PROGETTO TANZANIA 2013

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Associazione Karibuni - Akap PROGETTO TANZANIA 2013 Premessa Il progetto “Tanzania 2013” è la normale continuazione del progetto triennale “Tanzania 2010- 2012” promosso da Karibuni-Akap. Le motivazioni che spingono Karibuni-Akap a riproporre questo progetto sono legate alla buona riuscita dello stesso in termini di risultati ottenuti e di collaborazione con i destinatari coinvolti. L’obiettivo generale è il medesimo del progetto precedente: intervenire in supporto all’educazione tanzaniana mediante azioni a più livelli in diversi ambiti. Quello che cambia nel 2013 è la parte relativa al budget, modificato in base alle considerazioni e alle necessità rilevate dagli stessi destinatari del progetto, nonché la parte più strutturale riguardante le azioni e le attività utili al raggiungimento degli obiettivi. Così in questo progetto è affrontata in modo più approfondito la parte relativa alla formazione dei volontari, sono state specificate meglio alcune dinamiche relative ai responsabili e coordinatori del progetto ed è stata inserita una sezione relativa ai partners del progetto. Poiché il progetto ha previsto negli anni (e prevede tutt’ora) la permanenza di volontari italiani a Gwandummehhi al fine di realizzare laboratori didattici di inglese, matematica e fisica nelle scuole primaria e secondaria del luogo, si ritiene utile inserire in appendice il report riassuntivo del triennio di percorsi didattici realizzati. 1. DESCRIZIONE DEL CONTESTO 1.1 Contesto socio-politico Indipendente dal 1964, la Tanzania di Julius Nyerere ha vissuto una storia di relativa pace e stabilità interna, grazie alle quali ha potuto offrire ai Paesi confinanti un importante sostegno nella lotta per l’indipendenza, mediazione nei conflitti e un impegno attivo nella promozione di una cooperazione regionale e internazionale tra Stati africani. La Tanzania è stata classificata dalla Banca Mondiale fra i 10 paesi più poveri del mondo, con un'economia fortemente dipendente dall'agricoltura che rappresenta la metà del PIL, l'85% degli introiti dalle esportazioni e l'80% circa della forza lavoro impiegata. Secondo lo Human Development Report del 2005, la Tanzania risulta essere tra i Low-Income Countries, al 164° posto con un indice di sviluppo umano pari a 0.418. Il reddito annuo pro capite è di circa 220$, il 60% della popolazione è privo dell'elettricità e il 40% dell'acqua potabile. Il 60% della popolazione sopravvive con meno di 2 $ al giorno. Grazie alla relativa stabilità economica, negli ultimi anni si è tuttavia registrata una crescita contenuta ma costante, mentre alcuni finanziamenti internazionali sono stati indirizzati al risanamento delle deteriorate infrastrutture economiche e industriali. 1.2 Contesto settoriale: l’educazione e l’istruzione in Tanzania Nel 1995, a conclusione del mandato di Ali Hassan Mwinyi, il governo stimò che il 70% delle scuole primarie aveva sede in strutture non idonee. Consci della necessità di avere adeguati complessi edili, Mkapa (2004) ha investito una parte sostanziale del budget del Primary Education Development Plan nella ristrutturazione (18.000 unità) e nella costruzione di nuove aule (30.000 unità) ed abitazioni per gli insegnanti (7500 unità). Benché i finanziamenti siano stati ingenti, il governo non è riuscito a gestire in maniera ottimale il vertiginoso aumento degli scolari (da 4.182.677 nel 1999 a 7.041.829 nel 2004), che attualmente sperimentano un learning environment

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Associazione Karibuni

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Associazione Karibuni - Akap

PROGETTO TANZANIA 2013

Premessa Il progetto “Tanzania 2013” è la normale continuazione del progetto triennale “Tanzania 2010-2012” promosso da Karibuni-Akap. Le motivazioni che spingono Karibuni-Akap a riproporre questo progetto sono legate alla buona riuscita dello stesso in termini di risultati ottenuti e di collaborazione con i destinatari coinvolti. L’obiettivo generale è il medesimo del progetto precedente: intervenire in supporto all’educazione tanzaniana mediante azioni a più livelli in diversi ambiti. Quello che cambia nel 2013 è la parte relativa al budget, modificato in base alle considerazioni e alle necessità rilevate dagli stessi destinatari del progetto, nonché la parte più strutturale riguardante le azioni e le attività utili al raggiungimento degli obiettivi. Così in questo progetto è affrontata in modo più approfondito la parte relativa alla formazione dei volontari, sono state specificate meglio alcune dinamiche relative ai responsabili e coordinatori del progetto ed è stata inserita una sezione relativa ai partners del progetto. Poiché il progetto ha previsto negli anni (e prevede tutt’ora) la permanenza di volontari italiani a Gwandummehhi al fine di realizzare laboratori didattici di inglese, matematica e fisica nelle scuole primaria e secondaria del luogo, si ritiene utile inserire in appendice il report riassuntivo del triennio di percorsi didattici realizzati.

1. DESCRIZIONE DEL CONTESTO

1.1 Contesto socio-politico Indipendente dal 1964, la Tanzania di Julius Nyerere ha vissuto una storia di relativa pace e stabilità interna, grazie alle quali ha potuto offrire ai Paesi confinanti un importante sostegno nella lotta per l’indipendenza, mediazione nei conflitti e un impegno attivo nella promozione di una cooperazione regionale e internazionale tra Stati africani. La Tanzania è stata classificata dalla Banca Mondiale fra i 10 paesi più poveri del mondo, con un'economia fortemente dipendente dall'agricoltura che rappresenta la metà del PIL, l'85% degli introiti dalle esportazioni e l'80% circa della forza lavoro impiegata. Secondo lo Human Development Report del 2005, la Tanzania risulta essere tra i Low-Income Countries, al 164° posto con un indice di sviluppo umano pari a 0.418. Il reddito annuo pro capite è di circa 220$, il 60% della popolazione è privo dell'elettricità e il 40% dell'acqua potabile. Il 60% della popolazione sopravvive con meno di 2 $ al giorno. Grazie alla relativa stabilità economica, negli ultimi anni si è tuttavia registrata una crescita contenuta ma costante, mentre alcuni finanziamenti internazionali sono stati indirizzati al risanamento delle deteriorate infrastrutture economiche e industriali. 1.2 Contesto settoriale: l’educazione e l’istruzione in Tanzania Nel 1995, a conclusione del mandato di Ali Hassan Mwinyi, il governo stimò che il 70% delle scuole primarie aveva sede in strutture non idonee. Consci della necessità di avere adeguati complessi edili, Mkapa (2004) ha investito una parte sostanziale del budget del Primary Education Development Plan nella ristrutturazione (18.000 unità) e nella costruzione di nuove aule (30.000 unità) ed abitazioni per gli insegnanti (7500 unità). Benché i finanziamenti siano stati ingenti, il governo non è riuscito a gestire in maniera ottimale il vertiginoso aumento degli scolari (da 4.182.677 nel 1999 a 7.041.829 nel 2004), che attualmente sperimentano un learning environment

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spesso affollato e non sicuro. Per quanto concerne le scuole superiori, si parla di un aumento del 160% (da 649 scuole governative a 1690) nel triennio 2003 - 2006, concentrato soprattutto nelle aree remote. L’incremento,che comprende anche la costruzione di dormitori e bagni, è addirittura superiore alla crescita degli istituti privati (tasso del 61%). Il panorama positivo è però ridimensionato a causa della mancanza o del dirottamento di fondi, che ha consentito il raggiungimento di solo il 25% degli obiettivi preposti, e dal fatto che la maggior parte dei lavori, contrariamente a quanto dichiarato, è stata effettuata da compagnie regionali e nazionali. La sensazione ad oggi è che l’implementazione di questi piani di sviluppo per la scuola primaria (Primary Education Developement Plan) e secondaria (Secondary Education Developement Plan1) rappresentino specifiche spinte politiche ed esigenze pratiche. Pressioni ed interessi internazionali, ma anche necessità locali hanno fatto sì che gli obiettivi principali dei due piani di sviluppo fossero i medesimi in entrambi i documenti: accesso allargato, miglioramento dell’equità sociale, perfezionamento qualitativo, riforme nella gestione. Se da un lato questi due piani sono stati propulsori di un notevole aumento degli studenti che hanno avuto accesso al ciclo di istruzione primario e secondario, dall’altro non è stata sostenuta da una seria politica di gestione del sistema scuola: sia nell’educazione di base che in quella superiore, il rapido aumento degli studenti può sfociare – come in definitiva è accaduto – in un abbassamento del livello qualitativo. Sovraffollamento delle classi e aumento del rapporto insegnante - studenti (teacher-to-pupil-ratio, TPR) sono fattori rilevanti per il tasso di abbandono scolastico o per la percentuale di studenti bocciati. Da non sottovalutare è poi la formazione dei docenti: lo sviluppo delle scuole rivolte agli insegnanti, la promozione di una distribuzione omogenea dei docenti o il loro trasferimento dal ciclo di base a quello superiore sono alcune delle iniziative statali attivate per far fronte alla cronica penuria di personale, soprattutto nelle aree rurali. Infine, inserito all’interno di politiche rivolte alla globalizzazione, si può capire quanto il governo tanzaniano spinga, a maggior ragione oggigiorno, per la lingua inglese come medium dell’istruzione. Questo è avvenuto non senza riserve e sostanzialmente si può dire che ad oggi l’impianto scolastico, per quanto riguarda l’assetto linguistico, non produce grandi risultati: gli studenti si trovano ad apprendere la lingua swahili alla scuola primaria, utilizzata come lingua veicolare dagli insegnanti. In questo periodo scolastico, l’inglese è insegnato come disciplina, ma la qualità dell’insegnamento risulta scarsa. Il risultato è che quegli alunni che hanno accesso all’istruzione secondaria si trovano a dover “imparare materie nuove in una lingua, l’inglese, anch’essa sostanzialmente nuova”. 1.3 Contesto territoriale La regione di Arusha Arusha è una città nel nord della Tanzania. È capoluogo della regione omonima e sede centrale dell'East African Community. Ha una popolazione di 270.485 abitanti (censimento del 2002), e si trova su un altopiano della Grande Rift Valley, fra la pianura di Serengeti, il cratere di Ngorongoro, il lago Manyara, la gola di Olduvai, il Tarangire National Park e il Kilimanjaro. La principale attività economica della regione è l'agricoltura, con grandi piantagioni di vegetali e fiori da cui si esportano prodotti di alta qualità verso l'Europa. La micro-agricoltura è stata colpita duramente dalla crisi del caffè ed è quasi esclusivamente agricoltura di sussistenza. Nella zona di Arusha si trovano anche diversi stabilimenti industriali che producono birra, pneumatici e farmaci. Per la sua posizione

