prologo di "Shock al sistema" (2011)

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  • 7/30/2019 prologo di "Shock al sistema" (2011)

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    Come ho scoperto i danni dei vaccini sui cani di Catherine ODriscoll(prologo al libro Shock al sistema!, edizioni Impronte di luce)

    http://www.improntediluce.it/schede_libri/shock_al_sistema.html

    Andammo a prendere Prudence in allevamento. Pat Bartlett ci port dai cuccioli. Cenerano circa otto; grassi e molli piccoli bandoli scoordinati che rotolavano eballonzolavano in giro con gli occhi pieni di sonno; inciampavano e cadevano unosullaltro e correvano senza paura verso le nostre braccia aperte ansiose di afferrarli. Epoi Oliver prese il mio dito nella sua piccola bocca, e Prudence si sedette di fronte a Johned emise un dolce piccolo abbaio, e sia Oliver che Prudence divennero dei magneti delcuore, e John ed io eravamo la limatura di ferro.Oliver e Prudence erano i nostri boccioli di maggio, nati in primavera e colti in pienafioritura.Poco dopo il nostro matrimonio, John ed io avevamo accolto in casa un Golden retrieverdi nome Chappie. Poi Sophie, poi Oliver e Prudence. Essi, i nostri figli a quattro zampe,riempivano di felicit la nostra casa. Era una situazione idilliaca. Tante personevorrebbero avere un cane, ma lavorano e non vogliono lasciare il cane da solo tutto ilgiorno. Oppure vivono in appartamento o in citt, senza prati nelle vicinanze, e cosaspettano, e continuano a desiderarlo.Ma noi eravamo fortunati: i nostri cani venivano in ufficio con noi; John ed io avevamouna nostra attivit di marketing. I nostri cani ci facevano da receptionist e da distruttori didocumenti, ed erano delle vere star nella citt dove passeggiavamo e giocavamo allora dipranzo. Un giorno un uomo anziano ci pass accanto nel parco e url: Quelli sono i canipi felici di Northampton, e io ringraziai Dio, perch forse aveva ragione.Ogni giorno, nel mio ufficio, Chappie si sdraiava accanto alla finestra, Sophie ai piedidella mia scrivania, Prudence di fianco a me, e Oliver, beh, Oliver si sdraiava sui mieipiedi oppure esattamente in mezzo allingresso. Era fatto cos. E ogni visitatore venivaaccolto sempre con un sorriso e un benvenuto; sempre, nella stanza, cerano risate eamore.Poi, una mattina, John mi svegli come al solito con una tazza di t. Ma cera qualcosache non andava. Oliver non era accanto a me sul letto. Dov Ollie?, chiesi, con losguardo offuscato. Nei quattro anni in cui lavevo conosciuto, Oliver non mi aveva mailasciato accogliere una nuova giornata senza la sua luce nel mio cuore.Catherine, disse John, con tono davvero preoccupato, Oliver ha qualcosa che non va.Non riesce a stare in piedi. Ha le zampe posteriori paralizzate. Cos mi alzai e scesi al

    piano terra, dove Oliver era sdraiato.Sapete, cera un programma una volta in TV che sintitolava Il giorno che cambi la miavita, e questo fu il giorno che cambi la mia. Esso si dipan innanzi a me come unincubo, e ancora non mi sono svegliata. Anche John non sar mai pi lo stesso.E dunque Oliver era sdraiato sul pavimento del salotto, e Prudence, Chappie e Sophie glistavano alla larga. Non entravano nemmeno nella stanza. Ora so che i cani sentono lamorte, e lasciano in pace il morente. Ma questo allora non lo sapevo, perch, se lo avessisaputo, non avrei fatto quello che facemmo quel giorno.

