Progetto didattico Nido d’Infanzia - LIBERI DI...

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LEGNO ROSSO Progetto didattico Nido d’Infanzia Premessa In collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Pistoia, si offre alla cittadinanza un nuovo servizio educativo per la prima infanzia che risponde alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie, sperimentando anche forme di accesso e di orario flessibili che permettono una particolare attenzione alle madri che svolgono un’attività lavorativa o che si apprestano a entrare nuovamente nel mercato del lavoro. Tipologia del servizio La cooperativa Sant’Agostino, insieme alla Cooperativa Pantagruel, alla Cooperativa L’Acchiappastelle e alla Cooperativa Didattica e Sperimentazione, ha individuato una tipologia di servizio prevista dall’art. 70 della Legge 448/2001, dalla L.R. 32/2002 e dal successivo regolamento regionale denominata Nido d’Infanzia come la più rispondente alle esigenze delle bambine e dei bambini presenti sul territorio. Si tratta di un servizio integrativo che si configura come luogo con caratteristiche educative, ludiche, culturali e di aggregazione sociale, rivolto ai bambini e alle loro famiglie. Il Nido d’infanzia è il più “classico” e sperimentato dei servizi pensati per la prima infanzia, ma possiede anche le potenzialità per offrire un servizio articolato alle famiglie, offrendo proposte flessibili e differenziate 1

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LEGNO ROSSO

Progetto didattico

Nido d’Infanzia

Premessa

In collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Pistoia, si offre

alla cittadinanza un nuovo servizio educativo per la prima infanzia che

risponde alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie, sperimentando

anche forme di accesso e di orario flessibili che permettono una particolare

attenzione alle madri che svolgono un’attività lavorativa o che si

apprestano a entrare nuovamente nel mercato del lavoro.

Tipologia del servizio

La cooperativa Sant’Agostino, insieme alla Cooperativa Pantagruel, alla

Cooperativa L’Acchiappastelle e alla Cooperativa Didattica e

Sperimentazione, ha individuato una tipologia di servizio prevista dall’art.

70 della Legge 448/2001, dalla L.R. 32/2002 e dal successivo regolamento

regionale denominata Nido d’Infanzia come la più rispondente alle esigenze

delle bambine e dei bambini presenti sul territorio. Si tratta di un servizio

integrativo che si configura come luogo con caratteristiche educative,

ludiche, culturali e di aggregazione sociale, rivolto ai bambini e alle loro

famiglie. Il Nido d’infanzia è il più “classico” e sperimentato dei servizi

pensati per la prima infanzia, ma possiede anche le potenzialità per offrire un

servizio articolato alle famiglie, offrendo proposte flessibili e differenziate

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alle loro esigenze attraverso soluzioni diversificate sul piano strutturale e

organizzativo.

La motivazione alla creazione di un nuovo asilo nido nasce dal verificato

bisogno di servizi siffatti espresso dalle famiglie del territorio pistoiese.

Infatti la crescente consapevolezza, da parte dell'utenza potenziale,

dell'importanza della funzione e della qualità dei nidi, o dei servizi

complementari, ha fatto lievitare la domanda tanto che oggi sono ancora

molte le richieste insoddisfatte (si veda in proposito quanto indicato nel

dettaglio all’interno del formulario). I dati della nostra Regione, le cui politiche

per la prima infanzia rappresentano un fiore all’occhiello per l’intero

territorio nazionale, ci dicono che attualmente, nonostante la rete dei servizi

nel biennio 2000/2002 sia passata da 349 a 574 strutture raggiungendo così

un livello di risposta pari al 20,52%, l’offerta di asili nido è pari a 201

(distribuiti su 80 comuni della Regione) con una capienza potenziale di 7.733

posti, pertanto il servizio offre risposta solo al 10,15% dell'utenza potenziale

(76.155 bambini in età 0-3 anni), mentre i bambini che usufruiscono

effettivamente del nido nel corrente anno sono 7.520, pari al 9,87 % degli

aventi diritto (come mostrano i grafici).

Rapporto tra domanda e offerta potenziale

Capienza potrenziale

10,15%

Rapporto tra domanda e offerta effettiva

Capienza effettiva9,87%

In presenza di tale situazione ed in considerazione dell'importante

ruolo socio-educativo che compete al nido e ai servizi complementari ad esso

affiancati, non solo nei confronti del bambino, ma anche per il ruolo

riequilibratore che esso ha nel contesto familiare, risulta imprescindibile

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soddisfare le aspettative che scaturiscono da parte dei mancati utenti,

realizzando interventi che si differenziano in relazione ai diversi contenuti

della domanda.

La tipologia del servizio proposta, quella del nido a tempo lungo, pur

essendo la più classica, attraverso la flessibilità di orari e modalità di

accesso, risponde in maniera soddisfacente alle esigenze di flessibilità e

differenziazione dei servizi che scaturiscono dalla evoluzione e dai

mutamenti delle esigenze dei bambini e delle famiglie.

Il contesto al quale il Progetto si riferisce è quello del territorio del

Comune di Pistoia, con riferimento alla situazione dei servizi rivolti alla

prima infanzia ed alla condizione delle madri e, più in generale delle

famiglie, che di questi servizi usufruiscono per avere un valido supporto

nell’educazione e nella cura dei propri bambini nella fascia di età compresa

fra i 12 mesi ed i 3 anni.

I servizi educativi del Comune di Pistoia che si rivolgono alla prima

infanzia hanno una storia che nasce alla fine degli anni ’60, storia che ha

visto un moltiplicarsi di opportunità e di azioni, rivolte ai bambini e alle loro

famiglie, tanto che il modello educativo di Pistoia è conosciuto e

riconosciuto a livello nazionale e internazionale per l’alto livello che

esprime. Pistoia oggi è nota, ovunque, come una città che ha voluto essere

amica dei bambini e delle bambine, costruendo progetti, interventi e servizi

che li mettessero al centro del disegno stesso di città.

La realtà pistoiese è quindi inserita in un quadro positivo rispetto alla

qualità e all’offerta dei servizi per la prima infanzia, tanto che negli ultimi,

non è più soltanto la necessità a spingere le famiglie verso la richiesta di

servizi per l’infanzia, ma cresce la consapevolezza che questi servizi offrano

percorsi di esperienza di grande qualità, capaci di inserire il bambino è in

percorso di crescita e socializzazione insieme ad altri bambini suoi coetanei,

affidato a personale capace e motivato e continuamente aggiornato.

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Lo sviluppo della qualità dei servizi offerti che ha contribuito in modo

determinante, quindi, a rendere crescente la domanda e di fatto a rendere

sempre più insufficiente l’offerta (si considerino le liste di attesa del Comune

anno 2003/2004, insoddisfatte relativamente al nido per oltre il 50%).

A questo moltiplicarsi della richiesta di servizi educativi rivolti alla

prima infanzia ha contribuito in gran parte la mutata condizione sociale e

lavorativa delle donne – madri. Infatti negli ultimi decenni notevoli

mutamenti hanno interessato la vita delle donne: il cambiamento del

rapporto con il mondo del lavoro, la formazione e la trasformazione dei

ruoli nella famiglia hanno creato nuove opportunità, ma hanno anche

“travolto” la vita delle donne in età fertile. Quindi, mentre da una parte, le

donne si sono trovate in una condizione di maggiore “facilità” di accesso nel

mercato del lavoro, dall’altra continuano ad essere i soggetti più sensibili

alla precarietà e alla flessibilità lavorativa e, troppo spesso, sono costrette a

vivere la maternità come una scelta in antitesi con quella della carriera.

