crescita del 15% rispetto ai livelli attuali, si potrebbe raggiungere al seguente doppio risultato: • riduzione dei consumi energetici di oltre 5 milioni di

tep, pari al 32% dell’obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020;

• riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 17

milioni di tonnellate, pari al 18% dell’obiettivo nazionale di ri-duzione delle emissioni al 2020.

“Il sistema del recupero-riciclo - ha sostenuto Duccio Bianchi - ha dato vita ad un vero e proprio comparto industriale, tecnologi-camente e ambientalmente avanzato, in grado di coniugare le esigenze della tutela con quelle dello sviluppo”.Andando ad analizzare l’intero comparto euro-peo, il curatore dello studio, ha dichiarato che l’industria del riciclo: “nel solo continente europeo è cre-sciuta, dal 2000 ad oggi, di oltre 50 punti percentuali, a ritmi tre volte superiori rispetto all’indice della produzio-ne industriale nello stesso periodo”.“Il Rapporto - ha, infine, concluso Bianchi - analizza per ciascun materiale i risultati delle analisi ambientali e del ciclo di vita, evidenziando, inoltre, il contributo che il riciclo nel suo complesso può garantire all’Italia nel compimen-

to degli obblighi comunitari e in termini di beneficio per l’ambiente”.Anche il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, nella sua prefazione al Rapporto ha sostenuto che: “i dati di questo studio eviden-ziano come l’economia del riciclo contribuisca in maniera sostanziale all’ecoefficienza generale del sistema. Le politi-che messe in atto dal nostro Paese, per il raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale nel settore del recupero e del riciclo, hanno saputo trasformare potenziali vincoli in straordinarie opportunità sul versante industriale. Tutto questo determina, non solo l’espansione del settore riciclo in

termini di fatturato, ma anche una grande opportunità di crescita dell’occupazione”.

Concetti, questi, ribaditi anche da Carlo Montalbetti, Direttore

Generale COMIECO, nonché coordinatore del Gruppo di

Lavoro Recupero e Riciclo di Kyoto Club, il quale,

alla presentazione dello Studio, ha dichiara-to: “L’economia del r ecupero-riciclo contribuisce in ma-niera sostanziale all’esigenza dello sviluppo economico, alla tutela dell’am-biente ed è in linea

con gli obiettivi pre-visti dalla comunità

europea”.“Il sistema dettaglia-

tamente analizzato nel Rapporto - ha proseguito -

determina significativi risparmi energetici e di uso di risorse non

rinnovabili e, contemporaneamente, consente notevoli riduzioni di emissioni di

anidride carbonica”.“È necessario - ha infine concluso - che le istituzioni diano il giusto sostegno a un comparto industriale che fa bene all’ambiente e contribuisce allo sviluppo del Paese”.

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AMBIENTE E ARTE

È stato presentato a Roma (23-24-25 ottobre 2008), nel corso del Festival Internazionale del Film, “8/Huit/Eigth”, una serie di cortometraggi (8) che alcuni noti cineasti hanno dedicato ad ognuno degli 8 Obiettivi di Sviluppo del Mil-lennio (Millennium Development Goals).Nel 2000, 191 capi di Stato si sono impegnati a dimezzare entro il 2015 la povertà mondiale, fissando degli obiettivi il cui raggiungimento dovrebbe migliorare le condizioni di vita della popolazione più povera del mondo.Ad otto anni di distanza dalla sottoscrizione della Dichiara-zione dell’ONU, il traguardo è ancora molto lontano e non contribuirà di certo ad avvicinarlo, l’attuale crisi economico-finanziaria che rischia di far rinchiudere nei propri egoistici interessi, quei Paesi che più di altri potrebbero offrire risorse e strumenti.A tal fine, alcuni registi sono stati contattati dai due pro-duttori francesi, Marc Oberon e Lissandra Haulica (LDM Productions in associazione con ACE & Company), per re-alizzare un progetto di otto vicende che, girate in varie parti del mondo tra il luglio del 2005 e il marzo del 2008, avessero per filo conduttore la comune passione per un futuro migliore a cui gli obiettivi del millennio dovrebbero dare adeguata risposta.I cortometraggi, della durata tra gli 8 e i 15 minuti, hanno permesso ai singoli registi di esprimere il proprio punto di vista su ognuno degli Obiettivi, con stili diversi, ma in piena libertà, come hanno tenuto a sottolineare i produttori, pre-senti a Roma, insieme ai registi, che non è stata condizionata neppure quando “le Nazioni Unite hanno tolto il bollino che

indica il patrocinio dell’ONU al nostro film”.“Ritenendo offensivo per l’Islam l’episodio diretto da Mira Nair - hanno proseguito i produttori - ci è stato stato intimato di eliminarlo e di trasformare 8 in 7. Ma l’intento dell’opera-zione era di realizzare un film collettivo sugli 8 Obiettivi del millennio, pertanto non abbiamo accettato la richiesta. Così abbiamo eliminato il patrocinio, pur affrontando argomenti così importanti e delicati, segnalati proprio dall’ONU”.

Dalla Dichiarazione dell’ONU di New York al Festival del film di Roma

Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio

I registi di “8” presenti a Roma. Da destra: Wim Wenders, Mira Nair, Jane Campion, Gael García Bernal, Abderrahmane Sissako, Gaspar Noè

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È un film di denuncia, se si vuole engagé, ma anche di sollecitazione affinché vengano intraprese concrete azioni per risolvere i gravi problemi umani, sociali e civili, che affliggono nel XXI secolo una parte notevole della popo-lazione mondiale: “everybody knows, nobody worries” (tutti ne sono a conoscenza, nessuno se ne preoccupa), come riassume efficacemente lo slogan del film.

8 OBIETTIVI - 8 REGISTI

1. Sradicare la povertà estrema e la fame“Il sogno di Tiya”: in una piccola scuola di campagna dell’Etiopia, agli scolari costretti a dividersi fra il lavoro e la scuola, vengono spiegati gli Obiettivi del Millennio. Tiya, una piccola alunna, si distrae e guarda fuori dove altri bambini stanno giocando a rugby.Girato ad Addis Abeba, dal francese, nativo della Mauritania, Abderrahmane Sissako, riassume un po’ le motivazioni del film: “Si fanno poche cose per cambiare il sistema - ha

affermato il regista - Questo film non cambierà il desti-no dell’Africa, ma forse scuoterà qualche coscienza. La ricchezza del mondo non è condivisa e il segnale arriva direttamente dalla crisi finanziaria in corso”.

2. Garantire l’istruzione elementare per tutti“La lettera”: mentre un padre islandese va al lavoro gli viene consegnata una lettera in cui il figlio, dal lontano Nepal, ricorda il suo primo giorno di scuola. Girato a Reykjavik dal messicano Gael García Bernal, utilizzando la voce fuori campo di un uomo e lo sfondo di una luminosa giornata islandese, il corto sottolinea che l’istruzione è il solo strumento che rende liberi.

3. Promuovere l’uguaglianza fra i sessi“Come può accadere?”: è la storia vera di Zainab, donna musulmana che vive con il marito e il figlio a Brooklin e che compie la difficile, quanto coraggiosa, scelta di lasciare la sua vita protetta per seguire il suo cuore e perseguire i valori delle pari opportunità.Girato a New York dall’indiana Mira Nair, il cortometraggio è stato al centro delle polemiche cui si accennava.La regista ha ridimensionato la querelle con l’ONU, dichia-rando che: “Se si vuole promuovere l’uguaglianza fra i sessi, bisogna raccontare che la libertà non si consegna a do-micilio, ma procura dolore e rimorso. Volevo comunicare che sotto il burqa ci sono esseri umani vitali. Molti, anche all’ONU, mi hanno appoggiato. È stata la dannosa decisione di una sola funzionaria”.

4. Ridurre la mortalità infantile“La casa sulla collina”: propone immagini di giovani ame-ricani spensierati che si godono la libertà e il divertimento del passatempo preferito, lo skateboard, contrapposte alle didascalie dei dati tragici della mortalità infantile. È stato girato a S. Francisco (USA), dallo statunitense Gus Van Sant.

5. Migliorare la salute delle gestanti“La storia di Panshin Beka”: la protagonista che vive nel-la foresta amazzonica avrà presto un figlio. Una mattina avverte forti dolori e con il marito e la nonna si dirige in barca verso la città, con poco carburante, poco denaro e tanta strada da fare.Girato in bianco e nero nell’Amazzonia peruviana dall’olan-dese Jan Kounen, il corto fa luce sulla difficile condizione delle gestanti che vivono in povertà.

6. Combattere l’AIDS, la malaria e altre malattie“SIDA” (ndr: è l’acronimo francofono dell’AIDS): un africano ammalato del terribile virus, confida in prima persona alla macchina da presa, le sue paure.“La storia di Panshin Beka” di Jan Kounen

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Girato in uno ospedale di Ougadougou (Burkina Faso), dall’argentino Gaspar Noè.

7. Assicurare la sostenibilità ambientale“Il Diario dell’Acqua”: in un riarso pezzo di terra australia-na, l’undicenne Ziggy scrive sul suo diario gli episodi più drammatici, intervenuti durante una tremenda siccità che ha rischiato di mandare sul lastrico gli agricoltori, insieme ai suoi sogni ricorrenti sulla pioggia.

È stato girato a Cooma (Nuovo Galles del Sud - Australia) dalla neozelandese Jane Campion.

8. Collaborazione globale per lo sviluppo“Da uomo a uomo”: durante il G8 svoltosi in Germania, i manifestanti sono indignati per le promesse non mantenute dai più potenti leader del pianeta. In una sala di regia di un canale televisivo, tra immagini di ar-chivio (disordini, concerti benefici, dichiarazioni di Bono degli U2), una redazione sta preparando un servizio “manipolato” sullo stato dell’arte degli Obiettivi del Millennio.Girato a Berlino dal famoso regista Wim Wenders, il corto offre una so-luzione appoggiando il micro credito, ideato e realizzato dall’economista e banchiere bengalese Muhammad Yunus, Premio Nobel per la Pace -2006 (ndr: per un profilo di Yunus e delle motivazioni del Premio, con-fronta “Il banchiere dei poveri”, in Regioni&Ambiente n. 11 novembre 2006, pagg. 76-77).Questo episodio, che chiude il film, è più laborioso, ma anche più graffiante, come è nello stile di Wenders che, co-me al solito, non ha guardato in faccia a nessuno: “Se ci pensate, il nostro è persino un tema un po’ deprimente. Parliamo di chi ha promesso il con-tributo dello 0,7% del proprio bilancio nazionale per lo sviluppo mondiale e non arriva neanche allo 0,2%”.“Il microcredito, la partnership mon-diale, è invece, una buon notizia da cui dovremmo imparare - ha sottoline-ato il regista tedesco - il microcredito

funziona bene perché sono coinvolte persone che prestano soldi ai poveri. Se i Paesi e le Aziende si comportassero come le persone, non avremmo il problema della fame. La mia paura è che a pagare il prezzo della crisi saranno sempre i poveri: alcuni Stati potrebbero essere meno disponibili a mantenere le promesse”.

“Il diario dell’acqua” di Jane Campion

“SIDA” di Gaspar Noè

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AMBIENTE E SPORT

“Non è l’angolo retto che mi attrae,nemmeno la linea retta, dura e inflessibile,opera dell’uomo.Quel che mi attrae è la linea curva, libera e sensuale,la curva che incontro nelle montagnedel mio paese,nel corso sinuoso dei suoi fiumi,nelle onde del mare,sul corpo della donna prediletta.Di curve è fatto tutto l’universo,il curvo universo di Einstein.”

Così riassumeva in “Poema da Curva” (19 febbaraio 1988) il suo amore per le forme il più importante e riconosciuto personaggio dell’architettura moderna: il brasiliano Oscar Niemeyer.L’amato discepolo di Le Corbusier continua ancora a “creare sorpresa, spavento ed emozione”, come lui stesso ha defi-nito la sua attività, quando in febbraio ha presentato, alla venerabile età di 100 anni, il progetto di un nuovo edificio da erigere a Brasilia: una torre alta 170 m dalla forma di un fiore che è già stata ribattezzata la “Torre Eiffel di Brasilia”, la capitale dove ha sede il Congresso brasiliano, sorta dal nulla dal 1957 al 1963, e l’impronta architettonica di Nie-meyer è evidente dappertutto.Anche in Italia non mancano le sue opere: dalla sede di Fata Engineering alle Cartiere Burgo, entrambe in provin-cia di Torino; dalla sede dell’Editrice Mondadori di Segrate all’Auditorium di Ravello (SA), non ancora terminato.Così, nel corso del Congresso IUA (International Union of

Architects) che si svolge ogni 3 anni e che è stato assegnato per la XIII edizione alla città di Torino (29 giugno-3 luglio 2008), è stata allestita una Mostra dedicata al Maestro che si è chiusa il 30 settembre, in cui hanno trovato ampio spa-zio le opere italiane. Poiché il tema del Congresso è stato “Transmetting Architecture” (Comunicare l’Architettura) con l’obiettivo di chiamare un più vasto pubblico alla co-noscenza, consapevolezza e domanda di buona architettura, aver rivolto un omaggio a Niemeyer non poteva essere

più pertinente, visto che la sua opera ha sempre richiesto il coinvolgimento del pubblico che è anche la sua originalità culturale: concezione ampia dello spazio e funzione sociale.

Nella Mostra i visitatori hanno potuto cono-scere anche la produzione scultorea, di arredo

di Massimo Lombardi

Il suo ideatore, il famoso architetto Oscar Niemeyer, non finisce di stupire

Cresce l’interesse dell’Automotive per le bioplastiche

AL GP DEL BRASILE UN TROFEOIN POLIETILENE “VERDE”

e

più perichana

Nsc

Oscar Niemeyer ancora sorprendentemente al lavoro nonostante la venerabile età di 100 anni

Brasilia, Palazzo dell’Alvorada, dalle avveniristiche colonne curve residenza ufficiale del Presidente del Brasile

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e oggettistica, che, meno nota al grande pubblico, esalta tutta la capacità creativa di Niemeyer.Dopo aver trepidato per l’emozionante conclusione del Gran Premio del Brasile di Formula 1, corsa svoltasi il 2 novembre sul circuito di Interlagos (San Paolo) e vinta dal ferrarista brasiliano Felipe Massa, ma che ha assegnato a Louis Hamilton su Mc Laren il titolo del Campionato Mon-diale Piloti, molti telespettatori si saranno meravigliati della strana forma di quel trofeo che, oltre al vincitore, è stato consegnato anche al secondo (Fernando Alonso) e al terzo (Kimi Raikkonen) arrivati.Ebbene quella coppa dalla forma innovativa è stata ideata proprio da Niemeyer.Quel trofeo ha costituito pure un evento “storico” per la Formula Uno, perché per la prima volta è stato creato con materiale rinnovabile.

Si tratta di un polimero (polietilene) ottenuto dall’etanolo ricavato dalla canna da zucchero, una fonte di energia rin-novabile, fabbricato dal gigante petrolchimico Braskem, leader del settore nell’America Latina e terzo nel mondo per le resine termoplastiche. La Società, che produce 200.000 t all’anno di polietilene HDPE e LDPE e 12.000 t di questa plastica “verde” ad altissimo peso molecolare (UHMWPE), ha annunciato che nel 2011 aprirà un nuovo impianto a Triunfo (Rio Grande do Sul), per la produzione di questo innovativo polimero chiamato UTEC®, messo a punto dal proprio Centro per la Tecnologia e l’Innovazione, dove la-vora un team di ben 170 esperti.Oltre al “polietilene verde”, la Braskem è anche la prima azienda a garantire una produzione su larga scala di po-lipropilene ottenuto con materia prima rinnovabile, come ha annunciato lo scorso aprile la Società in occasione della

Felipe Massa vincitore del Gran Premio del Brasile di Interlagos (San Paolo) alla guida della Ferrari F2008

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certificazione ottenuta dalla Beta Analytic, uno dei principali laboratori internazionali, che il suo polietilene lineare, il segmento più grande del mercato degli imballaggi flessibili (film) che serve principalmente per l’industria alimentare, è ottenuto con materie prime rinnovabili al 100%.“È motivo di orgoglio per la nostra Società aver risposto ade-guatamente alla crescente domanda di clienti sensibili alla sostenibilità ambientale”, ha dichiarato l’Amministratore delegato della Braskem, Bernardo Gradin che ha tenuto a sottolineare come gli investimenti in materia di innova-zione consentono una maggiore competitività per l’intera produzione di prodotti chimici e materie plastiche.

