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PIANO PARTICOLAREGGIATO ESECUTIVO “ROTONDELLA” – pag.1

Procedura della Valutazione Ambientale Strategica

Relazione preliminare (art. 13 D.Lgs. 4/2008) – marzo 2014

Sommario

1. PREMESSA................................................................................................................................. 3

2. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E METODOLOGICI ......................................................... 4

2.1 Dalla direttiva comunitaria ai provvedimenti regionali ........................................................ 4 2.2 Valutazione Ambientale Strategica e Rapporto Ambientale ................................................. 4

2.3 Il Rapporto preliminare (la fase di scooping) ........................................................................ 6 3. CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DEL TERRITORIO COMUNALE ................ 7

3.1 Inquadramento territoriale ..................................................................................................... 7 3.2 Le problematiche dell’ambito ............................................................................................... 8

3.2.1 L’individuazione ............................................................................................................ 8 3.2.2 Il contesto ambientale .................................................................................................... 8 3.2.3 Il contesto urbanistico-funzionale ................................................................................ 10

3.3 Aree protette e vincoli ......................................................................................................... 10

3.3.1 Zone SIC-ZPS .............................................................................................................. 10 3.3.2 Riserva naturale orientata “Bosco Pantano di Policoro” ............................................. 12

3.3.3 Vincoli .......................................................................................................................... 12

4. OBIETTIVI E PRINCIPALI CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI PPE ...................... 13

4.1 Gli indirizzi del PTPAV “Metapontino” ............................................................................. 13 4.2 Caratteristiche del PPE ........................................................................................................ 14

4.2.1 Relazioni con il sistema degli obiettivi del PTP di Area Vasta ................................... 14

4.2.2 Un progetto di sviluppo economicamente fondato ed ambientalmente sostenibile ..... 15

4.3 Direttive progettuali per le trasformazioni fisiche dell’ambito ........................................... 16 4.4 Il progetto di Piano .............................................................................................................. 17

4.4.1 La vision: il disegno unitario del nuovo insediamento turistico-produttivo ................ 17

4.5 Un modello insediativo aperto al territorio ......................................................................... 22 4.6 Le aree di piano ................................................................................................................... 25

4.6.1 Le zone alberghiere ...................................................................................................... 25 4.6.2 Le zone di residenzialità turistica ................................................................................. 25 4.6.3 La zona mista (lotto M) ................................................................................................ 27 4.6.4 L’impianto golfistico (LOTTO E2) ............................................................................. 27 4.6.5 Le attrezzature pubbliche della testata urbana (VA1-VA2-VA3) ............................... 28

4.6.6 I parchi territoriali ........................................................................................................ 28 4.7 La verifica degli standards urbanistici e dei parcheggi ....................................................... 30 4.8 Sostenibilità percettiva ed ambientale ................................................................................. 33

4.8.1 Verifica percettiva e altezze dell’edificato ........................................................................ 33 4.8.2 Controllo degli aspetti qualitativi ................................................................................. 34 4.8.3 Aspetti di sostenibilità ambientale dell’edilizia ........................................................... 35 4.8.4 Impianti ........................................................................................................................ 35

4.9 L’attuazione del piano ......................................................................................................... 36 4.9.1 La formalizzazione del sistema delle convenienze pubbliche e private: lo schema di convenzione ............................................................................................................................... 36

4.9.2 I Comparti fondiari ed i lotti integrati ......................................................................... 36 5. I POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI ................................................................................ 38

5.1 Atmosfera ............................................................................................................................ 38

5.2 Ambiente idrico, suolo e sottosuolo .................................................................................... 38 5.3 Paesaggio e beni culturali .................................................................................................... 39 5.4 Uso del suolo, vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi ....................................................... 40

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6. LINEE METODOLOGICHE DI FORMAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE .. 42

6.1 Le fasi del Rapporto Ambientale......................................................................................... 42 6.1.1 Quadro di riferimento programmatico e normativo ..................................................... 42

6.1.2 Quadro di riferimento progettuale................................................................................ 42 6.1.3 Quadro di riferimento ambientale ................................................................................ 42

6.2 Le fonti ................................................................................................................................ 44

7. LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE ...................................................... 45

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1. PREMESSA La presente relazione costituisce il “Rapporto Preliminare” alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativa al Piano Particolareggiato Esecutivo con specifica considerazione dei valori ambientali “Rotondella” (PPE). Il Rapporto è redatto secondo le indicazioni di cui al comma 1 del D.Lgs 4 del 16 gennaio 2008. Il documento è stato redatto dall’arch. Fedele Zaccara ed é articolato in cinque parti: − riferimenti legislativi e metodologici − prima individuazione delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio − descrizione delle finalità, degli obiettivi e dei principali contenuti della Proposta di Piano − i possibili impatti ambientali inducibili dal PPE − articolazione metodologica e contenuti proposti per il Rapporto Ambientale La caratterizzazione ambientale e paesaggistica del territorio è stata operata utilizzando l’ampio materiale documentario predisposto in sede di redazione del PPE e la relazione geologica allegata allo stesso. Sono state, inoltre, assunte informazioni da fonti di letteratura, riportate puntualmente nel testo. Sulla scorta del presente documento sarà possibile attivare la fase di consultazione (scooping) con l’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata (autorità competente) e con gli altri Enti e soggetti interessati, al fine di addivenire alla condivisione del sistema di obiettivi e contenuti del Rapporto Ambientale. La trasmissione del presente Rapporto Preliminare all’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione, unitamente alla Proposta di PPE adeguata al parere di conformità reso dal Gruppo di Coordinamento Regionale dei PPE e del successivo attestato rilasciato il 29 luglio 2011, scandisce l’inizio (tempo 0) del cronoprogramma per l’approvazione del Piano definito nel “Protocollo di Intesa tra la Regione Basilicata ed il Comune di Rotondella per la definizione congiunta del percorso procedurale per l’approvazione del Piano Particolareggiato Esecutivo dell’ambito “Rotondella” sottoscritto il 22 ottobre 2012.

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2. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E METODOLOGICI

2.1 Dalla direttiva comunitaria ai provvedimenti re gionali “La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) é finalizzata ad integrare preventivamente la componente ambientale nelle politiche di pianificazione e programmazione del territorio; funge da supporto alle decisioni ed alle scelte di pianificazione territoriale in funzione degli obiettivi di sostenibilità ambientale; favorisce la trasparenza e la pubblicità degli iter procedurali coinvolgendo le amministrazioni ed il pubblico …… Non costituisce una fase estranea o conclusiva rispetto alla pianificazione; essa è piuttosto una procedura che affianca e condiziona l’elaborazione del Piano in tutte le sue fasi …. La valutazione ambientale, in altri termini, supporta il piano/programma in una fase in cui è ancora possibile apportarvi modifiche; quindi è parte integrante del piano stesso.” 1 La procedura è stata introdotta nei i paesi europei con l’approvazione della Direttiva 2001/42/CE. In Italia è divenuta tardivamente obbligatoria con la travagliata stesura del Testo Unico sull’Ambiente2. Ad oggi soltanto alcune Regioni hanno organicamente recepito questo nuovo procedimento attraverso Delibere o, meglio, apposite leggi regionali. La Regione Basilicata non è fra queste. Il problematico intreccio fra la legge urbanistica della Regione (Legge regionale n.23/1999 e s.m.i.), la pianificazione paesistica figlia della Legge 431/1985, e la procedura di VAS, non disciplinati da un provvedimento legislativo di coordinamento, ha provocato notevoli complessità nell’iter di approvazione dei piani, tant’è che, nel caso di specie, si è addirittura pervenuti alla stipula di un Protocollo di Intesa fra Regione e Comune per la più rapida approvazione del Piano.

2.2 Valutazione Ambientale Strategica e Rapporto Am bientale La VAS ha inizio con la stesura, unitamente al Piano, di un Rapporto Ambientale (RA), si sviluppa attraverso forme di consultazione istituzionale e popolare e si conclude con la pronuncia dell’Ente preposto e con il successivo monitoraggio degli effetti delle decisioni prese. Il Rapporto Ambientale (RA) si compone, essenzialmente, di tre fasi principali: − la fase conoscitiva, nella quale (attraverso la predisposizione di opportune matrici

ambientali) si illustra la situazione ambientale ex ante e si individuano le criticità e/o opportunità connesse all’attuazione del Piano

− la fase valutativa, nella quale (attraverso la costruzione di opportuni sistemi di indicatori) si stimano gli effetti delle azioni di piano sugli elementi costitutivi dell’ambiente;

− la fase di monitoraggio, nella quale viene elaborato (sulla base di opportuni set di indicatori) un programma di azioni per la valutazione del piano in corso di attuazione, tale da consentire anche eventuali interventi correttivi. Il monitoraggio, in sostanza, consiste in uno strumento di passaggio dalla valutazione ex ante, alla verifica in itinere ed ex post.

Analogamente al SIA, è possibile articolare il RA nei seguenti diversi capitoli: − Quadro di riferimento programmatico e normativo. In esso si analizza la coerenza del Piano

con quelli sovraordinati e con il sistema dei vincoli esistenti sul territorio; 1 Cfr. “La valutazione ambientale nei piani e nei progetti”, a cura di L. Colombo, S. Losco, C. Pacella, Edizioni Le Penseur, 2008, pag. 12 2 D.Lgs. 152/2006, D.Lgs 4/2008, D.Lgs 29 giugno 2010, n.128

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− Quadro di riferimento progettuale. In esso si descrive l’ipotesi di Piano e povrebbero individuarsi, laddove credibili, scenari anche alternativi di possibile attuazione del piano, quantificando le variazioni attese in termini, ad esempio, di popolazione residente, edificabilità, flussi di traffico, localizzazioni di nuove attività industriali ed agricole, dotazioni infrastrutturali, verde urbano;

− Quadro di riferimento ambientale. In esso sono comprese: − la caratterizzazione ambientale in riferimento al sistema delle Determinanti ambientali

significative ed alle componenti ambientali ex ante − la caratterizzazione ambientale ex post, riferita sempre alle Determinanti ed alle

componenti ambientali individuate − l’individuazione degli impatti (positivi e negativi) − la conseguente individuazione dei punti di forza e debolezza del piano alla luce delle

analisi svolte (analisi SWOT) − la formazione di un programma di azioni di monitoraggio

Pur in assenza di un quadro omogeneo di direttive tecniche, sono ormai diverse le VAS avviate ed i RA elaborati, con interessanti approfondimenti utili anche al particolare contesto del territorio lucano. Si segnalano, a puro titolo di esempio, interessanti applicazioni svolte nella Regione Veneto, laddove lo sforzo è quello di individuare la dimensione fisica degli impatti attraverso l’intelligente utilizzo del GIS e delle Banche Dati regionali superando i limiti delle prime VAS, ancora espresse in modo prevalentemente discorsivo o impostate su pacchetti di tabulati numerici. Poiché l’attendibilità dei risultati si fonda in buona misura sulla sufficiente e soprattutto omogenea disponibilità di dati a livello regionale, giova ricordare il lodevole sforzo della Regione Piemonte, che si sta dotando di un Bilancio Ambientale Territoriale già disponibile sull’intranet aziendale, il cui obiettivo dichiarato è quello di costruire una base di dati unica ed omogenea a scala regionale degli indicatori ambientali prodotti e/o utilizzati da ARPA. Occorre, inoltre, ricordare che, a livello scientifico e metodologico, esistono materiali sufficienti a dare corso alla costruzione di una Banca Dati regionale, alla costruzione di opportuni set di matrici ed indicatori fondati sulla metodologia DSIR e, complessivamente, a rigorose e semplici metodologie di lavoro per lo sviluppo dell’intera procedura di VAS e, nell’ambito di essa, dei RA. Interessanti appaiono, al riguardo le prime elaborazioni dell’ARPAB, peraltro opportunamente divulgate su internet, ma certamente del tutto ancora insufficienti a fornire un adeguato supporto conoscitivo, com’è peraltro correttamente riconosciuto dallo stesso Ente3. Sarebbe interessante avere conoscenza degli approfondimenti sul tema da parte delle Province che, sopratutto la Provincia di Potenza, da anni lavorano sul tema del “Bilancio ambientale”. Quello che, purtroppo, pare mancare è la reale volontà dell’istituzione regionale lucana di dare attuazione effettiva alla direttiva comunitaria, nell’ambito di un nuovo e moderno modo di governare attento alla sostenibilità ambientale non a parole, ma nei fatti. Come era già accaduto con la LUR, si è così giunti all’appuntamento con l’entrata in vigore della VAS senza strumenti, senza cartografie tematiche e ormai improcrastinabili Sistemi Informativi Territoriali e senza sistemi organizzati ed omogenei di raccolta, catalogazione e valutazione dei dati4. La cartografia tecnica regionale è in fase di formazione, ma non ancora disponibile per Enti e professionisti.

3 Si veda, al riguardo “I dati ambientali delle ARPA al servizio delle valutazioni ambientali”, di V. Sigillito et altri, in “La valutazione ambientale nei piani e progetti”, op. cit., pag.217 4 In fase di attivazione della LUR la Provincia di Potenza aveva iniziato la costruzione di una Banca Dati Ambientale finalizzata alla costruzione del Bilancio Ambientale. Questa iniziativa si era concretizzata nella costruzione di un primo set di indicatori e in forme di collaborazioni con i Comuni. Poi, in silenzio, l’iniziativa sembra essere stata abbandonata e non pare che tale attività abbia prodotto considerevoli risultati concreti

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2.3 Il Rapporto preliminare (la fase di scooping) La fase di scooping è finalizzata a trovare un accordo iniziale fra l’autorità proponente (Comune), l’autorità procedente (Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata) e gli altri soggetti competenti in materia ambientale, con particolare riferimento alla “portata ed al livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale”.5 Nel caso in esame, inoltre, alla luce del Protocollo di Intesa stipulato fra la Regione ed il Comune di Rotondella, concorrono alla fase di scooping anche gli altri Enti ed Uffici chiamati a pronunciarsi nell’iter di approvazione urbanistica del Piano. Tale accordo è reso possibile dalla stesura di un Rapporto preliminare relativo ai possibili impatti ambientali significativi dell’attuazione del piano o programma in esame. Per offrire una chiara identificazione di tali possibili impatti, sia pure a livello ancora preliminare, si è ritenuto necessario premettere una prima individuazione delle caratteristiche paesaggistiche ed ambientali del territorio dell’ambito di studio e dei territori contermini (parte 2) ed una descrizione delle finalità, obiettivi e contenuti del PPE (parte 3). Si opera, quindi, la prima individuazione dei possibili impatti (parte 4). La parte finale del documento (parte 5) individua metodologia e contenuti del Rapporto Ambientale.