Nel contesto fin qui esposto, si inserisce il progetto “Legno Rosso”, un

nuovo servizio di asilo nido per bambini fra 12 mesi e 3 anni istituito in

un’area della città “Capostrada”, in via Bolognese, dove per la forte recente

e crescente urbanizzazione è assai rilevante la domanda. L’asilo recupera un

importante complesso di proprietà di un Ente pubblico, gli Istituti

Raggruppati, denominato ex Asilo Puccini concesso in comodato gratuito per

25 anni, di notevole pregio architettonico e sorto a fine ‘800, già per essere

destinato all’infanzia cittadina. L’obiettivo è stato quello di inserire il Nido

“Legno Rosso” nella rete dei servizi del Comune di Pistoia al fine di

contribuire alla riduzione della lista d’attesa e alla diffusione di una strategia

che tende ad ottimizzare le risorse e i costi, oltre che innovativa e

valorizzatrice delle tante realtà non profit che operano nel settore della

prima infanzia e del principio di sussidiarietà teso al riconoscimento di

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quelle realtà della Società Civile che con competenza operano da tempo nel

settore.

Progetto

1. Le Strutture

Gli ambienti e le strutture destinati ad accogliere uno spazio per la

prima infanzia soddisfano i requisiti tecnico strutturali e gli standard di

qualità e sicurezza dettati dalla normativa vigente, sia nazionale che

regionale, per quello che riguarda i servizi educativi rivolti all’infanzia e alla

prima infanzia (L.R. 32 del 26 luglio 2002, il Reg. 47 dell’8 Agosto 2003 e il

Regolamento “dei servizi educativi per la prima infanzia” del Comune di

Pistoia del 15 settembre 2003).

Il complesso che ospita il nido permette ampliamente la soddisfazione

di tali requisiti, ma si caratterizza anche per una collocazione urbanistica e

una qualità delle strutture assolutamente favorevole al servizio che vi si

svolge. Oltre ad ampi ambienti contigui a piano terra, gode di un ampio

parco che lo circonda su tre lati e di un piazzale interno prospiciente

l’ingresso.

Gli ambienti del Nido “Legno Rosso” dispongono di un grande spazio

all’aperto utilizzabile nei momenti e nelle stagioni che lo consentiranno.

Nello specifico, la struttura adibita ad Asilo Nido, di cui in allegato si

trovano le piante e i riferimenti necessari, si sviluppa lungo tutto il Piano

terreno dell’edificio e l’area dedicata ai bambini è suddivisa in ambienti ben

precisi:

a) zona accoglienza: situata all’ingresso dell’asilo, articolata in tre ampi

vani comunicanti, ospita uno spazio per gli armadietti dei bambini,

un’area per i genitori e uno spazio accoglienza con desk-segreteria;

b) zona pranzo: adibita per la pappa e il pranzo dei bambini;

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c) due zone attività: spaziose, luminose, adibite alle attività che

ospitano i gruppi di bambini e anche momenti di continuità con i

bambini della materna. Data la grandezza degli spazi, ospita anche

laboratori e spazi speciali appositamente delimitati da elementi di

arredo e funzionalmente definiti in modo che ai bambini siano

proposte esperienze ricche e varie anche grazie all’utilizzo di materiali

e specifiche attrezzature

c) zona nanna: è una stanza situata al piano mezzanino dell’edificio,

chiusa, oscurabile, in cui i bambini dormono in lettini conformi, in

particolare nei momenti successivi al pranzo;

d) due zone per il gioco libero, adiacenti a quelle delle attività e

anch’esse usate per alcune attività in particolare quando i bambini

sono divisi in gruppi/sezioni. Ospita angoli didattici (angolo

morbido, angolo dei travestimenti, angolo del far finta che, ecc…)

e) zona bagni per i bambini, con vasetti e lavabo a misura di bambino e

fasciatoi;

f) zona bagni per gli adulti, accessibile anche ai diversamente abili;

g) zona sporzionamento per i pasti e le merende;

h) zona spogliatoio personale, con appositi armadi per il cambio del

personale;

i) zona giardino, negli spazi all’aperto adiacente all’immobile, delimitato

e sicuro, è arredata con giochi funzionali alla didattica e adatti alla

funzione. È un luogo dove, oltre al gioco libero, si svolgono laboratori

scientifici che stimolano la curiosità e il rispetto del bambino verso la

natura che lo circonda (laboratorio dei cinque sensi, costruzione di un

piccolo orto, scoperta degli “abitanti del giardino”, ecc...).

Per una più ampia descrizione degli spazi e degli arredi si rimanda ai

paragrafi successivi e al materiale allegato (in particolare vedi pianta degli

arredi).

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1.2 Breve accenno agli standard e ai requisiti tecnici

La struttura realizzata è progettata sugli standard funzionali e

qualitativi dettati dal regolamento regionale n°47/03 dei servizi educativi

per la prima infanzia” del Comune di Pistoia del 15 settembre 2003. Gli

standard dimensionali sono adeguati, gli ambienti sono luminosi poiché

dotati di ampie finestre e porte finestre per tutto il loro perimetro.

La ricettività dell’Asilo Nido (da un minimo di 40 ad un massimo di

45 bambini) è determinata in base all’art. 15 del citato regolamento

ipotizzando uno spazio dedicato a bambino di circa 4,5 mq, alcune zone

sono multifunzionali.1

L’ambiente, come abbiamo detto, è situato al piano terreno

dell’edificio, è sicuro in quanto gli accessi alle diverse zone del nido sono

delimitate da piccoli cancelli.

2. Il nostro impegno

Nell’elaborazione del progetto educativo che segue, abbiamo

individuato alcuni obbiettivi da considerare prioritari nello svolgimento del

servizio (obiettivi che presentiamo non come esclusivi, ma che sono alla base

delle scelte organizzative previste).

I valori pedagogici dei nostri servizi alla prima infanzia sostengono

un’azione educativa che immagina bambini e bambine in grado di essere in

relazione attiva, complessa e capace con chi si prende cura di loro.

I bambini sanno apprendere e orientarsi, allacciare legami affettivi

anche con persone che non sono di famiglia, in particolare se il clima è

1 Regolamento regionale n°47 dell’8 agosto 2003, art. 6 comma 3: “l’orario d apertura del nido d’infanzia è compreso fra sei e undici ore giornaliere. Al suo nterno sono previste forme di frequenza diversificata e in particolae: • Frequenza corta antimeridiana e pomeridiana non comprensiva del pasto, non inferiore a quattro ore, • Frequenza antimeridiana e pomeridiana comprensiva del pasto.

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sereno e se l’ambiente che li accoglie è amabile, operoso, vivibile,

documentabile, comunicabile, luogo di ricerca, apprendimento, ricognizione

e riflessione; i bambini richiedono un’educazione relazionale e

comunicativa, senza stereotipi, né pregiudizi, perché non vogliono solo

sapere ma anche capire, desiderare e conquistare; si aspettano un largo

ventaglio delle offerte, utili e motivanti, dentro le quali scoprire,

sperimentare, ascoltare, provare e costruire progetti.

Crediamo nei bambini e nella pedagogia della relazione che ha il fine

di rafforzare il loro senso di identità, attraverso un riconoscimento dei

coetanei e degli adulti, fino a far loro sentire quel tanto di sicurezza e di

appartenenza che li abilita ad accettare le trasformazioni; così scoprono che

possono farcela da soli, in autonomia, imitando, fermandosi, ascoltando e

creandosi dei significati.

Ci piace pensare che nel nostro nido d’infanzia ci siano ambienti

stimolanti e rassicuranti, in grado di aiutare i bambini nelle “separazioni”

dalla famiglia e, al tempo stesso, negli incontri e nell’integrazione all’interno

del gruppo dei coetanei; che favoriscano lo sviluppo della comunicazione,

della relazione e degli apprendimenti verbali e non verbali; che siano

portatori sani di cultura della prima infanzia e producano effetti positivi

soprattutto quando diventano luogo d’accoglienza, diffusione e sostegno

della riflessione sulla genitorialità e sui diritti di tutti i soggetti coinvolti

nella relazione educativa.