La decisione di promuovere UTEC sul podio della Formula Uno è scaturita a seguito del crescente interesse per le bio-plastiche manifestato dal settore automotive, come dimostra anche l’accordo commerciale, firmato in settembre da Bra-skem con la Toyota Tsusho Corporation, per la distribuzione del prodotto sul mercato asiatico. Quando gli è stata presentata l’idea, Niemeyer si è subito entusiasmato, nonostante l’età così avanzata, testimoniando ulteriormente la sua intatta lucidità e riconosciuta creatività, ed ha realizzato il 15 secondi, secondo quanto riferito dalla Braskem, il bozzetto del trofeo che è stato poi sottoposto

all’approvazione della FIA (Federazione Internazionale Automobilistica).“L’architettura segue il percorso di un’opera d’arte e ciò che caratterizza l’opera d’arte è l’emozione, la sorpresa - ha affermato il Maestro, intervistato dalla televisione brasiliana - Ho pensato subito al Palacìo da Alvorada perché è qualcosa di molto brasiliano ed è stato copiato in tutto il mondo” (il Palazzo dell’Alvorada, una delle opere più conosciute di Niemeyer, realizzata nel 1957 a Brasilia con l’avveniristica struttura portante curva, è la residenza ufficiale del Presi-dente del Brasile).“Avrei potuto fare il trofeo in qualsiasi forma, quadrata o rettangolare, senza alcuna complessità, ma ho optato per questa forma insolita che ancora non era stata utilizzata”, ha proseguito Oscar Niemeyer, indicando come la forma circolare del trofeo venga associata al volante delle vetture di Formula Uno.La lucidità e creatività del Maestro sono ancora intatte e ci auguriamo che possa continuare ulteriormente a sorpren-derci, dando altre lezioni a tutti coloro che, diffondendo l’opinione che i prodotti sostenibili siano qualitativamente ed esteticamente inferiori, continuano a produrre e commer-cializzare quelli derivati da materie prime e fonti energetiche non rinnovabili.

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Questo mese vengono segnalate due misure.La prima, di livello europeo, avrà importanti ripercussioni economiche ed energetiche che finanzia la ricerca tecnolo-gica per sistemi di mobilità basati sull’idrogeno.La seconda, a carattere regionale, costituisce un valido esem-pio di riqualificazione ambientale e risparmio energetico.

La Direzione generale della Commissione UE ha pubblicato l’av-viso a presentare proposte nell’ambito del Piano di attuazione dell’impresa comune “Celle a Combustibile e Idrogeno”.Si tratta del primo bando a sostegno delle attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (RST) delle nuove tecnologie.Il 30 maggio 2008, il Consiglio dei Ministri UE ha adottato

il Regolamento per que-sta iniziativa tecnologica congiunta (ITC) pubblico-privata, per la quale sarà investito 1 miliardo di euro in 10 anni.Tali esperienze di ricerca tecnologica su “motori” ad idrogeno e “sistemi” di mo-bilità basati sull’idrogeno, a scala locale e regionale, sono ritenute infatti dalla Commissione UE strumenti fondamentali per anticipare il cambiamento e mettere in moto i necessari processi di riconversione.“Per investire in tale pro-

getto così orientato scientificamente - ha dichiarato il Commissario UE alla Scienza e Ricerca Janez Potočnik - stiamo mettendo denaro con lo scopo di sviluppare nuove tecnologie energetiche che sono fondamentali per poter ri-spettare gli obiettivi per affrontare i cambiamenti climatici e le sfide energetiche. Aver messo insieme tutti gli attori, dalle multinazionali alle piccole imprese, dalle università agli istituti di ricerca, è quindi un grande successo”.

COMMISSIONE EUROPEADirezione generale della ricercaBando “Celle a Combustibile e Idrogeno”(G.U.E. n. 262 del 15/10/2008)

Tipo di finanziamentoSovvenzione

FinanziamentoVengono messi a disposizione per questo primo bando 28,1 milioni di euro, così suddivisi:Infrastrutture per il trasporto e ilrifornimento di idrogeno 8,9 milioni di euro

1 Demonstration of hydrogen fuelled road vehicles and refuelling infrastructure

2 Preparation for large-scale vehicle demonstrations in Europe

3 European fuel cell stack cluster 4 Compressed hydrogen onboard storage

Produzione e distribuzione dell’idrogeno 2,9 milioni di euro

1 Efficient PEM electrolysers2 Efficient alkaline electrolysers3 Water decomposition with solar heat sources

Generazione stazionaria dienergia e cogenerazione (CHP) 12,0 milioni di euro

1 Operation diagnostics and control for stationary ap-plications

2 Component and system improvement for stationary ap-plications

3 Degradation and lifetime fundamentalsMercati iniziali 2,6 milioni di euro

1 Portable generators, backup and UPS power systems2 Fuel supply technology for portable and micro Fuel

CellsQuestioni trasversali 1,7 milioni di euro

1 Planning of socio-economic activities2 Technology monitoring and assessment (TMA)3 Life Cycle Assessment (LCA)

BeneficiariPersone giuridiche

Scadenza15 gennaio 2009

La documentazione (in inglese) è disponibile sul sito:http://cordis.europa.eu/

Janez Potočnik,Commissario UE alla Scienza e Ricerca

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ObiettiviRiqualificazione quartieri caratterizzati da disagio abitativo, degrado edilizio e dei servizi mediante la realizzazione di alloggi da cedere in locazione a canone calmierato, e a

migliorare la rete infra-strutturale.“Questo intervento - sot-tolinea l’Assessore Lavori Pubblici, Difesa del Suo-lo e della Costa della Regione Marche, Gian-luca Carrabas - coniuga perfettamente l’ecologia con l’economia. Infatti, oltre a dare una risposta sociale, creando nuove abitazioni da assegnare in locazione a un cano-ne calmierato, promuove la riqualificazione am-bientale e il risparmio energetico”.

In merito alla riserva di finanziamenti prevista per i Co-muni con popolazione fino a 15.000 abitanti, l’Assessore ha evidenziato che si tratta di “un segnale importante che recepisce le esigenze dei piccoli Comuni delle nostre aree interne, che finalmente non concorreranno con i Comuni più grandi, quasi tutti distribuiti sulla fascia costiera. At-traverso scelte simili si afferma il riequilibrio territoriale fra costa ed entroterra”.

BeneficiariPossono beneficiare dei finanziamenti del programma:- i Comuni, gli ERAP, le imprese di costruzione, le coopera-

tive edilizie di abitazione, le fondazioni bancarie, nonché i consorzi o le persone giuridiche da questi costituiti;

- i soggetti pubblici possono partecipare limitatamente agli immobili di proprietà o di cui dispongano di titolo valido per l’esecuzione delle opere o altro titolo che dimostri la disponibilità o l’obbligo alla cessione da parte del pro-prietario;

- gli operatori privati possono partecipare limitatamente agli immobili in proprietà, o con contratto preliminare/promessa di futura vendita registrati, o concessi in diritto di superficie, o assegnati dal Comune nelle more della

stipula della convenzione ex art.35, L.865/1971;- i privati cittadini possono partecipare limitatamente agli

immobili di proprietà.A pena di non ammissione della proposta di intervento, i soggetti partecipanti devono avere la disponibilità dell’im-mobile secondo i precedenti commi.

FinanziamentoIl bando è finanziato con:- l’importo di Euro 5.324.759,26 quale apporto statale

attribuito alla regione Marche con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 28 marzo 2008 n. 2295;

- l’importo di Euro 1.597.427,78, quale quota regionale pari al 30% delle risorse statali attribuite alla Regione con il richiamato D.M. 28 marzo 2008 n. 2295;

- il complessivo finanziamento Stato-Regione è pertanto pari ad Euro 6.922.187,04;

- i Comuni cofinanziano il programma con una quota pari ad almeno il 14% del finanziamento complessivo Stato-Regione assegnato al singolo programma selezionato; in alternativa all’apporto economico, i Comuni possono mettere a disposizione, previa cessione o assegnazione non onerose per almeno 25 anni e adeguata valutazione economica dei benefici che gli operatori potrebbero trarre, beni immobili per la realizzazione di interventi di tipo prevalentemente residenziale;

- i fondi di cui al precedente comma sono utilizzati in ciascun programma per finanziare interventi finalizzati ad incrementare la disponibilità di alloggi da offrire in locazione a canone sociale o moderato, favorendo il ri-sparmio energetico e le tecnologie della bioedilizia, per una quota non inferiore al cinquanta per cento del costo complessivo del programma, e le urbanizzazioni funzionali agli obiettivi del programma stesso;

- una quota non inferiore a Euro 1.384.437,41 (pari al venti per cento del complessivo apporto Stato/Regione) è destinata al finanziamento delle proposte presentate dai Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti. Il vincolo di destinazione della quota non opera qualora nessun Comune con popolazione fino a 15.000 abitanti sia ammesso a finanziamento;

- ulteriori risorse destinate al programma possono essere apportate da altri soggetti pubblici e/o privati partecipanti al programma mediante fondi propri o finanziamenti di altra natura già disponibili. La destinazione e l’entità delle risorse incidono sulla valutazione della proposta.

Localizzazione dei programmiI programmi di riqualificazione urbana devono essere localiz-zati all’interno di quartieri degradati già segnalati dai Comuni ai sensi dell’art.4 della L.R. 23 febbraio 2005, n.16 alla data

REGIONE MARCHEBando di Concorso“Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”(B.U.R. 18 settembre 2008)

Gianluca Carrabs,Assessore Lavori Pubblici, Difesa del Suoloe della Costa della Regione Marche

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di scadenza del presente bando, ovvero in aree PEEP.È esclusa la localizzazione anche parziale, all’interno di aree già oggetto di finanziamenti per programmi complessi di riqualificazione urbana e similari.Non sono ammesse proposte di programmi che interessano aree agricole o aree equivalenti comunque denominate negli strumenti urbanistici comunali o che interessano in prevalenza aree non urbanizzate.

Caratteristiche dei programmiI programmi sono predisposti dai Comuni e hanno le se-guenti caratteristiche:a) conformità agli strumenti urbanistici vigenti o adottati; b) ciascuna proposta di intervento potrà essere oggetto di

cofinanziamento pubblico (Stato/Regione) fino ad un massimo di 10 milioni di euro;

c) il costo complessivo di ciascun programma (comprensi-vo di tutti gli interventi anche non finanziati) non potrà essere inferiore a 1,5 milioni di euro nei Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti e a non meno di 5 milioni di euro per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti; il dato relativo alla popolazione resi-dente è desunto dall’ultimo aggiornamento della statistica ufficiale ISTAT alla data di pubblicazione del presente bando;

d) gli alloggi da realizzare o da recuperare devono rag-giungere un comportamento prestazionale, in termini di rendimento energetico, superiore almeno del 30 per cento di quello previsto dalla vigente normativa.

I programmi prevedono il recupero o la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale sociale, intendendosi sia al-loggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata che agevolata, destinando a tal fine una quota non inferiore al 50% del costo complessivo di ciascuna proposta.I programmi contribuiscono all’incremento della dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati mediante la realizzazio-ne di urbanizzazioni primarie e secondarie, come definite dai commi 7 e 8 dell’art.16, D.P.R. 6.06.2001, n. 380, a ser-vizio delle unità abitative da realizzare o recuperare. Le urbanizzazioni sono comunque incluse nella zona oggetto di riqualificazione. Oltre che per le finalità di cui ai punti 2 e 3, i programmi possono essere volti a:

- recuperare/valorizzare la qualità edilizia offuscata dal degrado o dalla presenza di elementi incongrui:

- rinnovare i caratteri edilizi degli immobili privi di valore architettonico;

- ridurre il rischio sismico;- incrementare la funzionalità del contesto urbano assicu-

rando, nel contempo, il risparmio nell’uso delle risorse naturali disponibili ed in particolare il contenimento delle risorse energetiche,

- accrescere la dotazione dei servizi, del verde pubblico e delle opere infrastrutturali occorrenti al fine di mi-gliorare l’integrazione all’interno del quartiere e con la città;

- migliorare la qualità abitativa ed insediativa attraverso il perseguimento di più elevati standards anche di tipo ambientale.

Deve essere garantita la completa funzionalità degli inter-venti previsti nel programma.È escluso il finanziamento di operazioni di compravendita di abitazioni tra gli ERAP ed i Comuni.

Contributi concedibili per i singoli interventiTutti gli interventi di edilizia sovvenzionata e le urbaniz-zazioni sono finanziabili nei limiti di costo dell’edilizia sovvenzionata di cui alla D.G.R. n. 1499 del 28 dicembre 2006 (B.U.R. n. 5 del 12 gennaio 2007). Tali interventi pos-sono essere realizzati da Comuni ed ERAP nei limiti delle rispettive competenze.Gli interventi di edilizia agevolata, usufruiscono di un con-tributo pari al 50% del costo convenzionale dell’alloggio determinato ai sensi della D.G.R. n.1499 del 28 dicembre 2006 (B.U.R. n.5 del 12 gennaio 2007). In ogni caso il con-tributo massimo per ciascun alloggio non può superare l’importo di Euro 70.000,00.Per gli interventi di acquisto con demolizione e ricostruzione i massimali di costo sono quelli previsti per gli interventi di acquisto/recupero con riferimento alle superfici di pro-getto.

Presentazione delle domande e procedure per l’attuazioneLe domande, corredate della documentazione prevista, devo-no essere presentate, utilizzando l’apposito modello allegato al bando, entro il 17 marzo 2009 alla Regione Marche P.F. Edilizia Privata, Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale - via Palestro n.19 - Ancona.

Per maggiori informazioni e per scaricare gli allegati si rinvia al sito: www.regione.marche.it, settore “Bandi”.

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agenda Eventi e Fiere

Palermo, 2-5 dicembre 2008ECOMEDITERRANEA - Fiera internazionale dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile dei Paesi del MediterraneoSede: Ex Deposito locomotive S. ErasmoOrganizzazione: A.R.E.A. srlInformazioni: Tel. 091 6196241 - fax 091 [email protected] - www.areasicilia.com

Ancona, 6-8 dicembre 2008ECO&EQUO - Mostra mercato dei prodotti ecosostenibili ed equosolidaliSede: Fiera Ancona - Largo Fiera della PescaOrganizzazione: Assessorato ai Servizi sociali, Organizzazione e

Ambiente della Regione Marche in collaborazione con ERFInformazioni: Tel. 071 8062718 - fax 071 8062720Tel. 071 58971 - fax 071 5897213 - www.ecoandequo.it

Roma, 10-11 dicembre 2008BICA - Biennale Internazionale Comunicazione AmbientaleSede: Casa dell’Architettura - P.zza Manfredo Fanti, 47Organizzazione: FederAmbiente - Via Cavour, 179/a - RomaTel. 06 47865300 - fax 06 47865310Segreteria organizzativa: Extra comunicazione e marketingVia G. Vitelleschi, 26 - Roma - Tel. 06 45427860 - fax 06 [email protected]

i quesiti dei lettori: L’ESPERTO RISPONDE

In quali circostanze un piano regolatore generale può qualificare come area boscata una superficie priva-ta sulla quale insistono essenze arboree piantate dal proprietario?In un recente pronunciamento, la giurisprudenza ammini-strativa (T.A.R. Piemonte, Sez. I, sentenza 30 ottobre 2008, n. 2723), nel dichiarare l’illegittimità per travisamento dei fatti e per difetto di istruttoria di un progetto preliminare di P.R.G., ha avuto occasione di affermare che la nozione di bosco deve essere riferita non soltanto ai terreni completa-mente coperti da boschi o foreste, ma anche, per identità di ratio, a tutte le aree parzialmente boscate, a condizione che siano concretamente inserite in un contesto forestale; tutta-via, se il coefficiente minimo della natura boscata di un’area è la sua caratteristica di area parzialmente boscata, sempre che inserita in un contesto forestale, deve escludersi in radice la qualificabilità in termini di bosco di un terreno utilizzato per l’impianto di specie arboree ornamentali o di pregio ad opera dello stesso proprietario e dotato di dispositivi artificiali di irrigazione. Un simile terreno, infatti, presenta caratteristiche che lo pongono al di fuori di una nozione intrinseca e costitutiva di bosco per ascriverlo, invece, più correttamente, ad una nozione di giardino privato.

Il proprietario di un cane di gros-sa taglia che lo affida ad altra

persona risponde dei danni causati dal cane a terzi?Sì. In generale, ai sensi

dell’art. 2052, il proprieta-rio di un animale, o chi se

ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è re-

sponsabile dei danni cagionati dall’ani-male, sia che fosse

sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.La Corte di Cassazione ha ritenuto che il proprietario di un pitbull, qualora lo affidi ad altra persona, non deve solo fornire all’affidatario il guinzaglio e/o la museruola (cautele minime prescritte), ma deve necessariamente scegliere l’af-fidatario, tenendo anche conto della stazza fisica del cane, con l’esclusione di persone inidonee a contenere eventuali reazioni dell’animale (Cassazione Penale, Sez. IV, sentenza 8 settembre 2008, n. 34765).

A quale ente compete il risarcimento dei danni provo-cati dalla fauna selvatica?Alla Regione. Lo ha ribadito la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione con sentenza n. 8953 del 7 aprile 2008. La Suprema Corte, infatti, ha confermato il principio di di-ritto, già enunciato in passato (Cass. 24/10/2003, n. 16008; Cass. 24/09/2002, n. 13907), secondo cui, sebbene la fauna selvatica rientri nel patrimonio indisponibile dello Stato, la Legge 11 febbraio 1992, n. 157 (recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”), attribuisce alle Regioni a statuto ordinario l’ema-nazione di norme relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica (art. 1, comma 3°) e affida alle medesime (cui la legge n. 142 del 1990, nel definire i rapporti tra Regioni, Provincie e Comuni, ha attribuito la qualifica di ente di programmazione e di coordinamento) i poteri di gestione, tutela e controllo, riservando invece alle Province le funzioni amministrative in materia di caccia e di protezione della fauna ad esse delegate ai sensi della legge n. 142 del 1990 (art. 9, comma 1°). Ne consegue che la Regione, in quanto obbligata ad adottare tutte le misure idonee ad evitare che la fauna selvatica arrechi danni a terzi, è responsabile ex art. 2043 cod. civ. dei danni provocati da animali selvatici a persone o a cose, il cui risarcimento non sia previsto da specifiche norme.

