Programma Elettorale Provinciale2009 2014

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PROVINCIA DI LODI MANDATO AMMINISTRATIVO 2009-2014 PROGRAMMA DELLA COALIZIONE “CENTRO SINISTRA” CANDIDATO PRESIDENTE LINO OSVALDO FELISSARI

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Il programma della coalizione che sostiene la candidatura di Osvaldo Felissari alla carica di Presidente della Provincia di Lodi

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PROVINCIA DI LODI

MANDATO AMMINISTRATIVO 2009-2014

PROGRAMMA DELLA COALIZIONE “CENTRO SINISTRA”

CANDIDATO PRESIDENTE

LINO OSVALDO FELISSARI

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IL LODIGIANO: UNA PROVINCIA

…SOLIDALE…

- Gli uomini e le donne al centro di ogni azione politica e amministrativa, per ribadire attenzione e sensibilità nei confronti dei problemi, delle esigenze e delle aspettative di ognuno, valorizzando la dimensione di comunità locale e il senso di appartenenza alla stessa, in uno sforzo solidale di reciproco aiuto.

- La famiglia come soggetto principale delle politiche sociali, in una nuova prospettiva di welfare che ne valorizzi il ruolo di ambito educativo e formativo.

- Le pari opportunità, non solo di genere, ma anche di generazione, di identità culturale, etnica e religiosa, di condizione socio-economica e di abilità psicofisica, per contrastare ogni forma di discriminazione, comunque essa sia motivata.

- L’aumento della presenza femminile nelle istituzioni come occasione di rinnovamento.

- Il riconoscimento della centralità della conciliazione tra i tempi di vita famigliare e i tempi di impegno professionale, non come questione “tipicamente” femminile ma come esigenza fondamentale di tutta la società.

- Comunità educante e patto educativo: la responsabilità diffusa e condivisa di tutti i protagonisti del difficile compito di educare (insegnanti, formatori, genitori), da sostenere con interventi di accompagnamento da promuovere e coordinare in collaborazione con gli enti locali, le associazioni, le scuole, gli oratori.

- Piano Regolatore Sociale: uno strumento per coordinare le politiche sociali di ogni amministrazione comunale, perseguendo l’obiettivo dell’inclusione e del benessere dei singoli e di tutta la comunità, anche tramite l’istituzione in tutti i Comuni di un apposito assessorato e di gruppi di lavoro per il monitoraggio delle nuove forme di povertà e di disagio sociale, con il coinvolgimento attivo delle associazioni di volontariato.

- Valorizzazione e riconoscimento del ruolo dell'associazionismo e del volontariato, come espressione di impegno sociale e di autogoverno della società civile, al fine di valorizzarne la funzione e la partecipazione alla vita della comunità provinciale

- Percorsi definiti ed efficaci volti a sostenere l’inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate, capaci di intervenire anche sull’inserimento sociale e culturale delle persone in difficoltà, attraverso la definizione di intese tra tutti i soggetti istituzionali e le categorie del territorio.

…SOSTENIBILE…

- Consumo di suolo limitato a un massimo dell’1 per cento della superficie provinciale

nei prossimi 5 anni, come stabilito dal Piano Territoriale. - Ricostruzione del tipico paesaggio rurale del Lodigiano, con interventi di

rinaturalizzazione come quello della Foresta di Pianura di Lodi (70.000 piante ed arbusti messi a dimora), valorizzando gli oltre 2.500 chilometri della rete di corsi d’acqua e incrementando ulteriormente la già considerevole dotazione di piste ciclabili, anche grazie all’istituzione di nuovi Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (Plis).

- Tutela della risorsa acqua, come bene pubblico di fondamentale importanza, attraverso forme di gestione innovativa per promuovere l’uso responsabile.

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- Filiera corta, metodi di produzione biologici e a basso impatto ambientale e promozione del consumo di prodotti locali come forme di valorizzazione della vocazione agrozootecnica del territorio, a fianco del sostegno a iniziative di commercio equo e solidale e di consumo critico (gruppi di acquisto solidale, finanza etica, etc.).

…(IN)FORMATA…

- La conoscenza come investimento fondamentale per lo sviluppo e il miglioramento della qualità della vita, dal sistema dell’istruzione scolastica sino a quello della formazione professionale, verso il grande obiettivo del 2012, con il trasferimento a Lodi di una intera Facoltà universitaria.

- Coordinamento delle politiche scolastiche territoriali attraverso gli organismi di partecipazione degli enti locali e degli istituti, allo scopo di riesaminare il piano di dimensionamento della rete scolastica, governare l’introduzione della riforma delle superiori nei suoi effetti sull’offerta formativa territoriale, stimolare e sostenere progetti di innovazione didattica e metodologica.

- Migliorare l’offerta dei percorsi di formazione professionale dopo la scuola media, anche in rapporto agli effettivi bisogni del sistema produttivo del territorio, e potenziare esperienze di formazione tecnica superiore, per esempio con un polo formativo per il settore agroalimentare in collaborazione con la ricerca, l’università e le imprese.

…INNOVATIVA…

- Parco Tecnologico Padano e polo scientifico sull’agroalimentare: uno dei principali

centri in Europa, in cui centinaia di ricercatori provenienti dalle più importanti esperienze internazionali mettono a punto metodi innovativi e brevetti sulla sicurezza e la qualità degli alimenti, facendo di Lodi e del Lodigiano un punto di riferimento per l’Italia in un settore cruciale e uno dei punti di eccellenza dell’Expo 2015.

- Il Centro Polivalente di San Grato, finalmente concluso, garantirà alle picco-medie imprese lodigiane un’area espositiva nel capoluogo dotata di tutti i servizi. Inoltre e soprattutto il Centro servizi potrà offrire a tutte le imprese servizi innovativi e attualmente non presenti nel territorio per migliorare la perfomance competitiva essenziale nell’economia moderna.

- Massima diffusione del ricorso alle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica, con l’obiettivo di arrivare nel 2011 alla piena autonomia energetica provinciale per il fabbisogno a uso domestico.

- Pannelli fotovoltaici in ogni istituto scolastico della Provincia di Lodi, per produrre energia a basso costo e a basso impatto ambientale, dove il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento sono anche importanti temi educativi per le nuove generazioni.

…IN MOVIMENTO…

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- Meno macchine in strada e più mezzi pubblici e biciclette, per una mobilità più sicura, meno inquinante ma non meno rapida ed efficiente.

- Sostegno per il rinnovo delle carrozze dei treni del servizio locale, per offrire migliori condizioni di confort a migliaia di pendolari, e concreto avvio del nuovo servizio suburbano, con aumento delle corse da e per Milano e miglioramento degli standard di puntualità.

- Ulteriore estensione della rete di piste ciclabili e riqualificazione di arredi e attrezzature delle piste esistenti, per incentivare l’uso della bici non solo a scopo ricreativo ma come efficace alternativa per la mobilità sulle brevi distanze.

- Stop allo sviluppo indiscriminato della grande viabilità e spazio e risorse alla riqualificazione delle strade esistenti, con tecniche progettuali e realizzative a basso impatto ambientale e paesaggistico

…IN SALUTE…

- Una “alleanza per la salute” tra i diversi operatori del settore e i cittadini, le

associazioni di volontariato e le istituzioni del territorio, per sostenere lo sviluppo dell’organizzazione sanitaria e migliorare la sua capacità di riconoscere e affrontare i bisogni prioritari della popolazione, orientando a modelli virtuosi di prevenzione le scelte e i comportamenti individuali e collettivi, in aggiunta alla più tradizionale funzione di offrire servizi ospedalieri ed erogare prestazioni ambulatoriali.

…SICURA…

- Rinsaldare il senso di appartenenza a una comunità è l’elemento cardine di una efficace politica della sicurezza declinata in chiave locale; disagio, marginalizzazione ed esclusione pregiudicano infatti il meccanismo di solidarietà interpersonale che può rendere i cittadini sentinelle attive delle comunità, con iniziative di collaborazione e solidarietà che iniziano dall’attenzione del buon vicinato.

- Sul piano operativo e delle competenze specifiche in materia di ordine pubblico e sicurezza, è necessario favorire l’azione integrata e coordinata delle Polizie Locali di Provincia e Comuni e di queste con le forze dell’ordine, con l’attivazione di una nuova centrale operativa sul modello del comando unificato delle Polizie Locali di Provincia e Comune di Lodi.

- Anche corrette politiche di integrazione a favore dei nostri nuovi concittadini provenienti dall’estero possono portare un importante contributo ad aumentare il senso di sicurezza delle nostre comunità, promuovendo occasioni per formare gli stranieri alla conoscenza e all’attuazione dei loro doveri civici nei confronti delle comunità che li accolgono, con la capacità di inclusione di cui il Lodigiano ha già saputo dare prova.

- Promuovere corrette politiche di integrazione a favore dei nuovi concittadini provenienti dall’estero, al fine di favorire l’apporto del contributo di tutti per aumentare il senso di sicurezza delle nostre comunità, promuovendo occasioni per formare gli stranieri alla conoscenza e all’attuazione dei loro doveri e diritti civici nei confronti delle comunità che li accolgono, con la capacità di inclusione di cui il Lodigiano ha già saputo dare prova.

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…LABORIOSA…

Il forte impatto della crisi economica finanziaria che sta interessando globalmente tutte le economie del paese non ci trova impreparati: il Piano Strategico per lo Sviluppo elaborato con il contributo di tutti i soggetti protagonisti della vita economica e sociale del territorio (Enti Locali, Associazioni Imprenditoriali, Organizzazioni Sindacali, Associazioni del Volontariato, ecc.) indica, attraverso i progetti in esso contenuti, la strada dell'innovazione come quella principale da percorrere per fare fronte a questa nuova situazione. Il sistema economico lodigiano, fatto di piccole e medie imprese, ha sempre mostrato grande vivacità e operosità, garantendo buoni livelli qualitativi e occupazionali. L’economia e lo sviluppo lodigiano coniugano tradizione e innovazione: a fianco di settori produttivi tradizionali si è lavorato e si lavora per la costruzione di una progettazione territoriale per una competitività economica basata sulla conoscenza e innovazione, per favorire crescita e occupazione in un processo di coesione sociale territoriale attraverso il Piano strategico per lo sviluppo. Dopo un decennio contrassegnato da tassi di sviluppo e occupazionali tra i più alti della Lombardia, il sistema economico lodigiano mostra dinamiche più contenute con effetti pesanti sull’occupazione, riflesso di una crisi globale

L’ambizione è quella di coniugare i tre obiettivi universalmente indicati come prioritari per le politiche pubbliche - crescita economica, competitività, coesione sociale - . Obiettivi sicuramente difficili da conciliare, considerata la crisi economica, la scarsità delle risorse per contrastare la fragilità sociale e sostenere le politiche per favorire lo sviluppo economico. Il tema del lavoro vuole essere elemento di crescita professionale, di dignità della persona ma anche momento di coesione sociale per politiche e obiettivi di sviluppo possibili a livello locale.

La società moderna per essere vitale, esige che si investa sul futuro e ciò significa investire sulle strutture e sulle persone. Con la consapevolezza dei limiti del nostro intervento, l’obiettivo è quello di elaborare un progetto di sviluppo credibile e sostenibile accompagnato dalla rete di servizi all’impiego, all’istruzione, alla formazione, per rispondere all’ esigenza crescente di riqualificazione e formazione continua.

