Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

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Dipak Pant Proposte e idee nuove per sviluppare territorio, economie ed energia pulita Claudio Martini Toscana: dai “soffioni” all’eolico, il nostro tesoro energetico Augusto Rollandin La Valle d’Aosta ha da sempre la vocazione alla mobilità sostenibile periodico delle Comunità Eco sostenibili, Eco-Teck, Distretti energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione tecnologica Angelo Paladino A Ravello (Salerno) la settimana europea dell’energia sostenibile speciale Co.Svi.G. Toscana: dove lo sviluppo è verde l’Energia possibile numero 1 novembre 2008 prezzo di copertina 8,00 euro - copia omaggio Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione Postale Dl 353/2003 (conv. In L.27.02.2004 n.46) art.1, comma 1, CNS/Torino - n.1, anno 2008 - Abbonamento a 6 numeri 40 euro

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l’Energia possibile

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Page 1: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

Dipak PantProposte e idee nuove

per sviluppare territorio, economie ed energia pulita

Claudio Martini Toscana:

dai “soffioni” all’eolico, il nostro tesoro energetico

Augusto Rollandin La Valle d’Aosta ha da sempre

la vocazione alla mobilità sostenibile

periodico delle Comunità Eco sostenibili, Eco-Teck, Distretti energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione tecnologica

Angelo PaladinoA Ravello (Salerno)

la settimana europea dell’energia sostenibile

speciale Co.Svi.G. Toscana: dove lo sviluppo è verde

l’Energia possibile

numero 1 novembre 2008

prezzo di copertina 8,00 euro - copia omaggio

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

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Oggi tocca ai sindaci, rappresentanti del

territorio, avere un ruolo determinante

nello sviluppo e nella comunicazione

delle iniziative in campo energetico ed ambientale,

così come delle nuove tecnologie, anche perché il

pallino dello sviluppo di questo settore, strategico

per il Paese, è in mano alle realtà locali.

Estese superfici boschive, creste ventose, tor-

renti, piani assolati; gran parte dei Comuni

italiani, in particolare i piccoli, annoverano nel

loro territorio elementi naturali di questo tipo

quando non posseggono, addirittura, energia

geotermica proveniente dalle viscere della terra.

Spesso sono quegli stessi Comuni che hanno

registrato nei decenni passati una forte emi-

grazione da una terra aspra, dove non c’era

lavoro. Ora proprio quel patrimonio naturale di

boschi, sole (garantito ore e ore l’anno), vento,

acqua, risorse geotermiche viene riscoperto

come fonte di ricchezza.

Dai certificati verdi alla creazione di energia da

biomasse, al vento o al fotovoltaico il cambia-

mento climatico spinge le Amministrazioni a

cercare di sperimentare nuove iniziative. Sono

tante, nate innanzitutto per salvaguardare

ambiente e natura, ma che, soprattutto nei

piccoli centri, assumono anche la funzione di

nuove opportunità imprenditoriali e di equili-

brato sviluppo economico del territorio.

Quasi sempre, tuttavia, queste iniziative non

possono essere avviate da singole ammini-

strazioni. E dunque, mai come in questo caso

l’unione fa la forza - i Distretti locali ne sono

un valido esempio- e consente di sfruttare

sinergie e dividere i costi; politiche incorag-

giate dall’Unione Europea con incentivi troppo

spesso non colti. L’ente locale può farsi pro-

motore di progetti misti pubblico-privato o

funzionare da raccordo tra imprenditori, uni-

versità e strutture che fanno ricerca.

In uno scenario mondiale in cui l’uso di determi-

nate fonti energetiche coinvolge profondamente

Comuni, Province, Regioni (a cui spetta una

specifica competenza energetica e ambien-

tale), tutte le piccole comunità non potranno

chiamarsi fuori, senza farsi coinvolgere nella

cosiddetta “sindrome di NIMBY”, cioè l’atteg-

giamento che osteggia quelle opere di interesse

pubblico che si teme possano avere effetti nega-

tivi sui territori in cui verranno costruite.

Dalla parte del territorio Energeo Magazine si schiera dalla parte del

territorio, dando un senso “all’agire local-

mente, pensando globalmente”, raccontando

le vicende e le storie che animano l’intero ter-

ritorio nazionale nell’ambito delle iniziative di

promozione delle energie rinnovabili, (non più

universo misconosciuto) come elemento di

discussione e dibattito.

La pubblicazione, che avrà una periodicità

bimestrale, vuole interpretare e far conoscere

l’efficacissima formula sostenibile individuata

dal prof. Dipak Pant (servizio a pag. 6), utilis-

sima ricetta per rilanciare tutti i paesi con meno

di 5000 abitanti dando loro un futuro Eco-Teck.

I Comuni collocati in queste aree marginali

possono scommettere su energia e tecno-

logie, attraverso una strada realisticamente

percorribile.

E ci sono i Centri di Ricerca, gli incubatori di

impresa, i Poli tecnologici, l’innovazione.Basta

guardarli con la lente di ingrandimento.

La questione meriterebbe una seria indagine

sociologica, forse economica : non c’è Comune,

villaggio o località sperduta, non c’è dibattito

o piano di sviluppo locale che non tenga conto

della possibilità di utilizzare l’energia pulita

e rinnovabile, in linea con altre iniziative sul

risparmio energetico.

E non c’è sindaco o amministratore locale che

non abbia, come sogno nel cassetto, un pro-

getto per lo sviluppo sostenibile da realizzare

nel proprio territorio.

L’energia possibile

EDITORIALE

Le energie rinnovabili, dopo anni di attesa, anche

in Italia stanno vivendo una stagione di grande

sviluppo, assumendo un peso sempre più rile-

vante nella bilancia energetica.

Le notizie riportate da Energeo magazine, già a

partire da questo numero, devono servire per

aiutare, con l’esempio dei Comuni “virtuosi” e

dei Luoghi-sistema, gli amministratori pubblici a

conoscere il percorso affrontato con successo da

molte, tante realtà locali.

Informazioni utilissime per lo sviluppo di questo

settore strategico visto che manca del tutto una

pianificazione precisa sul da farsi, mentre paiono

già abbastanza complicate e farraginose le pro-

cedure burocratiche.

La sfida entro i prossimi cinque anni sarà quella

di indirizzare l’Italia su un sentiero “a bassa

emissione di anidride carbonica”, attraverso

politiche ambientali, fiscali, industriali, di ricerca

e sviluppo forti e integrate.

La strategia dell’Unione europea (-20% Co2,

+20% efficienza energetica, 20% di energia da

fonti rinnovabili) è un’opportunità per l’Italia.

Le notizie che rimbalzano in questi giorni da

Bruxelles rimettono in discussione un po’ tutto

perché alcuni Paesi Membri pensano di riscri-

vere il Protocollo di Kyoto. Vedremo. Ne ripar-

leremo nel prossimo numero. Ricordiamo che è

necessaria una politica nazionale per ripensare

l’attuale modello energetico e renderlo più ade-

guato ai tempi per invertire la rotta.

Al Comitato Scientifico, cui va riconosciuto

grande spessore tecnico e culturale, da Carlin

Petrini, indicato tra i 50 che potrebbero sal-

vare il pianeta, al prof. Dipak Pant, professore

di Antropologia e Economia, fondatore e diret-

tore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per

l’Economia Sostenibile presso l’Università di

Castellanza, considerato il guru dell’economia

sostenibile, un doveroso ringraziamento per

l’aiuto determinante nell’aver indicato, nella

nostra agenda di lavoro, le linee guida.

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

EDITORIALEL’energia possibile

FOCUSProposte e idee nuove per sviluppare territorio, economie ed energia pulita

Un rapporto poco incoraggiante

Dipak R. Pant, il guru dell’economia sostenibile

ASSOCIAZIONI & SOCIETÀEcocity OnlusProgetti e obiettivi in Comune

Che cos’è l’OCES I promotori di Ecocity Onlus

RENAEL: una grande squadra al servizio dei Comuni

Agenzie locali: fare, saper fare, farlo sapere

Local: un ruolo importante per le politiche energetiche

POLI DI RICERCA & INNOVAZIONERicerca e innovazione strozzate in un imbuto

MEDIA & TERRITORIOTutti in onda su Teleluogo-sistema

Dario Carella, vice direttore Tgr:un osservatorio da Bruxelles di assoluta competenza e puntualità

Marcello Masi, vice direttore Tg2:un duro sempre disponibile con il pallino del territorio

APPROFONDIMENTOClaudio Martini, governatore della Regione Toscana: dai “soffioni” all’eolico il tesoro energetico di una terra antica

E se il locale fosse meglio del globale?

Nuovi modi di abitare tagliando i costi dell’energia

H2: l’idrogeno per creare gioielli

A Pontedera dopo la Vespa, nasce un altro mito: l’idrogeno come combustibile pulito

Valdera: consorziare i Comuni per sviluppare robotica e innovazione

Un pieno di idrogeno per viaggiare pulito

A Gorgona il sole accende la luce

Ma i Comuni sanno come si può risparmiare?

Sole e vento nel futuro dell’energia rinnovabile

Si scrive TER, ma si legge Energie Rinnovabili

ICET Industrie: record di affidabilità della famiglia Irani

Quando il sistema economico incontra il mondo della conoscenza

Impianti rinnovabili in Toscana

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Energeo Magazineanno 1, numero 1, novembre 2008

chiuso in tipografia il 30 ottobre 2008

Dipak PantProposte e idee nuove

per sviluppare territorio, economie ed energia pulita

Claudio Martini Toscana:

dai “soffioni” all’eolico, il nostro tesoro energetico

Augusto Rollandin La Valle d’Aosta ha da sempre

la vocazione alla mobilità sostenibile

periodico delle Comunità Eco sostenibili, Eco-Teck, Distretti energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione tecnologica

Angelo PaladinoA Ravello (Salerno)

la settimana europea dell’energia sostenibile

speciale Co.Svi.G. Toscana: dove lo sviluppo è verde

l’Energia possibile

numero 1 novembre 2008

prezzo di copertina 8,00 euro - copia omaggio

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3COVER STORYToscana dove lo sviluppo è verde

Un luogo-sistema a tutta energia pulita

Vent’anni di storia del Co.Svi.G.

Un’avventura lunga vent’anni:a colloquio con Sergio Chiacchella, Annarita Bramerini, Piero Ceccarelli

Un territorio 110 e lode

La lana dei soffioni

L’oasi Toscana dei saperi e dei sapori

La nuova sfida di Slow Food è partita dall’area geotermica

Viaggio in un’altra Toscana

Il Parco delle Biancane

La chimica moderna nacque da queste parti

Due Centri di Ricerca per lo sviluppo delle nuove tecnologie

Il CITT

Il progetto NEFTIH2

Il CEGL

I numeri del Co.Svi.G.

La sfida per imbrigliare Eolo

Quarant’anni nel segno della qualità

DOCUMENTOMontepaschi:facciamo crescere l’energia pulita

COMUNI VIRTUOSIIn Valle d’Aosta Chamois ha da sempre la vocazione alla mobilità sostenibile

Carmagnola:dall’agricoltura tradizionale allo sviluppo ecosostenibile

Montagne Olimpiche:un luogo-sistema ecosostenibile a cinque cerchi olimpici

NUOVE ENERGIE NEL MEZZOGIORNOSalerno ha un’altra faccia:la sostenibilità energetico-ambientale

Non solo latte: le bufale produrranno energia elettrica

Sant’Agata di Puglia:quando le pale eoliche non ostacolano l’arrivo delle cicogne

Esco Energy: la ricerca e l’innovazione si sperimentano a domicilio

I nomi di questo numero

PERISCOPIO

FILO DIRETTORoyalties e certificati verdi al servizio delle esigenze locali

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Il costo della pubblicazione EnergeoMagazine è di Euro 8,00

L’abbonamento (6 numeri annuali: Italia 40 euro, estero 65 euro) che

decorrerà dal prossimo numero (data di copertina Gennaio) si attiva

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Direttore responsabile: Taty Rosa Bo [email protected]

Coordinamento redazionale e marketing: Luigi Letteriello [email protected] 334.120.71.85

Grafica: Gustosì snc [email protected]

Redazione: Pierpaolo Bo, Giovanna Lombardi [email protected]

Segreteria di Redazione: Anna Seravelli

Progetti speciali e Pubblicità: Videomedia.com [email protected]

Comitato Scientifico: - Dipak Pant, professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza.- Carlin Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, è tra le 50 persone che «potrebbero salvare il pianeta», secondo l’autorevole quotidiano The Guardian, il quale ha stilato una lista di personalità che si sono distinte per il loro impegno nel combattere inquinamento ed effetto serra, nella salvaguardia degli ecosistemi, nella promozione di metodi di sviluppo sostenibile.- Vincenzo Antonucci, Dirigente di ricerca CNR-ITAE.- Gaetano Caggiola, direttore Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia CNR Itae.- Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. - Sergio De Sanctis, manager e progettista settore Idrogeno.- Antonio Frattari, direttore Centro Universitario Edifici Intelligenti Università di Trento.- Marco Frey, doc. Economia e Gestione delle Imprese presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.- Alessandro Giari, presidente APSTI.- Arturo Lorenzoni, Università degli Studi di Padova.Direttore di Ricerca IEFE - Bocconi.- Anna Moreno, coordinatrice di Desire-Net-Project. Dipartimento Innovazione-Enea.- Davide Poli, dipartimento di Sistemi elettrici e Automazione Università di Pisa.- Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità.- Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena.

Collaboratori:Gerry Annone (inviato), Micaela Barilari (Toscana), Claudio Chiaves (Piemonte), Puccio Corona (inviato), Diego Favarato (Veneto), Giuseppina Gianquinto (Sicilia), Viviana Lupi (Trentino), Angelo Nicoletti (Campania), Piero Minuzzo (Valle d’Aosta), Luisella Duilia Meozzi (Emilia-Romagna), Marcello Paris (inviato), Laura Quattrocchi (Lombardia), Giuseppe Vetere (Basilicata/Puglia), Igor Vinci (inviato)

Fotografie: Apsti, Luciano Baesso, Blulinda, Coordinamento Agenda 21, Casa dell’Energia Aem, Remo Caffaro, Comune di Carmagnola, Comune di Chamois, Mauro Comodi , Cosvig, Università di Castellanza, Ufficio Stampa Eni, EdiProgetti, Ministero Giustizia, Ufficio Stampa Mps, Polo tecnologico Navacchio, Orano Pippucci, Comune di Pragelato, Comune di Pontedera, Renael, Fabbrica del Sole, Presidenza Regione Toscana, Studio Fotografico Dierre Sant’Agata Di Puglia, Ufficio Stampa Slow Food, Ufficio Stampa Lingotto.

Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeomagazine.

Tutela della Privacy: I dati personali presenti nel nostro archivio, nonché i dati che ci verranno forniti, saranno elaborati con l’ausilio di strumenti informatici, custoditi con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamente da Edipress Communications, al solo fine della divulgazione di Energeo Magazine. Si fa altresì presente che è possibile conoscere, verificare e chiedere l’aggiornamento e la rettifica dei dati personali utilizzati per la diffusione di Energeo Magazine, in qualsiasi momento, nonché di chiedere all’editore la cancellazione e l’opposizione al trattamento. La mancata richiesta di cancellazione o l’opposizione di trattamento di dati saranno privi di conseguenze pregiudiziali. Prezzo di copertina: Euro 8,00Abbonamento a 6 numeri Euro 40,00

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numero 1novembre 2008

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Diritti

Valori

Innovazione

Sostenibilità

Meetingdei diritti umani

Firenze

Mandela Forum

Dicembre

2009

Festivaldella Creatività

Firenze

Fortezza da Basso

Ottobre

2009

XII Rassegna

Dire&Fare

Firenze

Fortezza da Basso

Novembre

2009

Terra Futura

Firenze

Fortezza da Basso

Maggio

2009

www.regione.toscana.itwww.intoscana.it

In tempi di globalizzazione, sono prima di tutto le nostre testea dover diventare globali.

Ecco 4 appuntamenti che si prefiggono di aprire le menti, leggere la realtà, cogliere le nuove opportunità.

Primo appuntamento a maggio: affronteremo il tema dello sviluppo sostenibile,ovvero come conciliare tutela dell'ambiente, economia e buone pratiche.

Si prosegue con il Festival della Creatività per contagiare il mondocon la fantasia, avvolgerlo di suoni, farlo esplodere di nuove idee.

Sempre alla Fortezza da Basso, XII edizione di Dire&Fare, rassegna dei progettipiù innovativi realizzati dalla pubblica amministrazione.

I diritti umani e le grandi questioni che riguardano il mondo saranno poi al centrodel Meeting che si terrà a Firenze.

Tutti argomenti per migliorare l’oggi e garantirci un eccellente futuro.D’altra parte è là che passeremo il resto della vita.

Per il cervellouna boccata d’aria.

Regione Toscana Diritti Valori Innovazione Sostenibilità

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

focusProposte e idee nuove per sviluppare

territorio, economie ed energia pulita

FOCUSIn Italia undici milioni di persone vivono in piccoli Comuni con meno di 5000 abitanti

Ci sono in Italia dieci, cento, mille iniziative diverse, mille progetti,

mille e una proposta di questa entusiasmante corsa a tappe

destinata a portarci all’abbattimento dei gas serra per contri-

buire al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.

Uno studioso di fama internazionale, il professor Dipak Pant, nepalese,

direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile,

all’università Cattaneo di Castellanza (Varese), ha messo a punto un

metodo - da lui denominato Bussola per la Comunità Eco-Tech - che

dovrebbe indicare la strada a questi paesi per garantirsi un futuro.

La formula, secondo il docente (che fa parte del Comitato Scientifico di

Energeo Magazine) ruota attorno a tre concetti base.

Il primo - spiega - viene chiamato “elemento di comunità”: passa

attraverso il recupero di tutte le risorse culturali, compresi i momenti

di aggregazione locali, le tradizioni, che contribuiscono a rinsaldare

appunto la comunità, lo stare assieme.

Il secondo è un elemento di riordino ambientale: occorre creare luoghi

gradevoli, sostenibili da un punto di vista socio-ecologico, che puntino

decisamente sulle energie alternative.

Il terzo elemento, il più importante, è la connettività: il salto di qua-

lità che potrà rendere i piccoli Comuni appetibili è uno sforzo di

investimento tecnologico per la massima connettività ed operabilità

info-telematica.

É una vera rivoluzione culturale ma che crea un paradosso: luoghi iso-

lati che diventano di colpo luoghi-sistema pregiati, ricercati e collegati,

con tutto il pianeta, creando opportunità infinite.

Il professor Dipak Pant ci potrebbe aiutare lungo questo cammino,

mettendo a disposizione il suo team, anche perché l’inchiesta avviata

da Energeo Magazine vuole toccare l’ampio bacino di utenza dei

Comuni italiani: la Bussola per la Comunità Eco-Tech ha individuato in

Italia undici milioni di persone, ovvero quelle che vivono nei paesi con

meno di 5000 abitanti. Il professor Pant ci ricorda che il nostro Paese

può adottare con facilità questa formula sostenibile, per la cultura e

per la varietà di paesaggi che c’è in Italia, per l’attaccamento ai luoghi

d’origine, che altrove non si riscontra, e perché lo sviluppo si realizzerà

lontano dalle aree urbane ormai intasate ed esauste.

Il professor Dipak Pant ha mostrato molto interesse per la nascente

Associazione Onlus Ecocity, che promuove iniziative e opportunità di

dialogo tra le varie realtà territoriali sullo sviluppo di questi temi speci-

fici e che dovrà consolidarsi negli anni rappresentando le varie tappe di

un lungo percorso attraverso il Paese dell’energia possibile.

Dipak Pant, professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi

Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza:

“Occorre creare luoghi gradevoli, paesi-laboratorio sostenibili da un punto di vista socio-ecologico, che puntino decisamente sulle energie alternative”.Lo sviluppo sostenibile ha una leva fondamentale nel territorio, in particolare nei piccoli

Comuni, nelle Comunità eco-sostenibili e nei numerosi ambiti territoriali,

denominati Distretti Energetici, che si stanno organizzando nel nostro Paese: quelli che

vengono definiti i luoghi-sistema dell’energia possibile.

Il nostro giornale vuole cominciare la sua storia editoriale analizzando la sfida di tutte le

comunità ecosostenibili radicate sul territorio che rappresentano una riserva di futuro

energetico per l’intero paese.

In questi Comuni-laboratorio vengono investiti molti soldi in campo energetico, molte volte al

fine di strapparli dal declino di zone considerate marginali.

Forniremo, strada facendo, gli esempi di queste comunità eco-sostenibili radicate sul territorio

che idealmente costituiscono un itinerario attraverso l’Italia, dalle città di mare alle località di

montagna, fino a ogni singola città con una storia di sviluppo sostenibile da raccontare.

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focus !Queste tematiche fanno parte del progetto (integrato, appunto, da una

efficace iniziativa editoriale e di comunicazione) di far lavorare insieme

le realtà locali che hanno realizzato le soluzioni tecnologiche più inte-

ressanti per promuovere l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.

E ci mette sull’avviso:

“La competizione globale non è solamente tra soggetti imprenditoriali,

ma è soprattutto tra i luoghi-sistema.

Ogni città, distretto, regione e paese deve competere con tutti gli altri

luoghi-sistema per produrre e vendere beni e servizi, per attirare e trat-

tenere le risorse e le competenze. La globalizzazione genera una nuova

polarizzazione geo-economica.

I luoghi-sistema più efficienti - per infrastrutture, amministrazione, ser-

vizi - e più attraenti - per la qualità della vita, ambiente, paesaggio, cul-

tura - vinceranno facendo una gara verso l’alto, verso nuovi orizzonti

di sviluppo qualitativo e sostenibile. “Questa sfida va capita da tutti

- ammonisce il prof. Pant - I luoghi-sistema meno attraenti e meno effi-

cienti subiranno le conseguenze della globalizzazione a loro scapito

e, al massimo dovranno accontentare degli investimenti meno quali-

ficanti-inquinanti-usuranti, con basso valore finanziario, tecnologico o

estetico- e saranno costretti a portare avanti una gara verso il basso:

verso la disperata riduzione di costi con l’abbassamento della qualità

dell’ambiente, del capitale umano, della vita.

Con la globalizzazione, con la multi-localizzazione, il mondo degli affari

vedrà una forte polarizzazione tra i luoghi-sistema: alcuni faranno leva

sul vantaggio competitivo-attrattività, specificità, qualità - una gara

verso l’alto -, mentre altri saranno costretti a perseguire solo il van-

taggio comparativo-opportunismo, genericità, quantità, sconti: una

gara verso il basso”.

Il prof. Pant invita gli amministratori pubblici a rimboccarsi le maniche,

come hanno fatto tanti coraggiosi sindaci ed amministratori pub-

blici che hanno realizzato sul proprio territorio strutture esemplari

per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. E ci dice: “L’approccio ecolo-

gico rappresenta una grande opportunità per la creazione di valore.

L’ottimizzazione ecologica sta dando buoni frutti un po’ ovunque nei

Paesi di industrializzazione matura (e satura) dove lo sviluppo è pas-

sato dalla fase dei ‘bisogni’ alla fase dei ‘desideri’, dove la politica pub-

blica è coerentemente orientata verso la sostenibilità del sistema, dove

il consumatore-cittadino è consapevole delle sue scelte, dove la società

civile e i mass media fanno interessi pubblici e non sono appendici dei

partiti politici, dove l’imprenditore-cittadino è responsabile della crea-

zione anche di valore sociale e, soprattutto, dove regnano la legalità e

il rispetto per l’armonia sociale”.

Appare preoccupato il prof. Pant: “A me sembra che in Italia non ci sia

ancora una piena convergenza tra istituzioni, comunità, mercato e il

mondo dell’impresa sul paradigma ‘ecologico’, nonostante il grande

risalto dato dai mass media alle tematiche ambientali”. Dipak Pant

plaude, infine, alla iniziativa di Energeo Magazine e auspica “un grande

mix tra comunità ecosostenibili e filiere distrettuali tra creatività, tecno-

logia e risorse del territorio, come modello vincente di competitività.

Il consiglio dato è quello di ridefinire l’identità territoriale e la competi-

tività del distretto-territorio e misurarla come un marchio complessivo

che conferisca valore aggiunto a tutti i prodotti, servizi e affari emanati

da quell’area”.

Un modello collaudato da replicare al nord come al sud d’Italia con una

strategia che dipende dalla comprensione della realtà e dalla capacità

di proiettarsi verso nuovi orizzonti.

Un rapporto poco incoraggiante

Il documento presentato lo scorso 24 luglio che

passa in rassegna le attività svolte dal Gse, fa

riferimento ai meccanismi di incentivazione della

produzione da fonti rinnovabili e della cogenerazione

ad alto rendimento.

Non è mai stato tanto negativo come nel 2007 il rap-

porto tra produzione totale e produzione da rinnova-

bili. Almeno a partire dal 1994, l’ultimo anno ripor-

tato nel quadro fornito dalle ‘’Statistiche sulle fonti

rinnovabili 2007 in Italia’’ del Gestore servizi elettrici

(Gse). Secondo i dati del Gse, anche la produzione

totale di elettricità rinnovabile nel 2007 (49,4 TWh)

è stata inferiore a quella di molti anni precedenti:

in particolare rispetto a quella di 2006, 2005, 2004,

2001, 2000 e 1999. La produzione massima è stata

toccata nel 2004, con 55,3 TWh. Il Gse indica inoltre

che, nel 2007, pur essendo aumentata del 4,6% la

potenza installata delle rinnovabili, la produzione

di energia elettrica è scesa a 49,4 miliardi di kWh,

rispetto ai 52,3 TWh del 2006. La minor produzione,

che complessivamente ha toccato un -5,5%, è inte-

ramente addebitabile al negativo andamento idro-

logico dell’anno, che ha portato ad una riduzione

della generazione idroelettrica (la fonte di gran lunga

prevalente) dell’11,3%. La generazione da eolico

è invece aumentata del 26,8%, quella da solare

dell’11,4% e quella da biomasse e rifiuti del 3,1%.

Conseguentemente è diminuito anche il rapporto

percentuale tra produzione da rinnovabili e produ-

zione totale di energia elettrica, che è passato dal

16,6% del 2006 al 15,7% del 2007. E da parte nostra

vogliamo ricordare che in Italia c’è ancora tanta

energia possibile da produrre, chilowattora puliti, a

volte dimenticati.

La sfida dei piccoli centri è già cominciata.

In alto a sinistra:Dipak PantA fianco:Università di Castellanza,vista dall’alto

[

Page 10: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

8

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

1234

impresa sostenibile

5

come si sviluppa l’impresa sostenibile

?Nel mondo dell’impresa, la sostenibilità sta entrando in cinque modi:

come rispetto degli obblighi normativi. La produzione legislativa e normativa

su questioni sociali e ambientali è in crescita ovunque nel mondo;

come opportunità di nuova impresa o di rinnovamento dell’impresa esistente

seguendo incentivi e sgravi verso l’ottimizzazione ecologica;

come parte della strategia di “eco-efficienza”, ovvero fare di più con meno

risorse, causando sempre meno impatti, scarti e rifiuti;

come strategia di consolidazione competitiva e culturale d’impresa;

come strategia di marketing e comunicazione per entrare nelle preferenze

etiche dei consumatori.

strategia territorialecheck up per una strategia territoriale

?Qual è l’assetto di marcatura del luogo-sistema del territorio?

Quale il nesso tra realtà aziendale del territorio e valore complessivo dell’immagine-marchio del territorio?

Quali sono i casi di migliori pratiche tra le imprese della zona in termini di sostenibilità?

Quali sono i vantaggi economici, sociali, culturali e pubblici?

Da quale parte della comunità e del territorio proviene la domanda di sostenibilità, e perché?

Le aziende del territorio come sono influenzate dalle domande di sostenibilità da fonti locali ed extra-locali?

La risposta delle aziende differisce in base alla territorialità delle fonti di domanda per sostenibilità?

Quali gli acceleratori e quali i rallentatori o impedimenti per il processo di sostenibilità nelle imprese del territorio?

Quali gli scenari del territorio dal punto di vista dello sviluppo sostenibile e dell’immagine-marca del territorio?

Qual è il ruolo della sostenibilità nel protagonismo delle aziende per la strategia di alto valore

del marchio del luogo-sistema per il territorio?

Page 11: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

strategia territoriale

sviluppo sostenibileche cos’è lo sviluppo sostenibile

Dipak R. Pant, il guru dell’economia sostenibile

Il prof. Dipak R. Pant affianca le organizzazioni governa-

tive, non governative e aziendali per questioni politiche

di economia sostenibile e di pianificazione strategica,

legate allo sviluppo sostenibile. Instancabile esploratore

del mondo, viene considerato il pioniere del ‘Programma

delle Terre Impervie (Extreme Lands Program)’, uno studio

che comporta indagini etnografiche, economiche e la pia-

nificazione dello sviluppo sociale ed economico nelle zone

più marginali e difficili, storicamente abitate, del mondo. Il

suo intervento nel dibattito sullo sviluppo internazionale

è basato sulla convinzione che la sostenibilità sociale e

ambientale sia elemento essenziale per ogni strategia per la

competitività nel mercato globale.

Oltre ad essere il fondatore e direttore attuale dell’Unità di

Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile e del pro-

gramma per le terre impervie, il prof. Pant discute su que-

stioni di sostenibilità, di programmazione dello sviluppo e di

sicurezza mondiale dell’umanità presso le istituzioni scien-

tifiche dell’Europa, Cina e Stati Uniti. Le sue competenze,

esperienze e prospettive sono molto richieste nel mondo

degli affari, della cultura e delle scienze.

Esplorando la vastità, la diversità e la complessità delle con-

dizioni umane di un mondo che si sta avvicinando sempre

più grazie al trasporto, alla tecnologia e alla globalizzazione

economica, Dipak Pant illustra con chiarezza le implicazioni di

ampia portata per le organizzazioni, gli affari, le comunità e le

nazioni. Egli fa notare che dal caos globale degli eco-sistemi,

delle identità etniche ed economiche, emergono nuovi rischi,

sfide e opportunità da cogliere. L’originalità e la freschezza

delle esperienze di vita reale vissute in prima persona e la

profondità delle sue riflessioni e visioni sono senza pari.

EEE“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”

La prima definizione in ordine temporale è stata quella contenuta nel rapporto Brundtland (dal nome della presidente

della Commissione, la norvegese Gro Harlem Brundtland) del 1987 e poi ripresa dalla Conferenza mondiale

sull’ambiente e lo sviluppo dell’ONU (World Commission on Environment and Development, WCED).

Sebbene questa dichiarazione sintetizzi, in maniera molto semplificata, alcuni aspetti importanti del rapporto tra

sviluppo economico, equità sociale, rispetto dell’ambiente, purtroppo non può essere operabile.

È la cosiddetta regola dell’ equilibrio delle tre E:

Ecologia, Equità, Economia.che lo identifica come « ...un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi

di supporto, dai quali essa dipende ».

Le tre condizioni generali riguardano l’uso delle risorse naturali da parte dell’uomo:

* il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al loro tasso di rigenerazione;

* l’immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell’ambiente non deve superare la capacità di carico dell’ambiente stesso;

* lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo.

In tale definizione, viene introdotto anche un concetto di ‘equilibrio’ auspicabile tra uomo ed ecosistema.

“la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura”.

(...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un

mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale.

(Art 1 e 3, Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, UNESCO, 2001).

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Page 12: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Si parte. Ecocity, il progetto di un’As-

sociazione Onlus per dare slancio alle

tante iniziative territoriali che si stanno

avviando in Italia per promuovere i luoghi-

sistema dell’energia possibile e dell’economia

sostenibile, è sulla rampa di lancio.

L’iniziativa ha coinvolto quattordici comunità,

grandi e piccole, con l’unico obiettivo di lavo-

rare insieme per avviare un dialogo proficuo

tra queste strutture e un efficace sistema di

comunicazione e di scambio di esperienze at-

traverso il Paese dell’energia possibile.

In sostanza c’è l’invito a rimanere uniti per

salvare il pianeta dai gas serra, avviando, an-

che in Italia, progetti che nascono dallo sforzo

congiunto di aziende innovatrici e ricercatori,

consci che gli elementi naturali non sono beni

eterni se utilizzati in maniera inconsapevole.

Tra i promotori ci sono realtà che nell’ambien-

te ritrovano quotidianamente le ragioni e le

energie per vivere.

Il piccolo Comune di Chamois, che ha soltanto

93 residenti, rappresenta il primo esempio delle

comunità promotrici del progetto Ecocity Onlus.

Le realtà promotrici del progetto che rappre-

sentano Comuni e territori virtuosi, custodi di

una documentata tradizione ecologista, ven-

gono indicate nei riquadri di questo servizio.

Chamois, paese della Valle d’Aosta, 1.815 sul

livello del mare, è l’unico Comune d’Italia non

raggiungibile dalle automobili, una località tu-

ristica incontaminata.

L’unico sistema di trasporto è la funivia che

funziona tutti i giorni dell’anno, con l’alterna-

tiva di affrontare a piedi l’impegnativa salita

in alta montagna o con mezzi aerei (posso-

no atterrare oltre che gli elicotteri anche i

piccoli aeroplani).

Nel territorio possono circolare esclusivamen-

te mezzi elettrici, per assicurare un servizio

di trasporto interno sia per le persone che

per le merci.

In questa località al cospetto del Cervino,

considerata “Perla delle Alpi”, inserita in un

circuito di tutto l’arco alpino che associa i

luoghi montanari più belli d’Eurora, i promo-

tori di Ecocity Onlus, ospiti della Regione Valle

d’Aosta che è anche partner del progetto, si

ASSOCIAZIONI & SOCIETÀNUOVE INIZIATIVEComunità eco-sostenibili e luoghi-sistema

Ecocity OnlusProgetti e obiettivi in Comune

L’Associazione promuove in Italia iniziative che dovranno costituire una grande opportunità di dialogo tra le varie realtà territoriali sullo sviluppo di questi temi specifici e che dovrà consolidarsi negli anni rappresentando le varie tappe di un lungo percorso attraverso il Paese dell’energia possibile.

daranno appuntamento, entro l’anno, per sot-

toscrivere il programma dell’Associazione.

Un progetto che ha l’ambizione di diventa-

re anello di congiunzione di una proposta

destinata a valicare le Alpi (Chamois è vici-

nissima al confine) per agganciarsi alle più

valide iniziative eco-sostenibili di altri Paesi

dell’Unione Europea.

Viste le circostanze favorevoli, in perfetta sin-

cronia con i tempi, il progetto Ecocity Onlus

rappresenta, già al suo debutto, uno stimolo

importante per stabilire stretti accordi opera-

tivi di ricerca e cooperazione, di confronto e

raccordo, anche attraverso identiche organiz-

zazioni internazionali.

L’Associazione guarda all’Europa per promuo-

vere azioni concrete di intervento in linea con

le indicazione della Commissione Europea.

Tra gli obiettivi c’è la promozione di relazioni

con le “stanze” dove si decide la politica ener-

getica, sia a livello nazionale che comunitario,

e l’impegno a imprimere nuovo slancio alle

relazioni internazionali con altre Comunità

eco-sostenibili, organizzazioni economiche

e culturali.

L’attività di Ecocity Onlus dovrà essere indiriz-

zata anche alla promozione di studi e ricerche

in campo economico, finanziario e tecnologico,

a stringere contatti e ad avviare collegamenti e

collaborazione fra gli altri Poli di ricerca istitu-

zionali, economici, culturali e scientifici.

L’obiettivo è di appoggiare le politiche a fa-

vore dei luoghi-sistema locali e di sviluppo

sostenibile e far dialogare le reti di filiere che

producono energia pulita.

Page 13: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

11Queste iniziative si identificano nella stra-

ordinaria formula applicativa del prof. Pant

(presiede il Comitato Scientifico di Energeo

Magazine), considerato padre spirituale di

questo percorso di aggregazione tra comunità

Eco-Tech convinte dell’importanza strategica

di trasmettere modelli di sviluppo poco diffusi

e non soltanto limitati all’ambiente.

La formula, vogliamo ricordarlo, viene rappre-

sentata dalla ricerca (Focus pag. 6) del nepale-

se Dipak Pant, fondatore e direttore dell’Uni-

tà di Studi Interdisciplinari per l’Economia

Sostenibile presso l’Università di Castellanza,

che ruota attorno a tre concetti base.

Il primo viene chiamato “elemento di comu-

nità”: passa attraverso il recupero di tutte

le risorse culturali, compresi i momenti di

aggregazione locali e le tradizioni, che con-

tribuiscono a rinsaldare appunto la comuni-

tà, lo stare assieme.

Il secondo è un elemento di riordino ambienta-

le: occorre creare luoghi gradevoli, sostenibili

da un punto di vista socio-ecologico, che pun-

tino decisamente sulle energie alternative.

Il terzo elemento, il più importante, è la con-

nettività: il salto di qualità che potrà rendere i

piccoli comuni appetibili è uno sforzo di inve-

stimento tecnologico per la massima connetti-

vità ed operabilità info-telematica.

Eccolo dunque l’obiettivo di Ecocity Onlus

che vuole rappresentare tutti i luoghi-siste-

ma, come sono stati efficacemente descritti

dal prof. Pant.

Il Comitato promotore del Coordinamento,

istituito lo scorso marzo in Toscana, nell’a-

bito delle iniziative del Distretto Energetico

dell’area geotermica, da tempo sta lavoran-

do per individuare le piccole località d’eccel-

lenza in ogni regione, nonché per stimolare

la crescita sociale ed economica attraverso

l’applicazione di innovativi metodi di cono-

scenza energetico-ambientale delle Comunità

eco sostenibili.

Un primo scopo è stato già raggiunto, con-

frontando e mescolando su tutto il territorio

nazionale le diverse esperienze e conoscenze

delle varie realtà territoriali e delle istituzioni,

per far emergere le idee-guida che hanno trai-

nato il progetto Ecocity Onlus, con il determi-

nante contributo, in questa prima fase, della

Regione Toscana.

Si è proceduto, in questi mesi, a piccoli passi,

nel convincimento che lo sviluppo sostenibile

possa costituire la piattaforma comune per

tutte le attività sociali, che sia cioè l’elemento

propulsore in grado di catalizzare e incremen-

tare tutte le energie possibili da sviluppare in

un determinato luogo.

La nuova Associazione Ecocity Onlus che

vuole rappresentare città grandi e piccole,

Comuni più o meno noti, comunità sostenibili,

distretti energetici, realtà che hanno già appli-

cato modelli di sviluppo eco-compatibili con

il territorio, modelli che vogliono affermarsi

e farsi conoscere in futuro, ha già trovato, in

vista di Milano Expo 2015, una sede di rappre-

sentanza nella Casa dell’Energia (Fondazione

AEM) in Piazza Po, 3 Milano, dove svolgerà

buona parte dell’attività di comunicazione e

di promozione.

“Il progetto che ci è stato sottoposto è ap-

parso subito valido - spiega il direttore della

Comunicazione di A2A, Biagio Longo - questa

iniziativa troverà spazio nella nostra struttura

destinata proprio alla promozione dei progetti

eco-sostenibili”.

Questo nuovo coordinamento dovrà individua-

re i Local Energy Systems, coinvolgendo i Poli

scientifici e di Ricerca, e tutte quelle strutture

che sviluppano nuove tecnologie nella promo-

zione dell’energia pulita, oggi molto ambite e

promosse dalla stessa Unione Europea.

In questa polifunzionale struttura, sarà atti-

vato anche un Osservatorio sulle Comunità

Ecosostenibili (OCES), collegato con due

sedi operative distaccate: il Distretto delle

Energie Rinnovabili della Toscana e il Distretto

Energetico del Parco del Cilento, di recente

costituzione.

L’OCES di Salerno avrà il compito specifico

di far dialogare le Province del Mezzogiorno

che, di recente, hanno sottoscritto un Patto in

materia di sviluppo energetico sostenibile dei

territori di competenza, con le altre realtà eco-

sostenibili del Paese.

Energeo Magazine accompagnerà il progetto

Ecocity Onlus in ogni tappa.

L’OCES (Osservatorio Comunità Eco Sostenibili), coordinato dalla nuova Asso-ciazione Ecocity Onlus e da Energeo Magazine, si basa su un lavoro di map-patura e di ricerca condotto sull’intero territorio nazionale e da indagini ap-

profondite dallo stesso periodico. Il giornale ha elaborato una scheda per acquisire le informazioni prodotte dalle stesse comunità eco-sostenibili (che sarà disponibile anche su Internet). Le schede compilate saranno considerate strumenti utili per individuare un percorso di conoscenza e di confronto che rappresenta un primo passo per istituire gli Stati Generali delle Comunità eco-sostenibili. Lo scopo è far discutere, confrontare e mescolare le diverse esperienze e conoscenze delle varie realtà territoriali e delle istituzioni, e far emergere le idee-guida che trai-

nino il Paese verso gli obiettivi di Kyoto.

“ “

“il paesaggio è quella parte del mondo che esiste realmente per ogni individuo, è la sua realtà, è la sua stessa vita.Il resto dell’universo ha solo un valore astratto. Ed ogni specie animale ha il suo paesaggio ed ogni uomo il suo...”

Che cos’è l’OCES

(J.Ortega y Gasset, “Temas del Escorial”, Madrid, Alianza Editorial)

Page 14: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

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40

Le Regioni italiane a cui appartengono le

realtà locali che hanno aderito alla promo-

zione del progetto Ecocity Onlus :

Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia

Romagna, Veneto, Trentino, Toscana,

Campania, Puglia.

Le Comunità, grandi e piccole, che hanno

deciso di organizzarsi nell’Associazione

Ecocity Onlus, con l’unico obiettivo di lavo-

rare insieme per avviare un dialogo proficuo

tra queste strutture e un efficace sistema di

comunicazione e di scambio di esperienze.

Le Agenzie Energetiche Locali della

Rete Nazionale Renael, promosse dalla

Commissione Europea, che, in stretta sinergia

con le Istituzioni locali, e in collaborazione

con Ecocity Onlus, promuovono e sviluppano

attività sui temi dell’uso razionale dell’energia

e delle fonti energetiche rinnovabili.

I promotori di Ecocity Onlus

NUOVE INIZIATIVEComunità eco-sostenibili e luoghi-sistema

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Page 15: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

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141 Il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana Il Distretto delle Energie Rinnovabili della To-

scana, tra i primi ad essere operativo in Italia

e destinato, per le sue specificità, a essere

tra i più avanzati d’Europa, è il naturale luo-

go di sintesi delle esperienze e delle ricerche

maturate, in Italia e negli altri Paesi europei,

per promuovere la sostenibilità e la diffusione

delle energie rinnovabili.

In questo comprensorio di 1.200 chilometri

quadrati, inserito tra i comuni al confine del-

le province di Siena, Pisa e Grosseto, si sono

insediati due centri di eccellenza sulla geoter-

mia, a Larderello, e sulle energie rinnovabili, a

Monterotondo Marittimo.

Il territorio è diventato un luogo di dibattito e

di confronto sui temi ambientali.

In questo ambito è stato promosso il progetto

di coordinamento delle altre realtà eco-soste-

nibili con il programma Ecocity Onlus.

2 ChamoisChamois, paese della Valle d’Aosta, 1.815

sul livello del mare, è l’unico Comune d’Ita-

lia non raggiungibile dalle automobili, che si

presenta in modo emblematico come località

turistica incontaminata.

L’unico trasporto è la funivia che funziona tutti

i giorni dell’anno, con l’alternativa di affronta-

re a piedi l’impegnativa salita in alta montagna

o i mezzi aerei (possono atterrare oltre che gli

elicotteri anche i piccoli aeroplani).

Nel territorio possono circolare esclusivamen-

te mezzi elettrici, per assicurare un servizio

di trasporto interno sia per le persone che

per le merci.

3 La Marca delle due ProvinceLa Marca delle due Province si propone come

luogo naturale di incontro, di contatto e di pro-

poste che rientrano nel programma più artico-

lato dell’Agenda 21.

Il Carmagnolese svolge, infatti, il ruolo cardine

nel rapporto tra la città e la campagna, lavo-

rando sulle relazioni naturali e indotte tra il si-

stema produttivo agricolo, il paesaggio rurale

e gli elementi di natura antropica, in alcuni casi

intervenendo per ripristinare l’equilibrio origi-

nale, in altri valorizzandone e qualificandone i

contenuti in termini di capacità produttiva e di

confronto con il mercato, in altri ancora rico-

struendo gli elementi compromessi.

Il progetto di grande respiro, espressione di

una politica territoriale mirata, raggruppa i co-

muni di Caramagna Piemonte, Carignano, Car-

magnola, Cavallerleone, Lombriasco, Piobesi

Torinese, Racconigi, Villastellone.

4 Il Distretto dell’Idrogeno di PontederaIl progetto di una filiera completa dell’idroge-

no è stato inserito in un Distretto Energetico,

con l’obiettivo di qualificarsi come centro di

ricerca e produzione all’avanguardia, a parti-

re dalla produzione basata sullo sfruttamento

delle fonti di energia rinnovabile, per finire con

la sperimentazione di reti di stoccaggio e di di-

stribuzione e di veicoli alimentati con questo

vettore pulito, perfettamente in linea con le at-

tuali tendenze a scala nazionale ed europea.

La filiera dell’idrogeno si inserisce nell’am-

bito di un progetto più ampio che fa a capo al

Consorzio di sviluppo Valdera che comprende i

Comuni di Calcinaia, Lari, Ponsacco, Pontedera

e si potrà allargare ad altri comuni della zona.

Il programma rientra tra gli obiettivi dell’Agen-

da 21 per lo sviluppo produttivo, turistico e

ambientale del territorio.

5 Il Distretto dell’Idrogenodi ArezzoL’idrogenodotto più lungo del mondo in area

urbana, assoluta novità in campo energetico,

ha sorpreso tutti per l’arditezza del progetto.

É infatti la prima volta che una zona industria-

le è servita da un idrogenodotto sotterraneo

attraverso il quale si eroga idrogeno per pro-

durre energia e per l’utilizzo industriale (com-

parto orafo di Arezzo) a zero emissioni.

L’idrogenodotto è stato ideato e realizzato

dalla Fabbrica del Sole, nel contesto del Pro-

getto Idrogeno per Arezzo.

6 Il Distretto delle Energie Rinnovabili di PolveraraIl Distretto delle Energie Rinnovabili di Polve-

rara (Padova) opera da alcuni anni nell’ambito

della promozione di interventi pubblici e priva-

ti nelle energie rinnovabili. Sono stati effettuati

interventi in agricoltura finalizzati alla produ-

zione di cippato nell’area del distretto, da po-

ter essere impiegato nelle centrali a biomassa.

É stata inoltre costituita una Esco che ha come

soci i Comuni gravitanti nel Distretto e aziende

di primaria importanza nel settore dell’impian-

tistica e dell’energia.

I progetti avviati riguardano il teleriscalda-

mento, impianti di fotovoltaico e interventi di

risparmio energetico nella gestione calore e

nell’illuminazione pubblica degli Enti soci.

7 Il Distretto Tecnologico del Trentino Sono oltre quaranta i soci del Distretto Tecno-

logico del Trentino che si occupano di energie

rinnovabili e alternative.

Pannelli fotovoltaici, collettori solari, impianti

eolici, prodotti bioenergetici, teleriscaldamen-

to, ma anche tecnologie per il recupero energe-

tico e attività di ricerca per l’innovazione scien-

tifica e tecnologica nel settore dell’energia.

Altri soci offrono attività di energy manage-

ment, realizzazione, diagnosi, progettazione e

gestione di sistemi tecnologici riferiti alle fonti

alternative, studi e consulenze sul risparmio

energetico, redazione di piani energetici am-

bientali. Particolarmente sviluppato anche il

settore per la produzione di idrogeno e le sue

applicazioni energetiche.

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

8 Il Distretto Energetico del Parco Nazionale del Cilento Il progetto fa parte di un programma di pro-

duzione e utilizzo di energie rinnovabili più

ampio e diversificato che interessa tutta

l’area del Parco del Cilento: 80 Comuni di-

stesi tra i due versanti (un comprensorio di

181 mila ettari, con una popolazione di 220

abitanti) che, in aggiunta alla già qualificata

valenza ambientale (il Parco viene considera-

to dall’Unesco patrimonio dell’umanità) vuole

concentrare ricerca, diffusione e produzione

di fonti pulite (fotovoltaico e solare termico)

anche sull’energia marina come ulteriore fon-

te rinnovabile di energia.

9 Renael: Rete Nazionale Agenzie Energetiche LocaliLa Commissione Europea ha promosso la crea-

zione di agenzie regionali e locali per la gestio-

ne dell’energia finalizzate ad incentivare l’uso

razionale dell’energia e a valorizzare le risorse

energetiche locali e le fonti rinnovabili, indivi-

duando in questo tipo di azione uno strumento

fondamentale per lo sviluppo sostenibile.

In pochi anni sono sorte oltre 200 agenzie nei

vari paesi dell’Unione Europea. In Italia aderi-

scono quaranta strutture locali che fanno par-

te di Renael, la Rete Nazionale delle Agenzie

Energetiche Locali, che, in stretta sinergia con

le Istituzioni locali, promuovono e sviluppano

attività sui temi dell’uso razionale dell’ener-

gia e delle fonti energetiche rinnovabili.

10 Il Distretto Energetico delle Montagne Olimpiche Un ambizioso progetto di natura collettiva è

stato sottoscritto dai Comuni delle Montagne

Olimpiche per produrre energia da fonti rinno-

vabili e dare concretezza ad iniziative per la

progettazione, costruzione e gestione di edifi-

ci sostenibili dal punto di vista ambientale.

Nell’ambito dell’iniziativa si sta costituendo

un Distretto Energetico-sostenibile, il più alto

d’Europa, con l’importante obiettivo di indivi-

duare le modalità di regolazione delle emis-

sioni di gas serra all’interno del vasto com-

prensorio che ha ospitato le recenti Olimpiadi

delle neve “Torino 2006”.

11 L’isola di GorgonaL’isola di Gorgona, inserita nel Parco Naziona-

le dell’Arcipelago Toscano, ospita una fortez-

za-penitenziario.

In questo carcere-modello, dove si organizza-

no corsi di recupero per i detenuti, si pensa da

tempo ad approfondire e a promuovere la pro-

duzione di energia attraverso le fonti rinnova-

bili. Sono stati gli stessi detenuti ad affrontare

queste tematiche energetiche mettendole,

recentemente, di fatto in pratica, lavorando a

fianco ai tecnici che hanno installato 302 pan-

nelli fotovoltaici.

L’energia prodotta dall’impianto, che consen-

te di produrre in un anno 65.000 kwh e di ri-

durre le emissioni di CO2 di circa 63 tonnellate

l’anno, è immessa nella rete elettrica dell’iso-

la, non connessa alla rete elettrica nazionale,

e viene utilizzata dalle utenze locali, mentre

l’eccesso viene distribuito sul resto dell’isola

dove ci sono molteplici attività ittiche, agricole

e di allevamento.

12 La città nel bosco di MirandolaMirandola guarda all’Europa in qualità di rap-

presentante italiano del Progetto Europeo

Innovative Thinking e si presenta come Comu-

nità modello con l’obiettivo di realizzare “una

città nel bosco”, per creare un’ampia fascia

boscata di 1.300.000 mq, alla quale tutti pos-

sono accedere.

Il progetto eco-sostenibile di Mirandola preve-

de una classificazione energetica degli edifici

pubblici. Servizi di qualità anche nel consumo

e nell’utilizzo delle fonti energetiche rinnova-

bili. Un’illuminazione pubblica intelligente e

un contributo economico per la riqualificazio-

ne energetica degli edifici.

13 Sant’Agata di Puglia, Comunità della Solidarietà SostenibileUn’idea semplice ma efficace.

Elargire le risorse delle royalties ottenute con

l’insediamento di una fattoria eolica nel terri-

torio comunale a totale vantaggio delle fami-

glie meno abbienti che vogliono acquistare la

prima casa e per le coppie desiderose di avere

un figlio. In questo modo l’Amministrazione

comunale di Sant’Agata di Puglia ha trasfor-

mato il Paese in Comunità della Solidarietà

Sostenibile, coniugando in modo inedito e

concreto i benefici ambientali, l’efficienza e

il risparmio. Gli interventi economici devono

concorrere alle spese affrontate dai genitori

per la nascita, crescita e prima educazione

di un figlio e per assegnare finanziamenti a

parziale copertura del tasso di interesse ap-

plicato ai mutui fissi contratti per l’acquisto

di un alloggio.

14 Il comfort tecnologico di MarzioIl modello Marzio (provincia di Varese) vuole

utilizzare la moderna ingegneria, connettività,

energia pulita, innovazioni tecnologiche, per

rendere ottimali ambienti immersi nella natura.

Il traguardo ambizioso è di realizzare un piano

di governo territoriale unico, innovativo e di-

mostrativo, un connubio tra storia, cultura, am-

biente e tecnologia, che proponga un piano di

insediamento alla portata di tutti e di altissima

qualità, che porti a creare villaggi dimensionati

per “autosostenersi” perché ci sia tutto.

Il modello Marzio propone insediamenti inno-

vativi e l’utilizzo di energia pulita.

Il piano prevede alimentazione totale con fon-

ti rinnovabili entro il 2010, un modello urba-

nistico d’avanguardia, strettamente correlato

al progetto “Comunità Eco-Tech” che indica

le linee guida future della comunità, che sarà

ecologica e tecnologica.

