Program theory; - Dipartimento Rismes · La logica può essere quindi utilizzata come procedura di...
Transcript of Program theory; - Dipartimento Rismes · La logica può essere quindi utilizzata come procedura di...
• Program theory;
• Theory of change • Theory of action • Logic Model • System logic model • Program theory evaluation
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Program theory: Teoria volta a rendere evidente come e perchè un intervento/programma/politica raggiunge gli autocome attesi ed osservati
Theory of change
Processo attraverso cui i cambiamenti (o gli obiettivi desiderati avvengono (per individui, comunità gruppi, organizzazioni ecc...)
Basato sulla inferenza logica
Theory of action
Come l’intervento agisce (quali azioni sono progettate e attuate) al fine di realizzare la teoria logica del cambiamento
Logic model Rappresentazione visuale del program theory (spesso in diagramma). Strutturato a partire dal programma teorico anche se spesso lo condiziona. Si basa sui due componenti del P.T.
System logic Considera l’intervento come parte di un sistema (e come sistema inserito in altri) di
cui espone relazioni interne ed esterne e confini, approccio complementare ma logicamente separato. Guarda al di là del singolo intervento (Jan Noga e Meg Hargreaves)
Program theory evaluation
Valutazione guidata attraverso il programma teorico (già presente o sviluppato dai valutatori). It is not necessarily ‘driven’ by the theory, since it should be driven by its intended purpose and the needs of its intended users Rogers P.
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È una rappresentazione visuale di un sistema (intervento, progetto ecc..)
È un utile mezzo per costruire un processo articolato, risolvere complicazioni e
chiarificare situazioni complesse
Utilità per chi deve impostare il programma teorico al fine di vedere sintetizzate le
inferenze/ipotesi della teoria del cambiamento e della teoria dell’azione.
Comunicare agli altri soggetti coinvolti nel processo creazione ed
implementazione.
Per i valutatori che possono più facilmente comprendere ciò che è stato fatto e ciò
che si voleva fare (cosa ha funzionato o non ha funzionato e perché)
Capire gli effetti inattesi (positivi e/o negativi)
Per riarticolare in sede di valutazione un programma teorico.
Possibilità di estensione del programma intervento.
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Descrive e sintetizza l’intervento (obiettivi, azioni, cambiamenti voluti)
durante la progettazione, l’implementazione e la valutazione.
Può aiutare a fare il punto tra la fase in cui si trova l’intervento e gli
obiettivi che si volevano raggiungere
Può aiutare a capire le relazioni esistenti tra i diversi stakeholders (loro
priorità e obiettivi) attraverso la visualizzazione e modellizazione delle
diverse attività, priorità e valori (mental model )
Può essere realizzato e rivalutato in tempi diversi dalla progettazione
aiutando a ridefinire il programma.
Esistono teoricamente/logicamente due tipi di modello logico quello
relativo alla teoria dei cambiamenti e quello relativo alla teoria dell’azione
(spesso sono insieme)
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Non esplicitamente citato dalla Rogers corrisponde allo studio dei fattori esterni ed interni che influenzano
l’intervento e alla fase di sviluppo della situation analysis precedentemente citati, dalla studiosa inserita
nella teoria del cambiamento
Consente di comprendere le relazioni tra le differenti parti del sistema/intervento, di questo con
sistemi/intervento paralleli, con il contesto (a vari livelli) in cui è inserito
Consente per quanto detto sopra di capire in quali contesti può funzionare e sotto quali condizioni (interne
ed esterne)
Mette in evidenza i confini, le relazioni, gli elementi interni/esterni a diversi livelli.
Adatto allo studio della complessità (ad es.feedback non lineari presenza di pattners e elementi emergenti).
Lavora sui principi della teoria dei sistemi
Aiuta a capire cosa funziona o non funziona, cosa bisogna cambiare, e quali ulteriori effetti/cambiamenti si
stanno producendo dai risultati a breve, medio e lungo termini a diversi livelli.
Visualizza il sistema come parte di altri sistemi (scuola ad esempio).
Però è complicato e dispendioso da realizzare ed in genere tiene conto maggiormente di elementi esterni
all’intervento( spesso posti su un livello di generalità più ampio e difficile da analizzare attraverso la
costruzione di inferenze causali semplici).
