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Relazione Tecnica Generale Impianto idroelettrico sul Fiume Noce – “MICROHYDRO NOCE 2” –AMNIS S.r.l.

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INDICE

1 Generalità ........................................................................................................................................................... 2 2 Descrizione dello Stato dei Luoghi ................................................................................................................ 4 3 Caratteristiche generali dell’impianto idroelettrico ...................................................................................... 5

3.1 Strumentazione di monitoraggio .................................................................................................... 9 3.2 Il rilascio del DMV ........................................................................................................................... 9 3.3 L’opera di centrale ......................................................................................................................... 11 3.4 Il canale di restituzione ................................................................................................................. 12

3.4.1 SCOMPARTO B.T. 12

3.4.2 Controllo 13

4 Il cronoprogramma delle derivazioni .......................................................................................................... 13 5 Bibliografia ...................................................................................................................................................... 16

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1 GENERALITÀ

La presente relazione illustra le caratteristiche generali del progetto per la realizzazione di un impianto micro-

idroelettrico in località Parrutta in agro del Comune di Trecchina (Pz). Come è noto le briglie degli alvei

montani hanno lo scopo di ridurre fenomeni erosivi e stabilizzare le pendenze d’alveo attraverso salti che

svolgono la funzione anche di dissipatori di energia. L’opera si inserisce su una briglia preesistente sfruttando

il salto della briglia stessa ed offrendo un sistema di dissipazione artificiale alternativo e di maggiore efficienza.

L'impianto micro-idroelettrico ad acqua fluente è una costruzione molto semplice che preleva acqua da un

corso idrico successivamente convogliata mediante una condotta forzata ad una turbine per produrre energia

elettrica. Negli impianti ad acqua fluente la turbina produce con modi e tempi dipendenti dalla disponibilità

nel corso d’acqua. Quando il corso d’acqua è in magra e la portata scende al di sotto del 10-20% del valore di

progetto della turbina installata la produzione di energia cessa.

Le opere principali che costituiscono un impianto ad acqua fluente per la produzione di energia elettrica sono:

1. L’opera di presa per il prelievo delle acque;

2. L'impianto di produzione ove sono ubicate le macchine elettromeccaniche atte alla produzione.

Nella Figura 1, sotto riportata, si individua il posizionamento su cartografia IGM dell'impianto idroelettrico in

progetto.

L’opera di derivazione costituita da un canale grigliato è posta a ridosso di una briglia esistente, le acque così

prelevate confluiscono all’interno di un canale di raccordo collegato mediante uno stramazzo alla vasca di

carico da cui parte il sistema di trasporto, tramite apposita condotta fino al locale interrato posto a valle, dove

è alloggiata la turbina per la produzione di energia.

L’impianto prevede la realizzazione di un’opera di derivazione collocata sul Fiume Noce ad una quota pari a

circa 104.17 m s.l.m., mentre il canale di scarico che reimmette le acque turbinate nell’alveo ad una distanza di

circa 340m di distanza.

L'opera di presa situata è identificata dalle seguenti coordinate LAT/LONG riferite al centro della griglia di

derivazione e al punto di prelievo dell’acqua, individuato all’imbocco dell’impianto:

COORDINATE OPERE DI PRESA

Riferite alla Posizione dell’opera

in progetto

Longitudine 15° 47' 53.55'' E

Latidudine 40° 0' 15.09'' N

Tabella 1. Coordinate delle opere di presa.

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Figura 1. Stralcio della cartografia IGM dell'area di intervento con indicazione dell’area oggetto

dell’intervento.

L’opera è stata concepita per sfruttare il salto disponibile immediatamente a valle di una briglia

esistente attraverso una breve derivazione che conduce le acque ad un mini-impianto di turbinaggio

totalmente interrato e non invasivo evitando qualsiasi tipo di modifiche plano-altimetriche in

prossimità del fiume. La briglia esistente si presenta in ottime condizioni. Infine, la corrente elettrica

generata alla turbina è trasportata in bassa tensione alla rete ENEL.

