R. W. Emerson - Cerchi

22
CERCHI* La Natura ha il suo centro nelle sfere, e i suoi splendidi effimeri veloci sulla superficie e al suo esterno ;t',:':il:Ti#i":li*ik." Locchio è il primo cerchio, l'orizzonte che forma è il secondo: in ogni parte della Natura, questa figura primaria è ripetuta all'infinito. È l'emblema più alto in quella cifra che è il mondo. Sant'Agostino descris- se Ia natura di Dio come un cerchio il cui centro è ovunqLle e la circonferenza in nessun luogo. Per tut- talavita leggiamo il senso traboccante della prima di * Ralph Waldo Emerson, Circles, in The Complete Vorks of Ralph \Valdo Emerson. Essays. First Series (1841), vol. II, AMS Press, New York 1968, pp.299-)22. Traduzione di Cristina Consiglio.

description

Cerchi

Transcript of R. W. Emerson - Cerchi

  • CERCHI*

    La Natura ha il suo centro nelle sfere,e i suoi splendidi effimeriveloci sulla superficie e al suo esterno

    ;t',:':il:Ti#i":li*ik."

    Locchio il primo cerchio, l'orizzonte che forma ilsecondo: in ogni parte della Natura, questa figuraprimaria ripetuta all'infinito. l'emblema pi altoin quella cifra che il mondo. Sant'Agostino descris-se Ia natura di Dio come un cerchio il cui centro ovunqLle e la circonferenza in nessun luogo. Per tut-talavita leggiamo il senso traboccante della prima di

    * Ralph Waldo Emerson, Circles, in The Complete Vorks of Ralph\Valdo Emerson. Essays. First Series (1841), vol. II, AMS Press, NewYork 1968, pp.299-)22. Traduzione di Cristina Consiglio.

  • tutte le forme. Abbiamo gi dedotto una morale nelconsiderare il carattere circolare o compensativo diogni azione umana. Ora scopriremo un'altra analo-gia; ogni azione pu essere migliorata. La nosrra vira un continuo apprendere una verit: intorno ad ognicerchio se ne pr-r tracciare un altro, non vi fine inNatura, ma ogni fine un inizio, c' sempre una nuo-va alba che si leva a mezzogiornol, e sotto ogni abis-so se ne apre un alrro ancora pi profondo.

    Tle verit nell'esprimere I'essenza morale di ciche inaccessibile, ispirarore e insieme censore diogni successo, della transitoria perfezione che maniumane non porranno mai cingere, potr servirci, al-l'occorrenza, a collegare tra loro molte altre manife-stazioni delle capacit umane.

    Non c' niente di fisso in Natura. Luniverso fluido e instabile. Il permanere solo questione digradi. La nosrra terra, visra da Dio, urna legge tra-sparente, non una massa di elemenri. La legge dissol-ve l'elemento e lo mantiene fluido. La nostra cultura il predominio di un'idea che trascina al suo seguitouna serie di citt e istituzioni. Proviamo a rrovareun'idea migliore: scompariranno. Le sculture grechesi sciolgono come se fossero starue di ghiaccio; resta

    tCfr.J.Milton, Paradise Lorr, Book V rv. 310-311: Seemsanother morn / Ris'n on md-noonr.

    qua e 1 una figura solitaria, o un frammento, similialle strisce di neve che ancora si vedono, a giugno o aluglio, nelle valli pi fredde e nei crepacci montani.Poich il genio che le cre ora crea qualcos'altro. Laletteratura greca durer ancora un po', ma anch'essasubir la stessa condanna inevitabile e cadr nella fos-sa che la creazione di un nuovo pensiero spalanca peringoiare ci che antico. I nuovi continenti sorgonosulle rovine di un antico pianeta; le nuove generazio-ni si nutrono del disfacimento delle precedenti. Lenuove arti distruggono le antiche. Guarda come l'in-vestimento di capitali in acquedotti sia stato resoinutile dall'idraulica; le fortificazioni, dalla polvereda sparo; strade e canali, dalle ferrovie; le vele, dal va-pore e il vapore dall'elettricit.

    Ammira come una torre di granito resista ai dannidel tempo. Eppure quel muro enorme fu costruito dalmovimento di una piccola mano, e ci che costruisce meglio di ci che viene costruito. La mano che locostru potrebbe distruggerlo molto pi in fretta emigliore della mano, e ancor pi rapido, fu il pensie-ro invisibile che oper per rlezzo di essa; e cos, al dil dell'effetto pi materiale, c' una causa sottile che,vista attentamente, essa stessa l'effetto di una causaancora pi sottile. Ogni cosa sembra eterna finchnon se ne conosce il segreto. Un ricco patrimonio ,per le donne, qualcosa di stabile e durevole; per un

    88 B9

  • tutte le forme. Abbiamo gi dedotto una morale nelconsiderare il carattere circolare o compensativo diogni azione umana. Ora scopriremo un'altra analo-gia; ogni azione pu essere migliorata. La nosrra vira un continuo apprendere una verit: intorno ad ognicerchio se ne pr-r tracciare un altro, non vi fine inNatura, ma ogni fine un inizio, c' sempre una nuo-va alba che si leva a mezzogiornol, e sotto ogni abis-so se ne apre un alrro ancora pi profondo.

    Tle verit nell'esprimere I'essenza morale di ciche inaccessibile, ispirarore e insieme censore diogni successo, della transitoria perfezione che maniumane non porranno mai cingere, potr servirci, al-l'occorrenza, a collegare tra loro molte altre manife-stazioni delle capacit umane.

    Non c' niente di fisso in Natura. Luniverso fluido e instabile. Il permanere solo questione digradi. La nosrra terra, visra da Dio, urna legge tra-sparente, non una massa di elemenri. La legge dissol-ve l'elemento e lo mantiene fluido. La nostra cultura il predominio di un'idea che trascina al suo seguitouna serie di citt e istituzioni. Proviamo a rrovareun'idea migliore: scompariranno. Le sculture grechesi sciolgono come se fossero starue di ghiaccio; resta

    tCfr.J.Milton, Paradise Lorr, Book V rv. 310-311: Seemsanother morn / Ris'n on md-noonr.

    qua e 1 una figura solitaria, o un frammento, similialle strisce di neve che ancora si vedono, a giugno o aluglio, nelle valli pi fredde e nei crepacci montani.Poich il genio che le cre ora crea qualcos'altro. Laletteratura greca durer ancora un po', ma anch'essasubir la stessa condanna inevitabile e cadr nella fos-sa che la creazione di un nuovo pensiero spalanca peringoiare ci che antico. I nuovi continenti sorgonosulle rovine di un antico pianeta; le nuove generazio-ni si nutrono del disfacimento delle precedenti. Lenuove arti distruggono le antiche. Guarda come l'in-vestimento di capitali in acquedotti sia stato resoinutile dall'idraulica; le fortificazioni, dalla polvereda sparo; strade e canali, dalle ferrovie; le vele, dal va-pore e il vapore dall'elettricit.