La Casa dell’Energia (Fondazione AEM) in

Piazza Po, 3 Milano (nella foto sotto), dove

avrà la sede di rappresentanza Ecocity Onlus,

è stata inserita in una struttura, recentemente

ammodernata, composta da un’Esposizione

didattico/museale con esperimenti e appa-

recchiature, in un ideale percorso nel mondo

dell’energia dedicato soprattutto ai giovani

delle scuole primarie e secondarie. In questo

modernissimo complesso è stata inserita

una struttura flessibile costituita da un

Centro Congressi con sale convegni e spazi

multifunzionali attrezzati con le tecnologie

più all’avanguardia e da una Sala Regia in

grado di gestire in modo flessibile e moderno

tutti i collegamenti e le tecnologie di cui sono

forniti gli spazi della Casa dell’Energia

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

L’ ultimo impegno è stato nei giorni

scorsi a Roma, in ottobre per discu-

tere in un convegno, organizzato in

collaborazione con Adiconsum e Gse, sull’effi-

cienza energetica negli edifici pubblici e nell’il-

luminazione cittadina, ma l’impegno quoti-

diano di Renael, Rete Nazionale delle Agenzie

Energetiche Locali, si manifesta sul territorio

tra la gente, nei Comuni e nelle Province ita-

liane a sostegno dei sindaci e delle Istituzioni.

E il caso di dire in ogni luogo, o quasi. Renael

è una rete di strutture specializzate (agenzie

locali) che hanno specifiche competenze

energetiche e ambientali a favore del territorio.

Renael è appunto tutto questo. L’acronimo

vuole rappresentare una grande squadra affia-

tata di operatori e tecnici sempre pronti ad

affrontare le problematiche ambientali, anche

quelle più difficili e apparentemente irrisol-

vibili. Problematiche di acquisto di energia e

di efficienza e risparmio energetico oltre che

promozione e sostegno delle nuove iniziative

che riguardano le politiche basate su criteri di

sostenibilità e di utilizzo delle risorse senza

squilibri per il territorio.

“I sindaci, in particolare quelli dei piccoli

Comuni che si trovano troppo spesso in dif-

ficoltà per mancanza di risorse - spiega, con

malcelato orgoglio, il presidente di Renael

Angelo Paladino - non vengono mai lasciati

soli per affrontare e risolvere le problematiche

energetiche”.

Renael offre sempre una possibile soluzione.

Anche per risolvere, oltre alle problematiche

tecniche, le questioni, spesso annose, di

natura finanziaria.

La Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche

Locali (partner del progetto Ecocity Onlus) è

una organizzazione con altissime competenze

a tutto vantaggio dei Comuni.

Con il programma Save (ora EIE - Energia

Intelligente per l’Europa), la Commissione

Europea ha promosso la creazione di

agenzie regionali e locali per la gestione

dell’energia finalizzate a incentivare l’uso

razionale dell’energia e a valorizzare le risorse

PRESENZE SUL TERRITORIOLa Rete ha un’organizzazione capillare in tutte le Regioni italiane

RENAEL: una grande squadra al servizio dei Comuni

I sindaci che si trovano troppo spesso in difficoltà per mancanza di risorse, non vengono mai lasciati soli per affrontare e risolvere le problematiche energetiche. Insieme si trova sempre una soluzione.

energetiche locali e le fonti rinnovabili, indivi-

duando in questo tipo di azione uno strumento

fondamentale per lo sviluppo sostenibile.

In pochi anni sono sorte oltre 400 agenzie nei

vari Paesi dell’Unione Europea.

Nel dicembre 1998 le Agenzie sorte sulla base

dei finanziamenti del programma SAVE II,

nell’incontro di Cork (Irlanda), hanno redatto

e sottoscritto in sede comunitaria una Carta

delle Agenzie Europee regionali e locali per la

gestione dell’energia.

In alto: Marcello Antinucci,vice presidente Renael

A sinistra: Angelo Paladino,presidente Renael

[

Page 19: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

17

Questa carta, oltre ad esporre i principi

guida, gli obiettivi e le modalità di funziona-

mento che caratterizzano le Agenzie Locali e

Regionali, sottolinea l’importanza della coo-

perazione e della dimensione di rete per una

più efficace condivisione delle esperienze,

per una migliore diffusione dei progetti e

delle informazioni e per attivare le sinergie

con i livelli istituzionali e locali, nazionali

ed europei, con le collettività locali e con il

mondo produttivo.

Anche in considerazione di queste premesse,

le Agenzie Locali italiane che hanno condiviso

e sottoscritto la carta di Cork, hanno formal-

mente costituito nell’ottobre 1999 a Roma

la Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche

Locali, Renael, alla quale hanno aderito 40

strutture locali (con una organizzazione pri-

vatistica), che integrano, in molti casi, l’atti-

vità di promozione energetica e ambientale

della Provincia competente, favorendo lo

scambio di esperienze e di buone pratiche e

valorizzando il ruolo delle Autorità locali, che

operano a livello comunitario, nazionale e

locale, nella gestione dell’energia.

“Non è sempre facile - ammette Marcello

Antinucci, dell’Agenzia per l’Energia e lo

Sviluppo Sostenibile di Modena e vice pre-

sidente di Renael - le campagne di Renael

mirano alla diffusione delle conoscenze,

ai diversi livelli, sui temi dell’uso razionale

dell’energia e delle fonti energetiche rinno-

vabili. Desideriamo evitare dispersioni anche

perché le informazioni sui temi energetico-

ambientali sono destinate al grande pubblico,

oltrechè ai tecnici di settore”

“Ciascuna agenzia locale - fa ancora notare il

Presidente Paladino - organizza e gestisce in

modo autonomo le attività ed i servizi offerti

dalla rete nell’area di riferimento”.

“Renael - aggiunge Paladino, che è anche

assessore alle problematiche ambientali della

Provincia di Salerno - offre vari vantaggi, sia

sul piano organizzativo con la sua capacità di

ottimizzare risorse umane e materiali, sia sul

piano strategico, poiché, grazie a questo colle-

gamento, è in grado di interagire direttamente

con i diversi livelli istituzionali nazionali ed

europei, facilitando un dialogo fondato sulla col-

laborazione e sul principio di sussidiarietà.”

L’esperienza e il know-how di Renael consen-

tono di ampliare, modificare o sviluppare nuove

proposte operative, adattando la tecnologia

alle esigenze dei Comuni.

“L’obiettivo è quello di costruire una partner-

ship a lunga scadenza e offrire ai Comuni lo

stato dell’arte della tecnologia. Una volta che

i sindaci avranno scoperto i vantaggi offerti

dalla Rete Renael potranno mettere in uso tutto

l’efficace sistema-operativo e i risultati saranno

evidenti. Con il vantaggio - conclude il presi-

dente Paladino - che il tempo risparmiato per il

coordinamento dei progetti significa più tempo

per nuovi progetti”.

Gli operatori di Renael possono garantire

tutto questo.

TSE Srl Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento della Icet Industrie Spa Sede Legale: Piazza Usilia, 31 int D – 53036 POGGIBONSI (SI) Cod. Fisc. e P. IVA 00278190525 - Cap. Soc. €. 98.800,00 Stab. E Amm.ne: Via G. Galilei, 18 – 50021 BARBERINO VAL D’ELSA (FI) Tel: 0558078060 / 0558078416 - Fax: 0558069171 - e-mail: [email protected]

C.N.E. “Consorzio New Energy”

Sede Legale: Via F.lli Cervi, 31– 56045 Pomarance (PI)

P. I. 01804790507

Tel / Fax: +39 (0) 588 65593

E-mail: [email protected]

TSE Srl Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento della Icet Industrie Spa Sede Legale: Piazza Usilia, 31 int D – 53036 POGGIBONSI (SI) Cod. Fisc. e P. IVA 00278190525 - Cap. Soc. €. 98.800,00 Stab. E Amm.ne: Via G. Galilei, 18 – 50021 BARBERINO VAL D’ELSA (FI) Tel: 0558078060 / 0558078416 - Fax: 0558069171 - e-mail: [email protected]

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E-mail: [email protected]

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ICET Industrie S.p.A.- 50021 Barberino Val d’Elsa (FI)

Via G.Galilei, 9/11- Loc.SpadaTelefono + 39 055 80561

Fax + 39 055 8078252

Alighiero Irani

[email protected]

ICETdal 1941 esperienza, tecnologia, dedizione

«La nostra storia cominciò nel 1941 quando mio padre Arturo iniziò la prima attività imprenditoriale.

Da allora l’azienda si è sviluppata sempre più, fino a raggiungere i traguardi odierni, passando da interventi in ambito locale a quelli di livello nazionale ed internazionale.

Da tempo ci siamo distinti per la valenza dei nostri progetti e per lo sviluppo dei lavori chiavi in mano destinati a clienti di prestigio nel mondo e per il cuore ecostenibile della nostra attività.

Un prestigio che vogliamo mantenere anche per le nuove iniziative nel settore delle energie rinnovabili. Anche in questo campo vogliamo raggiungere importanti mete».

ICET, l’energia del nostro tempo

Ogni azienda deve conoscere la propria storia, capire fino in fondo chi è, da dove viene, per meglio

programmare la propria continuità ed il futuro.Il Gruppo Icet Industrie Spa è arrivato

alla terza generazione.

Page 20: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

10 mila Tetti Fotovoltaici AEA (Agenzia Energia e Ambiente)-Torino Tel-011 2257237 - 239 Fax 011 2257238E-mail : [email protected] www.torinoenergiambiente.com

Il progetto “10.000 Tetti Fotovoltaici” rappresenta una concreta inizia-

tiva di AEA che consente ai condomini di alleggerire la bolletta elettrica

con un impianto finanziato fino al 100%.

Per un condominio di medie dimensioni, un impianto fotovoltaico

da circa 15 kWp è in grado di generare l’energia elettrica sufficiente

a coprire tutti i consumi delle parti comuni. A livello condominiale,

installare un impianto FV centralizzato rappresenta perciò la soluzione

capace di sopperire ai consumi delle parti comuni dello stabile (luce

scale, luce garages, cancelli elettrici, ascensore, etc), permettendo al

contempo la fruizione degli incentivi statali che ripagano il finanzia-

mento dell’impianto.

Il tutto con la sicurezza di un impianto fotovoltaico “chiavi in mano”

installato sul tetto condominiale da aziende selezionate e supervisio-

nate dall’Agenzia per l’Energia torinese. L’amministratore potrà con-

tare su una pluralità di imprese qualificate a cui richiedere i preventivi

per l’impianto, assegnate attraverso un meccanismo chiaro e traspa-

rente di cui tutti i condomini potranno prendere atto. Dal momento

che l’incentivo statale è dato sulla produzione di energia, l’Agenzia

per l’Energia a tutela dei condomini ha introdotto lo strumento della

garanzia di risultato GRS-PV. Altre informazioni sul sito.

Un premio per i condomini solariRomaenergia (Agenzia per il Risparmio Energetico) - RomaTel 06 41734416 Fax 06 4511231E-mail: [email protected] www.romaenergia.org

Un premio per un condominio del Comune di Roma che consuma molta

energia e che è disponibile a realizzare interventi significativi non

solo in funzione del risparmio energetico, ma anche per costituire un

modello per altri casi simili.

É il “Premio Condomini Solari” promosso dalla Regione Lazio in col-

laborazione con l’Agenzia RomaEnergia che vuole favorire, in questo

Agenzie locali: fare, saper fare, farlo sapere

INTERVENTIViaggio nell’Italia delle mille iniziative per la sostenibilità ambientale

Impareremo a conoscere i progetti e le realizzazioni degli Associati alla Rete Renael.Energeo Magazine illustrerà le più belle iniziative del territorio.

modo, l’utilizzo virtuoso dell’energia e il ricorso, in maniera collettiva,

a pratiche d’efficienza energetica nella vita quotidiana.

Roma Energia selezionerà un condominio energivoro che potrà bene-

ficiare di una diagnosi energetica, di un progetto di riqualificazione,

della valutazione delle prestazioni energetiche, del supporto alla rea-

lizzazione attraverso delle società specializzate nei servizi energetici

(Esco) e del riconoscimento pubblico di condominio efficiente.

Nei prossimi mesi verrà attivato un fondo di rotazione triennale, per 15

milioni di euro, che sarà di supporto a cittadini e imprese che vogliono

utilizzare le rinnovabili, mentre sono in dirittura d’arrivo gli incentivi

per le caldaie ad alta efficienza, per un milione di euro.

Il Premio Condomini Solari rafforza una linea di intervento già svilup-

pata da RomaEnergia con diversi progetti tra i quali il progetto Altener

European Solar Building Exhibition per la realizzazione di case a basso

consumo e con uso di fonti di energia rinnovabili a Roma e il progetto di

realizzazione di palazzine nel Piano di Zona di Borghetto dei Pescatori

a Ostia con elevata efficienza e uso di fonti di energia rinnovabili.

Altre informazioni sul sito.

Campagna multipartner per il risparmio nella mobilità e nel settore civile

Anea (Agenzia Napoletana per l’Energia e l’Ambiente) - Napoli Tel.081 409459 Fax 081 [email protected] www.anea.eu

L’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli, in collabora-

zione con la Napoletanagas S.p.A. e l’ANEA (Agenzia Napoletana

Energia e Ambiente), sta realizzando un’importante Campagna di

Sensibilizzazione sul Risparmio Energetico nei Settori Trasporti e Civile,

che prevede la distribuzione di un volantino informativo, in cui sono

riportate le buone norme da seguire per evitare sprechi energetici, e un

kit per il risparmio idrico-energetico, contenente n. 3 rompigetto aerati

per rubinetto e n. 1 erogatore a basso flusso per doccia.

La campagna di sensibilizzazione mira soprattutto all’informazione

di un pubblico più vasto possibile, con la collaborazione di Aziende,

Enti, Università, che attraverso i propri veicoli interni di comunica-

zione (bacheche, sito web, newsletter, intranet), coinvolgano dipen-

denti ed utenti.

Attraverso questa iniziativa, i promotori e i partner si impegnano a

dare risonanza al tema della sostenibilità ambientale, ponendosi, essi

stessi, come catalizzatori del dibattito sull’efficienza energetica.

I partner che hanno finora aderito all’iniziativa, e che distribuiranno

il kit corredato di volantino informativo, si collocano tra gli Enti più

importanti nel territorio napoletano.

Altre informazioni sul sito.

Page 21: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

19Premio Energia 2008 per l’utilizzo di Fonti rinnovabili ad uso efficiente di energia

Infoenergia(Rete di sportelli per l’Energia e l’Ambiente) - Milano Tel. 02 77403535 Fax 02 93650857E-mail :[email protected] www.infoenergia.eu

La Rete di Sportelli per l’Energia e l’Ambiente S.c.a r.l., conosciuta come

Infoenergia, braccio operativo dell’Assessorato all’Ambiente della

Provincia di Milano, ha istituito il Premio Energia 2008 che si aggiunge

alle altre iniziative promosse dall’Ente per incentivare la diffusione di

comportamenti virtuosi nel campo dell’energia.

Il Premio Energia è volto ad evidenziare i progetti di qualità nella riqua-

lificazione energetica di edifici esistenti e nella produzione di energia

da fonti rinnovabili.

Il premio, inteso come contributo alla copertura dei costi sostenuti

per la realizzazione dell’intervento, ha lo scopo di diffondere una mag-

giore conoscenza di questo tipo di realizzazioni, giudicate un valido

esempio pratico per chi si appresta ad investire nell’efficienza e nelle

fonti pulite di energia.

Altra iniziativa che ha riscosso un grande successo è il Mutuo a profitto,

destinato a finanziare tutta una serie di interventi diretti ad ottenere

una riqualificazione energetica e un risparmio nei consumi energetici,

quali ad esempio la sostituzione dei serramenti, opere per l’isola-

mento termico, l’installazione di nuovi e più efficienti impianti di riscal-

damento, l’installazione di pannelli solari, pompe di calore. Maggiori

informazioni sono disponibili sul sito della Provincia di Milano o presso

gli spazi o il sito di Infoenergia.

Il risparmio energetico va come la Ferrari

AESS (Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile) - ModenaTel.059.407115 Fax 059.407118E- Mail: [email protected] www.aess-modena.it

Competenza, professionalità, progetti d’avanguardia.

L’AESS di Modena rappresenta un modello innovativo di promozione

energetica sul territorio.

L’ultima iniziativa riguarda 11 Comuni che hanno deciso di mettersi

insieme per lanciare un’unica gara per il risparmio energetico negli

edifici pubblici.

L’Agenzia di Modena ha fornito l’assistenza tecnica alla stazione di

committenza (GEOVEST srl) con l’esecuzione di oltre duecento analisi

energetiche su un totale di circa 400 edifici di varie dimensioni (scuole,

uffici, impianti sportivi).

La gara prevede un risparmio minimo garantito del 15% sul consumo

totale di energia termica ed elettrica. Sarà incentivato, con un sistema

di suddivisione del beneficio, il risparmio ulteriore ottenuto nella

gestione. Per consentire alla ditta aggiudicataria di recuperare gli inve-

stimenti, il contratto ha una durata di nove anni. L’Agenzia di Modena

non è nuova alla preparazione di bandi innovativi di questo tipo, già

aggiudicati per gli edifici della Provincia di Modena (2004), Comune di

Formigine (2005), Comune di Budrio (2006) ed ora bando aperto anche

al Comune di Maranello, con l’obiettivo di realizzare risparmio energe-

tico attraverso soluzioni nuove, scavalcando i problemi di bilancio e le

scarse risorse.

AESS svolge attività di consulenza a committenti pubblici e privati,

rivolta all’esecuzione di diagnosi energetiche degli edifici e studi di

fattibilità tecnico/economica per nuove edificazioni e/o ristruttura-

zioni dell’esistente che adottino soluzioni tecnologiche innovative

improntate all’efficienza energetica e al contenimento dei consumi.

Altre informazioni sul sito.

Rinnovabili ed Efficienza Energetica volàno dello sviluppo sostenibile del Mezzogiorno

Ageas (Agenzia energetica e ambientale) - Salerno Tel. e fax 089 [email protected] www.ageassalerno.net

Gran lavoro nell’utilizzo e promozione dei progetti approvati dalla

Commissione Europea, realizzazioni ecosostenibili soprattutto nel

campo della mobilità sostenibile, sviluppo di progetti locali sulle rin-

novabili, in particolar modo il solare termico e fotovoltaico, il risparmio

energetico e lo sfruttamento della biomassa dalla filiera maggiormente

rappresentativa della provincia di Salerno quale quella legata alla pro-

duzione della mozzarella.

L’agenzia è stata apripista nei progetti di risparmio energetico, con

il progetto “Incontra l’Energia”, carovana itinerante attraverso i 158

comuni della Provincia di Salerno con la distribuzione gratuita a tutte le

famiglie di n. 3 lampade a risparmio energetico e n. 6 rompigetti Aerati

e n. 2 erogatori a basso flusso. Tale campagna ha avuto ed ha il pregio

di parlare di energia alle famiglie ed informarle e formarle sul corretto

utilizzo dell’energia domestica.

1.000 Tetti FotovoltaiciProgetto primo ed unico in Italia, coinvolge le famiglie salernitane rea-

lizzando gratuitamente e senza oneri un tetto fotovol-

taico da 3 kWp, con la partecipazione

di una Esco (Esco Energy srl) locale

che finanzia l’iniziativa. Il pro-

getto ha ottenuto a Firenze (giugno

2007) il Premio dell’Award Energy.

Si promuove con questa iniziativa

l’efficienza energetica per le famiglie

e la generazione distribuita di energia

elettrica, attraverso 1.000 piccoli impianti

produttivi senza stravolgere il tessuto e

l’economia agricola salernitana.

Campagna di efficienza EnergeticaÉ un accordo con la CCIAA di Salerno per la realizzazione di audit ener-

getici nelle aziende manifatturiere e del turismo Salernitane.

Recupero energetico dai liquami zootecnici, siero caseario e scarti agroindustrialiIl progetto, a supporto delle aziende bufaline del territorio salernitano,

realizzerà un impianto di biogas dai liquami zootecnici, siero caseario e

scarti agroindustriali, prodotti che potrebbero limitare oppure impedire

il corretto funzionamento delle aziende bufaline in virtù delle norme in

materia ambientale vigente.

Attualmente l’Agenzia è impegnata nella realizzazione di due Distretti

Energetici, uno solare da realizzarsi nell’ambito del territorio del Parco

Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, e l’altro sull’efficienza energe-

tica nell’area omogenea del Vallo di Diano, in ritenendo che il futuro e

lo sviluppo delle tecnologie e le attività di sensibilizzazione per il rag-

giungimento degli obiettivi al 2020 passino attraverso la politica della

creazione di Distretti Energetici su territori omogenei.

Altre informazioni sulle Agenzie locali:www.renael.net[

Page 22: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

20

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

“Nasce con obiettivi ambiziosi. Agenda

21 è un programma delle Nazioni Unite

dedicato allo sviluppo sostenibile:

consiste in una pianificazione completa delle

azioni da intraprendere, a livello mondiale,

nazionale e locale dalle organizzazioni delle

Nazioni Unite, dai governi e dalle amministra-

zioni in ogni area in cui la presenza umana ha

impatti sull’ambiente.

La cifra 21 che fa da attributo alla parola

Agenda si riferisce al 21° secolo, in quanto

temi prioritari di questo programma sono le

emergenze climatico-ambientali e socio-eco-

nomiche che l’inizio del Terzo Millennio pone

inderogabilmente dinanzi all’intera Umanità.

L’Agenda 21 è quindi un piano d’azione per

lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala

globale, nazionale e locale con il coinvolgi-

mento più ampio possibile di tutti i portatori

di interesse (stakeholders) che operano su un

determinato territorio.

“Negli ultimi anni - conferma il direttore del

Coordinamento nazionale A21, dott. Eriuccio

Nora - le politiche energetiche hanno assunto

via via sempre maggiore attenzione da parte

dei governi nazionali e locali, supportati da un

forte impegno, anche sotto forma di co-finan-

ziamenti a progetti e partnership, da parte

della Commissione Europea”.

Il dottor Nora sfoglia il taccuino pieno di

appunti. É soddisfatto.

Dall’anno di costituzione del Coordinamento

(1999) sono state attivate molte collabora-

zioni per il raggiungimento degli scopi sociali:

alcune di esse sono state inoltre formalizzate

tramite la firma di convenzioni e protocolli

d’intesa.

Uno degli obiettivi principali del Coordina-

mento e uno dei principi alla base dello svi-

luppo sostenibile è il potenziamento delle reti

per progetti e scambi di esperienze e il conso-

lidamento delle capacità progettuali, tramite

la costruzione di partnership tra soci e partner

nazionali ed internazionali.

Nel corso del 2005, infine, il Coordinamento

AGENDA 21A colloquio con il direttore del Coordinamento nazionale

Local: un ruolo importante per le politiche energetiche

“Gli obiettivi di MUSEC e di RES Publica sono gli stessi - spiega il dottor Nora - anche se seguono approcci diversi e coinvolgono due differenti tipologie

di governi locali: favorire la creazione e l’attuazione di strategie e piani di azione per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili e il miglioramento della efficienza energetica”.

Agende 21 Locali Italiane è diventato membro

della Commissione Mediterranea per lo

Sviluppo Sostenibile, organo consultivo per

il Piano d’Azione Mediterraneo dell’UNEP per

la definizione delle strategia per lo sviluppo

dell’area mediterranea. Nel 2006 ha preso

parte a un bando dell’Agenzia Esecutiva per

la Competitività e l’Innovazione proponendo

due progetti, MUSEC (di cui l’associazione

è leader) e RES Publica (di cui è partner),

entrambi valutati positivamente dalla CE.

“Gli obiettivi di MUSEC e di RES Publica sono

gli stessi - ci spiega il dottor Nora - anche se

seguono approcci diversi e coinvolgono due

differenti tipologie di governi locali: favorire

la creazione e l’attuazione di strategie e piani

di azione per la promozione delle fonti ener-

getiche rinnovabili ed il miglioramento della

efficienza energetica”.

Il progetto MusecDi cosa si tratta?

Le “Comunità Energeticamente Sostenibili” (in

inglese SEC - Sustainable Energy Community)

sono alla base del Progetto MUSEC.

Ma che cos’è una SEC?

Ci soccorre il direttore Nora:

“É possibile definirla come ‘un territorio ove

gli abitanti raggiungono un comune accordo

per affrontare le emergenze energetiche sce-

gliendo la strada della sostenibilità’.

Nel caso dell’energia, sostenibilità significa

sicurezza di approvvigionamento, limitazione

dei consumi allo stretto necessario, uso di

fonti rinnovabili ed abbattimento (fino all’az-

zeramento) delle emissioni di CO2.

Le città coinvolte in MUSEC (Ravenna, Asti e

Foggia in Italia; Breda in Olanda con il sup-

porto di Ecofys; Dobrich in Bulgaria coadiu-

vata dalla propria Agenzia Locale per l’Energia;

Crailsheim in Germania in collaborazione con

la propria multiutility e la società Solites;

[

Eriuccio Nora,direttore del Coordinamento nazionale

Agenda 21

[

Page 23: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

21

Valby in Danimarca supportata da due società

di consulenza, Kuben e European Green Cities)

devono creare una propria strategia SEC di

sviluppo della sostenibilità energetica, par-

tendo da una analisi della rispettiva situazione

‘energetica’ ed individuando successivamente

obiettivi energetici realistici in una prospettiva

di medio-lungo termine (10-20 anni).

Per aiutare le città nel loro lavoro sono stati

organizzati in ogni Paese coinvolto nel pro-

getto dei gruppi SECA (SEC Advisory Groups,

letteralmente gruppi di ‘consiglieri’), formati

da altri enti locali, organizzazioni e associa-

zioni operanti a livello nazionale, che con la

loro esperienza nel campo energetico hanno

coadiuvato le SEC e fornito un elenco delle

migliori buone pratiche/esperienze a livello

europeo quale base di partenza per l’elabora-

zione delle singole strategie.

In Italia, in particolar modo, le SEC sono state

coadiuvate, oltre che dal SECA nazionale, anche

dal Gruppo di Lavoro del Coordinamento,

Agende 21 Locali per Kyoto (leader è il Comune

di Padova), costituito da Comuni, Province e

stakeholder il cui scopo è proprio la diffusione

di Strategie Energetiche sostenibili e Piani di

Azione locale per il clima”.

Il progetto RES Publica“Diverso l’approccio del progetto RES Publica

- spiega il direttore Nora - L’iniziativa, difatti,

coinvolge 5 province o ‘aree vaste’ europee

(Province di Genova, Modena e Parma in Italia;

il Landratsamt Neuburg-Schrobenhause e la

città di Neuburg an der Donau in Germania, la

Diputació de Barcelona in Spagna, la regione

del Lago Balaton in Ungheria coadiuvata

dall’Agenzia per lo sviluppo regionale del

Lago Balaton) e si prefigge di elaborare Piani

energetici sostenibili utilizzando la metodo-

logia di Agenda 21.

“Questa scelta metodologica - ci conferma

Nora - ha naturalmente comportato un’attiva

ricerca della partecipazione dei portatori di

interessi locali”.

Sono diventati soggetti attivi, di conseguenza,

organizzazioni, agenzie per l’energia, univer-

sità, centri di ricerca, associazioni di categoria,

e cittadini nella fase di consultazione: ogni

territorio ha organizzato, seguendo un

approccio bottom-up comune predisposto dal

Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, un

Forum e degli incontri di Gruppi di Lavoro di

approfondimento su diverse tematiche legate

all’energia.

Gli incontri permetteranno di individuare

le azioni innovative e i programmi d’inter-

vento per l’energia intelligente a livello di

area vasta.

Allo stato attuale, tutti gli ambiti territoriali

coinvolti hanno organizzato i propri Forum ed

è stata avviata la fase di confronto per definire

le Linee Guida comuni di un sistema di moni-

toraggio delle azioni previste dai Programmi

locali per l’energia sostenibile.

La conclusione del progetto è prevista per

Giugno 2009. [ Maggiori informazioni sono contenute sui siti:www.respublica-project.euwww.musecenergy.euwww.a21italy.it

TSE Srl Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento della Icet Industrie Spa Sede Legale: Piazza Usilia, 31 int D – 53036 POGGIBONSI (SI) Cod. Fisc. e P. IVA 00278190525 - Cap. Soc. €. 98.800,00 Stab. E Amm.ne: Via G. Galilei, 18 – 50021 BARBERINO VAL D’ELSA (FI) Tel: 0558078060 / 0558078416 - Fax: 0558069171 - e-mail: [email protected]

C.N.E. “Consorzio New Energy”

Sede Legale: Via F.lli Cervi, 31– 56045 Pomarance (PI)

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ICETle energie rinnovabilirappresentano un’opportunità imperdibile

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ICET offre risposte concrete e affidabili per le nuove politiche energetiche

Page 24: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

22

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

C’è chi guida e conduce la ricerca,

l’innovazione e il trasferimento

tecnologico.

O, almeno, pensa di farlo con buoni risul-

tati. Eppure il sistema italiano non brilla

certo per efficacia e funzionalità.

Lo scenario che si è presentato, fino a oggi,

in un quadro istituzionale caratterizzato

da una carenza di politiche organiche in

grado di attuare nuovi modelli organizzati-

vi e funzionali alla produzione e diffusione

dell’innovazione, lascia intendere che sia-

mo all’emergenza o quasi.

É una situazione che si verifica in caren-

za di sistematicità e complementarietà

nell’utilizzazione dei tanti, (probabilmente

troppi) soggetti Consorzi, Agenzie, Poli,

Parchi che operano o affermano di operare

a sostegno dell’innovazione e del trasferi-

mento tecnologico.

Lo indica l’APSTI - Associazione Parchi

Scientifici e Tecnologici Italiani - network

nazionale, cui aderiscono oltre 30 PST,

rappresentativi della quasi totalità delle

regioni italiane, per sostenere lo svilup-

po economico dei territori attraverso

l’innovazione.

L’Associazione opera affinché queste in-

frastrutture si caratterizzino sempre più

come integratori tra i bisogni di crescita

innovativa delle imprese, con particolare

riferimento a quelle piccole e piccolissime,

e il patrimonio di conoscenza espresso dai

Poli di eccellenza Tecnologica e Scientifica,

dalle Università e dai Centri di ricerca, met-

tendo a sistema le funzioni dei tanti sog-

getti che interagiscono nel campo dell’in-

novazione e del trasferimento tecnologico.

Obiettivo dell’inchiesta, che Energeo

Magazine pubblica in esclusiva a partire

da questo numero, è di identificare le

strutture più innovative, ma anche cogliere

le attese, le speranze e i timori dei ricerca-

tori che, con un certo disagio, si ritrovano

troppo spesso con il problema dei risultati

di interessanti ricerche che non sempre ri-

escono ad essere testati nella prima appli-

cazione dimostrativa perché non si hanno

i contatti con i canali giusti. In altre parole

i ricercatori non hanno rapporti diretti con

chi è operativo nel territorio.

Risultato?

Si sommano gli sprechi perché quasi mai

vengono individuate le “partnership” ver-

ticali, dal punto di vista del ciclo di prodot-

to (parliamo, in questo caso, di tecnologie

di applicazione delle Fer) dalla ricerca fino

all’utilizzatore finale.

Occorrerebbe stabilire una sorta di “fi-

liera” corta, visto che molti progetti di

ricerca si arenano al secondo stadio, e

tutto finisce lì.

POLI DI RICERCA & INNOVAZIONEIntervista al Presidente dell’Apsti: “Il Paese reclamaun rapporto sistematico tra Ricerca e Imprese”

Ricerca e innovazione strozzate in un imbuto

E nella hit parade dei soggetti che danno

risultanti soddisfacenti in relazione alle

risorse pubbliche impiegate, troviamo

pochissimi casi, rispetto agli oltre 300

centri per l’innovazione e il trasferimento

tecnologico censiti in Italia (Indagine IPI

2005), che seppur connotati da provenien-

za, caratteristiche funzionali, giuridiche,

territoriali diverse tra loro, operano in un

campo comune con scarsa integrazione.

C’è qualcosa che non va.

Il presidente di APSTI, dott. Alessandro

Giari non nasconde il disappunto su que-

sta problematica.

Dice: “In Italia c’è sicuramente bisogno

della sistematizzazione del rapporto

Ricerca - Imprese per consentire lo svilup-

po di economie di scala (condivisione di

servizi e spazi comuni) e l’aggregazione su

progetti comuni (commercializzazione, fi-

nanza innovativa, internazionalizzazione),

così come accade in Europa e nel resto del

mondo, dove nei Parchi - strutture si con-

centrano fisicamente e dove difatti è tutto

il sistema organizzativo imprese hi-tech,

centri di ricerca e servizi per esaltare e sti-

molare la propensione all’innovazione”.

ESCLUSIVO In Italia sono stati censiti oltre 300 centri per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che operano in un campo comune

con scarsa complementarietà, integrazione e risultati poco soddisfacenti in relazione

alle risorse pubbliche impiegate.Ma c’è qualcosa che non va? Il sistema italiano

non brilla per efficacia e funzionalità.

Alessandro Giari,presidente Apsti

[

Page 25: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

23“Tuttavia, questo sistema non potrà

costituirsi in modo naturale, come è av-

venuto in Francia, Inghilterra e nei Paesi

Scandinavi poiché il modello prevalente

che ha caratterizzato l’esperienza italiana

è quella nella quale il flusso di risorse de-

stinate all’innovazione e al trasferimento

tecnologico è andato e va tuttora a soste-

nere quasi esclusivamente l’offerta e non

la domanda che viene direttamente dalle

imprese e dal territorio: l’offerta di know-

how, l’offerta di servizi tecnologici, che

centri di ricerca, università e centri servizi

propongono.”

Oggi, in Italia, fatta eccezione per casi

rarissimi e con l’esclusione del 1-2% di

imprese medio-grandi, è difficile da parte

di chiunque abbia disponibilità di know-

how e di tecnologia attivare in forma

autonoma efficaci azioni di trasferimento

tecnologico.

“In sostanza - sostiene il Presidente

dell’APSTI - appare impraticabile la strada

della crescita innovativa senza entrare

in un complesso e articolato processo al

quale partecipino più soggetti specializ-

zati che collaborino sistematicamente e

che prenda avvio non dalla disponibilità

di conoscenza (offerta) ma dalla eviden-

ziazione e sistematizzazione dei bisogni

delle imprese (domanda). Il criterio è

valido sia per i settori tradizionali, per i

quali è necessaria un’azione di sostegno

per il loro sviluppo e/o conversione verso

produzioni di eccellenza, sia per la crescita

dei settori ad alto contenuto tecnologico.

In sintesi dobbiamo far diventare centrale

e prioritaria la domanda di innovazione

rispetto all’offerta. Non è facile.

Questo rappresenta uno degli elementi

focali e la possibile risposta alla disarmo-

nia di strumenti e di politiche rappresenta

una priorità assoluta per il sistema Paese.

Appaiono quindi necessarie nuove politi-

che e nuovi strumenti in grado di disegna-

re nuove strategie che ci ‘obblighino’ ad

azioni omogenee e complementari, e nuo-

vi parametri per rilevare la produttività di

ciascun organismo”.

“C’è bisogno - insiste il dott. Giari - di una

nuova cultura dell’efficacia e dell’efficien-

za. C’è bisogno di risultati concreti: cre-

scita dei sistemi di impresa, degli addetti,

del fatturato, dei brevetti, del tessuto

economico-sociale dei territori”.

Quali le soluzioni?

“Stiamo provando a cercarle” - rispon-

de il Presidente dell’Apsti, sfogliando

continuamente appunti e mostrando quel-

la che potrebbe essere la sua ricetta.

In sostanza il dott. Giari, partendo da un

contesto generale dove troviamo i Parchi

che, pur molto diversi tra loro, per dimen-

sioni e struttura organizzativa, hanno al-

cuni fattori comuni come la vicinanza con

Università e Centri di ricerca, l’offerta di

strutture immobiliari e di servizi qualificati

per lo sviluppo competitivo di sistemi di

PMI, il supporto e la promozione, attraver-

so gli Incubatori, di start up tecnologiche,

propone una via d’uscita con una riorga-

nizzazione della stessa Associazione che

presiede.

L’APSTI, sotto la guida del Presidente Giari,

si è inventata un ruolo, avviando negli

ultimi anni un forte processo di rinnova-

mento ed è attualmente impegnata nella

valorizzazione del notevole patrimonio di

competenze scientifiche, tecnologiche ed

organizzative presenti nei Parchi, affinché

possa divenire il contenuto condiviso ed

utilizzato dalla rete, evitando duplicazione

di interventi e sprechi di risorse.

La rete di APSTI si sta, in effetti, consoli-

dando e qualificando per affrontare tema-

tiche settoriali e generali per promuovere

in modo sistematico gli strumenti e le

politiche di sostegno e qualificazione le

attività per lo sviluppo dei sistemi di im-

presa hi-tech.

“Si vuole stimolare - continua Giari- in so-

stanza e sostenere l’evoluzione innovativa

dei settori produttivi di valenza strategica

che, insieme, possano garantire una nuo-

va competitività del sistema economico

nazionale”.

La rete dovrà anche facilitare la nascita e lo

sviluppo di nuove imprese high-tech attra-

verso un sistema integrato di incubazione.

Ci saranno sviluppi, in futuro?

“Probabilmente si - con clude il Presidente

dell’APSTI - stiamo lavorando in questa

direzione”.

31 Associati, attivi su tutto il territorio nazionale

3 Commissioni di lavoro:Finanza per l’Innovazione, per definire una strategia di approccio al tema della finanza per l’innovazione, che costituisce ad oggi uno dei limiti principali alla nascita ed allo sviluppo di nuove imprese caratterizzate da un elevato contenuto in termini di ricerca e sviluppo;

Incubatori - Start-up - Spin- off, con l’obiettivo di facilitare e supportare la nascita e lo sviluppo di giovani imprese;

Agroalimentare, per integrare e valorizzare in logica cooperativa le competenze e le strutture tecnologiche di servizio.

14 Incubatori supportano la nascita e sviluppo di nuove imprese

Aziende Hi-tech insediate di cui 140 incubate600Occupati ad elevata specializzazione tecnologica che lavorano presso i Parchi 6.300

Maggiori informazioni sul sito: www.apsti.it

[

Page 26: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

tema del rapporto tra i media e la questione

eco-sostenibilità ambientale, convenendo che

occorre colmare un deficit di comunicazione in

questo particolare settore.

Energeo Magazine prova a dare il suo piccolo

contributo aprendo il dibattito e chiedendo ai

protagosti cosa ne pensano.

Ne parliamo con due autorevoli personaggi:

Dario Carella, vice direttore della Tgr, cura-

tore della rubrica Regioneuropa e corrispon-

dente da Bruxelles per i tg regionali e Italia

Agricoltura e con Marcello Masi, vice diret-

tore del Tg2 (segue le edizioni del mattino e

quella delle ore 13,00 e le rubriche Eat parade

e Si, viaggiare, legate ai tanti aspetti del ter-

ritorio, anche sotto il profilo ambientalistico

e di sviluppo).

MEDIA & TERRITORIODalla sede Rai di Bruxelles, agli studi del Tg2 di Saxa Rubra, ai collegamenti in diretta da piccoli e grandi località eco-sostenibili con gli inviati di Ambiente Italia e delle sedi Ra

Tutti in onda su Teleluogo-sistema

Ne parliamo con Dario Carella e Marcello Masi

che ogni giorno per le rispettive testate

individuano gli scenari sui problemi del

territorio, anche quelli che possono aiutare a

produrre energia pulita e a fissare le regole per

una nuova prospettiva dell’agire localmente.

Éfinita l’epoca dell’informazione som-

maria e paludata su questi attualissimi

argomenti.

Anche la radio ne parla in notiziari e rubriche

sempre più informate.

I giornali e le agenzie di stampa non stanno a

guardare, mentre sul web c’è tanta confusione.

Cambierà ancora?

Fino a qualche tempo fa queste notizie veni-

vano considerate di nicchia o per gli addetti

ai lavori.

In televisione venivano trasmesse, quando

andava bene, in seconda fascia oraria.

La radio ne parlava, sì. Qualche volta.

Gli approfondimenti erano e sono ancora

sporadici.

In una recente tavola rotonda si è dibattuto sul

Le notizie sul “local” diventano sempre più intriganti. In alcuni casi poi, l’informazione diventa Glocal.

Page 27: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

25La storica presenza sul territorio di Ambiente ItaliaÉ doveroso ricordare il grande lavoro che svolge

Ambiente Italia, l’unica trasmissione che, da

oltre quindici anni, ha mandato i suoi inviati su

e giù per l’Italia a scoprire le storie di piccoli e

grandi realtà locali.

La rubrica affronta, in diretta, le problematiche

dei luoghi che hanno progetti finalizzati a svi-

luppare nuove idee e soluzioni avveniristiche

per produrre e usare l’energia pulita e rinnova-

bile, più comunemente individuati oggi come

luoghi-sistema.

Il programma, realizzato con grande impegno

e con un notevole sforzo redazionale, sabato

dopo sabato ha scelto di presidiare il territorio,

senza studi a far da filtro, con il conduttore

che sta fisicamente nel cuore del problema,

a rimarcare la scelta di stare comunque dalla

parte di chi aspetta risposte e torna poi a

verificarne l’esito.

Ambiente Italia, per la consistenza dei conte-

nuti, meriterebbe una collocazione più pre-

miante per l’ascolto, anche se la rubrica della

Tgr può, comunque, vantare un pubblico di

fedelissimi che il sabato pomeriggio (14,50)

rimangono incollati davanti allo schermo per

ascoltare i protagonisti di un confronto costrut-

tivo delle principali emergenze ambientali.

Non sono certamente pochi gli appassionati

di tematiche ambientalistiche, perché questi

argomenti interessano tutti.

Il conduttore Beppe Rovera e il capo redattore

centrale della sede di Torino, Carlo Cerrato,

entrambi curatori del programma, danno vita a

un programma vivace e accattivante. La regia è

affidata a Mia Santanera.

Nella stessa fascia oraria, sulle altre reti, ven-

gono messi in onda programmi generalisti che

distraggono, di fatto, il grande pubblico. Ma

poco importa.

Parlare di questi argomenti che sono spesso

di denuncia o di approfondimento, sulla

strada dell’eco sostenibilità, non è sempre un

compito facile.

E Beppe Rovera ha raccolto in un libro edito

da Eri lo sforzo di anni e anni di viaggi da un

capo all’altro dell’Italia per raccontare “Il paese

com’è”, alle prese con la discarica di rifiuti tos-

sici, l’incubo elettrosmog, i disastri dell’allu-

vione, i morti per inquinamento, le costruzioni

abusive sulla spiaggia, i campi transgenici,

i parchi osteggiati, le scommesse sulle fonti

alternative di energia, le scelte controcorrente

di chi ha a cuore il bello, la salute, la biodi-

versità. Quasi la sceneggiatura di un film in

cui cittadini, comitati spontanei, associazioni,

esperti, scienziati, ministri si accalorano in

un confronto schietto e paritario, a volte fuori

dai denti, per protestare, discutere, cercare

risposte.

E lo share è di tutto rispetto. É stato organizzato

un filo diretto con la redazione torinese della

sede Rai: si può telefonare al numero verde

800017792 o per e-mail a:

[email protected] fax 011.8121272.

È la stampa, bellezza!Non vogliamo desacralizzare i prodotti edito-

riali e chi li fa spiegando, come ha fatto il col-

lega Anonimo che ha riassunto nel pamphet di

successo “È la stampa, bellezza”, per la prima

volta senza retorica, cosa succede davvero

in una riunione di redazione, nel corso della

quale i capi dei giornali decidono gli articoli che

verranno pubblicati il giorno dopo; come mai

alcune notizie non verranno mai pubblicate.

Occorre far circolare le notizie con più serietà,

in linea con la deontologia professionale.

Il danno che può provocare un certo modo di

fare giornalismo (parliamo per fortuna di pochi,

irresponsabili colleghi) è enorme, almeno a

livello locale.

Un luogo-sistema rappresenta un’organizza-

zione complessa e di sviluppo per il territorio,

come segnala l’intervista al prof. Pant nella

rubrica Focus (pag. 6) di questa pubblicazione.

I più noti magazine a grande tiratura hanno

cominciato, dal canto loro, ad approfondire

questi argomenti: il profilo rimane però legato

ai “massimi sistemi “ di queste problematiche.

In pochissimi casi ci sono esempi di realizza-

zioni significative che possano costituire un

esempio per il territorio.

Il Sole 24 Ore? Un’altra storia. Chapeau!

Attingiamo volentieri dal lavoro prezioso degli

inviati del giornale della Confindustria, leg-

gendo con attenzione anche i dorsi regionali.

News in diretta agli utentiLe principali agenzie di stampa, invece, si

sono attrezzate da tempo destinando rubriche

dedicate alla sostenibilità e alla promozione

energetica.

Un settore nuovo che funziona anche come

business proponendo le notizie quasi sempre

soltanto agli abbonati, news che possiamo

ritrovare spesso negli sms e che rappresentano

almeno lo spunto o l’inizio per una ricerca inte-

ressante, o una segnalazione necessaria per

poter approfondire una notizia.

Il conduttore di Ambiente Italia Beppe Rovera intervista il Nobel Carlo Rubbia[

Page 28: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

26

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

In abbonamento viene distribuita La Staffetta

petrolifera, storico quotidiano di settore che dal

1933 si distingue per la sua indipendenza e la

sua autorevolezza, tanto da essere punto di rife-

rimento indiscusso nel business dell’energia,

fornendo oltre 9.000 notizie l’anno, un’in-

formazione precisa e puntuale, commenti

ed approfondimenti di esperti, e un’attenta

analisi dei dati.

Nel 2005 è nato Quotidiano Energia per rispon-

dere alla crescente domanda di informazione

specialistica delle imprese e dei professionisti

del settore, raggiungendo i propri lettori attra-

verso le più avanzate tecnologie informatiche

declinate secondo gli attuali criteri di usabilità

e accessibilità.

Al sito www.quotidianoenergia.it, aggiornato

in tempo reale, si affiancano ogni giorno:

Quotidiano Energia, giornale in formato pdf

(spedito via mail o scaricabile dal sito); QE24,

la newsletter che riporta ogni giorno, in ordine

cronologico, tutte le notizie pubblicate sul sito

nelle ultime 24 ore; QEmobile, il servizio che

permette di consultare sul telefonino le notizie

e gli approfondimenti del giorno.

I principali tg nazionali vengono, invece, assor-

biti dal “tourbillon” della cronaca (tranne

qualche eccezione, come vedremo per le scelte

che ha fatto da tempo il Tg2), relegando questo

compito agli speciali.

Le rubriche che appartengono alla fascia dei

programmi parlamentari, trasmesse il sabato,

sono in genere attente a queste informazioni.

Ma la radio ne parla? Certo che ne parla! Una trasmissione storica,

Radio Habitat, condotta da Roberto Pippan, è

sempre puntuale con una variegata sfaccetta-

tura di argomenti e informazioni.

E c’è L’Italia che va, un programma ideato e con-

dotto da Daniel Della Seta e Stefania Giacomini

che va in onda il venerdì , su radio 1, dalle 12:35

alle 12:55.

Molti si chiedono che faccia abbia Roberto

Pippan la “voce” radiofonica dell’ambiente e

del territorio. Ricordate la storica “Agricoltura,

alimentazione, ambiente”?

La voce è quella familiare di sempre che snoc-

ciola con professionalità titoli e argomenti.

Aveva cominciato molti anni fa, forse trenta,

sempre dai microfoni della radio.

Oggi è caporedattore dell’economia e curatore

di rubriche radiofoniche di successo: Questione

di soldi (ore 07.30), Radio Habitat (ore 08.47),

Questione di borsa (ore 10,00), trasmesse dal

lunedì al venerdì.

Il programma Radio Habitat che affronta i grandi

temi ambientali e le relazioni tra ambiente, agri-

coltura e alimentazione è puntuale prima del

Gr delle 9. Il programma di approfondimento

Habitat Magazine viene trasmesso, invece la

domenica mattina, dopo il Gr delle 9 e dura una

ventina di minuti.

Il Web? Un gran casino!E c’è poi il web.

Capita che la rete inghiotta tutto.

Si trova lo studio di professionisti che utilizza

un finto giornale come specchietto delle allo-

dole, per rilanciare anche informazioni di carat-

tere commerciale e ci sono portali più o meno

schierati.

Ogni regola ha la sua eccezione: il settimanale

e-gazette.it ha compiuto dieci anni da poco e ha

garantito una presenza costante sui principali

argomenti di energia, ambiente, territorio con

serietà e competenza.

Bisogna però stare molto attenti alle “bufale”, la

disinformazione crea soltanto ingorghi.

La rete offre informazioni su questo particolare

settore, ma sono tante, e non sono facilmente

consultabili nè sempre attendibili.

Il problema è vecchio.

L’Ordine dei Giornalisti ha preso le distanze da

questi “erogatori “di informazioni.

Quasi sempre c’è il trucco. Vi invitiamo a essere

un po’ scafati per individuare la notizia giusta.

In televisione, intanto, qualcosa è cambiato.

Altre cose cambieranno.

Ci sarà presto una rubrica su Rai Due dedicata a

queste problematiche.

ITALIA AGRICOLTURA Quando le nuove frontiere della bio-agricoltura non hanno segreti in TvPuntualmente ogni sabato, RAI 3, ore 11.45

Italia Agricoltura si rivolge contempora-

neamente ai produttori e ai consuma-

tori, ma anche a chi vuole saperne di più

sulla bio-energia come la nuova frontiera

dell’agricoltura. La Rubrica, coordinata

da Lisa Bellocchi (Cr Sede di Bologna),

racconta la campagna italiana, le produ-

zioni regionali, le sfide tecnologiche, la

tipicità garantita: punti d’eccellenza che

contribuiscono in maniera determinante

alla fama e ai conti del “made in Italy”

nel mondo. Tra le sfide tecnologiche tro-

viamo, appunto, i progetti innovativi per

risparmiare energia e l’organizzazione di

alcuni poli italiani che utilizzano tecno-

logie destinate allo sfruttamento energe-

tico delle fonti rinnovabili, l’integrazione

dei servizi e le energie pulite.

Gli agricoltori sono molto interessati al

tema delle bioenergie di origine agricola,

considerate, da molti, una grande oppor-

tunità per gli operatori del settore.

Col piglio sciolto del telegiornale tematico

e il contributo di tutte le redazioni regio-

nali della Tgr, Italia Agricoltura propone

notizie ed approfondimenti sulla valoriz-

zazione dell’agricoltura e dell’agrindu-

stria italiana. Con gli occhi bene aperti

anche su quanto viene deciso dall’Unione

Europea, si rifletterà sulle tasche dei pro-

duttori e sulle tavole dei consumatori

e sulle iniziative avviate per produrre

energia pulita dalle filiere agricole.

[email protected]

Roberto Pippan, la “voce” radiofonica

dell’Ambiente e del territorio

Lisa Bellocchi, coordinatrice di Italia Agricoltura

[

[

Page 29: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

27

Cominciamo con le domande a Dario

Carella, Vice Direttore della Tgr, i tg

regionali della Rai e curatore della

rubrica settimanale “RegionEuropa”, sito web

www.regioneuropa.rai.it, in onda la domenica

su Rai Tre alle ore 11,45.

Giungono puntualmente da Bruxelles i repor-

tage del Vice Direttore della Rai Dario Carella,

trasmessi nelle rubriche RegionEuropa e Italia

Agricoltura.

Nell’ambito delle energie rinnovabili e dell’effi-

cienza energetica, è difficile valutare situazioni

e prospettive locali e regionali senza prima ana-

lizzare le correlazioni internazionali esistenti.

A Bruxelles vengono fissati gli obiettivi in tema

di sviluppo di queste tecnologie.

Dottor Carella, Lei che da un osservatorio privi-legiato segue da vicino l’evoluzione di queste notizie, che idea si è fatto del contesto gene-rale? Può decollare, senza ulteriori indugi, il mercato delle Fer anche in Italia?Certo che sì, e anzi iniziative come quelle

che voi curate dal punto di vista anche della

comunicazione istituzionale sono importantis-

sime: per fare un esempio, se non vi fosse stata

la vostra segnalazione a proposito dell’interes-

santissimo ed importantissimo evento che si

è tenuto qualche mese fa in Toscana, oppure

del lavoro che viene fatto in altri territori, dalle

Langhe al Trentino e la stessa Valle d’Aosta, noi

stessi - che come servizio pubblico radiotele-

visivo dobbiamo dare sempre conto di questi

avvenimenti che interessano le nostre comunità

locali - non ne avremmo saputo nulla.

Invece una stretta relazione fra i comunicatori e,

chiamiamoli così, i “realizzatori” per la pubblica

opinione di quanto viene fatto e comunicato,

porta alla realizzazione di servizi come quelli che

il nostro collega Antonio Silvestri ha realizzato

sulle vostre esperienze sia in RegionEuropa che

in Italia Agricoltura. É un rapporto utile, interes-

sante, necessario e che sicuramente continuerà

nel tempo, perché il tema delle Fer è troppo

importante per essere lasciato cadere, soprat-

tutto dopo che la Commissione Europea ha

varato il suo progetto cosiddetto del 20/20/20

sulle fonti energetiche.

Le principali iniziative innovative in corso in Italia forniscono in maniera esaustiva un quadro della ricerca nel settore energetico nazionale.Energeo Magazine ha l’obiettivo di far cono-scere, tra l’altro, lo stato di sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza in Italia e far

comprendere da chi e dove vengono realizzati i principali impianti alimentati a fonti rinnova-bili presenti sul mercato. É un impegno gravoso e non completamente esaustivo. A noi è parso che RegionEuropa affronti volentieri il local; anche Italia Agricoltura (coordinata dalla brava Lisa Bellocchi) fa chiarezza e fornisce conoscenze obiettive ed imparziali sulle energie rinnova-bili, in modo particolare su quelle prodotte in ambito agricolo. In questo spazio televisivo potremo aspettarci sempre più notizie su questo emergente settore?Come ho detto prima, certamente sì, perché

non solo è doveroso per un servizio pubblico

quale noi siamo, ma anche e soprattutto

perché le tematiche del global e del local che

si incontrano nel glocal, ossia nella globalizza-

zione che si fa locale, sono oggi le tematiche

che a livello europeo ed italiano le istituzioni,

gli attori economico-sociali, i comunicatori,il

mondo dell’informazione deve affrontare.

