Psicoterapia integrata dello stress

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Edoardo Giusti - Tiziana Di Fazio PSICOTERAPIA INTEGRATA DELLO STRESS

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La condizione di equilibrio psicofisiologico è spesso perturbata da fenomeni stressanti derivanti da intensi e prolungati stimoli esterni e/o interni. Specifici strumenti di misurazione risultano utili per la valutazione dell'esaurimento professionale, il burn-out. Interventi clinici personalizzati in ambito psicoterapeutico vengono prescritti per il carico emozionale eccessivo e/o cronico.

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Edoardo Giusti - Tiziana Di Fazio

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Il burn-out professionale

La condizione di equilibrio psicofisiologico è spesso perturbata da fenomeni stressanti

derivanti da intensi e prolungati stimoliinterni e/o esterni.

Specifici strumenti di misurazione risultanoutili per la valutazione dell’esaurimento

professionale, il burn-out.Interventi clinici personalizzati in ambito psicoterapeutico vengono prescritti per

il carico emozionale eccessivo e/o cronico.

Euro 19,00

Edoardo Giusti,Presidente dell’ASPIC e direttore della Scuola di specializzazione inPsicoterapia Integrata autorizzata con Decreto Ministeriale. Èprofessore a contratto presso la Scuola di specializzazione in PsicologiaClinica dell’Università degli Studi di Padova. Svolge attività di ricercaclinica e di supervisione didattica per psicoterapeuti.

Tiziana Di Fazio,Psicologa clinica e di comunità, specializzata in psicoterapia presso l’ASPIC. Vive e svolge la sua attività clinica a Genzano di Roma dovesi occupa anche da vari anni della conduzione di corsi di formazioneper genitori, insegnanti-educatori e ragazzi. Collabora con alcunescuole presenti nel territorio presso le quali ha attivato progetti dieducazione socio-affettiva e di promozione del benessere.

G0014 Psic. Integ dello Stress 15-10-2007 14:34 Pagina 1

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collana Psicoterapia & Counselingdiretta da Edoardo Giusti

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Centro Europeo di Ricercheper lo Studio delle Psicoterapie

Integrate e Comparate

PSICOTERAPIA�

COUNSELING�

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Edoardo Giusti – Tiziana Di Fazio

PSICOTERAPIAINTEGRATA

DELLO STRESSIl burn-out professionale

OVERA EDITORE

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Sommario

Presentazione di MASSIMO BIONDI 9

Prefazione di ROBERTO TATARELLI 12

PARTE PRIMA: CHE COS’È LO STRESS E COME INFLUENZALA NOSTRA VITA 13

Capitolo 1. Il concetto di stress: verso una visione olistica 151.1. Origini e ricerche 151.2. Il modello integrativo-relazionale 20

Capitolo 2. Lo stress e i suoi effetti 232.1. I fattori più comuni della vita quotidiana che generano stress 242.2. Lo stress è sempre negativo? 262.3. Gli effetti dello stress 28

Capitolo 3. Stress e malattia 333.1. Relazione tra soma, psiche e stress 333.2. Stress, ansia e depressione 353.3. Stress psicosociale, immunità e infezioni 373.4. Stress e cancro 393.5. Lo stress e il cervello nella pancia 40

Capitolo 4. Personalità e stress 434.1. Personalità “resilienti” 434.2. Personalità cardiaca: “Tipo A” 454.3. Personalità di “Tipo B” 484.4. Personalità “ansiosa-reattiva” 494.5. Personalità di “Tipo C” 50

Capitolo 5. La sindrome di risposta da stress 55

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PARTE SECONDA: COMPRENSIONE OLISTICA DELLOSTRESS DEL PAZIENTE 59

Capitolo 6. Il processo di assessment 616.1. Le misure dello stress 636.2. La relazione nel processo di assessment 706.3. Le aspettative del cliente 726.4. Stili di personalità 736.5. Un modello di valutazione: CABB 756.6. Significato soggettivo e coping 81

6.6.1. Modalità diverse di coping 836.7. Le risorse dell’individuo 846.8. Il supporto sociale 97

6.8.1. Misurazioni del supporto sociale 986.9. Stile di vita e tipo di lavoro 100

Capitolo 7. Valutazione della “Sindrome di Risposta allo Stress” 1097.1. La valutazione delle sindromi di risposta allo stress 112

PARTE TERZA: INTERVENTI TERAPEUTICI 123

Capitolo 8. Approcci psicoterapeutici per la gestione dello stress 1258.1. Approccio psicodinamico analitico 1258.2. Approccio cognitivo-comportamentale 1278.3. Approccio umanistico-esistenziale 1328.4. Approccio ecologico-sistemico 1358.5. Approccio biofunzionale-corporeo 1378.7. Approccio pluralistico integrato 139