1 I due piani di sviluppo citati sono redatti dal Ministero dell’Educazione Tanzaniano, ed intendono delineare un

quadro della situazione della scuola in Tanzania, obiettivi generali e specifici su cui intervenire, raccogliere dati e statistiche su molti aspetti legati all’educazione

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strategica fra i principali parchi della Tanzania (Ngorongoro, Serengeti, Manyara, Tarangire e Kilimanjaro), Arusha è un importante polo turistico. Il villaggio Gwandummehhi è un villaggio immerso nella campagna tanzaniana, le capanne sono spesso costruite con materiali di fortuna (fango, terra), ed il principale mezzo di sostentamento della popolazione locale è l’agricoltura. In particolari periodi dell’anno, questa attività richiede tutta la forza manuale disponibile, dunque anche quella degli studenti della scuola primaria e secondaria, andando a minare il naturale proseguimento degli studi da parte di questi ultimi, che si ritrovano ben presto a dover contribuire al mantenimento di una famiglia spesso numerosa. Dal 2004 è presente nel villaggio una missione di suore Francescane Missionarie di Cristo di S.Onofrio che sono in grado di offrire ospitalità a visitatori e associazioni promotrici di progetti. Le scuole La Scuola Secondaria di Daudi, all’interno del villaggio di Gwandummehhi, si trova in una zona rurale della Tanzania nord-occidentale, a metà strada fra il Kilimangiaro e il parco nazionale di NgoroNgoro. La sua struttura, ripresa dal modello anglosassone, comprende vari blocchi. Il primo, sul lato destro di uno spiazzo, è quello amministrativo che comprende l'ufficio del preside la segreteria e un granaio. La luce è scarsa e l'edificio è costruito con mattoni di terra rossa e presumibilmente malta; il pavimento è di terra battuta. Passando oltre si raggiunge il secondo blocco di aule che va a formare un rettangolo. Le aule sono tutte uguali, rettangolari, con il pavimento in terra battuta, file di piccoli banchi affollano lo spazio comunque ampio ma sempre scarsamente illuminato e sono divisi in file parallele a coppie. Una grande lavagna doppia copre il muro adiacente all'entrata e una cattedra è posta di fronte alla classe, i vetri alle finestre a volte sono incrinati. Parallelamente a questo blocco si trova la “piazza” vera e propria della scuola in cui al centro è stata costruita un aiola con un'asta e la bandiera della Tanzania che viene issata ogni mattina a seguito di un rituale civile che di solito prevede il canto dell'inno nazionale, di quello regionale e della scuola stessa. Dalla parte opposta rispetto alla piazza si trovano altri uffici di personale scolastico e le aule dei laboratori di fisica e chimica: si tratta di stanzoni molto capienti lungo il cui perimetro sono disposti banchi e armadi con dentro le attrezzature. L’impressione è che non siano mai state utilizzate, oppure utilizzate troppo. Staccati dal blocco, ma sempre all’interno del campus, ci sono gli alloggi degli insegnanti. La Scuola Secondaria di Daudi conta circa 900 studenti e 20 insegnanti di varie discipline: i più numerosi sono quelli di swahili, geografia e inglese, mentre gli insegnanti di fisica e matematica sono solo quattro e devono coprire l’intero fabbisogno scolastico. Ogni insegnante ha una o più mansioni, oltre ai suoi impegni di docente della disciplina: c’è chi deve gestire il lavoro nei campi e chi si occupa invece di organizzare la raccolta delle quote in denaro e in viveri (fagioli, mais, legumi vari) che ogni studente deve portare in determinati periodi dell’anno: in questo modo la scuola si può occupare anche di dispensare un pasto a fine giornata ad ogni studente. Le lezioni cominciano alle 7.30 e finiscono alle 14.20, i periodi hanno una durata di quaranta minuti e c’è un intervallo di mezz’ora dalle 10.10 alle 10.40. Dopo il pranzo, l’organizzazione scolastica prevede delle attività pomeridiane tra le più svariate: giochi sportivi, laboratori teatrali, dibattiti su temi specifici, cori musicali. Non tutti gli studenti, tuttavia, riescono a parteciparvi: molti sono costretti ad incamminarsi subito dopo pranzo per raggiungere la loro casa prima che faccia buio.

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La scuola primaria di Gwandummehhi dista poche centinaia di metri dalla scuola secondaria. È anch’essa formata da diversi blocchi/classi che compongono il perimetro di forma rettangolare. Le aule sono costruite allo stesso modo di quelle della scuola secondaria: il pavimento è in terra battuta, la finestre spesso sono rotte e la doppia lavagna copre il muro adiacente all’entrata. Tutte le classi si affacciano su di uno spiazzo che funge da luogo di ritrovo per le manifestazioni. Gli uffici scolastici sono più piccoli di quelli della scuola secondaria e sono disposti fra un’aula e l’altra. Per andare incontro alle richieste della popolazione, sono in costruzione altre aule, ciascuna delle quali dovrebbe contribuire a diminuire il numero degli studenti in ogni classe, ad oggi fra 70 e 80. La scuola primaria di Gwandummehhi conta circa 800 studenti e 15 maestri, ciascuno dei quali insegna in una classe tutte le materie previste dal curriculum: matematica, inglese, swahili, storia, geografia. Molti dei maestri di Gwandummehhi vivono in alloggi forniti dal governo vicino al campus/scuola. Anche in questo caso le lezioni cominciano alle 7.30 e terminano alle 14.20, con una pausa a metà della mattinata.

2. OBIETTIVI DEL PROGETTO 2.1 Obiettivo generale Dall’analisi del contesto socio-economico e settoriale della Tanzania emergono alcune necessità legate principalmente all’ambito dell’istruzione. L’educazione, considerata come un fondamento essenziale nel processo di sviluppo e crescita della società, è l’ambito in cui il progetto intende operare. Come evidenziato in precedenza, la qualità dell’insegnamento all’interno delle scuole primarie e secondarie risente dell’elevato numero di studenti presenti in ogni classe, dell’inadeguatezza delle strutture e degli strumenti utilizzati e del carico di ore complessive cui ogni insegnante deve far fronte. Per rispondere a tali necessità, l’obiettivo generale che il progetto si pone è quello di intervenire a sostegno delle realtà scolastiche presenti nel villaggio di Gwandummehhi, con la finalità ultima di innescare, grazie alla collaborazione con i docenti locali, proficui meccanismi di miglioramento e approfondimento delle dinamiche legate al processo di insegnamento/apprendimento. 2.2 Obiettivi specifici Coerentemente con alcune delle esigenze emerse all’interno dei documenti redatti dal governo Tanzaniano in relazione al contesto educativo della scuola primaria e secondaria (Primary e Secondary Education Development Plan), l’obiettivo generale di sostegno alla realtà scolastica viene declinato in tre obiettivi specifici. La prima finalità che il progetto intende realizzare è garantire un maggior accesso all’istruzione e un miglioramento nella fruizione dello stesso. Attraverso forme di finanziamento e sostegno economico, il progetto intende rispondere alla necessità di ampliare le prospettive di prosecuzione degli studi, di incrementare il materiale didattico e gli strumenti a supporto dell’insegnamento. Un secondo obiettivo specifico, anch’esso in linea con le esigenze emerse nell’analisi del contesto educativo locale, riguarda direttamente la qualità dell’insegnamento, e mira ad un suo miglioramento grazie alla collaborazione tra volontari formati e insegnanti locali. Il secondo ambito di intervento del progetto intende fornire stimoli e proposte innovative per un miglioramento della didattica in grado di motivare e interessare docenti e studenti. Attivando un

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meccanismo virtuoso di miglioramento della qualità dell’insegnamento che coinvolga sia gli uni sia gli altri, il progetto mira a ridurre il fenomeno dell’abbandono scolastico e a favorire un generale innalzamento del livello di preparazione degli studenti, traducibile nel concreto in una riduzione del numero di alunni bocciati in occasione degli esami nazionali. Nello specifico l’obiettivo è quello di realizzare dei percorsi didattici su discipline quali lingua inglese, matematica, fisica, biologia, chimica. La scelta di una o più discipline dipenderà dalle attitudini dei volontari e dalla richiesta del personale scolastico di destinazione. Insieme alla ferma volontà di offrire ai volontari la preparazione e la formazione adeguata in vista della preparazione dei percorsi didattici, il progetto intende valorizzare il dialogo e lo scambio con i docenti locali, soprattutto nella fase di organizzazione delle attività: la collaborazione con gli insegnanti locali è, infatti, uno dei principi chiave dell’intera azione di Karibuni- Akap in Tanzania. Accanto agli interventi legati all’ambito dell’istruzione, il progetto Tanzania 2013 intende rispondere anche alla necessità, esplicitamente segnalata dal corpo docenti locale, di fornire acqua corrente all’interno della struttura scolastica della secondaria. Per far fronte al bisogno riscontrato, il progetto si pone l’obiettivo specifico di offrire un supporto economico per l’acquisto del materiale e per il pagamento della mano d’opera necessaria alla realizzazione del collegamento tra la fonte idrica e la scuola di Daudi. Nello specifico, i fondi raccolti da Karibuni-Akap durante il periodo precedente il viaggio andranno a coprire le spese per l’acquisto di un motore elettrico in grado di pompare l’acqua dalla fonte alla scuola, dei materiali necessari per l’installazione del collegamento (tubi, serbatoio e rubinetti) e per il pagamento della mano d’opera impiegata.

OBIETTIVO GENERALE

Sostegno alla realtà scolastica nel villaggio di Gwandummehhi.

BISOGNO SPECIFICO 1

Limitazioni all’accesso all’istruzione, difficoltà economica rispetto il proseguimento degli studi, insufficienza di strumenti e materiali didattici.

OBIETTIVO SPECIFICO 1

Supporto all’accesso al servizio scolastico ed aiuto a quest’ultimo tramite il finanziamento di 20 borse di studio, di libri di testo, di materiale didattico.

INDICATORI

Di risultato Risultati attesi

- mantenimento del numero di studenti che proseguono gli studi tramite borse di studio -miglioramento della fornitura di materiale didattico

- garantire la prosecuzione degli studi a 20 studenti - fornire 300 libri di testo di varie discipline

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BISOGNO SPECIFICO 2

Bassa considerazione dell’insegnante come profilo professionale, in alcuni casi conseguente svalutazione della qualità educativa. Carenza di stimoli in merito al modello educativo frontale

alunno-professore.