    Ammira come una torre di granito resista ai dannidel tempo. Eppure quel muro enorme fu costruito dalmovimento di una piccola mano, e ci che costruisce meglio di ci che viene costruito. La mano che locostru potrebbe distruggerlo molto pi in fretta emigliore della mano, e ancor pi rapido, fu il pensie-ro invisibile che oper per rlezzo di essa; e cos, al dil dell'effetto pi materiale, c' una causa sottile che,vista attentamente, essa stessa l'effetto di una causaancora pi sottile. Ogni cosa sembra eterna finchnon se ne conosce il segreto. Un ricco patrimonio ,per le donne, qualcosa di stabile e durevole; per un

    88 B9

  • ;mercante solo il prodotto di alcuni materiali ed fa-cile perdedo. Un frutteto, una buona coltivazione, unbuon terreno, per un abitante della citt sono inesau-ribili, al pari di una miniera d'oro o di un fiume; maper un agricoltore non sono molto pi duraturi di unraccolto. La Natura ha provocatoriamente un aspetroimmutabile e secolare, ma ha una causa come tutto ilresto; e una volta che l'avr compreso, questi campicontinueranno a estendersi immobili e immensi, lefoglie sospese saranno ancora cos interessanti? Il per-manere una questione di gradi. Tlrtto intermedio.Le lune non sono legate alla spiritualit pi delle pal-line che lanciamo per gi
  • ;mercante solo il prodotto di alcuni materiali ed fa-cile perdedo. Un frutteto, una buona coltivazione, unbuon terreno, per un abitante della citt sono inesau-ribili, al pari di una miniera d'oro o di un fiume; maper un agricoltore non sono molto pi duraturi di unraccolto. La Natura ha provocatoriamente un aspetroimmutabile e secolare, ma ha una causa come tutto ilresto; e una volta che l'avr compreso, questi campicontinueranno a estendersi immobili e immensi, lefoglie sospese saranno ancora cos interessanti? Il per-manere una questione di gradi. Tlrtto intermedio.Le lune non sono legate alla spiritualit pi delle pal-line che lanciamo per gi
  • garela natura sar considerato solo un esempio di unapi ardita generalizzazione. Nel pensiero di domanisi cela la capacit di smuovere tutta [a tua fede, tutcele fedi e le letterature delle nazioni, e di condurti ver-so un paradiso che nessun sogno epico ha ancora di-pinto. Luomo non tanto colui che opera nel mon-do, ma un'anticipazione di ci che dovrebbe essere. Ilsuo cammino una pro{ezia dell'et ventura.

    Passo dopo passo saliamo questa scala misteriosa.I gradini sono le aziooi, la nuova prospettiva quel-la che ci d il potere. Ogni singolo risultato minac-ciato e giudicaro dal successivo. Ognuno sembra con-traddetto dal nuovo, ma ne soltanto limitato. Unanuova affermazione sempre malvista dalla prece-dente e coloro che indr-rgiano nel passato accolgono lenovit con profondo scetticismo. Ma I'occhio si abi-tua in fretta aL nLlovo, poich l'uno e I'altro sono ef-fetti di un'unica causa; cos, svelate la semplicit e ilvantaggio della novit e consumate subito tutte leenergie, essa perde importanza e svanisce all'appariredel nuovo giorno.

    Non temere Lrna nLlova astrazione. La rcalt tisembra vile e materiale e minaccia di sminuire la tuateoria sullo spirito? Non resisterle; serve proprio aperfezionarla e presentarla altrettanto bene.

    Non ci sono struttLlre fisse per gli uomini, se ci ri-feriamo alla coscienza. Ogni uomo pensa di non esse-

    92 93

    re compreso fino in fondo; e se vi sincerit in lui, sealla fine dimorer presso I'anima divina, non vedo co-me potrebbe essere altrimenti. Egli dovr sentirsi co-me se l'ultima c^meta, l'ultimo armadio non fosseromai stati aperti; ci sar sen'pre qualcosa di ignoco einsondabile. Ogni uomo, quindi, creder sempre diavere una possibilit migliore.

    I nostri umori non credono I'uno nell'altro. Oggimi sento pieno di idee e posso scrivere quello che vo-glio. Non vedo percl"r domani non dovrei avere lastessa impressione, la stessa capacit espressiva' Quelche scrivo, mentre Io scrivo, sembra la cosa pi natu-rale al mondo; eppure, appena ieri c'era un vuoto gri-gio e triste proprio dove oggi vedo cos tanto; e fra unmese, non ne dubito, mi chieder chi mai abbia scrit-to cos tante pagine consecutive. Ah! Com' debole lamia fede e incerta la mia volont! Com' vasto il ri-fluire di questa marea! Sono dio in natura; sono un'er-baccia sul muro.

    Il continuo sforzo di superare noi stessi, di rag-giungere Llna nuova altezza, si rivela nelle relazionipersonali. Abbiamo sete di approvazione ePpure nonperdoniamo chi ci approva. Lamore il dolce dellaNatura; tuttavia, se ho un amico, sono tormentatodalle mie imperfezioni. Lan-rore nei miei confrontiaccusa colui cl-re mi ama. Se l'altro fosse superiore alpunto da ignorarmi, allora potrei amado ed elevarmi

  • garela natura sar considerato solo un esempio di unapi ardita generalizzazione. Nel pensiero di domanisi cela la capacit di smuovere tutta [a tua fede, tutcele fedi e le letterature delle nazioni, e di condurti ver-so un paradiso che nessun sogno epico ha ancora di-pinto. Luomo non tanto colui che opera nel mon-do, ma un'anticipazione di ci che dovrebbe essere. Ilsuo cammino una pro{ezia dell'et ventura.

    Passo dopo passo saliamo questa scala misteriosa.I gradini sono le aziooi, la nuova prospettiva quel-la che ci d il potere. Ogni singolo risultato minac-ciato e giudicaro dal successivo. Ognuno sembra con-traddetto dal nuovo, ma ne soltanto limitato. Unanuova affermazione sempre malvista dalla prece-dente e coloro che indr-rgiano nel passato accolgono lenovit con profondo scetticismo. Ma I'occhio si abi-tua in fretta aL nLlovo, poich l'uno e I'altro sono ef-fetti di un'unica causa; cos, svelate la semplicit e ilvantaggio della novit e consumate subito tutte leenergie, essa perde importanza e svanisce all'appariredel nuovo giorno.

    Non temere Lrna nLlova astrazione. La rcalt tisembra vile e materiale e minaccia di sminuire la tuateoria sullo spirito? Non resisterle; serve proprio aperfezionarla e presentarla altrettanto bene.

    Non ci sono struttLlre fisse per gli uomini, se ci ri-feriamo alla coscienza. Ogni uomo pensa di non esse-

    92 93

    re compreso fino in fondo; e se vi sincerit in lui, sealla fine dimorer presso I'anima divina, non vedo co-me potrebbe essere altrimenti. Egli dovr sentirsi co-me se l'ultima c^meta, l'ultimo armadio non fosseromai stati aperti; ci sar sen'pre qualcosa di ignoco einsondabile. Ogni uomo, quindi, creder sempre diavere una possibilit migliore.

    I nostri umori non credono I'uno nell'altro. Oggimi sento pieno di idee e posso scrivere quello che vo-glio. Non vedo percl"r domani non dovrei avere lastessa impressione, la stessa capacit espressiva' Quelche scrivo, mentre Io scrivo, sembra la cosa pi natu-rale al mondo; eppure, appena ieri c'era un vuoto gri-gio e triste proprio dove oggi vedo cos tanto; e fra unmese, non ne dubito, mi chieder chi mai abbia scrit-to cos tante pagine consecutive. Ah! Com' debole lamia fede e incerta la mia volont! Com' vasto il ri-fluire di questa marea! Sono dio in natura; sono un'er-baccia sul muro.