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9N° NOVEMBRE 2008

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Regione AbruzzoIl sistema regionale abruzzese per lagovernance sostenibile del territorio p. 4IstituzioniGestione rifiuti: cambiare mentalitàdi Alberto Piastrellini p. 6

Eco-NewsDa metà ottobre è attivo CARIREABdi Alberto Piastrellini p. 8

IstituzioniInformazione e formazione peril governo sostenibile del territoriodi Donatella Mancini p. 10

L’approfondimento Conoscere il Sistema INFEAdella Regione Abruzzo p. 12

IstituzioniEnergia: per non consumare a creditodi Alberto Piastrellini p. 15

Energia - ProgettiDue progetti integrati per la diffusionedel biogas e del biodiesel nel territorio abruzzesedi Vinicio Ruggiero p. 17

Provincia di TeramoIl Piano della Mobilità Sostenibiledella Provincia di Teramoa cura del Servizio Pianificazione eGestione delle Risorse Energetiche ed Atmosferiche p. 20

TERAMO AMBIENTEGrande successo conseguito anche fuori regione p. 22

GRUPPO MAIOLa condivisione delle conoscenzealla base della creazione del valorea cura dell’Ufficio Comunicazione del Gruppo Maio p. 24

DECO SPALa tecnologia ambientale abruzzeseapproda oltre i confini nazionalia cura di Nicola Bianco p. 26

TERRA VERDE SRLLa valorizzazione energetica deirifiuti in Abruzzo: il progetto Terra Verdedi Sergio Bucceri p. 28

ACIAM SPALa differenziata “in fermento” p. 30

INDICE

In copertina: Zafferano (Crocus sativus). La produzione dello zafferano èuna delle eccellenze della Regione Abruzzo i cui fiori si raccolgono nel mese di ottobreIn retro copertina: stigmi essiccati dei fiori di zafferano

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1 - GRUPPO MAIO srl2 - S.E.AB. Srl3 - ARTA4 - REGIONE ABRUZZO - Albo Gestori Ambientali5 - SOGESA - CIRSU6 - FREE SERVICE7 - AMBIENTE Spa8 - PROVINCE AQ - TE - CH - PE9 - ATTIVA Spa - TERRA VERDE Srl10 - ITROFER Srl11 - A.C.I.A.M. Spa - TEKNEKO SISTEMI ECOLOGICI Srl - ECO-COMPOST MARSICA Srl12 - TE. AM. TERAMO AMBIENTE Spa13 - DECO Spa14 - POLISERVICE Spa

RIEPILOGO AZIENDE AREA ABRUZZO

Regione Abruzzo - Assessorato Parchi, Territorio, Ambiente, EnergiaAlbo Gestori AmbientaliProvincia di L’AquilaProvincia di ChietiProvincia di PescaraProvincia di TeramoARTACirsuSogesaAttiva SpaAmbiente SpaDeco SpaS.E.AB. SrlTe. Am. Teramo Ambiente SpaA.C.I.A.M. SpATekneko Sistemi Ecologici SrlEco-Compost Marsica SrlGruppo Maio SrlItrofer SrlPoliservice SpaTerra Verde Srl

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ISTITUZIONI

L’esigenza di una corretta informazione ambientale non è dettata dal solo scopo di comunicare lo stato dell’arte, le problematiche, le difficoltà incontrate nel cammino intrapre-so verso lo sviluppo sostenibile da parte di un’impresa o di un Ente preposto alla governance del territorio. Essa risponde ad un preciso diritto della popolazione eu-ropea, il quale, sancito a livello comunitario dalle Direttive CE 90/313 e 4/2003Il 25, deriva dalla “Convenzione sull’ac-cesso all’informazione, sulla partecipazione del pubblico al processo decisionale e sull’accesso alla giustizia in materia ambientale” firmata nel giugno 1998, ad Aarhus, in Dani-marca da 39 Paesi del mondo e dall’UE. Ebbene, stante la volontà di esprimere al meglio e veicolare più compiutamente, anche attraverso la vetrina offerta dalla manifestazione internazionale ECOMONDO di Rimini, ecco che la Regione Abruzzo, ha inteso, anche per l’anno in corso, promuovere la partecipazione della massima Istitu-zione ambientale regionale, accanto agli Enti Provinciali e al sistema di imprese virtuose, che, insieme hanno creato un “sistema” volto alla governance sostenibile del territorio.Le tematiche inerenti il ciclo dei rifiuti; la loro ri-collo-cazione sul mercato come risorsa di materia; l’energia, intesa nelle sue declinazioni di risparmio energetico e pro-duzione da fonti rinnovabili, l’educazione ambientale, per la crescita consapevole delle nuove generazioni, saranno tematiche sviluppate da più angolazioni durante i quattro giorni della kermesse.L’Area Abruzzo a ECOMONDO 2008, si configura, quindi, come un luogo privilegiato per gli stakeholders abruzzesi e i vari frequentatori della Fiera di Rimini, una valida occasione di incontro fra Amministratori ed Operatori, che troveranno, qui, il momento più opportuno per condividere strategie politiche, esperienze, competenze maturate, nonché cono-scere le applicazioni tecnologiche e strutturali, proposte dal mondo dell’impresa e della ricerca.Per meglio favorire l’incontro e la condivisione di espe-rienze, oltre che per promuovere un’adeguata formazione/informazione sulle tematiche in oggetto, nell’Area Abruzzo troveranno la giusta collocazione, non solo i vari soggetti che hanno scelto di aderire fisicamente (ndr: per l’elenco dei quali si rimanda alla pagina precedente), ma anche una serie di iniziative ed eventi che animeranno lo Stand dedicato.

ATTIVITÀ CONVEGNISTICA ALL’INTERNO DELL’AREA ABRUZZOSala Convegni Area Abruzzo (Pad D5 - Stand 041)

MERCOLEDÌ 05 NOVEMBRE ore 15.00Seminario“Lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nella Regione Abruzzo: Autorizzazione generalizzata per lo sviluppo del foto-voltaico e distributori di idrogeno sotto casa”A cura della Regione Abruzzo - Servizio Politica Energetica, Qua-lità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINARelatore: Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio

GIOVEDÌ 06 NOVEMBRE ore 15.00Forum Tematico“Per un metodo nazionale di calcolo della raccolta differenziata”A cura della Regione Abruzzo - Direzione Parchi Territorio Ambiente Energia - Servizio Gestione Rifi uti e Legambiente

VENERDÌ 07 NOVEMBRE ore 15.30-17.30Convegno“La gestione dei rifi uti urbani nella Marsica:assetto impiantistico attuale e sviluppi futuri”A cura di ACIAM SpARelazioni• “Il trattamento del rifi uto tal quale ed il compostaggio di qualità”• “L’implementazione di sistemi per il recupero energetico: uti-

lizzo del gas di discarica e digestione anaerobica delle matrici organiche”

• “La Termovalorizzazione dei rifi uti urbani: il caso dell’impianto di Parma”

SABATO 08 NOVEMBRE ore 9.0-10.00Seminario“Ambiente Abruzzo: rifi uti, acque,aria, inquinamento, amianto, radon”A cura di ARTA ABRUZZO

SABATO 08 NOVEMBRE ore 10.0-13Convegno“L’accettazione dei rifi uti in discarica: il passaggio dalla Delibera 27/07/1984 e s.m.i. al D.M. 03/08/2005, i limiti e le eventuali deroghe. Profi li di responsabilità per il gestore dell’impianto”A cura di GRUPPO MAIOModeratoreCamillo Romandini - Magistrato presso il Tribunale di PescaraIntervengono• Pasquale Fimiani - Magistrato presso la Corte di Cassazione• Michele Laforgia - Avvocato, Esperto di diritto ambientale• Giuseppe Mininni - Dirigente di Ricerca CNR IRSA• Mauro Sanna - Chimico, ARPA Regione Lazio

ECOMONDO 2008

L’Assessorato regionale all’Ambiente, le Province e le Imprese del territorio, presentano, ad Ecomondo 2008,lo stato dell’arte delle relative best practices per la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile

IL SISTEMA REGIONALE ABRUZZESE PER LAGOVERNANCE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO

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ISTITUZIONI

di Alberto Piastrellini

Di sicuro, seguire le problematiche della gestione dei rifiuti, non è inca-rico invidiabile in un momento in cui l’emergenza che sembrava coinvolgere solo la Regione Campania, in realtà si sta rivelando molto più diffusa anche il altri territori.Anche se non ha ancora acquistato le dimensioni che hanno messo in grave difficoltà le istituzioni campane, non c’è dubbio che quello dei rifiuti deve essere individuato come problema na-zionale.Per anni si è sottovalutato l’incremento della produzione dei rifiuti a cui si è cercato di trovare soluzione con le discariche, mentre la raccolta differen-ziata rimaneva marginale e limitata ad alcune “virtuose” comunità.Ora, anche per gli ambiziosi obietti-vi che vengono imposti dalla nuova Direttiva europea sui rifiuti, si deve cambiare gli indirizzi strategici per operare un vero e proprio cambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti - da peso indesiderato a risorsa preziosa - e per dare maggior impor-tanza alla prevenzione e al recupero di materiali.Affrontare le criticità che si eviden-ziano permette anche di operare introducendo efficaci criteri (nuovi o già sperimentati), coinvolgendo consa-pevolmente tutti i soggetti in un’attività

di informazione e formazione, per fare “sistema”.In questa strada - intrapresa con l’approvazione del nuovo Piano Re-gionale di Gestione dei Rifiuti - si sta indirizzando la Regione Abruzzo, grazie soprattutto alle attività e capa-cità espresse dal suo Servizio Gestione Rifiuti.Al Dott. Franco Gerardini, Dirigen-te del Settore, abbiamo rivolto alcune domande per avere un quadro più esaustivo della situazione abruzzese.

Dott. Gerardini, qual è attualmente la situazione dei rifiuti nel territo-rio abruzzese?La Regione Abruzzo presenta criticità del sistema di smaltimento dei rifiuti urbani in alcune aree (in particolare nelle Province di L’Aquila e Teramo) a causa della saturazione di alcune discariche esistenti. Si è lavorato, in questi mesi, per realizzare nuove di-sponibilità volumetriche sia con la previsione di ampliamenti (Atri, Tor-toreto e Fara Filorum Petri) che con nuove discariche (Gioia dei Marsi, Ca-pistrello, Collecorvino e Notaresco/Loc.Casette di Grasciano). La realizzazione di queste nuove volumetrie consentirà di uscire, entro il 2009, dalle attuali difficoltà. C’è bisogno del massimo impegno e disponibilità da parte di tutti gli attori del sistema (Enti Locali, Consorzi, ecc.).

Quale ruolo sta giocando la comu-nicazione ambientale nella partita intrapresa dalle Amministrazioni Locali per raggiungere una quota significativa di raccolta differen-ziata dei RSU?La comunicazione è assolutamente fondamentale per l’implementazione corretta ed efficace delle politiche am-bientali, soprattutto nel campo della riduzione, delle raccolte differenzia-te e del riciclo dei rifiuti. La Regione

Abruzzo, con il bando sulla riorganiz-zazione dei servizi di RD ha stanziatospecifiche risorse finanziarie (sino adun max del 20% dei circa 5 mil di Eurodi contributi assegnati), proprio per lacomunicazione ambientale.

Quali nuovi strumenti telematici,codesto Servizio ha messo a dispo-sizione delle AA. LL. per censire in tempo reale la produzione/raccolta di RSU nei vari Comuni della Re-gione?È stato avviato in questi giorni il si-stema web application denominaton“CARIREAB” (N.d.r.: per una tratta-zione più approfondita dell’argomento,si veda l’articolo a pag. 8), elaboratodai validissimi collaboratori dell’Os-servatorio Regionale Rifiuti (ORR). Ilnuovo sistema rappresenta un salto diqualità enorme nella nostra Regioneper garantire un’efficiente gestionedei dati e delle informazioni nel ciclointegrato dei rifiuti e garantirà anchel’applicazione delle norme della Leggen. 133/08 “taglia carta”, sulla riduzio-ne del consumo di carta negli enti. IC i t ff tt iComuni potranno effettuare comuni-cazioni mensili via web dei dati e ciò permetterà una migliore programma-zione di tutte le attività (RD, rapppporti annuali, ecotassa, comunicazione amambibienentatalele, , prprp ogoggrarammmmii opoppereratativivii,, ecc.), aspetto questo previsto dalla L. RR. 4 45/5/20200707 c chehe h haa apapprprovovatatoo ilil n nuouovovo PiPiananoo ReRegigig ononalalee didi G Gesestitiononee dedeii RiRififiututii (PRGR). Un bel risultato.

Come procede il percorso di for-ma izion /e/ deducaziione d d iei d docentiti ee dedeglglii ststududenentiti a abrbruzuzzezesisi c cirircaca l lee prprproboboblelelemamamatititichchcheee lelelegagagatetete aa allllllaaa cococorrrrrretetettatata gegeststioionene d deiei r rififiuiutiti??MoMooltltltoo o bebebenenee. . L’L AcAcAccococordrdrdoo o QuQuQuadadadroroo c cconono il CONAI pprevede una serie di atti-ivitàtà d dii iinfformaziione e f forma izione didi

docenti con il progetto “Riciclando si impara”. Sono stati effettuati n. 4 iinincoco tntnt iriri c conon u unn cocoiininvovollglgiimimenenttoto dd diii lolol--

GESTIONE RIFIUTI:CAMBIARE MENTALITÀIntervista al Dott. Franco Gerardini, Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo

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tre un centinaio di docenti. Inoltre è stato avviato un tavolo di confronto con il “Parlamento regionale degli studenti”. Un momento di confron-to ed approfondimento con le nuove generazioni sulle tematiche regionali emergenti nel settore dei rifiuti. Con la realizzazione di un marchio del Compost di Qualità creato in Abruzzo, quali opportunità si sono create per gli operatori agro-silvo-pastorali del territorio?Il “Marchio di qualità - Compost Abruzzo” è un percorso iniziato oltre un anno fa in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori (CIC). Nell’ambito dell’Accordo di Program-ma con lo stesso è previsto che nei prossimi mesi siano attuate le iniziative di sensibilizzazione degli operatori del settore agricolo, vivaistico, ecc. Tutto ciò sarà supportato anche da risorse regionali per l’acquisto di attrezzature da parte degli operatori come previsto dalla L.R. 17.07.2007, n.22. Gli operatori potranno contare sulla disponibilità di un prodotto di qualità in grado di ga-rantire la tutela della fertilità dei suoli. È un programma a cui annettiamo la massima importanza per “chiudere” in positivo il ciclo della gestione delle “frazioni organiche” ed attuare il Pro-gramma regionale per i Rifiuti Urbani Biodegradabili (cd. RUB).

Dott. Gerardini, per la seconda vol-ta, Amministratori Pubblici e Privati hanno scommesso sulla visibilità e sulle opportunità di crescita intel-lettuale e professionale offerta dalla partecipazione alla Fiera ECOMONDO di Rimini. Cosa si aspetta da questa edizione?Una conferma del buon lavoro che si sta portando avanti nel settore dei rifiuti nella logica di “Sistema Abruz-zo”.La collaborazione piena fra tutti i soggetti coinvolti è indispensabile

per un salto di qualità culturale ed operativo. La “scintilla” di questa iniziativa è stata la disponibilità e professionalità dello Staff dirigenziale e Tecnico di “Regioni & Ambiente” che ha avuto il merito di “guidarci” nel percorso realizzativo dell’Area Abruzzo ad ECOMONDO. Sono sicuro che da questa edizione sa-rà ulteriormente rafforzato il concetto di “Squadra” unita e vincente.

Quali problematiche porterete sul tavolo di confronto e quali strumenti conoscitivi e di socializ-zazione promuoverete in loco?Ad ECOMONDO l’Area Abruzzo ospiterà alcuni eventi su temi come: il ruolo e le attività del sistema regio-nale INFEA dei Centri di Educazione Ambientale (CEA). Affronterà anche alcune problematiche collegate alle iniziative i campo ener-getico delle fonti rinnovabili e quelle collegate alle metodologie di calcolo delle percentuali di raccolta differen-ziata, problema rimasto in sospeso da anni per mancanza di un decreto mini-steriale che ne fissa i criteri generali. Un mix di iniziative, insomma, che ri-assume l’impegno a largo raggio della Regione Abruzzo per affermare efficaci politiche ambientali e da condividere con gli attori del sistema.