5 Cfr D. Lgs 4/2008, art. 13, comma 1

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3. CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DEL TERRITORIO COMUNALE

3.1 Inquadramento territoriale 6 L’area di interesse del PPE è collocata immediatamente a ridosso della linea di costa, sul Mare Ionio, nel cuore della regione geografica del Metapontino. E’ questa un’area estesa per circa 800 km2 , in provincia di Matera, costituita da una zona pedecollinare cui segue una lieve depressione ed una fascia di dune che precede la spiaggia sabbiosa. La piana, oggi bonificata, è solcata dai Fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni e dalle relative strade di fondovalle che collegano la costa all’interno della regione. Il paesaggio è caratterizzato da vasti terreni pianeggianti con aranceti, frutteti e coltivazioni in serra. Dell’antico bosco di latifoglie (frassini, olmi, ontani, salici e querce) che fino alla Riforma Agraria caratterizzava l’area costiera rimane, alla foce del Sinni, adiacente al territorio del PPE, solo un relitto diventato Riserva naturale (Bosco Pantano di Policoro) e zona SIC. Il paesaggio dell’entroterra è caratterizzato dalla presenza dei centri di origine più antica: Pisticci e Bernalda, entrambi di antichissima tradizione agricola, che conservano ancora oggi la loro identità ancorché fortemente legati all’area costiera (Metaponto e Marina di Pisticci), ma anche Rotondella, dalla assai caratteristica morfologica dell’insediamento, legato all’area costiera oggetto del PPE. Il paesaggio basso-collinare è ancora oggi caratterizzato da vasti appezzamenti coltivati in prevalenza ad ulivo. Lungo la fascia costiera gli insediamenti e le infrastrutture turistiche “convivono” con i siti archeologici, vestigia delle antiche città greche. Negli spazi aperti è documentata la presenza di linee divisorie dei campi, il più antico esempio di lottizzazione e di bonifica conosciuto nel mondo greco e l’antecedente più significativo delle centuriazioni romane, dovute alla bonifica di epoca greca, finalizzata allo sfruttamento intensivo dei terreni agricoli e legata all’attività di disboscamento delle aree subcostiere e dell’immediato entroterra ionico. Con la dominazione romana e la progressiva decadenza politica della città di Metaponto prevalse il latifondo; la bonifica agraria fu abbandonata, con rapido degrado della pianura, che divenne acquitrinosa e malarica. La rinascita della costa e dell’entroterra ionico è molto recente, legata in primis alla bonifica agraria degli anni ’50 e, successivamente, negli anni più recenti, allo sviluppo turistico. Nella zona sono presenti anche le aree industriali della Val Basento e di Policoro. Ma l’altra attività economica prevalente, unitamente all’agricoltura, è il turismo che vede, nel periodo estivo, presenze nell’ordine delle 500.000 unità alla cui intensificazione hanno notevolmente contribuito i numerosi villaggi turistici, realizzati nell’ultimo ventennio. Gli elementi principali del sistema della mobilità sono costituiti dalla SS 106 ionica, che percorre l’area parallelamente alla linea di costa e che è interessata da anni da consistenti interventi di adeguamento ed ampliamento e dalla linea ferroviaria ionica, che corre anch’essa parallelamente alla linea di costa ed alla stessa SS 106. Il processo di crescita demografica dei centri costieri del Metapontino (Marconia, Scanzano Ionico, Policoro, Nova Siri Scalo), indotto dai processi di sviluppo dell’agricoltura e del turismo e dal consistente fenomeno di immigrazione che, negli anni ’60 e ’70, ha interessato questi centri con provenienza dalle zone collinari ed interne, ha determinato la consistente crescita dei centri urbani, evidenziando anche criticità costituite dall’interferenza delle linee di comunicazione (SS 106) con i nuovi abitati.

6 Cfr. Regione Basilicata, DIPTU ROMA “Paesaggi che cambiano – Linee guida per la progettazione integrata del paesaggio della Basilicata”, a cura di Susanna Menichini, Lucina Caravaggi, Officina Edizioni, Roma 2006

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3.2 Le problematiche dell’ambito

3.2.1 L’individuazione

Il territorio del Metapontino è stato assoggettato all’obbligo della formazione dei Piani Paesistici a seguito dell’approvazione della Legge 431/1985 (la cosiddetta Legge Galasso) e dei relativi decreti attuativi (chiamati anche “Galassini”). Risale al 1990 la data dell’approvazione regionale del Piano Territoriale Paesistico di Area Vasta (PTPAV) “Metapontino”, che ha provveduto a definire la disciplina paesistica di questo importante comprensorio lucano. Il PTPAV individua alcune limitate porzioni di territorio, definite “ambiti”, caratterizzate dalla contemporanea presenza di elevati valori paesaggistici ed ambientali, ma anche di tensioni alla trasformazione. Su tali ambiti si conferma l’inedificabilità temporanea già estesa all’intero territorio prima dell’approvazione del Piano, prescrivendo la formazione dei Piani Paesistici Esecutivi o Piani Particolareggiati Esecutivi con specifica attenzione ai voleri paesistici ed ambientali (PPE), ossia di Piani Particolareggiati che, col maggior dettaglio loro riconosciuto, hanno lo scopo di disciplinare l’uso del territorio contemperando lo sviluppo delle aree alla tutela e conservazione dei caratteri costitutivi paesaggistici ed ambientali. Nel territorio di Rotondella sono individuati 2 ambiti: il primo, definito “Fiume Sinni”, interessa il tratto terminale del fiume, con le due sponde poste in comune di Rotondella e Policoro, con prevalenza del territorio di Rotondella (e, quindi, assegnato a Rotondella in qualità di comune capofila) ed il secondo, denominato “Rotondella”, che comprende la fascia costiera del comune, dal Canale della Rivolta fino alla foce del Sinni. A quest’ultimo è riferita la procedura di VAS ed il presente Rapporto Preliminare. L’area di intervento del PPE è compresa nel territorio di Rotondella, il cui centro abitato sorge ad alcuni chilometri nell’entroterra e ne costituisce lo sbocco a mare, tra i comuni di Nova Siri Scalo e Policoro. Confina a sud-ovest, verso il comune di Nova Siri Scalo, a est con il fiume Sinni, a sud con la fascia demaniale litoranea, a nord con il sedime della linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria. Il terreno è attraversato dalla Strada Provinciale “della Laccata”, che costituisce l’accesso principale al terreno dall’abitato di Nova Siri Scalo e dalla Strada Statale 106 “Jonica” ed è diviso dal Canale della Rivolta, gestito dal consorzio di bonifica del Bradano e Metaponto. L’area si presenta pianeggiante, in alcuni punti leggermente depressa rispetto alla fascia demaniale parallela alla costa, ai rilevati della strada comunale a ovest e della Strada Provinciale della Laccata, al rilevato del Canale della Rivolta e del sedime ferroviario a nord. Destinata ad attività agricole, è attraversata da alcuni canali di raccolta delle acque. Occupa una superficie complessiva di circa 314 ettari.

3.2.2 Il contesto ambientale

L’area agricola, posta a ridosso della fascia costiera, è stata caratterizzata dalla trasformazione del paesaggio, con la sostituzione delle colture tradizionali a conduzione diretta con quelle ortofrutticole specializzate. La crescita delle superficie specializzate ha comportato la semplificazione del paesaggio con esisti controproducenti per il funzionamento ecologico del territorio, mentre l’utilizzo di fertilizzanti ed erbicidi può indurre problemi di tossicità per le elevate concentrazioni dei relativi principi attivi che si accumulano nel terreno. Avvicinandosi alla linea di costa si nota un residuo della pineta costiera che, in misura più consistente, caratterizza situazioni analoghe del metapontino. Ed in effetti, la pineta, posta tra la retroduna ed i campi coltivati lungo tutto l’arco ionico lucano, costituisce uno dei più significativi

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interventi di bonifica effettuati a partire dagli anni ’30 del secolo scorso, e proseguiti fra il 1950 ed il 1970 al fine di proteggere e consolidare la duna litoranea ed impiantare un’efficiente fascia frangivento a difesa delle colture agricole dell’entroterra. Nata, dunque, come intervento artificiale di forestazione, la pineta litoranea ha assunto col tempo un preciso ed autonomo valore ambientale consolidandosi quale segno di forte strutturazione del paesaggio costiero ionico. Tra il litorale sabbioso e la pineta s’insinua, poi, la fascia retrodunale ricoperta dalla tipica vegetazione arbustiva mediterranea, con prevalenza di lentischi e ginepri, mentre nelle zone più umide ed acquitrinose vegetano specie igrofile, quali la cannuccia di palude ed il giunco. Nei tratti terminali dei canali di irrigazione della Bonifica, che solcano tutta la pianura meta pontina ed anche il territorio del PPE, è presente la tipica vegetazione ripariale. Ultimo baluardo naturale prima del litorale è il cordone dunale, soggetto a continue modificazioni morfologiche indotte dall’azione del vento e del mare, che contribuisce a creare un paesaggio mutevole, quasi desertico, di grande pregio ambientale e vegetazionale. Qui la vita è presente con specie dotate di elevata resistenza alla salinità ed alla siccità che, colonizzando le aree, avviano sia il processo di fissazione delle sabbie, sia il subentro di altre specie vegetali. In passato l’ambiente dunale meta pontino si estendeva fino a 100 metri di larghezza. Oggi, invece, gli apparati dunali integri interessano parti limitate del territorio: l’erosione diffusa ne provoca il continuo smantellamento e compromette un importante ecosistema ed un tratto paesaggistico di eccezionale valore7. Ed in effetti, proprio nel territorio del PPE, in epoca recente, si assiste al forte degrado della duna costiera ed al progressivo inaridimento della fascia di territorio retrostante, per effetto della crescente salinità. Questo fenomeno è determinato dall’azione dell’erosione costiera. La fascia costiera è, infatti, interessata da un intenso processo di erosione che, innescato dal mancato apporto solido del fiume Sinni, ha determinato il costante arretramento della linea di battigia. Studi specifici sviluppati in parallelo alla formazione del PPE consentono di affermare che il fenomeno dell’erosione costiera si attesta intorno all’allarmante valore di arretramento della linea di costa di circa 2,5 m/anno8. Le principali cause dell’erosione delle spiagge sono da ascriversi alla riduzione degli apporti solidi fluviali al mare conseguenti ad interventi antropici, quali l’estrazione di materiale dagli alvei, la costruzione di dighe di sbarramento, la sistemazione dei versanti dei bacini montani e la regimazione dei torrenti, che, se da un lato attenuano il degrado erosivo dei corsi d’acqua, dall’altro riducono il ripascimento naturale delle spiagge. Sull'alto corso del fiume Sinni, subito a valle della confluenza sul Cogliandrino, l'ENEL ha costruito tra il 1967 ed il 1975 uno sbarramento in terra per la produzione di energia elettrica. Si tratta del serbatoio di Masseria Nicodemo, della capacità di circa 12 milioni di mc. Più in basso sul corso dello stesso fiume è stato realizzato, a partire dal 1972, l'imponente invaso di Monte Cotugno che rappresenta il punto nodale di tutto il sistema idrico. La diga è costruita in terra ed ha capacità utile di circa 450 milioni di mc. Le dighe di Masseria Nicodemo e di Monte Cotugno trattengono il materiale solido rifornito dal bacino a monte e quindi modificano in qualche misura l'assetto raggiunto dall’alveo a valle. Analogo effetto hanno le traverse di San Giorgio sul Sarmento e di S. Laura sul Sinni, almeno fino a quando la parte fissa sporgente non viene colmata a monte. Alcuni studi portano ad assumere una erosione media del suolo nel bacino imbrifero pari a 0,8 mm. Ne consegue che per il bacino imbrifero del fiume Sinni di superficie pari a 1306 kmq, il volume di materiale eroso per anno è pari a poco più di 1 milione di mc. Assommando il materiale eroso per l’insieme dei corsi ‘acqua che sfociano lungo il tratto di litorale ionico lucano, si stima che il mancato apporto di materiale al mare per anno è pari a circa 3 milioni di mc. Tale materiale, prima della realizzazione delle opere lungo l’asta fluviale, giungeva al mare e, distribuito

7 Cfr. Regione Basilicata “Osservatorio virtuale del paesaggio”, Progetto Pays.doc, INTERREG III MEDOCC 8 PPE Rotondella – Relazione tecnica delle opere di protezione costiera ed opere portuali, a cura dell’ing. Giuseppe Tomasicchio

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dall’azione del mare lungo il litorale ricompresso nell’unità fisiografica, provocava l’avanzamento della linea di riva. Oggi il processo che si verifica è di arretramento veloce della linea di riva. Infine, va ricordato che ai processi di sottrazione di materiale determinato dalla presenza di invasi, vanno aggiunti i volumi estratti presso le cave presenti lungo le sponde di quasi tutti i tratti vallivi dei corsi d’acqua in questione.

3.2.3 Il contesto urbanistico-funzionale

L'ambito di "Rotondella" mantiene ancora residui elementi di naturalità, soprattutto in prossimità dell’alveo e del corso del Fiume Sinni. Interessa un triangolo di territorio compreso fra la ferrovia, il fiume Sinni e l’insediamento alberghiero “Akiris” già in comune di Nova Siri, e si colloca interamente all’interno del comune di Rotondella. Gli usi attuali sono quelli della balnearità, nei periodi estivi, e delle attività agricole, nell'entroterra, sia pure parzialmente impedite dal progredire dei fenomeni di salinità, dovuti all'azione erosiva del mare e dal degrado della fascia dunale. L'analisi dei fenomeni di trasformazione in atto nei tratti vicini di costa evidenzia il progressivo consolidarsi di un recente sistema insediativo, prevalentemente legato allo sviluppo delle attività turistiche, costituito da un insieme di villaggi turistici, lidi e gruppi di residences e seconde case disposti parallelamente alla costa e fra loro riconnessi da percorsi carrabili o pedonali, fra cui la cosiddetta "duna attrezzata" presente sul litorale di Policoro e Rotondella.