    Il continuo sforzo di superare noi stessi, di rag-giungere Llna nuova altezza, si rivela nelle relazionipersonali. Abbiamo sete di approvazione ePpure nonperdoniamo chi ci approva. Lamore il dolce dellaNatura; tuttavia, se ho un amico, sono tormentatodalle mie imperfezioni. Lan-rore nei miei confrontiaccusa colui cl-re mi ama. Se l'altro fosse superiore alpunto da ignorarmi, allora potrei amado ed elevarmi

  • grazie al mio sentimento. La crescita di un uomo simisura dal susseguirsi delle schiere dei suoi amici.Poich per ogni amico perduto in nome della verit,se ne guadagna uno migliore. Mentre passeggiavo nelbosco e meditavo sui miei amici, mi chiedevo: perchmai dovremmo giocare a idolatrarci? Conosco e vedobene, quando non sono accecato di mia volont, i li-miti degli uomini considerati importanti e merite-voli. Sono ricchi, nobili e grandi nei nostri discorsimagnanimi, ma la verit triste. O spirito benedetto,ti abbandono per seguirli, ma loro non sono te! Ogniinteresse personale che c permettiamo ci costa unostato celestiale. Siamo pronti a vendere i troni degliangeli in cambio di un piacere breve e travolgente.

    Quante volte dobbiamo reimparare la lezione? Gliuomini cessano di interessarci quando ne scopriamo ilimiti. Lunico peccato sono i limiti. Non appena haia che fare con i limiti di un uomo, finita. Ha talen-ti? Ha spirito di iniziativa? Ha conoscenzaT Non im-porta. Fino a ieri ti sembrava infinitamente attraen-te e affascinante, una grande speranza, un mare in cuinuotare, ora che hai scoperto le sue sponde, diven-tato uno stagno e non ti interessa se non lo rivedraimai pi.

    Ogni nuovo passo avanti del pensiero riconciliaventi elementi apparentemente discordanti facendo-li diventare espressioni di un'unica legge. Aristotele

    e Platone sono considerati i rispettivi capi di duescuole. IJn uomo saggio noter cl-re Aristotele

    "pla-tonizzarr. Facendo un ulteriore passo indietro colpensiero, Ie opinioni discordanti si riconcilieranno,perch viste come estremi di un unico principio, enon andremo mai tanto indietro da precluderci unavisione ancora pi ampia.

    Attento a quando Dio lascia libero un pensaroresu questa terra. Tutto in pericolo. corn. quandoc' una conflagrazione in una grande citt e nessunosa dove finir o cosa sia al sicuro. Non c' parte discienza che domani non prester il fianco ad essere ro-vesciata. Non vi reputazione letteraria o nome di fa-ma cosiddetta eterna che non possa essere riesamina-ta e criticata. Le pi profonde speranze umane, i pen-sieri del cuore, la religione dei popoli, i costumi e lemorali dell'umanit sono tutti alla merc di una nuo-va astrazione. Lastrazione un modo attraverso ilquale la divinit influisce sulla mente umana. Di quiil brivido che la percorre.

    Il valore di un uomo nella sua capacit di rige-nerarsi, in modo che non lo si possa rovesciare su unfianco o superare in capacit; mettetelo dove volete el star, ritto in piedi. Questo per succede solo seegli sapr preferire una nuova verit a quella prece-dentemente appresa. Se la accetter subito, da qual-siasi parte provenga, nell'intrepida convinzione che

    94 95

  • grazie al mio sentimento. La crescita di un uomo simisura dal susseguirsi delle schiere dei suoi amici.Poich per ogni amico perduto in nome della verit,se ne guadagna uno migliore. Mentre passeggiavo nelbosco e meditavo sui miei amici, mi chiedevo: perchmai dovremmo giocare a idolatrarci? Conosco e vedobene, quando non sono accecato di mia volont, i li-miti degli uomini considerati importanti e merite-voli. Sono ricchi, nobili e grandi nei nostri discorsimagnanimi, ma la verit triste. O spirito benedetto,ti abbandono per seguirli, ma loro non sono te! Ogniinteresse personale che c permettiamo ci costa unostato celestiale. Siamo pronti a vendere i troni degliangeli in cambio di un piacere breve e travolgente.

    Quante volte dobbiamo reimparare la lezione? Gliuomini cessano di interessarci quando ne scopriamo ilimiti. Lunico peccato sono i limiti. Non appena haia che fare con i limiti di un uomo, finita. Ha talen-ti? Ha spirito di iniziativa? Ha conoscenzaT Non im-porta. Fino a ieri ti sembrava infinitamente attraen-te e affascinante, una grande speranza, un mare in cuinuotare, ora che hai scoperto le sue sponde, diven-tato uno stagno e non ti interessa se non lo rivedraimai pi.

    Ogni nuovo passo avanti del pensiero riconciliaventi elementi apparentemente discordanti facendo-li diventare espressioni di un'unica legge. Aristotele

    e Platone sono considerati i rispettivi capi di duescuole. IJn uomo saggio noter cl-re Aristotele

    "pla-tonizzarr. Facendo un ulteriore passo indietro colpensiero, Ie opinioni discordanti si riconcilieranno,perch viste come estremi di un unico principio, enon andremo mai tanto indietro da precluderci unavisione ancora pi ampia.

    Attento a quando Dio lascia libero un pensaroresu questa terra. Tutto in pericolo. corn. quandoc' una conflagrazione in una grande citt e nessunosa dove finir o cosa sia al sicuro. Non c' parte discienza che domani non prester il fianco ad essere ro-vesciata. Non vi reputazione letteraria o nome di fa-ma cosiddetta eterna che non possa essere riesamina-ta e criticata. Le pi profonde speranze umane, i pen-sieri del cuore, la religione dei popoli, i costumi e lemorali dell'umanit sono tutti alla merc di una nuo-va astrazione. Lastrazione un modo attraverso ilquale la divinit influisce sulla mente umana. Di quiil brivido che la percorre.

    Il valore di un uomo nella sua capacit di rige-nerarsi, in modo che non lo si possa rovesciare su unfianco o superare in capacit; mettetelo dove volete el star, ritto in piedi. Questo per succede solo seegli sapr preferire una nuova verit a quella prece-dentemente appresa. Se la accetter subito, da qual-siasi parte provenga, nell'intrepida convinzione che

    94 95

  • le sue leggi, le sue relazioni con la societ, il suo cri-stianesimo, il suo mondo, potranno essere superati esvanire in qualunque momento.

    Vi sono diversi livelli di idealismo. All'inizio cigiochiamo in maniera astratta, al modo in cui untempo consideravamo il magnete un giocattolo. Inseguito, nella grande stagione della poesia e dellagiovinezza scopriamo che vero, pur se in gvizzi eframmenti. Successivamente il suo volto si fa severoe solenne, e pensiamo che debba necessariamente es-sere qualcosa di vero. Ora ha un aspetto morale e con-creto. Impariamo che Dio ; che Dio in me e che tut-te le cose sono sue ombre. Lidealismo di Berkeleynon che una definizione grossolana dell'idealismodi Gesir, che a sua volta una definizione grossolanadel fatto che tutta la Natura una rapida emanazio-ne del bene che agisce e si organizza. Molto pi sem-plicemente vediamo come la storia e la condizione delmondo dipendano sempre e direttamente dalla clas-sificazione intellettuale che si crea nelle menti uma-ne in un determinato momento. Le cose care agli uo-mini in questo momento, lo sono a causa delle ideeche erano nel loro orizzonte mentale, e che dunqueprovocano I'ordine attuale delle cose, come un alberoproduce delle mele. lJn nuovo grado di cultura rivo-luzionerebbe immediatamente I'intero sistema delleattivit umane.