OBIETTIVO SPECIFICO 2 Supporto alla qualità educativa attraverso la realizzazione di percorsi didattici

INDICATORI

Di risultato Risultati attesi

- costituire, formare e organizzare un gruppo di volontari - organizzare percorsi didattici in collaborazione con il corpo docenti locale - definire momenti di scambio e dialogo con gli insegnanti durante la permanenza

- permanenza di n. 10 (MAX) volontari nel villaggio di Gwandummehhi per n 22 (MAX) giorni - realizzazione di n. 20 ore di percorsi didattici per ciascuna realtà scolastica - organizzazione riunioni con i docenti della scuola primaria e secondaria

BISOGNO SPECIFICO 3

Mancanza di acqua corrente nella struttura scolastica della secondaria; mancanza di risorse economiche per la realizzazione del collegamento alla fonte idrica

OBIETTIVO SPECIFICO 3

Sostegno economico per l’acquisto dei materiali necessari alla realizzazione di una pompa idrica e per il pagamento della mano d’opera impegnata nei lavori di collegamento

INDICATORI

Di risultato Risultati attesi

- supporto economico per l’acquisto dei materiali - supporto economico per il pagamento della mano d’opera

- acquisto del motore elettrico che pompi l’acqua dalla sorgente al serbatoio della scuola - acquisto di tubi di collegamento per una lunghezza complessiva di 400 metri -finanziamento dei lavori aggiuntivi: rubinetti, serbatoio e mano d’opera.

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3. AZIONI ED ATTIVITA’

Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi

MESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Bisogno: limitazioni all’accesso all’istruzione, difficoltà economica rispetto il proseguimento degli studi, insufficienza di strumenti e materiali didattici. Obiettivo specifico 1: supporto all’accesso al servizio scolastico ed aiuto a quest’ultimo tramite il finanziamento di 20 borse di studio, di libri di testo, di materiale didattico.

AZIONE 1: promozione e sensibilizzazione

1.1 Organizzazione di eventi

1.2 Organizzazione di banchetti informativi

1.3 Incontri nelle scuole

1.4 Redazione, stampa e diffusione di materiale informativo

AZIONE 2: ricerca sponsor

2.1 Ricerca di enti ed associazioni sul territorio

2.2 Incontri informativi e di scambio con gli enti e le associazioni interessati

AZIONE 3: raccolta e gestione dei fondi

3.1 Organizzazione di eventi

3.2 Raccolta donazioni

3.3 Consegna dei fondi

3.4 Verifica dell’impiego del ricavato:

- Verifica generale

- Realizzazione di un viaggio presso la scuola beneficiaria

Bisogno: bassa considerazione dell’insegnante come profilo professionale, in alcuni casi conseguente svalutazione della qualità educativa. Carenza di stimoli in merito al modello educativo frontale alunno-professore. Obiettivo specifico 2: supporto alla qualità educativa attraverso la realizzazione di percorsi didattici

AZIONE 0: pianificazione delle azioni e della tempistiche del progetto

0.1 Incontri di aggiornamento e programmazione tra i soggetti coinvolti nel progetto

0.2 Contatti con eventuali formatori

0.3 Redazione di un avviso pubblico di ricerca volontari

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AZIONE 1: ricerca e selezione volontari

1.1 Diffusione di un avviso pubblico di ricerca volontari

1.2 Organizzazione di incontri formativi specifici

1.3 Selezione volontari

1.4 Definizione del gruppo di volontari e divisione in sottogruppi in relazione ai percorsi didattici da realizzare

AZIONE 2: formazione dei volontari

2.1 Svolgimento di incontri di formazione generale

2.2 Svolgimento di incontri di formazione specifica rivolti al gruppo di volontari in partenza

AZIONE 3: ideazione e progettazione dei percorsi didattici

3.1 Stesura dei percorsi didattici

3.2 Confronto con il personale scolastico di Gwandummehhi

3.3 Perfezionamento e definizione dei percorsi didattici

3.4 Raccolta/acquisto dei materiali

AZIONE 4: svolgimento dei percorsi didattici in una scuola italiana

4.1 Ricerca della scuola interessata

4.2 Definizione della collaborazione

4.3 Effettivo svolgimento dei percorsi didattici

4.4 Confronto e valutazione dei risultati

AZIONE 5: effettivo svolgimento del viaggio in Tanzania e dei percorsi didattici

5.1 Incontro con ass. Akad ed il personale scolastico locale

5.2 Svolgimento dei percorsi didattici

5.3 Redazione di report

5.4 Programmazione giornaliera delle attività

AZIONE 6: valutazione ed elaborazione dei risultati

6.1 Redazione di un report finale

6.2 Realizzazione di un incontro tra i volontari dell’Karibuni-Karibuni-Akap ed i volontari del progetto concluso

Bisogno: mancanza di acqua corrente nella struttura scolastica della secondaria; mancanza di risorse economiche per la realizzazione del collegamento alla fonte idrica Obiettivo specifico 3: Sostegno economico per l’acquisto dei materiali necessari alla realizzazione di una pompa idrica e per il pagamento della mano d’opera impegnata nei lavori di collegamento

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In relazione ai bisogni del contesto ed agli obiettivi che il progetto si pone, le azioni previste sono di tipo economico e didattico. Le attività si svolgono durante tutto l’arco dell’anno e vedono coinvolti diversi soggetti, quali i volontari dell’associazione, gli sponsor, i formatori, le suore missionarie di S. Onofrio, il personale docente e gli studenti della scuola primaria e secondaria di Daudi. Il regolare svolgimento di ciascuna azione è garantito dalla stretta collaborazione tra i diversi soggetti, dalla supervisione delle varie fasi da parte dei volontari Karibuni-Akap e dei coordinatori del progetto durante tutto il suo svolgimento, dal consolidato rapporto tra l’associazione e le suore missionarie di S. Onofrio e dalle esperienze maturate durante gli anni precedenti, che hanno permesso di allacciare buoni rapporti e scambi con il personale docente e gli studenti della scuola primaria e secondaria di Daudi.

3.1 Azioni ed attività obiettivo specifico 1 Supporto all’accesso al servizio scolastico ed aiuto a quest’ultimo tramite il finanziamento di 20 borse di studio, di libri di testo, di materiale didattico. AZIONE 1: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE L’azione di promozione e sensibilizzazione si svolge durante tutto l’arco dell’anno ed è strettamente legata all’obiettivo di supporto economico in quanto permette di far conoscere l’associazione ed il suo impegno, in modo da arrivare ad un sempre più ampio e consapevole pubblico, potenziale sostegno all’incremento del finanziamento.

1.1 Organizzazione di eventi quali mostre fotografiche ed incontri informativi, allo scopo di aiutare l’opinione pubblica a comprendere il contesto ed i relativi bisogni

1.2 Organizzazione di banchetti informativi: individuazione di eventi esterni all’associazione;

distribuzione di cartoline e volantini informativi al fine di far conoscere il progetto e rendere chiare le modalità e gli scopi dell’associazione

1.3 Incontri nelle scuole. Organizzazione e svolgimento di laboratori didattici nelle scuole, al

fine di sensibilizzare i destinatari delle attività a tematiche quali l’integrazione, la diversità e lo scambio

AZIONE 1: promozione e sensibilizzazione specifica

1.1 Contatto con i partner del progetto

1.2 Redazione di materiale informativo specifico

1.3 Distribuzione di materiale informativo specifico

1.4 Organizzazione di eventi

AZIONE 2: gestione dei fondi

2.1 Consegna del ricavato

2.2 Verifica generale dell’impiego dei fondi

3.1 Realizzazione di un viaggio presso la scuola beneficiaria, Verifica e confronto con il personale scolastico riguardo l’impiego dei fondi

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1.4 Redazione, stampa e diffusione di materiale informativo al fine di rafforzare la conoscenza

dell’associazione sul territorio e le modalità tramite le quali opera, agevolare la ricerca volontari e la raccolta fondi

AZIONE 2: RICERCA SPONSOR La ricerca degli sponsor è fondamentale per la creazione di una rete di supporto al progetto, finanziaria oltre che di sensibilizzazione e promozione.

2.1 Ricerca di enti ed associazioni sul territorio. Mappatura degli enti e delle associazioni presenti sul territorio riminese

2.2 Incontri informativi e di scambio con gli enti e le associazioni interessate, al fine di rendere

chiari gli obiettivi del progetto, la destinazione dei finanziamenti e creare le condizioni ideali per uno scambio di idee ed opinioni

AZIONE 3: RACCOLTA E GESTIONE DEI FONDI La raccolta dei fondi è l’azione principale in riferimento all’obiettivo specifico e si svolge durante tutto l’arco dell’anno.

3.1 Organizzazione di eventi quali feste a tema, concerti, cene e pranzi al fine di raccogliere fondi che in parte vanno a coprire le spese di organizzazione e gestione, quali affitto dei locali, acquisto vitto e materiali, ed in parte contribuiscono al sostegno economico del progetto e del suo obiettivo

3.2 Raccolta donazioni 3.3 Consegna dei fondi, in più momenti durante tutto l’arco dell’anno, grazie al tramite

costituito dalle suore di S. Onofrio 3.4 Verifica dell’impiego del ricavato: - Verifica generale, grazie al tramite costituito dalle suore di S. Onofrio ed al contatto con il

personale docente della scuola primaria e secondaria di Daudi - Realizzazione di un viaggio presso la scuola beneficiaria, e concreta verifica dell’impiego dei

fondi. Grazie alla realizzazione del viaggio ed al diretto contatto con la realtà alla quale i fondi sono destinati, è possibile per i volontari verificare che i finanziamenti siano ben distribuiti ed utilizzati

3.2 Azioni ed attività obiettivo specifico 2 Supporto alla qualità educativa attraverso la realizzazione di percorsi didattici AZIONE 0: PIANIFICAZIONE DELLE AZIONI E DELLA TEMPISTICHE DEL PROGETTO Mentre le azioni e le attività previste per il supporto economico al progetto avvengono durante tutto l’arco dell’anno, le azioni e le attività previste per il supporto alla qualità didattica sono scandite in tempi diversi e ben precisi, per questo motivo vi è la necessità di una pianificazione dettagliata e pragmatica delle varie fasi prima che il progetto abbia inizio.

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0.1 incontri di aggiornamento e programmazione. L’attività coinvolge i volontari dell’associazione ed i soggetti del progetto ed è volta ad un aggiornamento sulle condizioni del contesto oltre che alla definizione dei criteri di selezione dei volontari, l’individuazione delle figure necessarie allo svolgimento di laboratori didattici, la programmazione delle tempistiche di eventuali incontri

0.2 contatti con eventuali formatori per verificarne le disponibilità 0.3 redazione di un avviso pubblico di ricerca volontari, con la descrizione del contesto, delle

attività previste a progetto e delle modalità di attuazione

AZIONE 1: RICERCA E SELEZIONE VOLONTARI La ricerca e la selezione dei volontari avverrà durante i primi due mesi dell’anno.

1.1 diffusione di un avviso pubblico di ricerca volontari, al fine di rendere chiaro il profilo ricercato e le attività previste, attraverso il sito internet dell’associazione, i relativi canali promozionali ed il passaparola

1.2 organizzazione di incontri informativi specifici sul progetto, con la descrizione delle varie attività e la risposta ad eventuali dubbi dei volontari interessati

1.3 Selezione volontari

1.4 Definizione del gruppo di volontari e divisione in sottogruppi in relazione ai percorsi didattici da realizzare.

AZIONE 2: FORMAZIONE DEI VOLONTARI La formazione dei volontari è in stretta connessione con l’obiettivo che riguarda la qualità didattica, in quanto verranno fornite le informazioni necessarie alla presa di coscienza sulle differenze culturali, educative e didattiche del contesto in cui andranno ad operare, oltre che alle informazioni tecnico/pratiche dello svolgimento del viaggio e dei laboratori didattici. La formazione dei volontari si svolgerà durante i cinque mesi precedenti all’effettiva partenza ed è collegata ed in parte contemporanea all’azione successiva che vede la progettazione dei laboratori da parte dei volontari.