Capitolo 9. Approccio integrato alla gestione dello stress 1459.1. Obiettivi a breve, medio e lungo termine nella gestione

dello stress 1459.2. La gestione dei pensieri irrazionali 147

9.2.1. Focalizzare l’attenzione su ciò che si pensa 1519.2.2. Espressione delle emozioni dolorose 155

9.3. Sviluppare abilità di coping efficaci 1569.3.1. Rinforzare l’hardiness e il senso di autoefficacia 1589.3.2. Migliorare la fiducia in se stessi e l’autostima 1619.3.3. Aumento della propria consapevolezza e spiritualità 164

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9.3.4. Imparare a rilassarsi 1669.3.5. Sviluppo dei contatti sociali e delle amicizie 172

9.4. Migliorare la comunicazione 1739.4.1. Comunicare in modo assertivo 1749.4.2. Gestire in modo efficace i conflitti 177

9.5. Migliorare lo stile di vita 1799.5.1. Dieta antistress ed esercizio fisico 1799.5.2. Migliorare il riposo notturno 1829.5.3. Dedicare del tempo a se stessi 184

PARTE QUARTA: LO STRESS DEL PROFESSIONISTA 193

Capitolo 10. Lo stress nelle professioni di aiuto 19510.1. Relazioni tra stress e burn-out 19710.2. Autovalutazione del burn-out 20010.3. Cause del burn-out 20410.4. Diagnosi del burn-out 20810.5. Interventi finalizzati a bloccare il burn-out 20410.6. Il mobbing e lo stress 215

Capitolo 11. Lo stress dello psicoterapeuta 21911.1. Fattori di stress legati al lavoro terapeutico 21911.2. Lo stress nei terapeuti in formazione 22511.3. Strategie di coping utilizzate dai terapeuti 226

Capitolo 12. Consigli utili per prevenire lo stress e il burn-outclinico-professionale dello psicoterapeuta 231

Appendice: IRIS - Istituto Ricerca Internazionale Stressa cura di Raffaele D’Alterio e Laura Barreliere 235

Bibliografia 243

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Presentazione

Questo volume espone in modo documentato e scorrevole moltiaspetti della psicologia dello stress, come un compendio che si fa leg-gere gradevolmente, offrendo al lettore uno dopo l’altro tanti contenu-ti in sequenza. Vi ho ritrovato lo stile espositivo dei numerosi volumidi Edoardo Giusti, docente dalla produzione infaticabile, appassionatodirettore di una delle Scuole di formazione post-laurea tra le più attivee apprezzate a Roma, autore di numerosi volumi chiari e ben docu-mentati nella formazione e non solo, di uno stile didattico, chiaro epratico che apprezzo da anni. Questo non è però solo un libro sulla psi-cologia dello stress, ma un libro sulla psicologia dello stress applicataalla vita professionale dello psicoterapeuta, una delle professioni diaiuto a maggior rischio di “fatica del curare”. La tematica dello stressè sempre attuale ed interessante e il sottotitolo di questo volume – ilburn-out professionale – lo rende per il lettore ancora più attraente. Idue temi revisione della psicologia dello stress e la parte seconda delvolume dedicata al tema dello stress del professionista trapassano l’u-no nell’altro come sbocco naturale agli occhi del lettore.

Edoardo Giusti, e Tiziana Di Fazio hanno organizzato questo volu-me con chiarezza, unita ad una notevole capacità di sintesi, numerosetabelle e strumenti trasportabili immediatamente nella pratica del cli-nico e comunque con vari possibili approfondimenti nei riferimenti bi-bliografici. In molti capitoli e paragrafi si trova l’essenziale della mag-gior parte della letteratura sulla psicologia dello stress, inclusa la piùrecente teorizzazione di Lazarus e Folkman. Ho apprezzato anche – daclinico – la sobria mancanza di riferimenti al Manuale diagnostico sta-tistico dei Disturbi mentali, tentazione ormai molto forte e stereotipain molti libri attuali che – sembra – non possono trattare argomentisenza far riferimento ad esso. In effetti, poteva esserci una sezione de-dicata ai Disturbi da stress e adattamento, ripresa dal DSM-IV, ma per

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gli scopi degli autori non ve ne era bisogno. Gli autori riportano i pre-supposti necessari per la valutazione dei casi, la collocazione nosogra-fia verrà in un secondo momento (e in un altro testo) per il lettore chela desidera. Peraltro, tale classificazione nel DSM IV è piuttosto sof-ferente.

Anche la parte sui correlati biologici e sui risvolti somatici dellostress è presente – qualcuno avrebbe forse potuto preferire che fossepiù estesa – ma non era nella intenzione degli autori scrivere un testoche dallo stress passasse alla medicina psicosomatica. Vi è qui quantobasta per l’argomento e il tema dello stress del professionista, cui pun-ta il volume.

