PROVA canna rigata Smith & Wesson M&P15 Or calibro .223 ... · comprensibile il prezzo...

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102 ARMI E TIRO 10/2013 Testo di Ruggero Pettinelli, foto di Matteo Galuzzi S mith & Wesson è un’azienda che non ne- cessita di grandi e complesse presentazioni, visto che rappresenta da un secolo abbon- dante il punto di riferimento per gli appas- sionati di revolver per la difesa, il tiro e la caccia e, sempre negli anni, ha avuto un bel po’ da dire anche nel settore delle pistole semiautomatiche. Nel suo portfolio sono, invece, sempre state pochi- ne le sortite nel settore delle armi lunghe, special- mente dopo che, nella seconda guerra mondiale, uno sfortunatissimo progetto di carabinetta semi- automatica calibro 9 mm per impiego militare sta- va quasi mandando a carte quarantotto l’azienda. La musica è cambiata in modo sostanziale pochi anni or sono, con l’acquisizione da parte di Smith & Wesson della Thompson center e del relativo know-how, e anche con la constatazione evidente che nel segmento dei cosiddetti Black rifle, negli Stati Uniti e non solo, la domanda supera costan- temente l’offerta. Dall’insieme di questi elementi, la decisione di varare una serie di cloni Ar 15 a marchio Smith & Wesson, caratterizzati da due elementi fondanti: la costruzione made in Usa e il prezzo abbordabile. LE COMPONENTI In effetti, quando sono stati presentati sul mercato i modelli più economici della gamma M&P15 (in particolare il modello Sport, che in Italia viene venduto al pubblico a poco più di 900 euro) si sca- tenarono le più disparate ipotesi su dove material- mente fossero realizzate le componenti dell’arma e, in particolare, i due semi-castelli (upper e lower receiver, per dirla all’americana): si parlò di estre- mo oriente, andando via via sempre più lontano fino… ai pianeti limitrofi! La realtà, stando a quanto dichiarato dall’azienda, è un pochino più semplice: le canne, come è ovvio, sono realizzate dalla Thompson center, mentre i castelli sono ottenuti da forgiati made in Usa, e questo è abbastanza facile da verificare osservando i punzoni specifici apposti dai forgiatori sulle com- ponenti (sui receiver Smith & Wesson compaiono in bella evidenza i loghi di Cerro e Anchor Harvey, che certo non sono di Bangkok o Vientiane). Le componenti minori sono appaltate a subcontratto, ma sempre e comunque (stando, ancora, a quanto dichiarato dall’azienda) presso aziende locate sul territorio statunitense. Questa modularità e sinergia tra le aziende del gruppo consente di avere una certa economia di scala, associata a produzioni di grande serie, da qui la possibilità di ottenere un Un clone Ar 15 completamente made in Usa, con canna Thompson Center, receiver forgiato, buone finiture. Limitata al minimo la componentistica custom, ma la base di partenza per successive personalizzazioni c’è ed è anche bella solida Gli Ar 15 di Smith & Wesson sono ben fatti e offerti a un prezzo decisamente ragionevole. PROVA canna rigata Smith & Wesson M&P15 Or calibro .223 Remington pollici, la lunghezza della canna pollici, il passo di rigatura della canna 16 9 COMINCIARE BENE

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102 ARMI E TIRO 10/2013

Testo di Ruggero Pettinelli, foto di Matteo Galuzzi

Smith & Wesson è un’azienda che non ne-cessita di grandi e complesse presentazioni, visto che rappresenta da un secolo abbon-dante il punto di riferimento per gli appas-

sionati di revolver per la difesa, il tiro e la caccia e, sempre negli anni, ha avuto un bel po’ da dire anche nel settore delle pistole semiautomatiche. Nel suo portfolio sono, invece, sempre state pochi-ne le sortite nel settore delle armi lunghe, special-mente dopo che, nella seconda guerra mondiale, uno sfortunatissimo progetto di carabinetta semi-automatica calibro 9 mm per impiego militare sta-va quasi mandando a carte quarantotto l’azienda. La musica è cambiata in modo sostanziale pochi anni or sono, con l’acquisizione da parte di Smith & Wesson della Thompson center e del relativo know-how, e anche con la constatazione evidente che nel segmento dei cosiddetti Black rifle, negli Stati Uniti e non solo, la domanda supera costan-temente l’offerta. Dall’insieme di questi elementi, la decisione di varare una serie di cloni Ar 15 a marchio Smith & Wesson, caratterizzati da due elementi fondanti: la costruzione made in Usa e il prezzo abbordabile.