2.1 Svolgimento di incontri di formazione generale, organizzati dall’associazione e aperti a tutti i volontari di Karibuni-Akap ed i volontari in partenza

2.2 Svolgimento di incontri di formazione specifica rivolti al gruppo di volontari in partenza

*Per i contenuti della formazione generale e specifica si rimanda al punto N°5.3 del progetto. AZIONE 3: IDEAZIONE E PROGETTAZIONE DEI PERCORSI DIDATTICI L’ideazione e la progettazione dei percorsi didattici dovrà avvenire all’interno dei sottogruppi formatisi. Una prima stesura dei percorsi dovrà essere fatta entro aprile, in modo da poterli sperimentare presso una scuola italiana. Molto importante sarà il coordinamento tra i volontari all’interno di ciascun sottogruppo e con i relativi tutor, oltre alla collaborazione con il personale scolastico di Gwandummehhi.

Page 12: PROGETTO TANZANIA 2013

3.1 Stesura dei percorsi didattici. Ideazione dei percorsi didattici, e redazione di un piano

didattico preciso e dettagliato, con specificati i contenuti e le modalità di attuazione pensate dai volontari

3.2 Confronto con il personale scolastico di Gwandummehhi, attraverso contatti Skype e

scambio di e-mail. Di rilevante importanza è la precedente conoscenza e lo scambio di opinioni tra i volontari ed il personale scolastico di destinazione, in modo da costruire un percorso educativo valido e coinvolgente per entrambe le parti, i destinatari del progetto ed i volontari

3.3 Perfezionamento e definizione dei percorsi didattici, nei tre mesi precedenti la partenza,

grazie alla collaborazione con il personale didattico di destinazione e allo svolgimento dei laboratori in una scuola italiana – come descritto nell’azione 4 – i percorsi didattici andranno perfezionati e definiti

3.4 Raccolta/acquisto dei materiali utili alla realizzazione delle attività laboratoriali

AZIONE 4: SVOLGIMENTO DEI PERCORSI DIDATTICI IN UNA SCUOLA ITALIANA I percorsi didattici, una volta ideati, saranno sperimentati in una scuola italiana prima del viaggio in Tanzania, approssimativamente durante il mese di maggio. Questo permetterà al volontario di valutarne l’efficacia e di avere un primo rapporto educatore-studente. Alla conclusione dei percorsi didattici presso le classi italiane, vi sarà quindi la possibilità di modificarne e migliorarne i contenuti e le modalità di attuazione.

4.1 Ricerca della scuola interessata, tramite il contatto diretto con le scuole del territorio 4.2 Definizione della collaborazione: condivisione dei contenuti dei percorsi didattici e

confronto con il personale scolastico, individuazione delle classi di destinazione 4.3 Effettivo svolgimento dei percorsi didattici nelle classi individuate 4.4 Confronto e valutazione dei risultati, attraverso un’analisi dello svolgimento dei laboratori

sia in base ai contenuti sia in base al rapporto educatore-studente che i volontari riscontreranno

AZIONE 5: EFFETTIVO SVOLGIMENTO DEL VIAGGIO IN TANZANIA E DEI PERCORSI DIDATTICI L’effettivo svolgimento dei laboratori avviene per un periodo di tre settimane, durante i mesi di agosto/settembre. Prevede la realizzazione del viaggio presso il villaggio di Guandummehhi, dove è situata la scuola di Daudi.

5.1 Incontro con ass. Akad ed il personale scolastico locale. Akad – Associazione Karibuni Amico Daudi - nasce dalla volontà del personale didattico della scuola locale di mantenere una stretta collaborazione con Karibuni-Akap ed i suoi volontari. Saranno i rappresentanti di questa associazione ad accogliere concretamente i volontari nella scuola, dopo i contatti via Internet avuti nel periodo precedente la partenza

5.2 Svolgimento dei percorsi didattici. Attività laboratoriali in classe

Page 13: PROGETTO TANZANIA 2013

5.3 Redazione di report. Viene chiesto ai volontari di confrontarsi sulle attività laboratoriali

svolte, attraverso la redazione di un report giornaliero dove si individuano i punti di forza, modalità da migliorare o correggere.

5.4 Programmazione giornaliera delle attività. Durante lo svolgimento dei percorsi didattici, le

attività saranno migliorate ed adattate all’effettivo bisogno che si riscontra nel concreto grazie alla conoscenza dei destinatari ed al contatto diretto

AZIONE 6: VALUTAZIONE ED ELABORAZIONE DEI RISULTATI Al rientro dal viaggio, quindi alla conclusione dei laboratori, è prevista l’azione di valutazione finale dove verranno messi in luce gli aspetti positivi, negativi, da migliorare o da cambiare dei laboratori, così da contribuire al miglioramento generale delle modalità di supporto alla qualità didattica e da garantirne una efficace continuità. Molto importante sarà la capacità dei volontari di trasmettere la propria esperienza.

6.1 Redazione di un report finale, al fine di formare un database di informazioni, utili alla

comprensione del contesto ed alla futura progettazione 6.2 Realizzazione di un incontro tra i volontari di Karibuni-Akap ed i volontari del progetto

concluso, nel mese di novembre, per un efficace scambio di opinioni ed esperienze, utili a dare uno sguardo più completo al progetto, in funzione al miglioramento delle attività future

3.3 Azioni ed attività obiettivo specifico 3 Sostegno economico per l’acquisto dei materiali necessari alla realizzazione di una pompa idrica e per il pagamento della mano d’opera impegnata nei lavori di collegamento AZIONE 1: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE SPECIFICA L’azione di promozione e sensibilizzazione si svolge durante tutto l’arco dell’anno ed è specifica in quanto avrà come contenuto le informazioni relative alla realizzazione del collegamento idrico della scuola di Daudi

1.1 Contatto con i partner del progetto. Carità Senza Confini sarà il partner che collaborerà con Karibuni-Akap nella realizzazione di eventi ed attività volte in modo specifico all’obiettivo in questione

1.2 Redazione di materiale informativo specifico. In collaborazione con il partner, saranno

redatti volantini e fogli informativi con la descrizione dell’intervento, in modo da favorire la chiarezza delle modalità operative

1.3 Distribuzione di materiale informativo specifico, presso scuole, partner, enti ed associazioni

presenti sul territorio 1.4 Organizzazione di eventi, volti alla raccolta fondi ed alla spiegazione specifica del relativo

impiego

Page 14: PROGETTO TANZANIA 2013

AZIONE 2: GESTIONE DEI FONDI La raccolta dei fondi è l’azione principale in riferimento all’obiettivo specifico e si svolge durante tutto l’arco dell’anno.

2.1 Consegna del ricavato, in più momenti durante tutto l’arco dell’anno, grazie al tramite costituito dalle suore di S. Onofrio

2.2 Verifica generale dell’impiego dei fondi, grazie al tramite costituito dalle suore di S.

Onofrio ed al contatto con il personale docente della scuola primaria e secondaria di Daudi 3.1 Realizzazione di un viaggio presso la scuola beneficiaria, verifica e confronto con il

personale scolastico riguardo l’impiego dei fondi

4. FIGURE COINVOLTE NEL PROGETTO La gestione del progetto “Tanzania 2013” è affidata a figure quali i coordinatori del progetto ed i tutor didattici, mentre la formazione sia generale che specifica sarà garantita da risorse umane qualificate. - Coordinatori del progetto Si tratta di tre persone volontarie incaricate di coordinare le varie parti del progetto al fine di assicurarsi uno svolgimento delle azioni e delle attività nei tempi previsti. Queste figure sono indicate da Karibuni-Akap e si occupano di supervisionare l’andamento del progetto, apportargli eventuali modifiche in itinere in accordo con il direttivo dell’associazione promotrice, gestire l’eventuale selezione dei volontari, fornire supporto logistico all’organizzazione del viaggio e un supporto informativo ai volontari. Saranno inoltre il punto di riferimento per ogni eventuale dubbio o richiesta da parte dei volontari. - Tutor didattici Si tratta di persone qualificate e volontarie, scelte in base all’esperienza maturata nel contesto del progetto Tanzania del triennio 2010-2012, che supporteranno i gruppi dei volontari nella fase di progettazione dei percorsi didattici da realizzare nella scuola primaria e secondaria di Gwandummehhi. A loro sarà affidata dunque la formazione specifica didattica dei volontari che partiranno: metteranno ciascun volontario al corrente della storia dei percorsi realizzati fino ad oggi, forniranno materiali e strumenti didattici utili alla progettazione dell’intervento, gestiranno il contatto con gli insegnanti delle scuole di Gwandummehhi al fine di riuscire nella co-progettazione condivisa dei percorsi, supporteranno la fase decisionale e predisporranno eventualmente una sperimentazione italiana dei percorsi didattici progettati. - Figure di supporto alla formazione Si tratta di persone volontarie che verranno invitate, in fase di formazione generale e specifica, ad affrontare determinati argomenti utili ad una formazione consapevole. Le suore della Congregazione Missionarie Francescane di Cristo di S. Onofrio si occuperanno di fornire indicazioni sullo stile di vita della missione di Gwandummehhi, docenti di didattica si occuperanno di indirizzare gli obiettivi generali dei percorsi didattici progettati dal gruppo di volontari, esperti nel campo della cooperazione e antropologia dello sviluppo contribuiranno a formare nei volontari

Page 15: PROGETTO TANZANIA 2013

una serie di atteggiamenti utili al lavoro sul campo: contestualizzazione dell’intervento, attenzione agli aspetti culturali dei destinatari eccetera.

