Psychosynthesis Magazine - n. 24 October 2015
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SIN
TE
SI
ISTITUTOD
I
PSICOS
INTESI
DIR.ASSAGIOLI
ANNOXXX
OTTOB
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2015N.24
IN QUESTO NUMERO
AZIONE INTERNADIBATTITO SUL SLARTE DEL MORIRE
LACCETTAZIONE NEL PROCESSO DI CRESCITA
MA VOI CHI DITE CHE IO SIA?QUANDO IL MIO PESO MI SAR LEGGEROROBERTO, NELLA E LUISA
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Psicosintesi
Due aspetti o facce:
1) Interiore: integrazione della personalit, poi suo collegamento e integrazione con lAnima
2) Esteriore: integrazione delle energie personali in una espressione esterna, coordinata, costruttiva,
in un servizio, in una funzione sviluppare, studiarne i rapporti
Psychosynthesis
Two aspects or faces:
1) Inner: integration of the personality, then its integration and connection with the Soul
2) Outer: integration of personal energies into an external, coordinated, constructive,
expression, into a service, a function develop, study their relations
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EDITORIALE
Patrizia Bonacina
Cari lettori e care lettrici
Quanto fermento nel mondo psicosintetico!
Incontri a Casa Assagioli, convegni
nel mondo e il Futuro al Congresso
Internazionale 2016.Contatti che si intrecciano tra tutti i
continenti.
A tal riguardo vi voglio ricordare la
Tavola Rotonda del 27 marzo, presso la
sede dellIstituto, inerente le letture del
diagramma dellovoide, come segnalato nel
precedente numero della rivista.
Durante lincontro sono emersi interventi
che hanno aperto nuove domande e nuove
ricerche. Pensiamo che vi far piacere la
scelta di dedicare una sezione della rivista
allevento, grazie anche alla gentilezza dei
relatori che hanno fatto pervenire i testi dei
loro interventi.
I loro contributi faranno sicuramente da
volano per stimoli originali e innovativi
che ci porteranno in modo creativo al
Congresso 2016 ed a dibattiti costruttivi.
La ricerca una delle spinte vitali
dellumanit e ha come obiettivo primario
lavanzamento della conoscenza e la
comprensione delle relazioni tra le diversevariabili.
Durante lincontro dei collaboratori a
Firenze, oltre alla scoperta del rinnovato
Giardinetto, la Presidente ha aperto per
la prima volta dopo il 1974 una libreria
contenente copiosi e svariati scritti inediti
di Assagioli.
In questa atmosfera gli scritti autogra
del fondatore dellIstituto, grazie al lavoro
silenzioso e costante di soci tenaci, attenti e
scrupolosi, sono stati messi in rete.
Frasi, pensieri, intuizioni sia in italiano
che in inglese possono essere facilmente
reperiti e consultati per divenire stimoli
creativi sul sito www.archivioassagioli.org.
Un nuovo orizzonte tra piccoli fogli.
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SOMMARIOISTITUTO DI PSICOSINTESIFONDATO DAROBERTO ASSAGIOLIRivista di autoformazione,educazione, rapporti interpersonalie sociali, terapia.ANNO XXXOTTOBRE 2015 N. 24
[email protected] Rienza, 2 - 21100 Varese - Italia
DIRETTORE RESPONSABILEPatrizia Bonacina
COMITATO DI REDAZIONEPier Maria Bonacina, MargheritaFiore, Lina Malfore, Silvia Trolli,
Silvio Valisa
TRADUZIONE TESTIAchille Cattaneo, Gianni Yoav Dattilo,Kylie Drew, Piero Ferrucci,Mike Malagreca, Paola Marinelli,Donatella Randazzo, Susan Seeley,Silvia Trolli
COMITATO SCIENTIFICOAldo Scarpulla, Sergio Guarino
HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMEROAlberto Alberti, Andrea Bocconi,Pier Maria Bonacina, Gianni Y.Dattilo, Daniele De Paolis, Carla Fani,Piero Ferrucci, Margherita Fiore,Sergio Guarino, Fulvio Leoni,Paola Marinelli, Luce Ramorino,Massimo Rosselli, Gaetano Russo,Vittorio Viglienghi
STAMPAcomunicarte - MozzateTel. 0331 833831www.comunicarte.eu
Pubblicazione semestrale registratapresso il Tribunale di Firenzeil 28 Luglio 1984 al n 3248
Ed. Istituto di PsicosintesiEnte Morale D.P.R.1 Agosto 1965 n 1721Via San Domenico 16 - 50133 FirenzeTel. (+39) 055 578026Fax (+39) 055 [email protected]
Gli articoli sono pubblicati sottolesclusiva responsabilit degli autori.Le idee sono personali e non
impegnano la Direzione della rivista
Psicosintesi.
The opinions expressed are thoseof the authors and are not the
responsibility of the board of directorsof the Psicosintesi magazine.
EDITORIALE P. BONACINA PAG. 3
ARCHIVIO ASSAGIOLI
AZIONE INTERNA R. ASSAGIOLI PAG. 5
R.ASSAGIOLI SECONDO IL CONTE KEYSERLING PAG. 8INCONTRO - DIBATTITO SUL SA. ALBERTI - G. Y. DATTILO - C. FANI - P. FERRUCCIF. LEONI - P. MARINELLI - L. RAMORINO - M. ROSSELLI
S. GUARINO - G. RUSSO - A. BOCCONI PAG. 9CONGRESSO INTERNAZIONALE 2016 - TAORMINAPSICOSINTESI PER IL FUTURO PAG. 33
LARTE DEL MORIRE P. M. BONACINA PAG. 34
LACCETTAZIONE
NEL PROCESSO DI CRESCITA D. DE PAOLIS PAG. 39
MA VOI CHI DITE CHE IO SIA? V. VIGLIENGHI PAG. 40
QUANDO IL MIO PESO MI SAR LEGGERO M. L. GIRELLI PAG. 46
I CAMMINI SPIRITUALI
RAGGIUNGERE LA META
O VEDERLA DA LONTANO M. FIORE PAG. 47ARCHIVIO DELLA MEMORIA
ROBERTO, NELLA E LUISA L. LUNELLI PAG. 50
VIVERE LA PSICOSINTESI: I SOCI RACCONTANO
AL DI L DEL PARADISO COMMEDIA BREVE S. GUARINO PAG. 53
VIVERE LA PSICOSINTESI
RELAZIONE DEL PRESIDENTE M. V. RANDAZZO PAG. 58
INCONTRI ALLA CASA ASSAGIOLI PAG. 65
TRACCE DI S
25 ANNI DI ATTIVIT AD ANCONA PAG. 66
FINESTRE SUL MONDO G. PELLIZZONI PAG. 67IMMAGINI PER LANIMA M. FIORE PAG. 68
LIBRI IN VETRINA PAG. 69
INSPIRATIONAL DAY PAG. 70
ISTITUTO DI PSICOSINTESI: CENTRI IN ITALIA PAG. 71
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*For the articles in English see on the other side of the revueCopertina MonteBelukha dal passo Karaturek - Altai Russia (foto Pier Maria Bonacina 2015).Per linvio degli scritti si ricordano le seguenti impostazioni:
File Word - carattere: Times New Roman - Dimensione: 11 - stile: normale - interlinea: singola - num. pag.: max 4
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Quarto Convegno del Movimento di ReligioneFirenze, 26-28 luglio 1947
Il tema dellazione interna cos vasto che pu sembra-re assurdo volerne parlare in qualche decina di minuti. Ecos sarebbe infatti se presumessi di trattarlo o di svol-gerlo, sia pur sommariamente. Ma credo che sia possibi-
le, e non inutile, almeno proporlo alla vostra attenzionee metterne in evidenza limportanza, anzi la necessit,afnch venga dato ad esso un posto adeguato nel pro-gramma delle attivit che ilMovimento di Religionein-tende attuare.Inoltre mi auguro, anzi condo, che siate cos buoni in-tenditori che bastino poche parole.Comincio senzaltro dal naturale punto di partenza: larealt del mondo interiore. Questa potrebbe sembrareuna verit lapalissiana, invece una verit la cui rea-lizzazione avrebbe veramente effetti rivoluzionari nelmondo moderno. Infatti non eccessivo dire che luomomoderno vive e opera comese il mondo interno non esi-stesse. Ci vive, in qualche misura, ma non se ne accorgeo comunque lo subisce: passivo di fronte ad esso. Tut-to proteso verso la conoscenza e il dominio del mondoesterno, luomo attuale ha trascurato a tal punto laltro,che vi si trova trasognato, succube e quindi continua-mente vittima delle forze potenti che in esso insorgono esi agitano tumultuose e travolgenti.Simbolo signicativo di questa situazione il fatto che
da noi, mentre ogni universit ha ad esempio cattedre dimineralogia e zoologia, solo in due o tre vi linsegna-
mento della psicologia, ma quale materia complementaree facoltativa!Eppure il mondo interno intensamente, spesso terribil-mente reale. Esso pure ha i suoi abissi tenebrosi e le suecime scintillanti, le sue aride lande e i suoi tesori nasco-sti; esso pure ha i suoi impetuosi torrenti e i suoi ocea-ni illimitati, la sua zona delle tempeste e la sua serenastratosfera. Queste non sono semplici espressioni meta-foriche o ingegnosi accostamenti, sono reali e profondeanalogie, sono strette e intime corrispondenze di naturae di funzione.Il mondo interno ha diversi livelli o piani, distin-ti per qualit e funzioni, ma continuamente interagentiluno sullaltro e in varie misure inter-penetrantisi.
Non posso farne qui neppure lenumerazione, madevo indicare almeno una distinzione fondamentale:quella fra la sfera che include tutte le attivit inter-ne propriamente umane o psicologiche, la sfera che stata variamente chiamata trans-umana oppure spi-rituale (in senso stretto) e pure la sfera dellAlto.
Qui si presenta in pieno uno dei problemi messi allor-dine del giorno di questo Convegno, il problema dellaldi l. Ma non ne parlo ora, semmai potr farlo in sede didiscussione.Sinteticamente, si pu dire che questo mondo soprat-tutto il mondo del signicati, delle scelte, delle cause e
- nei suoi aspetti pi alti - delle realt essenziali. Al limite- o meglio, oltre ogni limite - sta la Realt Suprema.
Lazione internaha vari campi desplicazione e metodicorrispondentemente diversi.Il primo campo dazione la nostra stessa personalitumana, per conoscerla, dominarla e trasformarla.Un secondo campo quello dei livelli pi elevati delmondo interno. Qui lazione diviene specicamentereligiosa, secondo tre modalit, che si possono chia-mare ascendente, orizzontale e discendente. Il terzocampo quello dellazione religiosa consociata e digruppo.Esaminiamoli adesso pi in dettaglio.
1 - Lazione su noi stessipresuppone la conoscenza omeglio, la scoperta di noi stessi.
Che cosae chi siamo?
Questa sembra una domanda elementare, eppure unadelle pi ardue e imbarazzanti a cui rispondere. Non in-sisto su ci, anche perch Luigi Pirandello in quasi tut-ta la sua opera ha drammaticamente messo in evidenzalincapacit delluomo moderno di scoprire chi egli siaveramente, fra le molteplici a contrastanti immaginicheegli si forma di s e che gli altri si formano di lui.
