Programma politico per Prato di CasaPound Italia

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unacittà

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Questo è il programma in punti che CasaPound Italia ha elaborato per il rilancio della città.Nel realizzarlo ci siamo ovviamente ispirati alla nostra sensibilità di cittadini comuni, di Pratesi che vivono la città e ne respirano i principali problemi.VVogliamo una città che si rinnovi, che dia segnali alla sua gente. Che prenda posizioni con coraggio e determinazione. Che affronti i problemi senza più cullarsi.Una città che si smarchi dai notabili della politica e dai loro centri di potere rigorosamente di larghe intese.Una città non più preda del pensiero debole che fa tanto scena, ma in concreto non dice nulla.Una città che torni a tesseUna città che torni a tessere, questa volta non filati, ma il suo solco, la sua storia.Una città insomma: concreta, solida, organica, centrata. Capace non solo di discendere da una forma più alta, ma anche di ispirare. Di guidare e farsi guidarePerché l’idea di fondo è che a Una Nazionedebba per forza corrispondere Una Città.

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Il centro storico deve tornare ad essere un’essenziale risorsa per la città, il fulcro della vita cittadina, il riferimento principale per i pratesi. Il rilancio del centro storico passa inevitabilmente dall’incentivazione all’apertura di nuovi esercizi che siano anche da un punto di vista qualitativo di interesse per la cittadinanza.LaLa concorrenza dei grandi centri commerciali limitrofi si combatte anche attraverso un’ offerta competitiva e variegata che le vetrine del centro storico devono tornare ad offrire. Noi proponiamo che il Comune si faccia carico di azzerare ogni tipo di onere comunale(IMU(IMU e TIA) per i primi tre anni di attività, e di ridurre alla mera segnalazione di inizio attività l’iter burocratico per chiunque sotto i 35 anni sia intenzionato ad aprire un esercizio nel centro storico che risponda ai requisiti sopra indicati. Al fine di rendere più facile l’individuazione da parte degli interessati del locale dove dar vita alla propria attività, il Comune dovrebbe mettere a disposizione una bancabanca dati dei fondi sfitti presenti allinterno delle mura.

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Rilancio del centro storico

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Quando finirà l'emergenza abitativa?...non quando si abbasseranno gli affitti, ma quando

ogni famiglia sarà oietaria della casa in cui vive...

edilizia popolare

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Equitalia in 4 anni ha raddoppiato gli incassi. L’ 80% di tali incassi proviene da lavoratori dipendenti, pensionati, piccoli e piccolissimi imprenditori e liberi professionisti. Persone con le quali Equitalia cerca di far cassa in tutti i modi, arrivando a iscrivere ipoteche sulle abitazioni dei morosi anche per crediti di importo bassissimbassissimo, nonostante la legge 73/2010 esplicitamente lo vieti per cifre inferiori agli 8.000 euro.AlleAlle imprese Equitalia pignora anche beni strumentali e crediti per debiti non pagati. E allora viene da chiedersi: come pensa di riscuotere, ad esempio, da un’impresa edile dopo aver spedito l’ufficiale giudi-ziario a pignorare le ruspe, i camion o le betoniere? Con cosa lavorerà poi l’imprenditore e come farà a ripagare il debito una volta che gli hanno tolto gli strumenti di lavoro?NOINOI PROPONIAMO DI REVOCARE AD EQUITALIA LA RISCOSSIONE COATTA DEI TRIBUTI ED AFFIDARLA AD UNA SOCIETA’ CONTROLLATA DAL COMUNE. Avvalendosi della possibilità prevista dal decreto legge 75/2011 che permette alle amministrazioni locali di decidere di esternalizzare l'appalto del servizio a società di propria scelta, il comune di Prato dovrà provvedere allall'affidamento del servizio ad un'azienda controllata dal comune. In questo modo non si sarà più complici della riscossione aberrante di Equitalia: questo porterà anche un maggiore introito per le casse comunali. La nuova società così costituita dovrà inoltre operare con criteri di maggior giustizia sociale: Non dovrà iscrivere ipoteche su immobili destinati adad abitazione principale per crediti inferiori ad almeno il 30% del valore dell’immobile stesso;Non dovrà pignorare beni strumentali dell’impresa per una percentuale di credito superiore al 20% del totale iscritto in bilancio;Dovrà obbligatoriamente applicare il tasso di interesse legale nella rateazioni dei crediti.