5. VOLONTARIO

Consapevole della centralità della figura del volontario all’interno del progetto, Karibuni-Akap definisce alcune linee guida per la scelta e la formazione del gruppo che parteciperà alla organizzazione e alla realizzazione dei percorsi didattici in Tanzania. I volontari coinvolti saranno inoltre invitati a rispettare alcuni impegni fissati dall’Associazione in collaborazione con il corpo docenti locale e le suore Missionarie Francescane di Cristo che li ospiteranno durante il periodo di permanenza a Gwandummehhi. 5.1 Attività del volontario Durante tutta la durata del progetto Tanzania 2013 il volontario sarà chiamato a svolgere alcune attività. La prima fase progettuale comprende i mesi tra febbraio ed agosto, e prevede la definizione del gruppo dei volontari in partenza, dei relativi sottogruppi e la partecipazione ad incontri di formazione generale e specifica. Per i contenuti della formazione si rimanda al paragrafo 5.3. La fase centrale del progetto, che in termini di tempo coincide con la prima, è dedicata all’ideazione, progettazione e stesura dei percorsi didattici. Qui il volontario sarà chiamato a realizzare incontri di ideazione e stesura dei percorsi didattici, sia tra i componenti dei sottogruppi formatisi, sia con tutor ed insegnanti tanzaniani. Si tenterà inoltre di organizzare una sperimentazione dei percorsi didattici in una scuola italiana. Di grande importanza saranno le capacità organizzative e gestionali dei volontari, oltre che di coordinamento con il personale didattico di destinazione e di intraprendenza della creazione dei percorsi didattici. La fase successiva del progetto consiste nell’effettivo viaggio in Tanzania e, di conseguenza, nella concreta realizzazione dei percorsi didattici nelle classi della scuola primaria e secondaria di Gwandummehhi. Qui il volontario sarà impegnato in incontri con gli insegnanti, lezioni frontali con gli studenti, preparazione pomeridiana dei materiali utili ai fini delle lezioni, redazione giornaliera di un report con descritte le attività effettuate e le proposte per migliorarle o modificarle. Per quanto riguarda la condivisione della quotidianità con le Suore Missionarie ospitanti, i volontari svolgeranno mansioni quali pulizie domestiche, preparazione dei pasti, partecipazione a momenti conviviali, attività di oratorio domenicale se accordate, eventuali piccole mansioni richieste o suggerite dalle suore. L’ultima fase del progetto prevede la redazione di un report finale da parte dei volontari, dove vengono descritte le attività svolte, i punti di forza e gli aspetti da migliorare. Il report sarà presentato e discusso ad un incontro finale con tutti i volontari dell’associazione Karibuni-Akap. In sintesi:

Febbraio-agosto: - definizione del gruppo - definizione dei sottogruppi in base ai percorsi didattici scelti

Page 16: PROGETTO TANZANIA 2013

- partecipazione ad incontri di formazione generale e specifica

Marzo-agosto: - ideazione e progettazione dei percorsi didattici nei vari sottogruppi - confronto con i tutor - confronto con gli insegnanti tanzaniani tramite incontri Skype e scambio di e-mail - sperimentazione dei percorsi didattici in una scuola italiana

Agosto-settembre: - realizzazione viaggio in Tanzania - incontro con il personale scolastico tanzaniano - svolgimento dei percorsi didattici nella scuola primaria e secondaria di Gwandummehhi - programmazione e aggiustamento giornaliero delle lezioni - redazione di report giornalieri sulle attività svolte - attività logistiche/conviviali di convivenza

Ottobre-Dicembre: - redazione di un report finale - incontro con i volontari dell’associazione Karibuni - Akap 5.2 Numero e Criteri di selezione Il progetto Tanzania 2013 si rivolge ad un numero massimo di 10 volontari, la cui candidatura dovrà essere presentata secondo i tempi e le modalità previste nel bando, pubblicato sul sito dell’associazione e attraverso i vari canali promozionali a partire dal 10 gennaio 2012. Vista la natura continuativa dell’impegno di Karibuni-Akap nella realtà tanzaniana e la precisa richiesta da parte delle suore ospitanti, la presenza di volontari iscritti all’Associazione o che già abbiano preso parte a progetti precedenti è ritenuta di essenziale importanza; pertanto, la loro candidatura sarà favorita. Qualora le richieste presentate superino la disponibilità, sarà responsabilità dei coordinatori del progetto valutare le candidature e selezionare i volontari, secondo criteri di conoscenza della lingua inglese (essenziale per comunicare con i docenti e gli studenti locali), di pregresse esperienze educative e di volontariato con giovani e ragazzi, e del rispetto di tempistiche e scadenze previste per la conferma della candidatura. Nel caso specifico dei volontari che desiderino lavorare nella scuola secondaria, verrà preso in considerazione in fase di selezione anche il possesso di competenze in una o più delle seguenti discipline: Matematica, Fisica, Chimica, Biologia, Inglese. Si precisa che nessun criterio di selezione è considerato obbligatorio ai fini dell’accettazione della candidatura . 5.3 Formazione Considerate le precedenti esperienze condotte da Karibuni-Akap nell’ambito del progetto Tanzania 2010-2012 e degli altri progetti di volontariato all’estero, la formazione dei volontari è ritenuta fondamentale per garantire una presenza seria ed efficace sul territorio, ma anche per offrire ai partecipanti un’esperienza completa e consapevole. Inoltre, l’Associazione stessa è determinata a migliorare ed approfondire la formazione dei propri volontari, intraprendendo un percorso di crescita individuale e collettiva. Per questi motivi, il progetto prevede due distinte modalità di formazione per i volontari.

Page 17: PROGETTO TANZANIA 2013

Da un lato i partecipanti saranno invitati ad aderire alle giornate di formazione che Karibuni-Akap realizzerà in maniera continuativa e diversificata durante tutto l’anno, concentrandosi sui diversi aspetti che riguardano la vita e gli impegni dell’Associazione. Questi momenti di formazione, pur non essendo obbligatori per i volontari che intendono aderire al progetto, sono ritenuti utili e interessanti sia per avvicinarsi e conoscere l’associazione promotrice del progetto, sia per affrontare tematiche legate al ruolo del volontario e alla cooperazione internazionale. Per i volontari che aderiranno al progetto Tanzania 2013 sono previsti alcuni momenti di formazione specifica, secondo due distinte modalità. Per i volontari che aderiranno al progetto Tanzania 2013 sono previste due modalità parallele di formazione: formazione dell’intero gruppo e formazione dei due sottogruppi che si occuperanno dei percorsi didattici, uno per la scuola primaria e uno per la secondaria. La formazione di tutto il gruppo sarà gestita dai coordinatori del progetto e tratterà argomenti quali: presentazione dell’associazione, conoscenza reciproca, approfondimento del contesto e dei temi legati alla cooperazione internazionale, condivisione degli obiettivi comuni del progetto, logistica del viaggio, definizione dei riferimenti tra i soggetti coinvolti, divisione nei due sottogruppi, collaborazione e coesione durante la progettazione dei due percorsi didattici. La formazione dedicata ai sottogruppi sarà seguita dalla figura del tutor e fungerà da supporto alle idee progettuali dei volontari per quanto riguarda i percorsi didattici nella scuola primaria e secondaria. In questa sede sarà possibile acquisire consapevolezza del contesto didattico in cui i volontari sono chiamati ad operare, conoscere le attività e gli argomenti svolti nei precedenti viaggi e approfondire ogni dubbio circa la progettazione e la realizzazione dei percorsi didattici in loco. 5.4 Rischi e doveri Grazie all’ormai consolidato impegno di Karibuni-Akap sul territorio del villaggio, i volontari non sono esposti a rischi concernenti la sicurezza e la salute. Eventuali consigli utili e precisazioni saranno comunque fornite dai tutor e dai coordinatori secondo le richieste e le segnalazioni dei volontari. Come accennato in precedenza, i volontari che aderiscono al progetto Tanzania 2013 e che partecipano al viaggio sono tenuti al rispetto di alcuni impegni e doveri. Nel periodo di organizzazione e redazione dei programmi per i percorsi didattici, i volontari sono tenuti a rispettare le scadenze fissate da Karibuni-Akap, al fine di garantire adeguati momenti di confronto e scambio con l’Associazione e con i docenti tanzaniani. Poiché ospitati da una Missione di Suore Francescane, i volontari che partecipano al viaggio sono tenuti al rispetto degli ambienti messi a disposizione e delle eventuali richieste di collaborazione e partecipazione, nonché al decoro e all’educazione che ogni rapporto di convivenza e cooperazione richiedono. Ogni altra necessità o segnalazione sarà comunicata direttamente ai volontari, nell’ottica di un proficuo rapporto di scambio e collaborazione prima, durante e dopo la realizzazione del progetto.

Page 18: PROGETTO TANZANIA 2013

6. PARTNERS A SOSTEGNO DEL PROGETTO Grotta Rossa: Attività di promozione del progetto e di sensibilizzazione, supporto all’organizzazione di eventi di raccolta fondi Comune di Rimini: Attività di promozione del progetto attraverso canali divulgativi informatici e sensibilizzazione sul territorio del comune, eventuale sostegno economico subordinato alla vincita di bandi relativi alla cooperazione internazionale. Comune di Santarcangelo: Attività di promozione del progetto attraverso canali divulgativi informatici e sensibilizzazione sul territorio del comune, eventuale sostegno economico subordinato alla vincita di bandi relativi alla cooperazione internazionale o ad attività legate alla consulta del volontariato del Comune di Santarcangelo. C.I.R.E. – Centro Interdipartimentale di Ricerche Educative: Attività di promozione del progetto, supporto nella fase di progettazione dei percorsi didattici attraverso il consulto con docenti esperti in didattica e la disponibilità ad utilizzare sale e aule per eventuali incontri di formazione a Bologna. Volontarimini: Attività di promozione del progetto attraverso canali divulgativi informatici. Supporto nell’utilizzo di sale per la formazione. Associazione Carità senza Confini Onlus: Attività di promozione del progetto e supporto nella raccolta fondi.

Page 19: PROGETTO TANZANIA 2013

7. PIANO FINANZIARIO

Voci di spesa Importo in euro

1. Spese di supporto al servizio2 4.600,00

a) Allaccio dell’acqua nella scuola secondaria di Daudi 3.000,00

Installazione elettrica 1.500,00

Motore elettrico 1.000,00

Attrezzature idrauliche 300,00

Manodopera 200,00

b) libri di testo 1.100,00

c) borse di studio 500,00

2. Spese di trasporto locale 900,00

3. Materiali per i percorsi didattici 200,00

4. Spese di promozione e sensibilizzazione 250,00

TOTALE 5.950,00

8. CONTATTI Di seguito i contatti dei coordinatori del progetto. Email: [email protected] Canducci Michele: 3395750774

Foscoli Lucia: 3394654250

Lattanzi Lucrezia: 3407626570

2 In base al successo della raccolta fondi, le spese di supporto ai servizi possono subire variazioni durante l’anno

Page 20: PROGETTO TANZANIA 2013

APPENDICE

Report percorsi didattici

Tanzania 2010-2012

1. I laboratori e i viaggi dei volontari

Nell’analizzare la programmazione e la realizzazione dei laboratori didattici, lo schema utilizzato

prende in esame le attività svolte per ogni singolo anno, nella scuola secondaria e in quella

primaria, definisce le classi coinvolte, le materie e gli argomenti trattati e il numero di volontari

che hanno seguito la preparazione e la gestione pratica delle attività; vengono sottolineate anche

le osservazioni conclusive e i punti di maggiore rilevanza emersi al termine della permanenza in

Tanzania. In via preliminare si sottolinea che i laboratori, sia nella scuola secondaria sia in quella

primaria, vengono svolti in lingua inglese. Al fine di garantire una migliore comprensione degli

argomenti e l’instaurarsi di un clima di collaborazione con il personale docente, la presenza di un

insegnante della scuola durante ogni laboratorio è considerata auspicabile e positiva, nella scuola

secondaria, e si rivela necessaria in quella primaria, poiché gli alunni non sono ancora in grado di

comunicare autonomamente in lingua inglese.