Occorre in questo momento di crisi economica: o fare ogni sforzo per sostenere le nostre imprese attraverso misure di

facilitazione nell’accesso al credito ed all’internazionalizzazione; o sostenere il reddito delle persone che hanno perso il posto di lavoro e che

non hanno ammortizzatori sociali; o offrire percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale che

consentano una immediata ricollocazione nel mercato del lavoro; o attuare politiche anche comunali che favoriscano la permanenza e lo

sviluppo delle attività artigianali e manifatturiere nelle aree a ciò destinate.

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PROGRAMMA AMMINISTRATIVO PER LA PROVINCIA DI LODI

PREMESSA L’istituzione della Provincia di Lodi ha dato una risposta efficace alla domanda di identità e rappresentatività istituzionale espressa dal nostro territorio ed ha permesso l’elaborazione di politiche di pianificazione urbanistica, di potenziamento infrastrutturale, di promozione economica e sociale efficaci per favorire lo sviluppo locale, che ne prefigurano l’evoluzione anche per i prossimi anni. Quello sin qui realizzato è un percorso fatto di risultati concreti: la realizzazione del Polo Universitario e della Ricerca di Lodi; il Centro di servizi per le piccole e medie imprese con annesso polo espositivo di San Grato; la costante opera di miglioramento degli edifici scolastici (1° posto in Lombardia e 4° in Italia per qualità strutturale degli istituti); l’estensione della rete di piste ciclabili (1ª Provincia in Italia in proporzione alla superficie territoriale e alla rete stradale); la completa autosufficienza nella gestione dei rifiuti; gli ingenti investimenti sulla viabilità (con un netto miglioramento delle condizioni di sicurezza, attestato dalla riduzione del 50% degli incidenti mortali); la valorizzazione delle produzioni tipiche locali, con la creazione di appositi marchi di promozione e tutela; l’elevata capacità di integrazione della popolazione straniera (al 16° posto in Italia). L’appuntamento con il rinnovo dell’Amministrazione Provinciale giunge in una fase difficile dal punto di vista economico ed occupazionale. Una situazione che ha inevitabilmente toccato anche il nostro territorio, che sta reagendo a questa condizione di disagio generalizzato mettendo in rete competenze e risorse di più istituzioni, secondo un modello di collaborazione che ha sempre contraddistinto l’azione della Provincia di Lodi. Il forte impatto della crisi economica e finanziaria, pertanto, non trova il territorio impreparato: il Piano Strategico per lo Sviluppo elaborato dalla Provincia con il contributo di tutti i soggetti protagonisti della vita economica e sociale del territorio (enti locali, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali, volontariato sociale) indica, attraverso i progetti in esso contenuti, la strada dell'innovazione come quella principale da percorrere per cogliere anche questa nuova sfida e trasformarla in una opportunità. L'impegno profuso per far fronte ai problemi che incontrano lavoratrici e lavoratori, famiglie ed imprese colpite dalla crisi economica mette in evidenza come sia presente in tutti i soggetti economici e sociali la convinzione di radicare su un’identità territoriale già affermata anche il valore aggiunto di una identità solidale, che fa del principio dell'attenzione verso chi è a rischio di emarginazione il suo criterio di riferimento. Per far fronte ai bisogni della comunità locale occorre quindi continuare ad investire sui servizi alla persona, ampliandone la gamma e migliorandone costantemente la qualità, grazie all’azione coordinata con gli Enti Locali e il Consorzio Lodigiano per i Servizi alla Persona, nonché con il concorso fondamentale della articolata rete di volontariato sociale presente sul territorio, pur in un quadro di generale difficoltà generato da scelte nazionali tese a ridurre le risorse destinate alla rete di protezione sociale pubblica, su cui si innestano problematiche di scala globale relative alle forti sperequazioni nella distribuzione delle risorse e agli eccessi di consumi energetici (ma anche idrici) registrati nei Paesi con maggior livello di benessere.

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In tale contesto, occorre certamente definire un nuovo progetto di sviluppo per il nostro territorio e di miglioramento della qualità di vita dei suoi abitanti, che sappia individuare soluzioni idonee per fornire risposte tempestive ai disagio sociale ed alla crisi economica, prospettando un futuro tanto più prospero quanto più sarà sostenibile. Un futuro in cui al centro della società e delle scelte che la governano vengano posti i diritti della persona, il rispetto per l’ambiente, la qualità dei servizi e delle infrastrutture, il rilancio economico e la partecipazione democratica ai processi decisionali. Per questo è indispensabile un rinnovato protagonismo pubblico nella funzione di orientamento del sistema economico, senza supplenze di prerogative nei confronti della libera capacità imprenditoriale, ma con una chiara assunzione di responsabilità nel favorire il superamento di modelli di sviluppo improntati esclusivamente alla crescita quantitativa degli indicatori di presunta ricchezza, per rilanciare in alternativa la qualità dei consumi, del lavoro, delle produzioni e in definitiva della vita di ognuno di noi. Un modello di economia e di società improntato a maggiore sobrietà e basato sul concetto del limite dello sviluppo, nonché su un rapporto armonico tra consumi e risorse e su politiche di cooperazione costruite dal basso. IL RUOLO DELLA PROVINCIA La Provincia di Lodi, quale ente che nel nostro ordinamento istituzionale si trova in posizione intermedia tra il livello regionale e quello comunale, con il compito di promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio, è diventata un punto di riferimento importante per le istituzioni locali, la popolazione e le attività che a vario titolo operano sul territorio stesso. Attraverso il dialogo istituzionali fra gli enti e quello con i cittadini e le associazioni che ne rappresentano le istanze, la Provincia si propone di costruire il governo del territorio assumendo la promozione del lavoro, dei servizi educativi e formativi, dei diritti della persona e della tutela e valorizzazione dell’ambiente come risorse fondamentali della sua azione amministrativa. Il modello a cui fare riferimento è quello di un’azione multidisciplinare e plurisettoriale, attenta alle relazioni di causa ed effetto che si stabiliscono tra i vari ambiti nei quali si sviluppa la vita del territorio, a partire dall’ambiente come valore primario, attorno al quale costruire un sistema di relazioni con gli ambiti del lavoro, della salute, dei servizi pubblici. Per fare ciò, la Provincia deve dotarsi di efficienti strumenti di analisi dei problemi, di progettazione degli interventi e di indirizzo e coordinamento del territorio, al fine di rendere le politiche di concertazione più efficaci ed effettivamente aperte alla partecipazione, perché non risultino frammentarie e non finiscano con il risultare funzionali soltanto alle esigenze e alle aspettative, pur legittime, dei settori sociali ed economici prevalenti. IL METODO DI GOVERNO Il Lodigiano si trova oggi nelle condizioni per effettuare un salto di qualità, adottando strumenti di programmazione e procedure decisionali innovativi ed efficaci, che valorizzino il contributo del tessuto dell’associazionismo e della società civile organizzata, stabilendo in questo modo un collegamento effettivo e proficuo tra le istituzioni e la realtà sociale, cogliendo e interpretando le proposte, i suggerimenti e le istanze che dalla società emergono. Gli strumenti del Bilancio Sociale e del Bilancio Partecipato costituiscono a

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questo proposito la solida architettura di un nuovo modello di governo del territorio, da mettere a punto con un processo di partecipazione di cui possano e sappiano essere protagonisti diretti anche i Comuni. Il consolidamento di questo ruolo attivo della Provincia può trarre beneficio dall’istituzione di un apposito ufficio di coordinamento, che garantisca un supporto di carattere informativo e formativo, agevolando anche le opportunità di accesso degli Enti Locali ai vari programmi di finanziamento dell’Unione Europea. L’incentivo alla partecipazione attiva comporta anche uno sforzo di semplificazione dei rapporti tra i cittadini e l’amministrazione pubblica, all’insegna della trasparenza delle procedure amministrative e del libero accesso alle informazioni, anche con il supporto delle nuove tecnologie e di avanzate soluzioni telematiche. Sotto questo profilo, anche il sito internet dell’ente può rappresentare un importante canale di accesso alla conoscenza e alla partecipazione, da valorizzare con un costante rinnovamento dei contenuti e dell’organizzazione, che favorisca nell’utenza la chiara distinzione tra le funzioni politiche e quelle amministrative, tecniche e gestionali. UN FUTURO SOSTENIBILE Il benessere e la dignità della persona rappresentano un riferimento fondamentale e costante nell’amministrazione della cosa pubblica. E’ quindi indispensabile che le politiche di sviluppo promosse dall’ente sappiano coniugare l’obiettivo della crescita economica e occupazionale con quello della sostenibilità sociale ed ambientale, tramite significative innovazioni di sistema. Sotto questo profilo, la Provincia di Lodi vanta un grande patrimonio di risorse ambientali da salvaguardare e valorizzare: si tratta del sistema dei Parchi Locali, sia quelli già istituiti (Brembiolo, Tormo, Collina, Lambro) che quelli da istituire (Sillaro, Muzza, Guardalobbia), oltre alle aree protette del Parco Adda Sud (con la Riserva Naturale dell’Adda Morta) e di Monticchie a Somaglia, due realtà di grande pregio che possono costituire un forte traino per la promozione di politiche innovative di sviluppo sostenibile. Si tratta di un grande patrimonio che deve essere considerato come una “filiera”, capace di generare anche indotto turistico, sulla base di precisi interventi di valorizzazione. Inoltre, il Piano Locale di Interesse Sovracomunale del fiume Po, la cui istituzione è stata voluta con determinazione dall’amministrazione di centrosinistra uscente, consentirà di avviare una profonda qualificazione di tutta l’area che gravita sul sistema ambientale e paesaggistico di questo grande corso d’acqua, favorendo la salvaguardia del territorio ed esaltando le potenzialità di una proposta di turismo fluviale che in questi anni ha registrato una considerevole crescita di investimenti, attenzione delle istituzioni e aspettative della popolazione. La scelta di puntare sull’ambiente perifluviale dell’asta del Po potrà inoltre produrre positivi influssi sulle politiche di gestione del territorio anche nella fascia più interna dei Comuni rivieraschi, innescando un ciclo virtuoso all’insegna della sostenibilità. Lo sviluppo, per numero ed estensione, di aree protette al quale abbiamo assistito in questi anni sul nostro territorio, grazie anche ad una crescente sensibilità da parte degli Enti Locali, che spesso sono stati protagonisti diretti dei processi di istituzione di queste “riserve”, rappresenta un punto di riferimento per le politiche di tutela del tipico paesaggio rurale del Lodigiano e costituisce un valore aggiunto per la pianificazione degli obiettivi di governo del territorio legati al principio del “Lodigiano che vogliamo”. Nell’innovare la concezione del suo sviluppo, la pianificazione territoriale della Provincia di Lodi dovrà quindi basarsi su criteri rigorosi e permanenti di “sostenibilità” e “responsabilità sociale”, individuando strumenti che diano sintesi concreta a tali obiettivi.

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L’amministrazione Provinciale si impegnerà pertanto a portare a “certificazione” gran parte dei sistemi e delle politiche di intervento per il territorio, con una continua evoluzione finalizzata a migliorare, con obiettivi definiti, la situazione attuale. Questo processo sarà strettamente correlato alla costruzione del “Bilancio Sociale”, come strumento di analisi anche etica dell’attività svolta dall’amministrazione, e non solo una raccolta di indicatori quali-quantitativi. Qualificare l’identità delle produzioni locali con rigorosi requisiti di certificazione e di “responsabilità sociale “ significa perciò dare ad esse un valore aggiunto sia sotto il profilo economico che culturale e veicolare nei confronti delle nuove generazioni un messaggio di responsabilità e di rispetto nei confronti dell’ambiente, a garanzia di un futuro davvero sostenibile.

