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PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARCO AVVENTURA IN LOCALITA’ PALAZZO DI ACCETTURA
METODOLOGIA DI INDAGINE FORESTALE
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1. PREMESSA
La verifica della stabilità degli alberi è un tema che anche nel nostro Paese sta acquisendo sempre maggior importanza. Un’inchiesta fatta due anni fa dalla SIA ISA stimava in circa 150.000 gli alberi già sottoposti a verifica. L’esigenza di avere dei riferimenti procedurali prefissati si è quindi rivelata assai utile ed ha suscitato il consenso di grandi personalità mondiali esperte in questo campo: Claus Matthek (ideatore del VTA) e James Clark (padre dell’Hazard Tree Evaluation ).
Gli aspetti più interessanti riguardano innanzitutto la diversificazione delle finalità non più limitate alla sola constatazione di danni gravi per giustificare l’abbattimento dei soggetti più pericolosi, ma anche all’individuazione dei soggetti portatori di lievi danni peggiorabili nel tempo. In questo caso si parla di monitoraggio delle alberate. Studi autorevoli stanno da tempo prendendo in considerazione le cinetiche di avanzamento della carie in rapporto alla crescita dell’albero al fine di poter mettere in atto dei modelli previsionali anche su larga scala.
Quando si parla di stabilità degli alberi e del rischio di caduta di branche è inevitabile entrare nel merito di questioni di natura biologica e meccanica, legate rispettivamente a processi degradativi del legno e al carico strutturale della chioma che grava su tronco e radici. Questi aspetti sono così legati tra loro che non è possibile parlare dell’uno senza fare riferimento anche all’altro.
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Questo approccio, che si può definire biomeccanico, vede l’albero come una struttura sottoposta a diversi tipi di sollecitazione statiche e dinamiche (flessione, torsione, taglio, compressione, trazione ecc.) con origini diverse (peso proprio, vento, neve, ghiaccio). Tra queste, le sollecitazioni dovute al vento sono senza dubbio quelle più importanti, soprattutto perché di tipo dinamico e particolarmente intense. Il peso proprio e il carico della neve o del ghiaccio danno luogo a sollecitazioni di tipo statico e quindi sono responsabili di cadute solo in caso di eventi eccezionali.
Altre cause di crolli degli alberi possono essere l'improvviso isolamento della pianta per l'abbattimento di quelle vicine, oppure cattivi ancoraggi radicali dovuti a terreni superficiali, pesanti o mal drenati.
Per quanto riguarda invece le cause biologiche di schianti, i funghi e gli insetti possono alterare le caratteristiche meccaniche ed elastiche del legno. In particolare, vi sono funghi agenti di marciumi radicali, in grado di alterare la vitalità e la funzionalità meccanica del sistema vascolare ipogeo.
CEPPAIA INVASA DA CARIE FUNGINE CHE HA SUBITO IL RIBALTAMENTO A CAUSA DEL VENTO
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L’infezione difficilmente manifesta sintomi chiaramente evidenti sulla chioma, ma la pianta può schiantarsi, venendo a mancare l’ancoraggio al terreno. Tra gli agenti di marciume radicale, il Ganoderma è certamente il più subdolo, poiché può comportarsi come agente sia di carie, rimanendo per anni nel tronco della pianta senza indurre la manifestazione di sintomi esteriori, sia di marciume radicale, passando dal tronco alle radici. È dotato di elevata potenzialità diffusiva, essendo in grado di infettare molte specie. Anche l’Armillaria è abbastanza frequente; conosciuta anche con il nome di chiodino o famigliola, essa comprende specie dotate di patogenicità e areali di distribuzione diversi. Si tratta di un fungo caratterizzato da un’elevata adattabilità, in grado di vivere come saprofita, su vecchie ceppaie nel terreno, per anni e trasformarsi in parassita, anche piuttosto aggressivo, non appena una pianta deperisce.
Alberi cariati e molto pericolosi possono vivere per anni in condizioni di equilibrio molto precario per poi crollare improvvisamente sotto la forza degli agenti atmosferici. Crolli di grosse branche e ribaltamenti di alberi si sono manifestati in passato anche in assenza di eventi atmosferici di particolare gravità.
