R. Monducci - Check-up delle imprese italiane Assetti strutturali e fattori di competitività

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Check-up delle imprese italiane Assetti strutturali e fattori di competitività Censimento dell’industria e dei servizi 2011 Imprese Roberto Monducci Direttore del Dipartimento per i conti nazionali e e le statistiche economiche - ISTAT MILANO 28 NOVEMBRE 2013 1

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Censimento dell’industria e dei servizi 2011 Imprese

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Check-up delle imprese italiane

Assetti strutturali e fattori di competitività

Censimento dell’industria e dei servizi 2011Imprese

Roberto MonducciDirettore del Dipartimento per i conti nazionali e e le statistiche economiche - ISTAT

MILANO 28 NOVEMBRE 2013

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I temi della presentazione

1. Il Censimento come investimento per aumentare la conoscenza dei punti di forza e di debolezza delle imprese italiane

2. Struttura e tendenze del sistema delle imprese

3. La rilevazione diretta sulle imprese nel contesto del 9 Censimento generale dell’Industria e dei Servizi

4. Struttura, governance, risorse umane

5. Performance e strategie

6. Una sintesi

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1. Il Censimento come investimento per aumentare la conoscenza dei punti di forza e di debolezza delle imprese italiane (1)

Informazioni aggiornate e innovative sulle imprese italiane:

• aspetti quantitativi (numerosità, input di lavoro, struttura dimensionale, settoriale e territoriale delle imprese e delle unità locali)

• organizzazione, strategie, mercati, innovazione, internazionalizzazione ecc.

Miglioramento permanente dell’offerta di statistiche ufficiali sul sistema produttivo:

• informazioni annuali dettagliate sull’input di lavoro nelle imprese che, essendo basate in larga misura sul trattamento statistico di fonti amministrative, non producono oneri informativi sulle imprese.

• ciclo di rilevazioni che, in un quadro pluriennale, permette di aggiornare il quadro censuario su aspetti finora poco coperti dal corpo delle statistiche economiche strutturali (es.: microimprese, strategie; ecc.). Misurazioni rilevanti per il monitoraggio e l’analisi dei progressi del nostro sistema produttivo sul piano della modernizzazione, della capacità competitiva e del potenziale di crescita.

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1. Il Censimento come investimento per aumentare la conoscenza dei punti di forza e di debolezza delle imprese italiane (2)

Le informazioni censuarie colgono le condizioni dell’apparato produttivo nel 2011-2012, fase caratterizzata da un quadro recessivo profondo e persistente che segue un decennio di bassa crescita.

• 2001-2011: crescita dell’1,6% del Pil in Italia (+13,1% nella Uem);• 2008-2012: è stato perso oltre l’80% della crescita realizzata dal 2000 al 2007

(erosione più elevata, in percentuale, tra tutti i paesi Ue). (*) • Perdita di competitività sui mercati esteri, con diminuzioni:o della quota dell’Italia sull’export mondiale (dal 4% del 2003 al 2,7% del 2012);o della quota sull’export mondiale assorbito dalla Uem (dal 6,2% al 4,7%);o della quota dell’export italiano su quello attivato dalla Uem (dal 12,1% all’11,3%).

• “Decennio perduto” in termini di crescita della produttività del lavoro. • Ritardo nell’uscita dalla recessione. (*)• Lievi segnali di ripresa nell’industria; recessione persistente nei servizi. Previsioni

Istat sul Pil: -1,8% per il 2013 e +0,7% per il 2014.• Apertura di un enorme gap di crescita tra domanda interna ed estera (*)

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2. Struttura e tendenze del sistema delle imprese (1)

Dati censuari: tra il 2001 e il 2011: il sistema delle imprese italiane ha mantenuto una connotazione strutturale incentrata sulla piccola dimensione, ma con intense modificazioni della struttura settoriale di imprese e addetti.

• 2011: attive circa 4,4 milioni di imprese, con 16,4 milioni di addetti; • 2001-2011: aumento di 340mila imprese (+8,4%) e di 700mila addetti (+4,5%).• Addetti: Isole (+12,7%), Sud (+9,8%), Centro (+7,2%), NE (+4%), NO (-0,1%). • Intense dinamiche settoriali o forte riduzione del numero di imprese dell’industria in senso stretto (-

18,4%, -100mila imprese, cali intensi in tutte le classi dimensionali); flessione occupazionale di poco inferiore (-17,5%, -900mila addetti).

o Il peso occupazionale delle grandi imprese (con 250 e più addetti) è pari a circa il 25%, più o meno lo stesso di quelle con meno di 10 addetti.

o Aumento di peso settoriale della fabbricazione di macchine e apparecchiature (crescita assoluta di imprese e di addetti); forti cali per il tessile, abbigliamento, cuoio e pelle (-30mila imprese e -280mila addetti).

o Forti aumenti di di imprese e addetti nelle costruzioni e nei servizi.