Ma questa scoperta possibile e necessaria. possibile. Mediante speciali esercizi si pu arrivarea tenere libero il campo della coscienza dai contenutipsicologici (sensazioni, immagini, sentimenti, pensieri,ecc.) che generalmente lo occupano e con cui ci iden-tichiamo. Oppure talvolta, in condizioni eccezionali,
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AZIONE INTERNA
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si produce spontaneamente uninterruzione dellattivitpsichica ordinaria. Allora viene la mirabile esperienzadel vero Io, quale Centro di pura autocoscienza spiritua-le, stabile, permanente e potente. Numerose sono le testi-monianze di coloro che hanno avuto questa esperienza.Citer tra le tante, per la convinzione e levidenza concui formulata, quella del Gratry: Io sentivo come una
forza interiore piena di forza, bellezza e gioia unaforma di luce e di fuoco che sosteneva tutto il mio esse-
re; forma stabile, sempre la stessa, spesso ritrovata nella
mia vita, dimenticata negli intervalli e sempre ricono-
sciuta con trasporto e con lesclamazione: Ecco il miovero essere.(1)
Il riconoscimento dellesistenza e dalla vera naturadellIo ha immenso valore spirituale e unimportanzapratica incalcolabile. Tale riconoscimento costituisceuna vera rivelazione: linizio di una nuova vita e lachiave per comprendere tanti fatti, per risolvere tantiproblemi; la base per lopera di autodominio, di li-berazione e di rigenerazione interna.
Archimede disse: Datemi un punto dappoggio e iosollever il mondo. Ebbene, per sollevare il nostromondo interno il punto dappoggio costituito dallIo,dal Centro sso e dinamico del nostro essere. (2)
Lazione che possiamo - e dovremmo! - svolgere su noi
stessi ampia e complessa. Questarte - detta da Platone
psicagogia - comprende: metodi per lindagine, per il do-minio e luso dellinconscio; per il dominio e la trasmu-
tazione e luso costruttivo della mente; per leducazionedalla volont - e insieme e soprattutto larmonica inte-grazione di tutti questi elementi in una coerente e organi-ca psicosintesi della personalit. opportuno rendersi ben conto che questa prassi internanon per se stessa religiosa, anzi neppure necessaria-mente etica. una tecnica che d efcienza, ma che puessere volta - e lo da alcuni - a ni egoistici e addirit-tura malvagi. Tanto pi quindi doveroso e necessarioche coloro che si propongono ni etici e religiosi la ap-prendano e sappiano usarla almeno altrettanto efcace-mente quanto gli altri, per saperli fronteggiare e vincerequando occorra. E questo occorre spesso e sempre pioccorrer, se vogliamo essere pionieri e militi (come la
nostra presenza qui indica) del grande rinnovamento,della radicale trasmutazione degli individui, della cultu-ra e dellintera societ umana, che sono gi in atto.A incoraggiamento e incitamento nostro e altrui va mes-so in rilievo il fatto che - come risulter da quello che stoper dire - chi si propone quei ni pu valersi di mezzi e
di energie superiori preclusi agli altri.
2 - Azione religiosa
Lazione religiosa specica il collegamento(religio vuoldire appunto collegamento) fra lessere individuale e i li-velli superiori del mondo interno, chiamati dalla psicolo-gia moderna supercoscienti, che - come stato accenna-to - culminano in ci che stato variamente chiamato laRealt Suprema, il Sommo Bene, lAssoluto, il Supremo,lEterno, Brahman, Dio.Questo collegamento stato, e pu venir attuato, con di-versi metodi di azione interna, di cui i principali sono: lapreghiera, la meditazione, laffermazione e linvocazione.
La preghiera intesa in senso stretto ha carattere prevalente-mente affettivo, mira ad una comunione damore con Dio.
La meditazione un mezzo dazione prevalentemente
mentale, sebbene nei suoi aspetti pi elevati trascenda lamente ordinaria, usi lintuizione e divenga pura e direttacontemplazione della Realt.Laffermazione ha carattere volitivo, in un certo senso ma-gico; un atto di volont con cui si esige lunicazionecon il Supremo, o in cui la volont individuale libera-mente si immerge e si identica con la Volont universale.Linvocazione , o pu essere usata, il metodo sintetico incui si fondono i tre aspetti - affettivo, mentale e volitivo -in un unico atto interno che perci completo, molto piefcace e capace di evocare una rispostaadeguata.Questi metodi sono stati largamente usati in ogni luogo ein ogni tempo, e lo sono tuttora da coloro che hanno unavita genuinamente religiosa. Ma vi un grave ostacolo
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per il loro impiego da parte delluomo moderno. Essi perlo pi sono stati formati nel seno delle religioni costituitee sono quindi strettamente connessi con le rispettive teo-logie e ideologie, con i loro riti e le loro formule, e spes-so sono rivolti non al collegamento diretto con la Realtsuprema, ma a quello con Esseri individuali, storici emistici, generalmente con i Fondatori di quelle religioni,e anche con intermediari minori (santi, angeli). Quindicoloro che non vogliono o non possono aderire a quelle
teologie, e far parte di quelle chiese, non possono nep-pure adottare tali quali sono i loro procedimenti. Eccoquindi un compito pratico preciso per il Movimento di
Religione.
Liberare quei metodi dalle loro connessioni e limita-zioni teologiche, storiche, istituzionali e particolaris-tiche, e farne una pura prassi libera da ogni dogma,da ogni sistema concettuale, da ogni forma ritualisti-ca tradizionale; sperimentarli e modicarli opportu-namente, secondo la natura e le condizioni delluomo
moderno, vivente nel mondo attuale; trasmutarli, se-condo la esigenze di novit che stanno emergendo.
Vi sono poi i metodi di azione religiosa che possono
chiamarsi orizzontali, e che consistono in unemana-zione e irradiazione di energie psico-spirituali. I modernistudi sulla telepatia danno ad essi base e avvaloramentoscientico. Qui, ancor pi, vi sono nuove tecniche da in-ventare, sperimentare e usare.I metodi di azione discendente mirano a trasmutaresecondo religione la personalit umana e, in un sensopi vasto, a rendere o a riconoscere sacra ogni attivit e
lo stesso mondo esterno, a pervadere di spiritualit luo-mo e il mondo, a instaurare il regno di Dio sulla terra.Essi includonoi metodi psicagogici sopra accennati, mali informano con un pi alto signicato e li dirigonoa ni
specicamente etico-religiosi.
Se vogliamo usare invece una terminologia scientica e
neutrale, possiamo dire che cos si attua la psicosintesispirituale, che individualmente include il corpo e in ge-nerale tende allunicazione tra vita interna e vita ester-na.
3 - Azione religiosa consociata
La parola religione pu essere ed stata interpretataanche come collegamento interindividuale o sociale trapersone di una stessa fede, o persuasione, e una stessaprassi religiosa.Vi quindi lesigenza di nuove forme di comunit reli-giose adatte agli uomini e ai tempi nuovi.Prima di arrivare a vere e proprie convivenze continua-tive - molto impegnative e ardue da attuare - oppor-tuno fare esperimenti di esercizi religiosi in gruppo edi brevi periodi di vita in comune. Come alcuni degliamici qui presenti sanno, negli anni precedenti lultimaguerra ho fatto insieme ad altri entrambi questi generi
di esperimenti, con risultati - devo dirlo per la verit -molto soddisfacenti.Gli esercizi consistettero in alcune serie di riunioni incui venivano usati dei simboli anagogici di carattereuniversale, o meglio ai quali si poteva dare e si davasignicato universale. In una serie furono adottati i sim-boli del Cavaliere e della Comunit del Graal (e si pot
valersi dellaiuto della suggestiva musica wagneriana);in unaltra serie il tema fu il pellegrinaggio dantescoattraverso tutte le sfere del mondo interno, dai livelli pibassi dellinconscio no ai vertici del supercosciente.
Inoltre ho ideato, ma non ancora sperimentato, una seriedi simboli nuovi nelle loro applicazioni religiose, trattidalla vita a dalla tecnica moderna, quali lautomobilis-ta, laviatore, lesploratore, ecc.Tutto ci pu - e dovrebbe - venir ripreso, esteso e va-riamente sviluppato.Per concludere:
I diversi modi di azione interna a cui stato fatto cen-no costituiscono la preparazione necessaria per fog-giare e potenziare gli individui, i gruppi e, condiamo,
le schiere sempre pi ampie di coloro che - liberati eliberanti da forme assunte - sapranno instaurare unareligione che sia tutta vitale, e una vita che sia tutta re-ligiosa.
Bibliograa e Note
1) August Joseph Gratry -De la connaissance de lme- 1857
2) Questo punto maggiormente sviluppato nel mioscritto Il Mistero dellIo.
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Roberto Assagioli
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Dalla rivista tedesca Der Weg zur Vollendung, Quaderno 28 - Luglio 1939
ROBERTO ASSAGIOLISECONDO IL CONTE KEYSERLING
Il conte Hermann Keyserling ha potuto, ancora una volta, trascorrere il periodo daAprile a Giugno allAlbergoPiccolodi Portono, presso Genova, uno dei miglioriluoghi, secondo il suo parere, per la molteplicit delle sue bellezze.L ha incontrato per parecchi giorni il primo psicoterapeuta italiano, il Dottore
Roberto Assagioli (Indirizzo: Roma, Via Eufemiano 9 [Aventino]), col quale, da
decenni, in contatto epistolare. Nel corso di questanno, Assagioli, nella sua attivitsulla Psicosintesi (in alternativa alla Psicoanalisi) si ora avvicinato, pi di ogni
altro in Europa, sia nei suoi obiettivi che nella sua pratica, al conte Keyserling percome, infatti, lo conosce e lo comprende come pochi.Come psicologo del profondo, per molti aspetti, andato, nelle sue conoscenze, benoltre a Jung.Il conte Keyserling, in questa occasione, intende raccomandare a tutti coloro chein Italia vogliono continuare a lavorare nel nostro senso, oppure nella modalit
psicoterapeutica o nella trattazione delle problematiche dellanima o dellimpulsospirituale, di mettersi in contatto, facendo riferimento a lui, col Dott. Assagioli, che
possiede il Carisma del Guaritore, considerato poi anche il fatto che egli ha unottimapadronanza pure del tedesco, del francese e dellinglese.
(traduzione a cura di Maria Vittoria Serpini)
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INCONTRO - DIBATTITO SUL S
Una riessione teorica in preparazione
dei Congressi Internazionali 2015 a Montreal e 2016 a Taormina
I
Io
Campo
della
Coscienza
e Volont
Inconscio Inferiore
Inconscio Medio
Il 27 marzo, come annunciato nel precedente numero diquesta rivista, presso la sede dellIstituto di Firenze si svolto ilIncontro - Dibattito sul S per riettere in-sieme sulla scelta effettuata da alcuni parti della culturapsicosintetica internazionale di togliere il simbolo delS dallOvoide assagioliano. Ritenevamo necessario
ragionare insieme per dare una risposta culturalmente
attenta ad una questione che ci sembra importante, siasul piano teorico che simbolico. Il dibattito stato am-pio ed approfondito e, nelle pagine successive, pubbli-chiamo le relazioni di apertura. Il passo successivo sardi elaborare una o pi relazioni da portare al CongressoInternazionale del 2016 che si terr a Taormina.
A questo ne si intende mantenere aperto il dibattito
a tutti coloro che vorranno parteciparvi, inviando allasede della rivista le proprie riessioni in merito allar-gomento delineato, quale commento o risposta a quan-to affermato nelle relazioni pubblicate.