I servizi d'indagine sulla stabilità e vitalità degli alberi affrontano globalmente le attività di analisi dello stato di salute degli alberi. Con l'ausilio di tecniche d'analisi innovative e di strumenti sofisticati, è possibile effettuare perizie fitostatiche e indagini che con grande precisione fotografano le condizioni dell'albero
CARIE CENTRALE CAUSATA DA HETEROBASIDION ANNOSUM
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2. METODOLOGIA DI INDAGINE PROPOSTA
L’indagine, oggetto della relazione tecnica, sarà condotta in quattro distinte fasi:
Numerazione: ogni esemplare sarà specchiato e numerato, mediante un nastro bianco/ rosso, consentendo una rapida e inequivocabile individuazione delle singole piante.
Analisi visiva: ogni esemplare sarà oggetto di accurata analisi visiva, secondo la metodologia V.T.A., al fine di valutarne stato fitosanitario, caratteristiche meccaniche e condizioni di stabilità.
Il Visual Tree Assessment (Controllo visuale dell’albero VTA) prevede fondamentalmente un'analisi visiva dell’albero allo scopo di:
1. esaminare le caratteristiche e lo stato generale della pianta (ad es. dimensioni, età, vitalità, inclinazione del fusto, sito d’impianto ecc.);
2. evidenziare la presenza di manifestazioni esterne di sofferenza meccanica del fusto, dei rami e della zolla radicale (es. spaccature e fessurazioni, cambio di direzione delle fibre del legno, movimenti del terreno alla base della pianta ecc.);
3. valutare l'entità e la gravità dei singoli difetti e le loro ripercussioni sulla stabilità dell’intera struttura.
Analisi strumentale: sulla base di quanto dedotto con l'analisi visiva, saranno effettuati gli approfondimenti necessari mediante analisi strumentali. A tale scopo, si userà del Martello Elettronico IML ritenuto lo strumento più adatto a monitorare le caratteristiche meccaniche delle specie analizzate senza causare danni agli alberi.
Documentazione fotografica: saranno fotografate alcune piante per le quali si prescrivono principali problematiche ed interventi da eseguire.
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3 SITO D'IMPIANTO L’area strettamente interessata dalla realizzazione del parco avventura si sviluppa in un contesto boscato ubicato in località Palazzo in agro di Accettura (Matera), nell’ambito del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e rientra nella pianificazione di area adottato con D. di G. Regionale n° 6208 del 24/11/1987.
Il complesso boscato in cui si inseriscono gli interventi è definito Foresta di Gallipoli Cognato anche se l’areale di stretto interesse mostra una distribuzione arborea in cui alle specie tipiche della foresta come Cerri e Frassini, si associano specie esotiche come i Pini neri raffigurati nell’immagine sotto riportata.
La specie prevalente risulta comunque il Cerro (Quercus cerris L.), specie a comportamento mesofilo, ma più xerofilo di Farnia e Rovere e meno di Roverella.
I boschi di cerro si estendono dai 400 fino ai 1100 metri di quota. Rappresentano la cenosi forestale più diffusa nella fascia dei querceti mesofili. La maggior parte delle cerrete del Parco, comunque, non sono monospecifiche ma ospitano altre specie arboree, quali Ostrya carpinifolia, Alnus cordata, Fraxinus ornus e Castanea sativa.
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4 STATO FITOSANITARIO E STABILITA’ MECCANICA
L'analisi visiva, sarà condotta mediante metodologia V.T.A.
Il metodo VTA, ideato da Claus Matteck nel 1994, è un metodo di indagine visiva degli
alberi, riconosciuto in molti paesi, per la valutazione della condizione strutturale dell’albero
e conseguentemente per l’individuazione del rischio di schianto dell’esemplare arboreo.
La procedura VTA è composta di tre fasi:
1. l'ispezione visiva per l'individuazione e la valutazione di sintomi e danni, la verifica
dello stato vegetativo e fitosanitario dell'albero;
2. l’esame dei sintomi e dei danni riscontrati nel corso della prima fase;
3. le misurazioni e l'analisi strumentale dei sintomi e danni che risultano essere critici,
compresa la valutazione della resistenza meccanica residua dell'albero.