3. Modalità di organizzazione del servizio

Il Nido d’infanzia “Legno Rosso” ha attuato la realizzazione di

un servizio di accoglienza e assistenza di bambine e bambini di età

compresa tra i 12 ed i 36 mesi anche di nazionalità straniera o apolidi o non

residenti qualora un accordo preventivo con il Comune di Pistoia lo

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prevedesse. Il Nido d’Infanzia accoglie tutti i bambini che ne facciano

richiesta entro i limiti dei posti disponibili, senza discriminazione di sesso,

religione, razza, etnia, cultura e favorisce l’inserimento di bambini in

condizioni di svantaggio socio-culturale e/o diversamente abili, di bambini

il cui nucleo familiare sia monoparentale o il cui nucleo parentale sia

composto da entrambi i genitori occupati.

Un servizio aperto in una fascia oraria compresa tra le ore 7.30 e le ore

16.00, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, da settembre a giugno. Inoltre è

stato possibile creare momenti di attività genitoriali, di laboratorio teatrale e

di manipolazione estesi anche al sabato mattina negli stessi spazi e un

prolungamento del servizio per il mese di luglio e di agosto, facendo tesoro

della particolare struttura del nido, ipotizzando il concentrarsi di una utenza

proveniente nel periodo estivo anche da altri servizi (non adeguati nel

periodo estivo) appartenente alla rete per l’infanzia del Comune di Pistoia.

4. Obiettivi del servizio

L’apertura di uno spazio per bambini e bambine dove è possibile

sviluppare tutte le potenzialità di crescita, apprendimento e

socializzazione che favorisca lo sviluppo di personalità libere e

appassionate al reale;

Favorire lo sviluppo delle potenzialità del bambino, all’interno

di una struttura che aiuta la crescita, l’apprendimento e la

socializzazione;

Organizzare spazi e tempi adeguati alla crescita del bambino e a

tutta la sua persona;

Proporre il gioco, nel rispetto delle caratteristiche evolutive,

come strumento di comunicazione, espressione e crescita del

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bambino in tutte le proprie dimensioni e attraverso i più diversi

percorsi (gioco libero, guidato, a piccoli gruppi, collettivo ecc..)

Sviluppare attività di socializzazione, apertura e rispetto della

diversità;

Far sperimentare formule di apprendimento collettivo e

collaborativi con altri bambini e adulti diversi dai genitori;

Stimolare una pluralità di linguaggi espressivi;

Favorire la costituzione dello spazio come ambito relazionale,

prioritariamente bambino-bambino, ma anche bambino-

genitore, genitore-educatore, educatore-bambino;

Garantire la sicurezza dei bambini e dei fruitori dell’ambiente,

verificando la sua rispondenza agli standard richiesti dalle

normative in vigore, con una scelta dell’organizzazione degli

spazi, dei giochi, degli arredi, capace di stimolare la curiosità e la

crescita armonica del bambino;

Organizzare la partecipazione delle famiglie, come soggetto

imprescindibile del progetto educativo. Al centro del percorso

educativo si pongono infatti famiglia, bambino e educatori,

considerati soggetti attivi in ogni proposta e scelta pedagogica;

Favorire e realizzare esperienze concrete di collaborazione e

integrazione con la rete dei servizi all’infanzia presenti nel

territorio.

Favorire il passaggio dal Nido alla scuola dell’infanzia

attraverso esperienze di continuità 0-6 anni;

4.1 Il coinvolgimento delle famiglie

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Tra gli obbiettivi principali del nido, come abbiamo appena indicato,

vi è quello di favorire la partecipazione della famiglia al percorso educativo

proposto al bambino2.

Affinché il nido non diventi un elemento di deresponsabilizzazione

dei genitori, sono previsti momenti di coinvolgimento delle famiglie e gesti

di accoglienza rivolti non solo ai bambini, ma anche al loro contesto

familiare. Accoglienza che si realizza in gesti concreti, ambientali e

organizzativi, ma che si sostanzia in una pratica di relazioni e comunicazioni

improntata al dialogo. La relazione è pensata come scambio e dialogo che

conduce al riconoscimento di ogni individuo come risorsa (di esperienza e

di competenza).

La partecipazione delle famiglie alla proposta pedagogico-didattica

del Nido d’infanzia riguarda:

A- Il confronto in ordine al panorama valoriale di riferimento per la

definizione del progetto educativo;

B- L’analisi delle finalità generali del nido;

C- L’analisi e l’approfondimento critici della documentazione

didattica prodotta nello svolgimento dell’attività educativa;

D- Il monitoraggio e la valutazione della gestione.

Il riconoscimento della centralità delle relazioni e in particolare del

rapporto con la famiglia è alla base del progetto educativo del servizio.

Anche dopo la fase dell’inserimento, infatti, la partecipazione dei genitori

alla vita del nido e l’attenzione alle modalità di relazione tra operatori e

genitori sono elementi fondamentali per consolidare il rapporto di fiducia

2 “È assicurata la partecipazione delle famiglie alle scelte educative, da realizzarsi mediante la previsione di incontri periodici per la presentazione del progetto educativo e della programmazione educativa alle famiglie utenti nonché mediante la previsione di verifiche e valutazioni delle attività del servizio” (art. 10 comma 3 reg. 47/03).

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avviato durante i primi giorni di frequenza e per favorire la continuità tra

l’esperienza del bambino a casa e al nido.

La possibilità di strutturare un rapporto a lungo termine con le

famiglie permette agli adulti di condividere le scelte relative alla crescita e

all’educazione dei bambini; per questo motivo il nido dispone di spazi,

tempi, percorsi e anche di figure professionali competenti, in grado di

instaurare relazioni significative con i genitori, sostenendo il confronto e lo

scambio di esperienze e opinioni.

4.2 Attenzione a situazioni di svantaggio sociale

Un’attenzione particolare è rivolta a eventuali situazioni di svantaggio

(bambini diversamente abili, in condizioni socio-economiche difficili, in

carenza di cure familiari o culturali). Uno staff di psicologi e pedagogisti è a

disposizione delle educatrici per valutare in modo coordinato gli strumenti

più adatti da mettere in campo per ridurre i condizionamenti psicologici

derivanti da situazione di svantaggio sociale e culturale e da situazioni di

disagio familiare: condizioni, per favorire un pieno inserimento nell’ambito

educativo in modo da sviluppare l’autonomia e l’autostima e per

promuovere un dialogo costruttivo con le famiglie.

L’aggiornamento, soprattutto per le educatrici di bambini in

situazioni di disagio in così tenera età, mira a cogliere gli aspetti psicologici,

relazionali e sociologici affinché sia possibile un loro proficuo inserimento

nel nido che li aiuti nel prosieguo verso la scuola dell’infanzia.

L’eventuale inserimento di bambini diversamente abili viene

affrontato con la massima attenzione: sia per ciò che attiene la disposizione

dei locali e dei materiali, sia per ciò che attiene il personale di sostegno. La

crescita e lo sviluppo di una personalità, soprattutto se segnata da un

disagio, può avvenire solo con la presenza di rapporti significativi che

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guidino e sostengano la scoperta della realtà: il terreno di sviluppo è per

ognuno un’appartenenza, unica possibilità di scoperta dell’io.

Poiché molto spesso una “diversità dagli altri”, produce nel bambino

come una intimazione a “non essere”, è indispensabile la creazione di

percorsi ad hoc, o comunque di obiettivi non standardizzati. È necessario

lavorare per favorire l’evoluzione di tutte le potenzialità residue e per

stabilizzare le acquisizioni già avvenute. Nella programmazione relativa a

tali aspetti, è stato necessario individuare e affrontare obiettivi realistici,

unici e particolari, con step definiti, che tengano conto di una fase di

consolidamento delle conoscenze acquisite.