Prima del Congresso di Taormina vorremmo dar for-ma ad un piccolo, ma riteniamo importante fascicolosullargomento, contenente sia le relazioni che tutti icommenti, riessioni, opinioni che ci giungeranno.
Ringraziamo per lattenzione e rimaniamo in attesa diuna vostra preziosa risposta.
Contributi:
A. Alberti - G. Y. Dattilo - C. Fani - P. Ferrucci - F. Leoni - P. Marinelli - L. Ramorino - M. RosselliInoltre S. Guarino - G. Russo - A. Bocconi
Superconscious
Collective
Unconscious
Basic
Unconscious
Middle Unconscious
Fieldof awareness
Il criterio evolutivoAlberto Alberti
Siamo in un universo imperfetto,su un pianeta imperfetto,in unumanit imperfetta.(1)
Roberto Assagioli
La sopracitata affermazione di Assa-gioli, che pone limperfezione comesituazione basilare dellesistenza,
merita di essere analizzata. Essa im-plica una perfettibilit della condi-zione umana, una visione drammati-ca della vita, ed un criterio evolutivo.La vita una continua lotta tra lamolteplicit e lunit, il cui progettonale la composizione della mol-teplicit in ununit armonica. Talemta viene perseguita attraverso uncammino che procede dalla separa-tivit allunione, dalla parte al tutto,
dalla disarmonia allarmonia, dalcaos alla sintesi, dallodio allamo-re.Questo movimento verso la sintesi,scrive Assagioli, non riguarda sol-tanto il singolo individuo, ma ogniforma di vita, e lunit non un pun-to di partenza, ma una mta, e quindiuna conquista:La vita universale stessa si rivela
come una lotta tra la molteplicit e
Inconscio Superiore
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lunit, come un travaglio ed una-spirazione verso lunione.(2)
Lunit [] lalto premio di unalunga opera: opera faticosa, ma ma-gnica, varia, affascinante, feconda
per noi e per gli altri, ancor prima diessere ultimata.(3)
Unopera faticosa quindi, ma allo
stesso tempo bella e affascinante, alcui compimento e attuazione parte-cipa (volente o nolente) ogni formadi esistenza: dal singolo individuoallumanit, no a tutto il pianeta, ilsistema solare, le galassie, luniver-so, il cosmo intero.Il S(4)rappresenta sia il punto idealedi arrivo (S ideale totale) sia, allostesso tempo, il livello raggiunto direalizzazione (S reale quasi tota-
leo S incompleto). Questo S realepu essere considerato come costitu-ito da due facce o aspetti: una parte(universale) situata ed appartenentealla dimensione dellessere, le cuicaratteristiche sono la stabilit, im-mobilit, permanenza, innitezza edeternit (S trascendente); ed unal-tra (individuale) che ha il compitodi proiettarsi ed immergersi nelladimensione del divenire, nella molte-
plicit energetica della personalit, le
cui caratteristiche sono la relativit ela provvisoriet, la mutevolezza e latrasformazione (S immanente).Il dramma cosmico deve essere
considerato come incompleto e in-compiuto e quindi tuttora in corso:il progetto ideale di unit, unione,armonia, sintesi, totalit deve anco-ra essere ultimato. Il S invia un suoriesso, una sua particella nel campodellesistenza (traendola dalla parteincompleta e incompiuta di s) perfare esperienze nella materia, al ne
appunto di completarsi.La particella di essere (padre-spi-
rito) si unisce con una particella di
divenire (madre-materia) e come
un seme gettato nella terra la fecon-
da e d origine ad una nuova vita
(glio-coscienza-sentimento). Que-
sta nuova vita altro non che una
particella di anima recuperata nel
campo dellesistenza: questa la-
nima immanente, colta nel punto disintesi tra spirito e materia, essere
e divenire.
Lanima immanente non un qual-cosa di astratto, lontano e irraggiun-gibile, ma lesperienza diretta di unmomento-anima vivo, animato evitale che si manifesta nei momentimagici dincanto,dipoesia e di com-mozione del quotidiano.Ci accade ogni volta che si realizza
un incontro tra un Io e un Tu; quandosi fa unesperienza dibellezza, e la sicoglie in un volto, in una forma, inunopera darte, nella natura; quando
si sperimentagioia, amore,compas-sione; ogni volta che c dialogo divita intimatra le persone; quando cispirazione e creativit; quando sicrede in un idealee si cerca di per-seguirlo; ogni volta che i sentimentiuiscono liberamente e trovano libe-ra condivisione; quando si manifestaquella che Maeterlink chiamava la
bont invisibile ed avviene un ab-bracciamento di anime.(5)
DOV IL S?
Se si vuole veramente sapere checosa il S, bisogna andare a trovar-lo a casa sua.(6)
Roberto Assagioli
La sua presenza indubbia ed io la
sentoin ogni ore e in ogni spiga alvento.(7)
J. O. Wallin
Va detto prima di tutto che un dia-gramma, un simbolo non la verit, larealt, ma un modo analogico per rap-presentarne una parte.Assagioli rappresenta il S come unastella e la pone in alto sulla cimadellovoide, per indicarne e rappresen-tarne un aspetto: la dimensione evolu-
tiva. Egli utilizza la metafora del bassoe dellalto, dellinferiore e del superio-re, appunto per indicare un percorso dicrescita e maturazione, simile a quello
Fig. 1
1. Inconscio inferiore
2. Inconscio medio
3. Inconscio superiore o supercosciente
4. Campo della coscienza
5. Io cosciente (centralit: coraggio)
6. S transpersonale (individuale e universale) (gioia)
7. Inconscio collettivo
8. Linea di collegamento Io-S: braccioverticale dellumilt
9. Linea di collegamento Io-Altri: braccio orizzontaledellamore
10. Linee di proiezione nellinconscio inferiore: radici
(fducia)
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2
3 8
79
6
4
5
10
7
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che avviene nellessere umano (bam-bino, adolescente, adulto).(8)
Per fondamentale tener presenteche lalto e il basso sono solo simboli,analogie, per rendere i concetti com-prensibili a noi, che siamo immersinella dimensione della personalit edellesistenza umana.In realt nella dimensione interiore
non esistono lo spazio e le distanze,non esistono i luoghi cos come liconosciamo nel piano sico. Levolu-zione della coscienza segue un per-corso circolare e globale, ed ha comemta la totalit.Inoltre Assagioli, per rappresentare ilprocesso evolutivo, non utilizza sololanalogia dellalto. Si serve di ben15 gruppi di simboli dinamici del S edel supercosciente, dei quali solo uno
lascesa, il salire alla cima delles-sere (simbolo della montagna).Egli fa uso anche del simbolo delladiscesa o approfondimento, cio loscendere al fondo di noi stessi, alleradici dellessere (simbolo del fon-do, delle radici). Allo stesso modola Mreparlava dellanima come unqualcosa di dolce e immobile, che sipu cogliere scendendo in profondi-t.Inoltre sempre Assagioli indica e de-
scrive lanalogia dellinterioramento,cio landare dalla periferia al centrodi noi stessi, dallesterno allinterno,al centro dellessere (simbolo dellasfera).Utilizza poi anche il simbolo oppostodellallargamento, dellespansione,il muoversi dallinterno allesterno,dal dentro al fuori, quindi dallIo ver-so il Tu, gli altri, il mondo.
Se pertanto cerchiamo di conoscereil S e di sapere dove si trova, guar-
dandolo con gli occhi della nostra
personalit e dalla nostra condizio-
ne esistenziale, possiamo coglierne
di volta in volta solo una parte, una
faccettatura. Possiamo cio veder-
lo come posto in alto, ma anche in
basso, oppure anche allinterno nel
centro, o ancora anche in largo, in
orizzontale nel punto dincontro
con gli altri.
Ma, come ci dice Assagioli, la cosa
fondamentale riuscire ad entrarenella casa del S, nel suo habitat, perpoterlo conoscere veramente. E qual la casa del S?Possiamo considerare la casa del Scome uno spazio-tempo di silenzio.Il S e c ovunque c silenzio. dunque ubiquitario: pu essere visto,percepito, colto, quando si realizza il
silenzio di tutto ci che il S non .Ma bene tener presente che anche ilnon-S, anche patologie gravi comele psicosi possono attecchire e mani-festarsi nel silenzio. Ci pu avveni-re, quando abbiamo a che fare con unsilenzio morto, senza vita, inanimato,quando il silenzio solo vuoto, non es-sere, baratro, voragine del nulla.La casa del S ilsilenzio vivo, pre-sente, animato, abitato dallo spirito
del silenzio. Assagioli ci dice che ilsilenzio unentit vivente(9), che hauna sua voce, un suo sofo vitale. Ilsilenzio vivo alito sacro, sofo divita e damore. Questo habitat vivodel S si realizza, si compone, in ognimomento ed in ogni luogo, ogni qual-volta c sintonia con tutto ci che vita, quando c dialogo e incontro dianime, quando c relazione viva e vi-tale, quando c intimit e libera con-divisione dei sentimenti.
COME SI MANIFESTA IL SNELLESISTENZA?TEORIA DELLAINCOMPLETEZZA OINCOMPIUTEZZA DELLANIMA
(possiamo solo vagamente intuire)il ne supremo del grande dramma
cosmico [] immaginando dei grandicentri spirituali capaci di estendere
indenitamente la loro coscienza,senza per perdere il senso e i poteridella propria individualit.(10)
Roberto Assagioli
Il S persegue un progetto. Ognipro-getto-S un progetto di individuazio-ne e di totalit. Ci vale per il cosmoe per il singolo individuo. La mta il raggiungimento dellarmonia, in cuiogni particella di vita non si fonde neltutto, ma permane, mantiene la sua in-dividualit, e partecipa alla composi-zione dellinsieme.
La psicosintesi adotta un criterio evo-lutivo: ci signica che ogni cosa,vivente e non, segue un percorso dicrescita e maturazione; vuol dire an-che riconoscere che ilpunto omega(11)non ancora raggiunto. La totalit non completa e lindividuazione non pienamente riconosciuta. Non solopertanto il progetto umano, ma anche
quello cosmico devono essere consi-derati come progetti incompiuti, chenecessitano di essere ultimati.A livello umano, il S quasi totale(cio ancora incompleto e non ancorapienamente individuato) invia nelle-sistenza un suo raggio o riesso ilsuo piccolo Avatar individuale perrecuperare particelle di anima perduteo ancora mancanti, rimaste in formaincompiuta ed allo stato potenziale
nella dimensione materiale.Possiamo, partendo da queste conside-razioni, ipotizzare quella che possiamochiamare teoria dellincompletezza oincompiutezza dellanima. Secondoquesta ipotesi il S non ha ancora rag-giunto la sua piena maturazione. Il Snon totale, ma quasi totale. Ogniriesso o raggio individuale ha in sunprogetto genetico-spirituale. Ha uncompito, una missione, una vocazione.Il compito di ciascuno quello di re-
cuperare una parte di anima, per com-pletare ilpuzzle del proprio S totale.Nel tempio del silenziopossiamo tro-vare o ri-trovare il S o anima: compi-to di ciascun essere umano individuale quello, come il buon pastore, di an-dare a ricercare quella parte di animasmarrita, persa per strada, riconoscen-dola in tutti i momenti-animadellesi-stenza.Si ricercano pezzi di anima, racco-
gliendoli via via nel corso delle espe-rienze della nostra esistenza indivi-duale. Ogni volta che realizziamo ilsilenzio, si viene a formare unapossi-bile casa del S, nel cui ambito posso-no avvenire momenti sacridi contattocon la propria anima e dincontro trale anime.Nei momenti-S possiamo fare espe-rienza dellanima, riconoscendolacome centro di noi stessi (Io), comevetta e apice, come fondoo radici, ocomepunto dincontro con laltro (Io-Tu).