I capitoli, uno dopo l’altro, si avvicinano sempre più, concentrica-mente al bersaglio finale del sottotitolo.

Nella prima parte, gli autori sintetizzano i temi principali sul con-cetto di stress, i suoi effetti, l’impatto possibile sulla salute psichica(ansia e depressione) e fisica, il ruolo della personalità. Si entra poinell’ambito dell’assessment , articolato in diversi punti, dalle misure distress alla relazione, le aspettative del cliente, gli stili di personalità, ilcoping, il CABB come proposta di modello di valutazione, ruolo delsupporto sociale e del coping, fino al ruolo del lavoro, che anticipa laparte finale.

Gli interventi psicoterapeutici per la gestione dello stress sono og-getto della terza parte. Sezione interessante poiché sono pochi i testidisponibili in italiano con tali spunti.

La sezione finale è quella forse più utile al clinico. Come molti dinoi sanno da una pluriennale esperienza clinica, lo psicoterapeuta è trai più esposti a stress professionale. Forse è solo questa una delle pocheattività professionali che non possono essere svolte tutti i giorni, pervarie ore di seguito e che anzi richiede “turni di riposo” mentali: il la-voro diviene “usurante” emotivamente e mentalmente dopo 4-5 orerendendo necessari spazi di riposo e recupero, altrimenti il terapeutanon funziona più. Non solo, è necessaria anche una solida vita perso-nale dietro le spalle (v. il paragrafo “consigli”). Lo psicoterapeuta – piùdi altre figure professionali con l’eccezione forse di figure tra cui adesempio i medici rianimatori, gli oncologi, gli psichiatri, vive conti-nuamente a contatto con la sofferenza espressa dei clienti, il dolorepsichico persistente, il blocco su emozioni negative, spesso malati didisagio esistenziale, di un disturbo, e comunque con una sofferenza

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che riportano verbalmente e non verbalmente al terapeuta, che infati-cabile ascolta, per capire, comprendere, intervenire e con pazienzariorganizza, ri-tesse, confronta, propone, incassa talora aggressività maè pronto a ridiscutere, rincuorare e motivare la persona al cambiamen-to. Ma non è infaticabile. È un mito sbagliato, un’illusione. Lo psico-terapeuta si può logorare, anzi in genere si logora se non fa attenzione,se non “si dosa” nei tempi e nei modi. Lo psicoterapeuta fronteggia adogni seduta lo stress degli altri e in qualche modo se ne fa carico sullespalle. Sebbene sia più “equipaggiato” della media delle persone – gra-zie al suo Training – non ha risorse illimitate e i suoi poteri sono in de-finitiva limitati. Lavora con la logica e con le emozioni anche le sue emaneggiarle costa. Perizia e tecnica servono, sono indispensabili, ma ilcosto c’è sempre. La sua energia viene come assorbita nella relazioneterapeutica e si può consumare, in un gioco di equilibri tra la fatica del-la tipologia della propria vita professionale (ad esempio il tipo di pa-zienti che vede), i suoi destini personali (il retroterra di recupero e se-renità, che a volte può venire a mancare, perché lo psicoterapeuta, an-ch’egli/ella essere umano può affrontare crisi personali), i successi edinsuccessi professionali.

I capitoli 11 e 12 sono a mio giudizio i più preziosi del volume. Perquanto apparentemente semplici e diretti, sono i più utili specie al te-rapeuta in formazione come guida per proteggersi dal burn out. Mapossono essere un valido punto di riflessione anche per il terapeutaesperto, con esperienza pluriennale, che preso dalla passione per la suaprofessione, a volte potrebbe dimenticare questi punti tanto sempliciquanto solidi.

MASSIMO BIONDIProfessore Ordinario di Psichiatria

Direttore del Dipartimento di ScienzePsichiatriche e Medicina PsicologicaUniversità “La Sapienza” di Roma

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Prefazione

Fino a qualche decennio fa, l’interesse dei ricercatori sullo Stress silimitava al suo possibile fattore eziologico nelle patologie psicosoma-tiche. La letteratura scientifica recente gli riconosce, invece, un sem-pre più ampio ruolo nell’eziopatogenesi di molte patologie psichiatri-che. Capirne a fondo i meccanismi significa fornire al clinico un im-portante strumento di diagnosi e di terapia.

Dopo un’approfondita disamina dell’argomento, gli Autori affron-tano nello specifico il problema, già richiamato nel sottotitolo del li-bro, del burn-out professionale, ed in particolare di quello dello psico-terapeuta. Da clinico e da terapeuta che ha dedicato gran parte dellasua vita alla cura dei pazienti, mi sento di consigliare vivamente la let-tura di questo capitolo a tutti i giovani che si stanno per affacciare aquesto mestiere, tanto affascinante quanto faticoso e pieno di insidie.Conoscere e riconoscere i rischi cui si va incontro vuol dire non dan-neggiare sé stessi come operatori ma soprattutto vuol dire evitare di ar-recare danni, seppur nella più completa buona fede, ai nostri pazienti.