3.3 Aree protette e vincoli

3.3.1 Zone SIC-ZPS

Un’importante potenzialità ambientale dell'ambito è costituita dalla vicina presenza del Bosco di Policoro, biotopo segnalato già negli anni '70 dall'Associazione Botanica Italiana, oggi individuato come “Sito di Interesse Comunitario (SIC)" (Bosco Pantano di Policoro e costa ionica foce Sinni) e fatto oggetto di programmi di rinaturalizzazione finanziati con il concorso della U.E. Come in Basilicata, la quasi totalità dei boschi planiziali è andata distrutta in tutta Italia, man mano che progrediva il reperimento di terre adatte all'agricoltura intensiva9. Basti pensare alla grande foresta di Terracina, ai numerosi boschi della pianura padana ed a quelli della pianura veneta e friulana. Ci restano pochissimi lembi che, per l'interesse floristico e genetico, meritano una protezione integrale …."10. La testimonianza di quella che fu una delle formazioni planiziali forestali più interessanti dell'Italia meridionale si estende in sinistra idrografica del Sinni, nelle due aree del Bosco Soprano e Bosco Sottano. Il bosco idrofilo di Policoro appartiene, secondo Pedrotti (1980), all'associazione Carici-Fraxinetum angustifoliae che si ritrova lungo i corsi d'acqua e lungo le coste in posizione retrodunale o interdunale. E' un'associazione propria della penisola italiana distribuita lungo tutta la costa Adriatica, dal Po fino alla Sicilia, dove accanto al frassino ossifillo si ritrovano frequentemente l'olmo campestre e la farnia (per Policoro si segnala la significativa presenza dell'ontano nero). Nell'area del Pantano Sottano lo strato arboreo è composto prevalentemente da specie meso-igrofile, quali frassino ossifico, ontano nero, pioppo bianco, mentre la farnia ha attualmente un ruolo subordinato e l'olmo campestre è presente quasi esclusivamente in forma cespugliosa. Accanto a queste specie compaiono frequentemente cerro, acero campestre, alloro, salice bianco, pioppo gatterino, fico selvatico, melo selvatico ed olivo selvatico. In quest'area è possibile distinguere, sulla sola base della composizione arborea, alcuni tipi di formazioni, di ampiezza variabile, che ritroviamo distribuite in relazione alle particolari caratteristiche ambientali:

9 Enrico L. De Capua "Il bosco di Policoro: un relitto di foresta planiziaria", in Basilicata Regione, n.5/1996 10 Rallaello Giannini "Sulla conservazione del bosco di Policoro", Monti e Boschi, 1981

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− formazioni miste a pioppo bianco, pioppo gatterino, frassino ossifillo e ontano nero; − formazioni miste a prevalenza di frassino ossifillo e ontano nero con sporadici esemplari di

pioppo bianco; − formazioni pure a pioppo bianco; − gruppi puri a frassino ossifillo. Nell'area residua del Pantano Soprano, dove il livello medio del terreno è più elevato, si riscontra un diverso rapporto di mescolanza fra le specie: la componente igrofila si impoverisce. E' in quest'area, inoltre, che si ritrovano gli alberi più imponenti, con altezze superiori ai 25 metri e maggiore sviluppo diametrico. Il SIC interessa molto marginalmente l’ambito del PPE, prevalentemente disposto sulla riva opposta del Fiume Sinni, ma risulta evidente la delicatezza ambientale dell’area fluviale e del contesto circostante di verde ripariale. Ciò suggerisce scelte progettuali orientate ad una rinaturalizzazione del territorio, oggi prevalentemente costituito da aree agricole in parte abbandonate. Ad oggi l’area SIC non è dotata di Piano di gestione. − Vincoli

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3.3.2 Riserva naturale orientata “Bosco Pantano di Policoro”

E’ un’area naturale protetta della provincia di Matera istituita con legge regionale n.28/1999. Occupa una superficie di circa 500 ha, di cui 21 occupati da un’oasi WWF Italia (Oasi WWF Policoro Herakleia). Sulla riserva insiste il SIC “Bosco Pantano di Policoro e costa ionica foce Sinni”. Il territorio vede la presenza di zone paludose a canneti (Pantano di Policoro) e di residui del bosco planiziale di Policoro che conserva solo una piccola parte di una delle foreste planiziali più importanti dell’Italia meridionale. La Riserva comprende, oltre al SIC, le aree agricole a ridosso del bosco e gran parte della pineta che costeggia la spiaggia, con un’estensione complessiva di circa 1200 ha. Nella Relazione Ambientale sarà analizzata la coerenza del Piano con il “Programma di gestione” e con il “Regolamento della riserva” previsto ai sensi degli art. 4 e 5 della legge regionale istitutiva della riserva, la cui redazione è affidata alla Provincia di Matera, di concerto con i Comuni interessati (Rotondella, Policoro).

3.3.3 Vincoli

L’intero territorio del PPE è soggetto a vincolo paesaggistico ed è normato dal PTPAV “Metapontino”. La verifica di coerenza fra la Proposta di PPE ed il PTPAV è stata svolta in occasione del parere reso dal Gruppo di Coordinamento dei Piani Paesistici ed ha costituito riferimento per la definizione delle prescrizioni contenute nel parere stesso. Nel seguente capitolo si riporta l’esito della verifica di coerenza.

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4. OBIETTIVI E PRINCIPALI CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI PPE

4.1 Gli indirizzi del PTPAV “Metapontino” Per l'ambito G - insieme "8" denominato “Ambito Rotondella” il PTPAV “Metapontino” individua quattro elementi significativi a scala territoriale con le relative modalità di tutela e conservazione: 1. Fascia costiera, arenili, duna e fondali marini (AN 2-5, AN 2-24 e 25 del P.T.P.) L'elemento di interesse fisico è individuato con valore percettivo eccezionale, ed elemento geomorfologico ad eccezionale sensibilità geologica, per il quale si prescrive la conservazione e miglioramento della situazione attuale ed un uso turistico-balneare; gli interventi prioritari devono tendere al ripascimento della costa finalizzato al riassetto idrogeologico del litorale attraverso la immodificabilità dei caratteri morfologici (A1/1) e il ripascimento e protezione del litorale. Le misure di valorizzazione comprendono tra l'altro l'attrezzamento degli accessi al mare e la delimitazione dei parcheggi per la sosta. � Si ammette anche una parziale trasformazione se finalizzata a nuovi usi compatibili. � Prescrizioni progettuali di massima:

- attrezzature per la balneazione, protezione e sicurezza in mare dei bagnanti; - disinquinamento e miglioramento degli argini e dei canali di irrigazione, piantumazioni - ricostruzione macchia mediterranea retrodunale - opere di protezione dei fondali marini caratterizzati dalla presenza di poseidonato

2. Foce del Sinni (AA 4-26 del P.T.P.) L'elemento è individuato come elemento di interesse percettivo di valore eccezionale e naturalistico di valore elevato, oltrecché elemento geomorfologico ad elevata sensibilità e valore naturalistico elevato per il quale si prescrive la immodificabilità; gli usi attuale permangono solo se compatibili con la prescrizione di immodificabilità delle principali caratteristiche costitutive di ogni elemento mediante regolamentazione delle attuali pratiche agricole e disciplina dell'edificabilità rurale nell'ambito degli appositi strumenti urbanistici esecutivi. Sono da escludere l'uso estrattivo e prelievo di inerti, le pratiche agricole e le colmate. � Prescrizioni progettuali di massima:

- miglioramento della copertura vegetale - rimboschimenti - disinquinamento delle acque e in particolare dei prodotti fertilizzanti usati a monte dalle

attività agricole

3. Aree agricole (AN 8 -24 del P.T.P.) Si rimanda alle norma di prescrizione progettuale del PPE con possibili nuove destinazioni turistico-ricettive e di svago. La valorizzazione si attua attraverso l'uso insediativo, turistico e turistico-ricreativo. � Prescrizioni progettuali di massima

- piano di dettaglio da armonizzare al P.R.G. di Nova Siri ed alla tutela delle peculiarità costitutive degli elementi presenti.

� La tavola grafica di progetto del PTPAV suddivide l'area agricola in tre fasce: - nella prima, a valle della linea ferroviaria, è prevista una trasformazione previa verifica

per uso insediativo, infrastrutturale produttivo ed estrattivo. La trasformazione è condizionata rispetto all'attuale uso agricolo.

- la seconda fascia, disposta in prossimità alla costa, è da considerarsi intrasformabile rispetto agli usi insediativi ed agricoli e trasformabile previa verifica solo per usi infrastrutturali

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- la terza zona, di maggiore estensione e compresa fra le due, è invece considerata trasformabile senza condizionamenti specifici (trasformabilità ordinaria)

4. Magazzini Federici (AA2 -42 del P.T.P.) Il complesso edificato nel XVIII secolo costituisce una particolare valenza paesaggistica e insediativa di valore elevato, la cui tutela richiede la conservazione ed il ripristino, con destinazione culturale e turistico-ricettivo. � Prescrizioni progettuali di massima

- restauro del complesso architettonico - realizzazione di un giardino all’intorno - sistemazione della viabilità di accesso e segnaletica turistica

Tutti gli interventi previsti dal PPE risultano conformi al PTPAV. Infatti: � i nuovi usi insediativi ed i relativi manufatti a destinazioni residenziali, ricettive, commerciali e

di servizio sono ubicati nelle zone agricole, laddove tali interventi sono ritenuti ammissibili (zone agricole di prima e terza fascia)

� l’intervento di rinaturalizzazione connesso al verde privato ed alla pratica del golf interessa la zona agricola di seconda fascia. In essa non vengono realizzati insediamenti;

� la previsione dell’intervento di contrasto all’azione erosiva ed il ripascimento costiero interessa la fascia costiera, duna e fondali marini (zona 1) ed attua le indicazioni del PTPAV

� la zona classificata Foce del Sinni dal PTPAV è interessata, per la parte ricadente nel PPE, dalla previsione di un Parco fluviale;

� il nuovo insediamento prevede il restauro dei Magazzini Federici e la sistemazione a verde delle aree d’intorno;

� ricade nella zona agricola di terza fascia, con trasformabilità ammissibile per gli usi infrastrutturali, l’area sistemata a verde attrezzato.

4.2 Caratteristiche del PPE 11

4.2.1 Relazioni con il sistema degli obiettivi del PTP di Area Vasta

Sulla base delle analisi e studi preliminari condotti per gli aspetti geomorfologici, vegetazionali, faunistici, paesaggistici, produttivi e infrastrutturali (Tav. C1.1 - C1.2 – C1.3 - C2 - C3 – C3.1 – C3.2 - C4) ed alle successive valutazioni e sintesi tematiche (Tav. VG1 - VG2 - VT1 - VT2), sono stati approfonditi gli originari obiettivi di tutela del Piano Territoriale Paesistico di Area Vasta. Gli obiettivi specifici di tutela ambientale e valorizzazione funzionale individuati dal PTPAV sono:

Obiettivo 1. conservazione dell'ambiente naturale costituito dal letto fluviale e dalla

vegetazione ripariale (assetto geomorfologico, vegetazionale-faunistico e paesaggistico)

Obiettivo 2. riqualificazione e consolidamento dell'insieme ambientale costituito dall'asta fluviale e dalla vegetazione ripariale, che costituiscono elementi di valore eccezionale nel contesto territoriale

Obiettivo 3. protezione e difesa del sistema dunale e retrodunale Obiettivo 4. ripascimento artificiale della linea di costa e riqualificazione ambientale

della fascia sabbiosa Obiettivo 5 ripristino della naturalità della zona fociale del fiume per favorire la

ricostituzione dell’ecosistema vegetazionale e faunistico

11 Nel descrivere il progetto di PPE si fa ampio riferimento alla Relazione descrittiva del Piano stesso, anche riportandone testualmente intere parti

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Obiettivo 6. valorizzazione turistica delle aree prive di interesse paesaggistico o naturalistico

Tali obiettivi possono essere raggiunti attraverso azioni di tutela e valorizzazione tendenti a:

� rinaturalizzare il paesaggio lungo l'asta fluviale � preservare l'ambiente naturale dall'aggressione degli insediamenti produttivi (agricoli e

industriali) � ricostruire e proteggere la situazione vegetazionale ripariale � favorire lo sviluppo dell'abitat faunistico � impedire modificazioni incontrollate dell'assetto geomorfologico fociale e ripristinarne

l’ecosistema � evitare il prelievo incontrollato di acqua dal letto fluviale � incentivare l’insediamento di strutture ricettive e la realizzazione di attrezzature di servizio

alle attività balneari

Gli obiettivi si attuano attraverso vincoli prescrittivi di uso e di trasformazione ed attraverso una serie di interventi esecutivi.