1.1 Laboratori 2010

Nella scuola secondaria, i laboratori proposti da A.K.A.P nel 2010 sono rivolti ad una classe di

livello “Form 33”, composta da circa 70 studenti. Le attività si concentrano principalmente sulla

fisica, di cui viene trattato il tema della meccanica classica, mentre per quanto riguarda

l’insegnamento della matematica vengono proposti alcuni giochi di calcolo e logica. La scelta della

fisica come tema cardine dei laboratori nel primo anno di attuazione del progetto risponde alla

necessità, percepita dai volontari, di proporre un tipo di attività formativa alternativa rispetto alle

tradizionali lezioni frontali, che fosse in grado di coinvolgere attivamente e praticamente gli

studenti e che permettesse di dare maggiore concretezza e interesse alle materie scientifiche.

Ad occuparsi della preparazione e della realizzazione dei laboratori sono rispettivamente due e tre

insegnanti, che si alternano nella classe per due settimane, svolgendo due ore di lezione al giorno.

Ad approfondire il tema dei laboratori di fisica interviene anche la realizzazione da parte di un

volontario, Michele Canducci, di una tesi triennale dal titolo “Il laboratorio di fisica come

strumento di crescita concettuale e culturale. Un’esperienza didattica nella scuola secondaria di

Daudi, Tanzania”. Nell’elaborato viene considerata l’esperienza svolta nelle due settimane di

permanenza in Tanzania, con particolare riferimento al ruolo del laboratorio di fisica nel contesto

sociale, economico e culturale in cui esso viene realizzato. Come esplicitato negli obiettivi dello

studio, la realizzazione di un laboratorio di fisica nella scuola di Daudi rappresenta il tentativo di

offrire una prospettiva di insegnamento che possa in parte superare le dinamiche tradizionali, che

sia in grado di coinvolgere e interessare gli studenti. Alla base della programmazione di un

3 La scuola secondaria in Tanzania è suddivisa, nel primo livello, in quattro anni: Form 1, Form 2, Form 3 e Form 4

Page 21: PROGETTO TANZANIA 2013

laboratorio di fisica, infatti, sta la più ampia finalità di dare maggiore rilevanza all’insegnamento di

materie scientifiche, considerate come un veicolo essenziale per lo sviluppo e il progresso

economico in realtà come quella tanzaniana. Per raggiungere tale obiettivo, considerevole

impegno è stato impiegato nel promuovere un sincero dialogo con gli insegnanti del posto, per

instaurare un clima di scambio e confronto indispensabile al fine di realizzare attività didattiche

coerenti con il contesto e proficue per il futuro. Al termine delle attività, svoltesi durante il viaggio

dell’estate 2010, la valutazione generale del lavoro è positiva: gli studenti manifestano un

coinvolgimento attivo e un maggiore interesse per la materia, gli insegnanti dimostrano di

accogliere la sensibilizzazione proposta da A.K.A.P. verso metodi didattici alternativi alla lezione

frontale e l’Associazione stessa ritiene di poter considerare il primo laboratorio come una discreta

base di partenza per le attività future. Come già sottolineato, in questo primo anno di attività a

Gwandummehhi i più piccoli sono coinvolti nell’oratorio pomeridiano ospitato dalla struttura della

missione. È in questo contesto però che matura nei volontari l’intenzione di programmare in

maniera formale laboratori didattici rivolti agli studenti della scuola primaria.

1.2 Laboratori 2011

Per l’anno 2011, l’Associazione progetta le attività da svolgere nella scuola secondaria sulla base

delle considerazioni conclusive dell’anno precedente, puntando particolare attenzione sulla

valorizzazione del lavoro di gruppo, delle dinamiche di collaborazione tra studenti e del principio di

condivisione e socializzazione del sapere. La classe coinvolta nei laboratori, appartenente al “Form

2”, è composta ancora una volta da circa 65 studenti, impegnati complessivamente per dieci

lezioni da 1 h 30 ciascuna, suddivise in un primo modulo dedicato alla matematica e un secondo

modulo alla fisica. Gli argomenti trattati riguardano sia la fisica, nello specifico il tema della luce e

della visione, sia la matematica, con il teorema di Pitagora. Rispetto all’anno precedente, dunque,

già emerge una prima novità, ovvero la progettazione di un laboratorio di matematica più

strutturato e approfondito, con la prospettiva di realizzare in futuro laboratori di matematica e

fisica relativi al medesimo tema conduttore. A curare la preparazione e lo svolgimento delle lezioni

presso la scuola secondaria sono in totale cinque volontari, tra cui la Professoressa Barbara Pecori,

docente di didattica della Fisica dell’Università di Bologna, affiancati anche da due insegnanti della

scuola: Mr. Joseph Malley, per la fisica, e Mr. Daniel Surumbu per la matematica. Il progetto

Tanzania 2011, come già anticipato, prevede anche attività laboratoriali nella scuola primaria,

rivolte a studenti di età compresa tra i 6 e 7 anni e i 12 e 13 anni. Anche in questo caso, l’obiettivo

generale del progetto è stimolare gli studenti e i loro insegnanti verso un metodo didattico che

favorisca il coinvolgimento attivo della classe e la partecipazione diretta degli alunni nello

svolgimento di attività pratiche, manuali e creative. L’impostazione data al primo laboratorio

realizzato nella scuola primaria ha, infatti, un taglio prettamente artistico e si concentra sui temi

del colore, delle forme e della musica. Nel concreto, l’insegnamento viene interamente orientato

al gioco, all’azione libera e non schematica degli studenti, con un approccio finalizzato ad

incentivare un parziale distacco dalle logiche formali che regolano tradizionalmente il contesto

scolastico. La progettazione e la realizzazione del laboratorio nella scuola primaria vengono gestite

da un gruppo di quattro volontari, impegnati in un totale di dieci mattinate di lezione durante le

due settimane di permanenza a Gwandummehhi.

Page 22: PROGETTO TANZANIA 2013

Al termine del secondo viaggio inerente al progetto, l’Associazione può considerare positivamente

il lavoro svolto, come testimonia la sempre crescente collaborazione e partecipazione degli

insegnanti, disposti anche ad adattare il metodo proposto alle proprie lezioni, e il rendimento

positivo degli studenti coinvolti nei laboratori. Oltre alle considerazioni positive, tra le quali è

importante menzionare anche una maggiore sensibilizzazione del corpo docenti all’utilizzo dei

materiali didattici proposti da A.K.A.P durante lo svolgimento dei laboratori, i volontari impegnati

nel viaggio del 2011 riscontrano anche alcuni punti critici. Le difficoltà incontrate riguardano in

primo luogo la comunicazione con gli studenti e lo svolgimento delle lezioni in lingua inglese.

Poiché il livello di conoscenza della lingua all’interno della classe è fortemente disomogeneo, i

volontari incontrano alcune difficoltà nel rendere gli argomenti di studio ugualmente comprensibili

per tutti gli alunni. Inevitabile, inoltre, è anche una parziale incomprensione dovuta alle forti

differenze nella pronuncia dei vocaboli inglesi, elemento di incomprensione anche nel dialogo con

gli insegnanti del luogo.

Un secondo tema critico, come osservato dai volontari al termine delle attività, è l’impossibilità di

verificare l’apprendimento degli studenti in maniera diretta e immediata. Vista la breve durata dei

laboratori, lo svolgimento di verifiche o prove finali risulta inappropriato e di scarsa utilità,

considerato anche che il metodo di verifica utilizzato normalmente nella scuola prevede test

periodici svolti su scala nazionale, mentre non è consuetudine svolgere esami di singoli argomenti

o materie nell’ambito della classe. Proprio in virtù di queste considerazioni, e del consolidarsi del

rapporto tra l’Associazione e la scuola di Daudi, la prospettiva con cui A.K.A.P si trova ad osservare

il lavoro svolto e quello ancora da fare, è ora più ampia e completa. Lo sguardo verso la

progettazione per l’anno 2012, e anche per quelli a venire, si sposta dunque da una semplice

trasmissione di conoscenze ad un sempre più articolato rapporto di collaborazione e dialogo con

gli insegnanti, come dimostra la volontà condivisa di ampliare i temi e le materie trattate dai

laboratori, ma in un’ottica di confronto tra la didattica proposta dai volontari italiani e i metodi

ormai consolidati nel contesto tanzaniano.

1.3 Laboratori 2012

Giunti all’ultimo anno del progetto triennale, i volontari e l’Associazione possiedono un solido

bagaglio di esperienza e conoscenza del contesto in cui si svolgono i laboratori didattici, e possono

così strutturarli in maniera più consapevole e completa sia nella scuola secondaria, sia in quella

primaria.

Iniziando proprio dal progetto “Tanzania 2012” per la scuola primaria, le quattro volontarie

impegnate nella sua realizzazione scelgono di indirizzare il laboratorio artistico verso un

argomento di eccezionale rilevanza nell’ambito di tutto il sistema educativo tanzaniano: l’inglese.

La lingua inglese, infatti, è materia di studio già dalla scuola primaria, ma diventa poi medium per

l’insegnamento di ogni altra materia nella scuola secondaria: dalla storia, alla biologia fino alla

fisica. Tuttavia, poiché il passaggio dall’apprendimento dell’inglese all’apprendimento in inglese

avviene in maniera diretta e improvvisa nel momento in cui gli alunni vengono ammessi alla scuola

secondaria, la lingua risulta essere una delle maggiori difficoltà per gli studenti, che spesso

Page 23: PROGETTO TANZANIA 2013

giungono alle scuole superiori con un livello di conoscenza dell’inglese inadeguato, come

osservano gli stessi alunni e i docenti.

Al fine di mantenere una didattica che stimoli la fantasia, la creatività e il coinvolgimento pratico e

diretto dei bambini, il laboratorio di inglese nella scuola primaria si realizza attraverso attività

manuali e ricreative, che prevedono l’utilizzo di svariati materiali, strumenti e supporti didattici.

Attraverso l’uso di colori, cartoncini colorati, colla, schede e cartelloni, gli studenti affrontano

insieme alle volontarie un percorso finalizzato al ripasso e alla memorizzazione del lessico inglese

più vicino alla realtà quotidiana (presentazione personale, forme, parti del corpo umano,

sensazioni tattili) e del villaggio(l’orto, gli agenti atmosferici, gli animali e gli ambienti naturali), ma

al tempo stesso fondamentale per costruire un vocabolario ampio e ben strutturato.