Lo scopo principale del progetto è la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, in totale

accordo con le politiche energetiche comunitarie e definendo un nuovo modello di progettazione

ideato nel rispetto dell’ambiente. Il progetto ovviamente ricade nella categoria di opere di pubblica

Area oggetto dell’intervento

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utilità mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra e di inquinanti in atmosfera.

Nei paragrafi successivi, dopo una breve descrizione della potenzialità delle energie rinnovabili,

verranno illustrate ed approfondite tutte le caratteristiche generali del progetto.

2 DESCRIZIONE DELLO STATO DEI LUOGHI

L’area oggetto del presente intervento si colloca lungo l’asta principale del Fiume NOCE sfruttando

le preesistenze infrastrutturali per lo sviluppo delle opere. In particolare, il punto di prelievo ricade in

corrispondenza di una briglia esistente in ottimo stato (si veda Figura 3). Pertanto la realizzazione

della presente opera sarà realizzata immediatamente a ridosso di detta opera fornendo anche un

presidio permanente sul tratto fluviale consentendo in futuro di manutenere nel tempo le opere

fluviali di pertinenza dell’opera di derivazione.

L’opera sarà realizzata mediante un piccolo canale di derivazione posto immediatamente a monte

della briglia identificata da qui attraverso un breve canale in CLS sarà convogliata verso un tombino

interrato in cui sarà collocata la turbina per la generazione di energia elettrica. A valle della turbina

sarà predisposto un canale di restituzione interrato fino ad attivare in prossimità della zona di

reimmissione dove il canale fuori terra sarà realizzato mediante piccole gabbionate.

Nel seguito sono riportate alcune foto che illustrano lo stato dei luoghi.

Figura 2. Foto della briglia su cui istallare la microturbina della presente proposta.

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3 CARATTERISTICHE GENERALI DELL’IMPIANTO IDROELETTRICO

L’impianto idroelettrico prevede la realizzazione di un’opera di derivazione sul FIUME NOCE a

quota 104.17 m s.l.m. e asse turbina a quota 98.85 m s.l.m.. L’opera di derivazione sarà dotata di una

paratoia mobile telecontrollata per il prelievo delle portate e di un canale collegato alla turbina. Il

volume derivato sarà addotto fino all’impianto di turbinaggio totalmente interrato e mimetizzato nel

sistema ambientale attraverso un approccio progettuale innovativo in cui sono stati eliminati tutti i

volumi fuori terra a ridosso del sistema Fiume. La filosofia del progetto è quella di minimizzare

l’impatto ambientale e definire un sistema innovativo per la generazione di energia elettrica, infatti il

presente progetto utilizza una frazione del deflusso in alveo lasciando inalterate le fluttuazioni di

portata naturali del corso fluviale. L’impianto preleva queste portate per un breve tratto fluviale di

circa 100m minimizzando in tal modo l’impatto ambientale prodotto sull’ecosistema fluviale che può

risentire di alterazioni protratte su un lungo tratto fluviale. Infine come già detto non comporta

alterazioni delle superfici ipotizzando opere interrate a meno di una piccola casetta di servizio

collocata a circa 100m di distanza dalla centrale di turbinaggio. Tale struttura è necessaria per la

sistemazione degli impianti di trasformazione e per il locale di consegna e lettura per ENEL.

L’impianto progettato prevede la derivazione di una portata massima pari a 1,087 m3/s, valore di

portata che corrisponde alla portata Q350, desunta dalla curva di durata, ridotta dell’aliquota rilasciata

per il Deflusso Minimo Vitale pari a 1,30 m3/s. Quest’impianto è stato pensato per lavorare in

condizioni di scarsa variabilità delle portate sfruttando una portata di progetto prossima alla portata

di morbida e pertanto garantita in alveo per lunghi periodi di tempo. Questo consente di indirizzare

la scelta dell’impianto di turbinaggio che sarà realizzato su una turbina di tipo Kaplan (si veda figura

seguente sulla scelta della macchina da adottare).

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Figura 3. Schema di funzionamento delle diverse turbine in funzione dei parametri di velocità del

flusso e della prevalenza idraulica.