4.2.2 Un progetto di sviluppo economicamente fondato ed ambientalmente

sostenibile

I criteri ispiratori della proposta urbanistica traggono origine direttamente dai risultati delle analisi svolte: l’ambiente ed il paesaggio della costa di Rotondella e del suo immediato entroterra sono in fase di progressivo degrado per effetto dell’erosione costiera, della politica infrastrutturale e delle trasformazioni colturali attuate nel secolo scorso. Tale degrado interessa anche il tratto terminale dell’alveo del Fiume Sinni. Per invertire questa tendenza, che appare in progressiva accelerazione, sono necessari consistenti interventi di natura sia infrastrutturale (protezione e ripascimento delle coste, ricostituzione delle dune costiere e degli arenili) che produttiva (riconversione degli usi del suolo non compatibili in usi che siano in grado di coniugare sviluppo, profitto e compatibilità ambientale). Questi interventi sono possibili soltanto nell’ambito di un’intesa fra pubblico e privato, capace di contemperare riconversione e riqualificazione ambientale con forme di sviluppo ecologicamente sostenibili. Anche su questo terreno si sperimenta, quindi, la proposta urbanistica che necessita di essere verificata, pertanto, rispetto al tema “produttivo”. Attesa la scelta inevitabilmente turistica dello sviluppo ipotizzato per l’area, tale verifica dovrà confermare la fattibilità dell’intervento prospettato dal punto di vista industriale, assumendo la scelta della destagionalizzazione come criterio di fondo. Il punto debole delle zone a vocazione turistica nel Mezzogiorno è costituito dalla eccessiva brevità della stagione che, limitata a due mesi l’anno, non consente ritorni adeguati agli investimenti produttivi e, scoraggiandoli, di fatto favorisce scelte ed investimenti aventi esclusivamente caratteristiche immobiliari, a più elevata produttività, almeno un tempo, ma dotate di minore o quasi nullo effetto moltiplicatore per l’economia locale e, spesso, di elevato impatto negativo sul paesaggio e sull’ambiente. La Proposta di PPE è sostenuta da un progetto di sviluppo turistico improntato alle caratteristiche produttive e che fonda la sua fattibilità economica sulla scelta della destagionalizzazione, che viene perseguita con alcune leve principali: � la realizzazione di n.2 campi da golf a 18 buche, che caratterizza il nuovo insediamento

come luogo di vacanza per golfisti, sportivi in rapido aumento in Occidente, in Europa ed in

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Italia, e che potranno trovare un comprensorio, quello del Metapontino, dotato, oltre ai campi di Rotondella, anche di altri 2 campi (Metaponto, Ginosa);

� la creazione di un nuovo insediamento laddove ben il 30% del patrimonio edilizio è costituito da strutture alberghiere con differenziate caratteristiche. Se è vero che ben minore risulta la redditività delle strutture alberghiere rispetto a quello del puro investimento immobiliare, è pur vero, tuttavia, che queste assicurano un costante ricambio della clientela ed un ciclo di attività annuale ben più lungo del solo investimento immobiliare;

� la creazione della “testata urbana”, ossia di un sistema urbano, organizzato intorno alla darsena, con abitazioni convenzionate, e quindi offerte in proprietà anche a residenti della zona, attività commerciali, servizi, attrezzature sportive e parcheggi, in modo da “aprire” il nuovo insediamento al sistema urbanistico della vicina Nova Siri, di facilitare una costante presenza umana anche bei periodi invernali e di facilitare gli scambi fra turisti e residenti.

Queste caratteristiche, che configurano l’intervento come economicamente fondato, si accompagnano alla sostenibilità ambientale dello stesso, così documentabile: � l’indice territoriale medio dell’intero Piano, ossia il rapporto fra le cubature complessivamente

realizzabili e la superficie territoriale complessiva, è pari a quasi 0,12 mc/mq, pari, quindi, a poco più di un indice che si riconosce in qualsiasi zona extra-urbana;

� l’indice fondiario medio, ossia il rapporto fra la somma delle volumetrie e la somma delle superfici dei comparti fondiari, è pari a 0,18, indice questo che configura un insediamento che, anche nelle sue parti dense, si caratterizza mediamente per il ridotto carico antropico sul territorio;

� la fattibilità economica dell’intervento consente di individuare, nella pratica golfistica, una ipotesi realistica e non velleitaria di ricostituzione naturalistica di un’ampia area di oltre 160 ettari, oggi ancora destinata ad agricoltura intensiva. Il reimpianto della vegetazione, il ripristino del sistema dei laghetti e delle zone umide (che richiama l’antica immagine del Metapontino evitando, con il ricircolo continuo dell’acqua, gli effetti negativi dello stagno) è, inoltre, elemento che autorizza a ritenere che aumenterà notevolmente la biodiversità della zona e che la stessa diventerà luogo di attrazione per numerose specie faunistiche, anche migratorie;

� la previsione del Parco del Sinni può consentire l’ampliamento e la ricostituzione del verde ripariale, oggi fortemente ristretto e minacciato dalle pratiche agricole intensive, accrescendo anche il corridoio ecologico fluviale e, in prospettiva, consentendone la riconnessione con i lembi dell’antico bosco planiziale ancora esistenti, anche se mal messi, nell’entroterra (Bosco Soprano). Il Parco fluviale prima e la zona golfistica poi creano, inoltre, una successione di ambienti che consentono un più equilibrato passaggio fra le condizioni di totale naturalità del SIC a quelle delle totale artificialità dell’insediamento antropico;

� la predisposizione di interventi atti ad arrestare l’erosione, la ricostituzione della duna e la creazione di un Parco retrodunale ove reimpiantare le specie pioniere, riporta un possibile equilibrio ecologico in questa delicata area di contatto fra la terra ed il mare, oggi fortemente compromessa.

4.3 Direttive progettuali per le trasformazioni fis iche dell’ambito Al fine di perseguire gli obiettivi generali e specifici di tutela, riqualificazione e valorizzazione degli elementi fisici e morfologici dell'ambito, la definizione del progetto è stata articolata in: direttive progettuali, interventi previsti e norme d'attuazione. Le direttive progettuali sono state formulate a seguito della conclusione delle fasi di analisi, valutazione, interpretazione della domanda e formazione degli obiettivi, confrontando i dati di conoscenza dei caratteri fisici, geomorfologici, naturalistici e paesaggistici con le situazioni socio-economiche in atto e la domanda di trasformazione Dalle valutazioni effettuate si evidenzia da un lato il degrado ambientale delle aree golenali e della fascia costiera, e dall’altra la vocazione turistica dell’area.

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La necessità di preservare e restaurare le situazioni naturalistiche integrandole con lo sviluppo produttivo, tende a definire un "disegno" di utilizzo e valorizzazione del territorio nel quale trovino un equilibrio le esigenze di tutela e le esigenze di sviluppo socio-economico.

Direttive progettuali: In questa ottica sono state formulate le priorità delle direttive progettuali che si specificano in interventi: Aree golenali: � vincolo di immodificabilità assoluta a fini insediativi, agrari ed estrattivi dell'attuale ambito

fluviale interessato dalla vegetazione naturale ripariale (così come riportato in tav. C.1.2) � opere di rinaturalizzazione delle aree golenali lungo il margine vegetazionale esistente a

protezione delle parti naturalistiche a maggior rischio ambientale per realizzare zone cuscinetto fra le attività antropiche e l'ambiente fluviale

� interventi di ripristino e rinaturalizzazione geomorfologica, vegetazionale e faunistica dell’area fociale (zona salmastra).

Ambito dunale: � rimodellazione geomorfologica e restauro vegetazionale della fascia dunale a difesa

dell’azione erosiva del mare e attrezzamento della stessa a fini balneari � opere di ripascimento artificiale della costa (in arretramento a seguito del mancato apporto

solido del Sinni)

Ambito retrodunale: � messa a dimora di vegetazione lungo la fascia retrodunale a protezione della costa � fascia di rispetto a protezione dell’ambiente ripariale del Sinni Aree agricole interne: � parziale rinaturalizzazione del territorio, ottenuta con la trasformazione dai precedenti usi

agricoli intensivi a verde con caratteristiche autoctone compatibile con pratiche sportive e connesse al tempo libero; realizzazione di un insediamento turistico-ricettivo

4.4 Il progetto di Piano 12

4.4.1 La vision: il disegno unitario del nuovo insediamento turistico-produttivo

L’opportunità di ripensare in maniera unitaria ed equilibrata lo sviluppo delle due aree a destra e a sinistra del Canale della Rivolta, fino ad oggi pensate in un ottica autonoma e poco integrata per la loro diversa condizione di procedura autorizzatoria e per la loro appartenenza a soggetti promotori diversi, ha portato alla ricerca di un disegno complessivo dell’ intera area capace di prevederne il suo sviluppo complessivo confrontandosi con un contesto più allargato. In tale ottica le previsioni funzionali e dimensionali del Piano Particolareggiato “Spiaggia della Rivolta” e del Piano d’Ambito “Rotondella” sono state ripensate alla luce delle effettive esigenze e potenzialità del territorio, secondo una previsione di sviluppo turistico di tipo equilibrato e rispettoso dei valori ambientali presenti. Il canale della Rivolta non è stato più considerato come cesura di due aree autonome ma come trait d’ union di una porzione di territorio situato tra la trama del tessuto antropizzato del centro abitato di Nova Siri (ed originariamente il segno della parcellazione dei terreni nell’epoca della bonifica) e l’area naturale del Bosco di Policoro caratterizzata dai segni curvilinei degli alvei e della foce del fiume Sinni.

12 Si sono integralmente utilizzati ampi stralci della Relazione descrittiva (PGT-01) del PPE

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La caratterizzazione naturalistica dell’area verso il canale della Rivolta e verso l’alveo e la fascia del fiume Sinni da una parte e la presenza di un insediamento alberghiero nella porzione verso il comune di Nuova Siri dall’altra ha influenzato la nuova proposta progettuale connotata da una doppia polarità. Una dicotomia che trova nello spazio urbano attrezzato una cerniera che unisce la parte più riservata della residenza alla parte più aperta e pubblica della testata urbana. La parte residenziale ad ovest del canale rivolta si dissolve nel territorio aprendosi alla grande macchia verde che, provenendo dall’area golf e attraversando il canale Rivolta, si insinua nel tessuto residenziale con ampie fasce vegetative che si riducono mano a mano che si avvicinano all’asse stradale principale. Inoltre, l’impianto viabilistico “aperto” e non più anulare permette un maggiore dialogo tra gli insediamenti residenziali e le aree a verde. La testata urbana, dotata di funzioni commerciali, residenziali e miste si articola con la sua maggiora densità insediativa impostandosi sulla quinta che delimita il parco attrezzato e sviluppandosi verso il confine con Nuova Siri La testata urbana, dotata di un disegno geometrico forte, e lo sviluppo curvilineo degli insediamenti residenziali sono alla base del principio compositivo del nuovo disegno che tende ad integrare un modello insediativo più geometrico ed urbano - presente nel primo elemento - ed un modello organico di città giardino in relazione con i segni naturali - presente nel secondo. Gli spazi costruiti sono quindi organizzati intorno a nuovi spazi aperti: la testata urbana ed il percorso golfistico, i due elementi cardine del nuovo organigramma funzionale del polo, capaci di garantirne la destagionalizzazione d’utilizzo e la qualità necessaria alla competizione tra resort turistici.

Il masterplan Dal punto di vista dei dati volumetrici complessivi, il PPE persegue obiettivi di riduzione di impatto ambientale e compatibilità dell’inserimento rispetto al contesto territoriale, riducendo

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significativamente le potenzialità edificatorie previste dal Piano Particolareggiato originario, e conseguentemente, il carico urbanistico. Infatti, a fronte dei 470.000 mc previsti dal Piano Particolareggiato originario “Spiaggia della Rivolta” (390.000 mc) e dalla previsione della proposta originaria di Piano d’Ambito (80.000 mc), il nuovo insediamento prevede una volumetria complessiva di circa 360.000 mc che, rapportata alla superficie territoriale, garantisce un controllato rapporto di fabbricazione. Nella seguente tabella vengono riassunti i principali dati di progetto:

Totale area di intervento (superficie territoriale) 2.939.209 mq

Superficie fondiaria (compreso area verde privato/golf) 1.966.613 mq

Totale volumetria complessiva (mc) 357.100 mq

Indice territoriale (mc/mq) 0,12

Rapporto di urbanizzazione (mq/mq) 0.67

É evidente che la consistenza dell’insediamento richiede uno sviluppo armonico ed ispirato a criteri realizzativi omogenei, al fine di assicurare le volute caratteristiche qualitative. A tal fine il progetto urbanistico dell’area si articola in 4 Lotti Integrati (L.I. 1-2-3-4) che prevedono l’attuazione integrata della parte privata ricadente sui comparti fondiari e la parte pubblica. In questo modo la realizzazione dei quattro lotti integrati é indipendente e potrà essere attuata purché il primo lotto realizzato doti l’area delle necessarie predisposizioni infrastrutturali (parte delle urbanizzazioni primarie e degli impianti tecnologici) (tav. PG-05). Gli interventi che dovranno essere realizzati con l’attuazione del primo lotto integrato sono le predisposizioni per il collegamento al impianto tecnologico “depuratore” e al sistema di smaltimento delle acque meteoriche. I Lotti Integrati costituiscono le unità minime di intervento urbanizzativo ed edilizio, e sono a loro volta costituiti da comparti fondiari, da aree per urbanizzazioni primarie e secondarie e da aree di interesse pubblico. A loro volta i comparti fondiari si suddividono in uno o più lotti fondiari, cioè aree edificabili a specifica destinazione ed a tipologia edilizia vincolata. I lotti fondiari, e di seguito le aree a destinazione speciale e destinate agli standards, vengono elencati nella seguente tabella, con i relativi dati dimensionali ed indici urbanistici:

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A - Nuovo insediamentoSf

(mq)If

(mc/mq)V

(mc)

R1 Area residenziale "sud" 127.529 0,70 89.300

R2 Area residenziale "nord" 103.897 0,80 83.100

R3 Area residenziale "Golf" 150.966 0,35 52.800

TOTALE AREE RESIDENZIALI 382.392 225.200

A1 Area ricettivo - alberghiero "Marina Village" 44.378 1,00 44.400

A2 Area ricettivo - alberghiero "Golf Hotel" 60.815 0,60 36.500

A3 Area ricettivo - alberghiero "RTA Golf" 42.093 0,60 25.300

TOTALE AREE RICETTIVO-ALBERGHIERO 147.286 106.200

M Area mista 14.188 1,00 14.200

TOTALE AREE MISTE 14.188 14.200

C Area commerciale 5.620 1,00 5.600

TOTALE AREE COMMERCIALI 5.620 5.600

VI1 Viabilità interna ovest 23.344 ---

VI2 viabilità interna est 40.400 ---

TOTALE VIABILITA' INTERNA 63.744 0

TOTALE AREE NUOVO INSEDIAMENTO 613.230 0,57 351.200

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B - Aree per urbanizzazioni primarieS

(mq)I

(mc/mq)V

(mc)

IT1 Impianti tecnologici "Area Sportiva" 2.889 ---

IT2 Impianti tecnologici "Depuratore" 8.162 ---

TOTALE IMPIANTI TECNOLOGICI 11.051 0

VP1 Viabilità pubblica "Testata urbana" 10.659 ---

VP2 Viabilità pubblica "Area Sportiva" 1.326 ---

TOTALE VIABILITA' PUBBLICA 11.985 0

TOTALE AREE ATTREZZATURE PUBBLICHE E/O DI INTERESSE PUBBLICO 23.036

C - Attrezzature pubbliche e/o di uso pubblicoS

(mq)I

(mc/mq)V

(mc)