Un’attenzione particolare è rivolta all’inserimento di questi bambini in

modo che ognuno di essi sia e si senta membro attivo della comunità

scolastica; e in modo che i genitori possano riconoscere nel Nido il luogo

sicuro, sereno e accogliente dove il bambino possa cominciare a muovere i

primi passi del lungo percorso educativo che lo attende.

L’inserimento di bambini diversamente abili è frutto di una

valutazione fra il comitato di gestione del nido e l’assessorato alla persona

del comune di Pistoia.

4.3 Apertura interculturale

La nostra società è multiculturale. Il costante aumento nel numero di

bambini di altra nazionalità che vivono in Italia ci pone davanti ad una

urgenza educativa: la scuola infatti deve essere capace di fornire ai cittadini

di domani adeguati strumenti critici per gestire la pluralità dei modelli di

comportamento e di valori; deve provvedere ad aiutare i bambini ad

accogliere e comprendere le diversità educando al rispetto dell’altro.

La progettazione educativa del servizio ha tenuto conto di quanto

appena detto e ha organizzato, grazie anche alla grande esperienza delle

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Cooperative S. Agostino e Pantagruel, laboratori interculturali per favorire

la conoscenza di piccoli elementi delle diverse culture che già ci sono vicine,

anche coinvolgendo i genitori e le famiglie che di quelle culture sono i più

grandi conoscitori, mediante la realizzazione di giochi, feste, musiche ed

esperienze tese a sottolineare l’apporto positivo di tutte le culture che

popolano il nostro pianeta.

Le culture sono vissute dagli adulti come steccati insormontabili che

dividono, i bambini invece le collocano naturalmente in un territorio di

confine permeabile a scambi ed osmosi. Così l’educazione, oltre che

percorso di acquisizione di conoscenze e competenze, si connota come

percorso etnico in cui la mappa della tradizione con cui ogni individuo

esplora ed interpreta la realtà si arricchisce di nuove trame culturali. Il Nido

come opportunità di apertura alla ricchezza culturale perché proprio in

tenera età si sviluppa la capacità di distinzione e differenziazione, intesa

come nuova possibilità di conoscenza.

Le attività del nido sono finalizzate a dare una lettura della diversità

come dimensione esistenziale e come valore, riferita sia a situazioni di

diversa abilità psico-fisica, sia a situazioni di diversità culturali.

Anche in questo senso il progetto del nuovo Nido “Legno rosso”

sposa le finalità espresse dal testo della L.R. 22/1999 all’art. 1 comma 3

quando indica di perseguire “l’integrazione delle diverse culture, garantendo il

diritto all’educazione, all’istruzione e promuovendo la qualità della vita, lo sviluppo

armonico e completo dell’identità personale e sociale dei bambini e delle bambine

[…]”.

4.4 La continuità educativa 0-6 anni

Pensare alla continuità in un’ottica educativa significa pensare

all’educazione del bambino come ad un processo dinamico e complesso

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che risente dell’interazione tra le diverse agenzie formative, dalla

famiglia al nido, alla scuola dell’infanzia, alla primaria e agli ordini

scolastici successivi.

La continuità racchiude in sé il concetto di sviluppo e di

evoluzione, come condizione della vita di ogni individuo, ed è proprio

nel cambiamento che il bambino trova le risorse per crescere, per

costruire la propria identità e conoscere il mondo.

Favorire il raccordo dei percorsi 0-6 anni significa dunque

mettere a fuoco e progettare “riti di passaggio” comprensibili,

significativi, efficaci e stimolanti per i bambini e più decifrabili e

rassicuranti per i genitori. La continuità educativa tra nido e scuola

dell’infanzia è raggiungibile solo attraverso una ipotesi di

progettazione collegiale che vede impegnati gli educatori, in un’ottica

di reciprocità, nella definizione e costruzione di un linguaggio

pedagogico comune e condivisibile.

Continuità non significa uniformità e omogeneizzazione, ma

presuppone da parte delle insegnanti l’adozione di atteggiamenti di

apertura e collaborazione, come sostiene il prof. Catarsi, attraverso

scambi di idee, confronti di esperienze per meglio precisare le diverse

specificità.

Tra le strategie che le educatrici possono mettere in atto per

favorire la transizione vi è l’organizzazione di visite reciproche

attraverso cui i bambini del nido conoscano i grandi ed entrino in

contatto con gli adulti che abitano la scuola. Oltre all’esplorazione,

importante elemento di rassicurazione per i più piccoli, anche i

laboratori rappresentano momenti di condivisione di esperienze con

bambini di età diverse.

È importante infine elaborare progetti che abbiano inizio quando

il bambino ha 12 mesi e trovino completamento quando il bambino ha

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72 mesi, in modo da fornire al bambino dei punti di riferimento nel

percorso di apprendimento che ha intrapreso. Allo stesso modo è utile

pensare ad un coinvolgimento dei genitori che dia loro gli strumenti

conoscitivi necessari a comprendere le modalità educative delle

strutture in cui è inserito il bambino e l’importanza di un adeguato

passaggio nido-scuola d’infanzia.

La continuità potrà dunque realizzarsi pienamente solo

attraverso un interscambio aperto e propositivo ed una conoscenza

reciproca delle filosofie educative tra educatori e maestre della scuola

dell’infanzia. La finalità principale di questa collaborazione è quella di

favorire uno sviluppo coerente con le caratteristiche e le inclinazioni del

bambino, valorizzando le competenze già acquisite al fine di garantire

un percorso educativo-formativo organico e completo. Per

concretizzare la continuità tra nidi e scuole dell’infanzia dovrà essere

favorito il passaggio di informazioni sulle caratteristiche psicologiche

ed individuali del bambino (sotto forma di “diario di bordo”); per

creare curricula e percorsi personalizzati e flessibili in base alle esigenze

formative e allo sviluppo del soggetto. Anche l’organizzazione di

attività comuni tra bambini dei nidi e della scuola dell’infanzia

risponde all’esigenza della crescita del bambino.

La continuità che riguarda il raccordo tra i diversi ordini di scuola

si configura come verticale ma esiste anche la continuità orizzontale che

si istituisce nel rapporto tra le strutture per l’infanzia, il territorio e le

istituzioni, e che riveste, a nostra avviso,una grande importanza.

4.5 L’estate al Legno Rosso

Il meraviglioso giardino che circonda su tre lati l’edificio ex Asilo

Puccini offre grandi opportunità di utilizzo anche nel periodo estivo.

Il progetto ha attuato il prolungamento del servizio al mese di luglio

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e di agosto, anche in raccordo con gli altri servizi per l’infanzia attivi

in città che, per inadeguatezza delle strutture non possono offrire

uguali caratteristiche ambientali. Un servizio quindi disponibile e

pronta collaborazione con altri servizi, creando veri e propri centri

estivi come se si trattasse di “vacanze in città”, con percorsi definiti

che danno centralità al gioco e agli aspetti ludici. Inoltre, dato che al

piano di sopra la struttura ospita una scuola dell’infanzia, anche

durante i centri estivi vengono organizzati laboratori e giochi in

modo che i bambini e le bambine possano fruire di un servizio che

consente un’occasione unica di costruzione di rapporti significativi e

di amicizie tra bambini della stessa o di diversa età grazie alla

modalità compositiva dei gruppi e alla permeabilità dei confini tra le

diverse sezioni. Entrambe le relazioni sono importanti per la crescita

affettiva, sociale e cognitiva del bambino: la prima favorisce infatti il

conflitto socio cognitivo e il confronto tra punti di vista diversi e la

negoziazione di un piano e una strategia d’azione condivisi,; la

seconda consente la comparsa di condotte di imitazione o

identificazione da parte del piccolo verso il grande e, viceversa,

l’adozione di un ruolo tutorio o educativo del grande nei confronti del

piccolo. I centri estivi sono frequentati da tutti i bambini e le bambine,

senza discriminazione.