Il salto disponibile inteso come quota di derivazione (soglia di prelievo) e asseturbina è di 5.32 m,

consente di definire un impianto ad acqua fluente che avrà una produzione variabile durante l’anno

in ragione delle derivazioni effettuate durante le diverse fasi dell’anno e delle disponibilità idriche.

Passaggio preliminare per valutare la fattibilità dell’opera è la valutazione e con le caratteristiche

indicate nelle seguenti tabelle in cui si è assunto un rendimento del gruppo turbina-generatore

variabile con la portata defluente.

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Tabella 2. Dati relativi al funzionamento dell’impianto in progetto su un anno idrologico.

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Sulla base delle analisi idrologiche è stato possibile simulare il regime di funzionamento dell’impianto

idroelettrico durante l’intero anno idrologico in modo da valutarne la fattibilità economica. Nel

presente caso è opportuno specificare che il carico in partenza è definito dalla quota di prelievo,

mentre a valle lo scarico è influenzato dalle fluttuazioni del livello idrico durante le varie fasi

dell’anno. Simulando simultaneamente comportamento del sistema fluviale e dell’impianto è

possibile definire la produzione potenziale dell’impianto durante l’anno idrologico medio. Nella

tabella seguente è riportata la sintesi di dette simulazioni.

Prospetto

Salto Geodedico [m] 5.32

Potenza Idraulica [kw] 59.10

Potenza Elettrica [kw] 44.44

Volume Turbinato [Mmc] 30.21

Potenza Nominale [kw] 50.00

Produzione Media Annuale [GWh] 0.34

Tabella 3. Caratteristiche generali dell’impianto idroelettrico.

L’opera in base alle caratteristiche esposte rientra nella categoria di impianti di produzione da fonti

rinnovabili – impianto idroelettrico ad acqua fluente con una potenza tale da favorire l’accesso alla

tariffa omnicomprensiva. Detta tariffa è ridotta del 3% annua a seconda dell’anno in cui entrerà in

esercizio l’impianto.

Un breve canale di scarico raccoglie le acque scaricate dai diffusori della turbina e le recapita nel

Fiume medesimo.

1.1 L’opera di derivazione

Per favorire il continuum fluviale, si ritiene opportuno utilizzare un’opera di presa a trappola,

costituita da un canale posto trasversalmente all’alveo al di sotto di esso e protetto da una griglia con

pendenza superiore a quella del fondo alveo. L’opera di presa sarà collegata ad un breve canale che

scarica le proprie acque in un pozzetto interrato in cui è installa la turbina sommersa e poi

successivamente le acque sono scaricate mediante scarico interrato.

Il manufatto consiste in una griglia di acciaio inox, sotto la quale è ricavato un canale trasversale di

raccolta, come nelle prese a trappola di tipo classico. L’acqua viene derivata attraverso la griglia,

mentre i pesci e il materiale trasportato dall’acqua passano sopra la griglia grazie all’aumento di

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velocità.

La griglia risulterà chiusa per una lunghezza pari al 20% della lunghezza totale della gaveta per

garantire un flusso continuo oltre la briglia presa in considerazione. Ovviamente, questo implica che

per un periodo dell’anno la portata che transita su questa porzione di gaveta sarà superiore al DMV,

mentre per i periodi di magra una porzione di deflusso dovrà essere reimmessa attraverso una

riduzione della derivazione.

3.1 Strumentazione di monitoraggio

In corrispondenza dell’opera di presa è prevista l’installazione di un idrometro per le misurazioni di

portata immediatamente a monte, in modo da garantire un migliore funzionamento dell’impianto, di

monitorare in continuo le portate in arrivo e valutare l’effettivo rilascio d’acqua in alveo.

Nonostante le caratteristiche dell’impianto siano tali da rendere impossibile qualsiasi prelievo nei casi

in cui la portata defluente risulti inferiore alla portata di Deflusso Minimo Vitale, tale controllo

consentirà di verificare se tale condizione è soddisfatta nel tempo.