VA1 Verde pubblico attrezzato "Area Sportiva" 32.468 0,17 5.600

VA2 Verde pubblico attrezzato "Testata urbana" 47.856 ---

VA3 Verde pubblico attrezzato "Strada della Laccata" 39.768 ---

TOTALE VERDE PUBBLICO ATTREZZATO 120.092 5.600

P1 Parcheggio pubblico "Testata urbana" 10.915 ---

P2 Parcheggio pubblico "Area Sportiva" 8.245 ---

TOTALE PARCHEGGI PUBBLICI 19160 0

TOTALE AREE ATTREZZATURE PUBBLICHE E/O DI INTERESSE PUBBLICO 139.252 5.600

D - Attrezzature pubbliche di interesse generaleS

(mq)I

(mc/mq)V

(mc)

PP1 Parco pubblico retrodunale 104.905

PP2 Parco pubblico "Fiume Sinni" 543.464 ---

TOTALE PARCO PUBBLICO 648.369

P4 Parcheggio pubblico "Fiume Sinni" 3.789 ---

TOTALE PARCHEGGI 3.789

TOTALE AREE ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE GENERALE 652.158

E - Aree con destinazioni specialiS

(mq)I

(mc/mq)V

(mc)

E1 AREA VERDE PRIVATO/GOLF 1.373.371 ---

E2 AREA MAGAZZINI FEDERICI 12.831 ---

STRADA PUBBLICA DELLA LACCATA 7.302 ---

STRADA PUBBLICA "ACCESSO FIUME SINNI" 2.011 ---

TOTALE AREE CON DESTINAZIONI SPECIALI 1.395.515 0

F- SpiaggiaS

(mq)I

(mc/mq)V

(mc)

SP Spiaggia ovest 44.005 ---

SP Spiaggia est 15.454 ---

TOTALE AREE CON DESTINAZIONI SPECIALI 59.459

TOTALE AREA DI INTERVENTO (SUPERFICIE TERRITORIALE) 2.939.210 357.100 L’articolazione urbanistica sopra riassunta, governata nella sua realizzazione dalle regole qualitative definite nelle NTA del PPE e, dagli impegni assunti nello Schema di Convenzione che

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costituisce parte integrante del Piano, è in grado di assicurare un’attuazione progressiva ed ordinata dell’insediamento, immettendo sui mercati immobiliare e turistico un’offerta variegata ma sempre di alto livello.

4.5 Un modello insediativo aperto al territorio

Stralcio del Piano Il modello insediativo del Polo turistico Marina di Rotondella è basato sulla volontà di integrazione e ricerca di sinergie con il contesto socio-economico esistente e con le realtà territoriali ed urbane circostanti. Il modello “chiuso” dei poli turistici, alla base della maggior parte delle iniziative presenti sulle coste italiane, si è rilevato fallimentare in un’ottica di lungo periodo, sia per le realtà produttive e sociali circostanti, sia per i turisti utenti, sempre più interessati ad un turismo rispettoso dell’ambiente ed intergrato con le realtà locali. Marina di Rotondella non vuole diventare un altra “enclaves” turistica della costa jonica, generando così segregazione sociale e discontinuità paesaggistica; al contrario cerca scambi sociali ed economici con le realtà circostanti al fine di innescare processi di sinergie socio-economiche oltre che a garantire la più alta destagionalizzazione, requisito indispensabile per il funzionamento del resort durante tutto l’anno.

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L’insediamento è caratterizzato da una equilibrata articolazione tra aree pubbliche, aree aperte al pubblico ed aree necessariamente private, requisito indispensabile per ovvi motivi gestionali e funzionali.

La testata urbana Verso il comune di Marina di Nova Siri, a sud ovest, il polo turistico Marina di Rotondella si configurerà come il terminale del sistema urbano lineare che si sta organizzando lungo la strada provinciale della Laccata, parallelamente alla linea di costa, costituito prevalentemente da villaggi turistici “chiusi”, per ultimo il complesso denominato Akiris. La prosecuzione di tale tessuto urbano lineare ed un nuovo asse ad esso trasversale costituiranno la struttura formale di un nuovo ed articolato sistema di spazi pubblici e di funzioni urbane diversificate. Il nuovo asse perpendicolare al mare si configurerà come un tracciato di notevole rilevanza, capace di dare un carattere urbano alla testata pubblica, di strutturare il territorio e di connettere in sequenza le funzioni pubbliche strategiche, dal parco pubblico attrezzato a nord, ai parcheggi, al commercio ed alla darsena fino ai lidi a mare.

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Oltre a rappresentare il fulcro dell’insediamento, spazio mediatore tra comparto pubblico e comparto privato, il parco attrezzato antistante la testata urbana assume una conformazione dinamica, aprendosi e chiudendosi su se stessa, riuscendo a creare un luogo a carattere definito che interagisce con il sistema verde del progetto. La vegetazione a carattere naturalistico al di là del canale della Rivolta e nelle vicinanze del fiume Sinni si organizza diventando dapprima un verde organizzato (centro sportivo) e successivamente un parco attrezzato in corrispondenza della testata urbana. La progressiva rinaturalizzazione del verde pubblico si attua procedendo verso il mare. Il verde attrezzato retrodunale assume nuovamente il carattere naturale in corrispondenza della zona dunale. La ricchezza di funzioni e la loro articolazione garantiranno al tale spazio un ruolo di polo di vita di riferimento per l’intero Metapontino.

Il verde attrezzato - Il nuovo asse urbano verso mare

Il verde attrezzato - Il nuovo asse urbano – Vista verso Rotondella e il centro sportivo

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4.6 Le aree di piano Di seguito si descrivono sommariamente le aree di piano e le caratteristiche dei relativi interventi previsti.

4.6.1 Le zone alberghiere

MARINA VILLAGE (LOTTO A1)

L’area di circa 4,4 ettari prevede un insediamento alberghiero posto su un lieve rialzo del terreno, in adiacenza alla strada comunale di accesso al mare verso il territorio del Comune di Nova Siri Scalo, e prevede una volumetria totale di 44.400 mc. Dispone di un ingresso principale raggiungibile dall’accesso principale dell’insediamento turistico ed è dotato di un’area interna di parcheggio pertinenziale. Si prevedono corpi di fabbrica con massimo 3 livelli fuori terra.

GOLF HOTEL (LOTTO A2)

L’area di circa 6 ettari, prevede un insediamento alberghiero che si espande oltre il canale della Rivolta verso il percorso golfistico e si affaccia sulla darsena in corrispondenza del suo imbocco e prevede una volumetria totale di 36.700 mc. Dispone di un ingresso principale raggiungibile dall’accesso principale dell’insediamento turistico ed è dotato di un’area interna di parcheggio pertinenziale. Si prevedono corpi di fabbrica con massimo 3 livelli fuori terra. Si prevedono due volumi principali: la struttura alberghiera in corrispondenza dell’imbocco del canale, articolata in diversi fabbricati, ed il Golf Club al di là del Canale. Il Golf Hotel sarà struttura articolata in corpi di fabbrica che delimitano ambiti spaziali differenziati posti a quote differenti; il patio di ingresso carrabile, la piazzetta di fronte all’ ormeggio delle imbarcazioni riservato agli ospiti dell’albergo, il giardino verso il percorso golfistico posto allo stesso livello dell’attuale argine del Canale della Rivolta, così da offrire meravigliose viste verso i green al di là del canale. I corpi bassi ospitano la hall, le aree congressuali e il centro benessere, i corpi alti ospitano le camere: percorsi pedonali conducono all’attigua Club House e alla spiaggia. La vicinanza con lo yacht club permetterà sinergie gestionali pur garantendo il controllo dei flussi.

RTA GOLF (LOTTO A3)

L’area di circa 4,2 ettari prevede un insediamento alberghiero posto su un lieve rialzo del terreno, all’interno del percorso golfistico, all’estremo nord dell’area di intervento; prevede una volumetria totale di 25.400 mc. E’ accessibile direttamente dal percorso carrabile perimetrale ed è dotato di un’area interrata adibita a parcheggio pertinenziale. Si prevedono corpi di fabbrica con massimo 3 livelli fuori terra.

4.6.2 Le zone di residenzialità turistica

AREA RESIDENZIALE “SUD” (LOTTO R1)

Il tessuto residenziale (superficie fondiaria complessiva 12,8 ettari) è costituito da edilizia ad 2-3 livelli fuori terra con tipologia a schiera o villa monofamiliare e da ville urbane attestate sul parco attrezzato tra il comparto residenziale e la testata urbana. La volumetria complessiva è di 89.300mc. La scelta volumetrica è improntata sulla permeabilità del tessuto verso il canale della

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rivolta, così da assicurare la penetrazione del verde all’interno dell’area edificata e allo stesso tempo da permettere viste trasversali verso la pineta retro-dunale. Tutte le unità edilizie saranno dotate di giardini privati ad esclusione delle unità immobiliari poste ai piani alti delle ville urbane che sono comunque dotati di spazi aperti di pertinenza come ampi terrazzi e logge. L’accessibilità carrabile e ciclopedonale delle residenze e dei parcheggi sono garantiti attraverso un sistema che distingue percorsi ciclopedonali posti nelle fasce verdi attrezzate o da quelli carrabili.

AREA RESIDENZIALE “nord” (LOTTO R2)

L’area residenziale nord (superficie fondiaria complessiva 10,3 ettari) è articolata in diversi sistemi insediativi a cui corrispondono diverse tipologie residenziali: � la zona centrale è occupata da un tessuto di case monofamiliari con giardino privato a 2

livelli, in una rigogliosa vegetazione; � un tessuto di case a schiera, di 2 - 3 livelli, definisce il bordo dell’area golfistica verso il

Canale della Rivolta, con giardini privati che si affacciano sui fairway.

Sezioni paesaggistiche del tessuto insediativo nell’area residenziale “nord”

Sezioni paesaggistiche del tessuto insediativo nell’area residenziale “nord”

AREA RESIDENZIALE “GOLF” (LOTTO R3)

Il tessuto residenziale nell’area residenziale Golf è costituito da edilizia ad 1-2 livelli fuori terra con tipologia a schiera o villa monofamiliare. Le unità edilizie saranno dotate di giardini privati che si affacciano sui percorsi golfistici. I lotti sono accessibili dalla viabilità perimetrale interna al lotto e seguono il suo andamento sinuoso evocando le geometrie curvilinee caratterizzanti le aree golenali. Le dimensioni dei lotti delle ville sono calibrate sia sui distacchi minimi di 10 m delle pareti finestrate, sia sugli arretramenti dalle strade. I lotti sono rialzati rispetto alla quota attuale del terreno e rispetto alle quote del percorso golfistico al fine di garantire migliori condizioni di impermeabilizzazione e di e godere di viste sugli spazi circostanti Il primo piano dei fabbricati è arretrato rispetto al pianterreno, al fine di ridurre ulteriormente l’impatto visivo dell’edificato.

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Sezioni paesaggistiche del tessuto insediativo nell’area residenziale “Golf”

4.6.3 La zona mista (lotto M)

Lungo il bordo della piazza commerciale ed il bordo ovest del parco centrale sono ubicati edifici di 3 livelli a destinazione mista: funzioni commerciali a piano terra e residenze ai livelli superiori. Quota parte della volumetria prevista è destinata ad edilizia residenziale convenzionata. La volumetria complessiva prevista è di 14.200 mc. Gli edifici definiranno insieme all’agorà commerciale l’asse pubblico verso mare.

Sezioni paesaggistiche del tessuto insediativo nell’area mista

4.6.4 L’impianto golfistico (LOTTO E2)

L’area prevista per l’impianto golfistico occupa il cuore dell’area oggetto dì intervento. L’introduzione di tale attività costituisce un potente strumento per l’allungamento della stagione turistica ed un più razionale e continuo utilizzo dell’insediamento. Attraversata dal Canale della Rivolta, in modo da integrarlo a tutti gli effetti con il nuovo paesaggio ricostituito, si estende dalla linea della ferrovia fino al litorale, per una superficie complessiva di 148 ettari. Sono previsti due percorsi differenziati con caratteristiche paesaggistiche e difficoltà di percorso differenti, entrambi convergenti verso l’area alberghiera che ospiterà la club house dell’impianto golfistico. Entrambi i percorsi prevedono il ripristino di tipologie vegetazionali autoctone e caratteristiche della fascia costiera jonica. Il percorso verso monte è caratterizzato da una vegetazione densa in cui sono ricavati i fairway delle buche, estendendo così la fitta vegetazione del bosco planiziale al di la del fiume Sinni. Il percorso verso mare, chiamato in termini golfistici “links”,.è caratterizzato invece da un paesaggio a “macchia mediterranea” e, verso il litorale, si sviluppa tra laghetti salmastri e bassa vegetazione di tipo retrodunale. Per i dettagli si veda l’elaborato grafico PG-12.

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4.6.5 Le attrezzature pubbliche della testata urbana (VA1-VA2-VA3)

Come precedentemente descritto (vedi Cap. 10), il PPE prevede, verso il comune di Marina di Nova Siri, un articolato sistema urbano di spazi ed attrezzature pubbliche che costituiranno il centro di vita pubblica dell’intervento. In sintesi si descrivono le funzioni pubbliche principali: � un’area sportiva localizzato a nord della strada provinciale della Laccata, per una superficie

di circa 3,2 ettari , costituito da aree piantumate che ospiteranno attrezzature sportive quali campi da tennis, da calcetto, pallavolo e pallacanestro; esso sarà accessibile dal parcheggio limitrofo (P2) e sarà connesso all’area commerciale ed ai lidi attraverso un ponte pedonale realizzato lungo il nuovo asse perpendicolare alla costa;

� un ampio sistema di spazi pubblici alberati articolati intorno all’area commerciale e connessi direttamente all’area di parcheggio P1 e una piazzetta interna.;

� un' area boscata perimetrale con percorso ciclo-pedonale di collegamento al Parco del Sinni; � nel lotto fondiario M sono previsti blocchi di edilizia residenziale, anche a regime

convenzionato, che definiranno la piazza commerciale ed il bordo ovest del parco centrale garantendo così la necessaria stanzialità di parte dei residenti dell’insediamento lungo l’intero arco dell’anno.

Per i dettagli si veda l’elaborato grafico PG-06.