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2. Struttura e tendenze del sistema delle imprese (2)

• Questi dati confermano la forte specificità italiana nel contesto europeo:o Peso delle imprese italiane sul totale della Ue a 28 paesi: tende a

decrescere all’aumentare della dimensione delle imprese: 17,8% nelle microimprese, 14,2% in quelle con 10-19 addetti, 10,6% nella fascia con 20-49 addetti, 8,7% per quelle con 50-249 addetti e solo 7,3% per le grandi.

o Contributo al valore aggiunto delle tre principali classi (microimprese, PMI, grandi imprese): Italia allineata alla media Ue per il peso delle PMI (37,4% del valore aggiunto nel nostro Paese e 36,3% nella Ue); molto distante per il peso, elevato, delle microimprese (29,6% contro 21,2%) e quello, ridotto, delle grandi imprese (33% contro 42,3%).

o Manifattura italiana: elevatissimo tasso di imprenditorialità: non solo microimprese (il doppio di quelle della Francia e quasi tre volte quelle della Germania), ma soprattutto rilevante numerosità di piccole imprese (con 10-49 addetti)(circa 65mila, livello superiore anche a quello della Germania, con 59mila unità).

o Il peso sul valore aggiunto delle grandi imprese italiane sul totale nazionale è del 34,8% (55% nella media Ue e 65,4% in Germania).

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3. La rilevazione diretta sulle imprese nel contesto del 9 Censimento generale dell’Industria e dei Servizi

• La valutazione del potenziale di crescita delle nostre imprese richiede uno sforzo di analisi che deve fondarsi su dati rappresentativi di tutti i segmenti dell’apparato produttivo e di tutti gli aspetti rilevanti per la competitività.

• La consapevolezza di alcuni limiti delle statistiche europee sulle imprese ha stimolato l’utilizzo dei censimenti per colmare alcuni gap informativi.

• Obiettivo: “mappatura” quanto più completa possibile degli elementi di forza e di debolezza del sistema delle imprese.

• Universo di riferimento della rilevazione: campione di 230mila imprese con almeno 3 addetti (universo di poco meno di 1,1 milioni di imprese), che assorbono circa 12,5 milioni di addetti.

• Il questionario ha raccolto informazioni su: 1) Imprenditorialità, controllo e governance; 2) Capitale umano; 3) Relazioni tra imprese; 4) Mercato; 5) Innovazione; 6) Finanza; 7) Internazionalizzazione.

• Si tratta di dimensioni della competitività delle imprese cruciali per superare le pressioni di un contesto globale sempre più competitivo ed i vincoli di un quadro macroeconomico nazionale ed europeo difficile anche in prospettiva.

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4. Struttura, governance, risorse umane (1)

• Nel sistema italiano prevalgono modelli di governance relativamente semplificati, caratterizzati da un’elevata concentrazione delle quote di proprietà, un controllo prevalentemente familiare e una gestione aziendale accentrata.

• Il socio principale è una persona fisica nel 94,8% delle microimprese, nell’83,9% delle piccole, nel 54,2% delle medie e rimane elevata (25,3%) anche nelle grandi.

• L’appartenenza a gruppi coinvolge l’11% delle imprese, con incidenze molto basse nelle microimprese (6,7%) e nelle piccole imprese (23,4%). Nelle medie imprese l’incidenza di quelle appartenenti ad un gruppo passa al 60,1%.

• L’indagine sulle imprese ha previsto, per le imprese a conduzione familiare con meno di 10 addetti, una sezione dedicata all’imprenditorialità:o Titolari di microimprese a conduzione familiare uomini nel 78,5% dei casi; quasi

l’80% ha 40 anni o più (*).Il titolo di studio prevalente è il diploma superiore (44%) seguito dalla licenza media (34%). Il 46,3% ha avuto come precedente esperienza il lavoro dipendente.

o Lo scenario dei prossimi anni incorpora una previsione di passaggi generazionali dei microimprenditori per un’impresa su cinque.

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4. Struttura, governance, risorse umane (2)

• In generale, gestione diretta da parte di membri della famiglia proprietaria e/o controllante prevalente fino alle medie imprese (circa 60% di queste).

• Elevato grado di centralizzazione delle decisioni strategiche per le diverse funzioni aziendali da parte dall’imprenditore o da un altro membro della famiglia proprietaria/controllante (per attività principale e per amministrazione/finanza.

