PROGETTO DI LINEA ELETTRICA MT-BT IN CAVO SOTTERRANEO … · 2015. 7. 9. · 7.13 Soluzioni...

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PROGETTO DI LINEA ELETTRICA MT-BT IN CAVO SOTTERRANEO E AEREO E N°5 CABINE DI TRASFORMAZIONE MT-BT IN LOCALITA’ GOLGO IN AGRO DEL COMUNE DI BAUNEI (OG) RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (D.P.R. 357/97 e s.m.i.) Il Tecnico _____________________________

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PROGETTO DI LINEA ELETTRICA MT-BT IN CAVO SOTTERRANEO E

AEREO E N°5 CABINE DI TRASFORMAZIONE MT-BT

IN LOCALITA’ GOLGO

IN AGRO DEL COMUNE DI BAUNEI (OG)

RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE

(D.P.R. 357/97 e s.m.i.)

Il Tecnico

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PROGETTO LINEA ELETTRICA IN CAVO SOTTERRANEO E AEREO E CABINE DI TRASFORMAZIONE MT-BT

RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE Pag. 1-38

Sommario

INTRODUZIONE.................................................................................................................................... 2

1 PREMESSA ................................................................................................................................. 2

2 RIFERIMENTI NORMATIVI ......................................................................................................... 3

3 PROCEDURA DI ANALISI ADOTTATA ..................................................................................... 4

4 LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO ..................................................................................... 5

5 LA RETE NATURA 2000 IN PROVINCIA DELL’OGLIASTRA ..................................................... 7

6 CARATTERISTICHE AMBIENTALI E NATURALI DEL SITO “GOLFO DI OROSEI” .................... 11

6.1 Caratterizzazione abiotica ............................................................................................... 11

6.2 Caratterizzazione biotica .................................................................................................. 11

7 CARATTERISTICHE DIMENSIONALI E MORFOLOGICHE DEL PROGETTO .......................... 13

7.1 GENERALITA’ ...................................................................................................................... 13

7.2 Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) .......................................................................... 16

7.3 Normativa di riferimento ................................................................................................... 18

7.4 Linea elettrica MT e BT in cavo sotterraneo ................................................................... 20

7.5 Linea elettrica MT in cavo aereo ..................................................................................... 22

7.6 Cabine elettriche di trasformazione MT-BT ..................................................................... 24

7.7 Effetti del passaggio della linea interrata di media tensione ...................................... 24

7.8 Effetti sull’avifauna relativi al passaggio della linea aerea di media tensione ......... 25

7.9 Effetti delle cabine di trasformazione MT-BT ................................................................... 28

7.10 Procedure esecutive e gestionali .................................................................................. 29

7.11 Realizzazione delle nuove linee elettriche ................................................................... 29

7.12 Gestione dei materiali e degli scarti.............................................................................. 30

7.13 Soluzioni operative e mitigative proposte .................................................................... 30

8 VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEGLI INTERVENTI ................................................................ 31

8.1 Finalità dell’intervento ....................................................................................................... 31

8.2 Metodologia adottata ...................................................................................................... 32

8.3 Fattori di incidenza ambientale ....................................................................................... 33

8.3.1 Fase di realizzazione ....................................................................................................... 33

8.3.2 Fase di esercizio ............................................................................................................... 34

8.4 Analisi dell'incidenza ambientale (fattori di impatto generali) ................................... 34

8.4.1 Fase di realizzazione ....................................................................................................... 34

8.4.2 Fase di esercizio ............................................................................................................... 37

9 SINTESI DEGLI IMPATTI IN FASE DI REALIZZAZIONE E IN FASE DI ESERCIZIO ...................... 38

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INTRODUZIONE

La Rete Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la

conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE), che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE

"Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché

delle particolarità regionali e locali" (Art. 2). La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l'agricoltura non intensiva. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l'obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.). Un altro elemento innovativo è il riconoscimento dell'importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche (art. 10). In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente il 21% circa del territorio nazionale. L'individuazione dei siti è stata realizzata da ciascuna Regione, per la parte di territorio di propria competenza, attraverso il coordinamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

1 PREMESSA

In relazione a quanto esposto in premessa, il presente documento ha l’obiettivo di evidenziare quali possano essere gli eventuali impatti su habitat e specie presenti nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) o nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS). La Direttiva Habitat (92/43/CEE) impone infatti la verifica di compatibilità degli interventi da realizzarsi all’interno delle aree inserite nella ”RETE NATURA 2000”, denominata Valutazione d’incidenza ambientale. Tale procedimento, a carattere preventivo, si applica nel caso in cui un piano o un progetto possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli

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obiettivi di conservazione del sito stesso, nonché qualora un piano o un progetto, pur sviluppandosi all'esterno, possa comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. La procedura di valutazione d’incidenza è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, della direttiva "Habitat" con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI

La Direttiva del Consiglio del 21 maggio 1992, Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, detta Direttiva "Habitat", e la Direttiva

Uccelli 147/2009 (79/409) costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità e sono la base legale su cui si fonda Natura 2000. Scopo della Direttiva Habitat è "salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione

degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo

degli Stati membri al quale si applica il trattato" (art 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la Direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati, dove sono elencati circa 200 tipi di habitat (allegato I), 200 specie di animali e 500 specie di piante (allegato II). La prima Direttiva comunitaria in materia di conservazione della natura è stata la Direttiva 79/409/CEE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici, che rimane in vigore e si integra all'interno delle disposizioni della Direttiva Habitat. La Direttiva Uccelli riconosce la perdita e il degrado degli habitat come i più gravi fattori di rischio per la conservazione degli uccelli selvatici; si pone quindi l'obiettivo di proteggere gli habitat delle specie elencate nell'Allegato I e di quelle migratorie non elencate che ritornano regolarmente, attraverso una rete coerente di Zone di Protezione Speciale (ZPS) che includano i territori più adatti alla sopravvivenza di queste specie. Diversamente dai SIC, la cui designazione in ZSC richiede una lunga procedura, le ZPS sono designate direttamente dagli Stati membri ed entrano automaticamente a far parte della rete Natura 2000. In Italia le direttive di cui sopra sono state recepite dall’ordinamento nazionale rispettivamente dal D.P.R. 357/97 e il successivo D.P.R. 120/2003, e dalla Legge N. 157/92

che tutela la fauna selvatica e regolamenta l’esercizio dell’attività venatoria. A livello regionale le direttive 92/43/CEE e 147/2009/CEE, con i relativi allegati, sono state recepite e solo in parte attuate dalla Regione con la L.R. 23/98. La stessa legge costituisce, altresì, attuazione delle Convenzioni internazionali di Parigi del 18.10.1950, di Ramsar del 2.02.1971 e di Berna del 19.9.1979. Sino al completo recepimento delle citate direttive con apposita norma regionale, si applicano le disposizioni di cui al D.P.R. 357/97, modificato ed integrato con D.P.R 120/2003.

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Attualmente, i Siti di Interesse Comunitario (SIC) in Sardegna sono 92, per una superficie complessiva di 417.568,64 ha (incluse le zone marine). Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) sono 37, per una superficie complessiva di 296.227,88 ha. Tali superfici includono aree ad alta naturalità e zone contigue che collegano l'ambiente antropico e l'ambiente naturale, soprattutto con una funzione di corridoio ecologico, delimitando così i territori adeguati a mettere in relazione le diverse zone, talvolta distanti spazialmente ma vicine per funzionalità ecologica.

Sulla base della normativa suddetta i proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, nonché di progetti e di interventi che possono avere effetti significativi su pSIC e ZPS, devono presentare all’autorità competente (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio o Regione) uno studio redatto secondo i criteri dell’Allegato G del DPR 357/97 (come modificato dal DPR 120/2003) per individuare e valutare gli effetti che il piano o l’intervento può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.

3 PROCEDURA DI ANALISI ADOTTATA

La presente relazione è stata redatta adottando gli elementi sostanziali di cui deve essere costituito uno studio di incidenza ambientale secondo quanto indicato nell’allegato G al D.P.R. 357/97 (succ. modif. D.P.R. 120/2003), dove vengono illustrate le caratteristiche dei piani e dei progetti che devono essere descritte e le componenti ambientali che devono essere considerate nella descrizione delle interferenze che il piano o il progetto possono avere con il sistema ambientale. Inoltre, a supporto di quanto di seguito esposto, è stata consultata la seguente documentazione:

� Cartografia tematica relativa alla distribuzione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) secondo la Direttiva Uccelli 147/2009 (79/409) presenti nel territorio di intervento secondo le perimetrazioni adottate dalla RAS;

� Cartografia tematica relativa alla distribuzione dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) presenti nel territorio di intervento ai sensi della Direttiva habitat 92/43CEE

secondo le perimetrazioni adottate dalla RAS; � Manuale di interpretazione degli habitat (Direttiva 92/43CEE); � Manuale "La gestione dei siti della Rete Natura 2000 - Guida all´interpretazione

dell’articolo 6 della direttiva «Habitat» 92/43/CEE; � Rapporto ambientale VAS del Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2011-2015,

Provincia dell’Ogliastra; � Valutazione di piani e progetti aventi un'incidenza significativa sui siti della "Rete

Natura 2000" - Guida metodologica alle disposizioni dell'art. 6, paragr. 3 e 4, della Direttiva Habitat 92/43/CEE.

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4 LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO

L’intervento oggetto della presente relazione riguarda la realizzazione di una nuova linea elettrica in cavo MT, parte aerea e parte interrata, di alcuni tratti di linea interrata BT, e di n°5 cabine di trasformazione MT-BT a servizio del nuovo impianto di rete. L’opera interessa parte del territorio del Comune di Baunei, in località denominata Golgo, nella Provincia di Ogliastra (OG), precisamente le aree di pertinenza di strade pubbliche comunali, e alcune aree contigue, anch’esse di proprietà comunale, scelte per il passaggio della tratta aerea e per l’ubicazione delle cabine di trasformazione MT-BT. Le aree di intervento sono raggiungibili percorrendo la Strada statale 125, la direttrice infrastrutturale e insediativa che si snoda lungo il versante orientale della Sardegna e conduce direttamente nel territorio del Comune di Baunei fino al centro abitato, dai cui margini inizia e si sviluppa verso Nord la strada comunale lungo la quale è prevista la realizzazione dell’elettrodotto interrato fino all’Altopiano del Golgo. L’Ambito di paesaggio n. 22 del Supramonte di Baunei e Dorgali, così come definito dal Piano Paesaggistico Regionale (PPR), presenta caratteri morfologici unitari e autonomi essendo conformato a “cavea”, attorno alla piana costiera di Tortolì, dai rilievi montani del massiccio del Gennargentu, che realizzano una dorsale ad arco chiusa sul mare, il cui confinamento morfologico è associato alla difficile accessibilità dall’esterno. Il rapporto tra sistema montano e sistema marino si pone in questo ambito in termini particolarmente significativi e immediati, in cui il paesaggio agrario, costituito dalla trama agricola storica e dai vigneti terrazzati, rappresenta un mosaico di grande significato paesaggistico. Il progetto proposto per le sue peculiarità si innesta all’interno di un sistema stradale esistente, senza alterarne la morfologia propria e delle aree naturali limitrofe, e contemporaneamente ha l’obiettivo di infittire la trama dei servizi infrastrutturali offerti dal territorio senza modificare le componenti di pregio paesaggistiche. Le opere previste nel presente progetto sono di pubblica utilità, urgenti ed indifferibili e costituiscono opere di urbanizzazione primaria. La definizione dei tracciati e la scelta della collocazione della nuova linea interrata e stata fatta comparando le esigenze della pubblica utilità dell’opera con gli interessi sia pubblici che privati ivi interferenti, ed in particolare:

• tenendo conto dei vincoli esistenti sul territorio; • in modo che l’intero tracciato dell’elettrodotto interrato sia ubicato in area

liberamente accessibile e che non comporti livelli inquinamento elettromagnetico alle persone al di sopra dei parametri di legge;

• sia compatibile con le prescrizioni del Comune di Baunei in merito a parallelismi o attraversamenti al nastro stradale prossimo alla linea in progetto.