Lo stesso destino dell’Europa unita, secondo

gli osservatori più accreditati, dipende dalla

capacità di governare il glocal: ecco perché la

collaborazione fra le reti, reti di comunicazione,

reti di informazione nel nostro caso, è decisiva.

Allora, dottor Carella, non è vero che non ci sono le notizie su questi argomenti, basta sol-tanto cercarle nel contenitore giusto?Si, diciamo di sì, e ovviamente le due tra-

smissioni della Tgr, “RegionEuropa” e “Italia

Agricoltura”, servono a questo, anche se ovvia-

mente non pretendono di essere le uniche.

Ma, come ripete spesso il Direttore della Tgr

Angela Buttiglione, fare informazione di pros-

simità è fare servizio pubblico. Noi ci atte-

niamo a questa regola e speriamo di riuscire

nel nostro intento.

I lettori saranno soddisfatti di queste risposte. In futuro ci darà ancora qualche anteprima da Bruxelles?Quando vorrete e quando avremo, insieme,

cose interessanti su cui informare.

Antonio Silvestri,inviato RegionEuropa [

RegionEuropa e Italia Agricoltura, rubriche gioiello del TGR, attente al local anticipano le notizie e i progetti dell’Unione Europea.

Un osservatorio da Bruxelles

di assoluta competenza e puntualità

Page 30: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

28

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

“Abbiamo il dovere di accendere

costantemente i riflettori delle informazioni sulle

tematiche ambientali. Il Tg2 ha anticipato

scelte editoriali che oggi appaiono scontate.

Non possiamo far finta di niente”.

Lo spazio destinato alle iniziative locali

è sempre molto limitato, special-

mente in Tv.

Il Tg2 della Rai ha invertito questa tendenza. In

assoluto, è stata la prima testata giornalistica

televisiva a occuparsi di Distretti Energetici

Locali, grazie all’impegno del dinamico vice

direttore Marcello Masi che, interpellato da

Energeo Magazine che gli segnalava l’esi-

stenza di queste nuove iniziative territoriali,

ha risposto, senza esitare: “Mi piace. Tenetemi

informato”.

Dopo un primo servizio ne sono seguiti altri,

sempre ben collocati nell’edizione delle 13,

sul Distretto del comprensorio geotermico

toscano, sulla prima Comunità Mondiale del

Cibo ad energia pulita e sull’utilizzo del vettore

idrogeno ad Arezzo.

E ancora: il recupero della canapa a

Carmagnola, e la sostenibilità ambientale

nella bioedilizia sviluppata dal Distretto del

Trentino.Ogni proposta è stata prontamente accettata. Allora c’è proprio spazio in tv per queste inizia-tive? Il tg2 ha voluto fare da apripista, Dottor Masi perché questa scelta?Si tratta di una scelta obbligata. Non capire che

il mondo sta cambiando anche, o soprattutto,

per colpa delle attività umane, è pura irrespon-

sabilità. Noi abbiamo il dovere di accendere

costantemente i riflettori delle informazioni

sulle tematiche ambientali. Forse la sensibilità

del Tg2 ha anticipato delle scelte editoriali, oggi

diventate scontate. Ma certamente non si può

nel 2008, fare finta di niente. Le conseguenze

sempre più drammatiche del riscaldamento glo-

bale, della crisi energetica, dello stato di salute

dei nostri mari e delle nostre culture non pos-

sono essere relegati al rango di curiosità. Sono

vere e proprie emergenze umanitarie che vanno

raccontate giornalmente con competenza e

decisione. In futuro anzi prevedo maggiori spazi

informativi capaci di soddisfare le richieste dei

telespettatori e dei cittadini in genere. E tutte le

iniziative concrete capaci di favorire maggiore

responsabilità rispetto al mondo che ci circonda

meritano di essere comunicate adeguatamente.

La tutela dell’ambiente non è una moda, è una

priorità. Abbiamo il dovere etico e morale di

conservare per i nostri figli l’unico pianeta che

abbiamo a disposizione. Ripeto: chi ancora

spera che sia un allarme passeggero deve ricre-

dersi. Senza un cambiamento di rotta radicale

nei nostri comportamenti politici ed individuali

rischiamo di compromettere irrimediabilmente il

futuro del pianeta. Io sento molto l’onere di una

responsabilità che ogni anno diventa sempre

più gravosa, ma non certo per questo mi fer-

merò, anzi.

Parafrasando una famosa frase di Nunzio Filogamo, si può dire che il TG2 guarda con interesse alle realtà eco-sostenibili “ vicine e lontane”. Il Tg2, che ha al suo attivo il grande successo

di rubriche come ” Eat parade” e “Si Viaggiare”,

vuole guardare con la lente di ingrandimento le

numerose realtà locali, provinciali, regionali che

hanno almeno un modello di sviluppo sosteni-

bile da raccontare.

Occorre credere nella possibilità di dialogo con

questi gruppi di lavoro locali.

In questo noi italiani non siamo secondi a nes-

suno. Abbiamo risorse in termini di creatività

praticamente inesauribili. La politica locale

ora sembra prestare molta più attenzione che

in passato alla ricerca di soluzioni ecososteni-

bili in termini di tutela ambientale ed energia

alternativa. É un fatto che l’impulso che arriva

da molte realtà locali si sta rivelando prezioso e

capace di alimentare nuove e concrete speranze.

Credo moltissimo a queste esperienze che si

stanno moltiplicando. Molte soluzioni studiate

sono già in via di realizzazione e costituiscono

esempi importantissimi. Dal mio osservatorio

riesco a vedere tanti piccoli, ma costanti passi

avanti in molte regioni. Da questo punto di vista

posso affermare che bisogna essere ottimisti e

credere nei risultati delle nostre ricerche e delle

loro applicazioni.

Abbiamo spesso ricordato in precedenti inizia-tive, con una frase efficace che ci sono sogni e bisogni di energia pulita.Non si sente il bisogno di una rubrica dedicata a questi specifici argomenti?É soltanto un sogno? Sicuramente non è un sogno, ma una esigenza

fondata su solide basi. Credo, però, che sia

giusto trattare questi argomenti in ogni con-

tenitore informativo, primo fra tutti quello dei

telegiornali. Non voglio essere frainteso, ma le

tematiche energetico-ambientali meritano ampi

spazi in tutti i palinsesti. Oggi una rubrica dedi-

cata a questi temi è necessaria e auspicabile, ma

non più sufficiente.

Ecocity Onlus si è posta tra gli obiettivi la promozione e il coordinamento di questi pro-getti, il Tg2 continuerà a dare ascolto a queste proposte?Si’. É un impegno che prendo formalmente.

Marcello Masi, un duro

sempre disponibile con il pallino del territorio

Il vice direttore del Tg2 risponde alle nostre domande.

In alto: Marcello MasiIn basso: lo studio televisivo del Tg2 [

Page 31: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

29

Page 32: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

30

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

“L’ambiente visto in chiave positiva

come opportunità di crescita e occa-sione di sviluppo. Presidente, Lei ha

annunciato che vuole una regione più soste-nibile e meno dipendente dal petrolio. Qual è la ricetta, il ruolo dei Comuni, l’impegno della Regione e delle Province?Con il Piano energetico regionale abbiamo

fatto una scelta: creare le condizioni perché

l’energia da fonti rinnovabili - e non più quella

derivante dal petrolio e da altre fonti fossili -

diventi il motore dello sviluppo della Regione.

Naturalmente, nel rispetto delle caratteristiche

dei nostri territori, della salvaguardia dei

nostri paesaggi, del nostro patrimonio storico.

Per far questo dobbiamo agire in squadra:

Regione, Province e Comuni sono chiamati a

contribuire al raggiungimento di questo obiet-

tivo. Solo per fare alcuni esempi del ruolo che

potranno avere i diversi livelli istituzionali: i

Comuni dovranno indicare le aree dove poter

costruire nuovi impianti per la produzione di

energia pulita e quelle dove invece non sarà

possibile per la presenza di vincoli paesaggi-

stici, storici o culturali; le Province dovranno

realizzare un Piano energetico con precisi

obiettivi; la Regione coordinerà il lavoro, defi-

nirà le linee guida, verificherà i passi avanti e

le correzioni di rotta via via necessarie.

Quali sono le precondizioni essenziali per attuare una politica di questo tipo?É necessario che Enti locali, mondo imprendi-

toriale, sindacati, associazioni diventino sog-

getti attivi di questa sfida. In secondo luogo

occorre un salto di qualità nella capacità di

coordinamento dei soggetti coinvolti, perché

ciascuno faccia la propria parte. Infine dob-

biamo riuscire ad affermare una “cultura del

risparmio energetico”, un contesto educativo

aperto al cambiamento, disponibile al con-

fronto e cosciente della necessità di utilizzare

meno energia per la vita di tutti i giorni e di

spostarne la produzione verso le fonti rinno-

vabili e pulite.

Che posizione ha la Regione Toscana rispetto alle politiche ambientali di Bruxelles?Gli obiettivi europei sono anche i nostri. A

partire dai tre traguardi fissati dal Consiglio

d’Europa per il 2020: 1) ridurre del 20% i

consumi di energia, attraverso una maggiore

efficienza e minori sprechi; 2) aumentare del

20% la quantità di energia prodotta con fonti

rinnovabili (tra il 40 e il 50% dell’energia

elettrica); 3) diminuire le emissioni di CO2 in

atmosfera del 20%.

APPROFONDIMENTOIntervista al governatore della Regione Toscana Claudio Martini

Toscana: dai “soffioni” all’eolicoil tesoro energetico di una terra antica

“Il nostro è un gioco di squadra: Regione, Province e Comuni devono

imporsi gli obiettivi di Kyoto. Con il Piano energetico regionale abbiamo fatto una scelta: creare le condizioni perché l’energia da fonti rinnovabili - e non più quella derivante

dal petrolio e da altri fonti fossili - diventi il motore dello sviluppo della regione.”

La Regione Toscana ha l’obiettivo di far cre-scere l’utilizzo delle fonti alternative fino al 40-50 per cento in modo da produrre così l’energia elettrica che serve allo sviluppo del territorio. Per farlo è stato approvato un Piano energetico che contiene indicazioni fino al 2020, una sorta di bussola per garantirsi un futuro ecosostenibile. É questo il percorso vir-tuoso da seguire?Il nostro Piano energetico è valido fino al 2010,

ma contiene previsioni fino al 2020 e delinea

le scelte della Toscana verso un futuro energe-

tico libero dal nucleare, meno dipendente dal

petrolio, più attento all’efficienza, in grado di

ridurre i consumi, le emissioni di gas serra in

atmosfera e soprattutto accrescere fino al 50%

la produzione di energia elettrica da rinnova-

bili. Per realizzare questi obiettivi entro il 2020

sono previsti investimenti per 500 milioni di

euro, 252 nel triennio 2008-2010. Interverremo

su imprese, enti locali e famiglie con incentivi

per il passaggio alle fonti rinnovabili (vento,

sole, biomasse, acqua, geotermia), e miglio-

rare l’efficienza energetica. Sono già state

individuate le aree nelle quali realizzeremo,

con un investimento regionale di 5 milioni,

20 nuovi “distretti energetici” con 500 alloggi

ad altissima efficienza, che permetteranno

risparmi del 40-50%. Ridurremo di 7,2 milioni

di tonnellate le emissioni di CO2: 2 milioni in

meno grazie alla riconversione a metano delle

centrali Enel di Piombino e Livorno; 5,2 milioni

in meno per la riduzione dei consumi nell’in-

dustria, nella mobilità, nelle abitazioni.

Che cosa suggerisce per declinare uno svi-luppo sostenibile e accettabile da tutti?

Lo scenario mondiale non è dei migliori. Dal

2000 al 2004 le emissioni globali di gas serra

sono aumentate dell’11-13%. Con questo

ritmo, nel 2030 la temperatura crescerà di 0,6

- 0,7 gradi, e nel 2100 sarà più alta di 3 gradi.

L’Italia importa energia per l’84,3%, cioè

[

Page 33: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

31

“produce solo il 15,7% di ciò che consuma. Il

costo di un kilowattora per le aziende italiane

è superiore del 40% a quello della media Ue,

il doppio di quello francese, tre volte quello

svedese. Per assicurare un futuro alle nuove

generazioni e far crescere la competitività,

dobbiamo intervenire. Sviluppo e sostenibilità

devono poter convivere. Per me la tutela del

paesaggio, dell’ambiente, delle risorse natu-

rali e della qualità è altrettanto importante

quanto la crescita delle imprese e delle pro-

duzioni. Ci dobbiamo mettere in testa che lo

sviluppo o sarà sostenibile e compatibile con

la tutela dell’ambiente o non sarà. Per questo

è molto importante che si crei una diffusa cul-

tura ecologica, del risparmio e dell’efficienza

energetica, dei nuovi stili di vita eco-compa-

tibili. La Regione farà la sua parte con la cre-

azione di sportelli ad hoc rivolti ai cittadini e

alle imprese per migliorare l’informazione, la

diffusione di buone pratiche, la formazione

professionale.

Il progetto Energy Made in TuscanyLa Regione Toscana che si caratterizza come uno dei “laboratori delle nuove energie pulite e rinnovabili”, sarà orientata a un’attività in progress mirata alla promozione di questa attività. I modelli di sviluppo eco-compati-bili, che adottano le più avanzate soluzioni basate sulle energie rinnovabili, rientrano nel progetto “Energy Made in Tuscany”. Oggi sono maturi i tempi per organizzare gli Stati Generali dei luoghi-sistema economicamente sostenibili della Toscana?Qui abbiamo esperienze avanzate di ricerca

nel settore delle energie rinnovabili. Fra

queste ricordo il “distretto dell’idrogeno” di

Pontedera, che integra le attività di ricerca e

le sperimentazioni con i progetti industriali

e le vocazioni del territorio. Oggi il distretto

sta portando avanti un progetto che mette

insieme imprese, organismi di ricerca, uni-

versità, centri di servizio e istituzioni pub-

bliche con lo scopo di coordinare, nella zona

Pisa - Pontedera - Livorno, azioni di ricerca

e applicazioni sperimentali sulla tecnologia

dell’idrogeno applicata ai mezzi di trasporto

pubblico. La seconda esperienza significativa

è quella del Centro di eccellenza della geo-

termia di Larderello, unico del suo genere in

Italia, che si propone come punto di riferi-

mento per studiosi ed operatori del settore

di ogni parte del mondo. A Pisa ha sede il

centro ricerche Enel che coordina le attività

delle aree sperimentali e i laboratori Enel

distribuiti su tutto il territorio nazionale ed è

impegnato nella ricerca per l’utilizzo di nuove

tecnologie e per la riduzione delle emissioni

degli inquinanti. Ad Arezzo è stato da pochi

mesi inaugurato il primo idrogenodotto

urbano del mondo, un impianto capace di ser-

vire quattro aziende orafe con 53.000 metri

cubi l’anno di gas. L’obiettivo è di portare a

100.000 mc la quantità di gas erogato entro la

fine di quest’anno, per gli usi energetici delle

aziende del distretto orafo. Quella di Arezzo è

una prima esperienza che dimostra che si può

concretamente pensare all’idrogeno come

fonte alternativa, e abbiamo registrato un forte

interessamento al progetto da parte di Cina,

Giappone e Germania. Ed infine il “Distretto

delle energie rinnovabili della Toscana”, tra

i primi ad essere operativo in Italia e desti-

nato a diventare tra i più avanzati d’Europa.

Il Distretto, finanziato dalla Regione Toscana

con oltre 6 milioni di euro, rappresenta un

esempio sperimentale di economia dell’inno-

vazione e del trasferimento tecnologico, nella

promozione e nella diffusione dell’energia

pulita. Queste esperienze, e le altre presenti,

possono e devono riuscire a “fare sistema”,

scambiandosi esperienze e conoscenze con

l’obiettivo comune di fare della Toscana la

regione dell’energia pulita.

“La Regione dovrà coordinare il lavoro, definire le linee guida, verificare i passi avanti e le correzioni di rotta via via necessarie.I Comuni dovranno indicare le aree dove poter costruire nuovi impianti per la produzione di energia pulita e quelle dove invece non sarà possibile farlo per la presenza di vincoli paesaggistici, storici o culturali. Alle Province toccherà realizzare un Piano energetico con precisi obiettivi.”

Claudio Martini,Governatore della Regione Toscana [

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32

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Page 35: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

33

Energeo Magazine entra nel cuore delle

realtà locali.

É appassionante assistere all’impegno

ambientalistico dei luoghi-sistema d’Italia,

alle tante iniziative delle varie regioni italiane

per la promozione delle energie rinnovabili.

Ci sono in Italia mille iniziative diverse, pro-

getti, proposte di questa entusiasmante corsa

a tappe destinata a portarci all’abbattimento

dei gas serra per contribuire al raggiungimento

degli obiettivi di Kyoto. Energeo Magazine

inizia dalla Toscana il primo grande viaggio nel

cuore delle realtà locali.

Ecco quindi come questa Regione vuole fare

da traino agli altri progetti.

La Toscana è la regione più ecosostenibile

d’Italia, quella che ha mostrato maggior dina-

mismo nell’affrontare le problematiche su

lavoro e ambiente.

É quanto emerge dalla ricerca dell’autorevole

centro studi Sintesi di Venezia, pubblicata nel

mese di luglio, sul Sole 24 Ore.

In questa Regione, tra il 2000 e il 2007, si

sono registrati i migliori risultati sul fronte

dell’occupazione, dell’innovazione della coe-

sione sociale e soprattutto della sosteni-

bilità ambientale. Non ha nascosto la sua

soddisfazione il governatore della Regione

Toscana, Claudio Martini, nel commentare

l’indagine sulla situazione economica delle

Regioni italiane.

“Sono state premiati il dinamismo e la qua-

lità del nostro impegno, così come la scelta,

contenuta del nuovo Piano regionale di svi-

luppo, di puntare tutto sullo sviluppo soste-

nibile. Sia pur nella difficile congiuntura mon-

diale, abbiamo imboccato la strada giusta e

siamo in linea con gli obiettivi europei”.

La Toscana figura al tredicesimo posto per

l’innovazione, all’undicesimo per coesione

sociale, al terzo per l’occupazione e al primo

per la sostenibilità ambientale. Con le “per-

formances” fatte registrare nel periodo 2000-

2007, la Toscana è balzata decisamente al

primo posto di questa speciale classifica (con

un indice di 25,1), staccando di oltre 3 punti il

Molise, segue un terzetto di regioni meridio-

nali (Puglia a 14,2 Calabria a 14 e Sardegna a

12,8) e poi la Liguria al sesto posto con 11,1 e

ENERGY MADE IN TUSCANYLa Regione Toscana avanti a tutta energia, ma pulita e rinnovabile

E se il locale fosse meglio del globale?

Abbattere le emissioni e far fruttare le energie

pulite: un salto verso un nuovo modello

di sviluppo.

Il duomo e i tetti di Firenze [

l’Emilia Romagna al settimo con 10,5, ultima

delle regioni in doppia cifra.

L’analisi condotta dal Centro studi Sintesi ha

riguardato 12 indicatori economico-sociali rag-

gruppati in quattro aree tematiche e confron-

tati con gli obiettivi europei al 2010 stabiliti a

Lisbona dai Paesi dell’Unione europea.

In queste pagine vengono esaminati alcuni

casi esemplari che rappresentano l’eccellenza

nella vocazione sostenibile della Regione

Toscana. Iniziative che, in qualche modo,

hanno contribuito a raggiungere il prestigioso

risultato. E racconteremo la storia di copertina,

quella del Co.Svi.G. che compie vent’anni.

Page 36: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

34

meno gas serraENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

COMFORT & RISPARMIOTecniche e soluzioni per vivere la casa moderna

Nuovi modi di abitare tagliando i costi dell’energia

e

e

ee

e

e

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e

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ee

e

realizzazione entro la fine del 2010. L’iniziativa

consiste nell’incentivare - mediante la corre-

sponsione al costruttore di un contributo sugli

extra costi, da parte del Comune, da sostanziare

attraverso l’abbattimento degli oneri di urba-

nizzazione (contributo poi compensato dalla

Regione, che erogherà un analogo contributo,

in conto capitale, al Comune) - la riqualifica-

zione o la realizzazione di edifici o complessi

di edifici, di volumetria di norma superiore a

10.000 metri cubi.

Dal confronto tra i consumi di un’abitazione priva

di interventi migliorativi e una energeticamente

adeguata, emerge che per la prima sono neces-

sari 71 chilovattora al metro quadro all’anno,

per la seconda il fabbisogno energetico scende

a 33 Kwh annui per ogni metro quadro.

Il metodo di sviluppo è semplice perché uti-

lizza gli accordi volontari territoriali, come

sono stati definiti gli strumenti di politica

ambientale appropriati dal Consiglio dei

Ministri dei Paesi dell’Unione europea compe-

tenti in materia energetica.

Il soggetto pubblico o privato titolare del pro-

getto di riqualificazione o di costruzione di un

D.E.A. si impegna a presentare in Municipio

l’idonea certificazione di collaudo delle opere

eseguite e di verifica della conformità tecnico-

economica degli interventi realizzati con gli

obiettivi di efficienza energetica, applicando

un mix di soluzioni tecnologiche in grado di

ottimizzare l’interazione tra consumo e gene-

razione locale dell’energia, riducendo i con-

sumi e ricorrendo alle fonti rinnovabili.

La Regione può vantare il record di

aver elaborato, prima di ogni altro, un

modello di sviluppo basato sui Distretti

energetici (idrogeno a Pontedera e delle Fer

nell’area geotermica), con l’obiettivo di farne

nascere altri, e sperimentare progetti inno-

vativi come quelli che vengono raccontati in

questa inchiesta.

Il governatore Claudio Martini in queste stesse

pagine annuncia che ci saranno 20 distretti

energetici abitativi (D.E.A.), residenze e inse-

diamenti ad altissima efficienza, capaci di

far risparmiare a ogni famiglia oltre 500 euro

all’anno sulla bolletta energetica, e in grado di

ridurre di oltre la metà i consumi e le emissioni

di gas serra in atmosfera.

La Regione Toscana, con uno stanziamento

di cinque milioni di euro, ha così inaugurato

un innovativo percorso sostenibile dando

vita a piccoli collaudati luoghi-sistema. Tanti

villaggi-satelliti dislocati in sedici Comuni

della Toscana.

In via Canova a Firenze, grazie a un finanzia-

mento di 278 mila euro, saranno realizzati da

Casa Spa 20 alloggi di questo tipo.

Oltre al capoluogo toscano, i finanziamenti

regionali sono destinati ai progetti presentati

dai Comuni di Livorno, Lucca, Prato, Siena,

Aulla, Calenzano, Capannori, Castelfranco di

sotto, Figline Valdarno, Gavorrano, Monte-

murlo, Montopoli Valdarno, San Giovanni Val-

darno, Sesto Fiorentino e Villafranca.

Si tratta di appartamenti che hanno un’am-

piezza media di 85 metri quadrati e che saranno

realizzati con tecniche e soluzioni innovative.

Complessivamente saranno 48.200 i metri

quadrati di abitazioni realizzati con i nuovi

accorgimenti, il cui costo medio è di circa

8.800 euro per ogni unità abitativa.

Ogni amministrazione dovrà ultimarne la

Page 37: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

35

meno gas serra

dell’idrogeno e delle energie rinnovabili, ideato

e realizzato nel contesto del Progetto Idrogeno

per Arezzo) e, in tempi strettissimi, anche alle

abitazioni della zona di San Zeno.

La produzione energetica avviene attraverso

l’utilizzo di generatori a idrogeno che hanno

come unica emissione vapore acqueo. É infatti

la prima volta che un’area urbana è servita da

un idrogenodotto sotterraneo attraverso il quale

si eroga idrogeno per produrre energia e per

l’utilizzo industriale a zero emissioni. L’intero

Progetto Idrogeno per Arezzo è stato realizzato

da un partenariato pubblico e privato.

La Regione Toscana ha cofinanziato i primi 4 lotti

al 50%, la Fabbrica del Sole ha coordinato tutto

il progetto e realizzato l’HydroLAb, un consorzio

pubblico dei comuni aretini per la distribuzione

del gas metano, che ha realizzato la tubazione

per consentire al sistema (attraverso le fuel

cells) la distribuzione dell’idrogeno alle industrie

orafe del Distretto aretino che da sempre usano

il vettore come materia prima per le saldature e

l’eliminazione degli ossidi. La sperimentazione è

stata realizzata dalla Fabbrica del Sole.

Nel mese di luglio, lo stesso gruppo di lavoro ha

messo in funzione, a scopo dimostrativo, l’im-

pianto di solar cooling integrato a idrogeno per

la produzione di aria condizionata a zero emis-

sione e a costo irrisorio.

Anche questo intervento dimostrativo rappre-

senta un record mondiale perché si è combinato,

per la prima volta, il solare con l’idrogeno per

questo tipo di applicazione, utilizzando solo

idrogeno ed energia solare, per alimentare il

circuito di raffreddamento dell’aria condizionata

dell’HydroLAb ad Arezzo, fino a raggiungere la

temperatura di 16,7°C.

“Un importantissimo passo avanti verso il

risparmio energetico e la sostenibilità - com-

menta Emiliano Cecchini, Presidente del

Comitato Scientifico della Fabbrica del Sole - che

dimostra come l’idrogeno in combinazione con

le altre energie rinnovabili sia una strada molto

promettente”.

ALTA TECNOLOGIA La sperimentazione è stata realizzata dalla Fabbrica del Sole

H2: l’idrogeno per creare gioielli

In pratica si combina il calore dei pannelli solari

termici di produzione della Fabbrica del Sole con

il calore di scarto di una fuel cell come quelle

già installate ad Arezzo da Exergy e si introduce

quindi acqua calda sopra gli 80°C dentro un

assorbitore a bromuro di litio. Il sistema genera

liquido gelido a ca 10°C, utile per fare aria condi-

zionata attraverso dei normali fan coil.

Per la movimentazione delle pompe, dei rotori

ed altri componenti occorre anche dell’energia

elettrica che viene fornita dai pannelli fotovol-

taici dell’HydroLAb.

In pratica il condizionatore puo’ funzionare

ovunque vi sia sole.

“La messa a punto di questa tecnologia - spiega

Andrea Baldini responsabile del progetto per La

Fabbrica del Sole - è semplice ma apre tutta una

serie di possibilita’ di utilizzo molto importanti

soprattutto nel Nord Africa dove abbiamo già

avviato dei progetti, in particolare in Egitto.”

La cooperativa ha anche terminato e messo in

produzione, collegandolo alla rete ENEL, un

impianto fotovoltaico da 152 kWp in grado di pro-

durre grandi quantità di elettricità che potrebbe

essere convertita in idrogeno puro come si vuole

fare a San Zeno per il potenziamento di quello

che oggi è l’unico idrogenodotto sotterraneo in

area urbana al mondo.

L’idrogenodotto di Arezzo, realizzato con condotte sotterranee, è considerato il più lungo del mondo in area urbana. L’impianto, che porta idrogeno puro alle ditte orafe, rappresenta un’assoluta novità in campo energetico. L’HydroLAb ha sorpreso tutti per l’arditezza del progetto.

Il viaggio in Toscana prosegue con altri iti-

nerari. La Regione ha imboccato con deter-

minazione la strada dell’accelerazione

tecnologica.

La sfida dell’idrogeno è appena cominciata e

ha avuto un’alta risonanza sui media dei prin-

cipali circuiti televisivi internazionali e una

vasta eco anche a Bruxelles nell’importante

vetrina della “Settimana dell’energia sosteni-

bile dell’Unione europea” come interessante

progetto tutto italiano.

L’idrogenodotto più lungo del mondo in area

urbana, un’assoluta novità in campo energetico,

ha sorpreso tutti per l’arditezza del progetto.

Il meccanismo è semplice: l’idrogenodotto,

attraverso un percorso sotterraneo profondo

circa un metro e 20 centimetri, porta idrogeno

puro alle ditte orafe di Arezzo, all’HydroLAb (che

è un laboratorio dimostrativo per le tecnologie

In alto: Il governatore della Toscana Claudio Martini al taglio del nastro, accanto a Emiliano Cecchini (Fabbrica del Sole), l’Assessore Regionale Ambrogio Brenna, il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, il presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli.Sotto: il primo caffè ottenuto da una Moka alimentata a idrogeno.

[

Page 38: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

36

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Cosa strana parlare di un avveniristico

progetto verso l’impiego dei combu-

stibili a basso impatto ambientale e

dell’idrogeno come vettore energetico, in un

paese che è stato testimone della nascita di

un mito, la Vespa: lo scooter più famoso del

mondo progettato nel 1946 negli stabilimenti

della Piaggio di Pontedera.

L’industria che da oltre sessant’anni ancora

la produce, e con essa Pontedera, parte-

ciparono attivamente al boom economico

degli anni Sessanta.

A distanza di tanti anni, la cittadina toscana

è nuovamente sotto i riflettori, protagonista

di un progetto che ha suscitato un’atten-

zione sempre più vasta da parte di soggetti

imprenditoriali locali, Università di Pisa e delle

Istituzioni (Comune, Provincia, Regione), chia-

mate a progettare uno sviluppo ambiental-

mente sostenibile che è destinato a proiettare

Pontedera verso il futuro.

Il progetto di una filiera completa in quest’area,

inserita in un Distretto energetico dell’idro-

geno, che si qualifichi come centro di ricerca e

produzione all’avanguardia, a partire dalla pro-

duzione basata sullo sfruttamento delle fonti

di energia rinnovabile, per finire con la speri-

mentazione di reti di stoccaggio e di distribu-

zione e di veicoli alimentati con questa energia

pulita, è perfettamente in linea con le attuali

tendenze su scala nazionale ed europea, in

quanto l’Unione europea ha indicato l’idro-

geno come uno dei temi di sviluppo prioritari

sul medio-lungo termine.

Tutto questo è di ottimo auspicio per l’ini-

ziativa, promossa con determinazione dalla

Regione, che, utilizzando un finanziamento di

5 milioni di euro, assegnato dal Ministero della

Ricerca tramite un Valutatore indipendente

all’Università di Pisa, ritiene il tema dell’idro-

geno e delle celle a combustibile, di interesse

prioritario, pur dedicando evidente attenzione

anche agli altri combustibili a basso impatto

ambientale.

Il sindaco di Pontedera, Paolo Marconcini, ha

accettato la sfida e, consapevole della poli-

tica dei piccoli passi, ha messo sulla rampa

di lancio il progetto “H2 Filiera Idrogeno” con

RICERCANuove tecnologie per la mobilità del futuro

A Pontedera, dopo la Vespa, nasce un altro mito: l’idrogeno come combustibile pulito

l’ambizioso programma di trasformare questo

insieme territoriale di assets di grande pregio

in un sistema coordinato ed efficiente, in movi-

mento accelerato verso le tecnologie sulle

quali si fonderà la mobilità del futuro.

“Questa ci sembra la direzione giusta - spiega

il sindaco Marconcini - Il progetto teso a pro-

muovere lo sviluppo e la sperimentazione di

sistemi di mobilità basati sull’uso dell’idro-

geno come vettore di energia, oltre ad una

notevolissima rilevanza sul piano locale, ha,

di riflesso, una valenza anche nazionale ed

europea ed è soprattutto in tali ambiti che ne

vanno valutati motivazioni e obiettivi”.

L’idrogeno è il vettore di energia pulita su cui

maggiormente punta l’industria veicolistica

mondiale: di fatto, l’idrogeno rappresenta ad

oggi, per i maggiori produttori di veicoli del

mondo, una scelta obbligata per raggiungere

il traguardo della produzione di veicoli ad

emissioni nulle, economici ed efficienti.

La mobilità basata sull’idrogeno richiederà

però cambiamenti epocali, non solo nella

tecnologia motoristica, ma anche nelle com-

plesse infrastrutture di produzione e distribu-

zione del carburante.

Il progetto riguarda una filiera completa, inserita nel

Distretto Energetico nell’ambito del Progetto produttivo del

Consorzio Sviluppo Valdera. La Regione ha finanziato l’iniziativa, assegnando

5 milioni di Euro all’Università di Pisa che ha già realizzato

scooter che usano l’idrogeno come combustibile.

H2

Pontedera

Pontedera

Lari

Ponsacco

Calcinaia

Page 39: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

37

H2Da queste parti è stato capito lo scopo del pro-

getto e gli ingredienti per sviluppare queste

nuove tecnologie ci sono tutti.

Il Forum Italiano dell’IdrogenoA Pisa è nato e ha sede il Forum Italiano

dell’Idrogeno, centro di dibattito e promozione

degli studi di filiera, dal quale sono partite le

iniziative che hanno portato l’Italia a essere il

primo Paese europeo a dotarsi di una norma-

tiva sulla sicurezza dei sistemi per la distribu-

zione dell’idrogeno.

A Pisa, nei laboratori universitari di Ingegneria,

motori ad idrogeno hanno “girato” fin dai primi

anni ’80, mentre più recentemente hanno visto

la luce scooter a idrogeno basati su “pile” che

usano l’idrogeno come combustibile.

A Pontedera, nei Laboratori del Polo Sant’Anna

Valdera, si sperimentano sensori di nuova

generazione per la sicurezza dei sistemi per la

distribuzione e l’utilizzazione dell’idrogeno.

Senza trascurare la presenza di importanti realtà

industriali legate alla produzione di veicoli.

Non solo la Piaggio, che come grande azienda

produttrice di motori ha ovviamente anche

strategie proprie nel settore idrogeno, ma

anche molte realtà dell’indotto e le aziende

della componentistica automobilistica del

livornese, possiedono know-how tecnologici

importanti, utilizzabili nel progetto.

Da ultimo, non è da sottovalutare la dispo-

nibilità degli Enti locali e della Società SAT

(Aeroporti Toscani) a collaborare alla spe-

rimentazione su flotte di veicoli e sistemi

di distribuzione, nonché l’impegno della

Società Pont-Tech di Pontedera che ha svolto,

su sollecitazione del Comune, il ruolo di pro-

motore del progetto “H2 Filiera Idrogeno”.

Il coordinamento e il Project management

sono stati affidati all’Università di Pisa (prof.

Emilio Vitale, Preside di Ingegneria) che sta

utilizzando i finanziamenti sinora concessi

destinati all’attività di ricerca di base di com-

petenza universitaria. Il dottor Giuseppe

Pozzana, direttore della Pont-Tech con-

ferma la ricerca industriale e ricorda come

“si potranno aprire nuovi scenari, quando

saranno reperite le risorse necessarie per

un settore in continua espansione”. La

società è partecipata da Comune con il

(25%), Piaggio (20,45%), Provincia di Pisa

(25%), altre quote suddivise tra S.S.S.A, Fidi

Toscana, le banche di Lajatico e Fornacette,

Unione Industriale Pisana, Cna e, infine, i

Comuni di Bientina e Calcinaia.

Nel progetto H2 Filiera Idrogeno, un ruolo

chiave è stato svolto da EDI PROGETTI, come

spiega l’Ingegner Marco Doveri, responsabile

di quest’ultima:“Le vetture Bi-Power a ben-

zina ed idrogeno, da noi messe a punto su

base Fiat Multipla e Doblò, sono state il tram-

polino di lancio del progetto idrogeno dimo-

strando che una soluzione alternativa alle

Fuel-Cell è tuttora rappresentata dai motori

a combustione interna con il vantaggio della

doppia alimentazione e quindi dell’autonomia

garantita. Ulteriore vantaggio del sistema da

noi sperimentato è di non stravolgere l’attuale

tecnologia di produzione delle auto”.

Il progetto filiera dell’idrogeno evidenzia altri

punti di forza del progetto nelle linee di attività

della squadra di prestigiosi partners. Tra gli

altri sono coinvolti 5 Dipartimenti dell’Univer-

sità di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna.

La prima riguarda la messa a punto di veicoli

con motori endotermici trasformati per poter

funzionare efficientemente utilizzando idro-

geno (eventualmente miscelato con altri gas)

come combustibile. La seconda linea di attività

riguarda i veicoli elettrici alimentati con celle a

combustibile che utilizzano idrogeno per pro-

durre energia elettrica in modo assolutamente

pulito. Qui le sfide riguardano il miglioramento

del rendimento e dell’affidabilità delle celle,

nonché l’abbattimento dei costi.

Il Progetto è poi caratterizzato da attività tra-

sversali a tali linee di ricerca, che riguardano

l’elaborazione di proposte per la produzione

sul territorio di idrogeno “pulito”, i sistemi di

accumulo dell’idrogeno a bordo dei veicoli,

la sensoristica necessaria per controllare gli

apparati e renderli sicuri, la sperimentazione

di prototipi, lo studio dell’impatto economico

ed ambientale per il territorio, il contributo alla

messa a punto di normative per l’omologazione

di componenti e sistemi.

Insomma, tutto ciò che serve per portare i risul-

tati delle ricerche dai laboratori all’utilizzazione

stradale. E la strada che ha percorso in questi

anni la Vespa lascia veramente ben sperare.

Paolo Marconcini,sindaco di Pontedera

[

Page 40: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

38

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Un impianto esemplare, il primo in Italia, che trasforma il

futuro in presente e segna una tappa importante verso l’eco-

nomia dell’idrogeno. La Toscana, che ha creduto da subito in

questo progetto di stazione di servizio che eroga l’idrogeno

insieme agli altri carburanti ed è autosufficiente da un punto

di vista energetico sfruttando le fonti rinnovabili e la coge-

nerazione, si pone ancora una volta all’avanguardia.

La stazione “Multienergy” Agip di Grecciano, sulla super-

strada Firenze-Pisa-Livorno nel comune di Collesalvetti,

che è stata realizzata dalla Divisione Refining & Marketing

dell’Eni, fa parte dei progetti che la Regione ha finanziato in

misura del 25% (con i Fondi Docup Obiettivo 2 2000-2006)

per le sue caratteristiche fortemente innovative e interes-

santi sotto il profilo della sostenibilità.

La stazione, che eroga già vari tipi di carburante a basso

impatto ambientale, distribuisce da oggi anche idrogeno

per rifornire un parco di veicoli a idrogeno pubblici e pri-

vati. Si stima che possa garantire 433 “pieni” all’anno, il

che equivale a rifornire 4 veicoli che percorrano anualmente

10.000 chilometri. L’H2 viene ottenuto - e poi stoccato - con

le fonti di energia rinnovabile installate da tempo nella sta-

zione, cioè i pannelli fotovoltaici da 20 Kw, montati sopra

la pensilina, e le tre pale eoliche da 20 Kw ciascuna che si

trovano sul lato interno dell’area.

A questa “centrale” di energia rinnovabile, che può cedere

l’eventuale surplus energetico alla rete locale, si affiancherà

un sistema di generazione (che produce cioè sia energia

elettrica che termica e di raffreddamento) da 30 Kw, ali-

mentato a gas naturale e utilizzato per il condizionamento

dei locali. Con il suo forte investimento nella integrazione

tecnologica per una filiera sostenibile per l’idrogeno, la

stazione Multienergy segna la direzione in cui è necessario

muoversi in un contesto di assottigliamento delle risorse

fossili e di indispensabile riduzione delle emissioni in atmo-

sfera di sostanze inquinanti. Ed offre un modello pratica-

bile di impegno comune pubblico e privato per sviluppare

opzioni energetiche sostenibili e riproducibili sia in tema di

ecoefficienza e fonti rinnovabili, che in quello della mobilità

a basse emissioni, fino alle emissioni zero dell’idrogeno.

PROGETTIA Collesalvetti la prima stazione Multienergy

Un pieno di idrogeno per viaggiare pulito

INSEDIAMENTIIl territorio cresce grazie al progetto produttivo del Consorzio Sviluppo Valdera

Valdera: consorziare i Comuni per sviluppare robotica e innovazione

Svettano nel cielo di Pontedera 4 aerogeneratori eolici alti 98 metri (2 Mw di

potenza nominale), in grado di produrre 16 milioni di kwh, equivalenti al consumo

annuo di 5.000 famiglie.

La fattoria eolica, inaugurata a settembre, eviterà l’emissione in atmosfera di

14.400 tonnellate di CO2, 20,16 tonnellate di SO2, 27,36 tonnellate di Nox.

I progetti futuri riguardano la robotica e la logistica e, naturalmente, come si è

visto, il Distretto dell’Idrogeno e l’attività del Consorzio Sviluppo della Valdera

che raggruppa i Comuni di Calcinaia, Lari, Ponsacco oltre

che Pontedera.

Si scommette sull’innovazione e la ricerca, e sui prodotti

ad alto valore aggiunto. Ci sono tuttora forti segnali posi-

tivi, in un territorio che ha saputo attrarre investimenti,

mantenendo un forte tessuto industriale e produttivo.

“Le scelte fatte in questo territorio - spiega il presidente

del Consorzio, Giovanni Bonario - prima con il progetto

Pontedera e poi con il Consorzio Sviluppo Valdera, sono

andate nella direzione di riqualificare le attività produt-

tive. Il merito va a tutti coloro che hanno svolto questa

azione, che l’hanno coordinata, l’hanno attuata”.

La Valdera oggi è, per questo, sinonimo di un territorio

valido economicamente, molto attivo, ricco di centri di

innovazione industriale ma anche culturale, ambientale,

agricolo e turistico.

A poco più di dieci anni dalla sua costituzione il Consorzio

può già vantare la realizzazione di opere pubbliche per 30

milioni di euro, la gestione dell’insediamento di circa 50 nuove imprese nell’area

industriale di Pontedera, la prossima attivazione di oltre 700 mila metri quadrati

per aree industriali. Complessivamente il polo industriale di Pontedera e della

bassa Valdera che ha una estensione di circa un milione e mezzo di metri quadrati,

conta alcune centinaia di aziende e circa diecimila dipendenti.

Su queste basi si poggia l’economia di questo esteso comprensorio in provincia

di Pisa. Nei mesi scorsi sono stati inaugurati i laboratori di Pont-tech (Cerfitt)

che saranno assegnati alle neonate aziende innovative.“Occorre - dice Giovanni

Bonario - che tutti comprendano l’importanza di questi tasselli. Senza innova-

zione non c’è futuro. Senza scommettere sulla qualità del mondo produttivo si è

destinati a ruoli secondari nel panorama dell’economia globalizzata”.

Page 41: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

Prom

ozione delle Fonti Rinnovabili

Conv

enien

za: le migliori condizioni di mercato

Serv

izi

e assist

enza ai Soci

La Società Consortile Energia

Toscana (CET) nasce nel 2003 sotto l’impulso della Regione Toscana

come stazione appaltante, per conto dei soci, per l’acquisto sul libero mercato

di Energia Elettrica e Gas metano. Il fine del Consorzio è di aggregare la domanda di energia degli Enti Pubblici per ottenere prezzi migliori, minimizzando le spese di Bando degli Enti ed ottimizzando la gestione dei dati e degli atti necessari ai cambi di fornitore.

Ad oggi CET acquista circa 370 GWh di Energia elettrica e 16 milioni di mc

di Gas Naturale.

TrasparenzaIl Consorzio

opera attraverso bandi pubblici di rilevanza Europea

effettuati annualmente in pieno rispetto del Decreto Legislativo

163/06. Tramite una clausola posta all’interno del bando per la fornitura di energia elettrica viene garantito che le tariffe ottenute siano migliori di quelle CONSIP. Inoltre sono introdotte all’interno del bando clausole di

aggiudicazione che garantiscono il Consorzio dall’instaurazione

di “cartelli”.

I Soci hanno a disposizione un ufficio

specializzato per il controllo dei contratti e l’aggiornamento

sull’evoluzione normativa del Mercato dell’Energia senza dispendio di risorse. Viene fornita assistenza ai soci anche tramite servizi di interfaccia verso i fornitori, controllo delle fatturazioni (sia a campione che su

richiesta), verifica dei consumi, informazione sulle modifiche

normative del Mercato elettrico.

Effi ci

enza e risparmio energetico

Oltre ad ottenere le migliori

condizioni di mercato, il CET si pone come obiettivo

quello di diminuire i consumi al fine di ottenere vantaggi ambientali ed economici.

Poiché rispettare

l’ambiente significa investire in un futuro migliore,

il Consorzio promuove le Fonti Rinnovabili e si propone ai soci

come strumento per lo studio, la progettazione, il reperimento dei finanziamenti e la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile (Idroelettrico,

Fotovoltaico, Solare termico, Biomasse, Eolico).

CET Società Consortile Energia Toscana www.consorzioenergiatoscana.it [email protected]à Consortile Energia Toscana scrlVia Vincenzo Bellini, 5850144 - Firenze Tel. +39 055 353888 +39 050 2217350 Fax +39 055 3217026

Ridurre il costo dell’energia?Insieme si puo’ CET Consorzio pubblico per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, per il risparmio energetico e per la promozione delle fonti rinnovabili

Società Consortile Energia Toscana

Page 42: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

40

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

La luna piena illumina il mare e la fortezza

dell’isola di Gorgona, nell’arcipelago

Toscano, più delle lampade alimentate,

fino a ieri, a gasolio.

Un raggio insiste sulla Torre Vecchia costruita

nel XII secolo dai Pisani che sovrasta le case

rosse del villaggio.

Sullo sfondo la fortezza, silenziosa, fino

all’alba, si raggiunge arrampicandosi su un

viottolo ciottoloso.

Quando non c’è la luna le lampade delle case

sono accese dal sole, con un modernissimo

impianto fotovoltaico (attraverso un’alimenta-

zione verde, moderna e rinnovabile, metafora

dell’evoluzione ambientalista), che consente

di produrre in un anno 65.000 di kwh e di

ridurre le emissioni di CO2 di circa 63 tonnel-

late l’anno.

L’isola di Gorgona sembra un luogo di ritiro e

di preghiera.

Lo è stato, per secoli, quando vi abitavano ere-

miti e monaci, soprattutto benedettini (fino al

secolo XIV) e certosini (dal XIV al XVIII secolo),

anche se la Repubblica Pisana e il Granducato

di Toscana hanno lasciato tangibili testimo-

nianze della loro egemonia.

Dal 1869 l’isola, che conserva la genuina

espressione urbanistica dei villaggi di pesca-

tori, è sede di una Colonia Penale che ne occupa

tutto il territorio e che ha finito per smembrare

la comunità civile autoctona, ridotta oggi a

pochissimi abitanti.

La presenza del carcere fa sì che la Gorgona sia

la meno conosciuta delle isole dell’Arcipelago.

Gli aspetti naturalistici che la caratterizzano

sono sorprendenti.

Unica fra le piccole isole del Mediterraneo, è

coperta da boschi e la macchia mediterranea,

si arrampica sugli scoscesi strapiombi, abi-

tati da numerose colonie di gabbiani ed altri

volatili padroni assoluti di un panorama d’in-

canto, dove soffia la brezza marina su spiagge

deserte, calette appartate, sentieri nascosti.

Dal 1991 l’isola di Gorgona fa parte del Parco

Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Le caratteristiche geografiche facilitano la pos-

sibilità di promuovere la produzione di energia

attraverso le fonti rinnovabili, coinvolgendo i

detenuti che hanno lavorato a fianco ai tecnici

-installatori dei pannelli fotovoltaici.

Un’esperienza interessante ed unica.

I detenuti del Penitenziario (in totale sono

60, ma presto saranno 90-100) non sono

INNOVAZIONEIl progetto si caratterizza per la sua valenza ambientale

A Gorgona il sole accende la luce

nuovi a questi exploit di inserimento nella

vita normale.

Sull’isola ci sono varie attività lavorative, dislo-

cate nelle diverse sezioni del penitenziario. È nei

programmi dell’Amministrazione affidare, d’in-

tesa con l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago

Toscano e gli altri Enti territoriali competenti, a

cooperative sociali la gestione di attività pro-

duttive e di accoglienza dei limitati flussi turi-

stici che saranno autorizzati a visitare l’isola.

Attualmente i detenuti presenti sono impegnati

nelle attività necessarie al mantenimento e al

miglioramento della vita per tutti i residenti : ci

sono pertanto detenuti idraulici, muratori, alle-

vatori, pasticceri, meccanici, falegnami, pesca-

tori, e altri stanno imparando nuovi mestieri in

quanto il lavoro costituisce un importante ele-

mento del trattamento penitenziario ed offre

una concreta opportunità per un futuro reinse-

rimento sociale.

A breve potrà essere avviato un progetto di

formazione a distanza per detenuti, in collabo-

razione con il CITT (Centro per il Trasferimento

L’impianto, installato dagli stessi detenuti del

penitenziario-modello dell’Arcipelago Toscano,

consente di produrre in un anno 65.000 di Kwh e di ridurre le emissioni di

CO2 di circa 63 t/h.Nel carcere

i detenuti impareranno il mestiere di installatore

di pannelli fotovoltaici. In alto: Carlo Mazzerbo,direttore del Penitenziario della GorgonaA destra: i pannelli fotovoltaici installati sull’isola

[

Page 43: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

41

dell’innovazione tecnologica sulle energie

rinnovabili) di Monterotondo Marittimo (sono

state avviate le procedure) che ha accolto la

proposta del direttore del carcere di avviare

un progetto di recupero delle risorse umane

negli istituti di pena della Toscana attraverso

un programma di formazione a distanza desti-

nato alla professionalizzazione dei detenuti

nel campo delle applicazioni delle energie

rinnovabili, considerati, senza dubbio, i

mestieri emergenti.

Recentemente in un programma di Rai Uno,

il dottor Mazzerbo ha potuto spiegare come

“vengono realizzati i corsi di recupero desti-

nati ai detenuti, sull’isola di Gorgona e nella

fortezza di Porto Azzurro. L’iniziativa punta

su lavoro e scuola, per accompagnare, ogni

giorno, i detenuti nei loro percorsi formativi”.

L’obiettivo sta nella missione del carcere che

tende alla rieducazione e al reinserimento

nella società dei detenuti.

L’impianto fotovoltaico realizzato in collabo-

razione con i detenuti, costituisce, in effetti,

un autentico fiore all’occhiello per la struttura

carceraria dell’isola di Gorgona, la più piccola

e la più settentrionale delle isole del Parco

Nazionale dell’arcipelago toscano.

“Il progetto - spiega il dott. Carlo Mazzerbo - si

caratterizza per la sua valenza ambientale con-

fermando il nostro impegno, primi tra le strut-

ture carcerarie, per lo sviluppo delle energie

rinnovabili e, contemporaneamente per offrire

ai detenuti un patrimonio di competenze spen-

dibili in termini di occupazione”.

Il programma riguarda l’utilizzo del fotovoltaico,

tecnologia fornita dalla Mitsubishi Electric, che

ha fatto installare dai tecnici della Solar Energy,

i propri moduli nelle strutture del carcere.

L’impianto, costituito da 302 moduli in silicio

policristallino ognuno con una potenza nomi-

nale pari a 165Wp, per un totale di 50kW, è

costato 300 mila euro, ottenuti con un finan-

ziamento pari al 60% della Regione Toscana

e con il contributo del 40% del Ministero di

Grazia e Giustizia.

L’energia prodotta dall’impianto è immessa

nella rete elettrica dell’isola e viene utilizzata

dalle utenze locali, mentre l’eccesso viene distri-

buito sul resto dell’isola dove ci sono molteplici

attività ittiche, agricole e di allevamento.

Gorgona, infatti, non è connessa alla rete elet-

trica nazionale e la produzione primaria è affi-

data a tre gruppi elettrogeni da 300kW, colle-

gati in parallelo e alimentati a gasolio.

La produzione stimata dell’impianto, si ricorda,

è di almeno 65.000 kWh/anno con una ridu-

zione del fabbisogno elettrico del 10% e una

riduzione di emissioni di CO2 di circa 63 ton-

nellate l’anno ed un risparmio economico di

circa 50 mila euro.

“La ragione della nostra collaborazione - sot-

tolinea l’Ing. Gualtiero Seva, Division Manager

di Mitsubishi Electric - può essere sintetizzata

nella volontà di diffondere una maggiore

conoscenza di queste tecnologie innova-

tive e di una politica energetica con rilevanti

aspetti etici”.

ISOLA DELLA GORGONA

Page 44: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

42

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Nell’attuale scenario energetico si fa

un gran parlare di iniziative di con-

tenimento dei consumi elettrici o di

ricorso alle fonti rinnovabili come panacea di

tutti i mali. É un interesse spesso legato al

ritorno d’immagine e alle potenzialità di riso-

nanza mediatica di simili iniziative; tuttavia, la

complessità tecnologica e normativa, i tempi

di ritorno di lungo periodo e i ridotti mar-

gini di flusso di cassa non ammettono errori

di improvvisazione, in nessuna delle fasi di

ideazione, realizzazione e conduzione degli

interventi.

Nel frattempo molti utenti, fra cui troppe

Pubbliche Amministrazioni, stanno colpevol-

mente ignorando le opportunità di immediato

risparmio assicurate da un’attività molto

meno rischiosa e strutturalmente impattante:

l’acquisto di energia elettrica sul mercato

libero. La liberalizzazione del settore elettrico,

avviata nel ’99, è infatti giunta a piena matu-

razione, consentendo oggi a qualsiasi utente,

domestico e non, la scelta del fornitore di

energia più economico per il proprio profilo di

consumo.

Anche in questo caso, il corretto allineamento

delle offerte (magari in esito a un bando

pubblico che va redatto con estrema cura)

richiede esperienza e professionalità, dato

il complesso quadro tariffario e di mercato.

Questo problema può essere facilmente risolto

tramite un aggregato di acquisto, che si occupi

di tutti gli aspetti commerciali e normativi,

gestendo centralmente la trattativa o la gara;

l’aggregato potrà valorizzare al meglio le eco-

nomie di scala di una contrattazione comune a

molte utenze, nonché l’attrattiva commerciale

sottesa a un significativo volume energetico.

Come agire in pratica? Per un ente pubblico,

c’è intanto la possibilità di aderire alle con-

venzioni stipulate annualmente dalla Consip,

la società del Ministero dell’Economia e delle

Finanze che si occupa degli acquisti centraliz-

zati di beni e servizi per le PPAA.