    La conversazione un gioco di cerchi. Nel con-versare sradichiamo i confini che da ogni lato recin-gono il terreno comune del silenzio. Gli interlocuto-ri non devono essere giudicati dallo spirito che con-dividono e pure esprimono in questa Pentecoste. Do-mani finiranno per recedere da tale livello di piena.Domani li troverete curvi sotto il peso delle vecchiebarde. Tuttavia godiamo la fiamma che arde sulle no-stre mLrra. Quando parla un altro uomo, accende unanuova luce, ci libera dall'oppressione di chi ha parla-to prima di lui, per opprimerci ulteriormente con lagrandezza e l'esclusivit del proprio pensiero e poiabbandonarci a un nuovo redentore, e ci sembra diriacquistare i nostri diritti, di diventare uomini. Oquali verit profonde, possibili solo nel corso di seco-li e secoli, si nascondono in ogni annuncio di verit!Nelle ore comuni [a societ fredda e imponente co-me una statua. Tirtti restiamo in attesa, vuoti, pur sa-pendo che forse potremmo essere colmi, circondati dasimboli possenti, che per noi non sono simboli, magiocattoli frivoli e banali. Poi arriva il dio e trasfor-ma le statue in uomini ardenti, con un lampo del suosguardo squarcia il velo che nascondeva tutto e rendemanifesto il significato di ogni cosa, anche delLa taz-za col piattino, della sedia, dell'orologio, del bal-dacchino. Gli elementi che torreggiavano immensinelle nebbie di ieri

    -

    la propriet, il clima, l'educa-

    96 97

  • le sue leggi, le sue relazioni con la societ, il suo cri-stianesimo, il suo mondo, potranno essere superati esvanire in qualunque momento.

    Vi sono diversi livelli di idealismo. All'inizio cigiochiamo in maniera astratta, al modo in cui untempo consideravamo il magnete un giocattolo. Inseguito, nella grande stagione della poesia e dellagiovinezza scopriamo che vero, pur se in gvizzi eframmenti. Successivamente il suo volto si fa severoe solenne, e pensiamo che debba necessariamente es-sere qualcosa di vero. Ora ha un aspetto morale e con-creto. Impariamo che Dio ; che Dio in me e che tut-te le cose sono sue ombre. Lidealismo di Berkeleynon che una definizione grossolana dell'idealismodi Gesir, che a sua volta una definizione grossolanadel fatto che tutta la Natura una rapida emanazio-ne del bene che agisce e si organizza. Molto pi sem-plicemente vediamo come la storia e la condizione delmondo dipendano sempre e direttamente dalla clas-sificazione intellettuale che si crea nelle menti uma-ne in un determinato momento. Le cose care agli uo-mini in questo momento, lo sono a causa delle ideeche erano nel loro orizzonte mentale, e che dunqueprovocano I'ordine attuale delle cose, come un alberoproduce delle mele. lJn nuovo grado di cultura rivo-luzionerebbe immediatamente I'intero sistema delleattivit umane.

    La conversazione un gioco di cerchi. Nel con-versare sradichiamo i confini che da ogni lato recin-gono il terreno comune del silenzio. Gli interlocuto-ri non devono essere giudicati dallo spirito che con-dividono e pure esprimono in questa Pentecoste. Do-mani finiranno per recedere da tale livello di piena.Domani li troverete curvi sotto il peso delle vecchiebarde. Tuttavia godiamo la fiamma che arde sulle no-stre mLrra. Quando parla un altro uomo, accende unanuova luce, ci libera dall'oppressione di chi ha parla-to prima di lui, per opprimerci ulteriormente con lagrandezza e l'esclusivit del proprio pensiero e poiabbandonarci a un nuovo redentore, e ci sembra diriacquistare i nostri diritti, di diventare uomini. Oquali verit profonde, possibili solo nel corso di seco-li e secoli, si nascondono in ogni annuncio di verit!Nelle ore comuni [a societ fredda e imponente co-me una statua. Tirtti restiamo in attesa, vuoti, pur sa-pendo che forse potremmo essere colmi, circondati dasimboli possenti, che per noi non sono simboli, magiocattoli frivoli e banali. Poi arriva il dio e trasfor-ma le statue in uomini ardenti, con un lampo del suosguardo squarcia il velo che nascondeva tutto e rendemanifesto il significato di ogni cosa, anche delLa taz-za col piattino, della sedia, dell'orologio, del bal-dacchino. Gli elementi che torreggiavano immensinelle nebbie di ieri

    -

    la propriet, il clima, l'educa-

    96 97

  • zione,labellezza personale e tutto il resto -

    hannostranamente mutato proporzioni. Tutto ci che con-sideravamo stabile, scosso e traballa; e le letteratu-re, le citt, i climi, le religioni abbandonano i lorofondamenti e danzano davanti ai nostri occhi. E tut-tavia osservate ancota una volta quanta rapidit equanta cautela! Per quanto sia buono il discorso, il si-lenzio migliore e lo mortifica.La lunghezza di undiscorso esprime la distanza di pensiero tra chi parlae chi ascolta. Se ci intendessimo alla perfezione intutto, le parole non sarebbero affatto necessarie. Sefossimo una cosa sola, le parole non sarebbero nep-pure tollerate.

    La letteratura un punto al di fuori del nostro cer-chio odierno , a partire dal quale possiamo tracciarneuno nuovo. Lo scopo della letteratura quello di of-frirci una prospettiva da cui dominare con lo sglrar-do la noscra vita, un punto d'appoggio dal qualemuoverla. Ci riempiamo la testa di antichi saperi, cisistemiamo al meglio in abitazioni greche, puniche,romane, solo allo scopo di capire meglio le abitazio-ni e gli stili di vita francesi, inglesi e americani. Al-lo stesso modo, comprendiamo meglio la letteraturase siamo nel bel mezzo di una natura selvaggia, nelfrastuono degli eventi o nel punto pi alto di una re-ligione. Un campo non pu essere osservato bene dalsuo interno. Lastronomo deve conoscere il diametro

    dell'orbita terrestre per trovare la parallasse di unastella.

    Perci stimiamo il poeta. Tirtto il sapere e la sag-gezzanol si trovano nelle enciclopedie, nei trattati dimetafisica o in quelli di teologia, ma in un sonetto oin un dramma. Nel mio lavoro quotidiano tendo atornare sui miei passi e a non credere nella forza cherimedica, cambia o corregge. Ma basta che un Pe-trarca o un Ariosto, colmo del vino nuovo della suaimn:'aginazione, scriva per me un'ode o un poema vi-vace, pieno di pensieri e azioni audaci, ed ecco che iloro toni intensi mi stimolano e incitano , spezzano lacatena delle mie abitudini e finalmente mi accorgodelle mie possibilit. In un battito d'ali egli spazzavia tutti i vecchi scarti solidi del mondo e riesco an-cora una volta a scegliere il giusto sentiero sia nellateoria, sia nella pratica.