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Ricordiamo sinteticamente che perché vi sia un sistema e sia mantenuto
(senza divenire l’insieme dei suoi componenti è necessario che gli elementi
interagiscano tra loro (influenza e scambi) verso uno scopo
I sistemi non possiedono proprietà ma ne acquisiscono continuamente
nell’interazione tra gli elementi che lo compongono
Un sistema è più della somma delle sue parti
Un intervento sistemico agisce sulle relazione degli elementi
Un sistema può essere semplice complicato o complesso ma va comunque
valutato nell’insieme
Secondo Janice Noga and Margaret Hargreaves (2009) questo è uno dei
motivi che giustifica la formulazione di un P.T. di un modello logico e del
system logic
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Sia per progettare un intervento attraverso l’uso di un P.T. che per poter valutare un progetto (utilizzando il PT esistente o strutturandone uno) dobbiamo poter spiegare i legami causali esistenti tra interventi ed outcome.
Se di questi legami così come delle modalità per testarli si è tenuto conto a partire dalla progettazione/pianificazione dell’intervento (politica ecc..) sarà più semplice effettuare una valutazione efficace, monitorare l’intervento durante l’implementazione fare una valida pianificazione.
La teoria del cambiamento così come la teoria dell’azione sono strutturate a partire dallo studio delle relazioni causali dimostrabili o ipotizzabili tra output inteventi e outcome basandosi su diverse teorie
Si tratta perciò di modellizzazioni basate sulla logica intesa come modello di ragionamento (logica argomentativa) e come strumento di calcolo
La logica può essere quindi utilizzata come procedura di analisi nella prospettiva di calcolo e di controllo nella prospettiva di ragionamento.
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Distinzione tra covarianza e causazione
Covarianza (correlazione o associazione) quando due variabili hanno variazioni
concomitanti
Causazione quando viene implicata la nozione di produzione e possiamo
distinguere la direzionalità del legame (asimmetria azione) ed il legame diretto.
La covariazione è direttamente osservabile mentre la causazione appartiene al
mondo della teoria.
Prima di andare avanti ricordiamo che:
I modelli logici che sottostanno alla progettazione di un P.T. e che vengono
visualizzati e schematizzati attraverso il logic model e il system logic model sono
basati sui meccanismi di relazione causali tra variabili
In altri termini la T.A. e la T.C. non è altro che un insieme di proposizioni causali e
la sua rappresentazione formalizzata, il modello, è una rete di relazioni causali
(prevalentemente dirette)
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Un mutamento di x produce il
mutamento di y
Viene meno la distinzione tra variabile causa e var. effetto (es domanda agisce su prezzo e viceversa)
Diretta
Reciproca o retroazione
A volte queste relazioni possono essere reinterpretate nella forma di una catena di relazioni dirette che avvengono in tempi successivi
Xt0 yt1 xt2 yt3 xt4
Queste relazioni(causazione simulatanea) pongono problemi nella stima del modello e problemi di natura concettuale.
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x x
La covariaazione tra x e y è provocata da z che agisce casualmente su entrambe. Se z sparisce, non c’è più relazione.
Il legamecausale tra x ed y è mediato da una terza variabile. Z funge da ponte tra x e y che risultano casualmente connesse tramite z. Il nesso è a catena.
Relazione spuria
Caso particolare è dato quando x ed y
sono indicatori di uno stesso concetto o
espressioni di uno stesso fenomeno. In
questi casi la variabile causa è latente
Relazione indiretta
La variabile z è detta interveniente.
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z
x y
z
x y
Relazione condizionata (interazione)
La relazione tra x ed y cambia a seconda del valore assunto da z. La
relazione acquisisce segno, forza, a seconda del valore di z. L’azione di z
si esplica perciò sul legame tra le due e non sulle variabili.
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z
x y
Per capire il nesso tra due variabili dobbiamo prendere in considerazione tutte le
variabili connesse (non fermandosi alla relazione bivariata).
Per questo motivo le misure di pura covariazione tra due variabili(es.coefficiente di
correlazione) se non usate in un contesto più ampio di un modello causale
multivariato, oltre ad avere scarso interesse, possono essere fuorvianti.
Visto che la correlazione tra due variabili è l’elemento empirico dal quale
muoviamo e che la stessa covariazione può essere dovuta a diversi modelli causali
retrostanti, la formulazione di un modello causale è un’operazione prettamente
teorica dove la soggettività del ricercatore gioca un ruolo fondamentale. Questo
ruolo è attenuato dalla verifica empirica che al massimo potrà portarci ad una
falsificazione del modello teorico (per non confliggenza delle covariazioni
osservate con il modello causale ipotizzate, che però potrebbero essere dovute ad
un altro modello).