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Figura 1: Inquadramento su cartografia IGM

Figura 2: Inquadramento su estratto aerofotogrammetrico

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5 LA RETE NATURA 2000 IN PROVINCIA DELL’OGLIASTRA

Nel territorio della Provincia dell’Ogliastra sono presenti 9 siti della Rete Natura 2000, di cui 6 S.I.C. e 3 Z.P.S., aventi una superficie complessiva di 100.357,6 ettari, di cui 57.454,3 ettari ricadenti all’interno dei confini provinciali. Nella tabella seguente è riportato l’elenco completo dei siti per ognuno dei quali è indicata la denominazione, la tipologia e la superficie provinciale interessata.

Figura 3: Elenco dei siti della rete Natura 2000 in Provincia dell’Ogliastra (le Z.P.S. col simbolo * hanno il loro

perimetro, totalmente o parzialmente,sovrapposto ad altri S.I.C. presenti nella provincia).

I siti oggetto d’intervento ricadono all’interno del sito n°3, cod. ITB020014, denominato “Golfo di Orosei”, che si configura come Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Sito si importanza comunitaria (SIC). Le perimetrazioni dei siti inter-provinciali SIC e ZPS sono coincidenti e hanno una dimensione totale di 28.942 ettari, di cui solo 19.063 ettari ricadono all’interno della provincia dell’Ogliastra.

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Figura 4 Inquadramento su cartografia ZPS

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Figura 5 Inquadramento su cartografia SIC

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Figura 6: Inquadramento su cartografia PFAR – Distretto n.11: Supramonte – Golfo di Orosei

Il sito in esame fa parte del parco nazionale del Gennargentu, ma non esiste ancora l'ente direttivo e manca un piano di gestione.

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6 CARATTERISTICHE AMBIENTALI E NATURALI DEL SITO “GOLFO DI

OROSEI”

6.1 Caratterizzazione abiotica

Il golfo di Orosei è costituito da un'ampia falcata di circa 40 km di falesie, di pareti a picco, terrazze e scarpate di detriti dovute a rocce di tipo calcareo e solo marginalmente su terreni dal substrato granitico e scistoso. L'assetto morfologico e le dinamiche evolutive del territorio riflettono i caratteri classici delle aree carbonatiche, in cui si riconoscono e dominano le forme ed i processi evolutivi tipici dei territori carsici. Il complesso calcareo-dolomito del Supramonte di Baunei, Urzulei e Dorgali, risulta caratterizzato dalle tipiche morfologie dei sistemi carsici e profondamente inciso dalle strutture idrografiche delle forre, dei canyon e delle gole. Mentre gli espandimenti balsatici (come quelli della località di Golgo e Mesu nel territorio di Baunei, con il monumento naturale di Su Sterru, la nota voragine del Golgo), sono testimonianza di una attività vulcanica plio-pleistocenica tra le più recenti dell’isola, che imprimono nel territorio un segno inconfondibile, riconoscibile attraverso il forte constrasto morfologico e cromatico tra gli scuri tavolati vulcanitici ed i bianchi rilievi carbonatici mesozoici. La sequenza dei bastioni torreggianti sul mare è interrotta da numerose calette, tra le quali Cala Fuili, Cala Sisine e la più nota Cala Luna. La costa che in molti tratti risulta inacessibile, presenta un aspetto particolare, quello delle codule, torrenti che hanno inciso profonde valli nella roccia. Nell'area insistono due sistemi idrici i cui rami principali sono rappresentati dalla Codula di Sisine e dalla Codula di Luna, che si aprono a mare attraverso singolari insenature di massima importanza paesistico ambientale nel contesto marino-costiero del Mediterraneo, mentre altri sistemi di breve sviluppo drenano la restante parte del territorio. I corsi d'acqua, a regime spiccatamente torrentizio, in relazione ai caratteri geolitologici del substrato, presentano deflusso in alveo solo in occasione di eventi pluviometrici eccezionali durante i quali riescono ad arrivare al mare e a conferire al sistema costiero grosse quantità di materiale detritico. Questi apporti sedimentari alimentano le numerose spiagge ubicate all'interno delle insenature che si aprono lungo il profilo della costa che risulta dominata dalle alte falesie carbonatiche del Golfo di Orosei. La vulnerabilità del sito è elevata soprattutto per le formazioni forestali a causa del tipo di suoli che si originano sui calcari.

6.2 Caratterizzazione biotica

Si tratta di uno dei siti di maggiore interesse per la presenza di un elevato numero di specie endemiche e rare, sia lungo la fascia litoranea e nelle falesie, sia nelle aree interne elevate. Monte Tului è il locus classicus di Genista toluensis. Le falesie sono caratterizzate dalla serie delle Chritmo-Limonietea, con abbondanza di Seseli bocconei, che si eleva sino ad alta quota anche oltre l'influenza dell'aerosol salso. L'area rappresenta anche il luogo classico del Brassicion insularis e del Centaureo filiformis-Micromerion cordatae tipici delle falesie basiche della Sardegna costiera. Il paesaggio vegetale è dominato dalle boscaglie di

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sclerofille sempreverdi con Juniperus phoenicea in ampi tratti in forma arborea e dalle leccete con diversa composizione floristica e struttura e in diverso stadio evolutivo. Non mancano, nelle zone maggiormente impervie, situazioni assimilabili a formazioni climax. Lungo le codule particolarmente negli sbocchi a mare lungo i corsi d'acqua (Cala Luna, Fuili) sono le formazioni a Nerium oleander a costituire l'elemento più vistoso del paesaggio vegetale. La macchia, soprattutto quella termo-xerofila si estende su ampie superfici alternata alle garighe a Rosmarinus officinalis, Anthyllis hermanniae, Genista

toluensis e Genista corsica. Assumono un significato particolare i grandi oleastri pluricentenari presenti soprattutto a Santa Maria Navarrese. Il sito è importante per gran parte delle specie animali presenti nell'Isola, alcune prioritarie e presenti solo in Sardegna. Esso, infatti, risulta essere l’ultimo luogo di riproduzione conosciuto per la foca monaca (Monachus monachus) in Italia. Il sito presenta un grande numero di specie endemiche. Sono presenti, infatti, varie specie di chirotteri, il rinolofo maggiore, minore e il miniottero (Rhinolophus ferrumequinum,

Rhinolophus hipposideros e Miniopterus schreibersi), è inoltre presente il muflone (Ovis

orientalis musimon) e la trota macrostigma (Salmo macrostigma*). Tra gli anfibi e rettili sono presenti il geotritone del supramonte, il discoglosso sardo, la testugine palustre, la tartaruga marginata e la comune (Speleomantes supramontes,

Discoglossus sardus, Emys orbicularis, Testudo marginata e Testudo hermanni). L’avifauna presente nel sito è anch’essa ricca e variegata, infatti sono presenti l’aquila reale e del bonelli (Aquila chrysaetos e Hiearatus fasciatus*), la berta maggiore (Calonectris diomedea), il succiacapre (Caprimulgus europaeus), il falco di palude (Circus aeruginosus), il falco della regina, il grillaio e il pellegrino (Falco eleonorae*, Falco

naumanni* e Falco peregrinus), l'uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus) l'averla piccola (Lanius collurio), il gabbiano corso (Larus audouinii*), il nibbio reale (Milvus milvus), il fraticello e la sterna comune (Sterna albifrons e Sterna hirundo), la magnanina e la magnanina sarda (Sylvia undata e Sylvia sarda) e l’astore sardo (Accipiter gentilis

arrigoni*), tutte specie tutelate dall’Allegato II della Direttiva Habitat o dall’Allegato I della Direttiva Uccelli.

Il sito presenta diversi habitat di interesse comunitario:

COD. Tipologia di habitat Grado di

conservazione

%

copertura

9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia A 25

5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp A 15

1170 Scogliere A 10

1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemiche

A 10

6220* Percorsi sub steppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachy-podietea

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7 CARATTERISTICHE DIMENSIONALI E MORFOLOGICHE DEL

PROGETTO

7.1 GENERALITA’

Il presente Studio di Incidenza Ambientale riguarda il progetto di una nuova linea elettrica in cavo MT, parte aerea e parte interrata, di alcuni tratti di linea interrata BT, e di n°5 cabine di trasformazione MT-BT a servizio del nuovo impianto di rete in località Golgo in agro nel Comune di Baunei (OG)” .

I lavori in oggetto consistono nella realizzazione di un elettrodotto costituito da:

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 15 kV, da Cabina di trasformazione MT-BT C1 in progetto, fino alla Cabina C2, conformi alle norme UE DG2061 Enel, per uno sviluppo di circa 2286 mt;

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 15 kV, da Cabina di trasformazione MT-BT C2 in progetto, fino alla Cabina C3, conformi alle norme UE DG2061 Enel, per uno sviluppo di circa 1557 mt;

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 15 kV, da Cabina di trasformazione MT-BT C3 in progetto, fino alla Cabina C4, conformi alle norme UE DG2061 Enel, per uno sviluppo di circa 2305 mt;

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 15 kV, da Cabina di trasformazione MT-BT C4 in progetto, fino alla Cabina C5, conformi alle norme UE DG2061 Enel, per uno sviluppo di circa 3542 mt;

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 15 kV, da Cabina di trasformazione MT-BT C5 in progetto, conforme alle norme UE DG2061 Enel, fino al palo P6, capolinea della tratta aerea MT, per uno sviluppo di circa 2286 mt;

� Tratto mediante cavo aereo a tensione nominale 15 kV, da cabina MT esistente a sostegno P1 in progetto, conforme alla norma DU6940 Enel, per uno sviluppo di circa 57 mt;

� Tratto mediante cavo aereo a tensione nominale 15 kV, da sostegno P1 a sostegno P2 in progetto, conformi alla norma DU6940 Enel, per uno sviluppo di circa 38 mt;

� Tratto mediante cavo aereo a tensione nominale 15 kV, da sostegno P2 a sostegno P3 in progetto, conformi alla norma DU6940 Enel, per uno sviluppo di circa 38 mt;

� Tratto mediante cavo aereo a tensione nominale 15 kV, da sostegno P3 a sostegno P4 in progetto, conformi alla norma DU6940 Enel, per uno sviluppo di circa 44 mt;

� Tratto mediante cavo aereo a tensione nominale 15 kV, da sostegno P4 a sostegno P5 in progetto, conformi alla norma DU6940 Enel, per uno sviluppo di circa 61 mt;

� Tratto mediante cavo aereo a tensione nominale 15 kV, da sostegno P5 a sostegno P6 in progetto, conformi alla norma DU6940 Enel, per uno sviluppo di circa 23 mt;

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 1 kV, da Cabina C1 di trasformazione MT-BT in progetto, fino alla chiesa di S. Pietro, per uno sviluppo di circa 469 mt;

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 1 kV, da Cabina C1 di trasformazione MT-BT in progetto, fino alla località Golgo ‘e mesu in prossimità del “Rifugio Cooperativa Goloritzè”, per uno sviluppo di circa 183 mt;

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PROGETTO LINEA ELETTRICA IN CAVO SOTTERRANEO E AEREO E CABINE DI TRASFORMAZIONE MT-BT

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� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 1 kV, da Cabina C2 di trasformazione MT-BT in progetto, fino alla località denominata “Su sterru”, per uno sviluppo di circa 949 mt;

� Tratto mediante cavo interrato a tensione nominale 1 kV, da Cabina C3 di trasformazione MT-BT in progetto, in direzione nord, per uno sviluppo di circa 40 mt.