4.6.6 I parchi territoriali

PARCO PUBBLICO RETRODUNALE “SPIAGGIA” (PP1)

Il parco pubblico lungo la fascia demaniale, nell’area interessata dal Piano dei Lidi, occupa una superficie di circa 10 ettari e prevede opere di riqualificazione ambientale e vegetazionale di un’ area strategica per la qualità complessiva del comprensorio. Saranno realizzati due lidi di gestione ed uso pubblico. Gli altri due lidi saranno ad uso esclusivo dei residenti e degli ospiti delle strutture ricettive.

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E’ prevista un ripristino della vegetazione originaria, attraverso una strategia articolata in fasce di intervento: a monte un restauro della vegetazione originaria dell’epoca della Bonifica, oltre verso mare le aree saranno caratterizzate da vegetazione tipica della macchia mediterranea, verso la battigia infine è previsto il ripristino della duna e l’impianto di specie pioniere tipiche di condizioni retrodunali. Sono inoltre previsti percorsi di discesa a mare, aree attrezzate per il pic-nic. Per i dettagli si veda l’elaborato grafico PG-06 e PG-07.

PARCO PUBBLICO “SINNI” (PP2)

Poiché la sponda sinistra del Sinni è oggi già tutelata dall’esistenza dell’area protetta del Bosco di Policoro, l’istituzione del parco sulla sponda destra consentirà di tutelare e valorizzare ecologicamente l’intera parte terminale del fiume Sinni che ancor oggi presenta elevati pregi naturalistici e paesaggistici. L’istituzione del parco consente, inoltre, di completare una ecologicamente ordinata successione di paesaggi: dal paesaggio urbano della testata, all’area seminaturale del verde privato e del golf, all’area tutelata del parco per arrivare, infine, al biotopo del

Bosco di Policoro. Il PPe prevede, nell’area del Parco, un sistema di percorsi pedonali guidati, indispensabile supporto allo sviluppo del turismo naturalistico. Il parco sarà accessibile da una strada carrabile (strada sterrata già esistente) che si stacca dalla SP della Laccata; è prevista la realizzazione di un parcheggio, di percorsi pedonali guidati alcune strutture di servizio come info point, punti di ristoro, deposito e fitto biciclette, punti di osservazione coperti, ecc. Per i dettagli si veda l’elaborato grafico PG-11.

I percorsi naturalistici nel parco Sinni

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4.7 La verifica degli standards urbanistici e dei p archeggi Il dimensionamento volumetrico e funzionale dell’insediamento ha richiesto una verifica puntuale ed articolata di tutte le dotazioni di legge: � parcheggi pertinenziali ex art. 41-sexies della LUN 1150/1942, come integrata dalla L

122/1989; � standard abitativo, correlato agli abitanti teorici, calcolati ipotizzando 100 m³/abitante; è da

sottolineare che la verifica del dimensionamento è stata condotta assimilando cautelativamente alla residenza la volumetria dei residence. In considerazione della destinazione non stanziale dell’insediamento, la dotazione prevista viene limitata a verde pubblico e parcheggi;

� standard per le attrezzature commerciali, ex art. 5 del DM 1444/1968; la dotazione di parcheggi pertinenziali aggiuntivi per l’unica media struttura di vendita prevista è dimensionata in base al criterio di cui all’art. 12/A della LR 19/1999;

� dotazione di parcheggi a servizio delle strutture alberghiere, commisurata al numero di camere previste in ciascuna attività.

Le seguenti tabelle riportano i dati quantitativi delle volumetrie previste e la dimostrazione di verifica degli standard di legge. A tal riguardo si vedano gli elaborati PG04.

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VERIFICA DELLO STANDARD PER IL SODDISFACIMENTO DEI REQUISITI URBANISTICI MINIMI INDEROGABILI - RESIDENZIALE

Destinazione Volume

(mc)

ab. Teorici(100 mc

/abitante)

Dotazione minima di legge (mq)(18 mq/abitante)

art. 3 DM 2 aprile 1968 di cui parcheggi

R1 Area residenziale "sud" 89.300 893 16.074 2.233

R2 Area residenziale "nord" 83.100 831 14.958 2.078

R3 Area residenziale "Golf" 52.800 528 9.504 1.320

M Area mista (M) 14.200 142 2.556 355

TOTALE STANDARD RESIDENZIALE 239.400 2.394 43.092 5.985

VERIFICA DELLO STANDARD PER IL SODDISFACIMENTO DEI REQUISITI URBANISTICI MINIMI INDEROGABILI - COMMERCIALE

Destinazioneslp

(mq) Volume

(mc)

Dotazionemin. di legge (mq)

art. 5 comm. 2 DM 2 aprile 1968 di cui parcheggi

A1 Marina Village (A1) 12.686 44.400 10.149 5.074

A2 Golf Hotel (A2) 10.486 36.700 8.389 4.194

A3 RTA golf (A3) 7.257 25.400 5.806 2.903

C Area commerciale - Supermercato (C) 1.600 5.600 1.280 640

TOTALE STANDARD COMMERCIALE 32.029 112.100 25.623 12.811

AREE STANDARD DI PROGETTO PER IL SODDISFACIMENTO DEI REQUISITI URBANISTICI MINIMI INDEROGABILI

sup(mq)

VA1 32.468

VA2 47.856

VA3 Verde pubblico attrezzato "Strada della Laccata" 39.768

VA4 Verde pubblico attrezzato interno a parco fiume Sinni 46.077

166.169

P1 10.915

P2 8.245

19.160

185.329

RIEPILOGO STANDARD PER IL SODDISFACIMENTO DEI REQUISITI URBANISTICI MINIMI INDEROGABILI

Dotazione di legge (mq) Dotazione di progetto (mq)

43.092

25.623

68.715 185.329

18.796 19.160

(p) = area parziale rispetto al comparto

Residenziale

Alberghiero, commerciale & servizi

TOTALE STANDARD DI PROGETTO

di cui parcheggio

TOTALE

TOTALE VERDE PUBBLICO ATTREZZATO

Destinazione

Verde pubblico attrezzato "Testata urbana"

Standard di progetto

Verde pubblico attrezzato "Area sportiva nord"

TOTALE PARCHEGGI PUBBLICI

Parcheggio pubblico "Area Sportiva"

Parcheggio pubblico "testata urbana"

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VERIFICA DELLO STANDARD PER LE ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE GENERALE - RESIDENZIALE

Volume(mc)

ab. Teorici(100 mc/abitante)

Dotazione per attrezzature pubbliche di interesse generale

(mq) - (17,5 mq/abitante)art. 4 comm. 5 DM 2 aprile 1968

R1 89.300 893 15.628

R2 83.100 831 14.543

R3 52.800 528 9.240

M 14.200 142 2.485

TOTALE STANDARD RESIDENZIALE 239.400 2.394 41.895

VERIFICA DELLO STANDARD PER LE ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE GENERALE - COMMERCIALE

Destinazioneslp

(mq) Volume

(mc) ab. Teorici

(100 mc/abitante)

Dotazione per attrezzature pubbliche di interesse generale

(mq) - (17,5 mq/ab.)art. 4 comm. 5 DM 2 aprile 1968

A1 Marina Village 12.686 44.400 444 7.770

A2 Golf Hotel 10.486 36.700 367 6.423

A3 RTA golf 7.257 25.400 254 4.445

C Area commerciale - Supermercato 1.600 5.600 56 980

TOTALE STANDARD COMMERCIALE 32.029 112.100 1.121 19.618

AREE STANDARD DI PROGETTO PER LE ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE GENERALE

sup(mq)

PP1 104.905

PP2 (p) 497.386

E2 AREA MAGAZZINI FEDERICI 12.831

615.122

P4 3.789

3.789

618.911

RIEPILOGO STANDARD PER LE ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE GENERALE

Dotazione di legge (mq) Dotazione di progetto (mq)

41.895

19.618

61.513 618.911

(p) = area parziale rispetto al comparto

TOTALE STANDARD DI PROGETTO

Parcheggio pubblico "Fiume Sinni"

TOTALE PARCHEGGI PUBBLICI

Destinazione

TOTALE

Alberghiero, commerciale & servizi

Residenziale

TOTALE PARCHI PUBBLICI

Destinazione

Area residenziale "nord"

Area residenziale "sud"

Area mista

Area residenziale "Golf"

Standard di progetto

Parco pubblico "Spiaggia"

Parco pubblico "Fiume Sinni"

AMBITO 1 - COMPARTO OVEST

art. 2L 122/1989

art. 12LR 19/99

Totale lungo strada sul lotto fuori sede Totale

A1 Marina Village 12.686 1.000 3,5 44.400 4.440 1.500 5.940 --- 6.011 --- 6.011 71

A2 Golf Hotel (150 stanze) 9.629 1.000 3,5 33.700 3.370 1.500 4.870 --- 5.243 --- 5.243 373

Residenziale R2 Area residenziale 25.969 --- 3,2 83.100 8.310 --- 8.310 2.661 3.291 2.410 8.362 52

R1 Area residenziale 27.906 --- 3,2 89.300 8.930 --- 8.930 880 1.600 8.325 10.805 1.875

Aree miste M Area mista 4.057 1.500 3,5 14.200 14.200 1.420 2.250 3.670 3.670 --- 4.867 --- 4.867 4.867 1.197

Commerciale & servizi

C Area commerciale - "Agorà commerciale" 1.600 1.067 3,5 5.600 5.600 560 1.600 2.160 2.160 --- 2.325 --- 2.325 2.325 165

TOTALE 81.846 4.567 270.300 270.300 27.030 6.850 33.880 33.880 3.541 23.338 10.735 37.613 37.613 3.733

AMBITO 2 - COMPARTO EST

art. 2L 122/1989

art. 12LR 19/99

Totale lungo strada sul lotto fuori sede Totale

A3 Area ricettivo-alberghiero "RTA golf" 7.257 500 3,5 25.400 2.540 750 3.290 --- 3.745 --- 3.745 455

A2 Area ricettivo-alberghiero "Club House Golf" 857 571 3,5 3.000 300 857 1.157 --- 1.310 --- 1.310 153

Residenziale R3 Area residenziale "Golf" 16.500 --- 3,2 52.800 52.800 5.280 --- 5.280 5.280 2.129 --- 5.235 7.364 7.364 2.084

TOTALE 24.614 1.071 81.200 81.200 8.120 1.607 9.727 9.727 2.129 5.055 5.235 12.419 12.419 2.691

RIEPILOGO COMPLESSIVO PARCHEGGI

volume(mc)

parcheggi progetto

(mq)

eccedenza(mq)

Alberghiero 106.500 16.309 1.052

Residenziale 225.200 26.531 4.011

Aree miste 14.200 4.867 1.197

Commerciale 5.600 2.325 165

TOTALE 351.500 50.032 6.425

28.400

22.520

5.055

Destinazioneparcheggi necessari

(mq)

4.447

43.607

Ricettivo -alberghiero

78.100

15.257

volume totale(mc)

volume(mc)

3.670

2.160

Sv(sup.

vendita)

Ricettivo-alberghiero

Destinazione tipologiaslp

(mq)h

(mt)

Sv(sup.

vendita)

Destinazione tipologiaslp

(mq)h

(mt)

volume(mc)

volume totale(mc)

totale parcheggi progetto

(mq)

totale parcheggi necessari

(mq)

parcheggi necessari(mq) totale parcheggi

necessari(mq)

10.810

parcheggi necessari(mq)

17.240172.400

parcheggi progetto(mq) eccedenza

(mq)

parcheggi progetto(mq) eccedenza

(mq)

11.254

totale parcheggi progetto

(mq)

19.167

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4.8 Sostenibilità percettiva ed ambientale

4.8.1 Verifica percettiva e altezze dell’edificato

Il modello insediativo prescelto ha optato per volumi edilizi in armonia con il contesto locale, caratterizzato da altezze molto contenute e sky-line omogeneo. L’edificato è generalmente a 2 livelli fuori terra; solo puntualmente, nelle aree con caratteristiche urbane più accentuate, si prevedono 3 livelli (prevalentemente nelle aree a destinazione alberghiera), con altezze, comunque, sempre contenute nei 10,5 mt. La disposizione planovolumetrica degli edifici più alti (2-3 livelli) è tale da non ostruire il collegamento visivo verso il mare o verso l’entroterra. Infatti l’orientamento principali delle subzone di altezza maggiore è perpendicolare alla linea di costa. In questo modo si favorisce la permeabilità visiva con coni ottici liberi verso il mare sia dagli spazi aperti come il parco attrezzato della testata urbana che dall’interno degli insediamenti e delle unità abitative.

Schema delle altezze degli fabbricati del tessuto insediativo

L’impatto visivo dei corpi a 3 livelli sarà comunque attenuato dalle alberature circostanti e dall’articolazione architettonica dei corpi di fabbrica.

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Il tessuto residenziale dal percorso golfistico

Per ridurre l’impatto visivo ed acustico delle automobili si prevedono sistemi di parcheggio interrati o depressi rispetto alle aree circostanti.

4.8.2 Controllo degli aspetti qualitativi

La progettazione del PPE ha come obiettivo primario gli orientamenti della tutela delineata in seno al P.T.P.A.V. perseguendo le stesse finalità, sintetizzabili nel “garantire la tutela degli elementi naturalistici, orientandone la valorizzazione integrale ai fini di una fruizione turistica”. Parallelamente a ciò, l’obiettivo prioritario è il controllo qualitativo e realizzativo dell’insediamento turistico, in considerazione della possibilità di un’attuazione in fasi successive e quindi – teoricamente – anche attraverso operatori differenti.

I principi progettuali sono così sintetizzabili: � l’adozione di materiali locali e sistemi costruttivi tradizionali, al fine di non snaturare il

contesto, ma anzi di qualificarlo in termini di riconoscibilità; � la piena integrazione tra l’edificato e gli spazi verdi, delineati attraverso l’utilizzo di essenze

locali o, meglio, di sistemi vegetazionali locali. Al fine di garantire l’omogeneità e la coerenza architettonica ed ambientale dell’insediamento: � i pergolati e le logge delle unità abitative ed alberghiere saranno realizzati da elementi in

legno poggiati su sostegni in muratura. � gli edifici saranno tinteggiati con colori chiari dalle tonalità terrose, sono comunque da evitare

colorazioni accese; � i serramenti avranno preferibilmente finitura esterna in legno; � le copertura saranno a falda o a terrazzo, comunque dovranno essere integralmente

mascherati i sistemi di pannelli solari previsti per l’edilizia residenziale. Tali prescrizioni di massima saranno integrate e controllate da un “Comitato interno al Consorzio Marina di Rotondella”, in modo da garantire quanto più possibile la voluta qualità realizzativa e

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manutentiva dei manufatti, con particolare riguardo a: trasformazioni interne che ne comportino l’ulteriore o diversa divisione; lavori di tinteggiatura, decorazioni, restauro di parti esterne; tende, tettoie, pergolati ingombranti gli spazi pubblici e privati; insegne commerciali; attrezzature balneari stagionali; illuminazione esterne, insegne luminose.