• Questo fenomeno è presente in misura analoga in tutte le dimensioni aziendali. • Gestione manageriale dell’impresa poco diffusa al di fuori dei gruppi. (*)• Formazione del personale: coinvolge solo 400mila imprese su un milione (il

37,9%), con una diffusione crescente con la dimensione: 32,6% nelle micro, 56,3% nelle piccole, 79,4% nelle medie e quasi totalità nelle grandi imprese.

• Le microimprese del Sud sono caratterizzate da un significativo ritardo, con punte minime nel Molise (20,8%) e in Campania (21,9%). (*)

• Uso delle ICT nelle microimprese: buona diffusione ma il 42,2% delle aziende reputa Internet non necessario o inutile per l’attività che svolge.

• Commercio elettronico: effettuato dal 25,1% delle microimprese; vendono on line soltanto il 5,1% delle imprese, mentre il 23,4% effettua acquisti sul web.

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4. Struttura, governance, risorse umane (3)

• La frammentazione del sistema produttivo italiano, che non sembra mitigata, nelle micro e piccole imprese, dalla presenza dei gruppi di impresa, è associata ad intense relazioni tra imprese individuali.

• Il 63,3% delle imprese con almeno 3 addetti (oltre 660 mila unità) dichiara di intrattenere almeno una relazione stabile, di tipo contrattuale o informale, con altre aziende o istituzioni.

• Nel contesto italiano, l’aspetto relazionale sembra emergere come uno dei più importanti per determinare profili d’impresa più o meno competitivi.

• Calcolo di una misura sintetica dell’intensità (oltre che della presenza) degli accordi di cooperazione, tenendo anche conto della multidimensionalità del fenomeno (varietà dell’insieme di strumenti utilizzati per gli accordi; ampiezza della rete di soggetti coinvolti; estensione geografica coperta dalle relazioni).

• Il grado di interconnessione delle imprese aumenta con la dimensione e presenta forti connotazioni settoriali. (*)

• Nel meridione, anche laddove le relazioni sono diffuse, risultano mediamente poco intense. (*)

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5. Performance e strategie (1)

• Strategie oPrevalenza di strategie difensive adottate dalle imprese negli ultimi anni: il

70,5% ha dichiarato che il mantenimento della propria quota di mercato è la strategia prevalente. Orientamento principale perseguito dalle imprese di tutte le classi dimensionali e da tutti i macrosettori.

oA queste si affiancano o si sostituiscono strategie più complesse: ampliare la gamma dei prodotti e servizi offerti (41,1%), accedere a nuovi mercati (22,2%), attivare/incrementare collaborazioni con altre imprese (11,7%). (*)

o Le imprese con relazioni esprimono in generale strategie più dinamiche, soprattutto con riferimento all’accesso a nuovi mercati. (*)

• Mercati o il 57,8% delle imprese (oltre 600mila unità) svolge la propria attività

esclusivamente a livello locale; una su cinque amplia il suo raggio di azione al mercato nazionale e una quota di poco superiore è sui mercati esteri.

o Il raggio di azione è sensibilmente influenzato dall’appartenenza a gruppi.

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5. Performance e strategie (2)

• Il grado di connettività delle imprese sembra rappresentare un significativo fattore discriminante di diversi aspetti strategici.oPresenza sui mercati esteri. La presenza sui mercati esteri è associata a valori

degli indici di connettività doppi rispetto a quelli delle imprese con un mercato al massimo nazionale: per le microimprese si passa da 12,6 a 22, per le piccole da 14,9 a 24,2, per le medie da 16,2 a 28,1 e per le grandi da 18,3 a 33,2. (*)

o Innovazione. la presenza di relazioni tende almeno in parte a compensare il gap legato alle dimensioni: in ogni classe dimensionale la quota di imprese innovatrici tra le aziende con relazioni è infatti pari o superiore alla quota di imprese innovatrici – ma prive di relazioni – di dimensione superiore. Forti evidenze sull’associazione relazioni/innovazione anche a livello settoriale. (*)

• La percezione delle imprese sul proprio posizionamento competitivo. oSolo il 6,9% delle imprese (72mila) percepisce un posizionamento migliore,

rispetto al 19,1% che segnala un gap (200mila).oSaldo fortemente negativo per le micro e piccole imprese, lievemente positivo

per le medie e molto positivo per le grandi.

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5. Performance e strategie (3)

• Le valutazioni delle imprese sugli ostacoli alla competitivitàoMancanza di risorse finanziarie (40,4% delle imprese); seguono la scarsità o

mancanza di domanda (36,8%), gli oneri amministrativi e burocratici (34,5%), un contesto socio-ambientale sfavorevole (23,2%). (*)

o Le imprese percepiscono come meno gravi la carenza di infrastrutture, la mancanza di risorse qualificate e la difficoltà nel reperire personale o fornitori.