La lunghezza complessiva degli scavi da eseguire per l’alloggiamento delle linee in cavo MT e BT sarà pari a circa 9981 mt; mentre il tratto MT in cavo aereo avrà una lunghezza complessiva pari a circa 268 mt.

Tuttavia la realizzazione dei cavidotti sarà effettuata tenendo conto della presenza degli altri servizi interrati (acqua, gas, telecomunicazioni, ecc.), di eventuali ostacoli e delle caratteristiche geomorfologiche del terreno di scavo.

In corrispondenza di infrastrutture o di ostacoli preesistenti che comportino difficoltà per la realizzazione dell’elettrodotto in progetto, il regolare tracciato interrato potrebbe subire localmente alcune modifiche, tali da determinare la necessità di eseguire gli scavi all’interno dell’area occupata dal cassonetto stradale. Qualora si verificasse tale esigenza, il cavidotto sarà posato ad una profondità di posa pari a 1,00 - 1,40 mt (canalizzazione di tipo B nelle tavole allegate), così come previsto per le strade asfaltate pubbliche in base al Nuovo Codice della Strada, secondo le modalità indicate nelle allegate sezioni di posa, e i ripristini del manto stradale verranno eseguiti a regola d’arte secondo le prescrizioni imposte dall'Ente proprietario della strada.

A servizio delle nuove linee elettriche, è prevista la realizzazione di n° 5 cabine di trasformazione MT-BT. Ciascuna cabina di trasformazione di cui sopra sarà ubicata su un’area di pertinenza della richiedente nell’Altipiano del Golgo, in prossimità delle strade di proprietà comunale interessate dall’intervento, più precisamente nelle località di seguito elencate:

� cabina C1: località Golgo ‘e mesu in prossimità del Rifugio Cooperativa Goloritzè; � cabina C2: località denominata “Su Porteddu”; � cabina C3: località S. Pietro; � cabina C4: antistante a strada comunale in località Ciumpancarrus; � cabina C5: in prossimità a strada comunale, incrocio Ginnirco.

Le opere previste nel presente progetto sono di pubblica utilità, urgenti ed indifferibili e costituiscono opere di urbanizzazione primaria che consentiranno l’ampliamento della rete MT e BT preesistente gestita da Enel Distribuzione. La realizzazione delle opere previste nel progetto in esame implica:

− l’esecuzione di movimenti terra, mediante scavi e rinterri, che saranno realizzati parallelamente alla viabilità esistente, ma al di fuori della sezione stradale, ove possibile;

− eventuali opere di rifacimento del manto stradale preesistente, laddove si renda necessario deviare localmente il tracciato per esigenze legate a problemi di natura geologica e/o idrogeologica (scarsa portanza del terreno, pericolo di frane nelle zone circostanti il tracciato, compreso il rischio di innescarle in corso d'opera, ecc), o alla presenza di infrastrutture esistenti;

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− lavori edili (compresa l’esecuzione delle opere di fondazione per i sostegni delle linee aeree);

− sistemazioni plano-altimetriche; − realizzazione di strutture impiantistiche puntuali e “a rete”, messa in opera di

palificate e cavi MT, apparecchiature elettromeccaniche, cabine di trasformazione, ecc.

L’intero tracciato delle nuove linee elettriche interrate si sviluppa lungo la viabilità esistente, più precisamente in direzione Nord rispetto al centro abitato fino all’Altopiano del Golgo, caratterizzato da elementi di vulnerabilità legati a specifiche caratteristiche morfologico – strutturali o di naturalità. La tratta aerea in progetto sarà ubicata in aree comunque marginali all’edificato, partendo da una cabina secondaria Enel esistente e utilizzando lo spazio occupato da n°2 sostegni per linea BT ed MT già realizzate, che saranno sostituiti con i pali P1 e P2 in progetto per adeguarli alla nuova linea MT in progetto. La scelta di realizzare un tratto di linea aerea nella specifica zona d’intervento (vedi planimetrie allegate), è determinata dalle caratteristiche geolitologiche della zona interessata, che rendono rischiosa l’alternativa di costruire una tratta interrata, dato il potenziale pericolo di cedimenti futuri sull’asse stradale. In relazione a quanto esposto la soluzione adottata risulta essere la più idonea. Le aree di intervento sono identificate catastalmente come indicato nella tabella seguente:

FOGLIO MAPPALE TIPOLOGIA OPERA IN PROGETTO PROPRIETA' QUALITA' CLASSE

ha are ca

12 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI seminativo 3 27 75 75

15 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI seminativo 3 61 68 95

16 Linea elettrica interrata/cabina MT-BT COMUNE DI BAUNEI seminativo 3 0 0 65

10 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI Ente urbano 1 42 87

Strada Comunale San Pietro Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI

12 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 1 3 59 65

13 cabina MT-BT COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 1 0 0 65

4 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 41 98 50

10 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 58 91 15

11 cabina MT-BT COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 0 0 65

Strada Comunale San Pietro Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI

2 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 3 14 35

3 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 5 51 70

39 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 36 18 30

38 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 0 80 79

37 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pasc./cespug. 2 0 10 87

Strada Comunale San Pietro Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI

10 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI pascolo 1 394 35 35

11 cabina MT-BT COMUNE DI BAUNEI pascolo 1 0 0 65

Strada Comunale San Pietro Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI

177 cabina MT-BT COMUNE DI BAUNEI incolt/prod U 0 0 65

176 Linea elettrica interrata COMUNE DI BAUNEI incolt/prod U 27 62 26

13 Linea elettrica aerea COMUNE DI BAUNEI incolt/prod U 32 53 25

161 Linea elettrica aerea COMUNE DI BAUNEI incolt/prod U 20 20 80

61 641 Linea elettrica aerea COMUNE DI BAUNEI incolt/prod U 7 30 9

38

46

51

PIANO PARTICELLARE

SUPERFICIE

37

32

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Le aree interessate dall’intervento sono individuate dallo strumento urbanistico vigente del comune di Baunei (Piano Regolatore Generale) e ricadono in zona omogenea E.

7.2 Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.)

Il Piano Paesaggistico della Regione Sardegna (PPR) è stato approvato il 05/09/2006 con deliberazione della Giunta Regionale n.36/7, in ossequio all’art. 135 del Decreto Legislativo n° 42 del 22/01/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). E’ un piano che coordina la pianificazione e lo sviluppo sostenibile dell'isola partendo dalle coste. È stato attuato preservare, tutelare, valorizzare l'identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo, proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità, assicurare la salvaguardia del territorio e promuoverne forme di sviluppo sostenibile, al fine di conservarne e migliorarne le qualità. Gli obiettivi principali che il PPR si pone sono:

1. conservazione: mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie;

2. gestione e trasformazione necessaria all’organizzazione del territorio, ad orientamento prevalentemente agricolo, mediante interventi compatibili con i livelli di valore paesaggistico riconosciuti;

Figura 7 Inquadramento su cartografia PRG

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3. trasformazione urbanistica ed edilizia con interventi di recupero e riqualificazione orientati in senso ambientale;

4. recupero, riqualificazione e rinaturalizzazione tesi al ripristino delle originarie qualità ambientali ovvero alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici.

L’area nella quale ricade l’area oggetto di intervento è compresa dal PPR all’interno dell’Ambito 22 denominato “Supramonte di Baunei e Dorgali ”. La composizione delle carte del PPR, per ciascun ambito, è stata effettuata tenendo conto di tre categorie principali denominate: - “Assetto Ambientale”: che riguarda gli aspetti paesaggistici e naturalistici preesistenti all’assetto insediativo e talvolta ancora attuali perché non sono intervenute trasformazioni del territorio; - “Assetto Storico-Culturale” : che riguarda le preesistenze preistoriche, storiche e i beni culturali; - “Assetto Insediativo”: che riguarda gli usi attuali del territorio. L’area in cui ricade l’opera in esame è fisicamente inclusa all’interno del territorio comunale di Baunei. Per quanto concerne l’assetto ambientale nell’area dell’intervento sono riscontrabili le seguenti componenti:

- “Beni Paesaggistici e Ambientali Ex Art. 143 D. Lg. n° 42/04 – Sistemi a baie e promontori, falesie e isole minori”: parti della la linea interrata in progetto ricadono all’interno delle fascie di rispetto fluviali, come evidenziato nella planimetria sotto riportata; - Componenti del paesaggio con valenza ambientale: Aree naturali e subnaturali;- Macchia, dune e aree umide, Boschi; Aree seminaturali - Praterie e spiaggie; - Aree ad utilizzo agro-forestale – Colture erbacee specializzate.

Si segnala, nelle vicinanze dell’area interessata, la presente di “Monumenti Naturali istituiti con L.R. 31/89” e di un “Albero monumentale”.

Nell’assetto storico – culturale - “Beni paesaggistici ex art. 143 D. Lgs. n° 42/04” sono stati individuati i beni di seguito elencati:

− Aree, edifici e manufatti di specifico interesse storico-culturale; − Insediamenti archeologici dal prenuragico all’età moderna, comprendenti sia

insediamenti tipo villaggio, sia insediamenti di tipo urbano, sia insediamenti rurali – Nuraghe (questi beni si trovano ad una distanza di rispetto superiore rispetto a quelle minime previste dal PPR);

− Architetture religiose medioevali, moderne e contemporanee – Cappella; − Aree caratterizzate da insediamenti storici; − Insediamento sparso: Medaus, Furriadroxius, Boddeus, Cuiles, Stazzi.

Nell’assetto insediativo solo una piccola porzione dell’area in esame, viene classificata come “Edificato Urbano - Espansioni recenti”, seppur marginale rispetto al centro urbano.