Edoardo Giusti e Tiziana Di Fazio sono riusciti a realizzare un’ope-ra di estrema attualità, di grande valenza didattica ed alto contenutoscientifico e, non ultimo, di facile e piacevole lettura.

ROBERTO TATARELLI

Professore Ordinario di PsichiatriaII Facoltà di Medicina e ChirurgiaUniversità “La Sapienza” di Roma

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PARTE PRIMA

CHE COS’È LO STRESS E COME INFLUENZALA NOSTRA VITA

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Capitolo 1

Il concetto di stress: verso una visione olistica

Non possiamo credere che le menti delle altre persone sibasino sui nostri stessi principi… Gli altri non ragionanocome ragioniamo noi, né valutano le cose che noi apprez-ziamo, né sono interessati a ciò che ci interessa.

(Myers I. e Myers P., 1995)

1.1. Origini e ricerche

Molti studiosi ritengono che l’origine della parola inglese stress (dallatino strictus = stretto, serrato, compresso) risalga al XVII secolo, pe-riodo in cui è stata usata nel senso di “difficoltà”, “afflizione” o “av-versità”. Nel XVIII e XIX secolo ha acquisito il significato di “forza”che produce tensione (strain), deformando l’oggetto a cui viene appli-cata (Rivolier, 1989; Pancheri, 1993; De Felice e Cioccolanti, 1999) esolo successivamente il termine ha assunto il significato di una pressio-ne che agisce non solo su un oggetto ma anche su una persona, apren-do così la strada ad una interpretazione più inerente ai vissuti umani.

Prima di prendere in considerazione le ricerche attuali sull’argo-mento, ci sembra importante fare un breve riferimento ai primi studiscientifici sullo stress che sono legati alla figura e all’opera del fisiolo-go ed endocrinologo Hans Selye. Egli ha sviluppato compiutamente leidee di Bernard (1865), il quale affermava che gli organismi viventi re-golano il loro ambiente interno in risposta ai mutamenti nell’ambienteesterno, e di Cannon (1929), che definiva tale processo con il nome di“omeostasi”1, in un modello sistematico dello stress fisiologico.

Negli anni ’30 Selye, studiando la risposta fisiologica a ciò che mi-

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1 “Come regola, ogniqualvolta le condizioni sono tali da intaccare l’organismo no-civamente, ci saranno dei fattori all’interno che lo proteggono o che ristabiliscono l’e-quilibrio disturbato” (Cannon W., 1932, p. 287).

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naccia l’omeostasi dell’organismo, ad esempio il freddo o il caldo ec-cessivi, i raggi X o i traumi meccanici, osservò che, indipendentemen-te dallo stimolo sottoposto, otteneva sempre la stessa risposta organica:a) ingrossamento della corteccia delle ghiandole surrenali; b) riduzioneo atrofia del timo e dei linfonodi; c) ulcere gastriche e duodenali.

Ciascuna delle stimolazioni impiegate provocava, oltre agli effettitipici della sua specie anche una risposta aspecifica, cioè indipendentedalla sua specie e uguale anche per stimoli differenti, caratterizzatadalle alterazioni sopra menzionate (Farné M., 1999, pp. 13-15).

È interessante sottolineare che l’aumento della corteccia surrenalemobilita una sovrapproduzione di adrenalina che serve a prepararel’organismo all’azione: la risposta di “attacco o fuga”2 descritta in pre-cedenza da Cannon (1929). Il timo e i linfonodi, invece, hanno un ruo-lo importante nel sistema immunitario che protegge e difende l’orga-nismo dalle malattie (Cassidy T., 2002, p. 24).

Da questi studi Selye arrivò nel 1936 a pubblicare sulla rivistascientifica “Nature” il primo articolo sulla sindrome aspecifica da ma-lattia primitiva, da cui emergeva che lo stress è la reazione aspecificadi tutto l’organismo intero a qualsiasi agente stressante (stressor) e cheagenti stressanti diversi provocano sempre la stessa reazione biologica,definita come Sindrome Generale di Adattamento (SGA; Di NuovoS., Rispoli L. e Genta E., 2000, p. 16).

La SGA coinvolge in una reazione a catena tutti i “sistemi della vi-ta”, ossia il sistema neurovegetativo, il sistema endocrino, il sistemaimmunitario ed i sistemi metabolici al fine di superare o neutralizzarel’agente stressante.

L’individuo mette in atto, quindi, una serie di risposte difensive ogniqualvolta gli viene richiesta una capacità di adattamento a causa di al-terazioni significative che si verificano nell’ambiente esterno o inter-no dell’organismo.