In Toscana esiste poi la Società Consortile

Energia Toscana (CET), nata nel 2002 su inizia-

tiva della Regione con il supporto tecnico del

Dipartimento di Sistemi Elettrici e Automazione

dell’Università di Pisa. Il CET è un consorzio

aperto a sole PPAA, che agisce nel pieno

rispetto della normativa comunitaria, selezio-

nando il fornitore con bandi pubblici su base

europea e con un preciso vincolo di risparmio

rispetto alle convenzioni Consip in vigore.

INIZIATIVEUna costosa inerzia rispetto alle opportunità del mercato libero dell’energia

Ma i Comuni sanno come si può risparmiare?

Il CET riunisce attualmente oltre 60 PPAA, tra

cui 13 aziende sanitarie locali e ospedaliere,

due Università, la Regione, oltre 45 Comuni

e due Province, l’ANCI e l’UNCEM toscane.

Ad oggi, il volume energetico annuo è di oltre

360 milioni di Kwh e 15 milioni di metri cubi di

gas. Per limitarci alla sola parte elettrica, tali

volumi si traducono in un risparmio netto per i

soci di oltre 5 milioni di euro all’anno (media-

mente 1,50 €/kWh), rispetto alle tariffe che

essi pagherebbero non contrattando l’energia

sul libero mercato.

Oltre a competenze di acquisto, il CET mette

in campo anche attività di promozione per la

razionalizzazione degli usi finali dell’energia,

nonché capacità di analisi delle modalità di

consumo energetico del settore pubblico.

Recentemente, con il supporto dell’Univer-

sità di Pisa, il CET ha condotto un’analisi del

fabbisogno elettrico delle PPAA toscane,

con l’obiettivo di dare separata evidenza ai

consumi corrispondenti alle varie categorie

(Comuni, Province, Sanità), alle diverse tipo-

logie d’uso (media tensione, bassa tensione,

illuminazione pubblica) e a ciascun regime

tariffario (mercato libero, di maggior tutela e

di salvaguardia). Infatti, vista l’ampia gamma

Gli Enti Pubblici devono affrontare l’annoso problema di pagare a caro prezzo le tariffe di fornitura di energia elettrica.

Una ricerca dell’Università di Pisa analizza i vari aspetti di questo problema e indica le scorciatoie per i Comuni

e gli Enti Pubblici, in tempi di vacche magre, per poter risparmiare su questa particolare voce di bilancio.

Il mercato dell’elettricità a prezzi competitivi è aperto anche per gli enti locali.

Davide Poli,*ricercatore presso il Dipartimento di Sistemi Elettrici e Automazione dell’Università di Pisa

[ di Davide Poli*

Page 45: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

43

di tariffe applicate, i bilanci elettrici regionali

non riportano dettagli sufficienti a determi-

nare l’ammontare dei costi che i nostri enti

pubblici continuano a sostenere annualmente

per effetto del loro incompleto passaggio al

mercato libero. Per evidenziare in quali set-

tori, aree geografiche e usi finali sia maggiore

tale inerzia, sono stati messi a punto modelli

di analisi aggregata dei consumi elettrici

di alcune tipologie di PPAA (in particolare i

Comuni), partendo dal campione di utenze

conferite al CET e correlando i fabbisogni elet-

trici a variabili sociali e geografiche, come il

numero di abitanti e di famiglie, l’estensione,

la densità e la vocazione lavorativa.

In estrema sintesi, emerge che solo il 60% del

fabbisogno elettrico delle PPAA toscane (1,34

TWh/anno) viene approvvigionato nell’ambito

del mercato libero (in parti pressoché uguali

a opera del CET e di altri soggetti operanti

sul mercato, come aggregatori privati o PPAA

che si approvvigionano in proprio mediante

contratti bilaterali); cambiando prospettiva,

acquista energia sul mercato libero solo il

45% delle utenze non afferenti al CET. Tra le

categorie caratterizzate da una maggiore

lentezza di risposta alle logiche del mercato

libero, spiccano purtroppo i Comuni, a cui

afferisce quasi tutta la pubblica illuminazione.

Si noti che oltre il 90% dei consumi non ancora

transitati sul mercato libero è soggetto alle

tariffe elettriche più onerose, quelle “di salva-

guardia” praticate dal luglio 2007 dal fornitore

di ultima istanza.

In termini economici, le utenze pubbliche già

presenti sul mercato libero godono di risparmi

annui di circa 11 milioni di euro rispetto alle

tariffe amministrate; se si facessero transi-

tare sul mercato libero tutte le PPAA toscane,

si potrebbero risparmiare ogni anno quasi 8

milioni di euro in più.

Visti questi numeri, per un amministratore

pubblico non agire appare ormai una colpe-

vole trascuratezza: si acceda alle convenzioni

Consip, si aderisca al CET o si agisca da soli.

Ma si agisca.

Fabbisogni annui di energia elettrica delle PPAA toscane

1 Comuni (pubblica illuminazione) 363 GWh; 28%

2 Comuni (Mt e BT) 180 GWh; 2%

3 Province 35 GWh; 2%

4 Regione 5,5 GWh; 0,4%

5 Comunità Montane o,5 GWh; o,o%

6 Camere di Commercio 3 Gwh 0,2%

7 Arpat 3 GWh; 0,2%

8 Az. Osp e AUSL 230 GWh; 17%

9 Università e ricerca 110 GWh; 8 %

10 Diritto allo studio 10 GWh; 1%

11 Consorzi di bonifica 320 GWh; 25%

12 Altri (FFAA, Polizia) 80 GWh; 6%

1

2

38

910

11

12

456 7

ISOLVERda quarantanni nel segno della qualita’

Nata nel 1969, ISOLVER SPA opera nel settore industriale al servizio di grandi società pubbliche e private garantendo sempre alti livelli di professionalità, qualità e sicurezza.

Specializzata nei lavori di verniciatura industriale, isolamento termico e termoacustico, negli anni l’azienda si è affermata nei settori dell’edilizia industriale, movimento terra, noleggio autogru e piattaforme aeree, garantendo sempre professionalità ed affidabilità, oltre che un parco macchine tecnologicamente all’avanguardia.Di primaria importanza è anche l’attività di Bonifica Ambientale, affidata a personale altamente qualificato.

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É in possesso di Attestazione SOA per le categorie OG1 - OG3 - OG6 - OG12 - OS8 - OS21 - 0S23

Page 46: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

44

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

▲ Geotermia

La Toscana qui fa la parte del leone: gli

impianti geotermici rappresentano il

9,76% della produzione energetica

totale da fonte rinnovabile e negli ultimi anni

ha subito un forte incremento passando da

4.705 Gwh nel 2000 a 5.400 Gwh nel 2004

(rapporto «Fonti rinnovabili 2005» dell’Enea)

che rappresenta il fabbisogno di 1.800.000

famiglie.

Per il geotermico si tratta di passare da 711 Mw

del 2004 a 911 Mw nel 2020.

Gli impianti geotermici sono concentrati in

larga parte in Toscana. Proprio in Toscana la

produzione energetica da geotermia soddisfa

il 25% del fabbisogno regionale, evitando

l’emissione in atmosfera di anidride carbonica

per 3.6 milioni di tonnellate.

A Larderello i maggiori insediamenti (Poma-

rance ha 288 Mw installati), seguono Radi-

condoli con 120, Castelnuovo Val di Cecina con

114,5, Monterotondo Marittimo con 100, gli

altri comuni geotermici con potenze installate

inferiori.

Con un accordo storico, firmato recentemente

a Roma da Claudio Martini governatore della

Regione Toscana e dal Direttore Generale

di Enel Fulvio Conti sulla geotermia, è stato

sottoscritto un protocollo d’intesa, siglato

presso la sede del Ministero dello Sviluppo

Economico anche da 15 Comuni della Toscana,

5 comunità montane e le Province di Siena,

Arezzo e Grosseto.

Tra gli obiettivi dell’accordo figurano lo sviluppo

sostenibile della coltivazione geotermica, il

miglioramento delle tecnologie utilizzate per

l’estrazione del vapore e la valorizzazione dei

territorio per passare dagli attuali 711 a 911 Mw

(+ 28%) entro il 2020, con garanzie per una

geotermia sostenibile e vantaggi per le comu-

nità locali interessate dagli impianti.

Con questo accordo si è aperta la strada a una

nuova e più intensa collaborazione tra Regione

ed Enel, perché l’intesa rappresenta una

svolta con significativi benefici per i territori

interessati, ed è il risultato di un lungo lavoro

che ha coinvolto tutti gli enti locali e riguarda

molteplici aspetti relativi alla produzione, alle

garanzie ambientali, a ulteriori investimenti

per ricerca e innovazione.

Complessivamente ammontano a 650, i milioni

di euro investiti per lo sviluppo dei territori

interessati, ossia 15 comuni per un totale di

42 mila abitanti. Tra gli impegni che Enel dovrà

portare a termine entro la scadenza dell’ac-

cordo, fissata per il 2024, figurano lo sviluppo

sostenibile della produzione con la realiz-

zazione di nuove centrali e l’applicazione in

Toscana delle più moderne tecnologie del set-

tore per ridurre le emissioni di CO2 e delle altre

sostanze liberate dall’attività geotermica.

Come figura dagli obiettivi del protocollo Enel

si impegnerà a investire fino a 250 milioni di

euro in ricerca e innovazione tecnologica nel

campo delle energie rinnovabili.

La freccia dell’indicatore punta diritto

verso l’alto.

▲ Fotovoltaico Il fotovoltaico continua a crescere a ritmi verti-

ginosi in Toscana in maniera abbastanza omo-

genea tra le dieci province.

Attualmente solo nella regione Toscana

gli impianti installati sono 935 pari ad una

potenza di 10125,4 kWp.

La Provincia che registra un maggior numero

di impianti fotovoltaici in esercizio è Firenze

con 185 impianti (circa 1.925,7 kWp), seguono

Pisa con 132 installazioni (circa 794,1 kWp),

Arezzo 103 impianti (2.452,7 Kwp),Livorno con

92 impianti (circa 1.020,5 kWp) e Lucca con 77

impianti fotovoltaici e 517,6 kWp).

Gli indicatori ambientali urbani, utilizzati

dall’Istat, evidenziano, anche in Toscana, un

utilizzo sempre piu’ diffuso sia del solare ter-

mico sia del fotovoltaico.

▲ Biomasse L’interesse della Toscana per questo tipo di

energia sta tutto nella sua vocazione forestale

e agricola visto che per realizzare il cippato si

utilizzano sia gli scarti della produzione fore-

stale (interventi selvicolturali, diradamenti,

ecc.) che di quella agricola (le potature di frut-

teti, di viti e di olivi).

E la Toscana è, in entrambi i casi, ben fornita:

basti pensare che circa metà del territorio

regionale è boscato, e che quasi 180mila ettari

del territorio ospitano colture.

Attualmente la quantità di biomassa legnosa

che potrebbe essere destinata a uso energe-

tico senza impoverire le nostre foreste supera

il milione di tonnellate annue.

Ci sono poi i vantaggi ambientali (l’emissione

di anidride carbonica è 25 volte inferiore

rispetto a un impianto a gasolio), e economici

(50 per cento in meno di costi rispetto a chi

usa gasolio o Gpl e a parità di rendimento).

L’occasione è importante e la Toscana si sta

impegnando per coglierla.

La Regione, attraverso la sua agenzia agricola

(l’Arsia) ha investito fortemente dal 2000 a

oggi per studiare e sperimentare la potenzia-

lità energetica delle biomasse.

Gli impianti però sono ancora pochi.

Nel 2004 è stato inaugurato il primo impianto

sperimentale a Rincine di Rufina (Firenze),

più di recente è toccato a Fivizzano (Massa

Carrara), Loro Ciuffenna (Arezzo) , Careggine

e Camporgiano (Lucca) e sono arrivati altri

impianti nel senese (Monticiano e Casole

d’Elsa), nell’aretino (Loro Ciuffenna e Cetica),

nella montagna pistoiese (San Marcello) e in

quella fiorentina (Tavarnelle e Pomino).

Si tratta di centrali che servono a riscaldare

locali pubblici, sale conferenze, piccoli nuclei

abitati, scuole.

A questi poi, si vanno aggiungendo oltre

cento impianti questa volta privati, che hanno

però fruito di un aiuto pubblico. La Regione

Quando spunta il sole sull’isola di Gorgona, si fa più luce con i pannelli fotovoltaici

CHI SALE ▲ CHI SCENDE ▼

Sole e vento nel futuro dell’energia rinnovabile

Page 47: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

45

*Toscana, come si evince nel Pier (Piano d’indi-

rizzo energetico regionale) approvato recen-

temente, ha previsto di passare dagli attuali

34 Mwt installati a 600 Mwt entro il 2020 e di

ulteriori 100 MWe alla scadenza degli obiettivi

di Kyoto.

La Regione intende sviluppare le filiere corte

con impianti di cogenerazione dimensionati

fino a 3 Mwt. La freccia dell’indicatore è spo-

stata verso l’alto.

▲ Eolico La promozione dell’eolico rappresenta in

Toscana una sfida.

La potenza effettivamente installata dall’eo-

lico oggi è di 35,75 Mw.

Si attende uno sviluppo maggiore da questi

nuovi impianti, dove si punta a 300Mw di

potenza prodotta.

Attualmente in Toscana sono in esercizio gli

impianti realizzati nel Comune di Scansano (20

MW), Montemignaio (1,8 Mw), Chianni (5,95

MW), e quello di Pontedera (8 MW), inaugu-

rato il mese scorso (pag.38). Sono in corso i

lavori per realizzare l’impianto di Montecatini

Val di Cecina che produrrà 9 Mw (pag. 74).

Il piano dell’eolico prevede da 15 a 25 siti con

una potenza installata indicata tra 15-25 Mw

che faranno crescere dieci volte l’energia utile

prodotta dal vento.

In questa regione si sta realizzando una mappa

con le zone più adatte in località prive di vin-

coli ambientali, e per questa fonte energetica

pulita sono previsti investimenti per enti locali

e imprese private con uno stanziamento di 500

milioni di euro. Prende parte a questa sfida

anche il Consiglio Regionale della Toscana che

ha voluto dare l’esempio, in questo senso: è

il primo ente pubblico a dotarsi di un proprio

impianto da fonti rinnovabili. Ha, infatti, predi-

sposto l’iter per realizzare un aerogeneratore

eolico nel comune di Monterotondo Marittimo

(Grosseto) per produrre autonomamente

energia verde.

L’opera rientra negli obiettivi del progetto

“Consiglio regionale a emissioni zero - dalle

manutenzioni all’innovazione”. La pala sor-

gerà all’interno di un nascente parco eolico e

fornirà l’energia prodotta al Consiglio regio-

nale. Per il progetto saranno investiti circa

3,5 milioni di euro, ammortizzabili in 10 anni.

L’iniziativa, tra l’altro, prevede l’avvio nei pros-

simi mesi di un intervento, per 1,6 milioni di

euro, per il rinnovo completo degli impianti di

condizionamento e riscaldamento della sede

del Consiglio per avere una migliore efficienza

energetica.

Tra le novità del Pier figurano il ricorso all’eolico

off-shore (la cui competenza è del Ministero

dei trasporti) con grandi parchi al largo delle

coste e la possibilità di redigere un Piano

regolatore dell’eolico marino, la creazione di

sportelli unici per l’energia e un monitoraggio

semestrale degli effetti attesi e dei progressi

energetici registrati nei vari settori.

In questo periodo gli uffici regionali stanno

esaminando e valutando numerosi progetti

per la realizzazione di oltre 200 Mw da fonte

eolica. Freccia verso l’alto.

▼MiniidroelettricoL’idroelettrico è il settore delle rinnovabili

in cui, negli anni scorsi, si è prefigurata una

crescita, utilizzando le residue risorse idriche

marginali, lungo le principali aste fluviali

dell’appennino.

Progetti per 35 Mw, realizzati e finanziati

con un investimento complessivo di oltre 60

milioni di euro e un contributo pubblico pari a

14 milioni di euro.

Questi impianti che rappresentano comunque

una consistente produzione energetica a

copertura del fabbisogno delle realtà locali,

oggi vengono portati a termine, soltanto in

quei luoghi dove è possibile valutare effettiva-

mente i costi benefici, utilizzando la contabilità

ambientale per verificare se un determinato

impianto garantisce sostenibilità in termini

ambientali, sociali ed economici.

Obiettivi che non sempre, in alcuni luoghi, si

sono concretizzati, in quanto, troppo spesso

sono intervenuti fattori esterni, comunque

determinanti, perché i promotori del progetto

non hanno saputo dare, in alcuni casi, segni

di continuità di presenza nel territorio e di

concreta affidabilità, tanto da dover rinun-

ciare, giocoforza, ai preventivati finanziamenti

regionali.

Rimangono i progetti per la realizzazione di

piccoli impianti ad acqua fluente, che oggi

vengono esaminati dalle amministrazioni pro-

vinciali per le procedure di autorizzazione.

Il Pier indica comunque un incremento del

31% entro il 2020, per passare dagli attuali

318 a 418 Mw da raggiungersi attraverso pic-

coli impianti.

Anche se le procedure sono state difatti sem-

plificate a livello provinciale, i sindaci devono

valutare con più attenzione le possibili ina-

dempienze strutturali di qualche progetto o

per il mancato dialogo con le popolazioni, al

fine di evitare successivi contrasti e improv-

visate proteste dei comitati spontanei locali,

quasi sempre sorti dopo che sono stabilite le

linee guida progettuali.

Il nostro indicatore indica “giù”.

CHI PRODUCE *Si scrive TER, ma si legge

Energie Rinnovabili

TER è un’azienda che offre soluzioni in campo

ambientale, ma il suo core business sta sicu-

ramente nel promuovere ed effettuare investi-

menti nel settore delle energie rinnovabili.

Anche se si tratta di un’azienda particolarmente gio-

vane (la società è stata costituita a Firenze nei primi

mesi del 2008) TER, che è l’acronimo di Toscana

Energie Rinnovabili, ha scelto una struttura in grado

di operare a livello nazionale ed internazionale, con

particolare attenzione all’Europa, ma anche a tutta

l’area del Mediterraneo.

La società fiorentina ha stipulato accordi con impor-

tanti aziende europee di settore, in possesso della

più avanzata tecnologia per il risparmio energetico

e per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Nel fotovoltaico TER opera in sinergia con il gruppo

SOLON, affermata azienda produttrice di moduli

fotovoltaici quotata alla borsa di Francoforte.

TER propone soluzioni tecniche, progettuali e finan-

ziarie, capaci di andare incontro alle diverse esigenze

sia di Enti pubblici che di privati.

www.terenergia.com

Know how e rispetto per l’ambienteICET Industrie: record di affidabilità della famiglia IraniIl gruppo di Poggibonsi è ope-rativo nel settore delle energie rinnovabili.

Quante idee ha in testa Alighiero Irani!

É più facile dire che, da buon toscano, una

ne fa e cento ne pensa.

Basta conoscerlo questo capitano di industria che

ancora si commuove quando pensa al suo “babbo

Arturo” che, nel lontano 1941, mise in riga la famiglia

per lanciare un progetto ambizioso: creare a Poggi-

bonsi, in questo lembo della provincia di Siena, un

modello industriale dalla forte connotazione fami-

liare che guardasse verso un’ imprenditorialità inno-

vativa. La storia di Icet Industie si riassume nel lungo

elenco delle aree di attività: Siderurgico, Chimico,

Alimentare, Saccarifero, Geotermico, Estrattivo,

Energetico, Petrolchimico Meccanico, Minerario,

Cementiero, Ceramico, Laterizio, Ecologico, Vetrario.

Ed infine la società CNE, un Consorzio New Energy,

attivo nel settore delle fonti rinnovabili, progetta-

zione, realizzazione impianti, installazione di foto-

voltaico, solare termico, eolico, idroelettrico.

Un successo in tutti campi, per l’azienda di Poggi-

bonsi della famiglia Irani, attiva da circa 70 anni.

www.icetindustrie.it

Page 48: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

46

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

CHI SPERIMENTAA Navacchio si sviluppano i bisogni di crescita innovativa

É proprio dietro l’angolo, dopo la curva,

al numero 13 di via Giuntini. La strada

è stretta ma si è praticamente arrivati.

La struttura è quasi nascosta tra la chiesa

e la ferrovia.

Il luogo conserva ancora il fascino dell’antica

distilleria, un valido esempio di archeologia

industriale.

I locali nuovi, di grande fascino, sono stati ben

ristrutturati.

Ottima l’operazione di recupero che lascia

intravedere le tracce del complesso indu-

striale. Oggi si respira comunque, in questo

luogo, un’atmosfera di moderno, tra design

e hi tech, laboratori di ricerca e robot, aule e

sale convegni.

É il Polo Tecnologico di Navacchio che, con le

sue 60 imprese e i suoi 60 mila metri cubi di

edifici, si accredita come una delle strutture

più significative, in Toscana, dedicate all’in-

tegrazione tra il sistema della ricerca e della

conoscenza e quello dell’impresa.

Si raggiunge facilmente in soli 5 minuti, par-

tendo da Pisa, fino alla località Navacchio, pic-

cola frazione di Cascina.

Per la Toscana il Parco Tecnologico rappre-

senta un autentico fiore all’occhiello: un mix

vincente di idee e di progetti di ricerca, che si

caratterizza come incubatore e acceleratore di

imprese hi-tech.

Sviluppatosi su iniziativa di Provincia di Pisa e

Comune di Cascina, a seguito di un accordo di

programma sottoscritto con la Regione Toscana,

oggi ha come partner anche FidiToscana.

L’infrastruttura, sviluppatasi gradatamente e

progressivamente in questi anni, è in grado di

accogliere nuove imprese hi-tech, centri ser-

vizi, laboratori di ricerca, operanti in partico-

lare nei settori dell’ICT, della robotica avanzata

e della sensoristica applicata a agroalimen-

tare, automotive, biomedicale e telecomunica-

zioni. “Abbiamo lavorato - spiega il presidente,

Alessandro Giari - per invertire il rapporto tra

domanda e offerta di innovazione, partendo

dai bisogni di crescita innovativa delle imprese,

la maggior parte delle volte non palesemente

espressi, cercando di integrare in sostanza,

l’offerta in termini di competenze, strumenti,

servizi, prodotti e spingendo costantemente

la collaborazione tra le imprese e queste e il

mondo della ricerca”.

Attraverso servizi e strutture il Polo Tecnologico

di Navacchio ha fatto della rete tra le imprese

hi-tech l’elemento prioritario per lo sviluppo

dell’innovazione e dei livelli competitivi, e della

crescita dimensionale delle stesse. Di fatto si

è così creato un ambiente ideale per stimolare

la domanda di innovazione, per avere un rap-

porto efficace con il mondo della ricerca, per

sviluppare la collaborazione tra le imprese

come condizione che consente una costante

crescita di competitività sul mercato.

Uno degli elementi determinanti del sistema

dei servizi del Polo è l’incubatore d’Impresa

avviato nel 2003 sulla base dell’analisi dei

fabbisogni delle giovani imprese che erano

insediate nel Polo dal 2000, e delle valu-

tazione di criticità tipiche di certi percorsi

imprenditoriali.

L’incubatore, progettato e attuato dal Polo

Navacchio, ha completato il proprio iter

attraverso un progetto congiunto tra Polo,

Università e Provincia di Pisa.

La struttura fornisce oggi, in modo stabile, un

supporto alle piccole imprese innovative nella

fase di avvio a partire dal momento del conce-

pimento dell’idea imprenditoriale fino ai primi

due/tre anni di vita dell’azienda.

“L’obiettivo - conferma il presidente Giari - è

quello di far crescere la cultura della gestione

dell’impresa al fine di favorirne la competitività

e quindi la sua crescita sul mercato”.

Grazie al sistema organizzativo di supporto

al consolidamento innovativo delle imprese

e al trasferimento delle tecnologie orientato

dalla domanda di mercato, sono stati ottenuti

importanti risultati: per citare qualche numero,

rispetto al 2006 si è avuta una crescita del fat-

turato aggregato + 28,39% e una crescita degli

occupati del + 9,7%, sono state sviluppate

collaborazioni tra le imprese che hanno por-

tato alla realizzazione di circa 60 tra progetti,

prodotti e servizi per il mercato, si sono avviate

150 collaborazioni tra imprese e mondo della

ricerca e dell’eccellenza che hanno visto il coin-

volgimento di ben 45 dipartimenti universitari.

Quando il sistema economico incontra il mondo della conoscenza

Il Polo Tecnologico con le sue 60 imprese ed i suoi 60 mila metri cubi di edifici, si accredita come una delle strutture più significative, in Toscana, dedicate all’integrazione tra il sistema della ricerca e quello dell’impresa.

Alessandro Giari,presidente Polo Tecnologico di Navacchio

[

Page 49: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

47Questa crescita dimensionale e qualitativa ha

spinto il Polo di Navacchio nello scenario nazio-

nale dei Parchi Tecnologici al terzo posto per

il numero di imprese insediate (60), al quarto

posto, per il numero di occupati (500).

Risultati che soddisfano i vertici e i partner del

Polo e che hanno portato a investire ancora in

questa struttura, in considerazione della dimo-

strata capacità attrattiva. Basti pensare che

gli spazi del terzo lotto, inaugurato lo scorso

ottobre, erano già stati assegnati un anno

prima del suo completamento, e si è quindi

avviato l’iter per l’ampliamento infrastrut-

turale che vedrà la costruzione di un quarto

e di un quinto lotto con ulteriore recupero di

aree industriali dismesse, adiacenti all’at-

tuale struttura, per circa 8.000mq di superfici

utili in grado di dare risposta alle numerose

richieste per l’insediamento di nuove imprese

e laboratori e per l’espansione e la crescita

delle imprese esistenti. Il IV e V lotto saranno

caratterizzati da un sistema di produzione di

Energia Pulita basata sul Fotovoltaico integrata

nella struttura edilizia, ed è in programma

inoltre la realizzazione di un impianto fotovol-

taico da installare sulle coperture attuali dello

stesso Polo Tecnologico e sulle pensiline del

parcheggio che garantiranno una potenza di

circa 300 kW , per un investimento pari a quasi

2 milioni di euro che consentirà a partire dalla

fine del 2008 di raggiungere uno standard di

autosufficienza energetica. Il Polo sarà inoltre

impegnato nelle prossime settimane, d’intesa

con ANCI Toscana, a promuovere la realizza-

zione di sistemi fotovoltaici nell’ambito dei

Comuni della nostra Regione.

Impianti rinnovabili inToscana

CHI PROGETTA E REALIZZA

AREZZO

Arezzo: idrogenodotto in loc. San Zeno

Arezzo (in costruzione): impianto fotovoltaico su 1000 mq (42 mila kWh annui) sul tetto dell’azienda Caffé River

Poppi: smart house

Castel San Nicolò: teleriscaldamento da biomasse legnose

FIRENZE

Campi Bisenzio: fotovoltaico

Campi Bisenzio (progetto): geotermia

Fiesole: casa di Archimede (fotovoltaico) in loc. Pian di Mugnone

Firenze (progetto): trigenarazione Ospedale di Careggi

Firenze (progetto): copertura fotovoltaica su 130 edifici di edilizia popolare

Londa (progetto): parco eolico in loc. Croce a Mori

Montespertoli (progetto): estrazione CO2 in loc. Acquabolla

Sesto Fiorentino (progetto): copertura fotovoltaica su 5000 mq (550 mila kWh annui) sul tetto dell’Ipercoop

GROSSETO

Monterotondo M.mo (progetto): parco eolico in loc. Il Poggio Poder Nuovo

Roccastrada: parco fotovoltaico ad inseguitori solari in loc. Sticciano

Roccastrada: trivellazioni per metano in loc. Ribolla

Scansano: parco eolico in loc. Murci

Scansano (progetto): centrale a biomasse

Strillaie (progetto): parco fotovoltaico

LIVORNO

Collesalvetti : impianti fotovoltaici

Campiglia (progetto): fotovoltaico in loc. Macchialta

Livorno: rigassificatore OLT

Piombino: centrale a biomasse

Porto di Livorno: fotovoltaico

MASSA-CARRARA

Marina di Carrara (progetto): fotovoltaico con pannelli solari

PISA

Chianni: parco eolico

Lajatico (progetto): parco eolico

Montecatini Val di Cecina: parco eolico

Monteverdi M.mo (progetto): parco eolico in loc. Monte Canneto-Poggio Ricciardo

Monteverdi M.mo (progetto): teleriscaldamento

Pontedera: parco eolico in loc. Gello

Peccioli: parco fotovoltaico

Santa Luce - Loc. Poggio alla Nebbia (progetto): parco eolico

PISTOIA

Pescia (progetto): minicentrale idroelettrica

Sammommè (progetto): centrale a biomasse

PRATO

Loc. Calvana (progetto): parco eolico

SIENA

Casole d’Elsa: (produzione fotovoltaico, minieolico)

Casole d’Elsa: centrale a biomasse del polo scolastico

Chianciano (sperimentale): parco eolico

Page 50: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )
Page 51: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

49

Questo comprensorio rappresenta un prezioso scrigno che, oltre ad uno straordinario patrimonio di tesori ambientali e beni culturali, possiede una ricchezza unica che viene dal sottosuolo: il vapore endogeno.Le potenzialità di questa

Natura, arte, storia. Ma anche sviluppo ed ecosostenibilità

inestimabile risorsa hanno attratto investimenti e sviluppo, evoluzione sociale ed economica. Tecnologie innovative hanno prodotto soluzioni avveniristiche per la produzione e l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile.Un luogo simbolo che testimonia al mondo che gestire gli obiettivi economici in un’ottica ambientale e sociale è possibile.

Toscana dove lo sviluppo è verde

Page 52: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

50

Un luogo-sistema a tutta energia pulita

ANNIVERSARIAmarcord di una sfida possibile

Chi l’avrebbe mai detto che il complesso

di Cenerentola maturato in quella piccola

stanza di via dei Servi n.21 a Firenze, nei

paraggi del Duomo, avrebbe dato impulso alle

future iniziative di coloro che oggi tirano le fila

e sono stati allora tra i promotori del Distretto

delle energie rinnovabili della Toscana?

Giugno 1988. Nasce il Co.Svi.G.

E comincia una coraggiosa scommessa con

l’obiettivo di realizzare in un vasto compren-

sorio della bassa Toscana, definita area geo-

termica tradizionale, uno sviluppo economico

compatibile con la realtà sociale e gli ecosi-

stemi, operante quindi in regime di equilibrio.

Quasi in contemporanea nella Conferenza

mondiale sull’ambiente dell’ONU veniva

introdotta la regola dell’equilibrio delle tre E:

Ecologia, Equità, Economia, concetto espresso

soltanto molti anni dopo, con la definizione di

sviluppo sostenibile.

In quella stanza, in tempi non sospetti, si stava

introducendo, per la prima volta, almeno in

Toscana, un modo nuovo di promuovere un

territorio garantendo uno sviluppo che offre

servizi ambientali, sociali ed economici di

base a tutti i membri di una comunità, senza

minacciare l’operatività dei sistemi naturali e

sociali da cui dipende la fornitura di tanti ser-

vizi, molti essenziali.

Un lavoro che ha contribuito a far crescere,

in maniera determinante, la coscienza di un

territorio che si sentiva appunto Cenerentola,

introducendo il termine partecipazione come

parola d’ordine.

Si, perché, oggi, tutti partecipano alle iniziative

del Co.Svi.G.: Regione, nove piccoli Comuni,

tre Province, tre Comunità Montane, Istituti

universitari, ricercatori, stagisti, una miriade

di collaboratori e, soprattutto, il territorio.

Il rilancio del territorioUn comprensorio di 1.200 chilometri quadrati,

inserito tra i Comuni al confine delle province

di Siena, Pisa e Grosseto, dove si sentiva il

bisogno di un forte rilancio.

Da questa parte vive gente generosa, intelli-

gente, curiosa e aperta, gente che è interes-

sata alla lotta, anche personale, non sempre

demandata ad altri, contro l’effetto serra.

Gente che si impegna quotidianamente, senza

tanti clamori, e che ben sa oggi cosa sono le

fonti rinnovabili, utilizzando in modo intelli-

gente le opportunità offerte dai bandi e dalle

iniziative della Regione per la promozione

delle energie rinnovabili, in sintonia con le

scelte di programma per incentivare l’uso

delle energie rinnovabili da parte dei cittadini

e delle aziende.

Vent’anni fa si sapeva che la geotermia

era una risorsa.

Una risorsa pulita e inesauribile.

Da area geotermica, considerata una Cenerentola nel panorama energetico, a

luogo della sostenibilità ambientale.É la storia di un comprensorio della

Toscana centro meridionale che oggi viene rappresentato dal Distretto delle Energie

Rinnovabili e da due Centri di Ricerca.Vent’anni fa partì il progetto ambizioso di

coinvolgere gli enti locali e la popolazione.Parlano i protagonisti di questa

straordinaria scommessa.

Ma che potesse trasformare il destino di un

territorio che aveva ricevuto molti segnali

negativi, con il rischio di precipitare verso il

declino industriale, pochi lo sapevano.

C’erano grosse avvisaglie di abbandono di

quelle terre; in quel periodo le strutture eco-

nomiche-produttive stavano subendo una

radicale trasformazione. Il sistema produt-

tivo era basato sulla tecnologia e gestito da

grande impresa: con l’introduzione dell’au-

tomazione degli impianti venivano lasciati a

casa molti dipendenti, incentivati per limiti di

età, e non sostituiti.

Page 53: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

51

Altro che terra di migranti. I giovani sono rimasti, avviando nuove attività anche grazie all’aiuto del Co.Svi.G.

Nel piccolo ufficio erano arrivate due scrivanie

seminuove.

Nel cassetto non mancavano i block-notes,

alcune penne, le matite, le forbici, lo scotch,

la gomma per cancellare. Oggetti semplici

che arredavano il piccolo ufficio: due mensole

alle pareti con i libri, un attaccapanni, una tar-

ghetta sull’uscio. C’erano il telefono e la mac-

china per scrivere, la mitica 82 Diaspron, con il

carrello lungo della Olivetti.

A una scrivania aveva preso posto Maura. Oggi

è la segretaria del direttore, ha due figli grandi

e rappresenta la memoria storica di quanto è

accaduto in vent’anni. C’era anche l’attuale

direttore Sergio Chiacchella, meno capelli

grigi, identica determinazione ostinata.

Vent’anni di storia del Co.Svi.G.L’acronimo era sembrato subito brutto, ma

bisognava abituarsi.

In effetti il vero significato di Co.Svi.G. è

“Consorzio per lo sviluppo delle aree geoter-

miche”. Sviluppo, appunto, la ricetta magica

per sottrarsi all’inevitabile declino.

Quelle aree, all’epoca, non erano inserite nelle

cartine destinate ai turisti.

Le strade sono ancora oggi strette e piene di

curve, ma più percorribili e tutte asfaltate.

Un’anziana migrante che era venuta dalla

Sardegna trasferendosi negli anni 50 con

tutto il suo gregge, trasportato nella stiva

della nave traghetto con famigliola al seguito,

ricorda ancora come quelle terre fossero

abbandonate.

Oggi la nonnina fila ancora la lana, quella delle

sue pecore.

Ma i figli hanno fatto fortuna, producono ottimi

formaggi, curano la vigna, fanno i ristoratori e

conducono avviati agriturismo.

In queste zone sono arrivati anche i turisti.

Quelle terre sono diventate una ricchezza, una

vera risorsa, anche con l’aiuto della geotermia.

La gente è rimasta.

Altro che terra di migranti. I giovani sono

rimasti, avviando nuove attività anche grazie

all’aiuto del Co.Svi.G. attraverso i contributi

per gli usi diretti del calore della terra, finaliz-

zato al riscaldamento di abitazioni e serre o per

l’itticoltura, la florovivaistica e la produzione

di formaggi e salumi prelibati, a tal punto che

le somme messe a disposizione con l’ultimo

bando di sostegno non saranno sufficienti per

“eccesso di interesse” da parte dei cittadini.

I fondi vengono utilizzati anche per rilanciare

forme di agricoltura sostenibile e per recupe-

rare produzioni tradizionali, dando vita a filiere

produttive pulite, in moderne strutture.

E veniamo alla prima Comunità Mondiale del

Cibo ad Energia Rinnovabile.

E si tratta di energia pulita e rinnovabile.

Rappresenta la nuova sfida di Slow Food (vedi

riquadro a pag. 59) che vuol tener conto, d’ora

in avanti, anche del tipo di energia utilizzata

per ottenere i prodotti dalla terra. L’idea nasce

proprio nell’area geotermica tradizionale e

rientra a pieno titolo tra le scelte future del

Distretto Energetico, nell’ambito della rete

locale di Terra Madre Toscana. Oggi questo

comprensorio rappresenta il luogo-sistema

per eccellenza dell’economia della sosteni-

bilità della Toscana. Il Distretto, finanziato

dalla Regione Toscana con oltre 6 milioni di

Euro, rappresenta con due centri di Ricerca,

infatti, un esempio sperimentale di economia

dell’innovazione e del trasferimento tecno-

logico, nella promozione e nella diffusione

dell’energia pulita.

Un esempio unico nel suo genere, dove si uti-

lizzano anche altre forme di energia rinnova-

bili: biomasse, fotovoltaico, eolico.

Qui l’energia è possibile recuperarla davvero.

Inesauribile, con una capacità produttiva

superiore rispetto al solare e all’eolico. Eppure

la geotermia viene sfruttata ancora poco,

anche da queste parti. Ma c’è un programma

di rilancio stabilito da un accordo di pro-

gramma tra la Regione, l’Enel e Enti Locali che

si occupa degli impianti di trasformazione dell’

energia geotermica in elettrica (vedi scheda a

pag.44). L’energia geotermica, una risorsa che

si sprigiona dal sottosuolo, permette, da sola,

di coprire oltre il 25% del fabbisogno toscano

di elettricità.

Grazie al contributo dell’”energia bollente”, la

Toscana ha già superato gli obiettivi comuni-

tari legati al protocollo di Kyoto.

Uno studio incoraggia ricerche e investimenti.

“L’energia geotermica ha diversi vantaggi se

comparata ad altre fonti rinnovabili - fa notare

l’analista Gouri Nampbubripad - uno dei mag-

giori è che il calore contenuto nella crosta

terreste è per sua stessa natura una fonte ine-

sauribile e continua”. Questo rende l’energia

geotermica, con una capacità di produzione del

70% del fabbisogno, una fonte più efficiente del

solare e dell’eolico che, per via della loro natura

sporadica, possono offrire solo il 20-35%.

Un settore destinato a diventare sempre più

strategico nei prossimi anni.

Ma noi vogliamo raccontare in queste pagine,

la storia di un sogno cominciato nel 1988,

quando lo sviluppo sostenibile era ancora una

chimera. Un sogno che ha portato all’ ambi-

zioso progetto Energy Made in Tuscany in un

comprensorio dove il futuro è già presente.

Lasciamo parlare i protagonisti, in particolare

quelli che hanno cominciato a lavorare in via

dei Servi n. 21.

2008

1988Vent’anni

di storia del

Co.Svi.G.

Nonna Caterina intervistata dall’inviato di Ambiente Italia (Rai 3)Nella Pagine precedenteIn alto: una centrale geotermicaIn basso: Via dei Servi, Firenze

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Dottor Chiacchella, lei c’era in quel pic-colo ufficio vent’anni fa.Cosa aveva in mente di fare?

Il progetto Co.Svi.G. era nato, in realtà,

alcuni mesi prima nell’ufficio del Sindaco di

Radicondoli. La geotermia - diceva - è una

risorsa, il territorio ne subisce l’impatto, gli

utili se ne vanno sulle linee elettriche. Da

queste considerazioni, già da allora, emer-

geva la necessità di un uso diversificato della

risorsa geotermica, uno stretto raccordo e

un’alleanza fra le varie Amministrazioni locali

per valorizzare la geotermia e il suo potenziale

effetto per la crescita dei territori. Un rapporto

più diretto con la Regione Toscana per uti-

lizzare al meglio le poche risorse compensa-

tive che cominciavano ad arrivare grazie alla

L.896/86 - la cosiddetta legge geotermica.

E così è nato il Co.Svi.G.?Da quelle prime riunioni nacque l’idea di

costituire una società consortile per realizzare

progetti di sviluppo di area che superassero

i confini amministrativi sommando le risorse

dei singoli Comuni; dopo molte discussioni

e verifiche, nel giugno dell’88 i Sindaci di

Radicondoli, Chiusdino, e Castelnuovo Val di

Cecina, insieme ad alcune società operanti a

livello territoriale nel settore dello sviluppo

economico costituirono il Co.Svi.G.”.

Trovò subito la collaborazione con i Comuni e le Province?Co.Svi.G. ha dovuto accreditarsi nel tempo,

dimostrando la sua utilità e la capacità di

sviluppare progetti e convogliare risorse sul

territorio

Ma la Regione Toscana credeva fino in fondo nel progetto?La Regione Toscana ha subito compreso l’im-

portanza di uno strumento di raccordo con

un territorio vasto, frammentato dal punto di

vista amministrativo ma omogeneo per carat-

teristiche storiche, geografiche, ambientali

e soprattutto con una risorsa unica: la geo-

termia. Risale al 1992 il primo protocollo di

intesa fra la Regione Toscana e Co.Svi.G.; oggi

il ruolo di Co.Svi.G. è pienamente riconosciuto

nell’Accordo generale sulla Geotermia firmato

fra Regione Toscana, Enti Locali geotermici ed

ENEL il 20 dicembre 2007.

Non vi siete resi conto di aver introdotto in Toscana il concetto di Sviluppo sostenibile?Il concetto di sviluppo sostenibile si è svilup-

pato negli ultimi anni in modo sempre più

definito. I progetti di sviluppo del territorio

promossi da Co.Svi.G., fin dalla sua nascita,

miravano a una valorizzazione integrata delle

diverse risorse e potenzialità della zona. Oggi

I PROTAGONISTIA colloquio con Sergio Chiacchella, direttore del Consorzio

Un’avventura lunga vent’anni

con la nascita del Distretto delle Energie

Rinnovabili la scelta dello sviluppo sostenibile

è divenuta una scelta formalmente espressa

e un percorso che si concretizza nelle singole

attività e progetti realizzati.

Dottor Chiacchella, lei in questi anni ne ha fatta di strada, intesa come chilometri maci-nati tra stradine e curve. Sembra che conosca il territorio a menadito, anche le zone più impervie. Ha avuto voglia qualche volta di cambiare mestiere? Oppure tutti questi sacri-fici hanno ripagato lo sforzo?Ritengo che nella vita professionale di ognuno,

ci siano dei momenti in cui la domanda che

sorge spontanea è - ma vale la pena? O ma chi

me l’ha fatto fare?

Oggi vedendo i risultati raggiunti, in termini

ambientali, di occupazione, di nascita di nuove

iniziative, di visibilità e conoscenza della zona,

di curiosità suscitata nei media, considerando

il lungo percorso che si prospetta davanti a

noi e le opportunità che il quadro socio-eco-

nomico regionale, nazionale e internazionale,

ci prospetta, rispondo con maggior serenità

che in passato: ne valeva la pena, è necessario

impegnarsi quotidianamente per contribuire

allo sviluppo sostenibile di un’area fuori dalle

rotte dei grandi interessi.

Com’è nata l’idea del Distretto delle Energie Rinnovabili?L’idea del Distretto è nata proprio dalla neces-

sità di valorizzare le risorse, le produzioni

tipiche del territorio, legando tradizione, inno-

vazione tecnologica, energie rinnovabili in un

percorso, appunto, di sviluppo sostenibile.”

Oggi che ruolo ricopre il Co.Svi.G.?

Oggi il Co.Svi.G., con l’allargamento della base

sociale alle Amministrazioni locali dell’Amiata,

assume il ruolo di promotore, punto di raccolta e

Sergio Chiacchella,direttore del Co.Svi.G.

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coordinamento dei progetti di sviluppo dell’area

geotermica toscana. É, inoltre, con le iniziative

del CITT e del CEGL punto di riferimento per tutti

coloro che operano nel settore delle rinnovabili

o hanno interesse ad investire in iniziative pro-

duttive sul territorio geotermico.”

Dottor Chiacchella, cosa bisogna fare per diventare un bravo manager di territorio?Ritengo che, oltre alla preparazione e a una

buona dose di conoscenza dei settori specifici,

sia indispensabile una disponibilità all’ascolto

delle esigenze e delle sensibilità che emer-

gono dal territorio, una capacità di resistere

a fughe in avanti su progetti non compresi e

non condivisi dalle popolazioni, ma anche una

forte determinazione nel superare gli ostacoli

e le difficoltà operative che inevitabilmente

si incontrano ogni qualvolta si interviene a

modificare lo stato di fatto dei territori.

In questi anni Lei ha collaborato con tante per-sone interessate allo sviluppo del territorio. Vuole ricordare qualcuno in particolare?Tante sono le figure, professionisti, ammini-

stratori, imprenditori, singoli cittadini, che

hanno contribuito con l’impegno e le capacità

personali, a rimuovere gli ostacoli e favorire

uno sviluppo sostenibile del territorio. È quindi

difficile indicarne solo alcuni. Certo un ricordo

particolare va necessariamente a chi si è impe-

gnato in progetti a favore del territorio e non

ha potuto cogliere il risultato dei propri sforzi.

Penso, per esempio, a Massimiliano Ciompi,

ex sindaco di Castelnuovo Val di Cecina, che

oggi vedrebbe completato il proprio sogno/

progetto di teleriscaldamento geotermico per

tutte le comunità della zona.

Penso a Roberto Orlandini, di cui cerchiamo

di onorare il ricordo, portando a completa-

mento un progetto in cui personalmente si

è impegnato fino agli ultimi giorni della sua

troppo breve vita: favorire la crescita del pro-

prio Comune, gli interessi dei cittadini, portare

un personale contributo alla riduzione dei

gas serra mediante la realizzazione del parco

eolico “La Miniera”.

Cosa suggerisce agli altri Comuni che si vogliono organizzare come Distretti?C’è una scorciatoia?Non esistono scorciatoie, la ricetta è la dispo-

nibilità a condividere le conoscenze, fare rete

con le realtà già esistenti, impegnarsi quo-

tidianamente anche con piccole azioni in un

ottica di crescita delle coscienze.

Assessore, circa un anno fa è stato sot-toscritto un importante accordo di pro-gramma tra la Regione Toscana e l’Enel

valido per i prossimi anni. Qual è il significato di questo accordo?L’accordo generale sulla geotermia rappre-

senta una svolta nei rapporti tra la Toscana ed

Enel perchè per la prima volta tutte le ammini-

strazioni interessate hanno condiviso un per-

corso e hanno superato quelle frammentazioni

che in passato avevano permesso ad Enel di

trattare separatamente le questioni aperte

sul territorio, perdendo di vista una strategia

comune per uno sviluppo sostenibile della

geotermia, per una maggiore valorizzazione

dei territori, per una più estesa collaborazione

sui temi della ricerca, dell’incremento delle

fonti rinnovabili. Il protocollo recepisce la spe-

cificità dell’Amiata, tanto da subordinare l’atti-

vità geotermica agli esiti degli studi effettuati

dall’Università di Siena sui rischi derivati dal

suo sfruttamento, oltre a prevedere un detta-

gliato elenco di impegni che Enel, in quanto

concessionaria, si impegna a portare avanti

dal 2008 al 2024.

Assessore, Lei conosce bene questo compren-sorio e i problemi del Monte Amiata. Il Pier, recentemente approvato, prevede un impor-tante sviluppo della geotermia. Quali sono le linee guida per l’area geotermica?Le previsioni di sviluppo della coltivazione

geotermica (un aumento di 200 MW di

potenza installata, sperimentando le nuove

frontiere della media entalpia, attraverso

l’installazione di piccoli impianti da parte di

una imprenditoria nuova e diversificata) sono

connesse al contemporaneo incremento delle

attività di ricerca in questo settore. Su questo

fronte l’attenzione si concentra sulla necessità

di migliorare l’impatto generale, sulla salute e

sull’ambiente, degli impianti geotermici. Allo

stesso tempo attività di ricerca sono rivolte

ad innovare la tecnologia impiegata per ren-

dere più efficiente la resa produttiva degli

impianti e per favorire l’impiego del calore

anche in aree distanti da quelle di produzione.

A tali attività contribuiranno anche gli enti

creati dai Comuni dell’area, come il Centro

di Ricerca sulla Geotermia di Larderello ed il

Centro di Ricerca sulle Energie Rinnovabili di

Monterotondo.

La coltivazione geotermica presenta, tuttavia,

criticità per le popolazioni delle aree interes-

sate e per l’ambiente circostante in particolare

per quanto riguarda l’acquifero e le coltiva-

zioni dell’Amiata. Pertanto, al fine di assicu-

rare uno svolgimento sostenibile di tale atti-

vità, soprattutto tenuto conto della specificità

rappresentata dalle coltivazioni sull’Amiata,

sono stati attivati studi rivolti a scongiurare

rischi di inquinamento e di danni alla salute

dei cittadini. La previsione di sviluppo dell’atti-

vità geotermica in queste aree, pertanto, resta

subordinata alla verifica, sul piano scientifico,

delle condizioni di assoluta salubrità della col-

tivazione geotermica, attraverso una ricerca

che sta conducendo l’Agenzia regionale di

sanità e che riguarda tutti i cittadini residenti.

Il Co.Svi.G., negli ultimi vent’anni, ha avuto un ruolo di rilievo per il rilancio dell’area geotermica. Oggi si pensa di affidargli un ruolo ancora più delicato, come strumento di raccordo fra gli enti locali geotermici e la Regione. In cosa consiste quest’incarico?Il Co.Svi.G. fa parte del Tavolo istituzionale

della geotermia. Sulla base dell’accordo

volontario territoriale con Comuni, Comunità

montane e Province, il Co.Svi.G. ha l’incarico

di curare l’attuazione dei Piani pluriennali

di sviluppo dell’area geotermica e l’istrut-

toria dei bandi, secondo quanto previsto nel

protocollo generale sulla geotermia firmato

nel dicembre 2007.

Annarita Bramerini,assessore all’ambiente della Toscana

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3domande all’assessore

Annarita Bramerini

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Presidente Ceccarelli, dopo vent’anni qual è la rotta che deve seguire Co.Svi.G.?

La rotta è tracciata dai documenti di program-

mazione della Regione e dai programmi delle

Amministrazioni Locali che devono agire in un

territorio che merita altissimi volti per lo svi-

luppo delle energie rinnovabili. Al Co.Svi.G.

spetta il compito di aiutare i Comuni a rea-

lizzare i loro obiettivi per quanto riguarda lo

sviluppo socio economico dei loro territori e

concorrere al raggiungimento degli obiettivi

fissati dal PIER per quanto riguarda l’apporto

delle energie rinnovabili fissato al 50% del fab-

bisogno regionale al 2020. Dobbiamo inoltre

collaborare per rendere operativi i Centri di

Larderello e Monterotondo e l’incubatore di

Castelnuovo Val di Cecina.

Lei rappresenta i Comuni soci, quali sono le principali richieste che vengono dai suoi col-leghi amministratori?I teleriscaldamenti civili sono stati realizzati

nei comuni di Pomarance, Castelnuovo Val

di Cecina, Monterotondo Marittimo e Santa

Fiora, ora molti Comuni dell’area senese e

dell’Amiata intendono anch’essi realizzare

questi impianti quindi ci dovremo impegnare

e dar loro tutta l’assistenza necessaria per

risolvere le questioni di ordine finanziario

e progettuale che dovranno affrontare;

abbiamo inoltre Comuni che hanno realizzato

aree servite da energia geotermica per l’inse-

diamento di aziende per cui ci viene richiesto

di sviluppare azioni tese a individuare aziende

e imprenditori che per le loro produzioni pos-

sano trarre particolare vantaggio dall’uso del

calore geotermico, fortemente incentivato

dalla legislazione nazionale; dobbiamo infine

promuovere azioni per lo sviluppo del fotovol-

taico, raccogliendo in tal senso l’invito della

Regione Toscana affinché gli edifici di partico-

lare importanza come scuole, palestre, siano

dotate di tetti fotovoltaici. Infine, daremo il

nostro contributo alle Comunità Montane

per un progetto finalizzato al miglior uso del

patrimonio forestale di proprietà pubblica,

mediante lo sviluppo di impianti a biomassa.

I responsabili politici devono stabilire un’azione strategica per promuovere lo svi-luppo e la ricerca nei due centri di eccellenza. É facile collaborare con la Regione Toscana?Direi di si, non solo è facile collaborare, ma

la Regione ci ha caricato, in accordo con i

Comuni, di ulteriori responsabilità, indivi-

duando Co.Svi.G. come strumento di coordina-

mento per l’elaborazione dei piani triennali di

sviluppo, previsti dall’accordo volontario per

la geotermia che sarà firmato nelle prossime

settimane. Per quanto riguarda i due centri

di eccellenza, non c’è dubbio che la Regione

e in particolare l’assessore Bramerini li ritiene

di interesse per la Toscana, e quindi Co.Svi.G.

darà il suo contributo affinché i due centri

meritino tale riconoscimento.

Quali priorità di ricerca e quali azioni devono essere realizzate in modo da garantire lo svi-luppo della geotermia?

Il centro di Larderello, in particolare , dovrà dare

il suo contributo per lo sviluppo delle basse

entalpie. L’Italia oggi si trova agli ultimi posti

in Europa per l’utilizzo delle basse temperature

per i riscaldamento delle utenze domestiche,

dovrà elaborare progetti in campo ambientale

per rendere sempre più compatibile l’attività

geotermica con il contesto territoriale, dovrà

collaborare con il sistema industriale per ricer-

care le migliori soluzioni impiantistiche per

l’uso di questa particolare fonte energetica,

dovrà inoltre sviluppare un’attività di livello

internazionale, ricordando gli impegni auspi-

cati in questa direzione dal governatore Martini

rivolti soprattutto ai Paesi in via di sviluppo,

ricchi di risorse geotermiche ma bisognosi di

assistenza tecnologica e finanziaria.