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    Mi sedetti accanto a Oliver e gli parlai, ricorrendo a tutti i suoni consolatori che riuscivoa mettere insieme. Gli accarezzai la testa e il collo, e anche la pancia, perch gli piaceva,e lo baciai e gli dissi di non preoccuparsi, che lavremmo portato dal veterinario e che ilveterinario lo avrebbe fatto stare meglio. E aspettai che John si lavasse e si vestisse, e poiJohn scese gi e io andai su a lavarmi e vestirmi. Poi mettemmo insieme una barella con

    alcune coperte e trasportammo Oliver allauto.Dentro di noi, dovevamo sapere che era una cosa grave, perch salii insieme a Oliver nelbaule della familiare, appoggiai la sua testa sul mio grembo e mi misi a parlargli mentrelauto ondeggiava e sussultava lungo la strada. A un certo punto, Oliver si mise in testache voleva mettersi seduto e guardare fuori dal finestrino, ma non ci riusciva, cos localmai e gli accarezzai il collo e gli dissi: Va tutto bene, Oliver. Non ti preoccupare.Starai bene. Mamma si prender cura di te.E i suoi occhi fissarono i miei. Quello fu il momento che cambi la mia vita. I suoi occhiagganciarono i miei e decisero di credermi, di fidarsi di me, di prendere la mia parola pervera. E in quello sguardo cera tutto lamore dellUniverso. La sapienza pi saggia chesia mai stata conosciuta.

    Cos arrivammo dal veterinario e tirammo fuori Oliver dallauto, e il veterinario ci stavaaspettando e ci fece accomodare di corsa nellambulatorio e sdraiammo il nostro caroOliver sul tavolo. Sapete, Oliver, quando andava dal veterinario, di solito tremava esussultava. Era sempre fuori di s dalla paura. Ma quel giorno era calmo. Era sereno. Dalui emanava la pace, e rimase l sdraiato su quel tavolo, e aspett pazientemente mentre ilveterinario provava e riprovava a trovare la vena per un prelievo di sangue, e Oliver nonera per nulla preoccupato.E ora io penso, non lo so ma lo penso, che Oliver sapesse fin dallinizio che sarebbemorto in quellambulatorio veterinario.E cos Oliver sdraiato sul tavolo dellambulatorio veterinario, e John ed io siamopreoccupati, perch non si tratta del solito veterinario; un sostituto, un giovaneinsignificante e presuntuoso, e speriamo che sappia quello che sta facendo. Ma lui sorridee ci dice di non preoccuparci, e ci dice che pensa che Oliver abbia un virus nella spinadorsale e che dobbiamo lasciarglielo l in modo che possa fargli una flebo, una flebo disteroidi, e che Oliver dovrebbe stare bene nel giro di un paio di settimane.E il giovane veterinario indossa un camice bianco, e noi non sappiamo comunquecosaltro fare, per cui lasciamo Oliver in ambulatorio. E mentre lo trasportano verso legabbie sul retro dellambulatorio, Oliver mi lancia unocchiata e si protende con la parteanteriore del corpo verso di me, e mi dice con gli occhi: Ti prego mamma, ti prego, nonlasciarmi. Fammi venire a casa con te. E io gli dico: Va tutto bene Oliver. Starai bene.Ci vediamo pi tardi. E poi John ed io usciamo dallambulatorio e io crollo in lacrimeappoggiandomi al muro. Perch la mia testa mi sta dicendo che Oliver star bene e il miocuore sa che non vero.E, maledizione, ho ascoltato la mia testa. E ho ascoltato il veterinario. E non ho ascoltatoOliver.Cos John e io ce ne andammo e cercammo di portare avanti il lavoro. Ma io continuavo atelefonare in ambulatorio. Chi se ne frega se pensano che sono una proprietarianevrotica? Lo sono, in ogni caso. Cos continuai a chiamare, e continuai a chiedere se ilveterinario anziano poteva andare a dare unocchiata a Oliver, perch, vedete, lui ci stamolto a cuore. una persona speciale, e dobbiamo essere certi che il veterinario anziano

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    lo veda. E la segretaria continua a dirmi che il veterinario anziano non ancora arrivato.E poi ci dice che ha avuto troppo da fare. E io continuo a chiamare. E John chiama purelui e gli viene detto di andare a casa. E poi chiamo io di nuovo, e il sostituto viene altelefono, e inizia a borbottare e farfugliare e io in silenzio aspetto che lui mi dica cheOliver sta bene.