1. EMERGENZE E SVILUPPO COMPATIBILE

- Centrale di Turano/Bertonico. Autorizzato con un decreto ministeriale del 2005 durante il secondo governo Berlusconi (poi recepito con parere favorevole anche dalla Regione Lombardia nel 2006), il progetto di realizzazione di questa nuova centrale termoelettrica ha visto in questi anni l’amministrazione provinciale opporsi con tutti i (peraltro esigui) mezzi e le prerogative che competono ad un ente locale. A tale proposito, basti citare il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale e al successivo grado di giudizio (tutt’ora pendente) presso il Consiglio di Stato, nonché le numerose manifestazioni di protesta promosse dall’ente, lo sciopero generale territoriale e le diverse mozioni approvate in Consiglio Provinciale. A dispetto di tutto ciò, oggi la centrale è purtroppo in costruzione, marcando una sconfitta non solo per il Lodigiano ma per l’intera Regione Lombardia, che in termini di emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti vanta un record negativo già evidenziato con toni critici persino dall’Unione Europea. L’impegno che con responsabilità bisogna ora affrontare è quello di esigere le massime garanzie in termini di miglioramento delle condizioni d’esercizio dell’impianto, con particolare attenzione alle questioni relative all’impatto ambientale: a un eccezionale stato di emergenza per la cattiva qualità dell’aria (attestato da dati e rilevazioni di fonte ufficiale, che pongono il Lodigiano tra i comprensori a maggior concentrazione di inquinamento atmosferico) devono corrispondere misure di mitigazione altrettanto eccezionali, che garantiscono non solo il rispetto, bensì un sensibile miglioramento degli standard previsti dalla normativa. In questo senso, la centrale di Bertonico/Turano deve qualificarsi come uno degli impianti più avanzati in Europa quanto a soluzioni tecnologiche a salvaguardia dell’ambiente, oltre a produrre quanto più possibile positive ricadute per l’economia e l’occupazione del territorio, sia in fase di costruzione che di esercizio della centrale. Nel frattempo sarà necessario svolgere una costante azione di monitoraggio della qualità dell’aria e dell’acqua, al fine di disporre di dati aggiornati da confrontare con quelli che verranno rilevati dopo l’attivazione della centrale, allo scopo di predisporre eventuali misure di contenimento dell’impatto, in base al principio di precauzione sancito dalla normativa europea.

- Ex Linificio di Lodi. Dopo i positivi interventi (promossi dal Comune di Lodi, in parte con il concorso della Provincia) che hanno consentito in questi anni una significativa riqualificazione di questo grande complesso industriale dismesso collocato nel cuore della città (riconvertito in importante polo di servizi di interesse pubblico che ospita il Centro di Formazione Professionale Consortile, la sede provinciale della Cisl, l’Agenzia delle Entrate, l’Ufficio Scolastico Provinciale e il

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settore tecnico dell’amministrazione comunale del capoluogo), il recupero dell’area deve proseguire e completarsi con il potenziamento delle funzioni scolastiche già insediate (ampliamento del Liceo Artistico “Callisto Piazza”), la ristrutturazione delle ultime porzioni inutilizzate dell’ex stabilimento e l’individuazione di ulteriori funzioni di interesse per la collettività.

- Edilizia produttiva. D’intesa con l’Azienda Sanitaria Locale occorre definire un programma di risanamento dei capannoni e degli edifici che in tutto il territorio fanno ancora registrare la presenza di materiali in amianto, procedendo ad una radicale bonifica.

- Innovazione produttiva. Dall’interazione tra le attività di didattica universitaria, ricerca scientifica, trasferimento tecnologico e creazione di nuova impresa che si svilupperanno nel contesto del Polo Universitario e della Ricerca di Lodi (vero cuore pulsante del futuro del Lodigiano) sarà possibile imprimere forte impulso ai processi di innovazione dell’intera economia del territorio, sia sotto il profilo delle produzioni che delle relazioni commerciali, con una progressiva apertura ai mercati internazionali.

- Centrale termoelettrica di Tavazzano con Villavesco. L’area su cui sorge questo grande insediamento deve essere sottoposta ad un’azione di risanamento, sulla base delle intese siglate che impegnavano prima Endesa ed ora Eon a promuovere un intervento di bonifica ambientale senza precedenti nel Lodigiano, per dimensioni, impegno economico conseguente e relativi benefici per la comunità locale. Oltre alla rimozione del sito di stoccaggio dei carburanti (che configura da sempre una fonte di potenziale rischio), l’accordo promosso dalla Provincia prevede l’utilizzo integrale del gas metano per l’alimentazione degli impianti di produzione di energia elettrica e il definitivo abbandono del ricorso, anche solo marginale, all’olio combustibile, oltre alla definizione ultimativa e inderogabile dell’assetto e delle dimensioni del sito, che non potranno più essere modificati, sconfiggendo la logica delle “centrali infinite” che, una volta autorizzate, continuano ad espandersi ben al di là delle necessità (nonché delle capacità di “assorbimento” ambientale) del territorio. Si tratta di un accordo davvero innovativo, che non ha precedenti in Italia e che migliora in modo sostanziale lo stato dell’ambiente nell’area di diretta influenza dell’impianto e in generale in tutto il territorio.

- Discarica per rifiuti di Senna. Da sempre in grado di garantire l’autosufficienza del territorio per quanto riguarda l’importante funzione di smaltimento dei rifiuti, la Provincia di Lodi ha confermato questa sua prerogativa anche nel corso dell’ultimo mandato amministrativo, dotandosi di una versione aggiornata del Piano Rifiuti che assicura per questo delicato settore una efficace e duratura programmazione. L’amministrazione provinciale ha quindi da subito respinto fermamente l’ipotesi di realizzazione di una nuova discarica, non prevista (perché non necessaria al territorio) nel Piano Rifiuti e oltretutto pericolosamente collocata nelle immediate prossimità del fiume Po. Scongiurato il rischio che venisse accolta dalla Regione Lombardia una prima richiesta di autorizzazione, l’amministrazione provinciale ha continuato ad impegnarsi per contrastare una seconda richiesta insediativa, opponendo già nella prima conferenza di servizi regionale il suo motivato parere negativo. A quel punto, la Regione Lombardia ha deciso di modificare le norme che regolano la materia, considerate “troppo restrittive”, aprendo di fatto la prospettiva all’autorizzazione della discarica di Senna. Questo atto ha profondamente svilito il rapporto della Regione con le istituzioni locali e il territorio, le cui volontà non sono state minimamente tenute in conto, manifestando la volontà politica regionale di

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trasformare il Lodigiano in discarica a servizio di altri territori, meno efficienti e meno autonomi nella pianificazione dello smaltimento dei rifiuti. A questo nuovo e inutile impianto, la Provincia dovrà comunque continuare ad opporsi.

2. L’INNOVAZIONE A SOSTEGNO DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE

La perdita di posti di lavoro, la diminuzione delle opportunità di avviamento occupazionale e la precarietà che contraddistingue molte forme contrattuali sono temi che stanno destando una crescente preoccupazione anche nel Lodigiano, generando insicurezza e disagio sociale. In base a recenti rilevazioni, nel nostro territorio quasi una persona su cinque (per la precisione il 18 per cento) individua i problemi occupazionali (e in particolare il tema della precarietà) come grave e principale motivo di inquietudine e come aspetto prioritario che le amministrazioni locali devono affrontare. Inoltre, il 19 per cento fra coloro che un lavoro pure ce l’hanno si sente insicuro; e il 55 per cento di questi pensa di avere scarse probabilità di stabilizzare la propria posizione, mentre il 79 per cento ritiene che le amministrazioni locali possano agire concretamente per dare maggiori sicurezze in quest’ambito. La crisi attualmente in corso richiede perciò misure di intervento tempestive, che nell’immediato puntino alla difesa dei livelli occupazionali esistenti, ma contestualmente occorre elaborare una efficace strategia di qualificazione del sistema produttivo locale, che ponga le condizioni per una ripresa economica e crei nuove opportunità di avviamento al lavoro. In questo quadro occorrono: A. UN NUOVO APPROCCIO ALL’AGRICOLTURA orientato:

- alle produzioni biologiche e a basso impatto ambientale, capaci di garantire la salvaguardia paesaggistica e la salubrità dei prodotti come valore aggiunto. Nel contempo vanno attivate misure di intervento che, in linea anche con i nuovi indirizzi di politica agricola dell’Unione Europea, premino l’impiego di mano d’opera in funzioni di manutenzione e conservazione dell’ambiente rurale, concorrendo in questo modo alla salvaguardia del territorio;

- alla valorizzazione della produzione di energia con tecniche alternative e fonti rinnovabili. Su questo versante, il territorio ha già raggiunto significativi risultati, tali da rendere possibile già a partire dal 2011 l’obiettivo dell’autosufficienza di energia per usi civili con ricorso a produzione da fonti rinnovabili.

- alla valorizzazione della tipicità dei prodotti e del loro legame con il territorio e la sua cultura: 61 comunità locali, ognuna con un patrimonio di insediamenti rurali e piccole attività di produzione e trasformazione agroalimentare che costituiscono un prezioso serbatoio di risorse da preservare e promuovere, anche sotto il profilo commerciale, in virtù della loro originalità;

- alla certificazione di qualità e di provenienza dei prodotti, attraverso l’uso estensivo del marchio “Lodigiano Terra Buona” istituito dalla Provincia, tramite il concorso delle associazioni di produttori e degli enti e soggetti di promozione;

- alla elevata professionalità dei produttori, mediante una costante attività di formazione e aggiornamento;

- all’educazione alimentare, con iniziative didattiche come “Scuole in campo” e la diffusione del modello delle “mense biologiche”;

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- al potenziamento dell’offerta di itinerari e percorsi enogastronomici e culturali, che valorizzino il potenziale di promozione turistica del recupero degli antichi insediamenti rurali, come concreta forma di integrazione del reddito delle imprese agricole;

- alla salvaguardia ed all’ampliamento del patrimonio boschivo, della forestazione di pianura, dei parchi fluviali ed urbani, del patrimonio arboreo ed erbaceo, del patrimonio zootecnico e delle biodiversità, fondamentali per il mantenimento di un corretto equilibrio biologico.