Le lezioni, suddivise in dieci moduli da due ore ciascuno, coinvolgono circa 65 studenti di una

classe quinta (standard 5), e alcuni insegnanti che si alternano per garantire la necessaria

traduzione simultanea dall’inglese allo Swahili. Per quanto concerne la scuola secondaria, invece, i

laboratori di matematica e fisica coinvolgono la medesima classe dell’anno precedente, oggi form

3, suddivisa in cinque piccoli gruppi, ognuno affidato ad un volontario. Come auspicato, gli

argomenti trattati dal laboratorio di matematica anticipano e preparano gli studenti per il tema

centrale del laboratorio di fisica, così da creare una buona continuità e omogeneità tra i due

insegnamenti.

Nello specifico, la prima settimana vede gli studenti coinvolti nel laboratorio di matematica,

relativo alle costruzioni geometriche e alla trigonometria, temi di rilevante interesse sia per la loro

utilità nell’ambito della rappresentazione della realtà e dello spazio, sia per l’importanza che essi

rivestono nella comprensione di problemi e teorie relativi anche alla fisica. Dopo aver introdotto

concetti di base quali angolo, retta, parallelismo, perpendicolarità e inclinazione dei piani, anche

attraverso l’uso di righe, squadre e goniometri, gli studenti possiedono buoni strumenti per

affrontare il tema del laboratorio di fisica: la rifrazione della luce. Accanto ai concetti propri della

materia scelta per il laboratorio, un’ importante finalità posta dai volontari è quella di stimolare gli

studenti ad affrontare problemi ed esercizi con creatività e ingegno, sfruttando consapevolmente

tutte le abilità conseguite. Come viene esplicitato nel progetto “Tanzania 2012” per la matematica

e la fisica: “Il problem solving può essere definito proprio come un approccio didattico teso a

sviluppare, sul piano psicologico, comportamentale ed operativo, l'abilità di soluzione di problemi.

L'insegnamento scientifico per problemi consente agli allievi di apprendere a risolvere, con

gradualità, problemi sempre più complessi e di sviluppare così una mentalità di carattere

scientifico, coltivando creatività e abilità logico-deduttive e razionali di livello elevato”.

Prima di analizzare la risposta offerta da insegnanti e studenti alla richiesta di valutare l’operato di

A.K.A.P e dei volontari nella scuola di Daudi, è importante aggiungere qualche annotazione sulle

considerazioni emerse al termine del terzo- ed ultimo- viaggio nell’ambito del progetto “Tanzania

2010-2012”.

Uno dei temi di maggiore rilevanza, come già anticipato, è il rapporto che si è gradualmente

venuto a creare con gli insegnanti del posto; l’interesse e la disponibilità dimostrata dai docenti

verso le proposte dell’Associazione, rafforzano l’idea che le ambiziose finalità che A.K.A.P e i

volontari perseguono nel loro impegno in Tanzania non possano prescindere dal confronto e dallo

Page 24: PROGETTO TANZANIA 2013

scambio con chi opera – e vive- nel contesto del villaggio ogni giorno. In secondo luogo, ma non

per importanza, il tema dell’inglese. Compresa l’imprescindibilità e al tempo stesso le enormi

difficoltà che la lingua riassume in sé, l’Associazione prende maggiore consapevolezza della

necessità di fare dell’inglese non più un semplice tramite per lo svolgimento dei laboratori, ma un

vero e proprio tema di discussione e approfondimento sia nella formazione dei volontari, sia nella

progettazione delle attività, come nella loro realizzazione in loco.

2. I questionari di valutazione

La valutazione del progetto “Tanzania 2010-2012” è il frutto di numerosi fattori che,

progressivamente, si sono mostrati più chiaramente all’Associazione e ai volontari, permettendo

loro di prendere consapevolezza dell’effettivo esito di tre anni di impegno sul territorio. Come è

stato messo in luce in precedenza, molte delle osservazioni scaturite al termine dei viaggi in

Tanzania forniscono già un quadro, seppur parziale, dei punti di forza e di quelli critici incontrati

lungo il percorso. Tuttavia, per dare maggiore completezza alla valutazione del progetto, alle suore

e alle novizie presenti nella missione, agli insegnanti della scuola primaria e secondaria, e agli

studenti di quest’ultima sono stati sottoposti alcuni questionari pensati per dare la possibilità a chi

ha partecipato, in maniera più o meno diretta, al lavoro di A.K.A.P di mettere in luce la propria

percezione del lavoro svolto.

2.1 Struttura dei questionari

I questionari, seppur con alcune differenze relative alla categoria cui sono stati destinati (ovvero

studenti o docenti), si compongono di una prima sezione di carattere generale, utile per

inquadrare principalmente l’età, la qualifica e le disposizioni personali degli intervistati: età,

esperienza nell’insegnamento, propensione personale all’insegnamento o allo studio.

Una seconda sezione dei questionari è invece dedicata alla valutazione del sistema educativo

tanzaniano, di cui possono essere segnalati gli aspetti positivi e quelli negativi, e alla valutazione

del proprio metodo di insegnamento – per i docenti- e della propensione personale

all’apprendimento in lingua inglese – per gli studenti. Infine, la valutazione della presenza di

A.K.A.P nella scuola e nel villaggio durante i tre anni di svolgimento del progetto viene stimolata

sia attraverso domande aperte, in cui è possibile offrire annotazioni personali circa gli elementi

considerati positivi e negativi dei laboratori ed esprimere suggerimenti per il futuro, sia tramite

giudizi di tipo quantitativo legati a specifici temi che l’Associazione intende indagare. In merito a

questa sezione, il questionario richiede di esprimere, per ognuno dei tre anni di attività, una

valutazione numerica – in una scala da 1(poco) a 5(molto)- per diverse tematiche quali: l’utilità,

l’interesse e la difficoltà dei laboratori proposti, la relazione instaurata dai volontari con gli

insegnanti, gli studenti e l’intero apparato scolastico, la competenza e l’abilità dimostrata nella

realizzazione dei laboratori e l’utilizzo della lingua inglese. In questo modo l’Associazione intende

principalmente verificare l’andamento del proprio operato lungo il percorso compiuto, per

delineare possibili linee di tendenza.

Page 25: PROGETTO TANZANIA 2013

2.2 Metodo di svolgimento e risultati

Terminate le attività di laboratorio nella scuola primaria e secondaria, alcuni volontari si occupano

di svolgere l’indagine tramite la somministrazione dei questionari in precedenza preparati ai

diversi destinatari. Prima gli insegnanti della scuola primaria, poi gli studenti della secondaria, in

seguito i loro docenti e infine le suore e le novizie che ospitano all’interno della missione il gruppo

di volontari italiani. I questionari vengono compilati in forma anonima e in lingua inglese, in circa

mezz’ora di tempo, con la supervisione di un volontario, disponibile per ogni richiesta di

chiarimento. Nel caso degli studenti della scuola secondaria, i questionari vengono proposti

all’interno di ogni singola classe, una per ogni anno di corso, con la collaborazione di un insegnante

che introduce il questionario in lingua swahili. Prima di analizzare i risultati emersi dai questionari

realizzati in Tanzania, è necessario premettere che maggiore spazio sarà riservato alle

considerazioni emerse nella sezione “aperta”, quella in cui emergono principalmente dati di tipo

qualitativo e valutazioni personali. Come specifica il paragrafo successivo, infatti, la valutazione di

tipo quantitativo ha posto alcuni problemi sia nella compilazione dei questionari, sia nell’analisi dei

risultati emersi.

2.3 Insegnanti scuola secondaria

campione di 13 insegnanti, 6 con incarico permanente e 7 con incarico temporaneo.

Nell’ambito di una valutazione generalmente positiva, le considerazioni riportate dagli insegnanti

della scuola secondaria mettono in evidenza come l’utilizzo di materiali e strumenti didattici e lo

svolgimento di attività pratiche siano fortemente apprezzate dal corpo docenti, che infatti

suggerisce di ampliare le materie trattate nei laboratori ed estendere questi ultimi ad un maggior

numero di studenti. Uno dei problemi riscontrati dagli intervistati è rappresentato dalla difficoltà

di comprensione dell’inglese che, come già sottolineato, è un grande ostacolo all’apprendimento

degli studenti. Un secondo tema suggerito dagli insegnanti della scuola secondaria riguarda la

durata dei laboratori: le due settimane di permanenza dei volontari risultano troppo brevi per

trattare gli argomenti proposti con le modalità e gli strumenti previsti dai laboratori. Su questo

punto è utile osservare che gli stessi volontari impegnati nella realizzazione dei laboratori hanno

riscontrato, soprattutto nel recente viaggio dell’estate 2012, come gli studenti fatichino a

sostenere il ritmo previsto per lo svolgimento delle attività. Poco abituati a lavorare in gruppo e

con dinamiche di partecipazione attiva, gli alunni devono infatti acquisire una certa dimestichezza

con le modalità di svolgimento dei laboratori e questo percorso di adattamento richiede spesso

parecchio tempo.

Per arricchire il quadro offerto dagli insegnanti, riportiamo in sintesi la valutazione del sistema

educativo tanzaniano e del metodo di insegnamento dei singoli docenti.

Valutazione

(media del punteggio

assegnato in scala 1-5)

Punti di forza (F) e debolezze (D) segnalati dai docenti

Page 26: PROGETTO TANZANIA 2013

Sistema educativo

tanzaniano

3,5

(F): buone politiche relative all’educazione (23 %)

(D): scarsità di materiale didattico (38%)

Metodo di insegnamento

personale

3,8

(F): buona comprensione delle lezione da parte degli alunni (46%)

dinamiche di scambio insegnante/studenti (23%)

(D): difficoltà nell’affrontare la numerosità e disomogeneità della

classe (38%)

2.4 Insegnanti scuola primaria

campione di 10 insegnanti, tutti con incarico permanente.

Come segnalato in precedenza, la realizzazione di un laboratorio didattico pienamente strutturato

nella scuola primaria risale al secondo viaggio di A.K.A.P in Tanzania, nell’estate del 2011. In quella

occasione, tuttavia, le dinamiche di interazione proposte presentavano alcune caratteristiche

riconducibili al gioco e all’attività ricreativa, come l’ascolto di brani musicali, il disegno libero, il

lavoro in gruppo fuori dalle aule. Nonostante il laboratorio proposto nel 2012 abbia in parte

attenuato alcuni aspetti ludici, tentando di dare alle attività proposte un valore didattico, più che

ricreativo, il corpo docenti mostra di considerare il lavoro di A.K.A.P nella scuola primaria ancora

piuttosto simile ad un “diversivo” all’interno della quotidiana dinamica di insegnamento.