    ancora l? mi chiede. E io emetto un rumore in modo che capisca che sono ancora l,e spero, prego, che mi dica che Oliver sta bene. Ma lui mi dice che Oliver morto.Vorrei picchiare il veterinario, e allo stesso tempo vorrei abbracciarlo, perch giovane eha bisogno di fiducia se vuole salvare delle vite, cos me ne sto l seduta a piangereallaltro capo del telefono. John in piedi accanto a me, cos gli passo il ricevitore. EJohn dice che non vogliamo unautopsia, che non vogliamo che il nostro Oliver vengatagliato a pezzetti come se fosse solo un taglio di carne. E poi saliamo in macchina perandare a prendere Oliver e portarlo a casa, dove sarebbe dovuto rimanere per tutto iltempo. E poi ci troviamo a recitare le nostre parti nellambulatorio, le parti di quelli chepiangono mentre gli altri clienti se ne stanno l seduti a guardare imbarazzati, e Oliverviene messo su una barella e lo portiamo fuori dalla porta posteriore, e in qualche modo

    arriviamo a casa.E poi siamo nel giardino dietro casa a cercare un posto in cui il corpo di Oliver possariposare. Vivevamo in una casa moderna, e il costruttore aveva deposto la terra del nostrogiardino sopra cumuli di macerie edilizie. E John non riusciva a scavare abbastanza inprofondit per ricavare la fossa per Oliver. E cos se ne sta l in piedi con la pala in manoe le lacrime che gli scendono lungo il viso, e non riesce a scavare tra quei dannati sassi,mattoni e sacchetti di plastica, e io sono l in piedi accanto a lui con le lacrime che miscorrono lungo il viso, e il sole sta iniziando a tramontare, e il corpo di Oliver staaspettando nellauto e il tempo sta per scadere. Cos John mi chiede di andare a cercareun vicino che ci presti un piccone.E cos cammino lungo il marciapiede con le lacrime che scorrono lungo il viso e isinghiozzi che fanno sussultare il mio corpo, e vago chiedendomi a quale porta possobussare con le lacrime che mi solcano il viso, e mi chiedo come potr riuscire a mettereinsieme le parole che possano comunicare al mio vicino che ho bisogno di un piccone.Ian e Sue, che vivono nel cottage alla porta accanto, stanno stendendo il bucato e mivedono passare, e vedono le mie lacrime e vengono di corsa verso di me. Non previstoche i vicini ti vedano in queste condizioni. I vicini si suppone debbano vederti semprecalmo e sicuro, con le cose che vanno sempre bene, ma Ian e Sue mi videro singhiozzaresul marciapiede e corsero fuori da me. E dissero: Oh no, non Ollie, perch sapevanoche Oliver era un cane speciale. E il mio cuore e la mia testa continuavano a dire: Ohno, non Ollie.Cos Ian mi disse di tornare a casa. Disse che mi avrebbe trovato un piccone. E Ian arrivportando il piccone a John, e John scav una buca, e seppellimmo Oliver alla luce deltramonto. strano come reagirono Chappie, Sophie e Prudence. Sophie rimase seduta allaltro capodel giardino, sorridendo e scherzando, con aria allegra. Stava cercando di tirarci su ilmorale. Prudence girava di qua e di l preoccupata. E Chappie venne alla tomba di Olivere gli diede un ultimo saluto. Per la prima volta nella sua vita, Chappie ulul alla luna. Eper diversi mesi, Chappie continu a uscire in giardino e a sedersi sulla tomba di Oliver.In un qualche momento, nel corso di questa storia, mi chiam al telefono la mia matrigna

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    e io piansi e le dissi di Oliver e le dissi che non potevo parlare. Poi chiam mia sorellaLeslie, perch Leslie ama i cani e poteva capire, e unamica ci mand dei fiori. E tutti glialtri pensarono che Oliver era soltanto un cane. E mi sembr strano, questo. Voglio dire,io pensavo davvero che il mio cuore stesse per esplodere, mi faceva male lo stomaco e midoleva la testa, e linterno del mio corpo era come una pentola a pressione. Se il