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7.3 Normativa di riferimento

Le caratteristiche degli impianti, nonché dei loro componenti, dovranno rispondere alle norme tecniche, a quelle di legge ed ai regolamenti vigenti ed in particolare dovranno essere conformi a:

� R.D. n. 1775 del 11/12/1933 - Testo Unico di Leggi sulle Acque e sugli Impianti Elettrici;

� Legge 1° marzo 1968, n. 186 “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici, ed elettronici”;

� D.P.C.M del 8/07/2003 - “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz)”;

� D.Lgs. n. 285/92 - Codice della strada (e successive modificazioni); � Legge Regionale 20 giugno 1989, n. 43 “Norme in materia di opere concernenti

linee ed impianti elettrici” e regolamenti locali in materia di rilascio delle autorizzazioni alla costruzione degli elettrodotti, qualora presenti ed in vigore.

Figura 8: Inquadramento dell’area oggetto d’intervento su cartografia PPR

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� D.Lgs. n.81del 09 aprile 2008 e sue modifiche: "Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro";

� D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008 “Installazione degli impianti”; � Marcatura CE o dichiarazione CE ove richiesta; � Dichiarazione di conformità di tutti gli impianti eseguiti; � Prescrizioni delle Autorità Locali di controllo ASL e di vigilanza INAIL (ARPA) e VV. FF.

Si richiamano inoltre le principali norme CEI di riferimento e di applicazione per l’elaborazione del progetto:

� CEI 11-1 “Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata”; � CEI 11-17 “Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione pubblica di energia

elettrica - Linee in cavo”; � CEI 0-16 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi

alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica”; � CEI 0-2 “Guida per la definizione della documentazione degli impianti elettrici”; � CEI 106-11 “Guida per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti

secondo le disposizioni del DPCM 8 luglio 2003 (Art. 6) Parte 1: Linee elettriche aeree e in cavo CEI 211-4 Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da linee e stazioni elettriche”

� CEI 11-37 “Guida per l’esecuzione degli impianti di terra di impianti utilizzatori in cui sono presenti sistemi con tensione maggiore di 1 Kv”;

� CEI 103-6 “Protezione delle linee di telecomunicazione dagli effetti dell’induzione elettromagnetica provocata dalle linee elettriche vicine in caso di guasto”.

Per quanto riguarda, invece, l’attività di costruzione delle cabine elettriche, essa è subordinata al rispetto delle seguenti norme di legge:

� Legge n. 1086 del 5/11/1971 “Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica” e successive modificazioni;

� Legge n. 64 del 2/02/1974 - “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche” e successive modificazioni;

� Legge n. 10 del 28/01/1977 - “Edificabilità dei suoli”; � D.P.R. n. 495 del 16/12/1992 - “Regolamento di esecuzione e di attuazione del

nuovo codice della strada”.

L’impianto è stato progettato e verrà realizzato conformemente alle specifiche norme di UNIFICAZIONE ENEL, di seguito elencate e allegate:

� DC4385: “Cavi MT tripolari ad elica visibile per posa interrata”; � DC4146: “Cavi per bassa tensione quadripolari ad elica visibile con conduttori di

alluminio isolati con gomma etilenpropilenica ad alto modulo elastico, o con xlpe, sotto guaina di pvc”;

� DG2061: “Box in cemento armato per apparecchiature elettriche per altitudini fino a 1000 metri sul livello del mare”;

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� Guida per la realizzazione dei cavidotti MT-BT e degli alloggiamenti per i gruppi di misura.

7.4 Linea elettrica MT e BT in cavo sotterraneo

Il cavidotto in progetto è destinato ad ospitare i cavi di Media e/o Bassa tensione, compreso il regolare ricoprimento della trincea di posa (rinterro), gli elementi di segnalazione e/o protezione (nastro monitore, cassette di protezione o manufatti in cls.) e le eventuali opere accessorie (quali pozzetti di posa/ispezione, chiusini, ecc.); lo stesso sarà posato al di fuori del cassonetto stradale, in corrispondenza delle cunette laterali, ad una profondità pari a circa 1,00 mt/1,20 mt (canalizzazione di tipo A nelle tavole allegate), all’interno di tubi in PVC collocati su un letto di terra vagliata ovvero sabbia o pozzolana secondo le modalità indicate nelle allegate sezioni di posa.

Tuttavia la realizzazione dei cavidotti sarà effettuata tenendo conto della presenza degli altri servizi interrati (acqua, gas, telecomunicazioni, ecc.), di eventuali ostacoli e delle caratteristiche geomorfologiche del terreno di scavo.

In corrispondenza di infrastrutture o di ostacoli preesistenti che comportino difficoltà per la realizzazione dell’elettrodotto in progetto, il regolare tracciato potrebbe subire localmente alcune modifiche, tali da determinare la necessità di eseguire gli scavi all’interno dell’area occupata dal cassonetto stradale. Qualora si verificasse tale esigenza, il cavidotto sarà posato ad una profondità pari a circa 1,30 mt (canalizzazione di tipo B nelle tavole allegate), così come previsto per le strade asfaltate pubbliche in base al Nuovo Codice della Strada, secondo le modalità indicate nelle allegate sezioni di posa, e i ripristini del manto stradale verranno eseguiti a regola d’arte secondo le prescrizioni imposte dall'Ente proprietario della strada.

I cavidotti saranno realizzati con tubazione in corrugato PEAD a doppia parete di diametro pari a 160 mm.

Lungo la canalizzazione, i tubi saranno collocati generalmente tutti sullo stesso piano di posa. In corrispondenza dei tratti di linea in cui sono previste tubazioni MT e BT, sulla stessa trincea, si potrà ricorrere eventualmente alla posa “sovrapposta” (max 2 strati): in tal caso sullo strato superiore sarà collocata la canalizzazione BT.

La presenza dei cavi elettrici verrà segnalata con apposito nastro di segnalazione che verrà posato lungo lo scavo.

Si attesta che il progetto per la costruzione dell’elettrodotto è stato redatto e sarà realizzato in conformità alle normative attualmente in vigore (norma CEI 103-6) con l'impiego di cavi ad elica visibile.

Per quanto riguarda la tratta che dalla Cabina Enel esistente ai margini del nucleo urbano fino alla Cabina di trasformazione MT-BT in progetto, dove è prevista la posa in cavo interrato MT, è stato assunto come riferimento progettuale la Tabella di Unificazione ENEL DC 4385 “Cavi MT tripolari ad elica visibile per posa interrata con conduttori in Al , isolamento a spessore ridotto, schermo in tubo di Al e guaina in PE”.

I cavi previsti in specifica sono destinati a sistemi elettrici di distribuzione con Uo/U=12/20 kV e tensione massima Um= 24 kV.

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RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE Pag. 21-38

I cavi MT saranno del tipo ad elica visibile per posa interrata con conduttori in Al, isolamento estruso a spessore ridotto in XLPE, schermo in tubo di Al e guaina in PE. In particolare: � cavo del tipo ARE4H5EX (isolamento in XLPE) 12/20kV sezione 185 mm2 ad elica

visibile. I cavi MT previsti in specifica Enel sono di seguito illustrati:

9 Tipologia cavi MT

I cavidotti impiegati saranno di tipo corrugato del diametro esterno di 160 mm (come previsto dalla Disposizione DS 4247/6) e rispetteranno le seguenti caratteristiche:

� resistenza all’urto Normale non propagante la fiamma;

� raggio di curvatura massimo non superiore a 5 volte il diametro esterno del tubo;

� i cavidotti saranno stabilizzati con uno strato di sabbia di 0,2 m e poi ricoperti con materiale inerte;

� il “nastro monitore” sarà posato ad una profondità adeguata secondo quanto riportato negli elaborati grafici allegati.

Il cavo da utilizzare dovrà avere le seguenti caratteristiche:

- tensione nominale di 20 kV;

- tensione verso terra di 15 kV;

- tensione massima di 24 kV;

- sezione pari a 185 mmq

- conduttore in alluminio. I cavi BT saranno quadripolari ad elica visibile con conduttori di alluminio isolati con XLPE, sotto guaina di PVC. In particolare: � cavo del tipo DC 4146/5 X (isolamento in XLPE) 0,6/1 kV, sezione 150 mm2 ad elica

visibile. I cavi BT previsti in specifica Enel sono di seguito illustrati:

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PROGETTO LINEA ELETTRICA IN CAVO SOTTERRANEO E AEREO E CABINE DI TRASFORMAZIONE MT-BT

RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE Pag. 22-38

10 Tipologia cavi BT

7.5 Linea elettrica MT in cavo aereo

Per quanto riguarda le tratta aerea che dalla cabina Enel esistente arriva fino al sostegno P6 in progetto, è stato assunto come riferimento progettuale la Tabella di Unificazione ENEL DU 6940 “Linee elettriche aeree MT con cavo cordato su fune portante, cavo in alluminio 3X95 + 50Y; EDS = 15,76%, tesatura a tiro pieno”. La tratta aerea in progetto ha un andamento altimetrico irregolare, dovuto alla necessità di superare importanti dislivelli tra le aree di ubicazione dei sostegni, scelte a seguito di un’accurata valutazione delle soluzioni meno impattanti da un punto di vista ambientale. Il profilo altimetrico della zona d’intervento e le differenze di quota rilevate hanno determinato la necessità di prevedere n°6 sostegni tipologicamente differenti, scelti in funzione delle campate da realizzare, con armamenti in amarro, cercando le soluzioni minime dal punto di vista dei carichi statici. I sostegni P1 e P2 previsti sostituiranno due pali esistenti che attualmente costituiscono parte di una linea aerea MT e di una linea BT già realizzate. Le fondazioni dei pali, adatte per sostegni in lamiera saldata a sezione ottagonale e poligonale, sono tutte affioranti e di tipo normale essendo esclusa, per i cavi, l’ipotesi di rottura del cavo. P1 linea MT e P2 linea BT Nella tabella seguente sono riportate le tipologie dei sostegni in progetto, la lunghezza e i dislivelli di ciascuna campata:

LINEA AEREA 15 KV - Conduttore All/Acc 3x95+50Y - da Cabina in muratura esistente a

capolinea n° 6 in progetto

Numero sostegno

Tipo sostegno

Campata Lunghezza (m)

Dislivello (m)

P1 16/E/17 Cabina esistente–sostegno P1 57.00 7.32 P2 14/G/24 P1 - P2 38.00 12.63 P3 14/H/24 P2 – P3 45.00 21.06 P4 14/H/24 P3 – P4 44.00 20.92 P5 12/D/15 P4 – P5 61.28 42.64

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PROGETTO LINEA ELETTRICA IN CAVO SOTTERRANEO E AEREO E CABINE DI TRASFORMAZIONE MT-BT

RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE Pag. 23-38

P6 12/H/24 P5 – P6 (capolinea) 22.72 3.42

Si riportano i dati caratteristici dei Cavi Cordati su Fune Portante per linee aeree MT secondo la specifica ENEL DC 4390:

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PROGETTO LINEA ELETTRICA IN CAVO SOTTERRANEO E AEREO E CABINE DI TRASFORMAZIONE MT-BT

RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE Pag. 24-38

7.6 Cabine elettriche di trasformazione MT-BT

Il progetto dell’ impianto di rete prevede inoltre la posa in opera di n° 5 box in cemento armato prefabbricato dotato dei seguenti requisiti:

• i locali prevedono un accesso diretto ed indipendente da via aperta la pubblico per il personale;

• le aperture garantiranno un grado di protezione IP 33 e un’adeguata ventilazione naturale;

• le tubazioni di ingresso dei cavi saranno sigillate onde impedire la propagazione o l’infiltrazione di fluidi liquidi e gassosi;

• la struttura sarà adeguatamente impermeabilizzata, al fine di evitare allagamenti ed infiltrazioni di acqua.