    Allo stesso modo abbiamo bisogno di dominarecon lo sguardo la religione del mondo. Non possiamoosservare il cristianesimo a partire dal catechismo,forse possiamo fado a partire dai pascoli, da una bar-ca sul lago, tra i canti degli uccelli del bosco. Forse,solo se purificati dal vento e dalla luce naturale, im-mersi nel mare di forme meravigliose che i campi cioffrono, riusciremo a guardare la sua storia nel modogiusto. Il cristianesimo caro alla parte migliore del-l'umanit; tuttavia non c' mai stato un giovane filo-

    98 99

  • zione,labellezza personale e tutto il resto -

    hannostranamente mutato proporzioni. Tutto ci che con-sideravamo stabile, scosso e traballa; e le letteratu-re, le citt, i climi, le religioni abbandonano i lorofondamenti e danzano davanti ai nostri occhi. E tut-tavia osservate ancota una volta quanta rapidit equanta cautela! Per quanto sia buono il discorso, il si-lenzio migliore e lo mortifica.La lunghezza di undiscorso esprime la distanza di pensiero tra chi parlae chi ascolta. Se ci intendessimo alla perfezione intutto, le parole non sarebbero affatto necessarie. Sefossimo una cosa sola, le parole non sarebbero nep-pure tollerate.

    La letteratura un punto al di fuori del nostro cer-chio odierno , a partire dal quale possiamo tracciarneuno nuovo. Lo scopo della letteratura quello di of-frirci una prospettiva da cui dominare con lo sglrar-do la noscra vita, un punto d'appoggio dal qualemuoverla. Ci riempiamo la testa di antichi saperi, cisistemiamo al meglio in abitazioni greche, puniche,romane, solo allo scopo di capire meglio le abitazio-ni e gli stili di vita francesi, inglesi e americani. Al-lo stesso modo, comprendiamo meglio la letteraturase siamo nel bel mezzo di una natura selvaggia, nelfrastuono degli eventi o nel punto pi alto di una re-ligione. Un campo non pu essere osservato bene dalsuo interno. Lastronomo deve conoscere il diametro

    dell'orbita terrestre per trovare la parallasse di unastella.

    Perci stimiamo il poeta. Tirtto il sapere e la sag-gezzanol si trovano nelle enciclopedie, nei trattati dimetafisica o in quelli di teologia, ma in un sonetto oin un dramma. Nel mio lavoro quotidiano tendo atornare sui miei passi e a non credere nella forza cherimedica, cambia o corregge. Ma basta che un Pe-trarca o un Ariosto, colmo del vino nuovo della suaimn:'aginazione, scriva per me un'ode o un poema vi-vace, pieno di pensieri e azioni audaci, ed ecco che iloro toni intensi mi stimolano e incitano , spezzano lacatena delle mie abitudini e finalmente mi accorgodelle mie possibilit. In un battito d'ali egli spazzavia tutti i vecchi scarti solidi del mondo e riesco an-cora una volta a scegliere il giusto sentiero sia nellateoria, sia nella pratica.

    Allo stesso modo abbiamo bisogno di dominarecon lo sguardo la religione del mondo. Non possiamoosservare il cristianesimo a partire dal catechismo,forse possiamo fado a partire dai pascoli, da una bar-ca sul lago, tra i canti degli uccelli del bosco. Forse,solo se purificati dal vento e dalla luce naturale, im-mersi nel mare di forme meravigliose che i campi cioffrono, riusciremo a guardare la sua storia nel modogiusto. Il cristianesimo caro alla parte migliore del-l'umanit; tuttavia non c' mai stato un giovane filo-

    98 99

  • sofo che, ricevuta un'educazione cristiana, non abbiaapprczzato particolarmente le coraggiose parole diPaolo: ,,Anche il Figlio si assoggetter a Colui che gliha assoggettato tLrtto, affinch Dio sia tutto in tur-ti"2. Per quanto grandi e gradite le richieste e le virtindividuali, l'istinto dell'uomo tende sempre piverso I'impersonale e l'illimitato, e si arma volentie-ri contro il dogmatismo dei bigotti con qestaespressione generosa tratta dalla Bibbia.

    Il mondo naturale pu essere immaginaro comeun sistema di cerchi concentrici, e infatti, qua e l,percepiamo piccoli movimenti che ci fanno capireche la superficie su cui siamo non fissa ma mobile.Tutti questi elementi stabili, la chimica e la botani-ca, i metalli e gli animali, che sembrano esistere au-tonomamente, sono in realt solo mezzi e modi; sonoparole di Dio, transitorie come tutte le altre. Ha for-se imparato il proprio mestiere il botanico o il chi-mico, che ha studiato il peso degli atomi e le affinitelettive, ma non ha ancora compreso la legge piprofonda da cui deriva quella incompleta e approssi-mativa per cui i simili si attraggono, o quella secon-do cui attrai i beni che ti spettano senza alcun biso-gno di conquistarli a caro prezzo? Tuttavia anchequesta a{fermazione incompleta e non conclusiva.

    2 lCor 15. 2t.

    Lonnipresenza un concetto pi elevato. Non tra-mite vie impercettibili e segrete che gli elemenri so-no attratci l'uno dall'altro, ma, a ben guardare, an-ch'essi derivano dal generare continuo dell'anima.Causa ed effetto sono due aspetti della stessa realt.

    La medesima legge di creazione continua includetutto ci che noi.chiamiamo virt, per cui ognuna diesse scompare nella luce di una migliore. Un grandeuomo non sar prudente nel senso comune del termi-ne; tutta la sua prudenza equivarr a una sottrazionedal suo valore. Sarebbe bene, per, osservare in nomedi quale dio egli sacrifica la propria prudenza, se lo fain nome del benessere e del piacere, avrebbe fatto me-glio ad essere prudente; se invece 1o fa in nome di unagrande fede, pu disfarsi tranquillamente del propriomulo e della sua geda, perch ne avr in cambio un car-ro alato. Geoffrey si infila gli stivali quando va nei bo-schi, per proteggersi dal morso dei serpenti. Aaronnon pensa mai a un tale pericolo. In tanti anni nessu-no dei due ha mai subito una ferita simile. Eppure misembra che ci si esponga ugualmente al male, nono-stante ogni precauzione. possibile che la prudenzamaggiore sia la minore. Forse siamo passati troppo infretta dal centro al confine della nostra orbita? Pensa aquante volte ricadremo in calcoli meschini prima ditrovare pace nel sentimento pi importante, o di farein modo che il confine di oggi diventi un nuovo cen-

    100 101

  • sofo che, ricevuta un'educazione cristiana, non abbiaapprczzato particolarmente le coraggiose parole diPaolo: ,,Anche il Figlio si assoggetter a Colui che gliha assoggettato tLrtto, affinch Dio sia tutto in tur-ti"2. Per quanto grandi e gradite le richieste e le virtindividuali, l'istinto dell'uomo tende sempre piverso I'impersonale e l'illimitato, e si arma volentie-ri contro il dogmatismo dei bigotti con qestaespressione generosa tratta dalla Bibbia.