Le coMPonenTiIn effetti, quando sono stati presentati sul mercato i modelli più economici della gamma M&P15 (in particolare il modello Sport, che in Italia viene venduto al pubblico a poco più di 900 euro) si sca-tenarono le più disparate ipotesi su dove material-mente fossero realizzate le componenti dell’arma e, in particolare, i due semi-castelli (upper e lower receiver, per dirla all’americana): si parlò di estre-mo oriente, andando via via sempre più lontano fino… ai pianeti limitrofi!La realtà, stando a quanto dichiarato dall’azienda, è un pochino più semplice: le canne, come è ovvio, sono realizzate dalla Thompson center, mentre i castelli sono ottenuti da forgiati made in Usa, e questo è abbastanza facile da verificare osservando i punzoni specifici apposti dai forgiatori sulle com-ponenti (sui receiver Smith & Wesson compaiono in bella evidenza i loghi di Cerro e Anchor Harvey, che certo non sono di Bangkok o Vientiane). Le componenti minori sono appaltate a subcontratto, ma sempre e comunque (stando, ancora, a quanto dichiarato dall’azienda) presso aziende locate sul territorio statunitense. Questa modularità e sinergia tra le aziende del gruppo consente di avere una certa economia di scala, associata a produzioni di grande serie, da qui la possibilità di ottenere un

Un clone Ar 15 completamente made in Usa, con canna Thompson Center, receiver forgiato, buone finiture. Limitata al minimo la componentistica custom, ma la base di partenza per successive personalizzazioni c’è ed è anche bella solida

Gli Ar 15 di Smith & Wesson sono ben fatti e offerti a un prezzo decisamente ragionevole.

PROVA canna rigata Smith & Wesson M&P15 Or calibro .223 Remington

pollici, la lunghezza della canna

pollici, il passo di rigatura della canna 16 9

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L’entry LeveLIl modello in assoluto più economico della serie M&P15, già disponibile nelle armerie, è denominato Sport. Vogliamo evidenziare le principali differenze rispetto al protagonista della nostra prova che, senza pregiudicare precisione e affidabilità, giustificano e rendono comprensibile il prezzo ulteriormente inferiore (963 euro, Iva inclusa). Innanzi tutto, upper e lower receiver risultano semplificati: il lower ha, infatti, ponticello integrale (maggiorato), quindi non sostituibile con componenti aftermarket, mentre l’upper è privo di sportellino parapolvere per la finestra di espulsione e di forward assist (in pratica, sul lato destro c’è il solo deflettore). Il portaotturatore è, però, di tipo standard, quindi presenta sia lo scasso per l’aggancio del coperchio parapolvere, sia le unghiature per il forward assist. La canna, sempre lunga 16 pollici, è priva di step-cut e il gas block è quello tradizionale dell’M16A2, con mirino integrato nel “delta”, attacco per la baionetta e maglietta porta cinghia incernierata. C’è sempre la slitta Picatinny a tutta lunghezza sull’upper, alla quale è applicata una diottra abbattibile Magpul Mbus. La canna non è cromata internamente, mentre lo sono sia il portaotturatore, sia la pipetta del gas.

contenimento dei costi fissi e, quindi, un prezzo finale più invitante per l’acquirente. Dal punto di vista meccanico, l’M&P15 Or rispet-ta in modo molto ortodosso lo schema messo a punto mezzo secolo fa da Eugene Stoner: abbiamo, quindi, il classico otturatore a testina rotante con 7 alette di chiusura e l’altrettanto classico tubetto in acciaio inox per il prelievo diretto dei gas. Al-lo sparo, parte dei gas di sparo viene spillata at-traverso un foro nella canna e convogliata nel tubetto superiore, che li dirige all’indietro a spin-gere con forza il portaotturatore. L’arretramento di quest’ultimo provoca, tramite un profilo a camme, la rotazione dell’otturatore vero e proprio e il conseguente disimpegno delle alette di chiusura dalle sedi nel prolungamento della culatta. Una volta libero, l’otturatore viene trascinato all’indietro dal portaotturatore, realiz-zando l’estrazione e l’espulsione del bossolo. La distensione della molla di recupero, occultata all’interno della porzione anteriore del calcio,

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L’M&P15 in versione Sport.