stop ad equitalia

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Lo storico distretto tessile di Prato, seppur ridimensionato dalla crisi, è ancora una realtà importante del territorio. Alcuni numeri: 3,1 miliardi di fatturato, con il 51% di export, 3.000 aziende con 17.500 occupati a cui si va ad aggiungere il giovane distretto cinese dell'abbigliamento low cost, "esploso" raggiungendo con 4.000 aziende e circa 2 miliardi di ricavi perper una buona metà sommersi. Caratterizzata da forti profili di illegalità, non solo di carattere economico e fiscale, l’imprenditoria cinese di Prato potrebbe costituire una ricchezza per il distretto, a patto che sia ripristinata la legalità e si verifichi una vera integrazione con la filiera di produzione Pratese. Recentemente sono state formulate in tal senso alcune inteinteressanti proposte, volte a realizzare una sorta di «alleanza di fi-liera» fra aziende Cinesi e locali per la realizzazione di un «marchio di distretto», che purtroppo si sono rivelate lettera morta. Neppure il recente annuncio della nascita del centro di ricerca per nuovi materiali e nuove fibre (compreso l'uso di nanotecnologie e biotecnologie), promosso dalla Regione Toscana e dal Governo di Pechino( in realtà l’annuncio è risalente al novembre 2010), costituisce una nota di speranza e prelude ad ulteriori sprechi di risorse e di denaro pubblico (200mila euro l'anno della Regione per un triennio) visto il target low-end della produzione del distretto Cinese di Prato. Il sistema infatti si basa essenzialmente sulla produzione di abbigliamento low-cost e copre tutta la fase delle llavorazioni eccetto la produzione del tessuto comprato a basso costo in Cina (o acquistato in nero localmente da commercianti senza scrupoli). Quali che siano le ragioni ( non ultime anche quelle di tipo culturale) bisogna prendere atto, purtroppo, del fallimento di ogni tentativo di integrazione del distretto «parallelo» Cinese e delle conseguenze negative che ciò produce e continuerà a produrre sul territorio.

imprenditoria cinese

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Tale distretto ha raggiunto dimensioni ragguardevoli con circa 4 mila aziende che impiegano 30.000 addetti (compresi i clandestini), con un'evasione fiscale stimata per circa 3 miliardi di euro all'anno (legata anche alla produzione ed alla vendita di merci contraffat-te). Capitali ingenti dunque che sono esportati illegalmente in Cina tramite Passeurs cinesi o tramite il circuito legale ma “connivente”dei Money Transfer. Un commercio illegale e fuori controllo che affonda la sua prosperità su pratiche scorrette ed illegali di dumping economico. Tali imprese sono non di rado finanziate dai proventi illeciti dell'immigrazione clandestina, lo sfruttamento della prostituzione, lo spaccio di stupefacenti e le estorsioni ai danni dei connazionali. Oltre ovviamente ad un costante e serio contcontrasto da parte delle istituzioni preposte, dell'illegalità ormai dilagante, la strategia dovrebbe essere finalizzata al reperimento di alcune risorse per la collettività. Noi proponiamo: 1) Istituzione di una Anagrafe Provinciale delle aziende di proprietà o a partecipazione di Cittadini stranieri. L'iscrizione a tale anagrafe sarà condizione necessaria per l'apertura di un'attività sul territorio provinciale;2)2) Istituzione di una relativa tassa di iscrizione a tale Anagrafe su base annuale.;3) Inasprimento dei controlli doganali delle operazioni di Import/Export dirette verso il territorio Provinciale per quelle aziende a capitale straniero presenti sul territorio iscritte alla sud-detta anagrafe;4) In caso di gravi irregolarità riscontrate, stante l'evidente carattere criminale di stampo mafioso illustrato sopra, si invoca l'applicazione dell’ Art 416-bis del codice penale (che prevede la confisca degli strumrenti che sono serviti a commettere il reato ovvero macchinari ed eventuali immobili);5)5) Istituzione di una Tassa Comunale di trasporto delle merci di provenienza Cinese sul territorio della Provincia di Prato da desti-narsi alla costruzione di infrastrutture quali ponti, strade etc: una sorta di “pedaggio” per il passaggio delle merci sul territorio da pagarsi in forma proporzionale al valore delle merci importate dalla Cina o in alternativa di contributo fisso per quelle aziende che effettuano import/export con La Repubblica Popolare Cinese.