    Il mondo naturale pu essere immaginaro comeun sistema di cerchi concentrici, e infatti, qua e l,percepiamo piccoli movimenti che ci fanno capireche la superficie su cui siamo non fissa ma mobile.Tutti questi elementi stabili, la chimica e la botani-ca, i metalli e gli animali, che sembrano esistere au-tonomamente, sono in realt solo mezzi e modi; sonoparole di Dio, transitorie come tutte le altre. Ha for-se imparato il proprio mestiere il botanico o il chi-mico, che ha studiato il peso degli atomi e le affinitelettive, ma non ha ancora compreso la legge piprofonda da cui deriva quella incompleta e approssi-mativa per cui i simili si attraggono, o quella secon-do cui attrai i beni che ti spettano senza alcun biso-gno di conquistarli a caro prezzo? Tuttavia anchequesta a{fermazione incompleta e non conclusiva.

    2 lCor 15. 2t.

    Lonnipresenza un concetto pi elevato. Non tra-mite vie impercettibili e segrete che gli elemenri so-no attratci l'uno dall'altro, ma, a ben guardare, an-ch'essi derivano dal generare continuo dell'anima.Causa ed effetto sono due aspetti della stessa realt.

    La medesima legge di creazione continua includetutto ci che noi.chiamiamo virt, per cui ognuna diesse scompare nella luce di una migliore. Un grandeuomo non sar prudente nel senso comune del termi-ne; tutta la sua prudenza equivarr a una sottrazionedal suo valore. Sarebbe bene, per, osservare in nomedi quale dio egli sacrifica la propria prudenza, se lo fain nome del benessere e del piacere, avrebbe fatto me-glio ad essere prudente; se invece 1o fa in nome di unagrande fede, pu disfarsi tranquillamente del propriomulo e della sua geda, perch ne avr in cambio un car-ro alato. Geoffrey si infila gli stivali quando va nei bo-schi, per proteggersi dal morso dei serpenti. Aaronnon pensa mai a un tale pericolo. In tanti anni nessu-no dei due ha mai subito una ferita simile. Eppure misembra che ci si esponga ugualmente al male, nono-stante ogni precauzione. possibile che la prudenzamaggiore sia la minore. Forse siamo passati troppo infretta dal centro al confine della nostra orbita? Pensa aquante volte ricadremo in calcoli meschini prima ditrovare pace nel sentimento pi importante, o di farein modo che il confine di oggi diventi un nuovo cen-

    100 101

  • tro. Inoltre i tuoi sentimenti pir nobili sono nori aipi umili. Il povero e il misero, esattamenre come te,hanno il loro modo di esprimere i principi ultimi del-la filosofia.

    "Sia benedetto il niente" e "peggio vannole cose e meglio sono modi di dire che esprimono iltrascendentalismo della vita comune.

    Se osserviamo le cose dall'alto, vedremo comequel che giusto per un uomo ingiusto per un al-tro. Quel che per uno bello, per l'altro brutto. Lasaggezza di un tromo, per un altro follia. Un uomocrede che la giustizia consista nel pagare i debiti e de-testa apertamente colui che lento nell'assolvere ta-le dovere e fa attendere il creditore. Ma il secondo uo-mo, che guarda le cose a suo modo, si chiede: qualedebito devo pagare prima, quello nei confronti delricco o quello nei confronti del povero? Il debito didenaro o il debito di idee nei confronti dell'umanit,il debito del genio nei confronti della Natura? Per te,commerciante, I'unico principio l'aritmetica! Perme il commercio ha poca importanza. Ma I'amore, lafede, la sincerit del carattere, le aspirazioni degli uo-mini sono sacri; io non potrei mai separare un dove-re da tutti gli altri, come fai tu, per concentrare lemie energie solo sul pagamento di denaro. Lasciamivivere andando oltre, vedrai che, seppur pi lenta-mente, la crescita del mio carattere salder tutti i de-biti senza fare torti a nessuno. Non sarebbe ingiusto

    che l'uomo si dedicasse solo al pagamento delle cam-biali? Il denaro il suo unico debito? Tutte le altrerichieste devono essere subordinate a quelle che gli faun proprietario terriero o un banchiere?

    Non c' virt che sia conclusiva; sono tutte ini-ziali. Le virt della societ sono i vizi del santo. Te-miamo il cambiamento perch abbiamo scoperto chedovremo abbandonare le nostre virt, o quel che ab-biamo sempre considerato tali, nella stessa fossa incui si sono consumati tutti i nostri vizi peggiori.

    Perdona le sue colpe, perdona anche i suoi meriti,la met di quei difetti pi piccoli si trasformer

    lin virt'i.

    I momenti di perfezione hanno la grande capacitdi annullare persino i nostri pentimenti. Mi accusocontinuamente di indolenza e inutilit; ma quandoDio si effonde in me, non conto pi il tempo perdu-to. Non mi metto pi a calcolare meschinamente lemie possibili conquiste secondo quel che resta delmese o dell'anno; poich questi momenti mi donanoun senso di onnipresenza e onnipotenza che non si cu-ra della durata, ma sa che l'energia della mente commisurata al lavoro da fare, senza limiti di tempo.

    'r E. Young, Tbe Conzplaiat: or NiglttThoughts, IX, w. 2316-2317 .

    ro2 103

  • tro. Inoltre i tuoi sentimenti pir nobili sono nori aipi umili. Il povero e il misero, esattamenre come te,hanno il loro modo di esprimere i principi ultimi del-la filosofia.

    "Sia benedetto il niente" e "peggio vannole cose e meglio sono modi di dire che esprimono iltrascendentalismo della vita comune.

    Se osserviamo le cose dall'alto, vedremo comequel che giusto per un uomo ingiusto per un al-tro. Quel che per uno bello, per l'altro brutto. Lasaggezza di un tromo, per un altro follia. Un uomocrede che la giustizia consista nel pagare i debiti e de-testa apertamente colui che lento nell'assolvere ta-le dovere e fa attendere il creditore. Ma il secondo uo-mo, che guarda le cose a suo modo, si chiede: qualedebito devo pagare prima, quello nei confronti delricco o quello nei confronti del povero? Il debito didenaro o il debito di idee nei confronti dell'umanit,il debito del genio nei confronti della Natura? Per te,commerciante, I'unico principio l'aritmetica! Perme il commercio ha poca importanza. Ma I'amore, lafede, la sincerit del carattere, le aspirazioni degli uo-mini sono sacri; io non potrei mai separare un dove-re da tutti gli altri, come fai tu, per concentrare lemie energie solo sul pagamento di denaro. Lasciamivivere andando oltre, vedrai che, seppur pi lenta-mente, la crescita del mio carattere salder tutti i de-biti senza fare torti a nessuno. Non sarebbe ingiusto

    che l'uomo si dedicasse solo al pagamento delle cam-biali? Il denaro il suo unico debito? Tutte le altrerichieste devono essere subordinate a quelle che gli faun proprietario terriero o un banchiere?

    Non c' virt che sia conclusiva; sono tutte ini-ziali. Le virt della societ sono i vizi del santo. Te-miamo il cambiamento perch abbiamo scoperto chedovremo abbandonare le nostre virt, o quel che ab-biamo sempre considerato tali, nella stessa fossa incui si sono consumati tutti i nostri vizi peggiori.

    Perdona le sue colpe, perdona anche i suoi meriti,la met di quei difetti pi piccoli si trasformer

    lin virt'i.