L’ispezione visiva comporta un accurato esame dell'albero per l’individuazione dei sintomi
che indicano la presenza di difetti meccanici e di avversità fitopatologiche. Essa deve essere
effettuata, nei limiti del possibile, anche all’apparato radicale.
I difetti meccanici che possono presentarsi in un esemplare arboreo di vecchia data
possono essere molteplici:
• cavità visibili dall'esterno al fusto o al colletto;
• rigonfiamenti della corteccia (di tipo longitudinale, spiralato o localizzato con
possibilità di fratture interne);
• corteccia interclusa.
I sintomi di alterazioni del normale sviluppo vegetativo, di avversità di tipo parassitario o
abiotico possono essere:
• presenza di corpi fruttiferi fungini;
• presenza di ferite e di carie del legno;
• presenza di grosse ferite di potatura;
• emissioni liquide da ferite aperte;
• crescita stentata, organi vegetali di aspetto o dimensioni anomale;
• colorazioni anomale degli organi vegetali.
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L'analisi visiva sugli esemplari arborei ci permetterà di evidenziare alcuni elementi
fortemente destabilizzanti:
1. L’eventuale presenza di lesioni all'apparato radicale Le lesioni possono essere una
sicura via di ingresso per vari agenti patogeni fungini;
2. La mancanza di una porzione sensibile di apparato radicale coincidente col "piede"
renderebbe alcuni degli esemplari visionati ad elevato rischio statico.
3. Il progressivo sbilanciamento verso l'esterno del popolamento arboreo causato
all'eccessiva densità ed dalla notevole competizione;
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4. La presenza di chiome sofferenti e rade; il disseccamento degli apici e delle
branche, sono segno evidente del grave stato di degrado che interessa il
popolamento visionato.
Il fine ultimo di questo tipo di valutazione è stabilire se la porzione di legno sano residuo, nel punto indagato, è in grado di sostenere le sollecitazioni meccaniche cui è sottoposta e conseguentemente agire con interventi di messa in sicurezza dell’albero, di riduzione della chioma o di abbattimento.
Mattheck spiega come, quando la porzione di legno sano si riduce a meno del 30% della superficie della sezione indagata, possono sussistere rischi di rotture e quindi occorre intervenire per riequilibrare la struttura dell’albero.
Dopo una prima indagine visiva, ogni difetto riscontrato a carico dell'albero viene
accuratamente analizzato in rapporto alle possibili conseguenze dirette e indirette sulla
resistenza meccanica e sulla vitalità dell'albero stesso.
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5RILIEVI
Le analisi strumentali saranno effettuate mediante il Martello Elettronico ad impulsi IML.
Il Martello Elettronico ad impulsi IML è stato concepito per essere utilizzato su materiali
lignei (materiale da costruzione, pali, alberi).
Quando si temono danni interni al legno, il martello è lo strumento ideale per effettuare il
controllo senza danneggiare il legno.
Per effettuare la misurazione s’inserisce da un lato del tronco una vite autofilettante su cui
si effettuerà la battuta con il martello. Sul lato opposto s’inserisce l’altra vite che supporta il
sensore ricevente. L’operatore, prima di procedere alla battuta, inserisce la dimensione del
diametro del tronco. Lo strumento misura il tempo che intercorre tra il momento di
partenza dell’onda d’urto e il momento d’arrivo della medesima al sensore e fornisce sul
display il dato relativo alla velocità (m/s) con cui l’onda d’urto ha viaggiato all’interno del
tronco. Dato che ciascun tipo di legno presenta caratteristiche di propagazione dell’onda
d’urto tipiche, il valore misurato fornisce precise informazioni sulle condizioni del soggetto
analizzato.
I dati rilevati vengono memorizzati nell’unità elettronica e potranno essere scaricati e gestiti
su PC mediante un software dedicato, fornito con la strumento. I risultati della misurazione
ottenuti con l’impiego del Martello Elettronico IML necessitano di una interpretazione
qualificata. In base ad opportune scale di riferimento e alle caratteristiche intrinseche delle
singole specie, è possibile valutare dal punto di vista qualitativo e quantitativo le alterazioni
presenti nei tessuti legnosi, attribuendo ogni pianta un livello di rischio e quindi una classe
F.R.C.