Anche se la valutazione puramente quantitativa del lavoro svolto dall’Associazione appare

nettamente positiva (temi come l’utilità dei laboratori, l’interesse suscitato e l’approccio dei

volontari vengono classificati dai docenti con punteggi superiori a 4 su 5), la metà degli intervistati

suggerisce di includere più “giochi” nell’oggetto dei futuri laboratori. In linea con quanto emerso

dai questionari completati dagli insegnanti della scuola secondaria, la scarsità di materiali didattici

risulta uno dei maggiori punti critici del sistema educativo tanzaniano; a fronte di tale necessità, i

docenti suggeriscono di includere nella progettazione futura una serie di supporti didattici e

materiali da lasciare presso la scuola. L’intenzione di migliorare la didattica anche attraverso l’uso

di strumenti quali colori e cartelloni viene apertamente manifestata anche dagli insegnanti che

collaborano direttamente con le volontarie impegnate nel laboratorio del 2012, segnalando quindi

un approccio decisamente positivo verso le modalità di insegnamento proposte dall’Associazione.

Un’annotazione finale merita di essere inserita in merito alla lingua inglese. Pur consapevoli

dell’importanza dell’inglese in previsione dell’accesso alla scuola secondaria, i docenti segnalano

che l’utilizzo di tale lingua nell’ambito delle lezioni quotidiane risulta estremamente difficoltoso,

poiché scarsamente compreso dagli studenti e quindi legato alla necessità di una traduzione

integrale o parziale in swahili. A complicare ulteriormente il quadro, l’utilizzo di diversi dialetti di

origine locale nell’ambito della comunicazione familiare: non solo, dunque, l’inglese risulta

difficilmente utilizzabile nelle normali lezioni, ma nemmeno lo swahili può essere considerato

come elemento linguistico uniformante nelle classi.

Page 27: PROGETTO TANZANIA 2013

2.5 Studenti scuola secondaria

campione di 171 studenti, suddivisi nelle 4 classi di appartenenza.

La valutazione offerta dagli studenti, come sarà approfondito nella sezione seguente, risulta di

fondamentale importanza e al tempo stesso di difficile rilevazione. Per tradurre l’insieme di dati

raccolti in informazioni facilmente comprensibili e utili per il futuro, la tabella seguente intende

sintetizzarli e suddividerli in base alla classe di appartenenza degli intervistati e al tipo di

segnalazione fornita.

Classe N. stud.

Valutazione del sistema educativo

Valutazione laboratori Suggerimenti

Punti forza Punti debolezza

Form 1 45 Positivo, inglese come punto di forza

n.d n.d

Includere nelle materie oggetto dei laboratori la chimica, la biologia, l’inglese.

Form 2 47 Positivo, metodi non sempre idonei

Insegnamento pratico e utilizzo di strumenti didattici

Durata breve e linguaggio non sempre comprensibile

Biologia, chimica e inglese come materie suggerite

Form 3 51 Medio, strutture insufficienti

Chiarezza nell’insegnamento, attività pratiche e lavoro di gruppo

Lingua come ostacolo alla comprensione

Ampliare le materie e il materiale didattico a disposizione

Form 4 28 Medio, buon inserimento nel lavoro, alcune carenze strutturali (materiale, insegnanti)

Insegnamento pratico, con dimostrazioni

Inglese come punto critico, attività che richiedono molto tempo, laboratori rivolti solo ad alcuni studenti

Mantenere la coerenza con i programmi scolastici e valorizzare l’inglese

2.6 Problemi e considerazioni

Come anticipato in precedenza, la realizzazione dei questionari di valutazione presso la scuola

primaria e secondaria di Daudi ha posto alcuni punti critici. Per analizzarli rapidamente è possibile

classificarli in problemi relativi alla comprensione delle domande e al metodo previsto per la

risposta, e problemi legati propriamente alla valutazione del lavoro svolto da A.K.A.P.

Del primo gruppo fanno parte tutte le criticità riscontrate, ad esempio, nella comprensione di

domande quali:

“Quanto viene utilizzato l’inglese durante le lezioni normali?”

“Quanto viene utilizzato lo swahili durante le lezioni normali? “

Page 28: PROGETTO TANZANIA 2013

Per questo tipo di richiesta, il questionario richiede una valutazione da 1 a 5, in cui 1 indica un

livello molto basso e 5 uno molto alto; implicitamente è previsto anche un rapporto di

complementarietà tra le due risposte, in maniera tale da poter delineare in quale percentuale

l’inglese e lo swahili vengano utilizzati durante le lezioni. Molti degli intervistati non comprendono

pienamente il senso delle questioni, e il metodo previsto per l’assegnazione del punteggio,

offrendo così risposte che non permettono di considerare i due quesiti congiuntamente.

Allo stesso modo, tra le domande proposte agli studenti della secondaria, alcune riguardano la

lingua inglese:

“Come ti trovi nell’apprendimento di materie scolastiche in lingua inglese?”

“ Quante difficoltà hai nell’utilizzare l’inglese a scuola? “

Una lettura eccessivamente superficiale delle domande proposte, o una formulazione poco chiara

delle stesse, ha portato molti studenti ad assegnare ad entrambe un punteggio di 5,

corrispondente ad una valutazione molto elevata. Analizzando l’esito dei questionari, emerge

dunque un quadro contraddittorio: accanto ad una valutazione molto buona del proprio approccio

alla lingua inglese, si trova anche una elevata difficoltà di comprensione e utilizzo della lingua

nell’ambito scolastico.

Accanto ad un primo livello di problematiche, legate alla comprensione linguistica e di senso delle

questioni, l’analisi dei dati emersi nei sondaggi evidenzia un secondo inconveniente, relativo alla

valutazione dell’operato dell’associazione lungo i tre anni di progettazione. La sezione finale di

ogni questionario contiene numerose voci di analisi (utilità dei laboratori, interesse suscitato e

stimolo per la didattica, competenza e metodo dei volontari, padronanza della lingua inglese…)

per le quali viene richiesta l’assegnazione di un punteggio, da 1 a 5, per ciascuno dei tre anni dal

2010 al 2012. In parte a causa della ripetitività delle domande e della necessità di un’analisi

“storica” della presenza dell’Associazione, molti degli intervistati marcano punteggi uguali a se

stessi per l’intera sezione del questionario, senza segnalare evoluzioni di qualsiasi genere, mentre

altri rinunciano completamente ad offrire un riscontro e lasciano la sezione non compilata. Come

evidenziato precedentemente, dunque, lo strumento dei questionari si rivela decisamente

significativo per quanto riguarda le domande aperte e le segnalazioni volontarie degli intervistati,

che forniscono un quadro di massima dei punti di maggiore forza e delle principali debolezze del

progetto, mentre si dimostra insufficiente, e probabilmente mal calibrato, per quanto concerne le

sue parti di analisi quantitativa e storica.

Per riassumere, dunque, considerazioni già emerse nella trattazione dei risultati dell’indagine, è

possibile mettere in luce una rispondenza decisamente positiva ed entusiasta del corpo docenti e

degli studenti stessi alla didattica pratica e attiva proposta dai volontari. La contestuale

annotazione di una generale mancanza di materiali e strutture nelle scuole locali e di una

proporzionata necessità di offrire agli studenti occasioni di partecipazione attiva e diretta

nell’ambito delle lezioni, conferma la centralità del tema della didattica, scelto dall’Associazione

come uno dei principali obiettivi del progetto. La risposta positiva offerta dai destinatari dei

laboratori non significa, chiaramente, che il lavoro sia stato completato: molti sono ancora gli

impegni necessari per portare a termine un lavoro di dialogo e apprendimento reciproco con gli

Page 29: PROGETTO TANZANIA 2013

insegnanti locali, e molti sono gli aspetti che meritano ancora di figurare come obiettivi nei

progetti futuri. L’inglese è uno di questi, e per la sua centralità nell’intero sistema educativo merita

certamente un’attenzione particolare. Puntare su una migliore e più efficace conoscenza della

lingua è certamente un obiettivo fondamentale nella scuola primaria, dove vengono trasmesse le

competenze di base e dove gli studenti possono fare esercizio per poter incontrare minori

difficoltà una volta ammessi alla scuola secondaria. Per permettere, infine, una più ampia fruizione

da parte degli studenti delle tecniche e dei concetti proposti nei laboratori, e per ampliare le

materie oggetto degli stessi, il confronto e il lavoro di scambio con il corpo docenti risulta essere

fondamentale: confrontarsi con gli insegnanti è forse il modo migliore per studiare e definire una

didattica davvero in linea con il contesto locale e con le diverse esigenze ad esso legate, ma al

tempo stesso capace di interessare e coinvolgere il maggior numero di studenti possibile. In

quest’ottica, la conclusione del progetto “Tanzania 2010-2012” non è altro che la premessa per la

progettazione futura, in una sempre più stretta collaborazione con gli insegnanti di Daudi.

2.7 L’impegno degli insegnanti tanzaniani

Durante il mese di agosto del 2012, conclusosi l’ultimo viaggio dei volontari italiani nell’ambito del

progetto triennale, il presidente dell’Associazione Michele Canducci, trascorre alcune settimane

nel villaggio di Gwandummehhi per approfondire alcune delle tematiche relative al lavoro di

A.K.A.P. negli anni passati e alle prospettive per il futuro, svolgendo anche attività di ricerca per la

realizzazione di una tesi magistrale relativa all’insegnamento di materie scientifiche in contesti

multiculturali. In questa occasione emerge, in maniera parzialmente inaspettata, un forte

coinvolgimento da parte di alcuni insegnanti della scuola secondaria nelle attività proposte da

A.K.A.P. e la volontà di offrire un contributo più strutturato e consapevole in futuro. In questo

senso si può inquadrare la nascita di A.K.A.D (Associazione Karibuni Amico Daudi), creata dal

gruppo di docenti più vicini all’Associazione come suo interlocutore diretto in Tanzania, e la

realizzazione di un documento originale intitolato “Dauditaly”, all’interno del quale sono spiegate

e analizzate da una prospettiva interna le diverse attività proposte da A.K.A.P a partire dai primi

viaggi realizzati nel 2006, fino al 2012. La mobilitazione degli insegnanti tanzaniani, come si evince

dai documenti sopra citati e dalle stesse dichiarazioni di interesse emerse spontaneamente, nasce

principalmente dalla volontà di formalizzare e strutturare in maniera sempre più completa la

relazione di collaborazione tra i volontari italiani e i docenti di Daudi, nell’ottica di un rapporto

maggiormente orientato allo scambio. Viste le difficoltà che l’Associazione incontra nel redigere un

nuovo progetto e, soprattutto, nel garantire la presenza di nuovi volontari disposti a programmare

e realizzare i laboratori didattici, i docenti riuniti nell’associazione A.K.A.D si impegnano ad offrire

un loro contributo attivo, non solo nell’accogliere e assistere i volontari di A.K.A.P, ma anche

nell’affiancarli durante l’anno per la preparazione delle attività.

In questo senso, dunque, è possibile concludere che la fine del progetto “Tanzania 2010-2012”

rappresenta il completamento di un primo livello di conoscenza e collaborazione con la realtà

locale, che offre i presupposti per un secondo, e più profondo, livello di azione, che coinvolge

attivamente nuovi attori e prevede nuove dinamiche di scambio tra l’Associazione e la scuola di

Daudi.