• Scelte comportamentali e strategiche più articolate e contesti competitivi più complessi sono generalmente associati ad una maggiore rilevanza di diverse tipologie di ostacoli. oAd esempio:

far parte di un gruppo riduce soltanto la pressione di vincoli finanziari; competere su mercati via via più ampi comporta l’aumento evidente delle

diverse tipologie di impedimenti; tra le imprese il cui obiettivo è il mantenimento della quota di mercato solo il

20% segnala tre ostacoli, quota che raddoppia per le imprese che adottano principalmente altri tipi di strategie.

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6. Una sintesi (1)

• Per sintetizzare la ricchezza e la complessità delle informazioni rilevate attraverso la rilevazione sono stati individuati con analisi multivariate cinque profili di imprese. Nell’analisi sono state utilizzate variabili che rappresentano i comportamenti dell’impresa e non variabili di struttura o di performance economica.

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GRUPPI DI IMPRESENumero imprese

% di imprese

Appartenenza a gruppi

Addetti medi

Conservatrici 666,481 63.7 8.7 8.9Dinamiche tascabili 204,359 19.5 10.9 12.9Aperte 75,046 7.2 20.7 22.9Innovative 73,903 7.1 15.0 19.8Internazionalizzate spinte 27,247 2.6 28.9 39.5

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6. Una sintesi (2)

1. Conservatrici: quasi il 64% delle imprese (670mila unità, con un’occupazione di quasi 6 milioni di addetti), con una bassa dimensione media (8,9 addetti per impresa), più presenti nei servizi diversi dal commercio e nelle costruzioni. In questo gruppo si ritrovano i due terzi delle microimprese, poco più della metà delle piccole imprese, il 40% delle medie imprese e il 30% delle grandi.

2. Dinamiche tascabili: poco meno del 20% delle imprese (circa 205mila unità, con 2,6 milioni di addetti), con un profilo settoriale simile a quello medio e una dimensione di poco inferiore ai 13 addetti.

3. Aperte: circa 75mila unità, gruppo che assorbe 1,7 milioni di addetti e registra una dimensione media di 22,9 addetti per impresa. Caratterizzato settorialmente da una presenza piuttosto elevata di imprese industriali (il 42,7%).

4. Innovative: conta 74mila imprese, che impiegano 1,5 milioni di addetti e hanno una dimensione media di 19,8 addetti per impresa.

5. Internazionalizzate spinte: include solo il 2,6% delle imprese (27mila unità, con 1,1 milioni di addetti), per una dimensione media di 39,5 addetti. In questo raggruppamento è massima l’incidenza delle imprese appartenenti a gruppi.

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6. Una sintesi (3)

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• Distribuzione settoriale delle imprese dei vari gruppi

oConservatrici: presenza maggiore di imprese dei servizi diversi dal commercio e delle costruzioni.

oAperte: presenza elevata di imprese industriali.

oDinamiche tascabili e innovative: profilo simile a quello medio.

o Internazionalizzate spinte: una impresa su due è industriale.

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6. Una sintesi (4)

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• Mercati di riferimento delle imprese dei vari gruppi

o Le imprese conservatrici e le dinamiche tascabili sono prevalentemente orientate al mercato locale.

o La percentuale di imprese che operano sui mercati esteri raggiunge il 70% per le imprese aperte e il 92% per le internazionalizzate spinte.

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6. Una sintesi (5)

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• Orientamenti strategici delle imprese dei vari gruppi

oAd eccezione, delle imprese conservatrici, elevata ed omogenea propensione dei vari gruppi all’aumento della gamma di prodotti e all’attivazione/incremento di relazioni tra imprese.

o L’accesso a nuovi mercati strategia fortemente concentrata nelle imprese aperte e nelle internazionalizzate spinte.

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Difesa quota dimercato

Aumento gammaprodotti/servizi

Accesso a nuovimercati

Attivazione incrementorelazioni tra imprese

Internazionalizzate spinte Aperte Conservatrici Innovative Dinamiche tascabili

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6. Una sintesi (6)

• Complessivamente, il quadro che emerge mostra che i diversi settori e soprattutto le diverse dimensioni aziendali sono attraversati da profili d’impresa notevolmente eterogenei.

• Comportamenti e strategie complesse e ad elevato potenziale di crescita e competitività sono praticati da molte imprese di piccole dimensioni in tutti i settori e in tutte le aree del Paese.