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1. In virtù del prezzo contenuto, si sono fatte le ipotesi più strampalate sulla provenienza dei receiver. Invece, sull’upper di questo esemplare fa bella mostra di sé il logo Anchor Harvey, noto forgiatore statunitense.

2. L’upper è del tipo flat top (cioè piatto), con slitta Picatinny integrale. La lavorazione è accurata, senza spigoli taglienti.

3. L’esame del lower evidenzia, come in questo caso, lavorazioni più che dignitose anche nelle parti interne, non a vista.

4. L’interno dell’upper, con l’ugello del tubetto di presa gas e il prolungamento di culatta con le sedi di chiusura dell’otturatore. Anima della canna e camera di scoppio sono cromate.

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riporta in avanti il complesso, che sfila una car-tuccia dal caricatore e la introduce in camera. L’ultimo tratto di corsa in avanti del portaottura-tore costringe nuovamente l’otturatore a ruotare, ripristinando la chiusura. Le componenti in lega leggera sono ricoperte con una resistente anodizzazione nera opaca, la canna è fosfatata mentre otturatore e portaotturatore so-no bruniti. Il portaotturatore, in particolare, è pe-rò cromato nella parte interna (quella che riceve l’otturatore), così come cromata è la parte interna della pipetta di presa gas del portaotturatore (gas key), allo scopo di preservarla dall’azione erosiva dei gas ad alta temperatura (che all’uscita dal tu-betto di presa gas non saranno caldi come appena spillati dalla canna, ma insomma...). In questa versione, anche l’anima della canna e la camera di cartuccia sono cromate. La canna è lunga 16 pollici (406 mm) e presenta esternamente quella scanalatura anulare (step-cut) per l’installazione del lanciagranate M203 (o ana-

loghi), ovviamente per quanto riguarda il merca-to commerciale questa soluzione ha principalmen-te funzione estetica (il look è più aggressivo ri-spetto a una canna perfettamente cilindrica). La rigatura ha sei principi destrorsi, con passo di un giro in 9 pollici (229 mm), misura intermedia tra il passo dell’Ar 15 originale (12 e anche 14 pol-lici) e l’attuale passo militare (7 pollici), teorica-mente idonea a stabilizzare palle di peso compre-so tra i 62 e i 69 grani. Nella gamma M&P15 al-cuni modelli sono, invece, dotati di rigatura 5R (cinque principi con profilo raccordato) con pas-so di 8 pollici (203 mm). Non a caso, visto che Thompson Center è un fau-tore di questo tipo di rigatura (ideata in verità dai russi) e l’applica già da tempo sulle proprie cara-bine bolt-action Icon. In volata, è applicato il classico rompifiamma birdcage con sfiati solo nella parte superiore, al fine di evitare la proiezione di sabbia e polvere sparando in posizione sdraiata.

La presa di gas è a profilo basso, con slitta Picatinny per l’installazione di eventuali mirini optional

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1. La vista intera, con applicato il puntatore olografico Eotech L3 che abbiamo impiegato durante la prova a fuoco. Non sono previste le mire metalliche di serie, ma visto il prezzo non possiamo farne una colpa a Smith & Wesson!

2. Otturatore a testina rotante e portaotturatore (al centro), buffer-guidamolla di recupero (a destra) e manetta di armamento a “T”. Sia l’interno del portaotturatore, sia l’interno della pipetta di presa gas (gas key) evidenziano la cromatura alla quale sono stati sottoposti.

3. I comandi sono molto tradizionali, senza particolari slanci creativi nell’ergonomia, ma sono funzionali e dignitosamente realizzati.