5. Organizzazione del servizio

I bambini che frequentano il Nido d’Infanzia “Legno Rosso” sono

affidati alle cure di personale qualificato, che organizza la permanenza dei

piccoli attraverso attività individuali o di gruppo tese a sviluppare le loro

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capacità logiche e psicomotorie, favorendo la socializzazione e

l’apprendimento.

I moduli di orario a disposizione delle famiglie sono i seguenti, ma

verranno verificati sulla base delle reali necessità dell’utenza:

un tempo parziale antimeridiano dal lunedì al venerdì dalle ore

7.30 alle ore 14.30;

un tempo parziale antimeridiano dal lunedì al venerdì dalle ore

7.30 alle ore 16.00;

La struttura rimane aperta anche durante i periodi delle festività

natalizie e pasquali, garantendo così una maggiore flessibilità di orario e

una maggiore corrispondenza alle esigenze dei genitori che lavorano, e

durante il mese di luglio.

5.1 Bambini frequentanti

Il Nido d’Infanzia può accogliere fino a 45 bambini, calcolando un

impiego degli spazi a disposizione che rispetti gli standard minimi, un

giusto rapporto tra risorse e benefici, ma che anche valorizzi al meglio la

qualità dei servizi che verranno erogati. L’ambiente, sufficientemente

ampio ed articolato, è organizzato in modo da favorire sia attività per

piccoli gruppi, sia attività di gioco libero, ma anche attività di accoglienza e

spazi per la socializzazione tra le famiglie.

5.2 Gruppi di lavoro

I bambini vengono divisi in piccoli gruppi tenendo, conto dell’età e

dello sviluppo psicomotorio, anche se le attività svolte permettono

comunque l’interazione tra bambini di gruppi diversi, per favorire la

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socializzazione e in modo da far sperimentare loro una gamma di

esperienze più vasta.

Una particolare attenzione è dedicata alla continuità 0-6 anni (vedi

sopra), non solo per la prossimità con una scuola dell’infanzia, ma come

fattore di qualità riconosciuto e condiviso. Per cui sono state poste in essere

attività di scambio e interazione con realtà educative del territorio, con una

particolare attenzione all’integrazione tra diversi servizi all’infanzia

presenti nel territorio.

5.3 Gli operatori del servizio: il personale

Nell’ambito dell’organizzazione del lavoro dello Nido d’Infanzia, è prevista la

partecipazione del personale (durante l’orario di lavoro) alla programmazione

educativa, a corsi di aggiornamento e di qualificazione promossi e gestiti in

collaborazione con gli enti pubblici (Regione, Comuni, Centri di Documentazione,

organismi scolastici ecc…) o promossi direttamente dalle Cooperative sociali

attuatori delle attività, in una logica di formazione permanente e continua.

A Gli educatori

Il personale, a diretto contatto con i bambini, è qualificato e con

esperienza di lavoro educativo alle spalle. La loro presenza è articolata

secondo le esigenze dei bambini, e secondo quanto espresso in tema di

rapporti numerici educatori-bambini3, per garantire lo svolgimento

dell’attività attraverso un idoneo rapporto tra educatore e bambino.

L’educatrice operante presso il Nido, oltre a depositare presso la

segreteria dell’asilo la tessera sanitaria, deve essere in possesso del titolo di

studio corrispondente all’incarico ricoperto, in particolare il personale

educativo deve essere provvisto di un titolo di studio legale tra quelli

3 cfr. Regolamento Regionale Toscana n. 47/2003. Art. 15

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elencati al Titolo IV, Capo I “Titolo di studio degli operatori”dall’art. 11 del

Regolamento regionale n. 47 del 20034.

Gli educatori presenti presso il nido, sono in numero tale da garantire

sicurezza e qualità al servizio, secondo gli standard previsti dalla normativa

regionale riguardo al rapporto numerico educatori/bambini.

La presenza di un numero adeguato di educatori e ausiliari è garantita

anche nelle fasce orarie dell’accoglienza (dalle 7.30 alle 9.00).

Il coordinamento e la collaborazione degli educatori è elemento centrale

nella programmazione del Nido. E’ necessario che ognuno sia valorizzato e

stimolato nelle proprie specifiche caratteristiche avendo cura che ogni

iniziativa sia conosciuta e condivisa dal personale. Il coordinatore in

particolare attraverso frequenti contatti, favorisce lo scambio d’informazione

e di opinioni tra gli educatori cercando di maturare ogni singola proposta

come proposta al servizio di tutti. La divisione dei compiti, secondo

competenze e responsabilità, favorisce la percezione di un lavoro comune,

nella consapevolezza che il nido è la struttura educativa che soddisfa i

bisogni affettivi, relazionali, cognitivi dei bambini, li cura e li accudisce.

Il servizio infatti presenta identità, strutturazione e modalità funzionali

che rispettano i bisogni peculiari dei bambini sotto i tre anni, favorendo e

proponendo occasioni di crescita per tutti. In questo contesto l’educatore è

4 art. 11 titoli per l’esercizio della funzione di educatore. Per l’esercizio della funzione di educatore presso i servizi educativi per la prima infanzia è necessario il possesso di uno dei seguenti titoli di studio o qualifiche professionali:

a) diploma di dirigente di comunità infantile rilasciato dall’istituto tecnico femminile; b) diploma di maturità magistrale rilasciato dall’istituto magistrale; c) diploma di scuola magistrale di grado preparatorio; d) diploma di maturità rilasciato dal liceo socio-psico-pedagogico; e) diploma di assistente di comunità infantile rilasciato dall’istituto professionale di Stato per assistente

all’infanzia; f) diploma di maestra di asilo; g) diploma di operatore dei servizi sociali; h) diploma di tecnico dei servizi sociali; i) titolo di studio universitario conseguito in corsi di laurea afferenti alle classi pedagogiche o

psicologiche; j) master di primo o secondo livello avente ad oggetto la formazione della prima infanzia; k) attestato di qualifica rilasciato dal sistema della formazione professionale per un profilo

professionale attinente ai servizi per la prima infanzia.

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cosciente che il bambino al Nido è una persona alla quale viene offerta la

possibilità di vivere un rapporto significativo ed equilibrato con il mondo

attraverso:

- Qualificate relazioni positive con gli adulti e il gruppo dei pari;

- Un ambiente che faciliti e stimoli la sua crescita psico-fisica.

Le funzioni e le competenze del personale educativo sono principalmente

rivolte alla:

a. Gestione del complesso delle relazioni con il bambino, con il gruppo

dei bambini, con i genitori, con il personale del Nido;

b. Accoglienza, comprensione e valorizzazione delle esigenze socio-

cognitive, affettive, relazionali legate al percorso di crescita di ogni singolo

bambino e del gruppo;

c. Programmazione, conduzione, osservazione, documentazione (diario

dell’esperienza) e valutazione di specifici interventi educativi e proposte di

gioco rivolte al bambino e al gruppo;

d. Conduzione della comunicazione e del confronto con i genitori.

B. Il personale ausiliario

Il personale ausiliario dei servizi educativi riveste anch’esso precise

funzioni educative. La prospettiva di una sua implicazione nel progetto

educativo, implica la necessaria consapevolezze delle finalità e degli

obiettivi, ma anche delle specifiche programmazioni ed attività proposte al

fine di evidenziare la valenza delle mansioni da esso assolte all’interno del

servizio. Per questo sono stati stabiliti incontri specifici per favorire

l’informazione e l’aggiornamento del personale ausiliario, secondo formule

che prevedono la partecipazione alle riunioni del personale educativo o ad

altri specificamente predisposti. Il personale ausiliario è impiegato per

assicurare idonei requisiti igienico-sanitari; è presente presso la struttura in

numero ed orari adeguati al bisogno e ha il compito, oltre alla pulizia

dell’ambiente, di predisporre la merenda e il pranzo dei bambini.