Quali sfide, infine, vi attendono per conseguire, dal punto di vista del-la gestione dei rifiuti, una politica integrata e diffusa di sostenibilità nel territorio?Le sfide sono tante e tutte molto impegnative, ne riassumo alcune sin-teticamente:• promuovere buone pratiche ambien-

tali tra i cittadini e gli operatori che crei una cultura diffusa e migliori la qualità della vita;

• superare le attuali difficoltà nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani;

• realizzare un sistema impiantistico integrato, innovativo ed efficiente (BAT - migliori tecnologie) che porti alla residualità delle discariche nel ciclo dei rifiuti;

• implementare concretamente nel ter-ritorio le politiche avviate nel settore della riduzione della produzione dei rifiuti e delle raccolte differenziate secondo sistemi integrati “domicilia-ri”;

• realizzare la chiusura del cerchio dei flussi delle frazioni organiche (compost qualità), del sistema CO-NAI (riciclaggio), delle frazioni secche (produzione ed utilizzo del CDR.

In sintesi, fare della gestione dei rifiuti un avanzato settore eco-industriale, funzionale ad una modernizzazione del sistema socio-economico della nostra Regione. L’impegno è assicurato!

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ECO-NEWS

di Alberto Piastrellini

“Finalmente anche la Regione Abruzzo si è dotata di uno strumento innovativo in grado di rinnovare il proprio know-how di dispositivi tecnici al servizio della comunità e del cittadino”.È questo l’entusiastico commento del Dott. Franco Gerardini, Dirigente regionale del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, all’indomani dell’annuncio della prossima entrata a regime del nuovo Catasto Telematico Gestione Rifiuti, CARIREAB.“Grazie a questo supporto tecnologico – ha dichiarato in seguito – si procede di un passo ulteriore nella riconfigura-zione del sistema di gestione, raccolta e trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani, così come previsto nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti”.Ma vediamo in dettaglio la notizia.A partire dal giorno 15 ottobre è entrato in funzione, in via sperimentale, il Ca-tasto Telematico Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, una web-application ideata e progettata dall’Osservatorio Re-gionale dei Rifiuti, in collaborazione con la Struttura Speciale di Supporto informativo della Regione Abruzzo, l’ARTA-SIRA Abruzzo e gli Osservatori Provinciali dei Rifiuti abruzzesi.“Il sistema web CARIREAB – ha spiegato il Responsabile Tecnico del progetto, Dott. Gabriele Massimiani – è stato progettato con l’obiettivo di gestire con efficacia, efficienza e puntualità il pa-trimonio informativo del ciclo integrato della gestione dei rifiuti su base regio-nale, in modo da garantire un reale sostegno alle attività di pianificazione e gestione della Giunta Regionale, non-ché agli enti Locali interessati”.Il Catasto, infatti, avrà il compito di gestire:• I dati sui quantitativi raccolti in modo

differenziato ed avviati ad effettivo recupero per la determinazione delle percentuali di raccolta differenziata sul territorio regionale.

• I dati qualitativi e quantitativi dei rifiuti prodotti, recuperati e smal-titi comunicati al sistema camerale attraverso il Modello Unico di Di-

DA METÀ OTTOBRE ÈOPERATIVO CARIREAB

Rifiuti

Grazie al nuovo Catasto Telematico dei Rifiuti della Regione Abruzzo, le AmministrazioniLocali potranno comunicare in tempo reale i dati della loro raccolta differenziata

chiarazione Ambientale (MUD).• I dati relativi alle autorizzazioni re-

gionali di cui agli artt. 208, 209, 210, 211, 212 del D. Lgs 152/2006 (Testo unico Ambientale) e s.m.i.

• Tutte le informazioni relative alle imprese che svolgono operazioni di recupero dei rifiuti in procedura semplificata di cui al D. M. n. 186 del 5/04/2006 e già operative alla data di entrata in vigore del Testo Unico Ambientale

• I dati realtivi alle comunicazioni ef-fettuate in procedura semplificata di cui agli artt. 214, 215, 216 del D. Lgs 152/2006 (Testo unico Ambientale) e s.m.i.

• I dati anagrafici relativi ai soggetti coinvolti nel ciclo di gestione dei rifiuti contenuti nel Registro delle Imprese e forniti da Unioncamere.

“Nella fase iniziale – ha dichiarato Massimiani, citando il PRGR, Legge Regionale n. 45 del 19/12/2007 – sa-rà operativo il modulo software che consentirà ai Comuni di effettuare le dichiarazioni mensili sui quanti-tativi raccolti in modo differenziato ed avviati ad effettivo recupero per la determinazione delle percentuali di raccolta differenziata sul territorio regionale”.In particolare, si evince che CARIRE-AB sarà uno strumento software che agevolerà i Comuni ad assolvere il compito previsto dalla Legge Regio-nale di riferimento all’art. 6, comma c: “i comuni devono mensilmente fornire alla Provincia i dati della raccolta e della produzione dei rifiuti urbani ed assimilati nonché tutte le informazioni sulla gestione dei rifiuti, per consen-tirne l’elaborazione e la trasmissione all’ORR, all’ONR ed all’ARTA”.Pertanto, grazie alla nuova web appli-cation, tutte le Amministrazioni Locali, accedendo al’apposita sezione riserva-ta, potranno dichiarare i dati inerenti le schede-tipo per la dichiarazione dati sulla produzione dei Rifiuti Urban e le raccolte differenziate.

“L’acquisizione dei flussi di informazio-ne dichiarati attraverso il programma – ha spiegato, inoltre, Massimiani – sa-rà valicata dagli OPR e ORR e verificata ai fini dei controlli dall’ARTA-SIRA e, successivamente, resi disponibili ai di-versi soggetti coinvolti nel ciclo integrato della gestione dei rifiuti”.Nella fase attuale il sistema è utilizzato, in via sperimentale, da quattro Comuni-pilota selezionati appositamente dagli OPR abruzzesi:• Castel Frentano (CH)• Pineto (TE)• Tocco da Casauria (PE)• Villa Sant’Angelo (AQ)Nel frattempo, gli OPR, con il supporto della Regione Abruzzo, stanno orga-nizzando Corsi di Formazione rivolti ai Comuni, al fine di poter utilizzare al meglio questo strumento.Inoltre, è in fase di sviluppo il modulo software per la gestione dell’impian-tistica regionale dei RSU e dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non Pericolosi, nonché le attività di controllo a loro connesse.

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di Donatella Mancini

ISTITUZIONI

L’esigenza, non più procrastinabile di tradurre in azioni concrete e comportamenti quotidiani tutte le sfumature sot-tese al concetto di Sviluppo Sostenibile, obbliga tutti i soggetti della società ad un generale salto di qualità nell’assumere responsabilmente comportamenti virtuosi.Le Pubbliche Amministrazioni, in questo senso, hanno un doppio dovere: pianifi care e proporre interventi, da un lato; vigilare, affi nché gli stessi vengano applicati, dall’altro.Non solo, è proprio alle Pubbliche Amministrazioni che i cittadini e gli imprenditori guardano quando si tratta di verifi care lo stato di applicazione di quelle regole che ap-parentemente sembrano imposte dall’alto e non vengono percepite dalla collettività come proposte per il bene comu-ne. In questo senso, le dinamiche di partecipazione democratica “dal basso” (Agenda 21) nei processi di pianifi cazione e governance del territorio e l’esigenza di informare e formare i cittadini, soprattutto quelli di domani, sono direttrici da percorrere per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo soste-nibile.Per approfondire l’argomento e calarlo nella realtà abruz-zese, abbiamo intervistato la Dott.ssa Franca Chiola, Dirigente del Servizio Politiche Ambientali per lo Sviluppo Sostenibile.

Risparmio energetico, mobilità sostenibile, adattamen-to ai cambiamenti climatici, sono le azioni prioritarie che ogni amministrazione dovrebbe implementare per assicurare la governance sostenibile, la tutela del territorio e la salute dei cittadini. Come si è inteso dare corpo a questi concetti?La Regione sta dimostrando molto interesse nei confronti di queste tematiche e pertanto si sta già muovendo nel solco di queste prospettive. Ad esempio nei confronti del risparmio energetico, il Servizio che si occupa di energia ha implementato azioni mirate di sensibilizzazione, informazione e sostegno a tutte le iniziative che vanno nella direzione del consumo di risorse energetiche rinnovabili. Anche per quanto riguarda la mobilità sostenibile, sia per la sua declinazione prettamente ambientale di riduzione delle emissioni, sia per quanto concerne la parte logistica del problema, legato alla gestione dei trasporti, la Regione si è impegnata nel sostenere ogni azione che va verso una riduzione dell’uso eccessivo dei mezzi di trasporto privato, per sostenere, viceversa, una mobilità pubblica sostenibile. Sappiamo, da diversi acclarati studi, che è proprio dal traffi co veicolare che derivano i più pesanti contributi all’inquina-mento atmosferico degli ecosistemi urbani. Fra le azioni mirate alla riduzione degli apporti inquinanti della mobilità, una riguarda espressamente l’implementa-zione di strategie volte a dare una maggior scorrevolezza al

fl usso veicolare. In questo senso fi nanziare i Piani Urbani del Traffi co, attuare gli stessi , elaborare i Piani Provinciali di Mobilità Sostenibile previsti dalla normativa Europea, sono tutte azioni che vanno nella direzione di un approccio nuovo alla logistica del traffi co. Certamente, tutto questo dovrà confrontarsi ed interfacciarsi con il nuovo Piano Re-gionale dei Trasporti per avere una sostanziale incisività sulla realtà quotidiana.Non è un caso, infi ne, che proprio nella fase di redazione di questi strumenti di pianifi cazione, la Regione abbia ritenuto fondamentale inserire la partecipazione attiva dei Processi di Agenda 21.

Al di là degli adeguamenti strutturali volti alla maggior fl uidità dei fl ussi di traffi co, sono previsti, nei redigendi Piani, azioni specifi che volte alla riduzione del traspor-to privato, tipo: car sharing e bike sharing?Certamente, di queste soluzioni si è già discusso e, una volta redatti i Piani, andremo ad individuare quelle zone dove è possibile partire con una sperimentazione in questo senso.Non solo, abbiamo anche in animo di dare un sostegno economico a quei Comuni che implementeranno l’uso di biciclette per il trasporto collettivo.

Attuare queste strategie signifi ca avere dalla propria parte un bacino d’utenza molto ben formato ed in-formato.Come si sta operando per informare i cittadini adulti, quindi già coscienti, e le fasce rappresentate dai citta-dini di domani?É chiaro che nel caso di una pianifi cazione, l’informazione sottesa sta in capo a quei soggetti che redigono ed appro-vano il Piano stesso.Come Regione, più che altro, facciamo azioni di informa-zione di tipo molto più generale, come, ad esempio l’uso corretto delle risorse, la necessità di utilizzare il mezzo pubblico rispetto a quello privato… Viceversa, per quanto concerne la comunicazione relativa a precise pianifi cazioni, allora, strategie e risorse per questa azione specifi ca sono contenute e previste dal documento stesso.

Tuttavia, un discorso a parte merita il lavoro di for-mazione che la Regione promuove per le generazioni più giovani.Beh, questa è proprio una delle attività peculiari del Servizio di cui sono dirigente; l’attività rivolta alle Scuole.Vede, è proprio con il contatto con le scuole che si riesce a raggiungere il più gran numero di ragazzi e, attraverso attività didattiche mirate, si riesce a far passare concetti e contenuti di forte incidenza sulle questioni ambientali e della sostenibilità.

INFORMAZIONE E FORMAZIONE PER ILGOVERNO SOSTENIBILE DEL TERRITORIOLa Dirigente del Servizio Politiche per lo Sviluppo Sostenibile,Dott.ssa Franca Chiola, fa il punto della situazione regionale

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Grazie ai nostri Centri di Educazione Ambientale, i te-mi e le rifl essioni individuate, sono veicolati nelle scuole attraverso azioni specifi che, raccolte e selezionate in una apposita pubblicazione che, poi, viene inviata alle scuole stesse per una scelta. Ritengo che i futuri cittadini debbano da subito prendere coscienza di emergenze quali: il ciclo dei rifi uti; il risparmio idrico e, quello energetico; la sostenibilità delle azioni quo-tidiane; necessità, queste, a cui i bambini, se ben stimolati, sanno dare adeguate e signifi cative risposte.Basti dire che lo scorso anno, con le proposte dei nostri CEA, abbiamo raggiunto oltre 12.000 bambini e quest’anno, ad una prima stima, il numero sembrerebbe aumentare.

Al di là dei numeri, avete avuto un riscontro di come le Scuole che hanno partecipato alle attività dei vari CEA, hanno risposto agli stimoli offerti?Innanzi tutto abbiamo fatto un monitoraggio coinvolgendo tutti i soggetti che hanno aderito alle varie attività.

È stata consegnata, infatti, una scheda di valutazione delle attività proposte, di come queste sono state svolte, dell’eventuale arricchimento personale riscontrato in ter-mini di informazioni e consapevolezza, chiedendo, infi ne, se vi fossero suggerimenti da proporre per migliorare il servizio. Le risposte pervenuteci sono state molte e, proprio in questi giorni, stiamo procedendo ad una catalogazione ed analisi dei dati, anche perché sarebbe inutile riproporre un’azione senza aver prima valutato obiettivamente i risultati ottenuti in precedenza da un’azione simile. Per ora le riposte pervenuteci dalle scuole sono state sod-disfacenti. Sono state valutate positivamente le modalità di trattazione delle tematiche proposte e l’adeguatezza del personale docente, con una particolare attenzione da parte dei più piccoli verso le esperienze didattiche pratiche svolte presso i Centri stessi.

Il Centro di Educazione Ambientale “Il Grande Faggio” di Pretoro (CH) nel Parco della Majella

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L’APPROFONDIMENTO

INFEAbruzzo è il sistema regiona-le per l’informazione, formazione ed educazione ambientale ed è gestito dall’Ufficio di coordinamento in materia di Educazione Ambientale - Servizio Po-litiche per lo Sviluppo Sostenibile della Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia della Regione Abruzzo.L’infe@bruzzo è parte della Rete Nazionale del SISTEMA INFEA (In-formazione, Formazione ed Educazione ambientale) che nasce dal Programma Nazionale 1994-96 per l’Educazione Ambientale del Ministero dell’Am-biente, quando si sono compiuti i primi passi ver-so la realizzazione di un sistema nazionale, basato sulla consapevolezza che la ricchezza e la varietà dell’offerta formativa ed educativa sia una risorsa per il territorio-ambiente, inteso come sistema di re-lazioni connesse.Con i documenti “Linee di indirizzo per una nuova programmazione concer-tata tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in materia di IN.F.E.A.” del 23 novem-bre 2000 e “Nuovo Quadro programmatico Stato-Regioni per l’Educazione all’Ambien-te e alla Sostenibilità” del 1 Agosto 2007, il sistema IN-FEA nazionale assume un ruolo strategico e fonda-mentale per l’Educazione allo sviluppo sostenibile e affida alla rete dei siste-mi regionali il compito di diffondere la cultura della sostenibilità, ciascuno con la propria caratterizzazione e autenticità. In Abruzzo il sistema INFEA è regola-to dalla Legge Regionale n.122/99, che disciplina gli interventi in materia di Educazione Ambientale e nasce dalla volontà di promuovere una cultura della

tutela dell’ambiente. Il sistema è costitui-to da un complesso di strutture e servizi pubblici o privati, che vanno a formare insieme la rete regionale dei Centri di Educazione Ambientale di interesse re-gionale (L.R. 122/99).

INFEA - COSA FACCIAMOL’infe@bruzzo realizza i suoi interventi attraverso il Programma Regionale per l’Educazione Ambientale, di durata triennale, alla cui progettazione parteci-pano l’ufficio di coordinamento INFEA e il Comitato Regionale per l’Educazio-

ne Ambientale (C.R.E.A.). Il programma è lo strumento principale di riferimento e di raccordo per le politiche regionali in materia di EA e diventa occasione per creare una struttura sistemica di dialogo

e cooperazione tra le parti. All’ufficio, centro di coordinamento regio-nale, spetta l’assolvimento di tutti i compiti in materia di Educazione Ambientale e opera nella convinzione che l’educazione ambientale sia parte integrante di tutte le politiche pubbliche e private. L’INFEA-bruzzo, inoltre, parte dal presupposto fondamentale che non sia sufficiente considerare solo la fase conclusiva di un percorso educativo attivato, ma è indi-spensabile porre l’attenzione sull’intero processo formativo. In particolare l’ufficio:

- organizza e regola il Si-stema Regionale INFEA;

- coordina la rete dei Centri di educazione ambientale e segue gli adempimenti per il riconoscimento dei Centri di interesse regio-nale;

- promuove, monitora e gestisce i progetti de-finiti dal programma regionale;

- partecipa a progetti in-terregionali, nazionali e internazionali

- attiva la partecipazione ai processi di Agenda 21, di cui verifica la re-alizzazione;

- tesse relazioni con il si-stema degli Enti Locali, delle Aree Protette, della Scuola e delle Universi-tà, delle imprese e delle associazioni.

COSA SONO I CEAI Centri di Educazione Ambientale (CEA) vanno a costituire un punto di ri-ferimento unico in materia di educazione all’ambiente e allo sviluppo sostenibi-

le per la cittadinanza, le scuole, le agenzie educative, gli Enti locali e le aziende che vogliono confrontare la propria competenza con i temi della sostenibilità. I CEA sono strutture che,

CONOSCERE IL SISTEMAINFEA DELLA REGIONE ABRUZZO

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in aderenza ai principi ispiratori dello sviluppo sostenibile, realizzano progetti di educazione all’ambiente con partico-lare riferimento ai contesti territoriali in cui sono inseriti. I CEA, distribuiti sul territorio, sono riconosciuti di interesse regionale, in base alla L.R. n.122/99. Ciascuno con un propria metodologia nel proporre i temi della sostenibilità, vanno a costituire insieme la rete dei Centri di educazione Ambientale della Regione Abruzzo.