• D’altra parte, l’area di conservazione e comportamenti difensivi risulta molto estesa, coinvolgendo anche ampi segmenti di imprese di medie e grandi dimensioni.

• Prime stime sull’effetto dei diversi comportamenti e strategie sui livelli di produttività delle imprese segnalano, per quelle di minori dimensioni, un’elevata sensibilità dei risultati economici, nell’ordine: all’estensione del mercato, al management, alla valorizzazione delle risorse umane, all’outsourcing, all’innovazione di processo, all’innovazione organizzativa, all’innovazione di prodotto.

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Andamento del Pil in Italia e nell’Area Euro – T1:2007-T3:2013Maggiori economie dell’Unione: numeri indice (base T1: 2007=100)

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Andamento del Pil in Italia e nell’Area Euro – T1:2007-T3:2013(variazioni congiunturali e tendenziali)

-7

-6

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-3

-2

-1

0

1

2

3

4

07:T1 08:T1 09:T1 10:T1 11:T1 12:t1 13:t1

Uem17 ItaliaUem17 Italia

Variazioni congiunturali

Variazioni tendenziali

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Indici mensili del fatturato interno ed estero del settore manifatturiero(dati deflazionati e destagionalizzati – 2010=100)

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Microimprenditori per classe di età e ripartizione geografica. Censimento 2011 –Rilevazione multiscopo sulle imprese (valori percentuali)

18.8 19.1 20.828.7

21.9

47.5 48.3 47.045.5

47.1

33.7 32.6 32.225.7 31.0

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia

56 anni e oltre Tra i 41 e i 55 anni Fino a 40 anni

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Imprese appartenenti e non appartenenti a gruppi per tipo di gestione e classe di addetti. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese

(valori percentuali)

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Microimprese che hanno investito in formazione aziendale, per regione. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese (valori percentuali)

0 10 20 30 40 50 60

Molise Campania

Puglia Calabria

Basilicata Sicilia

Marche Lazio

Sardegna Liguria

Abruzzo Toscana Umbria

Piemonte Lombardia

Emilia-Romagna Veneto

Bolzano / Bozen Friuli-Venezia Giulia

Trento Valle D'Aosta / Vallée d'Aoste

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Grado di connettività (a) per classi di addetti e attività economica. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese (valori medi)

a) Dimensione d’impresa b) Attività economica

0

5

10

15

20

25

30

3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre0

2

4

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10

12

14

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18

20

C H D G E J B M N F P R I S K L Q

LEGENDA SETTORI B - Attività estrattive J - Informazione e comunicazione C - Manifattura K - Attività finanziarie e assicurative D - Forniture energetiche L - Attività immobiliari E - Fornitura di acqua e gestione rifiuti M - Attività professionali, scientifiche e tecniche F - Costruzioni N - Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese G - Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. autoveicoli P - Istruzione H - Trasporto e magazzinaggio Q - Sanità e assistenza sociale I - Alloggio e di ristorazione R - Attività artistiche, sportive, di intrattenimento

S - Altri servizi

(a) misura l’intensità delle relazioni intrattenute da ciascuna impresa e, per costruzione, assume valori compresi tra 0 e 100.

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Grado di connettività per provincia. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese (valori medi)

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Principali strategie adottate dalle imprese per classe di addetti e macrosettore. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese (valori percentuali)

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Presenza di relazioni e orientamento strategico dell’impresa. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese (valori percentuali)

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Difesa della quota dimercato

Aumento gamma diprodotti/servizi

Accesso a nuovimercati

Attivazione/incrementodi relazioni tra imprese

Imprese senza relazioni Imprese con relazioni

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Check-up delle imprese italiane. Assetti strutturali e fattori di competitività

MILANO 28 NOVEMBRE 2013

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Grado di connettività delle imprese per mercati e classe di addetti. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

Italia Estero

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Check-up delle imprese italiane. Assetti strutturali e fattori di competitività

MILANO 28 NOVEMBRE 2013

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Imprese innovatrici e presenza di relazioni, per dimensione d’impresa e macrosettore. Censimento 2011 – Rilevazione multiscopo sulle imprese

(valori percentuali)

a) Dimensione d’impresa b) macrosettore

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

Imprese senza relazioni Imprese con relazioni

0

10

20

30

40

50

60

Industria in sensostretto

Costruzioni Commercio Altri servizi

Imprese senza relazioni Imprese con relazioni

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Check-up delle imprese italiane. Assetti strutturali e fattori di competitività

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Principali fattori che hanno ostacolato la competitività dell’impresa per classe di addetti e mercato di riferimento. Censimento 2011 –

Rilevazione multiscopo sulle imprese (valori percentuali)