    coperchio si fosse alzato, avrei cominciato a urlare e avrei potuto non fermarmi mai, maquando dicevo alle persone che Oliver era morto, loro dicevano Oh, e iniziavano aparlare di qualcosaltro. Come se Oliver fosse stato solo un cane.Ma non scorder mai Ian e Sue che mi vennero incontro di corsa quando mi videro con lelacrime che colavano lungo le guance. Perch so che molte persone avrebbero tirato letendine e non si sarebbero fatte coinvolgere.E Oliver aveva solo quattro anni.Due anni pi tardi, quando Prudence aveva solo sei anni, ci venne detto che aveva laleucemia; che aveva al massimo un paio di mesi di vita. Questa volta, la perdita non fuimprovvisa; abbiamo avuto il tempo di dirle addio. Abbiamo avuto il tempo di dirlequanto la amavamo. Tempo per ringraziarla per lamore che ci aveva dato. Abbiamo

    avuto il tempo trenta giorni per vedere la vita allontanarsi da lei, come laria che esceda un copertone da un piccolo foro. E abbiamo avuto il tempo di sperare e pregare, eguardarla andare via.E abbiamo avuto il tempo di ascoltare Prudence. In quegli ultimi giorni, Prudence midisse diverse cose. Cominci trascinando il suo corpo stanco, con grande determinazione,fino ad ogni casa del paese abitata dai bambini che aveva amato. Il cuore di Pru eragrande quanto lUniverso, e lei doveva dire a tutti quanto li amasse. Prima di lasciarci. Emi portava verso ogni persona che ci passava accanto per strada; e si sdraiava a terrasoddisfatta non appena cominciavamo a parlare.Pochi giorni prima di morire, Prudence si diresse verso il centro ricreativo del paese.Guard dentro dalla finestra e mi disse che voleva entrare. Ma ai cani non era permessoentrare, cos la portai a casa. E il giorno dopo prese con determinazione la strada verso ilcentro ricreativo, e guard dentro. Cos entrammo. E si sdrai a terra accanto a me e aSheila e aspett che io afferrassi il messaggio.Perch Prudence mi chiese di fare una cosa, prima di morire: mi chiese di dire a tutti voi voi che amate la vita perch i nostri cani stanno morendo, perch i nostri bambinistanno morendo, perch gli animali e le persone in tutto il mondo stanno morendo. Epiangendo. Cos che possiamo imparare a prenderci cura luno dellaltro, cos come lei siprese cura di noi. Prudence mi ha chiesto di essere la sua voce, e la voce di tutti glianimali e di tutti i bambini, di tutte le persone che hanno il cuore spezzato, e il corposofferente.Prudence mi disse che lei mor, e che Oliver mor, per dimostrare al mondo che luomosta distruggendo il pianeta e la vita su di esso. So che penserete che tutto questo folle,ma io ve lo devo dire.Sapete, la gente dice che gli animali sono inconsapevoli. Dice che le loro menti e le loroemozioni sono limitate ai bisogni corporei. Pensa che solo gli esseri umani siano capacidi emozioni complesse; che, se pensiamo diversamente, stiamo antropomorfizzando.Eppure, quando gli elefanti soffrono un lutto, possiamo vedere le loro lacrime. E quandoPrudence mor, io vidi la sua tenerezza verso di me e la sua preoccupazione per me.

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    essermene dovuta andare, ma il dolore era troppo da sopportare. Non so, ma qualcosami dice che quello era un messaggio da parte di Prudence. Dovremmo ascoltare glianimali; essi sono consapevoli.Oliver e Prudence, quando vennero ad abitare nel mio cuore, accesero ciascuno unapiccola candela. Tutti accendiamo una candela. la candela dellamore e della luce. Tutti

    insieme i cani e i gatti e il bestiame e le pecore, e persino gli esseri umani possiamodiffondere luce dove c oscurit. Perch abbiamo creato un mondo insensato, e oradobbiamo tornare a dargli un senso. arrivato il momento.I cani sono venuti a ricordarcelo.

    *********** Avevamo quattro Golden retriever, e due erano morti prima di averraggiunto la mezza et. Chappie e Sophie erano ancora con noi, ma Chappie avevaunaffezione alla tiroide e si era rotto i legamenti crociati, cosa che lo rendeva zoppo, eSophie, a soli sei anni di et, aveva sviluppato unartrite talmente grave che al mattinonon voleva alzarsi dal letto.