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Questi momenti sacri di contatto conla propria anima e con tutto ci che anima intorno a noi costellano ilcammino esistenziale umano e ne il-luminano il sentiero, costituendo deiveri e propri punti di riferimento, checi aiutano a non smarrirci.Per indicare gracamente lanimanella sua dimensione di immanenza
ci sembra pi corrispondente rappre-sentarla non come una singola stellaposta in alto, ma come una costella-zione, un insieme vario e molteplicedi scintillii, che illuminano i vari trat-ti percorribili nel quotidiano.(12)
Lanima ci appare allora come un
sentiero, un flo di relazione, una
rete, una vera e propria tela delle-
sistenza umana individuale, che non
statica, ma viva, vitale e dinami-ca: si approfondisce e si radica, si
accentra, si allarga verso gli altri e
il mondo, sale verso lalto, si pro-
tende verso la vita universale
(Fig. 1).(13)
Questa tela dellanima poggia sulsentimento di libert, ed costellatadi sentimenti spirituali, che per loronatura sono liberi e ricercano liberacondivisione. Lumilt forse il sen-
timento umano per eccellenza: ci fasentire umani, al nostro posto nelmondo, ci d il senso delle giuste pro-porzioni, ci fa accettare insieme sia inostri limiti che le nostre potenzialit,e dischiude la porta di tutti isentimen-ti dellanima (innocenza, speranza, -ducia, coraggio, amore, compassione,gioia, bellezza).Questo , a mio avviso, il giusto mododi intendere la dimensione transper-
sonale, cio come un andare oltre ilpersonale con varie modalit e dire-zioni: verso lalto, verso ilfondo, ver-so il centro, verso gli altri e verso ilmondo.
Concludendo lanima umana imper-fetta o comunque incompiuta. Essainvia un suo raggio, un suo riessonellesistenza individuale, per fareesperienze nella vita, cogliere i mo-menti anima e poi riportarli su al Squasi totale, al ne di un suo gra-duale arricchimento e completamento.
Voglio terminare questa relazione,formulando e lasciando aperte alcu-ne domande e interrogativi. Non sarproprio in questa eterna incompiu-tezzache si cela e si rivela il misterodel S o anima? Non sar proprio nelpunto di sospensione ed allo stessotempo di tensione vitale tra ci checi limita e ci trattiene, ma anche ci
delinea, e ci che si protende oltreverso linnito e leterno, ma ancheci disperde, insomma in questo es-sere perpetuamente incompiuti, chepossiamo cogliere la vibrazione disentimento dellanima? Non sar cheilne vero non possa n debba maiessere il compimento, che sarebbelane di tutto? Non potrebbe essereche il S o anima Vita viva, quindicontinuo movimento e trasformazio-
ne, incessante dialettica tra essere edivenire?
Bibliograa / Note
1) Assagioli R., in Caldironi B.,Luomo a tre dimensioni. Col-loqui con Roberto Assagioli(1967-1971), p. 25, ed. Girasole,Ravenna 2004.
2) Assagioli R. (1965),Principi e
Metodi della Psicosintesi Tera-peutica, ed. Astrolabio, p. 37,Roma 1973.
3) Assagioli R. (1966),Psicosinte-si. Armonia della vita, ed. Medi-terranee, p. 22, Roma 1971.
4) Da intendersi non solo come Sindividuale umano, ma in tuttele sue forme e d modalit diancoraggio no al S universalee cosmico.
5) Maeterlink M. (1896),Il tesorodegli umili, ed. Enrico Voghera,Roma 1930.
6) Da unintervista a Roberto Assa-gioli, a cura di Alberto Alberti,Firenze 1973.
7) Da una poesia di J. O. Wallin,che il regista Ingmar Bergmanfa recitare al protagonista delsuo lmIl posto delle fragole(Svezia, 1957).
8) Lovoide rappresenta anche unaltro criterio importante: quellodellinseminazione, della con-
cezione, dellafecondit, dellagestazionee poi della nascitao ri-nascita. Il S come unbimbo che nasce, e che poi potrcrescere e svilupparsi. Tale na-scita preceduta e determinatadallincontro dello spirito con lamateria, del maschile col femmi-nile (nozze alchemiche).
9) Assagioli R.,Larte e la tecni-ca del silenzio, in Assagioli R.,Dalla coppia allumanit. Intro-duzione alla psicosintesi inter-individuale(a cura di AlbertoAlberti), ed. LUOMO, pp. 225-226, Firenze 2011.
10) Assagioli R., cit. in La Sala BatA. M.,Il S e i suoi strumenti diespressione, ed. Armonia e Sin-tesi, p. 9, Roma 2000.
11) Teilhard de Chardin P. (1955),Ilfenomeno umano, ed. Mondado-ri, Milano 1990.
12) Cfr. Alberti A.,Psicosintesi. Unacura per lanima, ed. LUOMO,pp.165-180, Firenze 2008.
13) Ho proposto e descritto per laprima volta questo schema revi-sionato dellovoide assagiolianonel mio libroLuomo che soffre,luomo che cura, ed. Pagnini,Firenze 1997.
Altezze e profonditdel SGianni Yoav Dattilo
1. Il S tra psiche e spirito
Nella teoria e pratica psicosintetica
tradizionalmente posta lenfasi suuna chiara e netta distinzione tra lapsicosintesi personale e la psicosin-tesi transpersonaleUna personalit integrata certa-mente la base per ogni ulteriore svi-luppo psico-spirituale ma, nella miaesperienza personale e professionale,la luce del S risplende talvolta neiluoghi e nei tempi pi oscuri. Possia-mo ricordare come Assagioli apprez-zasse lespressione mistica notteoscura dellanima e mi risuonanomolto le riessioni di Tom Yeomans
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su La Luce Oscura dellAnima.Assagioli che dagli inizi dellasua ricerca esplor accuratamen-te LAutorealizzazione e i DisturbiPsichici, distinguendo tra disturbimeramente clinici e disturbi corre-lati alla spiritualit, era in realt so-
prattutto interessato alle altezze dellapsiche; usando la sua terminologia
era pi incline alla supra-versioneche alla sub-versione.Sebbene lombra non venga spesso
direttamente trattata in psicosintesi,siamo ben consapevoli che talvoltala discesa agli inferi sia un passoevolutivo necessario.Secondo un famoso detto chassidi-co la discesa in funzione della-scesa (yerid tzorech aly inebraico) e troviamo unidea similein molte altre tradizioni, La DivinaCommedia di Dante ad esempio se-
condo Assagioli potrebbe essere pa-ragonata al percorso psicosintetico,e Bonnie e Richard Schaub hanno
ben esplorato il Sentiero di Dante.Tom Yeomans evidenzia in profondi-t limportanza del principio delladiscesa e spiega che senza oscuri-t rimaniamo semplice luce, senzaprofondit e dimensione, neghiamogli aspetti distruttivi delloscurit chesono in noi, e nello stesso tempo per-diamo gli aspetti creativi necessariper una vita piena sulla terra.Una prospettiva interessante sulla
distinzione tra correnti ascendenti ediscendenti nella psicologia transper-sonale si trova in Daniels, Shadow,Self, Spirit, sebbene questautoresembri trascurare completamente ladimensione discendente in psicosin-tesi, scrivendo semplicemente che Assagioli parla dinconscio superio-re e di S superiore senza minima-
mente prendere in considerazione alriguardo la complessit multidimen-sionale della psicosintesi e la visio-ne di Assagioli della psicoanalisicome primo e necessario stadiodella psicosintesi.Assagioli era apertamente inte-ressato alle altezze della psiche;lannunciato libro, purtroppo maipubblicato, aveva un titolo cer-to non ambiguo, Psicologia delle
Altezze e il S, NellIntroduzione,citata da Besner in una nota intervi-sta nellaprile 1974, Assagioli spie-ga le comuni resistenze verso leparole alto e altezze, cui spes-so sono inopportunamente associa-ti atteggiamenti moralistici. La sua
enfasi sulla psicologia dellaltez-za , come in Maslow, un modo dicontrobilanciare la psicologia delprofondo e la sua eccessiva foca-lizzazione sulla patologizzazione
e sulla via discendente. Ma i tem-pi sono mutati e ora persino la psi-coanalisi freudiana ha scoperto ladimensione spirituale. Un interes-sante libro di Eigen, The Psychoa-nalytic Mystic, indaga la spiritualite il misticismo allinterno della psi-coanalisi (vedi anche Symington,Emotion and Spirit; e Gargiulo,Psyche, Self and Soul: Rethinking
Psychoanalysis, Self and Spiritua-
lity(2004), e persino il tradizionaleatteggiamento psicoanalitico nega-tivo e patologizzante nei confron-ti della religione profondamentecambiato, come possiamo apprez-zare in una pubblicazione edita daDavid D. Black, Psychoanalysisand Religion in the 21st Century,
London 2006.
Psiche e spirito evocano connes-sione e conitto allo stesso tempo,
probabilmente qualcuno di noi hasperimentato in psicoterapia che i
pazienti sul sentiero spirituale po-trebbero essere molto sospettosiverso la psicologia e la psicotera-pia, temendo che la terapia possainterferire con le loro pratiche spi-rituali e sviarli.Stiamo in questo momento assi-stendo a una rivoluzione spiri-tuale; lo spirito non pu essere pi
connato nelle religioni istituzio-nali o in organizzazioni e gruppinew age alla moda, la ricerca spiri-
tuale dellumanit onnipervasivae la percepiamo in tutti i settori del-la vita, persino nella scienza.Un analista junghiano australiano,David Tacey ha scritto un appassio-nante libro su questo fenomeno, TheSpirituality Revolution (2004), e inun libro pi recente, The DarkeningSpirit, Jung, Spirituality, Religion(2013), Tacey affronta il tema in una
prospettiva pi specicamente psi-cologica, ma purtroppo non sembraneppure essere consapevole dellesi-stenza della psicosintesi.La psicosintesi stata denita (Gi-la e Firman) una psicologia dellospirito o una psicologia con lani-ma (Jean Hardy), secondo Assagio-li transpersonale signica anche
spirituale , ma la psicosintesi non in s un sentiero spirituale, ma una
via neutrale e sana verso di esso.Richard e Bonnie Schaub, in Tran-
spersonal Development (2013),
Gustave Dor - Divina CommediaInferno,Canto XVII - 1861
Gustave Dor - Divina CommediaParadiso, Canto XXXI - 1861
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spiegano la differenza tra i due ter-mini e considerano transpersona-le pi radicato nella nostra effettivanatura e nelle capacit inerenti al-la nostra mente. Infatti andando ol-tre la nostra normale comprensionedi chi siamo, nello stesso tempodiventiamo di pi chi siamo. Tut-tavia nonostante queste distinzioni
gli autori hanno scelto di usare i ter-mini spirituale e transpersonaleintercambiabilmente.