La SGA comprende tre risposte:A. reazione di allarme; B. fase di resistenza; C. fase di esaurimento.La reazione di allarme è caratterizzata da una mobilitazione gene-

rale di tutte le forze difensive mediante l’attivazione del sistema ner-

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2 “Il riflesso di attacco o fuga è una risposta a stimoli sconosciuti o ad un pericolo chepermette di attivare i processi corporei necessari all’attacco o alla fuga. Sono le informa-zioni esterne che determinano se l’animale combatterà o fuggirà” (Cannon W., 1929).

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voso autonomo, che è il sistema di primo intervento e di emergenza alprimo impatto con lo stressor.

Nella fase preliminare di allarme avviene un calo delle funzioni vi-tali e l’organismo subisce passivamente, sia per limitare gli effetti no-civi dell’agente stressante, assorbendolo senza opporre resistenza, siaper organizzare le difese e far fronte a questo stato. Segue poi una fa-se acuta di allarme in cui l’organismo organizza aspecificamente tuttele sue difese. In questa fase il sistema nervoso simpatico, oltre ad agi-re sul metabolismo e sulla circolazione sanguigna, attiva la costella-zione endocrina simpatica, con la secrezione e l’immissione in circolodi adrenalina e noradrenalina, e mette in funzione l’asse ipotalamo-ipofisi-corticosurrene, con l’aumento del glucosio quale energia dipronto impiego. A questo punto la mobilitazione delle difese è genera-le e si verificano gli effetti descritti nella tab. 1.1.

Alla fase acuta di allarme segue la fase di ripresa, con interventodel parasimpatico quale sistema di rigenerazione energetica e di re-staurazione della normalità man mano che l’eccitazione del simpaticodecresce.

Esaurita la reazione di allarme, se in tempi relativamente brevi l’a-gente stressante non viene neutralizzato si attiva la fase di resistenza,

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Tab. 1.1. Le tre fasi della Sindrome Generale di Adattamento

FASE DI ALLARME

FASE DI RESISTENZA

FASE DI ESAURIMENTO

Durante la fase di allarme si mobilitano le energie di-fensive (innalzamento della frequenza della pressionecardiaca, della tensione muscolare, diminuzione dellasecrezione salivare, aumentata liberazione di cortiso-lo, ecc.). Le funzioni corporee non strettamente ne-cessarie alla difesa (digestione, sessualità, sintesi pro-teica, ecc.), vengono rallentate.

Nella fase di resistenza l’organismo incrementa lefunzioni omeostatiche basali con un notevole di-spendio di energie.

Se la condizione stressante continua, oppure risultatroppo intensa, si entra in una fase di esaurimento incui l’organismo non riesce più a difendersi e la na-turale capacità di adattarsi viene a mancare. Si as-sisterà in questa fase alla comparsa di “malattie del-l’adattamento” rappresentate, per esempio, dal diabe-te o dall’ipertensione arteriosa (malattie psicosomati-che).

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nella quale vengono mobilitate le difese a lungo termine e continua l’i-perproduzione di cortisolo. L’organismo sviluppa un miglior adatta-mento all’agente stressante, elevando le funzioni omeostatiche basalicon un notevole dispendio di energie. Se in questa fase lo stressor nonviene metabolizzato i meccanismi omeostatici vanno incontro alla fa-se di esaurimento in cui l’organismo viene sopraffatto da malattie acausa del crollo delle difese (ibidem, pp. 17-18).

Applicando gli studi sullo stress all’uomo, l’attenzione di alcuni ri-cercatori si rivolse successivamente ai meccanismi attraverso i quali glistressor più svariati (fisici, sociali e psicologici) possono indurre unareazione di potenziale significato patologico. La ricerca si concentrò,quindi, sull’individuazione delle fonti di stress nel mondo esterno (Hol-mes e Rahe, 1967; Brown e Harris, 1978; 1989). Thomas H. Holmes eRichard H. Rahe, presso l’Università di Washington, nel 1964 isolaro-no una serie di 43 eventi che precedono con frequenza significativa l’i-nizio di molte malattie somatiche e psicosomatiche. Intervistarono oltre5000 persone con vari tipi di disturbi, sia organici che emotivi, per in-dividuare la frequenza di una serie di avvenimenti di vita critici che ri-chiedono un notevole sforzo adattivo. Partendo da tale lista di eventi,nel 1967 i due studiosi stabilirono una misura o “peso sociale” perognuno degli eventi considerati. La lista così ottenuta fu denominata So-cial Readjustment Rating Scale (SRRS) e lo strumento da esso deriva-to per l’uso clinico fu chiamato Schedale of Recent Experience.

Secondo i due autori, “maggiore è la somma dei cambiamenti, piùè probabile l’insorgere di una malattia, o è più facile che le persone arischio si ammalino” (Holmes e Masuda, 1974).