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5 CLASSSIFICAZIONE DEI LIVELLI DI RISCHIO
La classificazione F.R.C. (Failure Risk Classification) è alla base di una corretta
determinazione degli interventi prioritari. Suddividendo le piante in categorie di rischio
predefinite (secondo la metodologia denominata F.R.C., illustrata in tabella 1) è possibile
standardizzare le procedure di monitoraggio e messa in sicurezza di esemplari arborei.
Questa classificazione consente di pianificare nel modo più corretto gli interventi
manutentivi e di monitoraggio finalizzati al mantenimento di esemplari arborei in una
situazione, se non di totale sicurezza, almeno di rischio controllato.
In base all'esperienze da noi maturata nel settore si sono individuate poi tre nuove
sottocategorie per le classi C e D.
TABELLA 1 ‐ DESCRIZIONE DELLE 5 CATEGORIE F.R.C. (FAILURE RISK CLASSIFICATION)
Classe Cadenza e tipologia delle analisi
A
Vengono inseriti in questo gruppo tutti i soggetti che non manifestano né difetti di forma riscontrabili con il VTA, né significative anomalie rilevabili strumentalmente. Per tutti questi soggetti è necessario effettuare un controllo visivo speditivo annuale. I rischi di schiantamento e caduta sono legati ad eventi statisticamente non prevedibili.
B
Su questi soggetti l'osservazione visiva e l'indagine strumentale hanno rilevato lievissimi difetti di forma e piccole anomalie strutturali. Per questi soggetti si rende necessaria un'analisi visiva minuziosa a cadenza annuale. I rischi di schiantamento e caduta sono sostanzialmente riconducibile a quelli del gruppo A.
C
Soggetti con significativi difetti di forma e/o strutturali verificabili strumentalmente. Il rischio in questi casi può essere un ulteriore aggravamento delle anomalie riscontrate. Si rende necessario un minuzioso controllo visivo a cadenza annuale unitamente ad un'indagine strumentale.
C ‐ D
In questa categoria vengono inseriti tutte le piante con gravi anomalie strutturali e/o morfologiche. L'abbattimento di questi soggetti può essere evitato intervenendo con opportune operazioni finalizzate alla messa in sicurezza degli stessi (riduzione chioma, consolidamento, etc.). Deve essere effettuato un monitoraggio periodico (semestrale) al fine di rilevare aggravamenti delle condizioni già precarie.
D
Fanno parte di questa categoria tutte quelle piante che per difetti strutturali e/o morfologici riscontrati devono ascriversi alla categoria statisticamente ad alto rischio di caduta e schianto. Per questi soggetti, la cui prospettiva di vita è gravemente compromessa, ogni intervento di risanamento risulterebbe vano. Le piante appartenenti a questo gruppo devono essere abbattute.
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6 CONCLUSIONI
Una volta catalogate tutte le piante in base alla tabella F.R.C. si deciderà quali piante
utilizzare e quali scartare o abbattere così da eliminare eventuali cause di rischio sull’area.
Le indagini saranno eseguite in fase di predisposizione del progetto esecutivo considerando
un numero di piante superiore a quello effettivamente richiesto per il montaggio degli
atelier.
Di ciascuna pianta testata sarà inoltre predisposto il calendario del monitoraggio che verrà
redatto in funzione delle risultanze ottenute.
Le analisi dei dati biometrici, dello stato fitosanitario e delle condizioni generali sotto il
profilo statico, consentiranno di evitare cedimenti e gli schianti prevedibili con la tecnica del
VTA. Quanto descritto vale considerando il quadro fitopatologico e strutturale attualmente
riscontrato. In futuro le condizioni degli alberi potrebbero cambiare ed aggravarsi, si
raccomanda pertanto di attenersi al monitoraggio periodico indicato per ciascun albero, in
modo da tenere sotto controllo eventuali rischi e poter pianificare nel modo più opportuno
gli interventi manutentivi che si renderanno necessari.
Accettura, settembre 2012
redattori
Dr. For. Luca VENEZIA
Dr. Tommaso SANTOCHIRICO