B. UN NUOVO SVILUPPO INDUSTRIALE SOSTENIBILE La Provincia dovrà puntare sull’innovazione come opportunità per affermare continue evoluzioni “di processo” e soprattutto “di prodotto”, orientate alla riduzione dei consumi energetici e all’utilizzo di energie rinnovabili in tutti i settori, in particolare: industria manifatturiera e industria delle costruzioni; agroalimentare; tecnologie avanzate (elettromeccanica, sistemi di informazione e comunicazione); produzione di energia. Per il settore agroalimentare si tratta di consolidare i livelli di eccellenza raggiunti dalle imprese locali, promuovendone le produzioni anche con efficaci strategie commerciali e politiche di filiera (produzione materie prime, trasformazione industriale, distribuzione e vendita). La Provincia potrà supportare i processi di innovazione in atto attraverso una forte promozione del marchio “Lodigiano terra buona”, che faciliti il rapporto con i mercati della produzione locale. In tal senso, la rete della distribuzione locale sarà chiamata a sostenere la commercializzazione dei prodotti del territorio. Per quanto riguarda il settore delle nuove energie e delle tecnologie innovative e “pulite”, l’obiettivo prioritario è quello di valorizzare il ruolo della rete di piccole e medie imprese già operanti nel nostro territorio nel campo della produzione di macchinari, dei sistemi avanzati e dei servizi per l’industria e il territorio ad alto contenuto tecnologico, facendo leva sulle “eccellenze” per conquistare nuovi spazi sui mercati nazionale ed internazionale. Grazie a opportune politiche di “sistema” che vedano nella Provincia una presenza di coordinamento e sostegno, questo complesso di funzioni può assumere l’identità di una vera e propria “filiera”, in grado di dare nuovo slancio ai settori tradizionali dell’economia del territorio e di configurare significative risposte occupazionali. Naturalmente queste politiche necessitano anche di adeguate risorse finanziare a sostegno degli investimenti, da reperire attivando ogni strumento accessibile, dal livello locale a quello regionale e nazionale sino ai fondi europei. E’ indispensabile che questa politica di rilancio economico e produttivo del territorio sia assistita da un sistema formativo che garantisca al mondo delle imprese la disponibilità di figure professionali qualificate e rispondenti ai fabbisogni specifici delle aziende. Gli Istituti Superiori, i Centri di Formazione Professionale e la presenza dell’Università sono realtà da valorizzare, nell’ottica di un sistema orientato ad una formazione permanente, che garantisca un progressivo e costante miglioramento del livello formativo complessivo e un più efficace rapporto diretto con il sistema produttivo.

C. IL TURISMO COME RISORSA La positiva azione di promozione e valorizzazione del turismo legato alla storia del territorio e alle sue tipiche matrici socio-culturali, basate sull’identità rurale e sulla

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presenza di un considerevole patrimonio di beni architettonici e di risorse naturalistiche, deve proseguire con convinzione, puntando sulla particolarità di una rete di corsi d’acqua senza eguali (oltre 2.500 chilometri), su un sistema di piste ciclabili tra i più sviluppati in Italia, sulla promozione dei prodotti tipici sia eno-gastronomici che dell’artigianato artistico, con l’adeguato supporto di servizi all’altezza (soprattutto per quanto riguarda le varie forme di ospitalità alberghiera, tra cui anche quelle in agriturismo ed in bed&breakfast), che rendano competitiva l’offerta del territorio, sviluppando altresì le sinergie con le Province limitrofe. Ciò può avvenire connotando la vocazione turistica del Lodigiano con i valori più riconoscibili del territorio, che rappresentano i suoi veri punti di forza, all’interno di un sistema integrato di funzioni capace di creare le condizioni per cogliere l’importante prospettiva dell’Expo 2015. D. NUOVI EQUILIBRI PER IL SISTEMA COMMERCIALE La rete della piccola distribuzione commerciale e il tessuto dei negozi di vicinato devono essere salvaguardati, a difesa del reddito delle famiglie degli esercenti e dell’occupazione dei dipendenti, nonché nell’interesse dei consumatori, soprattutto nelle piccole comunità locali, dove il vicinato rappresenta anche un importante presidio di socialità. Questo modello, messo in crisi dai cambiamenti delle abitudini di acquisto e consumo e dalla crescita sovradimensionata della grande distribuzione, deve essere sostenuto con precise azioni di aiuto e incentivazione, che comprendano anche una valorizzazione commerciale delle produzioni locali e l’attuazione della “filiera corta”. Per monitorare l’evoluzione del fenomeno della grande distribuzione (anche in termini di impatto ambientale indotto, soprattutto per effetto della pressione del traffico veicolare, nonché a riguardo delle condizioni di lavoro degli addetti di un settore caratterizzato da “flessibilità” e precarietà molto spinti) verrà promossa l’istituzione di un apposito osservatorio, con la partecipazione delle associazioni di categoria e delle associazioni dei consumatori. E. RISORSE NATURALI E AMBIENTE Il presupposto fondamentale è quello di consolidare il ruolo di coordinamento pubblico nella gestione imprenditoriale di beni e servizi a rete di importanza essenziale, come forma di garanzia nei confronti dei diritti e delle aspettative degli utenti. Nel merito dei rispettivi sistemi si prevede:

- di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili (solare, biomasse e processi anaerobici, biodiesel anche con recupero di oli vegetali esausti, ecc.)

- di elaborare un Piano Regolatore delle Acque, strumento di pianificazione finalizzato tra l’altro alla riduzione degli sprechi, al recupero delle acque depurate a fini produttivi, alla netta distinzione di funzioni tra gli acquedotti per acqua potabile e gli impianti per l’approvvigionamento idrico delle attività produttive e dei relativi sistemi di depurazione, nonché all’attivazione di sistemi di depurazione e di riciclo delle acque nei complessi residenziali a carattere condominiale;

- di attivare sistemi di controllo permanenti della qualità dell’aria, intervenendo sulle fonti di immissione in atmosfera di sostanze inquinanti, anche con l’adozione di sistemi tecnologicamente avanzati per l’abbattimento di polveri e fumi (processo di immissione in acqua); di incentivare il progressivo incremento del ricorso a carburanti a basso inquinamento per l’alimentazione dei mezzi adibiti al servizio di trasporto pubblico (metano e biodiesel, anche con recupero degli oli vegetali

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esausti) e l’adozione di tecnologie innovative per la climatizzazione degli edifici pubblici (cogenerazione, bioarchitettura ecc.);

- di contrastare le varie forme di inquinamento elettromagnetico, acustico e luminoso attraverso adeguati strumenti di pianificazione, regolamentazione e controllo;

- di affrontare il tema dello smaltimento dei rifiuti adottando la strategia delle quattro “erre” (riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero), quale filo conduttore di tutti gli interventi pubblici nel settore e criterio prioritario di riferimento anche per i privati, siano essi utenze domestiche che produttive.

3. DIFESA DEL SUOLO E SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO In questo ambito la priorità è rappresentata dalla programmazione e dall’attuazione di precisi progetti di risanamento di aree ad alta densità di inquinamento. A questo proposito, il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia ha già definito criteri incisivi e orientamenti precisi per favorire un uso del territorio coerente con l’obiettivo dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale, introducendo indicazioni e norme per la prevenzione del degrado, delle contaminazioni ambientali e del rischio di calamità dovute a fenomeni naturali. A tal fine, la versione aggiornata del Piano, adottata alla fine del mandato amministrativo, ha visto la cancellazione di ben 3.500.000 metri quadrati di aree edificabili ed ha introdotto il limite dell’1 per cento della superficie complessiva della Provincia come soglia di consumo del suolo per i prossimi 5 anni, in base ad un accordo siglato da tutti i Comuni che prevede adeguati meccanismi di flessibilità di scelta, di compensazione e di incentivo alla concentrazione degli interventi in aree particolarmente vocate. 4. PROTEZIONE CIVILE In premessa, occorre sottolineare come il miglior presidio di protezione civile a tutela della sicurezza dei cittadini dal rischio di calamità sia costituito da efficaci politiche di prevenzione, da attuare in particolare con un equilibrato governo e una gestione responsabile del territorio, che prestino attenzione, per quanto riguarda le peculiari caratteristiche del territorio lodigiano, alle dinamiche dell’assetto idrogeologico. A integrazione delle misure di prevenzione, occorre disporre di un efficiente sistema di Protezione Civile, in grado di gestire ogni situazione di crisi e di emergenza in relazione ai vari scenari di rischio. A questo proposito, è compito della Provincia provvedere a qualificare sempre più il sistema territoriale della Protezione Civile, sia potenziandone le dotazioni di mezzi e strumenti sia favorendo l’aggiornamento costante delle competenze degli operatori del settore, con precisi programmi di formazione e continue evoluzioni dei dispositivi di intervento. Questa importante opera di coordinamento deve essere svolta in proficua collaborazione con gli enti locali, con i gruppi comunali di Protezione Civile, con le associazioni di volontariato e con tutte le categorie interessate. Il positivo lavoro svolto in questi anni dalla Provincia ha favorito un sensibile incremento del numero di gruppi comunali e di volontari, favorendo la crescita e la diffusione di una moderna cultura della protezione civile, con un’opera di sensibilizzazione la cui efficacia è dimostrata anche dall’elevato numero di adesioni ai corsi base, l’ultimo dei quali ha fatto registrare ben 90 iscrizioni. Alla crescita di professionalità del sistema territoriale della Protezione Civile (testimoniata da ultimo anche dal comportamento encomiabile dei volontari lodigiani in occasione della drammatica emergenza che ha colpito l’Abruzzo a seguito del recente terremoto) portano un contributo fondamentale le tante persone che

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con grande spirito di servizio mettono a disposizione il loro tempo e le loro energie per il prossimo, meritandosi da parte di tutta la comunità locale un doveroso quanto sentito ringraziamento. 5. INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITA’ In questo settore, la priorità è rappresentata da un progressivo incentivo all’uso dei servizi di trasporto pubblici in alternativa ai mezzi privati. Trasporto pubblico locale L’obiettivo da porsi è quello di un costante sviluppo dell’integrazione delle diverse modalità di trasporto, allo scopo di migliorarne la funzionalità. Nell’esercizio delle sue competenze in materia, la Provincia dovrà assegnare gli incarichi di gestione del servizio in base a criteri organizzativi che evitino frammentazioni e disfunzioni, valorizzando le professionalità del personale addetto e armonizzando quanto più possibile gli orari del servizio con i tempi di vita professionale, scolastica e famigliare degli utenti. Per quanto riguarda la politica tariffaria, la definizione dei costi del servizio a carico dell’utenza deve essere orientata a precise priorità sociali, prevedendo agevolazioni per le persone a basso reddito ed esenzioni dal pagamento a favore degli anziani che vivono con la pensione minima dell'Inps. Servizio ferroviario L’attuale organizzazione del servizio determina forti disagi all’utenza, in particolare quella costituita dai pendolari per questioni lavorative: attraverso una risoluta e costante contrattazione con Rfi (che gestisce il servizio) e la Regione Lombardia (che assegna l’incarico di gestione e corrisponde il relativo compenso) si deve giungere ad un efficace adeguamento del sistema, sia sotto il profilo del numero e delle fasce orarie delle corse che delle condizioni di confort a bordo dei treni. In attesa che sia data effettiva attuazione al nuovo modello di servizio ferroviario regionale, con l’intensificazione del servizio sulla linea storica Milano-Piacenza resa possibile dall’entrata in funzione della linea ad alta velocità/capacità Milano-Bologna, dovrà essere promossa ogni iniziativa utile a ridurre i disservizi esistenti, e a compensarli, nel caso, con adeguati risarcimenti e rimborsi, anche tramite l’azione di supporto a favore degli utenti che potrà essere svolta da un apposito organismo che verrà istituito dalla Provincia. Viabilità Nei prossimi anni troveranno realizzazione molti importanti interventi di adeguamento della rete stradale provinciale e di risoluzione di nodi critici i cui presupposti, progettuali e finanziari, sono stati costruiti con un’intensa opera nel corso dell’ultimo mandato, dando concretezza alla prospettiva di lavori sui quali la popolazione del territorio riponeva grandi attese. In particolare, si tratta della nuova tangenziale di Casalpusterlengo in variante al tratto urbano della Strada Statale 9 Emilia, della tangenziale di Codogno in variante all’ex statale 234, della tangenziale di Livraga in variante alla strada provinciale 107, della tangenziale di Tavazzano con Villavesco in variante alla Strada Statale 9 Emilia. A questi importanti interventi si aggiungerà l’ulteriore ampliamento della rete delle piste ciclabili, che già oggi vede la Provincia di Lodi al primo posto in Italia per estensione rispetto alla superficie territoriale e alla consistenza della rete stradale.