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Uno dei più gravosi problemi che affligge lele casse comunali è il pagamento che il Comune di Prato deve periodicamente effettuare nei confronti di una banca straniera, la Dexia-Crediop, la quale ha sottoscrit-to un contratto-truffa derivato con il Comune di Prato, che è costato e continua a costare ai cittadini svariati milioni di euro. Noi in tal senso proponiamo l’immediata adozione di atti che rendano nullo il contratto-truffa derivato, o che ne limitino fortemente l’incidenza sullesulle casse comunali, avvalendosi anche del precedente giurisprudenziale del TAR del Piemonte, che ha giudicato non ammissibili i ricorsi delle banche in questi specifici casi. Molto spesso, nella prassi, è capitato infatti che le banche, sfruttando il deficit di competenze tecnica in materia, offrissero ai propri clienti enti pubblici degli swap sprovvisti degli elementi standard stabiliti dalle autorità di meautorità di mercato, definendo in maniera unilaterale ed ingannevole alcune caratteristiche essenziali del prodotto come ad esempio la negoziazione delle scadenze di pagamento o il valore del bene sottostante rispetto al cui andamento varia la copertura del rischio assunto dall’ente. Per il futuro, non potendo ovviamente fare affidamento su una maggiore trasparenza da parte degli istituti di credito, chiediamo a gran forza il divieto assoluto di stipulare contratti derivati con banche d’affari.

derivati bancari

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Il polo pratese sta dimostrando una buona dinamicità soprattutto per quanto concerne gli iscritti che stanno ogni anno aumentando. Riteniamo però che la città di Prato non offra una buona ricettività per quanto riguarda gli studenti fuori sede, che sono indubbiamenteindubbiamente una risorsa. Noi proponiamo di destinare i locali dell’attuale ospedale, che a breve sarà sostituito dal nuovo in costruzione a Galciana, a Casa dello Studente e dell’Università. L’ampiezza degli spazi con-sentirebbe di creare una sorta di cittadella con laboratori, biblioteche e alloggi, un qualcosa di diverso quindi dai soliti dormitori, e dunque più appetibile per gli studenti fuori sede. Si potrebbe immaginare inoltre di spostare proprio lì i Corsi di Laurea ospitati dal Pin. Ciò costituirebbe un primo passo verso una riqualificazione di una zona del centro storico, come quella dei giardini di sant’ orsola, già da ora sostanzialmentesostanzialmente abbandonata a sé stessa e che, in ogni caso, il Comune sarà costretto ad acquisire e a riempire con qualche attività. In più si metterebbe la parola fina su quell’obbrobrio architettonico che è l’attuale Piazza dell’Università, divenuto luogo di degrado e di criminalità perfettamente consono al suo aspetto estetico, consentendoconsentendo l’ampliamento sull’intera area del parcheggio sottostante.

pin e vecchio ospedale

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sport

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A Prato non esiste un centro polifunzionale idoneo ad ospitare eventi culturali, come conferenze, mostre e dibattiti promossi dalle varie realtà associative del territorio. Certo c’è il salone consiliare della CiCircoscrizione Centro e più distante c’è Officina Giovani, ma nessuna delle due location appare specificatamente dedicata a quella destinazione d’uso. Vuoi perché non dispongono delle attrezzature necessarie,vuoi soprattutto perché il loro utilizzo è condizionato dalla discrezionalità e dalle valutazioni politiche delledelle amministrazioni in carica. Noi viceversa chiediamo che il Comune metta liberamente a disposizione uno spazio in cui realizzare eventi come conferenze, conven-tion, incontri a vantaggio di qualsiasi organizzazione richiedente, sottoponendo la valutazione dell’assegnazione all’unico criterio della disponibilità in quella data della sala in questione.La sala in questione potrebbe essere ricavata negli attuali locali del Caffè delle Logge, di proprietà comunale e passato negli ultimi anni attraverso molteplici esperienze negative, che dovrebbero pertanto indurre l’amministrazione a pensare a un cambio di destinazione d’uso.