4.8.3 Aspetti di sostenibilità ambientale dell’edilizia

I principi progettuali sono così sintetizzabili: � Aspetti di sostenibilità ambientale degli limitazione delle superfici asfaltate; � uso di pavimentazioni filtranti per le aree a parcheggio; � uso di tecnologie costruttive ispirate a criteri di compatibilità ambientale; � uso di tetti verdi; � involucri edilizi studiati per ridurre le dispersioni termiche; � riduzione delle superfici vetrate; � isolamenti maggiorati; � schermi solari come pergole, –brise soleil � serramenti ad alte prestazioni.

4.8.4 Impianti

IMPIANTO DI DEPURAZIONE

� Impianto di depurazione delle acque interrato e localizzato in area defilata, dimensionato per l’intero intervento, con mitigazioni ambientali;

� Riuso delle acque reflue depurate per irrigazione � Uso di sistemi di trattamento delle prime piogge con separatori di idrocarburi

IMPIANTI DI RISCALDAMENTO/RAFFRESCAMENTO

� Uso di sistemi di recupero di calore ad alta efficienza sull’aria di ventilazione (per i comparti alberghieri);

� Uso di sistemi solari per il riscaldamento dell’acqua idrico.-sanitaria per l’ediliza residenziale; � Uso di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua idrico-sanitaria.

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4.9 L’attuazione del piano

4.9.1 La formalizzazione del sistema delle convenienze pubbliche e private: lo

schema di convenzione

L’attuazione del Piano potrà essere interamente affidata al Consorzio “Marina di Rotondella”, sulla scorta di una Convenzione, da sottoscriversi fra l’Amministrazione Comunale ed il Consorzio, il cui schema costituisce parte integrante del PPE. Nella convenzione saranno specificati gli impegni concordati tra l’Amministrazione Comunale ed il “soggetto attuatore”, con specifico dettaglio sugli oneri di urbanizzazione relativi, calcolati secondo i riferimenti normativi vigenti, e le opere a scomputo o compensazione a carico del soggetto promotore. La validità del Piano è indicata in 10 anni, a decorrere dalla stipula della Convenzione. Decorso inutilmente tale termine le previsioni urbanistiche decadranno e sull’area si applicherà il disposto dell’art.9 del DPR 380/2001 relativamente alle cosiddette “zone bianche”.

4.9.2 I Comparti fondiari ed i lotti integrati

Si definisce “lotto fondiario” l’area asservita o da asservire ad una costruzione destinata a residenza, commercio o ricettività, ivi compresa l’area di sedime della costruzione stessa. Si definisce “comparto fondiario” un insieme di lotti fondiari fra loro adiacenti che configura un’area avente caratteri di unitarietà territoriale e di attuazione unitaria. Si definiscono infine “Lotti Integrati” un insieme di aree a destinazione privata (comparti fondiari) e a destinazione o di interesse pubblico (urbanizzazioni primarie, secondarie e aree per attrezzature pubbliche di interesse generale) caratterizzate da una continuità territoriale e da una fattibilità autonoma, non dipendente dall’attuazione di altri lotti integrati. Il Piano è articolato in 4 lotti integrati come individuati nella Tav. PG05. L’attuazione dei lotti integrati non ha vincoli di precedenza di un lotto rispetto ad un altro ma è necessario che vengano realizzate le necessarie predisposizioni infrastrutturali o impiantistiche ricadenti all’interno del lotto in corso di realizzazione affinché i restanti lotti possano essere attuati senza dover intervenire su un altro lotto già completato. A tale proposito nella tavola PG05 si evidenziano le aree su cui dovranno essere eseguite le opere propedeutiche con il primo lotto attuato (interventi legati al sistema di depurazione e al sistema di allontanamento delle acque meteoriche)

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5. I POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI La valutazione preliminare dei possibili impatti che potrebbe comportare la realizzazione del Piano fa riferimento alle componenti ambientali già individuate nell’ambito della procedura di VIA. Sulla scorta della documentazione ad oggi disponibile, di seguito, si analizzeranno separatamente le problematiche ad esse connesse e si individueranno gli approfondimenti necessari in sede di Relazione ambientale ai fini di una più corretta individuazione degli impatti stessi.

5.1 Atmosfera Gli impatti individuabili attengono alla fase di cantiere ed a quella di esercizio. La normativa in materia ha subito numerosi approfondimenti in epoca recente. Recependo diverse direttive europee la più recente sistematizzazione nazionale è stata operata dal D.Lgs 152/2006 per quanto riguarda le emissioni inquinanti e dal D.Lgs 155/2010 per quanto riguarda la qualità dell’aria ambiente e, successivamente ancora, dal D.Lgs 24 dicembre 2012 n.250. Per tener conto dell’effetto congiunto di possibili numerosi fonti inquinanti la normativa impone livelli di qualità dell’aria, definiti in base alla concentrazione di inquinanti in atmosfera, classificati in base al confronto con: − valori limite: indicano, per ogni sostanza, la concentrazione massima accettabile; − valori guida: indicano, per ogni sostanza, la concentrazione massima desiderabile. Tali valori sono in generale definiti a livello nazionale, ma le Regioni possono fissare valori più severi. Per verificare e monitorare il livello di qualità dell'aria, le Regioni hanno il compito di predisporre stazioni di monitoraggio. Tocca infine ancora alle Regioni adoperarsi perché i valori limite non vengano superati, e a questo fine elaborano un “piano di risanamento e tutela della qualità dell'aria” che indica tutte le azioni da svolgere e le cautele da adottare per tenere sotto controllo la situazione e migliorarla e suddividono il territorio regionale in zone differenziate dal punto di vista atmosferico: da quelle che non mostrano particolari criticità (zone D), a quelle che presentano situazioni di inquinamento dovute al traffico veicolare (zone A), alla presenza di impianti industriali (zone B) o ad entrambi (zone C). Sarà quindi analizzato, ove esistente, il “Piano regionale di risanamento e di qualità dell’aria” della Regione Basilicata. In fase di cantiere sarà valutato l’impatto acustico ed atmosferico provocato dalle attività di movimenti di terra, costruzione e movimentazioni di uomini e merci in riferimento alle presenze antropiche (invero molto scarse) ed anche, e soprattutto, in riferimento alla fauna presente nell’area e, segnatamente, lungo i corridoi naturali del fiume Sinni e della fascia costiera e dunale. A tal fine sarà analizzata la normativa nazionale e regionale in materia, saranno ricordati i “valori limite di riferimento” vigenti per l’inquinamento acustico ed atmosferico, saranno effettuate opportune simulazioni delle attività di cantiere relativamente ai mezzi impegnati ed alle attività svolte – con i correlati effetti acustici e relativi alle immissioni in atmosfera - e ne saranno valutati gli effetti in relazione agli standard di legge. Ove necessarie, saranno, quindi, precisate opportune misure di attenuazioni, relativamente a modalità operative in cantiere ed a caratteristiche dei mezzi di cantiere impiegati. In fase di esercizio andranno valutate le immissioni in atmosfera degli inquinanti prodotti a seguito della climatizzazione delle abitazioni e degli alberghi. Verranno, inoltre, indicate misure atte ad attenuare gli eventuali impatti individuati.

5.2 Ambiente idrico, suolo e sottosuolo Il PPE dispone di una Relazione geologica redatta nel 2007 sulla scorta del disegno di piano precedente alle prescrizioni formulate dal Gruppo di Coordinamento dei Piani Paesistici.

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Il nuovo disegno di Piano, derivante dal recepimento delle prescrizioni formulate dal Gruppo Regionale, e l’entrata in vigore di nuove normativa di carattere nazionale e regionale (Norme Tecniche per le Costruzioni – DM 14 gennaio 2008; Disposizioni urgenti in materia di micro zonazione sismica – Legge Regionale n.9/2011), rende necessario un aggiornamento dello studio dal quale è possibile, tuttavia, assumere i riferimenti relativi ai possibili impatti del piano sulla componente idrica e del suolo. Già nel 2007 la Relazione geologica evidenziava che, nell’ambito di una generale idoneità dell’area alla realizzazione di nuovi insediamenti, sono da valutare quattro ordini di problemi13: − il rischio di un possibile alluvionamento dell’area (e, quindi, dell’insediamento realizzato) in

seguito al verificarsi di intensi fenomeni piovosi. Il rischio sussiste, anche in considerazione all’altezza superficiale della falda ed all’andamento morfologico della piana che, in alcuni punti, risulta sottoposta rispetto alla quota del mare. L’approfondimento di questo tema dovrà determinare anche un approfondimento progettuale relativo alla definizione dello schema di deflusso delle acque meteoriche;

− un secondo elemento di criticità individuato nell’area è rappresentato dalla presenza di livelli di lenti di sabbie che possono essere interessate al fenomeno della liquefazione. Tale considerazione porta a rendere necessario, nell’attuale fase di approfondimento della Relazione geologica ed anche in fase di progettazione esecutiva, l’esecuzione di specifiche indagini finalizzate alla valutazione della suscettibilità alla liquefazione ed ai successivi interventi di miglioramento delle caratteristiche tecniche dei terreni che dovranno ospitare le opere strutturali;

− il terreno di fondazione delle opere edilizie è costituito da depositi in prevalenza sabbiosi ed è caratterizzato da una certa variabilità granulometria sia in senso areale che verticale che ne condiziona le locali caratteristiche geotecniche ed il grado di permeabilità. Attraverso indagini geognostiche da eseguirsi in fase di progettazione esecutiva di ogni singolo intervento edilizio, così come prevedono le leggi vigenti, sarà possibile individuare la tipologia e la geometria ottimale delle fondazioni, anche in relazione alla distribuzione dei carichi esercitati dalla struttura in elevazione;

− la quarta problematica riguarda la possibile interazione delle strutture con la falda idrica. La ricostruzione dell’andamento della falda, posta a livello superficiale, porta all’esigenza di approfondimenti relativi all’interazione con tali strutture. L’esame del Piano Stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico redatto dall’Autorità di Bacino della Basilicata evidenzia che l’area interessata dallo strumento urbanistico non è soggetta a rischio idraulico.

Nell’ambito della componente del suolo emerge, poi, con evidenza la problematica connessa con l’avanzata azione di erosione costiera, già in precedenza affrontata nelle sue preoccupanti caratteristiche attuali anche quantitative. A tale tema, prioritario per l’attuazione del Piano, il PPE dedica uno specifico studio di fattibilità ed il Procollo di Intesa Regione – Comune indica come prioritario l’intervento pubblico in tal senso.

5.3 Paesaggio e beni culturali La valutazione degli impatti paesaggistici e percettivi dovrà confrontarsi con un paesaggio che ha subito a partire dalla seconda metà del secolo breve profonde modifiche dei suoi caratteri strutturanti e complementari. Tali trasformazioni hanno interessato i più significativi elementi paesaggistici: il fiume Sinni, il cui alveo, che prima correva nell’attuale piana agricola, ha subito profonde trasformazioni; la fitta vegetazione boschiva di un tempo, che interessava l’intera piana agricola attuale, oggi ristretta ad una ridotta fascia ai margini del fiume; la vegetazione salmastra, lungo l’antica linea di costa, oggi in buona parte sommersa per effetto dell’erosione costiera. Tale profonda trasformazione risale alla complessiva ridefinizione dell’area attuata a mezzo della Riforma Fondiaria degli anni ’60. Ma, anche rispetto a quel nuovo disegno territoriale, le trasformazioni paesaggistiche attuali risultano profonde: la duna costiera è scomparsa o permane 13 Cfr. PPE “Ambito Rotondella”, GEO-01 Relazione geologica, giugno 2007, a cura dei dott. geol. Giampiero D’Ecclesis e Pietro Lorenzo

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per lembi ristretti soprattutto in prossimità del canale della Rivolta; i filari di eucalipti, piantati all’epoca per proteggere dall’aereosol marino le retrostanti aree agricole, sono anch’essi ormai confinati in un’area residuale confinata fra il confine di Nova Siri marina ed il canale della Rivolta per l’effetto congiunto della trasformazione delle aree a destinazione agricola intensiva e dell’erosione costiera. In tale contesto obiettivo dichiarato del piano è quello di riprodurre e/o ripristinare, per quanto possibile, gli elementi ambientali e paesaggistici originari: dalla vegetazione boschiva, a quella ripariale e salmastra, alla duna ed ai filari della Riforma. Rispetto all’efficace ricostituzione paesaggistica ed ambientale dell’ambito, realizzata riproponendo/o rafforzando gli elementi strutturanti, complementari e/o di dettaglio, verrà effettuata la valutazione degli impatti del piano, valutati sia in riferimento alla sua integrale realizzazione, sia, ancora, alla sua realizzazione per singoli “lotti integrati”. In tale contesto saranno opportunamente considerate anche le puntuali annotazioni contenute nell’attestato di conformità, soprattutto in riferimento al recupero architettonico e funzionale del manufatto di valore storico documentale “La Giumentaia” (Magazzini Federici), al rispetto delle in trasformabilità all’uso insediativo sancite dal PTPAV Metapontino ed a accettabili rapporti di densità fondiaria e di altezza massima del nuovo edificato. La valutazione degli impatti percettivi si avvarrà del controllo degli effetti visivi del piano effettuati tramite la costruzione della carta della visibilità.