QUANTO DETTO è FONDAMENTALE NEL PROCESSO DI VALUTAZIONE
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Nella sua accezione generale intendiamo per modello logico “l’espressione
formalizzata di una teoria” (Kendall e Bluckland 1957) .
Questo appartiene perciò (in senso generale all’ambito della teoria.
La formalizzazione permette alla teoria espressa in forma di verifica la possibilità
di verifica empirica, il modello diviene perciò un ponte con il versante empirico
Il modello è quindi la rappresentazione semplificata e formalizzata del
meccanismo causale che ipotizziamo abbia prodotto (o possa produrre) gli
output/outcome osservati, attesi o meno, attraverso determinate azioni.
Il modello è perciò un’espressione semplificata e formalizzata del processo causale
che si pensa esista o possa esistere nella realtà. La riduzione della complessità della
teoria e la formulazione secondo un insieme sintattico di simboli ne sono i due
elementi qualificanti
Semplificazione perché ricerca la più semplice spiegazione esistente
Formalizzazione perché può essere espresso in forma diagrammatica o matematica
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I quattro modelli base più utilizzati per rappresentare un P.T. sono
Outcome chain logic models
Pipeline logic models
Realist matrices
Narrative set
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Con questo modello si rappresenta il programma teorico come un processo lineare costituito da input-attività-outputs-outcome (nella versione classica a 4 box)
Problemi del modello : Si limita a indicare attività, outputs e outcome ma non indica/spiega come questi siano collegati.
Se il progetto è complicato o complesso il modello mostra ulteriori problemi che derivano dal fatto che le attività vengono elencate tutte insieme all’inizio e non secondo il reale svolgimento di queste azioni.
Non considera il contesto
Non mostra chiaramente le catene causali esistenti e i feedback loops.
Esistono però degli adattamenti e variazioni di questo modello che ne correggono in parte i problemi
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attività outputs outcome input
Un pipeline semplice ha un box per ogni livello (tutti gli inputs sono insieme ecc),
per programmi complicati e complessi può essere utile inserire diversi box per
livello. In questo modo si possono separare i diversi meccanismi causali
si possono aggiungere box addizionali per mostrare il contesto o altri fattori
esterni, distinguere diversi tipi di outcomes (lungo e breve periodo) diversi risultati
ecc…
5)inputs-process- outputs-outcomes-impact
6)context- inputs-process- outputs-outcomes-impact
possono cambiare le etichette
vengono aggiunti elementi quali i fattori esterni che influenzano l’intervento, rischi
Elementi di feedback che permettono di non rappresentare il sistema come chiuso
le attività (anche separate) rimangono posizionate all’inizio
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Questa associazione ha sviluppato il modello in una forma semplice
mostrando tre attività. Può essere utilizzato come punto di partenza per
mostrare outcomes attesi e attività
È estremamente semplice e non distingue i diversi meccanismi e catene
causali.
Le attività vengono legate ai diversi outcomes (vengono indicati gli
outcomes con un numero riportato a fianco delle attività)
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Mostra gli input (includendo sotto questa dicitura sia le risorse che i limiti),
le attività, outputs (con cui vengono intesi il numero di servizi o prodotti
distrubuiti) e outcomes per i partecipanti.
Gli outcomes possono essere anche separati in iniziali, a breve e a lungo
termine
Gli outcomes possono essere raggruppati nei tre box o separati
È un modello semplice
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Si tratta sempre di un modello lineare semplice
Anche in questo caso gli outputs sono visti come l’ammontare dei prodotti
servizi che si intende distribuire attraverso le attività segnate
Gli impatti vengono considerati in modo più generale. Sono gli effetti
generali sulla comunità/società
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È una elaborazione del modello di Kirkpatrick
Non è un modello generale ma viene utilizzato per interventi che hanno
come scopo di agire su determinati comporatmenti/atteggiamenti
Si basa su un programma archetipico
Gli outcomes a breve termine vengono suddivisi in cambiamento delle
conoscenze, attitudini, capacità e aspirazioni
Gli outcomes di medio termine sono letti come cambiamenti pratici
Gli outcomes di lungo termine come cambiamenti sociali, economici,
ambientali
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7 Ipacts on social, economic and envronmental
conditions
………………………………………….
6 Change in behavior ………………………………………….
5 Change in Knowledge, attitudes, Skills and
aspirations
………………………………………….
4 reactions ………………………………………….
3 partecipation ………………………………………….