    I momenti di perfezione hanno la grande capacitdi annullare persino i nostri pentimenti. Mi accusocontinuamente di indolenza e inutilit; ma quandoDio si effonde in me, non conto pi il tempo perdu-to. Non mi metto pi a calcolare meschinamente lemie possibili conquiste secondo quel che resta delmese o dell'anno; poich questi momenti mi donanoun senso di onnipresenza e onnipotenza che non si cu-ra della durata, ma sa che l'energia della mente commisurata al lavoro da fare, senza limiti di tempo.

    'r E. Young, Tbe Conzplaiat: or NiglttThoughts, IX, w. 2316-2317 .

    ro2 103

  • E cos, filosofo della circolarit, quasi mi pare disentire alcuni lettori esclamare: sei giunto a un finepirronismo, all'equivalenza e all'indifferenza di tuttele azioni, e desideri insegnarci che, se saremo sinceri,in verit, i nostri peccati potranno essere pietre vivesulle quali costruire il tempio del vero Dio!

    Non intendo giustificarmi. Ammetto di ralle-grarmi nel vedere il principio della saccarina preva-lere nel mondo vegetale, e non mi rallegro meno nel-l'accorgermi che in ambito morale il bene tracima li-beramente in qualunque fessura o cavit sia stata la-sciata aperta dall'egoismo, s, nell'egoismo e nel pec-cato stesso, in modo che non esista un male puro eneppure un inferno privo di soddisfazioni estreme.Ma per evitare di confondere qualcuno con i mieipensieri e capricci, mi sia permesso ricordare al let-tore che sono solo uno sperimentatore. Non date cre-dito a quello che faccio o discredito a quello che nonfaccio, come se io pretendessi di stabilire il vero o ilfalso. Io confondo tutto. Nulla sacro per me, nulla profano; io faccio solo delle prove, cerco all'infini-to, senza alcun passato alle mie spalle.

    Tuttavia non potremmo mai accorgerci dell'inces-sante movimento e progresso al quale tutte le cosepartecipano, se non per contrasto con un principio difissit o di stabilit presente nell'anima. Mentre I'e-terna creazione di cerchi continLra, l'eterno creatore

    immobile. Il centro della vita qualcosa di superiorealla creazione, di superiore alla conoscenza e al pen-siero e ne contiene tutti i cerchi. Lavora in eterno percreare una vita e un pensiero altrettanto grandi e per-fetti, ma invano; poich ci che stato creato insegnacome creare di meglio.

    Dunque non c' riposo, pausa, conservazione, matutto si rinnova, germina e sboccia. Perch dovrem-mo portare resti e frammenti nel domani? La Naturadetesta ci che vecchio e la sola malattia, in cui tut-te le altre confluiscono, la vecchiaia. Le chiamiamocon nomi diversi, febbre, intemperanza, insania, stu-pidit, crimine; sono tutte forme di vecchiaia; equi-valgono al riposo, allo spirito di conservazione, al-I'immobilit, all'inerzia, non a un senso di novit,all'andare avanti. Incanutiamo ogni giorno. Non necessario. Quando conversiamo con ci che al disopra di noi, ringiovaniamo, piuttosto che invecchia-re. Durante L'infanzia o la giovinezza, qvando si ri-cettivi e pieni di ambizioni, con lo sguardo rivoltoverso I'alto, non si ha troppa considerazione di s e cisi abbandona a insegnamenti che giungono da ogniparte. Ma gli uomini e le donne di settant'anni cre-dono di conoscere tutto, ormai; sono sopravvissuti al-le proprie speranze, rinunciano alle aspirazioni, ac-cettano il presente come necessario e parlano ai gio-vani con condiscendenza.Lasciate, allora, che diven-

    t04 105

  • E cos, filosofo della circolarit, quasi mi pare disentire alcuni lettori esclamare: sei giunto a un finepirronismo, all'equivalenza e all'indifferenza di tuttele azioni, e desideri insegnarci che, se saremo sinceri,in verit, i nostri peccati potranno essere pietre vivesulle quali costruire il tempio del vero Dio!

    Non intendo giustificarmi. Ammetto di ralle-grarmi nel vedere il principio della saccarina preva-lere nel mondo vegetale, e non mi rallegro meno nel-l'accorgermi che in ambito morale il bene tracima li-beramente in qualunque fessura o cavit sia stata la-sciata aperta dall'egoismo, s, nell'egoismo e nel pec-cato stesso, in modo che non esista un male puro eneppure un inferno privo di soddisfazioni estreme.Ma per evitare di confondere qualcuno con i mieipensieri e capricci, mi sia permesso ricordare al let-tore che sono solo uno sperimentatore. Non date cre-dito a quello che faccio o discredito a quello che nonfaccio, come se io pretendessi di stabilire il vero o ilfalso. Io confondo tutto. Nulla sacro per me, nulla profano; io faccio solo delle prove, cerco all'infini-to, senza alcun passato alle mie spalle.

    Tuttavia non potremmo mai accorgerci dell'inces-sante movimento e progresso al quale tutte le cosepartecipano, se non per contrasto con un principio difissit o di stabilit presente nell'anima. Mentre I'e-terna creazione di cerchi continLra, l'eterno creatore

    immobile. Il centro della vita qualcosa di superiorealla creazione, di superiore alla conoscenza e al pen-siero e ne contiene tutti i cerchi. Lavora in eterno percreare una vita e un pensiero altrettanto grandi e per-fetti, ma invano; poich ci che stato creato insegnacome creare di meglio.

    Dunque non c' riposo, pausa, conservazione, matutto si rinnova, germina e sboccia. Perch dovrem-mo portare resti e frammenti nel domani? La Naturadetesta ci che vecchio e la sola malattia, in cui tut-te le altre confluiscono, la vecchiaia. Le chiamiamocon nomi diversi, febbre, intemperanza, insania, stu-pidit, crimine; sono tutte forme di vecchiaia; equi-valgono al riposo, allo spirito di conservazione, al-I'immobilit, all'inerzia, non a un senso di novit,all'andare avanti. Incanutiamo ogni giorno. Non necessario. Quando conversiamo con ci che al disopra di noi, ringiovaniamo, piuttosto che invecchia-re. Durante L'infanzia o la giovinezza, qvando si ri-cettivi e pieni di ambizioni, con lo sguardo rivoltoverso I'alto, non si ha troppa considerazione di s e cisi abbandona a insegnamenti che giungono da ogniparte. Ma gli uomini e le donne di settant'anni cre-dono di conoscere tutto, ormai; sono sopravvissuti al-le proprie speranze, rinunciano alle aspirazioni, ac-cettano il presente come necessario e parlano ai gio-vani con condiscendenza.Lasciate, allora, che diven-

    t04 105

  • tino strumenti dello Spirito Santo; che arnino, con-templino la verit; solo allora i loro sguardi si leve-ranno, le loro rughe scompariranno, saranno ancorauna volta pieni di forza e speranza. La vecchiaia nondeve insinuarsi nella mente umana. In Natura tuttosi rinnova continuamente; il passato inghiottito edimenticato; solo I'awenire sacro. Nulla sicuro senon la vita, il transito, I'energia dello spirito. Nessunamore vincolato da giuramento o da alleanza pu re-sistere a un amore pi grande. Non c' verit supe-riore che domani non sembrer insignificante alla lu-ce di nuovi ragionamenti. Gli uomini vogliono esse-re stabili, ma solo finch non lo saranno, per loro cisar speranza.