Le opportunità che offronoI centri realizzano percorsi educativi, soggiorni didattici, iniziative di forma-zione, materiali didattici e divulgativi e si occupano di documentazione e ricer-ca, di comunicazione e informazione. Le loro attività sono rivolte a tutta la comunità locale, avendo come obiettivo fondante quello di promuovere e gesti-re spazi di progettazione partecipata e condivisa, condizione essenziale per un processo di apprendimento complesso e sistemico in interscambio con l’am-biente circostante. I Centri di Educazione ambientale so-no gli attori che, all’interno del sistema regionale, operano direttamente sul territorio e si fanno responsabili della promozione di un’educazione ad un agire sistemico che tenga conto del passaggio dal locale al globale. Essi ope-rano con le scuole, con i privati e con gli Enti Locali, venendo così ad essere punto di riferimento per l’intera comu-nità. La loro attività viene monitorata dagli organi del Sistema Regionale per un continua azione di qualità.Attualmente i CEA riconosciuti dalla Re-gione sono 38, essi hanno una propria vocazione territoriale trovandosi in zone collinari, montane, costiere, urbane. Tale eterogeneità porta a pensare che la di-versità vada promossa e incentivata.Suddivisi per province, i CEA risultano in numero di:14. nella Provincia di Chieti11. nella Provincia di L’Aquila8. nella Provincia di Teramo5. nella Provincia di Pescara

IL PROGRAMMA TRIENNALELa Regione Abruzzo, facendo baga-glio fondamentale di questi anni di esperienza e di formazione a livello in-terregionale, nazionale e internazionale, al termine di un processo di ripensa-mento e riqualificazione delle azioni, decide di intervenire in materia con un rinnovato approccio, che tiene conto di tutte le sfere di interventi possibili alla luce dell’esperienza pregressa.Con Deliberazione 28.12.2007 n. 1386 è stato approvato il PROGRAMMA REGIONALE DI EDUCAZIONE AM-BIENTALE 2008 - 2010. Il nuovo Programma triennale regionale per l’educazione ambientale 2008-2010 an-drà ad essere il punto di riferimento unico per gli attori che sul territorio sono coinvol-ti nel processo poiché esso delinea l’idea condivisa di Educazione Ambientale dalla e nella Regione Abruzzo, definisce nuo-ve sfere di azioni e di relazioni, individua criteri e indicatori per un agire di qualità, impegna risorse finanziarie per promuo-vere processi partecipati e di formazione continua. È la proposta di un’azione pro-grammata che sarà valutabile e valutata, non per mero giudizio quantitativo, ma come occasione per proporre nuovi mo-delli e migliorare il proprio agire.Nello specifico:ANNUALITÀ 2008Le aree di intervento fondamentali e propedeutiche alle successive annualità di programmazione, sono costituite:- dalla formazione ai referenti dei CEA di interesse regionale- dalla formazione agli operatori- dal progetto DI SCUOLA IN CEA, non solo come forma di finanziamento ai CEA, ma soprattutto come strumento per attivare processi di dialogo e di sensibilizzazione sul territorio- dalla qualità della rete attraverso l’ap-plicazione di alcuni degli indicatori di qualità definiti. Dunque formazione - azione - valuta-zione per un agire di qualità.

GLI OBIETTIVIa) prevedere momenti di formazione,

come strumento per migliorare la qua-lità dei soggetti, per creare occasioni di confronto e crescita, per diffondere l’idea di Educazione ambientale definita nel Programma;b) favorire la progettualità dei CEA ri-volta alle scuole;c) applicare gli indicatori di qualità previsti dal Programma.

LE AZIONIPROGETTO DI SCUOLA IN CEAI EDIZIONE 2007-08Perché a scuolaLa scuola è un attore sociale capace di attivare molteplici forme di metacomu-nicazione e di interagire con il contesto territoriale in cui si trova, puntando alla progettazione di nuove situazioni di lavoro e considerandole occasioni di stimolo per gli insegnanti e gli alunni. E lo sviluppo sostenibile ha bisogno di questo modo di pensare, di questo modo di agire.

Necessità di un legametra Scuola & Territorio L’obiettivo è dunque quello di costruire una interazione con il territorio an-dando a formare una rete tra i diversi attori sociali che assicuri concretezza e rilevanza all’azione educativa. Si voglio-no mettere a disposizione della scuola le risorse che il territorio offre perché si colga l’importanza che assume il rapporto tra l’individuo, la società e l’ambiente circostante.

Il Catalogo raccoglie i progetti che ogni Centro di Educazione Ambienta-le propone. Tipi di attività realizzate: - PROGETTI DIDATTICI - ESPERIENZE RESIDENZIALI

DESTINATARI 1° ANNO:primaria e secondaria di I gradoProgetti presentati: 71Scuole aderenti: 110 su 200 tra dire-zioni didattiche, istituti comprensivi, scuole medien. iscrizioni: 145 classi coinvolte: 470

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numero alunni sul territorio: circa 12.000

AZIONE DI MONITORAGGIOLe scuole hanno partecipato rispon-dendo ad una scheda di valutazione, apprezzando il progetto e chiedendo il coinvolgimento di più alunni.

II EDIZIONE 2008-09In risposta all’azione di monitoraggio avviato, si è proceduto a garantire:l’apertura delle iscrizioni a tutte le scuole statali di ogni ordine e grado;i progetti presentati sono 106 per 33 cea, 35 in più rispetto allo scorso anno e un coinvolgimento maggiore dei CEA.

Le iscrizioni sono state aperte fino al 10 ottobre 2008.

Manifesto per il DESS-UNESCO (decennale dell’Educazione allo Sviluppo sostenibile 2005-2014)

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di Alberto Piastrellini

La corsa allo sviluppo sostenibile, passa inevitabilmente attraverso un approvvi-gionamento energetico razionale, non scevro da severe politiche di risparmio, e strategie di produzione/distribuzione attraverso filiere corte ed economica-mente sostenibili.Tuttavia, e lo dicono tutti gli studi volti al monitoraggio e alla limitazione dei danni del global warming, uno svilup-po sostenibile vero e proprio non si avrà se non con la sostituzione dei vettori energetici: dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. In mancanza di una reale politica e strategia energetica a livello naziona-le, sono le Regioni, quelle emanazioni del Governo centrale, che possono fare molto per conseguire, sul territorio loca-le, quei risultati che, più ampiamente, stentano a trovare una realizzazio-ne.Per conoscere meglio cosa si sta re-alizzando nel territorio abruzzese, abbiamo intervistato la Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inqui-namento acustico ed elettromagnetico, Rischio ambientale, SINA della Regione Abruzzo.

Dott.ssa Flacco, la Regione Abruzzo partecipa per la terza volta alla Fiera ECOMONDO di Rimini e, quest’anno la riflessione sottesa alla manife-stazione è quella di ingegnarsi alla sostenibilità. Come si pone la Regione Abruzzo all’interno di questa riflessione?Quali strategie propone, in questo senso, alle imprese che operano sul territorio?Guardi, al giorno d’oggi la produzione di energia è privatizzata ed è applicata come tale, e la produzione di energia è qualificata come industria! Essa è una delle prime attività del comparto in-dustriale e, la più produttiva. È ovvio, quindi, che le varie aziende si stiano muovendo in questa direzione. In Abruzzo, le aziende, organismi

energivori per eccellenza, stanno co-minciando a diversificare il proprio approvvigionamento. Abbiamo già autorizzato parecchie aziende ad au-toprodurre energia, non solo attraverso la co-generazione, ma anche imple-mentando l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Inoltre stanno nascendo nuove imprese finalizzate alla produ-zione di energia attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili e, attorno a questo settore, si sta incrementando tutto un indotto fatto di tecnologia, di forniture, di impianti e di manutenzione, senza contare l’implementazione dei processi di progettazione.

Pochi mesi fa, il Servizio che lei di-rige, ha organizzato un Workshop dedicato all’implementazione della miscela metano-idrogeno per auto-trazione. Cosa è cambiato da allora nel territorio?La FIAT sta già lavorando su una serie di autoveicoli prodotti in un impianto della nostra regione che utilizzeran-no proprio questa tipologia di vettore energetico. Da parte nostra abbiamo individuato l’area dove saranno rea-lizzati i primi impianti di distribuzione, in collaborazione con l’ENI e, fra poco tempo si realizzerà un incontro con al-cuni imprenditori privati della provincia aquilana che vogliono ampliare l’offerta del proprio impianto di distribuzione metano, con la possibilità di distribu-zione della nuova miscela. Il nostro progetto inviato al Ministe-ro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per ottenere un co-finanziamento, relativo alla rea-lizzazione della flotta di Panda ad alimentazione metano-idrogeno e re-lative stazioni di servizio, è stato già valutato positivamente e siamo in attesa di una risposta in tempi brevi.In ogni caso, a prescindere dalla pre-senza o meno del Ministero, siamo intenzionati a portare avanti il proget-to.È vero che un parere positivo del Mi-nistero darebbe un impulso diverso al

progetto, dal momento che una vera strategia dell’idrogeno, in Italia, è as-sente. Tant’è che, in questo senso sono più attive le Regioni che il Governo centrale.

Verrebbe da dire che forse, a livello nazionale, manca proprio una stra-tegia unitaria sull’energia…Effettivamente ancora non c’è, ma qual-che decisione sta andando in questa direzione. Poi, c’è poco da fare: sull’energia le Regioni legiferano in modo concor-rente, cioè applicano direttamente le Direttive europee e queste, sull’energia, hanno già detto tutto, per cui non si dovrebbero avere troppi dubbi sul da farsi. Occorre semplicemente sviluppare le fonti di energia rinnovabile entro il 2012, tenendo presente che la nostra inadempienza darà luogo non solo ad un aumento delle emissioni inquinanti (per cui pagheremmo come cittadini da un punto di vista ambientale), ma anche a costi aggiuntivi per l’approvvi-gionamento energetico e per le multe che ci ritroveremmo a pagare.

Dott.ssa, torniamo per un attimo al workshop di cui si parlava poc’anzi. Nel corso dei lavori lei accennava al fatto che la Regione Abruzzo, tra le tante partnership e strategie di collaborazione che ha attivato per conseguire una politica energeti-ca efficiente, è entrata a far parte di un organismo internazionale che vede proprio le regioni euro-pee impegnate in prima linea per l’applicazione delle istanze comu-nitarie.Può parlarci di questa esperienza?Molto volentieri, anzi , proprio ieri c’è stata una riunione del gruppo di lavoro su questa attività. In verità è nato pro-prio un nuovo organismo con questa mission: assistere e lavorare insieme alla Commissione Europea per svilup-pare la strategia dell’idrogeno.L’Europa ha già delle strutture: una

ENERGIA: PER NONCONSUMARE A CREDITOIntervista alla Dott.ssa Iris Flacco, dirigente del Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento acustico ed elettromagnetico, Rischio ambientale, SINA della Regione Abruzzo

ISTITUZIONI

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piattaforma che riunisce varie grandi imprese che già producono idrogeno e procedono alla sua distribuzione per fini industriali. Tuttavia per arri-vare ad uno sviluppo plausibile della filiera dell’idrogeno, da qui al 2020, è necessario radicare queste attività a li-vello locale. Pertanto, col forte coinvolgimento della Regione Abruzzo che fa parte del core group dei primi 8 soggetti che hanno formato questa struttura, si sta stilando le prime regole che indicheranno la strada da seguire per collaborare con la Commissione Europea per realizzare una strategia condivisa dell’idrogeno.

Quali saranno i primi step che ver-ranno affrontati?Intanto si inizierà a monitorare tutti gli impianti esistenti, non solo quelli di grande dimensione, e la loro fun-zionalità.Poi, si cercherà di capire come ap-provvigionarsi di idrogeno e come produrlo (cosa che ha un notevole im-patto economico sullo sviluppo della filiera stessa).Infine, si verificherà la validità delle leggi, poiché esistono, infatti, grossi vincoli normativi all’uso della strate-gia dell’idrogeno, che devono essere necessariamente superati. Infine, verrà messa a regime una pro-grammazione di finanziamento regionale a lungo termine (non soltanto co-finan-ziamento di progetti comunitari).

Qual è lo stato di attuazione delle tecnologie per la produzione di energia alternativa nel territorio abruzzese?Abbiamo una buona produzione, per quanto riguarda l’energia elettrica prodotta da vettore eolico. C’è ancora una buona possibilità di sviluppare il cosiddetto micro-eolico e qualche ul-teriore passo da compiere per quanto riguarda l’idroelettrico da acqua fluente (senza, cioè intervenire con ulteriori canalizzazioni a depauperamento dei corsi d’acqua) e mini-idroelettrico sulle condutture.Un’ottima possibilità di espansione ha la tecnologia del fotovoltaico. Abbia-mo in itinere una grande quantità di richieste di autorizzazioni per impianti dedicati e lo stesso dicasi per le bio-masse.

Recentemente il Governo è tor-nato indietro sull’obbligo della

certificazione energetica degli edi-fici.Cosa comporterà questa azione per le pratiche di contenimento dell’energia nelle nuove strutture urbane abruzzesi?Guardi, noi abbiamo l’obbligo dal 1991 di verificare la dispersione energetica degli edifici e su questa tematica sono sempre girate certificazioni standard e “non reali”. Il D. Lgs. n. 192, prevede, in applicazione della Direttiva Europea, uno studio reale e puntuale dell’orga-nismo edificio e del suo fabbisogno energetico.Di fatto la problematica esiste, non c’è ancora un modo di affrontare il pro-blema in maniera consolidata, tale per cui si possa rilasciare una certificazione univoca. Forse in questo frangente una sospensione che permetta di resettare le regole non è del tutto sbagliata, ma deve essere una sospensione molto breve…

Cambiamo argomento. Fra i compiti del suo Servizio c’è anche quello relativo alla qualità dell’aria.Si sono avuti dei miglioramenti cir-ca l’inquinamento dei centri urbani nella seconda parte dell’anno?Sulla qualità dell’aria è stata fatta un’azione di forte contenimento delle emissioni, soprattutto per quanto con-cerne il rilascio delle autorizzazioni alle industrie e piccole e medie imprese.Sono orgogliosa di affermare che, nel nostro territorio, abbiamo imprese che si fregiano, in questo senso, di processi produttivi di prim’ordine per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e della qualità dell’aria.Soprattutto i nuovi impianti rispettano valori molto inferiori rispetto a quel-li previsti dalle linee guida europee, è ovvio che quelli esistenti si stiano adeguando. Qualche problema lo sta dando il traffi-co e la mobilità in generale, soprattutto per quanto riguarda la congestione del-la fascia costiera rispetto all’entroterra e la stagionalità dei flussi turistici. Tuttavia stiamo cercando di rispondere con strategie di pianificazione mirate, soprattutto con Piani Urbani del Traf-fico.Non solo, una quota notevole di inqui-nanti viene immessa in atmosfera dai sistemi di riscaldamento domestico.Anche in questo caso la Regione si è messa in gioco proponendo 3 bandi

per la sostituzione del vecchio “par-co-caldaie” con nuovi apparecchi più performanti ed in grado di ottimizzare il livello di emissioni. Sono piccoli passi, ma cominciano a dare i loro frutti, al punto che, anche l’area Chieti-Pescara, censurata dall’UE per il livello di inquinanti in atmosfera, già nella seconda parte dell’anno, sta mostrando delle migliorie a livello di dati.

Per quanto riguarda il SINA, cosa può raccontarci del lavoro svolto in Abruzzo?Nella Regione abbiamo attivato il Sistema Informativo Regionale Am-bientale (SIRA), di nostra competenza, ma attribuito all’ARTA, la quale deve monitorare ed analizzare tutti i dati relativi all’ambiente.Il problema maggiore, come riscontra-to anche a livello nazionale, è proprio ottenerli, questi dati ambientali.Occorre individuare quei dati-traccia che sono condivisi a livello europeo con un sistema informatico in grado di colloquiare sia con l’elemento puntua-le, sia con il sistema stesso, regionale e nazionale.

Dott.ssa Flacco, cosa si aspetta dalla partecipazione ad ECOMONDO 2008 e cosa vorrebbe portare con sé da questa manifestazione?Credo moltissimo in questi momenti di visibilità e di confronto perché da soli e nel nostro microcosmo non riuscirem-mo a realizzare “macroazioni”.Abbiamo bisogno di conoscere sempre più il lavoro dei nostri vicini e le loro buone pratiche, altrimenti non appron-teremmo alcuna strategia.Da ECOMONDO mi aspetto una più completa ed aggiornata panoramica della tecnologia disponibile e delle best practices applicate e, naturalmente una informazione puntuale ed aggiornata di quello che viene realizzato da Pubbli-che Amministrazioni ed Aziende.