    Dopo la morte di Oliver, in famiglia entr Samson. Quando aveva solo due anni,scoprimmo che aveva una malattia autoimmune, ovvero una malattia per la quale ilsistema immunitario del corpo attacca il corpo stesso. Poi, dopo la morte di Prudence,entr sulla scena Gwinnie. Era talmente allergica che, se le toccavi la schiena, questa siincrespava. Continuava a mordicchiarsi la propria pelle e le zampe; era in unagoniaallergica.Chiedemmo al veterinario perch Oliver fosse morto. Non lo sapeva. Cos cominciai agemere rivolta al cielo, chiedendo perch. Alla fine, per, trovammo un veterinarioomeopata che azzard unipotesi sulla morte di Oliver. Ci disse che sembrava proprio unaclassica reazione vaccinale: che Oliver era probabilmente stato ucciso da un vaccino. Poi,dopo la morte di Prudence, unamica, Susan Rezy, ci invi un articolo scritto da unaveterinaria americana, Jean Dodds. La d.ssa Dodds sembrava a sua volta implicare ivaccini nella morte di Oliver, e cera un nesso anche con la morte di Prudence.Quando si porta a casa un cucciolo, si pensa di avere fra le mani il proprio sogno. Ma io eJohn avevamo fra le mani i nostri incubi. Pensavamo di essere i peggiori proprietari dicani al mondo: perch i nostri cani erano cos malati, e perch stavano morendo?Sapete, quando ci troviamo a soffrire di una tragedia personale che quasi troppo dura dasopportare, abbiamo una scelta. Possiamo permettere a quella sofferenza di amareggiarci;possiamo cercare qualcuno da incolpare e cercare la vendetta. Oppure possiamosollevarci al di sopra di quella sofferenza, come farebbero i mistici. La terza scelta quella di trasmutare la sofferenza in una forza rivolta al bene: usare la conoscenzaacquisita attraverso lesperienza per aiutare altri che si trovino in situazioni simili.Pensammo che se almeno fossimo riusciti a scoprire dove stavamo sbagliando, anche altricani avrebbero potuto giovarne.

    Per una serie di coincidenze, venni presentata a una signora di nome Sally Cronk. Sallyaveva perduto un cane Sadie a causa dellanemia emolitica autoimmune, e stavafacendo il nostro stesso percorso. Anche lei aveva visto il lavoro di Jean Dodds e stavaraccogliendo fondi per aiutare il Royal Veterinary College a studiare la straziante malattiache si era portata via Sadie. Sally ci present ad altre persone che avevano sperimentato il

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    senso di devastazione che noi stessi avevamo provato. Tutti noi stavamo ponendoci delledomande sui vaccini e fotocopiando articoli e inviandoceli lun laltro.Ma tutti noi, con poche eccezioni, ci trovavamo a sbattere contro il murodellestablishment veterinario. Singoli veterinari e onorevoli istituzioni negavano laconnessione vaccini-malattie autoimmuni. Pochissimi veterinari sembravano pronti ad

    alzarsi in piedi e a dire ci che pensavano sui vaccini; altri sembravano non essereproprio consapevoli dei rischi.Avevamo la nostra esperienza da cui partire, e avevamo anche un gruppo crescente diamici i cui cani avevano sofferto essi ritenevano per colpa di uniniezione. [] Lepersone scrivevano ai produttori di vaccini, e le loro paure sui vaccini spesso venivanospietatamente negate. I veterinari usavano parole forti in difesa dei vaccini, dicendo che inostri cani sarebbero morti senza di essi e che saremmo stati degli irresponsabili a correreil rischio di non vaccinare. E in tutto questo, il danno sospettato veniva negato o pensavamo sottostimato.Essendo persone che lavorano nel mondo degli affari, John ed io immediatamentesospettammo che fosse in corso un qualche genere di processo di copertura per