“I due centri di ricerca rappresentano una

grande vetrina per la Toscana. Il mondo ci

guarda per sapere come sfruttare al meglio le

basse entalpie e imparare ad utilizzare

la geotermia”.

I PROTAGONISTI Il presidente di Co.Svi.G. Piero Ceccarelli “Non ci fermiamo all’uso diretto della geotermia”

Piero Ceccarelli,presidente del Co.Svi.G..

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RISORSE Quando si trasformano le idee in progetti e i progetti in successi

Un territorio 110 e lode

Sono 16 i Comuni dove si concentra la

gran parte della produzione geoter-

mica italiana.

Sono compresi tra le Province di Siena, Pisa e

Grosseto. Grazie a questi impianti, si sono pro-

dotti 5.324 GWh nel 2005 pari al fabbisogno

elettrico di circa 2.129.000 famiglie.

Il territorio geotermico toscano garantisce oltre

il 28% del fabbisogno elettrico della Regione.

Interessanti prospettive di sviluppo riguardano

impianti di piccola dimensione che sfruttano

lo scambio termico con il terreno e dunque

la possibilità di utilizzare il sottosuolo come

“serbatoio” di calore o freddo integrato a

impianti per usi civili.

Gli usi diretti del calore geotermicoTrasformare le idee in progetti e i progetti in

successi. Il vapore endogeno rappresenta un

patrimonio naturale, pulito e rinnovabile di ine-

stimabile interesse, la cui valorizzazione merite-

rebbe maggiore attenzione, in special modo per

gli aspetti che riguardano l’uso diretto di questa

risorsa. Non c’è quindi soltanto la produzione

geotermoelettrica nei programmi di sviluppo

della geotermia in Toscana. Soprattutto, c’è la

volontà di promuovere e incentivare l’utilizzo del

vapore endogeno per quanti hanno interesse a

mettere in atto processi di uso, ampliamento e

innovazione in questo campo.

Il Co.Svi.G. offre servizi che supportano e aiutano

le imprese a migliorare la competitività, impo-

stando, appunto, iniziative produttive basate

sugli usi diretti della fonte geotermica. É questo

un primo, importante tassello di promozione

ambientale che favorisce e facilita l’accesso

all’eco-efficienza produttiva. I progetti fino ad

ora realizzati, hanno ricevuto la qualifica di eco-

efficienza da parte della Regione Toscana che

premia, da alcuni anni, le iniziative di successo nel

rispetto della tutela ambientale e del territorio.

Innovazione nei processi produttiviLa particolarità che incuriosisce e viene

apprezzata, è rappresentata dall’innovazione

nei processi di produzione di molte aziende

locali che hanno inserito l’uso diretto del

vapore geotermico (una risorsa fortemente

localizzata, com’è appunto il caso della geo-

termia) in sostituzione, spesso totale, dei

combustibili tradizionali fossili.

Queste tecnologie per il risparmio e l’efficienza

energetica vengono applicate a piccole strut-

ture artigianali e agricole che hanno avviato le

lavorazioni utilizzando il vapore che proviene

dalla terra.

Applicazioni che caratterizzano, per la qualità

e la sostenibilità, le produzioni agro-alimen-

tari del territorio, dove sono state individuate

soluzioni innovative nelle fasi di allevamento

di bestiame e di produzione di formaggi,

salumi, ortaggi ed erbe officinali.

Formaggi, salsicce e prosciutti di cinta senese

con DNA Toscano e con tanto di certificazione

eco-compatibile si trovano nei punti vendita.

E piacciono.

Le aziende che funzionano in strutture eco-

compatibili, coadiuvate dal vapore endogeno,

sono legate soprattutto all’agroalimentare.

Ma ci sono anche applicazioni che prevedono

l’utilizzo della geotermia negli allevamenti

specializzati (piscicoltura soprattutto) e nella

serricoltura e floricoltura.

Altre applicazioni sono utilizzate nell’evapo-

razione e concentrazione di soluzioni saline e

nella sterilizzazione.

Devono la loro fortuna al saper fare manuale

con l’aiuto della tecnologia che consente un

forte risparmio energetico e dell’ambiente.

Anche in questo settore tradizione e innova-

zione rappresentano, dunque, il futuro.

Questa lungimirante iniziativa rappresenta un

valido supporto per confrontare e trasferire,

a livello planetario, know-how del nuovo

modello tecnologico ecocompatibile toscano

di produrre in agricoltura, nel rispetto della tra-

dizione, in modo pulito e innovativo, attraverso

la Rete Mondiale delle Comunità del Cibo.

Promuovere e sviluppare l’imprenditorialità nel territorio geotermico Co.Svi.G. è impegnato nella promozione e

gestione dei bandi che concedono ai privati

(siano essi persone fisiche o giuridiche) il 30%

di contributo a fondo perduto per iniziative che

prevedano la produzione e l’utilizzo di energia

da fonti rinnovabili, con particolare attenzione

alla geotermia, agevolando lo sviluppo di

nuovi insediamenti eco-energetici.

La popolazione locale adesso intravede, con

questi progetti, nuove occasioni di lavoro nel

Distretto delle Energie Rinnovabili, conside-

rato il punto focale delle iniziative di rilancio

del territorio.

dati cessione di calore

area geotermica Toscana 2007

Page 59: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

57L’uso diretto della geotermia: una tecnica ormai consolidataL’uso diretto della geotermia è una tecnica già

ampiamente sperimentata e consolidata .

Il vapore endogeno viene utilizzato per la fra-

zione “calore” contenuta nei fluidi in diversi

impieghi.

Attualmente, l’uso diretto della geotermia, nei

vari cicli produttivi, permette di ottenere un

risparmio energetico annuale di circa 15.000 ton-

nellate di petrolio e una riduzione di emissioni in

atmosfera di circa 47.000 tonnellate di CO2.

Il teleriscaldamento geotermicoNell’area geotermica, negli ultimi anni, si è

sviluppata da parte delle Amministrazioni

Locali una decisa azione tesa a sostituire i

vecchi sistemi di riscaldamento con innovativi

impianti collettivi di teleriscaldamento che uti-

lizzano il vapore geotermico. Le prestazioni e i

costi sono assolutamente competitivi.

Il “sistema teleriscaldamento” dell’area geo-

termica viene utilizzato da oltre 4.300 utenze

e per una volumetrica complessiva riscaldata

di circa 1.300.000 mc.

I Comuni interessati dal teleriscaldamento

geotermico sono, ad oggi, Pomarance, Monte-

rotondo, Castelnuovo Valdicecina, Marittimo,

Santa Fiora (in fase di completamento).

Complessivamente si ottiene una riduzione di

emissioni di CO2 di circa 23.000 Tonnellate e

un risparmio energetico annuo di oltre 7.400

TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio).

La collaborazione tra il Co.Svi.G., la

Comunità Montana Alta Valdicecina,

l’Agenzia Lane d’Italia, il Lanificio

Piacenza, ha permesso la realizzazione di un

progetto sperimentale per la valorizzazione di

un pregiato prodotto dell’allevamento ovino

locale: la lana.

Il progetto ha l’obiettivo di risolvere un pro-

blema ambientale con forti ripercussioni eco-

nomiche. Attualmente, nella zona di interesse

della Comunità Montana Alta Valdicecina,

insistono numerosi allevamenti ovini preva-

lentemente di razza sarda. Tali allevamenti

vengono sfruttati per il latte e la carne, rima-

nendo trascurabile dal punto di vista econo-

mico la produzione di lana.

Il prezzo della lana proveniente da questa

particolare razza, infatti, è molto basso sul

mercato e si traduce, spesso, in un costo

aggiuntivo per l’allevatore, il quale è tenuto

a smaltire il tosato in maniera corretta, cioè

non impattando sull’ambiente.

Ciò che il progetto si propone è studiare

la possibilità di trasformare questo costo

aggiuntivo in una ulteriore risorsa economica

per l’allevatore, ed eventualmente ipotizzare

la creazione di uno stabilimento dedicato alla

COMUNE USO UTENZE SERVITE CONSUMO RISPARMIO ANNUO CO2 EVITATA

COMUNE n° mc Gcal/anno TEP CH4 (M3) ton

POMARANCE TR 1.099 292.581 19.320 1.932 2.576.048 5.989

CASTELNUOVO V.C TR 2.340 738.000 34.168 3.417 4.555.986 10.592

MONTEROTONDO M.MO TR 399 102.524 8.917 892 1.188.967 2.764

SANTA FIORA TR 550 190.000 11.934 1.193 1.591.188 3.700v

TOTALE 4.388 1.323.105 74.339 7.434 9.912.189 23.045

FORNITURE CALORE USO RISPARMIO ANNUO CO2 EVITATA

AZIENDA TEP CH4 (M3) ton

ARCADIA Produzione alimenti 1 867,00 2,00

GUPPY Allevamento ittico 153,2 203.686,36 473,53

ISOLVER Usi industriali 15,00 20.000,00 47,00

SOLEMME Usi industriali 15,00 20.000,00 47,00

SCL Usi industriali 1.500,40 2.000.065,32 4.649,73

FLORAMIATA Serre 11.329,60 15.106.133,00 35.121,76

LA BORACIFERA Serre 916,10 1.221.306,47 2.839,62

PARVUS FLOS Serre 751,30 1.001.559,59 2.327,99

SAN MARTINO Produzione alimenti 50,00 66.655,10 138,00

TOTALE 14.731,60 19.640.272,84 45.646,63

lavorazione di lana sarda che possa creare

anche occupazione.

Si è realizzato uno studio approfondito riguar-

dante le potenzialità del tosato, in modo da

valutare anche quale prodotto fosse meglio

realizzare con quella tipologia di lana. Si

trattava di realizzare dei prototipi, valutare

le valenze economiche dell’operazione e fare

uno studio di fattibilità.

I risultati sono stati incoraggianti e hanno con-

sentito una prima stima: la lana della pecora

sarda può essere convenientemente utilizzata

per plaid, capi d’abbigliamento, oltre che per

le classiche imbottiture per materassi o per

la realizzazione di pannelli (termoassorbenti,

fonoassorbenti, etc.).

Si è compreso che esiste una tipologia pro-

duttiva sfruttabile, nonchè nicchie di mercato

che consentirebbero di impiantare un ciclo

produttivo inedito per questo tipo di materia

prima. Un ciclo produttivo che potrebbe

essere una sorgente di ricchezza ed occupa-

zione che trarrebbe dal territorio la propria

fonte di energia (il vapore geotermico indi-

cato per i cicli di lavaggio e lavorazione) e la

propria materia prima (la lana proveniente dai

numerosi allevamenti presenti nell’area).

La lana dei soffioniQuando la tutela dell’ambiente si trasforma in occasione di sviluppo

dati cessione di calore

area geotermica Toscana 2007

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Il Distretto delle Energie Rinnovabili rap-

presenta il nuovo spazio tecnologico,

definito “l’Oasi Toscana dei Saperi”, per

consentire il trasferimento di conoscenze in

materia di utilizzo di risorse energetiche pulite

e di esperienze maturate nel loro ambito, in

sinergia con altre competenze realizzate sia in

ambito nazionale che internazionale.

Quella lanciata dalla Toscana è una sfida che

punta sulla ricerca di qualità, l’ideazione, la

sperimentazione di nuovi prodotti e sui bene-

fici dei trasferimenti delle ultime esperienze

nel settore strategico delle energie rinnovabili.

Se, da una parte tecnologie e processi pro-

duttivi, come il miniidro, vengono conside-

rate mature (anche se il settore non è ancora

saturo), dall’altra sono in continua evoluzione

altre forme di produzione di energia elettrica

che rispettano l’ambiente e rappresentano un

mercato in forte crescita.

Un progetto pilota della Regione ToscanaLa Toscana guarda al futuro attraverso gli

occhi del Distretto delle Energie Rinnovabili

( w w w. d i s t r e t t o e n e r g i e r i n n o va b i l i . i t ) ,

realizzando un progetto pilota che è diventato

operativo nel campo dello sviluppo e della pro-

mozione delle attività di ricerca e innovazione

e che prevede un incremento dei processi di

internazionalizzazione delle fonti energetiche

rinnovabili, con un caleidoscopio di iniziative e

di azioni promosse dalla Regione Toscana.

Il Ruolo del Distretto delle Energie RinnovabiliUna struttura multifunzionale al centro di un

importante progetto di sviluppo e di ricerca

che riguarda tutta la Toscana e non soltanto.

In nove Comuni interessati al progetto del

Distretto, investire sulle fonti rinnovabili di

energia si è rivelato vincente, sia sotto il pro-

filo energetico e ambientale, sia per la qualità

dello sviluppo.

Il vapore endogeno, utilizzato già in pas-

sato per l’ambiente, rappresenta infatti un

patrimonio territoriale inestimabile, la cui

valorizzazione meriterebbe ancora maggiore

attenzione.

Questi piccoli paesi hanno la caratteristica di

avere in comune un territorio atipico, dove

si concentra uno straordinario patrimonio di

risorse naturalistiche di grande suggestione,

oltre a uno straordinario patrimonio artistico,

storico, archeologico e di biodiversità.

Il Distretto vuole anche diventare soggetto

attivo per monitorare le tendenze della respon-

sabilità sociale (in collaborazione con Energeo

Magazine) in campo energetico ambientale

a livello internazionale e per diffondere in

Italia, attraverso la promozione del dialogo

tra gli stakeholders e gli esempi di eccellenza

nel mondo imprenditoriale, la cultura della

responsabilità sociale delle imprese e della

società nel suo complesso.

Si vuole così favorire l’aggregazione delle

migliori competenze nazionali ed internazionali

L’oasi Toscana dei saperi e dei sapori

Il Distretto delle Energie Rinnovabili rappresenta il nuovo spazio tecnologico, definito “l’Oasi Toscana dei Saperi”, per

consentire il trasferimento di conoscenze in materia di utilizzo di risorse energetiche pulite.

sulle tematiche di CSR (responsabilità sociale)

in campo ambientale con lo scopo di pro-

muovere studi e soluzioni innovative su CSR e

sostenibilità in campo energetico-ambientale.

L’obiettivo è di appoggiare le politiche a

favore dei sistemi locali di sviluppo sostenibile

e far dialogare le reti di filiere che producono

energia pulita, promuovendo concretamente

iniziative come Ecocity Onlus e dell’Osser-

vatorio (OCES) su queste interessanti realtà.

Insediarsi nel Distretto tecnologico vuol dire

appartenere a una realtà dalle alte potenzia-

lità di sviluppo e in grande crescita.

La struttura multifunzionale, affidata ad un team

multidisciplinare di professionisti, sarà, infatti,

al centro di un importante progetto di sviluppo e

di ricerca che non si limita alla sola Toscana.

Pomarance

Radicondoli

Casole d’Elsa

ChiusdinoMontieri

CastelnuovoVal di Cecina

MonterotondoMarittimo

Monteverdi

Montecatini Val di Cecina

SFIDEIl rilancio punta sulla ricerca

Page 61: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

59

Chiusdino

La geotermia, un’energia pulita il cui sfruttamento per attività economiche legate all’allevamento, all’agricoltura e alla produzione di squisiti prodotti alimentari, ben si collega alla filosofia di Slow Food del “buono, pulito e giusto”.

Al Salone del Gusto e Terra Madre 2008, la

più grande fiera sul cibo di qualità, il più

importante meeting di comunità del cibo

provenienti da tutto il mondo che si è svolto, nei

giorni scorsi, a Torino, è entrato a pieno titolo il

progetto della prima Comunità Mondiale del Cibo

ad energia pulita, anche perchè gli organizzatori

dei due eventi hanno considerato a tutti gli effetti

il ridotto impatto ambientale uno dei punti di forza

della rassegna torinese.

L’iniziativa, nata in punta di piedi un anno e mezzo

fa in Toscana, si è integrata con le scelte strate-

giche del grande evento internazionale, inventato

da Carlin Petrini che, con la filosofia del messaggio

“buono, pulito e giusto” ha tracciato questo nuovo

percorso agli associati della chiocciolina.

Il tema delle risorse energetiche pulite è stato

ripreso nel discorso ufficiale di Carlin che ha

ricordato come “la sostenibilità salverà le eco-

nomie malate”.

In primo piano si sono ritrovati gli espositori del

Distretto, con formaggi, salsicce e prosciutti di

cinta senese con DNA Toscano e con tanto di cer-

tificazione eco-compatibile, “perchè - come sot-

tolinea il presidente della Fondazione Slow Food

Piero Sardo - questi produttori si sono preoccupati

per primi del tipo di energia utilizzata per ottenere

i loro squisiti prodotti”. Aggiunge: “L’esperienza

della Comunità del Cibo della Toscana è stata valo-

rizzata ampiamente anche a livello internazionale.

I soci di questo nuovo sodalizio (la sede è nell’in-

cubatore di Castelnuovo Val di Cecina) hanno la

fortuna di stare seduti sul calore, ma tutti hanno

maree, aria, sole. Inoltre, quando parliamo di

cibo pulito, possiamo far riferimento soltanto alle

pratiche agronomiche, ai marchi ‘bio’ o alla natu-

ralità di certe produzioni tipiche? Non dovremmo

anche preoccuparci di quale energia sia stata

utilizzata per ottenere quel prodotto? pulita? rin-

novabile? Ecco una nuova sfida anche per Slow

Food. Esagerati, direte voi, non potremo mica pre-

tendere tutte quelle informazioni! Ma non vi pare

che il destino del pianeta e le nostre vite valgano

qualche sforzo in più? ”

É questa l’idea originale della prima Comunità

mondiale ad Energia pulita che adesso ha anche un

marchio che caratterizza i prodotti del territorio

In quest’area si vogliono anche sviluppare poten-

zialità e ricchezze della biodiversità che il territorio

ha conservato nei secoli, continuando a salva-

guardare valori ambientali e nobilissime tradizioni

culturali e agroalimentari.

Il progetto, frutto di un’intesa tra Slow Food

Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità

e Co.Svi.G., ha l’obiettivo di dare vita in questo

comprensorio ad una iniziativa assolutamente

nuova, individuando soluzioni appropriate per la

produzione agro-alimentare con sistemi innova-

tivi per il risparmio energetico e la tutela dell’am-

biente, puntando sulle produzioni caratteriz-

zate dalla tecnologia di processo (Comunità del

pulito).

Il progetto si caratterizza, infatti, per la qualità e la

sostenibilità delle produzioni agro-alimentari del

suo territorio, dove sono state individuate solu-

zioni innovative per la riduzione dell’impatto e per

lo sviluppo sostenibile, nelle fasi di allevamento

di bestiame e di produzione di formaggi, salumi,

ortaggi ed erbe officinali.

La nuova sfida di Slow Food che vuol tener conto,

d’ora in avanti, anche del tipo di energia utilizzata

per ottenere i prodotti dalla terra, è partita proprio

nell’area geotermica tradizionale, e rientra a pieno

titolo tra le scelte del Distretto Energetico, nell’am-

bito della rete locale di Terra Madre Toscana.

Slow Food è presente in questi territori con le con-

dotte Slow Food Monteregio, Slow Food Volterra-

Alta Val di Cecina, Slow Food San Gimignano Colli

Senesi. Tutte queste “condotte” hanno come fat-

tore comune la geotermia, un’energia pulita che

qui viene utilizzata per attività economiche legate

all’allevamento, all’agricoltura, ecc, e che ben

si collega alla filosofia di Slow Food del “buono,

pulito e giusto”.

Nel corso del 2008 sono stati organizzati incontri

enogastronomici, laboratori del Gusto, mostre

tematiche, l’istituzione di un corso che ha avuto

come tema la produzione del cibo con l’energia

pulita. E ancora: si sono svolte iniziative per gli

studenti che hanno realizzato la rete “Orti in con-

dotta” ed hanno visitato le aziende agroalimen-

tari che utilizzano energia geotermica.

In alto: Piero Sardo,presidente Fondazione Slow Food

In basso: Carlin Petrini,

fondatore e presidente di Slow Food

La nuova sfida di

Slow Food è partita dall’area

geotermica

[

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60

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Ad occhio sono almeno una ventina i

borghi, con le frazioni sparse qua e

là, in un territorio ricco di sorgenti

naturali calde, lagoni, putizze, emergenze

geotermiche.

Muri, tetti e vicoli, tra fortificazioni medievali

e palazzotti rimaneggiati, sono composti in un

panorama suggestivo che sicuramente è reso

unico dalla risorsa geotermica.

Viene voglia di curiosare tra quegli scorci e le

diroccate cinte murarie di castelli e torri che si

intricano attorno alle stradine piene di luce,

in un ambiente naturale ricco di storia e di

grande fascino.

Diversi gli odori.

Bisogna annusarli uno ad uno nell’aria, e poi

riconoscerli fra silenziosi borghi medievali e

solitarie campagne.

Questa Toscana sa di zolfo ma non solo.

Sbuffano dalle viscere della terra mofete,

bulicami e solfatare, acque minerali, piriti,

gas-acidi e salse pregne di una quantità por-

tentosa di acido borico. Molti sono composti

solforati; proprio in virtù dell’atomo di zolfo

che contengono, sono dotati di spiccati - ma

non sempre gradevoli - odori aromatici.

A partire dall’acido solfidrico (H2S), acido

inorganico che ha odore di uovo marcio, fino

ai tanti composti che ricordano, tra mille sfu-

mature, la bruciatura di caffé, l’aglio secco,

cipolle e patate marce.

Riconoscerli, in realtà non è tutto così sem-

plice. Questi odori non sono così agevolmente

associabili a qualcosa che conosciamo.

E poi ci sono i rumori.

Quello dei bollori nelle vasche, il sibilo e il bron-

tolio che annunciano la nebbia di acque salse,

di solfatare, di lagoni, o fumacchi in questo

territorio che occupa una superficie di 1.200

chilometri quadrati, con un filo che unisce

questo groviglio di letti di fiumi, borri, torrenti

e da strade, in questa valle misteriosa.

Qui la terra “fuma” da sempre e naturalmente,

poi cominciano i bianchi fuochi fatui (le bian-

cane), con il fuoco del profondo che sbuffa e

freme. Le fumarole e i getti di vapore, consi-

derati come segni dell’esistenza di Divinità

sotterranee (alcune delle quali benevole, altre

malvagie e pericolose) erano conosciuti già

nel Paleolitico.

Le emissioni di vapore acqueo e di gas si spri-

gionano dal profondo, energia indispensabile

ITINERARIOUna natura potente e magica, unica al mondo, ricca di odori, suggestioni e paesaggi straordinari

Viaggio in un’altra Toscana

L’aria di mistero si coglie quasi d’istinto attorno a fumarole, biancane e

sorgenti calde.Un’altra Toscana spalanca le braccia agli arditi profili

di tanti piccoli paesi nascosti sui dorsi dei colli,

tra prati verdissimi e fitta vegetazione, incastonati

nel verde intenso di estesi boschi

di querce e castagni.

Page 63: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

61per lo sfruttamento geotermico, così impor-

tante per l’economia.

Gli impianti geotermici, vicino ai paesi, hanno

acquisito con il passare degli anni il loro inte-

resse, integrandosi nello splendido ambiente.

La geotermia, risorsa economica e fonte di

suggestione, ha segnato il tipico paesaggio

dell’alta Maremma e dell’alta Val di Cecina.

I lagoni, sfruttati per ricavare zolfo, vetriolo e

allume, erano già noti agli Etruschi che sfrut-

tarono le acque calde per le proprietà terapeu-

tiche, da queste parti venivano estratti anche

altri minerali, in particolare argento, rame,

piombo.

In queste pagine vengono presentate le schede

dei nove paesi che costituiscono il Distretto

delle Energie Rinnovabili e che fanno parte del

Co.Svi.G., come comuni soci dell’area geoter-

mica tradizionale.

Gli etruschi e i soffioniÉ facile capire come questi borghi, ai tempi

degli Etruschi prima, dei Romani poi, e, in

seguito con le grandi dinastie che governa-

rono dal X al XII secolo, per finire a Napoleone

Bonaparte, divennero il terreno di tumultuose

vicende storiche, per contendersi questo ter-

ritorio atipico: un vero giacimento di mine-

rali e di energia che ancora oggi possiamo

ammirare.

I numerosissimi castelli assolsero nel medioevo

la funzione di organizzazione e controllo delle

attività di produzione dei metalli le cui tracce

sono ancora ben visibili nel territorio. Lungo i

vari itinerari troviamo i suggestivi paesaggi

caratterizzati da resti dell’attività mineraria

ormai quasi del tutto rinaturalizzate.

Le colline (dette, appunto, metallifere) con il

sottosuolo scavato fin dal tempo degli etruschi,

sono attraversate da centinaia di chilometri di

gallerie minerarie, le cui vestigia spuntano in

mezzo ai boschi. Ancora oggi è viva questa cul-

tura nei ricordi degli abitanti.

Suggeriamo un’interessante escursione in

questo territorio, suddiviso in nove tappe par-

tendo dal crocevia di Colle Val d’Elsa, che si

raggiunge percorrendo la superstrada Siena-

Firenze fino all’uscita Colle Val d’Elsa Sud.

Strada bella e rettilinea, nel primo tratto, poi

tortuosa con tratti panoramici.

Incastonati nel verde intenso di estesi boschi di

querce e castagni. Percorrendo queste strade

non è difficile imbattersi in fagiani, lepri, istrici

e caprioli, nonché in moltissime specie di uccelli

rapaci, dal piccolo gheppio alla regale poiana.

Ma l’incontrastato re della macchia è il cinghiale

e può capitare di vederlo uscire dai boschi di

querce o di castagno, o aggirarsi tra vigne ed

oliveto.

Casole d’Elsa m. 418, ab. 3716

Il borgo medievale di Casole d’Elsa si

raggiunge seguendo le indicazioni per

Volterra-San Gimignano e appena passata

la località ‘Le Grazie’ sulla sinistra, già si

intravede il caratteristico borgo in posizione

panoramica sul dorso di un colle, originario

insediamento etrusco, ancora cinto in parte

dalle mura medievali ancora in piedi. Sul lato

sud della cinta muraria si erge la Rocca antico

edificio del borgo (attuale sede del Municipio),

costruito nel XII secolo e rimaneggiato più

volte, e in seguito rafforzata da due torri dise-

guali, di forma quadrata e coronate da merla-

tura Guelfa.

Molto bello il portale gotico ad arco ribassato

sormontato dallo stemma Senese con delle

arciere ben conservate ai suoi lati.

I colori dello stemma del paese sono il bianco

e il rosso, dovuti alla dominazione fiorentina

del 1259, ma anche per volere della potente

famiglia, del signore di Casole d’Elsa, Ranieri

del Porrina, famosa per essersi ribellata contro

Siena nel 1312.

Oltre al bellissimo centro storico, ricco di

fascino e di storia, a Casole d’Elsa pos-

siamo ammirare: la Collegiata di Santa Maria

Assunta, eretta nel XII secolo su un prece-

dente edificio religioso, è realizzata comple-

tamente a mattoni e conserva al suo interno

numerose opere di importanti artisti toscani

(Della Robbia, Pisani, etc.); la Galleria del

Novecento, raccolta di opere di pittori senesi

del ‘900. Numerose sono le pievi che si trovano

nei borghi di Mensano, Pievescola, Marmoraia

del comune di Casole d’Elsa, immerse nei tipici

paesaggi della Toscana più autentica.

Ancora oggi Casole conserva le caratteristiche

da ultimo avamposto e affiorano ovunque le

vestigia di fortificazioni e di palazzi lentamente

adattate nel tempo ai bisogni degli uomini.

L’insieme dei vicoli, piazze a palazzi medie-

vali ne fanno uno dei borghi più affascinanti

e meglio conservati. A Casole d’Elsa è stato

realizzato un impianto di teleriscaldamento a

cippato di legno che servirà per riscaldare e

rifornire di acqua calda un complesso scola-

stico, nell’ambito del progetto “Sviluppo della

filiera foresta-legno-energia”.

Municipio: Piazza Luchetti, 1 tel. 0577-949711

fax 0577- 949740. e-mail: [email protected]

Radicondolim. 509, ab. 978

É la seconda tappa del nostro itinerario.

Le tracce archeologiche, che risalgono al

paleolitico superiore, passando per il periodo

etrusco e l’età romana, sono state cancellate

per lo sviluppo del borgo in epoca medievale.

Infatti è prevalso nel tempo l’aspetto di borgo

medioevale, che si conserva oggi quasi total-

mente inalterato, sia nella struttura urbana,

sia nel paesaggio.

Radicondoli, castello della famiglia

Aldobrandeschi, come quelli di Belforte,

Falsini, Fosini e Elci, fu costruito durante il

XII secolo, su un insediamento urbano già

esistente.

Il borgo si sviluppa attorno alla cinquecen-

tesca Chiesa Collegiata, accompagnata da un

alto campanile, e raccoglie vie e vicoli carat-

teristici, oltre a importanti palazzi d’epoca

rinascimentale.

Gli edifici religiosi di maggiore rilievo sono

la Pieve Vecchia della Madonna, la Chiesa

Collegiata dei Santi Simone e Giuda e il

Convento dell’Osservanza.

Alto, a cavallo tra la Val d’Elsa e le Colline

Metallifere, Radicondoli domina l’alta

Val di Cecina.

Su un’unica direttrice, nelle giornate limpide,

Casole d’Elsa

Radicondoli

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62

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

si vedono in lontananza Casole d’Elsa e San

Gimignano con le sue torri.

L’economia locale si basa prevalentemente

sullo sfruttamento della risorse boschive,

sulle attività agricole, sul turismo e sull’atti-

vità di produzione di energia elettrica da fonte

geotermica.

Il bosco e l’acqua, sia fluviale che termale,

hanno rappresentato risorse importanti per

l’economia locale e anche oggi, la gestione

delle aree boschive e delle acque, accanto allo

sviluppo turistico, rimane priorità nello svi-

luppo socio-economico di questo territorio.

Vicende alterne hanno caratterizzato la storia

del Castello di Radicondoli, che si trovò sotto

l’influenza dei Conti Aldobrandeschi, i quali

nel 1216 ne assunsero ufficialmente il con-

trollo e la proprietà annettendolo ai propri

possedimenti.

Terreni e proprietà che nel 1221 vennero ceduti

alla Repubblica di Siena.

I Conti Aldobrandeschi e la Repubblica di Siena

si contesero a lungo il borgo di Radicondoli che

passò alternativamente agli uni e agli altri.

La vicenda bellica si ripete nei secoli succes-

sivi, con il borgo e il castello, ripetutamente

conteso tra Senesi e Granducato di Toscana,

posseduto da Cosimo I de’ Medici, fino all’av-

vento dei Duchi di Lorena al potere, cosa che si

verificò dopo il trattato di Vienna del 1735.

In quest’ultimo periodo il borgo di Radicondoli

accrebbe ulteriormente la propria economia

grazie alla politica dei Duchi, la cui domina-

zione venne interrotta dall’invasione francese

del territorio avvenuta nel primo decennio

dell’Ottocento.

Nel 1861 Radicondoli venne annessa al Regno

d’Italia ad opera del Re Vittorio Emanuele II di

Savoia.

All’inizio della via principale del paese, poco

lontano dalla sede legale del Co.Svi.G., una

moderna e divertente struttura espositiva

accoglie nel Museo didattico “Le Energie del

territorio”.

Municipio: Via T. Gazzei 22,

tel. 0577-790903 fax. 0577-790577

e-mail: [email protected].

Sede Co.Svi.G.: Via T.Gazzei 89,

tel./fax 0577-752950 e-mail:[email protected]

Chiusdinom. 564, ab. 1.923

Abbandoniamo un attimo il nostro itine-

rario principale per fissare la terza tappa, prima

di lasciare la provincia di Siena. Si prende la

Ss.73 in direzione di Follonica, passato Rosia

(di interessante lungo il percorso, la visita

al Ponte di Pia de Tolomei, menzionato nella

Divina Commedia, Purgatorio), e il Castello

di Frosini, prima del bivio per San Galgano, si

svolta a destra in direzione di Chiusdino, dove

si giunge dopo circa 7 Km. di salita.

Eccolo il borgo di Chiusdino posto su un cucuz-

zolo nel versante sud-orientale delle colline.

Il nome deriva dal latino ”clausum o clusum”

che significa chiuso, con probabile riferimento

ad una chiusa presente in Val di Merse. La

storia ci narra che la nascita risale intorno al

XII secolo intorno ad un castello di proprietà

dei Vescovi di Volterra. Nel secolo successivo,

per lo stesso sito, vi è stata una disputa tra gli

stessi vescovi e la Repubblica di Siena, poiché

i primi vantavano un diritto per una dona-

zione di Matilde di Canossa, mentre Siena

ne reclamava il diritto di proprietà dovuta ad

una precedente cessione. Questo portò ad un

lungo assedio che terminò con l’annessione

di Chiusdino a Siena (è rimasto nella stessa

provincia). Era nel destino del nome di questo

paese diventare, nei secoli, punto strategico

per controllare un territorio ricco di risorse

minerarie.

Nel 1554, durante l’invasione dei francesi, ci

fu l’annessione alla Repubblica di Firenze di

Cosimo I de Medici (la storia si ripete anche

in questo caso), un periodo fortunato, durante

il quale Chiusdino raggiunse il massimo svi-

luppo anche in seguito al sapiente sfrutta-

mento delle risorse minerarie.

Chiusdino conserva un centro storico con un

impianto medievale in ottima conservazione,

circondato da mura con case basse che danno

vigore al profilo urbano. Tra i monumenti

più importanti troviamo la Chiesa di San

Sebastiano, la Chiesa della Compagnia di San

Galgano, posta presso la casa natale di San

Galgano Guidotti (1148- 1181), il Castello di

Miralduolo, e i Palazzi Lenzi.

Abbazia di San GalganoIl luogo dei misteri

Abbazia con pianta a croce latina a tre navate.

Dal punto di vista architettonico corrisponde

perfettamente ai criteri della Regola dell’Or-

dine Cistercense sia nella scelta del luogo di

costruzione (vasta pianura, priva di abitati cir-

costanti, vicina a corsi d’acqua importanti) .

L’edificio è imponente e testimonia, così, la

diffusione ed il grande seguito del culto di san

Galgano. L’abbazia raggiunse, nel XIV secolo,

una grande potenza, anche grazie alle immu-

nità ed ai privilegi imperiali concessi ed alle

munifiche donazioni ricevute.

Fu protetta e generosamente benificata dagli

imperatori Enrico VI, Ottone IV e dallo stesso

Federico II, compreso il diritto di monetazione.

La ricchezza raggiunta nel Cinquecento fu tale

da scatenare una contesa tra la Repubblica di

Siena ed il Papato. Altre vicende storiche die-

dero ancora lustro al monumento.

Dopo questo periodo di splendore, iniziò

quella lenta decadenza che l’avrebbe ridotto

ad un grandioso e mistico rudere. Quel che

rimane, però, acquista un fascino particolare,

circonfuso di magia e mistero che permane

inalterato.

Il rudere superstite ammalia e sconvolge pre-

cipitando il visitatore in quel Medioevo in cui

ha avuto origine.

Si direbbe quasi che non di un rudere si tratti

bensì di un originale lasciato volutamente

incompiuto.

Anche nell’attuale stato, comunque - e anzi

forse proprio per questo - è al centro di un

fitto immaginario che la collega, attraverso i

Cistercensi, alla leggenda del Graal e a miste-

riose conoscenze esoteriche. Il monumento

rappresenta un inno alla spiritualità, accomu-

nando in questo l’abbazia a quelle di Melrose e

di Kelso, in Scozia,a quella di Cashel, in Irlanda

e a quella di Eldena in Germania.

La spada nella roccia Galgano Guidotti, figlio di Guido e

Dionisa, nacque nel 1148 a Chiusdino,

dopo una vita di prepotenza e spensiera-

tezza (siamo in pieno medioevo) si rese conto

dell’inutilità del suo modo di vivere e abban-

donò il suo mondo, disgustato dalle nefan-

dezze commesse e da quelle che vedeva con-

tinuamente commettere, per dedicarsi ad una

vita di eremitaggio e penitenza nella ricerca di

quella pace che il suo tempo non consentiva e

di quel desiderio e contemplazione di Dio che

solo la vita ascetica poteva permettere.

Come segno tangibile di rinuncia perpetua

ad ogni forma di violenza prese la sua spada

Chiusdino

Page 65: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

63e la conficcò in una roccia che affiorava dal

terreno, con l’intenzione di usarla come croce

dinanzi a cui pregare anzichè come arma con

cui offendere. Un grande gesto simbolico di

estrema forza. Era l’anno 1180. Galgano il 3

dicembre 1181 morì.

Nel 1185 fu dichiarato Santo da Papa Lucio III.

Negli anni immediatamente successivi alla

sua morte venne costruita sul suo eremo una

chiesetta, attigua all’Abbazia di San Galgano,

meglio nota come la Rotonda o Cappella di

Montesiepi.

Municipio: Piazza Plebiscito, 2.

tel. 0577-751055 fax 0577-750221;

e-mail:[email protected].

a un generale decadimento del paese, dal XV

secolo le attività economiche furono costituite

dall’agricoltura, dall’allevamento e dallo sfrut-

tamento dei boschi.

Il secolo dopo l’intero territorio venne conqui-

stato dalla potente città di Firenze e entrò a far

parte del Granducato de’ Medici.

Durante il periodo della dominazione medicea,

l’attività estrattiva venne ripresa e intensificata

rilanciando nuovamente l’economica locale.

La dominazione dei Granduchi de’ Medici si

protrasse fino al XVIII secolo quando, alla

morte dell’ultimo discendente del casato

mediceo, i Duchi di Lorena salirono al potere,

governando Montieri quasi ininterrottamente

fino all’Unità d’Italia che avvenne nel 1861.

Ed è proprio con il XIX secolo che le escava-

zioni minerarie riprendono con più vigore,

nella zona delle “Merse” e di “Boccheggiano”;

lo sviluppo minerario durerà fino alla fine

del secolo scorso, quando nel 1994 chiude

“Campiano” l’ultima miniera delle Colline

Metallifere. Attualmente la memoria di quel

glorioso passato è rivendicata dall’attività del

Parco Nazionale Archeologico e Tecnologico

delle Colline Metallifere.

Oggi il piccolo borgo sembra un set cinema-

tografico, impreziosito dalle sue case torri,

dalla Parrocchiale dei Santi Paolo e Michele,

dal castello, dalla chiesa di San Giacomo, dal

cui sagrato si può ammirare un panorama

mozzafiato che si affaccia direttamente sulle

Colline Metallifere.

Da lontano si possono scrutare i soffioni.

L’aria è frizzante, salutare. La località è

inoltre una rinomata meta di villeggiatura

estiva grazie alla bellezza dei paesaggi e dei

monumenti e alla presenza di qualificate

strutture alberghiere.

Municipio: Piazza Gramsci, 4

tel. 0566-99681 Fax 0566-997800;

e-mail: [email protected]

Monterotondo Marittimom. 539, b. 1300

Si arriva da sud dalle uscite della superstrada

di Follonica o Venturina, mentre da nord si

arriva dalla strada regionale 398, al chilometro

3,2 già si scorge l’antico borgo dalle case in

pietra che si trova tra il torrente Milia e il fiume

Cornia, nel punto di intersezione di quattro

province diverse: Pisa, Livorno, Grosseto e

Siena.

Il nome della località, Mons Ritundus, deriva

dalla forma tondeggiante del colle, “monte

rotondo”, appunto e di “marittimo”, con un

chiaro riferimento alla Maremma.

La fondazione del tipico borgo medievale, cir-

condato da boschi di castagni, si può collocare

prima dell’anno Mille, anche se il più antico

documento fa risalire Monterotondo all’anno

1228. Nell’area più alta del borgo, sono visibili

i resti della Rocca degli Alberti, che prende il

nome dai signori che che presero possesso del

castello nel 1208, quando alla morte del padre

Alberto IV, il Conte Rinaldo lo ebbe in eredita’.

Nel maniero si è conservata anche una parte

del cassero, che fu innalzato nel Trecento,

quando Monterotondo, già compreso nel terri-

torio di Massa Marittima dal 1263, passò sotto

il dominio di Siena.

Le vicende storiche che videro i Senesi domi-

nare l’intera zona, determinarono un nuovo

splendore per Monterotondo Marittimo, por-

tato al rango di Vicariato e potenziato con

nuove fortificazioni.

Di quell’epoca sussistono avanzi medievali

e altri monumenti come la Parrocchiale della

Madonna col Bambino e angeli, raffigurata in

una tavola di un tardivo pittore della scuola di

Duccio che da quest’opera prende il nome di

Maestro di Monterotondo Marittimo.

Nei dintorni, la deliziosa chiesetta romanica

di S. Croce, costruita dai frati sulla sommità

di un’altura nel XIII secolo; il coevo Castello

minerario di Cugnano, sito archeologico di

grande importanza; le rovine dei Bagni del Re

Porsenna, popolare centro termale durante

Montierim. 704, ab. 1.248

Terra ricca di giacimenti minerali e di alberi

secolari: maestose querce, con una netta

predominanza di faggi e castagni, Montieri,

in provincia di Grosseto, è adagiato sul fianco

settentrionale del monte che porta lo stesso

nome, il Poggio di Montieri.

Il nome della località deriva con tutta probabi-

lità dal latino “mons aeris” che letteralmente

significa “monte del “ rame”. Già gli Etruschi

si insediarono nella zona di Montieri, prati-

cando l’estrazione del rame, attività che venne

continuata successivamente dai Romani e che

vide la sua massima espansione nel medioevo

quando, diventato un centro industriale fioren-

tissimo si trovò lungamente conteso tra Siena

e Volterra che volevano il predominio sulle

miniere d’argento, di rame e piombo.

Fino al XIV secolo Montieri, grazie allo sfrut-

tamento dei suoi giacimenti, visse un periodo

di floridità economica che si affievolì nel corso

del secolo successivo, seguendo il declino

della Repubblica di Siena.

L’esaurimento delle risorse minerarie condusse

Abbazia di San Galgano

Montieri

Monterotondo Marittimo

Page 66: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

64

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

l’VIII secolo; il Santuario della Madonna del

Frassine, meta di pellegrinaggio.

La guerra tra la Repubblica di Siena e quella

di Firenze diede avvio ad un lunga contesa per

il possesso di alcuni territori di Monterotondo

Marittimo.

Il 26 Ottobre 1554 Monterotondo combatté a

fianco di Siena e venne assalita dalle truppe

dei Medici, alleati con Spagna ed Austria, che

persero 500 uomini, ma riuscirono a conqui-

stare il Castello ed a distruggerlo; buona parte

della popolazione fu uccisa. Il 7 dicembre il

Comune di Monterotondo si sottomise al Duca

di Firenze, pur continuando a far parte dello

Stato di Siena.

Ma la Repubblica di Siena dovette alla fine

piegarsi, in quel periodo Monterotondo

Marittimo, venne annesso al Granducato de’

Medici che governò fino al XVIII secolo quando

i Duchi di Lorena salirono al potere.

Durante la dominazione medicea la comunità

visse un periodo di pace e di stabilità politica,

in quel periodo il borgo venne ristrutturato e

l’economia locale incrementata.

Monterotondo che ha dato i natali allo scrit-

tore Renato Fucini (8 aprile 1843 - Empoli, 25

febbraio 1921), noto anche con lo pseudonimo

e anagramma di Neri Tanfucio, fino all’Unità

d’Italia avvenuta nel 1861, venne occupato

dai francesi.

Il Comune si sta caratterizzando come località

modello dello sviluppo sostenibile per gli usi

diretti della geotermia (pag 57) e per la pre-

senza del CITT (pag 69). Recentemente oltre

ad aver conseguito le certificazioni ISO 14001

ed EMAS, gli è stato conferito il Premio “la

Città per il Verde”, giunto alla nona edizione,

un riconoscimento di rilievo per la qualità

della vita: il verde pubblico.

Municipio: Via Bardelloni, 64 tel. 0566-917511

fax. 0566-916390;

[email protected]

www.comune.monterotondomarittimo.gr.it

e-mail ufficio turistico “Porta del Parco”:

[email protected]

Monteverdi Marittimo m. 364, ab. 701

Il comune di Monteverdi Marittimo si estende

per una superficie di circa 100 kmq che inte-

ressa un territorio in larga parte collinare,

compreso tra l’alta valle del fiume Sterza e

quella del Cornia, uno dei più vasti della pro-

vincia di Pisa. É formato da due nuclei urbani,

l’antico borgo di Monteverdi e il castello di

Canneto. Sullo sfondo si trovano le alture

che corrono parallele al litorale tirrenico e a

ridosso degli aspri contrafforti del versante

sud-occidentale delle Colline Metallifere, dove

restano ancora tracce delle miniere attive

fino alla metà del secolo scorso (manganese,

lignite, magnesite e soprattutto calcedonio

di elevata qualità e assai ricercato già nella

Firenze dei Medici). Nel corso dei secoli la

sua posizione di “cerniera” tra nord e sud lo

ha reso strategicamente importante fin dal

tempo degli Etruschi, come zona di transito

facile per le merci che da Populonia (e dalle

miniere di ferro dell’Elba) venivano traspor-

tate a Volterra, Siena, Firenze.

Non a caso Walfredo, nobile longobardo

pisano, nel 754 pose le basi di quella che

sarebbe diventata una importante e ricca

abbazia benedettina proprio alla base del

poggio su cui oggi si distende l’abitato di

Monteverdi, in un luogo sicuramente di tran-

sito tra il mare e l’interno, dove già il tempo

di Roma era stata costruita una villa patrizia.

L’abbazia di S. Pietro in Palazzuolo nel periodo

di maggiore importanza aveva possedimenti

che si estendevano dalla Maremma a Pistoia

all’Isola d’Elba. Quando venne abbandonata

intorno al 12esimo secolo per una nuova

Abbazia costruita su un colle vicino, in posi-

zione dominante e quindi più protetta, un

grumo di case costituiva il primo insedia-

mento del Castellum Monteverdi (1128). Meno

di un secolo dopo, il 20 giugno 1204, 90 abi-

tanti di Monteverdi chiedono protezione sot-

tomettendosi a Volterra: è l’inizio di una lunga

serie di contese tra la stessa Volterra, Massa

Marittima, Pisa, Firenze per il dominio del terri-

torio, che portarono Monteverdi ad essere, fra

l’altro, Marchesato sotto la famiglia Incontri o

parte del Granducato di Toscana con i Medici

prima e i Lorena poi, fino all’annessione nel

Regno d’Italia nella seconda metà del 1800.

Monteverdi Marittimo che ha conosciuto negli

ultimi sessant’anni una massiccia emigra-

zione, oggi è in fase di rilancio con lo sviluppo

di attività turistico-residenziali, agriturismi,

resort , confortevoli villaggi insediati in un gra-

devole paesaggio. La località, caratterizzata

dalla presenza dalla presenza di due centrali

elettriche dell’Enel alimentate dal vapore geo-

termico, utilizzerà presto il teleriscaldamento

nei centri urbani di Monteverdi e di Canneto.

Nella zona tra Monte Canneto e il vicino Poggio

Ricciardo sarà realizzato un Parco eolico con

nove aerogeneratori con una produzione pari

al consumo di un paese di 10.000 abitanti.

A Monteverdi opere d’arte si trovano nella

parrocchiale di S. Andrea, in particolare un

“Cristo nero” che ogni tre anni viene por-

tato in processione, mentre nella chiesa di

San Lorenzo a Canneto è custodito un pre-

zioso crocifisso astile.

Municipio: Via IV Novembre, 1

tel. 0565-78511 Fax 0565-784410

[email protected]

Castelnuovo Val di Cecina m. 576 ab. 2.476

L’abitato, in un ambiente ricco di storia, è

immerso in un paesaggio che assume tratti

pre-appenninici, sulle pendici orientali di un

colle coperto di castagneti, in una zona incon-

taminata, ricca di boschi e paesaggi naturali,

tra le valli della Cornia e del Cecina.

Il borgo medievale, arroccato sulla collina,

risale all’anno mille.

Un documento del 1176 precisa che il castello

faceva parte dei beni dell’Abbazia di San Pietro

in Palazzuolo, presso Monteverdi, al decadere

del potere dell’Abbazia il castello passò nelle

mani della famiglia Alberti e ci rimase fino alla

“rivoluzione” del 1213, per passare sotto la

protezione di Volterra.

In questo periodo l’economia e la vita civile

conobbero un notevole sviluppo: la struttura

integra del nucleo medievale più antico è

il borgo: sulla parte alta si trova la chiesa di

S.Salvatore di origine medievale a tre navate

ed i segni delle antiche fortificazioni con basa-

menti a scarpa, in un tessuto edilizio svilup-

pato lungo assi viari lastricati paralleli alle

curve di livello.

Alla base del nucleo originario si sviluppa il

borgo contadino, contraddistinto da un’edilizia

Monteverdi Marittimo

Castelnuovo Val di Cecina

Page 67: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

65più povera, con scalette, sottopassaggi, strette

stradine.

Il borgo cinquecentesco è sviluppato invece in

senso lineare lungo la statale.

Anche l’area di Castelnuovo ha conosciuto

l’utilizzazione delle sue risorse naturali fin

dall’antichità, come testimoniano le terme

etrusche in località Bagnone, recentemente

venute alla luce, trasformate in un Parco

Archeologico (vedi riquadro).

In epoca medievale costituiva un importante

castello sotto la giurisdizione di Volterra,

subendo poi, a metà del XV sec., l’invasione

dell’esercito di Alfonso D’Aragona, venendo

riconquistato dai volterrani di lì a poco, per

passare poi sotto il dominio di Firenze e dive-

nire feudo granducale nel 1639, con la famiglia

degli Albizzi, che la mantenne fino al 1776,

anno in cui Pietro Leopoldo I, sovrano illumi-

nista la ricostituì come autonoma comunità ed

avviò la rinascita industriale e sociale del suo

territorio. Il territorio, nel 1861, venne annesso

al regno d’Italia, e nel secondo conflitto mon-

diale durante la Resistenza, fu teatro delle

azioni della XXIII Brigata Garibaldi; nel 1944,

a seguito di una battaglia ingaggiata con i

tedeschi in ritirata, ci fu una rappresaglia di 82

ostaggi civili.

Municipio: Via Verdi, 13 tel. 0588-2351 -

fax 0588-20727;

e-mail: [email protected]

Complesso Termale etrusco-romano di Sasso Pisano

L’eccezionale complesso di Sasso Pisano costitu-

isce l’unico esempio di terme etrusche di epoca

tardo-ellenistica pervenutoci fino ad oggi.

Gli Etruschi si insediarono nella Valle del dia-

volo molto prima che Roma, la città eterna,

diventasse la grande potenza economica

e militare che fu, poi, il terrore del popolo

etrusco.

Questa zona della Toscana, interessata dai

soffioni boraciferi e percorsa da fiumi e tor-

renti, fu, grazie alla sua particolare morfologia,

un territorio molto ambito dagli Etruschi. Alla

fase più antica (III secolo a.C.) risalgono i

resti di un grande cortile quadrangolare con

porticato, su cui si aprono i diversi sistemi di

vasche e i vani d’uso, tutti coperti da tegole,

molte delle quali marcate con solito bollo, e

da coppi di diversi tipi e dimensioni. L’ampio

portico sorretto da pilastri quadrangolari rea-

lizzati in un morbido calcare locale di colore

beige o violaceo, è chiuso sul fondo da un

altro muro, dove i blocchi squadrati, alternati

a tramezzi in piccole bozze di pietra legate con

argille, creano un vivace effetto decorativo che

doveva essere arricchito da colonne e semico-

lonne sormontate da capitelli dorici. Sui lati

est e nord del piazzale porticato si aprono le

vasche, quadrangolari o rotonde, isolate o tra

loro comunicanti con pavimenti in cocciopesto

e pareti intonacate. Un accurato sistema di

canalizzazioni convogliava dalle vicine sor-

genti direttamente nelle vasche, con canalette

strette e profonde, l’acqua calda, e attraverso

l’ampio cortile centrale, in canalette ampie e

basse, l’acqua fredda.

Il lato sud del cortile si apre in un’ampia

esedra-fontana, che doveva essere alimen-

tata dall’alto attraverso un piccolo bacino in

cocciopesto.

Tutto il lato ovest del complesso è invece occu-

pato da un vasto edificio, ancora solo parzial-

mente scavato, suddiviso in numerosi vani,

forse una struttura destinata all’accoglienza

dei visitatori e dei pellegrini che, venendo da

lontano, avevano la necessità di soggiornare

in questo loco. Una possibile funzione sacrale

dell’impianto, che si giustificava con la pre-

senza di acque curative, è documentata dal

ritrovamento di una statuetta di Minerva in

piombo e stagno e di una piccola offerente

in bronzo, che presuppongono per lo meno la

presenza di un piccolo luogo di culto. I mate-

riali più antichi (ceramica a vernice nera) e la

paleografia del bollo laterizio etrusco soprac-

citato consentono di collocare la fondazione

del complesso tra la fine del III e l’inizio del II

secolo a.C.

L’ENERGIA DAL CUORE DELLA TERRAIl Parco delle BiancaneA passeggio tra fumarole, lagoni e soffioni boraciferi

Appena fuori dal paese di Monterotondo Marittimo si trova il Parco delle Biancane dove, grazie ad un percorso guidato è possibile ripercorrere le tappe della storia della geotermia. Nella parte inferiore del Parco si possono osservare da vicino un Lagone Naturale in piena attività e la “Sorgente di Chiorba”, dove l’acqua, proveniente dalle profondità della terra, sgorga ad altissima temperatura.Da qui, seguendo il sentiero che si inerpica sul monte, si raggiunge la parte superiore del Parco: “Le Biancane”. Il terreno emana calore, l’aria è impregnata di zolfo, colonne di vapore si dissolvono nell’aria e lo sguardo è attratto dai colori insoliti delle rocce e della vegeta-zione. Proseguendo la passeggiata si assiste a fenomeni stupefacenti come le solfatare, le fumarole, le mofete e i soffioni boraciferi. Il calore del luogo favorisce la presenza di specie vegetali inconsuete a questa altitudine come la sughera e l’erica. Il silenzio, i colori caldi del paesaggio e il lento susseguirsi di emissioni di vapore sulfureo, rendono le biancane un posto estremamente suggestivo e rilassante.