2 Activities ………………………………………….
1 Resources ………………………………………….
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Segue lo stesso modello del precedente anche se viene utilizzato per
qualsiasi tipo di intervento
Vengono considerati sia i partecipanti che l’organizzazione
Include i fattori esterni
Può considerare modelli complessi
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Utilizzato a livello internazionale nei progetti di sviluppo
Ha 4 componenti; outpus – component objectives – outcome/purpose –
impact/goal
Si presenta in forma di matrice
Considera descrizione, indicatori e assunzioni e verificazione
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Activity description indicators Means of verification assumptions
Goal or impact
Purpose or outcome
Component
objectives
Outputs
measured Sources of information
on indicators
Assumptiones
A.
A.
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In questo modello ogni box mostra un risultato. (iniziale ……..finale)
Il modello rappresenta il programma in termini di catena causale ma non
tiene conto delle attività che in genere vengono mostrate separatamente con
un secondo modello (teoria dell’azione)
Mostra quindi quello che il programma consegue ma non spiega come
Non ha un formato fisso o etichette fisse e questo può creare confusione
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È un approccio complementare ai precedenti
Tiene conto del contesto e dei meccanismi che spiegano le catene causali
Lavora sul rapporto esistente tra le risorse utilizzate l’intervento e la
risposta ottenuta cercando di spiegare quello che è realmente successo
Permette di considerare cosa funziona, dove e perché
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context Mechanism outcome
È utile quando si vuole far comprendere bene il progetto a soggetti che non
sono stati coinvolti nella sua progettazione/implementazione
Non deve necessariamente essere rappresentato attraverso diagrammi
anche se può essere utile
A volte può essere complementare ai modelli in diagramma
Non descrive solo una sequenza di eventi espone il programma teorico
In altri termini potemmo concepirlo come un abstract particolareggiato del
progetto
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Una delle difficoltà presenti in valutazione è comprendere quali
cambiamenti un intervento ha realmente apportato e questo può essere fatto
più facilmente se si ripercorre la logica sottostante (cosa si voleva ottenere,
come si pensava di poterlo fare, quali erano gli obiettivi di medio termine,
quali azioni ec..)
L’approccio ad una analisi causale in valutazione deve secondo l’autrice
essere contemporaneamente;
SCIENTIFICO esplorare le relazioni di casualità (necessità e sufficienza)
facendo attenzione al tipo di programma/intervento (semplice-complicato-
complesso)
PRAGMATICO tenere conto del risk managment e di costi e conseguenze
Es cosa comporta l’errore di tipo I o di tipo II. Come mitigare il rischio,
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Congruenza con il P.T. Non basta riferirsi solo al fatto che i risultati finali
siano stati raggiunti ma bisogna tenere conto dei risultati intermedi.
Negli interventi complessi bisogna disaggregare i diversi elementi per capire
il ruolo del contesto e dei fattori esterni
Comparazione controfattuale La domanda che ci si pone è cosa sarebbe
successo senza l’intervento? Possono usarsi differenti tecniche
(esperimento, quasi-esperimento, analisi qualitativa)
Critical Review quali altre spiegazioni sono possibili per i risultati ottenuti ?
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Sono modelli in cui è possibile lavorare con più variabili
Prevedono l’uso di specifici software
Ma sono sempre basati sulla logica
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La modellistica matematica è la disciplina deputata a descrivere in termini matematici i molteplici aspetti del mondo reale, la loro interazione e dinamica. Traduce i problemi complessi in numeri attraverso algoritmi specifici
Il calcolo scientifico è la disciplina che ricomprende l’analisi di questi modelli (trasforma il modello in algoritmo), la verifica è la risoluzione del modello sul calcolatore
Raramente la soluzione del modello ammette una forma esplicita (es. equazioni e sistemi non lineari)
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Comprensione quali/quantitativa del problema
Modellizzazione matematica attraverso equazioni algebriche, funzionali, differenziali o integrali
Individuazione di modelli di matematica teoretica idonei ad approssimare il modello
Implementazione di tali modelli numerici approssimati sul calcolatore
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Uf
uf=sol prob or. F(u,d)=0
Dove d è l’insieme dei dati e ula soluzione Fla relazione funzionale 38
feedback
Prob.fisico
Modello sper. Analogico
Laboratorio Vivo
letteratura
Computer uc
Validazione Modello
matematicoF(u d)=0
Dati (d1 D2)
computabilità Modello
numerico Fn(un dn)=0
Buona posizio
ne Stab num
convergenzav
verifica
U1 u2
Un1 un2