Molly Brown in Growing Whole(2009), p. 36, incoraggia il lettore adandare pi in profondit nei terminiS, Anima, e Spirito, anche in consi-
derazione delle riessioni di Plotkinin Nature and Human Soul, (2008),e effettivamente potremmo assu-mere in psicosintesi un un atteggia-mento verso la natura pi centratosullanima. In una prospettiva diver-sa inPicchi e Valli, in Saggi sul Puer,sulle differenze tra la psicoterapia ela disciplina spirituale, James Hil-lman evidenzia il forte conitto traesse chiaramente dal punto di vistadellanima in guerra con lo spirito;e esprime persino la sua gratitudineverso Maslow per aver reintrodotto
pneuma (spirito) in psicologia, perlo accusa di confondere psiche e spi-rito. Leggere Hillman produce in meun effetto straordinariamente omeo-patico, e allo stesso tempo affasci-nante e disturbante, questautore mitrascina nelle profondit delle valli,ma alla ne, oltre le sue intenzioni,mi innalza verso le vette dello spiri-
to certamente pi di gran parte del-la semplicistica letteratura edicantenew age e self-help.
In questo periodo la psicologia sta
faticando per riscoprire lanima
nel senso pi comunemente accet-
tabile e condivisibile, e introdurre
lo spirito in questo contesto non un compito facile.
Inoltre il termine s fondamenta-le a tale proposito; il sociologo del-le religioni Paul Heelas nel suo libro
The New Age Movement, The Cele-
bration of the Self and the Scraliza-
tion of Modernity (2006) menzionala religione del S, e Christopher
Lash nel suo famoso libro La Cultu-
ra del Narcisismo(1979) esplora la
banalit dellauto-consapevolezza.Da una parte gli psicologi e persino
gli analisti freudiani e i neuro-scienziati mostrano apprezzamen-to per il termine s, e dallaltra
vi sono aree di ricerca in cui que-sta stessa parola percepita comecontroversa.Certamente la dimensione spiritua-le entrata nella zona proibitadella psicologia attraverso Wil-
liam James, Jung, Maslow Frankl,Fromm, May, Wilber, Assagioli e
numerosi altri, ma in questo conte-
sto la psicosintesi svolge un ruolofondamentale.Carl Gustav Jung teorizza il S co-me un archetipo, che tende verso la
completezza; al centro del pro-cesso dindividuazione. Il S non solo il centro, ma anche linteracirconferenza che abbraccia il con-scio e linconscio, ed espressosovente in simboli numinosi rap-presentanti unimmagine divina. InAion, Ricerche sulla Fenomenolo-
gia del S (1951), Jung affronta in
profondit limmagine di Cristo co-me simbolo del S, ma inessibi-le nel distinguere la psicologia dallametasica, insistendo sul fatto che
la sua visione psicologica soltanto
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fenomenologica e non ha nulla ache fare con le verit della teologiae della religione.
Assagioli considera Jung lo psi-cologo pi vicino e pi afne alla
teoria e pratica della psicosinte-si (Jung e la Psicosintesi) e in trelezioni esamina le analogie e le
differenze tra i due approcci. Re-centemente Rosselli e Vanni in Ro-berto Assagioli e Carl Gustav Jung(2014) affrontano in profondit larelazione tra i due autori sia stori-camente sia teoreticamente.
Ma ci che trovo davvero unico inpsicosintesi lesplicita introdu-zione della dimensione spirituale inrelazione armonica e di continuit
con la dimensione meramente psi-cologica attraverso la nozione delS, S Superiore, S Transpersona-le, qualunque termine preferiamo,come unentit ontologica, e nonsemplicemente come una realt psi-cologica. Il riconoscimento del S
Spirituale un assunto di base cheinforma lintera teoria e pratica dellapsicosintesi, anche se non va intesocome un postulato metasico,
Assagioli non discute ovviamente
cosa sia lo spirito nella sua essen-za, egli specicamente afferma noi
consideriamo la parte spirituale al-lo stesso modo di quella materialedelluomo
accettiamo lidea che le pulsioni egli impulsi spirituali siano altret-tanto reali e basilari e fondamentali,come le pulsioni sessuali e aggressi-ve (Psychosynthesis, 1965, p.171,
nelledizione italiana questo punto
meno esplicito). Certamente Assa-gioli non sta imponendo una teoriateologica o metasica in psicologia
ed enfatizza la sua neutralit rispettoalle scelte spirituali e religiose, machiaramente introduce nella vita del-la psiche la considerazione di fatticollegati allo spirito. Egli auspicavauna Scienza del S, delle sue ener-gie e manifestazioni.In Talks on The Self, una conversa-zione con allievi di lingua inglese(ora tradotta in italiano), Assagio-li apertamente parla delS come di
unentit ontologica e la paragona almotore immobile di Aristotele.Secondo Aristotele deve esserci unessere immortale, immutabile, cui in denitiva attribuibile la totalit e
lordine del mondo sensibile (Me-tasica Libro 12).
Assagioli sostiene che siamo esseri
soggettivi, persino le nostre espe-rienze spirituali sono transeunti,sono processi viventi che appar-tengono al mondo del divenire,mentre il S stabile, fermo, per-manente, Puro Essere, ma pa-radossalmente agisce e irradia.
A mio avviso, questo un esplici-to assunto di base losoco, no-nostante lenfasi pragmatistica di
Assagioli, ed epistemologicamen-te corretto. Persino gli approcci piempirici e materialistici si fondanosu analoghi postulati teorici anchese opposti. Ci che pi mi preoc-cupa in psicologia possono esserele premesse, implicite, non dichia-rate e talvolta inconsce in alcuniricercatori.Un tema in auge nella comuni-t psicosintetica contemporanea la collocazione geograca del S
Superiore nel diagramma dellovoi-de, lidea assagioliana del coesisterenel S di immanenza e trascenden-za, approfondita da Gila e Firman,si trova anche in Jung e in numerosiautori in losoa.
Com noto, Gila e Firman hannorevisionato lovoide omettendo dirappresentare il S al suo vertice, e ilS come presenza assente ancora
pi enfatizzato e onnipervasivo.Dal mio punto di vista, la posizionetopograca del S simbolicamen-te e teoricamente molto rilevante,soprattutto se comparata con dia-grammi tradizionali come lalberodella vita kabbalistico, o i differen-ti livelli dellanima nella tradizioneebraica nefesh, ruach e neshamo la mappa dei chakra. Sul rapportotra lalbero della vita e il diagram-ma dellovoide si veda Will Par-tt, Psychosynthesis, The Elementsand Beyond(2003) p. 160 e seguen-
ti, Tresenfeld. Psychosynthesis andKabbalah in Opening Inner Gates(edito da Hoffman) e Kramer, Hid-den Faces of the Soul, 2000.Personalmente ho avuto bellissime
conversazioni con John e Ann Fir-man, in totale accordo sulle moti-vazioni per la revisione dellovoide,ma ho sempre mantenuto il dia-
gramma originario come un manda-la psicosintetico.
2. Ubiquit del S
Clinicamente ed esperienzialmen-te percepisco il S ovunque, ci che
cambia, usando un linguaggio sim-bolico, la frequenza vibratoriadipendente dal livello della sua azio-ne ed espressione. Conseguente-
mente il S non ha lo stesso livello
vibratorio quando irradia nelle areepi oscure dellinconscio inferiore, equando irradia a livelli pi alti, ma sempre l radiante, manifestando se
stesso come puro essere attraver-so le dense nebbie della sofferenzae le gioie della creativit. Sono dac-cordo con Tom Yeomans e altri sul-la complementariet di entrambe ledirezioni verso lalto e verso il bas-so, esse sono entrambe parte del per-corso evolutivo. Se vogliamo andarepi in profondit nella comprensionedella psicosintesi, non dovremmo tra-scurare le radici variegate dellespe-rienza culturale e umana di Assagioli,includendo le losoe e le psicologieorientali e occidentali in uno spirito
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di sintesi che ha animato la sua ricer-ca sin dalle origini.
Vedendo ogni cosa con occhioimparzialeEgli vede il S in tutte le creatureE tutte le creature nel S.Bhagavad-Gita, (VI, 29)
Percependo il S in tuttoE tutto nel SLibero da egoismoE libero da ogni senso del mioSii felice.Stavakra Samhita (XV, 6)
Possiamo notare la continuit tra il s
personale, il S Transpersonale e ilS Universale, essendo il S Viventeun aspetto del S Universale (cfr. As-sagioli, The Act of Will, 1973, p. 89).Assagioli nel menzionato ineditoTalks on The Self, ci invita a celebra-re e proclamare il S, e paradossal-mente afferma che essenzialmentenon possiamo celebrare il S se nonessendo il S. Soltanto dal s perso-nale, la personalit, possiamo cele-brare il S Superiore che anche ilS pi profondo.
Il S Superiore non potr mai esse-re raggiunto evitando le profondi-t della psiche, recidendo le radicidellinconscio per volare in alto, que-sto non potrebbe mai funzionare. Sipotrebbe dire, maggiore la profon-dit, maggiore laltezza. Dopo oltretrentanni di pratica della psicotera-pia imparo ogni giorno che la trasfor-
mazione effettiva avviene sempresotto la supercie, pi profonde leradici, pi alto lalbero.La mia visione dellubiquit del Ssi basa sulla chiara percezione dellasua silenziosa presenza nella totalitdellesperienza umana, includendo la
natura, la bellezza, larte, il mistici-smo e la losoa, la depressione e isintomi psicologici, la malattia e la sa-lute, anche oltre la stretta soggettivit.Parafrasando Joanna Macy, possiamovedere il mondo come un amante eil mondo come un S(The World asLover, The World Self(1991).
Secondo Assagioli non abbiamo il Sma il S ha noi, e su un piano tran-spersonale non esiste pi il mio S o iltuo S, ma solo il S.
Il S ha bisogno di essere radicato,
incarnato in quello che io chiamolo stadio del me, possibilmen-te nel mio vero s, una persona-lit integrata, permeata dal S, suo
canale fondamentale, quindi la ba-se per relazioni interpersonali au-tentiche e per un gioioso e solidaleservizio.
Il S Ubiquo che io suggerisco putenere insieme, nel processo dellapsicosintesi, il S pi alto e il S pi
profondo. Lintegrazione dinamica
personale e transpersonale si realiz-za attraverso il S inteso come Puro
Essere e Unit.
La psicosintesi personale e transper-sonale divengono parti di un tut-to integrato nella loro interazione,e una recettivit del S essenzia-le sin dallinizio del lavoro, ovvia-mente con la consapevolezza deidiversi livelli vibrazionali che pos-siamo incontrare e affrontare.
Conoscendo il S oltre la
comprensione
Sostieni il S con il S.
Bhagavad-Gita (III,42)
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Conseguentemente, non intendo le-sperienza del S come oggetto, che
sarebbe unesperienza di dualit.Lesperienza del S avviene attra-verso il S, come Erlebnis, usandouna parola tedesca che indica le-sperienza soggettiva, vissuta, im-manente. Il termineErlebnis statostudiato soprattutto da loso co-
me Husserl, Dilthey, e Gadamer,e in psicopatologia da Jaspers, masfortunatamente, che io ne sappia iltermine sempre meno usato nellalingua corrente.Il S ovunque come soggettivit
vivente, o come coscienza asogget-tiva, coscienza senza oggetto
per citare Franklin Merrell-Wolf
(1887-1985), un importante, ma
poco conosciuto, losofo americano,
contemporaneo di Assagioli, il cuilibro Experience and Philosophy,consiglierei molto agli psicologi.La coscienza senza un oggetto ,
queste poche semplici parole sin-tetizzano la permanenza e il sen-so di stabilit del puro essere dellacoscienza dellIo-S nella sua in-terazione dinamica con i contenuticangianti e i mutevoli oggetti dellacoscienza.