Altrettanto importante fu la scoperta di Mason (1975) relativa alfatto che le reazioni endocrine a stimolazioni stressanti di vario gene-re producono non tanto una risposta aspecifica, bensì una “reazioneemozionale specifica”, in quanto rapportata al vissuto emozionale delsoggetto. Sia gli stimoli psicosociali che quelli fisico-biologici produ-cono la reazione di stress essenzialmente attraverso la mediazione del-l’eccitamento emozionale da essi prodotto (fig. 1.1.). La prospettiva diMason mise in evidenza che se consideriamo la reazione emozionalecome la causa principale, anche se non l’unica, che produce lo stress,ne consegue che potranno esistere stressor di tale intensità e durata chesempre e comunque producono la reazione di stress, mentre esisteran-no altri stimoli che produrranno tale reazione solo in rapporto alla par-ticolare reattività psicofisiologica del singolo soggetto (Pancheri P.,1980, pp. 27-28).

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Fig. 1.1.

Il valore delle emozioni e del significato attribuito all’evento stres-sante condusse alcuni studiosi a proporre il concetto di stress psicolo-gico. Fu Lazarus (1966) a mettere in risalto l’importanza del significa-to soggettivo che l’individuo attribuisce all’evento, introducendo il con-cetto di “interpretazione valutativa”. Egli affermò che “le attività co-gnitive – la percezione valutativa, i pensieri e le inferenze – sono usatedalla persona per interpretare e guidare ogni interscambio adattivo conl’ambiente”. La persona valuta (appraisal) la transazione/interazionecon l’ambiente, in rapporto al significato che questa ha per il suo be-nessere. Tale valutazione include sia i giudizi (consapevoli o non con-sapevoli) sulle richieste esterne, ossia quelle provenienti dall’ambiente,sia le risorse interne dell’individuo e le scelte operate per gestire in ma-niera appropriata la situazione. (Lazarus et al., 1980, p. 91).

La valutazione cognitiva è caratterizzata, quindi, dall’interazionetra le risorse interne alla persona (la sua capacità di controllo, le sueprecedenti esperienze, ecc.) e gli elementi che coinvolgono l’ambientecircostante (l’incidenza dell’evento stressante, il suo prolungarsi, ecc.).

Nel corso del tempo si è andato così sempre di più affermando ilmodello olistico (dal greco òlos, “tutto”, “intero”, “totale”) sullo stressche considera la persona nella sua globalità, dando maggior risalto alsignificato che quest’ultima attribuisce all’evento ed all’interazionecon il contesto nella quale è inserita. Un modello distante sia da quel-lo biologico-medico che studiava lo stress partendo dalla risposta, os-sia dall’esperienza provata dall’individuo, sia da quello dello stimoloche prendeva prevalentemente in considerazione gli agenti stressanti.

Lo stress dunque viene considerato dalla maggior parte degli stu-diosi come un processo globale che coinvolge la persona e l’ambiente

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attivazione emozionale

STRESS

stimoli fisici

stimoli psicosociali

stimoli biologici

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ed in cui la nozione di appraisal e di coping (modalità di far fronte),come vedremo in modo più approfondito nella seconda parte di questotesto, assumono un ruolo molto importante.

1.2. Il modello integrativo-relazionale

Un modello che rispecchia molto bene la concezione olistica lega-ta allo stress è quello di Milner e Palmer (1998) che descrivono il mo-dello integrativo-transazionale (fig. 1.2.) caratterizzato da cinque fasi.

Fase 1. La persona riconosce una potenziale richiesta esterna e co-mincia a prendere in considerazione le risorse a sua disposizione peraffrontarla (coping). Ad esempio a Jane, presidente deputato, vienechiesto di fare una presentazione al tavolo dei governatori. In questocaso le risorse potrebbero includere specifiche abilità, tempo disponi-bile per preparare tale presentazione, ecc.

Fase 2. La persona valuta la situazione, attribuendole un significato,e decide se tale richiesta è adeguata o superiore alle risorse che possie-de per affrontarla. La valutazione è caratterizzata dalle pressioni inter-ne di ciascun individuo, ad esempio le proprie convinzioni e credenze,le esperienze passate positive o negative, ecc. Jane potrebbe avere delleaspettative molto elevate rispetto a se stessa e pensare: “Devo dare ilmeglio di me altrimenti sono una incapace”. Se in questa fase la perso-na valuta l’evento come minaccioso si passerà alla fase successiva, ca-ratterizzata dalla risposta allo stress, altrimenti l’individuo sceglierà lestrategie più opportune per affrontare al meglio la situazione.