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ENERGIA-PROGETTI

di Alberto Piastrellini

La questione della dipendenza energetica del Paese da produttori esteri di fonti primarie e le conseguenze di una politica energetica troppo miope nella storia recente dell’Ita-lia, assumono connotati sempre più drammatici allorquando, come si è verificato negli ultimi mesi, l’aumento del prezzo del greggio fa innalzare il costo nazionale per l’approvvi-gionamento di petrolio e derivati; costo che inevitabilmente si ripercuote sulle tasche dei cittadini.Senza contare che i continui ritardi circa la diffusione capillare e l’implementazione di buone pratiche energetiche e fonti alternative, pesano non solo sui costi economici attuali, bensì mettono una ipoteca sulla qualità della vita nel futuro (in primo luogo in termini economici per quanto riguarda la quota di emissioni che il nostro Paese si ritroverà a pagare, prima o poi, per l’inadempienza degli impegni sottoscritti col Protocollo di Kyoto; in secondo luogo, per tutti gli effetti derivanti del global warming del quale in una certa misura siamo responsabili).Se a livello nazionale, di fatto, manca una strategia univoca in campo energetico, è pur vero che, dal punto di vista della pianificazione, le Regioni hanno una certa autonomia (sulla quale si potrà pure discutere), che consente, in certi casi, di mettere in campo iniziative lodevoli e mirate, la cui somma avrà sicuramente degli effetti benefici a livello più ampio.Per quanto concerne la Regione Abruzzo, a quasi un anno dalla loro istituzione, ci piace ricordare due Progetti di re-spiro europeo che rientrano nella strategia UE Intellingent Energy Europe: Biogas Regions e ProBio.

BIOGAS REGIONSIl Progetto, della durata di 30 mesi, a partire dalla data del 30 novembre 2007, vede la partecipazione della ARAEN - Regional Energy Agency della Regione Abruzzo, in collaborazione di numerosi partner europei:• Rhônalpénergie-Environnement RAEE, Francia (in

qualità di Lead partner);• Biogas e Bioenergie Kompetenzzetrum IBBK, Germa-

nia (in qualità di Experinced partner);• LandesEnergie Verein Steiermak LEV, Austria (in qualità

di Experinced partner);• Ente Regional del la Energia del Castilla y Leon EREN,

Spagna• Malopolska regional Energy Agency MAES, Polonia;• Centre Wallon de Recherché agronomique CRA-W,

Belgio;• Agricoltural Institute of Slovenia AIS, Slovenia;• Severn Wye Energy Agency Limited SWEA, Gran Bre-

tagna;• FEDARENE European Federation of Regional Energy

and Environment Agencies, Belgio

Obiettivi del Progetto: sviluppare uan strategia per la diffu-sione della produzione di Biogas da digestione anaerobica

di reflui zootecnici, residui alimentari e colture energetiche, attraverso attività di sensibilizzazione e formazione, nonché attivare strumenti decisionali atti alla creazione di nuovi impianti di biogas nelle regioni partecipanti.Per realizzare gli obiettivi di cui sopra i Partners intendono promuovere le seguenti attività:• Creazione di uno strumento di lavoro per i politici locali

che stimoli gli agricoltori e gli altri portatori di interesse a realizzare impianti di digestione anaerobica per la pro-duzione e la valorizzazione energetica del biogas;

• Campagna di sensibilizzazione ed informazione rivolta agli stakeholders locali, coinvolgendo le Associazioni degli agricoltori;

• Corsi di formazione per professionisti che operano nel set-tore delle energie rinnovabili e per i tecnici consulenti;

• Individuazione di siti per l’installazione di impianti di digestione anaerobica.

Il programma di lavoro è stato suddiviso in 6 work packages complementari:

WP1 Coordinamento e managementL’obiettivo di questo step è quello di garantire un management efficiente del Progetto, in modo da mettere tutti i Partner nelle condizioni di attuare il programma di lavoro con il maggior impatto possibile nelle Regioni partecipanti.

WP2 Stato dell’arte e buon praticheTale WP ha lo scopo di raccogliere e studiare lo stato dell’ar-te sulla produzione di biogas nelle Nazioni partner. Oltre allo studio delle condizioni tecniche amministrative e norma-tive, ogni partner elaborerà una road map locale allo scopo di superare gli ostacoli e le barriere individuate e di creare un contesto favorevole allo sviluppo di questa tecnologia. Verranno individuate e documentate le best practice nelle aree partner.

WP3 Sensibilizzazione e formazioneA seconda delle barriere identificate verranno portate avanti attività di sensibilizzazione presso i target group. Queste attività includeranno l’organizzazione di seminari informativi, stampa di pieghevoli, brochure, linee dedicate e newsletter elettroniche.

WP4 Piani di sviluppo ed investimento per rimpianti di biogasIl cuore di questo WP consiste nella ricerca di siti potenziali in modo da preparare il terreno per potenziali investimenti. Questo processo si divide in due fasi: nella prima fase si analizzano i siti potenziali attraverso uno “studio di oppor-tunità”, nel caso di riscontro positivo si passa allo studio di fattibilità per un impianto di biogas. Gli ezperienced partner

EnergiaDUE PROGETTI INTEGRATI PER LA DIFFUSIONE DELBIOGAS E DEL BIODIESEL NEL TERRITORIO ABRUZZESE

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forniranno tutti i dettagli degli studi di opportunità svolti già precedentemente, successivamente adattati dai promotion partner, a seconda delle specifiche esigenze locali.

WP5 Partneship per gli impianti e trasferimento di tecnologiaLa priorità, in questo caso, è quella di coinvolgere la maggior parte degli attori principali e degli stakeholders nella promo-zione della tecnologia del biogas in ogni nazione partecipante. Incontri regolari di uno speciale Gruppo di Lavoro (Advisory Commitee), garantiranno questo coinvolgimento. La partner-ship degli impianti ha un ruolo chiave per il successo del progetto. Lo scopo è ristudiare diverse possibili partnership in modo da facilitare il successo dell’impianto di biogas.

WP6 Promozione e disseminazioneLo scopo è di aumentare il numero di impianti di biogass in funzione nella ree esistenti e non solo. I risultati ottenuti dai diversi WP saranno resi disponibili e diffusi con lo

scopo di incoraggiare i target group a seguire l’esempio ed implementare gli impianti di biogas su larga scala. Le attività di disseminazione si concentreranno su 4 modi efficienti di diffondere il messaggio: promozione su internet, organiz-zazione di seminari di disseminazione e cooperazione con altri canali media.

Per quanto concerne il Gruppo di Lavoro, esso è formato da stakeholders locali che hanno il compito di definire le priorità e gli obiettivi per l’ottimale svolgimento delle attività di progetto.Per la Regione Abruzzo, fanno parte del Gruppo di lavoro le rappresentanze di:• Regione Abruzzo Servizio Politiche Energetiche;• Regione Abruzzo Direzione Agricoltura;• CIA - Confederazione Italiana Agricoltori;• ARSAA Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo

Agricolo;• ARA Associazione Regionale Allevatori Confindustria

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La prima azione dell’Advisory Commitee, che ha funzione consultiva e operativa sugli aspetti tecnici come: raccolta, acquisizione ed analisi dati, nonché funzione propositiva per creare l’ambiente ideale per la diffusione del biogas in Abruzzo, sarò quella di individuare le barriere tecniche, legi-slative e amministrative che ostacolano lo sviluppo di questa risorsa e, in seguito, formulare una strategia efficace e mirata al territorio abruzzese per lo sviluppo della produzione e consumo del biogas da digestione anaerobica.

PROBIOIl Progetto, che ha durata di 30 mesi, a partire dalla data del 30 gennaio 2007, raccoglie la parnership dei Soggetti seguenti:• Agenzia per l’Energia di Burgos, Province di Ávila ed

Huelva (Spagna);• Agenzia per lo Sviluppo Locale della Regione Pomurje

e Università di Maribor (Slovenia);• Regione Abruzzo e Università degli Studi di Teramo

Dipartimento di Scienze degli Alimenti

Obiettivi del Progetto: incoraggiare l’integrazione tra pro-duzione e consumo nella catena del biodiesel nelle nazioni europee. Questo obiettivo verrà raggiunto tramite una tri-plice strategia basata sullo sviluppo di iniziative concrete di mercato a livello locale, attività di promozione e forma-zione con lo scopo di rafforzare i punti deboli della filiera del biodiesel.Il lavoro complessivo si articola su 4 obiettivi specifici così elencati:1. migliorare la disponibilità di materie prime per la pro-

duzione del biodiesel;2. sostenere attività di formazione per gli agricoltori e per

gli addetti del settore agricolo3. nuove iniziative di mercato riguardanti il biodiesel;4. promozione del consumo finale del biodiesel tra gli utenti

finali.

Anche in questo caso lo svolgersi del progetto prevede una suddivisione in Work packages:

1. Coordinamento, management e valutazione2. Analisi delle attuali barriere legali, tecniche e di mercato,3. miglioramento nella fornitura di materie prime agli im-

pianti per la produzione del biodiesel;4. creazione ed implementazione di nuove iniziative di

mercato;5. campagna di sensibilizzazione;6. comunicazione e disseminazione 7. disseminazione europea.

Entro la fine del Progetto, i Partner coinvolti intendono rag-giungere dei risultati diretti che possono essere sintetizzati nello schema seguente:

• delineare un quadro dell’attuale utilizzo nelle regioni par-tecipanti e delle barriere locali, legali e di mercato, che si frappongono ad u n migliore e maggiore uso del biodiesel nelle aree interessate. Ciò permetterà la formulazione di una strategia per integrare tutte le fasi; dalla coltivazio-ne all’uso finale. La strategia si concentra su tre aspetti: mercato, promozione e formazione.

• Individuazione dei principali punti di debolezza degli attuali sistemi di raccolta di oli domestici nelle regioni partecipanti, analizzando le migliori pratiche da imple-mentare in altre nazioni.

• Individuazione delle diverse colture energetiche atte alla produzione di biodiesel nei Paesi partecipanti.

• Organizzazione di corsi di formazione orientati al mer-cato del biodiesel, in particolare nel settore agricolo, che presenti le colture energetiche come una alternativa in-teressante.

• Creare un mercato stabile per incrementare le colture energetiche e l’uso del biodiesel a livello locale, coinvol-gendo le Amministrazioni Locali come attori fondamentali. Un esempio potrebbe essere la promozione di contratti commerciali tra le Amministrazioni Locali e i distributori di biodiesel per diffondere i punti vendita di biodiesel nelle aree interessate.

• Aumentare il consumo del biodiesel attraverso contratti commerciali tra gli stakeholders del mercato del biodiesel (Associazioni degli Agricoltori, Associazioni di tassisti, Autolinee regionali, ecc.).

• Aumentare la consapevolezza per quanto concerne i benefici dell’uso del biodiesel tra i gruppi target e la po-polazione, attraverso una mostra itinerante che toccherà i capoluoghi di provincia abruzzesi, in luoghi centrali e facilmente accessibili al pubblico.

Anche per questo Progetto è prevista la costituzione di un Panel Control formato da stakeholders locali che definisca priorità ed obiettivi per l’ottimale svolgimento delle attività del progetto complessivo stesso.In questo senso, per quanto concerne la Regione Abruzzo, fanno parte del Panel Control le Rappresentanze di:• Regione Abruzzo Servizio Politiche Energetiche;• Regione Abruzzo Direzione Agricoltura;• Università di Teramo Dipartimento di Scienze degli

Alimenti;• Fox Petroli;• Comunità Montana Medio Sangro;• ARSSA Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo

Agricolo;• Confagricoltura;• ARPA Autolinee Regionali Pubbliche Abruzzesi;• Comune di Pizzoferrato.

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a cura del Servizio Pianifi cazione e Gestionedelle Risorse Energetiche ed Atmosferiche

PROVINCIA DI TERAMO

La mobilità è un tema sempre più importante perché condi-ziona in modo decisivo la qualità della vita di una comunità, coinvolgendo tutti i soggetti che ne fanno parte.Si ripercuote sui cittadini, in qualunque situazione sociale si trovino e di qualunque ceto facciano parte: bambini, gio-vani e anziani, studenti e lavoratori, sani e malati, uomini e donne; riguarda le imprese, che hanno tutto da guadagnare se possono operare in un contesto efficiente, economico e di sviluppo; interessa le Pubbliche Amministrazioni, il cui obiettivo di fondo è tutelare e promuovere il benessere e le opportunità di sviluppo dell’intera comunità. La mobilità delle persone e delle merci nelle società aperte è in continua crescita e in mancanza di un’adeguata gestione, si rischia che gli effetti negativi sovrastino quelli positivi.Il tema della Mobilità coinvolge vari ambiti: da quello so-ciale (dare a tutti la possibilità di fruire di beni e servizi variamente dislocati sul territorio e di riappropriarsi di spazi progressivamente sottratti ai cittadini) a quello ambientale sino ad arrivare all’ambito sanitario. La crescita incontrollata della mobilità privata determina maggiori costi economici per tutti: dalla monetizzazione del tempo perso in code estenuanti alle spese sanitarie per malattie e/o disturbi generati da inquinamento da traffico,

ai maggiori costi energetici e del disinquinamento delle aree urbane.

Il progettoIn tale contesto si inserisce il Piano per la Mobilità Soste-nibile della Provincia di Teramo, finanziato dalla Regione Abruzzo nell’ambito del Piano Triennale Regionale di Tutela e Risanamento Ambientale 2006-2008 (art. 225 L.R. 15/2004) il quale si pone i seguenti obiettivi:

a) attivare e promuovere gli strumenti di mobility mana-gement;b) integrare le politiche dei vari settori e dei diversi livelli di governo;c) promuovere strumenti, tecniche e tecnologie a minor im-patto ambientale, relativi anche agli aspetti energetici;d) attivare, di concerto con la Regione Abruzzo e le altre Province abruzzesi, un’azione pilota dimostrativa.

Considerando le particolari relazioni esistenti tra i territori della Regione Abruzzo, particolare attenzione sarà posta nei confronti dell’integrazione dei vari Piani Provinciali della Mobilità Sostenibile. Ciò potrà essere facilitato dalle attività

IL PIANO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILEDELLA PROVINCIA DI TERAMO

a cura del Servizio Pianifi cazione e Gestionedelle Risorse Energetiche ed Atmosferiche

O C OPROVINCIA DI TERAMO

La mobilità è un tema sempre più importante perché condi-ziona in modo decisivo la qualità della vita di una comunità, coinvolgendo tutti i soggetti che ne fanno parte.Si ripercuote sui cittadini, in qualunque situazione sociale si trovino e di qualunque ceto facciano parte: bambini, gio-vani e anziani, studenti e lavoratori, sani e malati, uomini e donne; riguarda le imprese, che hanno tutto da guadagnare se possono operare in un contesto efficiente, economico e di sviluppo; interessa le Pubbliche Amministrazioni, il cui obiettivo di fondo è tutelare e promuovere il benessere e le opportunità di sviluppo dell’intera comunità. La mobilità delle persone e delle merci nelle società aperte è in continua crescita e in mancanza di un’adeguata gestione,si rischia che gli effetti negativi sovrastino quelli positivi.Il tema della Mobilità coinvolge vari ambiti: da quello so-ciale (dare a tutti la possibilità di fruire di beni e servizi variamente dislocati sul territorio e di riappropriarsi di spazi progressivamente sottratti ai cittadini) a quello ambientale sino ad arrivare all’ambito sanitario. La crescita incontrollata della mobilità privata determina maggiori costi economici per tutti: dalla monetizzazione del tempo perso in code estenuanti alle spese sanitarie per malattie e/o disturbi generati da inquinamento da traffico,

ai maggiori costi energetici e del disinquinamento delle aree urbane.

Il progettoIn tale contesto si inserisce il Piano per la Mobilità Soste-nibile della Provincia di Teramo, finanziato dalla Regione Abruzzo nell’ambito del Piano Triennale Regionale di Tutelaoe Risanamento Ambientale 2006-2008 (art. 225 L.R. 15/2004)il quale si pone i seguenti obiettivi:

a) attivare e promuovere gli strumenti di mobility mana-gement;b) integrare le politiche dei vari settori e dei diversi livelli di governo;c) promuovere strumenti, tecniche e tecnologie a minor im-patto ambientale, relativi anche agli aspetti energetici;d) attivare, di concerto con la Regione Abruzzo e le altre Province abruzzesi, un’azione pilota dimostrativa.

Considerando le particolari relazioni esistenti tra i territoridella Regione Abruzzo, particolare attenzione sarà posta neiconfronti dell’integrazione dei vari Piani Provinciali della Mobilità Sostenibile. Ciò potrà essere facilitato dalle attività

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della Rete delle Agende 21 della Regione Abruzzo che su tali aspetti potrà organizzare appositi forum interprovinciali. Altro livello di integrazione nei confronti del quale il Pia-no della Mobilità Sostenibile Provinciale porrà particolare attenzione è quello dell’integrazione della pianificazione dei vari livelli di governo, da quello Regionale a quello Co-munale, dagli strumenti specifici sulla mobilità e trasporti, quali il Piano Regionale Integrato dei Trasporti, il Piano di Bacino del Trasporto Pubblico Locale, i Piani Urbani della Mobilità e del Traffico, ai Piani per la Grande Distribuzione Organizzata.Il Piano della Mobilità Sostenibile della Provincia di Teramo tenderà a perseguire tale obiettivo primario quale garanzia di una reale sostenibilità delle scelte, cercando di valorizzare gli studi, le ricerche, i piani e le programmazioni poste in essere, integrandole ove necessario, ed evitando inutili e costose duplicazioni.