LOvoide e il SCarla Fani
Cercher di delineare dei punti,sette per lesattezza, su cui mi sonosoffermata a riettere per il nostro
incontro.
Primo punto: la Presenza, oggi, qui
un occasione preziosa quella cheoggi ci fa incontrare. Siamo quiinsieme per un dialogo sul senso,sul signicato attuale della mappa
psicosintetica dellOvoide e le tra-sformazioni che ad esso sono sta-te apportate da amici psicosintetistioltreoceano.Voglio sottolineare limportanza di
questo essere insieme per parlare inprofondit e apertura di cuore di untema a noi caro che ci permette di
toccare il delicato rapporto tra Io eS, tra molteplicit, dualit e Unit.
Secondo punto: il Dialogo, co-
me momento fondamentale per
comprendersi e non per contrap-
porsi pur nella libera espressione
della diversit.
Il nostro intento partecipare adun incontro che non vuole essere lacontrapposizione di differenti po-sizioni, ma piuttosto occasione percomprendere lorigine e le motiva-zioni che hanno portato a modi-care il diagramma assagioliano.Certamente dietro la cancellazionedella stella del S dallovoide non
vi pu essere lidea di abolire ilS, ma pi probabilmente quel-
la di proporre un S in ogni dovedella nostra struttura psichica e co-scienziale, un S che ovunque,
ontologicamente onnipresente.Forse non il segno graco o dove
noi lo disegniamo che davvero haimportanza, ma come noi interpre-tiamo quel segno e in che rapportocon esso ci poniamo.Quante volte luomo per amore diquel S, ha scambiato lamore con
la bramosia oppure con la presun-zione di conoscere lunica via al Se, insuperbendosi, si da esso, al-lontanato, perdendo il dialogo e lacapacit relazionale ? Numerosevolte.Si, perch in nome di quel S, nella
convinzione di agire in suo nomee per eccessi di idealismo, luo-mo si proclamato guru, gerar-ca di una gerarchia personale, nonaccorgendosi di agire tramite una
subpersonalit, convinto di esse-re nel S e purtroppo divenendoagente di un falso s.
Mi sovviene Krishnamurti quando,insofferente delletichetta messia-nica assegnatagli da altri, mandaallaria un progetto di anni fatto sudi lui dalla Societ Teosoca e par-ler del grande valore della libertinteriore.Dunque non uno sguardo in su-
percie che ci aiuta a cogliere il
senso di questa operazione chi-rurgica fatta sullOvoide , ma
uno sguardo che ne va a ricerca-re le motivazioni profonde, che
possono aiutarci a comprendere equindi a incontrarci ad un differen-te livello della coscienza.Dunque, comprendersi e noncontrapporsi.La contrapposizione gene-ra opposizione, separativit e
isolamento-solitudine-rabbia.Ecco allora che amarsi compren-dersi, creare e favorire la relazio-ne per cui possiamo incontrarcicon la gioia ma anche con il doloredellaltro.
Terzo punto: la Profondit
Il S non un Idolo.
Per solito gli idoli stanno su un pie-
distallo, un p sopra, in distanza.Disegnare la stella del S in altonellOvoide non indica una gerar-chia formale, ma indica una dire-zione gracamente espressa come l
Alto. La stella del S non distacca-ta dallOvoide ma in contatto stretto
con esso, radiosa verso la struttu-ra psichica e umana, aperta verso ilcollettivo, e altrettanto radiosa versoil Cosmo o Principio Universale.
Se capovolgo la mappa dellOvoide
forse che esso non pi vero?Se capovolgo la mappa classicadellOvoide psicosintetico colgo
una nuova dimensione: la pro-fon-dit, ossia pro ( = a favore ) di ciche si va a vedere, a esplorare no
in fondo.Tanto in alto quanto in basso unaespressione che ben calza con questogesto di capovolgere la mappa e co-glierne signicati nuovi.
Non ci pu essere crescita ver-ticale, ossia verso i contenuti delsupercosciente, che non abbraccilorizzontalit, ossia i propri simili,ma non solo, anche gli altri regni dinatura.Mi sovviene una persona dotata diuna bella voce usata a livello profes-sionale che andava in supervisioneda una nota cantante lirica la qualeun giorno osserv che era inutile cheegli spingesse in alto la voce tentan-do di stravolgere la vera natura dibaritono, e che se anche egli fosse
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stato un tenore non avrebbe avutosenso spingere il suono in alto senzaaverne sperimentato e conosciuto laprofondit. Impossibile amico mio- disse la nota cantante - entrambe ledimensioni vanno esplorate.Tanto in alto quanto in basso.
Quarto punto: lArmonia
Andare nella Profondit di noi stes-si, delle motivazioni che ci spingonoverso o contro qualcosa o qualcunoci permette di vedere i tanti calei-doscopici pezzetti di una possibileunit.
Nella ricerca di quella Unit noiprocediamo per sintesi progressi-ve, eseguendo un lavoro interno che
porta allarmonia.
Dunque larmonia un processo di-namico, una creazione continua gui-data dalla volont, ossia da un volereche si muove da un punto volente,che vuole.Lessere umano che aspira a vivere edare armonia ha da fare una rivolu-zione dallinterno e non dallesterno.
Quinto punto: lio che vuole
Provo a ricapitolare i passaggi n
qui svolti: mi sono allontanato da Mestesso, forse a causa di una Subper-sonalit che si credeva il S o di unFalso S.Ho sofferto e forse ho generatosofferenza.
Non voglio pi vivere separato, vo-glio ritrovare i semi di una relazione
perduta. Voglio riconciliarmi.Dunque scelgo il dialogo, comin-ciando dalle mie parti interne, non la
contrapposizione.Il dolore mi fa scendere in profondi-t, mi costringe a guardarmi dentro,dove ritrovo tanti frammenti spar-si di me, proprio come il vaso dellatradizione sapienziale che, desidero-so di riempirsi di luminosa acqua, vain frantumi.Ricompongo i frammenti di quel vaso-me stesso in unopera mera-vigliosa di armonizzazione, comein quella splendida arte nipponicadel Raku. Ossia con il sangue del
mio dolore e con loro della luce
dellAnima ricompongo una Unit.La mia, la nostra unit.
Dove ho trovato la forza, lenergia,lamore di far incontrare di nuovosangue e luce ? Spirito e materia ?Le ho trovate in un piccolo punto
di me, un punto dove mi percepi-sco e mi vivo integro e libero, lIopersonale.
Dove sento e vivo il pulsare della vi-ta sincera.Sappiamo che quel punto, il no-stro Io, cresce in consapevolezza, amore.Acquisiamo conoscenza non solocon la mente razionale, ma perchviviamo, sperimentiamo. Se lIo per-sonale ha la possibilit di crescere inconsapevolezza, esso ha una propul-sione dinamica, dunque non sem-
pre uguale a se stesso. Qualcosa lonutre, lo aiuta in quella crescita. Per-ci intuisco che Io come identit per-sonale non sono ancora nel mio Stranspersonale, di cui percepisco laluce riessa.Siamo un punto di pura consapevo-lezza e tale purezza si fa di et in et
pi limpida, permettendo di ricono-scerci, umilmente e con gioia, in unS pi grande.
Sesto punto: il S
In questo profondo riconoscimentoc gioia poich tutto il processo cu-stodito nel Cuore.Un saggio Maestro ha scrittoC solo unAristocrazia, quella delCuore, una sola Democrazia, quelladellAccordo, un solo nuovo ordine,quello della Compartecipazione, unasola Cultura, quella che sa svelare la
Bellezza della Sintesi
Settimo punto: la relazione che cura
Noi certamente possiamo modicarelo schema graco della mappa dello-voide, perch no ?Per se ci riferiamo alla Psicosintesicome modello assagioliano origina-le possiamo mantenere lovoide co-me Assagioli lo ha disegnato e nonper un formale ossequio al Maestro,ma poich ne condividiamo il sensoprofondo.
Daltra parte comprendiamo di cuo-re le motivazioni che hanno porta-to altri psicosintetisti oltreoceano amodicare tale mappa e ad essi, poi-ch siamo nel punto del cuore, non cicontrapponiamo.Una riessione semplice:Un ovoide con al centro lIo senzaaltri riferimenti pu contribuire a
confondermi a smarrirmi.Se lIo ha una sua intrinseca mute-volezza, rappresentando uno sta-to coscienziale che muta, cresce, siespande, in una mappa con solo que-sto punto al centro, sono portata ariconoscermi in tale mutevolezza eforse anche a scambiare di nuovolIo personale per il S. A illudermi
e poi a soffrire ancora a motivo dici.
Ma se riconosco nel Principio Sin-tetico e Universale la sovranitdelle emanazioni, me compreso ov-viamente, io mi sento e mi vivo co-me un ponte che unisce il particolaree quindi anche lIo personale allU-niversale e questa del ponte unafunzione e non un ne.
A motivo di ci io posso gioire emantenere uno sguardo di meravi-glia e stupore che rischio di perderese scambio lIo per il S.
Credo che nel rispetto di differen-ti scelte, mantenere il segno gra-co che indica la relazione, possibilese lasciamo lIo al centro e la stelladel S in alto con la linea tratteggia-ta che li unisce e indica dialogo, re-lazione, noi diamo segno e sostanzaad un simbolo di cura e di amore.
Sei uno zeroPiero Ferrucci
Agli inizi del secolo scorso RobertoAssagioli ha costruito il sistema diautoformazione, educazione e psico-terapia noto come psicosintesi, ba-sandolo interamente sul principio cheal centro del nostro essere un pun-to senza dimensioni, il silenzio dellamente. Il nostro vero S, individua-le e universale allo stesso tempo,autocoscienza senza forma e senza
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tempo. Il nucleo di noi stessi vuo-to. Scava scava, e alla ne scopri chesei zero.A questo sorprendente risultato non arrivato solo Assagioli, ma anche
persone e tradizioni di tutto rispettoin Oriente come in Occidente hannofatto un percorso simile al suo. As-sagioli ha riaffermato questo model-
lo e lo ha importato nella psicologia.Il S una realt di cui non siamo disolito coscienti. La nostra coscien-za, lungi dallessere allo stato puro,si perde di solito in milioni di con-tenuti. E come il dio greco Proteo,capace di assumere tutte le forme
possibili. Da un momento allaltrola nostra coscienza pu diventare ildesiderio di uno smartphone nuovomodello, un fastidioso dolore alla
cervicale, un sentimento di euforia,lidea del teorema di Weierstrass, lagioia di ascoltare una fantasia di Mo-zart, o il bisogno incontenibile di un
bombolone alla crema. Il punto cen-trale da capire che noi non siamoalcuna di queste o trilioni di altreesperienze, ma siamo chi ha questeesperienze. La graduale realizzazio-ne di questo fatto fondamentale purivoluzionare la nostra vita. La stra-da che conduce al S incomincia
con una riorganizzazione del nostropunto di vista, che nella psicosintesi chiamata disidenticazione.