spaziculturali

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Prato è una città che è stata profondamente ferita dalla crisi economica degli ultimi anni.Possiamo addirittura azzardare a dire che oggi a Prato il dato occupazionale si regge in buona parte sulla cassa integrazione in deroga e sugli ammortizzatori so-ciali.Il patto di stabilità e la sempre maggiore burocrazia ,che impone la presentazione anticipata del durc o della certificazione per la responsabilità solidale negli appalti, costringe le imprese a vedere trascorrere troppo tempo prima di riscuotere. La pressione fiscale alle stelle e le difficoltà nell’accedere al credito, che le banche concedono sempre più raramente, perché sempre di meno si dedicano al finanziamento delldell’economia reale, accrescono il problema: fare impresa nella nostra città ed in tutta Italia oggi è un atto di eroi-smo.n A prato sono ogni anno di più le aziende che falliscono sommerse dai debiti, sempre di più quelle che non ce la fanno a pagare sia le tasse sia gli operai.

iri regionale

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Il Comune, in quanto ente pubblico, deve rivestire il ruolo di roccaforte sociale, una roccaforte che si faccia carico della salvaguardia dei suoi cittadini. Per questo motivo tra gli obiettivi che il Comune si deve porre c’è anche quello di salvare ogni posto di lavoro e operare per recuperare le aziende a rischio.Noi chiediamo pertanto che l’amministrazione comunalecomunale si faccia carico di portare in Consiglio Regionale l’idea della costituzione di un “Istituto Regionale di Recupero Economico” supportato da un fondo finanziario composto da alcuni fondi regionali già esistenti e da tutto il patrimonio immobiliaimmobiliare della Regione. La Regione avrà cosi uno strumento per intervenire direttamente quando un’ azienda sul territorio rischia di chiudere. Per le medie e grandi imprese è prevista l’acquisizione da parte della Regione del 51% dell’azienda, mentre il 49% sarà partecipato da una cooperativa costituita dai llavoratori dell’azienda stessa. Per le piccole imprese, qualora sia ancora presente e attivo l’imprenditore originario e ne faccia richiesta, l’azienda sarà comparte-cipata dalla Regione al 49%.

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Si è fatto un gran parlare in questi ultimi periodi della questione ampliamento aeroporto di Peretola.Senza sottovalutare gli effetti che una sua realizzazione avrebbe per alcuni quartieri del nostro territorio, noi riteniamo che prima di parlare di ipotesi di piste paralleli, impatti acustici e ambientali Prato dovrebbe risolvere alcuni problemi più urgenti cheche passano per un riordino della viabilità a trecentosessanta gradi. Innanzitutto il nodo del sottopasso al Soccorso dove noi chiediamo il concorso della Regione nella realizzazione di un’opera che non è di solo interesse del comune di Prato, ma riguarda anche i comuni limitrofi di Pistoia e Firenze a cui la strada in questione consente l’accesso.AA tal proposito non possiamo esimerci dal sottolineare che al di là delle legittime riserve sul progetto viadotto e su quelle altrettanto fondate sulla sostenibilità economica della migliore soluzione dell’interramento, il dibattito cittadino ha finito per paralizzare la realizzazione di un’opera che è di stretta necessità.

viabilità

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In un modo o nell’altro il nodo in questione deve essere sciolto nel tempo più rapido possibile, fosse anche con una soluzione provvisoria del semplice raddoppiamento della carreggiata. In secondo luogo bisogna implementare la rete dei collegamenti fferroviari con Firenze. Non è possibile pensare di avere migliaia di studenti universitari presso i poli di Novoli e Rifredi costretti la mattina ad aspettare due ore, dalle 9:50 alle 11 e 45, un treno che li riporti verso Prato.Così come altamente scarse sono le tratte serali e notturne per i tanti cittadini che decidono di trascorrere le serate nel capoluogo.DataData inoltre la stretta interdipendenza che lega le tre città della piana, Firenze – Prato - Pistoia, sarebbe opportuno realizzare un abbonamento unico valido per tutti i mezzi pubblici che collegano il territorio in

questione.