    proteggere gli interessi commerciali. Sai Baba, il guru indiano, ha detto: Lavidit ilsemenzaio del lutto, e avevo la sensazione che avesse ragione. Pensavamo che fosseronecessarie ricerche indipendenti: ricerche che potevano essere condotte solo dagli amantidei cani per i loro cani; dalle persone che non avevano niente da perdere, nfinanziariamente n professionalmente, se si fosse scoperto che i vaccini erano pidannosi che utili. Fondammo un gruppo chiamato Canine Health Concern ed invitammogli amanti dei cani di tutto il mondo a partecipare a una ricerca indipendente.Non ci proponevamo, tuttavia, di testare solo i vaccini. Volevamo testare anche tutte learee implicate nel penoso stato di salute dei nostri cani: dieta, ambiente, prodotti chimici,stress il risultato fu un voluminoso questionario. Contattammo i college di veterinariadi tutto il paese, chiedendo sostegno. Ci dissero di stare alla larga.Contattammo singoli veterinari: veterinari che avevano qualche sassolino nella scarparelativamente alle proprie aree di specializzazione. Veterinari che incolpavano i cibiindustriali; veterinari che incolpavano gli incroci fra cani consanguinei per ottenere imigliori soggetti da esposizione; veterinari che rifuggivano i moderni prodottifarmaceutici a favore di terapie alternative. Alla fine, avevamo messo insieme unasquadra impressionante di veterinari di tutto il mondo, ognuno con le proprie teorie, pialtri terapeuti alternativi e comportamentisti che ci avrebbero aiutato a testare la teoriadello stress.Il passo successivo consisteva nellottenere il sostegno di chi amava i cani e la lorocollaborazione. Pensavamo che questa sarebbe stata la parte pi semplice, ma si rivelessere la pi difficile. Tanto per cominciare, dipendevamo dalle riviste cinofile perriuscire a raggiungere il pubblico e informarlo su ci che stavamo cercando di fare.Ostentatamente etichettate come riviste destinate a chi ama i cani, divenne presto chiaroche quei periodici dipendevano dalle grosse aziende commerciali per la lorosopravvivenza. Senza entrate pubblicitarie, le riviste avrebbero chiuso; e se avesseropubblicato le teorie che CHC stava cercando di testare, le entrate pubblicitarie sarebberopresto calate. Questo pensavamo. E magari avrebbero potuto essere citate in giudizio seavessero pubblicato le nostre domande, basate sullopinione di veterinari non conformisti.Anche quando effettivamente riuscivamo a pubblicizzare la nostra ricerca, non cerano

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    abbastanza padroni di cani che si prendessero la briga di rispondere. Non stavamoandando da nessuna parte. I normali proprietari di cani non sapevano di cosa ci stessimooccupando. Dopo tutto, se hai un solo cane e questo muore di una malattia autoimmune,pensi semplicemente di essere stato sfortunato. solo quando hai tanti cani e questicominciano tutti a morire o ad ammalarsi, che inizi a credere che stia veramente

    succedendo qualcosa. Scoprimmo che le persone la cui vita era stata toccata dalla tragicafine precoce di un animale tanto amato, a volte rispondevano. Ma avevamo anchebisogno di cani sani con cui confrontare i dati, altrimenti la ricerca sarebbe stata limitata.Cos decisi di scrivere un libro per spiegare a chi ama i cani perch questa ricerca era coscruciale. In esso, intendevo esplorare ciascuna delle teorie: dieta, vaccini, genetica,prodotti chimici nellambiente, prodotti farmaceutici, stress ma la questione dei vacciniemergeva fortemente e richiedeva la mia attenzione: non esisteva alcuna singola fonte diinformazione relativamente ai pro e ai contro della vaccinazione per i proprietari dianimali. E dal materiale che stavo raccogliendo, sembrava che le vaccinazioni fosseroprobabilmente il fattore maggiormente distruttivo per la salute dei nostri animali.Inoltre, sembra esserci, sul tema delle vaccinazioni, una gran quantit di emozioni

    coinvolte, fanatismo e posizioni di parte, ed terribilmente facile per le persone prenderedecisioni senza conoscere tutti i fatti. Chiedete a qualcuno che abbia visto un cane moriredi cimurro se il protocollo vaccinale dovrebbe essere modificato: invariabilmenterisponderanno di no. Chiedete a un veterinario tipico, convinto che i vaccini abbianofermato le epidemie. E poi chiedete a qualcuno il cui cane morto di anemia emoliticaautoimmune o di infarto cardiaco nel giro di poche ore o giorni dal richiamo annuale.Vogliamo tutti il meglio per i nostri cani; ma la questione : che cosa il meglio?