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C Il coordinamento pedagogico

Il coordinamento pedagogico nel Nido ha una funzione importante

per quanto riguarda l’indirizzo e la verifica delle attività e della

programmazione. Un gruppo di esperti, con l’ausilio dell’esperienza

maturata nei servizi all’infanzia dalla stessa Amministrazione Comunale, ha

il compito di incontrarsi settimanalmente con gli educatori per esaminare il

risultato dell’attività del Nido e attraverso una supervisione durante il

lavoro con i bambini, avere la possibilità di vedere sul campo il tipo di

risposta da parte dei bambini. Una volta ogni due mesi, o con la periodicità

più opportuna, è previsto un incontro con le famiglie per coinvolgere i

genitori nelle attività del Nido, oltre alla realizzazione di incontri periodici

individualizzati con i genitori per garantire una continuità educativa fra

l’intervento degli educatori e la famiglia.

E’ evidente come il coordinamento pedagogico è un patrimonio di

esperienza messo al servizio del Nido, fattore di efficienza e competenza che

non si sostituisce all’attività quotidiana degli educatori, ma che ne qualifica

l’azione e mette in atto la valorizzazione in questa tipologia di intervento

attraverso una progettazione pedagogica che attenga alla dimensione

organizzativa, relazionale e culturale del servizio stesso.

Il gruppo di coordinamento è attento nel compito di attivare e

verificare i processi indispensabili alla buona riuscita del lavoro educativo

che di seguito elenchiamo:

1. progettazione/riprogettazione organizzativa e pedagogica

2. modalità di ammissioni

3. lavoro di equipe

4. coinvolgimento dei genitori

5. alimentazione, sicurezza e igiene

6. rapporto con il territorio

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7. rapporti e iniziative legate alla rete dei servizi all’infanzia

8. formazione educatori

9. promozione/comunicazione degli obiettivi

5.3.1 Formazione e aggiornamento

Educatori e operatori partecipano ogni anno alle attività di formazione

e aggiornamento organizzate dal Comune di Pistoia per il personale

impiegato nei servizi all’infanzia, dal coordinamento tecnico pedagogico e

con la supervisione del responsabile del servizio “Educazione all’infanzia”

del Comune di Pistoia. L’ente gestore garantisce all’interno dell’orario di

lavoro la possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento che

costituiscono il necessario approfondimento di carattere pedagogico,

didattico – metodologico della professione.

Sono previsti inoltri specifici corsi relativi agli adempimenti richiesti

relativamente alla gestione della sicurezza (D.Lgs. 626) e all’igiene

alimentare (HACCP).

5.3.2 Inserimento al lavoro di persone svantaggiate

Nel rispetto di quanto previsto dalla normativa, il soggetto gestore

verifica la possibilità di inserire personale svantaggiato in funzioni e compiti

che garantiscano percorsi di promozione umana e inserimento attivo.

6. Il Servizio: Organizzazione della giornata

L’accoglienza è svolta indicativamente dalle ore 7:30 alle ore 9:00.

Questo primo momento della giornata è un momento di gioco libero,

con canti e piccoli balli, alle 9:30 ai bambini è data una piccola merenda

(frutta o altro). I bambini iniziano le attività verso le ore 10:00. Dopo il

primo periodo dedicato all’inserimento riteniamo opportuno ritagliare un

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momento, dalle ore 10.00 alle ore 11:15, per lo svolgimento delle attività

“laboratoriali” durante il quale i genitori non possono prelevare i propri

figli per non interrompere l’attività.

Alle ore 11.15 vengono accompagnati in bagno per il cambio del

pannolino, affinché imparino ad usare i vasini e per lavarsi le mani sporcate

durante l’attività.

A seguito di questo momento, verso le ore 11.30 è previsto il momento

del pranzo curato in modo particolare (vedi punto successivo), perché

rappresenta un momento decisivo dal punto di vista educativo.

Subito dopo pranzo i bambini possono dormire nei locali

appositamente dedicati, dopo il risveglio fanno attività di ascolto o gioco

spontaneo.

Nel pomeriggio dopo una piccola merenda i bambini nella fascia oraria

14.30-15.30 possono fare altre attività strutturate fino al momento dell’uscita.

È importante dedicare un’attenzione particolare al momento

dell’uscita perché i bambini che lasciano il Nido d’Infanzia per ultimi siano

sempre attivi per non vivere un’esperienza di abbandono.

6.1 Il pranzo

Il pranzo è uno dei momenti sicuramente più importanti della

giornata. Il bambino, al nido per la prima volta, attraversa questa esperienza

con persone che non rientrano nel solito nucleo familiare. È per questo che

anche il pranzo, come del resto ogni attività che al Nido viene proposta, ha

una valenza educativa fondamentale.

Bambini ed adulti, infatti, trovano quotidianamente il proprio posto a

tavola divisi a piccoli gruppi in un contesto che facilita le relazioni. Il nido si

occupa del servizio di refezione, attraverso un servizio di refezione esterna,

qualificato.

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Il menù adottato è studiato dal coordinamento pedagogico,

prendendo in analisi le più aggiornate tabelle redatte da dietologi e

pedagogisti, prevede diversi alimenti a seconda dell’età dei bambini, dei

loro fabbisogni e della loro crescita.

Particolare attenzione viene ovviamente rivolta a quei bambini che

presentano allergie o intolleranze alimentari che vanno ovviamente

segnalante quanto prima.

7 L’inserimento

Il colloquio con le famiglie che si presentano per la prima volta allo

Nido d’Infanzia per inserire il proprio bambino rappresenta un momento

centrale nell’itinerario socio-educativo proposto. L’inserimento dura circa

tre settimane per permettere un acclimatamento all’ambiente da parte dei

bambini e un distacco graduale da parte dei genitori.

Un buon inserimento avviene tenendo conto che sono coinvolti nel

processo sia il bambino che il genitore. La serenità del bambino dipende in

gran parte da come il genitore vive la scelta intrapresa, tanto da rassicurarlo

sulla qualità del servizio e della separazione da lui come parte di

un’organizzazione della giornata che preveda una sua partecipazione alle

attività diverse da quella solitamente vissute con i genitori.

Questo primo momento di accoglienza per il bambino e per i

familiari che lo accompagnano è il primo di una serie di occasioni che il

Nido d’Infanzia offre per favorire la partecipazione delle famiglie alle

attività educative.

La scansione degli inserimenti viene concordata con i genitori in un

incontro programmato prima dell’inizio del servizio.

L’obiettivo principale del nido è di offrire ai bambini un ambiente

familiare sostenuto dalla cura e dall’attenzione delle educatrici. Nel rispetto

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dei tempi di manutenzione e di crescita di ogni bambino, quindi, vengono

proposte attività che lo sostengono nella sfera affettiva, nella socializzazione,

nella scoperta di sé, nella scoperta dell’ambiente.

Alla necessità per l’educatore di conoscere ogni informazione utile per

un adeguato inserimento del bambino, per comprendere il suo vissuto, il

contesto familiare e relazionale in cui si trova a vivere, si affianca la

possibilità di accogliere l’intera famiglia in un percorso in cui il genitore, oltre

a ricevere informazioni sull’organizzazione del servizio, può entrare a far

parte della proposta pedagogica e didattica, riflettere sulle sue ragioni e

indicazioni.

La scelta pedagogica che viene attuata per l’Asilo Nido prevede

l’attuazione di un inserimento di gruppo, ovvero l’inserimento dei bambini a

piccoli gruppi, per periodi sempre più lunghi, attuando un distacco dai

genitori, sempre maggiore.

L’inserimento del bambino in un gruppo di coetanei e di adulti deve

avere cura di rispettare la personalità dei bambini e farli sentire membri di

una comunità. Il momento dell’accoglienza al nido è un momento specifico

in cui avviene il passaggio quotidiano tra la figura genitoriale e quella

educativa.