Il manufatto da impiegare sarà conforme alla tabella di Unificazione UE DG2061 relativa alla specifica costruttiva per cabine secondarie in box e negli edifici civili. In particolare il manufatto sarà conforme a quanto indicato nelle normative di riferimento. I materiali, l’impianto di terra, i serramenti, le finestrature ed i fori per il passaggio dei cavi saranno conformi alle prescrizioni di unificazione ENEL. Per il montaggio dei box e per l'ingresso cavi in cabina, verrà realizzato un basamento prefabbricato da interrare in opera, come definito nelle tavole di progetto, al quale si rimanda anche per ogni ulteriore dettaglio dimensionale o costruttivo.

7.7 Effetti del passaggio della linea interrata di media tensione

Il tracciato seguito dai cavidotto si snoderà lungo il bordo di strade comunali sui quali sarà costituita una regolare servitù di cavidotto. Il cavidotto in media tensione ed i relativi scavi si svilupperanno per un totale di circa 5 km. Si è previsto di posare il cavidotto all’interno di scavi della profondità di posa pari a circa 1,30 m e largo 60 cm. Il cavo sarà intubato in tubo protettivo del tipo 750 N, con diametro esterno pari a 160 mm e verrà posato ad una profondità non inferiore ad 1,20 m. Gli scavi saranno poi riempiti con uno strato di sabbia e infine terra di riporto per ripristinare lo stato dei terreni interessati, con eventuale ripristino del manto stradale nei tratti in cui la linea elettrica passa all’interno della carreggiata a causa di ostacoli e/o sottoservizi preesistenti. Il cavo per media tensione 15 kV, sarà tripolare, cordato ad elica visibile, in alluminio, isolato con polietilene reticolato, schermato, sotto guaina di PVC, ARE4H1RX (3×120) mmq. Il campo elettrico e il campo magnetico prodotto è comunque accettabile ai sensi della DPCM dell’8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100kHz e 300 GHz”. Di fatto il campo elettrico risulta ridotto in maniera significativa per l’effetto combinato dovuto alla speciale guaina metallica schermante del cavo e alla presenza del terreno dal piano di posa sino al piano di campagna.

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Inoltre, lungo il percorso del cavo, che si snoda parallelamente e in prossimità delle strade comunali, non sono presenti insediamenti, edifici, strutture o aree intensamente frequentate per periodi di tempo superiori alle 4 ore giornaliere; ci si trova pertanto in situazione di conformità con l’articolo 3 del decreto di cui sopra. E’ altresì da mettere in evidenza come il tipo di cavo utilizzato, ovvero linee cordate ad elica, non sono soggetti al calcolo delle DPA ai sensi della Legge n. 36 del 22/02/2001, “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.

7.8 Effetti sull’avifauna relativi al passaggio della linea aerea di media

tensione

Gli impatti relativi alla linea aerea MT in progetto potrebbero verificarsi in prossimità dell’area in cui è prevista la realizzazione della stessa. Tuttavia l’intervento è stato progettato tenendo conto delle problematiche di seguito descritte per ridurre il più possibile qualsiasi effetto negativo per le specie ornitiche presenti. L’impatto con le linee elettriche costituisce un alto fattore di rischio per molte specie di uccelli. Le specie più sensibili al “rischio elettrico” sono quelle di grandi dimensioni (Ardeidi, Ciconidi, Falconidi e Accipitridi, Strigiformi, Corvidi), le cui popolazioni mostrano un alto tasso di mortalità nelle aree interessate al passaggio di elettrodotti. La presenza di tali infrastrutture è causa di elevata mortalità tra gli uccelli e avviene in due modalità distinte, entrambe rilevanti per l’Avifauna:

− per collisione contro i cavi sospesi, fenomeno collegato a tutte le linee a cavo aeree (non solo elettriche);

− per folgorazione/elettrocuzione, ovvero fulminazione per contatto di due conduttori tramite un ponte creato dall’apertura alare dell’uccello, o tra un conduttore e l’elemento di sostegno metallico (palo, traliccio); il fenomeno riguarda maggiormente le linee elettriche a media e bassa tensione (nelle linee ad alta tensione i conduttori hanno una distanza tale tra loro da rendere pressoché impossibile la chiusura di un circuito da parte di un uccello).

Il più alto rischio di contatto si ha quando l’animale si posa su di un palo di sostegno, in quanto i pali delle linee elettriche costituiscono una forte attrazione per molte specie di uccelli: sono sfruttati in particolare dai rapaci come posatoi per la caccia, ma anche da corvidi e cicogne come siti di nidificazione. Diversi studi hanno dimostrato come le dimensioni del fenomeno siano di notevole proporzione e come per alcune specie l’impatto possa determinare localmente anche l’estinzione. Gli studi su questo fenomeno hanno inoltre evidenziato come le vittime siano soprattutto i giovani e i sub-adulti, con effetti negativi e a lungo termine sulla struttura delle popolazioni locali. Per quanto concerne la localizzazione delle linee elettriche, particolarmente pericolose sono quelle che attraversano zone umide con ingenti quantitativi di uccelli

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acquatici nidificanti e svernanti, quelle poste su rotte preferenziali per la migrazione, quelle che attraversano gole e valloni, quelle poste all’interno di boschi se i cavi si trovano ad altezza superiore alle chiome degli alberi. Il rischio di collisione è invece presente in tutte le tipologie di linea aerea (BT, MT e AT), in quanto i cavi costituiscono una barriera aerea non sempre visibile all’animale durante il volo (in particolar modo per i rapaci dal volo estremamente veloce). La collisione con i cavi può causare mortalità immediata oppure provocare lesioni a carico di ossa e articolazioni, rendendo l’animale inabile al volo. Nel dettaglio, le linee elettriche risultano particolarmente insidiose in alcune tipologie morfologiche di territorio, determinando gli effetti noti in letteratura come “effetti ostacolo” (Penteriani V., 1998), di seguito elencati:

− Effetto “trampolino”: è determinato dalla presenza di ostacoli di diversa natura (alberi, rocce, siepi, dossi, manufatti) in prossimità dell’elettrodotto, i quali obbligano gli uccelli ad alzare di quota il volo per evitarli, facendoli finire contro i conduttori;

− Effetto “sbarramento”: si determina per la presenza di una linea elettrica lungo le rotte classiche seguite dagli uccelli in territori montuosi e collinari: le gole e i valloni;

− Effetto “scivolo”: si osserva quando un elemento come una collina o un versante incanala il volo degli uccelli in direzione di un elettrodotto posto perpendicolarmente all’elemento in questione;

− Effetto “sommità”: determinato dalla presenza della linea elettrica sulla sommità di un rilievo.

Negli ultimi decenni, in seguito all’ammissione del problema ambientale come rilevante costo sociale, sono state condotte diverse campagne di studio volte all’individuazione di idonee soluzioni per mitigare gli effetti sull’avifauna connessi alla realizzazione di linee elettriche aeree. Pertanto sono state ideate strategie applicative che, d’accordo con gli Enti di distribuzione dell’energia elettrica, hanno portato a risultati concreti. E’ possibile così delineare i principali accorgimenti di mitigazione proposti e universalmente applicabili:

− utilizzo di conduttori isolati con guaina in PVC; − aumento della distanza tra i conduttori; − sostituzione di isolatori portanti con isolatori sospesi; − posizionamento di segnalatori di cavo colorati; − rimozione di conduttori/cavi in eccesso; − posizionamento di posatoi sicuri sui piloni o sistemi di impedimento alla sosta; − interramento di linee di media tensione.

In Italia solo negli ultimi anni sono stati condotti interventi programmatici relativi ai provvedimenti di mitigazione di cui sopra, in seguito a ricerche e progetti finanziati dalla Comunità Europea e successivi accordi tra Aree protette e la stessa Enel. A sostegno delle politiche attive intraprese sul territorio nazionale in relazione alle problematiche ambientali evidenziate sopra, appare opportuno ricordare l’emanazione

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delle “Linee guida per la mitigazione dell'impatto delle linee elettriche sull'avifauna” redatte nel 2008 dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) su incarico del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e da quest'ultimo ufficialmente adottate nel febbraio 2009. L’interramento delle linee elettriche, previsto principalmente per le linee di bassa e media tensione, è l'intervento più drastico tra quelli di mitigazione del rischio elettrico, che risolve definitivamente i problemi sia di elettrocuzione che di collisione (oltre a fornire indubbi vantaggi di carattere paesaggistico). La fattibilità di tale intervento dipende da variabili sia di tipo tecnico (condizionate in particolare dalla morfologia e dall'uso del suolo, ma anche dalle caratteristiche strutturali della maglia elettrica e dalla sua possibilità di essere controalimentata) sia di tipo economico. La specifica scelta progettuale in esame di prevedere un breve tratto di linea aerea, in luogo del cavidotto interrato, che costituisce comunque la quasi totalità della linea elettrica in esame, è stata ritenuta la più idonea in seguito a valutazioni legate alla natura geologica dell’area. Considerando che la pendenza dei cavi sarà particolarmente accentuata, data la conformazione del territorio in esame, questo di per sé non rende i cavi adatti come posatoi, e questo fattore rende l'intervento molto meno impattante. Tuttavia lo stesso discorso non può essere applicato ai pali, per cui In corrispondenza dei sostegni della linea elettrica è prevista l’installazione di dissuasori o dispositivi atti a garantirne una maggiore visibilità in modo da minimizzare l’eventualità di interferenze con le specie ornitiche locali, limitando gli impatti in volo. La zona interessata all’intervento di installazione della linea aerea BT-MT in progetto rappresenta una porzione marginale dell’Area SIC/ZPS ITB020014 denominata “Golfo di Orosei”. Più esattamente è limitrofa all’abitato di Baunei a NE dello stesso. Si tratta quindi di una porzione esposta a SW del versante che si eleva verso l’altopiano del Golgo. Rispetto alla tipologia di habitat, l’intera area in esame è assimilabile ai “Matorral arborescenti di Juniperus spp.” (COD. 5210), ovvero macchie di sclerofille sviluppantisi intorno a ginepri, formazione tipica in substrati calcarei anche a forte pendenza. Tali caratteristiche (esposizione e habitat) fanno sì che rispetto a tutta l’ornitofauna di particolare interesse naturalistico presente nell’intera zona SIC/ZPS “Golfo di Orosei”, l’elenco delle specie relative alla porzione oggetto di studio possa escludere quelle ad habitat prettamente costiero. Pertanto, il rischio rappresentato dalla presenza della linea aerea interessa maggiormente le specie di uccelli rapaci presenti nella SIC/ZPS. In generale, i rapaci sono le specie più suscettibili a questo pericolo per via del loro comportamento predatorio. Infatti, oltre al rischio di collisioni in volo con i cavi cui vanno incontro (che però possono riguardare qualunque volatile), essi utilizzano spesso posatoi sopraelevati rispetto al territorio di caccia, per poter individuare le prede da una posizione di riposo anziché in volo. Così il rischio di elettrocuzione è presente sia sui cavi che sui pali, e sulle strutture di raccordo site nei tralicci. Vi sono però, nella fattispecie del progetto in esame, elementi che rappresentano fattori di mitigazione rispetto all’impatto dell’opera sulle specie animali (ornitiche) di particolare interesse naturalistico.