4. Nella parte inferiore del gas block c’è il foro per l’innesto degli attacchi a sgancio rapido per la cinghia.

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I comandi sono quelli standard dell’archetipo Ar 15, senza particolari slanci di creatività (a volte, magari, dall’utilità più teorica che pratica), ma solidi e funzionali: sgancio caricatore sul lato de-stro, hold open e sicura manuale sul lato sinistro (la sicura non è ambidestra, sul lato destro pre-senta solo la sommità del perno di fissaggio con un riferimento per capire anche da quel lato se si trovi in posizione di inserimento o meno). Ovviamente, la disponibilità di componenti after-market è sconfinata ed è, quindi, solo questione di gusti e di tasche l’installazione di comandi maggiorati custom che siano di gradimento del tiratore. Il lato destro dell’upper receiver è prov-visto di sportellino parapolvere per la finestra di espulsione, deflettore per i bossoli e forward assist di tipo cilindrico.

Mire e scattoGli organi di mira sono semplici da descrivere, perché… non ci sono! Il suffisso “Or” che iden-tifica questa versione, in effetti, sta per “optics ready”, nel senso di “pronta al montaggio di otti-che”. Per fare ciò, si può sfruttare la slitta Pica-tinny sull’upper receiver, un altro spezzone di Picatinny rail è presente sulla sommità del bloc-chetto di presa gas (gas block) e consente, quindi, anche l’installazione di mire metalliche, di tipo fisso o pieghevole tipo back-up. Per la nostra prova, abbiamo installato sulla Pica-tinny principale un collimatore Eotech L3, van-taggiosamente impiegabile nel tiro istintivo. Anche in questo caso, ovviamente, c’è solo l’imbarazzo della scelta a seconda di ciò che il portafoglio

comanda. Lo scatto è piuttosto militare, in un so-lo tempo, mediamente duro, non abbiamo avuto la possibilità di misurarlo con il dinamometro ma riteniamo sia sopra i tre chilogrammi. Sta di fatto che è nella media di questo tipo di realizzazioni e, per quanto riguarda la possibilità di sostituzio-ne con componenti aftermarket, vale lo stesso discorso per i comandi esterni, le ottiche, astine, calciature….A proposito di calciatura, è del tipo collassabile. Per questo modello, non di “primo prezzo” ma quasi, non si è optato per un componente specia-lizzato di marca (tipo Magpul Moe, utilizzato su altre versioni della serie M&P15), ma si è realiz-zato un “Carbine” dal disegno classico e senza particolari fronzoli, con marchio Smith & Wesson. Nella sua semplicità, ha comunque sei livelli di regolazione in lunghezza e non ha manifestato giochi eccessivi, neppure alla massima estensione. Presenta la classica asola posteriore per il mon-taggio della cinghia (più il taglio trasversale sul calcio), e il suo sporco lavoro lo fa più che bene. Invece della maglietta anteriore tradizionale, nel-la parte inferiore del gas block è presente il foro per l’eventuale fissaggio di un dispositivo a sgan-cio rapido per la cinghia. Per quanto riguarda l’astina copricanna, è del tipo polimerico a sezione circolare, anche in questo caso senza particolari fronzoli ma solida e ben salda nel montaggio.

La nostra provaLa prova a fuoco si è svolta nel poligono interno della Bignami, sulla distanza di 100 metri, in ap-

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PeR chi VuOle cOMPRARlAA chi è indirizzata: a chi desidera un Ar15 di buona qualità, senza svenarsiCosa richiede: in fatto di accessori più o meno tattici, c’è solo l’imbarazzo della sceltaPerché comprarla: perché ha buone finiture, castelli forgiati, costruzione 100 per cento yankeeCon chi si confronta: la scelta è sconfinata, sulla stessa fascia di prezzo ci sono il Norinco Cq-A e il Remington Sr556.

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1. La canna è lunga 406 mm e provvista di step-cut (la scanalatura anulare che servirebbe per l’applicazione del lanciagranate, ma viene più che altro eseguita sui modelli commerciali per ragioni estetiche) e rompifiamma. il gas block è dotato di slitta picatinny superiore per l’installazione di mire metalliche aftermarket.

2. il calcio è collassabile e regolabile su sei posizioni. anche in questo caso, un prodotto privo di fronzoli, ma funzionale e senza particolari giochi.