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Navigazione fluviale La riqualificazione degli attracchi esistenti e l’eventuale individuazione di nuovi punti di approdo per le imbarcazioni potrà favorire il rilancio della navigazione fluviale, anche ai fini della promozione turistica in vista dell’Expo 2015, nonché del sostegno alla pesca, sia nella forma ricreativa e sportiva che professionale. 6. SERVIZI ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE E RUOLO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A FAVORE DELL’INNOVAZIONE La diffusione del modello degli “Sportelli Unici” per la semplificazione delle pratiche amministrative (sulla base della positiva esperienza maturata nel settore delle attività produttive, con il coordinamento della Provincia) contribuirà a sostenere la continua evoluzione organizzativa della pubblica amministrazione, integrandosi con efficaci iniziative di marketing territoriale e con lo sviluppo delle applicazioni locali dei moderni sistemi di comunicazione ed informazione, per dare vita ad un sistema di servizi articolato ma anche di facile accesso, che risulti funzionale all’obiettivo di promuovere un modello di crescita del territorio effettivamente sostenibile, sotto ogni profilo. Sul fronte dell’innovazione, saranno inoltre sempre più consolidate le relazioni tra i vari livelli del sistema della formazione (professionale, avanzata ed universitaria), la ricerca applicata e l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, come elementi indispensabili per qualificare lo sviluppo del territorio. Porteremo la banda larga in tutti i Comuni del Lodigiano, colmando così il vuoto lasciato dagli operatori telefonici che non hanno ritenuto remunerativo l'investimento nel territorio. Abbiamo già intercettato, sul finire della legislatura, finanziamenti sia statali che regionali per 1.5 Milioni di euro per portare la fibra ottica alle centrali telefoniche non ancora raggiunte da ADSL. Questo permetterà sia ai cittadini che alle imprese servite dalle centrali così digitalizzate di essere serviti da Banda larga ad un prezzo di mercato come per tutto il resto della popolazione. Utilizzeremo, inoltre, le migliori tecnologie rese disponibili oggi dal mercato onde dare a tutti un servizio di eccellenza. Saranno pertanto sviluppati, oltre alla fibra ottica, anche il WI - Max e la connettività mobile senza fili al fine di raggiungere tutti i cittadini ovunque essi si trovino. 7. CREDITO E SISTEMA CREDITIZIO Un modello di sviluppo in cui le imprese e gli operatori economici, a ogni livello, orientano la loro attività anche a criteri di responsabilità sociale, richiede una profonda evoluzione dei sistemi di gestione e organizzazione, a partire dalla questione fondamentale dell’accesso al credito. A tale proposito, la Provincia dovrà porsi in costante relazione con le banche e le istituzioni finanziarie presenti sul territorio, affinché:

- le politiche creditizie sappiano premiare la progettualità e la capacità propositiva delle imprese, ovviamente anche in base a ragionevoli requisiti di sostenibilità finanziaria da una parte e di remunerazione degli investimenti dall’altra, favorendo il protagonismo dell’economia locale e la valorizzazione professionale delle risorse

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umane, anche tramite misure di intervento innovative e in ogni caso coerenti con il modello di sviluppo prospettato per il territorio;

- gli istituti di credito e le Fondazioni bancarie locali sostengano il rilancio degli investimenti in opere pubbliche e servizi alle imprese, nonché nel campo dell’assistenza sociale e della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.

A integrazione degli strumenti di finanziamento tipici del sistema creditizio, la Provincia potrà attivare ulteriori forme di incentivo pubblico a sostegno delle imprese, anche di natura non strettamente finanziaria: l’accesso a tali aiuti sarà subordinato alla prestazione di adeguate garanzie in ordine alla qualità e alla stabilità del lavoro, allo scopo di contrastare eccessi di flessibilità che sconfinano nella precarietà.

IL WELFARE PROVINCIALE: QUALITA’ DELLA VITA E SVILUPPO SOSTENIBILE

PREMESSA Il sostegno al Consorzio Lodigiano Servizi alla Persona, attraverso la costante collaborazione con i Comuni, rappresenta una priorità, per valorizzare ulteriormente la preziosa esperienza maturata in questi anni sulla base di una precisa scelta di politica socio-assistenziale operata dal centrosinistra, garantendo risposte efficaci e puntuali ai bisogni reali manifestati dalle comunità locali, secondo un modello che progressivamente ha raccolto la crescente adesione anche da parte di amministrazioni comunali inizialmente critiche nei confronti dell’iniziativa. L’obiettivo è quello di coniugare il sistema di welfare provinciale costruito dal territorio in questi anni sulla base del binomio qualità della vita-sviluppo sostenibile, con una rappresentazione il più possibile capillare e fedele delle diversità e delle peculiarità delle decine di comunità locali che compongono la realtà sociale del Lodigiano. A questo risultato si potrà giungere tramite lo sviluppo di un sistema di governance che ponga in costante relazione gli enti locali, le istituzioni sanitarie e i cittadini, sia singolarmente che in forma associativa. 1. AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO Governance di salute Una corretta politica per la salute richiede come necessaria premessa la creazione di un contesto di relazioni sul territorio in cui si sviluppi una positiva interazione tra i vari soggetti istituzionali a diverso titolo interessati. La frammentazione delle competenze costituisce, infatti, un fattore di debolezza, che impedisce l’elaborazione e l’attuazione di progetti per la salute che abbiano respiro provinciale. E’ quindi indispensabile favorire il potenziamento di forme di coordinamento delle politiche sulla salute per l’intera area della Provincia, coinvolgendo tutte le istituzioni e le forze sociali in un lavoro di collaborazione e sinergia. Un primo elemento utile è in tal senso rappresentato dal Tavolo per la Continuità di Cura, da istituire tra Azienda Ospedaliera, Azienda Sanitaria, Provincia, Enti Locali e Terzo Settore. Patto territoriale per la salute-Piano provinciale per la salute Il Piano Provinciale per la Salute si configura come un “patto locale di solidarietà”, che attraverso un piano di azione concordato tra i tutti soggetti interessati si propone di migliorare la prevenzione e l’assistenza sanitaria a livello territoriale, costruendo un percorso di partecipazione, tramite una Conferenza Sanitaria Territoriale, integrato con

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tutte le forme istituzionali presenti sul territorio provinciale. Questo “patto” dovrà essere costruito non solo con le competenze e le strutture dei servizi sanitari, ma con i contributi di una base molto più ampia di soggetti, anche esterni al sistema sanitario, per favorire la partecipazione e l’interazione con i cittadini, i servizi, i soggetti sociali e le istituzioni. L’obiettivo è quello di valorizzare le diverse percezioni del tema salute, definendo modalità concordate negli orientamenti, nelle misure operative e nei progetti di sperimentazione in materia di salute e qualità della vita (per esempio il Piano degli Orari, i servizi socio-sanitari, il programma di esercizio del trasporto pubblico), con la finalità di rendere accessibile e fruibile nella sua pienezza l’intera gamma di servizi socio-sanitari pubblici, mettendo la tutela della salute in relazione con fattori di rilevanza sociale come l’inquinamento, il disagio giovanile, l’integrazione culturale ed il disagio psichico, secondo un modello di comunità solidale. Questo processo può contribuire concretamente a sostenere l’organizzazione sanitaria, per ampliare la sua capacità di conoscere e valutare le condizioni di rischio e lo stato di salute della popolazione, di orientare le scelte e di sostenere comportamenti individuali e collettivi, in aggiunta alla più tradizionale funzione di offrire servizi e di erogare prestazioni. Il Piano Provinciale per la Salute dovrà diventare l’espressione della “Alleanza per la Salute” tra i diversi attori del sistema sociale del territorio. Ogni soggetto partecipa alla progettazione e alla definizione delle strategie ed è responsabilizzato nella realizzazione, attraverso il raggiungimento degli obiettivi comuni. Questa impostazione trova espressione sia nel Piano di Zona che nell’incontro tra la programmazione dei servizi sanitari e l’analisi dei bisogni, delle risorse e dei valori della comunità locale. Oltre agli Enti Locali, nell’elaborazione del Piano Provinciale per la Salute saranno coinvolti: l’Azienda Ospedaliera; l’Azienda Sanitaria; i Distretti Socio-Sanitari; gli operatori professionali della sanità (inclusi i medici di medicina generale); enti ed organismi istituzionali come i Comitati Consultivi Misti; gli uffici territoriali di organismi istituzionali quali Inail, Inps, Ufficio Scolastico Provinciale, Distretti Scolastici, Ufficio del Lavoro, Centri di Formazione Professionale; enti a rilevanza sanitaria quali Arpa, sistema di protezione sociale e organizzazioni assistenziali; Consorzio Lodigiano per i Servizi alla Persona; servizi sanitari privati locali; enti assicurativi; organizzazioni non profit (cooperative sociali, Onlus, Ong); reti di impegno civico (associazionismo strutturato: organizzazioni di rappresentanza e tutela, organizzazioni di volontariato sociale); Fondazioni, enti e club a vocazione sociale; gruppi di interesse (comitati, movimenti di opinione, assemblee); organizzazioni sindacali; soggetti a rilevanza sociale; società professionali e scientifiche; organizzazioni delle categorie produttive. Il Patto per la Salute rappresenta una nuova opportunità e insieme una importante responsabilità per gli enti locali, ponendo il territorio come risorsa per favorire la salute, valorizzando il ruolo degli enti locali nella tutela della salute e valorizzando tutte le risorse per la salute. Il Patto offrirà la possibilità di delineare un articolato panorama, all’interno del quale si rinnova e accresce la responsabilità progettuale rispetto alle priorità di intervento su cui puntare e su cui indirizzare gli sforzi dell’azione, anche amministrativa. Un patto con i cittadini, un patto di coerenza nelle scelte di sviluppo e di sostenibilità dello sviluppo. In tale contesto, la Provincia può farsi garante della salvaguardia di equilibrati rapporti tra persona e ambiente, persona e sistema sanitario, persona e condizioni sociali. Questo equilibrio rappresenta un valore trasversale, da cogliere nella sua complessità ed affrontare con l’articolato percorso che si tradurrà in un progetto organico per la salute. 2. SVILUPPO E STATO SOCIALE