Questo primo momento di accoglienza per bambini e genitori, non è che

il primo di una serie di iniziative in cui il rapporto educatori-genitori si

articolerà per tutto il periodo di permanenza del bambino al nido. Oltre alle

riunioni individuali sono infatti programmati:

- incontri di presentazione della programmazione educativa;

- incontri per far conoscere le modalità organizzative del servizio;

- incontri per illustrare ragioni e modalità di ogni iniziativa specifica

che fuoriesca dalla normale programmazione (feste, uscite etc)

- iniziative che coinvolgano direttamente le famiglie

nell’organizzazione del servizio.

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La gradualità caratterizza il processo di inserimento del bambino in un

primo tempo accompagnato dal genitori che partecipa per alcune ore

all’attività del centro diminuendo gradualmente la sua presenza fino a non

trattenersi più. Per evitare l’affollamento eccessivo di adulti e favorire l’opera

degli educatori, l’inserimento avviene per piccoli gruppi in successione

scaglionata, per favorire la conoscenza dei nuovi coetanei ma anche delle

regole degli spazi e dei tempi.

Le attività proposte aiutano il bambino a prendere consapevolezza

delle normali attività quotidiane che ancora lo vedono come soggetto

accudito: egli sarà il protagonista di azioni quali lavarsi, mangiare, vestirsi,

parlare, cantare ecc.; aiuterà lo sviluppo delle capacità cognitive in senso lato

e quindi saranno esperienze per lo sviluppo del linguaggio a partire da

momenti di ascolto dislocati in angoli “morbidi” adibiti a questa specifica

attività.

Tutte le esperienze presentate al bambino vengono proposte sotto

forma di gioco anche perché questa è la modalità privilegiata per ogni tipo di

proposta in questo periodo di età.

Per un inserimento graduale nel rispetto dei tempi di ciascun bambino è

necessario favorire nei bambini uno sviluppo armonico dei processi di

socializzazione e di conoscenza, sia come consapevolezza dell’identità di sé

sia come sviluppo di interazione e relazione di amicizia fra i bambini. Nel

predisporre qualsiasi tipo di attività è compito del personale educativo

utilizzare materiali che favoriscano la capacità dei bambini di auto

organizzarsi nel gioco e nell’esplorazione dell’ambiente.

8. Metodologia e percorsi educativi

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Il servizio offerto dal Nido d’Infanzia rappresenta un contesto

specifico di esperienza all’interno dello sviluppo evolutivo del bambino e

assume un ruolo complementare a quello della famiglia, completando e

integrando le opportunità di socializzazione che il bambino incontra

nell’ambiente familiare.

Il Nido d’Infanzia è un luogo dove il bambino può sentire accolte le

sue richieste senza il condizionamento di un programma predefinito che

limiti le sue esperienze. Nell’agire spontaneo il bambino comunica le sue

esigenze e i suoi interessi, il contesto e l’organizzazione degli spazi saranno

orientati intorno ai suoi bisogni e ai diversi momenti del suo sviluppo

ponendosi come luogo di occasioni educative per sviluppare e coltivare le

potenzialità proprie del singolo, non come guida verso l’acquisizione di

competenze specifiche bensì come ambito di socializzazione attraverso

l’attività ludica assunta come metodologia fondamentale.

Lo spazio interno ed esterno del Nido d’Infanzia è strutturato per

rispondere ai bisogni delle diverse età, ai ritmi di vita dei singoli bambini,

alla percezione infantile dello spazio, alla necessità di dare riferimenti fisici

stabili, all'esigenza di diversificare la funzione dalle attività individuali e di

piccolo gruppo.

In questo quadro “Legno Rosso”è dotato di spazi:

• Per i giochi e attività finalizzate - individuali, a piccoli gruppi e

collettive;

• per le attività, l'igiene personale, dimensionati per l'accoglimento del

piccolo gruppo;

• di verde attrezzato;

• per le riunioni e i servizi generali.

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8.1 La programmazione

Le attività del Nido d’Infanzia sono incentrate sullo sviluppo e

coordinamento motorio, sviluppo cognitivo, sviluppo comunicativo,

sviluppo dell’autonomia, sviluppo della socialità.

Gli educatori, tenendo conto delle particolari esigenze dei singoli

bambini, con l’ausilio del coordinatore, elaborano un progetto di

programmazione per il periodo successivo.

Tale programmazione da un lato consolida le nozioni acquisite

durante il servizio per quanto riguarda aspetti fondamentali o critici

riscontrati da trattenere come esperienza, dall’altro si preoccupa di elencare

una serie di attività che possono essere proposte ai bambini durante l’anno

che abbiano lo scopo, non tanto di indirizzare il bambino verso obiettivi

specifici da raggiungere, ma di stimolarlo per accompagnare lo sviluppo e

la crescita delle sue capacità.

E’ data molta rilevanza agli aspetti igienici e di ordine dell’ambiente,

che deve sempre avere un aspetto gradevole e confortevole.

8.2 Le attività

Gli educatori approntano un programma di attività adeguato alle

caratteristiche dei singoli bambini e del gruppo, facendo riferimento alle

seguenti aree di sviluppo:

- coordinamento motorio

- cognitivo

- comunicativo

- dell’autonomia

- sociale.

Gli educatori adattano le attività proposte alle situazioni specifiche che

si creeranno nel rapporto con i bambini.

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Oltre alle attività di “routine” vengono organizzate attività con i genitori

e laboratori di manipolazione e di espressione teatrale studiati appositamente

per i bambini della fascia di età 12-36 mesi.

I temi affrontati, la complessità della fiaba e della drammatizzazione

variano con l’età dei bambini. Vengono programmati due percorsi “teatrali”

da svolgersi prima della pausa natalizia e della pausa estiva in modo da

suggellare con la presenza dei genitori e con una festa “l’evento”.

I bambini privilegiano attività manipolative che rispondono a molti

bisogni e appagano molte esigenze dal punto di vista cognitivo, motorio-

espressivo ed emotivo-affettivo. L’attività manipolativa costituisce per il

bambino una inesauribile fonte di conoscenza perché stimola quattro dei suoi

cinque sensi (tatto, olfatto, vista e gusto), e stimola la sua curiosità. Il

laboratorio consiste nel proporre ai bambini l’attività di manipolazione con

diversi materiali: farina gialla e bianca, acqua, cereali e legumi ecc… e

alimenti, i quali verrano trasformati in modo da ottenere colorazioni naturali:

zucca gialla, barbabietola, spinaci ecc… I bambini più grandi possono vivere

l’esperienza del cucinare con l’educatrice per poter assaggiare il frutto del

loro lavoro di manipolazione dei cibi.

Pensiamo sia utile ed interessante infine portare i bambini più grandi a

fare la spesa presso un mercato per coinvolgerli maggiormente nell’attività e

per far vivere loro un momento di apprendimento particolare e divertente.

9. Il comitato di gestione

Con l’inserimento del bambino nel servizio educativo, il genitore

attribuisce fiducia al percorso pedagogico offerto. È per questo che si ritiene

utile proporre un comitato di gestione che possa accompagnare i

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responsabili della struttura e gli educatori anche nella ricerca di soluzioni o

miglioramenti nell’organizzazione del servizio.

Il comitato gestione, che prevede una rappresentanza di genitori,

sovrintende alla modulazione degli interventi educativi ed al contempo

elaborerà idonee strumenti di valutazioni e servizi. Fanno parte del comitato

di gestione rappresentanti della gestione, dei genitori e delle imprese e degli

enti promotori del nido aziendale.

10. L’ambiente e la distribuzione degli spazi

10.1 Spazi destinati ai bambini

Il progetto ha individuato, come nel dettaglio che segue, gli spazi

riservati ai bambini, spazi che assolvono alle seguenti funzioni, ai sensi

dell’art. 6, comma 1 e comma 4, del regolamento 47/03.