Fase 3. Si attiva la risposta allo stress, che è caratterizzata dall’inte-razione degli aspetti emotivi, fisiologici, cognitivi e comportamentali.Jane potrebbe sentirsi preoccupata, ansiosa e pensare che non ce la farà.A livello comportamentale, al fine di ridurre la sua ansia potrebbe, adesempio, iniziare a pulire la sua scrivania o preparare una tazza di tè.

Fase 4. La persona valuta l’effetto delle proprie risposte attuate nel-la situazione di stress durante la fase precedente. Nel nostro esempio,Jane valuta se l’approccio da lei adottato l’aiuta effettivamente a fron-teggiare il problema. Questa rivalutazione può arrestare completamen-te la risposta allo stress, se il comportamento è considerato efficace ri-

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spetto alla richiesta esterna, oppure mantenere tale risposta, se l’indi-viduo considera le strategie applicate non efficaci e la richiesta ester-na ancora non affrontata. Jane potrebbe ridurre le sue pressioni interneabbassando il livello delle sue aspettative.

Fase 5. Se le strategie impiegate sono inefficaci, l’individuo puòsperimentare uno stress prolungato, che ha un impatto negativo sullerichieste esterne e sul suo stato interno interno. Se la presentazione diJane andasse male, il tavolo dei governatori potrebbe decidere di met-tere in discussione il suo operato e investigare altre aree del suo lavo-ro. Tutto ciò potrebbe diventare un ulteriore fattore di stress.

In linea generale, quindi, possiamo affermare che lo stress è dato dauno squilibrio tra le richieste (stimoli esterni e intrapsichici) e l’effet-

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Fig. 1.2. Modello integrativo-transazionale

(da Milner P. e Palmer S., 1998, p. 6)

Fase 1/5

RICHIESTE ESTERNE

MODALITÀ DI

COPING

Fase 2/4

VALUTAZIONE

COGNITIVA

PRESSIONI INTERNE

Fase 3/5

RISPOSTA ALLO STRESS

Risposte Cognitive

Risposte Biologiche

Risposte Affettive

Risposte Comportamentali

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tiva capacità di adattamento dell’individuo (risorse disponibili). Esisteuna notevole variabilità interindividuale, sia qualitativa che quantitati-va, di risposta allo stress (specificità di risposta), legate dal significa-to attribuito all’evento e alle nostre esperienze passate. Quando le ri-sposte della persona non le consentono di far fronte in modo adeguatoalle richieste ambientali possono insorgere degli stati negativi. Unostress prolungato può avere molte conseguenze psicofisiologiche chepossono portare l’individuo ad ammalarsi.

Riepilogo

Gli individui sono sottoposti spesso a situazioni stressanti e reagi-scono, naturalmente, in maniera diversa di fronte a problemi diversi, an-che se gli studi dimostrano che per molti aspetti l’organismo ha una rea-zione stereotipa (non specifica, appunto) con mutamenti biochimicisempre uguali tendenti a fargli affrontare qualsiasi nuova prestazione glivenga richiesta. La risposta dell’organismo agli stressor si sviluppa in trefasi. Nella prima fase, detta di ALLARME, l’organismo cerca di ricono-scere lo stimolo e di adeguarsi ad esso. Segue la fase di RESISTENZA:il corpo e la psiche intervengono attraverso una complessa reazione bio-logica che coinvolge il sistema neurovegetativo, endocrino e immunita-rio. Se lo stimolo stressante persiste nella sua azione, l’organismo esau-risce le energie richiamate appositamente per la fase di resistenza, ed en-tra nella terza ed ultima fase, detta appunto di ESAURIMENTO. In que-sta fase si sono già instaurate delle risposte organiche e psicologichecomplesse che operano nel tentativo di continuare a reagire allo stress.

Le tre principali teorie sullo stress sono:• stress come risposta: fa riferimento all’esperienza provata dalla

persona in determinate situazioni. Tale approccio considera leconseguenze dello stress in termini di salute fisica e psicologica;

• stress come stimolo: tale approccio rivolge la sua attenzione al-l’individuazione degli agenti stressanti (stressor) che pongonouna richiesta alla persona. Ciò ha dato luogo all’elaborazione divere e proprie liste di eventi o gerarchie di stressor potenziali,come quella elaborata da Holmes e Rahe;

• stress come transazione: tiene conto del rapporto tra l’indivi-duo e il suo ambiente, integrando lo stimolo e la risposta in unmedesimo processo. Esso implica una visione olistica dellostress che prende in considerazione l’interazione tra le richiesteambientali e le risorse interne dell’individuo.