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Le pari opportunità formative Il principio del diritto all’istruzione trova espressione innanzitutto nelle effettive possibilità di accesso al sistema formativo, veicolo principale per affermare il valore delle competenze e della preparazione in ogni ambito della vita sociale, indipendentemente dalle origini e dalle appartenenze. L’applicazione delle più recenti riforme introdotte in materia potrebbe a questo proposito generare una estrema eterogeneità di sistemi formativi, diversi tra loro e da Regione a Regione. Per contrastare questa impostazione errata, la Provincia deve esercitare un forte ruolo, sulla base delle proprie competenze in materia di istruzione e formazione professionale, soprattutto per quanto riguarda la programmazione e il coordinamento territoriale e il sostegno al potenziamento dell’offerta formativa. La Provincia e il sistema dell’istruzione La riforma del titolo V° della Costituzione e l’applicazione degli articoli 138 e 139 della legge Bassanini del 1998 (che prevedono deleghe e trasferimento di alcune competenze alle Regioni, ai Comuni e alle Province) hanno aperto nuovi scenari nel settore dell’istruzione-formazione, nei quali gli enti locali devono saper svolgere un ruolo significativo. In questo contesto, è indispensabile che la Provincia, in modo coerente alla sua funzione di coordinamento delle politiche territoriali, sappia presidiare al meglio gli spazi di intervento individuati dalla normativa vigente, riempiendoli di contenuti e di capacità propositiva. La programmazione a partire dall’intercettazione dei bisogni formativi del territorio, la costruzione di un efficace sistema di orientamento scolastico e professionale, le attività di supporto alle autonomie scolastiche, la definizione di politiche specifiche nel campo dell’educazione degli adulti, gli interventi di edilizia scolastica (che grazie agli investimenti realizzati in questi anni hanno contribuito a classificare la Provincia di Lodi al primo posto in Lombardia e al quarto in Italia per qualità delle strutture didattiche), sono gli ambiti in cui l’amministrazione provinciale può esercitare in modo concreto il suo ruolo, in un rapporto paritario con la Regione e lo Stato. Programmazione integrata dell’offerta formativa La formazione scolastica e professionale dei giovani rappresenta per gli Enti Locali una priorità assoluta, da condividere con le famiglie, la scuola e tutte le “agenzie formative” che operano nel territorio, in un’ottica di comunità educante, unita da un “patto formativo” che punti ad obiettivi condivisi. Non si tratta, tuttavia, di una condivisione limitata e marginale come quella che si concretizzava, in passato, nel dare occasionali risposte alle richieste delle istituzioni scolastiche o nel sostenere le famiglie meno abbienti con sussidi o modesti contributi in denaro, quanto piuttosto di una responsabilità diretta e primaria, con una progettazione autonoma, seppure integrata con tutti i soggetti del sistema formativo. La Provincia deve quindi avere parte attiva nella costruzione di una scuola di qualità, in cui sia garantito l’apprendimento di conoscenze reali e “spendibili”, per favorire la realizzazione di ognuno in ambito professionale e sociale, tramite adeguati percorsi di inserimento del mondo del lavoro. Tra gli Enti locali e la scuola deve quindi essere costruito un “patto” che riguardi soprattutto l’integrazione delle risorse e la condivisione degli obiettivi e delle priorità nell’erogazione dei servizi, con un rapporto sempre più stretto tra programmazione scolastica e dinamiche territoriali. Dal centralismo al decentramento nel sistema dell’istruzione/formazione Come già accennato, il decreto legislativo 112/1998 (cosiddetta “legge Bassanini”) ha rappresentato un primo esempio di riforma “federalista”, benché a Costituzione invariata.

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A ciò, tuttavia, non si è accompagnata una maggiore devoluzione di risorse reali dallo Stato centrale a vantaggio degli Enti locali, anzi il fenomeno è sembrato percorrere strade opposte. All’interno di tali difficoltà è doveroso per tutti trovare nuovi strumenti di intervento e soluzioni efficaci, quali: la concertazione tra i diversi soggetti; la stipula di protocolli di intesa finalizzati a far convergere i vari processi; la realizzazione di progetti integrati tra scuola e comunità locali; la costruzione di strumenti tecnici che supportino e diffondano le buone pratiche. Una programmazione integrata dell’offerta formativa deve quindi partire da forme di partecipazione e di autogoverno, dentro una logica di sistema e di progettazione condivisa, al fine di migliorare la qualità degli apprendimenti dei nostri giovani, con un lavoro a cui verranno chiamate a contribuire anche le associazioni studentesche. La programmazione territoriale Tra le competenze assegnate alle Province rientra anche quella dell’organizzazione del servizio scolastico a livello territoriale, con l’importante scelta da compiere in merito al dimensionamento degli istituti scolastici. Si tratta di assicurare un consolidamento che permetta ad ogni scuola di disporre di risorse professionali e tecniche adeguate, nonché il rispetto dell’esigenza dei Comuni di conservare, nel proprio territorio, un presidio scolastico funzionale alle esigenze delle rispettive comunità. A questo proposito, deve essere compito preciso della Provincia quello di farsi carico, come soggetto attivo, di interagire con determinazione con la Regione per garantire le esigenze del territorio, senza subire tagli, accorpamenti e “razionalizzazioni” imposti dall’alto senza alcuna considerazione per la realtà locale. Scuola e lavoro La Provincia assegna grande importanza alla valorizzazione dei rapporti tra mondo della scuola e mondo del lavoro, per costruire itinerari di confronto tra i diversi soggetti interessati. Un sistema formativo valido e organizzato secondo percorsi professionali precisi rappresenta oggi un requisito fondamentale per rendere positiva ed efficace questa relazione. Quello della formazione professionale è un canale che non deve rivolgersi solo alle fasce più deboli, che da questa caratterizzazione negativa risulterebbero ulteriormente emarginate e private di reali prospettiva di crescita culturale e socio-economica. È quindi necessario restituire piena dignità al settore, innalzandone gli standard qualitativi e affermandone la centralità nella costruzione di validi percorsi di avviamento professionale. A tale proposito, la Provincia deve dunque coordinare il sistema integrato dell’istruzione e della formazione professionale, garantendo un forte legame con le dinamiche sociali ed economiche del territorio e predisponendo saldi ancoraggi al sistema nazionale di istruzione. Integrazione come inclusione La Provincia deve farsi carico di migliorare i supporti organizzativi del servizio di istruzione, soprattutto per gli alunni con handicap e in situazione di svantaggio, assicurando il diritto ad usufruire di un adeguato sistema di tutele e previdenze, che deve essere più solido ed efficace proprio a favore di chi è maggiormente debole e in difficoltà. Il numero degli alunni in situazione di handicap, di quelli provenienti da altri Paesi e culture e di quelli che per vari motivi si trovano in condizione di potenziale disagio appare in costante aumento in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Ma i sistemi tradizionali di “integrazione” non consentono una reale “inclusione” nel nostro sistema formativo.

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La legge di riorganizzazione dei servizi sociali (L. 328/2000) si muove nella prospettiva del principio del “progetto individuale” di vita e richiama, oltre alla valutazione diagnostico-funzionale per i casi di deficit, anche le prestazioni e i servizi alla persona e le misure - non solo economiche - necessarie ad una piena integrazione sociale. Pertanto, nell’ambito di una progettazione pubblica il principio della “personalizzazione” dei servizi di sostegno deve essere coniugato con le ragioni della solidarietà. Nel campo dell’integrazione verrà quindi mantenuta e potenziata, d’intesa con i Comuni, l’attività del Centro Risorse Intercultura Tangram, quale strumento fondamentale per l’integrazione scolastica dei bambini stranieri, considerando che la loro presenza nelle scuole del territorio è passata dall’1,5% del 2002 al 13,4% del 2008 e tenuto conto che le proiezioni demografiche indicano che nel 2025 in Italia, nella fascia anagrafica 20-40 anni, la popolazione italiana sarà inferiore a quella attuale di 4,8 milioni di soggetti; si configura pertanto un “buco generazionale” che potrebbe provocare (tra gli altri effetti) anche un brusco arresto della crescita economia, a causa della mancanza di un numero sufficiente di figure professionali formate e di popolazione in età di lavoro, ragione per cui “investire” sul successo scolastico dei bambini stranieri vuol dire anche lavorare per il benessere dell’intero Paese. Educazione per tutto l’arco della vita “L’Europa è entrata nell’era della conoscenza” è lo slogan che sintetizza le strategie in materia di istruzione e formazione messe a punto dall’Unione Europea all’inizio del terzo millennio con il vertice di Lisbona. Formazione e istruzione permanenti, per tutto l’arco della vita, sono quindi le base fondamentali per lo sviluppo di una cittadinanza attiva, con la partecipazione di tutti alla vita sociale ed economica nella sua complessità, nonché presupposto per la promozione di un modello di mercato del lavoro che si avvicini all’obiettivo della piena occupazione. L’acquisizione di competenze e conoscenze, tuttavia, non può e non deve essere collegato soltanto al riscontro immediato dell’occupazione, bensì deve costituire anche un momento di integrazione sociale e sviluppo personale, di valorizzazione di riferimenti comuni, di trasmissione del patrimonio culturale. Contribuire a ridisegnare l’intera architettura dell’educazione degli adulti è fondamentale per il futuro del territorio ai fini dello sviluppo di un sistema integrato di istruzione, formazione e lavoro, teso a generare appartenenza consapevole alla comunità e a creare le condizioni per un’attiva partecipazione sociale. La gestione degli edifici scolastici superiori L’intesa con le istituzioni scolastiche è condizione essenziale per individuare in modo concertato e funzionale i bisogni di strutture e servizi del sistema dell’istruzione superiore, coinvolgendo nel confronto anche le diverse comunità, le associazioni e le agenzie formative che operano nel territorio e che hanno necessità di costruire reti di comunicazione e raccordo. La Provincia dovrà garantire, anche attraverso una buona gestione degli edifici adibiti ad attività didattica, la qualità di vita scolastica a tutti i ragazzi, mettendo a disposizione ambienti sempre più funzionali, salubri e confortevoli, la cui cura è affidata anche, nella quotidianità, alla serietà e alla responsabilità dei comportamenti individuali, improntati ad un corretto senso civico. Tra i principali obiettivi del prossimo mandato in termini di dotazioni tecniche degli edifici scolastici, si sottolinea il progetto di installare pannelli fotovoltaici in ogni istituto, in modo da soddisfare il fabbisogno energetico autonomamente e con impianti a basso impatto ambientale.