• Ambiente per l’accoglienza all’arrivo dei bambini

È lo spazio nel quale si accede quando si entra dall’esterno nei locali

destinati

Funge da ingresso agli ambienti destinati allo svolgimento delle

attività. In tale spazio i genitori accompagnano i bambini per affidarli al

personale del nido. Vi sono situati gli armadietti dei bambini e il desk-

segreteria che sovrintende al controllo dell’accesso.

• Ambienti per lo svolgimento delle attivita’

Sono costituiti da due gruppi distinti di ambienti:

nel primo si trovano ampi spazi-distinti, da elementi di arredo, ma

comunicanti – così da ospitare un gruppo/sezione e i laboratori; nel

secondo, immediatamente attiguo, si trovano spazi e elementi di arredo

destinati ad attività di gioco libero e simbolico; è organizzato in due angoli

didattici (morbido, travestimenti, simbolico- cucina).

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Gli spazi, essendo multifunzionali, sono adeguatamente attrezzati ed

allestiti in modo da garantire la non interferenza delle diverse funzioni

nell’arco di tempo di apertura e svolgimento del servizio, e la facile ed

immediata identificabilità, da parte dei bambini, delle diverse attività e

funzioni che in questi spazi si svolgono.

• Ambiente per la nanna

Vi si trovano i lettini dei bambini.

• Ambiente per il pasto

Al primo piano adiacente uno dei due spazi polifunzionale (ambienti

per lo svolgimento delle attività dei bambini). Vi si trovano i tavoli e le

sedie a misura dei bambini

• Cambio e servizi igienici

All’interno del complesso si trovano due distinte zone per il cambio

ed i servizi igienici: una per i bambini e una per gli adulti.

La zona per i bambini è dotata wc linea “baby” disposti in batteria,

lavabo bassi a vasca più adduzioni e gruppo miscelatori, di zona cambio con

fasciatolo, vaschetta con doccia, mobili per materiale monouso – pannolini,

salviette, etc. – contenitore portarifiuti. Sono inoltre dotate di finestra per

un’adeguata aerazione.

E’ stato construito un adeguato rivestimento lavabile, ad un’altezza di

m 2,00, in piastrelle di monocottura e pavimento analogo.

Tutti gli spazi destinati ai bambini, secondo la descrizione sopra

riportata, sono strutturati in modo da favorire il loro uso in maniera

autonoma e sicura da parte dei bambini, anche durante lo svolgimento di

attività gruppo.

• Punto sporzionamento

È destinato allo sporzionamento dei pasti ed include la piastrellatura

delle pareti, un piano lavabile, oltre che gli elettrodomestici necessari

(lavastoviglie, lavatrici…) e di un lavello.

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Gli arredi di tali spazi sono stati scelti in modo da essere adeguati

all’età dei bambini che ne fruiscono e rispondono rigorosamente a criteri di

qualità tali da garantirne l’uso in condizioni di assoluta autonomia,

funzionalità e sicurezza.

Spazi destinati agli adulti

All’interno del complesso il progetto ha individuato, come di seguito

specificato, gli spazi riservati agli adulti, spazi che assolvono alle seguenti

funzioni, ai sensi dell’art. 8 del Reg. Reg. 47/03:

• Saletta per colloqui ed attività degli adulti

All’interno della struttura è presente uno spazio destinato a colloqui e

piccole riunioni degli operatori (programmazioni didattiche, riunioni del

coordinamento pedagogico…) o attività dei genitori.

• Spogliatoi – servizi igienici

In contiguità con gli ambienti per lo svolgimento delle attività sono

individuati gli spazi a servizio del personale, distinti in diversi ambienti

spogliatoio, dotati di servizi igienici, oltre ad un ulteriore locale wc,

quest’ultimo avente le caratteristiche di accessibilità richieste dalla

normativa vigente in materia di abbattimento ed eliminazione delle barriere

architettoniche.

10.3 Spazi esterni

Il progetto consente l’uso dello spazio esterno, accessibile da parte dei

bambini, direttamente connesso ad ogni ambiente nel quale si svolgono le

attività. Lo spazio esterno, ai sensi del regolamento attuativo n°47/03, deve

essere “non inferiore”a quello interno, tale parametro viene pienamente

rispettato in quanto lo spazio esterno dedicato ai bambini è 260 mq circa.

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Tale spazio esterno è perimetrato ed è adeguatamente attrezzato con

arredi adeguati all’età dei bambini che ne fruiscono e rispondono

rigorosamente a criteri di qualità tali da garantirne l’uso in condizioni di

assoluta autonomia, funzionalità e sicurezza.

L’accesso è “diretto” in quanto i locali del Nido sono situati al piano

terreno. L’accesso è comodo e sicuro.

Il giardino che circonda su tre lati l’ex asilo Puccini, a sua volta

circondato da un parco, rappresenta una vera peculiarità della struttura. Si

tratta infatti di un luogo che appare magico grazie alla forma degli alberi ad

alto fusto (Ippocastani) che assumono sembianze fiabesche. Qui si

organizzano laboratori e giochi per educare i bambini al rispetto della

natura, stimolare la loro curiosità e il loro desiderio di scoperta. Nel giardino

hanno luogo anche percorsi di interscambio fra bambini di età diverse (0-6

anni).

10.4 Condizioni generali degli spazi

Le caratteristiche ambientali relative alle condizioni igienico sanitarie,

alle condizioni di illuminamento, acustiche, di sicurezza degli spazi e degli

impianti, negli ambienti oggetto di intervento, sono conformi alle normative

vigenti. Negli ambienti di supporto e servizio nei quali sono presenti

aperture tali da consentire una adeguata illuminazione ed una adeguata

aerazione naturali, per la contemporanea impossibilità di creazione di nuove

aperture, è installato un impianto di estrazione e ricambio d’aria. In tutti gli

ambienti dove si svolgono attività, ad eccezione della cucina che è dotata di

impianto per il ricambio d’aria, risultano ampiamente soddisfatti i requisiti

minimi di areazione ed illuminamento naturali.

11. Valutazione del servizio

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Il tema della qualità sta sempre più permeando i contenuti dei servizi

rivolti alla persona e di quelli per la prima infanzia in particolare. La Rete per

l'Infanzia della Commissione europea ha lanciato un documento "La qualità

nei servizi per l'infanzia" che ha rappresentato un vero e proprio manifesto

poi assunto culturalmente anche dagli operatori e dalle famiglie. Così già nel

1993 un gruppo di lavoro condotto dall'Istituto degli Innocenti produsse un

primo elaborato contenente le indicazioni complessive sulla qualità dei nidi:

a partire da questo elaborato si è sviluppata la necessità di rendere operativo,

laddove è possibile, il concetto di qualità, per arrivare a produrre strumenti

standardizzati, utilizzabili in una sola giornata di visita ad un asilo nido.

Oggi, grazie al lavoro della regione i soggetti, pubblici e privati, hanno

dei chiari punti di riferimento per la valutazione della qualità degli asili nido

in Toscana.

È al “manuale per la valutazione della qualità degli asili nido” che ci siamo

attenuti per predisporre gli strumenti per la valutazione del servizio da

proporre alle famiglie non solo al termine dell’esperienza, ma durante tutto

l’itinerario educativo. Tali strumenti verificano l’effettiva rispondenza del

percorso proposto con le attese delle famiglie, permettendo di attuare

quelle scelte operative che possano realizzare gli obiettivi prefissati.

Riteniamo importante anche il monitoraggio dell’incidenza

territoriale del servizio, la sua capacità di inserirsi nel contesto territoriale e

di rapportarsi con altri soggetti (agenzie educative e formative,

aggregazioni, associazioni ecc.) operanti nel Comune.

Le verifiche vengono attuate attraverso questionari appositamente

predisposti, ma anche attraverso forme nuove e diverse suggerite dalle

famiglie o dagli stessi operatori.

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