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Innanzitutto va considerata l’immediata vicinanza dell’opera al centro abitato, per cui è poco probabile che la zona rappresenti un ideale territorio di caccia o di avvistamento per le specie di rapaci più sensibili alla presenza dell’uomo. Ad esempio, predatori come l’aquila del Bonelli e il falco della Regina non tollerano alcun disturbo antropico e prediligono aree impervie ed inaccessibili, la prima nei versanti montagnosi ed il secondo nelle scogliere a picco sul mare. Un’altra specie molto sensibile, il nibbio reale, è protagonista di sporadici avvistamenti in zone remote dell’area SIC del Golfo. Anche un altro rapace di particolare interesse, l’astore sardo, evita le zone abitate dall’uomo anche perché il suo habitat è costituito da foreste mature d’alto fusto. Di conseguenza, pur non potendo escludere l’occasionale frequentazione da parte delle specie più rare e sensibili succitate, si può considerare che nella ristretta area in esame l’avifauna di rilievo maggiormente sia rappresentata largamente da rapaci diurni quali il falco pellegrino, il grillaio, la poiana, e specie notturne come la civetta, il barbagianni e l’assiolo. Le altre caratteristiche, più intrinseche all’opera in sé, costituiscono elementi di riduzione dell’impatto per le appena citate specie più diffuse e attive nella porzione di territorio in esame. La prima di queste è la brevità del tratto di linea aereo previsto nel progetto (268 mt), ed il relativo numero contenuto di pali di sostegno. In secondo luogo, l’opera è sita in una zona caratterizzata da numerose emergenze rocciose naturali, nonché da manufatti, che costituiscono posatoi il cui uso è certamente consolidato nelle abitudini dei rapaci che frequentano quel territorio. Ben diversa sarebbe la situazione in un ambito di pianura, nel quale pali e cavi costituirebbero dei nuovi appoggi attraenti per gli uccelli. Terzo, data la particolare pendenza che avranno i cavi per la grande maggioranza della loro estensione, essi costituiranno con buona probabilità una tipologia di posatoio poco stabile, “scivoloso”, e quindi poco appetibile per gli uccelli, che tenderanno a preferire gli appoggi naturali o comunque a limitarsi all’utilizzo dei tralicci per i loro avvistamenti. Sebbene tutti questi elementi contribuiscono alla diminuzione della probabilità di elettrocuzione, rimane nelle intenzioni dell’impresa realizzatrice la posa in opera di ulteriori misure di mitigazione, mirate sia alla massima riduzione del rischio suddetto, che a ridurre di quello di collisione con i cavi.

7.9 Effetti delle cabine di trasformazione MT-BT

Gli impatti legati alle cabine di trasformazione MT-BT sono principalmente dovuti ai campi elettromagnetici. La normativa stabilisce che: “Sarà cura del progettista accertarsi che la distanza da insediamenti umani o da luoghi nei quali le persone stazionino per periodi di tempo prolungati (ovvero più di quattro ore al giorno) sia adeguata all’intensità del campo elettrico e magnetico, predisponendo, se opportuno, eventuali misure di schermatura”. Anche in questo caso gli impatti con la salute umana sono minimizzati in quanto nelle cabine non è previsto che le persone vi stazionino per oltre 4 ore se non per interventi di manutenzione, ai sensi all’art. 3 del D.P.C.M. dell’8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione

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della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”. Il decreto in questione precisa che tali limiti non si applicano ai lavoratori esposti per ragioni professionali (art. 1, 2). All’interno della cabina sono presenti macchinari e cavi elettrici, pertanto è prevista l’installazione di dissuasori o dispositivi atti a garantirne una maggiore visibilità in modo da minimizzare l’eventualità di interferenze con le specie ornitiche locali.

7.10 Procedure esecutive e gestionali

Il programma esecutivo dei lavori in progetto verrà eseguito secondo tempistiche programmate, anche in funzione di una pianificazione di carattere economico. L’esecuzione dei lavori è prevista durante i periodi invernali (indicativamente tra Novembre e Aprile) al fine di evitare eventuali presenze turistiche, nonché le interferenze connesse con i cantieri aperti (movimenti terre, trasporti, chiusura strade, rumore, ecc.). Le aree di cantiere saranno di modesta entità e circoscritte. Essendo la rete elettrica un servizio a rete, operativamente il cantiere per la posa delle condotte è di dimensione limitata ed in lento movimento, per la cui area di sedime si occupa parte delle carreggiate stradali e di una fascia ad esse limitrofa. Durante le fasi di cantiere i lavori saranno condotti in modo da generare le minori interferenze possibili al flusso turistico pedonale e veicolare, comunque non rilevante considerando l’attuale ridotta fruizione turistica dell’area oggetto d’intervento. Prima dell’effettivo inizio dei lavori sarà definito nel dettaglio un piano della cantierizzazione che definisca l’approntamento, la gestione degli impatti temporanei (rumore, polveri, movimento e stoccaggio dei materiali e dei rifiuti), la sistemazione finale delle aree di cantiere, la viabilità di accesso ed il cronoprogramma dei lavori. Analoga cura sarà riposta nella gestione della polvere e del rumore generati dai mezzi d’opera, i quali rispetteranno i limiti imposti dalla normativa vigente relativamente alle emissioni di rumore e vibrazioni. La produzione di polvere sarà mitigata da frequenti bagnature dei fronti di scavo e, ove necessario, si provvederà al lavaggio delle ruote dei mezzi d’opera. I percorsi per il trasporto dei materiali seguiranno le strade esistenti.

7.11 Realizzazione delle nuove linee elettriche

Nella progettazione delle nuove linee elettriche e nella localizzazione delle annesse cabine di trasformazione MT-BT si è tenuto conto, oltre che di esigenze puramente progettuali e funzionali, anche della necessità di ridurre al minimo l’impatto delle opere sul territorio e sul paesaggio, da cui la scelta progettuale di sfruttare la viabilità esistente per lo sviluppo del cavidotto. Qualora vengano interessate aree verdi, gli scavi saranno eseguiti con mini escavatori o manualmente, procedendo preliminarmente al taglio della vegetazione (ove esistente) nell’esclusiva misura necessaria all’esecuzione dell’opera.

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Nei casi in cui si rende indispensabile l’attraversamento di aree particolarmente sensibili, sono state previste specifiche procedure operative ed interventi mitigativi tali da minimizzare gli impatti negativi a danno delle diverse matrici ambientali coinvolte. In particolare, per le aree ad elevata naturalità e/o a forte pendenza interessate dalle opere, si prevede:

- dopo aver eseguito l’eventuale rimozione della vegetazione presente, si procederà ad uno scolturamento del primo strato vegetale (ove presente) e relativo accatastamento nell’area di cantiere;

- l’esecuzione dello scavo con mini escavatore; - la larghezza dello scavo è prevista in sezione particolarmente ristretta, come si

evince dagli elaborati progettuali; - il sottofondo, rinfianco e cappa delle tubazioni sarà eseguito esclusivamente

utilizzando sabbia; - il successivo rinterro della trincea di scavo verrà eseguito riutilizzando il materiale

precedentemente scavato e, per la copertura finale, lo strato di coltura precedentemente accatastato, o il ripristino del manto stradale originario.

7.12 Gestione dei materiali e degli scarti

Per la realizzazione delle opere in progetto non sarà necessario usufruire di discariche in esercizio per lo smaltimento di terre e rocce da scavo in quanto i volumi scavati per l’esecuzione dei manufatti interrati saranno riutilizzati per riempimenti o per rimodellazione morfologica delle aree. I soli materiali da destinare allo smaltimento in discarica previsti sono quelli derivanti dalle eventuali demolizioni del manto stradale dei tratti viari interessati dal tracciato in progetto, qualora si rendesse necessario riportare lo scavo all’interno della sede stradale a causa di ostacoli infrastrutturali preesistenti. Con la realizzazione dell’opera non saranno prodotti rifiuti tossici ed i rifiuti solidi eventualmente prodotti saranno smaltiti secondo le disposizioni normative vigenti.

7.13 Soluzioni operative e mitigative proposte

L’intervento in progetto ricado su aree non urbanizzate poste ai margini e al di fuori del centro urbano, lungo i tracciati viari esistenti, in aree non ancora interessate dalla presenza di reti elettriche (ad eccezione della linee aeree BT e MT già realizzate in prossimità dell’area in cui sarà edificata la tratta aerea). E’ previsto lo svolgimento di specifici sopralluoghi, condotti da personale esperto in materie naturalistiche, prima dell’esecuzione delle opere, al fine di individuare eventuali specie animali o vegetali sensibili e definire le modalità operative più adatte alla loro salvaguardia, da effettuarsi nelle aree che sono state valutate preliminarmente come potenzialmente sensibili e che richiedono l’adozione di misure precauzionali. Le principali azioni mitigative proposte, tese a ridurre le interferenze potenziali con le componenti ambientali eventualmente interessate, possono essere schematizzate come segue:

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- l’impiego di cantieri di ridotta entità, sia per quanto riguarda l’estensione delle aree coinvolte nelle attività, sia per quanto riguarda il numero di uomini e mezzi impegnati;

- l’impiego di mezzi meccanici a basso impatto; - la limitazione delle azioni di scotico della copertura vegetale e movimento terra

alle sole superfici effettivamente destinate a trasformazione; - azioni di espianto, con adeguate modalità volte a preservare le parti vegetali,

delle specie floristiche oggetto di tutela e pronto re-impianto in aree idonee, attigue all'area di intervento;

- interventi di sistemazione, a conclusione dei lavori, tesi a ripristinare le condizioni di equilibrio preesistenti rispettando la vegetazione locale.