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Formazione professionale Il sostegno della Provincia ai Centri di Formazione Professionale si concretizzerà attraverso la predisposizione di piani formativi che tengano conto sia delle specifiche esigenze di sviluppo del territorio (per esempio per la formazione di elevate competenze nel settore del riciclaggio e del riuso dei materiali o nel campo delle energie alternative), sia della necessità di favorire una crescita culturale dei ragazzi multidisciplinare e non esclusivamente subordinata alle contingenze del mercato. Le convenzioni che regolano i rapporti tra l’amministrazione provinciale e i gestori privati dei corsi di formazione professionale dovranno essere improntate a precisi criteri di qualità e prevedere meccanismi di valutazione e controllo sull’utilizzo delle risorse assegnate. L’amministrazione provinciale dovrà inoltre interagire con il mondo della scuola per favorire la sensibilizzazione nei confronti della cooperazione decentrata, coinvolgendo gli istituti in progetti di promozione di metodi produttivi e pratiche commerciali equi e solidali. Pari opportunità scolastiche L’ampliamento delle opportunità di accedere ad adeguati percorsi di istruzione secondaria a favore della popolazione adulta sarà perseguito in particolare con un proficuo ricorso all’utilizzo delle risorse del Fondo Sociale Europeo e con il sostegno alla programmazione dei corsi serali presso gli istituti di scuola superiore del territorio. Particolare attenzione sarà riservata alla piena integrazione scolastica dei soggetti disabili, anche attraverso l’elaborazione di appositi accordi di programma, con il supporto del Consorzio Lodigiano per i Servizi alla Persona 3. STATO SOCIALE E LAVORO Il ruolo degli ambiti sociali territoriali La legge quadro sul welfare (la 328/2000) ha introdotto nuovi e importanti criteri di riorganizzazione della rete dei servizi sociali, valorizzando il ruolo delle comunità locali e dando vita agli Ambiti Territoriali Sociali come strumento per elaborare una fedele rappresentazione delle esigenze specifiche del territorio e mettere a punto risposte efficace e praticabili. Questa corretta impostazione dell’assetto dei servizi sociali territoriali, tuttavia, non è attualmente sostenuta da una adeguata disponibilità di risorse finanziarie, a causa del progressivo ridimensionamento del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, che per il 2009 ha subito un taglio di ben il 30% e nel 2010 verrà diminuito di un ulteriore 20%. Tale situazione costringe gli Enti Locali a individuare faticosamente nei propri bilanci le risorse necessarie al funzionamento del sistema dei servizi sociali, con crescenti difficoltà commisurate al quadro nazionale di progressivo impoverimento delle finanze dei Comuni. La Provincia può contribuire all’analisi dei bisogni su scala provinciale, al fine di fornire una visione coordinata, indirizzando così le risorse su obiettivi prioritari. La riforma del settore avviata con la legge citata ha contribuito ad aprire ai soggetti del privato sociale la partecipazione attiva alla programmazione e alla gestione dei servizi pubblici, estendendo al cosiddetto Terzo Settore l’affidamento dei servizi stessi, oltre a fornire una chiara indicazione del ruolo fondamentale della famiglia come principale soggetto protagonista della promozione del benessere e della coesione sociale. Pur in presenza di una cornice normativa che conferisce alle Province compiti non centrali in questo ambito, è necessario che l’ente provinciale contribuisca a valorizzare fortemente il ruolo di coordinamento dei Comuni, per realizzare un insieme di interventi sociali omogenei a livello territoriale. Si tratta quindi di continuare a favorire intese locali come

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quella sancita nel 2009, che pur in presenza di una organizzazione territoriale articolata in 3 Distretti ha consentito di definire un unico Piano di Zona per tutto il Lodigiano relativamente agli interventi per anziani, disabili e minori, all’insegna di una unità non solo amministrativa, ma anche di condivisione delle risorse, dell’analisi dei bisogno e della scelta degli strumenti con cui intervenire. Questo ruolo di coordinamento deve realizzarsi fissando precisi standard di qualità per i servizi da erogare nei diversi campi delle attività socio assistenziali, nonché promuovendo attività formative per gli operatori socio-assistenziali, azioni informative sulle opportunità offerte dal territorio in termini di servizi e sui diritti degli utenti dei servizi sociali (Carta dei Diritti) e misure di sostegno (tramite appositi bandi di finanziamento) al ruolo del volontariato, della cooperazione sociale e dell’associazionismo, in particolare con l’attuazione di progetti innovativi di ampliamento e potenziamento dell’offerta di servizi. L’affidamento di servizi al Terzo Settore non deve avvenire tramite gare impostate sul criterio del massimo ribasso economico, che produrrebbero solo effetti di compressione dei salari dei lavoratori, rischio di forme di lavoro non regolari ed una caduta della qualità e della quantità dei servizi. L’importanza e l’alta funzione sociale del volontariato potranno al contrario trovare migliore riconoscimento se suffragate da un riscontro di efficienza ottenuto con adeguati strumenti di monitoraggio e controllo da parte degli Enti Locali. In ambito sociale, la Provincia ha inoltre il compito di contribuire, anche finanziariamente, alla promozione di iniziative di accoglienza a favore dei migranti. A tale proposito è indispensabile costruire percorsi di inclusione che permettano la piena acquisizione dei diritti di cittadinanza, attraverso la partecipazione alla vita della comunità locale, auspicando che si possa giungere al riconoscimento del diritto di voto degli stranieri alle elezioni amministrative, sulla base di precise garanzie in merito alla durata e alla qualità del soggiorno degli stranieri in Italia, secondo un principio che potrebbe trovare espressione anche nello Statuto della Provincia, tramite opportune modifiche al testo vigente. Si ritiene inoltre utile la creazione di un Osservatorio territoriale sulle forme di discriminazione nei confronti degli stranieri, e la promozione, a partire dalla scuola e dalle realtà locali, di momenti di reciproca conoscenza e incontro, che non si risolvano in superficiale folklore. Esiste ormai anche nel Lodigiano un ricco tessuto associativo che ha maturato una collaudata esperienza nelle pratiche di multiculturalità e la Provincia, nell’esercizio delle proprie funzioni, deve coinvolgere questo tessuto associativo in maniera attiva. Governance di parità Nel Lodigiano la presenza femminile nei luoghi decisionali in generale e, in particolare, nei ruoli di governo e di rappresentanza elettiva, ha ancora importanti necessità di crescita. Questa situazione fa rilevare il divario sempre più forte tra la presenza qualificata delle donne nel mondo del lavoro, delle professioni e della società e la capacità delle istituzioni di incentivare e favorire l’impegno attivo delle donne. Il progetto "Governance di parità” si propone quindi di avviare forme innovative di promozione della presenza femminile nelle istituzioni. L’esigenza di armonizzare i tempi di lavoro con i tempi di vita (sempre più crescente nella società contemporanea) ha costituito il fulcro e il punto di partenza del dibattito locale sulle politiche temporali. Su questo tema, si possono già identificare quattro elementi innovativi: riconoscere che la questione della conciliazione deve essere affrontata non soltanto attraverso misure di legge, ma con la concreta sperimentazione sul campo di pratiche attive; sottolineare che il tema della parità non è una “questione di donne”, come spesso ancora la si considera, ma un problema reale dell’intera società; stimolare le buone pratiche e la partecipazione nel mondo economico e in ogni ambito

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sociale, coinvolgendo tutti gli attori territoriali; conciliare globalizzazione e dimensione locale (per esempio, conciliare esigenze aziendali di perseguire standard produttivi di livello internazionale con la soddisfazione di esigenze famigliari e sociali di matrice prettamente locale). E’ quindi necessario recepire le nuove esigenze di vita e di lavoro in modo ampio, non solo con lo sforzo di adattamento delle persone ai cambiamenti del sistema produttivo, ma con forme di armonizzazione dei bisogni delle famiglie ai bisogni di accresciuta flessibilità del mondo del lavoro. Attualmente, le strategie di conciliazione tra queste due tipologie di bisogni devono affrontare un duplice problema: da una parte facilitare l'ingresso delle donne nel mercato del lavoro (a fronte della netta inferiorità dell'indice di occupazione femminile rispetto a quello maschile) e dall'altra, una volta superato questo ostacolo, conciliare nella dimensione quotidiana i tempi di vita e i tempi di lavoro. Vi è dunque la necessità di imprimere una profonda svolta all’organizzazione dei tempi di vita e di lavoro, sviluppando nuovi processi che possano aprire una comunicazione più proficua tra politica e società e consentano di ripensare la relazione tra gli spazi urbani, favorendo l’individuazione di punti di contatto e forme di integrazione. In questo senso, le reti civiche e la diffusione su scala territoriale dei servizi telematici possono diventare un importante strumento per costruire e consolidare rapporti di partecipazione concreta, collegata allo sviluppo territoriale, e favorire, non solo a livello istituzionale, il decentramento amministrativo e politico. 4. UN NUOVO PATTO SOCIALE PER LA QUALITA’ DEL LAVORO NEL TERRITORIO In questi anni la Provincia di Lodi ha assunto nuove competenze in materia di mercato del lavoro, gestendole con grande responsabilità e qualificando le relative funzioni. Questa attenzione all’esigenza di favorire in modo sempre più efficace l’incontro tra domanda e offerta di lavoro può essere ulteriormente valorizzata attraverso la costruzione di accordi locali che configurino un nuovo patto sociale per la qualità del lavoro nel territorio, declinando insieme occupazione e sviluppo, favorendo sinergie tra tutti gli attori locali per la promozione di progetti sul territorio, nella consapevolezza che la qualità del mercato del lavoro e la sua tenuta nel tempo si ottengono tramite la valorizzazione delle potenzialità (individuali, sociali, economiche, culturali) del territorio. Gli aspetti fondamentali dell’azione politica che il centrosinistra intende perseguire in questo ambito sono: proficua relazione tra Stato Sociale e sviluppo; contrasto a modelli di sviluppo imperniati esclusivamente sulla riduzione del costo del lavoro e della spesa sociale; uso responsabile e moderato degli strumenti di flessibilità contrattuale, perché le innovazioni necessarie a rendere più competitivo il sistema produttivo non si trasformino in riduzione o negazione di diritti fondamentali. Il servizio di collocamento pubblico, la cui funzione non si esaurisce nella mera gestione dei servizi di incrocio domanda/offerta, ma si articola e si sviluppa con ben più ampie finalità, verrà perciò ulteriormente potenziato sul versante dell’accoglienza, dell’orientamento, delle relazioni con le imprese, al fine di incentivare la selezione del personale attraverso il reclutamento presso i Centri per l’Impiego Provinciali. Certificazione etica delle imprese Per una migliore qualità del lavoro, contrastando i fenomeni degli infortuni e delle malattie professionali, è in atto sul territorio una positiva pratica di concertazione, che ha consentito l’effettivo miglioramento delle relazioni tra le parti sociali e si pone il traguardo di una più alta coesione sociale. Questa azione può essere sostenuta anche promuovendo la diffusione della Certificazione Etica delle Imprese, attraverso l’azione di coordinamento

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di un Comitato Etico Provinciale, che potrà favorire il rilancio di un programma di sviluppo compatibile con l’ambiente e con le legittime esigenze, economiche e civili, di chi nel territorio vive e lavora. 5. POLITICHE ABITATIVE Anche nel Lodigiano, il problema della casa costituisce una drammatica emergenza per una quota consistente, anche se fortunatamente minoritaria, della popolazione. Lo squilibrio tra domanda e offerta di abitazioni, reso ancor più evidente dalla situazione di crisi economica, rende inaccessibile il mercato alle fasce in condizioni più svantaggiate. In questo contesto, in relazione alle nuove ed importanti competenze ad essa assegnate, la Provincia, dopo un’attenta rilevazione del fabbisogno abitativo, da svolgere in collaborazione con i Comuni, dovrà impegnarsi nella localizzazione degli interventi più ei a soddisfare le esigenze della comunità locale. In tal senso dovranno essere privilegiati gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, anziché il consumo di territorio. L’amministrazione provinciale dovrà inoltre operare per far sì che gli strumenti di pianificazione urbanistica degli enti locali prevedano la possibilità di incrementi di volumetria edificabile in particolare se destinati ad aumentare la dotazione di edilizia convenzionata e di soluzioni abitative a canone di locazione calmierato. Verrà inoltre promosso un “Piano Casa Giovani”, ovvero un’intesa territoriale con le cooperative edilizie affinché le giovani coppie possano accedere ad abitazioni in affitto, per poi decidere successivamente di rilevarne la proprietà, computando i canoni mensili di locazione già versati a sconto delle rate di mutuo. 6. CACCIA E PESCA Proseguendo nell’attuazione del Piano Faunistico Provinciale (uno strumento positivo e condiviso, approvato dalla precedente amministrazione di centro sinistra), dovranno in particolare essere assicurate adeguate risorse per il funzionamento degli istituti protetti (zone di ripopolamento e cattura). Dovrà inoltre essere adeguatamente valorizzata la vigilanza venatoria. Fondamentale sarà l’effettiva operatività dei Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, che al proprio interno includono le espressioni dell’associazionismo ambientalista, agricolo e venatorio. Con il prezioso contributo dei praticanti e delle loro associazioni, dovrà essere sempre più valorizzata la funzione di gestione e protezione delle risorse faunistiche del territorio che è propria del mondo venatorio. Per realizzare questo obiettivo, dovrà essere favorito uno stretto coordinamento tra la pianificazione delle attività ittiche e la pianificazione territoriale ed ambientale. La gestione oculata della fauna ittica, in particolare, può produrre importanti effetti sui piani di risanamento delle acque, costituendo un indicatore fondamentale della salute dei corsi idrici e della presenza di eventuali fonti di contaminazione. 7. SPORT E TEMPO LIBERO La pratica sportiva svolge una insostituibile funzione socio educativa nell’ambito della comunità, oltre a costituire un potenziale valore anche in termini di promozione turistica e di immagine del territorio, nelle sue espressioni di più elevato livello tecnico e agonistico. La Provincia è quindi chiamata ad operare attivamente, in linea con l’impegno profuso in questi anni, al fine di creare costanti e positive sinergie tra tutte le realtà associative del mondo dello sport presenti nel territorio, dai singoli club alle federazioni di categoria, sino