5.4 Uso del suolo, vegetazione, flora, fauna ed eco sistemi Il territorio interessato dal P.P.E. presenta una complessità ecologica notevole direttamente determinata dalle tipologie ambientali naturali che la caratterizzano. La compresenza di un tratto terminale di fiume e della sua area fociale, di una costa bassa e sabbiosa e di depressioni retrodunali salmastre determina, da un lato, una potenziale ricchezza biologica e, dall'altro, l'esistenza di equilibri ecosistemici ad alta fragilità. Se a ciò si aggiunge il più o meno elevato grado di alterazione piuttosto generalizzato, che in alcuni tratti si esplica in una completa degenerazione delle associazioni preesistenti, e l'uso agricolo con colture intensive di larga parte dei terreni presenti, ne deriva un quadro della situazione ecologicamente instabile. In questo contesto risulta prioritario analizzare l’impatto del piano sui principali ecosistemi dell’area: − per la presenza di un ampia fascia di cordone dunale afitoico, con la serie psammofila quasi

completamente inesistente, l'assenza di dune mobili e abbozzi molto localizzati di dune embrionali, la degenerazione di tutto il contesto vegetazionale sia dunale che retrodunale appare in evidente fase avanzata. Per questo motivo l'unico intervento plausibile è quello di un ripristino della normale serie di vegetazione in grado di attuare la fissazione del cordone dunale e di proteggere il territorio retrostante dal surrenamento e dall'effetto negativo dell'aerosol marino. Ciò, naturalmente, a seguito di interventi di contenimento dell’erosione costiera e, se possibile, di ripascimento anche parziale del litorale sommerso;

− anche nella zona fociale è presente uno spinto stato di alterazione che richiede immediati interventi di ripristino vegetazionale che consentano di riequilibrare l'assetto ecosistemico di tutta l'area, non solo perché vi sono aree a potenzialità per le praterie ad alofite, ma anche perché la probabile preesistenza di due piccoli specchi d'acqua testimonia la precedente complessità del biotopo che lo rendeva di particolare interesse non solo naturalistico ma anche paesaggistico. Il ripristino della naturalità dei luoghi (compreso gli specchi d'acqua), pertanto, assume ancora maggiore significato alla luce della potenzialità di quest'area ad ospitare comunità vegetali numerose ed ecologicamente diversificate. Anche in questo caso il ripristino dovrà basarsi sulla ricostruzione delle serie di associazioni vegetali, la cui distribuzione dovrà necessariamente basarsi sulla rigida corrispondenza fra parametri ambientali ed esigenze ecologiche delle stesse;

− sui terrazzi fluviali, a valle della linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria e sino alla foce, la vegetazione arborea ripariale è spessissimo ridotta ad una fascia eccessivamente ristretta aggredita dalle coltivazioni che ne impediscono l'espansione e che non permettono

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l'attivazione dei normali processi omeostatici di autoregolazione. In queste aree, al fine di un riassetto degli equilibri ecosistemici, risulta necessario l'ampliamento delle fasce arboree ripariali attraverso la ricostituzione degli strati arborei ed arbustivi delle fitocenosi in esame. Per una effettiva ed efficace riqualificazione ambientale di tutte le tipologie ambientali considerate, sarà necessario, inoltre, limitare il più possibile le vie di accesso di massa, regolamentando le penetrazioni verso le aree più fragili (area della foce e spiaggia ad essa limitrofa) e convogliando gli eventuali flussi di auto e persone verso pochi punti;

− le intense trasformazioni colturali attuatesi su gran parte del territorio retrostante la fascia costiera, hanno portato ad un tipo di agricoltura sempre più intensiva. Nell'arco di pochi decenni si è passati da un'agricoltura che possiamo definire "povera", basata cioè sulla cerealicoltura, ad un'agricoltura altamente specializzata basata sulla produzioni più pregiate quali le fragole, i frutteti e gli ortaggi ecc.. Questo ha avuto senza dubbio una forte ripercussione "positiva" sull'economia e sull'occupazione nel territorio. Inoltre l'alta specializzazione colturale ed il fatto che i terreni sono di proprietà di un'unica grande azienda agricola (Agrifela) che è stata in grado di impegnare ingenti capitali per attuare le costose trasformazioni agricole, hanno innescato un meccanismo economico di investimento, che ha portato ad impiantare nell'azienda in questione anche attività industriali legate alla trasformazione dei prodotti agricoli. Tali attività hanno di conseguenza creato numerosi posti di lavoro non solo nel "bracciantato" ma anche nel settore del terziario. I terreni immediatamente a ridosso della fascia costiera, nei quali pure si è cercato di impiantare attività di tipo agricolo, non mostrano la stessa valenza produttiva, dal punto di vista agricolo, delle aree retrostanti. Si tratta, infatti, di terreni per i quali, il continuo arretramento della linea di costa, la progressiva eliminazione della barriera protettiva rappresentata dalle dune, il conseguente innalzamento della falda marina, hanno prodotto un elevato grado di salinità del suolo e una continua esposizione alle perturbazioni atmosferiche provenienti dal mare. Questo ha reso onerosi e poco remunerativi i tentativi di messa a coltura del territorio e nello stesso tempo ha ridotto la capacità produttiva dello stesso a fini non solo agricoli, avendo generato una situazione di impoverimento dell'originario ambiente salmastro con la scomparsa totale della pineta costiera. Unitamente al tema della rinaturalizzazione si pone, quindi, il problema della sostenibilità anche economica dell’iniziativa di piano, in una situazione che vede ancora un’elevata produttività agricola dei terreni più distanti dalla fascia costiera.

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6. LINEE METODOLOGICHE DI FORMAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE

6.1 Le fasi del Rapporto Ambientale

6.1.1 Quadro di riferimento programmatico e normativo

Il Quadro di riferimento programmatico e normativo contiene l’identificazione degli obiettivi sovraordinati, dei vincoli e degli indirizzi rinvenienti da piani di livello sovraordinato di natura territoriale e settoriale. Nel caso in esame i riferimenti sono: − Piano Territoriale Paesistico di Area Vasta (PTPAV) Metapontino; − Piano Stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale dell’AdB Basilicata; − Piano Stralcio del Rischio Idrogeologico (PAI) dell’AdB Basilicata; − Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR); − Piano di utilizzo delle aree demaniali marittime; − Piano Strutturale della Provincia di Matera, relativamente al livello di definizione dello stesso; − Piano Turistico Regionale − Piano Regionale sulla Qualità dell’aria (ove esistente) Sarà, inoltre, consultata ulteriore documentazione di riferimento (Sistema Ecologico Funzionale Territoriale della Basilicata, Piano di Gestione delle Acque del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale). E’ parte del quadro anche l’individuazione e la sintetica descrizione del sistema dei vincoli e della Rete Natura 2000 (SIC Bosco Pantano di Policoro e costa ionica foce Sinni e Riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro. Del SIC e della Riserva naturale orientata saranno valutate, unitamente alla perimetrazione, il Piano di gestione (ove esistente) e/o le norme ed il regolamento di gestione. Di questo insieme di piani sovraordinati si darà conto, illustrandone la coerenza con il progetto di PPE.

6.1.2 Quadro di riferimento progettuale

Verranno descritti il disegno di piano, i regimi normativi, i caratteri dimensionali dello stesso, la previsione di urbanizzazioni e le modalità attuative che, in questo caso, prevedono il concorso pubblico-privato. Notevole importanza, in questo caso, riveste, inoltre, l’immaginata realizzazione del piano per fasi temporali, attraverso i cosiddetti “lotti integrati”, dei quali sarà descritta la componente edificatoria e quella relativa alle attrezzature ed alla sistemazione delle aree verdi.

6.1.3 Quadro di riferimento ambientale

La caratterizzazione del territorio nella situazione ex ante Il quadro ambientale è quello ove si sviluppano le valutazioni sull’efficacia e la sostenibilità ambientale del Piano. L’analisi dello stato attuale dell’ambiente verrà effettuata, sulla scorta delle elaborazioni e banche dati disponibili (Regione, ARPAB, Provincia di Matera), utilizzando indicatori di tipo statico e, se possibile, successivamente, di tipo dinamico: i primi descrivono, per ciascuna componente

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ambientale ed antropica, le qualità e criticità, i secondi offrono una stima della sostenibilità ambientale del territorio indagato. Nella caratterizzazione ambientale per indicatori statici le componenti e sottocomponenti indagate sono di due tipi: ambientali (atmosfera, suolo, acqua, vegetazione ed ecosistemi, patrimonio culturale e qualità paesaggistiche) ed antropiche (rifiuti, agenti fisici, energia) e per ciascuno di essi verrà individuato un set di indicatori. La lettura sarà corredata da schede per ciascuna sottocomponente nella quale, oltre ai riferimenti normativi, si illustreranno gli indicatori utilizzati ed i dati disponibili a scala comunale e/o d’ambito, raffrontati, se possibile, al dato provinciale e regionale.. Questa indagine si conclude segnalando ai pianificatori ed agli amministratori pubblici priorità d’intervento variabili da “alta” a “trascurabile”, passando anche per “media” e “bassa”, relativamente a ciascuna componente ambientale. Il valore della priorità è ottenuto dalla combinazione della “sensibilità territoriale” e della “rilevanza del fattore d’impatto”. Sarebbe auspicabile, ove la disponibilità dei dati lo consentisse, effettuare, inoltre, anche l’analisi per indicatori dinamici calcolando il “deficit o surplus ecologico” del territorio, intendendosi, con questo termine, il rapporto fra la quantità di area di ecosistemi terrestri ed acquatici che la popolazione utilizza per vivere (impronta ecologica) e l’area complessiva che l’ambito ha a disposizione. E’ evidente che, se il valore dell’indicatore risulta positivo, quella comunità dispone ancora di risorse naturali, altrimenti è possibile sostenere che tale comunità sta consumando più risorse naturali di quelle che possiede. Per determinare il deficit o surplus ecologico si dovrebbe calcolare preliminarmente la “impronta ecologica” che è un indicatore dinamico di sostenibilità ambientale, in grado di stimare la “quantità” totale di servizi naturali che una popolazione utilizza per vivere: quantità pari all’area totale di ecosistemi necessaria per fornire, in modo sostenibile, tutte le risorse utilizzate e per assorbire, sempre in modo sostenibile, tutte le emissioni prodotte. Al riguardo è da verificare la disponibilità di dati necessaria. La caratterizzazione del territorio nella situazione ex post Per valutare l’efficacia ed i costi ambientali delle azioni di Piano verrà, inizialmente, calcolata la “suscettività” del territorio alle nuove localizzazioni insediative (residenziali, produttive, di servizi) ossia la capacità dello stesso di ospitare in modo sostenibile nuovi insediamenti, facendo specifico riferimento ad alcune componenti ambientali (ad esempio: caratteri geomorfologici, caratteri ambientali, caratteri paesaggistici, fattori di urbanizzazione), a loro volta suddivise in sub-componenti. Gli indicatori saranno ubicati geograficamente, ad essi saranno assegnati i giudizi di valore (suscettività alta, media, bassa, nulla) e si valuterà la suscettività territoriale prima per ciascuna componente (suscettività per componente) e, successivamente, in forma aggregata (suscettività complessiva). Per compiere tali operazioni gli indicatori saranno georeferiti con tecniche di “overmapping” in ambiente GIS. Una volta effettuata questa misurazione, sia alle carte di suscettività per componenti che a quella complessiva, saranno sovrapposti gli indirizzi progettuali del PPE. I risultati di quest’ultima sovrapposizione potranno essere resi in forma matriciale, analizzando le azioni progettuali in modo analitico.

La lettura ex post e, quindi, la valutazione degli impatti del piano sarà effettuata non soltanto in riferimento all’insieme delle azioni previste, ma anche in riferimento alle diverse fasi attuative (lotti integrati). Sarà, quindi, possibile valutare gli effetti ambientali del Piano anche in caso di attuazione parziale.

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6.2 Le fonti E’ cosa nota che l’efficacia del Rapporto Ambientale e, conseguentemente, della stessa procedura della VAS è in buona misura determinata dalla qualità e quantità delle informazioni già disponibili in forma certificata. Non è, infatti, possibile pensare a generalizzate campagne di indagini condotte ad hoc e ciò per diversi motivi: − il costo che ne deriverebbe sarebbe incompatibile con la situazione economica delle

Amministrazioni Comunali o dei soggetti privati proponenti − i tempi si dilaterebbero eccessivamente in rapporto alla tempistica già oggi in essere nelle

procedure autorizzative dei piani urbanistici − si disporrebbe di analisi non certificate a livello di organismi sovra comunali specificamente

competenti e la cui attendibilità scientifica non risulterebbe, quindi, accertata. E’ particolarmente utile, quindi, che, nel corso della fase di scoping, si attivi la fattiva partecipazione di tutti gli Enti ed i soggetti che sono chiamati a far parte della procedura. Ad essi si chiede non soltanto di partecipare alla definizione metodologica del Rapporto Ambientale, ma anche e, soprattutto, di voler condividere gli elementi di conoscenza a loro disposizione.

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7. LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE “I proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi”14.

In coerenza alle vigenti disposizioni di legge lo Studio di Incidenza Ambientale sarà compreso nella Relazione Ambientale della VAS.

La “Valutazione d’Incidenza”, o “Valutazione d’Incidenza Ecologica (VIEc)” è una procedura per identificare e valutare le interferenze di un piano, di un progetto o di un programma su un Sito della Rete Natura 2000. Tale valutazione deve essere effettuata sia rispetto alle finalità generali di salvaguardia del Sito stesso, che in relazione agli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, individuati dalle Direttive 92/43/CEE “Habitat” e 79/409/CEE “Uccelli”, per i quali il Sito è stato istituito. Si assume un iter logico composto da 4 livelli:

• lo Screening, • la Valutazione appropriata, • la Valutazione di soluzioni alternative, • la Valutazione di misure di compensazione nel caso in cui permanga l’incidenza negativa.

La fase di Screening ha come obiettivo la verifica della possibilità che dalla realizzazione di un piano/programma/progetto, derivino effetti significativi sugli obiettivi di conservazione di un Sito della Rete Natura 2000.

La fase di Valutazione appropriata viene effettuata qualora nella fase di Screening si è verificato che il piano/programma/progetto possa avere incidenza negativa sul Sito. Pertanto in questa fase viene verificata la significatività dell’incidenza, cioè se il piano/programma/progetto comporta una compromissione degli equilibri ecologici chiave che determinano gli obiettivi di conservazione del Sito. Nella fase di Valutazione appropriata vengono peraltro indicate, qualora necessario, le possibili misure di mitigazione delle interferenze.

La terza fase viene redatta qualora, nonostante le misure di mitigazione proposte, è ragionevole identificare soluzione alternative.

La fase di Valutazione di soluzioni alternative viene proposta solo qualora permangano effetti negativi sull’integrità del Sito.

14 Art. 5 del DPR n. 357/1997, modificato dall’art. 6 del DPR n. 120/2003