    La vita una seque nza di sorprese. Nel momentoin cui, oggi, diamo una forma alle nostre vite, non pos-siamo indovinare I'umore, il piacere, laforzadi doma-ni. Possiamo dire qualcosa a proposito di cose menoimportanti, come le abitudini e i sensi; ma Dio na-sconde i suoi capolavori, la crescita completa e i movi-menti generali dell'anima sono imprevedibili. So chela verit divina e utile, ma non posso immaginare co-me mi aiuter, poich ci cbe l'unico spiraglio versoci cbe si sa.luomo che avanza verso una condizione,ha tr-rtte le forze del vecchio, ma rinnovate. Egli ha ins tutte le energie del passato e tuttavia al tempo stes-so un'esalazione del mattino. In questo nuovo mo-

    mento mi disfo delle conoscenze inutili e vane accu-mulate in passato. Ora, per la prima volta, mi sembradi conoscere ogni cosa nel giusto modo. Le parole pisemplici non sappiamo cosa vogliono dire se non nelmomento in cui amiamo e ci eleviamo.

    La differenza tra i talenti e il carattere pari aquella tra l'abilit di mantenere vivo ci che passa-to e vissuto, e la forza e il coraggio di tracciare unanuova strada verso obiettivi nuovi e pi grandi. Il ca-rattere rende il presente irresistibile; basta una solaora di allegria a darc forza a un'intera compagnia e amostrare che c' ancota tanto di buono da fare, a cuinessuno aveva pensato. II carattere attenua l'effetto dialcuni episodi. Quando vediamo un conquistatore,non ci interessano pi le battaglie o i successi. Ca-piamo di aver esagerato le difficolt. Per lui statofacile. Luomo valoroso non si lascia sconvolgere o af-fliggere; gli eventi lo sfiorano senza alcuna conse-guenza. Le persone a volte dicono, ,,guarda cosa hosuperato; guarda come sono sereno; guarda come hotrionfato su queste calamitr. Non cos se ancorame ne padano. La vera conquista fare in modo chele difficolt si dissolvano e scompaiano, come nubipasseggere e prive di significato in una storia cos va-sta e promettente.

    Il nostro desiderio pi insaziabile dimenticarenoi stessi, sorprenderci oltre le nostre possibilit,

    106 t07

  • tino strumenti dello Spirito Santo; che arnino, con-templino la verit; solo allora i loro sguardi si leve-ranno, le loro rughe scompariranno, saranno ancorauna volta pieni di forza e speranza. La vecchiaia nondeve insinuarsi nella mente umana. In Natura tuttosi rinnova continuamente; il passato inghiottito edimenticato; solo I'awenire sacro. Nulla sicuro senon la vita, il transito, I'energia dello spirito. Nessunamore vincolato da giuramento o da alleanza pu re-sistere a un amore pi grande. Non c' verit supe-riore che domani non sembrer insignificante alla lu-ce di nuovi ragionamenti. Gli uomini vogliono esse-re stabili, ma solo finch non lo saranno, per loro cisar speranza.

    La vita una seque nza di sorprese. Nel momentoin cui, oggi, diamo una forma alle nostre vite, non pos-siamo indovinare I'umore, il piacere, laforzadi doma-ni. Possiamo dire qualcosa a proposito di cose menoimportanti, come le abitudini e i sensi; ma Dio na-sconde i suoi capolavori, la crescita completa e i movi-menti generali dell'anima sono imprevedibili. So chela verit divina e utile, ma non posso immaginare co-me mi aiuter, poich ci cbe l'unico spiraglio versoci cbe si sa.luomo che avanza verso una condizione,ha tr-rtte le forze del vecchio, ma rinnovate. Egli ha ins tutte le energie del passato e tuttavia al tempo stes-so un'esalazione del mattino. In questo nuovo mo-

    mento mi disfo delle conoscenze inutili e vane accu-mulate in passato. Ora, per la prima volta, mi sembradi conoscere ogni cosa nel giusto modo. Le parole pisemplici non sappiamo cosa vogliono dire se non nelmomento in cui amiamo e ci eleviamo.

    La differenza tra i talenti e il carattere pari aquella tra l'abilit di mantenere vivo ci che passa-to e vissuto, e la forza e il coraggio di tracciare unanuova strada verso obiettivi nuovi e pi grandi. Il ca-rattere rende il presente irresistibile; basta una solaora di allegria a darc forza a un'intera compagnia e amostrare che c' ancota tanto di buono da fare, a cuinessuno aveva pensato. II carattere attenua l'effetto dialcuni episodi. Quando vediamo un conquistatore,non ci interessano pi le battaglie o i successi. Ca-piamo di aver esagerato le difficolt. Per lui statofacile. Luomo valoroso non si lascia sconvolgere o af-fliggere; gli eventi lo sfiorano senza alcuna conse-guenza. Le persone a volte dicono, ,,guarda cosa hosuperato; guarda come sono sereno; guarda come hotrionfato su queste calamitr. Non cos se ancorame ne padano. La vera conquista fare in modo chele difficolt si dissolvano e scompaiano, come nubipasseggere e prive di significato in una storia cos va-sta e promettente.

    Il nostro desiderio pi insaziabile dimenticarenoi stessi, sorprenderci oltre le nostre possibilit,

    106 t07

  • perdere la nostra memoria eterna e fare qualcosa sen-zasapere come o perch; in breve, tracciare un nuovocerchio. Nulla di grande mai stato raggiunto senzaentusiasmo. Vivere meraviglioso, fatto di abban-dono. I momenti storici pit importanti sono impre-se portate a termine grazie alla forza delle idee, comeper il genio o la religione. ,,lJn uomo diceva OliverCromwell, .,non arriva mai cos in alto come quandonon sa dove diretto". I sogni e l'ubriachezza, I'op-pio e I'alcol, sono solo una copia ingannevole di que-sto genio misterioso, ecco perch esercitano un'attta-zione pericolosa nei confronti degli uomini. Per lastessa ragione, essi cercano aiuto nelle passioni sfre-nate, come l'azzardo e la guerra, per imitare in qual-che modo gli slanci generosi del cuore.

    IL PROCLAMA DETLEMANCIPAZIONE*

    Fra tante aride forme di cui gli Stati si adornano, unasola volta ogni secolo (se pure cos spesso) capita Lrn at-to poetico e memorabile. Questi sono gli impulsi delpensiero negli affari, allorch i leader politici del gior-no, stimolati dal pericolo o ispirati dal genio, spezza-no I'altrimenti insormontabile routine della classe edella legislazione locale, e fanno un passo avanti in di-rezione di interessi ecumenici e universali. Ogni pas-so nella storia della libert politica un balzo in avan-ti della mente umana verso f ignoto futuro, e ha l'in-teresse del genio ed ricco di aneddoti eroici. La li-bert un lento frutto. Giunge, come la religione, perbrevi periodi e in rare condizioni, come se aspettasse

    * Ralph \Waldo Emerson,Tbe Emancipation Proclamation, An ad-dress delivered in Boston, Septembet 1862, in Tbe Complete Works ofRalpb \Yaldo Emerson. Miscellaniet, vol. XI, AMS Press, New York1968, pp, )14-26. Traduzione di Vito Amoruso.

    108 109