Terme di Sasso Pisano

Il colore insolito delle rocce

Page 68: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

66

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Pomarance m. 370 ab. 6.323

Si trova nell’area geotermica tradizionale

toscana, lungo la strada che da Volterra porta

a Massa Marittima, con interessanti vedute

sulla dorsale dei colli che fiancheggiano la

vallata.

Pomarance è il Comune più popoloso del

Distretto, nell’alta Val di Cecina, oggi impor-

tante centro industriale.

Il toponimo è attestato per la prima volta nel

1128 come Ripomarrancia. Mentre il primo

elemento del nome è il latino ripa (“riva”), il

secondo è più incerto e potrebbe derivare da

un nome di persona romano Arranciae (forse

di origine etrusca). Il toponimo potrebbe però

derivare dall’italiano antico pomarancia, col

significato di “melarancia”. Le origini risalgono

al Medioevo, ma i primi insediamenti abitativi,

dopo il ritrovamento in zona di alcuni reperti

archeologici, fanno pensare ad una presenza

nell’età neolitica e successivamente all’epoca

etrusco-romana. I primi documenti ufficiali

risalgono, però, al X secolo come possedi-

mento conteso tra i Vescovi-conte e il Comune

di Volterra e che nel 1325 lo cinse di mura. Nel

‘500 vi nacquero i pittori Niccolò Cercignani

(o Circignani) e Cristoforo Roncalli, che ebbero

entrambi il soprannome di Pomarancio che

lasciarono importanti opere nella parrocchiale

San Giovanni Battista.

In quel periodo(1513) il borgo era stato elevato

al rango di comune autonomo, in precedenza

la Repubblica di Firenze aveva posto sotto il

proprio controllo le miniere di allume presenti

nel territorio.

Il casato de’ Medici prima e, a metà settecento,

i Duchi di Lorena che erano succeduti per

eredità alla dinastia medicea ormai estintasi,

diedero ulteriore impulso alla crescita e allo

sviluppo delle attività estrattive e, all’inizio

dell’Ottocento, alla nascita dei primi stabili-

menti industriali.

Nel 1861 anche Pomarance venne annessa al

Regno d’Italia.

Tra i monumenti di maggiore rilievo a

Pomarance oltre alla già citata Parrocchiale di

San Giovanni Battista, ci sono la casa natale

di Paolo Mascagni (anatomista), la Torre

dell’Orologio, il Palazzo Pretorio, il Palazzo de

Larderel, con annesso teatrino neoclassico, la

casa-museo Bicocchi, e la Rocca Sillana.

Municipio: Piazza Sant’Anna, 1

Tel. 0588-62311 fax. 0588-65470;

e-mail: [email protected]

Larderello e la “Valle del diavolo”

Il fumigante paesaggio, già annunciato da

qualche isolato sbuffo, si manifesta in questa

valle tra Montecerboli e Larderello, con i

caratteristici soffioni boraciferi e le colonne

di vapori bianchi (già noti all’epoca di Dante

Alighieri e a lui ispiratrici dei paesaggi dell’In-

ferno). I paesaggi della Valle del diavolo ricor-

dano infatti l’inferno dantesco.

Scriveva Dante : “Versan le vene le fumifere

acque, per il vapor che la terra ha nel ventre.

Che l’abisso le tira suso in alto”.

Le gigantesche torri di refrigerazione delle

centrali elettriche e soprattutto la ragnatela

delle condutture argentate, un andirivieni di

vapordotti tra monumenti sicuramente insoliti

e affascinanti: serbatoi, vapordotti, pozzi di

produzione e di reinezione, turbine, centrali

alimentate con il fluido geotermico, scam-

biatori di calore. In questi luoghi, la natura,

impressionante e potente, ha incontrato

l’uomo, forte e testardo, che ha saputo domi-

narla e sfruttarla.

Il paese della geotermia

Il paese prende nome da François Jacques

de Larderel, industriale di origine francese

che intorno al 1827 perfezionò l’estrazione

dell’acido borico dai fanghi dei cosiddetti

“lagoni”, già iniziata con metodi poco effi-

cienti nel 1818.

L’avventura industriale che all’epoca sembrò

pioneristica, si avviò nel 1812 con la costitu-

zione di una società che per prima tentasse

l’utilizzo industriale dei sali borici delle mani-

festazioni endogene di Larderello.

In seguito, fu Francesco De Larderel ad avviare

l’utilizzo industriale dell’acido borico e a fon-

dare l’attuale area industriale e lo stesso

paese che ha preso il suo nome: Larderello.

Nel 1904, il Principe Piero Ginori Conti, riuscì,

dopo una serie di esperienze, ad accendere

5 lampade elettriche collegando un motore

a pistoni alimentato a energia geotermica a

una dinamo.

Si trattava del primo esempio di sfruttamento

elettrico della geotermia.

Larderello è la prima esperienza al mondo

di sfruttamento dell’energia geotermica per

la produzione di energia elettrica. Nel 1905,

grazie al principe Piero Ginori-Conti, si è ini-

ziato ad utilizzare l’energia dei soffioni per la

generazione di energia elettrica.

Undici anni dopo, nel 1915, entrò in esercizio

la prima centrale geotermica, con due gruppi

da 2570 KW di potenza, con torri di raffredda-

mento in legno.

Da allora la produzione di energia elettrica da

vapore endogeno ha avuto un grande sviluppo

mettendo in esercizio molte centrali geoter-

miche realizzate e oggi, gestite dall’Enel.

Qualche anno dopo, nel 1930 erano in servizio

turbine e centrali per 12 MW, nel 1950 erano

già salite a 211 MW e nel 1963 a 311 MW.

La moderna tecnologia e le tecniche d’avan-

guardia di utilizzo dei soffioni hanno fatto il

Pomarance

Soffioni boraciferi e fumarole

Page 69: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

67resto. Oggi la geotermia costituisce un’impor-

tante risorsa energetica per la Toscana e l’in-

tero Paese.

Larderello ha allestito un interessante Museo

della geotermia, continuamente visitato dalle

scolaresche.

Montecatini Val di Cecina m.416, ab. 2.008

Il nome della località deriva dal composto di

“monte”, con riferimento alla sua posizione

elevata, e del nome proprio di persona latino

“Catinius”, al quale venne successivamente

aggiunta la specificazione “Val di Cecina”, con

riferimento alla valle del fiume Cecina in pros-

simità della quale il paese sorge.

I numerosi reperti archeologici che risalgono

all’epoca romana, rinvenuti in zona, fanno

pensare a insediamenti databili a tale epoca.

Al tempo della dominazione romana, il ter-

ritorio di Montecatini Val di Cecina fu teatro

di una battaglia contro la città etrusca

di Volterra.

Dopo la caduta dell’Impero Romano e la suc-

cessiva discesa dei Barbari il territorio venne

abbandonato per essere ripopolato solo

durante il Medioevo.

Il consolidamento dell’attuale borgo avvenne in

epoca medievale quando, intorno al X secolo, i

potenti feudatari Belforti, legati all’imperatore

Ottone I, fecero erigere un castello.

Un documento ufficiale risalente alla fine dello

stesso secolo documenta l’esistenza del borgo

e il suo trovarsi sotto la diretta giurisdizione

del Vescovado di Volterra.

Anche Montecatini Val di Cecina venne

annesso ai domini della Repubblica di Firenze,

trovandosi dapprima sotto la dominazione dei

Granduchi de’ Medici e successivamente sotto

quella dei Duchi di Lorena, seguendo la stessa

sorte delle altre comunità vicine.

Il borgo, dopo l’Unità d’Italia, diede impulso

all’economia e agli insediamenti demografici,

grazie alla miniera di rame di Camporciano

rimasta in attività fino al 1907. In questo luogo

cominciò la storia affascinante (vedi riquadro)

di uno dei più importanti gruppi industriali

estrattivi europei: la Montecatini Spa divenuta

Montedison.

Gli etruschi furono i primi a sfruttare le abbon-

danti risorse naturali di questa zona, utiliz-

zando il prezioso minerale per forgiare utensili

e suppellettili ornamentali.

Per ricordare questi importanti momenti sto-

rici è stato realizzato, nell’ex-area mineraria,

ed in ciò che rimane delle strutture, un parco

museale di archeologia industriale con un

importantissimo centro di documentazione,

e le gallerie originali ottocentesche della

miniera con le diverse tipologie di strutture

ancora intatte, il pozzo di estrazione del rame

e la torre che conserva il macchinario utiliz-

zato per procedere alle eduzione delle acque

sotterranee.

Altri monumenti di rilievo la Chiesa di San

Biagio, il Palazzo Pretorio e la Torre dei

Belforti.

E per i tempi che verranno, presto ci sarà da

visitare, a scopo didattico, la fattoria eolica

con 6 modernissimi aerogeneratori che si

sta costruendo sul crinale, tappa itinerante

del distretto energetico che mette in mostra

questi moderni monumenti che producono

energia pulita.

Municipio: Via Roma 1,

tel. 0588-31611 fax. 0588-31615

e-mail: [email protected].

LA CHIMICA MODERNA NACQUE DA QUESTE PARTI La Montedison nacque nel 1966 dalla fusione tra Montecatini ed Edison; la Montecatini fu costituita nel 1888 a Montecatini Val di Cecina (PI) per lo sfruttamento delle locali miniere di rame; negli anni ’10 del ‘900 entrò nel settore chimico e nei decenni successivi diventò, a colpi di brevetti e di acquisizioni, la maggior azienda chi-mica italiana, pressoché monopolista in alcune produzioni come l’acido solforico, i concimi, i coloranti (tramite la control-lata ACNA); nel 1936, in collaborazione con l’AGIP, costituì l’Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Carburanti), con lo scopo di produrre benzina sintetica, e che sarebbe stato il primo nucleo dell’industria petrolchimica italiana. La Edison nacque nel 1895 a Milano e fu una delle prime aziende a sfruttare in Italia quell’energia idroelettrica che fu alla base della prima industrializzazione italiana, costruendo dighe lungo l’arco alpino, in partico-lare in Lombardia; già ai primi del ‘900 la Edison era uno dei gruppi industriali dominanti in Italia, suddividendosi il controllo del mercato elettrico nell’Italia del Nord con la SIP, concentrata in Piemonte e Liguria, e la SADE, forte nel Nord Est.

Montecatini Val di Cecina

il museo-miniera di Camporciano

Page 70: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

68

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Il CEGL (Centro di Eccellenza per la geo-

termia) di Larderello, una frazione di

Pomarance, è operativo da circa un anno

sul fronte della cooperazione internazionale e

della fornitura di know how.

É decollato anche il CITT (Centro per il

Trasferimento dell’innovazione tecnologica

sulle energie rinnovabili) di Monterotondo

Marittimo che si occuperà di trasferimento

tecnologico, brevetti e formazione con forme

di gestione .

Le due strutture che possiamo definire

“laboratori delle energie pulite”, sono state

avviate con il determinante contributo del

Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree

geotermiche).

Il Consorzio geotermico ha coordinato tutte

INNOVAZIONELarderello e Monterotondo Marittimo laboratori delle energie pulite

Due Centri di Ricerca per lo sviluppo delle nuove tecnologie

Le strutture rappresentano gli assi

portanti per le iniziative

sostenibili del Distretto. La Regione Toscana ha

ribadito che sosterrà l’impegno a spingere

sull’innovazione e sulla ricerca nel settore delle

energie rinnovabili, tanto da inserire nei

programmi, come fiore all’occhiello,

la promozione e il lancio definitivo del

“Distretto delle energie rinnovabili.”

le procedure e le pratiche per i finanziamenti

(non soltanto regionali), ha favorito i contatti

con le istituzioni scientifiche e ha seguito gli

stessi lavori per conto della Regione Toscana.

I due Centri, che dovranno dialogare e inter-

facciarsi tra loro per arrivare a una “testa”

unica, rappresentano il motore trainante delle

iniziative sostenibili intraprese sul territorio

e costituiscono gli assi portanti per l’attività

del Distretto.

Lavori in Corso CITT anno 2008-2009Sviluppo dell’innovazione e trasfe-

rimento tecnologico per le FER con

priorità su:

- Mini-micro eolico;

- Fotovoltaico - solare a

concentrazione;

- Biomasse;

- Cogenerazione diffusa;

Diffusione e sperimentazione di

sistemi di risparmio energetico e in

particolare:

- Riduzione dei consumi energetici

nell’ambito dei sistemi residenziali,

degli edifici pubblici, strutture

ricettive;

- Applicazione di soluzione domo-

tiche e di remote control

Formazione nel campo delle risorse

energetiche rinnovabili, della

tutela ambientale e dello sviluppo

sostenibile:

- Formazione finanziata e

riconosciuta;

- Formazione privata a richiesta e

per specifici obiettivi formativi;

- Integrazione con il sistema di

Istruzione pubblica per la defini-

zione di specifici progetti formativi.In alto: uno scorcio di Monterotondo MarittimoIn basso: Viale Obiettivo Kyoto 20-20-20

[

Page 71: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

69

Il CITTper trasferire competenze e metodologie per la diffusione delle FER.Per quanto riguarda il CITT, Il Centro

Internazionale per il Trasferimento dell’Inno-

vazione Tecnologica per le Fonti Energetiche

Rinnovabili di Monterotondo Marittimo (GR)

nasce dall’idea di diffondere e trasferire com-

petenze e metodologie tecnologiche innova-

tive per agevolare la diffusione delle nume-

rose forme di energia rinnovabile.

La penetrazione di mercato delle energie rin-

novabili passa, nella maggior parte dei casi,

attraverso la possibilità di individuare tecno-

logie innovative capaci di abbassare i costi

unitari con metodologie in grado di incremen-

tare l’efficienza degli impianti.

Il CITT è il frutto dell’Accordo di Programma

che la Regione Toscana e territori geotermici

hanno siglato.

Diventa operativo grazie ad un’Associazione

Temporanea di Scopo costituita da soggetti

pubblici. Il Consorzio per lo sviluppo delle

Aree Geotermiche fa da capofila dell’ATS, con

la partecipazione della Provincia di Grosseto

e il Comune di Monterotondo Marittimo

(GR). Partecipano, altresì a questo pro-

getto il CNR-ITAE, Consiglio Nazionale delle

Ricerche - Dipartimento Energie e Trasporti e

la Scuola Superiore di Studi Universitari e di

Perfezionamento S.Anna di Pisa.

Il Centro intende fornire i propri servizi per

ridurre il gap fra obiettivi e risultati nell’am-

bito delle Energie Rinnovabili e promuovere

lo sviluppo e la diffusione delle innovazioni

che si rendono disponibili, favorendo il tra-

sferimento di nuovi metodi alle imprese, che

entrano nella filiera energetica a vario titolo.

“È necessario - spiega Sergio Chiacchella,

direttore del Co.Svi.G. e coordinatore del

Distretto - che il trasferimento tecnologico sia

Il progetto NEFTIH2New Energy For Tomorrow Intelligent House

Si tratta di uno studio sulla

realizzazione di un impianto

dimostrativo domotico con l’in-

tegrazione di fonti energetiche inno-

vative. Presso il CITT è stata installata

una piccola unità abitativa energeti-

camente indipendente in grado di non

sovraccaricare la rete elettrica nazio-

nale, ottimizzando le tempistiche

di prelevamento e di immissione di

energia elettrica. Ottimizzazione del

risparmio energetico di una unità

abitativa di tipo tradizionale, succes-

siva alla sua costruzione attraverso

l’integrazione di gestione domotica e

di alimentazione da fonti energetiche

innovative. Informazioni più detta-

gliate sono disponibili sul sito:

www.neftih2.it

accompagnato da una concreta e continua

attività di formazione professionale, che il CITT

intende sviluppare creando le nuove classi di

imprenditoria”.

Inoltre, per favorire la diffusione delle informa-

zioni sulle buone pratiche e sulle tecnologie di

avanguardia per i processi di trasferimento

tecnologico e adattabilità operativa delle

FER, il CITT si propone l’obiettivo di creare un

Centro di Documentazione, che dovrà essere

una vera e propria banca dati delle innovazioni

tecnologie e potrà essere punto di riferimento

per gli operatori del settore.

“L’obiettivo fondamentale del Centro di

Monterotondo Marittimo - conferma Sergio

Chiacchella - è quello di allestire progetti ope-

rativi, studi di fattibilità, ricerche di settore e

rapporti scientifici funzionali in vari campi col-

legati alle FER e in particolare nel campo delle

ricerche e report scientifici di valutazione e

pianificazione energetica. In sostanza occorre

individuare, elaborare e realizzare progetti

regionali, nazionali ed europei finalizzati al

trasferimento tecnologico, al risparmio ener-

getico, alla realizzazione di impianti alimentati

con FER” .

Il CITT nasce con una inclinazione forte al

lavoro in network, definendo partenariati e

siglando accordi formali con APEA, ARSIA,

Agenzia Energetica di Pisa.

Altri partner come il GAL Etruria, Etruria

Innovazione, CITIS, Rivoira, Caritas di Lucca,

l’Università di Siena, collaboreranno con il Citt,

come pure le aziende produttrici-installatrici

che si occupano di energia rinnovabile.

Informazioni: www.distrettoenergierinnovabili.it

In alto e a destra: la casa DomoticaIn basso: La sede del Citt

[

Page 72: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

70

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Il CEGLper valorizzare la geotermia facendo ricorso a tecnologie innovative.

Il Centro di Eccellenza sulla geotermia

(CEGL) è nato a Larderello per iniziativa

dell’amministrazione di Pomarance e di

Co.Svi.G. che hanno coinvolto tre Enti di Ricerca

pisani (L’Università di Pisa, la Scuola Sant’Anna

e l’Istituto per le geoscienze del CNR).

Ricordiamo che Larderello (un insediamento

nato e concepito solo per il lavoro) venne fon-

dato nel 1827 da Francesco De Larderel, esule

francese a Livorno che si occupò dello sfrutta-

mento dell’acido borico.

Vi furono costruiti gli uffici, le abitazioni, il

teatro, il centro sportivo e la chiesa progettata

da Michelucci che si affacciano sulla piazza

dedicata al Granduca Leopoldo II°, il nobi-

luomo che proseguì la politica di valorizza-

zione dell’industria boracifera.

Il Centro si occuperà dei diversi aspetti della

geotermia e sarà soprattutto coinvolto per le

attività di ricerca applicata sulle risorse come,

ad esempio, uno screening del territorio toscano

per scoprire ulteriori potenzialità geotermiche e

nei rapporti con gli altri Paesi del pianeta.

Il Centro intende promuovere la diffusione

e la valorizzazione della geotermia facendo

ricorso a tecnologie innovative, e adottando

soluzioni ambientalmente sostenibili e con

elevata accettabilità sociale. Pertanto il CEGL

si propone non solo come punto di riferimento

a livello internazionale sia nella ricerca che

nel trasferimento di know how tecnologico nel

settore geotermico, ma rappresenta un utile

strumento per lo sviluppo di iniziative di col-

laborazione e networking tra partner nazionali

e internazionali.

Nella sua prima fase di attività, il Centro ha

provveduto a predisporre i sistemi informatici

e le strutture di supporto per la gestione degli

studi geotermici.

Un gran lavoro è stato effettuato per adde-

strare e trasferire nel proprio organico ade-

guate competenze scientifiche, tecnologiche,

tecnico-giuridiche ed economiche imple-

mentare una banca dati multidisciplinare e

una piattaforma GIS in grado di favorire l’ag-

giornamento e la razionalizzazione dei dati e

delle cartografie tematiche esistenti. Tra gli

obiettivi troviamo la promozione dell’ attività

di divulgazione (organizzazione di eventi e

predisposizione di materiale informativo)per

implementare nuovi progetti.

Ci si muove su quattro filoni tematici princi-

pali: la valutazione degli effetti degli utilizzi

delle risorse geotermiche a bassa temperatura

e ad alta temperatura, la valorizzazione delle

migliori pratiche di settore e lo sviluppo degli

strumenti di promozione dei piani di gestione

sostenibile della risorsa.

Fra gli approcci applicativi implementati nel

Centro, particolare rilevanza hanno le tecniche

di Life Cycle Assessment e Lyfe Cycle Costing,

di technology assessment, di valutazione delle

performance ambientali, di analisi comparata

delle migliori pratiche di settore per l’integra-

zione degli utilizzi geotermici in ambito pro-

duttivo e residenziale, nonché le più moderne

tecniche di indagine geologica e geotermica.

“Anche in questo caso - spiega il coordinatore

del Distretto Sergio Chiacchella - abbiamo

avviato una complessa rete di collaborazioni

per individuare e possibilmente rafforzare le

opportunità di interazione tra i soggetti locali,

nazionali ed internazionali operanti nella

filiera geotermica nella raccolta ed elabora-

zione di tutte le informazioni scientifiche, tec-

niche, economiche e ambientali su cui basare

lo sviluppo e le analisi di sostenibilità di nuove

tecnologie e applicazioni”.

Il CEGL è in grado di sviluppare collaborazioni

con aziende, pubbliche amministrazioni e ope-

ratori del settore.

Tuttavia la funzione principale di trasferimento

dell’innovazione tecnologica dei due Centri

dovrà essere svolta anche attraverso atti-

vità dimostrativa nel Distretto delle Energie

Rinnovabili, dove è prevista la realizzazione di

impianti di produzione energetica.

Lavori in Corso CEGL anno 2008-2009- Supporto agli enti locali per il tra-

sferimento di adeguate competenze

tecnico-giuridiche in tema di gestione

delle risorse geotermiche;

- technology assesment e valutazioni

economiche ed ambientali comparative

per l’identificazione delle migliori pra-

tiche per lo sfruttamento delle risorse

geotermiche;

- raccolta di dati, informazioni e meto-

dologie al fine di accrescere le attuali

conoscenze scientifiche, tecniche, eco-

nomiche e ambientali ma anche per

favorire lo sviluppo di nuove metodo-

logie di valutazione del potenziale geo-

termico su scala nazionale, regionale o

comunale.

- attività di ricerca, raccolta e divulga-

zione di dati riguardanti la geotermia

al fine di favorire partnership tra le

aziende o le pubbliche amministrazioni

interessati allo sviluppo di progetti.

- approfondimenti delle analisi geo-

elettriche e geochimiche a supporto

della valutazione della sostenibilità

degli utilizzi idrotermali;

- stimolo del dibattito ed organiz-

zazione di eventi internazionali che

riguardino la geotermia;

- attività di monitoraggio ambientale

con particolare riferimento ai parametri

critici per suolo, acque ed atmosfera;

- erogazione di iniziative di formazione

per imprese, professionisti e dipen-

denti delle pubbliche amministrazioni

mediante corsi brevi, seminari residen-

ziali e attraverso il lancio di un master

internazionale sulla geotermia.

In alto: Francesco De Larderel,fondatore di LarderelloIn basso: la chiesa progettata dall’architetto Michelucci

[

INNOVAZIONE

Page 73: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

71

Co.S

vi.G

.2 le sedi del Consorzio per lo Sviluppo delle Aree

Geotermiche (Co.Svi.G.)- Radicondoli, (Sede Legale e Ufficio Contabilità) Via Tiberio Gazzei, presso il Palazzo Comunale tel / fax 0577 752950- Firenze (Sede Operativa e Direzione Generale) Via Vincenzo Bellini 58, tel. 055 368123 / fax 055 3217026www.distrettoenergierinnovabili.it

9 i Comuni che fanno parte del Distretto La comunità meno popolosa è Monteverdi Marittimo, 701 abitanti, in provincia di Pisa,mentre il paese più grande risulta Pomarance, in provincia di Pisa.Gli altri Comuni sono Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, (tutti in provincia di Pisa), Monterotondo Marittimo e Montieri (in provincia di Grosseto), Casole d’Elsa, Chiusdino, Radicondoli (in provincia di Siena).

1.200 chilometri quadrati l’estensione del comprensorio inserito tra i Comuni al confine delle province di Siena, Pisa e Grosseto.

Tep (Tonnellate equivalenti di petrolio) complessive di risparmio energetico annuo ottenuto con l’uso diretto della geotermia nei vari cicli produttivi e nei teleriscaldamenti.

22.000

69.000 tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera grazie all’uso termico della geotermia.

4.300 utenze utilizzano il sistema di teleriscaldamento nell’area geotermica.

1.300.000 metri cubi la volumetria complessiva riscaldata.

i numeri del Co.Svi.G.

Page 74: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

72

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

É una corsa contro il tempo, ma si può

fare. Si deve fare.

Le grandi ruspe stanno lavorando da

giorni sul crinale, in località la Miniera di

Montecatini Val di Cecina, dove Energetic

Source (gruppo Avelar Energy-Renova), affer-

mata azienda bresciana nel campo della pro-

gettazione, costruzione e gestione d’impianti

energetici da fonti rinnovabili, tramite la

società di scopo ERT Srl Energie Rinnovabili

Toscana, si è aggiudicato l’appalto per

costruire un Parco eolico costituito da 6 aero-

generatori che prevede grossi benefici econo-

mici, attraverso vantaggiose royalties (e non

solo) alla comunità locale.

É il primo di due progetti eolici che verranno

realizzati nel Distretto delle Energie Rinnovabili

della Toscana, in grado di produrre a regime

circa 16200 MWh di energia elettrica, pari

al consumo annuo di circa 15 mila persone.

Dovrà essere pronto entro la fine dell’anno.

Il secondo sarà costruito a Monterotondo

Marittimo. Tecnici, operai, progettisti lavorano

alacremente di giorno e, qualche volta, anche

di notte. In qualche raro momento di pausa,

quando non c’è foschia, riescono a vedere il

mare, l’arcipelago Toscano e, sullo sfondo

la Corsica.

Ma i ritmi sono tali che non ci si bada. La

squadra al lavoro è formata da gente dai

muscoli d’acciaio abituata a operare in condi-

zioni difficili, anche in alta quota, in mezzo alla

neve, sulle montagne più impervie.

Fanno capo alla Gespi di Brescia che sta realiz-

zando le opere civili e alla Leitner Technologies

di Vipiteno, azienda leader mondiale da oltre

un secolo, degli impianti di risalita, che oggi

ha acquisito un know how anche nel settore

dei generatori eolici.

Sono di recentissima produzione e rappresen-

tano quanto di meglio il mercato possa offrire.

NUOVE ENERGIEAnche il vento entra a far parte del mix energetico dell’area geotermica

La sfida per imbrigliare Eolo

Energetic Source (gruppo Avelar Energy-Renova), affermata azienda bresciana nel campo della

progettazione, costruzione e gestione d’impianti energetici da fonti rinnovabili e del trading

energetico, sta costruendo, tramite la società di scopo ERT Srl Energie Rinnovabili Toscana, un

Parco eolico costituito da 6 aerogeneratori che prevede grossi benefici economici, attraverso

vantaggiose royalties alla comunità locale.

In basso: piattaforma di base degli aerogeneratori

A destra: Stazione di stoccaggiodelle componenti delle torri eoliche

[

Page 75: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

73

L’avanzatissima tecnologia della Leitner (è

stato scelto l’aerogeneratore di tipo Leitner

da 1,5 Mw che utilizza fibra di vetro in resine

epossidiche nella costruzione delle pale),

unita alla collaudata capacità progettuale e di

gestione di Energetic Souce, rappresentano la

soluzione ottimale per produrre energia pulita

da fonte eolica, in linea con l’innovazione, l’af-

fidabilità e le norme vigenti.

La produzione di energia elettrica, utilizzando

la forza del vento, permette di evitare l’immis-

sione in atmosfera di pericolosi inquinanti che

sono associati ai fenomeni di combustione

presenti nella generazione elettrica conven-

zionale. In particolare l’impianto eolico “la

Miniera” eviterà ogni anno l’immissione in

atmosfera di 16200 tonnellate di CO2, 22,7

tonnellate di SO2, 30,8 tonnellate di NO2.

La fattoria eolica sarà costituita da 6 aerogene-

ratori alti 61,5 metri che vantano un’innovativa

tecnologia da 1500 kW di potenza nominale.

Le torri eoliche hanno un diametro del rotore

di 77 e una velocità di accensione:di 3 m/s,

mentre la velocità di spegnimento risulta di

20 m/s.

Torniamo ai lavori.

Nel sito le opere civili di scavo delle fondazioni

delle torri sono state da tempo completate, la

base delle torri è stata rinforzata con armature

in ferro e gettate di cemento a completamento

della fondazione. Una seconda squadra di

operai sta realizzando l’area di collegamento

alla rete nazionale. L’impianto eolico sarà

inoltre completato dalle necessarie infrastrut-

ture per il trasporto e l’installazione degli

aerogeneratori, la raccolta dell’energia pro-

dotta, il collegamento dell’impianto alla rete

elettrica nazionale.

La ‘Fattoria denominata “La Miniera”, con un

chiaro riferimento al luogo e alla storia indu-

striale del paese della Val di Cecina (la loca-

lità vide nascere nel 1888 la Montecatini, dal

nome del posto, che divenne poi Montedison,

come descritto a pag. 67), alimentata esclu-

sivamente dal vento, rientra a pieno titolo,

nell’itinerario didattico inserito nel territorio

geotermico. Il progetto nasce dalla collabo-

razione tra il Comune di Montecatini Val di

Cecina e il Cosvig (Consorzio per lo Sviluppo

delle aree Geotermiche).

L’ impianto rimarrà di proprietà del Consorzio

che ha affidato la concessione alla società

energetica Energetic Source sulla base di una

gara di appalto.

Energetic Source è controllata dal gruppo

Avelar Energy, diretto in Italia da Igor Akmerov

e Marco Giorgi, parte del colosso russo Renova

che fa capo al magnate Viktor Vekselberg.

Sulla base dell’accordo, l’azienda bresciana

(che sta potenziando i piccoli impianti di pro-

duzione da fonti rinnovabili in Lombardia e in

Puglia per circa 55 milioni di kilowatt/ora),

si è occupata della progettazione definitiva,

dell’esecuzione dei lavori pubblici, e dei lavori

ad essi strutturalmente e direttamente colle-

gati, che dovranno comunque rispondere ai

severi requisiti ambientali sia in fase di can-

tiere che in fase di esercizio.

Il progetto prevede la costruzione di un

secondo impianto eolico a Monterotondo

Marittimo.

A seguito della costruzione, Energetic Source

avrà la concessione per ventinove anni per la

gestione dei due impianti eolici (per un totale

di 16,5 MW) che dovranno produrre un quanti-

tativo di energia in grado di soddisfare il fabbi-

sogno di oltre 27 mila famiglie e l’abbattimento

di quasi 28 mila tonnellate di emissioni di Co2.

Gli impianti rimarranno di proprietà del

Co.Svi.G, che ha avviato l’iter procedurale del

progetto preliminare, lo studio di screening e

tutte le pratiche necessarie per le concessioni

comunali e regionali, consegnando all’azienda

assegnataria un progetto praticamente in fase

di definizione.

Al Co.Svi.G, destinatario del contributo regio-

nale di circa 3 milioni di Euro, toccherà veri-

ficare la qualità tecnico-costruttiva dei nuovi

impianti, la capacità e la trasparenza nei rap-

porti con il territorio e, più in generale, la rea-

lizzazione nel pieno rispetto dell’ambiente.

Il Consorzio ha anche il compito di garantire la

promozione dei due impianti eolici.

Ci sono comunque i benefici economici

diretti: Energetic Source, grazie alla vendita

dell’energia prodotta, pagherà alle casse del

Consorzio e dei Comuni sedi d’impianto una

royalty complessiva pari al 6% del fatturato.

Tali somme saranno destinate al crescente

sviluppo economico e sociale dell’area geo-

termica. Il costo degli impianti eolici sarà di 23

milioni euro.

Page 76: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

74

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Page 77: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

75

Ebbene, questo patrimonio viene gestito e moni-

torato costantemente da squadre di tecnici, di

provata affidabilità ed esperienza. É lo staff tec-

nico di Isolver che, negli ultimi quarant’anni, si

è occupato di particolari attività legate alla pro-

duzione geotermica, intervenendo direttamente

nell’ordinaria e straordinaria manutenzione

degli impianti.

In sostanza si può dire che in questa zona sono

nate nuove professioni, tutte di altissimo livello.

Tanto da avviare una fiorente attività, nata dalla

tenacia di uomini capaci e volenterosi che sono

riusciti a coniugare le esigenze urbanistiche e

ambientali, con la salvaguardia di una vera e pro-

pria « industria della memoria », intervenendo in

un comparto dove fantascienza, surreale e tec-

nologie moderne rappresentano un tutt’uno.

É questa la storia dell’azienda di Castelnuovo Val

di Cecina, una società solida e matura, pronta a

festeggiare i suoi primi quarant’anni.

Dall’album dei ricordi del passato alle più

moderne attività economiche.

Le ultime generazioni di tecnici, manager e

maestranze hanno saputo trasformare il pro-

prio consolidato know how in nuove occasioni

di sviluppo. Condividono con gli uomini che li

hanno preceduti in azienda una costante pro-

pensione al lavoro. Tenacia, preparazione, abne-

gazione: questi i valori che rappresentano gli

elementi propulsori necessari al recupero e alla

manutenzione delle aree industriali che hanno

tipologie a basso impatto ambientale come

quelle geotermiche.

La società ISOLVER SpA fondata nel 1969, che

opera con serietà e professionalità nel settore

industriale al servizio di grandi società pubbliche

e private svolgendo attività specialistiche, oggi

guarda ai prossimi quarant’anni con esperienza

consolidata.

“La nostra azienda - spiega il dott. Massimo

Conti, Amministratore delegato dell’Isolver - ha

cominciato eseguendo lavori di isolamento ter-

mico e termoacustico e di verniciature industriali,

poi si è ampliata, man mano, affermandosi nei

ANNIVERSARI La Toscana che produce

Quarant’anni nel segno della qualità

settori dell’edilizia industriale, movimento terra,

noleggio autogru e piattaforme aeree, garan-

tendo un attrezzato parco macchine in costante

rinnovamento.

Oggi svolgiamo anche l’attività di Bonifica

Ambientale, svolta da personale esperto,

sottoposto ad un’attenta preparazione pro-

fessionale, che assicura un elevato livello di

qualità e sicurezza”.

E per il futuro ? “Desideriamo ancora migliorare

- conclude Massimo Conti - la nostra società può

vantare una lunga serie di certificazioni e atte-

stati di merito e affidabilità. La migliore promo-

zione ce la fanno i nostri clienti che sembrano

soddifatti. Non ci pare poco”.

L’Isolver di Castelnuovo Val di Cecina svolge attività altamente specialistiche legate alla produzione geotermica, intervenendo direttamente nell’ordinaria e straordinaria manutenzione degli impianti.

Chi percorre il territorio geotermico scopre,

poco a poco, un andirivieni di tubazioni

che si inseguono come serpenti di acciaio,

attraverso un reticolo di condotte, utilizzate per

il trasporto del fluido geotermico che alimenta

le centrali.

Ci si chiede come vengano salvaguardati e moni-

torati questi impianti, tecnologicamente avan-

zatissimi, che si contrappongono alle invadenti

strutture del passato, ormai reperti di archeo-

logia industriale destinati a diventare vere e pro-

prie attrazioni, memorie di una storia industriale

che si coniuga, oggi, con l’hi-tech e la natura.

In alto: Massimo Conti,amministratore delegato ISOLVER

A sinistra: un separatore acqua-vaporedell’impianto geotermico del lago boracifero

[

Page 78: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

76

“Quali sono le tecniche di finanziamento più uti-lizzate in Italia per i progetti nel campo delle energie rinnovabili?I progetti nel settore delle energie rinnovabili si

differenziano molto in funzione del tipo di fonte

e delle dimensioni dell’impianto, con una vasta

gamma di tipologie di impianti che vanno dal

pannello solare da istallare sopra il tetto della

propria abitazione, agli impianti da biomasse,

fino ai parchi eolici.

La realizzazione di ogni tipo di progetto può

essere sostenuta con varie forme di finanzia-

mento: per gli impianti di medie e grosse dimen-

sioni la tecnica di finanziamento più utilizzata è

senza dubbio quella del project financing, mentre

per i medi e piccoli impianti vengono utilizzate

altre forme: dal finanziamento su base corpo-

rate, spesso con la costituzione di una società

veicolo, al leasing, fino al credito al consumo per

gli impianti domestici.

Chi sviluppa progetti d’investimento nel settore

delle energie rinnovabili è sovente sottocapita-

lizzato ed ha una storia creditizia breve, il che

porta i finanziatori esterni a percepire un rischio

di credito elevato. Ecco quindi che l’intervento

pubblico, attraverso le forme di sostegno al

prezzo dell’energia proveniente da fonti rinno-

vabili, svolge un ruolo propulsivo fondamentale:

permette di ridurre il livello di rischio dell’investi-

mento ed accresce i flussi di investimento.

Elemento comune a tutti questi finanziamenti,

anche quelli su base corporate, è il fatto che la

capacità dell’impresa che realizza l’investimento

di ripagare il debito è valutata sui cash flows

generati dal progetto piuttosto che sulla base

delle garanzie prese a supporto.

Una leva importante può arrivare anche dai fondi

di investimento, ormai messi a punto da alcuni

anni dagli investitori stranieri ed in veloce evolu-

zione anche sul mercato italiano, oltre agli inter-

venti di private equity e venture capital.

Gli istituti finanziari si sono affrettati a svi-luppare nuovi prodotti destinati a favorire la penetrazione sul mercato di sistemi e attrezza-ture energetiche sostenibili e a stimolare inve-stimenti. Cosa propone MPS Capital Services Banca per le imprese?Le tipologie di aziende che si avvicinano a

queste tematiche sono molteplici. Il Gruppo

Montepaschi è in grado di rispondere ad ognuna

delle loro richieste facendo intervenire le diverse

società del Gruppo a seconda del tipo di esi-

genza finanziaria: dal credito al consumo per gli

impianti domestici, al prodotto dedicato a piccoli

impianti, fino al leasing ed all’assistenza specia-

lizzata per impianti di medie e grandi dimensioni

fornita da MPS Capital Services.

MPS Capital Services ha da tempo messo a

punto prodotti di finanziamento per gli impianti

alimentati dalle diverse fonti energetiche rin-

novabili, così declinati: impianti eolici, impianti

fotovoltaici; centrali mini idro; impianti a biogas;

impianti a biomassa.

La nostra Banca fornisce leve finanziarie molto

spinte, con la possibilità di accrescerle ulte-

riormente in caso di investimenti realizzati da

aziende già operative ed in presenza di sponsor

particolarmente qualificati.

La durata può arrivare fino a 18 anni, incluso un

periodo di pre-ammortamento commisurato ai

tempi di realizzazione dell’investimento. Il tasso

può essere variabile o modulare ed il rimborso

avviene mediante un piano di ammortamento

con rate semestrali o annuali.

Le forme di finanziamento spaziano da quelle

su base corporate alla finanza di progetto

(project financing), soprattutto per gli impianti

di grandi dimensioni.

Molto spesso le aziende si rivolgono a noi cer-

cando un supporto ed un confronto su temi che

esulano dal semplice aspetto finanziario: soprat-

tutto per la finanza di progetto, non è molto

frequente trovare operatori in grado di gestire

autonomamente tutti gli aspetti dello sviluppo di

progetti così complessi: ci sono clienti più esperti

dal punto di vista tecnico ed altri più competenti

dal punto di vista organizzativo-gestionale o

finanziario. Con l’attività di advisory, svolgiamo

un ruolo di project management a fianco del

cliente, intervenendo direttamente o coordi-

nando l’attività di altri consulenti indipendenti

ed assistiamo così l’azienda nelle diverse fasi

di realizzazione del progetto. Sono stati messi

a punto anche diversi accordi commerciali con

importanti partner tra i quali Enel.si, Beghelli e

Acea, oltre a alcune medie aziende installatrici

di pannelli fotovoltaici e costruttrici di impianti

energetici alimentati a biomasse.

DOCUMENTOIntervista a Ferdinando Martini, responsabile ufficio sviluppo energie rinnovabili di MPS Capital Services Banca per le Imprese SpA

Montepaschi:facciamo crescere l’energia pulita

Secondo il rapporto Unep - United

Nations Environment Programme il

23% di tutta la nuova energia installata

lo scorso anno viene da fonti verdi, dieci volte

di più di quella nuova ottenuta dal nucleare,

e ormai le rinnovabili rappresentano il 5,4%

della produzione energetica mondiale.

In un contesto variabile l’Italia faticosamente

mantiene il passo. I sostenitori dell’energia

pulita stanno aumentando anche in Italia

dove si osserva un alto livello di attenzione

su investimenti di breve e medio periodo negli

impianti di produzione. Anche l’industria e le

banche stanno diventando sempre più attente

agli investimenti in questo settore.

Ferdinando Martini,MPS Capital Service [

Page 79: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

77

“In questi anni abbiamo, quindi, maturato una

forte esperienza avendo sostenuto, con project

financing o con la finanza tradizionale, la rea-

lizzazione di molti impianti che oggi producono

qualche milione di MWh di energia rinnovabile.

Il project financing può contribuire ad allargare il mercato, favorendo l’ingresso di imprese di fascia media con risorse limitate, ma comunque dotate di solidità tecnica e finanziaria. La vostra banca formula architetture contrattuali interes-santi? Ancora: quali sono i tempi per ottenere i finanziamenti?Il Project Financing è una tecnica di finanzia-

mento che indubbiamente si presta molto bene

alle tipologie di investimento del mondo delle

energie rinnovabili.

A differenza dei finanziamenti all’impresa (cor-

porate) basati sulla valutazione dell’equilibrio

economico-finanziario aziendale e degli effetti

dei nuovi investimenti su tale equilibrio com-

plessivo, il Project Financing si basa sull’ana-

lisi dell’equilibrio economico-finanziario di un

singolo progetto d’investimento. É pertanto

un metodo per determinare una struttura otti-

male di finanziamenti per la realizzazione di un

progetto, nel cui ambito trovano applicazione

i tradizionali strumenti di finanziamento, sia a

titolo di capitale di rischio (equity), sia a titolo

di debito (mutui a medio e lungo termine, pre-

stiti subordinati, leasing, prestiti obbligazio-

nari, anticipazioni IVA, ecc.).

Un’altra caratteristica importante del project

financing è il fatto che le garanzie (security

package) sono prevalentemente di natura con-

trattuale (obblighi a carico dei partecipanti alla

realizzazione e gestione del progetto). La garanzia

reale ricorrente è costituita dal pegno sulle quote/

azioni del capitale sociale della Special Purpose

Vehicle, a fianco del ricorso a coperture assicura-

tive specifiche a fronte dei rischi.

La Banca è in grado, quindi, di fornire assistenza

ai promotori per tutti gli aspetti finanziari del

progetto, svolgendo i diversi ruoli:

-advisor (consulenza per fattibilità su basi

project financing);

-arranger (consulenza per bancabilità del

progetto e sindacazione);

-lender (finanziatore), sia singolarmente che

nell’ambito di finanziamenti in pool.

Ritornando alla seconda parte della domanda,

i tempi di erogazione variano molto in funzione

del tipo di progetto, della complessità delle

opere da realizzare, oltre che della tempistica

dell’iter autorizzativo, che nel settore energetico

è particolarmente articolato.

Il Gruppo MP, in questo settore strategico delle energie rinnovabili ha giocato d’anticipo rispetto

ad altri Istituti. In Toscana, in particolare, MPS ha stabilito importanti accordi strategici di collabo-razione con il territorio che possono significare, sotto l’aspetto bancario, le “buone pratiche”. Ci fa qualche esempio?Senza dubbio il Gruppo MP si è mosso su questi

temi con grande tempestività. Un nostro fiore

all’occhiello è sicuramente l’accordo fatto con la

Regione Toscana per lo stanziamento di un fondo

di 150 milioni volto a sostenere gli investimenti

in impianti termici ed elettrici ad energia rinno-

vabile, per interventi di risparmio energetico e

progetti di ricerca e sviluppo in tali ambiti.

Con il ruolo di sponsor, siamo stati a fianco della

Regione Toscana anche nelle diverse edizioni del

Premio Toscana Eco-efficiente, iniziativa volta a

premiare i cittadini, enti e aziende che abbiano

realizzato processi, sistemi, tecnologie e prodotti

innovativi in un’ottica di ecoefficienza, qualità e

sostenibilità della vita dei cittadini.

In Toscana ed a livello nazionale, consideriamo

fondamentali i rapporti con le istituzioni e le

associazioni nel settore dell’energia e gli Istituti

di Ricerca. In quest’ultimo ambito ricordiamo il

sostegno da parte della nostra Banca al progetto

“Solar Energy Report” e la presenza all’interno

del relativo Gruppo di Lavoro della School of

Management del Politecnico di Milano, a cui è

stato assegnato lo studio e la relativa diffusione

di informazioni riguardo la produzione di energia

da solare fotovoltaico, termico e termodinamico

nella varietà delle loro applicazioni.

Dal punto di vista industriale, stiamo valutando

con alcuni imprenditori la possibilità di assisterli

nella realizzazione in Toscana di stabilimenti per

la produzione di pannelli fotovoltaici.

Rinnovabili e profitto, investire convieneAltro tema di grande attualità: i finanziamenti per realizzare impianti (fotovoltaico ad esempio) ad uso familiare. Ci illustri le proposte di MPS.I prodotti sono sostanzialmente due:

1)“PRS Ambiente e Casa” erogato da Consum.it,

la società dedicata al credito al consumo: è un

prestito personale dedicato a quelle famiglie che

intendono realizzare investimenti per la tutela e

salvaguardia dell’ambiente e, necessitando di

importi limitati, vogliono usufruire di una forma

di finanziamento immediata. Il prestito ha tempi

di erogazione veloci e l’importo finanziabile varia

da un minimo di 15.000 euro ad un massimo di

50.000 euro con un piano di ammortamento che

ha una durata compresa, a scelta del cliente, tra

48 e 120 mesi. Il finanziamento è disponibile a

tasso fisso con rata mensile definita e costante.

2) Il pacchetto Welcome Energy, disponibile

presso le reti commerciali del Gruppo, è desti-

nato a finanziare a medio e lungo termine la

realizzazione di un impianto fotovoltaico con

l’eventuale aggiunta di prodotti e servizi assicu-

rativi per coprire a 360° le esigenze dell’azienda

realizzatrice. Tali prodotti consistono in un

conto dedicato, utile per la canalizzazione degli

incentivi e/o degli incassi derivanti dalla vendita

dell’energia, una polizza a copertura assicurativa

contro i rischi quali incendio o furto, oltre alla

polizza “Ecoenergy” dedicata al risarcimento dei

danni derivanti dalla mancata o ridotta produ-

zione di energia elettrica durante un periodo di

inattività dell’impianto.

Il finanziamento, a tasso fisso o variabile può

avere una durata fino a 18 anni ed è stato alle-

stito per far fronte alle esigenze di progetti di

medie dimensioni

Possiamo concludere dicendo che questo set-tore sta vivendo un momento di grande sviluppo. Quali sono i vostri obiettivi a medio e lungo ter-mine in questo ambito?Siamo convinti che lo sviluppo di questo settore

può essere un volano importante per un rilancio

tecnologico ed industriale del nostro Paese: se

prendiamo in considerazione l’intera “filiera delle

energie rinnovabili” notiamo come in Europa

siano già evidenti le ricadute positive sulla com-

petitività industriale e gli aumenti occupazionali

derivanti dallo sviluppo di tecnologie per la pro-

duzione di energia da questo tipo di fonti.

Anche in Italia si stanno concretizzando molte

premesse favorevoli: da parte del Governo,

gli incentivi, Conto Energia e Certificati Verdi,

e le semplificazioni autorizzative; da parte di

molte Regioni l’emanazione di Piani Energetici

Regionali contenenti concreti sostegni allo svi-

luppo delle energia da fonti rinnovabili, che ha

prodotto un fervido interesse ed una vivace atti-

vità da parte del mondo imprenditoriale.

Siamo convinti delle potenzialità di sviluppo

e coscienti di come anche il settore finanziario

giochi un ruolo fondamentale; il Gruppo MP ha

già compiuto passi importanti su queste tema-

tiche cercando di organizzarsi al meglio per

essere in grado di sostenere le aziende che inten-

dono investire in questo ambito e affiancare le

istituzioni nella creazione delle migliori condi-

zioni di sviluppo economico.

C’è da parte nostra poi la continua ricerca per la

messa a punto di nuovi servizi finanziari dedicati

alle diverse tematiche correlate al Protocollo di

Kyoto: siamo infatti in procinto di rendere dispo-

nibili una serie di nuovi servizi nell’ambito del

commercio delle emissioni di CO2; oltre ad essere

a fianco delle imprese italiane nel loro crescente

interesse nei confronti dell’indotto produttivo

legato alla componentistica in ambito di energie

rinnovabili -produzione di pannelli, celle fotovol-

taiche ed il relativo assemblaggio.

Page 80: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

78

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Il trattore avanza lentamente portando nel

rimorchio un carico di valigie e zaini, una

visione frequente in un aeroporto, su e

giù dagli aerei ai toboga e viceversa, ma in

questo caso intorno non c’è il minimo rumore

o l’acre odore di carburante; intorno ci sono

solo il silenzio e i colori di una delle più belle

vallate alpine, e sullo sfondo la maestosità

del Cervino, la “montagna” per eccellenza.

Il carico di bagagli sarà man mano scaricato

nelle strutture ricettive di Chamois, un piccolo

paese di poco meno di cento abitanti, total-

mente “car free”.

Qui infatti non arrivano auto e, a parte la

vecchia mulattiera che porta a piedi al paese

vicino, l’unico vero mezzo di collegamento è la

funivia regionale che in quattro minuti sale dal

fondo valle ai quasi millenovecento metri del

centro abitato. I pochi mezzi che girano per le

stradine sono o elettrici o di soccorso, ma in

caso di emergenza è disponibile l’elicottero in

una manciata di minuti.

Le auto rimangono nel parcheggio a valle da

dove parte anche la teleferica per le merci.

L’esperienza “car free” di Chamois è ora

entrata nel gruppo delle “perle delle Alpi”,

un elenco di 22 località alpine, dieci sono in

COMUNI “VIRTUOSI”PERLE DELLE ALPILassù tra le montagne, l’unicità di un luogo-sistema

In Valle d’Aosta Chamois ha da sempre la vocazione alla mobilità sostenibile

L’esperienza “car free” del piccolo Comune di fronte al maestoso Cervino risponde ai

criteri di vacanza sostenibile, tutela del clima e qualità turistica d’eccellenza.

Il presidente della Regione Augusto Rollandin ricorda che la Vallèe è impegnata

in programmi di ricerca sulle energie alternative e su un maggior rispetto e

sostenibilità dell’ambiente.

Italia, che rispondono ai criteri di vacanza

sostenibile, tutela del clima e qualità

turistica d’eccellenza.

Le perle delle Alpi come Chamois debbono

essere facilmente raggiungibili con un mezzo

pubblico, in questo caso la funivia ma possono

essere anche treni e bus; debbono garantire

una facilità di movimento verso le mete turi-

stiche (ad esempio, a Chamois d’estate ci

sono anche le biciclette a disposizione, in

Remo Ducly,sindaco di Chamois

Scorcio di Chamois

[

[

Page 81: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

79

altre località le carrozze a cavalli); sono impe-

gnate a perseguire una politica di rispetto

dell’ambiente e risparmio energetico; offrono

molteplici iniziative per lo svago dei turisti e

si impegnano a risolvere eventuali problemi

di spostamento (la funivia in certi giorni

d’estate e d’inverno prolunga le sue corse

fino a mezzanotte). In due parole, l’obiettivo,

promosso dall’UE, è la mobilità dolce, un con-

cetto che va di pari passo con le iniziative di

sostenibilità ambientale promosse da tante

Amministrazioni locali.

Il Sindaco, Remo Ducly, sottolinea come la

vocazione di Chamois per la mobilità soste-

nibile venga da lontano, dalla metà degli

anni sessanta quando si scelse con un refe-

rendum il collegamento funiviario, ma è

dovuto passare ancora del tempo perché la

grande maggioranza degli abitanti si convin-

cesse delle opportunità offerte nel migliorare

l’appeal turistico.

“É chiaro che il mezzo di trasporto “originale”

da solo non basta a invogliare il turista -

sottolinea il Presidente della Regione Valle

d’Aosta Augusto Rollandin - ed è importante

che Chamois sia inserito nella più vasta

offerta di un’ area alpina come la Vallée, ma

è anche importante sottolineare come tutta la

Regione ritenga un’interessante opportunità

i programmi UE anche in accordo con le altre

regioni transfrontaliere. A questo proposito

la Valle d’Aosta è impegnata in programmi di

ricerca sulle energie alternative e su un mag-

gior rispetto e sostenibilità dell’ambiente.”

“L’unico neo da segnalare - aggiunge Rollandin-

riguarda il rischio che l’Unione europea finisca

col mettere troppi paletti in determinati ambiti

come quello ambientale, vincoli che, se non

adeguati allo specifico territorio, non tengono

conto delle particolari esigenze, ad esempio,

delle zone di montagna.”

Ma facendo un bilancio delle iniziative alle quali

partecipa la Regione il Presidente Rollandin

sottolinea come, sia la collaborazione

transfrontaliera, sia quella in ambito locale,

permettano anche ai piccoli territori, senza

grandi numeri, di ottenere ottimi risultati.

“Si tratta a volte di progetti che coinvolgono

piccole comunità - conclude Rollandin - ma

quel che importa è che il progetto sia serio

e garantito da persone competenti e affronti

problemi reali dei cittadini. Solo così si rende

vitale e forte il sistema delle autonomie”.

Chamois ha scelto dunque una strada di

sostenibilità entrando a far parte di un lungo

elenco di amministrazioni locali europee che

perseguono con una miriade di iniziative

l’attenzione verso l’ambiente e l’uso delle

energie alternative e rinnovabili, a beneficio

della qualità della vita dei cittadini. Un lungo

elenco che sempre più spesso fa sistema e

che è destinato a far sentire sempre più forte

la propria voce.

Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Augusto Rollandin mentre viene intervistato dalla Rai per il programma RegionEuropa.

Chamois

Valle d’Aosta

[

Page 82: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

80

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Esistono molte iniziative finalizzate a far

conoscere il ricco e complesso territorio

a sud di Torino: il carmagnolese. Ma c’è

ne una che si contraddistingue perché segna

decisamente il territorio che, a cavallo tra le

Province di Torino e di Cuneo, unisce il bacino

metropolitano torinese con i territori rurali del

Piemonte Meridionale.

Questo comprensorio, definito la Marca delle

due Province, si propone come luogo natu-

rale di incontro, di contatto e di proposte

che rientrano in un programma più articolato

dell’Agenda 21.

Il Programma, infatti, intende sviluppare il

ruolo cardine che il Carmagnolese svolge nel

rapporto tra la città e la campagna lavorando

sulle relazioni naturali e indotte tra il sistema

produttivo agricolo, il paesaggio rurale e gli

elementi di natura antropica, in alcuni casi

intervenendo per ripristinare l’equilibrio origi-

nale, in altri valorizzandone e qualificandone

i contenuti in termini di capacità produttiva

e di confronto con il mercato, in altri ancora

ricostruendo gli elementi compromessi. É un

progetto di grande respiro, espressione di una

politica territoriale mirata, con una visione glo-

bale e quindi in grado di offrire un panorama

complessivo del comprensorio che raggruppa

i comuni di Caramagna Piemonte, Carignano,

Carmagnola, Cavallerleone, Lombriasco, Pio-

besi Torinese, Racconigi, Villastellone.

La città di Carmagnola sta coordinando questo

ambizioso progetto, integrando in maniera

inscindibile tre fattori fondamentali: l’Am-

biente, l’Economia, la Società.

AGENDA 21La Marca delle due Province

Dall’agricoltura tradizionale allo sviluppo ecosostenibile

É un progetto pilota, di grande respiro, promosso dalla città di Carmagnola e dai Comuni limitrofi che ha l’obiettivo di identificare e valorizzare il comprensorio

attraverso il miglioramento della qualità della vita senza stravolgere l’ecosistema del territorio.

problematiche; la più ampia partecipazione

locale alla definizione delle linee strategiche.

Elementi che sottolineano l’importanza di

conoscere in maniera minuziosa un territorio

per poterne usufruire valorizzandolo nel

migliore dei modi.

“La nostra gente - spiega l’assessore ai lavori

pubblici di Carmagnola, Felice Girando, (inca-

ricato dal sindaco di seguire l’evoluzione di

questo progetto) - in un contesto globalizzato,

vive l’esperienza del proprio territorio sen-

tendolo parte della propria vita quotidiana e

dunque cerca di proteggerlo e valorizzarlo. Ed

Piemonte

In questo ambito sono nati i primi consulti

per uno sviluppo sostenibile dei Comuni

e dei territori.

“Ci siamo impegnati - spiega il sindaco della

Città di Carmagnola, Gianluigi Surra - al fine di

attuare una strategia in favore di un “sviluppo

durevole” definita come qualsiasi forma di

pianificazione e attività che rispetti e preservi

nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e

sociali e contribuisca in modo equo e positivo

allo sviluppo economico delle nostre zone”.

Alla politica, e quindi alle Amministrazioni

Comunali si chiede di realizzare un percorso

condiviso non soltanto di indirizzo.

La Marca delle due Province si basa sui prin-

cipi fondamentali dello Sviluppo Sostenibile,

puntando l’attenzione su due temi centrali: la

conoscenza profonda del territorio e delle sue

carmagnola

Carmagnola

VillastelloneCarignano

Piobesi T.se

Lombriasco

Racconigi

Caramagna

Cavallerleone

Felice Giraudopresidente Assocanapa

[

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81è proprio questo principio della valorizzazione

dell’ identità territoriale che servirà alla conse-

guente tutela del luogo d’origine”.

In questo senso, viene ridefinita l’afferma-

zione della responsabilità ambientale del

comparto agricolo, promuovendo un utilizzo

sostenibile delle risorse naturali ed incremen-

tando il livello qualitativo delle produzioni,

sia nel senso della tracciabilità e della salu-

brità dei prodotti destinati al consumo umano

(filiere agro-alimentari e produzioni orticole di

qualità, in particolare il peperone ancora oggi

il prodotto trainante nello sviluppo del settore

orticolo dell’intera zona), sia nel senso dello

sviluppo di materiali innovativi ed eco-compa-

tibili da proporre al mercato per una progres-

siva sostituzione di prodotti con prestazioni

analoghe, ma a maggiore impatto (filiere agro-

industriali).

nell’uso finale dell’energia, hanno avviato

studi di fattibilità per verificare eventuali

utilizzi di energie alternative e di risparmio

energetico.

La zona si caratterizza per la dimensione terri-

toriale che può concretamente “fare sistema”,

puntando ad estendere la ricchezza biologica

che ancora si trova nell’habitat del reticolo

ecologico costituito lungo le sponde del Po e

dalla fitta rete di torrenti e canali, collegati tra

aree di grande rilievo naturalistico.

In questo contesto è inserito il Parco di Racconigi,

annesso al Castello che è una delle Residenze

Sabaude del Piemonte, dove troviamo anche il

Centro Cicogne gestito dalla Lipu.

Fanno parte di questo ecosistema le aree pro-

tette del Parco del Po, compreso l’Oasi del ‘Po

morto’ di Carignano e tante aree boschive ric-

chissime di una varietà di esemplari di vegeta-

zione esistenti (alcuni molto rari), di flora e di

fauna. In particolare nidificano molte specie di

uccelli che vivono in più stretta simbiosi con

ambienti palustri: il tuffetto, l’anatra marza-

iola, il germano reale, la folaga, la gallinella

d’acqua, il martin pescatore.

L’area del “Po morto” vive in stretta connes-

sione, non solo territoriale, con il nuovo corso

che il fiume si è scavato.

Ha cioè tratti a larghi meandri sinuosi, ampi

ghiareti con boschetti ripariali di salici, ontani

neri e cespugli di sambuco, ma anche tratti

dove l’acqua è a corrente veloce.

Le diverse realtà ambientali hanno dato vita,

lungo le sponde del fiume, ad una ricca varietà

di vegetazione e di vita animale, ben diversifi-

cata tra i fitti boschi dove trovano rifugio specie

di volatili, alcune a rischio di estinzione.

Vicino ad alcune grandi querce tipiche della

pianura, si trova una delle poche, preziose

testimonianze superstiti della antica coltiva-

zione della canapa, direttamente legata, per

filo logico, all’Ecomuseo della cultura della

lavorazione della canapa. Si tratta di alcuni

maceratoi, piccole fosse rettangolari, artifi-

ciali, utilizzate in passato per la macerazione

della canapa, primo procedimento per la sua

successiva lavorazione. Cessata questa atti-

vità agricola-industriale, i maceratoi superstiti

si sono gradualmente trasformati in “zona

umida” di grande interesse naturalistico

perchè, con le piogge primaverili che li riem-

piono d’acqua, diventano siti privilegiati per

la riproduzione di molte specie di molluschi e

piccoli vertebrati.

Ma la coltivazione della canapa rivive oggi a

Carmagnola.

Si è rilanciata l’antica produzione, partendo

proprio da questa cittadina che era una delle

capitali internazionali della canapa.

Carmagnola, dove è stato avviato questo

progetto-pilota, difatti è diventata il naturale

crocevia dei progetti di ripristino e rilancio

di questa coltivazione di pregio in Italia e in

alcuni Paesi Europei.

La canapa rappresenta un’opportunità nuova,

e un incentivo alla multifunzionalità delle

imprese agricole.

In questa località dove ha sede Assocanapa

(l’Associazione che coordina in Italia lo svi-

luppo della canapicoltura), è stato attrezzato

un campo per la riproduzione della varietà del

seme di canapa utilissimo per riavviare la pro-

duzione anche in altre regioni d’Italia.

Basti ricordare che il seme di canapa detto

“gigante di Carmagnola” è il più pregiato e

ricercato in Italia e in Europa.

Rivivono, in questo modo, tradizioni e tec-

niche di un’importante “cultura materiale”

del passato.

La canapa, che si adatta ad una pluralità

di usi, può consentire di creare filiere effi-

cienti in grado di rilanciare settori importanti

per la nostra economia, e garantire nuovi

posti di lavoro.

L’obiettivo è proprio il recupero di antiche col-

ture per la produzione di fibre con innovazioni

tecnologiche necessarie per creare fibre più

resistenti, a basso impatto ambientale.

Il nuovo sistema di coltivazione naturale

richiedono, infatti, poco consumo di acqua e

di diserbanti.

Info: www.assocanapa.itwww.comune.carmagnola.to.ittel. 011/9724215

La città di Carmagnola può vantare all’interno

di una filiera agro-alimentare di qualità un

rapporto positivo, ad elevato valore aggiunto,

tra il comparto produttivo agricolo e la qualità

di vita complessiva dell’area, in grado di svi-

luppare una nuova responsabilità ambientale

che, a partire dal settore produttivo tradizio-

nale, si sta estendendo progressivamente agli

altri comparti. In questo contesto una ampia

selezione di aziende agricole vende diretta-

mente, garantendo la qualità e la freschezza

dei prodotti acquistati.

I Comuni appartenenti alla Marca delle due

Province che puntano maggiormente sulle

fonti energetiche rinnovabili e sull’efficienza

L’antica lavorazione della canapanell’Ecomuseo di Carmagnola

Gianluigi Surra,sindaco di Carmagnola

[

[

[

Page 84: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

82

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Un ambizioso progetto di natura collet-

tiva è stato sottoscritto dai Comuni

delle Montagne Olimpiche per pro-

durre energia da fonti rinnovabili e dare con-

cretezza ad iniziative per la progettazione,

costruzione e gestione di edifici sostenibili dal

punto di vista ambientale.

Si vuole costituire un distretto energetico-

sostenibile con l’importante obiettivo di

individuare le modalità di regolazione delle

emissioni di gas serra all’interno del vasto

comprensorio che ha ospitato le recenti Olim-

piadi delle neve “Torino 2006”.

Oggi in quest’area, sulle Alpi Cozie, che diventa

il Distretto energetico-sostenibile più alto

d’Europa, sarà prevista l’applicazione della

Direttiva Comunitaria sull’ ”emission trading”

in cui si definiscono le norme per la limitazione

delle emissioni di gas inquinanti.

Ciò implica scelte di sistema di regolazione dei

bilanci ambientali nei singoli comuni olimpici.

É particolarmente importante definire all’in-

terno del costituendo Distretto - che ha i rife-

rimenti territoriali tra l’Alta Val di Susa, la Val

Chisone e Germanasca - l’introduzione di pro-

cedure di efficienza e produzione energetica

e regole che costituiscano elemento di strut-

turazione dell’applicazione della Direttiva, in

particolare mettendo a regime iniziative di

sistema e di rete produttiva.

Iniziative che saranno determinanti per rea-

lizzare l’indipendenza energetica prodotta da

fonti pulite o assimilate.

L’attività si svolgerà in collaborazione con i

Comuni di Bardonecchia, Cesana Torinese,

Chiomonte, Claviere, Pragelato, Prali, Sauze

d’Oulx, Sestriere e con la collaborazione di

privati (Metan Alpi Sestriere e Metan Alpi Val

Chisone, Società di gestione degli Impianti

di risalita, Associazione Albergatori) che si

consorzieranno con la finalità di costruire

un’azione efficace sul territorio.

I Comuni olimpici montani vogliono, in

sostanza, dar vita ad un progetto concordato

MONTAGNE OLIMPICHEIl Distretto più alto d’Europa

Un luogo-sistema ecosostenibile a cinque cerchi olimpici

L’iniziativa, in fase di decollo, servirà per dare ulteriore impulso alle iniziative di promozione del territorio e per creareun nuovo modello turistico che non trascurerà la valenza ambientalista e l’autosufficienza energetica da fonti pulite.

di utilizzo diretto e/o attraverso soggetti

strumentali, delle risorse del territorio per la

produzione di energia elettrica, in particolare

idroelettrica ma anche solare e geotermica,

in termini eco-compatibili e di promozione di

tutte le forme di risparmio energetico nel set-

tore dell’edilizia pubblica e privata.

L’energia elettrica prodotta da cogenerazione

viene già da tempo fornita dalla Metan Alpi

Sestriere, la società che ha trasportato, con opere

tecnologicamente d’avanguardia, il gas metano

ad altezze impensabili in alta montagna.

Gli impianti di teleriscaldamento (tra i primi

a funzionare in alta quota), autentici gioielli

tecnologici, hanno compensato in virtù della

cogenerazione nel corso dei primi dieci anni di

funzionamento, le 150 mila tonnellate di emis-

sioni di gas serra provocati dai Giochi olimpici

secondo le previsioni fatte dall’Agenzia Torino

2006, azzerando di fatto l’impatto ambientale

strategico calcolato in modo esteso con un cri-

terio che considera anche le emissioni provo-

cate, non solo localmente nell’area olimpica,

ma anche dai mezzi di trasporto (aerei, elicot-

teri, automobili, treni, autobus) coinvolti nella

manifestazione.

Quale ulteriore sviluppo dell’iniziativa poli-

tico-amministrativa anche in relazione alla

gestione post- olimpica degli impianti sportivi

ed all’organizzazione turistica in generale, si

fa rilevare la vocazione ambientalista dei ter-

ritori amministrati.

Le montagne Olimpiche vantano numerosi

indicatori della qualità della vita nettamente

migliori di altri contesti turistici e una con-

dizione ambientale decisamente buona. Si

tratta di luoghi che hanno conservato intatto

il proprio carattere rurale-alpino.

In questo ambito il Comune di Pragelato sta

Walter Marin,sindaco di Pragelato

[

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83

costituendo la filiera del legno per la pulizia dei

boschi e l’approvvigionamento di biomasse.

Questi indicatori qualificano il comprensorio

come un territorio con buone performance

assolute.

“L’ obiettivo specifico - spiega il sindaco di

Pragelato, arch. Walter Marin - seppur di asso-

luta rilevanza, si inserisce in un programma più

ampio che vede coinvolta la stessa Regione

Piemonte che ha già manifestato la volontà di

aderire allo stesso nella fase costituente.”

L’iniziativa intrapresa dagli amministratori

dei Comuni olimpici può rappresentare un ele-

mento di grande significato e di effettivo coordi-

namento perché si interseca con la gestione del

“post-olimpico” e dell’organizzazione turistica.

É, infatti, in fase di studio la costituzione della

Fondazione Post Olimpica per dare ulteriore

impulso alle iniziative di promozione del ter-

ritorio e per creare un nuovo modello turistico

che non trascurerà la valenza ambientalista

del progetto. Toccherà comunque ad una

cabina di regia con l’intervento dei rappresen-

tati da tutti i comuni del Distretto verificare le

politiche coordinate nel settore turistico e di

sviluppo energetico-ambientale.

Questi comuni montani, d’altro canto, nell’am-

bito dell’organizzazione dei XX Giochi Olimpici

Invernali Torino 2006, hanno sviluppato e

migliorato la capacità di relazionarsi tra loro

nelle diverse fasi (dalla nomina dei propri rap-

presentanti in seno agli organismi del “sistema

olimpico”, alla condivisione di attività orga-

nizzative legate ai giochi olimpici, alla discus-

sione di comuni strategie di sviluppo del terri-

torio) ed hanno avviato, sempre quale attività

“connessa” con l’evento olimpico, percorsi

volti al miglioramento delle “performance”

ambientali, attraverso l’elaborazione di sistemi

di gestione ambientale che hanno portato, tra

l’altro, alla acquisizione della certificazione dei

sistemi secondo le norme UNI EN ISO 14001,

ed, in alcuni casi, la registrazione EMAS e/o la

redazione del “bilancio ambientale” del terri-

torio comunale, acquisendo quindi una ulte-

riore sensibilità in materia ambientale.

Nell’ambito dei ragionamenti condotti è stato

valutato altresì di verificare la possibilità di

estendere, anche in una fase successiva,

la valenza territoriale del progetto a tutti i

Comuni dell’Alta Valle Susa, sia in ragione

della promozione turistica, sia nella creazione

di nuovi luoghi-sistema eco-sostenibili.

Piemonte

piemonte

Bardonecchia

Cesana

Claviere

Sauze

Sestriere

Chiomonte

Pragelato

Prali

La pista del trampolino di Pragelato

[

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84

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

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85

Il detto “S. Matteo ha due facce”, riferito al

Santo Patrono di Salerno, deriva dalla pre-

senza nella Cripta della Cattedrale di Salerno,

di una statua bronzea bifronte dell’Evangelista (a

cui è dedicato il Duomo) ritratto nell’atto di scri-

vere (opera del 1605 dello scultore Michelangelo

Naccherino).

I salernitani, anche se molto devoti, da sempre ci

ricamano su.

Energeo Magazine presenta in questo viaggio al

Sud della penisola, invece, l’altra faccia del capo-

luogo campano: quella nuova e moderna della

sostenibilità energetico-ambientale.

La Provincia di Salerno rappresenta un mondo

separato, tanto diverso da altri centri cam-

pani. Si meriterebbe un ruolo guida almeno

nella Regione.

Un ruolo a cui i salernitani tengono molto per lo

sviluppo di tante iniziative in questo settore.

Cominciamo con la prima.

L’organizzazione di un evento di portata comu-

nitaria che a febbraio è previsto nell’ambito della

Settimana dell’Energia sostenibile proposta su

tutto il territorio europeo.

Si tratta della EUSEW WEEK (9-13 febbraio 2009-

www.eusew.eu).

Ageas, l’Agenzia energetica locale, utilizzata come

A SUD: NUOVE ENERGIE DEL MEZZOGIORNO

Salerno ha un’altra faccia:la sostenibilità energetico-ambientale

L’Ageas (Agenzia energetica locale) viene indicata come “bussola” delle iniziative energetico-ambientali del territorio. É in programma, a febbraio, la Settimana Europea dell’Energia Sostenibile con doppio appuntamento a Bruxelles e a Ravello. L’Assessore provinciale alle politiche ambientali, Angelo Paladino: “Siamo al passo con le altre grandi realtà nazionali e internazionali”.

[

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

braccio operativo dalla Provincia di Salerno,

si è assicurata l’organizzazione di due impor-

tanti meeting europei: il primo si terrà il 12

Febbraio a Bruxelles nel Charlemagne Building

alle ore 15,00 (di fronte al palazzo Berlyamont).

Il secondo è in programma a Ravello (20

Febbraio 2009), la perla della costiera amalfi-

tana, qualche giorno dopo. In questo evento

si parlerà, tra l’altro, delle linee energetiche e

delle attività programmatiche della Provincia

di Salerno, mettendo in evidenza le più signifi-

cative iniziative dell’Ageas che possono essere

replicate sul territorio europeo. Questo evento

rappresenta una bella vetrina, insomma, per

l’eccellenza salernitana che si distingue anche

in questo particolare settore.

Saranno coinvolti in queste due giornate di

studio, i soggetti attuatori della politica sosteni-

bile. Interverranno al dibattito decision makers e

rappresentanti politici ai vari livelli, oltre ai rap-

presentanti della politica locale che sono i rea-

lizzatori finali delle politiche definite a Bruxelles.

L’evento rappresenta un momento fondamen-

tale per fare il punto della situazione delle poli-

tiche avviate. In quest’occasione verranno ana-

lizzati i vantaggi e soprattutto le problematiche

tecno-applicative e finanziarie che impediscono

di fatto l’attuazione delle politiche sostenibili, le

innovazioni tecnologiche e finanziarie.

Ravello, sulla costiera Amalfitana, dove è stato

programmato un meeting come sede italiana,

si presenta con il vestito buono del luogo

ameno e conosciuto e con le bellezze della

costiera, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Non è poco.

Lo scenario cambia nella cittadina Belga, sede

del Parlamento Europeo, dove è naturale che

si affrontino queste problematiche, anche

quotidianamente. Nel palcoscenico naturale di

Villa Rufolo, affacciata sul mare del Golfo, sarà

il momento di esporre a 360° le attività eco-

sostenibili territoriali e le opportunità di una

gestione oculata dal punto di vista energetico

ed ambientale del territorio. Un po’ come sta

facendo la Provincia di Salerno.

Quale occasione migliore per discutere di questi

problemi e delle politiche invasive che contra-

stano con il territorio in cui debbono coesistere

preservazione ambientale ed attuazione di poli-

tiche sia per promuovere le Fonti Energetiche

Rinnovabili che l’Efficienza Energetica, partendo

dal settore domestico fino a coinvolgere tutte

le attività produttive del territorio della stessa

costiera amalfitana, che rappresenta una delle

mete più ambite per qualsiasi turista.

Ma perché questa scelta?Tecnologia ed ecologia, efficienza e risparmio

energetico, materiali ecocompatibili, fonti rinno-

vabili e comfort abitativo non hanno segreti per

chi affronta, e a volte risolve, al Sud, seriamente,

queste problematiche.

Nel viaggio nelle terre ecosostenibili del Mezzo-

giorno abbiamo incontrato persone competenti,

professionali e con una grande predisposizione

alle nuove professioni dello sviluppo sostenibile.

Hanno in comune un requisito per il successo,

è l’ingegnosità: saper pensare in modo nuovo,

riconoscere e cercare altri spazi, in una parola

sanno osare, confrontandosi con il mondo della

conoscenza.

Ecco la risposta. L’ha sintetizzata con una battuta

l’assessore provinciale alle politiche ambien-

tali, Angelo Paladino: “Abbiamo saputo osare,

promuovendo l’energia rinnovabile, la mobilità

sostenibile, la riduzione dei consumi energetici

e un uso più consapevole dell’acqua. In questo

modo siamo al passo con altre grandi realtà

nazionali e internazionali”.

Coscienti degli sforzi e dell’innovazione neces-

saria per promuovere l’efficienza energetica, ma

ben consapevoli anche dei traguardi che hanno

saputo, fin qui raggiungere.

Ecco perché ci siamo fermati a Salerno in questa

prima tappa esplorativa.

L’argomento è serio.

Ci accorgiamo subito, entrando negli uffici

dell’Ageas (Agenzia energetica Locale), che

dispone di due sedi, nello storico palazzo

della Provincia in Via Roma e nella sede ope-

rativa di Via Posidonia 301, a pochi passi dal

Lungomare (siamo nel quartiere Torrione),

considerata la “bussola” delle iniziative ener-

getico-ambientali del territorio, che si tratta di

luoghi speciali.

Ci accompagna il direttore, l’ingegnere Angelo

Nicoletti, alto, garbato, sorridente.

Confida:“Tutti i giorni sono alle prese con il

traffico, vado su e giù da Laurino, nel cuore del

Cilento, percorro quasi 150 chilometri al giorno e

faccio ancora tanta strada per effettuare sopral-

luoghi, incontri e contatti con aziende sempre

nella stessa provincia di Salerno.”

Questo territorio, in effetti, è molto esteso.

Risulta ai primi posti (nono) in Italia con 4.918

kmq, 158 Comuni, alcuni ad altissima densità, con

un milione 102.374 abitanti.

“Quando non mi tocca andare in giro per l’Italia o a

Bruxelles...” - dice Nicoletti mentre sfoglia le carte

per sbrogliare pratiche e chiedere contributi.

Subito facciamo una domanda.

Un evento di portata europeaA che punto è l’organizzazione della settimana Eusew “Bruxelles-Ravello” Febbraio 2009? Ci siamo quasi. Stiamo predisponendo i det-

tagli - spiega Nicoletti - per organizzare sia a

Bruxelles che nel nostro territorio un evento

di portata comunitaria che avrà la ribalta in

tutta Europa. Abbiamo scelto Ravello, sulla

costiera Amalfitana, come sede per l’organiz-

zazione italiana della settimana sostenibile, in

quanto la località oltre ad essere la principale

località turistica della costiera, può dimostrare

come turismo e sostenibilità rappresentano

aspetti della stessa medaglia. Siamo già in

fibrillazione, il prossimo febbraio è alle porte.

I contatti con Bruxelles sono costanti, in

questo luogo si svolgeranno diverse iniziative,

come pure ci confronteremo con le altre città

europee. Dobbiamo garantire a consumatori

e produttori di energia che parteciperanno

attivamente a conferenze, workshop, attività

didattiche e visite ad aziende e impianti che

producono o utilizzano energia rinnovabile e

tecnologie per l’efficienza energetica, un’accu-

rata assistenza e informazioni precise.

A questo evento dovranno partecipare due

autorevoli esponenti in materia energetica

come Pedro Ballesteros (Direzione Generale

Trasporti ed Energia dell’Unione Europea),

Andris Piebalgs (Commissario Europeo

per l’energia) e Vincent Berruto (diret-

tore EACI divisione efficienza energetica).

Rappresenteranno l’Italia il Ministro Claudio

Scagliola (MSE), il Presidente del GSE prof.

Carlo Andrea Bollino, il dott. Corrado Clini,

direttore generale del Ministero dell’Ambiente e

RAPPORTODinamismo e processi di innovazione non frenano lo sviluppo

Page 89: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

87il dott. Luigi Paganetto, Presidente dell’Enea. Il

Presidente dalla Rete delle Agenzie Energetiche

Locali (RENAEL) l’avv. Angelo Paladino, il

Presidente della Provincia di Salerno Angelo

Villani ed il Presidente di Confindustria Salerno

dott. Agostino Gallozzi rappresenteranno la

Provincia di Salerno”.

Una squadra veramente affiatataQuesta importante iniziativa ci ha un pò sor-

presi. É un ottimo modo per introdurre la

nostra inchiesta, mentre cerchiamo di cono-

scere da vicino i protagonisti del riscatto eco-

sostenibile del Salernitano.

Si capisce subito che dietro questa organizza-

zione c’è un’oliata cabina di regia.

Lo conferma Nicoletti, che ammette: “In effetti

l’assessore alle politiche ambientali Angelo

Paladino ha disposto le linee guida”.

In una pausa, possiamo scambiare al telefono

un breve colloquio con l’esponente politico.

Nato a Sala Consilina, 58 anni, avvocato,

Angelo Paladino è stato in passato assessore

provinciale ai Lavori Pubblici e sindaco del

Comune di Sala Consilina.

Risponde: “Lascio lavorare i miei ragazzi…

Sono una squadra veramente affiatata...”

Assessore, Lei ha sostenuto il progetto di istitu-zione dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio, proprio dalle sue parti, a Padula, mettendo insieme un bel pò di partners. Ce ne parli.Come da programma l’Osservatorio è stato

ufficialmente aperto a fine settembre, il mese

scorso. É stato un successo.

É vero, hanno aderito all’iniziativa le Province

di Barcellona, Nimes, Marsiglia, Alessan-

dria, La Spezia, Torino, Viterbo, Legambiente,

Federparchi e il coordinamento di Agenda 21.

L’inaugurazione è avvenuta in occasione

delle Giornate Europee del Patrimonio 2008,

programmate nella Certosa di San Lorenzo

in Padula.

Siamo in tema con l’ambiente?Sì, certo. L’Osservatorio Europeo del Paesaggio

ha ottenuto un importante riconoscimento da

parte del Presidente della Repubblica Giorgio

Napolitano, che ha premiato l’iniziativa con

una targa d’argento che mi è stata consegnata

personalmente.

Assessore, questa iniziativa è veramente impor-tante. Ci piacerebbe approfondirla nel prossimo numero. Ma è vero che sta lavorando per miglio-rare la rete di amministrazioni locali di secondo livello dell’arco mediterraneo occidentale, nella

prospettiva europea di sviluppo sostenibile del territorio?Si , devo ammetterlo.

Quando facciamo qualcosa dimostriamo di

saperla fare. Siamo stati premiati recente-

mente, a Firenze, nel Salone dei Cinquecento

di Palazzo Vecchio, con il Premio Award per

il “Progetto 1000 tetti fotovoltaici” che il Gse

(Gestore servizi elettrici) e la Fondazione

Energia hanno assegnato ai migliori e più

innovativi progetti nel campo del risparmio

energetico e delle energie rinnovabili. Insieme

a me sono stati premiati Alessandro Ortis, pre-

sidente dell’Autorità per l’Energia ed il Gas;

Chicco Testa, presidente Wec (World energy

council); Gian Battista Merlo, presidente

Exxon Mobil; Federico Secchioni, presidente di

Confagricoltura; Turiddo Campaini, presidente

Unicoop Firenze. Non abbiamo sfigurato.

Siamo qui per far meglio!

Oltre al Progetto “1.000 Tetti Fotovoltaici”, per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili attra-verso l’installazione di queste nuove tecnologie, state avviando altre iniziative. In particolare: la certificazione con un Marchio di qualità per “cer-tificare”, appunto, il territorio salernitano sia per l’ambiente che per le sue tipicità. Qual è il ruolo del suo Assessorato?Abbiamo iniziato nell’area del Parco del Cilento

con la certificazione ambientale di un gruppo

di Comuni, stanziando 200 mila euro. Ma

bisogna fare la raccolta differenziata, la depu-

razione delle acque, la mobilità sostenibile.

Dopodichè passeremo a una certificazione

aziendale del settore lattiero-caseario, in col-

laborazione con l’Ascom-Confcommercio.

Il bollino blu sarà poi attribuito ad aziende

di altri settori, ristoranti, alberghi che mette-

ranno in pratica una politica ambientale seria.

Il marchio di qualità aziendale favorirà l’export

e il commercio, e di conseguenza il turismo.

E poi ricordiamolo: la provincia salernitana è

una delle più virtuose d’Italia nella differen-

ziata, con una media provinciale superiore al

30 per cento di raccolta. Stiamo facendo la

nostra parte, anche per il recupero del fiume

Sarno (considerato il fiume più inquinato

d’Italia ndr) e per la divulgazione nelle scuole

e tra le famiglie dei nostri progetti.

Il resto glielo racconterà Nicoletti che è ben

informato. Alla prossima! .

Due nuovi distretti energeticiRiprendiamo il discorso con il direttore di

Ageas l’ing. Angelo Nicoletti.

Da buon tecnico in una borsa ha pronte le

scarpe “meno buone” per recarsi in un can-

tiere. Strappiamo ancora qualche battuta.

Allora? Vi tiene sotto pressione l’Assessore Paladino? Si lavora bene con lui,- ammette Nicoletti-.

D’altro canto, l’Agenzia è nata dalla volontà

dell’Amministrazione Provinciale e di un

gruppo di realtà locali di integrarsi nel progetto

ad ampio respiro della Comunità Europea nel

settore dell’energia e dell’ambiente al fine

di creare i presupposti culturali e sviluppare

tecnologie e filiere occupazionali sul terri-

torio per il raggiungimento dello sviluppo

sostenibile. Siamo impegnati per istituire due

distretti energetici. Uno solare da realizzarsi

nell’ambito del territorio del Parco Nazionale

del Cilento e Vallo di Diano, e l’altro sull’ef-

ficienza energetica nell’area omogenea del

Vallo di Diano, in considerazione che il futuro

e lo sviluppo delle tecnologie e le attività di

sensibilizzazione devono passare attraverso

la politica della creazione di ambiti energetici

su territori omogenei.

Intanto l’ing. Nicoletti che non nasconde

l’eventualità dell’ampliamento anche ad altre

province delle competenze di Ageas, che

diventerebbe, di fatto, punto di riferimento di

tutto il Mezzogiorno per le problematiche ener-

getiche, prende due faldoni con altri progetti.

Caspita!

Ne parliamo in altra pagina.

[ In Alto: Angelo Paladino,assessore alle politiche ambientali della Provincia di Salerno, nonchè presidente di RENAEL

In basso a sinistra: Angelo Nicoletti,direttore dell’Ageas

Page 90: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

88

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Leggiamo testualmente dai nostri

appunti: “Recupero energetico dai

liquami zootecnici, siero caseari e scarti

agroindustriali”.

Per capirne di più ci siamo spostati verso sud,

percorrendo la Salerno-Reggio Calabria, natu-

ralmente intasata come ripete Isoradio. Uscita

consigliata Campagna, subito dopo lo svin-

colo di Eboli, giriamo a sinistra verso Serre e

le Grotte di Castelcivita. Il percorso è pianeg-

giante, comincia dopo un poco a salire lungo

le estreme pendici nord-occidentali degli

Alburni, rivestite di olivi, viti e fichi.

Alle spalle abbiamo lasciato la piana del Sele,

mentre davanti all’improvviso ci appare la

sagoma di una fattoria eolica, il primo progetto

realizzato una decina di anni fa, in questa pro-

vincia dove il vento soffia forte.

L’accompagnatore mi ricorda che si stanno

progettando altri potenti aerogeneratori

sempre in questa zona. E mi segnala che da

queste parti c’è un’oasi faunistica e, ritor-

nando ai nostri argomenti, che vicino alla

tenuta di Persano (sono famosi gli allevamenti

di cavalli e il Palazzo ex Casino Reale) è stata

installata una delle centrali fotovoltaiche più

famose in Italia, la prima di grosse dimensioni

costruita nel nostro paese.

Gestita dall’Enel, e inaugurata nel 1993, la

centrale di Serre-Persano si estende per circa

5 ettari e mezzo, con una superficie di pannelli

installati complessiva di 26.500 metri qua-

drati. Il campo fotovoltaico è suddiviso in sot-

tocampi: nove sono “fissi” mentre il decimo è

“a inseguimento solare”. La centrale di Serre

ha una potenza installata di 3.3 MWp (mega-

watt di picco) con una produzione media

annua di 3.500.000 chilowattora, pari al con-

sumo annuo di 1400 famiglie.

Ma a noi interessa sapere se è possi-

bile produrre energia elettrica dai liquami

delle bufale.

Si produrrà energia dai liquamiIn questa zona tanti contadini sono diventati

allevatori. Come Domenico Romagnuolo, che

ci accoglie nel suo caseificio.

Racconta la sua storia: “Dopo essermi

Non solo latte: le bufale produrranno energia elettrica

Attualmente il letame viene convogliato in apposite vasche a tenuta e stoccato per sei mesi. In attesa che si apra la strada del biogas per produrre energia elettrica, si continua a produrre ottimo concime.In un prossimo futuro i produttori di mozzarelle ricaveranno in loco, dai liquami delle bestie allevate, l’energia necessaria per ottenere i loro squisiti prodotti. Il progetto di Ageas, in collaborazione con Enea, merita di essere conosciuto, finanziato e valorizzato.

diplomato all’Istituto Magistrale, ho cercato di

far fortuna a Milano come maestro elementare

ma lo stipendio(all’epoca era di 60 mila lire)

non era sufficiente”.

Ricorda: “Mi fermai, qualche anno a lavorare

come impiegato in un’industria ma poi decisi

di tornare al Sud per produrre mozzarelle,

dove è andata bene,lavorando sodo”.

Lo interrompiamo.

Lo sa che potrà produrre oltre alle mozzarelle anche energia elettrica da biogas?

Ma come?

Lo rassicuriamo: ci sono studi e test in corso.

Oggi l’azienda Romagnuolo, avviata alla fine

degli anni ‘70, sorge nei pressi di Serre, in località

Padula. Nella tenuta di 20 ettari, vengono allevate

500 bufale di di razza “Mediterranea Italiana”,

appartenente al genere Bubalus, specie bubalis,

sottospecie River. Fu introdotta nel nostro Paese

alla fine del VI secolo, proveniente dall’Ungheria

in seguito alle invasioni barbariche. Per secoli

è stata allevata nelle zone paludose dell’Italia

centro-meridionale per la produzione di latte,

carne e per lavoro. Questa specie mostra elevate

capacità di adattamento alle condizioni ambien-

tali sfavorevoli grazie alla sua elevata rusticità e

inoltre è marcatamente longeva: una bufala può

produrre per più di 10 anni.

TECNOLOGIE MODERNECon il recupero dei liquami, siero e residui organici

[ In basso: lavorazione della mozzarella di bufala

A destra: l’allevamento di bufale dell’azienda Romagnuolo

Page 91: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

89

Il latte bufalino ha sapore dolce, colore bianco

opaco. Le principali differenze di natura chi-

mica e chimico-fisica tra i due tipi di latte

(bufalino e vaccino) sono rappresentate dal

contenuto in grasso e in proteine, caratteri,

questi, fondamentali per la caseificazione.

Per un chilo di mozzarella di bufala servono

circa 4 litri e mezzo di latte, e poiché dalla mun-

gitura di una bufala si ottengono mediamente

12 litri di latte al giorno, è facile calcolare che

ogni animale quotidianamente dà la possibi-

lità di produrre solo 3 chili di mozzarella.

Ma quanta energia elettrica si può ricavare dal biogas dei residui organici delle bufale?Non lo possiamo ancora sapere - spiega l’ing.

Nicoletti - Stiamo sperimentando il sistema in

collaborazione con Enea. Il problema rimane

la fornitura dei residui che dovranno arrivare

alla Centrale di biogas. Occorre creare un’orga-

nizzazione di raccolta sul territorio chiedendo

una particolare collaborazione agli allevatori,

creando una sorta di filiera come si fa per la

fornitura delle biomasse legnose.

Altra storia il recupero dei siero-derivati.

La ricerca di Enea annovera studi importanti

su questi composti, finalizzati a recuperare e

qualificare questi scarti che costituiscono un

problema per gli alti costi di smaltimento.

L’intervento dell’Agenzia energetica saler-

nitana tende anche alla soluzione di queste

problematiche.

La visita in un allevamento di bufale ci

incuriosisce.

Un esperto collaboratore del caseificio di

Serre, Paolo Pierri, ci spiega:

“Al momento della mungitura, le bufale ven-

gono chiamate ognuna con il proprio nome,

che ricordano perfettamente, e all’appello,

fatto sempre dalla stessa persona, si staccano

dal branco e si avviano alla loro postazione

per essere munte.

Sono animali intelligentissimi”.

Infatti, non sono pericolose anche se prefe-

riamo stare a una certa distanza.

Racconta Romagnuolo: “Secondo l’antico rito

il bufalaro, alle prime luci dell’alba, chiama per

nome le bufale per condurle alla mungitura:

ogni bufala ha un nome e il richiamo di una

mandria di bufale suona come una cantilena”.

Nel 1954 per la prima volta al mondo, una bufala

fu munta con una mungitrice automatica.

Ne è stata fatta di strada da allora.

Le aziende moderne sono dotate di sofisticate

apparecchiature che lavano e disinfettano

la mammella prima di mungere la bufala. Al

collo di ogni animale c’è poi un microchip su

cui sono memorizzati un’infinità di dati, una

specie di “carta d’identità” che indica alla

macchina persino la posizione dei capezzoli

e quali di questi mungere. Ogni volta viene

poi effettuato in tempo reale un esame dia-

gnostico sulla carica batterica del latte e sullo

stato di salute dell’animale, e i dati raccolti

vengono inviati per via telematica a una cen-

trale di controllo che sorveglia tutto il lavoro.

Oggi sono poche le bufale che vengono

ancora identificate con un nome, in quanto

una targhetta riportante un numero a 14 cifre,

imposto dall’anagrafe dell’Unione Europea, e

altre due, rispettivamente con il numero azien-

dale e del libro genealogico, contraddistinguono

ogni animale.

Nel corso dei secoli le tecniche di allevamento

e di trasformazione si sono molto evolute e

oggi l’allevamento delle bufale è un settore in

grande espansione.

Grazie alla tecnologia, alle grandi opere di

bonifica e alla trasformazione del territorio si

è sviluppata un’industria zootecnica moder-

nissima: “Gli animali sono tenuti - fa notare

Pierri - in una forma di allevamento stabulato

e al posto delle paludi ci sono dei paddocks

con laghetti artificiali e tettoie per proteggerli

dalla calura estiva. Molte aziende poi hanno

adottato un regime di agricoltura di tipo bio-

logico e nei loro campi producono il mais e il

foraggio senza ricorrere a concimi chimici.

Le bufale pascolano in regime di semilibertà e

i rigidi controlli sanitari mantengono gli alle-

vamenti indenni da malattie come la brucellosi

e la tubercolosi, in modo da poter lavorare il

latte crudo, senza sottoporlo a pastorizza-

zione. Così il gusto della mozzarella si avvi-

cina a quello di una volta, quando gli animali

vivevano nella palude e si nutrivano di vegeta-

zione spontanea.

Attualmente il letame viene convogliato in

apposite vasche a tenuta e stoccato per sei

mesi. In attesa che si apra la strada del biogas

per produrre energia elettrica, si continua a

produrre ottimo concime che si utilizza nella

stessa tenuta”.

E lo sterco?

Il cibo deve essere buono, giusto e pulitoIn un prossimo futuro i produttori di mozza-

relle si preoccuperanno per primi del tipo di

energia utilizzata per ottenere i loro squisiti

prodotti.

Il progetto merita di essere conosciuto, finan-

ziato e valorizzato. Rientra a pieno titolo nella

filosofia di Slow Food (come spieghiamo a pag.

59) sostenuta da Carlin Petrini.

“Il cibo deve essere buono, giusto e pulito”.

L’idea non è strampalata anche perché le bufale

oltre al latte per produrre squisite mozzarelle,

potranno contribuire con i liquami e i residui

organici alla produzione di energia elettrica.

Un ciclo coordinato consentirà, con opportuni

accorgimenti, di produrre energia pulita nella

stessa tenuta agricola.

É questa la nuova sfida dei tecnici di Ageas di

Salerno.

E le mozzarelle? “Saranno buone come quelle

di una volta” assicura Romagnuolo.

Page 92: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

90

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Le cicogne sono le benvenute a Sant’Agata

di Puglia, piccolo paese (2.321 abitanti),

arroccato su una collina a 795m s.l.m. nel

Subappenino Dauno Meridionale, in provincia

di Foggia, dove vengono accolte da utili incen-

tivi per far nascere e crescere, almeno nei

primi tre anni di vita, tanti bambini.

La fattoria eolica da 72 MW che funziona alla

periferia del Paese, non ostacolerà l’arrivo di

questi simpatici pennuti che, nella fantasia

popolare, indicano, appunto, l’arrivo di un

nuovo bambino. Anzi.

Il vento imbrigliato dagli aerogeneratori instal-

lati consente oggi la produzione di circa 100

Mwh di energia elettrica.

Le giovani coppie potranno disporre, per ogni

nuovo nato, di una piccola somma, ricavata

dalle royalties, messa a disposizione dal

Comune per le esigenze immediate e favorirà

l’incremento delle nascite.

Un aiuto è anche previsto per aiutare i cittadini

meno abbienti nell’acquisto della prima casa.

I genitori potranno preparare, in questo modo,

anche un nido accogliente per il nuovo arri-

vato, perché l’acquisto di una nuova casa è

particolarmente conveniente da queste parti:

infatti chi dimostra di avere un reddito fami-

liare non superiore a 45 mila euro, potrà avere

interessi dimezzati sui mutui bancari.

Tutto questo grazie all’iniziativa del Comune

Quando le pale eoliche non ostacolano l’arrivo delle cicogne

A Sant’Agata di Puglia soffia il ventodella solidarietà sostenibile.

Le royalties che incentivano la produzione eolica vengono utilizzate dal Comune per incrementare

le nascite e favorire l’acquisto di nuove case, dimezzando gli interessi dei mutui.

É l’intelligente iniziativa di un sindacoattento e responsabile.

e alle royalties determinate dalla vantaggiosa

produzione energetica da fonte eolica.

Una vera cuccagna che, questa volta, non si

trova sopra un albero, ma sulla sommità di

potenti torri eoliche fatte installare nella piana

del piccolo centro , al confine con la Campania

e la Basilicata, denominato La Loggia delle

Puglie perché si affaccia oltre che sulle due

Regioni confinanti anche Tavoliere e sulla bella

veduta del Gargano.

Il 2008, anno bisestile, porta bene ai nuovi

nati, almeno da queste parti, perchè potranno

contare su una somma pari a 1.200 euro l’anno,

corrisposta per tre anni consecutivi.

L’assegno affidato è infatti di 3.600 Euro che

sarà erogato in tre tranches.

Il contributo, come si precisa nella delibera

comunale, verrà elargito anche a tutte le

mamme in attesa.

L’intervento del Comune è rivolto alle famiglie

la cui situazione economica e le condizioni di

organizzazione della vita familiare richiedano

un intervento finanziario per concorrere alla

spesa connessa alla crescita e alla prima edu-

cazione di un figlio.

Le condizioni essenziali per fruire di tali

contributi sono la residenza nel Comune

di Sant’Agata di Puglia della famiglia con il

minore per cui viene chiesto il contributo e

un reddito familiare che non superi, come

abbiamo detto, il valore 45.000 Euro.

Una seconda delibera esecutiva di Consiglio

illustra le misure per favorire l’incremento

demografico e occupazionale nel Comune

di Sant’Agata di Puglia, mentre una delibera

di Giunta ne regolamenta l’assegnazione e

l’erogazione.

Con questi atti formali l’Ente ha adottato il

provvedimento di assegnare finanziamenti a

parziale copertura del tasso di interesse appli-

cato ai mutui fissi contratti per l’acquisto della

prima casa.

Le due delibere giungono oggi a concretizzare

la volontà del Comune, peraltro già annunciata

TECNOLOGIE MODERNETanta energia per aiutare i residenti

Page 93: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

91

un anno fa, in occasione di un convegno, di

destinare parte dei fondi derivanti dalle royal-

ties dell’eolico direttamente in favore dei cit-

tadini residenti.

L’intervento da parte del Comune consisterà

nel pagamento di una parte degli interessi

del mutuo fisso per l’acquisto della prima

casa ad uso abitativo nel territorio comunale;

l’Ente, infatti, si accollerà, per tutta la durata

del piano di ammortamento, una quota tesa

ad abbattere il tasso di interesse nella misura

massima del 50% del mutuo stesso.

Il sindaco, Vito Nicola Cristiano, vero pioniere

della solidarietà sostenibile, è raggiante:

“É stato un successo - ammette - i fondi messi

a disposizione sono stati quasi tutti impe-

gnati. In questo modo abbiamo favorito la cre-

scita demografica e impostato un’inversione

di tendenza nell’intero Paese che negli ultimi

dieci anni ha perso circa duecento abitanti”.

Come si vive a Sant’Agata di Puglia?Bene, direi! L’economia si basa principalmente

sull’agricoltura, le cui colture preminenti sono

il grano, la vite, l’olivo. Per l’ottima qualità

dell’olio, Sant’Agata di Puglia è inserita nella

“Strada dell’Olio Extravergine d’Oliva DOP

Dauno”. La produzione dell’olio santagatese

vanta una secolare attività. Un antico frantoio

(famiglia Nova) ne è una suggestiva testimo-

nianza. Il territorio è ricco di aziende agricole

e i tanti borghi costituiscono un vero e pro-

prio itinerario rurale. Le pecurialità ambientali

e la particolare posizione geografica, l’aria

salubre, la storia, l’arte, i tanti monumenti,

le tradizioni, la genuina gastronomia, fanno

di Sant’Agata di Puglia una meta turistica

sempre più frequentata. Per tali caratteri-

stiche, Sant’Agata di Puglia è stata insignita

della Bandiera Arancione-Anno 2002, il mar-

chio di qualità turistico ambientale che viene

assegnato dal Touring Club Italiano alle loca-

lità dell’entroterra.

Il sindaco ricorda poi i beni culturali come il

Castello Imperiale, ristrutturato di recente

dal Comune e il Borgo medievale fortificato

che nasce e si sviluppa a partire dal primitivo

nucleo abitato costituito dal Castello e dalla

Piazza Chiancato.

L’impianto urbano è stato costruito tenendo

conto della orografia del monte, al quale è

stato addossato. La prima cinta murata, lon-

gobardo-normanna, poi restaurata dagli Svevi

e dagli Angioini, è stata eretta a protezione del

Castello. Poggia su falde rocciose e racchiu-

deva il Castello per tre lati. Presenta due torri

circolari e una quadrata. Il borgo medievale

è stato edificato sul versante sud orientale

del monte, delimitato tra le due dorsali late-

rali e fortificato da strutture murarie, spesso

coincidenti con quelle abitazioni, intervallate

da bastioni o torri. Man mano che il borgo si

espandeva, a partire dalla vetta ove sorge il

Castello, verso valle, le mura di cinta prece-

denti venivano superate ed edificate quelle

nuove. A valle il borgo medievale ha avuto la

sua espansione fino alle mura fortificate della

Porta Nuova.

Sant’Agata di Puglia è proprio un bel luogo. Ci

sono chiese antiche che rappresentano auten-

tici monumenti arricchiti con affreschi e scul-

ture, il parco urbano delle opere in pietra che

sono poi i motivi ornamentali,elementi scolpiti

nella pietra ed incastonati sulle facciate, sui

portali, ai cantonali ed ai sottobalconi dei fab-

bricati e tanti storici Palazzi.

Perché andar via da questo luogo magico

ora che in questa comunità soffia il vento

della solidarietà?

Sant’Agata di Puglia

Puglia

[ A sinistra in alto: vista aerea della localitàA sinistra in basso: Vito Nicola Cristiano, sindaco di Sant’AgataIn alto: il parco eolico

Page 94: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

92

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Eppur si muove.

Si muove, eccome! Se è vero che nel

Paese il sistema di promozione delle

energie rinnovabili e dell’eco-sostenibilità ha

sempre viaggiato a doppia velocità, va detto

che il divario tra nord e sud diventa ogni giorno

più esiguo.

Lo abbiamo scoperto per caso, e costituisce

quasi una sorpresa.

Tra Eboli e la Lucania raccontata da Carlo Levi

si è realizzato un asse di “ricerca e di innova-

zione” di sistemi di utilizzo delle energie rinno-

vabili che adotta una formula estremamente

interessante. Non soltanto per la ricerca,

ma anche per lo sviluppo e la diffusione di

queste tecnologie innovative a costi molto

accessibili.

Mai avremmo immaginato che la vasta area,

estesa attorno al primo tratto della Salerno-

Reggio Calabria, sarebbe diventata un “luogo

delle idee”.

L’iniziativa si potrebbe definire anche “un

laboratorio innovativo e di ricerca itinerante

del territorio”, perché coinvolge una ventina di

ricercatori, liberi professionisti che effettuano,

(grazie alla rete che facilita i contatti) ognuno

nel proprio luogo di lavoro (a volte in un locale

ricavato nella propria abitazione) una sorta

di “servizio a domicilio di ricerca e di studio”

per conto dell’ Esco Energy di Potenza, una

società che ha di recente inaugurato il Punto

Energia, il primo “negozio” di un progetto in

franchising nazionale abbattendo costi e otti-

mizzando i tempi.

Sono tutti giovani, al di sotto dei quarant’anni,

hanno sposato la cultura delle nuove profes-

sioni, e sono molto motivati. Il più giovane, Vito

Gerardi, che ha soltanto 19 anni, viene conside-

rato un’autentica promessa ed è la mascotte di

un’affiatata squadra di ricercatori.

ECOESEMPIA tutta energia

La ricerca e l’innovazione si sperimentano a domicilio

L’altra faccia del Meridione. Dall’esclusivo progetto del Gel fotovoltaico realizzato in Basilicata, autentica novità, all’edilizia abitativa, con un occhio di riguardo al risparmio energetico e all’abbattimento dei costi e delle emissioni.

Cosa succede nel Mezzogiorno d’Italia? Un gruppo di giovani ricercatori ha dato vita a una formula innovativa per lavorare insieme. Le sorprese non mancano.

Si tratta infatti di un sistema progettato per

dare all’utente finale uno strumento per moni-

torare e pagare l’effettivo utilizzo delle risorse

energetiche (acqua, luce e gas), in totale tra-

sparenza, eliminando così anche eventuali

malcontenti nei confronti del gestore (nel

riquadro a pag. 94 vediamo come funziona).

La più sorprendente novità riguarda la tecno-

logia innovativa denominata Gel fotovoltaico

(il brevetto mondiale appartiene alla Esco

Energy di Potenza) autentica novità, segna-

lata, il mese scorso, da molti organi di stampa

come il futuro dell’energia alternativa.

L’inizio di una grande avventuraIl “cervello” con funzioni di catalizzatore di

questa dinamica organizzazione, è rappre-

sentato dalla Esco Energy, struttura tirata su

con molti sacrifici e con i risparmi di una vita,

soltanto quattro anni fa, nel 2004, a Potenza,

dall’ingegnere materano Giuseppe Vetere, 48

anni, sposato, un figlio di 14 anni, appassio-

nato tecnico: vent’anni passati all’Italgas, nel

campo della progettazione e del controllo.

E con un pallino: lo studio e l’applicazione

delle nuove tecnologie che rendono appetibili

le energie rinnovabili.

L’ingegner Vetere è approdato il mese

scorso nel salotto buono della promozione

Piccole grandi idee per il risparmio energeticoQuesto gruppo di lavoro ha lanciato la sfida ai

Centri di Ricerca più accreditati -quasi sempre

impaludati al secondo stadio della ricerca per

le enormi difficoltà che incontrano prima di

affacciarsi al sistema business - soprattutto

mettendo a fuoco, in maniera assolutamente

elastica, tante, nuove, piccole, grandi idee,

ragionando sui temi di risparmio energetico.

Dalle lampade senza fili che utilizzano dei Led,

all’edilizia abitativa con l’applicazione della

domotica quale serbatoio di energia per i pan-

nelli fotovoltaici durante le ore notturne, fino

alle caldaiette a emissioni zero di Co2.

Il pacchetto di proposte di Esco Energy che

utilizzano progetti superesclusivi (elaborati e

testati in laboratori attrezzati nella sede prin-

cipale), rappresenta una vera rivoluzione per

il mercato delle nuove tecnologie e costitui-

ranno tante sorprese grazie agli interessanti

prodotti competitivi nei costi e con tutte le

caratteristiche di sostenibilità. E altro ancora.

Come la prima Carta Prepagata Ricaricabile,

applicabile a qualsiasi gestore, che serve per

pagare le bollette di luce, gas e riscaldamento

comodamente da casa.

Questo vuol dire mai più code agli sportelli

e una rivoluzione nel campo del risparmio

energetico.