    I risultati dellinchiesta sui vaccini della Canine Health Concern mostrano scientificamente che fino a un cane su cento presenta una reazione alla vaccinazione.Questa reazione pu andare da vomito e diarrea fino alle malattie croniche come lartritee lepilessia, e pu anche arrivare alla morte. Quindi ora, studiate le prove e fate la vostrascelta informata.Ma prima di farlo, considerate questo: la prima edizione di questo libro stata pubblicatanel febbraio del 1997. Entro aprile dello stesso anno, un vaccino si era preso il terzo deimiei amici speciali. Samson mor, allet di cinque anni, il 12 aprile 1997. Se notate unpo di rabbia in queste pagine, vi prego di perdonarmi. Vedete, Samson, Oliver ePrudence rientravano tutti nella categoria descritta dalla Merck: non avrebbero maidovuto ricevere un vaccino a virus vivo. Nessuno me lo aveva detto, e solo una ristrettalite lo sapeva. Tutto ci che i produttori di vaccini per cani scelgono di condividere connoi, e con i veterinari, la frase: Limmunocompetenza pu essere compromessa da unaserie di fattori. sufficiente, quando il risultato pu essere la morte?Avendo letto la prima edizione di questo libro, alcune persone hanno detto che nonfaranno pi fare il richiamo annuale ai loro animali, perch non necessario e nemmenosicuro. Ma si chiedono se, forse, dovrebbero far fare le vaccinazioni al loro cucciolo e poiil primo richiamo annuale, in quanto, comprensibilmente, vogliono dare ai loro animaliun minimo di protezione. Sammie morto per dirvi che questo quanto basta.Quando Samson era un cuccioletto, lo portammo dal veterinario per la sua secondavaccinazione da cucciolo. Il giorno dopo lo trovammo in giardino con le zampe posterioriparalizzate e la dissenteria. Ai quei tempi non avevamo idea che i vaccini potessero fare

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    scienziati in termini di numeri. E nessuno dovrebbe assumersi la responsabilit dinascondere la completa verit sapendo che, in conseguenza di questo, la vita di alcunisar sconvolta.Voglio che i veterinari sappiano che cosa significa davvero una piccola minoranza.Non perch voglia scaricare la colpa su qualcuno, ma perch la verit ha il potere di

    renderci tutti liberi. La scienza pu fare ci che vuole e procedere per la sua strada senzaemozioni, ma io ritengo che le emozioni nella loro forma pi elevata dellamore sonola forza che porta avanti la vita. La scienza, dopo tutto, esiste a beneficio delluomo, enon il contrario e gli esseri umani non hanno altro scopo se non quello di amare. Tuttoil resto vano.Gli animali sono molto importanti per le persone. Come ha scritto Capo Seattle: Cosluomo senza le bestie? Se tutte le bestie sparissero, luomo morirebbe di grandesolitudine di Spirito, perch ci che succede alle bestie, presto succede anche alluomo.Tutte le cose sono connesse.Lo scopo di questo libro di aiutare una rivoluzione dei consumi che gi in corso; unarivoluzione che si sta verificando in tutto il mondo, in ogni sfera. Questa rivoluzione dice

    che i consumatori persone comuni non sono stupidi, e che essi hanno il diritto diconoscere la verit. La verit molto spesso, anzi invariabilmente, oscurata dalle grandicorporazioni che detengono i budget pubblicitari, il denaro destinato allesponsorizzazioni e i cordoni della borsa dei sussidi alla ricerca. Noi crediamo, pi spessoche no, in ci che dicono gli scienziati ma io ho scoperto che gli scienziati regolarmentedicono ci che sono pagati per dire, e gli altri hanno troppa paura per uscire fuori dallanorma comunemente accettata.Per questa ragione, un libro che espone i pericoli della vaccinazione dovuto venire dauna ordinaria amante dei cani: qualcuno che non pu essere cacciato dal posto di lavoroper aver sovvertito lo status quo. Ma ho anche ricevuto il sostegno e laiuto pratico dimolti scienziati e veterinari.Dopo aver letto questo libro, potrete decidere di continuare a vaccinare il vostro cane tuttigli anni. Questa una vostra scelta; ma almeno sar una scelta informata. Se mi guardoindietro negli anni, e piango la perdita di Oliver, Prudence e Samson, sono convinta di unfatto: almeno avrebbero dovuto dircelo.