Il misuratore di portata sarà installato sul fondo dell’alveo, per cui non visibile, e sarà costituito da

un trasduttore di pressione e sensori pneumatici "a bolle", con compensazione automatica della

pressione barometrica. Tale strumentazione è generalmente adottata per misurare il livello

piezometrico in piezometri, vasche di sedimentazione in bottini di presa di sorgenti, alvei naturali o

regolarizzati con stramazzi e briglie. Si prevede, inoltre, di installare una stazione meteo-

pluviometrica per la misura delle precipitazioni per consentire di eseguire un’analisi idrologica

afflussi/deflussi utile all’ottimizzazione della gestione dell’impianto su medio periodo. La stazione

meteo-pluviometrica sarà installata in corrispondenza dell’impianto di turbinaggio.

3.2 Il rilascio del DMV

Considerato che la normativa nazionale e regionale impone il rilascio di un deflusso minimo vitale in

alveo, è necessario progettare e realizzare un sistema che consenta di rispettare tale prescrizione

consentendo un rilascio di portata in modo sicuro e garantito nel tempo.

Nel presente caso, come può evincersi dalle indicazioni riportate nella relazione idrologica, il

deflusso minimo vitale è stato calcolato scegliendo il valore massimo dedotto da due differenti

metodologie ed, infine, incrementandone il valore ottenuto del 20% definendo un valore di DMV

pari a 1300 l/s. Per consentire il rilascio ininterrotto nel tempo di un DMV si prevede di realizzare

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una fascia centrale, rispetto alla briglia in cui viene realizzato la derivazione, in cui la griglia risulterà

occlusa per favorire un superamento della briglia ad un flusso pari al 20% del flusso totale in transito

sulla briglia oggetto di studio. Questa scelta è stata ispirata dalle procedure suggerite in Svizzera per

la realizzazione degli impianti idroelettrici, in cui si preferisce alla scelta di un DMV costante un

valore variabile nel tempo e proporzionale al deflusso registrato in alveo. Inoltre, considerate le

richieste della normativa italiana si è comunque previsto di rilasciare mediante regolazione della

derivazione un deflusso minimo vitale pari almeno a 1300 l/s fintanto che questa portata risulti

disponibile in alveo. Questo sarà possibile attraverso un sistema di telecontrollo della derivazione

che consentirà di stimare il flusso in ogni istante e determinare conseguentemente la portata

derivabile. Questi dati ovviamente potranno essere accessibili agli enti che fossero interessati a tali

misurazioni.

Nel presente caso, la ridotta lunghezza del tratto incanalato rappresenta un ulteriore elemento di

garanzia per l’ecosistema fluviale. Si ritiene utile fornire un elemento di analisi aggiuntivo rispetto

all’impatto dell’opera sul comportamento idraulico-idrologico del sistema fluviale. In particolare

nella figura seguente (Figura 4) vengono riportati il flusso in alveo e la portata derivata come

frazione della portata defluente durante il diversi periodi dell’anno. Si può notare attraverso questo

grafico che l’impianto in progetto effettua un prelievo contenuto in termini percentuali della portata

defluente durante tutto l’anno in cui il prelievo si significativamente al di sotto del 50% del deflusso

disponibile.

Figura 4. Percentuale prelievi e portata in alveo in termini percentuali rispetto alla portata defluente

durante le varie fasi dell’anno in termini percentuali.

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3.3 L’opera di centrale

Il flusso derivato è convogliato direttamente in un pozzetto realizzato al margine dell’asta fluviale in

cui è installata la microturbina. Nel posizionamento sia del canale di avvicinamento che della

microcentrale si è scelto di utilizzare aree esterne alla fascia fluviale corrispondente a T=500 anni e

analogamente si farà per tutta la parte elettrica legata alla trasformazione e la consegna è stata

dislocata in un area esterna all’area di inondazione corrispondente a T=500anni e risulterà

totalmente interrata.

Sulla tubazione per il collegamento alla turbina verranno installati organi di attenuazione per il colpo

di ariete. Opportuni approfondimenti della struttura in c.a. sono previsti in corrispondenza dei

diffusori di scarico delle turbine. L’opera di turbinaggio è dotata di un gruppo di generazione

costituito da una turbina tipo Kaplan ad asse verticale bi-regolante con le seguenti caratteristiche

tecniche. Questo consente di avere una buona elasticità sulla produzione e sui rendimenti della

macchina per un buon range di portate (si veda figura seguente).