3. L’astina è quella tipica dell’M16a2, in polimero con “liner” in lega leggera, a sezione circolare.

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Munizioni commercialiMarca Tipo palla Peso palla (grs) V0 (m/sec) Sd E0 (joule) E0 (kgm)

Rws Target plus Hpbt 69 833,1 4,0 1.552 158,2Norma Oryx 55 883,3 9,2 1.390 141,7

Nota: rilevazioni eseguite con cronografo Chrony a 2 metri circa.

Scheda tecnica tabella baliStica

piazzato una rosata di cinque colpi in un pollice tondo tondo (25 mm). Per curiosità abbiamo testato anche una scatola di Norma con palla Oryx di 55 grani, ottenendo abbastanza prevedibilmente un raggruppamento di diametro pressoché triplo. Lo scarso feeling con le palle leggere è stato evi-denziato anche dalle rilevazioni cronografiche, visto che a fronte di una deviazione standard di 4,0 per le Hpbt 69 grs (e una discrepanza di soli 22 metri al secondo rispetto ai dati di fabbrica ottenuti in canna manometrica), con le Oryx di 55 grs si è verificata una deviazione standard più che doppia, con in più una discrepanza di 67 metri al secondo rispetto al dato velocitario di fabbrica. Niente di sorprendente visto il passo di rigatura adottato e, comunque, alle normali distanze di ingaggio del “barattoling”, anche con una qual-siasi 55 grs raccogliticcia di basso prezzo, ci si può abbondantemente divertire. L’esame diretto dell’arma ha palesato finiture esterne e interne piuttosto buone, soprattutto in rapporto alla fascia di prezzo e un funzionamento regolarissimo fin dal primo colpo. L’unico aspet-to “fuori tono” che abbiamo riscontrato è stato un leggero lasco nei punti di giunzione tra upper e lower, ma si tratta di una finezza che non ha alcu-na rilevanza pratica (visto che il funzionamento, ribadiamo, è risultato perfetto). Quale può essere, in conclusione, il giudizio su quest’arma? Che offre una piattaforma Ar 15 so-lida, ben realizzata e capace di ottima precisione, a un prezzo decisamente fuori media (al ribasso) rispetto alla concorrenza statunitense e interna-zionale. La dotazione di componenti custom è limitata in pratica al gas block, ma l’arma risulta comunque già proficuamente impiegabile e, nel caso, la disponibilità di accessori aftermarket è sconfinata e alla portata di qualsiasi tasca.

Produttore: Smith & Wesson, www.smith-wesson.comDistributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, fax 0471.81.08.99, www.bignami.itModello: M&P15 OrTipo: carabina semiautomaticaCalibro: .223 RemingtonFunzionamento: presa di gas diretta, otturatore a testina rotante Canna: lunga 16 pollici (406 mm), rigatura con passo di un giro in 9 pollici (229 mm), anima cromataLunghezza totale: da 813 a 890 mmMire: assenti; slitte Picatinny sull’upper receiver e sul gas block per l’installazione di componenti aftermarket o strumenti otticiScatto: diretto, in un solo tempoSicura: manuale a leva sul lato sinistro del fustoCalciatura: collassabile e regolabile su sei posizioniMateriali: canna in acciaio 4140, castello in lega leggera 7075 T6Finiture: fosfatazione nera opaca; anima della canna, gas key e portaotturatore cromatiPeso: 2.950 grammi scaricoClassificazione: arma da cacciaPrezzo: 1.346 euro, Iva inclusa

poggio anteriore. Come anticipato, abbiamo in-stallato sulla Picatinny dell’upper receiver un puntatore olografico Eotech, ottimo per il tiro istintivo, certo non finalizzato al tiro di precisione, se non altro per l’assenza di ingrandimento. Nonostante ciò, i risultati sul bersaglio sono stati gratificanti, visto che con le munizioni commer-ciali Rws Target plus Hpbt di 69 grani abbiamo

Rosata di 5 colpi in 25 mm ottenuta a 100 metri con puntatore olografico Eotech L3 e munizioni Rws Target plus Hpbt 69 grs.

Molto più disperse (prevedibilmente, visto il passo di rigatura) le Norma Oryx 55 grs, cinque colpi in 70 mm.

La prova a fuoco nel poligono interno della Bignami, sulla distanza di 100 metri.

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