Illustriamo questo processo conuna storia orientale: alcuni ladri siintroducono nottetempo in un giar-dino per poter accedere a una riccavilla. A un certo punto pare loro chenelloscurit ci sia un uomo. Nonlo vedono bene, perch buio. Uno
dei ladri, il pi audace, si avvicina,e si accorge che luomo in real-t uno spaventapasseri, e non cnulla da temere. Allora chiama glialtri, i quali non sono del tutto con-vinti, e hanno paura. Poi si rendono
conto che erano vittima di una falsapercezione, e si tranquillizzano an-che loro (ci che hanno fatto in se-guito non ci interessa).Secondo la losoa indiana del Ve-danta noi siamo un po come queiladri: ci lasciamo spaventare ocoinvolgere da entit illusorie. E
tutta fatica sprecata. Se le esami-nassimo con pi attenzione non cilasceremmo abbindolare. Non cproprio da avere paura.La disidenticazione tutta qui.
Consiste nel guardare emozio-ni, pensieri, sensazioni, desiderie ruoli con un occhio diverso, pioggettivo.
Consiste nel non lasciarci vivere eagire da questi elementi, ma crea-re una distanza, collocandoci in unpunto di osservazione pi tranquilloe obiettivo. Questo punto di osserva-zione il S. User in tutto questo
scritto il termine S per indicare
tanto il S transpersonale quanto il
s personale o io. Secondo Assagio-li il S uno solo. In vari momen-ti della nostra vita siamo capaci di
averne una consapevolezza appenaaccennata (s personale), e poi viavia sempre pi forte e chiara (S
transpersonale).Il S pura coscienza senza conte-nuto: quindi al di l della cultura.E ci che noi siamo, una volta spo-gliati di qualsiasi attributo o forma.Come dice lo Zen, il nostro volto
prima di nascere. Il superconscio in-vece pieno di contenuti.Quando noi abbiamo il lampo di
unintuizione, quando proviamo lasensazione di essere tuttuno con lanatura, lestasi della musica, la co-munione con unaltra persona, lapercezione dellamor che moveil sole e laltre stelle, o mille altreesperienze che arricchiscono di gio-ia e di signicato la nostra vita, e
che ci trasportano al di l della no-stra sfera individuale, abbiamo une-sperienza del superconscio.
Il superconscio non il S. Si po-trebbe considerare una sua emana-zione. Il S vuoto, silenzio, zero.
Il superconscio forma, contenuto,azione. Il superconscio in modomaggiore o minore inuenzato dalla
cultura da cui si genera, il S al di
fuori della cultura. Il superconscio una porta che si apre e si chiude, ilS il cardine attorno a cui la porta
ruota, sempre immobile.Mentre Assagioli poneva il S al
culmine dellovoide, in posizione
chiaramente superiore al resto dellapersonalit umana, alcuni suoi allie-vi propongono di toglierlo dal tronoe immaginarlo come presente in tut-to il diagramma. Qui bisogna fareuna premessa: la mappa non il ter-ritorio. Ogni rappresentazione gra-ca della nostra complessit interiore per principio incompleta e pu an-
che essere fuorviante. Inoltre, nonbisogna dimenticare il fattore auto-biograco. Ogni diagramma di que-sta portata riette la vita di chi lha
creato. Assagioli era amante dellemontagne. Da bambino era gracile,e suo padre lo portava spesso a fa-re lunghe passeggiate sulle Alpi. Per
lui lascesa era un atto di volont eun simbolo di conquista di s e su-peramento delle proprie debolezze.
La verticalit era un tema fonda-mentale della sua vita e del suo pen-siero. John Firman, come vari dinoi, era di una generazione che ve-deva con sospetto ogni gerarchia.Per questo la posizione del S alla
sommit dellovoide non lo convin-ceva. Voleva un S pi democratico
e ugualitario, pi in linea con la mo-dernit. Pi immanente nel corpo e
nelle vicende umane.Bisogna aggiungere che ci sono
buone ragioni per cui giusto cheil S venga rappresentato in al-to. Anzitutto perch pi legge-ro.Nel momento in cui ci liberiamodella zavorra costituita da tutto ciche crediamo di essere, siamo libe-ri e leggeri, e saliamo, come Dante,il quale, dopo aver scalato il montedel Purgatorio ed essersi liberato daricordi e blocchi che lo appesantiva-no, si sente pronto a salire alle stelle
e si trova immediatamente in Para-diso, perch quella la vera naturasua e nostra. Inoltre dallalto si hauna prospettiva pi ampia e serena.Si guarda pi lontano, con maggio-re distacco e serenit, quindi con pisaggezza. Inne lalto il posto delcomando.
Non tutti gli elementi di una perso-nalit armoniosa hanno lo stesso po-tere decisionale. Insomma il S ilcapo. Il S volont. Non il dit-tatore. Non un boss irragionevole.Ma un abile direttore dorchestra con
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la visione panoramica del pezzo daeseguire. Per tutte queste ragioni so-no pi dellidea di lasciare il S incima, ma non escluderei affatto altregurazioni, le quali ci ricordano ul-teriori possibili prospettive.Per nire: c una difcolt metodo-logica in tutto questo: il S, secondola denizione di Assagioli, esiste in
una realt diversa da quella del uiredella corrente dei fenomeni psichicie da quella della vita organica. Il Sinuisce sulla personalit, ma la per-sonalit non inuisce sul S. E comelo schermo in rapporto alle immagi-ni che vi vengono proiettate: allegreo tristi che siano le immagini, belle obrutte, interessanti o banali, lo scher-mo rimane uguale perch ha unaltranatura rispetto alle immagini. Quindi
come si pu inserire nella mappa unelemento che eterogeneo rispetto atutti gli altri elementi? come se iofacessi una mappa di Firenze e poi midomandassi, dove metto la bellezzadi Firenze in questa mappa: In cor-rispondenza delle colline, oppure delDuomo, o degli Ufzi? chiaro chela bellezza di un ordine diversorispetto agli altri elementi topograci.Questa la ragione per cui alla nedi tutti i nostri discorsi arriviamo a un
paradosso. Parole, diagrammi, sche-mi di varia natura sono il dito che in-dica la luna, non la luna. Il S persua natura ineffabile. giusto e utileparlarne: ma tutto ci che ne diciamo falso.
Spiritualit laica:il S come centrodi elaborazioni esintesi complesseFulvio Leoni
Quale sia il tema dellincontro noto a tutti: alcuni importanti te-orici della Psicosintesi internazio-nale come J.Firman, A.Gila e, pirecentemente, M.Y. Brown, han-no tolto il simbolo graco del S
dallOvoide di Roberto Assagioli.
Non hanno messo in discussione
la presenza del S ed il suo ruolo,
ma la sua collocazione e visibilitallintersezione tra Inconscio su-
periore e Inconscio collettivo sullaverticale dellIo.La rappresentazione graca e sim-
bolica del S allinterno dellOvoi-de potrebbe sembrare questione di
poco conto ma, al contrario, riten-
go sia della massima rilevanza inquanto la sua assenza rischia di na-scondere - sino ad occultare - unodegli aspetti pi caratterizzanti e, amio parere, progressivi della teo-ria psicosintetica rispetto alle altre
psicologie contemporanee.La Psicosintesi, infatti, pone al
centro della complessit delles-sere umano un aspetto misteriosoquanto caratterizzante e propulsi-
vo a cui diamo il nome di Spiri-tualit, anche se questo termine haassunto nel corso del tempo signi-cati molto diversi, volta a volta
corrispondenti agli stadi evolutividella consapevolezza che lUomoandava pian piano acquisendo dise stesso e del mondo. Stadi evo-lutivi che potremmo riassumerein quattro diverse forme pensiero:
pensiero magico, mitico, religioso,scientico.
In questo quadro il S costituisce
un concetto estremamente com-plesso di cui si occupata una par-te importante sia della psicologiaoccidentale (da Jung a Maslow eKhout) che della psicologia orien-tale (il S presente nellIndui-smo, ma scompare nel Buddismo)e, attualmente, oggetto di un am-
pio dibattito nel mondo psicosin-
tetico internazionale. In Sveziaviene dedicato il numero di di-cembre 2014 diAssociation for the
Advancement of PhyhosynthesisaltemaDialogo tra lIo ed il Se inCanada viene organizzato un Con-gresso Internazionale a Montreal,dal 5 al 9 di agosto 2015, dal tito-lo: Sii il tuo vero S.La nalit del Congresso riet-tere sulla potenziale azione del S
in sede clinica, educativa, eco-nomica ed ecologica da valutaresia allinterno del lavoro di gruppo
che nelle individuali interrelazionitra Personalit e S.
Un lavoro - viene detto - da com-piere nel quadro di una Spirituali-t senza Religione.Un dibattito sul S, quindi, apertoe assai vivo nel contesto della Psi-cosintesi internazionale.
Tornando al tema principale delnostro incontro vorrei sottoli-neare che, oltre alla presenza omeno del simbolo del S nellO-voide, sono ancora pi importan-ti le motivazioni che ci portano adire che ci deve essereo che nonci deve essere, perch proprio da
tali motivazione discendono i va-lori ed i signicati che intendia-mo riconoscere e sostenere nella
Psicosintesi.Per riettere insieme su questi va-lori e signicati stato organizza-to lIncontro di oggi ed il dibattitoche ne scaturir.Per facilitare il confronto tra le di-verse posizioni teoriche sono stateformulate tre domande di riferi-mento, che utile qui ripetere pertutti i presenti :
Dove il S ?
Come si manifesta il S eattraversa lesistenza?
Il S lesito di processineurologici profondi oppure
preesiste ed indipendenti daessi ?
Queste tre domande sono stretta-mente connesse tra loro e ci in-dicano una questione a cui non possibile dare una risposta assolu-
tamente certa: il S immanenteallEssere Umano oppure una qua-lit Transpersonale oppure, ancora, la presenza nelluomo di una qua-lit Trascendente?Si pu argomentare tale questioneparlando delle nostre esperienze per-sonali ed inter-individuali, ma nes-suna analisi, per quanto dettagliata
possa essere, pu sciogliere deniti-vamente questa domanda. La rispo-sta non una questione tecnica sulS e ad esso limitata, ma discendedal signicato che diamo al nostro
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essere vivi in questo strano mondo.Affermare che il S Immanen-te, Transpersonale o Trascenden-te non dipende dai ragionamenti,ma dallinterpretazione culturaleche scegliamo di accettare comespiegazione del nostro essere almondo.Se si ha fede, cio una certezza che
non richiede prove, in un Dio o inuna Energia cosmica si risponderin un modo. Se non si ha fede si ri-sponder in modo opposto.
Io ho una visione strettamenteimmanente del nostro vivere, chenon richiede nalit n motiva-zioni, oltre quelle che la comunitscientica, in tempi lunghi e con
molta fatica, riesce ad esprimere
con risposte sempre parziali e maidenitive.