Figura 5. Curve di rendimento caratteristiche per differenti tipologie di macchine ivi inclusa la

turbina tipo kaplan (3).

L'impianto di produzione è completamente interrato e pertanto gli effetti riferiti a tutti gli indicatori

sopra menzionati sono da ritenersi nulli.

I muri in gabbioni metallici, muro d’accompagno e canale di scarico per la reimmissione in alveo

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delle acque turbinate, saranno rinverditi mediante inserimento di tasche vegetative contenenti piante

in vaso o talea per un miglior inserimento delle opere nel contesto ambientale di riferimento.

3.4 Il canale di restituzione

Il canale è stato progettato con una sezione circolare con diametro di 1.4m che nell’ultimo tratto

diventa un canale rettangolare di 1.5m larghezza e 1.5m di altezza fino alla restituzione. Il canale di

restituzione è pensato con un tratto di imbocco iniziale in contro pendenza per favorire la presenza

di acqua all’uscita della turbina in modo da avere sempre acqua in corrispondenza del diffusore.

Questo evita la formazione di fenomeni cavitativi. Il dettaglio dell’opera è riportato negli elaborati di

progetto.

Esso sarà realizzato in cls per la porzione interrata mentre la porzione fuori terra sarà realizzata in

gabbioni. La forma e la pendenza assegnata al canale sono state pensate con una duplice finalità: 1)

garantire la presenza di acqua all’uscita del diffusore e 2) consentire di dissipare il carico residuo di

energia presenta all’uscita del diffusore legato all’energia cinetica dell’acqua.

6.4 L'Edificio per gli impianti tecnologici

Al fine di evitare di posizionare opere fuori terra all’interno delle fasce fluviali di rispetto è stato

ideato un sistema di dislocazione dei trasformatori e dei quadri elettrici in un locale totalmente

interrato.

Gli scavi necessari per la sua realizzazione prevedono alla fine dei lavori il ripristino dello stato dei

luoghi circostanti.

Lungo il perimetro dell'edificio per gli impianti tecnologici si provvederà a piantumare specie

arboree autoctone, piante di olivo, per un miglior inserimento del manufatto nell'ambiente

circostante.

3.4.1 SCOMPARTO B.T.

All’interno dell’edificio “impianti tecnologici sarà collocato un quadro BT. Quadri protetti, costruiti

in lamiera pressopiegata sp.20-30/10, verniciato con polveri epossidiche colore grigio RAL 7032,

suddiviso in pannelli disposti sul fronte e sul retro dei vari moduli.

Inoltre, all’interno dello scomparto sono presenti:

Gruppo di misure parametri di macchina ( Multimetro per la misura e la visualizzazione dei

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parametri elettrici lato gruppo (V; A; kW), etc.);

Gruppo di misure utf energia prodotta;

Gruppo di misure utf energia per ausiliari di centrale;

Interruttore di macchina e di interfaccia.

3.4.2 Controllo

L’unità di comando e controllo del gruppo è costituita da un insieme di apparecchiature tra loro

interconnesse in grado di acquisire tutta una serie di parametri di campo che costituiscono i data di

input per la logica di comando. Il sistema quindi elabora in accordo agli algoritmi di gestione i dati di

output da inviare agli organi di comando.

Le principali apparecchiature sono le seguenti:

- Logica programmabile (PLC) di primaria marca composta da:

- CPU adatta per applicazioni ad alto livello che richiedono elaborazioni veloci e strutture

periferiche di media estensione

- Alimentazione in 24Vcc con batteria tampone

- Ingressi analogici 4-20mA

- Ingressi digitali 24 Vcc

- Uscite digitali 24 Vcc

- Uscita analogica 0-10 Vcc

- Interfaccia operatore a mezzo di touch screen montato a fronte quadro mediante il quale è

possibile effettuare tutti i comandi necessari all’avviamento e alla fermata del gruppo

- Relè di comando in 24Vcc

- Contattore di potenza per avviamento motori

- Salvamotori per protezione motori con corrente tarabile.