Nelle aree interessate dai lavori che risultassero di difficile accesso e/o caratterizzate da morfologie accidentate, quali intensa fratturazione dei versanti, presenza di emergenze rocciose instabili o degne di particolare tutela, habitat e specie oggetto di tutela, sono prevedono le seguenti misure mitigative:

- esecuzione manuale dei lavori e trasporto manuale dei materiali e delle attrezzature, con esclusione dell’impiego di mezzi d’opera pesanti;

- minimizzazione dei volumi escavati e delle superfici interessate; - interventi atti a contrastare l’insorgenza di fenomeni franosi; - interventi di sistemazione vegetazionale volti a ridurre la frammentazione della

copertura vegetale e a ripristinare, nel contempo, la capacità autoprotettiva del sistema suolo-vegetazione rispetto al rischio di erosione accelerata;

- monitoraggio degli interventi di sistemazione vegetazionale, con particolare riferimento ai periodi di fine estate e inizio autunno, spesso caratterizzati da piogge di elevata intensità, maggiormente predisposte all'innesco di processi erosivi.

L'impatto potenziale sulla fauna, seppur di minima entità, in fase realizzativa, è relativo al disturbo arrecato alle specie animali presenti nelle aree oggetto d’intervento. A tal riguardo saranno adottate le misure di mitigazione di seguito descritte:

- delimitazione dell’area effettiva dell’intervento; - riduzione del rumore al minimo possibile durante tutto il periodo di esecuzione dei

lavori; - sospensione delle attività di cantiere nei periodi di riproduzione delle specie

faunistiche sensibili; - limitazione delle ore necessarie per compiere le attività di carico e scarico delle

forniture, per non disturbare la regolare attività di alimentazione e riposo delle specie faunistiche presenti.

8 VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEGLI INTERVENTI

8.1 Finalità dell’intervento

Le peculiarità proprie dell’intervento lo inseriscono nel contesto di un ampio sviluppo territoriale, e lo configurano come indispensabile nell’ottica della pubblica utilità, attraverso l’obiettivo di fornire le necessarie dotazioni infrastrutturali all’intera area

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interessata dalla realizzazione dell’opera, con conseguenti ripercussioni in termini di fruibilità del territorio e di un conseguente sviluppo economico. Inoltre, come meglio illustrato nel seguito e in dettaglio nel progetto, saranno previste delle misure di mitigazione ed attenuazione, necessarie a minimizzare gli impatti negativi, comunque circoscritti, dato che l’intervento per le sue specificità non costituisce fonte di inquinamento atmosferico e/o acustico, non produce nessun rifiuto o scarto di lavorazione, e verrà realizzato lungo le viabilità esistente. L’analisi delle caratteristiche morfologiche e ambientali del contesto in cui si colloca l’intervento in esame, si pone come obiettivo l’individuazione e la mitigazione dei relativi possibili effetti impattanti, dal punto di vista visivo e ambientale, per garantire il massimo rispetto delle condizioni naturali preesistenti e la salvaguardia della flora e della fauna locali. La previsione programmatica degli interventi atti ad annullare o mitigare gli impatti dovuti all’intervento può essere evidenziata dalle seguenti categorie:

� non saranno utilizzate aree con presenza di essenze arboree ed arbustive significative e sotto tutela per la realizzazione delle cabine di trasformazione;

� i lavori per la realizzazione della linea elettrica interrata saranno eseguiti mediante l’uso di mezzi meccanici idonei ad evitare danni e disturbi all’area circostante ed alla fauna: durante l’esecuzione dell’opera saranno adottate tutte le metodologie opportune per una maggiore insonorizzazione durante i periodi di riproduzione o maggiore presenza dell’avifauna locale;

� saranno rigorosamente rispettate le aree naturali esterne a quelle di intervento attraverso ogni misura di mitigazione possibile atta a contenere le emissioni di polveri e rumore in fase di cantierizzazione.

La possibilità di una maggiore fruibilità dei luoghi a seguito dell’ampliamento della rete elettrica esistente, che garantirà la dotazione di infrastrutture per la fornitura di energia elettrica anche a siti che attualmente non ne dispongono, attribuisce al progetto un valore significativo per la crescita dell’intero territorio comunale, e si configura come punto cardine nella pianificazione di un più ampio sviluppo territoriale, su base provinciale e regionale.

8.2 Metodologia adottata

Si considera differentemente l'entità e la tipologia degli impatti (reali e potenziali) in funzione delle fasi temporali di realizzazione (cantiere) ed esistenza (esercizio) dell’opera. Nell’ambito della Valutazione di Incidenza Ambientale, gli elementi di impatto sono analizzati distinguendo le potenziali interferenze sulle componenti biotiche e abiotiche degli ecosistemi, nelle due fasi di realizzazione e di esercizio, al fine di poter valutare l’interferenza di ciascuna fonte di impatto. Le componenti ecosistemiche includono, oltre che la vegetazione terrestre e ripariale, le quattro classi di vertebrati terrestri e le componenti di maggiore interesse conservazionistico (habitat e specie di interesse comunitario). In particolare sono state considerate le seguenti componenti: Vegetazione Comprende le formazioni vegetali presenti nell'area in progetto e

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settori contermini

Habitat di interesse

comunitario

Tipologie di habitat che hanno giustificato la designazione del Sito di Interesse Comunitario

Ecosistemi Insieme degli elementi biotici e abiotici coinvolti nei dinamismi naturali del sistema

Emergenze floristiche Forme endemiche o di interesse fitogeografico che contribuiscono maggiormente a caratterizzare gli habitat di interesse comunitario

Emergenze faunistiche Comprende le specie presenti anche in uno solo degli stadi del ciclo biologico che appartengono a questa classe

Specie di importanza

comunitaria

Specie di vertebrati terrestri (Anfibi, Rettili e Mammiferi) e di invertebrati incluse negli Allegati II e IV della Dir. 92/43/CEE “Habitat”

Uccelli di importanza

comunitaria

Specie di avifauna incluse nell’Allegato I (ex Dir. 79/409/CEE “Uccelli”)

8.3 Fattori di incidenza ambientale

8.3.1 Fase di realizzazione

Nella fase di realizzazione dell’opera si possono individuare i seguenti fattori di impatto: - Sottrazione di suolo-vegetazione: nelle superfici utilizzate per la realizzazione delle

cabine MT-BT, nelle aree di cantiere e di deposito temporaneo di materiali il fattore di impatto riguarda la sottrazione (permanente o temporanea) della componente suolo, alla quale si associa, nei sistemi naturali, la sottrazione di vegetazione e, localmente, di habitat (reale e potenziale).

- Rumore: include le emissioni sonore legate alle attività di cantiere, al movimento di mezzi e di materiali.

- Vibrazioni: sono generate nel suolo dalle diverse attività di cantiere, in particolare dal movimento di mezzi e materiali e dalla realizzazione di eventuali fondazioni.

- Polveri: riguarda la sospensione di polvere generata dalle attività di scavo e di lavorazione delle superfici, nonché dal movimento di mezzi e da altre operazioni di cantiere.

- Presenza di personale: è riferita alla presenza degli addetti ai lavori e al conseguente disturbo o danneggiamento determinato specialmente nei confronti della fauna (disturbo) e eventualmente della flora (calpestio).

- Traffico veicolare: è riconducibile al traffico dei mezzi di cantiere che comporta un aumento dell’inquinamento dell’aria e un disturbo sulla fauna.

- Fonti di inquinamento imprevisto: si riferisce agli sversamenti accidentali di oli o di altre sostanze inquinanti e alla possibilità di una loro dispersione nell'ambiente.

- Illuminazione: si riferisce alla eventuale illuminazione notturna del cantiere. - Materiali di riporto: riguarda gli scavi per la realizzazione delle opere e i materiali di

riporto prodotti non recuperabili o riutilizzabili.

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- Rifiuti: si riferisce alla produzione di rifiuti ascrivibile alla realizzazione della rete fognaria. - Carico antropico: si riferisce all’incremento del carico antropico riconducibile alla

realizzazione dell'opera; può interessare anche un areale più vasto.

8.3.2 Fase di esercizio

Nella fase di esercizio dell’opera in progetto, per la tipologia di impianto prevista, si possono individuare solo i seguenti fattori di impatto: - Sottrazione di suolo-vegetazione: nelle superfici trasformate il fattore di impatto

riguarda la sottrazione (permanente) della componente suolo, alla quale si associa, nei sistemi naturali, la sottrazione di vegetazione e, localmente, di habitat (reale e potenziale), al netto del recupero delle aree di cantiere e di deposito temporaneo di materiali.

- Rumore: riguarda le emissioni sonore legate alla funzionamento degli impianti. - Elettrocuzione (linee elettriche aeree): fulminazione per contatto di due conduttori

tramite un ponte creato dall’apertura alare dell’uccello, o tra un conduttore e l’elemento di sostegno metallico (palo, traliccio); sarà eliminato in campata attraverso l’utilizzo di cavi cordati isolati;

- Collisione contro i cavi sospesi, fenomeno collegato a tutte le linee a cavo aeree (non solo elettriche);

- Fonti di inquinamento imprevisto: si riferisce alla produzione di sostanze inquinanti e alla possibilità di una loro dispersione nell'ambiente.

- Rifiuti: si riferisce alla produzione di rifiuti ascrivibile alla gestione della rete fognaria.

8.4 Analisi dell'incidenza ambientale (fattori di impatto generali)

Di seguito sono esaminati i potenziali effetti delle singole fonti di impatto, nelle fasi di realizzazione e di esercizio, e proposte le eventuali misure di mitigazione adottabili.

8.4.1 Fase di realizzazione

- Rumore

La rumorosità del cantiere (mezzi meccanici, presenza di personale, uso di attrezzi e accessori) è fonte di impatto per la fauna, sulla quale può causare stress o disturbo. Per l'intervento in esame, questa fonte di impatto non dovrebbe causare interferenze particolari nei riguardi delle comunità di Vertebrati in considerazione della tipologia di intervento e del contesto in cui si opera, per lo più lungo la viabilità esistente. Possono presentarsi situazioni maggiormente rumorose nei casi in cui l’esecuzione del cavidotto in aree naturali alto arbustive richieda l’eventuale utilizzo di motosega, o in zone particolarmente rocciose dove è necessario eseguire escavazioni mediante utilizzo di martello pneumatico. Non si prevedono impatti su flora e vegetazione e impatti rilevanti sulla fauna. Non si esclude la presenza di alcune specie di avifauna e rettili che, nei settori meno antropizzati, possono trovare luoghi idonei alla riproduzione. Nei segmenti di elettrodotto ricadentio in prossimità o trasversali alle aree di impluvio o dei torrenti non si esclude la presenza di alcune specie anfibie e rettili tipiche degli ambienti

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ripariali che possono trovare in questi areali, luoghi idonei al loro sostentamento e riproduzione. E’ quindi auspicabile la sospensione delle attività di cantiere nel periodo primaverile-estivo considerato maggiormente favorevole alla riproduzione delle specie faunistiche. - Vibrazioni