[

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93dell’energia (Sala Collina, nella sede mila-

nese del Sole 24 Ore, in via Monte Rosa 91),

dove è stato organizzato l’8° Italian Energy

Summit 2008- dedicato alla nuova economia

dell’energia.

Esco Energy ha scelto l’evento organizzato dal

quotidiano della Confindustria per lanciare il

gel fotovoltaico trasparente, da applicare sulle

vetrate degli edifici rendendoli produttori di

corrente elettrica grazie all’energia del Sole.

É l’ultima creatura del lavoro della squadra

lucana, il Gel Fotovoltaico che propone forme

e applicazioni alternative, di una tecnologia,

il fotovoltaico, per tanti versi non ancora

matura, che ha suscitato in quella sede molto

interesse, scompigliando un po’ le carte, senza

nascondere le perplessità di chi ha cercato, in

qualche modo, di ribadire.

“La novità consiste - spiega l’ing. Vetere -

nella possibilità che hanno gli utenti di pro-

durre a domicilio energia elettrica attraverso

l’applicazione di un gel a base liquida al cui

interno viene innescata una struttura cri-

stallina di silicio”.

La produzione a domicilio di energia elettricaLa promessa è altissima, almeno quanto l’in-

teresse, visto che una soluzione del genere

risolverebbe una volta per tutte l’integrazione

architettonica del fotovoltaico nelle case,

dando una spinta alla microgenerazione,

ovvero la produzione di energia su scala

domestica. Il nuovo prodotto, anche se la sua

commercializzazione su scala industriale arri-

verà soltanto a giugno 2009, e già da adesso

solleva più di un interrogativo.

“Il gel fotovoltaico è un materiale liquido

composto da silicio amorfo, al quale viene

applicato un procedimento nanotecnologico

in modo da renderlo semiconduttore - ha spie-

gato Alessandro Cariani, responsabile della

La promozione dell’uso razionale dell’energiaUn serbatoio di idee e di progetti. Un’unica piat-

taforma che nasce a Potenza, profondo Sud,

nel 2004 come Società di Servizi Energetici con

l’obiettivo primario di ridurre l’incidenza dei

costi, diretti e indiretti, della gestione energe-

tica e di migliorare le condizioni di compatibi-

lità ambientale dell’utilizzo energia.

Da allora la piccola azienda di Potenza pro-

muove e attua un uso razionale dell’energia,

non solo impiegando prodotti o servizi, ma

anche tecnologie finalizzate all’utilizzo delle

fonti energetiche rinnovabili.

Una piattaforma che diventa Esco (Energy

Saving Company), accreditata nell’apposito

elenco dell’Autorità per l’Energia Elettrica e

Gas , in virtù del Decreto del 20 luglio 2004,

per il settore gas ed elettrico, emesso dal

Ministero delle Attività Produttive di concerto

con il Ministero dell’Ambiente e tutela del

territorio, rubricato come “Nuova individua-

zione degli obiettivi quantitativi nazionali di

risparmio energetico e sviluppo delle fonti

rinnovabili”.

La Esco Energy lucana, che opera prevalente-

mente nel settore del risparmio e della riquali-

ficazione energetica relativa a impianti ed edi-

fici, nonché nel settore delle fonti energetiche

rinnovabili, ha una marcia in più grazie alla

squadra creata dal suo fondatore Giuseppe

Vetere, e al contenuto del pacchetto di pro-

spettive e di proposte.

ricerca e sviluppo - all’interno della soluzione

ci sono anche acqua e una soluzione salina”.

Il costo industriale del gel è di 2 euro per watt,

senza i costi di installazione. Per il momento

è pensato per riempire lo spazio tra i doppi

vetri delle fineste. Occupa tra i 4 e gli 8 milli-

metri. Essendo trasparente, la visibilità rimane

buona, anche se sconta un 20% di minore tra-

smittanza. “L’energia solare viene catturata e

assorbita da piccoli terminali elettrici installati

nelle finestre, per essere poi riversata in rete,

permettendo una produzione di 97 watt per

ogni metro quadro di superficie”.

Cariani ha aggiunto che il gel può essere inse-

rito su strutture già esistenti.

Un percorso in salitaLa novità che arriva dai laboratori di ricerca

lucani è certamente interessante, ma la strada

per l’industrializzazione appare in salita.

A giugno 2009, promette il presidente di

Esco Energy, Giuseppe Vetere, partirà la pro-

duzione nella fabbrica di Potenza. “Il nostro

obiettivo è arrivare ad una produzione di

50-60 Mw per anno”.

Le problematiche principali riguardano l’inte-

grazione su vetrate già esistenti che comporta

un aumento di peso della struttura e quindi

una serie di interventi sui serramenti, econo-

micamente non sono trascurabili.

C’è poi l’aspetto dell’efficienza. Per quanto

nelle situazioni ideali, e dunque in labora-

torio, si sia arrivati a quasi 100 watt per metro

quadrato, la situazione reale è ben diversa:

i raggi solari arrivano con un’inclinazione di

novanta gradi solo in alcuni momenti della

giornata, e soprattutto non in tutte le esposi-

zioni. L’aspetto dei costi, e quindi del ritorno

degli investimenti, per il momento invita

alla prudenza.

Il mercato del fotovoltaico in Italia sta vivendo

un vero e proprio boom: la potenza installata

con il nuovo Conto Energia, meccanismo di

incentivazione statale, ha già superato gli

82mila kw. In un contesto del genere il nuovo

gel può comunque trovare delle applicazione.

Appare verosimile pensare ad una soluzione

integrata del nuovo gel fotovoltaico con i

comuni pannelli mono o policristallini, che

“potrebbe portare a un’efficienza effettiva del

25%”. Non ci resta che attendere.

Il futuro? Risponde Vetere:“Sta nel coraggio e

sulla lungimiranza di investire pesantemente

sulla ricerca, della quale il gel è solo il primo

traguardo di un percorso di innovazione tec-

nologica che Esco Energy ha intrapreso e

intende cavalcare”.

[ Giuseppe Vetere,presidente di Esco Energy all’Italian Energy Summit per lanciare il gel fotovoltaico

[ Il gel fotovoltaico, nella sua applicazione sulle finestre

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94

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Un pacchetto legato ai sogni e ai bisogni dei

figli di una terra troppe volte raccontata (non

soltanto da Carlo Levi) come se fosse senza

futuro. Invece il futuro c’è, eccome, se si

hanno idee e coraggio (e Giuseppe Vetere ha

mostrato di averne), con l’obiettivo di aprire in

particolare ai giovani che si affacciano ai nuovi

mestieri del settore energia, stabilendo le linee

guida e mettendo a disposizione tutta l’espe-

rienza maturata in aziende di rilievo internazio-

nale, come l’Italgas e l’Eni.

La carta prepagataCome funziona?Il primo step è l’installazione su ogni utenza di un’apparecchiatura che misura continua-mente l’effettivo consumo di energia elet-trica. Si tratta di un sistema Stand-Alone, di grande precisione, in grado di scalare dalla Carta Prepagata l’importo dovuto a seconda della tariffa adottata. All’atto dell’installa-zione, infatti, Esco Energy offre all’utente la possibilità di scegliere il gestore di servizi energetici con le tariffe in quel momento migliori sul mercato (selezione che si può poi ripetere a ogni ricarica).Nello specifico, la Carta Prepagata è un Sistema di Pagamento con memoria chip emessa da Esco Energy a seguito del saldo di un credito prepagato. Inserita nell’ap-parecchio di pertinenza, la Carta permette la sua attivazione e, cioè, il conteggio del flusso di energia e dell’ importo dovuto, che viene quindi automaticamente scalato.A garanzia del corretto funzionamento, l’ap-parecchiatura permette l’erogazione della corrente solo con Carta Prepagata carica, ma soprattutto il credito viene scalato continua-tivamente e non a scatti di 1Kw. Inoltre, per evitare contestazioni da parte degli utenti, sul frontale dell’apparecchiatura è presente

un display che indica i KW consumati.

bando pubblico conclusasi con successo nella

vicina provincia di Salerno.

Esperienza, quest’ultima che è stata una sorta

di banco prova.

C’è un precedente, quindi?

“Si. Il test è stato effettuato attraverso il

bando realizzato in collaborazione con AGEAS

(Agenzia energetica locale) di Salerno, con

una proposta denominata 1.000 tetti fotovol-

taici, destinata alle famiglie che, come requi-

sito, dichiaravano di possedere un immobile

nel territorio della città campana.

In questa località il progetto si è esaurito

in pochissimi mesi e gli impianti sembrano

funzionare”.

Forte dell’esperienza salernitana, Esco Energy

vuole allargare gli spazi di intervento anche

in altre luoghi, realizzando i 100.000 Tetti

Fotovoltaici, sempre con lo stesso sistema

collaudato a Salerno, a titolo completamente

gratuito per i cittadini e con le stesse modalità

del precedente bando.

Allora si può produrre energia pulita a costo

zero? Risponde Vetere:

“100.000 Tetti Fotovoltaici non rappresentano

una follia: l’Ente pubblico deve individuare un

minimo di 1000 tetti per Comune (ma possono

associarsi anche più Comuni limitrofi che col-

laborano per questo intervento.

É il numero minimo richiesto anche ad altra

istituzione pubblica, da raggiungere con un

bando di concorso. Progettazione, realizza-

zione e manutenzione sono completamente a

carico di Esco Energy e, per abitazione, è pre-

visto un impianto fotovoltaico tra 3kWp“.

Com’è possibile?

“Per rientrare dagli investimenti sostenuti,

- chiarisce Vetere - Esco Energy richiede esclu-

sivamente di disporre della tariffa incentivante

riconosciuta dal nuovo decreto (DM 19 febbraio

2007) sul Conto Energia, ovvero il programma

nazionale di incentivazione per la produzione di

elettricità mediante impianti fotovoltaici perma-

nentemente connessi alla rete elettrica.

Secondo tale DM denominato “Conto Energia”

è previsto il riconoscimento, per un periodo di

20 anni, di una tariffa incentivante per ogni kWh

prodotto da sistemi fotovoltaici. Esco Energy

recupera quindi i costi derivanti dal Conto

Energia, lasciando invece all’utente la possibilità

di usufruire dell’energia prodotta. Al termine di

questi 20 anni, l’utente continuerà ad immettere

corrente nella rete e a prelevarla gratuitamente,

pagando eventualmente solo la parte di energia

utilizzata e non prodotta o può scegliere di ven-

dere al Gestore la parte non utilizzata”.

I vantaggi?

“Il privato cittadino risparmia sulla bolletta

senza affrontare l’investimento di un impianto

a energia sostenibile, né curarne i termini

burocratici o i problemi di manutenzione.

L’Amministrazione comunale o l’Ente pub-

blico che indice il bando avranno un notevole

ritorno d’immagine perchè rientrano nella

rosa dei Comuni virtuosi”.

Aggiunge Vetere:“L’Amministrazione comu-

nale potrà risparmiare anche sui costi

dell’energia elettrica dotando gli uffici pub-

blici di impianti fotovoltaici oppure mettendo

a disposizione di Esco Energy un’area inuti-

lizzata o degradata su cui realizzare un’isola

fotovoltaica, con il duplice obiettivo: produrre

energia elettrica pulita grazie a impianti con

impatto ambientale zero e recuperare aree

dismesse”.

L’obiettivo è di ridurre l’incidenza dei costi

della gestione energetica e di migliorare le

condizioni di compatibilità ambientale dell’uti-

lizzo dell’energia.

Il progetto appare vantaggioso per i cittadini

e per le Amministrazioni e gli Enti Pubblici che

lo adottano.

Nasce la prima rete in franchising di Esco Energy Il Punto Energia Esco Energy è il luogo dove la

cultura dell’energia è sempre accompagnata

da quella del servizio all’utente.

Esco Energy ha inaugurato il suo primo eser-

cizio a Potenza, al civico 138 di via Mazzini;

ma si tratta solo del primo esempio di un fran-

chising che vuole diventare un vero e proprio

punto di riferimento in fatto di risparmio ener-

getico e tutela dell’ambiente.

Al Punto Energia ogni cittadino trova personale

specializzato, in grado di rispondere a tutte le

sue domande e fornire soluzioni su misura per

ridurre gli sprechi energetici delle abitazioni,

abbattere i costi delle bollette e ottimizzare le

risorse per riscaldamento, luce ed energia.

Dalla consulenza ai sopralluoghi energetici,

dalla vendita di kit per il risparmio energetico

alla veicolazione di tutti i progetti e i servizi

Esco Energy, con un solo obiettivo: la nascita

di una cultura del risparmio, economico e

ambientale.

Esco Energy, con questo progetto tanto ambi-

zioso quanto socialmente utile, intende for-

nire al cittadino gli strumenti concreti per un

risparmio illuminato.

Quando il sole fa risparmiare “Centomila tetti fotovoltaici non sono pochi,

non sono tanti. E non è nemmeno impossibile

realizzare questo progetto”. É quanto sostiene

il presidente della Esco Energy, ing. Vetere-

che conferma:“Per il futuro, Esco Energy ha in

serbo soluzioni che rivoluzioneranno il modo

di concepire l’energia sostenibile e la sua

applicazione nella vita quotidiana”.

“La nostra organizzazione ha lanciato il pro-

getto ambizioso di realizzare i 100.000 Tetti

Fotovoltaici, installando impianti fotovoltaici

a titolo completamente gratuito per i cittadini,

applicando le stesse modalità di un precedente

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Page 98: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

96

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

1.000 TETTI FOTOVOLTAICI (SALERNO)

19-87-94

10 MILA TETTI FOTOVOLTAICI (TORINO)

18

100 MILA TETTI FOTOVOLTAICI (POTENZA)

94

8° ITALIAN ENERGY SUMMIT 2008

93

A.E.M. FONDAZIONE 11-14-104

A2A 11-106

ABBAZIA DI SAN GALGANO 62

ADICONSUM 16

AGENDA 21 13-20-80-87

AGENDE 21 LOCALI ITALIANE 20-21

AGENDE 21 LOCALI PER KYOTO

21

AGENZIA ENEREGETICA PROVINCIA DI PISA

69

AGENZIA ENERGETICA E AMBIENTALE DI SALERNO (AGEAS)

19-85-86-87

AGENZIA ENERGETICA PROVINCI DI SIENA (APEA)

69

AGENZIA ENERGIA E AMBIENTE TORINO (AEA)

18

AGENZIA LANE D'ITALIA 57

AGENZIA NAPOLETANA PER L'ENERGIA E L'AMBIENTE (ANEA)

18

AGENZIA PER IL RISPARMIO ENERGETICO DI ROMA (ROMAENERGIA)

18

AGENZIA PER L'ENERGIA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DI MODENA (AESS)

19

AGENZIA PER LO SVILUPPO REGIONALE DEL LAGO BALATON

21

ALFONSO D'ARAGONA 65

ALTA VAL DI SUSA 82

ALTA VAL DI CECINA 61

ALTENER EUROPEAN SOLAR BUILDING EXHIBITION

18

AKMEROV IGOR 73

AMBIENTE ITALIA 24-25-51

ANCI TOSCANA 42-47

ANTINUCCI MARCELLO 16-17

AP ENGINEERING 100

ARCADIA S.R.L. 57

ARCIPELAGO TOSCANO 40-72

AREA PROTETTA DELLA CALVANA

47

AREZZO, COMUNE DI 35-44-47

AREZZO, PROVINCIA DI 44-47

ARSIA TOSCANA 44-69

ASSOCANAPA 80-81

ASSOCIAZIONE ECO CITY ONLUS

6-10-11-12-28-58

ASSOCIAZIONE PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI ITALIANI (A.P.S.T.I.)

5-22-23

ASTI, COMUNE DI 20-100

AULLA, COMUNE DI 34

AVELAR ENERGY GROUP - RENOVA

72

D i pa k Pa n t - M a r c e l l o M a s i , A n g e l o Pa l a d i n o M a r c e l l o A n t i n u c c i - P i e r o S a r d o - C l a u d i o M a r t i n i - C a s a d e l l ’ e n e r g i a - E c o c i t y O n l u s - A u g u s t o R o l l a n d i n - E r i u c c i o N o r a - A l e s s a n d r o G i a r i - B e p p e R o v e r a - R o b e r t o P i p pa n - T g 2 - Pa o l o M a r c o n c i n i - A n n a R i ta B r a m e r i n i - C a r l i n P e t r i n i - M o n t e r o t o n d o M a r i t t i m o - C h a m o i s - S e s t r i e r e - E n e r g e t i c S o r g e - A 2 A - F e r d i n a n d o M a r t i n i - R e m o D u c ly - G i a n l u i g i S u r r a - P r a g e l a t o - M o n t e pa s c h i d i S i e n a - I c e t I n d u s t r i e - Fa b b r i c a d e l S o l e - A g e a s - C a r m a g n o l a - C o m u n e d i M a r z i o - L ’ i s o l a d i G o r g o n i a - S a n t ’ A g a ta d i P u g l i a - C o m u n e d i P o n t e d e r a - F r a n c e s c o D e L a r d e r e l - D a r i o C a r e l l a

Dipak Pant - Piero Sardo

- Marcello Masi - Angelo Paladino

- Sestriere - Marcello Antinucci - Claudio Martini

- Casa dell’energia AEM- Ecocity Onlus - Augusto Rollandin -

Alessandro Giari - Beppe Rovera - Roberto Pippan - Ageas - A2A

- Paolo Marconcini - Annarita Bramerini - Co.Svi.G. -

Carlin Petrini - Monterotondo Marittimo - Chamois

- Metan Alpi Sestriere- Remo Ducly - Energetic Source -

Isolver - Ferdinando Martini - Pragelato - Gianluigi Surra -

- Sant’Agata di Puglia - Eriuccio Nora - Montepaschi di Siena

- Icet Industrie - Agenda 21 - Fabbrica del Sole - Carmagnola -

Comune di Marzio - L’isola di Gorgona - Sant’Agata di Puglia -

Comune di Pontedera - Francesco De Larderel -Medic Air

Tg2 - ESCO Energy - Valle d’Aosta - Dario Carella

Regione Piemonte- Renael -Alighiero Irani

I nomi di questo numero

Page 99: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

97AZIENDA AGRICOLA SAN MARTINO

57

AZIENDA GENERALE ITALIANA PETROLI (A.G.I.P.)

38-67

BAGNI DEL RE PORSENNA 63

BALDINI ANDREA 35

BALLESTREROS PEDRO 86

BARDONECCHIA, COMUNE DI 82-83

BASILICATA, REGIONE 90-92

BELLOCCHI LISA 26-27

BERRUTO VINCENT 86

BIENTINA, COMUNE DI 37

BOLLINO CARLO ANDREA 86

BONARIO GIOVANNI 38

BORGHETTO DEI PESCATORI (OSTIA)

18

BORGHI SOSTENIBILI DEL PIEMONTE

100

BRAMERINI ANNARITA 53

BREDA, CITTA' DI 20

BRESSO MERCEDES 100

BRUNDTLAND GRO HARLEM 9

BUDRIO, COMUNE DI 19

BUSSOLA PER LA COMUNITA' ECO-TECH

6

BUTTIGLIONE ANGELA 27

C.C.I.A.A. DI SALERNO 19

C.I.T.I.S. 69

C.N.A. PISA 37

C.N.R. ISTITUTO PER LE GEOSCIENZE

70

C.N.R. ITAE (DIPARTIMENTO ENERGIA E TRASPORTI)

5-69

CALABRIA, REGIONE 33

CALCINAIA, COMUNE DI 13-37-38

CALENZANO, COMUNE DI 34

CAMPAINI TURIDDO 87

CAMPANIA, REGIONE 12

CAMPI BISENZIO, COMUNE DI 47

CAMPORGIANO, COMUNE DI 44

CAMPUS 102

CAPANNORI, COMUNE DI 34

CARAMAGNA PIEMONTESE, COMUNE DI

13-80

CARELLA DARIO 24-27

CARIANI ALESSANDRO 93

CARIGNANO, COMUNE DI 13-80

CARITAS DI LUCCA 69

CARMAGNOLA, COMUNE DI 13-80-81

CARTA PREPAGATA RICARICABILE

92

CASA DELL'ENERGIA 11-14-104-105

CASA MUSEO BICOCCHI (POMARANCE)

66

CASA SPA FIRENZE 34

CASCINA, COMUNE DI 46

CASOLE D'ELSA, COMUNE DI

44-47-58-61

CASSA DI RISPARMIO DI VOLTERRA

55

CASTELFRANCO DI SOTTO, COMUNE DI

34

CASTELNUOVO VAL DI CECINA, COMUNE DI

44-52-53-54-64-75

CAVALLERLEONE, COMUNE DI 13-80

CECCARELLI PIERO 54

CECCARELLI VINCENZO 35

CECCHINI EMILIANO 35

CENTRALE ENEL DI SERRE-PERSANO

88

CENTRO CICOGNE LIPU 81

CENTRO DI ECCELLENZA DELLA GEOTERMIA DI LARDERELLO (CEGL)

13-53-68-70

CENTRO DI TRASFERIMENTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI DI MONTEROTONDO M.MO (CITT)

13-40-53-64-68-89

CENTRO STUDI SINTESI DI VENEZIA

33

CERCIGNANI NICCOLO' 66

CERFITT, LABORATORI 38

CERRATO CARLO 25

CESANA TORINESE, COMUNE DI

82

CETICA, COMUNE DI 44

CHAMOIS, COMUNE DI 10-13-78-79

CHIACCHELLA SERGIO 51-52-53-69-70

CHIANCIANO, COMUNE DI 47

CHIANNI, COMUNE DI 45-47

CHIOMONTE, COMUNE DI 82

CHIUSDINO, COMUNE DI 52-62-63

CIOMPI MASSIMILIANO 53

CITTA' NEL BOSCO DI MIRANDOLA

14

CLAVIERE, COMUNE DI 82

CLINI CORRADO 86

COLLESALVETTI, COMUNE DI 38-47

COLLINE METALLIFERE 61-63-64

COMMISSIONE EUROPEA 10-12-14-16-19-27

COMMISSIONE MEDITERRANEA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

20

COMUNITA' MONDIALE DEL CIBO AD ENERGIA PULITA

28-51-59

CONFINDUSTRIA 25-93

CONFINDUSTRIA SALERNO 87

CONSIGLIO D'EUROPA 30-34

CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA

45

CONSIP SPA 39-42-43

CONSORZIO DI SVILUPPO VALDERA

13-36-38

CONSORZIO NEW ENERGY 45

CONSORZIO PER LO SVILUPPO DELLE AREE GEOTERMICHE (CO.SVI.G. SRL)

33-50-51-52-54-69-73-71

CONSORZIO PONT-TECH 38

CONSTRUCTION DAY 102

CONTI FULVIO 44

COORDINAMENTO NAZIONALE A21

20-21

CRAILSHEIM, CITTA' DI 20

CRISTIANO VITO NICOLA 91

CUNEO, PROVINCIA DI 80

DE LARDEREL FRANCOIS JACQUES

66-70

DELLA SETA DANIEL 26

DISPUTACIO' DE BARCELONA 21

DISTRETTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI DELLA TOSCANA

11-13-28-31-50-52-56-58-61-68-69

DISTRETTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI DI POLVERARA

13

DISTRETTO DELL'ENERGIA SOSTENIBILE APPENNINO BOLOGNESE (DESAB)

14

DISTRETTO DELL'IDROGENO DI PONTEDERA

13-31-36-37

DISTRETTO ENERGETICO DEL PARCO DEL CILENTO

11-14

DISTRETTO ENERGETICO DEL TRENTINO

11-13

DISTRETTO ENERGETICO DELLE MONTAGNE OLIMPICHE

14

DOBRICH, CITTA' DI 20

DOCUP OBIETTIVO 2 REGIONE TOSCANA 2000-2006

38

DOVERI MARCO 37

DUCLY REMO 79

EAT PARADE 24-28

ECOFYS 20

EDI PROGETTI 37

EDIPRESS COMMUNICATIONS 4-5

EMILIA ROMAGNA, REGIONE 33

ENEL CENTRO RICERCA DI PISA

31

ENEL SPA 31-35-44-51-52-53-64-66

ENERGETIC SOURCE 73-82

ENERGIA INTELLIGENTE PER L'EUROPA (EIE)

16

ENERGY MADE IN TUSCANY 31-33

ENERGY SAVING TODAY 100

ENI - DIVISIONE REFINING & MARKETING

38

E.R.T. ENERGIE RINNOVABILI TOSCANA SRL

72

ESCO ENERGY SRL 92-93-94

ETRURIA INNOVAZIONE 69

EUROPEAN GREEN CITIES 21

EXXSON MOBIL 87

FABBRICA DEL SOLE 13-35

FANFANI GIUSEPPE 35

FERRARI SPA 19

FIDI TOSCANA 37

FIESOLE, COMUNE DI 47

FIGLINE VALDARNO, COMUNE DI

34

FIRENZE, COMUNE DI 34-47

FIRENZE, PROVINCIA DI 44-47

Page 100: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

98

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

FIVIZZANO, COMUNE DI 44

FLORAMIATA SPA 57

FOGGIA, COMUNE DI 20

FOGGIA, PROVINCIA DI 90

FORMIGINE, COMUNE DI 19

FORUM ITALIANO DELL'IDROGENO

37

GAL ETRURIA 69

GALLOZZI AGOSTINO 87

GAVORRANO, COMUNE DI 34

GBC ITALIA 102

GEL FOTOVOLTAICO 92

GENOVA, PROVINCIA DI 21

GEOVEST SRL 19

GERARDI VITO 92

GESPI.COM SRL 72

GESTORE SERVIZI ELETTRICI (G.S.E. SPA)

7-16-86-87

GIACOMINI STEFANIA 26

GIARI ALESSANDRO 22 - 46

GINORI CONTI PRINCIPE PIERO

66

GIORGI MARCO 73

GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2008

87

GIRANDO FELICE 80

GORGONA, ISOLA DI 14-40

GRECCIANO, LOCALITA' COMUNE DI COLLESALVETTI

38

GROSSETO, PROVINCIA DI 44-47

GUPPY ITALIA SRL 57

H2 FILIERA IDROGENO, PROGETTO

35-36

HYDROLAB, LABORATORIO (AREZZO)

35

I.C.E.T. INDUSTRIE spa 17-21-45

IDROGENO PER AREZZO, PROGETTO

35

IDROGENODOTTO DI AREZZO 13-31-35-47

IL SOLE 24 ORE 25-26-33-93

INCONTRA ENERGIA, PROGETTO

19

INNOVATIVE THINKING, PROGETTO

14

IRANI ALIGHIERO 17-45

ISOLVER SPA 43-57-75

ITALIA AGRICOLTURA 24-26-27

KUBEN (DENMARK) 21

KYOTO, PROTOCOLLO 2-6-11-21-30-33-45-51-77

LA BORACIFERA SRL 57

LANDRATSAMT NEUBURG-SCHROBENHAUSE

21

LANIFICIO DI PIACENZA 57

LARDERELLO, LOCALITA' COMUNE DI POMARANCE

13-44-66-67-68-70

LARI, COMUNE DI 13-38

LAZIO, REGIONE 18

LEITNER TECHNOLOGIES 72

LE STRILLAIE, LOCALITA' COMUNE DI GROSSETO

47

LIGURIA, REGIONE 33-67

L'ITALIA CHE VA 26

LIVORNO, COMUNE DI 34

LIVORNO, PROVINCIA DI 44-47

LOMBARDIA, REGIONE 12

LOMBRIASCO, COMUNE DI 13-80

LONDA, COMUNE DI 47

LONGO BIAGIO 11

LORO CIUFFENNA, COMUNE DI

44

LUCCA, COMUNE DI 34

LUCCA, PROVINCIA DI 44

M.P.S. CAPITAL SERVICES BANCA PER LE IMPRESE

76-103

MACCHIALTA, LOCALITA' COMUNE DI CAMPIGLIA MARITTIMA

47

MARANELLO, COMUNE DI 19

MARCA DELLE DUE PROVINCE 13-80-81

MARCONCINI PAOLO 36

MARIN WALTER 82

MARINA DI CARRARA, COMUNE DI

47

MARTINI CLAUDIO 30-31-33

MARTINI FERDINANDO 76

MARZIO, COMUNE DI 14

MASI MARCELLO Tg2 24-28

MASSA-CARRARA, PROVINCIA DI

47

MAZZERBO CARLO 40-41

MEDICAIR ITALIA SRL 101

MERLO GIAN BATTISTA 87

METAN ALPI 84

METAN ALPI SESTRIERE 82

METAN ALPI VAL CHISONE 82

METRO CASH&CARRY 100

MICHELUCCI GIOVANNI 70

MILANO EXPO 2015 11

MILANO, PROVINCIA DI 19

MINIERA DI CAMPIANO 63

MINISTERO DEI TRASPORTI 45

MINISTERO DELL'AMBIENTE 86-93

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

42

MINISTERO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE

93

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

44

MINISTERO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA

36

MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

41

MIRANDOLA, COMUNE DI 14

MITSUBISHI ELECTRIC 41

MODENA, PROVINCIA DI 19-21

MOLISE, REGIONE 33

MONTE GINEZZO LOCALITA', COMUNE DI CORTONA

47

MONTECATINI SPA 67

MONTECATINI VAL DI CECINA, COMUNE DI

67

MONTEDISON SPA 67

MONTEMIGNAIO, COMUNE DI 45

MONTEMURLO, COMUNE DI 34

MONTEROTONDO M.MO, COMUNE DI

13-44-57-63-64

MONTESPERTOLI, COMUNE DI 47

MONTEVERDI MARITTIMO, COMUNE DI

47-64

MONTICIANO, COMUNE DI 44

MONTIERI, COMUNE DI 63

MONTOPOLI VALDARNO, COMUNE DI

34

MUSEC, PROGETTO 20

MUSEO DELLA GEOTERMIA DI LARDERELLO

67

MUSEO DELL'ENERGIA DEL TERRITORIO DI RADICONDOLI

62

MUSEO DI CASA BICOCCHI 66

MUSEO MINIERA DI CAMPORCIANO

67

MUTUO A PROFITTO 19

NAMPBUBRIPAD GOURI 51

NAPOLETANAGAS SPA 18

NAPOLI, COMUNE DI 18

NAPOLITANO GIORGIO 87

NAVACCHIO, LOCALITA' COMUNE DI CASCINA

46

NEFTIH2, PROGETTO 69

NEUBURG AN DER DONAU, CITTA' DI

21

NICOLETTI ANGELO 86

NEIVE, COMUNE DI 100

NORA ERIUCCIO 20

O.N.U. 9-50

OASI DEL PO' MORTO DI CARIGNANO

81

OLIMPIADI DELLA NEVE TORINO 2006

14-82

ORLANDINI ROBERTO 53

ORTIS ALESSANDRO 87

OSSERVATORE ROMANO 102

OSSERVATORIO EUROPEO DEL PAESAGGIO

87

OSSERVATORIO SULLE COMUNITA' ECOSOSTENIBILI (OCES)

11-58

PADOVA, COMUNE DI 21

PAGANETTO LUIGI 87

PALADINO ANGELO 16-85-86

PANT DIPAK 2-6-7-9-11

PARCO ARCHOMINERARIO DI MONTEROTONDO M.MO

64

PARCO DEL PO' 81

PARCO DELLE BIANCANE 65

PARCO DI RACCONIGI 81

PARCO EOLICO "LA MINIERA" 53

PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E DEL VALLO DI DIANO

11-14-19-87

PARCO NAZIONALE DELL'ARCIPELAGO TOSCANO

14-40-41

PARMA, PROVINCIA DI 21

Page 101: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

99PARVUS FLOS COOPERATIVA SOCIALE A.R.L.

57

PECCIOLI, COMUNE DI 47

PESCIA, COMUNE DI 47

PETRINI CARLIN 59-89

PIAGGIO & C. SPA 36-37

PIANO D'AZIONE MEDITERRANEO

20

PIANO DI INDIRIZZO ENERGETICO REGIONALE (PIER) DELLA TOSCANA

45-53

PIEBALGS ANDRIS 86

PIEMONTE, REGIONE 12-80-83-100-102

PIERRI PAOLO 89

PIOBESI TORINESE, COMUNE DI

13-80

PIOMBINO, COMUNE DI 47

PIPPAN ROBERTO 26

PISA, COMUNE DI 37-46-47-50

PISA, PROVINCIA DI 37-44-46-47-50-56

POGGIBONSI, COMUNE DI 45

POLI DAVIDE 42

POLITECNICO DI MILANO 77

POLO SANT'ANNA VALDERA 37

POLO TECNOLOGICO DI NAVACCHIO

46-47

POMARANCE, COMUNE DI 44-57-66

POMINO, LOCALITA' COMUNE DI RUFINA

44

PONSACCO, COMUNE DI 13-38

PONTEDERA, COMUNE DI 13-31-34-36-37-38-45-47

POPPI, COMUNE DI 47

POTENZA, COMUNE DI 92-93

POZZANA GIUSEPPE 37

PRAGELATO, COMUNE DI 82

PRALI, COMUNE DI 82

PRATO, COMUNE DI 34

PRATO, PROVINCIA DI 47

PREMIO AWARD ENERGY 19

PREMIO CONDOMINI SOLARI 18

PREMIO ENERGIA 2008 19

PREMIO TOSCANA ECO EFFICIENTE

77

PUGLIA, REGIONE 12-33-73-100

QUOTIDIANO ENERGIA 26

R.A.I. RADIOTELEVISIONE ITALIANA

27-28-41

R.A.I. SEDE DI BRUXELLES 24-27

RACCONIGI, COMUNE DI 13-80

RADICONDOLI, COMUNE DI 44-58-61

RADIO HABITAT 26

RAVELLO, COMUNE DI 85-86

RAVENNA, COMUNE DI 20

REGIONEUROPA 27

RES PUBLICA PROJECT 20-21

RETE DI SPORTELLI PER L'ENERGIA E L'AMBIENTE DI MILANO (INFOENERGIA)

19

RETE NAZIONALE AGENZIE ENERGETICHE LOCALI (RENAEL)

12-14-16-17-18-19-87

RINCINE, LOCALITA' COMUNE DI RUFINA

44

RIVOIRA SPA 69

ROCCASTRADA, COMUNE DI 47

ROLLANDIN AUGUSTO 78-79

ROMAGNUOLO DOMENICO 88

ROVERA BEPPE 25

S.E.C. (SUTAINABLE ENERGY COMMUNITY)

20

S.E.C.A. (SEC ADVISORY GROUPS)

21

SALA CONSILINA, COMUNE DI 87

SALERNO, PROVINCIA DI 17-19-85-86

SALONE DEL GUSTO DI TORINO

59

SAMMOMME', LOCALITA' COMUNE DI PISTOIA

47

SAN GIMIGNANO, COMUNE DI 61-62

SAN GIOVANNI VALDARNO, COMUNE DI

34

SAN LORENZO IN PADULA, COMUNE DI

87

SAN MARCELLO PISTOIESE, COMUNE DI

44

SAN ZENO LOCALITA', COMUNE DI AREZZO

35-47

SANTA FIORA, COMUNE DI 54-57

SANT'AGATA DI PUGLIA, COMUNE DI

90-91

SANTANERA MIA 25

SARDO PIERO 59

SASSO PISANO 65

SAUZE D'OULX, COMUNE DI 82

SCAJOLA CLAUDIO 86-100

SCANSANO, COMUNE DI 45-47

SCUOLA SUPERIORE SANT'ANNA

37-69

SECCHIONI FEDERICO 87

SESTO FIORENTINO, COMUNE DI

34

SESTRIERE, COMUNE DI 82

SETTIMANA DELL'ENERGIA SOSTENIBILE 2009 EUSEW WEEK

85-86

SEVA GUALTIERO 41

SI' VIAGGIARE 28

SIENA, COMUNE DI 34

SIENA, PROVINCIA DI 44-45-47-50-56

SILVESTRI ANTONIO 27

SLOW FOOD COLLI SENESI, CONDOTTA

59

SLOW FOOD FONDAZIONE PER LA BIODIVERSITA'

59

SLOW FOOD MONTEREGIO, CONDOTTA

59

SLOW FOOD SAN GIMIGNANO, CONDOTTA

59

SLOW FOOD TOSCANA 59

SLOW FOOD VOLTERRA-ALTA VAL DI CECINA, CONDOTTA

59

SOCIETA' CHIMICA LARDERELLO (S.C.L.)

57

SOCIETA' CONSORTILE ENERGIA TOSCANA (CET)

39-42-43

SOCIETA' PONT-TECH 37

SOCIETA' SAT (AEROPORTI TOSCANI)

37

SOCIETA' SOLITES 20

SOLAR ENERGY 41

SOLEMME SRL 57

STAFFETTA PETROLIFERA 26

STAZIONE MULTIENERGY 38

SURRA GIANLUIGI 80

TAVARNELLE VAL DI PESA, COMUNE DI

44

TERRA MADRE TOSCANA 51-59

TESTA CHICCO 87

TORINO, PROVINCIA DI 80-87

TOSCANA ENERGIE RINNOVABILI (TER)

45

TOSCANA, REGIONE 2-30-31-33-68-69

TRENTINO ALTO ADIGE, REGIONE

12

UNCEM TOSCANA 42

UNESCO 9-14-86

UNIONE EUROPEA 2-10-14-16-26-27-33-35-36-79-86-89-100

UNIONE INDUSTRIALE PISANA

37

UNITED NATIONS ENVIRON-MENT PROGRAMME (UNEP)

20-76

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA

36-37-42-46-70

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SIENA

53-69

VAL CHISONE 82

VAL DI SUSA 82

VAL GERMANASCA 82

VALBY, CITTA' DI 21

VALLE D'AOSTA, REGIONE 10-12-15-79

VALLE DEL DIAVOLO 65-66

VATICANO, CITTA' DEL 102

VECKSELBERG VIKTOR 73

VENDOLA NICHI 100

VENETO, REGIONE 12

VESPA 36-37

VETERE GIUSEPPE 92

VILLAFRANCA, COMUNE DI 34

VILLANI ANGELO 87

VILLARINI MAURO 102

VILLASTELLONE, COMUNE DI 13-80

VITALE EMILIO 37

WORLD COMMISSION ON ENVIRONMENT AND DEVE-LOPMENT (WCED)

9

WORLD ENERGY COMMIS-SION (WEC)

87

Page 102: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

100

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Piemonte e Pugliasi accordano sulle energie rinnovabili I presidenti delle due regioni, Mercedes Bresso

e Nichi Vendola, hanno siglato un protocollo

d’intesa, della durata di cinque anni, basato

sulla piena condivisione degli obiettivi fissati

dall’Unione Europea che prevedono il 20% di

produzione di energia da fonti rinnovabili, una

riduzione del 20% di emissione di gas serra,

un aumento del 20% di risparmio energetico

e un aumento del 10% di biocarburanti rica-

vati non da fonti alimentari, ma da cellulosa e

residui legnosi.

L’accordo prevede lo sviluppo di progetti inter-

regionali, attraverso investenti in ricerca, atti-

vità produttive e formazione, incentivando lo

scambio di buone pratiche tra regioni.

Il Piemonte e la Puglia sono tra le regioni

europee che hanno i più consistenti programmi

di investimento in materia di energie rinnova-

bili e sono i maggiori produttori in Italia rispet-

tivamente di energia idroelettrica (3800 mega-

watt) ed eolica (a fine anno si raggiungeranno

i 1000 megawatt). Grazie a questo accordo

sarà possibile condividere risorse nella ricerca

di punta e avviare un programma comune di

controllo sugli obiettivi, nell’ottica di definire

un piano multiregionale di investimenti che

sarà presentato al Governo.

La Metro Cash&Carry sceglie il solareIl Ministro per lo Sviluppo Economico on.

Claudio Scajola ha inaugurato il primo sistema

di climatizzazione con pannelli solari installato

in un magazzino della Metro Cash & Carry.

L’energia solare viene utilizzata per ridurre

la temperatura all’interno del magazzino in

estate e per riscaldarne gli ambienti in inverno.

Collocato su una superficie totale di 10.000

mq - pressappoco l’estensione di un campo da

calcio - il più grande sistema di pannelli solari

in Italia sostituisce sia l’energia elettrica sia il

gas naturale. In questo modo si riduce il con-

sumo dei combustibili fossili, risparmiando

200 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno.

Quantitativo che corrisponderebbe all’ani-

dride carbonica emessa da un’automobile che

abbia percorso 1,3 milioni di km, in altre parole

più di trenta volte la circonferenza della Terra.

L’azienda che ha già messo in atto numerose

innovazioni per ridurre il consumo di energia e

le emissioni di CO2, è impegnata nel progetto

“Energy Saving Today”. Lo scopo è l’ottimiz-

zazione delle performance tecnologiche dei

novare la tipologia di offerta turistica in una

chiave di sostenibilità ambientale ha trovato

nell’Environment Park quel tessuto di cono-

scenze e tecnologie indispensabile per por-

tare a termine un’operazione di rilancio del

territorio nel suo complesso già avviata da

tempo.

Da qui è nata anche l’idea di supportare l’inizia-

tiva con un idoneo portale dedicato proprio ai

Borghi sostenibili.

All’interno di questo portale, quindi, si potranno

trovare, oltre al ricco corredo di informazioni e

link alle attrazioni turistiche, tutte le informa-

zioni sulle buone pratiche ambientali che ven-

gono attuate sul territorio.

Dagli impianti di produzione di energia da

fonti rinnovabili ai progetti di riqualificazione

ambientale e del paesaggio, dalle strutture in

bioedilizia al decalogo del turista sostenibile.

I comuni a cui sono indirizzate le attività sono

distribuiti su sei province piemontesi.

Nel Cuneese ci sono Neive (CN), Cortemilia,

Bergolo, Levice, Saluzzo.

In provincia di Asti, Mombaldone, Orta San

Giulio nel Novarese, Ricetto di Candelo in pro-

vincia di Biella, Vogogna nel Verbano-Cusio-

Ossola e Volpedo nell’Alessandrino.

www.borghisostenibili.it

supermercati Metro Cash & Carry. e ridurre

così il consumo di energia. Un primo passo

in tale direzione consisterà nell’ammoderna-

mento tecnologico di trenta magazzini entro la

fine del 2008.

L’impianto - in gran parte di tecnologia ita-

liana - è stato progettato dalla AP Engineering,

i pannelli solari sono stati forniti da Riello, lo

scambiatore di calore della potenza di 700

kw è della Carrier mentre EVAPCO ha fornito

le torri di raffreddamento. Gli impianti e la

messa in opera sono stati realizzati dalle ditte

Fintecno, Vercos, Tekind e CDZ-T.

Borghi sostenibiliIl progetto Borghi Sostenibili del Piemonte

nasce per volontà della Regione Piemonte

dall’incontro tra una rete di 10 comuni, appar-

tenenti alle associazioni “Borghi autentici

d’Italia” e “I Borghi più belli d’Italia”, con l’En-

vironment Park, il parco scientifico tecnologico

per l’ambiente di Torino.

L’esigenza di alcune comunità locali di rin-

PERISCOPIO

[ In alto: vista panoramica del Comune di Neive (Cn).In basso: impianto fotovoltaico sul tetto di un magazzino della Metro Cash & Carry.

Page 103: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

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Page 104: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

102

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

Construction Day a VeronafiereEdilizia, certificazione, sostenibilità è il tema

affrontato a Veronafiere, nei giorni scorsi, nel

corso del Construction Day, appuntamento

dedicato al mondo delle costruzioni, della

progettazione e delle committenze pubbliche

e private.

Protagonista della manifestazione il GBC Italia,

l’associazione non-profit per l’edilizia sosteni-

bile promossa dalla società consortile Distretto

Tecnologico Trentino, che oggi conta più di 100

soci. Nel corso della rassegna è stato presen-

tato il rapporto “Il mercato delle costruzioni

2008-2013”.

La certificazione degli edifici è diventata fat-

tore sempre più rilevante per la competitività

nel mercato immobiliare e il GBC Italia, recen-

temente entrato a far parte del comitato mon-

diale per l’edilizia sostenibile World GBC, pro-

muove, in ambito nazionale, la certificazione di

qualità degli edifici come elemento strategico

del mercato del futuro.

In Vaticano debutta il solareÉ quasi pronto il primo impianto a energia

solare del Vaticano. “L’obiettivo è di concludere

e di far entrare in funzione il tutto entro e non

oltre la fine dell’anno”, spiega all’‘Osservatore

Romano’ l’ingegner Mauro Villarini, responsa-

bile dei progetti sulle fonti di energia rinnova-

bile nello Stato della Città del Vaticano.

L’installazione è realizzata sulla copertura

dell’Aula Paolo VI (Aula Nervi) che, per la sua

moderna struttura, si presta bene allo scopo.

“Si tratta dell’installazione di un impianto foto-

voltaico - spiega Villarini - in un certo senso,

l’architetto Nervi fece quasi una progettazione

premonitrice, utilizzando tegole frangisole costi-

tuite da una metà rivolta perfettamente a sud e

da una metà a nord. In pratica, noi non andiamo

a fare altro che sostituire le tegole rivolte a sud

con dei pannelli fotovoltaici. I pannelli a nord

saranno sostituiti con materiale altamente tec-

nologico, la cui peculiarità è di riflettere una

parte della radiazione solare, aumentando così

la produttività dell’impianto”.

Complessivamente la potenza media dei quasi

2.400 moduli fotovoltaici sarà di circa 220 kilo-

wattora. Essa servirà l’Aula Paolo VI, pur non

coprendone l’intero fabbisogno. Ci saranno

momenti, però, nei quali l’Aula non assor-

birà tutta l’energia prodotta e allora si potrà

immettere l’energia eccedente nella rete dello

Stato della Città del Vaticano. “Per farci un’idea

dell’entità della produzione, con quello che pro-

durremo dall’impianto, andremo a soddisfare i

A Marzo, Lingotto Fiere ospita Campus, la prima rassegna sull’agricoltura del futuro

consumi annui equivalenti a quelli di un centi-

naio di famiglie”, spiega Villarini. In Vaticano ci

sono anche altri progetti in corso. Tra gli altri, la

copertura della mensa di servizio in Vaticano.

Un impianto solare, questa volta non più per la

produzione di energia elettrica, ma per la pro-

duzione di calore, sotto forma di acqua calda.

L’impianto potrà entrare in funzione entro

l’anno.

“La nostra sfida - conclude l’ingegner Villarini -

è che lo Stato della Città del Vaticano raggiunga

gli obiettivi europei prima dell’Europa. Il tra-

guardo ben noto, infatti, è che al 2020 gli Stati

europei abbiano almeno il 20% di contributo

energetico da fonti rinnovabili. Con questi primi

impianti realizzati in Vaticano, ci attesteremo a

qualche punto percentuale”.

Da annotare in Agenda

26/29 marzo 2009

Una fiera nuova di zecca si appresta ad

aprire i battenti nel marzo 2009. É Campus,

la nuova rassegna dedicata all’agricoltura

sostenibile in programma a Lingotto Fiere

di Torino dal 26 al 29 marzo 2009. La mani-

festazione, nata da una collaborazione tra

l’Assessorato all’Agricoltura della regione

Piemonte e Promotor International (Lingotto

Fiere), vuole rappresentare un evento dove

gli espositori hanno l’opportunità di mostrare

e condividere le loro soluzioni innovative

per il futuro dell’agricoltura, dov’è possi-

bile incontrare e verificare le applicazioni di

tali innovazioni, tecnologie organizzative,

gestionali, attraverso la presenza in fiera di

aziende agricole che le hanno già adottate

con successo.

A chi espone a Campus viene offerta la pos-

sibilità di presentare in modo interattivo ed

efficace le proprie proposte per l’agricoltura

del futuro.

Campus è dedicato a tutti gli operatori

della filiera, per far crescere conoscenze e

relazioni per le loro attività. In particolare

saranno affrontate le tematiche dell’agricol-

tura sostenibile, dei consumi energetici e

dello spreco delle risorse idriche. La manife-

stazione fieristica intende presentare solu-

zioni che siano di utilità e di interesse per

l’agricoltura, proponendo progetti realizzati,

risultati conseguiti, investimenti e sviluppi

futuri, presentando piccoli impianti per la

valorizzazione energetica di bio-masse resi-

duali da lavorazioni agricole, applicazione di

bio e nano tecnologie e così via.

Tutto questo rappresenta una novità di forte

impatto nel panorama fieristico nazionale,

capace di catturare l’interesse di visitatori

ed espositori.

Page 105: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

103

A Marzo, Lingotto Fiere ospita Campus, la prima rassegna sull’agricoltura del futuro

26/29 marzo 2009

Page 106: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008

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In tempi di vacche magre la fantasia aiuta i Comuni “virtuosi”.

Il tema può offrire un nuovo affresco dell’Italia che progetta e pro-

duce energia pulita, attraverso un viaggio tra i Comuni che hanno

favorito la costruzione di nuovi impianti utilizzando fonti alternative.

Queste risorse rappresentano il futuro per lo sviluppo di nuove tecnologie

compatibili con l’ambiente ma, per tanti sindaci, possono anche signifi-

care una significativa voce di entrata per gli asfittici bilanci comunali.

Le risorse derivanti dalle royalties e dai certificati verdi rappresentano,

in effetti, un grande vantaggio per le Amministrazioni comunali che pos-

sono coniugare in modo inedito e concreto i benefici ambientali, l’effi-

cienza e il risparmio energetico, con la capacità di recuperare ulteriori

fondi, da destinare, ogni anno, alle magre casse comunali.

Risorse da utilizzare per svariati usi e ad esclusivo vantaggio del terri-

torio e della popolazione.

Come ha potuto dimostrare il sindaco di Sant’Antagata di Puglia (la

storia la raccontiamo a pag. 90), che ha destinato la quota ricavata dalle

royalties ottenute per l’insediamento di un impianto eolico per favorire

l’incremento delle nascite nel suo paese e aiutare le famiglie in difficoltà

con i mutui della casa, trasformando il paese in una vera e propria comu-

nità della solidarietà sostenibile.

É questa un’occasione per discutere degli strumenti che sostengono le

esigenze locali e i servizi.

Ma che rappresentano un’opportunità per creare coesione, caratteriz-

zando il ruolo degli enti locali nella produzione di benessere economico

e sociale.

In particolare queste esigenze sono più rilevanti nei Comuni con meno

di 5.000 abitanti.

Le aziende che propongono nuovi impianti energetici (comunque

nel rispetto dell’ambiente) ai sindaci, devono tener conto del cosid-

detto progetto “local content”, ovvero lo sviluppo di competenze e

conoscenze locali, che permettano di trasferire le conoscenze e gli

Royalties e certificati verdi al servizio delle esigenze locali

I contributi per gli insediamenti di nuovi impianti rappresentano un’ interessante voce di entrata per gli asfittici bilanci comunali. Ma come vengono spesi?

obiettivi dell’impresa che si vuole insediare, in sintonia con le attese

della popolazione.

Non bastano solo le royalties per innescare lo sviluppo e alleviare i disagi

sul territorio, ma come già insegnò, negli anni cinquanta, Enrico Mattei,

occorre ragionare in termini di dialogo con le amministrazioni locali.

Oggi, come riporta un recente studio di Nomisma energia, il sistema dei

certificati verdi, ovvero il sistema statale che incentiva la produzione di

energia pulita, rende l’investimento positivo sia per le aziende, sia per le

amministrazioni comunali.

I produttori da fonte rinnovabile vendono, infatti, l’energia a un prezzo

medio mensile che si aggira sui 6 centesimi di euro a kilowattora, ed in

più incassano 12,5 centesimi per kilowattora dai certificati verdi.

Insomma, per ogni 100 euro incassati, 66 provengono dai contributi

pubblici.

I certificati verdi sono indispensabili, perché altrimenti il costo di gene-

razione dell’energia rinnovabile sarebbe più alto di quello dell’energia

ottenuta da fonti tradizionali. Ma gli incentivi vengono erogati solo per i

primi 8 anni (ora saliranno a 12, ndr) e quindi il loro effetto va spalmato

sull’intero arco di vita dell’impianto.

In questo quadro si inserisce la questione delle royalties, ovvero la per-

centuale che le aziende produttrici corrispondono ai Comuni a titolo di

“risarcimento ambientale” per la presenza degli impianti energetici.

Quella delle royalties è una prassi ormai consolidata, un modo per

migliorare l’accoglienza dell’investimento: 100mila euro l’anno per un

piccolo centro possono essere una grande risorsa.

Oggi le royalties nette si aggirano sull’1,3-1,4% del fatturato, con una

tendenza in salita fino al 2% che porterà, nei prossimi 4 anni, a una

media dell’1,7-1,8%.

Ad Energeo Magazine interessa conoscere come vengono spesi questi

soldi, arrivati, a volte, come manna dal cielo, per poter raccontare come

vengono utilizzati per lo sviluppo locale e la solidarietà.

In particolare ci piacerebbe sapere dove arriva la fantasia dei sindaci

virtuosi che cercano di non far gravare sulle fasce più deboli certi costi,

fornendo assistenza, servizi nuovi e inconsueti, evitando inutili sprechi

in feste di piazza e per l’organizzazione di discutibili notti bianche.

Invitiamo i sindaci a scriverci ([email protected]) per

farci conoscere le storie più belle e inconsuete che saranno segna-

late e premiate, in un momento ufficiale di confronto e di dialogo,

organizzato nella Casa dell’Energia di Milano, con il patrocinio della

Fondazione AEM.

Il municipio di Monterotondo Marittimo rappresenta il luogo-simbolo di FILO DIRETTO con i Comuni, lo spazio che Energeo Magazine, la Casa dell’Energia e la Fondazione AEM di Milano dedicano alla Solidarietà sostenibile e a tutte le valide iniziative avviate sul territorio dagli Enti Locali.Il piccolo Comune dell’area geotermica (Cover Story), che ha dedicato un viale agli Obiettivi di Kyoto 20 20 20, è stato individuato come crocevia delle iniziative per la promozione delle energie rinnovabili in Italia

FILO DIRETTO

[

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Page 108: Energeo n. 001 ( Novembre 2008 )

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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008