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NELLA STESSA COLLANA

Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psi-coterapia, 20001, pp. 272

Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trat-tamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224

Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001,pp. 240

Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modellid’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272

Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata,2002, pp. 288

Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224Feltham C. - DrydenW. (a cura di E. Giusti),Dizionario di counseling, 1995, pp.320

Fontana D., Stress Counseling. Come gestire gli stati personali di tensione, 1996,pp. 160

Frisch M.B., Psicoterapia integrata della qualità della vita, 2001, pp. 352Giannella E., Palumbo M., Vigliar G., Mediazione familiare e affido condiviso.Come separarsi insieme, 2007, pp. 240

Giusti E. - Calzone T., Promozione e visibilità clinica. Motivare i pazienti ai trat-tamenti psicologici, 2006, pp. 288

Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e dellameditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336

Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento dellaPsicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176

Giusti E. - Ciotta A.,Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005,pp. 256

Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professiona-le, 2005, pp. 256

Giusti E. - Di Francesco G., L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’iden-tità verso la relazione, 2006, pp. 208

Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trat-tamento terapeutico, 2006, pp. 240

Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologi-ci integrati, 2007, pp. 224

Giusti E. - Fusco L., Uomini. Psicologia e psicoterapia della maschilità, 2002, pp.464

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NELLA STESSA COLLANA

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Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trat-tamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224

Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001,pp. 240

Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modellid’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272

Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata,2002, pp. 288

Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224Feltham C. - DrydenW. (a cura di E. Giusti),Dizionario di counseling, 1995, pp.320

Fontana D., Stress Counseling. Come gestire gli stati personali di tensione, 1996,pp. 160

Frisch M.B., Psicoterapia integrata della qualità della vita, 2001, pp. 352Giannella E., Palumbo M., Vigliar G., Mediazione familiare e affido condiviso.Come separarsi insieme, 2007, pp. 240

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Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e dellameditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336

Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento dellaPsicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176

Giusti E. - Ciotta A.,Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005,pp. 256

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Page 28: Psicoterapia integrata dello stress

Giusti E. - Germano F., Etica del con-tatto fisico in psicoterapia e nel counseling,2003, pp. 160

Giusti E. - Germano F., Terapia della rabbia. Capire e trattare emozioni violented’ira, collera e furia, 2003, pp. 224

Giusti E. - Giordani B. Il formatore di successo, 2002, pp. 224Giusti E. - Harman R. (a cura di), La psicoterapia della Gestalt, 1996, pp. 224Giusti E. - La Fata S., Quando il mio terapeuta è un cane, 2004, pp. 448Giusti E. - Lazzari A., Psicoterapia Interpersonale Integrata, 2003, pp. 160Giusti E. - Lazzari A.,Narrazione e autosvelamento nella clinica. La rivelazione delSé reciproco nella relazione di sostegno, 2005, pp. 160

Giusti E. - Locatelli M., L’empatia integrata, 2007 (Nuova edizione), pp. 320Giusti E. - Mancinelli L., Il counseling domiciliare, 2008, pp. 160Giusti E. - Minonne G., L’interpretazione dei significati nelle varie fasi evolutivedei trattamenti psicologici, 2004, pp. 396

Giusti E. - Minonne G., Ricerca scientifica e tesi di specializzazione in psicoterapia,2005, pp. 368

Giusti E. - Montanari C., Trattamenti psicologici in emergenza con EMDR per pro-fughi, rifugiati e vittime di traumi, 2000, pp. 192

Giusti E. - Montanari C., La CoPsicoterapia. Due è meglio e più di uno in efficaciaed efficienza, 2005, pp. 320

Giusti E. - Nardini M.C., Gruppi pluralistici. Guida transteorica alle terapie col-lettive integrate, 2004, pp. 304

Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione,1999, pp. 144

Giusti E. - Palomba M., L’attività psicoterapeutica. Etica ed estetica promozionaledel libero professionista, 1993, pp. 128

Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicolo-gico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192

Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004,pp. 240

Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione dellerisorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208

Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari epsicosociali, 1999, pp. 184

Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinicointegrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176

Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicotera-peutica, 2005, pp. 176

Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei tratta-menti psicologici, 2005, pp. 160

Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico comple-mentare per le demenze, 2004, pp. 144

Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

Nella stessa collana

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Page 29: Psicoterapia integrata dello stress

Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001,pp. 144

Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007,pp. 272

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Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp.576

Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata,2000, pp. 368

Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-com-portamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288

Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I:“Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400

Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II:“Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384

Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifichedell’American Psychological Association

• Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapiabreve integrata di J. Preston € 120,00

• Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried+ Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione dellePsicoterapie € 120,00

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Nella stessa collana

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Page 30: Psicoterapia integrata dello stress

• Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante eRielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E.Giusti, C. Montanari € 118,00

• Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro PsicoterapiaPrescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00

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Nella stessa collana

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EDIZIONE SOVERA STRUMENTI

Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapiafocalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per ilcambiamento, in corso di stampa, pp. 368

Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione tran-sitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia plura-listica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580

Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, dia-gnosi e cura, 2006, pp. 240

Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base:dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256

Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicotera-pie innovative, 2007, pp. 400

Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza.Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa

Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’e-videnza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464

Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativodi strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480

Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007,pp. 304

Nella stessa collana

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