Le vibrazioni indotte dalle attività di cantiere (mezzi meccanici, uso di attrezzi e accessori) è fonte di impatto per la fauna, sulla quale può causare stress o disturbo. Per l'intervento in esame, questa fonte di impatto non dovrebbe causare interferenze particolari nei riguardi delle comunità di Vertebrati in considerazione della tipologia di intervento e del contesto in cui si opera, per lo più lungo la viabilità esistente. Possono presentarsi situazioni con produzione di vibrazioni occasionali e localizzate nei casi in cui per l’esecuzione del cavidotto in zone particolarmente rocciose sia necessario eseguire escavazioni mediante l’ausilio di un martello pneumatico. Non si prevedono impatti significativi sulla flora e sulla fauna. In caso attività che provocano vibrazioni si tratterebbe di impatti assolutamente reversibili, occasionali e temporanei. Questa fonte di impatto appare irrilevante ai fini delle priorità conservazionistiche e delle risorse faunistiche dell’area vasta. E’ quindi auspicabile la sospensione delle attività di cantiere nel periodo primaverile-estivo considerato maggiormente favorevole alla riproduzione delle specie faunistiche. - Polveri

Si fa riferimento alla sospensione di polvere generata dalle attività di scavo e di lavorazione delle superfici, nonché dal movimento di mezzi e da altre operazioni di cantiere. Questa fonte di impatto appare irrilevante ai fini delle priorità conservazionistiche e delle risorse faunistiche dell’area vasta. A livello localizzato possono determinarsi maggiori deposizioni di polveri sugli apparati fogliari delle specie vegetali. Tali accumuli non sono da considerare permanenti in quanto agevolmente dilavabili in occasione dei naturali eventi piovosi. E’ necessario predisporre operazioni di innaffiamento delle aree di cantiere in caso di giornate particolarmente secche e con ventosità elevata. - Presenza di personale

La presenza di personale addetto alle lavorazioni può essere causa di disturbo nei confronti di alcune specie faunistiche. Non si prevedono impatti significativi sulle componenti biotiche, in relazione alla generale mobilità delle specie faunistiche, ad eccezione di eventuali fenomeni di calpestio della componente vegetale (specie erbacee). Non si richiedono particolari misure di mitigazione, salvo l'osservanza di normali regole di buon senso ed educazione da parte degli operatori, al fine di evitare l'abbandono di rifiuti di vario tipo o residui di materiali edili, i danni alla vegetazione non funzionali alla realizzazione delle opere, e ogni comportamento che possa arrecare disturbo immotivato alla fauna selvatica. In particolare, il personale addetto ai lavori dovrà essere opportunamente sensibilizzato in merito a tali misure comportamentali e informato dalla D.L., sotto la guida di esperti in materie naturalistiche, relativamente alle specie di flora e fauna meritevoli di tutela.

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- Traffico veicolare

L'aumento del traffico veicolare (mezzi da lavoro e trasporto) è dovuto alle operazioni di cantiere, quindi limitato alla tempistica ed orari dei lavori. Non si prevedono impatti su flora e vegetazione e impatti rilevanti sulla fauna. Non si esclude la presenza di alcune specie (avifauna e rettili) tipiche degli ambienti di macchia e gariga che, nei settori meno antropizzati, possono trovare luoghi idonei alla riproduzione. Per l'intervento in esame, questa fonte di impatto non dovrebbe causare interferenze particolari nei riguardi delle comunità di Vertebrati che, prevedibilmente, tenderanno ad allontanarsi per poi rioccupare le aree abbandonate al termine dei lavori. Possono presentarsi situazioni maggiormente impattanti nei casi in cui il tracciato delle condotte è previsto in aree naturali e semi-naturali con potenziale ingresso di mezzi anche in tali settori. Nei settori del tracciato a maggiore naturalità è possibile utilizzare mezzi di ridotta dimensione che possono fungere da spola per il trasporto di personale, attrezzature e materiali tra il luogo di lavoro e la viabilità principale della Lottizzazione. Analogamente è necessario, in tali settori, utilizzare macchinari di ridotte dimensioni (miniescavatori) arrecanti il minimo impatto generale (rumore, occupazione superfici, compattazione del suolo, ecc...) sulle componenti ambientali. Altresì, è da evitare la sosta dei mezzi di cantiere e dei mezzi privati degli operatori in superfici ricoperte da vegetazione naturale. - Fonti di inquinamento imprevisto

Comprende qualsiasi incidente non prevedibile che può essere causa di interferenza nei confronti delle componenti biotiche presenti. In ogni caso, il rispetto delle norme di sicurezza consentirà di ridurre al minimo il rischio. Non si richiedono particolari misure di mitigazione, salvo le necessarie garanzie e gli accertamenti sulla periodica revisione e verifica della perfetta funzionalità di tutte le macchine ed apparecchiature di cantiere, in modo da minimizzare i rischi per gli operatori. - Illuminazione

Questo fattore d’impatto può comportare interferenze nei confronti di alcune componenti biotiche. In particolare, l’illuminazione produce interferenze con alcune componenti ecosistemiche in quanto provoca condizioni di concentrazione di insetti e dei relativi predatori. Sulla flora determina alterazioni del fotoperiodo e variazioni dell'attività fotosintetica. Tuttavia non si configurano implicazioni di carattere conservazionistico da parte di questa fonte di impatto in quanto il progetto non prevede sorgenti luminose in fase di realizzazione (lavori notturni). - Materiali di riporto e scavi

Il fattore di impatto in oggetto è legato alle attività di cantiere necessarie alla realizzazione delle strutture e delle infrastrutture previste in progetto e tiene conto dell’entità dei movimenti terra, dei materiali escavati da destinare a discarica e dei materiali alloctoni richiesti per il completamento delle opere in progetto, nonché delle modalità esecutive degli interventi.

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Il Progetto prevede che le terre di scavo siano sostanzialmente riutilizzate nel medesimo cantiere: il materiale escavato verrà, infatti, reimpiegato per i rinterri e per gli interventi di sistemazione e rimodellazione morfologica dei terreni. Si possono verificare interferenze a causa dell'asportazione di vegetazione e suoli naturali, di un accumulo non corretto dei materiali in luoghi di pregio vegetazionale o in cui si ha la potenziale la presenza di specie florofaunistiche di rilevante interesse naturalistico. Le operazioni di scavo in ambiti naturali devono essere realizzati minimizzando la rimozione della copertura vegetale presente e dei suoli interessati. In particolare è opportuno privilegiare l’adozione dello scavo manuale nei settori più sensibili o, dove possibile, l’impiego di mezzi d’opera di piccola taglia, oltre alla messa in opera di opportuni accorgimenti atti a contrastare l’insorgenza di fenomeni di erosione accelerata dei suoli conseguenti alla realizzazione delle opere. Inoltre, è necessario minimizzare e localizzare con opportuna attenzione le aree di deposito temporaneo dei materiali di scavo e riporto, eventualmente scegliendo zone di deposito interne alle superfici operative. E’ auspicabile ogni possibile recupero e riutilizzo del materiale asportato. In particolare, qualora gli scavi comportassero l'allontanamento di esemplari di specie arborescenti o arbustive meritevoli di conservazione, si dovrà prevedere il loro espianto e trapianto nelle aree limitrofe e contigue, evitando danni irreversibili alle stesse piante. - Rifiuti

La produzione di rifiuti sia correlabile soprattutto ad eventuali incidenti o malfunzionamenti o ad aspetti comportamentali del personale incaricato della realizzazione dell'opera. Il fattore non è prevedibile. Le implicazioni di carattere conservazioni stico non sono valutabili, in quanto dipendenti dalla gravità di eventuali incidenti o malfunzionamenti e dalla prassi comportamentale dei singoli. Non si richiedono particolari misure di mitigazione, salvo le necessarie garanzie e gli accertamenti sul corretto smaltimento di eventuali rifiuti prodotti. - Carico antropico

Il fattore di impatto concerne l'eventuale aumento del flusso antropico (turistico o di servizio) direttamente correlabile alle fasi di realizzazione dell'opera in progetto. Non si ritengono probabili eventuali aumenti del carico antropico correlabili alla fase di realizzazione dell'opera, anche per il periodo dei lavori previsto durante i mesi di minore afflusso turistico. Di conseguenza non si prevedono eventuali implicazioni di carattere conservazionistico da parte di questa fonte di impatto. Non sono previste particolari misure di mitigazione.

8.4.2 Fase di esercizio

La fase di esercizio comporta gli impatti più rilevanti nel caso di carattere permanente delle trasformazioni indotte dagli interventi. Considerate le caratteristiche delle opere in progetto, si ritiene assente un impatto significativo permanente correlabile ai fattori rumore, vibrazioni, polveri, presenza di personale, traffico veicolare, illuminazione, materiali di riporto, rifiuti e carico antropico. - Fonti di inquinamento imprevisto

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Qualsiasi incidente o malfunzionamento della rete elettrica può essere causa di interferenza nei confronti delle componenti biotiche presenti. Il fattore non è prevedibile, tuttavia l'accurata esecuzione delle opere e il rispetto delle norme di sicurezza consentirà di ridurre al minimo il rischio di impatti legati a questo fattore. Non sono valutabili, in quanto funzione della gravità di eventuali incidenti o malfunzionamenti. Non si richiedono particolari misure di mitigazione, salvo le necessarie garanzie e gli accertamenti sulla periodica revisione e verifica della perfetta funzionalità dell’impianto e delle relative tecniche di monitoraggio e controllo.

9 SINTESI DEGLI IMPATTI IN FASE DI REALIZZAZIONE E IN FASE DI

ESERCIZIO L’analisi e le considerazioni effettuate all’interno dello Studio di Incidenza, consentono di poter formulare un giudizio sintetico circa l’entità dell’incidenza del progetto complessivo sulle componenti ambientali, definita da ciascuna fonte di impatto che è stato rappresentato in relazione alle fasi di realizzazione e di esercizio. In relazione alla determinazione del grado di disturbo alla fauna, si ritiene che la realizzazione ed il funzionamento dell’impianto non abbia incidenze negative di portata rilevante, dirette o indirette, sullo stato di conservazione delle specie animali, grazie alle opere di mitigazione previste. Inoltre la realizzazione dell’intervento non determinerà una perdita significativa di superficie di habitat, e non ci sarà sfruttamento di alcuna risorsa. L’intervento provocherà moderate interferenze in fase di cantiere per la presenza dei mezzi meccanici escavatori e del personale addetto alla posa del cavidotto che in ogni caso interesseranno le aree lungo la viabilità comunale, e in fase di esercizio per la presenza della tratta aerea. Dalle prime deriveranno emissioni in atmosfera che saranno prodotte solo durante l’attività di cantiere e saranno rappresentate esclusivamente dagli scarichi di macchine operatrici e mezzi, e da emissioni di polveri, comunque rilevabili a breve distanza dall’area di emissione e per breve tempo, producendo quindi un impatto limitato sia nel tempo che nello spazio. Una volta completato l’intervento nulla sarà visibile e il terreno sarà riportato allo stato precedente all’intervento. Nella fase di esercizio non si avrà alcuna emissione in atmosfera. Il materiale di risulta prodotto dal cantiere verrà riutilizzato all’interno del cantiere stesso (principalmente per il riempimento dello scavo che ospiterà il cavo interrato) e quelli non utilizzati verranno conferiti ad apposita discarica autorizzata secondo le norme vigenti. Le frazioni non recuperabili ed eventuali altri rifiuti prodotti durante la costruzione verranno conferiti ad operatori autorizzati del settore per la loro gestione nelle forme di legge.