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al Coni provinciale. In tal senso, l’accordo sancito alcuni mesi fa in occasione dello svolgimento degli Stati Generali dello Sport, costituisce un presupposto fondamentale per il futuro delle attività sportive sul territorio. La Provincia continuerà pertanto a garantire al mondo dello sport un forte supporto in termine di consulenza e assistenza amministrativa per l’accesso ai contributi erogati dalla Regione, dall’Istituto per il Credito Sportivo e da ogni altri soggetto istituzionale. Inoltre, l’amministrazione provinciale promuoverà e finanzierà con risorse proprie sia interventi di miglioramento della dotazione di impianti sportivi del territorio (con particolare riferimento a quelli nell’ambito degli edifici scolastici di scuola superiore, sull’esempio della palestra polifunzionale dell’Itis Volta di Lodi, omologata per competizioni a squadre di categoria nazionale) che iniziative di promozione della pratica sportiva, dedicando attenzione agli sport convenzionalmente definiti “minori” (ma che in realtà fanno registrare alti livelli di partecipazione, soprattutto nelel categorie giovanili) e al sostegno del movimento di base. 8. COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DECENTRATA Proseguendo un’opera già positivamente avviata negli anni scorsi, la Provincia continuerà a svolgere un ruolo attivo nella promozione e nel coordinamento delle iniziative di solidarietà e cooperazione internazionale, già molto diffuse nel territorio. In particolare, si propone di: definire strategie di cooperazione decentrata; partecipare con risorse proprie alle iniziative di cooperazione decentrata; collaborare con altri programmi nazionali ed europei di intervento; favorire a livello territoriale la creazione di gruppi/comitati di sviluppo locali capaci di partecipare alle iniziative di cooperazione; coordinare le proposte operative promosse da vari soggetti locali; partecipare o realizzare con proprie strutture e personale progetti di cooperazione decentrata. 9. CULTURA: INVESTIRE VALORIZZANDO LE RISORSE DEL TERRITORIO La cultura costituisce un elemento indispensabile per l’evoluzione dell’uomo e per la qualità della sua vita personale e sociale. La creatività dei Lodigiani è una risorsa strategica per lo sviluppo sociale ed economico del territorio ed è per questo che per NOI investire nel futuro vuol dire investire nella cultura, ovvero in quell’insieme di idee, di progetti, di passione e di bisogni sui quali poggia la stessa identità plurale della nostra Provincia. Salvaguardare la dimensione culturale delle nostre comunità La salvaguardia e la valorizzazione della dimensione culturale ed identitaria delle nostre comunità è stata sempre al centro delle politiche provinciali e questo costituisce oggi un importante fattore di sviluppo. L’ultimo esempio è costituito dall’archivio orale della memoria (www.archiviomemoria.provincia.lodi.it) dove custodire le testimonianze e la storia della nostra gente per metterle delle ricerche storiche e didattiche. Le politiche culturali non sono solo una questione di investimenti finanziari, ma costituiscono una sfida per il futuro, affinché vi sia una crescita nei contenuti, capace di portare stabilmente il Lodigiano dentro una dimensione nazionale e internazionale. La rete del territorio Si avverte a questo proposito la necessità di un salto di qualità, di individuare un comune denominatore, di promuovere un progetto unificante per il variegato universo di “attori

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della cultura” che operano tanto in campo professionale, quanto del volontariato e amatoriale. Un progetto che abbia una dimensione di “rete”, in cui tutti possano trarre il beneficio che deriva dalla collaborazione, dentro percorsi innovativi e coraggiosi, nella rielaborazione del rapporto prezioso tra tradizione e innovazione. Un” laboratorio permanente” della cultura Cori, bande, filodrammatiche, associazioni di promozione culturale sono un patrimonio inestimabile di vitalità e di protagonismo, che potranno ritrovarsi per “fare sistema” in un laboratorio permanente della cultura provinciale, dove il radicamento territoriale e l’ampia “base sociale”, in termini di partecipazione e passione, costituiranno il trampolino per traguardi condivisi di qualità progettuale e innovazione di contenuti, per valorizzare il protagonismo del “fare” e del “creare”, nelle città come nelle più piccole comunità. Gli spazi della cultura Il recupero dell’ex Convento di San Domenico porta ad una riconsiderazione delle politiche degli spazi della cultura. Sotto questo profilo, il Lodigiano gode di una situazione invidiabile, e proprio per questo può, grazie ai nuovi spazi recuperati, giocare un ruolo importantissimo come polo culturale a livello lombardo. L’obiettivo per il futuro è quello di far “vivere” i luoghi e le architetture, come effettivi centri di creatività, ambiti di fruizione dell’arte e dello spettacolo. Incentivi alla sinergia e centralità giovanile Far crescere il protagonismo delle persone, delle comunità e dei territori, continuando a sostenere l’identità della nostra terra, capace di aprirsi e confrontarsi con altri territori: è questo uno degli obiettivi di politica culturale che ci poniamo.Verrà quindi promossa una politica di incentivazione dei progetti in cui concorrono diverse forme artistiche e diverse realtà associative impegnate nella traduzione dei valori di questa terra in contenuti e proposta culturale: ambiente, storia, comunità, laboriosità, spirito di solidarietà. Si tratta di un processo che permette alla storia e alla tradizione di calarsi nel presente, usandone le tecniche e i linguaggi, rafforzando il senso di appartenenza ad una comunità, ma anche quello di accoglienza e di apertura. Null’altro che la dimensione artistica e culturale può identificare l’immediatezza di un messaggio al quale possono dare apporto i filodrammatici come i rockettari, i coristi come chi fa suonare un computer, le espressioni tipiche del territorio come le nuove influenze che nascono dall’incontro con altri patrimoni di tradizioni. Il punto di riferimento di una coraggiosa missione culturale è l’universo giovanile, che le istituzioni e l’amministrazione pubblica devono sostenere e accompagnare. Per avvicinare sempre di più i giovani alle politiche culturali. E’ secondo questa impostazione che i giovani – non solo studenti, ma anche lavoratori – saranno chiamati ad assumere un ruolo vitale, passando finalmente da “consumatori” ad “attori” dei processi culturali. Ogni anno verrà infatti emesso a bando, a cui le associazioni giovanili potranno partecipare, candidandosi alla definizione e realizzazione di progetti culturali attraverso il sostegno finanziario della Provincia. Le politiche dello spettacolo Per la crescita di un territorio la cultura è indispensabile e lo spettacolo dal vivo (prosa, musica, lirica, danza, ecc.) è un veicolo di straordinaria importanza. I programmi e le attività riserveranno quindi una attenzione particolare all’attualità delle varie correnti artistiche che si muovono sulla scena, tenendo presente che nel campo della creazione è indispensabile che per ogni nuova produzione, a cui concorrono fondi pubblici,

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vengano garantite condizioni economiche realistiche, che ne consentano la rappresentazione non episodica e la circolazione in circuiti il più possibile estesi sul territorio. E’ necessario avvicinare allo spettacolo dal vivo segmenti di pubblico ancora più ampi, facilitando gli spostamenti collettivi e attivando collaborazioni fra soggetti diversi; a tal fine verrà costituito il Sistema Teatrale Lodigiano. Le politiche museali Proseguendo la sin qui positiva esperienza del Sistema Museale Lodigiano, si procederà a garantire un sostegno ancora più ampio all’attuale rete mussale del territorio, con particolare riguardo a quelle realtà di minori dimensioni (ma rilevante interesse) collocate in zone più lontane dai circuiti turistici principali del Lodigiano e che spesso costituiscono un prezioso scrigno della memoria e poli culturali di attrazione per le comunità che vi ruotano attorno. In tale contesto sarà necessario prestare attenzione al raggiungimento e la rispetto degli standard organizzativi e strutturali indicati dalla Regione, al fine di consentire l’accesso a forme di finanziamento anche extraprovinciali. Il sistema bibliotecario Lodigiano La centralità della biblioteca nella promozione della cultura è un fattore a tutti chiaro e assolutamente fondamentale. La crescita e l’importanza dell’attuale Sistema Bibliotecario Lodigiano è un dato acquisito, rispetto al quale occorre comunque lavorare con impegno e costanza per: mantenere alto il livello del servizio e dell’organizzazione del sistema; valorizzare la professionalità del bibliotecario; garantire un’informazione trasversale all’interno del sistema dei servizi culturali lodigiani; rafforzare il fondamentale ruolo di coordinamento dei servizi e del sistema garantito dalla Provincia; assicurare canali di finanziamento per progetti innovativi che abbiano una diffusione che favorisca la fruizione da parte dell’intera comunità, con un’attenzione particolare alla multimedialità. Quanto fino ad oggi fatto dalle biblioteche del territorio, così come testimoniano dal crescente numero di prestiti, di consultazioni, di contatti e di indicatori di servizio, induce ad affermare che il Sistema Bibliotecario può fungere da motore culturale nel processo di apprendimento continuo e di diffusione dell’informazione fra i cittadini. Luoghi di incontro tra cultura, economia, innovazione Politiche culturali, politiche per le imprese e politiche per l’innovazione e la ricerca si devono intrecciare, in un rapporto di reciproco e proficuo scambio. Le imprese devono essere coinvolte nell’elaborazione di politiche culturali, non tanto e non solo come sponsor di eventi, ma come portatrici, esse stesse, di modelli culturali, come luoghi in cui i giovani possono incontrare il mondo reale, sperimentare se stessi e la propria creatività. Bisogna creare luoghi intermedi e protetti di incontro tra cultura ed economia: fabbriche virtuali in cui sperimentare innovazioni, produzioni creative, iniziative imprenditoriali portate avanti da giovani. L’organizzazione di stage nelle aziende, di concorsi di idee, di reti e comunità professionali aperte ai giovani in cui si discute e si produce innovazione, di incontri con affermati esponenti del mondo della cultura, delle professioni, dell’impresa, di laboratori di produzione creativa e di scambi internazionali, devono essere gli obiettivi di politiche culturali volte a valorizzare la creatività. Tali politiche hanno un duplice vantaggio: preparare i nostri giovani al futuro che li aspetta e aiutare le nostre imprese a sviluppare quei contenuti immateriali di innovazione e creatività che sempre più ruolo hanno nel rafforzare la loro competitività.