4 IL CRONOPROGRAMMA DELLE DERIVAZIONI

Le portate di esercizio saranno comprese tra valori compresi tra il massimo ed eventualmente anche

zero nei periodi particolarmente siccitosi. Considerati i valori consistenti di deflusso minimo vitale

previsti si prevede di far funzionare l’opera per l’intero arco dell’anno.

Al fine di valutare il comportamento dell’impianto e gli effetti indotti sull’ecosistema fluviale dalla

presenza dell’impianto in progetto è stato simulato il comportamento della traversa autoderivante su

un periodo di circa 5 anni. Le portate sintetiche sono state dedotte dalle registrazioni di portata

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continue disponibili per la stazione del Noce alle Fornaci tra il 1958 e 1962. Queste sono state

adimensionalizzate e moltiplicate per il deflusso medio stimato alla sezione di chiusura secondo le

indicazioni dello studio idrologico allegato al presente progetto. Sulla base di dette analisi è stato

possibile ottenere il diagramma seguente a scala giornaliera in cui sono riportati i valori di portata in

alveo stimati, quelli prelevati in rosso, e quelli rilasciati immediatamente a valle dell’opera di presa

(Figura 6).

Figura 6. Simulazione dell’andamento delle portate giornaliere in alveo, di quelle prelevate e di quelle

rilasciate a valle.

Le analisi alla scala giornaliera sono state successivamente aggregate alla scala mensile per fornire

una lettura più semplice e rapida del funzionamento dell’impianto che come può evincersi dai grafici

seguenti comporterà una lieve alterazione dei deflussi presenti in alveo che comunque risulteranno

cospicui e variabili rispecchiando le caratteristiche idrologiche proprie dell’alveo fluviale. L’utilità di

detto approccio sta nella possibilità di descrivere il funzionamento in differenti periodi e valutare il

comportamento e l’impatto dell’opera sia in anni ricchi di pioggia sia in periodi meno piovosi.

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 20000

50

100

150

tempo (giorni)

Q (

mc/s

)

Deflusso in Alveo a monte della Briglia

Prelievo

Deflusso a Valle della Briglia

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Figura 7. Simulazione dell’andamento delle portate mensili in alveo, di quelle prelevate e di quelle

rilasciate a valle.

Sulla base delle simulazioni effettuate si è giunti, dunque, alla definizione delle portate medie mensili

derivabili in ragione sia delle regole di gestione adottate oltre che delle caratteristiche idrologiche

dell’impianto.

Tabella 4. Cronoprogramma dei prelievi intesi come valori medi stimati su un periodo di simulazione

di 5 anni.

0 10 20 30 40 50 60 700

5

10

15

20

25

30

tempo (mesi)

Q (

mc/s

)

Deflusso in Alveo a monte della Briglia

Prelievo

Deflusso a Valle della Briglia

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5 BIBLIOGRAFIA

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minimo vitale – relazione, 2006.

Autorità di Bacino della Basilicata, piano di bacino - stralcio del bilancio per il rischio idrogeologico-

norme di attuazione – relazione, 2011.

Claps, P. & M. Fiorentino, Rapporto di sintesi per la regione Basilicata (bacini del versante ionico) –

VALUTAZIONE DELLE PIENE IN ITALIA, GNDCI - U.O. 1.21, 2001.

Manfreda, S., L. Giuzio, V. Iacobellis, A. Sole, Guida Tecnica al Calcolo delle Portate al Colmo di

Piena, (con software) Errecci Editore, pp 57, 2011 (ISBN: 978-88-89970-61-4).

Manfreda, S., V. Iacobellis, M. Fiorentino, Appunti di Idrologia Superficiale, Aracne Editrice, pp176,

2010 (ISBN: 978-88-548-3203-9).

Rossi, F. Dispense del corso di Idrologia, Università di Napoli, 1987.

SERVIZIO IDROGRAFICO E MAREOGRAFICO NAZIONALE ‐ UFFICIO

IDROGRAFICO E MAREOGRAFICO DI CATANZA, ANNALI IDROLOGICI.

Sole, A., Sdao, F., Frane e Alluvioni Azioni Salvavita: Norme per l’autoprotezione in caso di allarme,

proidro, maggio 2012.