Le azioni che saranno svolte per raggiungere gli obiettivi sopra descritti sono le seguenti:

1. realizzazione forum provinciali e interprovinciali per il coinvolgimento degli stakeholder e la raccolta dati;

2. raccolta dati, analisi e organizzazione;3. redazione di un documento di analisi e di sintesi.

Le attività saranno svolte dal personale della Provincia ed in particolare dal gruppo di lavoro di Agenda 21 locale.I risultati attesi sono i seguenti:

- Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro;- Profili di Accessibilità per i principali poli provinciali (Am-

ministrazioni Pubbliche, Università, Aziende Sanitarie ed Ospedali, ecc.);

- Convenzioni con il Trasporto Pubblico Locale;- Comunicazione adeguata alle esigenze.

Relativamente all’azione pilota dimostrativa, alla fine del primo anno di attività e sulla base dei risultati delle attività di studio, sarà avviata un’azione sperimentale pilota per dare concreta attuazione alle azioni di piano. Tale azione sarà scelta in accordo con i partner del territorio con il coordinamento della Regione Abruzzo, in sintonia con eventuali analoghe iniziative intraprese nelle altre Pro-vince.

della Rete delle Agende 21 della Regione Abruzzo che su tali aspetti potrà organizzare appositi forum interprovinciali.Altro livello di integrazione nei confronti del quale il Pia-no della Mobilità Sostenibile Provinciale porrà particolare attenzione è quello dell’integrazione della pianificazione dei vari livelli di governo, da quello Regionale a quello Co-munale, dagli strumenti specifici sulla mobilità e trasporti, quali il Piano Regionale Integrato dei Trasporti, il Piano di Bacino del Trasporto Pubblico Locale, i Piani Urbani della Mobilità e del Traffico, ai Piani per la Grande Distribuzione Organizzata.Il Piano della Mobilità Sostenibile della Provincia di Teramotenderà a perseguire tale obiettivo primario quale garanzia di una reale sostenibilità delle scelte, cercando di valorizzare gli studi, le ricerche, i piani e le programmazioni poste in essere, integrandole ove necessario, ed evitando inutili e costose duplicazioni.

Le azioni che saranno svolte per raggiungere gli obiettivi isopra descritti sono le seguenti:

1. realizzazione forum provinciali e interprovinciali per il coinvolgimento degli stakeholder e la raccolta dati;

2. raccolta dati, analisi e organizzazione;3. redazione di un documento di analisi e di sintesi.

Le attività saranno svolte dal personale della Provincia ed in particolare dal gruppo di lavoro di Agenda 21 locale.I risultati attesi sono i seguenti:

- Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro;- Profili di Accessibilità per i principali poli provinciali (Am-

ministrazioni Pubbliche, Università, Aziende Sanitarie ed Ospedali, ecc.);

- Convenzioni con il Trasporto Pubblico Locale;- Comunicazione adeguata alle esigenze.

Relativamente all’azione pilota dimostrativa, alla fine del primo anno di attività e sulla base dei risultati delle attività di studio, sarà avviata un’azione sperimentale pilota per dare concreta attuazione alle azioni di piano.Tale azione sarà scelta in accordo con i partner del territorio con il coordinamento della Regione Abruzzo, in sintonia con eventuali analoghe iniziative intraprese nelle altre Pro-vince.

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TERAMO AMBIENTE

La Teramo Ambiente Spa si è aggiudicata a Maggio 2008 l’appalto per gestire la raccolta dei rifiuti del Comune di Termoli per i prossimi sette anni, per un importo comples-sivo di 21.892.000,00 euro. Il progetto della società mista pubblico-privata di Teramo è risultato vincitore, tra quelli che avevano partecipato al bando di gara indetto dal Co-mune, tra i quali molti erano quelli presentati dalle aziende specializzate di settore di livello nazionale. Al servizio raccolta rifiuti aveva provveduto per circa un quinquennio, sino al momento dell’aggiudicazione della gara d’appalto, un’azienda locale con più di 40 dipendenti, il cui personale è stato riassorbito da Teramo Ambiente per svolgere compiti di Igiene Urbana e Ambientale nel comune molisano.È il primo appalto che Teramo Ambiente (ha gareggiato in collaborazione con la società Poliservice) si aggiudica fuori regione. L’esportazione in Molise del modello di servizi nato e sviluppato a Teramo, è ulteriore conferma della sua validità. Un modello dimostratosi vincente in più circostanze e che ora si misura in una realtà con caratteristiche che per la società TeAm sono del tutto nuove: Termoli conta infatti 32mila abitanti, che raddoppiano nel periodo estivo per l’abbondante flusso turistico, e presenta una significativa realtà industriale, tra cui lo stabilimento della FIAT.

“Siamo orgogliosi, soddisfatti e concentrati” ha commentato Lan-franco Venturoni, Presidente della Teramo Ambiente Spa.“Orgogliosi - ha spiegato - perché abbiamo sbaragliato la concorrenza e per la prima volta lavoriamo fuori regione; soddisfatti, perché sette anni di affidamento e 22 milioni di euro di fatturato assegnato sono un risultato di tutto rispetto, ambito da molti; infine, siamo concentrati perché è nello stile di Teramo Ambiente non perdere tempo e cominciare subito a lavorare, come abbiamo fatto, per mostrare le no-stre capacità”.“È evidente - dicono con orgoglio alla Teramo Ambiente - che questo risultato fuori regione costituirà il nostro biglietto da visita anche per i Comuni della provincia di Teramo che oggi, più che mai, sanno di poter contare sulla Teramo Ambiente”. E di “lavoro” e di “servizi” da avviare subito a Termoli ce ne erano, visto che la stagione turistica era già partita quando, il 1° Agosto 2008 Teramo Ambiente Spa è entrata in azione. L’Amministrazione comunale ha chiesto e subito ottenuto un cambiamento nella gestione dei rifiuti: l’abbandono del sistema stradale dei cassonetti di grosse dimensioni per l’avvio della raccolta domiciliare “spinta” col sistema del Porta a porta per alcune tipologie di rifiuti.Grande era la speranza da una parte, ma altrettanto grande

GRANDE SUCCESSO CONSEGUITOANCHE FUORI REGIONEA Termoli (Molise) la società gestirà la raccolta dei rifiuti

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era la preoccupazione, dall’altra. L’avventura di Teramo Ambiente a Termoli era cominciata, infatti, tra sensazioni contrastanti, che si sono risolte nella certezza dei risultati a distanza di qualche giorno. I termolesi hanno visto subito realizzarsi la speranza di ricominciare a vedere la città pulita. Dopo anni di difficoltà e un appalto rescisso dal Comune la scelta di affidare ad una ditta esterna la gestione dei rifiuti è risultata vincente. La Teramo Ambiente Spa, infatti, in poco più di un mese, aveva già reso percepibili in città i risultati del lavoro sia nei servizi di igiene urbana che ambientale. Veniva superata anche la preoccupazione per le due feste di grande richiamo nel cartellone estivo di Termoli: il 2 Agosto per Santa Maria degli Angeli e il 5 Agosto per San Basso immediatamente a ridosso dell’appalto. In ambedue le occasioni i servizi di Teramo Ambiente sono stati impec-cabili, con una città riconsegnata pulita e ordinata il giorno dopo i festeggiamenti. Era trascorso poco più di un mese dall’avvio della nuova gestione del servizio di igiene urbana e ambientale, affidato alla ditta Teramo Ambiente SpA, ma i dati registrati dall’Amministrazione comunale di Termoli di-mostravano già l’efficienza del servizio. Fin dal primo giorno di attività, tutti i 43 operatori sono stati presenti e attivi sul territorio, invertendo così il “trend” di assenteismo che nella precedente gestione raggiungeva, secondo stime di Teramo Ambiente, anche il 40 per cento giornaliero. L’azienda ha impiegato da subito tutti i mezzi a disposizione, con un de-ciso incremento dello spazzamento stradale, con l’impegno di tre spazzatrici ogni giorno in un doppio turno quotidiano (mattina e pomeriggio) su tutto il territorio comunale, nel quale alcune vie non venivano spazzate da oltre un mese. L’altra novità ha riguardato il lavaggio delle strade, effettua-to ogni giorno, non più saltuariamente come avveniva in precedenza. In sinergia con l’Assessorato ai Lavori Pubblici e con l’Assessorato all’Ambiente, si è provveduto al posizio-namento di 40 nuovi cestini getta-carte nelle principali vie del centro cittadino. Teramo Ambiente ha utilizzato speciali enzimi “abbatti-odori” nei cassonetti situati nelle zone più critiche del centro cittadino. Gli operatori, quindi, hanno sostituito i cassonetti rotti o senza coperchio con nuovi contenitori. È stato attivato immediatamente il servizio di svuotamento delle campane della raccolta differenziata, con

pulizia di tutte le piazzole ecologiche limitrofe, trascurate da settimane dalla precedente gestione. Emanuela Lattanzi, Assessore all’Am-biente e alla Salute Pubblica, ha commentato così i primi risultati di Teramo Ambiente: “Termoli è decisa-mente una città più pulita da quando sono stati avviati i nuovi servizi di spazzamento e lavaggio stradale. L’ef-ficienza del servizio si è resa evidente già nei primi giorni di attività, durante i quali gli uomini e i mezzi di Teramo Ambiente hanno saputo far fronte in modo egregio alla Fiera del primo gior-no del mese (impiegati 12 operatori, 2 spazzatrici, 1 camion, 2 porter), alla Festa di S. Maria degli Angeli e alla Fe-stività di San Basso, nonostante i tempi estremamente ravvicinati dell’avvio della nuova gestione”. Ai cittadini e agli esercenti commer-

ciali, inoltre, Teramo Ambiente Spa ed Amministrazione comunale hanno rivolto un appello a contribuire al decoro cittadino con l’applicazione del regolamento comunale, riveduto e corretto, sullo smaltimento dei rifiuti. Il Comune di Termoli e Teramo Ambiente SpA, con una squadra di tecnici della ERICA, cooperativa piemontese incaricata della capillare comunicazione della campagna Porta a porta, efficace solo se c’è la consapevolezza e la partecipazione dell’utenza, hanno incontrato i rappresentanti di diverse categorie istituzionali, economiche e sociali del Termolese, per illustrare nel dettaglio le novità del servizio, che - anche grazie all’esperienza già accumulata a Teramo con il sistema della raccolta differenziata integrata e per-sonalizzata - è stato tarato sulle specifiche esigenze del Comune molisano.È partita, dunque, anche la campagna di comunicazione (con la collaborazione della Fondazione Iacovitti) sulla raccolta differenziata “Porta a porta”, affidata in via definitiva alla cooperativa piemontese, specializzata in comunicazione ed educazione ambientale. Il Sindaco di Termoli, Vincenzo Greco, e l’Assessore all’Ambiente, Emanuela Lattanzi hanno commentato soddisfatti: “Con l’aggiudicazione del nuovo servizio di igiene urbana alla ditta Teramo Ambiente, siamo giunti a una tappa importante per introdurre nella nostra città un sistema di raccolta di rifiuti efficiente e al passo coi tempi, che ha nella raccolta differenziata Porta a porta la sua punta di eccellenza”.

Te.Am. Teramo Ambiente spa64100 TeramoSede legale: C.so San Giorgio, 135Tel. 0861 43961 - fax 0861 211346Servizio Clienti: 800 253230www.teramoambiente.it

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a cura dell’Uffi cio Comunicazione del Gruppo Maio

GRUPPO MAIO

Un Gruppo imprenditoriale che sposi una filosofia di responsabilità sociale, adottando un comportamento conse-guente, ha sempre l’obiettivo di creare valore e valori per le persone e per il brand che rappresenta.In questo campo specifico la con-divisone delle informazioni e delle conoscenze rappresenta il plus strate-gico che fa la differenza fra un’impresa che si limita a governare il presente e un’impresa che, contemporaneamente, si prepara a costruire, volendo esserne protagonista, il futuro.È qui che ciò che altri hanno defi-nito “economia della conoscenza” e “fabbrica dell’immateriale” acquista il senso profondo del proprio ruolo nella creazione del valore, che non è più semplicemente valore economico ma valore nel senso più ampio e nobile del termine.Diventa indispensabile che il trasfe-rimento della conoscenza cominci a far parte dei processi organizzativi dell’impresa e quindi questa possa essere immediatamente disponibile nel momento in cui è necessaria. Per questo motivo la conoscenza, e quindi, i sistemi di Knowledge Management, devono essere integrati nei sistemi a supporto alle decisioni (DSS) e nei si-stemi gestionali.Di più, è necessario che il patrimonio-conoscenza dell’impresa (in termini

manageriali, sociali, culturali, organiz-zativi) diventi patrimonio condiviso con l’esterno.Indubbiamente con le nuove tecnolo-gie l’aspetto comunicativo ha dato un impulso notevole alle possibilità di condivisione delle conoscenze: posta elettronica, portali con relativi forum, comunità virtuali che consentono di condividere ciò che accade all’inter-no di una determinata area. Proprio le comunità virtuali, anche definite co-munità di pratica, sono un elemento vincente nella strategia di condivisione della conoscenza, da cui anche l’inte-resse del Gruppo Maio allo sviluppo di sistemi di networking sul web come quello rappresentato da EnviConcept.com, un nuovo brand del Gruppo che si occupa in modo specifico di comu-nicazione creativa attraverso linguaggi, forme di espressione e contenuti corre-lati e riferibili alla valorizzazione e alla tutela ambientale.Ma la vera e più radicale rivoluzione risiede nell’idea che bisogna operare la transizione dal Knowledge Mana-

gement, classicamente inteso come gestione interna delle conoscenze, a un nuovo concetto di Knowledge Net-Management. Un patrimonio di modelli culturali e or-ganizzativi di riferimento e uno sforzo comune di trasferimento e di divulga-zione dei saperi specifici che consenta, attraverso modalità e accessibilità varie, un background comune di cultura e valori condivisi.

Alla luce di queste considerazioni, che delineano e inquadrano una più vasta e sofisticata filosofia aziendale, capace di intercettare, secondo modalità, sen-sibilità e specificità proprie, le nuove frontiere del networking, dell’intelligen-za collettiva e del più vasto scenario tech-culturale targato “2.0”, acquistano pienezza di senso e verità sostanziale tutte quelle politiche e azioni rivolte negli ultimi anni alla formazione per-manente (life long learning), al training on the job, al learning by doing, che hanno caratterizzato le più illuminate scelte di politica formativa aziendale.

LA CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZEALLA BASE DELLA CREAZIONE DEL VALORE

Guglielmo Maio

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formazione interna e nella direzione della relazione sempre più sistemica con l’esterno.In questa ottica s’inquadrano il pro-cesso di Registrazione EMAS, la pubblicazione dei Bilanci Ambientali (2006 e 2007) della discarica per rifiuti industriali non pericolosi gestita a Ca-nosa di Puglia (BA), la partecipazione alle più significative fiere specializzate, l’organizzazione di seminari su argo-menti specifici che possano fornire utili strumenti di conoscenza e costituire interessanti momenti di confronto fra esperienze, visioni, competenze diver-se.Proprio questi ultimi due aspetti, la partecipazione in fiera e il momento formativo-informativo, rappresentano una convergenza strategica di questo periodo poiché con la prossima, im-minente, partecipazione del Gruppo Maio alla XII edizione di ECOMON-DO - Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Svilup-po Sostenibile (Rimini, 5-8 Novembre 2008) e con la partecipazione alla 1a

La natura dei processi educativi, iniziali e permanenti, e in particolare di quelli finalizzati a professioni connesse con attività di innovazione e di ricerca, è sempre più dominata da meccanismi di grande interazione, a fronte di un sistema scientifico che presenta una crescente complessità e una forte re-ciproca interdipendenza delle diverse componenti. Una delle soluzioni più indicate è quel-la di favorire la realizzazione di attività formative intraprese da più soggetti in cooperazione, il moltiplicarsi di con-nessioni, di relazioni in partnership e di iniziative didattiche per la ricerca e per la divulgazione.Se questo è l’orizzonte socio-culturale nel quale siamo già chiamati a impe-gnarci, come è nostra convinzione, è facile comprendere la natura e le finalità delle azioni di formazione e informazione che il Gruppo Maio sta mettendo in campo con sempre mag-giore convinzione negli ultimi anni e che vanno, convergendo, nella di-rezione della comunicazione e della

Franco e Valentina Maio

Gruppo MAIOCentro Direzionale:Zona Industriale snc 66034 Lanciano (CH)Tel. +39 0872 [email protected] - www.gruppomaio.com

edizione di SUSTEXPO (Lanciano, 28-30 Novembre 2008), manifestazione fieristico-convegnistica dedicata alle fonti rinnovabili, all’efficienza ener-getica e alla sostenibilità ambientale, si arricchisce di tappe preziose quel percorso sopra descritto.Mentre resta ancora da definire nei dettagli la natura dell’appuntamento convegnistico previsto per SUSTEX-PO, si è già definito il tema-quadro e il panel dei relatori, di altissimo profilo tecnico e scientifico, che il Gruppo Maio ha programmato per ECOMON-DO 2008 (Sabato, 8 Novembre p.v.).A trattare nei vari aspetti strategici il tema “L’accettazione dei rifiuti in di-scarica: il passaggio dalla Delibera 27/07/1984 e s.m.i. al D.M. 03/08/2005, i limiti e le eventuali deroghe. Profili di responsabilità per il gestore dell’im-pianto” interverranno, infatti, il Dott. Pasquale Fimiani (Magistrato presso la Corte di Cassazione), l’Avv. Miche-le Laforgia (Avvocato, Esperto di Diritto ambientale), l’Ing. Giuseppe Mininni (Dirigente di Ricerca CNR IR-SA), il Dott. Mauro Sanna (Chimico - ARPA Regione Lazio) e il Dott. Ca-millo Romandini (Magistrato presso il Tribunale di Pescara), nelle vesti di moderatore.