Ciononostante io incontro il S - o
ci che chiamiamo S - nel corso
quotidiano della mia vita, sia neimomenti ordinari che straordinaridel suo svolgersi.Come molti di voi sanno sono unarchitetto e mi considero un buonprogettista, un discreto disegnato-re ed un pessimo pittore, ma - in
ogni caso - il campo della mia azio-ne nella sfera dei linguaggi nonverbali, cio nella sfera delle af-fermazioni metaforiche che pon-gono in essere codici interpretativiauto-organizzati.Mi occupo cio di quanto attienestrettamente a quella capacit cre-ativa dellessere umano che lo ren-de diverso da tutti gli altri animalie, nel corso del mio lavoro, ho im-
parato che lattore principale dellamia creativit non pu e non deveessere lIo che produce solo mecca-nismi banalizzanti ed egoici, ma unaltro spazio pi profondo che esistein me e che il vero motore inno-vativo e creativo: un centro di ela-borazione profonda che al tempodella magia era attribuito agli spiri-ti, al tempo dei miti greci discende-va dal canto delle muse e poi, nellereligioni, interpretato come direttaispirazione divina.Qualunque sia il suo nome, questo
Centro Profondo di Elaborazione
il mio compagno di strada, senza ilquale mi perderei continuamente.Lo incontro in meditazione, lo in-contro la mattina quando mi sve-glio ed ha risolto durante il sonnoil problema creativo che non eroin grado di risolvere da sveglio, loincontro nel silenzio e nella pace
di cui a volte ho bisogno, lo trovonellallontanarmi dalle pressioni edalle richieste del mondo.Proprio questo , per me, il mera-viglioso della Psicosintesi: lesse-re una psicologia capace di porrelessere umano allinterno di unDuopolio, di una Dialettica che insieme facile e difcile, muta e
parlante tra un Io razionalizzan-te ed un S creativo.Un duopoli in
cui le due parti agenti sono di egua-le importanza ed efcacia e nessunadelle due pu vivere senza laltra,pena la fragilit e caduta dellinterosistema.Una relazione intima ed incessantea cui tengo profondamente, perch
non sono disposto a vivere una vi-ta dominata dallIo, esattamente co-me non sono disposto a ritirarmi dalmondo per vivere una vita domina-ta dal S.
Lunica vita che mi interessa vi-vere quella in cui la forza del Ssi incarna nellIo e nella sua ca-pacit di azione nel mondo e lIotrova le sue motivazioni e le suemete nella forza creatrice del S.Eliminare il S dallOvoide di-struggere la rappresentazione vi-sibile della relazione dialettica tradue centri di elaborazione, anni-
chilendo cos ci che io consideroil messaggio pi importante del-la Psicosintesi e cio che in noi cisono due diversi centri di elabo-razione, altamente specializzati estrettamente complementari.
Ad uno dei due spetta la capacit diriconoscere e interagire con il mondofenomenico mentre, allaltro, spetta ilcompito di rapportarci ai livelli sottilidelle relazioni immateriali.Per questo ammiro, ancora una vol-ta, le intuizioni di Roberto Assagioli
che lo hanno indotto a collocare lIoin relazione con linconscio inferioree plastico della nostra quotidiana re-lazione con il mondo e il S all in-crocio di mondi impalpabili e sovraindividuali quali lInconscio colletti-vo e lInconscio superiore, cio in unpunto di percezione simbolicamentetrans-personale.
Un quadro teorico che sembra es-sere confermato da recenti studineurologici.Da molto tempo si sa che il cervel-lo, per il suo funzionamento, usa unamolecola composta di ossigeno e glu-cosio (Adesonina Trisosfato), ma dapoco si in grado di misurarne laquantit consumata nelle diverse atti-vit cerebrali.La cosa sorprendete delle misurazioni
effettuate che il cervello in stato diriposo consuma una quantit di Ade-sonina Trisosfato venti volte mag-giore di quando impegnato a farequalcosa di specico come avvertireun campanello che suona, prendereun bicchiere, dire qualcosa ecc.Questo vuol dire che in assenza di sti-moli esterni alcune aree del cervellosi attivano in una rete neuronale che stata chiamata Default Mode Net-work, cio network in assenza.
Ci ricorda molto da vicino ci cheaccade in meditazione quando, ridu-cendo quanto pi possibile la con-nessione con gli stimoli esterni, siattivano processi che ci conduconoad intuizioni, insight e, comunque,alla percezione di livelli superiori diconsapevolezza e sintesi.Gli studi iniziali del DMN sono sta-ti compiuti al Maharishi Universityof Manegment dello Iowa (USA) ed
in essi la DMN viene descritta comelattivit che mette in relazione di-verse aree cerebrali che giungonocos ad essere non un caos di siste-mi indipendenti, ma lunione di si-stemi interdipendenti .Tali studi affermano anche che nonvi sono prove che la DMN sia lasede dell autocoscienza, ma mol-ti indizi sembrano andare in questadirezione.In questo quadro il S pu trova-re una spiegazione del tutto imma-nente che trasferisce lessere umano
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dal mondo strettamente animale adun mondo percettivo, interpretativoe creativo in grado di sintesi com-plesse, di percezioni sovra-sen-soriali, di sensibilit ed empatiatranspersonali.Qualit che lo rendono diverso dalresto degli animali, cos come ci rac-conta molto bene, sul piano loso-
co, Sergio Givone: Luomo, cometutti gli animali, nella sua fatica quo-tidiana ha lo sguardo rivolto a terra,tra le cose che lo intralciano e lo at-traggono () ma ad un certo punto
non si sa perch luomo, a diffe-renza degli animali, alza lo sguardoallorizzonte e vede oltre la sua quo-tidianit e proprio in quel breve al-zarsi del mento, in quegli occhi chescrutano lorizzonte ed individuano
una direzione egli si separa dagli al-tri animali per diventare compiuta-mente un essere umano.
E proprio quel movimento dellatesta, questo alzarsi dello sguar-do ci introducono in quello spa-zio complesso e profondo che dasempre chiamato Spiritualit eche la Psicosintesi interpreta ma-gistralmente, proteggendoci daun materialismo eccessivamente
negazionista.
Per concludere un ultimo punto.
Forse uno dei pi importanti. Li-dea che la Spiritualit possa dive-nire sempre pi la meta ed il centrodi un laicismo colto e profondo chesia in grado di riconoscere il ruolodi quella rafnata ed impalpabile
elaborazione che da sempre agiscenella trasformazione del mondo, in
una evoluzione lenta, incerta a vol-te, ma sempre inarrestabilmenteprogressiva.Un centro di elaborazione capa-ce di sintesi sempre pi complesseche, nellOvoide di Assagioli, sono
simbolicamente e magistralmenterappresentate dal S, posto allin-crocio dellInconscio superiore conlInconscio collettivo. Ci che vo-glio dire che a me non interessa ri-condurre lOvoide alla dimensione
biologica oppure ecologica delle-sistere, come sembrano fare da un
lato Firman Gila e, dallaltro, MollyBrown, quanto piuttosto affermarela forza trainante che la Spiritua-lit Umana ha costituito nel corsodellintera storia della nostra presen-za su questo pianeta.Una Spiritualit che potrebbe dive-nire denitivamente laica, ma non
per questo meno intensa o potente.
Per tutto ci, a me sembra che la te-oria psicosintetica dovrebbe riaffer-mare il ruolo e limportanza della
presenza simbolica del S nellO-voide e sapersi porre essa stessacome riferimento culturale di unaSpiritualit simultaneamente indi-viduale e sovra individuale, pontetranspersonale tra la moltitudine de-gli esseri umani.Una Psicosintesi, cio, quale ban-
diera simbolica ed operativa del no-stro diritto ad essere Spirituali.
Il S come paradossoPaola Marinelli
So che non sembra bello, ma devoiniziare questo contributo eviden-ziando i limiti di un dibattito sulS, limiti che stanno nella neces-
sitintrinseca ad un dibattito di af-
frontare il tema attraverso la menterazionale e contemporaneamentenellimpossibilit di farlo.Mi spiego:- la necessit: usando la mente razio-nale, costruiamo mappe mentali checi aiuta no ad orientarci interiormen-te; avere lipotesi di qualcosa poten-zia le possibilit di farne esperienza.Ma anche, nel far questo, rischia-mo di costruire una realt parallela
nella nostra mente, come sappiamobene.- limpossibilit: proprio perch (al-meno da quanto descritto da chi neha fatto esperienza) riteniamo il S
un fenomeno altro, che attiene aduna dimensione diversa, che va oltrela mente concreta, ogni mossa chenoi facciamo sar soltanto un ten-tativo di avvicinarci, di adombrarlocognitivamente, ma mai lo sapremodenire. E mi sembra che, parados-salmente, su questa impossibilit didenizione ci ritroviamo unanimi.
Un altro elemento importante che il S, come il resto della nostra
esperienza esistenziale e psichica,attiene ed inserito nellambito vi-tale, vita come usso, in continuo
cambiamento, inafferrabile, nonstaticizzabile.
Perch quando diciamo qualco-
sa del S stiamo fermando unaporzione della realt, che ne
condivide la sostanza ma rap-
presenta una parte che non com-
prende mai lintero... Qualunque
cosa possiamo dire del S co-
me il fermo-immagine di un lm,
quello che ne cogliamo in quel
momento, una porzione di un
ologramma.
Infatti affrontare il tema del S signi-ca anche affrontare la visione o lapercezione dellesistenza di una real-t sottostante/sovrastante che co-s diversa da quella che esperiamoquotidianamente da farci sentire co-me inefcaci tutte le parole che visono state dedicate, spesso anche incontraddizione tra di loro (vedi eso-terismo versus religioni, religionitra di loro, scuole spirituali di ognigenere...).
Questo ci dice che questa realt, an-che quando genuinamente colta, pos-sa essere colta solo per una parte ocon una modalit limitata, poichlinsieme troppo al di l della no-stra umana capacit di comprensione,di contenimento di quella complessi-t, vastit ed alterit che sembranocostituirla...Un ologramma complesso ed affasci-nante, cos difcile, forse impossibile
da cogliere interamente.Ma non demordiamo per questo: par-liamo e dibattiamo, con la consape-volezza di quanti limiti abbia questaappassionante attivit! Penso che,oggi, con la consapevolezza che pos-sediamo circa la storia del pensierospirituale e delle sue contraddizio-ni, abbiamo la possibilit, ma ancheil dovere, di fare appello ad una ca-pacit umana particolare: la capacitdi contenere, comprendere, accoglie-re la complessit, la capacit di starenellindenitezza, perno nella con-
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traddizione, senza soggiacere al biso-gno di eliminare uno degli estremi odi comporli affrettatamente in unar-monia forzata. la capacit di saperaccettare le diversit delle forme per-ch le riusciamo a distinguere dallaloro qualit sottostante, che pi so-stanziale anche se meno denita.Si tratta di una questione che ci dob-
biamo porre, per non cadere nellatentazione di voler comporreil dibat-tito sul S arrivando ad una deni-zionegiustao corretta.Per questo ritengo che il signicatodi questo nostro dibattito stia nel por-tare attenzione al tema stesso, in unasorta di celebrazione laica, un ulte-riore modo di portare il S nel nostrocampo di coscienza e quindi poten-ziare il nostro rapporto con questa
dimensione. (Stavo per scrivere conesso: tentazione facile di far diventa-re il S qualcosa!)Questa capacit di assumere una po-sizione intermedia e pi elevata, chenella psicosintesi una delle caratte-ristiche di un Io maturo (cio capa-cit di contenimento degli opposti,capacit di stare con ci che c al dil di paure o desideri...) quella checi permette di concepire e di viverelesperienza del S transpersonale
comeparadosso.Paradosso inteso come compresen-za di aspetti, di elementi opp