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a cura di Nicola BiancoIngegnere Deco S.p.A.

DECO SPA

L’aggiudicazione di una gara d’appalto per la gestione di 3 Discariche e 13 Centri di trasferimento rifiuti in Tuni-sia è il segno della ormai riconosciuta competenza professionale e tecnolo-gica della abruzzese Deco S.p.A. che dal 1989 opera nel settore ambien-tale, attraverso la progettazione, la costruzione e la gestione di importanti impianti di smaltimento rifiuti con an-nesse attività di recupero energetico. Con i suoi tre impianti di “Colle Ce-se” di Spoltore, “Casoni” di Chieti e “Cerratina” di Lanciano, la Deco si è da sempre contraddistinta quale una delle più qualificate aziende a livello regionale e nazionale nel settore della gestione dei rifiuti. Il punto di forza della società è in-dubbiamente la crescente attenzione rivolta all’integrazione dei sistemi di smaltimento rifiuti con tecnologie di trattamento finalizzate al recupero de-gli stessi, utilizzando sistemi e criteri di qualità volti a minimizzare gli impatti ambientali. Non a caso, gli sforzi profusi in tal senso hanno portato a gratificazioni e riconoscimenti internazionali, con-sentendo alla Deco di aggiudicarsi una gara d’appalto, quale quella in Tunisia, a cui hanno partecipato note società italiane e francesi. Per la partecipazione alla gara è sta-ta costituita una società - la ECOTI S.A. - tra la Deco (per il know-how nel settore ambientale) e la tunisina Socobat (nota società facente parte del gruppo Al Badr che, tra le altre attività, si occupa di costruzioni di opere civili, industriali, idrauliche, gasdotti e cen-trali elettriche, oltre che di estrazione e lavorazione marmi).Determinante per il superamento da parte della Deco dei requisiti tecnici richiesti dal bando, è stata l’ottimale gestione dei propri impianti abruzzesi, riconosciuti dal Ministero dell’Am-biente Tunisino come modelli da riproporre in Tunisia al fine di elevare

ulteriormente il proprio standard qua-litativo nella gestione rifiuti del Paese nord africano.Più precisamente, il bando prevedeva la gestione di tre discariche site nelle località di Sousse e Monastir - note località turistiche tunisine - e Kairou-an - la più antica città musulmana dell’ Africa - oltre che la gestione di 13 Centri di trasferimento rifiuti, ubicati in più località del territorio tunisino. La discarica di Sousse, la più grande, ha una capacità complessiva di oltre 1.100.000 metri cubi e serve, tramite 3 centri di trasferimento, 15 Comuni del governatorato omonimo per un bacino d’utenza di ca. 600.000 abitan-ti, dove si conferiscono mediamente 630 tonnellate/giorno di rifiuti, per un totale annuo complessivo di ca. 230.000 ton.La discarica di Monastir ha invece

LA TECNOLOGIA AMBIENTALE ABRUZZESEAPPRODA OLTRE I CONFINI NAZIONALIRiconoscimento internazionale per il gruppo Deco, che in collaborazione con la Socobat - attraversola società Ecoti - gestirà discariche e centri di trasferimento rifiuti in tre importanti città tunisine

una capacità complessiva di oltre 900.000 metri cubi e serve, tramite 4 centri di trasferimento, 25 Comuni del governatorato omonimo per un bacino d’utenza di ca. 450.000 abi-tanti: vi si conferiscono mediamente 450 tonnellate/giorno di rifiuti, per un totale annuo complessivo di ca. 170.000 ton.Infine, la discarica di Kairouan, la più piccola, ha una capacità complessiva di oltre 300.000 metri cubi e serve, tramite 6 centri di trasferimento, 7 Comuni del governatorato omonimo per un bacino d’utenza di ca. 150.000 abitanti, con un conferimento medio di 150 tonnellate/giorno di rifiuti, per un totale annuo complessivo di ca. 60.000 ton.In definitiva saranno gestiti ca. 460.000 tonnellate/anno di rifiuti di un bacino di utenza di oltre 1.200.000 abitanti,

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poco meno dell’intero ciclo di ge-stione dei rifiuti urbani della Regione Abruzzo, corrispondente a ca. 530.000 tonnellate/anno di rifiuti ed un bacino di utenza di oltre 1.300.000 abitanti.La durata dell’appalto è di 5 anni, legata alle capacità previste delle di-scariche. Le attività sono state avviate all’inizio di Luglio ed attualmente sono impiegate 120 unità lavorative, pre-vedendo di raggiungere a regime la soglia delle 150 unità. La Tunisia è la prima esperienza in-ternazionale della Deco ma i progetti oltre i normali confini sono tanti ed ambiziosi, ma tutti alla portata di una Deco sempre più qualificata e ricca di esperienze.

DECO spa66020 San Giovanni Teatino (CH) Italyvia Salara, 14/bisTel. +39 085 440931 - fax +39 085 [email protected] - www.decogroup.it

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di Sergio BucceriAmministratore Delegato di Terra Verde

TERRA VERDE SRL

In seguito alla collaborazione del Gruppo Lafarge, leader mondiale nella produzione di materiali da costruzione, e della Essecielle, società operante da diversi anni nel settore ambientale e dei servizi ecologici innovativi, nel corso del 2006 è nato il progetto TERRA VERDE.Il progetto si inserisce nella realtà industriale abruzzese e si pone come soluzione al problema del trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi e alla produzione dei com-bustibili da rifiuti alternativi (cdr), in linea con l’impegno della Regione Abruzzo nell’ambito delle nuove politiche ambientali finalizzate alla promozione del riciclaggio dei rifiuti, nonché all’utilizzazione della frazione non altrimenti riciclabile degli stessi come vettore energetico, nell’ottica del protocollo di Kyoto.Il Gruppo Lafarge può vantare una grande esperienza nella valorizzazione dei combustibili alternativi nei forni cementieri dal momento che tale attività è stata avviata nel 1974 in nord America e in Svezia e successivamente negli altri paesi del nord Europa, in particolare Svizzera, Germania e Francia.L’attività di lavorazione e produzione del CDR di Terra Verde viene svolta in uno stabilimento industriale di circa 2.000 m2 nelle vicinanze di Pescara, attraverso un impianto di tritura-zione e di macinazione fisso con bassa velocità di rotazione e a singolo albero, dotato di pettine gestito idraulicamente, in grado di realizzare un quantitativo annuale di CDR di circa 40.000/50.000 tonnellate.Punto di forza dell’intero progetto è l’attività di produzione

svolta attraverso successivi cicli di lavorazione automatizzati, che garantiscono un adeguato potere calorifico del prodotto finale (CDR –Codice Europeo Rifiuto 191210) e riducono, attraverso successive fasi di selezione e cernita, la presenza di materiale metallico, vetri, inerti e materiale putrescibile. I materiali in ingresso da cui parte l’attività industriale di Terra Verde, provenienti principalmente dal territorio regio-nale Abruzzese, sono rappresentati da scarti di imballaggi, frazione secca pretrattata, scarti di lavorazione da aziende operanti nel settore della plastica e della gomma e della produzione di pannolini, tutti attentamente selezionati e controllati.Altro punto di forza dell’intero processo è proprio la selezio-ne dei materiali trattati, che arrivano presso lo stabilimento di Terra Verde già trattati e puliti, con elevate caratteristiche chimiche e organolettiche fondamentali per la produzione di un prodotto di elevatissima qualità e a ridotto impatto ambientale.Nella fase finale del processo di lavorazione il materiale viene infine triturato per essere ridotto alla pezzatura idonea e inviato al recupero energetico presso i cementifici e/o i termovalorizzatori della regione Abruzzo, in sostituzione dei combustili fossili.Dal trattamento dei materiali in ingresso, si otterrà solo un 3%-7% di rifiuti non recuperabili che verranno inviati allo smaltimento in discariche autorizzate e alla vendita di materiale ferroso alle ferriere e/o acciaierie.

LA VALORIZZAZIONE ENERGETICA DEI RIFIUTI IN ABRUZZO: IL PROGETTO TERRA VERDE

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Promuovere la diffusione di impianti per la produzione di CDR, sia da parte del sistema pubblico che privato di trat-tamento dei Rifiuti Urbani, risponde in parte alla necessità della riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti, in attuazione alla pianificazione regionale, e si inserisce nella volontà di realizzare una filiera industriale di recupero e/o riciclaggio degli PFU del territorio regionale. Il progetto di Terra Verde va dunque a costituire un tassello fondamentale del Sistema Integrato di gestione dei Rifiuti abruzzese sull’importante fronte del recupero sostenibile dei rifiuti come energia, come attività complementare al riciclaggio. Il recupero dei prodotti dalle attività industriali ed urbane risponde al principio dell’ecologia industriale il cui utilizzo in impianti tecnologicamente idonei a recepirli per tipologia di processo, consente di conseguire molteplici vantaggi per l’ambiente e per la comunità, quali il risparmio di risorse naturali, la valorizzazione dei materiali residui senza provo-care emissioni gassose più gravose rispetto ai combustibili tradizionali, la riduzione delle emissioni ed in particolare della CO2 (sia perché i residui utilizzati come aggiunte con-sentono di ridurre il contenuto di clinker nel cemento, sia perché alcuni combustibili alternativi contengono biomasse che hanno un fattore di emissione di CO2 pari a zero).Il CDR rappresenta un prodotto in grado di eliminare la problematica dei rifiuti urbani. La produzione dei rifiuti urbani raggiunge in media quota 532 Kg/ab nel paese e

circa 521 Kg/ab. in Abruzzo. Secondo le statistiche dell’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) nel 2004 in Italia sono state prodotte 553 tonnellate di CDR, per un potenziale stimato di 2.600.000 tonnellate (40 Kg/ab.).

L’obiettivo di Terra Verde è quello di divenire il punto di riferimento in Abruzzo per la produzione di CDR con una buona capacità produttiva ed una flessibilità che gli con-sentano di assecondare le esigenze che si manifestano sul territorio, fornendo sempre un prodotto controllato e di alta qualità.

Sede LegaleVia Raiale, 3265100 Pescara

StabilimentoVia dell’Industria, 1065013 - Città Sant’AngeloPescaraTel./Fax 085 9690025

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di Germano ContestabileResponsabile Comunicazione ACIAM spa

A testimonianza dell’impegno profuso dall’azienda nelle attività di gestione rifiuti e della sensibilità delle Ammini-strazioni locali per la diffusione della cultura del riciclaggio, stanno nascendo nella Marsica nuovi impianti e molteplici iniziative di raccolta differenziata.

La raccolta dell’organicoSulla scorta della prossima attivazione dell’impianto di com-postaggio di Aielli, si stanno diffondendo rapidamente sul territorio marsicano le raccolte del rifiuto organico e dei rifiuti verdi in generale. Dopo l’attivazione del servizio do-miciliare nel Comune di Avezzano, è ora la volta dei Comuni di Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. Si tratta di un progetto redatto dall’Aciam e finanziato dalle rispettive Amministrazioni Comunali con la compartecipazione di fondi Regionali (D.G.R. 1090 del 12/10/2006). La gestione del servizio affidata ad Aciam S.p.A. prevede il coinvolgimento di tutte le famiglie residenti (circa 2.000) e più di 100 utenze aziendali (ristoranti, alberghi, ortofrutta, fiorai, vivai, ecc). A ciascun nucleo famigliare verrà distribu-ito un secchiello con coperchio antirandagismo, sacchetti in mater-bi ed idoneo materiale informativo. I residenti saltuari (oltre 10.000 in un territorio a spiccata vocazione turistica) potranno ritirare il kit di raccolta domiciliare direttamente presso le sedi Comunali. Servizi analoghi sono previsti nei Comuni di Celano e Cappadocia, nel Carseolano e nel comprensorio della Vallelonga.

Il Porta a porta alle famigliePer rispondere alle sollecitazioni dell’utenza, sempre più orientata ai servizi domiciliari, più comodi e quindi più produttivi, Aciam S.p.A. sta progettando, nel Comune di Avezzano, l’attivazione di nuove raccolte Porta a porta. Si tratta di un progetto pilota che interesserà il quartiere di Scalzagallo, zona residenziale di circa 500 nuclei famigliari che, per il particolare assetto urbanistico, ben si presta a tale sperimentazione. Il progetto, in fase avanzata di svi-luppo, prevede la distribuzione di mastelli domiciliari per ogni tipologia di materiale (carta, plastica, vetro-metallo, organico ed indifferenziato), con l’esposizione degli stessi secondo un calendario settimanale prestabilito. Sarebbe in tal modo possibile parametrare l’ammontare del tributo per il servizio di igiene urbana all’effettiva produzione di rifiuto, realizzando il tanto declamato principio del chi inquina paga oltre a quello di equità fiscale. Innegabili sarebbero inoltre i vantaggi ambientali espressi in termini di quantità di mate-riale intercettato per il riciclo rispetto a quello da avviare a smaltimento. Infine anche la qualità del materiale separato in casa dalle famiglie subirebbe un sicuro miglioramento grazie al controllo puntuale esercitato sul rifiuto all’atto del ritiro. Sarà per Aciam e Comune una nuova sfida che richiederà la collaborazione di tutta la popolazione coinvolta.

ACIAM SPA

I servizi alle impreseParallelamente ai servizi alle famiglie, al fine di dare risposta alle esigenze di smaltimento delle imprese ed allo stesso tempo intercettare importanti quantità di rifiuto riciclabile, molto si sta facendo nella Marsica nella gestione dei rifiuti assimilabili da negozi ed aziende. Così per i locali pubblici (bar, ristoranti) e per le vetrerie sono state predisposte cam-pane ad uso esclusivo, per i negozi al dettaglio (farmacie, alimentari, ferramenta, empori, ecc) sono attivi servizi di ritiro a domicilio di imballaggi in cartone, alle attività di ristorazione e quelle floro-vivaistiche sono stati consegna-ti contenitori per la raccolta del rifiuto organico. Inoltre l’apertura dell’impianto di compostaggio di Aielli, offre al-le aziende agricole l’opportunità di smaltire correttamente gli scarti di lavorazione ed i prodotti invenduti, potendo utilizzare il compost da essi derivante come fertilizzante biologico dei terreni.

La gestione dei RAEEAciam gestisce nella Marsica Fucense 2 importanti impianti a servizio delle raccolte differenziate: la Piattaforma Ecologica di Aielli e la Stazione Ecologica di Cerchio (quest’ultima utilizzata anche come struttura di supporto nella gestione dei rifiuti agricoli). In tali impianti si effettua la messa in riserva, oltre che delle tipiche matrici differenziate urbane (carta, plastica, vetro, pneumatici, legno, ecc.), anche dei rifiuti ingombranti raccolti con servizi a domicilio presso le famiglie dei Comuni affiliati. Una porzione cospicua di tali rifiuti è costituita dai cosiddetti RAEE (Rifiuti da Apparecchia-ture Elettriche ed Elettroniche) la cui gestione è disciplinata dal D.Lgs 151/2005. I due impianti soddisfano a pieno i requisiti fissati dalla nor-ma per l’individuazione dei Centri di Raccolta Comprensoriali ed è in fase di ultimazione l’iter procedurale per la loro iscrizione al Centro di Coordinamento Nazionale. Quando il sistema sarà a regime, permetterà l’abbattimento per i Comuni dei costi di smaltimento e consentirà di migliorare ulteriormente il servizio di ritiro dei RAEE ed il loro avvio alle opportune operazioni di recupero.

LA DIFFERENZIATA “IN FERMENTO”Nuove servizi, nuovi impianti e nuovi progetti per il riciclaggio

Azienda Consorziale Igiene Ambientale MarsicanaVia Oslavia 6 67051 Avezzano (AQ)Tel 0863 441345 - 444261 Fax 0863 440651Numero Verde: 800 220403

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ENTE

ABR

UZZO

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DIREZIONE PARCHI TERRITORIO AMBIENTE ENERGIA - Servizio Gestione RifiutiVia Passolanciano, 75 - Pescara - Tel. 085.7671 - Fax 085.767.2585 - www.regioneabruzzo.it

Regione Abruzzo

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MOSTRECONVEGNI

SPETTACOLIBIMBOPOLI

REGIONEMARCHE

Giunta RegionaleAssessorato ai Servizi sociali,Cooperazione allo sviluppo, Immigrazione e Ambiente

5a EDIZIONE

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n° 11NOVEMBRE

2008Anno IX

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